Mostro powered by Maserati: la Storia
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Mostro powered by Maserati: la Storia
Mostro powered by Maserati al Concorso d’Eleganza Villa d’Este 2015: la Storia Cernobbio, maggio 2015. Il Mostro si inserisce nella lunga collaborazione tra la carrozzeria Milanese e il marchio del Tridente, nata sul terreno delle competizioni. La partnership tra Ugo Zagato e i fratelli Maserati ebbe origine all’inizio degli Anni 30 con la Tipo 26M Sport e da subito si indirizzò verso una filosofia ben precisa: vestire le meccaniche Maserati più sportive con una carrozzeria leggera e aerodinamica. MASERATI TIPO 26M SPORT 1931 Le prime Maserati prodotte dalla fabbrica a partire dal 1926, le Tipo 26 a 8 cilindri, erano quasi esclusivamente auto da corsa. In quest’ottica l’incontro con Zagato, all’epoca partner ufficiale dell’Alfa Romeo e fornitore ufficiale della Scuderia Ferrari, fu una tappa fondamentale della storia Maserati. Il primo modello con carrozzeria Zagato fu allestito sulla Tipo 26M, prodotta tra il 1930 e il ‘32 e nota anche come 8C 2500. Il primo telaio, uscito dalla fabbrica nel dicembre del 1931 e inviato a Milano con destinazione Carrozzeria Zagato, fu il n.2520, scelto per realizzare una versione “Sport” secondo il desiderio del cliente, un noto principe del Foro milanese. L’esecuzione Zagato evidenzia la capacità del Carrozziere di imprimere, a una meccanica da corsa (la lettera “M” corrispondeva a Monoposto nonostante l’abitacolo ospitasse due passeggeri; quello per il meccanico/navigatore, però, era chiuso con un tonneau di metallo), il volto di una avvenente vettura stradale due posti, a suo agio in gara o a un Concorso d’Eleganza. MASERATI TIPO 4CS 1100 1933 All’inizio degli Anni 30, oltre alle grandi vetture Sport con motore otto cilindri, la Maserati studiò un modello più piccolo per competere anche nelle categorie inferiori ma, soprattutto, aspirare a una prestigiosa vittoria di classe alla Mille Miglia. Le nuove Maserati 4CTR (4 cilindri Testa Riportata), 4CM (4 cilindri Monoposto) e 4CS (4 cilindri Sport) montavano un piccolo propulsore bialbero con potenza variabile tra 90 e 115 Cv. Apparso per la prima volta in forma di prototipo alla Mille Miglia del ’31, questo modello vinse la sua classe già l’anno successivo. Durante la sua storia produttiva il primo telaio a ricevere una carrozzeria Zagato fu il n.1517, allestito nel 1933. Il minuto motore 1.100 con la ormai celebre leggera carrozzeria Zagato partecipò a varie competizioni tra cui la Mille Miglia del 1936, dove concluse in decima posizione assoluta. MASERATI V4 SPIDER ZAGATO 1934 Il terzo modello Maserati Zagato nacque nel 1934 descrivendo nuovamente quel tipico approccio che elabora le forme di carrozzeria in un’ottica funzionalista. Un’auto nata per le corse poteva combinare la raffinatezza tecnica con volumi eleganti ed equilibrati. La V4 fu la prima auto da competizione con motore 16 cilindri nella storia dell’automobilismo sportivo. Sviluppata come monoposto per i Gran Premi, esordì a Monza nel 1929 con Alfieri Maserati e stabilì il primato di velocità media sul giro, congelando quel record per venticinque anni. Due settimane dopo quella affermazione Baconin Borzacchini, durante le prove del G.P. di Cremona, raggiunse 246 km/h, il nuovo record mondiale. Concluso il suo impegno agonistico, la V4 rimase alla Maserati per qualche tempo fino a che fu acquistata da un cliente di Roma in visita alla fabbrica, il quale chiese che fosse trasformata stradale. Maserati affidò alla Zagato la realizzazione di un elegante vestito d’alluminio che coprisse, ma non nascondesse, quella meccanica così sofisticata ed estrema. Verniciata con una affascinante livrea in doppia tonalità di verde, la nuova V4 divenne un’elegante ed