Un piatto di carta a Sua Maestà

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Un piatto di carta a Sua Maestà
Anno V - Numero 177 - Sabato 23 luglio 2016
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Politica
Economia
Cronache
Rebus Parisi
nel centrodestra
Mps pronta a bussare
alle casse dello Stato
Anziani maltrattati:
l’ennesimo caso
a pag. 2
Fruch a pag. 9
Zappa a pag. 3
L’EUROPA TORNA A PIANGERE AD APPENA SETTE GIORNI DALL’ECCIDIO DI NIZZA
di Robert Vignola
ove vittime, una ventina
di feriti. Travolti dai proiettili di due, più probabilmente tre uomini
armati che hanno fatto
irruzione nel centro commerciale
“Olimpya”, presso il Villaggio
Olimpico, nella parte nord di Monaco di Baviera. I primi colpi sparati con una pistola al Mc Donald’s,
altri ad un caffè all’interno, poi la
scia di sangue che prende corpo,
fino alla conta di un bilancio, ancora parziale.
È il terrore che ha bussato ancora
una volta alle porte dell’Europa,
quando ancora alcune delle vittime di Nizza devono essere seppellite e dodici dei feriti lottano
tra la vita e la morte. E nelle
concitate ore che hanno fatto seguito ai primi colpi d’arma da
fuoco, la ridente Monaco s’è fatta
teatro di una caccia all’uomo,
con la polizia che raccomandava
di allontanarsi dai luoghi aperti,
le autorità che evacuavano le
stazioni e fermavano i mezzi pubblici, video e foto orribili che
circolavano sui social network,
e tanti misteri. Come quello del
surreale dialogo tra un cittadino
(all’interno della sua abitazione
in un piano alto di un palazzo
contiguo) e un attentatore sul
tetto di un parcheggio multipiano, con quest’ultimo che diceva
di essere un tedesco in buon
dialetto bavarese, di essere povero, cresciuto a sussidi e già in
cura, e offese ai turchi.
A cinque anni esatti dall’eccidio
di Latoya, una firma “neonazista”?
Circolavano però nomi di tedeschi convertiti all’Islam, così
come testimoni assicuravano negli stessi minuti alla Cnn di aver
udito un altro attentatore gridare
“Allahu Akbar” prima di aprire
il fuoco sui bambini nel fast food.
Ancora, un account Facebook
(poi sospeso) con una ragazza
N
MONACO,
ANCORA SANGUE
Sparatoria al centro commerciale, nove morti. Dubbi sulla matrice dell’attentato
Città e confini blindati, decine di feriti. Inquietanti messaggi sui social network
di fattezze mediorientali che invitava tutti ad andare, ieri alle
16, al centro commerciale per
un appuntamento festoso.
Dubbi che andranno sciolti dagli
inquirenti di una Germania che
L’ORRORE DELLA GUERRA IN SIRIA
ha anche dispiegato le forze antiterrorismo create dopo il Settembre Nero del 1972 per far
fronte all’emergenza, mentre Austria e Repubblica Ceca (i Paesi
più prossimi alla Baviera) con-
trollavano i confini. Intanto altro
sangue è stato sparso, altre immagini resteranno destinate a
colpire l’opinione pubblica, come
quella dei civili fatti uscire soltanto tre ore dopo la sparatoria
dal centro commerciale, con le
mani in alto, dalla polizia.
Un terrorismo che non ti lascia
più neanche il tempo di inorridire, si può chiamare ancora,
solo terrorismo?
NEL PROGRAMMA RAGGI “SOLUZIONI” FANTASIOSE PER I RIFIUTI
Un piatto di carta a Sua Maestà
A
Bambini sotto tiro
Di Giorgi a pag. 5
bbiamo atteso con ansia di leggere
le linee guida del sindaco Raggi. E ci
hanno colpito, dopo le polemiche dei
giorni scorsi sull’accordo segreto fra Cerroni
e i 5 Stelle, le frasi sul problema rifiuti. Ci
viene fatto il conticino dei costi e di quanti
viaggi ogni giorno si fanno i tir per portare i
rifiuti fuori Roma.
Meravigliosamente, si legge: “Ama S.p.A,
incautamente, in questi ultimi anni non si è
dotata delle infrastrutture impiantistiche necessarie, offrendo, quindi, di fatto, opportunità
a gruppi privati e ad Acea S.p.A di inserirsi
nel suo proprio settore di attività” rimanendo
“relegata a svolgere mera attività di raccolta,
trasbordo, trasporto e scarico in discarica,
con enormi costi di dotazione per contenitori,
veicoli e mezzi”.
La grande soluzione che la Raggi vuole
adottare è contenuta poche righe più in là:
piatti di carta. Seriamente: “Dovrà essere
predisposto un regolamento comunale in
occasione di eventi che preveda accordi per
l’uso di stoviglie biodegradabili da conferire
direttamente a compostaggio”. Non siamo
ancora al pannolino da lavare per risolvere
la crisi economica, ma ci siamo avvicinati.
Siamo davvero curiosi di vedere il giorno in
cui il sindaco di Roma riceverà, che so, la
Regina di Inghilterra per un aperitivo sulla
Terrazza Caffarelli, la Raggi portare un
canapé a Sua Maestà sul piattino di carta!
Abbiamo Roma invasa di topi. I gabbiani
oramai stazionano in centro dove si nutrono,
con i piccioni, dei rifiuti ammonticchiati intorno ai cassonetti sempre strapieni. I cinghiali trovano più semplice grufolare nella
spazzatura e qui si pensa ai piatti di carta.
Che poi il presidente della Confesercenti,
Valter Giammaria, suoni l’allarme dicendo
che, perdurando questo stato di degrado,
diviene legittimo impugnare la Tari perché
“cittadini e imprese non possono più pagare
un servizio che non viene svolto” direi che
è solo il primo passo. Peperit murem. Le
linee programmatiche del sindaco Raggi lo
sono, in tutti i sensi: un sorcetto.
Sperando non sia una pantegana.
Francesco Storace
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Sabato 23 luglio 2016
ATTUALITA’
VERTICE AD ARCORE, VIA LIBERA AD UN RUOLO PER IL CANDIDATO PERDENTE A MILANO
Centrodestra: Forza Italia apre a Parisi
Restano freddi gli altri alleati, oggi ad Arezzo manifestazione per il no al referendum
di Robert Vignola
ranzo importante ieri ad
Arcore, con un Silvio Berlusconi ancora in convalescenza per i problemi
cardiaci e alcuni commensali col dente avvelenato. A tavola i cosiddetti “colonnelli” di Forza
Italia (oltre ai capigruppo Romani a
Brunetta, anche Gelmini, Bernini,
Matteoli, Toti, Carfagna, Gasparri)
e i consiglieri di Berlusconi (Nicolò
Ghedini e Valentino Valentini). Convitato di pietra Stefano Parisi, che
forse non a caso aveva lanciato con
questa tempistica la sua candidatura
a fare da collante del centrodestra
del futuro. Al termine, una nota ha
voluto fissare i punti salienti e lasciare
in sospeso, probabilmente, quelli
ancora oggetto di frizioni. Così si
apprende che “il presidente Silvio
Berlusconi ha posto con forza la necessità di rilanciare l'azione politica
di Forza Italia, per riannodare i fili
del dialogo con quel popolo di centrodestra che continua a essere maggioranza nel Paese. I partecipanti
all'incontro hanno condiviso l'intento
del presidente Berlusconi di rafforzare l'organizzazione del partito e
di rilanciare l'iniziativa politica, a
cominciare dal referendum di otto-
P
bre per garantire una netta affermazione del 'no'. Tutto questo - prosegue la nota - anche attraverso
l'apertura al contributo di chi intende
condividere questo percorso politico
a cominciare dai protagonisti delle
recenti elezioni amministrative come
Stefano Parisi”.
Tutti d’accordo, quindi? Insomma.
Pare anzi riproporsi la faglia tellurica
già vista in Forza Italia ai tempi del
Patto del Nazareno, con una parte
del partito che avverte con imbarazzo
le aspirazioni da leader che il candidato sindaco (perdente) di Milano
aveva avanzato giovedì e un’altra
che invece saluta la possibilità di
non restare asfissiati nell’abbraccio
con gli alleati della “foto di Bologna”
del novembre scorso, Matteo Salvini
e Giorgia Meloni.
Il primo ha espresso le sue perplessità. “Vorrei sapere cosa pensa
Parisi della moneta unica, dei vincoli
di Bruxelles, dei rapporti con l'islam,
una volta che l'avrò capito potrò
pronunciarmi. Temo che la rincorsa
al centro agli Alfano e ai Casini non
porti da nessuna parte. La Lega ha
le idee chiare sull'Europa, noi tiriamo
dritto e vogliamo capire cosa ne
pensa Parisi”, ha detto a margine di
un presidio contro Erdogan davanti
al consolato della Turchia.“Un passo
in avanti è il no al referendum, ci ha
pensato per mesi e adesso ha capito
che la riforma di Renzi è una schifezza. Evidentemente le spiegazioni
della Lega l'hanno convinto. L'unico
centrodestra possibile è quello che
riprende la sua identità e la sua so-
vranità. Io schiavo dell'Europa non
voglio rimanerci, Parisi e Berlusconi
facciano le loro scelte. Una convention in cui sono seduto tra Passera
Alfano e Casini non è il futuro né
del centrodestra né dell'Italia”, ha
aggiunto Salvini. La stessa disamina,
parola più parola meno, che Giorgia
Meloni aveva affidato in mattinata
ad una intervista a La Stampa. Oggi,
ad Arezzo, manifestazione per il no
organizzata da Fratelli d’Italia, con
numerosi esponenti del centrodestra
presenti.
CROLLANO ANCORA I CONSUMI ALIMENTARI. E I NEGOZI TAGLIANO I RIFORNIMENTI
Pane e latte diventano un lusso
iamo poveri. Ce l’hanno ricordato impietosamente, pochi giorni fa, i dati Istat: otto
milioni di italiani non solo non
sanno come mettere insieme il
pranzo con la cena, ma neppure
sanno più cos’è un pranzo e una
cena. La notizia - ma guarda un
po’ - è stata ovattata da molti
media, gli unici a mantenere un
certo ‘contatto’ con Renzi e i suoi,
visto che l’opinione pubblica, anche
quella che speranzosamente li aveva votati, oramai li ha mollati da
un pezzo. Poi, tre giorni fa, è
S
arrivata l’elemosina: 300 euro per
le famiglie povere, ma solo con
una copertura di circa 800mila
persone. Gli altri sette milioni e
passa di individui indigenti possono
pure rimanere tali; prego, accomodarsi.
Ma è di queste ore un altro dato,
che purtroppo non è come la statistica del famoso pollo di Trilussa,
che se uno ne mangia due e l’altro
niente, comunque abbiamo mangiato un pollo per uno. No, questa
la tocchiamo con mano ogni giorno:
i consumi alimentari scendono.
Nell’ultimo mese, e rispetto ad un
2015 di per sé già pessimo, il calo
delle vendite di prodotti alimentari
è stato dell’1,8%.
Peggio, nel desolato e desolante
panorama dell’economia italiana
dell’era Renzi-Padoan, hanno fatto
solo le voci “articoli da viaggio,
gioch , campeggio e sport”. Come
se gli italiani, che non hanno
soldi per mangiare, ne avessero
per viaggiare o campeggiare; o
avessero voglia di star lì a giochicchiare.
Molti supermercati – come il cro-
nista può ogni giorno toccare
ancora una volta con mano nella
realtà di provincia dove vive –
hanno tagliato drasticamente gli
approvvigionamenti. “Scarichiamo
meno pane e latte ogni giorno,
anche del 50% - ci raccontava
sconsolato il titolare di una nota
catena distributiva del Centro
Italia – perché tanto rimane invenduto. Ma probabilmente taglieremo ancora, perché oramai
molta gente non riesce più a mettere nel carrello neppure due euro
tra pane e latte. Così, a caduta,
taglieremo noi ancora più a monte,
bloccando molte ditte produttrici.
Ma anche a valle, negli stessi
supermercati. Che senso ha tenere
dieci addetti se non c’è più niente
da mettere negli scaffali o di
gente alle casse non se ne vede
più?”. Il ragionamento non fa
una grinza. Quello dalle parti del
governo, invece, resta solo e
sempre concentrato su unioni ciIgor Traboni
vili e dintorni.
SCUOLA
Via alla “chiamata diretta” degli insegnanti
Le proteste dei sindacati: “Il sistema è stato deciso unilateralmente”
l Miur rispolvera il meccanismo
della chiamata diretta degli insegnanti. Stando a quanto riportato in
un comunicato del Ministero, “i docenti
di ruolo non saranno più assegnati alle
sedi scolastiche sulla base di anzianità
e punteggi, ma per le loro competenze
ed esperienze”. Saranno dunque gli
istituti a scegliere gli insegnanti che
“più corrispondono, per profilo professionale, al loro progetto formativo”.
Quanto alle procedure di applicazione,
sono state predisposte indicazioni operative “per dare indirizzi comuni” e dalla
prossima settimana saranno disponibili
anche schede e modulistica standard.
Il ministro Giannini e il sottosegretario
Faraone hanno dichiarato che il nuovo
sistema “punta a valorizzare i percorsi
I
professionali che gli insegnanti si sono
costruiti negli anni. Si tratta di una novità
assoluta per il nostro sistema scolastico,
ce sarà protagonista di una piccola rivoluzione e di uno sforzo importante
da parte di tutti i soggetti coinvolti”.
Dal canto loro i sindacati di categoria
sono sul piede di guerra per un sistema
“deciso ed imposto unilateralmente dal
Miur”. In un comunicato congiunto le
principali sigle sottolineano che si preannuncia “una gestione delle operazioni
di assegnazione dei docenti che, oltre
a essere discrezionali, rendono strutturali
i fattori di precarietà” e “aggraveranno
pesantemente gli impegni dei dirigenti
e degli uffici, aumentando infine i rischi
di contenzioso per l’assenza di regole
CdG
trasparenti e verificabili”.
