Un piatto di carta a Sua Maestà
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Un piatto di carta a Sua Maestà
Anno V - Numero 177 - Sabato 23 luglio 2016 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Politica Economia Cronache Rebus Parisi nel centrodestra Mps pronta a bussare alle casse dello Stato Anziani maltrattati: l’ennesimo caso a pag. 2 Fruch a pag. 9 Zappa a pag. 3 L’EUROPA TORNA A PIANGERE AD APPENA SETTE GIORNI DALL’ECCIDIO DI NIZZA di Robert Vignola ove vittime, una ventina di feriti. Travolti dai proiettili di due, più probabilmente tre uomini armati che hanno fatto irruzione nel centro commerciale “Olimpya”, presso il Villaggio Olimpico, nella parte nord di Monaco di Baviera. I primi colpi sparati con una pistola al Mc Donald’s, altri ad un caffè all’interno, poi la scia di sangue che prende corpo, fino alla conta di un bilancio, ancora parziale. È il terrore che ha bussato ancora una volta alle porte dell’Europa, quando ancora alcune delle vittime di Nizza devono essere seppellite e dodici dei feriti lottano tra la vita e la morte. E nelle concitate ore che hanno fatto seguito ai primi colpi d’arma da fuoco, la ridente Monaco s’è fatta teatro di una caccia all’uomo, con la polizia che raccomandava di allontanarsi dai luoghi aperti, le autorità che evacuavano le stazioni e fermavano i mezzi pubblici, video e foto orribili che circolavano sui social network, e tanti misteri. Come quello del surreale dialogo tra un cittadino (all’interno della sua abitazione in un piano alto di un palazzo contiguo) e un attentatore sul tetto di un parcheggio multipiano, con quest’ultimo che diceva di essere un tedesco in buon dialetto bavarese, di essere povero, cresciuto a sussidi e già in cura, e offese ai turchi. A cinque anni esatti dall’eccidio di Latoya, una firma “neonazista”? Circolavano però nomi di tedeschi convertiti all’Islam, così come testimoni assicuravano negli stessi minuti alla Cnn di aver udito un altro attentatore gridare “Allahu Akbar” prima di aprire il fuoco sui bambini nel fast food. Ancora, un account Facebook (poi sospeso) con una ragazza N MONACO, ANCORA SANGUE Sparatoria al centro commerciale, nove morti. Dubbi sulla matrice dell’attentato Città e confini blindati, decine di feriti. Inquietanti messaggi sui social network di fattezze mediorientali che invitava tutti ad andare, ieri alle 16, al centro commerciale per un appuntamento festoso. Dubbi che andranno sciolti dagli inquirenti di una Germania che L’ORRORE DELLA GUERRA IN SIRIA ha anche dispiegato le forze antiterrorismo create dopo il Settembre Nero del 1972 per far fronte all’emergenza, mentre Austria e Repubblica Ceca (i Paesi più prossimi alla Baviera) con- trollavano i confini. Intanto altro sangue è stato sparso, altre immagini resteranno destinate a colpire l’opinione pubblica, come quella dei civili fatti uscire soltanto tre ore dopo la sparatoria dal centro commerciale, con le mani in alto, dalla polizia. Un terrorismo che non ti lascia più neanche il tempo di inorridire, si può chiamare ancora, solo terrorismo? NEL PROGRAMMA RAGGI “SOLUZIONI” FANTASIOSE PER I RIFIUTI Un piatto di carta a Sua Maestà A Bambini sotto tiro Di Giorgi a pag. 5 bbiamo atteso con ansia di leggere le linee guida del sindaco Raggi. E ci hanno colpito, dopo le polemiche dei giorni scorsi sull’accordo segreto fra Cerroni e i 5 Stelle, le frasi sul problema rifiuti. Ci viene fatto il conticino dei costi e di quanti viaggi ogni giorno si fanno i tir per portare i rifiuti fuori Roma. Meravigliosamente, si legge: “Ama S.p.A, incautamente, in questi ultimi anni non si è dotata delle infrastrutture impiantistiche necessarie, offrendo, quindi, di fatto, opportunità a gruppi privati e ad Acea S.p.A di inserirsi nel suo