La rifrazione - web
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1 La rifrazione La rifrazione Nella figura è rappresentato un raggio luminoso che si propaga nell’aria ed incontra la superficie dell’acqua. Nel punto di incontro con la superficie dell’acqua una parte del raggio luminoso viene riflessa, mentre il raggio che entra nell’acqua, anziché proseguire in linea retta, viene deviato verso il basso. Il fenomeno per cui un raggio luminoso viene deviato passando da un corpo trasparente a un altro si chiama rifrazione della luce. Si chiama raggio incidente il raggio che arriva alla superficie di separazione tra i due mezzi trasparenti. Il punto in cui il raggio incidente incontra la superficie di separazione è detto punto di incidenza. Il raggio luminoso che si propaga nel secondo mezzo trasparente è il raggio rifratto. La retta perpendicolare alla superficie di separazione, passante per il punto di incidenza, è detta normale. L’angolo tra il raggio incidente e la normale è l’angolo di incidenza iˆ , mentre quello tra la normale e il raggio rifratto si chiama angolo di rifrazione r̂ . Leggi di Snell della rifrazione La rifrazione è regolata da due leggi definite dal matematico e astronomo olandese Willebrord Snell (1591 – 1626) e pubblicate nel 1637 da Renè Descartes (1696 – 1650). Prima legge della rifrazione: nel passaggio della luce dal mezzo 1 al mezzo 2, il raggio incidente, il raggio rifratto e la normale giacciono sullo stesso piano. Poiché quando varia l’angolo di incidenza corrispondentemente varia anche l’angolo di rifrazione, si ha un legame tra i due angoli che è dato dalla seconda legge della rifrazione: il rapporto tra il seno dell’angolo di incidenza e il seno dell’angolo di rifrazione è costante ed è indipendente sen iˆ costante . dall’angolo di incidenza. In formula abbiamo: n12 sen rˆ La costante n12 è detta indice di rifrazione relativo del mezzo 2 rispetto al mezzo 1, dipende dalla natura dei mezzi 1 e 2, ed è un numero puro. Se il raggio luminoso, passando da un mezzo all’altro si avvicina alla normale si dice che il secondo mezzo è più rifrangente (o otticamente denso) del primo, se invece si allontana dalla normale si dice che il secondo mezzo è meno rifrangente (o otticamente denso) del primo. Qualunque sia la natura dei materiali, un raggio perpendicolare alla superficie di separazione prosegue sempre lungo la stessa direzione. L’indice di rifrazione assoluto Si definisce indice di rifrazione assoluto di un mezzo trasparente l’indice di rifrazione relativo di quel mezzo rispetto al vuoto, cioè è l’indice di rifrazione corrispondente al passaggio della luce dal vuoto al mezzo. L’indice di rifrazione assoluto, indicato con n, è dato dal rapporto tra la velocità c della luce nel vuoto e la velocità v nella sostanza: c n . L’indice n è un numero puro poiché è dato dal v 2 rapporto tra due grandezze omogenee. Si può dimostrare che l’indice di rifrazione relativo della sostanza 2 rispetto alla sostanza 1 è dato dal rapporto tra l’indice di rifrazione assoluto della sostanza 2, n2, e quello della sostanza 1, n1: n n12 2 . Utilizzando la relazione tra l’indice di rifrazione assoluto e la velocità della luce, n1 c v v otteniamo: n12 2 1 . Pertanto la seconda legge della rifrazione può essere scritta mediante c v2 v1 n sen iˆ v1 l’equazione: n12 2 . Da questa relazione vediamo che la rifrazione è un fenomeno n1 sen rˆ v2 generale che riguarda non solo la luce, ma qualsiasi tipo di onda quando passa dall’una all’altra di due regioni in cui la velocità di propagazione è differente. Per il principio di invertibilità del cammino ottico, un raggio di luce passa dal mezzo 2 al mezzo 1 seguendo in senso opposto lo stesso percorso tenuto dal mezzo 1 al mezzo 2. Ne consegue che l’indice di rifrazione relativo n21 del mezzo 1 rispetto al mezzo 2 è il reciproco di n12: n 1 . n21 1 n2 n12 Tabella degli indici