Land “Demo Car” Rover

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Land “Demo Car” Rover
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In collaborazione con
CENTRI MASTERS
Land “Demo Car” Rover
Proporre una soluzione per evolvere l’impianto di serie sulla vettura di un
appassionato è uno dei cavalli di battaglia di un installatore. Ma una “Demo
Car” per dimostrarne il risultato sonoro vale più di mille parole...
D
opo essere stato un appuntamento molto seguito dai lettori negli
scorsi anni, la rinnovata rubrica denominata “Salto di Qualità” vede come
tema portante l’evoluzione di quegli impianti audio che le case automobilistiche
offrono integrati all’interno degli abitacoli al momento dell’acquisto della macchina. Sin dalla sua inaugurazione, le proposte che sono passate su queste pagine
hanno visto vetture di appassionati desiderosi di poter godere di una qualità della riproduzione musicale superiore rispetto a quella offerta di serie, anche laddove
le condizioni per evolvere l’impianto
sembravano non esistere affatto.
Una delle richieste comuni a tutti i sistemi
protagonisti della rubrica è stata quella di
poter facilmente riportare le dotazioni della vettura allo stato originario, ad esempio
in caso di vendita dell’auto o dell’esaurimento del periodo di noleggio a lungo
termine o del leasing. Altro aspetto di
punta, una forte, se non totale, invisibilità
del sistema, soprattutto in virtù della scelta
di mantenere in plancia la sorgente di serie, opportunamente e saggiamente sfruttata attraverso l’impiego di un processore.
Tra i commenti ricevuti sulle realizzazioni
presentate in questa rubrica, bisogna registrare le richieste di “varianti” da effettuare sulla propria auto alla soluzione
presentata o richieste di trasportarla su
un modello di macchina diverso. Le stesse richieste vengono poste ai centri di
installazione specializzati, soprattutto
quando la sensibilità dell’appassionato
è tale da voler condividere scelte e soluzioni con l’installatore.
Ciò che manca, però, è la valutazione del
risultato, cosa accade in abitacolo quando, dopo l’inserimento del processore e la
costruzione di un impianto a valle, diamo
corrente all’insieme ed iniziamo a comprendere la portata del “salto di qualità”.
La Demo Car di Fabio Beghin
Non poteva essere che un installatore dalla
quasi trentennale esperienza, come Fabio
Beghin, a saper impiegare quello che da
sempre viene considerato il più importante
coadiuvante per il centro di installazione
specializzato: una vettura dimostrativa. Lo
scopo di questa realizzazione è quello di far
vedere agli appassionati qual è il risultato
ottenibile in abitacolo semplicemente applicando le possibilità offerte dai più moderni prodotti senza intervenire su strutture
e impiegando una sorgente di serie semplicemente impossibile da rimuovere.
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Fabio ha usato la sua Land Rover Feelander 2 come Demo Car. È un’imponente
vettura che nasce con un impianto multivia ed un sistema multimediale complesso e perfettamente integrato a livello
funzionale, visualizzando informazioni
dell’auto e attività di bordo sul monitor, e
a livello estetico, con monitor, meccanica e comandi ravvicinati e condivisi con
funzionalità diverse. Ha deciso di realizzare un impianto “tipo” proprio per dimostrare agli appassionati come poter
godere della musica, anche in qualità
elevata, sfruttando al massimo le dotazioni di bordo e soddisfacendo le richieste che abbiamo precedentemente sottolineato.
Il segreto dell’upgrade del sistema della
Land Rover di Fabio, ma più in generale
di ogni vettura di cui si vuol mantenere la
sorgente di serie ma evolvere la qualità
complessiva dell’audio di bordo, è sicuramente il DSP. Non un normale DSP,
dedicato semplicemente all’elaborazione dei segnali, ma uno che ha anche funzionalità dedicate all’interfacciamento
con sistemi di serie, come ingressi ad alto livello, ricostruzione della banda intera
da segnali multivia, de-equalizzazione,
autoaccensione e così via.
Sono diversi (anche se non tantissimi) i
processori sonori in grado di fare ciò. La
tendenza attuale, però, è quella di dotare il processore sonoro di stadi amplificati interni, racchiudendo il tutto in un unico telaio in modo da risparmiare spazio,
integrarne funzionalità, rendere più sem-
plice l’insieme delle operazioni di upgrade. Audison ha addirittura costruito
un’intera linea, denominata “Prima”, su
queste basi, offrendo sia device che integrano processori e finali di potenza, sia
Le predisposizioni del woofer, nella
Freelander 2, sono in portiera, in alto. Il
tweeter, invece, ha trovato posto nel
triangolino degli specchietti avendo
riscontrato che la predisposizione originale,
sul cruscotto, è penalizzante per
l’ottenimento di un buon suono.
AUDIOREVIEW n. 365 luglio 2015
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L’enorme bagagliaio della Land Rover appare praticamente vuoto.
