togliete lo stipendio a deputati e senatori

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togliete lo stipendio a deputati e senatori
Anno II - Numero 79 - Mercoledì 3 aprile 2013
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Filippo Corridoni n. 23
IL PARLAMENTO RIDOTTO A RATIFICATORE DI SCELTE CHE SARANNO PRESE ALTROVE
POLITICA
TOGLIETE LO STIPENDIO
A DEPUTATI E SENATORI
Tra saggi e Bersani
è sempre più caos
Costretta al silenzio la pattuglia di parlamentari provenienti da destra...
di Francesco Storace
parlamentari dovrebbero tenersi lontani
dalle banche presso
le quali hanno il loro
conto corrente. A deputati e senatori, infatti, questo mese non bisognerebbe
pagare lo stipendio, visto
che è palese, ancora una
volta, la loro inutilità. Hanno
eletto i presidenti delle Camere scelti da Bersani - il
ciarliero Grasso e Boldrini
la santa, almeno a questo si
atteggia - e poi stanno fermi
a girare i pollici in attesa
che i giochi vengano inaugurati da chi e' più importante di ciascuno dei mille
inquilini del Palazzo.
E' davvero insopportabile
lo spettacolo di un parlamento immobile, riempito
da tre minoranze incapaci
di parlarsi se non per insultarsi o farsi dispetti reciprocamente.
E' talmente brutta la lettura
dei fatti politici che ci mancavano pure i saggi paggetti
del capo dello Stato. Ma a
che serviranno i loro annunciati e chissà quanto faticosi
dieci giorni di lavoro se non
a perdere tempo? Hai voglia
il presidente della Repubblica, Napolitano, a lamentarsi di essere stato lasciato
solo dai partiti. Non ha idea
di Igor Traboni
eanche la pausa pasquale ha ridotto a più
miti e illuminati consigli
i contendenti dell’attuale fase
di stallo della politica italiana,
incagliata ora sui 10 saggi
voluti da Napolitano. Una nota
del Quirinale ieri ha specificato che gli uomini del Presidente lavoreranno 8-10 giorni e che "non indicheranno
un tipo o un altro di soluzioni
di governo. Indicheranno quali
sono, rimettendo un po' al
centro dell'attenzione problemi seri, urgenti e di fondo
del paese, le questioni da affrontare, anche permettendo
una misurazione delle divergenze e convergenze in proposito".
Chi intanto non si rassegna
all’idea dello scavalcamento
da parte dei saggi è Pier
Luigi Bersani, che ieri ha mormorato, sempre visibilmente
incupito: ''Il mio pre-incarico
e' stato assorbito ma non vado
al mare. Io ci sono, non intendo
essere un ostacolo ma ci sono''.
Bersani ha poi ribadito il ‘no’
suo (ma non di tutto il Pd…)
al governissimo, salvo prendersi subito il rimbrotto del
segretario del Pdl, Alfano:
“Sono 36 giorni che dice le
stesse cose”.
L’uomo di Bettola ha poi detto
che di nuove elezioni non se
N
I
Marò: lontana
una via d’uscita
La situazione resta difficile
di quanti italiani lamentano
la stessa cosa. Senza appannaggio. Napolitano rischia
di concludere in maniera
pessima il suo settennato a
vocazione presidenzialista
non dichiarata. Lo si è visto
dalla reazione furibonda
delle forze politiche, che
non gradiscono di essere
commissariate dal Quirinale, il cui inquilino è a un
passo dall'uscio. Ma è innegabile che la colpa della situazione caotica è proprio
dei partiti, che finora non
sono riusciti a prendere atto
del responso elettorale.
Strillavano in campagna
elettorale contro i piccoli
partiti, ma le vicende di questi giorni stanno lì a testimoniare che più sono grandi
più danni fanno.
La partita per il governo ha
lasciato lo spazio a quella
per il Colle. Il governo durerà pochi mesi, la presidenza della Repubblica sette
anni.
Bersani, che a palazzo Chigi
non ha rinunciato affatto anche se finge di non voler
essere considersto un caso
personale, minaccia la pistola prodiana a giorni alterni. Ieri, per togliersi di
dosso la patente dell'irresponsabile e ripassare il cerino a Berlusconi, è tornato
a parlare di larghissima convergenza per eleggere il
capo dello Stato. Che detta
cosi vuol dire tutto e niente.
E' ormai prigioniero di uno
schema, quello che impedisce al palazzo di guardare
fuori dalle finestre. A nes-
suno che venga in mente di
eleggere un signore pronto
a favorire di qui a poco l'elezione diretta e popolare del
Presidente.
In tutto questo bailamme
brilla per assenza politica
l'ormai scarso raggruppamento di uomini e donne
provenienti dalla nostra stessa storia politica. Ridotti al
lumicino, ormai una ventina
al massimo, non li sentiamo
pronunciare una sola proposta che valga la pena di
essere innalzata a dibattito
nel Paese. Silenti, come mai
era successo. Noi non ci stiamo a tacere su questa brutta
condizione a cui assistiamo.
Stanno in Parlamento, ma
sembrano extraparlamentari... Non ci credo che basta
uno stipendio.
ne parla e di essere comunque disposto ad incontrare
Berlusconi "in sedi istituzionali", prima di provare a tenersi comunque buono Napolitano (“Ha fatto tutto il possibile") anche se è fin troppo
evidente che il capo dello
Stato lo ha scaricato,
Attacco di maniera anche
nei confronti dei grillini: "Ci
siamo trovati di fronti a un disimpegno conclamato di M5s
che ha avuto il voto di 8 milioni
di elettori e a quanto pare intende metterli in frigorifero.
Senza un governo il parlamento non puo' andare avanti
e non c'e' insulto o acrobazia
che cancelli questa drammatica verità".
Da quest’ultimo fronte, invece,
nessuna novità sostanziale, a
parte il solito padronaggio
del comico, che ieri è puntualmente tornato a smentire
le dichiarazioni del capogruppo al Senato Crimi.
Le università italiane ancora nell’occhio del ciclone: l’ultimo monito arriva dall’Ue
Il numero chiuso non discrimina
Nonostante i ricorsi di alcuni studenti italiani Strasburgo decide di non interferire nell’operato del ministero dell’Istruzione
di Francesca Ceccarelli
marò subiranno una nuova
indagine. Saranno gli 007
del Nia (Agenzia Nazionale
d’investigazione) a condurre
l’inchiesta. E nulla ci assicura
che il risultato possa essere
lieve, per i due fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone. Le autorità
indiane hanno anche annunciato
la creazione di un tribunale ad
hoc, per “far luce” sulla vicenda
dell’Enrica Lexie. Intanto, arrivano le prime buone notizie.
La rappresaglia indiana contro
il nostro ambasciatore, Daniele
Mancini, si conclude definitivamente. Sono state revocate
tutte le restrizione imposte sull’inviato di Roma, per quanto
riguarda immunità diplomatica
e l’uscita dal paese.
Federico Campoli a pag. 5
I
I
l numero chiuso per l'accesso a determinate
facoltà non viola il diritto allo studio: a deciderlo
la Corte europea dei diritti umani emettendo
una sentenza nei confronti dell'Italia. La bocciatura
arriva all’indomani del ricorso presentato da otto
studenti italiani: tra di loro uno ha fallito per 3 volte
l'esame per accedere alla facoltà di medicina di Palermo, mentre altri 6 ricorrenti non hanno superato
quello per entrare ad odontoiatria. L'ottavo ricorrente
invece pur avendo passato l'esame è stato escluso
dalla facoltà di odontoiatria dopo 8 anni che non dava
esami. Casi limite che hanno comunque indirizzato i
giudici verso una decisione: se il numero chiuso è compatibile con il rispetto al diritto allo studio sancito dalla
Convenzione europea dei diritti umani, la soluzione trovata
dal legislatore italiano per regolare l'accesso all'università
è ragionevole e soprattutto resta un ambito regolato dalla
giurisdizione di ogni singolo Stato. D’altronde sono sempre
piu' numerosi i corsi universitari in Italia a cui si accede
attraverso i test di ammissione, che sia per volontà del
ministero dell'Istruzione o dei singoli atenei. In tutte le
universita' statali sono sei gli ambiti di laurea a numero
chiuso con test fissati dal Miur, con data unica e
nella maggior parte anche con test uguali a livello
nazionale. Si tratta in particolare delle materie mediche e sanitarie: medicina e chirurgia, veterinaria,
odontoiatria e protesi dentaria. A questi corsi si
aggiungono poi tutti quelli di primo livello dell'area
sanitaria. Inoltre, sono obbligatori i test di ammissione per architettura e scienze della formazione
primaria. Ma oltre ai soliti corsi elitari a numero
programmato, sono altrettanti quelli a numero
chiuso per scelta delle singole università, diventato
quasi presupposto essenziale per garantire la
qualità e il livello di studio. Spesso tutta apparenza per
poca sostanza: le università puntano tutto su forme di
esclusione economica viste le ingenti tasse di mantenimento
agli studi, mentre le pubblica nonostante le selezioni a
tappeto non riescono a garantire i giusti strumenti di
studio ai propri alunni.
Attualità
Politica
Economia
Roma
Cronaca
Un libro racconta
Grillo padre-padrone
Camera e Regione,
Vendola non molla
Ancora troppi giovani
senza occupazione
Il Tar lascia i Rom
ricchi nei “campi”
Albergatore suicida
per colpa della crisi
Micol Paglia
pag. 2
Emiliano Stella
pag. 3
Carola Parisi
pag. 4
Bruno Rossi
pag. 6
Giuseppe Sarra
pag. 10
Attualità
2
Mercoledì 3 aprile 2013
Il giornalista Mauro Carbonaro ha scritto il libro nero del Movimento 5 stelle
Beppe Grillo come un padre-padrone
Il caso più eclatante è quello di Giuovanni Pavia, cacciato a pedate dai grillini reo di aver affermato che “Casaleggio
prende per il c... tutti noi perché la democrazia al nostro interno non esiste” La stampa teutonica critica la scelta di Napolitano
di Micol Paglia
n non-partito, con dei non-onorevoli ed un non-statuto. Del MoVimento 5 stelle, a sentire chi ne
fa parte e chi occupa le posizioni
di vertice, si può dire solo ciò
che “non è”. Interessante, sì, perché questo
sistema assomiglia molto alla teologia negativa di Plotino, il quale affermava che di
Dio possiamo dire soltanto “quello che
Egli non è, ma non diciamo quello che è.
Diciamo di Lui partendo dalle cose che
sono dopo di lui”. Ora, forse il paragone
con la filosofia degli albori del cristianesimo sarà un tantino forzata, eppure, più
si scoprono tasselli sulla “creatura” partorita dalla fervida mente di Beppe Grillo,
più il suo MoVimento-non movimento
sembra configurarsi come una setta, più
che come una soggetto politico.
A portare avanti questa tesi c’è in primis
Silvio Berlusconi. Ma, si sa, che valore
possono avere le parole di un avversario,
disposto a tutto pur di attaccare il comico-leader a 5 stelle? Ebbene, una volta
tanto, in soccorso alle teorie del Cavaliere
arriva un libro, guarda caso, poco pubblicizzato. Il volume, dal titolo assai evocativo:
“Grillo vale uno. Libro nero del MoVimento
5 stelle”, è scritto da Mauro Carbonaro,
U
giornalista di Nuovo Paese Sera, al quale
va il merito di aver messo su un’inchiesta
che raccoglie e dà voce alle storie di tutti
i dissidenti cacciati da Grillo (o da chi
per lui), perché non allineati con le nonregole dettate dalle alte sfere.
Il caso più eclatante raccontato da Carbonaro, è anche il più conosciuto, quello
del povero Giovanni Favia. Cacciato a
calci fuori dalla schiera dei grillini, reo di
aver affermato (in un fuori onda di Piazza
pulita) che “Casaleggio prende per il
c**** tutti, perché da noi la democrazia
non esiste”. Ma non è questo l’unico retroscena riguardante Favia. Alle regionali
2010, il candidato grillino ottiene un il 7%
delle preferenze e la possibilità di scegliere
fra ben due seggi, quello di Modena e
quello di Bologna. Scegliendo il primo,
lascerebbe il posto ad Andrea Defranceschi, scegliendo il secondo consentirebbe
di far eleggere Sandra Pioppi. La decisione,
il neo-eletto, la rimette nelle mani di un’assemblea composta da 40 “grandi elettori”,
con un sistema un po’ all’americana. L’assemblea stabilisce che il seggio toccherà
a Defranceschi. La Pioppi è fuori, senza
appello. Capita però che un consigliere
modenese, tal Ballestrazzi, fa presente
che, nel suo collegio, la candidata grillina
ha preso complessivamente più voti del
suo “rivale”. Presentata la sua rimostranza,
dopo appena qualche giorno, Ballestrazzi
viene diffidato dal parlare per nome e
per conto del MoVimento 5 stelle. Nessun
diritto di replica, nessuna possibilità di
controbattere.
E ancora, nel 2009, Gaetano Vilnò, militante
grillino di Parma chiede il permesso di
poter costituire una lista civica per le regionali che si sarebbero tenute da li a
poco. Permesso accordato e poi precipitosamente revocato non appena Vilnò comincia a fare domande su Grillo e il suo
diritto di detenere in esclusiva tutti i diritti
inerenti il MoVimento 5 stelle. Revoca accompagnata da alcune mail in cui si invita
l’oramai ex grillino a “stare calmo” e a
“non farsi dei nemici”. Insomma, qualcosa
di molto simile a delle minacce.
Ma non è finita. Nel suo libro, Carbonaro,
racconta anche di Cinzia, una militante
della Regione Lombardia che, dopo aver
discusso con Vito Crimi, oggi portavoce
grillino al Senato, viene “gentilmente”, invitata a lasciare il M5S.