eterea frequentatrice dei salotti romani. Nel ’34 vinse un importante premio a un Concorso d’Eleganza romano al Pincio. MASERATI A6 1500 COUPÉ PANORAMICA 1947 Nel 1919 Ugo Zagato aveva fondato la sua carrozzeria portando nel giovane settore automobilistico una solida competenza aeronautica. Le leggere carrozzerie Zagato, ispirate agli aerei, negli Anni 20 si imposero come la forma migliore per ottenere prestazioni in gara. Lo spirito innovatore di Zagato caratterizzò tutta l’epoca pionieristica dell’automobile. Anche durante la seconda Guerra Mondiale, in fuga dalla furia del conflitto, Ugo Zagato continuò i suoi studi sull’aerodinamica. Questi si concretizzarono, nella seconda metà degli Anni 40, in una nuova forma denominata Panoramica e ispirata ai cockpit aeronautici: l’ulteriore novità consisteva nell’utilizzo del plexiglas per modellare al meglio le superfici vetrate rendendo massima la visibilità. La Maserati A6 1500 fu uno dei primi esempi di questa nuova carrozzeria sperimentale: un design certamente di rottura, una forma rivoluzionaria in ogni suo componente ma unita a una classe e un’eleganza innate. Solo la tipica calandra anteriore permetteva di riconoscere in quest’auto un modello del Tridente. MASERATI A6G/54 COUPÉ 1954 Con la fine della guerra, Maserati iniziò la progettazione di un telaio che potesse rilanciare il brand, sia in gara, sia su strada. L’importante obbiettivo fu affidato alla A6 con motore sei cilindri in linea 1.500, di cui Zagato realizzò anche una versione Panoramica. Nel 1950 già fu introdotta la prima evoluzione, la A6G con propulsore aumentato a due litri e con gamma articolata in due tipologie: la barchetta sport e la coupé GT. Nel 1954, infine, l’apice nello sviluppo del modello, la A6G/54, fu pensata con una personalità nuova maggiormente orientata alle corse Gran Turismo. Al Salone di Torino del 1954 Zagato introdusse la sua versione, la più estrema ma, probabilmente, la più affascinante tra tutte le proposte dei carrozzieri italiani. Considerata oggi uno dei migliori esempi di Gran Turismo italiana e simbolo di un’epoca, corse con successo nella categoria di cui lo stesso Elio Zagato fu uno dei più attivi promotori nonché protagonisti nei panni di pilota gentleman. Fino al 1957 furono costruiti circa sessanta esemplari della A6G/54. Di questi circa venti, tutti tra loro differenti per piccoli dettagli, furono allestiti con carrozzeria Zagato. MASERATI A6G/54 SPIDER 1955 Al Salone di Ginevra del 1955 la Maserati presentò una profonda variazione sul tema della A6G/54 coupé per l’uso più esasperato, compito affidato allo specialista Zagato. In completa antitesi con il carattere volutamente spartano ed essenziale della “sua” versione, sviluppata soprattutto per l’utilizzo in gara, il carrozziere milanese aveva vestito il telaio n.2101 con una avvenente carrozzeria spider, ennesima dimostrazione del suo spirito eclettico, abile a trasformare uno stile funzionalista e razionalista in una forma elegante. La vettura fu notata da Juan Peron, Presidente della Repubblica di Argentina nonché marito della leggendaria Evita. Questi, appassionato di motori (grande estimatore di Juan Manuel Fangio), si accordò per l’acquisto con la Casa Madre ma dovette cancellare l’ordine a causa del precipitare della situazione politica in madre patria. Utilizzata per eventi promozionali, la A6G/54 Spider fu acquistata nel 1958 da un cliente americano. MASERATI 450 S COUPÉ ZAGATO “MONSTER” 1957 La Maserati 450 S, schierata nel Campionato Mondiale Costruttori per vetture Sport del 1957, rappresentò il punto più alto dell’impegno ufficiale del Tridente nelle competizioni. A metà di quella stagione esaltante, in cui il marchio lottò fino all’ultimo per la vittoria finale, la 24 Ore di Le Mans rappresentava, insieme alla