pdf - Fondazione Internazionale Menarini
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n° 366 - agosto 2014 © Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie Direttore Responsabile Lorenzo Gualtieri - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Edificio L - Strada 6 - Centro Direzionale Milanofiori I-20089 Rozzano (Milan, Italy) www.fondazione-menarini.it Pittura inglese verso la modernità La pittura britannica del XVIII secolo, specchio di una società opulenta e orgogliosa dei propri privilegi, si mette in mostra a Roma nelle sale di Palazzo Sciarra Nel Settecento Londra, cuore pulsante di un impero che andava dal Canada all’Australia, vide crescere la sua popolazione di oltre 700.000 abitanti, divenendo la più grande metropoli d’Europa: artisti quali Scott, Marlow, Sandby, a cui si aggiunse il veneziano Canaletto, attraverso le loro vedute testimoniano una città in rapida evoluzione, con effetti considerevoli anche sulla società del tempo. La mostra Hogarth, Reynolds, Turner. Pittura inglese verso la modernità, in corso a Roma fino al 20 luglio presso il Museo Fondazione Roma, intende offrire al pubblico una visione d’insieme dello sviluppo artistico e sociale che nel corso del XVIII secolo accompagnò l’egemonia conquistata dalla Gran Bretagna in ambito storico-politico ed economico. Nelle sale di Palazzo Sciarra, oltre cento opere documentano come nel cosiddetto Mondo Nuovo che nasceva allora, le distinzioni tra aristocrazia e ceto medio tendessero a ridursi sia a livello sociale sia culturale, mentre per gli artisti si andava formando una nuova classe di mecenati, composta da professionisti desiderosi di promuovere e affermare il loro nuovo status. I ritratti di Zoffany, Hodges, Wright of Derby, ci mostrano le figure emergenti di industriali, commercianti, scienziati, esploratori, accanto a musicisti, attori e sportivi, divenuti i beniamini del pubblico. La pittura del tempo documenta questa crescente passione per le arti e per lo sport, accanto allo sviluppo industriale e all’interesse per la scienza, che divengono per la prima volta temi degni di essere rappresentati, così come l’epopea dell’esplorazione dei nuovi continenti. Con lo sviluppo del mecenatismo borghese e la nascita di un “mercato” dell’arte rivolto a un pubblico sempre più allargato, si viene configurando il ruolo delle arti visive - fino a quel momento trascurate dalla cultura britannica - e per la prima volta l’Inghilterra può contare su una propria scuola artistica nazionale, in notevole ritardo rispetto agli altri sopra Joshua Reynolds: Lady Bampfylde Londra, Tate Gallery a lato Johann Heinrich Füssli: La visione della regina Caterina Lytham St Annes Art Collection, Fylde Borough Council (UK) © Tate, London 2014 pag. 2 paesi europei. Il primo posto in assoluto nella vita culturale inglese dell’epoca era occupato dal teatro, una passione che accomunava tutte le classi sociali: non stupisce quindi la nascita in Gran Bretagna di un genere del tutto particolare di pittura, quella dedicata ai soggetti teatrali. I primi esempi si debbono a William Hogarth, che raffigura attori celebri sulla scena; attento testimone e critico dei costumi del suo tempo, Hogarth dette vita inoltre a una serie di incisioni - tra cui il ciclo Marriage à-la-mode o l’Election Day - documentando con una satira a tratti feroce scene di vita sociale e politica; un genere che riscosse grande successo presso i suoi contemporanei. Il soggetto teatrale viene sviluppato anche da Johann Heinrich Füssli, giovane artista svizzero trasferitosi a Londra, autore di una serie di dipinti dedicati a personaggi e scene del teatro shakespeariano, immersi in un’atmosfera onirica di grande suggestione. Il genere destinato a raggiungere una popolarità che non avrà eguali in nessun altro paese europeo è quello del ritratto. Nella mostra romana, la sezione L’età eroica del ritratto presenta una galleria di eleganti nobildonne, generali e gruppi famigliari - fissati sulla tela da pittori come Gainsborough, Reynolds, Ramsay e Zoffany - nei quali scorre davanti agli occhi dello spettatore un mondo compiaciuto di se stesso e del proprio ruolo. Lo stesso spirito anima la pittura di paesaggio, molto amata dai committenti dell’epoca - in gran parte proprietari terrieri - secondo una visione poetica della campagna inglese come moderna Arcadia, custode di bellezza ed armonia, di cui si trova eco nelle liriche di Alexander Pope e James Thomson, ispirate al modello delle georgiche di Virgilio. In quest’epoca venne introdotta la tecnica dell’acquerello, una novità che permise di lavorare all’aperto fermando sulla carta l’immediatezza di luci e atmosfere, e che riscosse uno strepitoso successo fra artisti e dilettanti. Nei dipinti a olio, che venivano portati a termine in atelier, maestri come Gainsborough, Wilson, Stubbs, Wright of Derby testimoniano gli esiti più significa- John Constable: Il canale presso il mulino - Colchester and Ipswich Museums Service tivi cui è pervenuta la scuola paesaggistica britannica, partendo in alcuni casi - come per Wilson e Wright of Derby - da una formazione realizzata in Italia. Nella prima metà dell’Ottocento, la pittura di Constable e Turner appare come il risultato finale di una elaborazione della tradizione paesaggistica del Settecento; al tempo stesso, grazie a un costante lavoro di ricerca e sperimentazione, nei due maestri la pittura di paesaggio evolve verso un progressivo dissolvimento della forma, aprendo l’età della modernità e dando vita a un linguaggio figurativo rivoluzionario, fonte di ispirazione, mezzo secolo più tardi, per gli impressionisti. federico poletti Joseph Mallord William Turner: Paesaggio a Nepi, Lazio, con acquedotto e cascata Londra, Tate Gallery - © Tate, London 2014 pag. 3