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Sabato 23 luglio 2016
ATTUALITA’
ATTESA PER IL VIA LIBERA DELLA BCE AL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE
Mps, salvataggio pubblico indispensabile
Lo spettro delle pagelle degli stress test e una nuova ricapitalizzazione che arriverà grazie al solito aiuto dello Stato
di Marco Zappa
ono ore cruciali per il destino del Monte dei Paschi
che aspetta impazientemente il via libera della
Banca centrale europea
(Bce) al suo piano di ristrutturazione.
Che prevede lo smaltimento dei
crediti in sofferenza e l’ennesimo
rafforzamento patrimoniale grazie
pure all’aiuto del fondo Atlante. Per
lanciare il prima possibile la nuova
ricapitalizzazione, con il solito sostegno pubblico.
L’ancora di salvezza è pronta ad essere lanciata dal Tesoro, che ancora
una volta si appresta a salvare la
banca rossa tanto cara alla sinistra
italiana, sulla pelle dei contribuenti.
Il piano di Mps è quello di cedere
al fondo Atlante un pacchetto di 10
miliardi di euro di Npl (non performing loans, sofferenze) attraverso
un processo di cartolarizzazione.
Dopodiché l’obiettivo è quello di
provvedere immediatamente a un
aumento di capitale che dovrebbe
aggirarsi intorno ai 3 miliardi. L’operazione dovrebbe, il condizionale è
d’obbligo, essere garantita anche
da un pool di banche guidate da
Mediobanca e Jp Morgan, con lo
Stato che potrebbe svolgere il ruolo
di garante.
Da Francoforte sono arrivati segnali
S
di apertura all’operazione ma l’ok
non appare certo scontato. Nel giro
di una settimana, infatti, dovrebbero
arrivare gli attesi risultati degli stress
test sulle banche in difficoltà proprio
da parte dell’Eurotower. Pagelle che
potrebbero certificare un’altra bocciatura per il gruppo toscano, appeso
a un filo.
Ma le notizie negative per Mps
non finiscono mai. Gli analisti tedeschi di Berenberg hanno annunciato di aver tagliato il target price
sulle azioni di Siena a 15 centesimi
(dai precedenti 50). E hanno sottolineato che a Rocca Salimbeni
servono almeno 5 miliardi per la
gestione dei suoi crediti in sofferenza. Ma, ammettono, “è improbabile che il mercato possa rispondere a questa richiesta”. L’aiuto dello Stato sembra dunque indispensabile per salvare Mps dal
baratro. Tutto pronto per il nuovo
paracadute, rosso, pubblico. L’obbligo di liberarsi dalle non performing loans comporterà notevoli
problemi al gruppo, che dovrà provare a cederle a un prezzo notevolmente inferiore a quello cui
sono iscritte a bilancio, facendo
registrare importanti perdite.
L’obiettivo dei vertici è di chiudere
la “partita” prima della pubblicazione
degli esami della Bce. Ma la strada
è in salita.
Intanto sarebbero arrivate tre offerte
per Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti, le quattro goods
bank salvate dal governo lo scorso
DALLA CONSOB SEMAFORO VERDE: “NESSUN PRESUPPOSTO PER RESPINGERE LA SUA OFFERTA”
Rcs, il trionfo di Urbano Cairo
“Rigettati” gli esposti dei vecchi soci e le banche finanziatrici
del gruppo rinunciano a chiedere il rimborso anticipato del debito
orsera, la Consob mette fine alle
flebili speranze dei vecchi soci
storici usciti sconfitti dalla “partita” per mano di Urbano Cairo, che
tira dritto. E incassa pure, dalle banche
finanziatrici di Rcs, la rinuncia a chiedere il rimborso anticipato del debito.
Secondo l’Authority non ci sono i presupposti e i motivi per sospendere
l’offerta dell’editore piemontese, nonostante i vani tentativi della cordata
Imh guidata dal finanziere meneghino
Andrea Bonomi, affiancato pure da
Andrea Della Valle, patron di Tod’s,
Pirelli, UnipolSai e Mediobanca.
A niente sono serviti i tre esposti presentati dai ricorrenti, che avevano
chiesto di far luce sui movimenti di
Borsa. La Consob, pur riservandosi
“ulteriori accertamenti”, non ha ritenuto opportuno sospendere, in via
cautelare, l’opas lanciata dal patron
di La7 sul gruppo. Con i titoli Rcs che
hanno reagito alla decisione dei commissari con una impennata in Borsa.
Sorride, e non può fare altrimenti, Cario. E raddoppia. Visto che Intesa Sanpaolo, che è anche socio di Rcs e ha
sostenuto l’offerta dell’editore alessandrino, Ubi, Mediobanca e Bpm
hanno fatto sapere a chiare lettere
che non attiveranno la clausola sul
cambio di controllo. Quella inserita
negli accordi sulla rinegoziazione del
debito. Rinunciando quindi a richiedere
il rimborso anticipato del deficit derivante dal contratto (modificato ormai
novembre. Oltre ad Apollo, secondo
le indiscrezioni, ci sarebbero pure
Leone Star e Apax. Con l’importo di
queste presunti interessamenti ancor
TANTISSIME LE POLEMICHE DOPO L’ARCHIVIAZIONE
DEL CAPO DEI PM DI AREZZO
Il caso Rossi continua
a far discutere
Frattura nel Csm per la decisione non unanime
essuna speranza che qualcosa
possa cambiare. I giudici che peccano non pagano (quasi) mai.
Tra le polemiche è arrivata l’archiviazione
del Csm nei confronti del procuratore di
Arezzo Roberto Rossi, che rischiava una
procedura di trasferimento per incompatibilità. Per via di quell’incarico di consulenza giuridica a Palazzo Chigi ricoperto
fino allo scorso 31 dicembre, quando
già aveva avviato le prime indagini su
Banca Etruria, di cui è stato vicepresidente
Pier Luigi Boschi, padre del ministro
Maria Elena. Con il capo dei pm di Arezzo
che era entrato in contatto con il padre
della titolare delle Riforme in occasione
di una vicenda giudiziaria del 2010,
quando l’avvocato-banchiere era finito
sotto inchiesta per reati di turbativa
d’asta ed estorsione. A chiedere il proscioglimento nei suoi confronti, entrambe
le volte, ci aveva pensato proprio Rossi,
all’epoca dei fatti semplice pm. Circostanza
importantissima, ma inizialmente dimenticata dal procuratore capo nella prima
audizione al Csm. Con il magistrato che
davanti alla prima commissione aveva
prima spiegato di “non conoscere nessuno della famiglia Boschi”. E addirittura
di “non avere neppure contezza di come
fosse formata la famiglia” e di aver conosciuto la “giaguara” - uno dei tanti
soprannomi dati alla giovane esponente
del governo - “in una occasione pubblica,
quando era parlamentare”.
Vuoti di memoria poi ritrattati, ma solo
N
C
due mesi fa) di finanziamento del 14
giugno 2013.
Sconfitta su tutta la linea per Della
Valle & Co., con Cairo che ieri è
entrato ufficialmente in possesso del
48,8% del capitale di Rcs Mediagroup.
Dopo quella della Consob, si aspettano
adesso gli effetti della decisione della
procura di Milano, con il caso approdato sul tavolo del nuovo capo dei
pm meneghini Francesco Greco, tuttora coordinatore del dipartimento
che si occupa di diritto penale dell’economia, affari civili societari e reati
familiari. Con la magistratura che non
potrà non prendere in considerazione
la decisione della Commissione nazionale per la società e la Borsa, visto
che si tratterebbe dello stesso esposto
M.Z.
depositato in Consob.
top secret. Anche se la sensazione è
che le proposte pervenute siano
nettamente inferiori rispetto alle stime ipotizzate dal Tesoro.
dopo che il settimanale Panorama (sarà
pure stata una coincidenza ma questo è
un dato di fatto) ha deciso di portare
agli onori delle cronache le notizie circa
le indagini contro il papà della Boschi
curate in prima persona proprio dal capo
dei pm aretini. Ebbene tutto questo non
è bastato al Csm, letteralmente spaccato
sulla decisione, con la delibera per l’archiviazione passata con soli 11 voti.
Vista l’astensione dei relatori, dell’intero
gruppo di Area, del procuratore generale
della Cassazione Pasquale Ciccolo e del
vicepresidente di Palazzo dei Marescialli
Giovanni Legnini. Oltre che il parere
contrario di Pier Antonio Zanettin (laico
di Forza Italia).
Un verdetto che non vede dunque uscire
vincitore Rossi, perché gli atti sono stati
comunque inviati al pg della Suprema
Corte, titolare dell’azione disciplinare
nei confronti delle toghe. Con il pm che
potrebbe così andare incontro a una
sanzione disciplinare. In una “partita”
che ha provocato una forte frattura nel
Csm. Secondo cui Rossi “non ha mai
perso indipendenza e imparzialità”, sì,
“ma doveva terminare l’incarico con
Palazzo Chigi quando ha iniziato a indagare sulla vicenda di Banca Etruria,
senza autoassegnarsi i relativi fascicoli
del caso, coinvolgendo nelle inchieste i
suoi sostituti solo dopo le audizioni davanti al Csm”.
Rossi resta al suo posto ma da questa
M.Z.
storia ne esce ammaccato.
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Sabato 23 luglio 2016
ESTERI
“SARÒ LA VOSTRA VOCE”
Trump accetta la candidatura
Nel discorso il tycoon newyorkese affronta tutti i temi vincenti della sua
campagna elettorale. E conclude la convention repubblicana tra gli applausi
di Stella Spada
mici, delegati, compatrioti americani,
umilmente e con gratitudine accetto la vostra nomination per la presidenza
degli Stati Uniti d'America”. Con
queste parole Donald Trump è dunque diventato ufficialmente il candidato repubblicano nella corsa per
la Casa Bianca.
Nel suo discorso, pronunciato alla
Convention di Cleveland conclusasi
ieri notte, il tycoon newyorkese ha
affrontato i temi principali della sua
politica: sicurezza, lotta al terrorismo,
immigrazione e crisi economica.
Argomenti che gli hanno consentito
di portare a termine trionfalmente
la lunga cavalcata all’interno di un
partito repubblicano risultato alla
fine abbastanza diviso. E forse anche
per rispondere indirettamente a chi
teme ulteriore frammentazione, nel
suo intervento “the Donald” ha chiaramente fatto riferimento all’eredità
di Richard Nixon e Ronald Regan,
che con le loro rispettive promesse
- “law and order” il primo, deregulation, tagli delle tasse ed ottimismo
economico il secondo – hanno conquistato in passato la Casa Bianca.
“Due padri nobili del conservatorismo americano – commenta la
“A
stampa – per dimostrare che la sua
piattaforma non fa terra bruciata
dell’ideologia del partito conservatore ma anzi, può riunificarlo”.
Trump, che ha saputo intercettare il
consenso di quel popolo repubblicano che non si sentiva più rappresentato dalle elite del Gop, si è
quindi rivolto a loro, a quegli “uomini
e donne che sono stati dimenticati,
che lavorano duro ma non hanno
voce. Io sono la vostra voce", ha
detto il candidato repubblicano.
Quanto alla sua rivale Clinton, il tycoon ne ha sottolineato gli errori,
dichiarando che quando era segretario di Stato ha commesso “crimini
terribili” rendendo il mondo più instabile e lasciando come eredità
“morte, distruzione, terrorismo e
debolezza”. Per uscire da questo
tunnel urge “un cambio di leadership”, una guida che metta l’America
al primo posto: “l’americanismo,
non il globalismo, sarà il nostro credo. Finché saremo guidati da politici
che non mettono in primo piano
l'America potremo essere certi che
l'America non sarà mai trattata con
il rispetto che merita”.
E poi ancora: “renderò sicuri i nostri confini, vi proteggerò dal terrorismo. Grazie alle mie riforme
economiche aggiungeremo milioni
di posti di lavoro e miliardi di
nuova ricchezza”. Quindi lotta alla
delocalizzazione, semplificazione
della normativa fiscale, riduzione
delle tasse e modernizzazione delle infrastrutture. Infine attacco alla
riforma sanitaria di Obama, che
na “disavventura editoriale”. Così
il professor Eugenio Di Rienzo,
docente di Storia moderna all’università La Sapienza di Roma, ha definito
l’esclusione del suo saggio dedicato ai
rapporti tra l’attuale inquilino della Casa
Bianca e la Russia da un volume dedicato
alla presidenza di Barack Obama. Il motivo
della censura? Lo scritto, secondo l’Istituto
per gli studi di politica internazionale che
edita la pubblicazione, è troppo filorusso
e antiamericano…
Lo stesso Di Rienzo racconta di essere
stato contattato nei mesi scorsi dall’Ispi
per un suo contributo da inserire nel volume e di aver accettato volentieri la proposta. “Sono rimasto molto sorpreso dice in un’intervista a sputnik news perché questo Istituto è molto (io direi
troppo) schierato su posizioni filostatunitensi (su cui Di Rienzo è tutt’altro che
appiattito, ndr). Mi sono illuso che volessero avere anche una voce fuori dal
coro, ma evidentemente non era così”.
Già, perché il pezzo, inviato al curatore e
da quest’ultimo approvato e inserito nelle
bozze dell’opera, è stato bloccato. “Qualche
giorno fa l’Ispi mi ha comunicato che il
mio contributo - scrive l’autore su Il
Giornale - non poteva essere più pubblicato
perché connotato da sentimenti smaccatamente filorussi e eccessivamente antiamericani. Sentito il curatore per avere
spiegazioni, questi mi ha espresso il suo
rammarico per la decisione e il suo
dispetto per un’azione ‘piovuta dai piani
alti dell’Ispi’ che di fatto lo esautorava del
suo legittimo diritto di decidere sul merito
scientifico di quanto si doveva pubblicare”.
