L`anno della fede IV° ciclo

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L`anno della fede IV° ciclo
Congregazione "Servi dell' Eterna Sapienza
Sezione di Milano - Co nvento dei Pad ri Domenicani
Via G. A. Sassi , 3-20123- MILANO
"L'Anno della fede"
11 ottobre 2012 - 23 ottobre 2013
Ciclo di letture a commento del Motu proprio:
"La porta della fede" (2012) di Benedetto XVI.
QUARTO CICLO: martedì 4-11-18 giugno 2013.
Tema: "Tre incontri sullo Spirito Santo negli scritti di Paolo, di Luca e di Giovanni".
Miniatura dal Collectarius Ottobeuren XI secolo - Londra
PROGRAMMA
martedì 4 giugno -ore 18: " Lo Spirito Santo nelle Lettere di Paolo
"
(Rom c. 8)
martedì 11 giugno -ore 18: " Lo Spirito Santo nell' Opera lucana "(Vangelo e Atti)
martedì 18 giugno -ore 18: " Lo Spirito Santo in Paolo e Giovanni: un confronto"
Relatore p. Agostino SelvaOP
Sala San Domenico - Convento dei Padri Domenicani
Ingresso da via G.A. Sassi, 3- Milano - Ingresso libero
La Liturgia del Tempo Pasquale in preparazione alla
Solennità della Pentecoste ha presentato ai fedeli
due testi fondom�ntali: gli Atti degli Apostoli, nei
quali Luca ra cconta l'origine della Chiesa e la prima
diffusione del messaggio evang elico nel mondo al­
il Vangelo secondo Giovanni,
posato l a sua testa sul Cuore di
loro conosciuto, e
colui che aveva
Gesù nell'Ultima Ceno (Gv
13,25;21,20).
La Festa di Pentecoste era celebrata dagli Ebrei
(anc he come "Festa delle Settimane") per ricordare
il dono della Legge (Es 19,1) e al tempo di Gesù ri­
c hiamava
o
Gerusalemme un gran numero
"Giudei osservanti di ogni nazione che
di fedeli:
è sotto il
cielo" (At 2,5 ss.).
Gesù risorto aveva raccomandato ai suoi discepoli
di non allontanarsi da Gerusalemme in attesa dello
Spirito Santo (Le 24,49; At 1,4), a compimento de lla
profezia di Gioele (GI 3,1 ), come ha confermato
Pietro nel suo
di Pentecoste
discorso alla folla accorsa nel giorno
(Atti 2,1
ss. ) .
Del dono dello Spirito Santo, tuttavia, non ha par­
lato solo Luca negli Atti: prima di lui ha scritto /'apo­
stolo Paolo nelle sue Lettere. A completamento dei
tre cicli di letture organizzati per l'Anno della Fede,
abbiamo ritenuto allora opportuno prendere in con­
siderazione il contributo di Paolo. Inoltre, conside­
reremo anche quello di Giovanni, particolarmente
profondo. Se il Vangelo secondo Luca è prezioso
nell'esaltare l'opera misteriosa dello Spirito Santo
n el seno di Maria e pe r farci conoscere la venuta di
Gesù nella carne, il confronto fra i testi di Paolo e
quelli di Giovanni, che ha scritto per ultimo, è oc­
casione per rifleffere sulla profondità del dono
dello Spirito Santo dato da Gesù a lla sua Chiesa.
·
Congregazione "Servi dell' Eterna Sapienza"
Sezione di Milano - Convento dei Padri Domenicani
Via G. A. Sassi , 3-20123- M I LANO
Milano, martedì 4 giugno 2013
"L' AN N O DELLA FEDE " (11 ottobre 2012 - 23 ottobre ottobre 2013)
Quarto ciclo : Tre i n contri s ul tema :"Lo Spirito Santo negli scritti di Paolo,
di Luca e di Giovanni" ( 4 - 11 - 18 g i ugno 2013)
Duccio di Boninsegna ( 1255 -1318), Pentecoste. Duomo di Siena
Lez 1a: Sala San Domenico, ore 18
"Lo Spirito Santo nelle Lettere di Paolo" (Rm VIII)
Relatore p. Agostino Selva o.p.
" Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che
Gesù aveva loro fissato. quando lo videro, gli si prostrarono innanzi;
alcuni però dubitavano. E Gesù, avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato
dato ogni potere in cielo e in terra.
[ 19] Andate dunque
e ammaestrate
tutte le nazioni, batteg.zandole nel nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito santo, [20] insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho
comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo" (Mt 28, 16-20).
I NTRODUZ I O N E
Vi sarete già chiesti : il tema proposto è relativo all' opera di San Paolo, come
mai il P. Agostino ci p resenta u n testo di san Matteo? La domanda è motivata e la risposta è
com p rensibile. I l testo di Mt 28, 19 non solo conclude il vangelo di Mt, ma è anche l u nico testo nel
quale viene afferm ato i n modo preciso il mistero delle tre Divine Persone: Padre, Figlio e Spirito
Santo. Questo testo presenta m olti probl e m i di g rande i nteresse, che solitamente non vengono
discussi , oggi possiamo solo fare solo brevi n ote, rimandando allo studio dei veri com m enti. Prima di
tutto questa "apparizione" di Gesù risorto su un monte in G alilea, è con nesso con l' apparizione di u n
angelo d e l Signore a l l e pie d o n n e c h e erano andate al sepolcro. : L'angelo d e l Sig nore disse loro:"
Presto, andate a dire ai suoi discepoli: " E' risorto dai morti, ed ecco vi precede in Galilea; là lo vedrete". lo
ve l' ho detto. Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'
annuncio ai suoi discepoli" ( Mt 28, 7-8).
Segue l' incontro del Risorto con le pie donne:" Ed ecco Gesù venne loro incontro e disse: "Salute a voi! Ed
esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro:" Non temete; andate ad
annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea; là mi vedranno" (Mt 28, 9-10).
"Gli undici discepoli, intanto andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando
lo videro si prostrarono. Alcuni però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro.·" A me è stato dato ogni
potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e
Tre incontri su l lo Spirito Santo : Paolo, pag
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del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono
con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" ( Mt 28, 16-20).
Leggendo attentamente le due scene e il racconto dell'apparizione di Gesù ai discepoli a
Gerusale m m e, e il testo relativo all'apparizione in Galilea, si osserva che si tratta di due documenti
(=tradizioni) dive rse . Mt conosceva q uesti testi e la scena nel Cenacolo: q ui sul Monte scrive : " i
discepoli si prostrarono, ma alcuni "dubitavano" mentre vedevano Gesù Risorto. Anche Mc 16,11
sottolinea ":non credettero" al racco nto delle pie donne, e Le 24, 11 : confe rma :"quelle parole parvero
loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse". Gv (20, 2-1 O) ci ha lasciato l ' atteggiamento
negativo di Tom m aso. Questa .situazione interiore non ci stupisce perché Gesù Risorto si m ostra con
tratti diversi : vedi Gesù scam biato con un ortolano, i due discepoli di Em maus che non riconoscono
subito i l compagno di viaggio . Ci vuole sem p re un "q ualche cosa" di inconfondibile che riveli CH I è
veram ente Colui che si manifesta ag li Apostoli.
Non ci viene dato il nome del "monte" dove è avve n uto questo "ultimo" incontro di Gesù (così anche
nel caso della Trasfigurazione) . Si com prende m eglio i l m otivo che ha spi nto Gesù - secondo q uesta
tradizione - a manifestarsi Gesù Risorto su un m onte della Galilea per dare ai suoi il comando
solenne :"Andate . . e la form ula trinitaria . . . nel conferire i l battesimo. In Galilea Gesù aveva
iniziato la sua attività (discorso a Nazaret Le 4), s u l monte delle beatitudi ni aveva pronunciato il
g rande "discorso" ( Mt cc. 5-7), la Galilea era riten uta "delle Genti" ( ls 8, 23; Mt 4, 15), espressione
negativa com e dice espressam ente Natanaele a Filippo che gli aveva detto di avere i ncontrato il
Messia: " Da Nazaret può mai venire qual che cosa di buono?" ? Gv 1, 46.
Non è casuale q uesto solenne comando di G es ù : " andate e ammaestrate tutte le nazioni" .
Constatiamo u n p rog resso nelle parole di Gesù ai suoi discepoli . Gesù, dopo u n a notte di preghiera,
( Le 6, 12), aveva scelto - fra il g ruppo dei discepoli, 12 discepoli, che ha chiam ato "Apostoli "
(apostolo = inviato ) e li ha mandati a scacciare i demoni e a guarire og ni sorta di malattie e infermità
(Mt 10, 1 ss) . Ne ha scelto 12 (come le tribù di Israele) e ha ordin ato: "Andate" , ma con dei "limiti
"non fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani , ma alle perdute pecore della casa di Israele". Ma
dopo la sua Morte-Risu rrezione Gesù ha aperto il suo m essaggio di salvezza e affidato alla sua
Chiesa inviata a tutte le genti . La form ula :"battezzandole nel Nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo" che si trova solo i n questo testo di Matteo, è i m portantissim a, ma non può risalire a
Matteo, perchè è già il frutto dell' uso litu rgico che si è stabilito nella com u nità p rimitiva. Dagli Atti
i nfatti (1,5; 2, 38) sappiamo che al principio i convertiti venivano battezzati "nel nome di Gesù" (vedi
nota della BJ) . La n u ova form ula del battesim o "nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo"
rimarrà nella dottrina della Chiesa, la "spiritualità cristiana è "Trinitaria" e la Chiesa ce lo ripete di
continuo attraverso la litu rgia.
I L CONTRIBUTO DI PAOLO .