di rifrazione assoluti di alcuni mezzi trasparenti Nella tabella sono riportati gli indici di rifrazione assoluti di Mezzo trasparente n Aria 1,00029 alcuni mezzi trasparenti. Sono tutti maggiori di 1, perché in Anidride carbonica 1,00045 qualsiasi mezzo la velocità della luce è sempre minore del valore Ghiaccio a 0 °C 1,309 che assume nel vuoto, che è una costante universale che vale Acqua 1,333 m 3,0 108 . Nei gas, in cui le molecole sono molto rarefatte, Alcol etilico 1,362 s Acetone 1,359 l’indice di rifrazione differisce poco da quello del vuoto; nei Plexiglas 1,487 liquidi e nei solidi invece assume valori sensibilmente diversi Benzene 1,501 dall’unità. Vetro crown 1,524 Cloruro di sodio 1,544 Esempio 1 – calcolo dell’indice di rifrazione relativo, Quarzo 1,544 dell’angolo di rifrazione mediante la legge di Snell, della Vetro flint 1,650 velocità della luce in un mezzo Diamante 2,419 Un raggio luminoso passa dall’acqua al plexiglas con un angolo di incidenza di 60°. Vogliamo calcolare l’indice di rifrazione relativo del plexiglas rispetto all’acqua e determinare l’angolo di rifrazione. Calcoliamo inoltre la velocità della luce nel plexiglas. Scriviamo i dati del problema Mezzo 1: acqua; mezzo 2: plexiglas; angolo di incidenza iˆ = 60°. Incognite Indice di rifrazione relativo del plexiglas rispetto all’acqua n12; angolo di rifrazione r̂ ; velocità v2 della luce nel plexiglas. Analisi e soluzione L’indice di rifrazione relativo del plexiglas rispetto all’acqua è dato dalla formula: n12 tabella degli indici di rifrazione assoluti ricaviamo: n12 n plexiglas nacqua . Dalla 1,487 1,116 . Per calcolare l’angolo di rifrazione 1,333 3 sen 60 0,776 . Da esso ricaviamo: r̂ = 51°. 1,116 m 3,0 10 8 c s 2,0 10 8 m . Calcoliamo ora la velocità della luce nel plexiglas: v 2 n plexiglas 1,487 s determiniamo dapprima il seno dello stesso angolo: sen rˆ Angolo limite Un raggio luminoso, passando da un mezzo più rifrangente a uno meno rifrangente (per esempio dall’acqua all’aria), si allontana dalla normale. Se l’angolo di incidenza aumenta, corrispondentemente aumenta anche l’angolo di rifrazione, finché questo raggiunge il valore di 90°; in questo caso il raggio rifratto giace sulla stessa superficie di separazione tra i due mezzi. L’angolo di incidenza relativo all’angolo di rifrazione di 90° si chiama angolo limite lˆ . Il suo sen lˆ sen lˆ valore si ricava dalla seconda legge della rifrazione: n12 . Otteniamo quindi: sen 90 1 sen lˆ n . 12 Se l’angolo di incidenza nel mezzo più rifrangente è maggiore dell’angolo limite, si osserva solamente il raggio riflesso. La superficie di separazione tra i due mezzi si comporta allora come una superficie riflettente. Questo fenomeno prende il nome di riflessione totale. Per esempio il diamante è molto lucente perché il suo indice di rifrazione è elevato, quindi l’angolo limite è piccolo. Pertanto la luce che lo attraversa da parte a parte è minima: la maggior parte viene riflessa internamente per effetto della riflessione totale e riemerge dalla stessa parte da cui proviene, dando luogo agli effetti di brillantezza propri di questa gemma. Esempio 2 – calcolo dell’angolo limite Vogliamo determinare il valore dell’angolo limite nel passaggio della luce dal vetro flint all’aria. Scriviamo i dati del problema Mezzo 1: vetro flint; mezzo 2: aria. Incognite Valore dell’angolo limite lˆ . Analisi e soluzione Dalla tabella degli indici di rifrazione assoluti calcoliamo l’indice di rifrazione relativo del vetro flint rispetto all’aria: n12 naria nvetro flint 1,00029 0,6062 . Questo valore è anche quello del seno dell’angolo limite. 1,650 Otteniamo quindi: lˆ = 37,31°. 4 Verifiche di comprensione 1. Spiega il fenomeno della rifrazione ottica 2. Nella rifrazione qual è il raggio incidente? 3. Qual è il raggio rifratto? 4. Quale retta è detta normale? 5. Dove si trova l’angolo di incidenza? 