Censura dunque. E non è la prima volta
U
che accade a Di Rienzo, secondo cui “la
libertà d’espressione è una conquista,
anche nelle società con una democrazia
avanzata dove sembra ci sia totale libertà
di dire e scrivere tutto quello che si
vuole”. Sembra appunto, perché “il discrimine tra libertà di ricerca ed espressione intellettuale e possibilità di usufruire
pienamente di quella libertà si muove su
margini che a volte illecite pressioni ‘ideologiche’ rendono molto stretti”.
In Italia accade purtroppo più spesso di
quanto si pensi. Per quanto riguarda
nello specifico l’argomento “Stati Uniti”,
nel nostro Paese è difficile esprimersi
criticamente “perché c’è una tradizione
di servilismo intellettuale” che induce a
“schierarsi dalla parte del più forte, salvo
poi cambiare campo. Se mai si giungesse
ad un riavvicinamento tra Washington e
Mosca, le stesse persone che hanno censurato il mio lavoro - dice Di Rienzo a
sputnik news - magari comincerebbero
a cantare le lodi della Russia”.
In tutto questo c’è poi un dato di fatto
non trascurabile, che il professore non
manca di sottolineare: “Io ho una posizione
accademica solida, dirigo una rivista di
storia molto importante, ho accesso anche
ad organi di stampa. Immaginiamoci
pressione e stretta censoria su dei giovani
ricercatori ai quali magari vien detto che
se assumono determinate posizioni poi
non possono fare carriera. Assumere
certe posizioni è difficile: io, che ho il
difetto di pensare con la mia testa e non
avere padroni di nessun tipo, posso permettermelo. Magari uno più giovane di
me ci pensa due o tre volte”.
Cristina Di Giorgi
tre una pioggia di palloncini rossi
blu e bianchi cadeva sul palco e
sulla platea, la sua famiglia e quella
di Mike Pence, il suo vice, insieme
a lui per raccogliere gli applausi
dei presenti.
USA 2016
DI RIENZO: “IL MIO SAGGIO È STATO CENSURATO DALL’ISPI”
Il rapporto Obama-Mosca
e la libertà di espressione
Trump promette di abolire.
La chiusura, ad effetto, con uno dei
suoi slogan preferiti: “rifaremo
l’America forte come una volta, orgogliosa come una volta, sicura
come una volta”. Al suo fianco, men-
Il grande No di Ted Cruz
L’ex concorrente alla nomination repubblicana rifiuta di appoggiare
pubblicamente il rivale: “Votate per le persone di cui vi fidate”
n contratto è un
atto che fonda un
rapporto giuridico
tra due parti affinché
ognuno rispetti i propri
doveri e responsabilità.
Nel mondo della politica,
l’elemento fondante di un
contratto va aldilà di un
legame strettamente legale perché entra in gioco
il concetto “clandestino”
e “astratto” della moralità
che spesso non trova cittadinanza. Perché si parla
di contratto? Perché,
come da tradizione, negli
Stati Uniti d’America i candidati dei partiti
politici impegnati nelle primarie sono
chiamati a firmare una fattispecie di contratto basato su una promessa solenne a
garanzia del loro sostegno nei confronti
della futura nomina del partito.
A far discutere, in questi giorni, è il
discorso di Ted Cruz, (senatore del Texas
e ultimo candidato repubblicano a ritirarsi
dalla corsa) tenutosi durante la Convention
Repubblicana, in cui si è rifiutato di esprimere pubblicamente il suo personale endorsement nei confronti di Donald Trump.
Con la frase “votate la vostra coscienza.
Votate per i candidati di cui vi fidate”, si è
percepita la sua riluttanza nell’abbracciare
politicamente il suo amico-rivale. Pur
asfaltato da fischi e critiche, Cruz è rimasto
fedele alla sua decisione.
Il problema della moralità sorge quando
U
si fa qualche passo indietro e si ritorna
al 6 agosto 2015. All’inizio del primo dibattito repubblicano, la new entry Trump
si rifiutò di firmare la promessa solenne
basata su due pilastri: il sostegno nei
confronti della nomina repubblicana per
presidente degli Stati Uniti a prescindere
dal nome del candidato e la promessa
di non correre come indipendente e non
accettare la nomina a presidente di qualunque altro partito. La scelta di Trump
fu fortemente criticata da tutti al punto
che il magnate si convinse a firmare.
Va ricordato però che nel tempo in tanti
hanno violato il patto: da Jeb Bush a
Trump stesso, passando per Kasich ed
infine Cruz, il quale ha giustificato la
sua decisione affermando che la promessa solenne è diventata invalida nel
giorno in cui Trump ha intrapreso una
campagna diffamatoria
verso la sua famiglia. L’impassibilità e la freddezza
con cui Cruz si è rifiutato
di sostenere il magnate
dinanzi una platea di suoi
irriducibili sostenitori rispecchia la sua forte personalità. Rimane la domanda, perché averlo fatto
durante la Convention del
partito, proprio mentre i
vertici del Gop e altri esponenti di rilievo stanno lavorando quotidianamente
verso l’unità? Per riappropriarsi di un’attenzione mediatica in caduta libera? O per umiliare
Trump davanti a tutti? O forse perché
Cruz sta già puntando alle elezioni del
2020?
La scelta di Cruz è personale e di conseguenza legittima. Nonostante ciò, la soluzione più onesta nei confronti degli
elettori sarebbe stata quella di dimettersi
dal partito per motivi ideologici e di coerenza alle proprie idee. Non ci scordiamo
che questa promessa ha un valore non
prettamente giuridico bensì un valore di
altissimo spessore morale nei confronti
di tutti gli elettori che saranno, in questa
maniera, garantiti dal supporto di ogni
candidato. Contratti, morale, onestà intellettuale, attaccamento ai valori e agli
ideali. Che valore dà la politica a questi
nobili concetti?
Claudio Pasquini Peruzzi
5
Sabato 23 luglio 2016
ESTERI
GUERRA IN SIRIA
L’orrore del sangue innocente
Ancora vittime tra i bambini. L’Unicef: “Tutte le violenze sui più piccoli devono terminare”
di Cristina Di Giorgi
Q
uando si parla di guerra
e di terrorismo, è inevitabile pensare ai bambini
come alle vittime che soffrono di più. Soltanto la
scorsa settimana in Siria più di venti
piccoli sono stati uccisi durante i
raid aerei su al Tukhar, vicino Manbji, a 80 chilometri ad est di Aleppo.
Lo riferisce il rappresentante dell’Unicef nel Paese:“l’organizzazione
stima che ci sono 35 mila bambini
intrappolati a Manbji e nei dintorni,
senza un posto sicuro dove andare”
ha dichiarato Hanas Singer. Che ha
aggiunto:“le parti in conflitto devono
rispettare le leggi internazionali
umanitarie che proteggono i bambini in guerra. Nulla giustifica gli
attacchi sui bambini: tutte le violenze
su di loro devono immediatamente
terminare”.
La condizione drammatica dei bambini siriani – quelli che sopravvivono
– è poi in questi giorni la protagonista di una campagna di sensibilizzazione che sfrutta la recente diffusione della mania di Pokemon
Go, il gioco per smartphone e tablet
che sta coinvolgendo sempre più
giocatori. Nel manifesto dell’iniziativa si vedono bambini siriani, fotografati in diversi villaggi del Paese
(in particolare in quelli nei pressi
di Hama e Idlib, oggi in mano agli
oppositori del governo di Damasco),
che tengono in mano immagini dei
popolari Pokemon con la scritta
“vieni a prendermi”.
Gli ideatori della campagna – dei
quali al momento non si conosce
l’identità – hanno dunque voluto
invitare i giocatori occidentali a
“fermarsi nella caccia alle creature
digitali per dedicare la loro attenzione alle persone in carne ed ossa
intrappolate nelle zone di guerra”.
Persone – bambini in primis – costretti a fare ogni giorno i conti con
la morte. Quella che si trovano attorno e, nei casi peggiori, la loro.
Tra i piccoli non sopravvissuti, il
ragazzino trucidato l’altro giorno
ad Aleppo dai cosiddetti “ribelli
moderati”. Accusato di essere una
spia di una brigata palestinese che
sostiene il presidente Assad, il piccolo, che sembra avere poco più di
dieci anni, viene mostrato in alcuni
filmati diffusi in rete. Lo si vede impaurito, con quella che pare una
fasciatura all’altezza dello stomaco
(qualcuno ha ipotizzato che gli siano
stati prelevati gli organi). Alla domanda dei suoi aguzzini, che nel
frattempo lo schiaffeggiano ridacchiando, su quale sia il suo ultimo
desiderio, lui risponde che vorrebbe
gli sparassero invece di essere macellato. La risposta è agghiacciante:
“Noi siamo peggio dell’Isis”. Poi
l’esecuzione: il prigioniero viene
disteso sul pianale di un furgone e
un uomo gli taglia la testa con un
coltello al grido ormai noto di “Allah
u akbar”. E anche se le immagini
sono censurate (il video in chiaro
non è più reperibile), resta comunque l’orrore del sangue che cola a
terra fino a diventare un lago e
quello dell’assassino che brandisce
la testa del piccolo sventolandola
come un trofeo.
I filmati sono stati realizzati “dai miliziani di Harakat Nour al Din al
Zenki, foraggiati anche dagli Usa
in funzione anti Assad. I loro comportamenti – scrive Matteo Carnieletto su Gli occhi della guerra - lasciano ben pochi dubbi si chi siano
davvero i ribelli moderati”. Alla
diffusione del video è seguita quella
di una nota del gruppo ribelle in
cui si parla di “abusi dei diritti umani” che “non rappresentano le sue
politiche ed azioni”. Rispetto a tali
fatti, i leader di Harakat Nour alDin al-Zenki hanno fatto sapere di
aver arrestato i responsabili e di
averli consegnati alla commissione
di indagine appositamente istituita.
Sembra poi che uno dei boia del
piccolo palestinese sia stato ucciso:
è stata infatti diffusa in rete la foto
di un cadavere che sembrerebbe
appartenere ad uno degli uomini
che si vedono nel filmato dell’esecuzione, ma risulta difficile confermare l’identificazione.
In tutto questo vale la pena sottolineare che Harakat Nour al-Din
al-Zenki è uno dei gruppi appartenenti alla Coalizione nazionale
siriana, i cui rappresentanti siedono
al tavolo delle trattative di pace.
Gli stessi che ricevono armi e rifornimenti dall’Occidente. Quelli
insomma ai quali dovrebbe essere
affidato il futuro della Siria una
volta che il leader di Damasco dovesse essere deposto. Un futuro
che, se dovesse realizzarsi, sarebbe
pieno di sangue. Un futuro contro
il quale, oggi più che mai, il popolo
siriano deve combattere con tutte
le sue forze.
TIBET
Iniziata la distruzione di Larung Gar
Il più grande centro di studi buddisti del mondo ospita diecimila studenti, ma Pechino vuole dimezzarli
e autorità cinesi hanno
dato il via alla distruzione
di Larung Gar (contea
di Sertar, nell’Est del Tibet):
“operai accompagnati da poliziotti, soldati e rappresentanti
del governo – si legge su
asianws – hanno iniziato a demolire residenze dei monaci
e strutture” del più grande centro di studi buddisti tibetani del
mondo.
Secondo quanto denunciato
dagli attivisti di Free Tibet, che
in queste ore hanno pubblicato
in rete foto e video in cui si
vedono edifici di legno rasi al
suolo, i lavori sono iniziati mercoledì scorso. Nella struttura
(accademia e monastero, fondati nel 1980), abitano 10 mila
persone, tibetane e cinesi. Una
popolazione notevole, che Pechino mira a dimezzare: la
motivazione di tale decisione,
che a quanto si apprende non
è stata concordata con gli abitanti della struttura, ufficialmente è quella di garantire la
sicurezza di un’area sovrappopolata.
“Lo scorso giugno – riferisce
asianews - le autorità hanno
distribuito un’ordinanza che
esigeva la riduzione a 5mila
del numero di presenze nel
L
TURCHIA
Assad: “Erdogan ha usato il golpe
per imporre il suo estremismo”
Il leader di Damasco denuncia “le cattive intenzioni
e i reali propositi” del suo omologo di Ankara
l leader turco Recep Tayyip
Erdogan ha usato il pretesto
del recente tentativo di colpo
di stato per mettere in atto le
sue politiche estremiste. Ne è
convinto il presidente siriano
Bashar al Assad, che in un’intervista di queste ore ad
un’agenzia di stampa cubana
ha commentato i recenti avvenimenti in Turchia.
“Dobbiamo guardare agli effetti
del golpe considerandoli come
una destabilizzazione dello stato
turco, in particolar modo del
settore sociale” soprattutto se
si tiene conto delle “reazioni e
disposizioni che, in pochissimo
tempo, Erdogan e la sua banda
hanno attuato”. In proposito il
leader di Damasco si chiede:
“come è possibile che le università, i giudici e le figure
I
monastero. L’ordine dava la
data del 30 ottobre di quest’anno come inizio per il trasferimento dei residenti e delle
demolizioni” e “dettagliava anche una serie di punizioni se i
residenti non si fossero trasferiti,
fra cui la demolizione completa
del monastero”.
Sono in molti – non a torto – a
pensare che il provvedimento
e la sua anticipata (e quindi
teoricamente irregolare) attuazione sia un sopruso nei confronti della popolazione del
centro, che il governo cinese questa la reale motivazione
della decisione di distruggere
accademia e monastero – ritiene abbia collegamenti con
“le forze separatiste in esilio”.
Ovvero il Parlamento tibetano,
il cui vicepresidente ha duramente criticato la leadership
cinese: “Da quando Xi Jinping
è divenuto presidente della
Cina – ha detto Acharya Yeshi
Phuntsok - la libertà religiosa
in Tibet si è deteriorata in modo
CdG
evidente”.
della società civile siano coinvolti nel colpo di Stato?”.
E ancora: “come è possibile
che essi (le autorità turche)
abbiano assunto decisioni su
tutte queste sospensioni, licenziamenti ed arresti prima
ancora che l'indagine sia stata
completata? Questo
dimostra le cattive intenzioni e i reali propositi di Erdogan, che
ha approfittato della
situazione per realizzare il programma dei
Fratelli Musulmani.