Veniamo final m e nte al tema della lezione odierna. Perché cominciamo
a parlare dello Spi rito da Paolo? Perché Paolo è stato il primo a scrivere i testi che troviamo nel N,T.
e Paolo aveva ricevuto una solida formazione a Gerusale m m e ed aveva una conoscenza p rofonda del
"Giudaismo", in te rzo l uogo Paolo ha fatto u n ' esperienza u nica nell' incontro con i l C risto R I SO RTO
che lo ha chiam ato per far conoscere ai pagani - ma non escl usivamente a loro - che Gesù di
Nazaret è il Salvatore del mondo.
All'Apostolo Paolo, i n questi a n ni - a cominciare dal 1996 !! (sei lez in preparazione al santo
Natale ), abbiamo dedicato tante lezioni all' Apostolo delle Genti, seg uendo per quanto era possibile il
calendario litu rgico . I n particolare la celebrazione dell' Anno Paolino (2007-2008) ci ha m pegnato
per ben 21 lezioni + 2 su san Paolo nell' Arte, lezioni tenute dal Prof. Simone Ferrari . Ma altri
interventi su Paolo sono stati affrontati in occasione dell' Anno Santo e dell' Anno sacerdotale (2009) e
ora per "l' Anno della Fede" , q u attro cicli di Lett u re. Oggi i nizia il q uarto ciclo sullo Spi rito Santo i n
S a n Paolo.
Per i nquadrare bene la dottrina e l' opera di Paolo occorre ricordare tre cose:
- prima. Paolo è u n G i udeo (Sau lo) convi nto, della tribù di Beniamino, nato a Tarso nella Cilicia (At
21,39; 22,3), attuale Tu rchia meridionale, Dal padre ha ereditato la cittadinanza romana, per cui gli fu
risparmiata la flagellazione (At 22, 25-29) ed ha avuto la possibilità di appel larsi all' i m peratore (At
25,11, sia p u re dopo u n a l u nga attesa (due a n ni trasco rsi a Cesarea essendo Procu ratore romano
pri m a Felice (52-60) e poi Festa (60-62) . Sau lo è cresci uto i n u n ambiente ellenistico: Tarso era una
città i m portante, g rande e prosperosa, posta all' incrocio fra le strade che dal l ' Eufrate andavan o al l '
occidente e da Antiochia salivano a nord . Antioco I V, vi insediò del 171 a . C . u n a colonia d i giudei per
p rom uovere i l com mercio e l' indust ria ( 2 M ac 4, 30-31 ). Ed ucato nel Giudaismo prima a Dam asco e
poi a Gerusalemme sotto la guida di Gam aliele (At 22,3) .
seconda.
Saulo
non ha conosciuto Gesù di Nazaret,
non
è stato ch iamato assieme ai Dodici e
q uesto fatto sarà motivo di contestazione e di u n ce rto pregi udizio nei suoi confronti , per cui ha
Tre incontri sullo Spirito Santo : Paolo, pag
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2
dovuto difendere la sua autorità:" Non sono io apostolo? Non ho visto il Signore?" ( 1 Cor 9, 1).
Di fatto Paolo ci ha lasciato la p rima testimonianza delle apparizioni del Risorto (1 Cor 15) e il
racconto della istituzione della Cena del Signore (1 Cor 1 1 , 23 ss) . Fu accanito persecutore dei
seguaci di Gesù, testimone del martirio di Stefan o (At 8,3; 9, 1-2; 1 Cor 15,9; Gal 1,13; Fil 3,6) .
Sau lo, così fiero e convinto della p ropria fede è stato abbattuto dal Risorto s u l la via di Dam asco ( At
9, 3-8+ 22, 1 ss; +26, 1, ss) . Non si può parlare di "conversione" nel senso com une del termine =
Saulo non ha cercato Gesù, è stato Gesù a cercare Sau lo ed a convincerlo con la forza della sua
g razia che Egli è dawero i l Sig nore . Ten uto conto del suo tem peramento e della sua form azione, si
può i m m aginare il rivolgim ento i nteriore di fronte alla voce :" Saulo, Saulo, perchè mi perseguiti?" (At
9, 4 ss) . L' adesio ne a Cristo n on ha avuto tentennamenti o ripensam enti; Paolo non astante le m olte
p rove e soffe renze (rimando ai testi che non posso riprodu rre= 2 Cor 4,8 ss; 6, 4 ss :" in ogni cosa ci
presentiamo come ministri di Dio . . . nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce . . . "2 Cor 11, 22 ss:"
Sono Ebrei? Anch 'io! . .. cinque volte dai Giudei ho ricevuto i 39 colpi..pericoli di fiumi, di briganti..fame e
sete . . . il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le chiese .. " Sono pagine straordinarie che non
possono !asciarci i ndiffe renti :" Mi ha amato e ha dato se stesso per me" (Gal 2, 20) .
terza. U n problema che non può essere ignorato parlando di Paolo e delle sue lettere, è que llo
relativo al rapporto fra queste e il racconto degli Atti che dal c. 15 i n poi riguardano esclusivamente '
Apostolo. Sono d u e fonti i m portantissim e, m a sono owiamente diverse e ciò comporta alcune
difficoltà di accordare i diversi elem enti. Ad es. Luca negli Atti non parla mai delle Lettere dell'
Apostolo scritte alle varie com u nità, lettere che e rano già diffuse q uando Le ha scritto gli Atti, i l che è
u n po' strano. Altre difficoltà nascon o da alc u ni silenzi, ad es. Paolo non parla_dei problemi posti da
quelli di Cori nto o da quelli della Galazia. Luca negli Atti non parla del martirio di Paolo.
Alcuni critici affermano che il Paolo degli Atti è u n po' diverso dal Paolo delle Lettere, ma
questa difficoltà è ben comprensi bile ten uto conto della diversità degli scritti ad es. u n conto è il Paolo
delle Lettere autentiche da quelle che sono dettate.
Le Lettere autentiche sono sette : l Ts, Gal , Fi l,
Fm , 1e 2 Cor , Rm . Le lettere
Deuterocanoniche sono : 2 Ts, Col , Ef, Tit, 1 e 2 Tm che fan no parte della tradizione paolina.
Nel N .T. per indicare lo Spi rito Santo si usa il termine "pneuma" = spi rito ed è presente 379 volte.
San Paolo usa questo ben 146 volte; e i n più usa per 24 volte il termine pneumatikos =spi rituale.
Ved rem o m eglio la p rossima volta, m a una piccola nota aiuta a com p rendere m eglio la situazione.
L' Opera lucana (vangelo + Atti) contiene ben 37778 parole, m entre il corpus paolino che com prende
32.303 parole, m a ha 106 testi sullo Spirito Santo. E Giovan ni? In Giovan ni, che è i l più profondo
deg li Evangelisti troviamo solo 12 passi sullo Spirito Santo. Molto meno n u m e rosi i testi che
troviamo i n Mt e Marco.
E' già possi bile fare u n a p rima considerazione : ten uto conto che Paolo è stato il primo a
scrivere ( la 1a ai Tessalonicesi risale al 50/51 d . C . e l' u ltim a (ai Rm ) risale al 57/58, mentre gli
evangelisti Mt e Mc hanno scritto tutti dopo la morte di Paolo. Bisogna riconosce re che il grande
evangelista dello Spirito Santo è senza dubbio san Luca autore degli Atti , che tutti considerano i l
"Vangelo dello Spirito Santo", ma il contri buto d i Paolo è g randioso p e r le ragio ni già segnalate .
L' ESPERIENZA DI PAOLO.
Mentre Giov nel suo vangelo ci ricorda la prom essa di Gesù di inviare lo Spirito Santo, Paolo
ha com e pu nto di partenza i l suo incontro con i l Risorto. Luca racconta la sua conversione negli Atti
(9, 1- 19; 22, 4-21; 26, 9-18) , ma Paolo parla della sua chiamata in termini autobiog rafici: Gal 1, 1124: " Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia,
si compiacque di rivelare a me suo Figlio perché lo annunciassi in mezzo ai pagani, subito,
senza consultare nessun uomo, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli
in Arabia e poi tornai a Damasco" (1, 15-16) . Paolo afferma in q ueste
preziose righe di non aver s u bito alcun i nflusso esterno , neppure da parte degli "altri Apostoli". Tutto
il racconto si concentra nel dialogo con Gesù, non si parla (qui ) neppure dello Spirito : Paolo ha visto
il Sig nore che lo ha chiam ato perché andasse in m ezzo ai pagani a predicare . I l "suo vangelo" come lo chiama nelle sue lettere - è stato infuso i n l ui per "mezzo di una rivelazione di Gesù
Cristo". Questa prerogativa: "Paolo chiamato apostolo per volontà di Dio" è fondam entale e viene
ribadita in q uasi tutte le Lettere (1, Cor , 2 Cor, Gal, Rm, Col, Ef , 1 e 2 Tm e Tt) . E' ancora i n seguito
ad u n a "rivelazione" che Paolo va a Gerusale m m e per esporre il suo Vangelo (At 9,26; Gal 1, 18-24)
a Pietro e a Giacomo. Paolo distingue bene l'evento accad uto s u l l a via di Damasco (1 Cor 9,1;
15, 18) dalle visioni e rivelazione che ebbe in seguito (At 16,9; 18,9; 22,18; 23,11 ) . E' soltanto la
situazione polemica che lo spinge "a vantarsi delle visioni e delle rivelazioni del Signore" ( 2 Cor
12, 1 ss.) la caratteristica più p rofonda è la conformità a Cristo crocifisso (2 Cor 12,1O) .
prima di me , mi recai
LO SPIRITO SANTO NELLA
VITA DI PAOLO
Tre incontri sullo Spirito Santo : Paolo, pag
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Se la sua missione ai pagani è dovuta al Risorto, chi lo ha ascoltato ha sperimentato la ''forza
dello Spirito" che lo ha sostenuto nella sua predicazione:
" Quando venni tra voi, non mi presentai ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di
parola o di sapienza. Io ritenni di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù e questi crocifisso. Io venni in
mezzo a voi in debolezza . . . e il mio messaggio non si basarono su persuasivi discorsi di sapienza, ma sulla
manifestazione dello Spirito e della sua potenza" (1 Cor 2, 1-5; + 1 Tss 1 , 5; Rm 15, 19) . "Ma Dio le ha
rivelate a noi per mezzo dello Spirito" (1 Cor 2, 1 0).