Ecco, quello che emerge dal lavoro del
giornalista del Nuovo Paese Sera, è la
totale assenza di democrazia e di regole
che governa il non-partito di Grillo. Un
MoVimento che sa di setta religiosa, il cui
unico dio è il caos.
Saggi bocciati dai tedeschi
A
nche la stampa tedesca ha
criticato la decisione del Quirinale di affidarsi ai saggi. Secondo
il quotidiano Frankfurter Allgemenie Zeitung, il mondo politico
italiano continua a "guardare il
proprio ombelico e ha completamente perso il senso della realtà" e con una nota polemica ha
sottolineato come "l'unico punto
di consenso" tra i partiti italiani
sia l'aumento della spesa pubblica. La stampa tedesca punta
il dito anche nei confronti della
classe dirigente italiana: "Nessun
politico vuole dolorose riforme
strutturali per una maggiore competitività", le famose politiche di
austerità. Inoltre, la Frankfurter
Allgemenie Zeitung è dell’avviso
che "non si vede da nessuna
parte un salvatore o un'idea politica salvatrice, capace di portare
l'Italia fuori dalla crisi, i saggi
possono anche essere saggi, ma
non sostituiscono un parlamento
eletto". Infine la Faz irride la
scelta del Capo dello Stato, defi-
STRAGE DI USTICA
Dopo 2 anni
la Francia risponde
ulla strage di Ustica c’è,
fino ad ora, solo una certezza: l’aereo con a bordo 81
persone, fu abbattuto da un
missile. Questa, la prima verità,
dopo 33 anni. Il punto e a capo
lo ha messo solo due mesi fa
la Cassazione. Dopo 2 anni,
invece, finalmente, arrivano anche le prime risposte della Francia ad una serie di quesiti inviati
oltralpe dalla procura di Roma.
Ci sono voluti 24 mesi per
avere i primi riscontri. Meglio
tardi che mai. La rogatoria internazionale era stata inviata
dal procuratore aggiunto Monteleone e dal sostituto Amelio
e riguarda interrogativi sulla
presenza o meno di aerei e
navi la sera della strage nel
Mediterraneo. Il dossier, presentato dagli inquirenti transalpini, è ora al vaglio della
Procura di Roma.
Intanto, i giudici capitolini hanno
raccolto la testimonianza di un
nuovo possibile supertestimone. Un pilota dell’Alitalia, il
quale ha riferito che da bordo
del suo velivolo, poche ore prima del disastro, ha notato “navi
da guerra in azione.” “Sotto di
me – ha continuato il comandante – c’erano una portaerei
e 4 barche. Un aereo che esplode a 10 mila metri è quasi certamente provocato da un fatto
esterno. Ciò che mi ha sorpreso,
a strage avvenuta, è che tutti
smentirono sulla presenza di
navi nella zona, mentre io le
avevo viste”. La domanda, lecita, è perché il testimone si
sia deciso solo ora a parlare.
“Ho provato a riferire tutto al
telefono giallo, ma nessuno mi
ha ascoltato” la risposta. F.Co.
S
nendola "una mossa della disperazione, cosa si farà delle loro
proposte, lo sa solo Dio". Piovono
critiche anche dal quotidiano di
centrosinistra Berliner Zeitung
(Blz): "Ciò di cui ha bisogno l'Italia
è chiaro a tutti: per prima cosa i
politici devono abolire i loro privilegi", una questione non molto
chiara al “premier s-caricato”
Pier Luigi Bersani. Per il Blz i
dieci saggi sono "un mezzo per
guadagnare tempo, continua a
dominare lo stallo, ma si agisce
come se si muovesse qualcosa".
Molte le accuse rivolte al numero
uno del Quirinale: "Invece di far
ricorso a volti freschi e idee
nuove, il presidente Napolitano
punta sulla vecchia guardia, sui
rappresentanti di quei partiti che
hanno portato l'Italia al caos". Di
"bancarotta politica" parla il Muenchner Merkur. "Ci vuole un ottimismo incrollabile per contestare
ciò che non si può più non vedere", osserva.
Giuseppe Sarra
GIUDICI E POLITICA
Eurosky Tower .
Entrare in casa e uscire dal solito.
Ingroia, no alla
Val d’Aosta, si
a Crocetta
ex pm Antonio Ingroia proprio non ne vuole sapere
di uscire di scena. Come un
aspirante attore deluso dalla
ruolo negatogli, vuole restare
sotto i riflettori. Dopo la tornata
elettorale, la sua carriera politica
sembrava essere finita. L’11
marzo era scaduta l’aspettativa
elettorale dalla magistratura
dell’ex pm di Palermo, in qualità
di candidato alle elezioni politiche come leader di Rivoluzione Civile. Così Palazzo dei
Marescialli, quello stesso giorno, ha avviato la procedura di
ricollocamento del magistrato
politicante. La decisione era
caduta sulla Val d’Aosta (unica
regione dove non era candidato) dove Ingroia sarebbe
dovuto andare in qualità di
giudice del Tribunale di Aosta.
“Valle d’Aosta? Ci andrò solo
in vacanza, come in Guatemala
del resto” così il leader di Rivoluzione Civile aveva commentato quella decisione, intervenendo alla trasmissione
radiofonica “comma 22” in
onda su Dabliu Radio. Ma ecco
che, come un fulmine a ciel
sereno, spunta “l’amico carissimo” Rosario Crocetta, pronto
ad offrirgli una poltrona. Avrebbe in mente- secondo la testata
Linkiesta- di affidare all’ex pm
l’ufficio di rappresentanza della
Regione Sicilia a Roma. Una
cosa è chiara, Ingroia non
vuole tornare a fare il magistrato, tantomeno nella più
piccola regione d’Italia, dove i
riflettori sono fiochi e la visibilità è poca; molto meglio
entrare a far parte del cast di
Crocetta.
Carola Parisi
L’
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Mercoledì 3 aprile 2013
Il Governatore della Puglia, a più di un mese dalle elezioni, non ha ancora rinunciato al suo posto alla Camera
Il piede di Vendola in due comode staffe
La Costituzione vieta chiaramente di appartenere contemporaneamente
a un Consiglio o a una Giunta regionale e a una delle Camere. Sono dieci
i giorni entro i quali si deve decidere quale ruolo istituzionale ricoprire
trascorso più di un
mese dalle elezioni
politiche e Nichi Vendola ancora oscilla
come un pendolino tra Roma
e Bari. L’infaticabile Governatore della Puglia, eletto in Parlamento nell’ultima tornata
elettorale, non ha infatti ancora
ufficializzato l’opzione tra i
due incarichi. Eppure la tanto
osannata Costituzione parla
chiaro. “Nessuno – si legge –
può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o
a una Giunta regionale e a
una delle Camere”. Sarebbero
È
dieci i giorni stabiliti per legge
entro i quali i neoeletti devono
rendere noto quale dei ruoli
decidono di ricoprire, escludendo gli altri per incompatibilità. Il doppio incarico, dunque, è proibito dopo un ristretto lasso di tempo, e non
c’è alcun margine di interpretazione della norma. Ma
probabilmente Vendola non
lo sa, o nella migliore delle
ipotesi fa finta che questo divieto non esista. Il Governatore
della Puglia ha gioco facile
nel suo temporeggiare. L’organismo che dovrebbe vigi-
lare ed impedire questo malcostume, ovvero la Giunta per
le elezioni, alla luce dell’attuale
stallo parlamentare è ancora
ben lontano dall’essere nominato. Il Presidente Vendola,
tuttavia, ha già manifestato a
parole l’intenzione di continuare a svolgere il proprio incarico in Regione, lasciando
libero uno scranno a Montecitorio. Diversamente da come
potrebbe pensare qualche
maligno, l’ipotesi che egli occupi due poltrone per percepire una doppio stipendio risulta infondata. Per fortuna,
ad impedire questo accaparramento, le norme hanno fatto
chiarezza almeno su questo
punto. In presenza di due incarichi, recita la legge, viene
erogata l’indennità più conveniente senza che le retribuzioni vengano cumulate.
Non è dunque la brama di
denaro che spinge l’ineffabile
Governatore pugliese a non
volersi privare di una delle
due gravose mansioni. La natura di questa indecisione è
di carattere squisitamente politico. In queste ore delicate
per le sorti del paese, Vendola
non vuole infatti far mancare
ai lavori parlamentari il suo
prezioso e qualificato apporto.
Questo afflato patriottico ha
però delle pesanti ripercussioni sull’attività del Consiglio
Regionale pugliese. Già la seduta del 26 Marzo è stata rinviata per l’assenza dei rappresentanti del Pd, impegnati
nella riunione dei gruppi a
Roma. Vendola, infatti, è in
buona compagnia, essendo
stati eletti in Parlamento altri
quattro consiglieri democratici
pugliesi. E nessuno di loro,
ovviamente, ha ancora rinunciato al doppio incarico.record
del 13,4% nel 2012».
Emiliano Stella
Attualità
Durante le contrattazioni il titolo della Banca senese
è stato sospeso diverse volte per eccesso di ribasso
Mps, calo a Piazza Affari e ritiro
dei depositi per miliardi di euro
onda lunga degli scandali
che hanno coinvolto il Monte
dei Paschi di Siena si sta infrangendo contro la reputazione dell’istituto di credito. Ieri a Piazza
Affari il titolo azionario Mps ha
vissuto una giornata movimentata, in cui inizialmente si sono
alternati crolli con punte del 10% e sospensioni per eccesso
di ribasso. Soltanto dopo la decisione della Consob di vietare
le vendite allo scoperto, il titolo
ha ridotto le perdite registrate
in mattinata. Pioggia sul bagnato,
se si tiene anche conto dell’analisi
fatta dagli amministratori della
banca senese nella relazione agli
azionisti sul punto 4 dell’ordine
del giorno dell’assemblea convocata per il 29-30 aprile. La
parte è quella relativa all’autorizzazione per le azioni di responsabilità nei confronti dell’ex
presidente, Giuseppe Mussari,
e dell’ex direttore generale, Antonio Vigni, in merito alle operazioni strutturate in derivati Alexandria e Santorini da Nomura
e Deutsche Bank. Nella nota si
constata che entrambe le iniziative, in base ad analisi approfondite anche con l’ausilio di
consulenti esterni, “hanno evidenziato elementi e circostanze
di assoluta gravità ed illegittimità
che hanno determinato, e continuano a determinare, danni di
ingentissimo ammontare” per il
Monte dei Paschi. Danni “di na-
L’
tura economica, finanziaria e anche “reputazionale”; questi ultimi
immediatamente tradotti in pregiudizi di ordine patrimoniale tra
cui, in particolare, il ritiro di depositi per alcuni miliardi”. Nella
relazione, che contiene un esame
approfondito di Alexandria e Santorini, viene evidenziato come
“le due operazioni siano state
irrazionali, ingiustificabili e prive
di qualsiasi ragione economica,
avendo esse limitato fortemente
la gestione della banca: da un
lato, costringendola a reperire
con onerose operazioni di raccolta i fondi necessari ad adempiere agli impegni di marginazione; dall’altro lato, impedendole
di utilizzare siffatta liquidità per
erogare credito o per altre operazioni profittevoli”. L’analisi è
completata dalla notizia che il
Cda di Mps sta svolgendo indagini per accertare eventuali ulteriori responsabilità di Mussari,
Vigni e di altri soggetti, anche in
relazione ad altre operazioni. In
particolare, l’istituto di credito
senese si riserva di agire in ogni
sede nei confronti dell’ex direttore
dell’Area Finanza, Gianluca Baldassarri, e si riserva inoltre di
assumere ogni iniziativa, “compresa la costituzione di parte civile, in relazione agli sviluppi e
agli esiti delle indagini penali attualmente in corso da parte dell’autorità giudiziaria”.
E.S.
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Mercoledì 3 aprile 2013
Economia
Sono 647mila i giovani che cercano lavoro
Il tasso di disoccupazione cala leggermente rispetto ai massimi storici del mese di gennaio. A febbraio
si attesta all’11,6% in aumento di un punto e mezzo percentuale rispetto allo stesso periodo del 2012
l lavoro. Uno dei problemi più gravi
che affligge il nostro Paese. I dati Istat
pubblicati ieri sull’occupazione descrivono una realtà sempre più drammatica.
Nell’ultimo anno, infatti, la disoccupazione
è aumentata fino a raggiungere i massimi
storici dello scorso gennaio. Nel mese di febbraio invece cala leggermente fino all'11,6%
che, però, va messo in relazione all’ aumento
di 1,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2012. Chi risente di più di questa situazione sono i giovani. Sono in 647mila a cercare lavoro. Anche se il tasso di disoccupazione
giovanile (relativo alle persone di età compresa
tra i 15 e i 24 anni) si è attestato al 37,8% a feb-
I
braio, in calo dello 0,8% rispetto al mese precedente; risulta in aumento del 3,9% rispetto
al febbraio 2012. Nel complesso gli occupati a
febbraio sono 22 milioni 739mila, in aumento
dello 0,2% rispetto a gennaio (+48 mila), ma
la crescita riguarda la sola componente femminile. Su base annua l'occupazione diminuisce
dell'1,0% (-219 mila). Il tasso di occupazione,
pari al 56,4%, aumenta di 0,1 punti percentuali
nel confronto congiunturale e cala di 0,5 punti
rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 2 milioni 971mila, diminuisce
dello 0,9% rispetto a gennaio (-28 mila). Il
calo interessa sia la componente maschile sia
quella femminile, ma su base annua la disoc-
La morsa della crisi si fa sempre più forte: anche le ultime certezze degli italiani cominciano a vacillare
Un paese di formiche sfiduciate
L’indice di Genworth lancia l’allarme sulla sicurezza
finanziaria dei consumatori nello Stivale
Italia è un paese di
risparmiatori. O meglio, lo era. Oggi la
crisi sta scardinando anche
le ultime sicurezze economiche delle famiglie che
sono costrette ad attingere
alle risorse accumulate nel
corso degli anni. Così solo
l'1% delle famiglie italiane
possono dirsi davvero "finanziariamente sicure",
mentre quasi la metà (il
47%) sono "vulnerabili".