proprio settore di attività” rimanendo “relegata a svolgere mera attività di raccolta, trasbordo, trasporto e scarico in discarica, con enormi costi di dotazione per contenitori, veicoli e mezzi”. La grande soluzione che la Raggi vuole adottare è contenuta poche righe più in là: piatti di carta. Seriamente: “Dovrà essere predisposto un regolamento comunale in occasione di eventi che preveda accordi per l’uso di stoviglie biodegradabili da conferire direttamente a compostaggio”. Non siamo ancora al pannolino da lavare per risolvere la crisi economica, ma ci siamo avvicinati. Siamo davvero curiosi di vedere il giorno in cui il sindaco di Roma riceverà, che so, la Regina di Inghilterra per un aperitivo sulla Terrazza Caffarelli, la Raggi portare un canapé a Sua Maestà sul piattino di carta! Abbiamo Roma invasa di topi. I gabbiani oramai stazionano in centro dove si nutrono, con i piccioni, dei rifiuti ammonticchiati intorno ai cassonetti sempre strapieni. I cinghiali trovano più semplice grufolare nella spazzatura e qui si pensa ai piatti di carta. Che poi il presidente della Confesercenti, Valter Giammaria, suoni l’allarme dicendo che, perdurando questo stato di degrado, diviene legittimo impugnare la Tari perché “cittadini e imprese non possono più pagare un servizio che non viene svolto” direi che è solo il primo passo. Peperit murem. Le linee programmatiche del sindaco Raggi lo sono, in tutti i sensi: un sorcetto. Sperando non sia una pantegana. Francesco Storace 2 8 Sabato 23 luglio 2016 ATTUALITA’ VERTICE AD ARCORE, VIA LIBERA AD UN RUOLO PER IL CANDIDATO PERDENTE A MILANO Centrodestra: Forza Italia apre a Parisi Restano freddi gli altri alleati, oggi ad Arezzo manifestazione per il no al referendum di Robert Vignola ranzo importante ieri ad Arcore, con un Silvio Berlusconi ancora in convalescenza per i problemi cardiaci e alcuni commensali col dente avvelenato. A tavola i cosiddetti “colonnelli” di Forza Italia (oltre ai capigruppo Romani a Brunetta, anche Gelmini, Bernini, Matteoli, Toti, Carfagna, Gasparri) e i consiglieri di Berlusconi (Nicolò Ghedini e Valentino Valentini). Convitato di pietra Stefano Parisi, che forse non a caso aveva lanciato con questa tempistica la sua candidatura a fare da collante del centrodestra del futuro. Al termine, una nota ha voluto fissare i punti salienti e lasciare in sospeso, probabilmente, quelli ancora oggetto di frizioni. Così si apprende che “il presidente Silvio Berlusconi ha posto con forza la necessità di rilanciare l'azione politica di Forza Italia, per riannodare i fili del dialogo con quel popolo di centrodestra che continua a essere maggioranza nel Paese. I partecipanti all'incontro hanno condiviso l'intento del presidente Berlusconi di rafforzare l'organizzazione del partito e di rilanciare l'iniziativa politica, a cominciare dal referendum di otto- P bre per garantire una netta affermazione del 'no'. Tutto questo - prosegue la nota - anche attraverso l'apertura al contributo di chi intende condividere questo percorso politico a cominciare dai protagonisti delle recenti elezioni amministrative come Stefano Parisi”. Tutti d’accordo, quindi? Insomma. Pare anzi riproporsi la faglia tellurica già vista in Forza Italia ai tempi del Patto del Nazareno, con una parte del partito che avverte con imbarazzo le aspirazioni da leader che il candidato sindaco (perdente) di Milano aveva avanzato giovedì e un’altra che invece saluta la possibilità di non restare asfissiati nell’abbraccio con gli alleati della “foto di Bologna” del novembre scorso, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il primo ha espresso le sue perplessità. “Vorrei sapere cosa pensa Parisi della moneta unica, dei vincoli di Bruxelles, dei rapporti con l'islam, una volta che l'avrò capito potrò pronunciarmi. Temo che la rincorsa al centro agli Alfano e ai Casini non porti da nessuna parte. La Lega ha le idee chiare sull'Europa, noi tiriamo dritto e vogliamo capire cosa ne pensa Parisi”, ha detto a margine di un presidio contro Erdogan davanti al consolato della Turchia.