borsa di studio
Transcript
borsa di studio
BORSA DI STUDIO Nel nome del padre e della madre Quinta edizione Premio “Elide Muliere” conferito a Ilaria Piunno perché il suo componimento, scritto in maniera piana e in un buon italiano, mette in risalto il valore positivo di ritorno di un atto nobile quale è la generosità. TRACCIA " Il valore di un uomo dovrebbe essere misurato in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere" ( Albert Einstein ). Con fantasia ed originalità inventa un racconto che metta in evidenza la bellezza della generosità come valore umano di insostituibile importanza. SVOLGIMENTO “La danzatrice” Oggi è una giornata molto buia, triste e con molta pioggia. Nonostante tutto Beatrice è raggiante perché oggi è il suo grande giorno, il suo primo giorno di danza ma non una danza qualsiasi: danza classica. Beatrice è una bambina di dodici anni, sempre raggiante, felice e senza mai ripensamenti. Uscita da scuola, evitando le chiacchiere delle amiche, corre all’alimentari, compra il pane per la mamma e scappa a casa. Mancano ancora tre ore prima che la lezioni inizi, ma per Bea è come se mancassero pochi secondi e ha il terrore di arrivare in ritardo. Mangiando in fretta, rischiando di rimanere soffocata, beve e sale in camera sua, finisce i compiti per il giorno dopo e prepara la borsa. Questo è l’ottavo anno di danza, per lei però è come se fosse il primo. Mentre mette dentro il body e le scarpette continua a ripetersi: “ se la danza non esistesse io non potrei vivere”. La mamma la chiama e Beatrice scende, le solite raccomandazioni e poi esce incontrandosi come tutti gli anni con Francesca, la sua migliore amica. Dopo i saluti le due amiche iniziano a parlare e arrivate davanti all’accademia corrono negli spogliatoi. “Calze? Ci sono. Body? C’è anche quello. E le punte? Si”. Le amiche si vestono, si mettono le punte e armate di spazzola, forcine, elastici e retine si fanno entrambe uno chignon e … via a lezione!!! Quest’anno però c’è un nuovo volto, la nuova ragazza si chiama July, la madre è francese e ha uno strano accento! Finita la lezione le ragazze sulla strada del ritorno parlano della nuova arrivata che per tutta l’ora era stata in silenzio. Passati un paio di mesi l’insegnate di danza assegna i ruoli per il saggio, quest’anno faranno lo Schiaccianoci, il sogno di Bea. I ruoli non sono molti, del suo corso c’è solo Clara da interpretare. Dopo la suspance, l’insegnante pronuncia il nome di Beatrice, vicino alle parole “fare Clara”. Per Bea un sogno che si realizza e … in un angolo c’è July che guardando la scena chiude gli occhi e si fa scendere una lacrima. Tornando a casa Francy è super felice per l’amica ma Bea è silenziosa, non parla e non riesce a non pensare a July. Arrivato il giorno del saggio, Bea vede July, è già d’accordo con l’insegnante, va da July e prima che possa dire qualcosa le dice: “ la parte di Carla è tua, io ci ho rinunciato”. July alza lo sguardo, guarda la compagna e l’abbraccia lasciandola senza fiato. Beatrice aveva rinunciato al suo sogno ma July ballò come non mai, fece scintille sul palco e Bea fu contenta di averla resa felice. Ilaria Piunno BORSA DI STUDIO Nel nome del padre e della madre Quinta edizione Premio “Salvatore Muliere” conferito a Raffaele Rossi perché ha creato un racconto logico e compiuto, dimostrando chiarezza di idee e profondità di pensiero, sorrette da una buona conoscenza della lingua italiana. TRACCIA " Il valore di un uomo dovrebbe essere misurato in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere" ( Albert Einstein ). Con fantasia ed originalità inventa un racconto che metta in evidenza la bellezza della generosità come valore