Questo stato di cose viene
confermato dai dati riportati
nell'edizione 2012 del Genworth Index che dal 2007
misura la sicurezza finanziaria dei consumatori . L'Italia risulta slittata in basso
con un modestissimo "11",
appena sopra il Portogallo
("6") e la Grecia ("1"), ma
più in basso della Spagna
("17). Risultati allarmanti se
si pensa che nel 2007 l'indice italiano era a 31, ancora
nel 2009 era a 30, mentre
nel 2010 è sceso a 24 e nel
2012 quindi il crollo.
A guidare la classifica la
Cina, con un indice a quota
78: Pechino, si legge nel
rapporto, "sta godendo di
L’
una importante rivoluzione
industriale che ha portato
250 milioni di lavoratori rurali fuori dalla povertà". Per
gli italiani la situazione è
complessa: oltre ad avere
un reddito reale disponibile
contratto del 3,9% nella prima metà del 2012, i cittadini
si sentono totalmente sfiduciati. Restano ancora salde le scorte da formica acculate nel corso degli anni,
come conferma la Banca
d’Italia, ma resta il fatto che
tra gli italiani rimane un
50% di sfiduciati nei confronti del futuro del paese:
anche se le difficoltà finanziarie sono occasionali, non
pensano che le prospettive
possano svilupparsi in positivo. l principali timori degli italiani? L'aumento del
costo della vita (71%), segue, con il 36%, la paura di
perdere il posto di lavoro,
quindi il 29% con i timori
legati al livello dei salari.
Ci sono poi paure focalizzate in determinate parti
del paese: nelle regioni
centrali ad esempio si teme
per i costi della salute, timore che si riduce risalen-
do la Penisola. "Dall'Indice
emerge un quadro piuttosto
fosco della vulnerabilità finanziaria in Italia,- dichiara
Valeria Picconi, direttore
generale di Genworth per
l'Italia- secondo quanto risulta dalla percezione e dalla fiducia dei consumatori.
Tuttavia in Italia abbiamo
ancora uno dei più elevati
livelli di risparmio al mondo, - aggiunge la Picconianche se in diminuzione,
mentre l'indebitamento delle famiglie è molto contenuto. Quindi il quadro potrebbe non essere così negativo come sembra. Il costo della vita, la mancanza
di risparmio e la mancanza
di sicurezza del posto di lavoro sono le preoccupazioni
principali per il futuro e
sono in linea con le indicazioni di un'altra ricerca che
abbiamo commissionato lo
scorso novembre, secondo
cui gli italiani stanno attingendo in modo consistente
ai risparmi - qualcosa come
21 miliardi di euro l'anno per mantenere il loro tenore
di vita".
Francesca Ceccarelli
cupazione cresce del 15,6%.
I giovani - Quanto ai giovani tra i 15 e 24 anni
le 647mila persone in cerca di lavoro rappresentano il 10,7% della popolazione in questa
fascia d'età, mentre il numero di individui
inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce dello
0,3% rispetto al mese precedente (-36mila
unità). Il tasso di inattività si attesta al 36,1%,
in calo di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,6 punti su base annua. Rispetto
a gennaio la disoccupazione diminuisce dello
0,6% per la componente maschile e dell'1,4%
per quella femminile. In termini tendenziali la
disoccupazione cresce sia per gli uomini
(+19,1%) sia per le donne (+11,7%). Il tasso
di disoccupazione maschile, pari al 10,8%,
cala di 0,1 punti percentuali rispetto a gennaio,
mentre aumenta di 1,7 punti nei dodici mesi;
quello femminile, pari al 12,6%, diminuisce di
0,2 punti rispetto al mese precedente e aumenta
di 1,1 punti rispetto a febbraio 2012. Il numero
di inattivi diminuisce nel confronto congiunturale
per effetto del calo sia della componente maschile (-0,1%) sia di quella femminile (-0,3%).
Anche su base annua si osserva un calo dell'inattività sia tra gli uomini (-0,7%) sia tra le
donne (-2,4%).
In Europa - Nel mese di febbraio la disoccupazione nell’Eurozona resta stabile alla percentuale record del 12%, dove sono 19,071
milioni i senza lavoro. Lo registra Eurostat,
che il mese scorso aveva indicato per gennaio
il dato dell'11,9%, successivamente rivisto al
12,0%. Nell'insieme della Ue a 27 il tasso di
disoccupazione è del 10,9% (pari a 26,338
milioni di persone), in crescita rispetto al
10,8% di gennaio. A febbraio 2012 la disoccupazione nei 17 paesi dell’Unione Europea
era al 10,9%.
Carola Parisi
Un hamburger
al costo di un caffè
Crisi: Mc Donald va incontro ai suoi
clienti portando il prezzo del famoso
panino a 90 centesimi
Un caffè per favore.’- ‘Sono 90 centesimi’.
‘Vorrei un hamburger’- ’90 centesimi, grazie’.
Eccola la ricetta annunciata da McDonald’s
Italia per combattere la crisi. Il prezzo del suo
Hamburger è sceso a 90 centesimi. La multinazionale dei fast food ha deciso di scendere
sotto la soglia di 1 euro su cui si era assestato
dal 2004, senza cambiarne ricetta e qualità.
Per McDonald’s anche questo vuole essere un
modo per ascoltare i suoi clienti e i loro bisogni.
“In un momento difficile come quello che l’Italia
sta attraversando l’azienda ha deciso di dare
un segnale molto concreto di vicinanza ai consumatori. Nonostante l’andamento dell’inflazione
e l’aumento dei costi delle materie prime rendano
necessario un adeguamento dei prezzi, McDonald’s desidera continuare a prestare attenzione
a quel segmento di clientela che si rivolge ai
suoi ristoranti cercando il miglior rapporto qualità/prezzo”. Ogni anno in Italia, nei suoi 460 ristoranti, McDonald’s prepara e serve ai suoi
clienti quasi 20 milioni di Hamburger, il panino
più semplice di McDonald’s ma anche il più famoso, dopo il Big Mac. Scelto soprattutto dai
clienti più giovani, di età compresa tra i 14 e i
24 anni. La sua ricetta è semplice: pane, hamburger di carne 100% bovina, cetriolo, cipolle,
senape e ketchup.
C.P.
‘
La stretta sul credito non si allenta
i stringe sempre di più
il rubinetto del credito
alle imprese. In Molise
e in Sardegna la stretta è
diventata due volte più forte
che nel resto d’Italia. Nelle
due regioni, infatti, supera
il 5% la contrazione dei finanziamenti erogati dal sistema creditizio alle imprese tra giugno 2011 e giugno
2012, a fronte di un calo
medio nazionale del 2,5%.
In termini economici, le imprese italiane hanno ottenuto 978 miliardi di euro
invece dei 1.003 concessi
nello stesso periodo dell'anno precedente.
Le imprese - Le contrazioni
più marcate del credito erogato alle imprese si sono
verificate nel Nord Ovest
(-3,4%) e nel Nord Est (3,1%). Fa eccezione, invece,
il sistema bancario al Mezzogiorno che risulta più disponibile all’erogazione del
credito (-1,4%). Oltre al Molise (-5,4%) e alla Sardegna
(-5,2%), diverse regioni segnano una riduzione superiore alla media. Tra queste,
il Friuli Venezia Giulia (4%), il Veneto e la Calabria
(-3,9%), la Lombardia (3,5%). Sul fronte opposto,
a registrare un aumento dei
crediti concessi le imprese
di Valle d'Aosta (+1,1%),
Sicilia (+0,4%), Abruzzo
S
(+0,3%) e Lazio (+0,1%).
Le famiglie - Per quanto
riguarda i prestiti alle famiglie, gli incrementi più
sostenuti si sono verificati,
oltre che nel Lazio e in Lombardia (+1,7%), in Molise
(+1,4%) e in Piemonte
(+1,3%), mentre in diminuzione sono soltanto la
Valle d'Aosta (-0,5%) e la
Basilicata (- 1,4%). Gli impieghi delle famiglie pesano mediamente per poco
più di un quarto sul totale
degli impieghi (26,1%), ma
superano il 33% in tutte le
regioni del Mezzogiorno,
fatta eccezione per l'Abruzzo, dove si registra una netta
prevalenza degli impieghi
delle imprese.
C.P.
5
Mercoledì 3 aprile 2013
Esteri
L’inchiesta verrà affidata agli 007 della Nia, un organismo che si occupa di terrorismo
Tutto da rifare per l’indagine sui marò
Revocate le restrizioni sull’ambasciatore
Daniele Mancini, il nostro inviato in India, potrà nuovamente godere dei suoi
privilegi diplomatici. “Auspico ad una risoluzione rapida ed equa” ha dichiarato
utto da rifare per il caso marò. La
Corte Suprema ha disposto che le
indagini dovranno iniziare da capo.
L’inchiesta sarà orchestrata dalla Nia
(Agenzia Nazionale di Investigazione), nata dopo l’attentato di Mumbai nel 2008.
In pratica, si tratta di una specie di intelligence
operativa a livello nazionale. Una scelta inaspettata. Ancora in dubbio se continueranno
le indagini sulla commessa degli elicotteri Augusta Westland. In pratica, le valutazioni della
polizia di Kochi e le varie perizie scientifiche
non hanno più alcuna rilevanza. Tutto dovrà
svolgersi da capo. Solo che una nuova indagine
significa un nuovo processo e quindi altre
nuove possibilità di ritrovarsi con una sentenza
tutt’altro che gradevole. In altre parole, viene
smentita per l’ennesima volta la possibilità che
i nostri marò possano usufruire di una qualsivoglia garanzia, sul giudizio che verrà espresso
in tribunale. Ancora una volta, a rimetterci sono
i due soldati di Marina. Non è ancora definitivo,
però, l’impiego della Nia per svolgere le indagini, dal momento che l’agenzia viene solitamente impiegata in azioni anti-terrorismo, mentre in questo caso siamo di fronte ad un incidente. Il presidente della Corte, Alatamas Kabir,
ha dichiarato nei giorni scorsi di “non prendere
per oro colato tutto ciò che dicono i giornali
sulla vicenda”. In ogni caso, Goolam Essaj Vahanvati, il Procuratore della Repubblica, ha invece annunciato di aver “assunto delle iniziative”
per la creazione di un tribunale ad hoc, che
T
giudicherà i due fucilieri di Marina.
Almeno le brutte notizie finiscono qui. Dopo
aver esultato per la riuscita della “linea dura”,
adottata contro Roma, l’ambasciatore Daniele
Mancini può tornare a circolare liberamente.
Le restrizioni imposte sono state revocate. Ora
il nostro diplomatico è di nuovo libero di
lasciare il paese. Mancini ha reagito con “sod-
disfazione” alla notizia, dichiarando che “è il
momento di andare avanti per approfondire il
dialogo fra i governi, nella certezza che i lavori
della Corte speciale per i marò possano cominciare con la modalità del fast track”, cioè
del processo rapido. Intanto, Kabir ha fissato
una nuova udienza per il 16 aprile. Anche il legale dei due militari, Carlo Sica, ha auspicato
ad un procedimento “rapido ed equo”. “I marò
sono bloccati in India da una semplice denuncia
del proprietario dei pescherecci” ha dichiarato
l’avvocato, ricordando che la Corte Suprema
ha invalidato quanto compiuto fino al 18 gennaio,
vista la revoca di competenza della Corte del
Kerala, per mancanza di giurisdizione.
Federico Campoli
Michael Sarris, titolare del Dicastero dell’Economia, è stato presidente della Laiki Bank, ora sull’orlo del default. Una Commissione d’inchiesta tenta di far luce
Cipro, indagato il ministro delle Finanze: si dimette
La troika sblocca i 10 miliardi per il risanamento dei conti di Nicosia. L’isola avrà fino al 2018 per adempiere alle obbligazioni
contratte con il trio europeo. Il presidente Nicos Anastasiades si dichiara oggetto degli accertamenti
a crisi cipriota si va
aggravando. Lo dimostrano anche le dinamiche interne al governo.
Michael Sarrys, ministro delle Finanze, si è dimesso ieri
cedendo il posto al ministro
del Lavoro, Haris Georgiadis. L’annuncio è arrivato
dopo il raggiungimento dell’accordo con la troika. In
pratica, Cipro avrà tempo
fino al 2018 per adempiere
agli obblighi imposti dal
trio Ue-Fmi-Bce. Intanto, i
finanziamenti per l’isola dovrebbero cominciare da
maggio. 10 miliardi sono la
cifra che presto entreranno
nelle casse dello Stato. Ma
con questi soldi dovrà essere riparato il sistema finanziario del Paese. La decisione di Sarrys, però, non
è una scelta volontaria, dettata dal buon senso. L’ormai
ex Ministro dell’economia
è stato infatti presidente
della Laiki Bank, una dei
due istituti dell’isola ora
sull’orlo del default e a cui
si devono tutti questi sacrifici. Poco prima di essere
L
nominato membro del governo, Sarrys lasciò il posto
in banca, accettando una
pensione di oltre 2 milioni
di euro. Dopodichè si è ritrovato a risolvere quei problemi che, per alcuni aspetti, lui stesso aveva creato.
Ora è stata costituita una
Commissione d’inchiesta
per comprendere come sia
stato possibile arrivare fino
a questo punto. Sarris è finito al centro delle indagini.