E' lo Spirito che attesta la veracità della sua predicazione ed è presente nella sua attività apostolica
specialmente in favore dei pagani :" Mi è stata concessa la grazia da parte di Dio di essere un ministro di
Gesù Cristo tra i pagani, esercitando l' ufficio sacro del vangelo di Dio perché i pagani divengano un '
oh/azione gradita e santificata dallo Spirito Santo" (Rm 15-16) .
Per com pletare u n po' il q uadro s u l l ' esperienza di Paolo come scrive Le negli Atti, mi pare utile
richiamare q uesti testi :
Atti 9, 17. Luca nel racconto della conversione inserisce l' intervento di Anania che a Damasco trova Paolo, gli
impose le mani e disse :" Saulo, fratello mio, mi ha man dato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale
venivi, perché riacquisti la vista e sia ricolmo di Spirito Santo" e fu subito battezzato At 9, 17 +At 22, 1 ss (discorso di
autodifesa a Gerusalemme). Paolo fu guarito dalla sua cecità, battezzato e ricolmo dello Spirito Santo.
Atti 13,2. Luca ricorda come ebbe inizio la missione di Paolo ad Antiochia:" Mentre
essi stavano celebran do il
culto del Signore e digiunan do, lo Spirito Santo disse:" Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho
chiamati".
(At 1 3,4). E
Elimas, Paolo "pieno di Spirito Santo" io ha rimproverato e
"Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero m a Seleucia e di qui salparono per Cipro"
quando a Pafo incontrarono un mago di nome
minacciato fasciandolo cieco (At 1 3, 1 0.1 2)
Atti 16,6. Durante il UO viaggio Paolo progettava di recarsi nella Bitinia, ma ci fu l' intervento dello Spirito Santo
che "vieta loro" di predicare nella provincia dell' Asia perché il disegno divino aveva provisto il passaggio in
Macedonia.
Atti 19,1 ss. Paolo giunge ad Efeso, ma si accorge che i fedeli hanno ricevuto solo il battesimo di Giovanni.
Paolo allora li battezza "nel nome del Signore", impose loro le mani e "scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in
lingue e profetavano".
Atti 20, 18 ss. Luca riporta il toccante discorso di addio a Mileto. Sa che non rivedrà più quei volti e dichiara:"Ed
ecco ora, avvinto dallo Spirito io vado a Gerusalemme senza sapere ciò che mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo
Giunto a Cesarea (Marittima) Paolo fu accolto da un
discepolo di nome Filippo (uno dei sette), ma è arrivato anche un profeta di nome Agapo, che ha fatto una
profezia "mimata": prende la cintura di Paolo e si lega mani e piedi e dice:" "Questo dice lo Spirito: l'uomo a cui
appartiene questa cintura sarà legato dai Giu dei a Gerusalemme e verrà quin di consegnato nelle mani dei pagani"( At
in ogni città mi attesta che mi atten dono catene e tribolazioni".
2 1 ' 8-1 4).
LA LETTERA DI PAO LO Al ROMAN I . Penso alla vostra stanchezza nell'ascoltare una lezione spero
interessante, ma anche lunga e faticosa. Ma nella intestazione "
: Lo Spirito Santo nelle Lettere di Paolo " vi una
riferimento al c. V 111 della Lettera ai Romani. Abbiamo ancora due incontri e quindi vi è la possibilità di
completare l'esposizione. Diciamo alcune cose essenziali di introduzione (nel 1 996 ho dedicato un ciclo di sei
lezione sulla Lettera ai Romani!!) . Ma il tempo è passato e anche lo studio si è perfezionato. Diciamo perciò:
1 o Il cap. VIli della Lettera ai Romani è non solo il più lungo di tutta la lettera, è il testo più importante
dell' Opera Paolina, ma è anche il più vibrante. Un dato è significativo: mentre nei cc. 1-7 il termine "Spirito"
(Pneuma) appare 4x e nei cc. 9-16 solo 7x, nel c. VIli, 1-30 a ppare ben 19x.
Dello Spirito Santo, Paolo , nell' indirizzo aveva già parlato di Gesù " costituito Figlio di Dio con potenza
me diante lo Spirito"
Rm 1,4 ., In Rm 5,5 :
"
La speranza non delu de perché l' amore di Dio è stato riversato nei
che ci è stato dato. (vedi ricca nota in BJ al Rm 5,2 ; 5, 5).
Nel c. V Paolo delinea le conseguenze dell' azione compiuta da Dio mediante il suo Figlio che ci ha
liberato dalla schiavitù del peccato , della morte e della legge ( Rm 5, 1 2- 7, 25) . Il cristiano guidato dallo
Spirito può vivere con gioia la sua figliolanza divina con la certezza di poter ricevere , un giorno, la pienezza di
quei beni che Dio, secondo il suo disegno salvifico , gli ha promesso.
L' es pressione " in Cristo Gesù" che troviamo al v. 1 e al v. 39 del c. VIli, delimita questa sezione dedicata
alla vita del cristiano nello Spirito.
Vi sono tre parti : 1a: 8, 1-11 ; 2a: 8, 12-30 ; 3a : 8, 31-39.
nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo"
Prendiamo in considerazione i primi vv. 1-4 :
Tre i ncontri sullo Spirito Santo : Paolo, pag
.
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Congregazione "Servi dell' Eterna Sapienza"
Sezion e di Milano - Convento dei Padri Domenicani
Via G . A. Sassi , 3 - 20123 - M I LANO
Milano, martedì 11 g i ugno 2013
"L'ANNO D ELLA FEDE" (11 ottobre 2012 - 23 ottobre ottobre 2013)
Quarto ciclo : Tre i n contri s u l tema
:"Lo Spirito Santo negli scritti di Paolo,
i Luca e di Giovanni" ( 4-11 - 18 giugno 2013)
Lez 2a: Sala San Domenico: ore 18
"Lo Spirito Santo nell'Opera Lucana (Vangelo e Atti)"
a cura di p. Agostin o Selva o.p.
INTRODUZION E
Martedì scorso ( 4 giu ) per motivi d i tem po, n o n ho potuto terminare l a 1a lezione e i n più - per difficoltà
grafiche - non era stata stam pato (a p. 4 della dis pensa ) testo di Paolo Rm 8, 1,4 che concl udeva la
lezione d edicata a s. Paolo. Esigenze di completezza esigono di presentare il testo.
Nel c. V Paolo ha delineato le conseguenze dell' azione compiuta da Dio mediante il suo Figlio che ci
ha liberato dalla schiavitù del peccato , della morte e della legge (Rm 5, 12- 7, 25). Il cristiano guidato dallo
Spirito può vivere con gioia la sua figliolanza divina con la certezza di poter ricevere , un giorno, la pienezza di
quei beni che Dio, secondo il suo disegno salvifico , gli ha promesso. L' espressione: " in Cristo Gesù" che
troviamo al v. 1 e al v. 39 del c. VIli, delimita questa sezione dedicata alla vita del cristiano nello Spirito.
Vi sono tre parti : 1a: 8,1-11; 2a: 8, 12-30 ; 3a : 8, 31-39. Prendiamo in considerazione i primi vv. 1-4 :
"Quanto poi alle carni immolate agli idoli, sappiamo di averne tutti scienza. [2] Ma la scienza
gonfia mentre la carità edifica. Se alcuno crede di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna
sapere. [3] Chi invece ama Dio, è da lui conosciuto. [4] Quanto dunque al mangiare le carni immolate agli
idoli, noi sappiamo che non esiste alcun idolo al mondo e che non c'è che un Dio solo" . .....
I l proposito era di completare la lettura-meditazione del c. V I l i della lettera ai Romani che come, ab
biamo, detto raccoglie i testi più im portanti s u l la presenza dello S pirito Santo nella vita del cristiano.
Ma non possi bile attuare il programma per cui mi scuso a ncora u na volta, pro m ettendo di trovare
altra occasione.
LO SPIRITO SANTO N ELL'OPERA LUCANA. I l nome "Luca" ( derivato da Lucio o da Lucano),
com pare nella lettera ai Colossesi ( 4,14) come "caro medico", .com pag no di Paolo nel secondo
viaggio fino Filippi e nel terzo viaggio fino a Roma ( Fil 24:9 ) . Paolo lo ricorda assieme a Marco,
Arista reo e De ma. Del s u o proposito di scrivere il suo "Vangelo" parla nel prologo (Le 1, 1- 4) e
i ntrod ucendo il secondo vol u m e "Atti :"
[ 1, 1 ] "Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio
fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, eglifu assunto
in cielo. [3] Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta
giorni e parlando del regno di Dio. [4] Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da
Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre "quella, disse, che voi avete udito da
me".
Possia m o pensare a Luca come ad u n paga no convertito, nato probabi l m e nte ad Antiochia di
S iria, di cui conosceva bene la vita e l' organizzazione, conosce n za che si manifesta nella preziosa
sua opera (il terzo Vangelo e gli Atti degli Apostoli), la più vasta del N .T. bene prese ntata come
"Opera Lucana". Gli stu diosi sono divisi s u l progetto i niziale di Luca: solo il Vangelo o a nche gli Atti?
Prevale la tesi di u n opera "u nica", e i nfatti la tradizione ci fa conoscere i motivi e l' op portu nità di
porre il terzo vangelo (quello di Luca ) dopo quello di Marco e di separare e pubblicare gli Atti dopo i
4 vangeli. D'altra parte i d u e prolog hi dim ostrano la solidità e la serietà dello "storico"che ha vol uto
dim ostrare la "conti n uità" del processo di svilu ppo del Regno di Dio, reso possibile dalla potenza dello
Spirito Santo .