“Un passo in avanti è il no al referendum, ci ha pensato per mesi e adesso ha capito che la riforma di Renzi è una schifezza. Evidentemente le spiegazioni della Lega l'hanno convinto. L'unico centrodestra possibile è quello che riprende la sua identità e la sua so- vranità. Io schiavo dell'Europa non voglio rimanerci, Parisi e Berlusconi facciano le loro scelte. Una convention in cui sono seduto tra Passera Alfano e Casini non è il futuro né del centrodestra né dell'Italia”, ha aggiunto Salvini. La stessa disamina, parola più parola meno, che Giorgia Meloni aveva affidato in mattinata ad una intervista a La Stampa. Oggi, ad Arezzo, manifestazione per il no organizzata da Fratelli d’Italia, con numerosi esponenti del centrodestra presenti. CROLLANO ANCORA I CONSUMI ALIMENTARI. E I NEGOZI TAGLIANO I RIFORNIMENTI Pane e latte diventano un lusso iamo poveri. Ce l’hanno ricordato impietosamente, pochi giorni fa, i dati Istat: otto milioni di italiani non solo non sanno come mettere insieme il pranzo con la cena, ma neppure sanno più cos’è un pranzo e una cena. La notizia - ma guarda un po’ - è stata ovattata da molti media, gli unici a mantenere un certo ‘contatto’ con Renzi e i suoi, visto che l’opinione pubblica, anche quella che speranzosamente li aveva votati, oramai li ha mollati da un pezzo. Poi, tre giorni fa, è S arrivata l’elemosina: 300 euro per le famiglie povere, ma solo con una copertura di circa 800mila persone. Gli altri sette milioni e passa di individui indigenti possono pure rimanere tali; prego, accomodarsi. Ma è di queste ore un altro dato, che purtroppo non è come la statistica del famoso pollo di Trilussa, che se uno ne mangia due e l’altro niente, comunque abbiamo mangiato un pollo per uno. No, questa la tocchiamo con mano ogni giorno: i consumi alimentari scendono. Nell’ultimo mese, e rispetto ad un 2015 di per sé già pessimo, il calo delle vendite di prodotti alimentari è stato dell’1,8%. Peggio, nel desolato e desolante panorama dell’economia italiana dell’era Renzi-Padoan, hanno fatto solo le voci “articoli da viaggio, gioch , campeggio e sport”. Come se gli italiani, che non hanno soldi per mangiare, ne avessero per viaggiare o campeggiare; o avessero voglia di star lì a giochicchiare. Molti supermercati – come il cro- nista può ogni giorno toccare ancora una volta con mano nella realtà di provincia dove vive – hanno tagliato drasticamente gli approvvigionamenti. “Scarichiamo meno pane e latte ogni giorno, anche del 50% - ci raccontava sconsolato il titolare di una nota catena distributiva del Centro Italia – perché tanto rimane invenduto. Ma probabilmente taglieremo ancora, perché oramai molta gente non riesce più a mettere nel carrello neppure due euro tra pane e latte. Così, a caduta, taglieremo noi ancora più a monte, bloccando molte ditte produttrici. Ma anche a valle, negli stessi supermercati. Che senso ha tenere dieci addetti se non c’è più niente da mettere negli scaffali o di gente alle casse non se ne vede più?”