Anche il Capo di Stato cipriota, Nicos Anastasiades,
è finito nel mirino dei giudici. Dopo neanche due
mesi dall’entrata in Parlamento, il nuovo governo europeista e pro-austerity si
trova già ad affrontare i primi problemi legali, oltre che
economico-sociali. Anastasiades ha però ricordato
che nessuno verrà escluso
dall’indagine. Effettivamente non potrebbe. Solo pochi
giorni fa, il quotidiano greco
Kathimerini ha scoperto che
la Laiki Bank, la Bank of Cyprus e la Hellenic Bank hanno condonato debiti per mi-
lioni di euro a politici, imprenditori e assessori. Una
notizia di certo poco gradevole per le orecchie di
migliaia di persone, che ora
sono costrette ad usufruire
solo di una piccola parte
del proprio denaro. Il go-
verno ha infatti disposto che
gli interessati dalla manovra
di prelievo forzoso potranno
ritirare solo il 10% del loro
denaro. Lo ha annunciato la
troika stessa. Questo dovrebbe essere, secondo i
burocrati di Bruxelles, un
gesto di magnanima fiducia
verso i correntisti greco-ciprioti. Sembra che presto,
potrebbe arrivare anche il
via libera per lo sblocco
del restante 30% di quella
parte di depositi non interessati dall’euro-rapina.
Certo quello che può sembrare un segnale di distensione nasconde, invece,
un’ovvia vertà. Il 60% dei
quei conti verranno persi
nel buco nero delle banche
e dei loro titoli (tossici).
F.Ca.
ROSSO e NERO
L'EBREO IN MOSTRA: QUANDO L'OPERA D'ARTE È UN ESSERE UMANO
e in Italia si volesse fare riferimento a una persona chiusa in un
teca di vetro esposta al pubblico, verrebbe in molti casi subito alla
mente l’immagine della svampita Flavia Vento, che alcuni anni fa, giustamente privata della parola, reggeva il gioco a Teo Mammucari nel
programma “Libero”. Uno stratagemma ripreso oggi in un luogo ben
più austero e importante come il Jewish Museum di Berlino dove in
occasione della mostra "The whole truth, everything you always wanted to know about jews'' l'artista israeliano Ido Porat sta seduto all'interno di una scatola di vetro allestita all’interno di una sala. Un
nuovo modo di fare arte e di dare voce, nel vero senso della parola,
al doloroso passato del popolo ebraico. Due ore al giorno, in cui uomini e donne ebrei si alterneranno per dare risposte ai visitatori. L’opinione pubblica grida allo scandalo: si teme una ridicolizzazione del
popolo giudaico. Alcuni rappresentanti della comunità rappresentante
si sente offesa e chiede la condanna dell’iniziativa del museo. Illazioni
inconsistenti, perché la vera offesa sarebbe offuscare la libertà di
espressione e di informazione. Parlare è sempre un bene, che lo si
faccia da un pulpito o chiuso in una scatola di vetro.
Francesca Ceccarelli
S
rovocazione e arte, oramai, purtroppo, sono diventate un tutt’uno.
Dalla “merda d’artista” di Piero Manzoni a Yoko Ono (sì, la compagna
del compianto John Lennon) che simula per tre minuti un orgasmo nell’atrio d’ingresso del Moma a New York, si credeva di averle viste tutte.
Ma, si sa, al peggio non c’è mai fine. E l’ultima delirante trovata per attirare l’attenzione del pubblico viene dalla Germania. Nella civilissima Berlino, al museo dedicato alla Shoah, la curatrice Miriam Goldman ha
pensato bene di far istallare una teca di vetro al cui interno si trova un
ebreo, in care ed ossa, pronto a rispondere ad ogni dubbio e curiosità
dei visitatori in merito alla cultura ebraica, alla storia del popolo israeliano,
a come gli ebrei di oggi vedano la Germania e come si trovino a viverci.
Insomma, un ebreo usato a mo’ di fenomeno da baraccone. “Hanno
chiesto anche a me di partecipare, ma mi sono rifiutato, ci manca solo
che diano una banana e dell’acqua all’ebreo nella teca e poi, magari accendano il riscaldamento al massimo!”, ha giustamente replicato un dirigente della comunità ebraica tedesca. Provocare va bene, ma ricordare
la Shoah è cosa ben più seria. Sì, perché la Memoria non si deve mai
piegare alla spettacolarizzazione a tutti i costi.
Micol Paglia
P
6
Mercoledì 3 aprile 2013
Italia
DA ROMA E DAL LAZIO
Pochi giorni fa l’inchiesta-scandalo: 88 ospiti del campo di via Salone avevano
10 milioni di euro in conti alla Posta. Ma una coppia di loro si è opposta
al sacrosanto allontanamento dagli alloggi pubblici e il tribunale gli ha dato ragione
Nomadi
Sentenza choc
Poveri ma ricchi: il Tar li difende
Alemanno e Belviso: “Vicenda inaccettabile, chi non ha diritto deve uscire”
l Tar del Lazio non ha dubbi: saranno pure ricchi, ma devono restare dove sono. Cioè nel campo,
a spese della comunità romana.
Il tribunale amministrativo ha infatti
accolto il ricorso presentato da due nomadi del campo rom di Via di Salone
avverso il decreto di allontanamento, disposto nei loro confronti da Roma Capitale. A renderlo noto sono stati il sindaco
di Roma, Gianni Alemanno e il vicesindaco e assessore alle politiche sociali,
Sveva Belviso nel corso di una conferenza
stampa convocata ieri mattina. “La sospensiva del Tar – ha spiegato Belviso –
sarà valida fino al 24 aprile. Per noi è
una condizione inaccettabile perché queste persone non hanno il diritto di stare
in quel campo dato che hanno più di
100 mila euro sul conto corrente”.
A rincarare la dose ci ha pensato il sindaco. “E’ un provvedimento molto negativo – ha aggiunto Alemanno – perché
difende i diritti di due persone che hanno
commesso evidenti illegalità: non si può
infatti avere conti correnti postali di decine
di migliaia di euro e contemporaneamente vivere in un campo nomadi dove
dovrebbero risiedere soltanto soggetti
fragili. Questo non è un danno solamente
a Roma Capitale, ma anche agli altri rom
che avrebbero il diritto di stare nei campi.
Credo quindi che sia necessario continuare lo sgombero di tutte le persone
che stanno nei campi rom con dei redditi
molto consistenti, spesso ingiustificati, e
che girano con automobili di grossa ci-
I
Linea Anagnina-Ciampino, è conflitto tra agenzie di trasporti
Cotral e Atac
in rotta di collisione
In ballo ci sono i flussi turistici dell’aeroporto low-cost
Ma spunta un debito milionario per la quota Metrebus
polemica tra la Cotral e l’Atac. La causa? Nessuno scontro con
i prezzi dei biglietti questa volta, ma la nuova corsa extraurbana
indetta dall’Atac per collegare la Roma-Anagnina con la stazione di
Ciampino. A sollevare il caso è stato il consigliere di amministrazione
della Cotral Spa, Paolo Toppi: ''Gravissima la decisione di Atac di
attivare una linea in sovrapposizione con il servizio extraurbano effettuato da Cotral. Ritengo che sia un atto molto grave visto che –
ha aggiunto - l'istituzione della nuova linea Atac incide su comuni
già serviti da Cotral Spa e, nella fase attuale di razionalizzazione
della rete con l'obiettivo di evitare sovrapposizioni di linee di
diversi vettori di trasporto pubblico, risulta incomprensibile questo
atto da parte dell'azienda capitolina''. A tal proposito il consigliere
Toppi si chiede: ''Come non mai, emerge l'esigenza di un'agenzia
unica della mobilità a livello regionale al fine di evitare tali sovrapposizioni che richiedono costi maggiori con il conseguente sperpero
di denaro pubblico?''. Ma la vicenda non finisce qui. Toppi rincara
la dose rispetto a dei proventi che l’agenzia del Comune di Roma
deve all’azienda regionale: ''Consiglierei ad Atac, piuttosto che
attivare nuove linee, di usare maggiore precisione nel corrispondere
a Cotral Spa gli incassi della vendita dei titoli di viaggio Metrebus
che, ad oggi, ammontano a quasi 40 milioni di euro non ancora
versati''. Mentre le società alla mobilità del campidoglio e regionale
se ne danno di santa ragione, i servizi offerti sono sempre più
scadenti. A pagarne le spese, i soliti pendolari.
Giuseppe Sarra
È
lindrata”.
Il decreto di allontanamento, hanno specificato Alemanno e Belviso, interessa
50 nomadi e la sospensiva del Tar sarà
valida soltanto per i due soggetti che
hanno presentato il ricorso. Per gli altri,
ha proseguito Alemanno, “i vigili hanno
già notificato il decreto di allontanamento.
Ora occorrerà verificare la sua attuazio-
ne”. “In una situazione come quella che
stiamo vivendo – ha concluso Belviso –
in cui abbiamo una grave carenza di risorse, questa vicenda diventa veramente
inaccettabile perché ci sono altre persone
che sono realmente in difficoltà, che non
hanno un tetto e che lottano per la sopravvivenza”.
Bruno Rossi
STANGATA SULLE ASSICURAZIONI
MANIFESTAZIONE DAVANTI A PALAZZO CHIGI
L’ultimo “regalo” della Provincia: Monti mani-di-forbice è tornato:
imposta Rc auto più cara del 28% via i soldi alle vittime della strada
Alla tassa più alta va aggiunto l’aumento delle polizze stabilito dalle compagnie
a Provincia, specie quella di Roma, non dovrebbe esistere più o quantomeno dovrebbe svolgere i
classici lavori di ordinaria amministrazione, tipici di un ente
commissariato e avviato alla
definitiva soppressione. Nel
caso relativo alla Capitale non
è così, anzi, l’istituzione di Palazzo Valentini, guidata dal
commissario straordinario,
Umberto Postiglione, è operativa, a pieno regime, e anche
senza Zingaretti, non manca
di vessare i suoi cittadini.
L’ultimo balzello riguarda il
prelievo fiscale sulle polizze
assicurative di auto, moto e
altri veicoli obbligati a tutelarsi
per la responsabilità civile,
che sale di 3,5 punti percentuali dal 12,5 al 16%, con un
aumento dell'imposta del 28
per cento. Un’aliquota tra le
più alte d’Italia che prevede
un aumento annuale che va
dai 10 ai 30 euro per i motocicli e dai 20 ai 40 euro per le
autovetture.
A queste somme va poi aggiunto l'aumento delle polizze
L
Fabrizio Santori (La Destra): “Questo Governo
non è eletto dal popolo, nessuno tocchi i risarcimenti”
Sosteniamo le giuste rimostranze dell’ Aifvs,
l’Associazione italiana familiari vittime della strada,
contro il tentativo del governo
Monti di tagliare i risarcimenti
per le vittime di incidenti. E’
intollerabile sopportare ancora
le decisioni di un premier cacciato dagli elettori ma che
imperterrito continua a bastonare i cittadini. Adesso tocca
alle vittime della strada, alle
quali si vogliono ridurre i risarcimenti fino a sfiorare il 60
per cento per i danni più gravi.
Un decreto ad hoc per favorire
le compagnie assicurative, ulteriore affronto alle vittime della
strada ed ennesima stangata
che rischia di trasformare in
tragedia situazioni già difficilissime. E’ una vergogna, Monti
faccia quello che la legge gli
consente, cioè si limiti all’amministrazione ordinaria e non
cerchi di sistemare gli affari
di questi o di quelli oltrepassando quelle che sono le funzioni e i poteri attuali del suo
“
deciso dalle assicurazioni stesse che oscillano tra il 3 e il
6% in media, con punte fino
al 15%.
In tempi di crisi economica,
con aumenti da ogni dove, si
tratta di un rincaro di cui nessuno sentiva la necessità e
che si farà sentire maggiormente presso quelle famiglie
con più di un veicolo e già
alle prese con Imu (la più alta
d’Italia) Tari, Irap, Irpef e via
dicendo.
Se poi a presentare questo
nuovo regalino è un ente che
da tempo si vanta di “avere
una situazione finanziaria solida”, e che si è concessa il
lusso di comprare una sede
da 260milioni di euro, con i
soldi dei contribuenti, il paradosso è ancora più grande.
Ugo Cataluddi
governo”. Lo dichiara in una
nota il presidente della Commissione Sicurezza di Roma
Capitale e consigliere regionale Fabrizio Santori, intervenuto a sostegno dell’Associazione italiana familiari vittime
della strada, che ha manifestato
oggi davanti a palazzo Chigi.
“Basta spremute di cittadini per
gli indecenti cocktails di banche,
assicurazioni e governanti compiacenti. La tutela dei più deboli
e la garanzia dei diritti delle
vittime della strada è un imperativo che non deve essere mai
dimenticato e che l’amministrazione ha il dovere di rispettare.
Basta tagli inutili, si sfrondi invece
là dove il risparmio sarebbe
congruo e l’operazione avrebbe
un senso: per esempio sul numero dei manager delle compagnie assicurative e sui loro
benefit e stipendi a favore delle
polizze e dei risarcimenti”, conclude Santori.
Robert Vignola
7
Mercoledì 3 aprile 2013
Italia
Pd, ancora comportamenti di... manifesta illegalità
Sassoli ci ricasca: incartato
viale Cristoforo Colombo
Le idee non si sgomberano:
nasce Spazio Tevere,
l’Augustus sul fiume di Roma
ra maggio dell’anno
scorso quando entrammo all’Augustus, storico
cinema romano di Corso Vittorio Emanuele II, chiuso da
anni, come tanti altri spazi
culturali capitolini e abbandonato nel degrado più totale.
Quella mattina da subito iniziammo, come sempre, da
una parte un duro e costosissimo lavoro di riqualificazione e messa in sicurezza,
dall’altra una trattativa con
la proprietà e le autorità
competenti per poter restituire alla cittadinanza uno
spazio sociale “liberato” dalla speculazione e dalla lunga
mano di qualche centro commerciale o Bingo di turno.