Abbiamo già d etto nella prima lezione l = utilit' d i confrontare fra il contributo d i Paolo e
quello di Luca. Le Lettere d i Paolo riconosci ute autentiche sono sette: l Ts, Gal , Fil, Fm , 1e 2
Cor , Rm ; le Lettere Deuterocanon iche sono sei : 2aTs, Col, Ef, Tit, 1 e 2 Tm.
Questi testi fan n o parte della tradizione paolina.
Tre incontri sullo Spirito Santo
:
L'Opera lucana, pag
•
1
1
Nel N .T. per indicare l o Spirito Santo, s i usa il ter m i n e "pneu ma" =spirito ed è presente 379 volte.
San Paolo usa q uesto term i n e ben 146 volte e in più usa per 24 volte il ter m i n e pneumatikòs =
spirituale.
L'Opera lucana (Vangelo +Atti ) contiene ben 37778 parole* Vg 19.404 , At 18 .374 ( ed è
la più i m ponente, perché il corpus paolino che com prende 32.303 parole, delle quali ben 146 sono
testi sullo Spirito Sa nto m e ntre Luca presenta solo 106 testi relat ivi allo Spirito Santo.. Vedremo nella
prossi m a lezione il contri buto d i Giova n n i - l'evangel ista - che usa poch iss i m o i l ter m i n e Spirito Santo,
ma è il più profondo nel parlare dello Spirito Santo.
Nel presentare q uesto "confronto" ( Paolo - Luca) è bene tener conto delle "date", perché
Paolo scrive i pri m i testi nel 51/52, mentre Luca scrive i l suo Vangelo e gli Atti i ntorno agl i a n n i
70/80. Occorre inoltre ricordare c h e Luca, prove niente d a l paganes i m o, è stato a l u ngo accanto a
Paolo (Col 4, 14; 2 T m 4,11, Fm v.24) e il "noi" che appare i n alcune pag i n e degli Atti (At 16, 10-17:
20 , 5-15; .. ), fa pensare ad u n a test i m o n ianza d iretta d i Luca, al segu ito d i Paolo, d i quello che ha
narrato. Luca ci ha lasciato neg l i Atti la descrizione più am pia di quanto è avven uto nel giorno della
Pentecoste ed è bene ricordare che la Pentecoste "cristiana" è avve n uta nello stesso giorno nel
quale gli Ebrei celebravan o (e anche oggi celebrano) la grande festa della Pe ntecoste detta delle
"settimane" ( i n eb. Shavu'ot ) perché celebrata C i n q uanta gior n i dopo la Pasq ua ( Es 34,22 Lv 23,15).
Pietro nel suo d iscorso pron u nciato i n quel g iorn o (At 2,1 ss) ha proclam ato il com piersi della
profezia d i Gioele (2, 28-32). Tante volte s i è detto che gli Atti degli Apostol i sono chiamati " il Vangelo
dello Spirito Santo", perché è lo Spirito Sa nto che apre la via al S ignore. E- lo Spirito test i m o n ia la sua
presenza col i l com pimento dei m iracol i: ved i l'episod io dello strorpio guarito al Tem pio.per l'
i ntervento d i P i etro e Giova n n i (At 3, 1 ss). E- anche i nteressante presentare lo schema dei d iscorsi
che Luca ci ha lasciato negli Atti.
discorsi· di q uesti otto sono d i
è specificato n e l l o schema: NB. Ho lasciato
N eg l i Atti d e g l i Aposto l i , a b itua lmente vengono contati 24
P i etro , nove d i P a o l o , sette d i a l tri p erson a g g i , come
spazio libero a
dx
per stimo!arvi ad aggiungere
q ual ch e no ta>
lo
discorsi di Pietro:
i0 At 1, 16-22 a Gerusalemme
uo " 2, 14- 36 a G e rusalemme
!W " 3, 12 - 26 a Gerusalemme
IV0 " 4. 8 - 12 a Gerusalemme
vo " 5, 29 - 32 a Gerusalemme
V!0"
V!l"
V!UO
10. 34-43 a Cesarea
11, 5- 17
"
15, 7 -11
a
Gerusalemme
a Gerusalemme
discorsi di Paolo
IXo 13, 16-41 a d Anti ochia
xo " 14, 15-17 a Li stra
Xlo " 17, 22-31 ad Aten e
XUO " 20, 18- 35 a M i l eto
XIUO" 22, 1 . 21 a Geru s a l emme
XIVO" 24, 10- 21 a Cesarea
xvo " 26, 6-23 a Cesarea
XVI" 27, 21 -26 s u l l a n ave> Roma
XVW " 28, 17, 20 a Roma.
discorsi di altri
XVIII" ·7, 2 53 d i Stefa n o
XIX" ·15,13,21 d i G i a como
XX" ·5, 35 ·39 di Gama l i e l e
XXI" ·19,25· 2 7 d i Demetr i o orafo
XXII" 19, 35 - 40 d e l cance l l i ere
XXIII" ·24,2-8 di Terl u l l o
XXIV 25, 2 4 - 2 7 d i Festo Procura tore
•
•
D a q u esto sch ema ved i amo s u b ito che 7 d e g l i 8 d i scorsi di Pi etro s o n o stati pro n u n ci ati a
G eru sal emme,d i versame nte d a P a o l o le c u i sedi s o n o d i ssemi n ate l u n g o i v i agg i.: da Gerusalemme a
Roma. Qua nto a l l a l u ngh ezza d e i d i s corsi: il p i ù l u ngo è q u e l l o d i Stefa n o d avanti al S i nedrio (XVIII"),
mentre alcuni fra quelli di Paolo
sono molto brevi. Per il loro "contenuto" alcuni sono detti ''missionari"
perché rivolti ad u d i tori c h e n o n conosceva n o a n cora il messaggio evangelico e
X", Xl".
sono: !!", 1!1", VI", IX",
Tre incontri sullo Spirito Santo : L'Opera lucana, pag .
2
Questi discorsi sono bene strutturati e rivelano la mano del "redattore" Luca e questo intervento appare
evidente nel confronto anche rapido con i discorsi che leggiamo nei "Vangeli Sinottici". D'altra parte
l'intervento degli Evangelisti, che pur ispirati sono giustamente considerati "veri Autori", è evidente anche
nei discorsi di Gesù: es. classico il discorso della Montagna (Mt 5-7) e quello di Luca detto "della Pianura"
(Le 6, 20-49).
LO SPIRITO SANTO NEL VANGELO DI LUCA
Dopo i brevi richiami sullo Spirito Santo negli Atti degli Apostoli sui quali torneremo nella seconda
parte della lezione, concentriamo ora la nostra attenzione sullo Spirito Santo nel Vangelo di Luca.
Dal
confronto sinottico (Mc·Mt·Lc) risulta che Luca molto più di Mc e Mt, esalta la presenza
dello Spirito Santo nella vita di Gesù; anzi è un tratto fondamentale dell' immagine lucana di Gesù,
molte volte presente assieme allo Spirito Santo. Luca cita lo Spirito Santo 36 x nel Vangelo e 70 x
negli Atti (tot 106 volte) contro Mt 19 x e Mc 23 x.
Una lettura più attenta di Luca mette in evidenza nel suo vangelo rispetto a Mc e Mt, una
diminuita tensione escatologica, motivata dal ritardo della Parusia; mentre si accentua l'idea del
"Regno già presente" Le 17,21ss. Per questa ragione si dice giustamente che con la Pentecoste (da
Luca ampiamente descritta negli Atti), si è inaugurato il cosidetto "tempo della Chiesa", che è il tempo
che va dalla Risurrezione di Gesù e Pentecoste alla Parusia, cioè al ritorno finale di Gesù. Nei primi
tempi la Parusia sembrava imminente, di qui il disagio nelle prime comunit'a * 1 Ts 1,1 O< 2, 19<.= 1 Pt
2,12. Il "tempo della Chiesa" si protrae da 2000 anni. Bisogna ricordare che la Congregazione "de
Propaganda Fide" (la commissione era stata creata da Pio V
é
stata istituita dal Papa Clemente VIli
nel 1599. Pio Xli (1957) ha emanato l'enciclica "Fidei Donum" sul coinvolgimento dei laici nell' -opera
missionaria nel mondo.Conc. Vat Il ! e il ns. Papa Francesco.
Luca ha interesse per la "storia", con lui il "vangelo diventa letteratura" nel senso che Le è
stato il primo a riflettere sulla storia e a considerare gli avvenimenti evangelici come un elemento
portante del vangelo: vedi le varie coordinate storiche richiamate sul Battista e su Gesù stesso, su
Paolo.. Luca ha dedicato la sua opera (Vg e Atti) al discepolo Teofilo al quale ha voluto lasciare un
documento sicuro sulla verità dei fatti relativi alla salvezza, ha in mente i cristiani di cultura greca, il
suo greco è migliore di quello di Mt e Mc, per cui il suo Vangelo
( + Atti)
è migliore sotto il profilo
letterario e storico: Luca si propone di mostrare che l' opera di Gesù continua nel tempo per l'
intervento incessante dello Spirito Santo attraverso la Chiesa.
Sappiamo che Il Vg di Luca segue lo schema di Marco che prevede un unico viaggio di Ges\
dalla Galilea a Gerusalemme, la Città Santa divenuta il Centro della Salvezza '; Le aggiunge i primi 2
cc.sull'infanzia di Gesù e del Battista, il c. 24 sulle apparizioni del Risorto e soprattutto ha inserito la
grande sezione lucana (Le 9.51 - 18,14) che caratterizza il suo vangelo. L' attività di Gesù si svolge
durante un unico viaggio e si compie a Gerusalemme, dove sono avvenuti i grandi misteri cristiani:
Passione - Morte - Risurrezione - Ascensione - Pentecoste .