Nel confronto, il piccolo sub della Hertz è ancor più compatto di
quanto non sia realmente. La macchia blu sulla sinistra, creata
appositamente con un fascio di LED, indica il posizionamento
dell’amplificatore Prima.
unità di potenza supplementari, sia sistemi di altoparlanti creati per essere integrati a bordo delle auto (in termini di ottimizzazione sonora ma anche in termini di
forma e dimensioni) dalle caratteristiche
note e sfruttabili dai finali.
L’impianto
La scelta di Fabio è stata quella di dotare
la propria vettura di un solo amplificatore
finale, un Audison AP 8.9bit della serie
Prima, appunto, che integra un DSP in
grado di interfacciarsi con i segnali ad alto livello della sorgente di serie ma al
contempo offre ben otto canali amplificati, a fronte della capacità del processore
di gestire nove canali separati. Le minime
dimensioni del finale hanno portato Fabio a installarlo in una nicchia dell’immenso bagagliaio della Land Rover, una
nicchia sul lato sinistro che lui ha deciso di
evidenziare con una striscia di LED colorati proprio per sottolineare il minimo
spazio occupato. Otto canali di amplificazione, però, sono sovrabbondanti per lo
scopo, per cui il nostro amico ha sfruttato
la possibilità di porre a ponte due coppie
di canali e con esse pilotare il woofer anteriore. Con le rimanenti due coppie di
canali sono stati pilotati i tweeter anteriori
e l’intero sistema posteriore.
Le predisposizioni posteriori accolgono
entrambi gli altoparlanti del sistema a due vie,
come si nota dalla trasparenza della griglia.
AUDIOREVIEW n. 365 luglio 2015
È all’interno di questo spazio ricavato nella zona del passaruota
posteriore che troviamo l’unico finale dell’auto. Lo spazio occupato,
nonostante l’ampio volume a disposizione, è davvero minimo.
Gli altoparlanti impiegati nei sistemi anteriori e posteriori sono gli stessi. Racchiusi
in un kit con crossover passivo, denominato APK 165, o impiegati singolarmente nel
sistema anteriore, gli altoparlanti hanno
trovato invisibilmente posto nelle predisposizioni dell’auto. Ad eccezione del
tweeter anteriore. Fabio ha ritenuto acusticamente troppo penalizzante l’inserimento del tweeter nella predisposizione
sul cruscotto e ne ha preferito l’installazione a vista, ma elegantemente mimetizzata, sul triangolino degli specchietti. Ha
inoltre sfruttato nel migliore dei modi l’uscita dedicata al subwoofer presente
sull’AP 8.9bit. Ha inviato il segnale ad un
compatto quanto grintosissimo “cubotto” della Hertz, il DBA 200.3, un subwoofer
dotato di altoparlante da 8 pollici dall’am-
pia escursione, di due radiatori passivi posti lateralmente e di un amplificatore di
potenza interno, il tutto in un volume incredibilmente compatto.
Il plus della musica in HD
Grazie alla capacità del processore contenuto a bordo dell’AP 8.9bit, tutti i segnali
circolanti sull’impianto audio, dal vivavoce
fino alle indicazioni del navigatore di bordo, sono rimasti disponibili, così come tutti i comandi remoti (al volante) e le funzionalità dell’auto. Ma per chi potrebbe
obiettare riguardo la qualità di un impianto pilotato da un segnale ad alto livello ricavato dall’uscita della sorgente di serie,
Fabio risponde con l’impiego dell’unica
L’auto
L
a Freeelander 2 della
Land Rover rischia di
non essere giustamente
considerata, né come fuoristrada, seppur fornita di
ogni soluzione per affrontare terreni impervi o passaggi difficili, né come
“SUV” modaiolo, seppur
dotata di ogni comfort,
dagli eleganti interni in
pelle ad una linea tradizionale ma anche moderna e
raffinata, oltre che di sistemi multimediali completi e, in alcuni casi davvero
esclusivi, come il top di gamma realizzato in collaborazione con Meridian.
Il modello visto in queste pagine, seppur non recentissimo, offre un sistema
concentrato tutto in una plancia squadrata e ricca di tasti e controlli. Il sistema multimediale offre un monitor da 6,2 pollici, un lettore CD/DVD ed una
serie di caratteristiche all’altezza dell’ultima generazione di modelli, come il
Bluetooth, la presa USB per la riproduzione di file su USB Key, i comandi al
volante. I sistemi di altoparlanti previsti sono due. Anteriormente viene offerta una predisposizione per un woofer in portiera ed il tweeter a cruscotto, sotto una griglia molto fitta. Posteriormente, un unico vano accoglie sia
woofer che tweeter.
R. Patriarca
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(ad oggi) sorgente in grado di riprodurre
musica in alta definizione presente sul
mercato, quel bit Play HD della stessa Audison che continua a far parlare tanto di sé.
