Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo
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Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Via Giulia, 52 – 00186 Roma - 06 68282353 - 0668282407 [email protected] Alla Camera dei Deputati Commissione Affari Costituzionali ROMA OGGETTO: Osservazioni in merito all’art. 6 del disegno di legge n.3098 camera dei deputati L’articolo in esame, alla lettera d), prevede una riduzione del 60% della tariffa riconosciuta ai gestori di reti telefoniche nonché del prezzo dei supporti per la ricezione del segnale, con riguardo alle intercettazioni di cui agli artt.266 e segg. Cpp. Si interviene sul piano esclusivamente economico in un settore particolarmente complesso e particolarmente importante per il buon esito delle investigazioni e delle indagini. Occorrerebbe valutare con attenzione se l’intervento non ponga a rischio la continuità e l’efficienza delle attività intercettative. In primo luogo, va posto in evidenza che del tutto improprio è il riferimento alla riduzione della “tariffa”, in quanto attualmente non viene applicata alcuna tariffa ma viene riconosciuto ai gestori telefonici un ristoro dei costi sopportati. Alla luce di tale puntualizzazione, la riduzione andrebbe ad operare sul ristoro dei costi e, sostanzialmente, si chiede ai gestori di rinunciare non a parte del “guadagno” ma a parte dei costi sopportati. E’ verosimile ritenere che ciò determinerebbe una seria contrazione degli investimenti, da parte dei gestori, nelle attività volte ad assicurare con massima precisione e tempestività l’adempimento delle prestazioni obbligatorie. Ancora più specificamente, è lecito attendersi che i gestori adottino politiche “minimaliste” in materia di adempimento delle predette prestazioni, rinunciando ad evolvere i sistemi informatici e tecnologici chiamati ad offrire sempre maggiori informazioni di interesse investigativo, limitandosi a garantire le attività basilari di intercettazione e di comunicazione di dati. Ma anche a voler rimanere sul piano delle finalità di contenimento della spesa pubblica, va sottolineato come il costo pagato dalle Procure ai gestori telefonici rappresenta una parte minima rispetto al costo globale di una intercettazione: almeno il 75% del costo è, infatti, costituito dall’esborso diretto al noleggio degli apparati necessari per la captazione, la memorizzazione, il riversamento e l’elaborazione delle conversazioni intercettate. Tale esborso non vede i gestori delle reti telefoniche come interessati, in quanto tali attività vengono affidate ad una miriade di piccole, medie e grandi imprese selezionate dalle singole Procure. Non è chiaro se la previsione della lettera d), laddove richiama “i supporti adoperati per la ricezione del segnale” intenda effettivamente riferirsi a tale ultimo segmento (così rilevante, sul piano economico, come sopra precisato). In ogni caso, il metodo scelto pare problematico in quanto introduce una sorta di taglio lineare rispetto ad attività e prestazioni le più varie (e incessantemente variabili, in relazione alle innovazioni tecnologiche), incompatibile con la diversificata dimensione economica delle imprese attualmente scelte dalle Procure. La conseguenza sarebbe la verosimile impossibilità per le imprese piccole e medie di far fronte agli obblighi contrattuali in ragione della vistosa decurtazione del prezzo. Una razionalizzazione della spesa complessiva, dunque, non può che passare attraverso una più ampia rivisitazione dell’intero sistema: una prima soluzione era stata individuata nella realizzazione della cosiddetta “gara unica”, ossia un bando di gara nazionale, gestito a livello di Ministero della Giustizia, allo scopo di individuare in maniera trasparente ed efficace (ponendo, ad esempio, una serie di requisiti di alta affidabilità) una ristretta rosa di imprese incaricate di fornire tutte le prestazioni relative alle intercettazioni. Non è dato di comprendere le ragioni per le quali tale iniziativa, che aveva mosso i primi passi già oltre due anni orsono, non abbia avuto ancora concreto seguito. Il Procuratore Nazionale Franco Roberti