11 mesi di Augustus sono
stati 11 mesi di lotta e militanza, di passione e condivisione, di lavori e calcinacci,
di vernice e tramezzi, di turni
e nottate in bianco. Da maggio a settembre quello che
sembrava un “gigante morente” ha ripreso vita e iniziato la sua attività: teatro,
convegni, conferenze, presentazioni di libri e riviste,
feste “No Dope”, ballo senza
sballo (nostro progetto contro
l’uso delle droghe nelle discoteche, a favore di un sano
divertimento all’insegna del
comunitarismo e della partecipazione). In pochissimo
tempo il Nuovo Cinema Augustus è diventato un polo
per tutta la cultura alternativa.
Di contro abbiamo avuto un
interlocutore (la proprietà
dell’ex cinema) sordo ad
ogni trattativa, dimostrando
una totale ed immotivata
chiusura ad ogni nostra proposta e, oltretutto, dando seguito a provvedimenti giudiziari repressivi, di solito
molto lunghi in Italia, contrariamente celeri in questa
occasione.
Così, lunedì mattina 25 marzo i blindati della Polizia e
dei Carabinieri sono arrivati
alle porte dell’Augustus e l’hanno sgomberato da chi gli
aveva ridato vita, da chi lo
aveva riqualificato, riconsegnandolo a chi, con molta
probabilità, continuerà a tenerlo chiuso per farlo svalutare (vecchio gioco speculativo) o lo affitterà a qualche multinazionale.
Vogliamo precisare, ad onor
di cronaca, che l’arrivo dei
blindati è stato accolto dagli
applausi degli occupanti del
Valle. Come sempre i “compagni" si sono dimostrati servi del sistema, nonostante
facciano finta, in modo palesemente ipocrita, di combatterlo. Noi, a differenza
loro, mai abbiamo chiesto la
chiusura degli spazi sociali
E
e neanche in quella occasione lo abbiamo fatto, dimostrando ancora una volta
uno stile che ha radici profonde nella nostra cultura sociale, distante anni luce, per
fortuna, dalla loro.
Allo stesso modo non abbiamo ritenuto opportuno
mandare comunicati stampa
vittimistici né chiedere soccorso al deputato o consigliere “amico”; al contrario
abbiamo subito reagito,
come è nostra usanza, rimboccandoci le maniche. Ci
siamo messi alla ricerca di
un altro spazio romano abbandonato, lasciato nel degrado, da riqualificare, da
“liberare” dalle mire di qualche noto palazzinaro e ripartire con la nostra militanza
sociale.
In 24 ore la missione è stata
compiuta: martedì 26 eravamo già dentro l’ex Cral
del Poligrafico dello Stato
sul Lungo Tevere dell’Acqua
Acetosa, abbandonato da
anni, coperto dal fango del
Tevere e divenuto una discarica a cielo aperto. Risultato? E’ nato Spazio Tevere, l’Augustus sul fiume di
Roma, sotto il Ponte di Corso
Francia, da cui possiamo vedere le aquile di marmo e
la lupa romana che ci guarda
con amore.
Sono già attivi il teatro ed il
Cineforum; iniziati i lavori
per la palestra popolare; puliti gli spazi comuni.
Abbiamo dimostrato ancora
una volta che l’unica risposta
all’antipolitica è la militanza
sociale e la ricetta vincente
è la partecipazione, senza
sosta, tregua e sonno.
In una settimana non c’è più,
nonostante il tempo avverso,
né fango né tutta quella spazzatura e quei rifiuti che avevano trasformato gli argini
del Fiume Nostro in una discarica abusiva.
Ora siamo qui, in un luogo
pubblico e da subito chiediamo alle Autorità l’assegnazione del posto, così
come tanti altri spazi pubblici
abbandonati sono stati assegnati ad associazioni o
gruppi della "sponda" opposta, anche perché, da Casa
Italia all’Augustus, abbiamo
sempre dimostrato con i fatti
che le nostre sono azioni sociali concrete, rivolte alla cittadinanza, per la gente.
Senza nascondere mai il nostro colore politico – siamo
la Destra – non abbiamo mai
chiuso le porte in faccia ad
alcuno, perché a differenza
degli altri siamo forti dei nostri valori. Le idee non si
sgomberano. Lunga vita a
Spazio Tevere, l’Augustus sul
fiume di Roma!
Giuliano Castellino
Sfilza di “faccioni” del candidato alle primarie
sui bandoni del cantiere dell’Acquario all’Eur
e il buongiorno si vede dal
mattino, caro David Sassoli,
per i cittadini che vorrebbe rappresentare, c’è poco da stare allegri. Di questa maldestra campagna elettorale, infatti, il messaggio che sicuramente è stato
recepito maggiormente dall’elettorato romano, è il totale disprezzo
delle regole del candidato alle
primarie. Quelle comunali, quelle
del suo partito e quelle del buon
senso.
In barba a richiami della commissione di garanzia del Partito
Democratico, alle polemiche con
gli altri candidati (Marino e Gentiloni) e agli appelli volti ad un
suo ritiro dalla competizione del
7 aprile, l’indomabile Sassoli continua ad imbrattare la città con i
suoi manifesti abusivi.
Alle 8,30 di martedì mattina, infatti, i muri davanti al cantiere
dell’acquario, sulla Cristoforo Colombo, erano già invasi dalle immagini raffiguranti l’ex giornalista,
come documentato dal video
pubblicato dal blog “Degrado
Esquilino”. Il povero Sassoli evidentemente deve essere ancora
vittima di malfattori che a sua
insaputa riempiono la città con i
suoi manifesti. Per colpa di questi
ignoti infatti, l’aspirante sindaco
S
si era beccato un richiamo “formale” da parte della commissione
garanzia del comitato Bene Comune, la quale lo aveva diffidato
circa il reiterarsi di tali comportamenti. Una diffida presa così
seriamente che passate le festività
pasquali gli attacchini si sono
già rimessi al lavoro per accertarsi
che a nessuno sfugga il bel viso
dell’eurodeputato. E chissà che
geniale motivazione addurrà anche stavolta. Magari è la volta
buona che il famoso “senso di
responsabilità” di cui si riempiono
la bocca gli esponenti democratici,
verrà usato davvero e il buon
Sassoli si farà da parte, non forte
promesse post elettorali, bensì
per dimostrare che se le regole
non vengono rispettate i primi a
a dover renderne conto sono coloro che chiedono il nostro voto
e che si millantano promotori di
chissà quali cambiamenti. Ma
siamo sicuri che questo non avverrà. Sassoli continuerà indisturbato la sua campagna elettorale e dal partito riceverà una
ramanzina a nulla più. “Non lo
faccio più, non è colpa mia” risponderà lui, prima di tornare a
promettere grandi cambiamenti
per Roma. A cominciare dalla
lotta al degrado.
DA ROMA E DAL LAZIO
Fiumicino
Nazzano Romano
Inondazioni, via
ai lavori al Passo
della Sentinella
Sgozza quattro
cuccioli e li getta
nel cassonetto
asso della Sentinella, mai più
allagamenti da inondazioni
del Tevere. O quanto meno è
questa la speranza, dopo che
ieri mattina iniziati i lavori per la
messa in sicurezza del Vecchio
Faro e della zona già al centro di
polemiche e disastri mancati per
un soffio più volte negli anni
passati. “I lavori – ha spiegato
l’assessore all’ambiente del comune aeroportuale, Gino Percoco
– riguarderanno il potenziamento
della scogliera a mare più esterna,
lungo il piazzale del Vecchio Faro,
la creazione di un piede più lungo
in grado di rompere con maggior
efficacia le onde che sono causa
degli allagamenti di strade e case.
Sarà inoltre saturato il cosiddetto
‘canaletto’ che, con i venti di
scirocco, trasporta l’acqua, facendola tracimare nell’abitato di
Passo della Sentinella”.
Gli interventi, di competenza
dell’Ardis, l’agenzia regionale
per la difesa del suolo, dureranno
circa novanta giorni. I lavori riguarderanno anche la pulizia
dei numerosi detriti trasportati
dal Tevere durante le continue
piene. Il sindaco Mario Canapini
si è detto soddisfatto “per l’attenzione che l’Ardis e il responsabile della protezione civile regionale hanno mostrato al problema, attivandosi per reperire,
in poco tempo, i fondi e dar seguito alle nostre sollecitazioni e
agli impegni concordati”.
U
P
na storia che ha destato
sconcerto e che potrebbe
portare molti guai all’ignobile
autore di quel gesto. Ha sgozzato quattro cuccioli di pastore
maremmano e li ha poi buttati
all'interno di un cassonetto a
Nazzano, un paese nella provincia di Roma. Si tratta di un
egiziano di 50 anni, che lavora
come operaio all'interno di
una fattoria, e che è stato rintracciato dai Carabinieri al termine di un'indagine partita
dopo la denuncia presentata
da alcuni passanti che avevano
notato la scena. I militari della
Stazione di Torrita Tiberina,
hanno individuato il responsabile che hanno poi denunciato per maltrattamenti e uccisione di animali.
Una denuncia è stata presentata
anche dalla Lav, la Lega antivivisezione presso la Procura
di Rieti che ha ora disposto
un'autopsia sui corpi dei quattro cuccioli. Secondo i volontari
animalisti, l’uomo si era ripetutamente vantato, in pubblico,
al bar, dell’azione commessa.
AI militari che lo hanno interrogato l'immigrato ha invece
raccontato di aver ucciso i cani,
sgozzandoli, e di averli poi riposti nel cassonetto senza riuscire a dare una motivazione.
I corpi dei cuccioli sono stati
prelevati dal personale della
Asl di Rignano Flaminio.
R O M A T E S T I M O N E P R I V I L E G I ATA D E L L A C U LT U R A
Via Margutta, caput artis
Parte un’iniziativa biennale che vuole promuovere le opere più importanti create nel Paese
l 2013 sarà l’ Anno Marguttiano. Si
chiama “Un anno insieme per vivere
l’arte” infatti l’iniziativa biennale che
nasce nella storica via di Roma e che
vuole promuoverla nell’ambito del turismo culturale. La manifestazione è patrocinata da Roma Capitale Assessorato
alle Politiche culturali e centro storico,
Regione Umbria, Provincia di Frosinone
ed è sostenuto da Enrico e Tiziana Todi
dell’ Associazione Internazionale Diletta
Vittoria, dall’arch. Laura Pepe dall’Associazione Internazionale di Via Margutta,
da Grazia Marino della P&G Events.
La presentazione della manifestazione
oggi alle ore 15,30, nella sala Protomoteca del Campidoglio: a presentare
l’evento il giornalista Andrea Velardi con
l’ausilio visivo del video “Omaggio a
Roma” di Franco Zeffirelli. Saranno presenti i più grandi esponenti del mondo
I
dell’arte e della cultura, come Salvatore
de Pasquale, celebre autore televisivo,
produttore discografico, autore musicale,
scrittore ma anche un artista che si dedica con passione alle arti figurative;
ancora la pittrice marguttiana Eva Fischer, e i familiari di noti artisti come
Romana Severini, figlia del famoso pittore
futurista Gino Severini, Lola Mastroianni,
Erminia Manfredi e Francesca di Castro.
Non mancherà all’appuntamento lo storico fotografo della “Dolce vita” Rino
Barillari. Saranno presenti anche vari
organi istituzionali di Roma Capitale
come l’on. Antonio Gazzellone Delegato
del Sindaco al Turismo, nonchè dei territori circostanti come l’ on. Fabrizio
Bracco, Assessore alla Cultura e Turismo
della Regione Umbria, l’on. Claudio
Caparrelli Assessore della Pubblica
Istruzione della Città di Frosinone e
inoltre il prof. Biagio Cacciola accademico di Cassino e docente del Liceo
artistico di Frosinone Anton Giulio Bragaglia. Saranno inoltre presenti il prof.
Martin Nkafu Mnkenkia direttore del dipartimento Centro studi Africani dell’
Università Pontificia Lateranense, l’ing.
Maria Carla Traversari (responsabile
del progetto della Provincia di Frosinone,
Via Sancti Benedicti per la valorizzazione
artistica e turistica dei luoghi e delle
abazie benedettine, da Roma a Montecassino) e il prof. Simone di Gennaro
accademico dell’Università di Cassino
e del Lazio meridionale. Direttore artistico del progetto la dr.ssa Sabina Caligiani,giornalista, giurista e assieme alla
dott.ssa Cristina Mandosi anche lei giornalista e dottoranda di ricerca alla Pontificia Università Gregoriana.
Francesca Ceccarelli
8
Mercoledì 3 aprile 2013
Italia
Milano – I pm puntano ad una condanna esemplare
DAL NORD
Reggio Emilia - Violenza in famiglia
Frusta il figlio con un cavo
elettrico: arrestato
Contro una giustizia che troppo spesso ha dato sconti di pena
inaccettabili arriva finalmente una proposta che “soddisfa” le vittime L
Stupratore seriale: chiesti 122 anni di carcere
di Carlotta Bravo
vrebbe consumato 22 violenze
sessuali in strada
e altrettante rapine, per questo
nei confronti di un egiziano
che ha operato in modo
quasi indisturbato a Milano
è stata chiesta una condanna
esemplare a 122 anni di carcere. Lui è un elettricista di
28 anni, Sameh El Melegy
arrestato la scorsa estate in
corso Lodi, dove risiedeva.