. Il ragionamento non fa una grinza. Quello dalle parti del governo, invece, resta solo e sempre concentrato su unioni ciIgor Traboni vili e dintorni. SCUOLA Via alla “chiamata diretta” degli insegnanti Le proteste dei sindacati: “Il sistema è stato deciso unilateralmente” l Miur rispolvera il meccanismo della chiamata diretta degli insegnanti. Stando a quanto riportato in un comunicato del Ministero, “i docenti di ruolo non saranno più assegnati alle sedi scolastiche sulla base di anzianità e punteggi, ma per le loro competenze ed esperienze”. Saranno dunque gli istituti a scegliere gli insegnanti che “più corrispondono, per profilo professionale, al loro progetto formativo”. Quanto alle procedure di applicazione, sono state predisposte indicazioni operative “per dare indirizzi comuni” e dalla prossima settimana saranno disponibili anche schede e modulistica standard. Il ministro Giannini e il sottosegretario Faraone hanno dichiarato che il nuovo sistema “punta a valorizzare i percorsi I professionali che gli insegnanti si sono costruiti negli anni. Si tratta di una novità assoluta per il nostro sistema scolastico, ce sarà protagonista di una piccola rivoluzione e di uno sforzo importante da parte di tutti i soggetti coinvolti”. Dal canto loro i sindacati di categoria sono sul piede di guerra per un sistema “deciso ed imposto unilateralmente dal Miur”. In un comunicato congiunto le principali sigle sottolineano che si preannuncia “una gestione delle operazioni di assegnazione dei docenti che, oltre a essere discrezionali, rendono strutturali i fattori di precarietà” e “aggraveranno pesantemente gli impegni dei dirigenti e degli uffici, aumentando infine i rischi di contenzioso per l’assenza di regole CdG trasparenti e verificabili”. Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 3 Sabato 23 luglio 2016 ATTUALITA’ ATTESA PER IL VIA LIBERA DELLA BCE AL PIANO DI RISTRUTTURAZIONE Mps, salvataggio pubblico indispensabile Lo spettro delle pagelle degli stress test e una nuova ricapitalizzazione che arriverà grazie al solito aiuto dello Stato di Marco Zappa ono ore cruciali per il destino del Monte dei Paschi che aspetta impazientemente il via libera della Banca centrale europea (Bce) al suo piano di ristrutturazione. Che prevede lo smaltimento dei crediti in sofferenza e l’ennesimo rafforzamento patrimoniale grazie pure all’aiuto del fondo Atlante. Per lanciare il prima possibile la nuova ricapitalizzazione, con il solito sostegno pubblico. L’ancora di salvezza è pronta ad essere lanciata dal Tesoro, che ancora una volta si appresta a salvare la banca rossa tanto cara alla sinistra italiana, sulla pelle dei contribuenti. Il piano di Mps è quello di cedere al fondo Atlante un pacchetto di 10 miliardi di euro di Npl (non performing loans, sofferenze) attraverso un processo di cartolarizzazione. Dopodiché l’obiettivo è quello di provvedere immediatamente a un aumento di capitale che dovrebbe aggirarsi intorno ai 3 miliardi. L’operazione dovrebbe, il condizionale è d’obbligo, essere garantita anche da un pool di banche guidate da Mediobanca e Jp Morgan, con lo Stato che potrebbe svolgere il ruolo di garante. Da Francoforte sono arrivati segnali S di apertura all’operazione ma l’ok non appare certo scontato. Nel giro di una settimana, infatti, dovrebbero arrivare gli attesi risultati degli stress test sulle banche in difficoltà proprio da parte dell’Eurotower. Pagelle che potrebbero certificare un’altra bocciatura per il gruppo toscano, appeso a un filo. Ma le notizie negative per Mps non finiscono mai. Gli analisti tedeschi di Berenberg hanno annunciato di aver tagliato il target price sulle azioni di Siena a 15 centesimi (dai precedenti 50). E hanno sottolineato che a Rocca Salimbeni servono almeno 5 miliardi per la gestione dei suoi crediti in sofferenza. Ma, ammettono, “è improbabile che il mercato possa rispondere a questa richiesta”. L’aiuto dello Stato sembra dunque indispensabile per salvare Mps dal baratro. Tutto pronto per il nuovo paracadute, rosso, pubblico. L’obbligo di liberarsi dalle non performing loans comporterà notevoli problemi al gruppo, che dovrà provare a cederle a un prezzo notevolmente inferiore a quello