Il Direttore, Lunedì 6 Febbraio 2017 - Istituto Internazionale Edoardo
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Il Direttore, Lunedì 6 Febbraio 2017 - Istituto Internazionale Edoardo
ISTITUTO INTERNAZIONALE “EDOARDO AGNELLI” Istituto Tecnico Industriale - Liceo Scientifico Scuole Paritarie (DD. 2789 e 4301 del 15/01/02 e 26/05/03) Sito: www.istitutoagnelli.it e-mail: [email protected] Il Direttore, Lunedì 6 Febbraio 2017 L’ONESTA' “Buoni cristiani ed onesti cittadini, diceva Don Bosco” La parola "onestà" rinvia sopratutto all'ambito delle relazioni sociali. Si parla di affari (e guadagni) onesti, cioè senza frode, di prezzi onesti (cioè non eccessivi), di intenzioni oneste (cioè sincere, non doppie), di critica onesta (cioè non faziosa) e via dicendo. È questo l'ambito in cui il tema dell'onestà si è maggiormente sviluppato. Del resto, in questi anni, le vicende della vita nazionale ed internazionale hanno portato a conferire a questo aspetto un rilievo di primo piano: nella vita politica è stata posta al centro la "questione morale" fino a proporre un po’ di tempo fa la formazione di un "partito degli onesti". Possiamo dire che l'onestà è il valore-base della convivenza. Da notare la parola "base" che descrive, allo stesso tempo, il suo significato il suo limite: l'onestà è una piattaforma indispensabile, non l'intera abitazione. Onesto è chi, nelle relazioni, si comporta in maniera corretta, conforme alle regole; che possono essere le regole positive di uno Stato o quelle intrinseche a un certo tipo di rapporto. L'onestà è la conformità a una certa misura, a una legge che spontaneamente o per convenzione viene accettata come norma in una determinata società. Il suo valore principale è, allora, di creare quella base di fiducia reciproca senza la quale una convivenza è corrosa dal continuo sospetto e diventa, alla lunga, impossibile. Onestà è qui sinonimo di fidatezza; a chi ci chiede consiglio a proposito di qualcuno che non conosce, rispondiamo: «fidati di lui/lei: è una persona onesta». Ma occorre anche dire che l'onestà non è tutto. Il suo limite è ben rappresentato nella figura antica del fariseo dei vangeli e in quella moderna del borghese. Da un lato, una coscienza della propria "giustizia" che crea compiacenza in se stessi e disprezzo degli altri; dall'altro, una correttezza formale (il rispetto delle "regole del gioco") che lascia spazio a ingiustizie sostanziali. Questo limite dell'onestà è l'altra faccia del suo valore: misurati su una legge e adempienti nei suoi confronti, gli onesti sono a posto, esibiscono un comportamento in regola; il che li rende attendibili nell'ordine delle prestazioni e, più in generale, delle relazioni rispondenti a un patto (compreso quello coniugale). Ma non dice nulla della loro disponibilità a un coinvolgimento più profondo: alla generosità e alla compassione, alla solidarietà e al perdono. In questo senso l'onestà è solo una "base" per rapporti umani ben più ricchi e promoventi la dignità e la sicurezza della persona. Ma neanche questa base sembra garantita (altro che edificio intero!), in una cultura dove, al posto della onestà, sembra trionfare, anche nella estimazione più comune, la furbizia, il sapersi arrangiare, il farla franca, l'approfittare delle situazioni e delle persone. ISTITUTO INTERNAZIONALE “EDOARDO AGNELLI” Istituto Tecnico Industriale - Liceo Scientifico Scuole Paritarie (DD. 2789 e 4301 del 15/01/02 e 26/05/03) Sito: www.istitutoagnelli.it e-mail: [email protected] Del resto lo dicevano già gli antichi: "Probitas laudatur et alget" (Giovenale) che tradotto significa: "L'onestà viene lodata ma ha freddo" nel senso che non procura gli agi e le comodità di chi, invece, è furbo e sa approfittare. Essere onesti, quindi, non va da sé, richiede un atto di libertà, una scelta, un comportamento voluto e costantemente controllato. Perché l'essere onesti (rispettare cioè la giustizia nelle relazioni con gli altri) può creare inquietanti interrogativi di coscienza: che cosa è giusto in questa