Da quanto appurato dalle
forze dell’ordine, colpiva
sempre nella stessa maniera: girava in bicicletta, ma
aggrediva però a piedi le
vittime lasciando il mezzo
poco distante e seguendole
a piedi fino a trovarsi in una
strada buia e vuota. Poi le
apostrofava con frasi volgari
e le costringeva a un rapporto, a volte minacciandole
anche con un coltello: poi si
dava alla fuga sottraendo
A
inoltre i cellulari e altri oggetti alle malcapitate. A tradire lo stupratore seriale è
stata proprio la sua bicicletta
dotata di un copriruota rialzato, simile a un alettone.
Una pena esemplare quella
che è stata chiesta l’altro
giorno nel corso dell’udienza
preliminare
quando la requisitoria pronunciata dai pm Cristiana
Roveda e Gianluca Prisco ha
portato a una richiesta di
condanna pari a ben 122
anni di carcere. Numeri certamente mai sentiti per la
giustizia italiana che sempre
più spesso si rende protagonista di pene leggere
sulla base di buona condotta
o sconti particolari, decisioni che lasciano nello
sconforto le vittime. Vittime
che invece questa volta possono avere giustizia. In realtà
comunque è bene precisare
che una pena così elevata è
destinata a scendere a 30
anni, dal momento che se-
condo il codice è questo il
tetto massimo che può essere stabilito, anni che nel
peggiore dei casi per l’imputato scenderanno comunque a 20 perché egli,
avendo scelto di farsi giudicare con il rito abbreviato,
avrà per legge automaticamente diritto allo sconto di
un terzo. Ma intanto a destare attenzione è il segnale
che la procura vuole dare
contro chi si macchia di
questi reati. Come riporta
“Milano Oggi” i pm vogliono quindi che il giudice
Annamaria Gatto nel momento in cui si troverà a decidere la condanna escluda
che le varie violenze e le
annesse rapine di portafogli
e cellulari possano essere
inquadrate in un “unico disegno criminoso” (secondo
la legge nel caso in cui ci
siano più reati dello stesso
tipo si ha la possibilità di
avere una pena in base al
reato più grave) ed è per
questo che propongono di
“negare la continuazione tra
i reati, ma di farne il cumulo
artimetico arrivando quindi
a quota 122 anni di carcere”.
Il giorno della sentenza,
spiega sempre il sito locale,
il giudice dovrà anche decidere sia sui risarcimenti di
mezzo milione di euro a testa chiesti dall’avvocato Patrizio Nicolò per sei delle
vittime costituitesi con lui
parte civile, sia sull’eventuale risarcimento al Comune di Milano, per il quale
al momento il giudice ha
ammesso la costituzione di
parte civile per danni all’immagine: “l’elevato numero
di aggressioni a scopo sessuale” e soprattutto il fatto
che siano avvenute tutte
“per strada” rendono per il
giudice “evidente” come
conseguenza potenziale “il
discredito alla sfera funzionale del Comune” e “il
grave detrimento all’immagine pubblica” della città.
a serenità della Santa Pasqua è stata interrotta dalle urla di un
bambino e dal rumore secco delle frustrate inferte nel suo
corpo. È accaduto poco dopo le 20 di domenica in un comune
della provincia di Reggio Emilia dove sono stati proprio alcuni
cittadini a dare l’allarme ai carabinieri del comando provinciale
locale, immediatamente dirottato su una pattuglia del posto che
di lì a poco è giunta nella “casa dell’orrore”. Una storia di
violenza familiare: il padre senegalese ha preso a frustate il
figlioletto, di 8 anni, con un cavo elettrico causandogli lesioni e
ferite in tutto il corpo. I carabinieri sono stati accolti dall'uomo
che ha giustificato le urla parlando di un litigio avvenuto poco
prima tra la moglie ed il figlio, poi uscito per andare a giocare a
pallone con gli amici. Versione che non ha convinto le forze dell’ordine che hanno chiesto di entrare in casa: lì la tremenda
scoperta. Nel bagno di casa, all'interno della vasca, rannicchiato
e con evidenti ferite in tutte le parti del corpo, c'era il bambino in
lacrime che è stato subito soccorso ed affidato alle cure del 118.
Portato in ospedale, il bambino è stato ricoverato con una prima
prognosi di 30 giorni per le ferite riportate su tutte le parti del
corpo. A seguito della perquisizione del cesto della biancheria, i
carabinieri, hanno inoltre scoperto il temibile strumento utilizzato:
ovvero un cavo elettrico lungo un metro e mezzo e dello spessore
di 1,5 cm, usato a mo’ dì frusta sulla schiena del pargolo. I
genitori sono stati condotti in caserma e i carabinieri a quel
punto hanno avviato le dovute indagini. "Dovevo educarlo" è
stata questa la risposta dell’operaio senegalese di 45 anni che è
stato arrestato e condotto in carcere per abuso di mezzi di
correzione e disciplina, maltrattamenti in famiglia e lesioni
personali aggravate. In manette è finita anche la madre, il piccolo
è stato portato in ospedale dove soggiornerà fino a quando le
ferite non si saranno risanate.
B.F.
RIMINI
RAVENNA
Albergatori
infuriati con
i meteorologi
Soffocata in
casa, sospetti
sul compagno
n milione di danni. È quello
che gli albergatori della riviera romagnola, in particolare
di Rimini, vogliono chiedere
ai meteorologi. Perché questi
hanno previsto pioggia battente
per il Ponte di Pasqua, e quelli
non hanno incassato soldi nonostante il sole abbia più volte
fatto capolino.
La conferma arriva dal presidente dell’associazione albergatori di Rimini, Partizia Rinaldis.
“Sì, ho contattato gli avvocati
e sentito Provincia e Regione”.
Il problema sono le disdette
dei clienti giunte “in seguito
alle previsioni meteo: hanno
creato un danno pesantissimo
a livello patrimoniale”. Certo
azeccare le previsioni meteo
non è mai stato facile ma la Rinaldis fa scudo: “Hanno la possibilità di essere meno superficiali, invece, per sicurezza, si
tengono sul versante più pessimistico senza tenere conto
dell'eventuale danno patrimoniale. Poi vorrei sapere perché
sul canale telematico, come gli
smartphone, non vengono aggiornate automaticamente le
previsioni: anche su questo
punto c'è qualcosa da dire”.
Di qui la prima stima, che parla
appunto di un milione di euro
di danni, per mancati introiti,
al settore turistico-alberghiero,
indotto compreso. “Se facciamo
un conto 'della serva', considerando 30 persone ad albergo
per due giorni per 300 alberghi
a una media di 45 euro, direi
che siamo sugli 800 mila euro;
con l'indotto sul territorio si
arriva sul milione di euro”.
giallo a Ravenna attorno alla
morte di una infermeria dell’azienda sanitaria locale, ma
forte è il sospetto che si sia
trattato del tragico epilogo dell’ennesima storia di violenza
domestica. Il cadavere di una
donna è stato trovato ieri in
mattinata sul letto nella casa
che condivideva da qualche
tempo col suo compagno (entrambi sono romeni) in via Bozzi
a Ravenna, non distante dal tribunale. Il ritrovamento è stato
fatto dai carabinieri su segnalazione dei vicini.
L'uomo, trovato che vegliava il
cadavere, è stato portato in caserma per essere interrogato e
fornire chiarimenti: alla fine della
lunga giornata di ieri, nei suoi
confronti è stato disposto il fermo giudiziario. La morte dovrebbe risalire ad alcune ore
prima, forse alla notte di Pasquetta. Per ora gli inquirenti
non escludono né il suicidio né
l'omicidio. In base alle risultanze
dell’esame esterno della salma,
immediatamente disposto, la
donna sarebbe deceduta per
asfissia. Segni attorno al collo
fanno propendere per l'omicidio
per strangolamento, anche se
non è stata ancora ufficialmente
scartata la pista del suicidio.
La vittima si chiamava Adela
Simona Andro, 36 anni, lavorava
come infermiera per la locale
azienda sanitaria. Il compagno,
un connazionale appassionato
di boxe, è stato trattenuto a
lungo in caserma dai carabinieri,
ma anche altre persone sono
state sentite.
B.R.
U
È
9
Mercoledì 3 aprile 2013
Italia
DAL CENTRO E DAL SUD
Benevento - Irregolarità emerse in territorio campano e molisano
Napoli: in manette quatto persone
Appalti pubblici truccati: 11 arresti
Falso avvocato truffava anziani
Le gare prese in esame sono oltre 50 per un giro d’affari di venti milioni di euro
L’uomo spingeva le vittime a consegnare somme
in denaro per coprire presunti incidenti di parenti
di Barbara Fruch
V
ei persone in carcere, cinque agli arresti domiciliari, due
fermi e nove imprese di costruzioni
edili coinvolte. Una catena
di arresti, che si sono susseguita dalle prime ore di
ieri mattina, che ha portato
le manette ai polsi di imprenditori ed amministratori
di alcune società accusati di
associazione a delinquere
con turbativa di appalti
nell’ambito urbanistico ed
edilizio. È questo quadro
generale dell'operazione
“Baffo d’oro” eseguita dai
Carabinieri del Reparto
Operativo del Comando
Provinciale di Benevento e
della Compagnia di Montesarchio, a conclusione di
un'attività investigativa iniziata dalla Squadra Mobile
della Questura di Campobasso e durata ben cinque
anni. L’inchiesta avrebbe
fatto luce su numerosi casi
di appalti truccati o comunque sospetti e si sarebbe
concentrata sugli anni che
vanno dal 2002 fino ad oggi.
I reati contestati, a vario titolo, dunque sono quelli di
S
associazione per delinquere finalizzata alla turbativa di numerose gare d’appalto pubbliche nel settore
edilizio e urbanistico, bandite nel territorio campano
e molisano. Le gare di appalto prese in esame sono
oltre 50 per un valore di
circa 20 milioni di euro e
hanno riguardato la realizzazione di opere pubbliche,
in particolare piazze, strade,
marciapiedi, piscine, stadi,
lavori di recupero dei centri
storici, scuole, fabbricati
comunali, cimiteri e acquedotti. Nel gruppo di persone finite nel mirino delle
forze dell’ordine ed ora in
cella c’è anche Giuseppe
Ciotta, 59 anni, soprannominato “baffo di ferro”: secondo gli inquirenti sarebbe il capo del sodalizio,
nonché particolarmente vi-
cino alla malavita organizzata ed in particolare collegato al “Clan Pagnozzi” di
San Martino Valle Caudina
(Avellino). Ora si dovrà verificare quali siano le responsabilità degli arrestati
e se vi siano altre persone
coinvolte nel giro degli appalti truccati o che comunque abbiano provocato, nel
tempo, gravi turbative nelle
gare pubbliche.
enivano avvicinate da un falso avvocato che li convinceva a
pagare cifre molto alte, anche fino a 15mila euro, per coprire
presunti incidenti causati dai loro familiari, sprovvisti, sempre
secondo l’“avvocato”, di Rc Auto. Le vittime erano tutti anziani,
aggirati dai truffatori, credendo di poter evitare per i loro cari
eventuali conseguenze penali. I carabinieri hanno arrestato la scorsa
notte 4 persone a Napoli ritenute responsabili di associazione per
delinquere finalizzata alle truffe, sostituzione di persona e falsità in
registri e scritture private. Nel corso di indagini coordinate dalla
Procura di Napoli, i militari dell’Arma hanno accertato oltre 30
episodi di truffa, tutti ai danni di persone anziane che venivano, per
l’appunto, avvicinate da un falso avvocato che comunicava loro che
parenti stretti senza assicurazione RC auto erano coinvolti in un
incidente stradale, convincendole a consegnare a lui somme di
denaro fino a 15mila. Le indagini sono partite dalla denuncia di una
93enne a cui la banda ha sottratto ben 5.700 euro. Decine poi gli
episodi scoperti dai carabinieri fino a marzo scorso, l’ultima truffa
ha preso di mira una ultraottantenne a cui sono stati portati via
16mila euro per “aiutare il nipote”. Il meccanismo della truffa era
semplice e collaudato: Gennaro Piccirillo, 36 anni, si procurava
schede telefoniche intestate a cittadini stranieri da Nunzio Esposito,
55 anni, e Raffaele Caiazzo, di 36 (rispettivamente titolare e dipendente
di un centro di telefonia ora sotto sequestro). Poi sceglieva le
potenziali vittime e telefonava fingendosi avvocato, raccontando di
un incidente grave ma senza conseguenze fisiche di un congiunto
della vittima, che poteva evitare guai versando un risarcimento in
contanti. Se l’anziano non era convinto, lo invitava a richiamare sul
cellulare per parlare con il figlio o il nipote, imitandone poi la voce
mentre in sottofondo si sentivano sirene di ambulanza e chiasso.
Ottenuto l’assenso, mandava Nunzio Maranta, 26 anni, per ritirare la
somma. Piccirillo selezionava le sue vittime tra gli anziani del
quartiere di Chiaia, “salotto buono” di Napoli, e qualche volta
adescava anche 50-60enni, preferendo però gli over 70. Oltre agli
arresti, i carabinieri hanno eseguito anche perquisizioni e sequestri,
trovando grosse somme di denaro e oggetti preziosi, in particolare a
casa di uno degli indagati sono stati rinvenuti oltre 100mila euro in
contanti. Sotto sequestro anche i conti correnti dei quattro. B.F.
Cercateci e ci troverete ovunque.
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ed un giornale sfogliabile e scaricabile on-line.