cui sono iscritte a bilancio, facendo registrare importanti perdite. L’obiettivo dei vertici è di chiudere la “partita” prima della pubblicazione degli esami della Bce. Ma la strada è in salita. Intanto sarebbero arrivate tre offerte per Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti, le quattro goods bank salvate dal governo lo scorso DALLA CONSOB SEMAFORO VERDE: “NESSUN PRESUPPOSTO PER RESPINGERE LA SUA OFFERTA” Rcs, il trionfo di Urbano Cairo “Rigettati” gli esposti dei vecchi soci e le banche finanziatrici del gruppo rinunciano a chiedere il rimborso anticipato del debito orsera, la Consob mette fine alle flebili speranze dei vecchi soci storici usciti sconfitti dalla “partita” per mano di Urbano Cairo, che tira dritto. E incassa pure, dalle banche finanziatrici di Rcs, la rinuncia a chiedere il rimborso anticipato del debito. Secondo l’Authority non ci sono i presupposti e i motivi per sospendere l’offerta dell’editore piemontese, nonostante i vani tentativi della cordata Imh guidata dal finanziere meneghino Andrea Bonomi, affiancato pure da Andrea Della Valle, patron di Tod’s, Pirelli, UnipolSai e Mediobanca. A niente sono serviti i tre esposti presentati dai ricorrenti, che avevano chiesto di far luce sui movimenti di Borsa. La Consob, pur riservandosi “ulteriori accertamenti”, non ha ritenuto opportuno sospendere, in via cautelare, l’opas lanciata dal patron di La7 sul gruppo. Con i titoli Rcs che hanno reagito alla decisione dei commissari con una impennata in Borsa. Sorride, e non può fare altrimenti, Cario. E raddoppia. Visto che Intesa Sanpaolo, che è anche socio di Rcs e ha sostenuto l’offerta dell’editore alessandrino, Ubi, Mediobanca e Bpm hanno fatto sapere a chiare lettere che non attiveranno la clausola sul cambio di controllo. Quella inserita negli accordi sulla rinegoziazione del debito. Rinunciando quindi a richiedere il rimborso anticipato del deficit derivante dal contratto (modificato ormai novembre. Oltre ad Apollo, secondo le indiscrezioni, ci sarebbero pure Leone Star e Apax. Con l’importo di queste presunti interessamenti ancor TANTISSIME LE POLEMICHE DOPO L’ARCHIVIAZIONE DEL CAPO DEI PM DI AREZZO Il caso Rossi continua a far discutere Frattura nel Csm per la decisione non unanime essuna speranza che qualcosa possa cambiare. I giudici che peccano non pagano (quasi) mai. Tra le polemiche è arrivata l’archiviazione del Csm nei confronti del procuratore di Arezzo Roberto Rossi, che rischiava una procedura di trasferimento per incompatibilità. Per via di quell’incarico di consulenza giuridica a Palazzo Chigi ricoperto fino allo scorso 31 dicembre, quando già aveva avviato le prime indagini su Banca Etruria, di cui è stato vicepresidente Pier Luigi Boschi, padre del ministro Maria Elena. Con il capo dei pm di Arezzo che era entrato in contatto con il padre della titolare delle Riforme in occasione di una vicenda giudiziaria del 2010, quando l’avvocato-banchiere era finito sotto inchiesta per reati di turbativa d’asta ed estorsione. A chiedere il proscioglimento nei suoi confronti, entrambe le volte, ci aveva pensato proprio Rossi, all’epoca dei fatti semplice pm. Circostanza importantissima, ma inizialmente dimenticata dal procuratore capo nella prima audizione al Csm. Con il magistrato che davanti alla prima commissione aveva prima spiegato di “non conoscere nessuno della famiglia Boschi”. E addirittura di “non avere neppure contezza di come fosse formata la famiglia” e di aver conosciuto la “giaguara” - uno dei tanti soprannomi dati alla giovane esponente del governo - “in una occasione pubblica, quando era parlamentare”. Vuoti di memoria poi ritrattati, ma solo N C due mesi fa) di finanziamento del 14 giugno 2013. Sconfitta su tutta la linea per Della