Mille Miglia, una specie di vittoria morale di tutto il Campionato. Maserati commissionò a Zagato una carrozzeria coupé per il telaio n.4501. Questa decisione era frutto delle pressanti richieste di Stirling Moss. Fu lui stesso, probabilmente, a ottenere che il modello fosse seguito dall’esperto di aerodinamica Frank Costin. Zagato, lavorando sulle indicazioni del tecnico inglese, costruì a tempo di record una leggera carrozzeria in alluminio ottenendo uno straordinario risultato in termini di peso: rispetto alla barchetta, infatti, la versione coupé pesava appena 65 kg in più. Quella forma così particolare, nata da rigorose ragioni funzionali, e la potenza dell’8 cilindri 4.5, ben 400 cavalli, contribuirono al suo eloquente soprannome: Monster. A Le Mans l’asso inglese, in coppia con Harry Schell, si rese protagonista di una lotta straordinaria contro le Ferrari e le Jaguar. La 450 S Coupé Zagato, partita dalla seconda posizione, riuscì in pochi giri a guadagnare la testa della corsa e a prendere il largo grazie alle sue favorevoli caratteristiche: peso molto contenuto e una punta velocistica nell’ordine di 320 km/h. Rimase al comando fino all’inizio della sera quando solo la rottura del motore interruppe quella straordinaria prova di forza. Riportata in fabbrica, l’anno dopo fu acquistata dall’americano Byron Staver e trasformata in auto stradale. Questi, per altro, decise di riverniciarla dall’appariscente rosso Corsa, tipico delle auto italiane, in un più elegante colore nero. MASERATI 3500 GTZ 1959 Il 1957 fu, per la Maserati, l’anno della svolta radicale: a fine stagione del Campionato Mondiale Marche l’azienda dichiarò che non avrebbe rinnovato l’impegno per l’anno successivo (ma avrebbe continuato a supportare i clienti privati, anche con lo sviluppo di nuove auto da corsa). Dal lato della produzione di modelli stradali, invece, la rivoluzione era già iniziata nei mesi precedenti. Al Salone di Ginevra del mese di marzo aveva debuttato la 3500 GT, una coupé maggiormente orientata al comfort, più lussuosa e meglio rifinita. Sullo stand del costruttore, tuttavia, fu presentato anche il bozzetto di una versione Zagato, inserita nel catalogo ufficiale della gamma di quell’anno. La 3500 GTZ, tradizionalmente molto più sportiva rispetto alle altre proposte di carrozzeria, continuava a proporre in modo forte e radicale un’immagine molto legata alla Maserati delle origini. Quei tempi, però, erano ormai tramontati e la famiglia Orsi aveva iniziato a costruire l’immagine di brand sportivo ma di lusso, che oggi ne fa uno dei più apprezzati al mondo. Quello stile di carrozzeria, così sportivo, essenziale e razionalista, andò a vestire un esemplare della A6G/54, il telaio n.2155 tornato nel 1959 alla Zagato dopo un incidente per essere ricostruito. GLI ANNI 60: ZAGATO PER LA OSCA DEI FRATELLI MASERATI Nel 1948 i fratelli Maserati cedettero la loro quota azionaria alla famiglia Orsi (entrata nell’azionariato nel 1937) e fondarono a Bologna per conto proprio l’Officina Specializzata Costruzioni Automobili. Il felice rapporto di collaborazione con Zagato, basato sulla comune filosofia orientata alle auto da corsa, proseguì anche con la OSCA. Nel 1951 la carrozzeria Milanese eseguì una carrozzeria Coupé per il terzo di un trittico di telai da competizione (i primi due realizzati in forma di monoposto) equipaggiati con un motore 12 cilindri di 4,5 litri. Nel 1960 la piccola azienda bolognese, cresciuta in fama e autorevolezza nella categoria delle vetture Sport, commissionò a Zagato uno stile per una coupé GT da produrre in piccola serie: l’Osca 1600 GT Zagato (la prima auto Zagato tracciata dalla matita di Ercole Spada) divenne una delle sportive più affascinanti della sua epoca, veloce su strada e competitiva in gara. MASERATI BITURBO