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10
Mercoledì 3 aprile 2013
Il dramma della disperazione
Avvelena la figlia
e tenta il suicidio
La donna prima di lanciarsi dal balcone
ha fatto ingerire del diserbante alla piccola
na Pasquetta da dimenticare per una famiglia di
Carovigno, distrutta dal dolore a causa del folle gesto di
una madre probabilmente disperata. Una bambina di tre anni
è morta in ospedale dopo essere
stata trovata in fin di vita nella
sua abitazione, in via Monteverdi,
a Carovigno (Brindisi). Si trova
invece ricoverata nel reparto di
terapia intensiva dell’Ospedale
“Perrino” di Brindisi, dopo essere stata sottoposta a un intervento chirurgico a Ostuni, Francesca Sbano, la madre di 32
anni. È stata proprio lei, lunedì
sera ad avvelenare la figlia con
del diserbante per poi tentare
il suicidio gettandosi dal secondo
piano della sua abitazione. A
dare l’allarme al 118 sono stati
alcuni familiari che abitano nei
pressi dell’abitazione, in particolare la sorella risiede al piano
di sotto rispetto a quello dal
quale si è gettata la donna. Sul
posto sono intervenuti i carabinieri e il personale del 118.
La lettera trovata dai soccorritori
– “Vado via, porto mia figlia
con me”. Un messaggio inequivocabile quello lasciato da
Franca Sbano, scritto probabilmente pochi attimi prima di avvelenare la figlioletta e di gettarsi
nel vuoto, e trovato dai soccorritori in casa. La lettera è stata
sottoposta a sequestro ed è ora
a disposizione del pm Pierpaolo
Montinaro che a breve conferirà
l’incarico per l’autopsia sul corpo della bambina.
Trovato un flacone di diserbante
vuoto - La piccola Benedetta
U
(questo il nome della bimba) è
stata trovata agonizzante, probabilmente avvelenata con una
dose letale di diserbante. Nel
bidone della spazzatura ispezionato dai carabinieri sarebbe
stato infatti rinvenuto un flacone
vuoto della sostanza: la donna
avrebbe fatto ingerire il liquido
alla figlia, tracce del diserbante
infatti sono state trovate anche
vicino al corpicino.
Nessuna traccia di violenza in
casa – All’inizio i parenti avevano
pensato che la bambina fosse
morta in seguito a un rigurgito
e che la madre potesse essersi
gettata dal secondo piano per
la disperazione. Poi gli inquirenti,
dopo aver sentito alcune persone, hanno cominciato ad avere
un quadro più chiaro e drammatico. Il contenuto del biglietto
e il flacone di diserbante rinvenuto ha consentito infatti ai
carabinieri di San Vito dei Normanni, che conducono le indagini coordinate dalla Procura di
Brindisi, di escludere l’ipotesi
che la bambina sia morta a
causa di un malore o di un incidente domestico. Nell’appartamento comunque non vi erano
segni di effrazione o tracce di
violenza.
Il motivo - A quanto si è appreso,
Francesca Sbano era separata
dal marito da dicembre, una
condizione però che non avrebbe mai accettato. Potrebbe essere questa infatti la ragione
dell’insano gesto della 32enne.
Madre e figlia vivevano da sole
nell’appartamento.
Barbara Fruch
Italia
DAL SUD
Un’altra vittima della pessima condizione economica e la politica resta a guardare
La crisi uccide ancora. Si toglie
la vita Edoardo Bongiorno
I debiti sarebbero la causa principale del folle gesto. ''Perdonatemi Isabella e
Manuela...'', ha scritto alla moglie e alla figlia il noto imprenditore delle Eolie
di Giuseppe Sarra
asta, è tempo di agire. Mentre le forze
parlamentari si confermano “irresponsabili”, incapaci di
trovare una sintesi per temporeggiare la grave situazione
del Paese e vengono “commissariate” dal Presidente Napolitano con i dieci saggi, la
disperazione serpeggia sempre più tra la gente. Aumentano quotidianamente i suicidi
di imprenditori, operai e semplici cittadini “strozzati” dagli
interessi delle banche e dalle
cartelle di Equitalia. Poco importa se lo spread è sceso: la
gente ha fame. L’Italia è a due
passi dal baratro. La situazione
si è complicata vertiginosamente. Ieri mattina anche uno
degli operatori turistici più
importanti delle Eolie, Edoardo Bongiorno di 61 anni, si
è tolto la vita. Ha deciso di
farla finita nel noto albergo
“Hotel Oriente”. Le cause? La
profonda crisi economica del
settore. A Pasquetta altri due
hotel “storici”, “Le Sables noires” e “l’Eolian hotel” a Vulcano, avevano annunciato la
chiusura. L’imprenditore lascia
la moglie e una figlia. Alle Eolie era conosciutissimo. Noto
alle cronache per essere il figlio di Leonida Bongiorno, un
partigiano divenuto famoso
per la storia d'amore con la
figlia di Benito Mussolini. L’editorialista de “La Stampa” Mar-
B
cello Sorgi ci scrisse anche
un libro, ''Edda Ciano e il Comunista di Lipari'' che ispirò
anche una fiction di Raiuno.
Dalle prime ricostruzioni degli
inquirenti, l’uomo si è recato
all'alba nel suo albergo di via
Marconi, dove erano in corso
i preparativi per l’inizio della
nuova stagione. Dopo essere
salito sul furgone si è tolto la
vita con un colpo di pistola,
(foto: “Notiziario delle Eolie”).
A trovare il cadavere i dipendenti dell’hotel. L’albergatore
aveva scritto anche una lettera
indirizzata alla moglie e alla
figlia: ''Perdonami Dio. Perdonatemi Isabella e Manuela...''.
Nelle poche righe Bongiorno
farebbe anche riferimento ai
debiti che lo hanno portato a
compiere il folle gesto. Della
vicenda si occupa il sostituto
procuratore del tribunale di
Barcellona Pozzo di Gotto Mirko Piloni.''La situazione attuale,
con drastici cali nei ricavi e
contemporanei aumenti di costi e di tasse, uniti alle difficoltà
delle imprese nei confronti
del mondo bancario rischia
di spingere alcuni imprenditori
a gesti estremi''. Così il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, ha commentato
il suicidio dell’imprenditore
Edoardo Bongiorno. ''Le difficoltà sono ancora maggiori
per quegli albergatori che
negli ultimi anni – ha spiegato
- hanno affrontato ristrutturazioni e che quindi si sono indebitati. Federalberghi è vicina alla famiglia del nostro
collega''. Se la perla del Mediterraneo, l’isola di Lipari,
naviga in pessime condizioni
economiche, in che stato versa
il resto dell’Italia?
SARÀ TUMULATO IN TOMBA DI FAMIGLIA A NAPOLI
L’OPERAZIONE DEI CARABINIERI DI REGGIO CALABRIA
Morto Scapagnini, ex Sindaco di Catania
e medico di Silvio Berlusconi
‘Ndrangheta: sequestrati
beni per 15 milioni
i è spento a Roma,
dopo pochi giorni
di coma per un ictus cerebrale, Umberto
Scapagnini, ex deputato
del Pdl, per due mandati
sindaco di Catania e medico personale di Silvio
Berlusconi. La notizia è
stata confermata a Catania dal suo legale di
fiducia, il professore
Guido Ziccone. Da una
settimana, Scapagnini
era ricoverato a Roma
in gravissime condizioni
di salute: il 26 marzo
aveva avuto un infarto,
che aveva aggravato un quadro clinico già compromesso da un ictus. Scapagnini era infatti ricaduto nella malattia che lo aveva colpito già due
anni fa (un tumore) a causa del quale si era sottoposto ad un delicato intervento turistico che
per alcuni mesi gli paralizzò una parte della faccia.
Il medico, tuttavia, all’epoca aveva rassicurato
tutti dicendo di avere sconfitto il cancro e pubblicando anche un libro in cui raccontava la sua vittoria: “Il cielo può attendere”. Un tumore che
invece è tornato e se lo è portato via. Il farmacologo
S
era famoso per le sue
cure antiaging ma anche
per le inchieste per le
quali era stato indagato
dalla magistratura del
capoluogo siciliano in
merito a finanziamenti
erogati. Il suo motto
era: “Il politico e il medico fanno la stessa
cosa - spiegava Scapagnini - danno soluzioni
ai problemi della gente”
ed è per questo che,
dopo essere stato operato di tumore, nonostante le difficoltà fisiche
aveva scelto di continuare attivamente a vivere la politica. Non sono
poi passate inosservate le sue battute sul Cavaliere,
suo paziente ed amico, del quale ha detto: “Tecnicamente è quasi immortale: con il mio elisir ha
12 anni di meno, ha l’attività mentale e sessuale
di un cinquantenne”. Aggiungendo poi a uso e
consumo dei “nemici” del suo illustre paziente:
“Non si illudano, ci seppellirà tutti”. Umberto
Scapagnini sarà tumulato a Napoli presso la
tomba di famiglia. Proprio nel capoluogo partenopeo era nato il 16 ottobre 1941.
B.F.
Messi i sigilli a imprese e conti correnti appartenenti a
Matteo Gaietti, affiliato alla cosca Nasone-Gaietti di Scilla
n sequestro milionario
quello effettuato dai carabinieri del Comando
Provinciale di Reggio Calabria
e il personale del centro operativo della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) ieri mattina a Matteo Gaietti, affiliato
alla cosca Nasone-Gaietti di
Scilla. Il provvedimento, emesso dal tribunale di Reggio
Calabria, su richiesta della
Dia, ha portato, quindi, al sequestro di imprese e conti
correnti, per un ammontare di oltre 15 milioni
di euro. Un nuovo duro colpo inferto all'organizzazione mafiosa calabrese che si aggiunge
al decreto di sequestro preventivo, emanato lo
scorso 28 marzo, a carico di Rocco Musolino,
imprenditore del settore boschivo nel Reggino.
L’attività, finalizzata all’individuazione dei patrimoni illecitamente accumulati dagli affiliati
alla cosca di ‘ndrangheta “Nasone - Gaietti”,
trae gli elementi probatori dalle risultanze in-
U
vestigative dell’operazione
“Alba di Scilla” , con la quale
i militari, il 30 maggio 2012,
avevano colpito la ‘ndrangheta
scillese. Le attività investigative, svolte dai Carabinieri e
coordinate dalla Dda reggina,
avevano dimostrato l’attualità
dell’esistenza della cosca a
Scilla, di delinearne l’organizzazione, la composizione
e le gerarchie interne, nonché
di individuarne gli obiettivi
economici illecitamente perseguiti (in particolare la sistematica richiesta
e riscossione del “pizzo” dalle numerose imprese impegnate nei lavori di ammodernamento
dell’autostrada A3 Sa-Rc) e le strategie criminali
pianificate per raggiungere con la forza di intimidazione del vincolo associativo tali obiettivi
(nella specie attraverso danneggiamenti, incendi
ed ogni altro atto di tipo intimidatorio all’interno
dei cantieri delle ditte oggetto di estorsione).
B.F.
Società
11
Mercoledì 3 aprile 2013
La primavera sboccia nel lucchese: arriva una kermesse ad hoc
VerdeMura 2013, il giardinaggio che passione
Ospitata nella città toscana una rassegna che riunisce tutte le novità del settore
di Francesca Ceccarelli
ucca capitale del
verde. Si chiama VerdeMura 2013, la mostra mercato del
giardinaggio e del
vivere all’aria aperta organizzata dall’Opera delle Mura sulle mura urbane venerdì 5, sabato 6 e domenica 7 aprile. A
sostenere la famosa e importante iniziativa la Camera di
Commercio di Lucca e di Ban-
L
ca del Monte di Lucca: collaborazione che sottolinea il
grande eco di pubblico in tutto
il territorio. Spiegano l’assessore alla Cultura Patrizia Favati,
il presidente di Opera delle
Mura Alessandro Biancalana
e il direttore di Opera delle
Mura Maurizio Tani “VerdeMura è la festa della primavera
– dichiarano- ed apre la lunga
stagione delle grandi mostre
nazionali di giardinaggio. L’appuntamento, giunto alla sua
sesta edizione, è ben presente
nelle agende di vivaisti, collezionisti appassionati e amanti
del mondo vegetale di tutta
Italia come testimoniato dai
più di 15.000 visitatori della
scorsa edizione. La risposta
che abbiamo ricevuto da appassionati e addetti ai lavori è
ottima. Ci auguriamo che le
condizioni metereologiche siano favorevoli, in alternativa studieremo un piano “B” già a
partire da martedì quando potremmo contare su previsioni
più precise”.
Ancora una volta la splendida
cornice di Lucca è stat scelta
come particolare cornice della
manifestazione: circa 140 espositori situati sul baluardo San
Martino, sulla cortina della vicina porta Santa Maria, nelle
cannoniere, sugli spalti prospicienti. Sul posto vivaisti di
piante e specie orticole, arbusti, bulbi, attrezzi e arredi
per il giardino e per l’orto, ma
anche alcune eccellenze gastronomiche del nostro territorio. Uno spazio articolato e
ricco di panorami sulla città e
sul paesaggio circostante in
cui ammirare colori bellezza
e fragranze per il giardino di
primavera. Anche quest’anno
presenti tra gli stand varie sezioni di approfondimento de-
DESIDERATE UN ORTO DOMESTICO?
LA TECNOLOGIA CI DÀ UNA RISPOSTA
dicate al mondo vegetale : i
variopinti Ranuncoli, uno dei
generi vegetali più popolari
che caratterizzano questa stagione con uno dei massimi
produttori del settore (Biancheri Creations); una mostra
dedicata alla Bougavillea arbusto sudamericano dalle generose fioriture (in collaborazione con vivaio siciliano Tamoflor) e poi la tradizione locale con le Camelie della lucchesia (in collaborazione con
vivaio Compitese Rhodhodendron di Antongiovanni). Durante i tre giorni della mostra
si alterneranno infine numerosi
incontri con alcuni protagonisti
del settore e laboratori presso
gli stand dei vivaisti.
Gli italiani negli ultimi anni sembrano voler tornare alle origini:
sono sempre di più quelli che si dedicano alle attività rurali
Un inaspettato ritorno alla terra
Quattro su dieci scelgono di ritagliarsi anche
a livello casalingo un angolo fiorito
Pollice verde 2.0
Si chiama Smart Herb Garden il nuovo prototipo di
pianta hi-tech: pronta a fiorire in ogni angolo della casa
on siete amanti delle
piante o non vi ritenete ottimi giardinieri? Ecco che
la tecnologia vi da la soluzione.