Pericoloso non solo
per la Turchia e i suoi
vicini, ma anche per
la Siria”.
A proposito poi dei
suoi rapporti con il
leader di Ankara, Assad ha ricordato che fin dal
2011 Erdogan lo aveva invitato
a lasciare la presidenza: “noi
invece non facciamo l’errore i
dire che lui dovrebbe andare o
restare. Questa è una questione
turca e tocca al popolo turco
St.Sp.
decidere”.
6
Sabato 23 luglio 2016
DA ROMA E DAL LAZIO
L’OPERA INFINITA
LA POSIZIONE DI GIANNI ALEMANNO
Altra inchiesta su Metro C:
danni per 253 milioni
“Ho difeso gli interessi
del Comune, strano
che non ci sia Veltroni”
Segnalate trentadue persone, compresi i due sindaci pro tempore
Dovranno fornire le loro deduzioni in relazione alle accuse
“La nostra amministrazione si è distinta
per il tentativo di rimediare alle scelte
di quelle che ci hanno preceduto”
anni per 253 milioni di euro. Per
questo le fiamme gialle hanno
segnalato trentadue funzionari alla
Corte dei Conti del Lazio, compresi i due sindaci pro tempore (Gianni
Alemanno e Ignazio Marino), che, a vario
titolo, hanno gestito l’appalto per la realizzazione della linea C della Metro di Roma,
da tempo oggetto anche di un’inchiesta
penale, che verte sugli appalti dell’opera
in costruzione dal 2007: nel calderone
dell’inchiesta ci sono un po’ tutti tra ex dirigenti dell’epoca di Roma Metropolitane
e vertici di Metro C, tra cui l’ex assessore
alla Mobilità della giunta Marino, Guido
Impronta, in compagnia dell’ex dirigente
del ministero dei Trasporti, Ercole Incalza.
Tornando al secondo filone e alle notifiche
di ieri, le indagini sono state eseguite dalle
fiamme gialle del II Gruppo Roma, su delega della stessa Procura contabile a partire
dal 2014, e sono state finalizzate ad acquisire
atti ed informazioni, tra cui il procedimento
arbitrale attivato nel 2007, il procedimento
di formazione dell’atto transattivo del 2011,
e poi quello di attuazione della Delibera
Cipe del 2012 e quello di formazione dell’atto dell’anno successivo.
L’appalto in questione era stato aggiudicato
dalla S.r.l. Roma Metropolitane al contraente
generale - Metro C per un importo a base
d’asta pari a oltre 2,5 miliardi di euro e
perfezionato a seguito della sottoscrizione
del contratto di affidamento allo stesso
Contraente generale il 12 ottobre 2006.
Per circa due anni i finanzieri hanno acquisito e sequestrato, a più riprese, una
consistente mole di carte presso le società
coinvolte e pure al Campidoglio, al Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti e al
Cipe; dalla quale gli agenti hanno ricostruito
le procedure adottate relativamente alla
realizzazione di questa imponente opera
pubblica, dal bando di gara a oggi, evi-
D
denziando, tra l’altro, il sistematico ricorso
all’utilizzo del cosiddetto “sistema delle
riserve”, iscritte nel registro di contabilità
per un ammontare pari a circa 1,4 miliardi
di euro, quale strumento che ha, di fatto,
consentito al General Contractor - Metro
C - di recuperare i ribassi offerti in sede
di aggiudicazione della gara d’appalto e,
al tempo stesso, di procurarsi ingenti risorse
aggiuntive.
Le anomalie riscontrate, che hanno comportato una consistente lievitazione dei
costi, sono state tutte scandagliate ed è
stato possibile, ad esempio, accertare che
il General contractor iscriveva le prime riserve due mesi dopo la sottoscrizione del
contratto d’appalto (12.10.2006); questa
“manovra contabile” è continuata nel
tempo, nonostante le favorevoli pattuizioni
accordate, sin da subito, al General Contractor.
Gli investigatori contestano un danno erariale quantificato in 253 milioni di euro,
corrispettivo indebitamente riconosciuto
da Roma Metropolitane al General Contractor Metro C, nell’“accordo transattivo”
dell’8 giugno 2011, conseguente alla consistente mole di riserve iscritte; che trova
la sua genesi nel verbale di accordo del
12 giugno 2008, successivamente concretizzatosi nell’“atto attuativo” del 9 settembre 2013, atto, quest’ultimo, che avrebbe
dovuto tacitare “in modo tombale”, tutte
le pretese economiche del General Contractor, discendenti sia dal medesimo accordo transattivo che dal Lodo Parziale
del 6 settembre 2012.
I funzionari pubblici ed i sindaci pro tempore, a cui è stato notificato il provvedimento
della Procura, nonché i vertici ed i Tecnici
di Roma Metropolitane e della Struttura
Tecnica di Missione del MIT che, nel
tempo, si sono susseguiti, dovranno, entro
i termini stabiliti dalla magistratura contabile,
fornire le loro deduzioni in relazione a
quanto contestatogli.
IL MAGISTRATO, CHE DOVRÀ SCONTARE 8 ANNI DI CARCERE,
ERA IN SERVIZIO PRESSO IL TAR DEL LAZIO
Condannato un giudice a otto anni
Si sarebbe accordato con un avvocato (che ha patteggiato)
per atti contrari ai doveri d’ufficio e favorire i clienti del legale
ondanna ad otto anni di reclusione per l’ex giudice
del Tar del Lazio, Franco
Maria De Bernardi, accusato di
corruzione in atti giudiziari. Non
solo al magistrato sono stati confiscati beni per un valore di 115mila
euro ed estinzione del rapporto
di lavoro presso il Tar del Lazio.
E’ la sentenza emessa dalla IX
sezione del tribunale di Roma,
presieduta da Caterina Brindisi,
nei confronti dell’ex giudice. Secondo l’accusa avrebbe favorito
un avvocato amministrativista,
Matilde De Paola, che ha già patteggiato tre anni e mezzo di reclusione.
Ma non è stata l’unica condanna
emessa dal collegio. Tre anni ed
otto mesi di reclusione sono stati
inflitti per l’uomo d’affari Giorgio
Cerruti. Entrambi sono stati condannati anche all’interdizione perpetua dei pubblici uffici, oltre a
C
risarcire in sede civile la Presidenza
del Consiglio dei ministri, costituita
parte civile, che sarà stabilito in
un procedimento separato.
Al magistrato Bernardi è stato
aggiunto un anno di reclusione
rispetto alla richiesta dei pm, che
avevano avanzato una condanna
di De Bernardi a sette anni di reclusione, mentre il collegio ha
previsto uno sconto per Cerruti.
La richiesta dell’accusa era di
quattro anni e dieci mesi.
Secondo la procura De Bernardi,
nel suo ruolo di giudice del tribunale amministrativo, si sarebbe
accordato in cambio della promessa di denaro con un avvocato
(giudicato in altro procedimento)
per compiere atti contrari ai
doveri di ufficio e favorire i clienti
del legale.
isponderò con una documentata relazione
all’atto di citazione che
la Corte dei Conti mi ha inviato
per la Metro C”. E’ la posizione
dell’ex sindaco Gianni Alemanno,
a proposito della chiusura dell’inchiesta sulla Metro C.
“La mia azione infatti è stata
tutta rivolta a difendere gli interessi di Roma Capitale. L’accordo
transattivo, preparato dagli uffici
di Metropolitane di Roma, e da
me avallato, ha permesso di
passare da 1,4 miliardi di riserve
ad un’intesa per 253 milioni di
euro - spiega Alemanno - Se le
riserve avanzate dal Consorzio
Metro C erano ingiustificate,
questo può derivare soltanto
dal modo in cui è stato scritto e
assegnato il bando di gara per
la costruzione dell’opera durante
“R
l’amministrazione Veltroni”.
E Alemanno ha puntanto il dito
contro il suo predecessore: “Stupisce allora che tra i 32 dirigenti
e politici citati non ci sia Veltroni,
mentre vengono coinvolti il presidente di Metropolitane Chicco
testa, il segretario generale Gagliani Caputo e il ragioniere generale Lopomo, tutti in carica al
tempo di quella amministrazione
che, appunto, ha assegnato l’appalto”. E ha ribadito: “Nella lunga
e complessa vicenda della Metro
C la nostra amministrazione si
è distinta unicamente per il tentativo di rimediare alle scelte di
chi ci ha preceduto. Mentre
dopo di noi con l’amministrazione Marino la situazione è tornata ad aggravarsi per altri 90
milioni, con il cosiddetto ‘Atto
attuativo’”.
AI DOMICILIARI IL PATRON DEL GRUPPO, NONCHÉ PRESIDENTE DEL PISA CALCIO
Terravision, maxisequestro
La società si occupa del trasferimento di passeggeri
dai principali aeroporti italiani ed europei
equestro del complesso
aziendale Teravision, società
che si occupa del trasferimento di passeggeri dai principali
aeroporti italiani ed europei al
centro delle città, e arresti domiciliari del patron della società nonchè presidente del Pisa calcio
Fabio Petroni. E’ la conclusioni
di un’indagine del comando provinciale della Guardia di Finanza
di Roma, coordinata dalla Procura
di Roma, iniziata nel 2013 sulle
aziende riconducibili alla Terravision.
Le investigazioni hanno consentito,
in una prima fase delle operazioni,
di sottoporre a sequestro preventivo il compendio aziendale
riconducibile al marchio Terravision, costituito: dalle licenze per
trasporti di linea Roma-Ciampino-Fiumicino, Pisa/AeroportoFirenze e Orio al Serio-Milano, dai
conti correnti bancari ed altri rapporti finanziari, dai contratti com-
S
merciali e beni aziendali (in particolare numero 13 bus nella disponibilità dell’azienda); dalle società Terravision H. R. & Services
S.R.L., e Alivision Patrimoni e
Servizi di Petroni Fabio s.a.s.
Le indagini hanno permesso di
scoprire come gli amministratori
di alcune società si siano sottratti
al pagamento di ingenti debiti tributari e previdenziali, attuando
manovre elusive volte a rendere
sostanzialmente
inefficace la procedura di riscossione
coattiva.
In particolare, la società titolare dei contratti con gli aeroporti, proprietaria
anche degli autobus
e delle licenze, era
stata posta in liquidazione subito dopo
aver ceduto ad un
“testa di legno” l’unico ramo d’azienda produttivo.
Un provvedimento di sequestro
dell’intero complesso aziendale,
che fattura annualmente 35 milioni
di euro, la cui esecuzione ha,
quindi, permesso di vincolare, a
garanzia dei creditori del fallimento:
quote societarie e beni aziendali,
licenze di trasporto, contratti commerciali stipulati, 29 autobus di
linea, 2 autovetture e rapporti
bancari.
7
Sabato 23 luglio 2016
CAOS SULLA TANGENZIALE
Un bus va a fuoco,
il traffico in tilt
DA ROMA E DAL LAZIO
CHIUSA LA STRADA NEL PRIMO POMERIGGIO DI IERI. LE FIAMME SONO DIVAMPATE NELLA ZONA DI ARDEA
Odissea sulla Pontina
per un altro incendio
I trasportatori non ci stanno più: “Pesanti ripercussioni sulle attività”
na vera e propria odissea per gli
automobilisti romani e del Basso
Lazio, che quotidianamente si recano
nella Capitale per motivi di lavoro,
ma anche per i trasportatori merci che
hanno subito pesanti ripercussioni sulle attività. E, come se non bastasse, un altro incendio è divampato ieri sulla via Pontina,
riperta appena l’altro ieri sera dopo i quattro
giorni di stop determinato dal vasto rogo
che ha distrutto dieci ettari di macchia mediterranea all’altezza del km 24, nei pressi
del campo nomadi.
Così nel primo pomeriggio l’inferno sulla
SR148 si è riproposto al chilometro 37+300
facendo di fatto ripiombare gli automobilisti
nel caos che si protrae dallo scorso 18
luglio. In particolare l’incendio si è sviluppato
nella zona di Ardea comportando la chiusura
della strada in entrambi i sensi di marcia.
Inevitabili le code con auto incolonnate
per circa 6 chilometri tra lo svincolo Strampelli e svincolo Ardeatina, paralizzate anche
le vie alternative. Sul posto sono intervenuti
immediatamente i vigili del fuoco e il personale dell’Astral, la società che gestisce
le strade del Lazio, che ha sconsigliato praticamente, si legge sul proprio profilo Twitter,
“di percorrere la strada da Pomezia in direzione Aprilia”.
Una nuova grana per la SR148 dove il blocco
della circolazione si era protratto a lungo
per la messa in sicurezza di un centinaio di
pini marittimi, irrimediabilmente compromessi dal fuoco, con la rimozione di cin-
U
aura per un bus in fiamme sulla tangenziale di
Roma, chiusa per diverse ore nel tratto verso
San Giovanni, con il traffico in tilt. Miracolosamente non ci sono stati feriti. Sul posto sono prontamente intervenuti i vigili del fuoco per spegnere l’incendio.
Dal bus, che appartiene alle Ferrovie dello Stato, si è
alzata una colonna di fumo nero visibile anche da
lontano. La strada è stata chiusa al traffico tra via
Batteria Nomentana e l'A24 in entrambe le direzioni.
In direzione di via Salaria il traffico è deviato sul
vecchio tracciato della Tangenziale Est; in direzione
San Giovanni l’uscita era obbligatoria all’altezza di
via Batteria Nomentana. Il traffico proveniente dall’A24
è stato invece deviato in direzione San Giovanni.
Ma non è tutto. Non mancano le polemiche sui disservizi e i disagi dei trasporti.
Un’estate nera, con la riduzione delle corse per la
manutenzione delle linee e dei bus. La strada è tutta
in salita, come confermato dall’assessore competente
Linda Meleo: “Almeno per rendere la flotta bus di
Atac decente in termini di età media, intervenendo
su circa 700 autobus, servirebbero 400 milioni - ha
spiegato - da qui ai prossimi anni. Non è ovviamente
un discorso immediato, ma di programmazione a
lungo termine”.