Valle & Co., con Cairo che ieri è entrato ufficialmente in possesso del 48,8% del capitale di Rcs Mediagroup. Dopo quella della Consob, si aspettano adesso gli effetti della decisione della procura di Milano, con il caso approdato sul tavolo del nuovo capo dei pm meneghini Francesco Greco, tuttora coordinatore del dipartimento che si occupa di diritto penale dell’economia, affari civili societari e reati familiari. Con la magistratura che non potrà non prendere in considerazione la decisione della Commissione nazionale per la società e la Borsa, visto che si tratterebbe dello stesso esposto M.Z. depositato in Consob. top secret. Anche se la sensazione è che le proposte pervenute siano nettamente inferiori rispetto alle stime ipotizzate dal Tesoro. dopo che il settimanale Panorama (sarà pure stata una coincidenza ma questo è un dato di fatto) ha deciso di portare agli onori delle cronache le notizie circa le indagini contro il papà della Boschi curate in prima persona proprio dal capo dei pm aretini. Ebbene tutto questo non è bastato al Csm, letteralmente spaccato sulla decisione, con la delibera per l’archiviazione passata con soli 11 voti. Vista l’astensione dei relatori, dell’intero gruppo di Area, del procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo e del vicepresidente di Palazzo dei Marescialli Giovanni Legnini. Oltre che il parere contrario di Pier Antonio Zanettin (laico di Forza Italia). Un verdetto che non vede dunque uscire vincitore Rossi, perché gli atti sono stati comunque inviati al pg della Suprema Corte, titolare dell’azione disciplinare nei confronti delle toghe. Con il pm che potrebbe così andare incontro a una sanzione disciplinare. In una “partita” che ha provocato una forte frattura nel Csm. Secondo cui Rossi “non ha mai perso indipendenza e imparzialità”, sì, “ma doveva terminare l’incarico con Palazzo Chigi quando ha iniziato a indagare sulla vicenda di Banca Etruria, senza autoassegnarsi i relativi fascicoli del caso, coinvolgendo nelle inchieste i suoi sostituti solo dopo le audizioni davanti al Csm”. Rossi resta al suo posto ma da questa M.Z. storia ne esce ammaccato. 4 Sabato 23 luglio 2016 ESTERI “SARÒ LA VOSTRA VOCE” Trump accetta la candidatura Nel discorso il tycoon newyorkese affronta tutti i temi vincenti della sua campagna elettorale. E conclude la convention repubblicana tra gli applausi di Stella Spada mici, delegati, compatrioti americani, umilmente e con gratitudine accetto la vostra nomination per la presidenza degli Stati Uniti d'America”. Con queste parole Donald Trump è dunque diventato ufficialmente il candidato repubblicano nella corsa per la Casa Bianca. Nel suo discorso, pronunciato alla Convention di Cleveland conclusasi ieri notte, il tycoon newyorkese ha affrontato i temi principali della sua politica: sicurezza, lotta al terrorismo, immigrazione e crisi economica. Argomenti che gli hanno consentito di portare a termine trionfalmente la lunga cavalcata all’interno di un partito repubblicano risultato alla fine abbastanza diviso. E forse anche per rispondere indirettamente a chi teme ulteriore frammentazione, nel suo intervento “the Donald” ha chiaramente fatto riferimento all’eredità di Richard Nixon e Ronald Regan, che con le loro rispettive promesse - “law and order” il primo, deregulation, tagli delle tasse ed ottimismo economico il secondo – hanno conquistato in passato la Casa Bianca. “Due padri nobili del conservatorismo americano – commenta la “A stampa – per dimostrare che la sua piattaforma non fa terra bruciata dell’ideologia del partito conservatore ma anzi, può riunificarlo”. Trump, che ha saputo intercettare il consenso di quel popolo repubblicano che non si sentiva più rappresentato dalle elite del Gop, si è quindi