VEDIAMO PIU DA VICINO. Se il termine "spirito" compare 36 volte nel vangelo di Luca,
non sempre con questo termine si indica lo Spirito Santo come la Persona divina. Infatti:
in 6 casi
designa lo spirito umano: ad es. nel Magnificat la Vergine manifesta la sua esultanza
dicendo :"e il mio spirito esulta in Dio ".
In 12 casi si parla di spiriti demoniaci. Es. Le 4, 36 :" Che
parola è questa? Comanda con autorità e Potenza agli spiriti cattivi'- Le 4, 33; 7, 21 ; 8, 2 ecc .. In 18
casi Le parla dello Spirito Divino, sia pure in forme diverse,ad es. in Le 2, 26 Simeone aveva avuto la
promessa " dallo Spirito il Santo". A proposito della preghiera: "Se voi cattivi, come siete, sapete dare cose
cose buone ai vostri figli, quanto più
il
vostro Padre celeste darà lo Spirito Santo a quelli
chiedono" Le 11 , 13; Mt 7, Il="cose buone".
ch e glielo
Dobbiamo porre la nostra attenzione sui 18 casi nei quali Luca ci parla dello Spirito Santo.
l testi sono cosi ripartiti:
a- 8 testi li troviamo nel vangelo dell'infanzia:
- 1, 15 e 17 = riguardano l'ispirazione profetica del Battista: l'Angelo a Zaccaria " . . sarà riempito dello
Spirito Santo";
- 1, 35 = L' angelo a Maria annuncia la concezione verginale di Gesù:
"Lo Spirito santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà ..
"
;
- Dello Spirito Santo parlano: Elisabetta: 1,41 ; Zaccaria: 1, 67 ; 2, 25.26.27 si parla dell' ispirazione
Simeone:" lo Spirito Santo era su di lui 2, 25.
b- 6 testi si trovano alla vigilia della missione di Gesù i primi tre sono comuni a Mi e Mc:
-l'annuncio del Battista della venuta di uno che "battezzerà nello Spirito Santo"Lc 3, 16;
Mt 3,11; Mc 1 ,8;
-la discesa dello Spirito Santo
su
Gesù nel battesimo Le 3, 22; Mt 3, 16; Mc 1, 10;
- l' azione dello Spirito su Gesù per condurlo nel deserto Le 4, 1 b; Mt 4,1; Mc 1, 12;
Tre incontri sullo Spirito Santo : L'Opera lucana, pag
•
3
gli altri tre sono propri di Luca:
- Gesù, dopo i l Battesimo è ''pieno dello Spirito Santo " Le 4, 1 °; e va nel dese rto
- Gesù, 'pieno di Spirito Santo" inaugura il suo insegnamento a Nazaret; Le 4, 1 4
- Gesù, formula l a sua missione c itando i l profeta ls. 6 1 1 -2 ; Le 4 , 1 8 .
c - 4 testi s ono ricordati nel corso del ministero di Gesù :
due s ono comuni a Matteo e Marco:
"sulla bestemmia contro l o Spi r ito Santo Le 12 10; Mt 12, 31-32; Mc 3, 29;
- la promessa del l ' ass istenza del l o Spi rito Santo davanti ai persecutori Le 12, 12; Mt 1 0 , 20;
Mc13,11 ;
due s ono propri di Luca >
' ' i s p i razione del l o Spi r ito durante la preghi e ra di Gesù Le 10 , 21 (par. Mt 11 , 25);
la promessa del dono del l o Spi rito nel la preghiera al Padre Le 11, 13 (Mt 7,11)
CONSID ERAZIONI.
Occorre notare che i l messaggi o pasqua di Gesù R i s o rto conti ene in Luca /a promessa
"del l ' inv i o del l o Spi rito : "Ed ecco io mando su di voi Colui ch e il Padre mio ha promesso; ma voi
restare in città tfìnché non siate rivestiti di potenzlt
dall ' alto " Le 24 , 49 (At 1, 4 . 8 ) .
S e s i tiene conto di quest i dati evangel ici - esclus i Simeone e Anna, El isabetta e i l Batti sta
*
nei
racconti del l ' infanzia e durante il ministero d i Gesù, lo Spi rito Santo è dato s o l o a Gesù.
Sol o Lui possiede lo Spirito . E' solo nel tempo del la Chiesa cioè dopo la Pentecoste che i discepol i
ricevono l o Spi rito , comunicato anche a i pagani a cominciare da Corne l i o (At I O , 4 4 ) .
Si può quindi constatare che n e l vangel o , Luca s i trova in accordo c o n i l s i l enzi o d i Marco e di
Matteo relativo al dono de l l o Spi rito a i discepo l i e anche con Gv, i l qua l e a commento del l e paro l e di
Gesù: " Or i h a sete venga a me e beva, ch i crede i n me. Come dice l a Scrittura: fiumi d 'acqua viva
sgorgheranno dal suo seno ", scrive
Gv: "Questo
lo diss e riferendosi allo Spirito e/t e avrebbero ricevuto i
credenti in lui: infatti non c 'era ancora lo Spirito, perch é Gesù non era stato ancora glorificato " Gv 7 , 37-39 ;
1 4, 2 6 ; 1 5,26 ; 1 6 , 7 . 1 3-1 4.
su
La cos i ddetta "Pentecoste giovannea " si è verificata la sera di Pasqua, quando Gesù 2 alit;
di loro
lo Spirito Gv 20 , 22 . L' espl o s ione del l o Spi rito si ha con la Pentecoste lucana Atti 2
quel momento lo Spi rito
interviene dappertutto s i a nel l e riunione col l ettive che sugl i
<da
individu i ,
comunicando "gioia " (At 9, 31) "consolazione " (At 13, 52).
è il fatto che è Gesù che fa del d o n o d e l l o S p i rito ai
è un atto di Gesù R i s o rto , esaltato n e l l a sua g loria pasq u a l e . E ' il motivo d e l l a sua o p e ra in d u e
U n o dei tratti ca ratteristici del p e n s i e ro di Luca
d i scepol i ,
vol u m i : va n g e l o e Atti e q u e sta s u a ca ratteristica l a trov i a m o n e i d u e testi : q u e l l o c h e co n c l u d e i l va n g e l o
Le 2 4 , 4 9 e l ' i n iz i o d e g l i Atti . 1 , 1-5.
E- b e n e ricord a re d u e p a s s i d e l va n g e l o , b e n n oti , c h e acq u i sta n o o ra tutta la l o ro i m po rtanza .
a-
L' ora c o l o del Battista s u l battes i m o n e l l o S p i rito
: Le
3 , 16 ( Mt 3 , 11 ; Mc 1, 8) :
Q u esto " l o g h i o n " (= p a ro l a ) p " Gio vann i rispose a tutti dicendo: '' lo vi battezzo con acqua; ma viene uno ch e
è più forte di me, al quale io non sono degno di s ciogliere neppure il egaccio dei sandali: costui vi battezzerà
in Spirito Santo e fuoco " .
Q u esta parola p rov i e n e d a u n a trad i z i o n e m o l to a n tica ( i nfatti l a trovi a m o i n Mt- Mc-Le) , m
è s o l o Luca che
fissa "il te m p o ' di q u esto dono: q u a n d o ricupera l a parola del Batti sta all' i n izio d eg l i Atti :
"Mentre si trovava a tal'ola con essi, ordin 6 loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di
attendere ch e si a dempisse la promessa del Padre «quella, disse, ch e voi avete udito da me: Giovanni
h a battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorn i
Cosi P i etro ( b atte s i m o d i Corn e l i o ) i n At
Giovanni battezzava
11.16
" .
At
1,5.
: "Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva:
con acqua, VOI invece sarete battezzati in Spirito Santo. Se dunque Dio ha dato a loro
lo stesso dono ch e a noi per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, ch i ero io per porre impedimento a Dio ?».
Luca i n q u esto m o d o si d i sti n g u e n etta m ente da Mt e Mc .
b- la bestemmia contro l o S p i rito Santo, peccato i m perdona b i l e . Le 1 2, 1 0 ; Mt 1 2, 3 1 -32 ; M c
28-3 0 .
Ved i a m o i l contesto d i Le: "In o ltre v i dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch e i l Figlio
dell 'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinn egato
davanti agli angeli di Dio. Ch iun que parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà p erdon ato, ma chi
bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato. Quando vi condurranno davanti alle
sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discotpan'i o ell e cosa dire;
perché lo Sp irito Santo vi insegnerà in quel momento ciò ch e bisogn a dire».
N e l contesto d i Mt
12, 22-30 e d i Mc 3 , 22-30 , l a "beste m m i a " contro l o S p i rito Sa nto con s i ste n e l
Tre incontri sullo Spirito Santo : L'Opera lucana, pag
.
4
1
rifi uto d e i conte m po ra n e i d i Gesù d e g l i esorc i s m i co m p i uti da G e s ù , m en tre i l contesto d i L u ca ,
è riferito a l
tempo della Chiesa nel q u a l e i d i scepo l i dovra n n o confessare l a l o ro fed e d avanti a g l i uo m i n i ; allora l o
S p i rito Santo s u g g e r i rà l o ro cosa r i s p o n d e re . Possi a m o vedere o ra i d u e testi n e i q u a l i Luca m ostra c h e
il Risorto che farà
è
dono dello Spirito:
1- N e l va n g e l o c. 24 G e s ù è a p p a rso n e l cenacolo la s e ra d i P a s q u a e d o p o aver m a n g i ato d e l
pesce a rrostito e i l l ustrato a l cu n i passi : "sono queste le parole che v i dicevo quando ero ancora con
voi .. . e apri loro la mente ali ' intelligenza delle Scritture. Di questo voi siete testimoni. e p roseg u e :
"E i o manderò s u di voi quello che il Padre mio ha promesso: m a voi restate i n città, finché non
li benedisse " (24, 44-
siate rivestiti di potenza dall'alto. Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani,
50)
Negli Atti 1 , 4-5 : ''Afentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di
attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato
con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni».