P
quanta camion di aghi di pino, la messa in
posa di trecento metri di asfalto ed ottocento
metri di guard rail, oltre al rifacimento della
segnaletica orizzontale centrale e laterale
per circa 4,5 chilometri.
Intanto proseguono senza sosta le indagini
del Corpo forestale dello Stato per fare
chiarezza ed accertare eventuali responsabilità sugli incendi origine dolosa divampati
nei giorni scorsi all’altezza di Castel Romano.
Non mancano le polemiche. Con la Cna, la
confederazione degli artigiani, che alza la
voce contro le istituzioni e fa i conti dei pesanti danni subiti dall’indotto: “Non si è
provveduto negli anni a dotare la zona di
un sistema viario adeguato
alla mole di trasporto pesante.
La via Laurentina e la via Ardeatina non sono mai state
messe in sicurezza e quindi
non rappresentano una valida
alternativa alla Pontina. Attendiamo quindi interventi
adeguati”.
Che difficilmente saranno
eseguiti nel giro di poco tempo. La Regione non ha fondi
sufficienti per la manutenzione delle strade. Lo hanno detto a chiare lettere nei giorni
scorsi l’assessore regionale
Fabio Refrigeri e l’ad dell’Agenzia strade Lazio, Antonio Mallamo in un’audizione
alla commissione regionale Lavori pubblici.
Anche perché dal primo gennaio la Regione
si occupa anche della manutenzione ordinaria delle strade, competenza ereditata
dalle Province, senza però i fondi necessari
per garantirne uno stato sufficiente.
L’Astral ha già svolto un primo monitoraggio
sulle arterie, dove da anni non si fa alcun di
tipo di intervento.
“Per quest’anno però abbiamo solo 18 milioni, che diventeranno 24 nei prossimi due.
Troppo poco. Complessivamente abbiamo
- ha chiarito Mallamo - 64 milioni per tutti
gli interventi”.
Una mission impossibile garantire una manutenzione adeguata. Marco Compagnoni
LA RAGGI ESCLUDE I GIOCHI
Linee di governo: fuori le Olimpiadi
Riorganizzazione del trasporto pubblico, di Atac-Ama-Acea e del sistema degli appalti
inalmente le linee programmatiche sono state presentate. Ad un mese dall’insediamento, il sindaco di Roma Virginia Raggi ha presentato gli indirizzi di governo giovedì sera in
giunta, che li ha approvati all’unanimità. Nessun accenno alla candidatura di Roma alle Olimpiadi.
Sembrerebbe dunque esclusa, nel
programma dell’amministrazione
M5S, la candidatura della Capitale
ai Giochi Olimpici del 2024.
Il dossier era stato al centro di
polemiche accese già durante la
campagna elettorale: la Raggi aveva più volte sottolineato che quella
della corsa per la candidatura ai
giochi non sarebbe stata una priorità per i cittadini romani, alle
prese con altri problemi. Detto
fatto, nonostante in settimana c’è
stato un incontro tra i tecnici del
Campidoglio e del comitato promotore per Roma 2024. E Raggi
è stata chiara anche ieri: “Noi
siamo coerenti”.
Tra gli altri punti c’è il piano integrato del trasporto pubblico per
le scuole, ma anche un “Piano
comunale per la sicurezza scolastica”. Prevista una “Riforma generale del trasporto pubblico”:
per quanto riguarda la serie di interventi, si partirà da un “nuovo
piano industriale che affronti l’intera
governance di Atac”. Saranno
F
sprechi e lavorando per attrarne
di nuove”. C’è poi l’obiettivo di rimettere a disposizione delle comunità i luoghi in cui si è investito
come, per citare alcuni esempi, il
Centro culturale Elsa Morante, il
Cinema Aquila e il Teatro Valle.
Anche il sistema degli appalti sarà
al centro di una riorganizzazione,
con la trasparenza dei procedimenti
di gara e la pubblicazione dei
nomi degli appaltatori, importi e
tempi.
Cambio di passo, almeno è l’obiettivo, nel turismo e nel commercio.
“Convention bureau” e promozione
di circuiti turistici alternativi. Collaborazione con gli operatori internet per aumentare l’attrattività
della città.
Nuova linfa, invece, ai mercati
rionali attraverso l’estensione della
somministrazione di cibi e bevande, in accordo con la normativa
esistente, e l’implementazione dei
prodotti a km 0.
Guerra all’amianto con l’apertura
in ogni Municipio di uno sportello
informativo per chiedere info e
indicazioni sulla possibilità di
bonifica.
Inoltre, i 5 Stelle hanno intenzione di aprire il Campidoglio
al popolo della Rete, con la realizzazione sul sito web di Roma
Capitale di un “Portale della parM.C.
tecipazione”.
SORPRESI TRE FIGURANTI DAI VIGILI URBANI
messe a sistema le esigenze di
spostamento dei cittadini per capire
dove si muove il traffico.
Sanno istallati semafori intelligenti,
che sappiano alternare i flussi in
ragione del traffico e diano priorità
al trasporto pubblico, piste ciclabili.
Ma anche l’incentivazione del telelavoro per ridurre gli spostamenti.
In ogni Municipio, poi, aree pedonali sul modello francese delle
aree di “traffic calming”. Sanzioni
severe a chi occupa aree riservate
a disabili.
Prevista anche una riorganizzazione di Ama, con l’implementazione verticale della raccolta
differenziata, “sotto l’egida della
sindaco e dell’Assessorato preposto, ma, nel contempo, Roma
Capitale e il sindaco - si legge devono reclamare, rivendicare e
riappropriarsi del ruolo di indirizzo
operativo e di vigilanza del socio
di maggioranza al 51% e ricondurre Acea S.p.A. a servizio della
città”. Per quanto riguarda Acea,
invece, “la bollettazione idrica
ed elettrica può comprendere
anche la riscossione della Tari,
in quanto già disponibili le banche
dati di riferimento”, anche per
“monitorare le utenze fantasma”.
Mentre per “sviluppare le potenzialità della città” sarà creata
una cabina di regia sui fondi Comunitari per una gestione “trasparente delle risorse disponibili”
al fine di “migliorare l’efficacia
degli interventi”.
La cultura sarà riportata al centro
delle linee programmatiche, che
ha subito “pesanti contrazioni
negli ultimi anni, riducendo gli
Centurioni, ecco le prime sanzioni
ono arrivate le prime multe contro i centurioni. A
pagarne le spese sono
stati tre figuranti, due di nazionalità romena, in piazza di Madonna di Loreto, e un’italiana,
sorpresa al piazzale del Colosseo. E’ il bilancio dei vigili urbani
dei gruppi Trevi, Prati, Gssu e
Gpit, nelle aree di applicazione
all’indomani delle ordinanze anticenturioni e anti-risciò.
La sanzione è stata per ciascuno
di 400 euro con il sequestro
dei costumi. Nessun risciò invece è per ora risultato sanzionato.
I controlli continueranno nei
prossimi giorni per rispettare
l’ordinanza del sindaco Virginia
S
Raggi, giunta da giorni dopo la
scadenza del provvedimento
emanato dal commissario Tronca. La proroga ha fatto scattare
da subito il divieto di esercizio
per i finti “antichi romani” fino
al 30 novembre 2016.
Secondo l’ordinanza del primo
cittadino, la presenza dei figuranti è giudicata “lesiva del decoro della città nonché della sicurezza urbana per il numero
crescente e ormai fuori controllo
dei soggetti che agiscono in alcuni casi con modalità inopportune, insistenti e talvolta aggressive”.
Le aree vietate sono raddoppiate:
da Villa Borghese al Nomentano,
da piazzale Flaminio a viale del
Muro Torto, a Villa Giulia a viale
del Policlinico, compresa la zona
universitaria tra La Sapienza e
San Lorenzo, fino a viale di
Porta Tiburtina, piazzale Tiburtino, via di Porta Labicana. Nell’elenco ci sono anche viale Metronio, viale delle Mura latine,
viale di Porta ardeatina, lungotevere Testaccio, ponte Sublicio.
Da San Pietro a Porta Labicana,
da villa Borghese a Testaccio,
nel mezzo, ovviamente, il centro
storico già oggetto di divieto
nella precedente ordinanza.
Tronca, invece, si era limitato
alle zone strettamente monumentali del centro storico e la
zona di Borgo Pio aggiunta
dopo l’inizio del Giubileo.
8
Sabato 23 luglio 2016
STORIA
L’ANPI DI RICCIONE E LA SPAGHETTATA RIEVOCATIVA: E POI QUELLI CON IL “TORCICOLLO” SAREMMO NOI?
“Pastasciutta antifascista”?
Partigiani... nostalgici
Sarebbe ora per tutti di fare i conti con la propria storia: in fondo non furono tutti “santi ed eroi”
di Edda Negri Mussolini
ono passati ormai 71 anni, ma
ancora siamo qui a scrivere, leggere e vedere quanto d'altra
parte non si voglia far nulla per
pacificare gli animi e soprattutto
guardare avanti con obiettività. Ma andiamo con ordine. Stamattina aprendo
FB sul profilo di un Sindaco della Valconca, provincia di Rimini, mi imbatto
in una foto che mi lascia alquanto perplessa. Era la pubblicità di un' iniziativa
da parte dell' ANPI di Riccione: "La pastasciutta antifascista".
Questa "mangiata" si rifà ad un fatto storico avvenuto nel lontano luglio del '43,
dopo aver sentito le notizie accadute
durante il Gran Consiglio, da parte di
Alcide Cervi: "Non possiamo fare una
manifestazione perché se il Duce e' caduto i fascisti e i tedeschi sono ancora
qui e Badoglio ha detto che la guerra
continua. Ma il popolo ha fame e allora
gli diamo da mangiare. Non credo che
avremo problemi." Da allora sono passati
S
73 anni e ancora l' ANPI porta avanti queste iniziative che mi sembrano fuori tempo
e che trasformano gli stessi partigiani
nei "veri nostalgici". Mi chiedo: chiunque
vada a mangiare è ben accetto o bisogna
presentare una tessera dell' ANPI o del
partito? Perché queste iniziative sono da
condividere, ed invece non vengono ricordate e non si possono rifare quelle
del Ventennio? E se andassi io: Edda
Negri Mussolini, a questa "sagra", quegli
spaghetti sarebbero sempre antifascisti?
Mi ritrovo a pensare a quanto siano anacronistiche queste "mangiate" . Quello
che accadde allora va storicizzato in quel
periodo.
Oggi, a 73 anni di distanza, non ha più
senso, se non quello di alimentare ancora
quell'odio che, da quella parte, si vuole
ancora portare avanti. Possibile che l'
ANPI non riesca a fare i conti con la propria storia, che non è fatta solo di "Santi
ed eroi" come vogliono farci credere?
Sta uscendo ogni giorno, da parte anche
di giornalisti e storici di sinistra, quello
che accadde nella guerra civile, che vide
italiani contro italiani, durante la Repubblica Sociale Italiana. Quello che successe
proprio in quel triangolo della morte in
Emilia, che vide la famiglia Cervi dar da
mangiare ad un popolo affamato. Perché
l'ANPI non fa la "pastasciutta per i poveri"?
Perché deve essere "pastasciutta antifascista"? Perché non si mettono qualche
volta al servizio dei popolo senza dover
sempre tirare fuori il fascismo e Mussolini?
Non hanno altri argomenti? Ormai di
"partigiani" che possono, a tutti gli effetti,
farne parte, ne rimangono ben pochi. Mi
domando: ma fra qualche mese mangeremo gli spaghetti antirenziani? Come
ho detto qualche riga sopra ma non è
che i veri nostalgici sono quelli del ANPI,
che non vogliono guardare avanti ma
guardano solo il passato e vogliono che
tutto rimanga come 70 anni fa? Svegliatevi,
il mondo è cambiato. Noi siamo quelli
che sanno fare i conti con la propria
storia, cosa che voi non sapete fare: rimarrete chiusi in quel periodo come se
foste in un spazio temporale al di fuori
della realtà.
LA STORIA ATTRAVERSO I DOCUMENTI
Italiani in Africa, quando portavamo la civiltà nel mondo
Le colonie negli anni Trenta: migliaia di chilometri di strade vennero realizzati in brevissimo tempo
questa consegna veniva
data al più presto esecuzione - sebbene l'iniziata stagione delle piogge ostacolasse gravemente i lavori - per
modo che in ogni settore sorgessero cantieri e affluirono operai e
le strade si concretarono, come
meglio nei particolari si vedrà in
seguito, con un ritmo che gli stessi
osservatori stranieri dichiararono
stupefacente".
La "consegna" di cui parla il volume
oggetto della nostra attenzione
in questi giorni è quella data dal
Duce, come abbiamo potuto vedere nella scorsa puntata del nostro speciale. Quanto agli osservatori stranieri, vale giusto la
pena sottolineare che la campagna d'Africa era rimasta sullo
stomaco a molti, oltreconfine:
specialmente a quelle potenze
“A
abituate a colonizzare il mondo
intero (e a sfruttarne le ricchezze)
che si vedevano così in qualche
modo minacciate: la grande pro-
letaria si era mossa, e questo
aveva scatenato le odiose sanzioni,
alle quali il nostro popolo aveva
reagito con uno straordinario
amor patrio e con una energia
che lasciò di stucco il mondo intero. "Noi tireremo diritto - si
cantava per le strade - l'amor di
Patria non fu mai un delitto". E si
rideva delle restrizioni, "sereni e
forti contro tutte le viltà".
Che eccezionale prova di italianità
e di coraggio, non vi pare? Gli
osservatori stranieri dovettero fare
i conti con un popolo fiero e coraggioso, che non si spaventava
per l'arroganza che la Società
delle Nazioni adoperava contro
l'Italia. Bei tempi, "si stava meglio
quando si stava peggio", si potrebbe dire. Evitiamo un confronto
con la sudditanza odierna nei confronti di tutto il resto del mondo,
sarebbe come sparare sulla Croce
Rossa...