situazione? E non sempre può giovare la indicazione della legge: sia perché la legge è necessariamente generica e non prevede tutti i possibili casi, sia perché la legge, a volte, può essere ingiusta (giustizia per pochi). A quel punto ad orientare e sorreggere la onestà interviene la rettitudine, la fondamentale tensione al bene. Sarà la coscienza "retta" ad indicare il comportamento migliore, fosse anche la disubbidienza (motivata e disinteressata) di una legge. Una scelta del tutto libera, non solo perché nell'ambito etico niente e nessuno può fare da costrizione, ma perché immersi in un ambiente che non celebra (anzi denigra) tale atteggiamento. Credo che, in ultima analisi, in gioco ci sia la felicità, ricordando che essa non dipende tanto dalle situazioni esterne, ma dalle condizioni interne della persona. Può esser vero che, a breve termine, l'essere furbo paga in termini di successo, agi, prestigio, carriera, scalata sociale; ma, a lungo termine, è la onestà che può garantire felicità, vale a dire la soddisfazione (che niente e nessuno può rubare) di essere in pace con se stessi, di aver mantenuto fede alle proprie convinzioni, di aver seminato e fatto fruttificare il bene per sé e per gli altri… È quello star bene con se stessi che nasce dall'essersi identificati (per quanto si può) con il bene stesso. Forse ricordiamo il film "Ramson" (Il riscatto) di Mel Gibson. Tom Mullen è un uomo di successo: ha una compagnia aerea che va a gonfie vele, una moglie bellissima e raffinata, e un ragazzino, Sean, di cui è orgoglioso. Durante un ricevimento un giornalista insinua che abbia comprato la complicità del sindacato per tutelare i propri interessi. Frutto di quell'azione disonesta è un uomo tuttora in carcere. Riesce a tacitare anche questo sospetto quand'ecco che, un pomeriggio, nel parco, Sean viene rapito. È chiaro che il rapimento è un evento traumatico che mette in agitazione la coscienza di Tom: se non avesse commesso quella azione disonesta, sarebbe successo quanto è successo? Valeva la pena giocarsi ciò che più conta al mondo, vale a dire gli affetti più veri e profondi, la serenità di una famiglia, la vita di un figlio? Ed anche se la vicenda si conclude a lieto fine, rimane l'interrogativo: alla fin fine ne vale la pena? ISTITUTO INTERNAZIONALE “EDOARDO AGNELLI” Istituto Tecnico Industriale - Liceo Scientifico Scuole Paritarie (DD. 2789 e 4301 del 15/01/02 e 26/05/03) Sito: www.istitutoagnelli.it e-mail: [email protected] Vi segnalo gli appuntamenti di questa settimana: Uscita didattica: questa settimana le classi V Liceo e ITI sono in visita a Berlino Lunedì 6 febbraio ore 8.00 – 16.00 Uscita formativa al Cottolengo per le classi 3 ITI Martedì 7 febbraio ore 8.00 – 8.15 ore 8.00 – 16.00 ore 8.00 – 13.40 ore 9.00 – 10.30 ore 14.30 – 17.00 Momento di formazione comune in Salone cappella per il Triennio ITI e Liceo Uscita formativa a Chieri per le classi 1 ITI Alternanza Scuola e Lavoro: progetto con FCA per la classe 3 Lic A. Ci si ritrova nel Lab delle Idee. Olimpiadi di italiano per il biennio Liceo Alternanza Scuola e Lavoro: progetto “ patentino della robotica – COMAU” per i ragazzi della 3 Lic B e 4 ITI mec iscritti. Mercoledì 8 febbraio ore 9.00 – 10.30 ore 8.00 – 10.55 Olimpiadi di italiano per il triennio Liceo Alternanza Scuola e Lavoro: progetto “ patentino della robotica – COMAU” per i ragazzi della 3 Lic B iscritti. Giovedì 9 febbraio ore 8.00 – 8.15 ore 8.00 – 16.00 ore 9.15 – 13.40 Momento di formazione comune in Salone cappella per il Biennio ITI e Liceo Uscita formativa a Chieri per le classi 1 Liceo Alternanza Scuola e Lavoro: progetto con FCA per le classi 3 Lic B e 3 mecc. Ci si ritrova nel Lab delle Idee. ore 14.30 – 16.30 Alternanza Scuola e Lavoro: progetto “ patentino della robotica – COMAU” per i ragazzi della 3 eln iscritti, con i loro compagni di 4. Sabato 11 febbraio un gruppo di studenti delle superiori accompagna a Genova i due team di robotica della nostra scuola media per la FIRST LEGO LEAGUE Buona settimana a tutti.