C i ti a m o a l tri d u e testi :
Atti 2, 33 i l d i scorso d i P i etro a Pentecoste , dà l ' i nterp retazi o n e a utentica d e l l '
evento p red etto d a G i o e l e 3
L' a l tro testo Al 1 6,
,
evento c h e seg na l a nascita d e l l a C h i esa .
7 q u a n d o "Lo Spirito di Gesù ' i n te rvi e n e p e r fa r d ev i a re P a o l o e S i l a d i retti
verso la Biti n i a e i nvece sono d i rottati verso la Maced o n i a . M a in At 1 6 , 6
è
lo " S p i rito S a nto" che
i nterv i e n e .
PART E S E C O N DA> L o S P I RITO SANTO N EG L I
ATTI
DEGLI
APOSTOLI
L' Opera di Luca rappresenta l ' i m p resa l etteraria più ambiziosa del cristianesimo p ri m i tivo che per la
p rim a volta cerca dì com p re n dere se stesso nel q u a d ro della storia d e l l a salvezza . Considerato il c carattere
d e i vangeli sìnotticì concentrati sulla fi g u ra e i l mistero di Ges ù e il p rogressivo e s p a ndersi d e l l a
evangelizzazione nel mondo p a g a n o è necessario a m mettere che se i l cam m i n o d i G e s ù sì è rea l izzato
storicamente da N azaret a Gerusa lemme, il ca m m i n o d e l l a chiesa a p p a rsa n e l mondo con la Pentecoste,
*At 2 , 1 ss è p roseguito d a Gerusa l e m m e a Rom a , cap i tale d e l mondo antico Atti 2 8 , 3 1 . La teologia d e l l a
salvezza ,viene svi l u ppata progressivamente d a l Va n ge lo agli Atti i n senso u niversal istico.
Questo accostam ento fra la fi nale del Vg d i Le e l ' n ì ìzio degli Atti , man ifesta i n modo chiaro l ' u n ità del
p rogetto d i Luca e g i ustifica i l titolo d i "Opera lucana" nella q u a l e è evidente l a presenza dello S p i rito
Sa nto , tem a d i q uesta seconda parte d e l ns. i n contro.
I L TESTO DEGLI ATTI DI LUCA. Per quel che rig u a rd a i l "testo" d e g l i ATT I , ci pare sufficiente seg nalare
che vi sono d u e testi : i l testo orienta l e d etto "si ro" o "antiocheno" e uno occid enta l e "detto egizio o
"alessan d rino ". Vi è l ' accordo fra g l i studiosi che hanno trovato la sol uzione n e l l a versione curata d a l l a
CE l e d over esistono d ifficoltà vi s o n o l e note aggiornate.
Abbiamo d etto già molte cose per i l l u strare q uesta opera vera mente eccezionale ispirata dallo
Spi rito Santo a Luca , fede le a mico d i Paolo e d ei suoi col laboratori . Ri m a n d i a m o coloro che desidera no u n
commento aggiornato e critic o all ' opera (ormai postuma ) del ns. P. Benedetto Prete O. P. "Nuovi studi sull'
opera d iL uca" LDC, 2002 . P. Prete d e d i ca la seconda parte ag l i ATTI ( p p . 22 1 - 396 .
Abbiamo prima sotto l i n eato il l u ngo racconto della "Pentecoste cristiana" (At 2 , 1 -1 3) e i l d iscorso d i
Pietro (2, 1 4 - 3 6 ) c h e ha dato la corretta i nterpretazione d i u n episod i o v - u nico n e l l a storia d e l l a salvezza ,
che aveva suscitato meravi g l i e e errate interpretazioni : in quel giorn o si è rea l i zzata la p romessa fatta d a
D i o a l Profeta Gioele. V i saranno p o i i "seg n i " (i miracoli) d e l l ' opera d e l l o S p i rito Santo c h e ha d ato
potenza a l l a "Parola" annunciata d a g l i Aposto l i . Per q uesto m otivo abbiamo dato l ' elenco dei d iscorsi e
d e i testi che troviamo n e l Racconto d i Luca . La Chiesa molto o pportunamente ci fa leggere tutto i l l i bro degli
Atti nel Tempo Pasquale e assieme anche i l vangelo d i Giova n n i che per essere bene i n teso e
s p i ritu al mente "god uto" va meditato e studiato.
Questo Libro (Att ì ) è d i una enorme attua l ità ed efficacia per l a nostra crescita s p i rituale.
CO N S I D E RAZI O N I F I NA L I S U LLO S P I R I TO SANTO IN SAN L U CA .
Dopo q u esta l u n g a e a rticol ata d i s a n i m a d e i testi l u ca n i , poss i a m o attri b u i re a Luca u n a
co n cezi o n e speciale d e l l o S p i ri to Sa nto? Da i testi l uca n i ( Vg+At) n o n possiamo affermare c h e vi s i a i n
Luca u n a con cezi o n e d e l l o S p i rito S a n to come Persona. Luca s e g u e l a tra d izione d e l l ' AT. vede n e l l o
S p i rito Sa nto u n attri b uto d iv i n o : "soffio" , "forza invisibile ", ''potenza", ''forza interiore" ecc.
Del resto l o stretto m o n ote i s m o d e l l ' AT. escl u d eva l ' i d ea di uno S p i rito-Perso n a , così co m e escl u d eva
l ' i d e a d e l l a S a p i e nza-Person a che G i ova n n i fa rà con oscere come "Ve rbo
p resso il Pad re .
N e l N . T . l a q u esti o n e si p o n e con Paolo ( a b b i a m o vi sto) e come ved re m o i n G i ova n n i .
Tuttavia n e i testi d ove si vede l o S p i rito Santo i n ra p p o rto con l e p e rs o n e che posson o a n c h e
rifi u ta re l ' azi o n e d e l l o S p i rito ( ved i At
7, 5 1 -52 ; Le 8 , 1 0- ls 6 , 9- 1 0 } , o p p u re i l fatto c h e Gesù prom etta
ai d i sce p o l i l 'assi stenza d e l l o S p i rito d avanti tri b u n a l i , Le 1 2 , 1 2 : " vi insegnerà ciò che voi dovete
dire ·: i n d uce a p e n s a re c h e n o n si tratti d i u n a "forza ci eca" , ma d i u n a P e rsona che i nte rv i e n e n e l l a
è a p e rta a l l a v i ta tri n ìta ri a .
Nella s u a vita terrena , Gesù ha vissuto sotto
n ostra vita. La v i a
l' azione dello Spirito, apparentemente come lo
e ra n o i n p rofeti d e l l ' AT. Le 4, 1 , Gesù a p p l i ca a se stesso l 'oraco l o d i
Isaia 6 1 , 1 -2. La novità vera
Tre incontri sullo Spirito Santo : L' Opera lucana, pag
•
5
Data la com plessità della materia ( l' Opera giovannea, com prende oltre al Vangelo e gli Atti, le
tre lettere e l' Apocalisse - u ltimo Libro della Bibbia ! ) dobbiamo ! i m itarci i n q uesta lezione al testo
evangelico. 2
PREM ESSA
La prom essa fatta da Gesù d u rante l' U ltima Cena : " Quando verrà lo spirito di verità,
egli vi condurrà alla Verità tutta intera (Gv 16,13) ci orienta nella conoscenza del Cristo Giovanneo e
quindi ci ai uta ad ass i m i lare l' immagine di Gesù che Giova n n i ci ha lasciato: " Verbo fatto carne" (Gv
1, 14) . Il C risto "giovanneo" è i l Cristo "Rivelatore: " Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio
Unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato " (Gv 1, 18) . G iova n n i ci ha lasciato i l pensiero
più matu ro s u l m istero di Gesù nel suo rapporto con i l Padre e lo Spi rito Santo , e noi. l testi relativi
allo Spi rito Santo sono ben localizzati nella costruzione del IVo Vangelo anche se può meravigliare
i l "silenzio" i n due occasioni particolarmente sign ificative : nel Prologo (Gv 1, 1-18) e nella Preghiera
Sacerdotale (Gv 1 7, 1 ss) N O N si trova i l term i n e "Spirito Santo". E' naturale chiedersi come mai ? La
risposta rich iederebbe u n a l u nga spiegazione che non è possibile fare ora. Ma si fa notare ad es . che
i n Gv ness u n m i racolo d i Gesù viene operato
mediante lo Spi rito; così i n Gv non c'è ness u n
racconto d i esorcismo, G e s ù opera solo i n p r i m a persona ( l' evangelista racconta s o l o sette m i racoli
che chiama "Segni", i n q uanto i " m i racoli" sono la p rova non solo della "potenza" divina di Gesù m a
h a n n o lo scopo di i n d icare la qualità della salvezza portata da Ges ù : Vita, C i bo , Luce, c h e Gesù
i l l ustra con le form ule "Io Sono . . . " Ma segu iamo questo ordine:
1° Lo Spi rito Santo e Ges ù ; 2° Gesù dona lo Spi rito. Esam i n iamo q uanto è dato su q uesti d u e
momenti. :
1 Lo SPIRITO SANTO e G ESU' .
o
a- Lo Spirito è in Gesù e Gesù battezza nello Spirito.
I l primo testo nel quale è nomi nato lo Spirito appartiene alla testi mon ianza del Battista, i l quale ha
affermato alla com m issione ven uta da Gerusalemme:
''Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere s u di lui. Io non lo conoscevo,
ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell' acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e
rimanere lo Spirito, è LUI che battezza nello Spirito Santo). E io ho visto e ho testimoniato che questi è il
Figlio di Dio ". Gv 1, 32-34.