Si chiama Smart Herb Garden
il progetto che renderà più facile creare in casa un angolo
verde. Teoricamente è necessario solo attaccarlo alla corrente e rifornirlo d’acqua. E non
serve metterlo vicino ad una finestra perché ha le sue lampade LED, intense ma a basso
consumo. I piccoli bulbi, infatti,
richiedono solo 6 watt e sono
studiati per emettere una luce
con una frequenza naturale che
piace alle piante e non dà fastidio agli occhi
degli esseri umani. Secondo gli sviluppatori, i
consumi annuali di uno Smart Herb Garden
sono attorno ai 4 euro, se andiamo ad esaminare la media del costo dei servizi in USA. Lo
Smart Herb Garden è lungo 30cm ed alto altrettanto,pesa circa 850g. La componente più
avvenieristica di questo accrocchio dovrebbe
essere il “growing medium”, ovvero il suolo
sintetico che fornisce alle piante l’ambiente in
cui crescere. Si tratta di un materiale nanotecnologico, che in ogni dato momento fornisce il
giusto quantitativo di acqua, nutrienti ed ossigeno alle piantine. L’idea è davvero innovativa
e promette di stuzzicare l’attenzioni di numerose persone. Al momento ordinare uno Smart
N
li italiani e le attività green: quale è il rapporto? Secondo i dati Istat, il 37% degli
italiani, ovvero 4 su 10, si dedica ad attività
di giardinaggio e cura dell'orto: in particolare, 1
su 4 sono uomini e donne tra i 25 anni e i 34
anni, mentre a 65 anni sono il 50% degli intervistati a prendersi cura del proprio angolo verde.
Una vera e propria passione che si concentra
prevalentemente nelle regioni del nord, Veneto,
Valle D'Aosta e Friuli Venezia Giulia e che ormai
ha invaso anche l’ambiente domestico e cittadino. A conferma di tale trend la fiera ''Vita in
Campagna'' di Montichiari, l'unica in tutta Italia
dedicata agli appassionati di orto, giardino, frutteto, vigneto e piccoli allevamenti. All’interno
della manifestazione anche Agrofarma, l'associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa
parte di Federchimica, che ha sottolineato come
gli agrofarmaci, se correttamente utilizzati, rap-
G
Herb Garden durante il processo di crowdfunding ha un forte sconto: $39, il 40% in meno rispetto al prezzo di mercato quando sarà messo
in vendita. Le spese di spedizione sono di $15
Ci saranno già delle cartucce di piante aromatiche incluse. Unico neo di questa invenzione,
oltre l sinteticità del tutto, l’obbligo di acquistare
altre cartucce nel momento in cui si decide di
far rinascere la pianta. Gli sviluppatori,Click
and Grow si sono ispirati per il piccolo orto
tecnologico agli esperimenti di culture effettuati
dalla Nasa. Ma Smart Herb è già il secondo
prototipo: i due hanno già creato un altro orto
domestico con questa tecnologia, quella su
Kickstarter è la seconda generazione.
Morgan
presentino degli alleati indispensabili per la difesa e la cura delle coltivazioni amatoriali. ''Gli
agrofarmaci per uso hobbistico sono strumenti
indispensabili per non veder vanificati i propri
sforzi e vivere pienamente e in sicurezza i frutti
del proprio lavoro, sui balconi, nei giardini o in
piccoli terreni - dichiara Karina von Detten, responsabile del comitato 'Uso non professionale'
di Agrofarma - Le aziende produttrici del settore
pongono massima attenzione ai requisiti di innovazione, efficacia e sicurezza di tali prodotti,
di cui quest'ultima è sicuramente prerogativa
fondamentale in tutte le fasi del processo produttivo, dall'ideazione alla realizzazione del fitofarmaco, sia in relazione all'ambiente che all'utilizzatore stesso''. Una voglia di tornare alle
origini, alla tradizione e alla semplicità, perché
in tempi di crisi la terra è l’unica certezza che
F.Ce.
rimane.
Sport
12
Mercoledì 3 aprile 2013
Dopo la Formula 1, domenica, in Qatar, avrà inizio un altro splendido ed emozionante mondiale
Rombo di motori, parte la moto GP
L’avversario da battere, ancora una volta, Lorenzo - Dopo due anni Rossi torna alla Yamaha e si
candida come assoluto protagonista - Attenzione alla Honda e al baby fenomeno Marc Marquez
Federico Colosimo
Sotto le luci artificiali di Losail, in Qatar, domenica 7
aprile riparte il Motomondiale. Lo dicono i numeri e i
risultati dei test invernali. Il
campione del mondo in carica Jorge
Lorenzo sarà anche quest’anno il
pilota referenza per la classe regina.
Se a questo aggiungiamo che sulla
griglia di partenza non conteremo
sulla presenza di Casey Stoner, allora
potremmo pensare che per il “99” di
Yamaha Factory sarà un’annata trionfale.
A soli 25 anni, infatti, Lorenzo – 4
mondiali vinti - è nel pieno della maturità sportiva. Ha fatto registrare tempi
eccezionali il maiorchino, sia nei test
di Sepang (Malesia) che in quelli di
Jerez (Spagna). Il feeling che lo spagnolo ha ormai raggiunto con la sua
“M1” è infatti invidiabile.
Tutto sembra scontato, per Lorenzo,
ma solo all’apparenza che, mai come
questa volta, potrebbe ingannare e
risultare fatale. Sì, perché se Stoner si
è ritirato prematuramente, Valentino
Rossi, compagno di scuderia del campione del mondo in carica, sta final-
“
Ecco i “magnifici 4” che si contenderanno il Mondiale: da sin. a dx la Yamaha di Lorenzo e Rossi e la Honda di Pedrosa e Marquez
mente ritornando agli antichi fasti. Ci
risiamo. Due anni dopo, ancora Lorenzo contro Rossi. Questa volta, però,
a parti invertite. Il “Dottore” non è più
il “re” delle corse, ma un guerriero
che cerca le sue rivincite. Un avversario
per niente arrugginito che è tornato
a casa dopo anni di delusioni. In sella
alla vecchia fidanzata, uno dei suoi
più grandi amori, la Yamaha, Rossi
vuole dimostrare a tutti che le stagioni
in Ducati sono state solo delle spiacevoli parentesi e che il più forte, il
più “grande” – nonostante i 34 anni –
resta sempre lui. Ci riuscirà? Quel
che è sicuro è che il Dottore non farà
lo spettatore. Gli ultimi test hanno dimostrato che quell’immenso talento,
dimostrato in 15 anni di corse, non è
svanito. Non ha perso né ritmo né
polso, “Vale”. Lorenzo è avvisato.
Se Rossi e la Yamaha vanno forte, la
Honda “vola”. Il team giapponese ha
tutti gli ingredienti necessari per tornare a vincere il mondiale. Senza Stoner, ora Pedrosa non ha più scuse: è
lui il caposquadra, il leader che dovrà
far da chioccia al giovane connazionale
Marc Marquez. Campione del mondo
della classe 125 e della Moto2 nel
2012, Marquez, sarà la vera sorpresa
di questa stagione. Un vero fenomeno,
lo spagnolo, che rischia seriamente
di diventare la vera mina vagante di
questa stagione motociclistica. “Mi
sorprende sempre di più (Marquez
ndr), quelle cose le ho viste fare solo
a Stoner”. L’investitura è di Livio Suppo,
il team manager della Honda Hrc.
Debuttante nella massima categoria, già con
i gradi del predestinato.
Agosto
Veloce e sfrontato,
18 GP Stati Uniti - Indianapolis
“pazzo” e spericolato.
25 GP Repubblica Ceca - Brno
Un talento puro, MarSettembre
quez, con la stoffa di
1 GP Regno Unito - Silverstone
un vincente. “Ricorda
15 GP San Marino - Misano
me quando arrivai in
29 GP Spagna - Aragon
500”, il paragone di VaOttobre
lentino Rossi. Ciò che
13 GP Malesia - Sepang
è certo, però, è che lo
20 GP Australia - Phillip Island
spagnolo non vuole es27 GP Giappone - Motegi
sere secondo a nessuNovembre
no. “Guido per vince10 GP Spagna - Valencia
re”, l’avvertimento. Do-
GP DA DISPUTARE
Aprile
7 GP Qatar - Losail
21 GP Stati Uniti - Austin
Maggio
5 GP Spagna - Jerez
19 GP Francia - Le Mans
Giugno
2 GP Italia - Mugello
16 GP Catalunya - Catalunya
29 GP Olanda - Assen
Luglio
14 GP Germania - Sachsenring
21 GP Stati Uniti - Laguna Seca
vesse riuscirci, raggiungerebbe nel
libro dei record Kenny Roberts, iridato
al primo anno in Moto GP nel 1978.
Sa bene di essere l’osservato speciale,
Marquez, che conosce i suoi limiti
ma vanta talento cristallino e incredibile fiducia nei propri mezzi. Ama il
duello ravvicinato e l’assunzione di
rischi. Il suo stile? Estremo. Fatto di
pieghe pazzesche, con ginocchia e
gomiti che sfiorano e accarezzano
l’asfalto. Rischia la caduta, Marquez,
ma non si tira mai indietro. Fate attenzione, in Moto Gp è sbarcato un
fenomeno.
Dopo la Yamaha e la Honda, ecco la
Ducati. Il primo avversario della casa
motociclistica bolognese? Sé stessa.
A Borgo Panigale - dopo due anni all’insegna dell’insuccesso - si respira
aria di ricostruzione. E’ Andrea Dovizioso il pilota chiamato all’impresa di
riportare la Desmosedici nei piani alti
della classifica. Il ragazzo di Forlì sarà
il punto di ripartenza di un progetto
che vede coinvolti anche Nicky Hayden – confermato come pilota “titolare”– Andrea Iannone e Ben Spies,
che faranno parte non del team ufficiale
ma della “seconda” squadra “Ducati
Pramac”. Il marchio italiano deve riscattarsi. L’ultima vittoria? Nel 2010,
con Stoner, in Australia. Ne è passato
di tempo, è ora di invertire la rotta.
Diciotto, in tutto, le gare in calendario:
con la novità assoluta di Austin (Stati
Uniti, 21 aprile) e due appuntamenti
italiani; Mugello (2 giugno) e Misano
(15 settembre).
Gli ingredienti, per un’altra stagione
emozionante, ci sono tutti. Ancora
pochi giorni, dunque, per riascoltare
quel fantastico rombo dei motori. In
quella classe, regina, che non potrà
contare su uno dei suoi più grandi
protagonisti, l’indimenticabile Marco
Simoncelli.
Il ruggito di Di Canio: “Non parlo
di politica e salvo il Sunderland”
L’ex calciatore si presenta e lo fa in grande stile: “Sarei venuto qui anche a nuoto”
Le accuse di fascismo sono ridicole,
non parlo di politica. Parlo di calcio
e salverò il Sunderland”. Liquida così le polemiche di questi giorni Paolo
Di Canio, nuovo manager
del Sunderland nella conferenza stampa di presentazione.
Il grido di battaglia, ora, per
Di Canio, subentrato a Martin
O’Neill, è la salvezza. L’unica
cosa che conta. La premessa
del Sunderland, “si parla
solo di calcio”, non è bastata.
I giornalisti inglesi hanno
tempestato l’ex idolo biancoceleste di domande al veleno. Di Canio non si è fatto
intimidire e ne è uscito alla
“
grande. Mettendo in mostra
la sua “arma” principale: non
l’essere fascista, ma l’essere
un guerriero. “Quando mi
hanno chiamato (il Sunderland ndr) ho sentito il fuoco
in pancia e sarei venuto a
nuoto fin qui per assumere
questo incarico. Con la mia
energia sono certo che possiamo fare qualcosa di buono
nelle restanti sette partite.
Spero che il mio modo di intendere il football restituisca
fiducia alla squadra. I giocatori devono lottare per la maglia, sudare e versare sangue
per il club. È importante che
i tifosi siano felici del proprio
team e spero di riuscirci. Tutti
lavoreremo per ottenere lo
stesso obiettivo, ma adesso
voglio fare un passo alla volta
e pensare al Chelsea”.
Il battesimo di Paolo Di Canio
come nuovo allenatore dei
“Black Cats” in Premier League, sarà di fuoco. Ad atten-
derlo, un’impresa all’apparenza impossibile: uscire indenne dallo “Stamford Bridge”.
Riuscirà nella sua impresa
Di Canio? Due mesi per rispondere alle critiche. Si è
presentato come un grande
condottiero, il ragazzo del
“Quarticciolo” (quartiere romano). Poco tempo per convincere e far ricredere gli
scettici. Il coraggio, la grinta,
sono da sempre le ricette
vincenti dell’ex calciatore di
Lazio e West Ham. I tifosi, al
momento, lo odiano. Presto,
lo ameranno. In questa storia,
c’è però già chi ha perso in
partenza. Questi, è David
Miliband – laburista che è
stato ministro degli Esteri col
governo Brown – già vicepresidente del Sunderland,
ora dimessosi. Fascista o
meno, nello sport, l’unica
cosa che conta, sono i risultati.
Rinunciando al mandato, Miliband ha dimostrato poco
attaccamento alla squadra.
“La politica nel calcio deve
essere estromessa”, il motto
dell’Uefa. Non è con le polemiche sterili e le dimissioni
che si risolve il problema.
Il comune denominatore del
successo, oggi, per Di Canio,
tifosi e dirigenti, è l’unione,
la coesione. Per raggiungere
quell’obiettivo che deve essere centrato a tutti i costi.
La salvezza.
“Good luck”, Di Canio.
F.Co.