SPYDER 1984 Alla fine degli Anni 50 l’attività della Carrozzeria Zagato raggiunse una dimensione semi industriale. La collaborazione ufficiale con i più noti marchi sportivi del periodo spinse l’azienda, nel 1961, a traslocare dall’area milanese del Portello in un sito produttivo più grande ad Arese, molto vicino al futuro nuovo quartier generale dell’Alfa. In questo stabilimento l’azienda diede avvio alla produzione di modelli fuoriserie stradali e auto da corsa con ritmi di produzione sempre più elevati. Nel 1984 la collaborazione con la Maserati riprese a pieno ritmo. Elio e Gianni Zagato ricevettero da Alejandro De Tomaso, memore dell’affascinante A6G/54 Spider esemplare unico, il compito di realizzare il design e la produzione della Biturbo Spyder. Contraddistinta dal passo accorciato di undici centimetri rispetto alla versione “chiusa” (questo per irrigidire il telaio e per armonizzare il design della carrozzeria), conservava il motore sei cilindri di due litri e due turbocompressori. Stilisticamente era caratterizzata da una capote in tela che, una volta abbassata, scompariva in un apposito vano e da un nuovo disegno del posteriore. Nel 1989 fu affiancata da una versione con motore 2.8 più potente. Nello stesso periodo iniziò la commercializzazione anche sul mercato americano, dove era venduta con motore 2.5 dotato di catalizzatore. Complessivamente la produzione raggiunse quasi i 7.000 esemplari. MASERATI KARIF 1988 Uno degli aspetti più caratterizzanti gli Anni 80 dell’automobile fu la nascita del fenomeno delle Instant Classic. In questo esclusivo e ristretto club di modelli di prestigio rientravano vetture di produzione corrente ma identificate da subito come oggetti da collezione. Zagato, coerente fin dalla fondazione con la filosofia tracciata dal fondatore (vetture sportive due porte, due posti, con carrozzeria coupé o spider) diede grande impulso alla nicchia con alcune realizzazioni in serie limitata. Nel 1988, contestualmente alla Biturbo Spyder, la Maserati affidò a Zagato la realizzazione di una versione speciale. La Karif era un coupé sviluppato sulla base telaistica della Spyder, quindi più corto e rigido della Biturbo, che si distingueva per l’idea del piccolo hard-top fisso. Questa due porte snella e leggera, capace di 280 Cv (225 sul modello per gli Stati Uniti) fu prodotta in poco più di 200 esemplari. Nello stesso periodo Zagato assemblava per Maserati anche la versione coupé con 4 posti, denominata 228. MASERATI GS ZAGATO 2007 Nel 2007 Zagato allestì su richiesta dell’Amministratore Delegato della Maserati, Karl-Heinz Kalbfell, una V-Max Concept (prototipo capace di raggiungere la velocità massima stabilita dalla meccanica) come prefigurazione di una serie speciale limitata. La Maserati GS Zagato, presentata al Concorso d’Eleganza Villa d’Este, ha celebrato la A6G/54 Coupé Zagato. Per realizzare questo modello l’Atelier milanese ha scelto la meccanica della Spyder 4.2 con passo accorciato di 180 mm rispetto alla Coupé, come avvenuto per la Karif. Nata nell’ambito della corrente delle automobili Neoclassiche, sviluppate da Zagato nella prima decade del Nuovo Millennio, la GS Zagato è stata progettata in realtà virtuale e realizzata modellando artigianalmente i fogli di alluminio su un modello master fresato a controllo numerico in scala 1:1. Testimonianza questa, dell’approccio di un moderno Atelier di carrozzeria: utilizzo di tecnologia di ultima generazione per la progettazione ed elevata professionalità artigianale in fase di allestimento. Il cambio al vertice di Maserati non ha reso possibile la produzione in serie di questo modello, che sposava le prestazioni dell’8 cilindri di derivazione Ferrari a una carrozzeria passo corto leggera e compatta secondo la migliore tradizione dei due marchi.