Notiamo che lo Spi rito e G esù sono presentati i nsieme in due mom enti : Lo Spi rito discende e
ri mane i n Ges ù , Gesù battezza nello Spi rito . Allo Spi rito è attribu ita u n a duplice azione: discendere
dal cielo e rimanere su Ges ù ; la prima azione i n d ica la p rovenienza dello Spi rito da Dio, la seconda
ind ica i l term ine della sua m issione: la presenza stabile dello Spi rito i n G es ù . Il verbo tipico usato da
Giovan n i per ind icare la presenza stabile è "rimanere " , è lo stesso verbo usato per i ndicare
l'
inabitazione reciproca del Figlio e del Pad re , d i Gesù e dei crede nti i n lui. Nel momento del Battesi m o
di G e s ù - come è presentato da Gv- q u i lo Spi rito prende possesso di l u i , è la sua consacrazione.
La conseg uenza di q u esta ven uta e dimora dello Spi rito i n Gesù è che Gesù battezzerà nello
Spi rito: questa "rivelazione" crea u n n u ovo titolo del Signore: "battezzatore in Spirito". l profeti nell'
A.T. avevano a n n u nciato l' effusione escatologica dello Spi rito Santo da parte d i Dio. ( Ez 36,26 e
Ger 31,31 ) . L' i m portanza e la novità d i q uesto primo testo dei iV0 Vangelo consiste nell' attri b u i re a
Gesù la donazione dello Spi rito che nell' A.T. era considerata proprietà esclus iva d i Dio.
2 Rimando alla nostra lezione del
26 maggio 2009.
Tre incontri sullo Spirito Santo : nella teologia di Giovan n i " pag
,2
G es ù , nella sua umanità d i pende dallo Spi rito Santo che ne ha preso pieno possesso; Gesù
battezza nello Spi rito, e i n q uesto caso lo Spi rito d i pende da Ges ù .
b.
Gesù ricevuto lo Spirito nel battesimo, agisce per suo impulso.
I m portanti sono i n Gv 3, 31-35 che concludono i l capitolo i n iziato con la visita nottu rna d i N icodemo,
e concluso con la testi mon ianza u ltima del Battista. Brano d i difficile lett u ra, m a senza pote r fermarci,
si può d i re che la sostanza è l' attenzione rivolta a Gesù al q uale i l Padre "dà lo Spirito senza misura ":
"Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla
secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno
accetta la sua testimonianza; chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che
Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in
mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l' ira
di Dio rimane su di lui" (Gv 3, 31- 36)
I n q uesto testo si rivela il rapporto fra il Padre e il Figlio: il Padre manda il Figlio Gesù che
proferisce le parole di Dio: i l Pad re ama i l Figlio al q uale ha dato tutto , anche lo Spi rito . L' amore con
i l quale i l Padre ama i l Figlio si pro l u nga nel dono che i l Figlio fa a coloro che credono i n l u i .
(N B) U n testo sinottico c h e p u ò i n q ualche modo i l l u m i nare q uesto brano, è M t 11 , 25.27; L e 1 O, 21 22, nel quale Gesù afferma:" Tutto mi è stato dato dal Padre mio, nessuno conosce il Figlio se non il
Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo " ( Mt 11 , 27) .
Alc u n i critici vedono i n q uesto m i rabile testo una m atrice giovannea i nserita più tardi i n Mt/Lc.
c.
Lo Spirito dà la vita e Gesù è il Santo di Dio.
U n'afferm azione d i Gesù molto i m portante è q uanto leggiamo alla conclusione del discorso s u l Pane
di vita, fatto da Gesù a Cafarnao dopo la m olti plicazione dei pan i e dei pesci. Gv 6, 22-71
Quel
d iscorso è stato considerato troppo "du ro" , è nata
3•
u n a crisi perché non accolto da tanti e
considerato i naccettabile anche da molti discepoli che hanno abbandonato Gesù e i suoi discepo l i .
G e s ù aveva detto :" Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (6,51 ) . Q u e l l e parole erano
state i ntese i n senso materiale ed allora Gesù ha dichiarato : " E' lo Spirito che dà la vita, la carne non
giova a nulla; le parole che vi ho detto sono spirito e sono vita" (6, 63) . La carne di C risto, la sua umanità
è vivificata dallo Spi rito e q u i n d i può com u n icare la sua vita . Anche le sue parole sono vivificate dallo
Spi rito .
Alla domanda di Gesù rivolta ai Dodici - e Gv segnala la prese nza d i G i uda - : "volete
andarvene anche voi? Simon Pietro rispose: "Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi
abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio (6,69) . Simone Pietro fa la sua professione di fede
.
(vedi Mt 1 6 , 1 6) e lo proclama "Santo di Dio" . Anche lo Spi rito è Santo ( Gv 1 ,33; 1 4 ,26; 20,22) .
Vi è u n a serie di testi nei quali Gesù insieme con i l Pad re , è sorgente dello Spi rito: Gesù
rive la questa com u n ione pri m a prom ettendo e poi donando lo Spi rito Santo .
2° G ESU' PROM ETTE LO SPIRITO
a- Nel c. 7 del vangelo G i ovan n i parla di Gesù a G e rusalemme dove è andato in occasione
della festa delle Capanne: "Sukkot" ( Lv 23, 33-43; Dt 16, 1 3 -1 5) ) e troviam o l' i m portante prom essa
di Gesù che l' evangel ista i nterpreta com e p rom essa dello Spi rito Santo :
3 A questo m i raco lo e a l d iscorso su l P ane de ll a v i ta , a l qua le G v h a de di cato tu tto il c. V (0 d e l suo vange lo , e
in occasione dell' Anno Euca ristico abbiamo dedicato un ciclo di 6 1ezioni 1 2/4/ - 7/6 l 2005 . Anno Eucaristico.
Tre incontri sullo Spirito Santo : nella teologia di Giovanni" pag
•
3
"Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù ritto in piedi, gridò: 11Se qualcuno ha sete venga
a me e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva"
Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché
Gesù non era stato ancora glorificato". Gv 7, 37 - 39.
E' bene d isti nguere le parole d i Gesù dall' i nterpretazione data dall' evangel ista. L' i nvito d i
G e s ù a d accostarsi a l u i per bere, ha la sua ispirazione n e l l a lette ratura sapienziale e p rofetica.
Questo
tema ven iva
espresso, d u rante la festa delle Capan n e ,
nel rito di atti ngere l' acq ua,
ricordando la sete sopportata nel deserto . In q uesto scenario cultuale, nel cuore della celebrazione,nel
tem pio, Gesù grida, ritto i n pied i : " Se qualcuno ha sete venga a me e beva". Non si tratta tanto d i bere
fisicam ente, ( nb. ricorda l' i ncontro d i Gesù con la Sam aritana! Gv 4 ! ) , ma . di accogliere la sua
parola. La Parola che può veramente d issetare l' uomo è Ges ù : "Chi berrà dell' acqua che io gli darò
non avrà più sete in eterno " ( 4, 1 4 ) . La condizione è la fede: "chi crede in me". Allora quella sua parola,
che sola può d issetare
=
è la Rivelazione, la Verità , è i l dono dello Spi rito che la accoglie m ediante
la fede.
Questo i nvito d i andare a L u i , vale sempre , per tutti gli u om i n i d i tutti i tem p i : al d i là della sete
fisica ( nb. il problema dell' acq u a è sempre p i ù grave per le m utate cond izioni climatiche e per l '
aumento d e l l a popolazione e p e r i l consumo sempre maggiore c h e richiede i l ns. modo di vita) . Ma vi
è u n a sete i nteriore che è anche p i ù grave e profonda perché tocca l' IO spi rituale che è per la n atura
Spi rituale dell' uomo, ape rto verso l' i nfin ito . Gesù si proclama capace di dissetare l' uomo i n
profondità. I l com mento - i nterpretazione d i G iovan n i si rifà a l l a trad izione c h e vede n e l l ' acq ua viva i l
d o n o d e l l o Spi rito : ved i ls 44,3:
" . . . poiché lo verserò l' acqua sul suolo assetato, torrenti sul terreno arido. Verserò il mio
Spirito sulla tua discendenza, la mia benedizione sui tuoi posteri . . " ; Ez 36, 25- 27.
L' acq ua viva offerta da Gesù è s i m bolo della divina rivelazione e dello Spi rito .
b - l D ETTI SUL PARACLITO
4
Nei d iscorsi di Add io fatti da Gesù nell' U ltima Cena (Gv cc. 13 - 16) troviamo una serie d i testi che
costitu iscon o i l c u l m i n e della rivelazione neotestamentaria dello Spi rito Santo .
Spirito Santo viene chiamato "Paraclito" (para
+
kaleo
=
In q u esti discorsi lo
chiamare vicino); "Spirito della verità" "Spirito
Santo" . Conside riam o ora i rapporti tra i l Paracl ito e i l Pad re , tra i Paraclito e Gesù; tra i l Paracl ito e i
discepo l i . Sono 5 i testi che troviamo nei d iscorsi della Ultima Cena:
1 . Il Paraclito e Dio Padre. Questi rapporti sono espressi nell' uso dei "ve rbi" i n primo luogo i l ve rbo
."dare "
(didom i ,
*
x
1 44 3) .
I l Paraclito è il dono del Padre:
I l pri m o "verbo" che troviamo per i n dicare le relazio n i fra i l Pad re e i l Paracl ito è "dare" :" lo pregherò il
Padre ed egli vi darà un altro Paraclito (Gv 1 4 , 16) .
Gesù ha a n n u nciato che dovrà tornare al Pad re e dovrà !asciarl i , previsione q uesta che m ette
tristezza. Ecco la pre m u ra di Gesù che rassicura i suoi : "Non vi lascerò orfani' Gv 14, 18. Gesù
i nterviene p resso i l Padre , e i l Padre "darà" , "manderà " i l Paracl ito , i l Consolatore.