rivolto a loro, a quegli “uomini e donne che sono stati dimenticati, che lavorano duro ma non hanno voce. Io sono la vostra voce", ha detto il candidato repubblicano. Quanto alla sua rivale Clinton, il tycoon ne ha sottolineato gli errori, dichiarando che quando era segretario di Stato ha commesso “crimini terribili” rendendo il mondo più instabile e lasciando come eredità “morte, distruzione, terrorismo e debolezza”. Per uscire da questo tunnel urge “un cambio di leadership”, una guida che metta l’America al primo posto: “l’americanismo, non il globalismo, sarà il nostro credo. Finché saremo guidati da politici che non mettono in primo piano l'America potremo essere certi che l'America non sarà mai trattata con il rispetto che merita”. E poi ancora: “renderò sicuri i nostri confini, vi proteggerò dal terrorismo. Grazie alle mie riforme economiche aggiungeremo milioni di posti di lavoro e miliardi di nuova ricchezza”. Quindi lotta alla delocalizzazione, semplificazione della normativa fiscale, riduzione delle tasse e modernizzazione delle infrastrutture. Infine attacco alla riforma sanitaria di Obama, che na “disavventura editoriale”. Così il professor Eugenio Di Rienzo, docente di Storia moderna all’università La Sapienza di Roma, ha definito l’esclusione del suo saggio dedicato ai rapporti tra l’attuale inquilino della Casa Bianca e la Russia da un volume dedicato alla presidenza di Barack Obama. Il motivo della censura? Lo scritto, secondo l’Istituto per gli studi di politica internazionale che edita la pubblicazione, è troppo filorusso e antiamericano… Lo stesso Di Rienzo racconta di essere stato contattato nei mesi scorsi dall’Ispi per un suo contributo da inserire nel volume e di aver accettato volentieri la proposta. “Sono rimasto molto sorpreso dice in un’intervista a sputnik news perché questo Istituto è molto (io direi troppo) schierato su posizioni filostatunitensi (su cui Di Rienzo è tutt’altro che appiattito, ndr). Mi sono illuso che volessero avere anche una voce fuori dal coro, ma evidentemente non era così”. Già, perché il pezzo, inviato al curatore e da quest’ultimo approvato e inserito nelle bozze dell’opera, è stato bloccato. “Qualche giorno fa l’Ispi mi ha comunicato che il mio contributo - scrive l’autore su Il Giornale - non poteva essere più pubblicato perché connotato da sentimenti smaccatamente filorussi e eccessivamente antiamericani. Sentito il curatore per avere spiegazioni, questi mi ha espresso il suo rammarico per la decisione e il suo dispetto per un’azione ‘piovuta dai piani alti dell’Ispi’ che di fatto lo esautorava del suo legittimo diritto di decidere sul merito scientifico di quanto si doveva pubblicare”. Censura dunque. E non è la prima volta U che accade a Di Rienzo, secondo cui “la libertà d’espressione è una conquista, anche nelle società con una democrazia avanzata dove sembra ci sia totale libertà di dire e scrivere tutto quello che si vuole”. Sembra appunto, perché “il discrimine tra libertà di ricerca ed espressione intellettuale e possibilità di usufruire pienamente di quella libertà si muove su margini che a volte illecite pressioni ‘ideologiche’ rendono molto stretti”. In Italia accade purtroppo più spesso di quanto si pensi. Per quanto riguarda nello specifico l’argomento “Stati Uniti”, nel nostro Paese è difficile esprimersi criticamente “perché c’è una tradizione di servilismo intellettuale” che induce a “schierarsi dalla parte del più forte, salvo poi cambiare campo. Se mai si giungesse ad un riavvicinamento tra Washington e Mosca, le stesse persone che hanno censurato il mio lavoro - dice Di Rienzo a sputnik news - magari comincerebbero a cantare le lodi della Russia”. In tutto questo c’è poi un dato di fatto non trascurabile, che il