6. Dove si trova l’angolo di rifrazione? 7. Che cosa dice la prima legge della rifrazione? 8. Che cosa dice la seconda legge della rifrazione? 9. Come si chiama la costante della seconda legge di rifrazione e come si calcola? 10. Come si comporta un raggio luminoso passando in modo obliquo da un mezzo trasparente otticamente più denso a uno meno denso? 11. Come si comporta un raggio luminoso quando passa in modo obliquo da un mezzo otticamente meno denso a un mezzo più denso? 12. Che cos’è l’indice di rifrazione assoluto di una sostanza? 13. In che relazione si trova l’indice di rifrazione assoluto di una sostanza con la velocità della luce? 14. Che relazione c’è tra l’indice di rifrazione relativo tra due sostanze e le velocità della luce in quelle sostanze? 15. Che relazione c’è tra l’indice di rifrazione relativo della sostanza 2 rispetto alla sostanza 1 e l’indice della sostanza 1 rispetto alla 2? 16. Che cos’è l’angolo limite? 17. Quando si manifesta la riflessione totale? 18. Come si calcola l’angolo limite? Verifiche di conoscenza 1. Nelle figure è illustrata la rifrazione di un raggio luminoso attraverso due mezzi. L’indice di rifrazione: a. del mezzo 1 è maggiore di quello del mezzo 2 b. del mezzo 1 è uguale a quello del mezzo 2 c. del mezzo 1 è minore di quello del mezzo 2 2. Quali delle seguenti figure rappresentano una situazione impossibile? a. □ b. □ c. □ 3. Quanto valgono rispettivamente l’angolo di incidenza e quello rifratto nella situazione rappresentata in figura? a. iˆ = 90°; r̂ = 90° b. iˆ = 0° ; r̂ = 0° c. iˆ = 90°; r̂ = 0° d. situazione impossibile a verificarsi 4. Nel passaggio della luce dal mezzo 1 al mezzo 2, quale relazione è esatta? a. n1 v 1 n2 v2 b. n1∙n2 = v1∙v2 c. n1 v2 n2 v1 d. n1∙v2 = v1∙n2 5. Quando un raggio luminoso passa da un mezzo meno denso a un mezzo più denso, la sua velocità a. aumenta b. diminuisce c. non cambia 6. Un raggio di luce proviene dall’aria e incide sulla superficie di un solido di plexiglas dentro il quale sono incise delle lettere. Quale lettera viene illuminata? 5 a. □ b. □ c. □ d. □ e. □ f. □ g. □ 7. Indicata con c la velocità della luce nel vuoto e con v la velocità in un mezzo trasparente, l’indice di rifrazione assoluto di questo è dato da: a. b. c. c v v c v c se la luce passa dal mezzo al vuoto, se passa dal vuoto al mezzo c v 8. Il fenomeno della riflessione totale si verifica: a. quando la luce passa da un mezzo più rifrangente a uno meno rifrangente qualunque sia l’angolo di incidenza b. quando la luce passa da un mezzo più rifrangente a uno meno rifrangente solo se l’angolo di incidenza è uguale all’angolo limite c. quando la luce passa da un mezzo più rifrangente a uno meno rifrangente se l’angolo di incidenza è maggiore dell’angolo limite 9. Un pescatore osserva dalla propria barca un grosso pesce in acqua. In quale posizione gli appare il pesce? a. più in basso della sua effettiva posizione b. più in alto della sua effettiva posizione c. nella sua effettiva posizione 10. Un raggio luminoso passa dall’aria alla glicerina. L’angolo di incidenza vale 30° e l’angolo di rifrazione 20°. Quanto vale l’indice di rifrazione relativo della glicerina rispetto all’aria? a. 1,5 b. 0,67 c. 1,46 d. 0,68 Problemi 1. Un raggio di luce incide sulla superficie di separazione tra due mezzi con un angolo di 36,0° e viene rifratto con un angolo di 31,8°. Calcola l’indice di rifrazione relativo del secondo mezzo rispetto al primo. 2. Calcola l’indice di rifrazione assoluto di una sostanza sapendo che un raggio luminoso, passando dal vetro crown a quella sostanza, incide la superficie di separazione con un angolo di 25,00° e viene rifratto di un angolo di 27,48°. 3. L’angolo di incidenza di un raggio di luce che passa dal vetro flint al benzene è di 45°. Calcola l’angolo di rifrazione. 4. Determina l’angolo di incidenza di un raggio luminoso che passa dall’aria all’acqua sapendo che l’angolo di rifrazione è di 22°. 