Tornano alle opere in Africa, dove,
in barba a sanzioni, Società delle
Nazioni, "perfida Albione" e chi più
ne ha più ne metta, l'Italia portò la
civiltà (e la libertà: ricordate l'editto
De Bono che abolì la schiavitù?):
era una terra per sua natura ostile:
ma la volontà piega anche il ferro,
si sa. In breve Gondar, Addis
Abeba e Gimma vennero messe
in comunicazione diretta con Asmara e i porti del Mar Rosso e tra
loro, e venne compiuta la Addis
Abeba-Lechenti.
Nel 1939, anno di pubblicazione
del nostro volume, anche le strade
minori di collegamento erano terminate, ed erano numerose: mettevano in comunicazione i centri
di Governo con quelli periferici
più importanti.
Emma Moriconi
[email protected]
IN MEMORIA DI NICCOLÒ GIANI, INTELLETTUALE E UOMO D’AZIONE
Mistica Fascista
a crisi economica di matrice capitalistica comporta non solo disoccupazione e precarizzazione del lavoro.
Sono la disgregazione sociale, l'alienazione,
le crisi familiari dovute all'assenza di una
o più fonti di reddito, a rendere chiaro,
una volta per tutte, che l'onda lunga di
questa crisi non è altro che una patologia
degenerativa del capitalismo.
L'assenza di una vera sovranità monetaria,
territoriale e culturale spiegano poi come
sia possibile questo lavorio incessante e
senza sbocco: il capitalismo in fase dege-
L
nerativa spinge verso il basso, alla ricerca
di nuova materia da plasmare.
La fame chimica del capitalismo è una
malattia capace di bruciare le esigue risorse
di quello che un tempo chiamavano Nazione. Nessun confine, nessun pensiero
critico, nessuna leva monetaria. Sostituzione
forzata della cultura Nazionale con l'immissione incontrollata di immigrati pronti
all'uso per un nuovo caporalato.
Non è lecito domandarsi, allora, cosa
resterà della Rivoluzione delle Camicie
Nere, dello Stato Sociale e Nazionale che
ha visto collaborare le forze migliori del
lavoro e dell'impresa. Quante e quali
macerie toccherà guardare ancora, mentre
alcuni soldati politici cercano di alzare
spada e scudo per rivendicare quello che
ci appartiene. Uno Stato Sociale Nazionale
del Lavoro, figlio di quel Socialismo Na-
zionale che desidera libertà, sovranità,
cultura e difesa di tutti i proletari. Quella
Terza Via deve essere perseguita e difesa
con tutto il coraggio che resta. Anche attraverso i giornali, le riviste, i saggi. (vi
consiglio il saggio “Fascismo: Stato Sociale
o Dittatura?” di Edoardo Fantini, Andrea
Piazzesi e Martina Mussolini, edizioni Cantagalli, Siena)
Perché le democrazie europee hanno dimostrato di essere incapaci, demandando
tutto il potere ad un governo esterno,
quello delle banche e degli usurai. Allora è
auspicabile che il potere torni al Popolo.
Torni nelle mani di chi combatte ogni
giorno, nelle strade, in difesa dell'Italia.
Che la Rivoluzione Proletaria e Nazionale
strappi una volta per tutte la propria libertà
dalle mani degli usurpatori, degli incapaci,
dei traditori.
Perché abbiamo tutti occhi per vedere
cosa si cela dietro la libertà che ci viene
imposta: lo spettacolo è crudo, non è
possibile confondersi. Ogni città ha il suo
cimitero e il racconto. Bisogna solo ascoltarlo.
Quello delle fabbriche che occupavano
centinaia di operai e che adesso marciscono
all'incuria del tempo. Scatole vuote, chiuse,
dimenticate. La ruggine di questi cimiteri
non decompone solo il materiale degli
immobili. Marcisce anche quel poco che
resta e per chi resiste lo scenario è ancora
Alessandro Russo
più opprimente.
9
Sabato 23 luglio 2016
DALL’ITALIA
VASTO (CHIETI) - SCOPERTA L’ENNESIMA CASA DI RIPOSO-LAGER
Anziani ammazzati di botte:
due arresti in un centro
Sottoposti a sofferenze fisiche e umiliazioni morali. Alcuni, ridotti in fin di vita, sono morti
in ospedale. L’Auser da tempo chiede telecamere fisse e un albo nazionale del personale
di Barbara Fruch
ncora maltrattamenti in
case per anziani. È quanto
scoperto a Vasto (Chieti)
nella Casa famiglia Arcobaleno.
L’indagine dei carabinieri ha avuto
inizio lo scorso aprile, dopo diverse
segnalazioni da parte di persone
che avevano assistito alle violenze,
e ha portato all’arresto della coppia
che gestiva la struttura di accoglienza
con accuse pesanti tra le quali anche
l’ipotesi di aver causato la morte di
almeno uno degli ospiti.
Decisive sono state le intercettazioni
telefoniche e video ambientali realizzate nell’ambito dell’operazione.
Le immagini mostrano i maltrattamenti subiti dagli anziani, anche non
autosufficienti e affetti da gravi patologie.
Gli ospiti, spiegano le forze dell'ordine,“subivano continue sofferenze
fisiche e morali ed erano costretti a
penose condizioni di vita, in un clima
di paura e insicurezza”. A volte venivano persino legati ai loro letti e
alle loro sedia a rotelle quando “disturbavano” o semplicemente si “lamentavano” per i continui dolori legati alle loro precarie condizioni di
salute.
Sevizie e violenze reiterate tali da
provocare, in alcuni casi, addirittura
il decesso. Nella struttura erano ricoverate dalle 5 alle 10 persone e
oltre la coppia arrestata non è coinvolto nessuno tra il personale dipendente. “A causa di questi maltrattamenti – dicono ancora i carabinieri – alcuni anziani, ormai in fin
di vita, sono morti poco dopo il ricovero in ospedale”.
Pugni, sberle, imprecazioni. Nei video
si vede una donna nuda, nella vasca
A
da bagno che viene lavata e, contemporaneamente presa a schiaffi
dall’operatrice. L’anziana si lamenta
ma continuano a volare schiaffi:“Ora
ti faccio vedere io” .
A conclusione dell’articolata attività
investigativa in carcere sono così
finiti G.C. , 48 anni, e il convivente
R.L., 58, con l’accusa di “concorso
in maltrattamenti, lesioni volontarie,
aggravate perché seguite dalla morte
della persona offesa, e abbandono
di incapaci con le aggravanti di aver
agito per futili motivi e aver adoperato sevizie”. I due, su disposizione
del Gip del Tribunale di Vasto, sono
stati condotti presso la Casa Circondariale di Vasto e presso la sezione femminile di Chieti dai carabinieri del Nucleo Operativo della
Compagnia di Vasto.
La casa di riposo lager è stata sotto-
posta a sequestro preventivo.
Ma non è finita. Secondo quanto riporta il sito ‘Zoned’ombraTv’, non è
la prima volta che la struttura finisce
nei guai. Nel 2014 furono avviate
procedure per la sospensione dell'attività in seguito a un controllo dei
carabinieri del Nas di Pescara, del
Distretto Sanitario di base di Vasto,
del Dipartimento Prevenzione della
Asl Lanciano-Vasto-Chieti e dagli
uomini del Comando provinciale
dei vigili del fuoco. Erano state riscontrate:“carenze strutturali, organizzative e sanitarie”. I Nas riscontrarono, inoltre, che la casa famiglia
era stata snaturata dalla sua destinazione d’uso e che, a fronte dell’utenza ospitata, venne ad incarnare
le caratteristiche di attività diversa
rispetto a quella precedentemente
autorizzata.
Non è neppure la prima volta che
case di riposo finiscono agli onori
delle cronache per casi di maltrattamento. La scorsa settimana un altro
caso è avvenuto nella casa famiglia
per anziani e disabili “San Francesco
e Santa Maria” di Crotone dove sono
state arrestate tre dipendenti dell’Associazione Opus Onlus accusate
di maltrattamenti nei confronti degli
ospiti della struttura che venivano
picchiati, vessati psicologicamente
e lasciati digiuni.
Nel mese di maggio, in una struttura
per anziani di Nuoro, sono state arrestate 6 persone accusate di violenze e maltrattamenti su anziani,
molti dei quali gravemente malati o
affetti da handicap. A marzo, in una
casa di riposo di Parma, sette persone sono state arrestate per maltrattamenti aggravati.
BERGOGLIO CHIEDE ANCHE PIÙ SOBRIETÀ NEL “RECLUTARE” RELIGIOSE DAI PAESI POVERI
Sono solo alcuni degli episodi che
sono stati al centro delle indagini.
A regolamentare il settore, si ricorda,
è il l D.M. n. 308 del 21 Maggio 2001
(art. 5) che definisce i requisiti minimi
organizzativi e strutturali per autorizzare case di riposo, strutture a
ciclo residenziale e semiresidenziale
a esercitare servizi di assistenza ad
anziani. C’è poi il DPR del 14 Gennaio
1997 che stabilisce i requisiti di cui
devono essere in possesso (ad esempio la certificazione per la sicurezza
e continuità elettrica o l’igiene sul
posto di lavoro).
Norme che regolamentano la struttura, ma non il personale.
Motivo per cui l’Auser, l’associazione
per l’invecchiamento attivo, è da
tempo in prima linea per sottolineare
alle istituzioni la necessità di porre
fine a questa sequenza di crimini,
con diversi interventi.Tra le proposte
avanzate, come sottolineava già alcuni mesi fa il presidente Enzo Costa,
l’introduzione di telecamere come
deterrente; una legge che introduca
un’aggravante consistente per i reati
commessi nelle strutture assistenziali
“un disegno di legge presentato dal
Ministro Lorenzin in senato che prevede un aumento di un terzo della
pena per chi commette questi atti
all’interno delle strutture socio sanitarie, è fermo da oltre tre anni”
prosegue Costa. Poi ancora la presenza costante e strutturata del volontariato e istituire un Albo nazionale
del personale professionalizzato e
certificato che opera nelle strutture
ed il Garante della Fragilità con
competenze su anziani, bambini, disabili. Infine, ricorda l’associazione,
“occorre investire di più nei servizi
di aiuto e sostegno alle famiglie che
scelgono di assistere un proprio
caro a casa”.
CASERTA
Il Papa mette in guardia le monache: Rubava al market:
“Attente nell’uso dei social network” beccato un vigile
R
N
ella nostra società la cultura digitale influisce in modo decisivo
nella formazione del pensiero e
nel modo di rapportarsi con il mondo
e, particolarmente, con le persone.
Questo clima culturale non lascia immuni le comunità contemplative. Certamente questi mezzi possono essere
strumenti utili per la formazione e la
comunicazione, ma vi esorto a un
prudente discernimento affinché siano
al servizio della formazione alla vita
contemplativa e delle comunicazioni
necessarie, e non occasione di dissipazione o di evasione dalla vita fraterna
in comunità, né danno per la vostra
vocazione, né ostacolo per la vostra
vita interamente dedita alla contemplazione".
Così Papa Francesco, soffermandosi
sui mezzi di comunicazione', nella Costituzione Apostolica ''Vultum Dei Quae-
rere'', ovvero ''La ricerca del volto di
Dio'', sulla vita contemplativa femminile
nei monasteri, resa nota ieri.
In un altro passaggio forte della Costituzione Apostolica, il pontefice argentino
aggiunge: "In questa quiete silenziosa
e assorta della mente e del cuore si
possono insinuare varie tentazioni, per
cui la vostra contemplazione può diventare terreno di combattimento spirituale, che voi sostenete coraggiosa-
mente a nome e a beneficio della
Chiesa intera, che vi sa sentinelle fedeli,
forti e tenaci nella lotta".
"Tra le tentazioni più insidiose per un
contemplativo – sottolinea il Papa - ricordiamo quella chiamata dai padri
del deserto ''demonio meridiano'': è
la tentazione che sfocia nell'apatia,
nella routine, nella demotivazione, nell'accidia paralizzante. Come ho scritto
nell''Esortazione apostolica Evangelii
gaudium, questo porta lentamente alla
''psicologia della tomba, che poco a
poco trasforma i cristiani in mummie
da museo. Delusi dalla realtà, dalla
Chiesa o da se stessi, vivono la costante
tentazione di attaccarsi a una tristezza
dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come il più prezioso degli elisir del demonio''.
Ma Papa Francesco invita anche a prestare la massima attenzione al “reclu-
tamento” di religiose all’estero, spesso
da Paesi poveri, necessarie per tenere
in vita monasteri o addirittura interi
Ordini
“I monasteri presteranno speciale attenzione al discernimento spirituale e
vocazionale - scrive il pontefice nella
nuova costituzione - assicureranno alle
candidate un accompagnamento personalizzato e promuoveranno itinerari
formativi adeguati, tenendo sempre
presente che alla formazione iniziale
va riservato un ampio spazio di
tempo. Nonostante la costituzione
di comunità internazionali e multiculturali manifesti l’universalità del
carisma, si deve assolutamente evitare
il reclutamento di candidate da altri
Paesi con l’unico fine di salvaguardare
la sopravvivenza del monastero. Siano
elaborati dei criteri per assicurare il
compimento di ciò”.
ubava al supermercato mentre era in orario di
servizio, in divisa e con l’auto della polizia municipale.
Ma il vigile, un 58enne in servizio a San Felice a
Cancello (Caserta), è stato scoperto dai Carabinieri
che ieri gli hanno notificato l’obbligo di presentazione
alla polizia giudiziaria, su richiesta della Procura, con
l’accusa di furto aggravato.
Gli episodi si sono verificati tra novembre 2015 e
gennaio 2016 in quattro diverse circostanze, hanno
appurato i carabinieri diretti da Pasquale Puca: l’agente
si sarebbe recato in uniforme e con auto della
Municipale presso un supermercato della cittadina
dove avrebbe prelevato dagli scaffali generi alimentari,
in particolare parmigiano e salami, per poi nasconderli
nelle tasche o in un marsupio.