È stato affiancato alla sorgente di serie
(una delle sue prerogative vincenti) senza
infierire minimamente sul percorso del segnale “standard”, essendo connesso con
l’AP 8.9bit direttamente tramite fibra ottica. Un controller posto vicino alla leva del
cambio permette di scegliere la sorgente.
E qui la musica cambia.
Ad una impostazione volutamente “booming”, con il sub in buona evidenza dedicato ad un pubblico giovane e alla ricerca della sensazione del “primo upgrade”, Fabio ha affiancato un ascolto ben
più equilibrato se viene chiamato ad agire il bit Play HD, proprio per avere a disposizione i mezzi per convincere l’uno e
l’altro tipo di appassionato. Un ascolto
Il bit Play HD all’interno del cassettino
portaoggetti. Nascosto quanto basta,
tuttavia accessibile, è considerato come un
“plus” in questo impianto…
Lo specialista
B
eghin Hi-Fi si può annoverare
tra i riferimenti del car hi-fi
italiano. La sua attività è nata nel
lontano 1986 ad Aprilia (LT) e dal
’92 è attivo nell’attuale sede. Ha
vissuto da protagonista le diverse
stagioni del car hi-fi italiano, dalla
pionieristica era dei pianali sino all’attuale epoca di battaglie con Simona, Fabio e Massimiliano Beghin al
banco. Manca Claudio Laureti, il quarto
vetture dagli impianti blindati e
componente della squadra.
sempre più integrati, passando
per le favolose stagioni delle gare:
è stato protagonista negli anni ’90 di memorabili sfide, come il Trofeo ACS
e le finali ECAP, oltre che Andec e Nazionali Car Audio.
Oggi Beghin Hi-Fi opera in una struttura ottimamente organizzata in una
delle direttrici della cittadina pontina. Ad un locale dedicato all’esposizione
e vendita, ricco di prodotti ma anche di attestati e riconoscimenti, è affiancata l’officina vera e propria, off limits (com’è giusto) per il pubblico, capace
di contenere comodamente due vetture. Un grande spazio antistante ai locali può essere usato come parcheggio ma soprattutto come base per veloci sopralluoghi o verifiche mentre un grande piazzale, posto lateralmente
al centro di installazione, permette agli installatori di operare su vetture di
ogni dimensione, camion e autoarticolati compresi.
Ma il segreto di Beghin Hi-Fi non risiede solo nell’esperienza di Fabio. Il vero segreto è una squadra unita e compatta, la stessa sin dall’inizio dell’attività, divisa solo in termini di competenze e di raggi d’azione. Una squadra
composta da Fabio, da Massimiliano Beghin, fratello di Fabio, e da Claudio
Laureti, entrambi installatori specializzati che di esperienza ne hanno tanta
quanto Fabio. E per quanto riguarda le auto, forse anche di più. Da qualche
tempo anche Simona Beghin, figlia di Fabio, è presente a dar man forte ai
“grandi”, operando nei settori dell’assistenza e amministrativo.
R. Patriarca
Beghin Hi-Fi di Fabio Beghin
Via Carroceto 185 - 04011 Aprilia (LT) - Tel. 06 9280795 - Fax 06 92043522
[email protected] - www.tmtinteriors.it
corretto e convincente che non mancherà di colpire anche più esigenti.
Conclusioni
Da buon professionista, Fabio ha a disposizione moltissime soluzioni dedicate a chi entra nel suo centro di installazione con idee, richieste o semplicePer selezionare la sorgente di serie o il bit
Play HD e per controllare il volume di
quest’ultimo, è necessario ricorrere ad un
DRC. Ecco dove è stato posizionato.
mente passione o curiosità. E per chi
non è abbastanza convinto delle possibilità di evoluzione del sistema di serie
della propria auto, bastano cinque minuti a bordo della Land Rover per capire dove oggi possono spingersi i componenti moderni e la professionalità di
uno dei più esperti centri d’installazione d’Italia.
Rocco Patriarca
Tempi e costi
L’
impianto presentato su queste pagine, pur essendo impiegato da Fabio come dimostrativo, ha il pregio di essere perfettamente riproducibile su diverse auto. Volendo considerare le seguenti valutazioni per una
vettura “grande” proprio come la Freelander 2, si può indicare in circa
100,00 euro il costo di cavi (fibra ottica compresa) ed accessori ed in circa
300,00 euro quello per la mano d’opera. A ciò vanno aggiunti i costi dei
componenti (ampli, 690 euro; due sistemi di altoparlanti, 149,00 euro cadauno; subwoofer Hertz, 222,00 euro) e, naturalmente, del bit Play HD (544,00
euro nella versione senza HD e 699,00 nella versione con SSD da 240 GByte)
e del controller DRC (116,00 euro).
Grazie alla possibilità di operare con più installatori a bordo della stessa auto, il tempo di fermo macchina necessario all’installazione del sistema descritto, bit Play HD compreso, è di una sola giornata.
R. Patriarca
La schermata del bit Play HD nella
sorgente di serie della Land Rover.
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