5. Completa la seguente tabella: 35° 50° 90° iˆ 26° 50° 18° 0° r̂ n12 1,5 1,6 2,4 1,7 1,6 6. Calcola il valore dell’angolo limite nel passaggio della luce dal plexiglas all’aria. 7. L’angolo di incidenza con cui un raggio di luce incide la superficie di separazione tra un cristallo di cloruro di sodio e l’aria è di 50°. Valuta se il raggio di luce emerge dal cristallo. 8. Calcola l’angolo limite del diamante. 9. Calcola la velocità della luce nell’alcol etilico (nel vuoto c = 3,0 ∙ 108 m ). s 10. Calcola di quanto si riduce in percentuale la velocità della luce nel passare dall’aria al diamante. 11. La velocità della luce in una particolare sostanza vale v = 2,29 ∙ 108 m . Di quale sostanza si tratta? s 6 La rifrazione nel quotidiano La visione sott’acqua. Il cristallino dell’occhio si è evoluto in modo da focalizzare sulla retina i raggi di luce provenienti dall’aria. In immersione la luce, passando dall’acqua all’occhio, viene rifratta diversamente, per cui gli oggetti appaiono sfuocati. Le maschere servono a mettere davanti all’occhio un’intercapedine di aria, permettendo di vedere nitidamente anche sott’acqua. Il colore della sabbia. Il fenomeno della diffusione si manifesta quando la luce del Sole colpisce una distesa di sabbia. I singoli granelli della sabbia asciutta riflettono la luce solare come piccoli specchi orientati in tutte le direzioni, per cui le spiagge appaiono biancheggianti. La luce che colpisce la sabbia bagnata, invece, viene parzialmente riflessa e parzialmente rifratta dall’acqua che, per capillarità, riempie gli spazi vuoti tra i vari granelli. La luce rifratta non riemerge dalla sabbia, che appare più scura di quella asciutta. La luce riflessa, inoltre, ha il colore proprio della sabbia, perché l’acqua attenua l’effetto riflettente delle superfici lisce dei singoli granelli. Illusioni ottiche. La rifrazione della luce genera fenomeni che determinano illusioni ottiche, dovute al fatto che l’occhio umano non riesce a valutare se i raggi luminosi hanno subito rifrazione, per cui non può rendersi conto che l’oggetto da cui proviene la luce si trova in una posizione diversa da quella in cui lo vede. Per esempio un oggetto posto in acqua sembra più in alto di quello che è in realtà (profondità apparente) perché i raggi luminosi che partono da esso, passando dall’acqua all’aria, si allontanano dalla normale e arrivano all’occhio dell’osservatore dandogli l’impressione di giungere dal punto d’incontro dei loro prolungamenti, posto più in alto. A causa della rifrazione un’asta immersa nell’acqua sembra piegata o spezzata. Un’altra illusione ottica è dovuta alla rifrazione della luce nell’atmosfera terrestre. La luce che proviene dai corpi celesti e che raggiunge la superficie terrestre, incontra strati dell’atmosfera sempre più densi e con indice di rifrazione assoluto crescente (si può infatti dimostrare che l’indice di rifrazione di un gas aumenta con la densità), per cui si avvicina alla normale e si incurva verso il basso. Per questo motivo un osservatore vede i corpi celesti più in alto di quello che sono in realtà (a meno che non si trovino esattamente sulla verticale). Per esempio il Sole, all’alba, appare prima che abbia superato la linea dell’orizzonte, e al tramonto scompare un po’ dopo aver oltrepassato la linea dell’orizzonte. La rifrazione della luce dovuta alla diversa densità degli strati dell’atmosfera, maggiore per quelli più vicini alla superficie terrestre, dà luogo al fenomeno del vascello fantasma, per cui un battello lontano sembra aleggiare sopra il mare. In modo analogo si ha la formazione del miraggio. Il terreno molto caldo e asciutto visto da lontano appare coperto d’acqua. Gli strati d’aria a contatto con il terreno riscaldato dal sole si riscaldano a loro volta e quindi si dilatano diminuendo di densità. La luce proveniente dall’alto, passando