Poi usciva senza pagare, nonostante in alcune situazioni
fosse stato sorpreso dai dipendenti del market. Le
sue “gesta” sono state anche riprese dalle telecamere
interne del negozio. Contro di lui è stata presentata
denuncia anche dal titolare dell’esercizio, stanco di
subire i furti. Un altro collega dell'uomo è stato denunciato in stato di libertà per concorso nel reato.
10
Sabato 23 luglio 2016
DALL’ITALIA
NOVARA
MILANO - LA TRUFFA ON-LINE
Uccide la compagna:
arrestato un marocchino
Case vacanze inesistenti:
seicento vittime del raggiro
Tra i due erano frequenti le liti
I vicini: “Un delitto annunciato”
Proponevano in affitto appartamenti inesistenti in prestigiose
località turistiche, sia al mare che in montagna. Ventidue denunciati
roponevano in affitto su siti immobiliari online appartamenti
in prestigiose località balneari
e turistiche, come Rimini, Riccione, Alassio, Gallipoli, Courmayeur,
Livigno e Bormio. Le case, però, non
esistevano.
Truffe on-line di cui sarebbero rimaste
vittime almeno 600 persone, 254 delle
quali residenti a Milano.
È quanto scoperto dalla polizia del capoluogo lombardo che ha denunciato
ventidue persone.
Una struttura organizzativa complessa,
quella ricostruita dagli investigatori,
che hanno avviato le indagini in seguito
alle denunce di alcune vittime, le quali
avevano affittato appartamenti per le
festività natalizie ma erano stati appunto
ingannati.
Duecentocinquantaquattro i casi accertati, per un totale di 350mila euro di
proventi illeciti. La banda era “divisa”
in tre gruppi distinti, ciascuno con un
proprio ruolo nella macchinazione. Una
prima sezione, con i vertici dell’organizzazione e composta da italiani, si occupava di pubblicare online annunci di
case vacanze, seguendo poi le trattative
telefoniche con le vittime e intascava il
pattuito per l'affitto.
Un secondo gruppo, composto da cittadini romeni, procacciava invece i prestanome che attivavano conti correnti
in Lombardia e Liguria per farvi confluire
i proventi della truffa. Un terzo gruppo,
infine, composto da italiani e stranieri,
si occupava di aprire i conti e fornire ai
capi i codici dispositivi per l'home banking e i bancomat per il prelievo del
denaro. Costoro guadagnavano fino a
200 euro per l'attivazione di una carta e
fino a 700 euro per l'apertura di un
conto corrente. I truffatori frequentavano
P
n delitto annunciato.
Litigavano ogni giorno
e ogni volta sempre
peggio”. È quanto dichiarato dal
vicino di casa di Gisella Purpura,
italiana quarantenne, uccisa ieri
pomeriggio dal compagno, un
tunisino 28enne, che è stato arrestato dalla polizia, accorsa sul
luogo della tragedia a Novara.
L’uomo, al culmine di una lite,
avrebbe afferrato un coltello e
più volte colpito la compagna
nella loro abitazione nella centralissima corso Cavour. La donna, ferita, ha avuto la forza di
scendere in strada per chiedere
aiuto. Le ferite, però, erano troppo
gravi ed è morta all’arrivo dei
soccorsi. A ucciderla, secondo
un primo esame medico-legale,
una coltellata al torace.
L'uomo, piccoli precedenti penali
alle spalle, ha tentato di fuggire
per le vie del centro storico.
Numerosi però i novaresi che,
dopo aver assistito alla scena,
hanno segnalato alle pattuglie
della polizia in servizio nella
zona l'uomo in fuga. Gli agenti
“U
sono riusciti a fermarlo e a portarlo via, anche per evitare il
linciaggio della folla.
Secondo le prime testimonianze
raccolte dalla polizia, la vittima
litigava spesso col compagno.
“Le forze dell’ordine sono dovute
intervenire spesso per riportare
la calma - ha spiegato un vicino
della coppia - ma non c’era
niente da fare. Ero sicuro che
prima o poi sarebbe accaduto
qualcosa di grave”.
La vittima, spiega ‘La Stampa’,
aveva tre figli, da anni viveva in
un alloggio di residenza sociale
e alcuni anni fa era rimasta
coinvolta in un’indagine su truffe
informatiche. “Questo è innanzi
tutto un dramma familiare e
privato, per di più maturato all’interno di un ambiente complicato e difficile – ha detto al
quotidiano piemontese il sindaco
di Novara, Alessandro Canelli La donna assassinata era da
tempo seguita dai servizi sociali.
Però non si può ignorare che
in questa città siamo arrivati a
B.F.
livelli di guardia”.
personalmente i luoghi di vacanza “teatro” della truffa per effettuare dei sopralluoghi ed essere quindi in grado di
fornire quante più informazioni possibili
alle vittime, persino con l'indicazione
dei migliori ristoranti del posto, che finivano per credere di parlare davvero
con un abitante del luogo. Gli indagati,
scherzavano anche sul raggiro, come
emerge dalle intercettazioni: “Mi trovo
a Gallipoli dove li abbiamo truffati tutti”
si sente in una conversazione.
Gli appartamenti infatti erano inesistenti
oppure di proprietari completamente
ignari della truffa. In questo caso le vittime, giunte sul posto, si trovavano la
casa già occupata. Talvolta, la stessa
abitazione veniva data anche a più persone contemporaneamente.
Per quanto riguarda il pagamento: l’accordo veniva formalizzato con il versamento di una caparra per bonifico bancario. I malviventi inviavano a quel punto
un finto contratto di locazione allegando
un documento d'identità dei finti proponenti (ma con la foto del prestanome
cui era intestato il conto corrente). Rice-
vuta la caparra, i truffatori si rendevano
irreperibili.
E per evitare di cadere in spiacevoli
raggiri la polizia postale raccomanda
ai cittadini che organizzano le proprie
vacanze online di accertarsi dell’esistenza dell’immobile o della struttura
di destinazione; di eseguire analisi social
online sull’immobile e sui proponenti;
di verificare la ridondanza della proposta
e delle stesse foto dell’immobile su annunci diversi con riferimenti telefonici,
iban ed e-mail di locatori diversi. Poi
ancora verificare l’attendibilità dei siti
ove la proposta è presentata; contattare,
se del caso, gli uffici del turismo presenti
nelle principali località; procedere al
pagamento online mediante sistemi sicuri e certificati; consultare il sito del
commissariato di polizia postale online
(www.commissariatodips.it) dove sono
illustrati continui aggiornamenti sull'evoluzione del fenomeno criminale, inviando
tempestiva segnalazione sull’apposita
sezione in caso di scoperta di un meccanismo truffaldino online.
Barbara Fruch
UN “SOLO” BOLLINO NERO, E PER GLI ALTRI FINE SETTIMANA SARÀ ROSSO
Traffico, meglio evitare il 6 agosto
Presentato il piano viabilità: sicurezza stradale, informazione al cliente, pronto intervento in caso
d’emergenza, rimozione dei cantieri. Ma anche novità tra cui il wi-fi gratuito nelle aree di servizio
asciate ogni speranza o voi
che entrate. In autostrada. Il
sei agosto. Quella data infatti
è considerata da “bollino nero”. E
sarebbe l’unica, secondo il Viminale
che come ogni anno, è corso ai
ripari per gestire al meglio l’esodo
estivo e limitare il rischio di ingorghi
e di incidenti, approvando un piano
speciale per la viabilità.
E proprio nel primo sabato di agosto con schiere di automobilisti in
viaggio verranno percorsi su strade
e autostrade qualcosa come 220
milioni di chilometri.
Insomma, se si può meglio evitare
quella giornata.
Anche se il traffico intenso è
previsto anche per l’ultimo week
end di luglio e per tutti i fine
settimana di agosto, quando per
la maggior parte degli italiani
sarà ora di tornare dalle ferie. Ci
sono infatti 12 giorni considerati
L
da bollino rosso.
Il Piano di gestione dell’esodo è
stato presentato al Viminale alla
presenza del Capo della Polizia
prefetto Franco Gabrielli. “Le istituzioni, i gestori e le società autostradali - ha detto Gabrielli - pos-
sono fare e faranno molto. Aumenteremo i controlli, useremo
tutta la tecnologia a disposizione,
metteremo in campo tutte le forze
disponibili. Ma sono i comportamenti di ogni cittadino a fare
la differenza”.
Il Capo della Polizia invita a fare
attenzione: “Il buon risultato dell’andamento di questo esodo dipenderà dalle persone che sono
alla guida. Ascoltiamo di più le
radio, e magari impegniamoci
meno nella visione dei tablet e
degli smartphone quando si guida”. L’obiettivo del piano, è far
viaggiare sereni e in sicurezza
gli italiani, riducendo morti (secondo i dati aggiornati al 30 giugno 2016, sulla rete di Autostrade
per l’Italia la mortalità si è ridotta
dell’83% dal 1999) e feriti sulle
strade. Per tutto il periodo estivo
verranno sospesi tutti i cantieri
rimovibili mentre resteranno aperti
quelli fissi.
E la buona notizia, a quanto pare,
è che sulla famigerata SalernoReggio Calabria ci sarà solo un
cantiere aperto: “Questo è veramente un notizione, io ci aprirei
quasi una prima pagina di un
quotidiano nazionale” ironizza
Gabrielli. Il piano, redatto da Anas
in collaborazione con il ministero
delle Infrastrutture e con Viabilità
Italia, contiene inoltre tutte le informazioni relative alle direttrici
maggiormente interessate dal traffico, gli itinerari alternativi, le indicazioni per essere sempre informati
e, novità 2016, una brochure interattiva denominata “Partenze intelligenti” che ha lo scopo di offrire
ai viaggiatori tutti gli strumenti
per pianificare il viaggio e monitorare le condizioni del traffico e
del meteo.
L’Anas ha fatto sapere che garantirà
nelle prossime settimane, attraverso un monitoraggio 24 ore su
24 del traffico sulla rete stradale
nazionale, l’impiego di circa 1.100
automezzi, 1.830 telecamere, 320
pannelli a messaggio variabile e
2.500 addetti su tutto il territorio,
la sorveglianza, il pronto intervento,
il coordinamento tecnico, l’infomobilità e la comunicazione ai
clienti. Il monitoraggio e l’assistenza
per il pronto intervento verranno
gestiti dalla Sala Operativa Nazionale e dalle 20 Sale Operative
Compartimentali.
Il via libera all’estate si arricchisce
di altre importanti novità che rendono più piacevole il viaggio in
autostrada. Una, molto interessante, riguarda le aree di servizio:
in tutte quelle presenti sulla rete
sarà disponibile la connessione
wi-fi gratis e senza limiti di tempo.
All'interno dei punti ristoro e nelle
aree antistanti i fabbricati, sarà
possibile navigare in modo veloce
e facile: basta ricercare e selezionare
la rete “Autostrade per l'Italia Free
Wi-Fi”, cliccare sul tasto “naviga”
B.F.
all'interno del browser.
11
Sabato 23 luglio 2016
CULTURA
I LIBRI DEL SABATO
a cura di Alessandra Rauti
Nell’editoria a cottimo
ntonio Manzini abbandona,
per un attimo, i suoi libri
gialli con il mitico Rocco
Schiavone per scrivere di altro
argomento. Il risultato è un libricino agile, ironico e corrosivo,
ben confezionato anche graficamente. Una "distopia" tipo "Fahrenheit 451", che propone un'orribile società.
Giorgio Volpi uno dei più grandi
scrittori italiani sta per consegnare
alla sua editor l'ultimo romanzo
"Sull'orlo del precipizio", opera
monumentale che narra la storia
della sua famiglia. È la scommessa più grande con i suoi lettori. Non ha il tempo di giocarla perché , improvvisamente, le più grandi case editrici del Paese compresa la sua - si raggruppano in un'unica sigla:
la Sigma. Un incubo che inghiotte libri, critici e
scrittori, dall'oggi al domani messi sul lastrico. A
Giorgio capitano in casa due loschi figuri che
dettano la "nuova letteratura".
Cominciano con la "riscrittura " di capolavori "informando che "Guerra e Pace" s'intitolerà solo "Pace"
o che "Anna Karenina" sarà una soap-opera. Giulio
sarà costretto a stravolgere anche la trama della
sua opera ultima, in omaggio alla "comunicazione
indigena", come ora è definita ora la narrativa
italiana. Pagine di satira feroce, quella sull'editoria
del nostro Paese, ridotta ad un unico faro, una sola
A
voce anzichè un coro. Non contano i libri ma solo le loro vendite.
E' il trionfo del marketing: gli
scrittori produrranno a cottimo.
Tutto uguale, tutto deciso senza
guizzi di fantasia.
Giorgio prova a vendere cara la
sua pelle ma l'implacabile Sigma
gli sequestra l'amate moglie
Bianca. Gli editori diventano un
branco di lupi affamati: sbranano
in nome dei profitti. Tutto cambia, tutto si appiattisce. Il festival
di Mantova, il Salone del
Libro...Tutto è controllato da
Sigma. Addio alle prelibatezze
letterarie: solo cibi precotti. La
stampa non è imbavagliata ma "intombata". Siamo
sgomenti e increduli di fronte alla raccapricciante
realtà descritta da Manzini: quella di non avere
scelta. Giorgio Volpi se la deve vedere con il
mercato unico: cosa farà? Come si comporterà
quando il suo parere sarà inghiottito dall'unica
opinione autorizzata ad esistere? Si risveglieranno
le coscienze addormentate? Consoliamoci: nonostante un certo servilismo verso i potenti di turno
e uno sguardo al portafoglio, sugli scaffali si
trovano ancora buoni libri.
Sull’orlo del precipizio
di Antonio Manzini
Sellerio - 8 euro
Sfida al racket del sesso
B
ongiorni, altro promettente
giovane giallista italiano,
torna a colpire i lettori con
il suo vice-commissario Rudi
Carrera che si muove elegante
come sempre e astuto come
pochi nella "sua" Milano, città
dove Alessandro Bongiorni è nato
nel 1985. Il capoluogo lombardo
è teatro di una brutta storia tutta
moderna: le schiave del sesso.