Va sottol i n eata I m portanza del verbo "dare" ( d ...dwmi) tipico d i G iovanni 5 usato per i n dicare il
dono del Pad re al Figlio e agl i uom i n i : Il dono del Pad re al Figlio è un dono totale del q uale il Figlio ha
perfetta conoscenza Gv 3 ,35; 13,3 è i l dono dello Spi rito "senza mi sura" 3, 34.
4 ve d i
5
sopra nota 6.
Nel N.T. i l verbo "dare" s i trova 415 vv.
=
i n Gv : 75 nel Vangelo, 7 nelle Lettere, 58 nell' Apocalisse, tot 140.
Tre incontri sullo Spirito Santo : nella teològ ia di Giovan n i " pag
•
4
I l dono del Padre a Gesù, si prolu nga nel "dare" di Ges ù , che si man ifesta ad es. nel pote r
diventare ''figli di Dio": "A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio" Gv 1 , 1 2; /'
acqua viva (4,40) , il pane vivo (6, 1 1 ; 2 1 , 1 3), la sua carne (6, 5 1 ) . "Dio ha tanto amato il mondo da dare
il Figlio Unigenito" 3 , 1 6 = I l Figlio con i l Padre manda un altro Paraclito 1 4 , 1 6 . I l "verbo" è lo stesso.
*
I l Paracl ito è mandato d a l Pad re
I l secondo verbo che si incontra i n Gv nella rivelazione del rapporto fra Spi rito e i l Padre è i l verbo
pempo,
x 79) . Es. "// Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi
insegnerà ogni cosa " Gv 1 4, 26
"mandare " (=
*
Il
Paracl ito, procede dal Padre :
" Quando verrà il Paraclito, che IO vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà
testimonianza a me" 1 5 , 26. Anche Gesù procede dal Padre (v: disputa sulla d iscendenza da Abram o) :"
.. Se Dio fosse vostro padre, mi amereste perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso,
ma lui mi ha mandato " 8, 42. ; 17, 8; 16, 27 =" il Padre vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che
io sono da Dio".
..
Notiamo: com e i l Figlio è disti nto dal Pad re , così anche i l Paracl ito è disti nto dal Padre; e tuttavia i l
rapporto tra i l Paracl ito e i l Padre , ind icato dalla processione, p u r essendo sim ile a quello tra Cristo e
il Padre, non è però identico, m a se ne disti ngue: I nfatti m e ntre Gesù proviene solo dal Padre, è
mandato solo dal Padre , il Paraclito, non solo procede dal Padre, ma è inviato anche da Gesù. E'
messo in evidenza l' i ntervento d i G esù nella m issione del Paracl ito i nviato dal Padre .
N B . Qu esto aspetto andrebbe esaminato p i ù a fondo, m a non s i a m o nel trattato "de Trinitate"
2- Il
PARACLITO E CRISTO
Le prom esse di Gesù rig uardanti il Paraclito insieme con i rapporti tra lo Spi rito e il Pad re ,
rive lano anche i rapporti tra lo Spi rito e C risto . Non possiamo addentrarci più d i tanto, ma facciamo
presente solo "i verbi" che Giova n n i usa per esprimere questi rapporti. Il primo ve rbo è "mandare"
1 5 ,26; " Se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito, ma quando me ne sarò andato ve lo manderò" ( 1 6,7) .
Lo Spi rito Paraclito è col u i che sarà mandato da Gesù e dal Padre: d u e sono i soggetti mandanti (il
Pad re e Gesù) e due sono i soggetti mandati : Gesù e lo Spi rito.
I l Paracl ito testimone del C risto :
=
per testi mon iare .
. "Il Paraclito , lo Spirito della Verità, egli testimonierà di me " 1 5 , 26. Già in 5,37 Gesù aveva ricordato
testi mon ianza data dal Padre suo:"// Padre che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me" . Il verbo
"testi moniare"
è fondamentale i n Gv. Il Battista è il pri m o g rande testi mone
della LUCE =Xto.
Abbiamo già visto sopra: è stato i l Battista che - g razie alla effusione dello Spi rito su Gesù ha
riconosci uto i n lui i Messia e ne ha dato conferma alla com m issione i nviata da Gerusalemme e agli
Apostol i . Saranno poi g l i Apostoli e quindi i crede nti e le com u n ità a dare testi mon ianza a Xto : è la
condizione per essere riconosciuti da Gesù davanti al Pad re Celeste
"glorificatore del Cristo : " Il
6,
Il Paraclito è anche il
Paraclito, lo Spirito della Verità, mi glorificherà" ( 1 6 , 1 4) .
3- I L PARACLITO e G LI U O M I N I - l DISCEPOLI
6 vedi l a voce: testimone-testimoniare i n L ESSICO DEl TE RMI NI BI BLICI , d i B . G illieron , LDC,
2000
Tre incontri sullo Spirito Santo : nella teologia di Giovanni" pag
•
5
Occorre disti nguere i testi nei quali il Paraclito è considerato e accolto dai d iscepol i d i Cristo
da quelli nei q uali lo Spi rito si trova di fronte al mondo ostile e incred ulo (Gv 1 , 1 0- 1 1 ;3, 36) . Il rapporto
ostile e negativo del mondo viene espresso con la form ula :" il mondo non può ricever/o", "non lo vede",
"non lo considera". I l Paraclito "dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio"
Gv 1 6,8.
E' preferibile dedicare q ualche parola al rapporto Paraclito-discepoli. Il Padre darà un altro
Paracl ito ''perché "sia con voi per sempre" , "è in voi" 1 4, 1 6 - 1 7. L' espressione che espri m e questa
p resenza è: "con voi" : " Colui che mi ha mandato è con me" 8, 29. " Da tanto tempo sono con voi e tu non
mi hai conosciuto Filippo? 1 4 , 9
Una seconda espressione di presenza è : " rimanere presso ". Lo Spi rito d iscende su Gesù e
"rimane i n l u i" 1 , 32 - 34. U n a terza esp ressione
è "essere in" . E' u n a form ula che espri m e
"immanenza" ribadita nei d iscorsi d i addio e nella pregh i e ra sacerdotale Gv 1 7 . L o Spi rito ha ancora
nei confronti dei d iscepol i i l com p ito di "insegnare" d i "far comprendere" le cose dette da Gesù e non
capite subito. Es. "si ricordarono" 2, 2 1 . "Molte cose ho da dirvi, ma per il momento non siete capaci di
portarne il peso" 1 6 , 1 2 . Altra funzione è q uella d i "ricordare" , soprattutto la "memoria" del suo
Sacrificio: 1 4,26; 1 6 ,4. "Fate questo in memoria di me" Le 22, 1 9 ; 1 Cor 1 1 , 24-25.
3°
-
GESU' DONA I L SUO SPI RITO
Avven uta la glorificazione d i Gesù con la sua m o rte e ris u rrezione , si real izza la p romessa del
dono dello Spi rito . Ne abbiamo già parlato ricordando le parole d i Gesù s u l la C roce :"Chinato il capo
consegnò lo spirito " 1 9 , 30 . Espressione u n ica nella letteratura per ind icare la morte, ma q u i espri m e "il
dono dello Spirito" e l' acqua uscita dal costato di Gesù ha p u re u n sign ificato profondo. "Fiumi d' acqua
viva sgorgheranno dal suo seno" aveva detto Gesù 7, 38-39. La sera di Pasqua , Gesù a pparso ai suoi "alitò
lo Spirito su di loro e disse ricevete lo Spirito Santo " 20,22. Gen 2,7.
CONCLUSION E .
La rivelazione giovan nea del rapporto tra Gesù e lo Spi rito testimone il Battista che lo presenta come
Col u i che avrebbe battezzato nello Spirito, ha i l suo svolgim ento l u ngo i l Vangelo nel q uale ved iamo
svelate le relazion i personali tra i l Padre, il Figlio e lo Spi rito Santo e la loro azione nei confronti di
q uanti credono i n Lu i . Gesù e lo Spi rito Santo sono i nseparab i l i e coinvolgono nella loro i nteriorità
quanti sono stati toccati . Possiamo chiudere ri leggendo il celebre e solenne testo di Matteo :"
"Gesù s i avvicinò e disse loro: A m e è stato dato ogni potere i n cielo e sulla terra. Andate
dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi comandato. Ed ecco sono con voi
tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (28, 1 8-20) .
Abbiamo detto : q uesto è l' u n ico testo della Bibbia nel q uale si afferma esp ressamente la realtà del
m iste ro cristiano che si è rivelato con la ven uta d i Gesù : " Verbo fatto carne" UNO e T R I N O nelle
Person e . Il Segno della Croce, è i l "segno" della nostra fede cristiana. Ma la m issione della Ch iesa
è quella di fare "discepoli
tutti i popol i " . E' una m issione che Gesù Risorto ha affidato ai suoi
discepoli con l' assicurazione della presenza attiva dello Spi rito Santo. E Gesù assicura:" Sarò con voi
tutti i giorni , fino alla fine del mondo.
Le nostre "Lettu re" sono u n a piccola testimon ianza della nostra fede e u n modesto contributo
alla conoscenza del m iste ro di Gesù prese ntato in modo straordi nario da uom i n i che lo hanno visto e
toccato . G l i Evangel isti e Paolo, i n m odo d iverso, nella loro situazione d i vita, ci hanno fatto conoscere
il m istero di un Dio che è Padre e ci ama, che è Figlio, R ivelatore del m istero della n ostra esistenza,
che è Spi rito e fonte della Vita vera. Maria, Madre di Dio, che ha visto mori re i l Figlio sulla Croce ci
aiuti a penetrare nel m istero d i Dio che ha scelto q u esta via di salvezza.
"
Tre incontri sullo Spirito Santo : nella teologia di Giovanni" pag
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