dall’aria fredda all’aria calda meno densa, passa da un mezzo con indice di rifrazione maggiore a uno minore, si allontana dalla normale, supera l’angolo limite e viene riflessa verso l’alto fino all’osservatore. Questi ha quindi l’impressione che una pozza d’acqua abbia riflesso la luce proveniente dall’alto. Le impronte digitali. Il fenomeno della riflessione totale ci permette di vedere le impronte digitali lasciate su una finestra o su un bicchiere di vetro. Nel passaggio dal vetro all’aria alcuni raggi luminosi, che hanno un angolo di incidenza maggiore dell’angolo limite, subiscono riflessione totale e non emergono dal vetro. Un’impronta digitale è costituita da una sostanza oleosa lasciata sul vetro dalle increspature della pelle. Il suo 7 indice di rifrazione è maggiore di quello dell’aria. Dove si trova questa sostanza non si ha più riflessione totale e la luce emerge dal vetro. Così sulla superficie di vetro si vedono le linee delle impronte digitali. Il tremolio delle stelle. Nell’atmosfera terrestre, a causa della temperatura non uniforme, vi sono zone a diversa densità che si muovono le une rispetto alle altre. Tali zone rifrangono ad angoli diversi la luce proveniente dalle stelle, dando luogo all’effetto del loro tremolio. Prismi ottici a riflessione totale. Un prisma ottico è un solido trasparente retto a forma triangolare. Viene utilizzato per riflettere i raggi luminosi in molti strumenti ottici come binocoli, macchine fotografiche, periscopi, cannocchiali, sfruttando la riflessione totale. Il prisma che generalmente viene utilizzato è di vetro con indice di rifrazione pari a 1,5 e con l’angolo limite di circa 42°. La sezione del prisma è un triangolo rettangolo isoscele. La luce viene inviata nel prisma perpendicolarmente a un cateto, incide sull’ipotenusa con un angolo di 45° maggiore dell’angolo limite, viene riflessa totalmente e deviata così di 90°. Se, invece, la luce penetra nel prisma perpendicolarmente all’ipotenusa, subisce la riflessione totale dai due cateti, venendo così ruotata di 180°. Si utilizza un prisma a riflessione totale invece di uno specchio perché in quest’ultimo lo strato di vetro posto a protezione della superficie riflettente provoca la rifrazione del raggio luminoso, falsando la posizione del punto che riflette la luce. Infatti il raggio incidente che penetra nello strato di vetro dello specchio piano subisce la rifrazione avvicinandosi alla normale alla superficie. Dopo essere stato riflesso dalla superficie riflettente, il raggio passando dal vetro all’aria subisce un’altra rifrazione allontanandosi dalla normale alla superficie del vetro. La doppia rifrazione determina un punto apparente di riflessione sulla superficie riflettente, diverso dal punto effettivo, causando così una valutazione imprecisa del punto di riflessione. Le fibre ottiche. Una fibra ottica è un sottile filamento di vetro, costituito da un nucleo interno che trasmette la luce e da un rivestimento esterno. Il nucleo ha un indice di rifrazione maggiore del rivestimento esterno. Un raggio luminoso che incide su un estremo del nucleo, quando raggiunge il rivestimento esterno ha un angolo di incidenza maggiore dell’angolo limite, per cui viene riflesso di nuovo nel nucleo. In questo modo il raggio si propaga lungo il nucleo seguendo un percorso a zig-zag. Una fibra ottica ha lo spessore di un capello umano e la lunghezza anche di chilometri. Essa viene utilizzata per trasmettere informazioni sotto forma di fasci luminosi, con perdita di intensità molto più bassa delle linee di trasmissione metallica (anche dieci volte meno), trasportando un volume di dati molto maggiore. Per questa ragione viene utilizzata sempre più spesso in campo telefonico e televisivo. Le fibre ottiche, grazie al piccolissimo spessore e alla loro flessibilità, sono usate in clinica medica per poter analizzare organi interni del corpo umano.