Ogni Paese faccia la sua parte
Transcript
Ogni Paese faccia la sua parte
Europa Sabato, 16 aprile 2011 ✎ Nervi saldi... «C he senso ha rimanere in Europa?», si è chiesto lunedì il ministro dell’Interno Roberto Maroni a margine della seduta lussemburghese con i colleghi dei 27 Stati membri. Deluso e isolato, Maroni ha dovuto incassare la bocciatura europea del piano di permessi di soggiorno temporanei concessi dal decreto approvato lo scorso 5 aprile dalla Presidenza dei ministri. Naturalmente l’uscita di Maroni ha provocato le solite polemiche stizzite, che da noi in Italia imboccano la via della contrapposizione prima ancora di quella del ragionamento pacato. L’Europa è una “straordinaria opportunità” per l’Italia: l’invito ad abbassare i toni e a mantenere la calma è arrivato subito martedì mattina dal ministro degli Esteri Franco Frattini. Uno sfogo, un’uscita determinata, secondo Frattini, dalla “forte delusione in un momento di ira, di rabbia, che possiamo comprendere”: così spiega quelle parole, anche se, riconosce, bisogna avere i “nervi saldi”. Sull’Europa, insomma, non si scherza, avverte il titolare della Farnesina, in riferimento al richiamo di Giorgio Napolitano, che dice di condividere, ma neppure sugli interessi dell’Italia, che viene lasciata sola a gestire l’emergenza immigrazione che giunge dal Mediterraneo. A leggere le dichiarazioni dei parlamentari europei riuniti a Strasburgo nei giorni scorsi, si direbbe che essi sono più vicini a Maroni e all’Italia di quanto non lo siano stati i ventisette ministri degli interni. Il problema vero resta l’Europa... disunita, praticamente su tutto. Per cui, è vero, bisogna mantenere i nervi saldi... (ago.cle.) o g r u b s stra Ogni Paese faccia la sua parte G li avvenimenti bellici in Libia, politici o ideologici”; “approfondire profughi provenienti da Libia e Tunisia. l’emergenza umanitaria nel il ruolo della politica estera, al Su iniziativa di cinque parlamentari di Mediterraneo, le sollevazioni fine di individuare le possibilità di altrettanti gruppi politici dell’emiciclo popolari in Medio oriente, intervento sulle ragioni profonde (Popolari, Socialisti e democratici, il diritto di asilo, la violenza contro le dell’immigrazione”. Secondo Provera Verdi, Liberali e Sinistra unita) si chiede donne, l’inclusione dei rom, la sicurezza “è necessario intervenire sulle cause l’impegno di ogni Paese ad accettare nucleare, il bilancio comunitario: è lungo di instabilità dei Paesi di origine dei una quota di rifugiati. Rui Tavares, l’elenco degli argomenti affrontati dalla migranti, attraverso una cooperazione portoghese, relatore per il dossier sui sessione plenaria dell’Europarlamento regionale con questi Stati e con quelli profughi (codecisione con il Consiglio) svoltasi a Strasburgo dal 4 al 7 aprile. di transito”. Provera sostiene che “a una accusa gli Stati membri: “Le trattative Ma anzitutto, con un occhio ai giornali politica europea di gestione dei grandi procedono da un anno ma i governi non e l’altro ai documenti dell’emiciclo, flussi migratori deve corrispondere hanno mai considerato il problema dei gli eurodeputati riflettono sulla l’accettazione del concetto di burden profughi come una urgenza. È finito necessità di andare ai motivi di fondo sharing” (condivisione degli oneri), il tempo delle chiacchiere e bisogna dell’emigrazione dai Paesi nordafricani. “coerentemente col dovere di solidarietà agire. Occorre allentare la pressione Il Parlamento europeo ha approvato a degli Stati, previsto dall’articolo 80 su Malta e Lampedusa. E serve un questo riguardo un rapporto di iniziativa del Trattato Ue”. Proprio nei giorni di corridoio umanitario tra la Libia e i intitolato “Flussi migratori causati sessione, nuovi sbarchi e naufragi con Paesi di provenienza dei rifugiati, come da instabilità: portata e ruolo della numerose vittime hanno segnato il ad esempio Somalia, Eritrea, Etiopia”. politica estera dell’Ue”. Sono numerosi dibattito a Strasburgo, spingendo gli La deputata tedesca Nadja Hirsch gli aspetti sui quali si dibatte: sviluppo eurodeputati a insistere per un intervento aggiunge: “Bisogna predisporre azioni economico nei Paesi vicini all’Ue, comune dell’Europa per l’accoglienza dei comuni per evitare il ripetersi di questi democrazia e stabilità politica, drammi. Gli Stati membri partnership economiche, dell’Ue dicano chiaramente ruolo dell’Unione sulla scena quante persone