umano di insostituibile importanza. SVOLGIMENTO “Il signor Tesone” I fiori sbocciavano allegri a Portapietra, tra le colline del Lazio, il canto degli uccelli echeggiava nell’aria di primavera, niente avrebbe potuto rovinare la giornata del signor Tesone che oggi aveva un sorriso raggiante. Si apprestava ad uscire dal suo villino per la sua quotidiana passeggiata mattutina. Il Signor Tesone salutava tutti e tutti ricambiavano cordialmente anche se non gradivano affatto la sua presenza. Lui si credeva beneamato, ma tutti l’avrebbero volentieri cacciato. Il signor Tesone era anziano ed era in pensione, ma quando lavorava faceva l’esattore delle tasse, e non era la professione molto amata dal resto della popolazione. Lo definivano una “ sanguisuga senza ritegno “, non l’avevano mai visto condividere le sue ricchezze, era avido. Possono sembrare accuse infondate, ma erano vere. Gran parte del suo denaro l’aveva ottenuto tenendosi parte del ricavato delle tasse. Nonostante questo lui non sentiva alcun peso sulla coscienza. La passeggiata andava a gonfie vele, come sempre, si respirava aria primaverile e il signor Tesone sentiva che era una bella giornata. Improvvisamente ad un angolo vide un mendicante sorridente accasciato sul muro con un piccolo teatro di marionette. Il mendicante era scalzo, sporco e trascurato eppure sorrideva, il signor Tesone non riuscì a capacitarsene e gli chiese: “ come ti chiami?”. Egli rispose: “ Cesare “. Il vegliardo signor Tesone disse: “ Ma perché ridi?” e Cesare rispose: “ perché la gente mi vuole bene”. Ci fu un lungo silenzio. A Cesare piaceva parlare, era socievole e non gli davano fastidio delle domande, quindi volle continuare dicendo: “ perché me lo chiedi?”. Il signor Tesone non rispose, non sapeva perché gliel’ aveva chiesto, ne sentiva il bisogno, quindi cambiò discorso: “ Come mai la gente è tua amica?”. Il mendicante disse: “ Secondo me è perché, anche se non ho niente, dono ai bambini la felicità con i miei piccoli spettacoli di marionette e cerco di essere sempre felice”. Il signor Tesone non sapeva cosa dire, ma sapeva una cosa, voleva andare a casa a riflette, così corse con il suo esile alto corpo fino alla porta del suo villino ed entrò. Lì rimase. Per giorni e giorni, senza uscire, mangiando poco ma pensando a ciò che gli aveva detto Cesare. Perché Cesare, che non aveva niente, era felice, tranquillo e amato dagli altri mentre lui che aveva tutto iniziava a sentirsi solo, irrequieto e abbandonato da tutti? Così capì: Cesare anche essendo povero donava ciò che poteva e gli altri ricambiavano, mentre lui aveva tutto e non dava niente, quindi nessuno stava accanto a lui. Cesare era generoso, quindi era felice che gli altri lo apprezzavano per ciò che faceva, nella sua piccolezza e umiltà. Così ebbe un’illuminazione: voleva essere come Cesare, anche se povero, magari ricco dentro. A che cosa serviva tutto il suo denaro se non lo condivideva, se non lo usava? Condividendo lui sarebbe stato considerato da tutti. Il signor Tesone, con queste idee, spese gran parte del suo denaro in beneficenza, dimostrò di essere una persona onesta e generosa. Dopodiché ricercò quel mendicante che gli aveva insegnato una lezione importante per vivere: Cesare! E con il suo denaro fondarono da soci e da amici una società teatrale che, come diceva Cesare, dava felicità ai bambini con degli spettacoli, non solo teatrali ma anche di marionette a basso costo. Il signor Tesone visse gli ultimi anni della sua vita felice. Di lui si racconta ancora, definendolo una persona che riuscì a redimersi , cambiare, diventando altruista e amato da tutti , che riuscì a capire il valore della generosità. Raffaele Rossi