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n° 366 - agosto 2014
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Pittura inglese verso la modernità
La pittura britannica del XVIII secolo, specchio di una società opulenta e orgogliosa dei propri privilegi, si mette in mostra a Roma nelle sale di Palazzo Sciarra
Nel Settecento Londra, cuore pulsante
di un impero che andava dal Canada
all’Australia, vide crescere la sua popolazione di oltre 700.000 abitanti,
divenendo la più grande metropoli
d’Europa: artisti quali Scott, Marlow,
Sandby, a cui si aggiunse il veneziano
Canaletto, attraverso le loro vedute
testimoniano una città in rapida evoluzione, con effetti considerevoli anche sulla società del tempo.
La mostra Hogarth, Reynolds, Turner.
Pittura inglese verso la modernità, in
corso a Roma fino al 20 luglio presso
il Museo Fondazione Roma, intende
offrire al pubblico una visione d’insieme dello sviluppo artistico e sociale che nel corso del XVIII secolo
accompagnò l’egemonia conquistata
dalla Gran Bretagna in ambito storico-politico ed economico.
Nelle sale di Palazzo Sciarra, oltre
cento opere documentano come nel
cosiddetto Mondo Nuovo che nasceva
allora, le distinzioni tra aristocrazia
e ceto medio tendessero a ridursi sia
a livello sociale sia culturale, mentre
per gli artisti si andava formando una
nuova classe di mecenati, composta
da professionisti desiderosi di promuovere e affermare il loro nuovo status. I ritratti di Zoffany, Hodges,
Wright of Derby, ci mostrano le figure emergenti di industriali, commercianti, scienziati, esploratori, accanto a musicisti, attori e sportivi,
divenuti i beniamini del pubblico.
La pittura del tempo documenta questa crescente passione per le arti e per
lo sport, accanto allo sviluppo industriale e all’interesse per la scienza,
che divengono per la prima volta temi
degni di essere rappresentati, così
come l’epopea dell’esplorazione dei
nuovi continenti. Con lo sviluppo del
mecenatismo borghese e la nascita di
un “mercato” dell’arte rivolto a un
pubblico sempre più allargato, si viene
configurando il ruolo delle arti visive
- fino a quel momento trascurate dalla
cultura britannica - e per la prima
volta l’Inghilterra può contare su una
propria scuola artistica nazionale, in
notevole ritardo rispetto agli altri
sopra Joshua Reynolds: Lady Bampfylde
Londra, Tate Gallery
a lato Johann Heinrich Füssli:
La visione della regina Caterina
Lytham St Annes Art Collection, Fylde Borough
Council (UK)
© Tate, London 2014
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paesi europei.
Il primo posto in assoluto nella vita
culturale inglese dell’epoca era occupato dal teatro, una passione che accomunava tutte le classi sociali: non
stupisce quindi la nascita in Gran Bretagna di un genere del tutto particolare di pittura, quella dedicata ai soggetti teatrali. I primi esempi si debbono a William Hogarth, che raffigura attori celebri sulla scena; attento
testimone e critico dei costumi del
suo tempo, Hogarth dette vita inoltre a una serie di incisioni - tra cui il
ciclo Marriage à-la-mode o l’Election
Day - documentando con una satira
a tratti feroce scene di vita sociale e
politica; un genere che riscosse grande
successo presso i suoi contemporanei.
Il soggetto teatrale viene sviluppato
anche da Johann Heinrich Füssli, giovane artista svizzero trasferitosi a Londra, autore di una serie di dipinti dedicati a personaggi e scene del teatro
shakespeariano, immersi in un’atmosfera onirica di grande suggestione.
Il genere destinato a raggiungere una
popolarità che non avrà eguali in nessun altro paese europeo è quello del
ritratto. Nella mostra romana, la sezione L’età eroica del ritratto presenta
una galleria di eleganti nobildonne,
generali e gruppi famigliari - fissati
sulla tela da pittori come Gainsborough, Reynolds, Ramsay e Zoffany
- nei quali scorre davanti agli occhi
dello spettatore un mondo compiaciuto di se stesso e del proprio ruolo.
Lo stesso spirito anima la pittura di
paesaggio, molto amata dai committenti dell’epoca - in gran parte proprietari terrieri - secondo una visione
poetica della campagna inglese come
moderna Arcadia, custode di bellezza
ed armonia, di cui si trova eco nelle
liriche di Alexander Pope e James
Thomson, ispirate al modello delle
georgiche di Virgilio. In quest’epoca
venne introdotta la tecnica dell’acquerello, una novità che permise di
lavorare all’aperto fermando sulla carta
l’immediatezza di luci e atmosfere, e
che riscosse uno strepitoso successo
fra artisti e dilettanti. Nei dipinti a
olio, che venivano portati a termine
in atelier, maestri come Gainsborough,
Wilson, Stubbs, Wright of Derby testimoniano gli esiti più significa-
John Constable: Il canale presso il mulino - Colchester and Ipswich Museums Service
tivi cui è pervenuta la scuola paesaggistica britannica, partendo in alcuni
casi - come per Wilson e Wright of
Derby - da una formazione realizzata
in Italia. Nella prima metà dell’Ottocento, la pittura di Constable e Turner appare come il risultato finale
di una elaborazione della tradizione
paesaggistica del Settecento; al tempo
stesso, grazie a un costante lavoro di
ricerca e sperimentazione, nei due
maestri la pittura di paesaggio evolve
verso un progressivo dissolvimento
della forma, aprendo l’età della modernità e dando vita a un linguaggio
figurativo rivoluzionario, fonte di
ispirazione, mezzo secolo più tardi,
per gli impressionisti.
federico poletti
Joseph Mallord William Turner: Paesaggio a Nepi,
Lazio, con acquedotto e cascata
Londra, Tate Gallery - © Tate, London 2014
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