possono internazionale. Herman Van accogliere. Abbiamo già Rompuy (presidente del avuto troppi morti”. “Quelle Antonio Masip Hidalgo, eurodeputato spagnolo, Consiglio europeo) e José morte in questi giorni nel afferma dal canto suo: “Chiederò anche al mio governo Manuel Barroso (presidente Mediterraneo erano persone di dire chiaramente di quante persone intende farsi della Commissione) si sono che avevano bisogno della carico. Io sono un giurista, ma adesso è ora di dire basta confrontati in maniera protezione internazionale. ai cavilli giuridici. Ogni Paese si faccia carico di una vivace con i parlamentari. Avevano certo ottimi motivi quota di profughi”. Hans-Gert Poettering, deputato L’italiano Fiorello Provera, per scappare dal loro Paese tedesco ed ex presidente dell’Assemblea, sottolinea un estensore della risoluzione se si sono avventurate in altro aspetto: “Ciò che sta avvenendo in nord Africa è su Lampedusa approvato mare in quelle condizioni… motivo di speranza. In un recente viaggio in Egitto e dall’aula, indica due “ragioni” Ma non c’è stata risposta. Tunisia ho incontrato tanti giovani, che hanno espresso che hanno guidato la I Paesi europei devono la volontà di vivere in una società libera e democratica. definizione del testo: “Valutare dare delle vere risposte”: Queste sono attese che accomunano musulmani, in maniera pragmatica il Franziska Keller, cristiani e persone di altre religioni”. “Se rivoluzioni fenomeno dell’immigrazione parlamentare tedesca, pacifiche avranno successo in questi Paesi, si smentirà e delle sue cause strutturali, richiama l’impegno solidale l’esistenza del conflitto di civiltà”. a prescindere da pregiudizi degli Stati dell’Unione. Vere risposte dall’Europa! Francia e velo islamico. Non con una legge! La legge entrata in vigore l’11 aprile potrebbe indurre le donne a non uscire di casa. È entrata in vigore l’11 aprile, in tutti i luoghi pubblici della Francia, la legge che proibisce di indossare il velo integrale islamico, e cioè burqa e niqab. La Francia è il primo Paese europeo ad applicare un divieto di questo tipo. La legge riguarda meno di duemila donne, in un Paese che, secondo le stime, conta tra i quattro e i sei milioni di persone di fede musulmana. Secondo la normativa, sarà vietato coprirsi il volto con un velo, un casco o una maschera negli spazi pubblici, che comprendono strade, giardini pubblici, stazioni e negozi, altrimenti si dovrà pagare una multa. Gli uomini che obbligheranno una donna a portare il velo da oggi in poi rischiano un anno di prigione e 30mila euro di multa; pena raddoppiata (due anni di prigione e 60mila euro di multa) se la persona è una minorenne. Ne parliamo con mons. Michel Santier, vescovo di Créteil, presidente del Consiglio per le relazioni interreligiose. Eccellenza, la legge è entrata in vigore. Cosa ne pensa? “Abito in una città di periferia, Créteil, molto vicina a Parigi e ricca di quartieri popolari. E le posso assicurare che se ne vedono molto, molto poche di donne che indossano il niqab. Si tratta quindi di una questione che chiama in causa una minoranza di donne. Le autorità musulmane stesse affermano poi che non si tratta di una questione legata ad una tradizione religiosa. L’uso del niqab non fa parte direttamente della tradizione musulmana quanto piuttosto di una tradizione culturale nella quale si riconoscono popoli che provengono dall’Iran o dall’Afghanistan. È pertanto importante saper distinguere ciò che fa parte della tradizione di fede da ciò che invece attiene alla tradizione culturale”. La legge vuole essere però a favore delle donne musulmane e della loro promozione… “La Chiesa e i vescovi francesi sono piuttosto reticenti di fronte a legislazioni simili. In una recente intervista al quotidiano ‘La Croix’, lo stesso Mohammed Moussaoui presidente del Consiglio francese del culto musulmano ha detto che il rischio è che una legge simile induca queste donne a non uscire più di casa, e quindi a segregarle ulteriormente, quando invece la finalità di una legge dovrebbe essere esattamente il contrario. Il rischio è invece quello di costringere le donne a rimanere in casa. È certo che l’uso del velo integrale non fa parte dell’Islam francese. È certo che si potrebbe convincere le donne a non indossarlo. Ma non sono sicuro che una legislazione possa riuscire in questo obiettivo. Temo invece che possa contribuire a stigmatizzare ulteriormente i musulmani”. 5