Moltitudini di donne strappate ai
loro poveri paesi, magari vendute
dalle famiglie e finite in Italia,
non solo a Milano, a battere il
marciapiede e a subire ogni sorta
di violenza dai loro aguzzini. Carrera indaga proprio su questo traffico. La sua
strada incrocia quella di Beppe Modica, stimato
dirigente e ora un quasi rottame umano. Sua figlia
Giada, splendida 18enne, è sparita da qualche
anno e tutto fa pensare che sia in mano al racket
della prostituzione. Modica ogni notte tallona i
protettori, in città ma anche all'estero, sperando
di ritrovare Giada.
Il poliziotto e il padre devono vedersela con la criminalità albanese che tira le fila del racket. Veri
mostri che trattano le donne con una violenza
inaudita, come le cronache hanno evidenziato. Un
universo notturno e atroce.
Tutto accade nel buio. Mentre
noi dormiamo una parte della
città è sveglia e mostra il suo
volto peggiore. Di notte Carrera
lavora per ristabire l'ordine, Modica sempre sulle tracce di Giada
mentre Sanja,17enne kosovara,
subisce di tutto. Carrera, istintivo
come sempre, compie uno dei
suoi colpi di testa e la pagherà
carissima.
Una bella storia contemporanea
e terribile. Una sfida tra chi vuol
far rispettare le leggi e chi le infrange sistematicamente. Un male
per il quale si è impreparati, che
si annida ovunque. Quante le Giada e le Sanja mandate al massacro ? Nomi e
storie di fantasia ma vicende reali. Nessuno
scrupolo o gesti di pietà. Un' assenza totale di
"valori" che dilaga e fa proseliti anche tra le persone
cosiddette "perbene". Un racconto che tiene il
lettore attento, il libro che si divora. Un giallo che
ha il merito di far riflettere su quanto accade, la
sera, mentre noi spegniamo la luce della lampada
sul comodino.
Niente è mai acqua passata
di Alessandro Bongiorni
Sperling & Kupfer - 18,50 euro
A FIUGGI DA DOMANI E PER UNA SETTIMANA IL FILM FESTIVAL, CON TANTE ALTRE INIZIATIVE COLLATERALI
Torna il cinema formato famiglia
In cartellone l’anteprima mondiale di “I was there”, a quindici anni dalle Torri gemelle
i siamo: da domani e fino al 30
luglio, Fiuggi si animerà dei
partecipanti al Film Festival,
l’unica rassegna cinematografica italiana ed europea pensata interamente
a dimensione di famiglia. Siamo arrivati alla nona edizione, un successo
che si è consolidato nel tempo grazie
alla straordinaria intuizione di Gianni
Astrei, medico pediatra, già ai vertici
nazionali del Movimento per la vita,
persona deliziosa, scomparso nel
2009 in seguito ad un incidente in
montagna. La macchina del Fiuggi
Family Festival è poi andata avanti
grazie ai suoi familiari, dalla moglie
Antonella ai figli, uno dei quali, Angelo,
è oggi direttore artistico della manifestazione.
Ed è proprio Angelo Astrei a raccontare ai lettori le meraviglie di questa
edizione-trampolino di lancio verso i
festeggiamenti del primo decennale:
“Quest’anno abbiamo scelto il tema
conduttore Breaking chains e abbiamo sette film in concorso, mai visti in
Italia perché non ancora distribuiti,
ad iniziare dalla prima mondiale de
“I was there”,un'opera per ricordare
i 15 anni dalla strage delle torri gemelle. Il regista Jorge Valdes Iga verrà
appositamente per noi dagli Stati Uniti
per parlare di questo film ed incontrare
C
il pubblico e la stampa”.
Tutte le proiezioni serali di questa
edizione si terranno all’aperto, nella
piazza-salotto della zona alta di Fiuggi,
davanti al Municipio. C’è da ricordare
che tutte le attività del Festival, dalle
proiezioni ai concerti ai vari incontri
con attori e registi, sono assolutamente
gratuite.
Dicevamo dei concerti: quello live
sarà tenuto dai Mokadelic, ed anche
qui c’è un collegamento con il cinema,
visto che si tratta della band che ha
composto la colonna sonora di “Gomorra, la serie Italia” e i cui componenti prima dell’esibizione di venerdì
29 dialogheranno con il pubblico. Per
parlare di “Gomorra”, uno degli eventi
cinematografici comunque più discussi degli ultimi tempi, ci sarà anche
il produttore Matteo De Laurentis.
“Non credo che il problema – aggiunge Astrei - sia far vedere oppure
no Gomorra, ma come lo si vede”.
Anche per questa edizione ci sarà
pure una giuria di giovani – aperta a
tutti, con la semplice iscrizione attraverso il sito internet - a valutare i film:
ecco un altro dei punti di forza di
questo originale Festival. La giuria
‘dei grandi’ verrà invece presieduta
da Caterina D’Amico, già al vertice
di Rai Cinema
L’apertura del Festival verrà dedicata
alla proiezione di “Non essere cattivo”, vincitore del premio Gianni
Astrei 2015 al festival di Venezia e
riproposto perché la sala principale
del teatro di Fiuggi verrà ora dedicata
al regista del film, Claudio Caligari,
che non riuscì a vedere la sua opera
in sala perché scomparso prima
della distribuzione. A rendere onore
a Claudio, e a parlare della sua regia,
sarà presente a Fiuggi anche Simone
Imola, della Kimerafilm e produttore
anche del film di Caligari.
Ma vediamo, ancora assieme ad Angelo Astrei, altre ‘chicche’ di questa
edizione 2016: “Ci sarà un incontro
sulla produzione e la distribuzione
dei cortometraggi, genere cui teniamo molto, con la partecipazione
di Vincenzo Scuccimarra e mostreremo il lavoro di Nicola Prosatore.
Proietteremo inoltre il documentario
sulla vita dell'autista italiano di Kubrick: “Is For Stanley”, alla presenza
dello sceneggiatore, del regista e
ovviamente del protagonista, peraltro
di origini ciociare. Per quanto riguarda i workshop pratici, quest’anno
saranno due: il primo sul videomarking di un film muto, mentre il secondo verterà sull'applicazione della
comunicazione non verbale in ambito
cinematografico. Spazio anche alla
proiezione del mockumentary “Pecore in erba”, con il regista Alberto
Caviglia che dovrebbe essere presente. Per quanto riguarda le serie
tv, avremo cinque incontri a scelta.
E infine, ma è il progetto a cui forse
tengo di più, presenteremo "#Credits
- storie dai titoli di coda". Un magazine
(anche se questo termine è riduttivo)
sul quale siamo a lavoro da più di
sette mesi”.
Igor Traboni
12
Sabato 23 luglio 2016
SOCIETA’
SONO I RISULTATI OTTENUTI DAI RICERCATORI DEL KING’S COLLEGE DI LONDRA
Mio figlio è un genio,
tutto merito dei… geni
È stato creato un test Dna per prevedere se lo studente sarà bravo o somarello
di Chantal Capasso
io figlio sarà bravo o
un somaro a scuola? A
rispondere all’annoso
quesito dei genitori in
ansia per la carriera
scolastica dei propri pargoli sono i
geni. Per l’esattezza 74. Sono proprio
loro i responsabili dei successi o insuccessi negli studi. A scoprirlo una
ricerca condotta in un College londinese che ha creato un particolare
test genetico per prevedere il comportamento umano.
L’obiettivo che si propone la ricerca
è quella di poter utilizzare il test genetico per poter
individuare preventivamente gli studenti a rischio di abbandono scolastico e promuovere attività di riduzione e eliminazione della possibilità
all'interno del contesto culturale e
dell'istruzione. Ma non è solo questo.
Si è davanti ad una vera innovazione
nel campo scientifico, poter individuare i processi che regolano l'apprendimento e la possibilità di preventivarne lo sviluppo attraverso un
semplice esame del codice genetico.
Gli studenti su genetica e comportamento umano si sono dunque verificati indispensabili per arrivare
alla conclusione di altra applicazione,
come quella della scuola.
Il testi genetico è stato pubblicato
sulla rivista Molecular Psychiatry.
Sulla base delle analisi avviate sul
dna sarà, quindi, possibile verificare
il successo degli studi: il 10% del
codice genetico ne è infatti responsabile. È quanto osservato dai ricercatori del King's College di Londra su 6mila giovani studenti di età
compresa tra i 12-17 anni con voto 7
in inglese e matematica (disciplina
LE SORELLE RODRIGUEZ
M
Ballo hot di Belen e Cecilia,
e i fan vanno in estasi
n video che farà molto discutere
è stato pubblicato dalle sorelle
Rodriguez su Instagram. Le due
bellissime showgirl argentine hanno inscenato un ballo molto sensuale sotto
la doccia della loro villa ad Ibiza.
Che le due sorelle Rodriguez fossero
“selfie addicted” lo sapevamo già. Come
sapevamo già quanto siano social media
e ai loro fan.
Così le belle argentine hanno dato vita
ad un balletto hot in bikini con tanto di
pompa dell’acqua, d’altronde con questo
caldo bisognerà pur rinfrescarsi. Sia
Belen che Cecilia Rodriguez indossavano
un mini costume che metteva in risalto
le loro forme perfette.
Le sorelle sono legatissime. Belen e
Cecilia danzano sotto l’acqua della pompa
da giardino, ridono, si divertono come
due normalissime sorelle. Perché alla
fine il legame solido della famiglia è
quello, sia per vip che per le persone
comuni: famiglia ed affetti sono uguali
per tutti. E Belen e Cecilia non hanno
mai nascosto il loro forte legame. Le
immagini delle due Rodriguez che ballavano sinuose sotto l’acqua hanno man-
U
letteraria e disciplina scientifica, le
due materie che costituiscono i fondamenti dell'istruzione). La ricercatrice Saskia Selzam ha ribadito che
la percentuale potrebbe apparire
bassa, ma che è importante considerare che la differenza di genere
fra 'uomo e donna' spiega solo l'1%
del fattore di variabilità del rendimento e successo scolastico, mentre
la determinazione ha incidenza per
una percentuale pari al 5% , cinque
volte in più.
Dello stesso avviso anche lo psicologo Robert Plomin, il quale ha dichiarato che il test sul dna ha fondamentale importanza per disporre
programmi personalizzati per gli
studenti con particolari difficoltà
nell'apprendimento. “Siamo ad un
punto di svolta, per quanto riguarda
la capacità di predire sulla base
del Dna quelli che sono i punti di
forza e di debolezza nell'apprendimento di un individuo”, aggiunge
lo psicologo Robert Plomin, che da
anni conduce studi sui gemelli per
scoprire il collegamento tra genetica
e comportamenti umani. Secondo
Plomin, il nuovo test del Dna “potrebbe essere usato per prevedere
se un bambino rischia di avere difficoltà nell'apprendimento, in modo
da sviluppare programmi di supporto personalizzati in base alle
sue esigenze”.
Si tratta di 74 geni da valutare, che
comporterebbero la differenza di
maggiore o minore predisposizione
allo studio, al successo nell'otteni-
mento di risultati elevati nella prestazione scolastica, come anche riportato dalla nota rivista inglese
Molecular Psychiatry. Ora si potrà
veramente dare la “colpa” al Dna e
saranno dunque confermate le frasi
che molto spesso i genitori dicono
ai loro figli quando portano a casa
dato in estasi i tantissimi loro fan ed il
video, in pochissimi minuti, ha superato
le 500mila visualizzazioni. In particolare
Belen, ancora una volta, ha mostrato il
suo fisico perfetto e il suo lato B da
urlo.
Belen Rodriguez sembra essere tornata
serena e felice anche perché sentimentalmente pare che abbia riallacciato i
rapporti con il suo grande amore di
sempre Marco Boriello.
I due sono stati fotografati, sempre sull’isola della movida spagnola, in atteggiamenti molto intimi. La bella Belen, al
momento, non ha però ancora confermato la sua love story con Marco Borriello
si è limitata a dire di essere attualmente
Ch.C.
una donna libera.
un brutto voto: “Somigli tutto a tuo
padre”. Intanto i ricercatori del college londinese portano avanti l'analisi
sul codice genetico, che dapprima
aveva l'obiettivo di previsione del
comportamento umano, ma che permettere un'importante applicazione
nel mondo della scuola.
FORTE DEI MARMI
Michelle Hunziker al mare
con figlie e cagnolina
ome ogni anno Michelle Hunziker
trascorre le sue vacanze al mare a
Forte dei Marmi, in Toscana, e lo
fa con la sua bella prole al seguito. La
bionda svizzera tutto pepe è stata recentemente paparazzata in spiaggia con la
primogenita Aurora Ramazzotti e le due
piccoline di casa, Sole e Celeste, nate dal
matrimonio con Tomaso Trussardi.
Michelle è in splendida forma nel suo
striminzito bikini. Mentre Aurora Ramazzotti sfoggia anche lei un bel costume,
forse rubato dal guardaroba della bella
mamma. I raggi scottano mentre chiacchiera con lei in riva al mare. Le vacanze
della Hunziker con le sue ragazze proseguono tranquille. La conduttrice e la primogenita sembrano più due sorelle che
mamma e figlia. In spiaggia non manca
nemmeno l'altra femminuccia di casa,
Lilly, l'inseparabile cagnolino di Michelle.
Giorni fa la showgirl svizzera, aveva fatto
parlare di sé dopo ave pubblicato un
video su Instagram in cui chiedeva alla
terzogenita Celeste se voleva un fratellino.
I fan hanno subito commentato che po-
C
trebbe essere incinta del quarto erede.
La diretta interessata non ha smentito e
nemmeno confermato i rumors ma continua a godersi il relax a Forte dei Marmi.
E’ noto che la Hunziker non ha mai
negato di sognare una famiglia numerosa
e dopo tre figlie femmine le piacerebbe
avere un maschietto. Ora però è tempo
di rilassarsi. L'estate è ancora lunga e il
volto noto della tv sta trascorrendo queste
giornate di luglio al mare con le bimbe e
Ch.C.
la sua adorata Aurora.