professore non manca di sottolineare: “Io ho una posizione accademica solida, dirigo una rivista di storia molto importante, ho accesso anche ad organi di stampa. Immaginiamoci pressione e stretta censoria su dei giovani ricercatori ai quali magari vien detto che se assumono determinate posizioni poi non possono fare carriera. Assumere certe posizioni è difficile: io, che ho il difetto di pensare con la mia testa e non avere padroni di nessun tipo, posso permettermelo. Magari uno più giovane di me ci pensa due o tre volte”. Cristina Di Giorgi tre una pioggia di palloncini rossi blu e bianchi cadeva sul palco e sulla platea, la sua famiglia e quella di Mike Pence, il suo vice, insieme a lui per raccogliere gli applausi dei presenti. USA 2016 DI RIENZO: “IL MIO SAGGIO È STATO CENSURATO DALL’ISPI” Il rapporto Obama-Mosca e la libertà di espressione Trump promette di abolire. La chiusura, ad effetto, con uno dei suoi slogan preferiti: “rifaremo l’America forte come una volta, orgogliosa come una volta, sicura come una volta”. Al suo fianco, men- Il grande No di Ted Cruz L’ex concorrente alla nomination repubblicana rifiuta di appoggiare pubblicamente il rivale: “Votate per le persone di cui vi fidate” n contratto è un atto che fonda un rapporto giuridico tra due parti affinché ognuno rispetti i propri doveri e responsabilità. Nel mondo della politica, l’elemento fondante di un contratto va aldilà di un legame strettamente legale perché entra in gioco il concetto “clandestino” e “astratto” della moralità che spesso non trova cittadinanza. Perché si parla di contratto? Perché, come da tradizione, negli Stati Uniti d’America i candidati dei partiti politici impegnati nelle primarie sono chiamati a firmare una fattispecie di contratto basato su una promessa solenne a garanzia del loro sostegno nei confronti della futura nomina del partito. A far discutere, in questi giorni, è il discorso di Ted Cruz, (senatore del Texas e ultimo candidato repubblicano a ritirarsi dalla corsa) tenutosi durante la Convention Repubblicana, in cui si è rifiutato di esprimere pubblicamente il suo personale endorsement nei confronti di Donald Trump. Con la frase “votate la vostra coscienza. Votate per i candidati di cui vi fidate”, si è percepita la sua riluttanza nell’abbracciare politicamente il suo amico-rivale. Pur asfaltato da fischi e critiche, Cruz è rimasto fedele alla sua decisione. Il problema della moralità sorge quando U si fa qualche passo indietro e si ritorna al 6 agosto 2015. All’inizio del primo dibattito repubblicano, la new entry Trump si rifiutò di firmare la promessa solenne basata su due pilastri: il sostegno nei confronti della nomina repubblicana per presidente degli Stati Uniti a prescindere dal nome del candidato e la promessa di non correre come indipendente e non accettare la nomina a presidente di qualunque altro partito. La scelta di Trump fu fortemente criticata da tutti al punto che il magnate si convinse a firmare. Va ricordato però che nel tempo in tanti hanno violato il patto: da Jeb Bush a Trump stesso, passando per Kasich ed infine Cruz, il quale ha giustificato la sua decisione affermando che la promessa solenne è diventata invalida nel giorno in cui Trump ha intrapreso una campagna diffamatoria verso la sua famiglia. L’impassibilità e la freddezza con cui Cruz si è rifiutato di sostenere il magnate dinanzi una platea di suoi irriducibili sostenitori rispecchia la sua forte personalità. Rimane la domanda, perché averlo fatto durante la Convention del partito, proprio mentre i vertici del Gop e altri esponenti di rilievo stanno lavorando quotidianamente verso l’unità? Per riappropriarsi di un’attenzione mediatica in caduta libera? O per umiliare Trump davanti a tutti? O forse perché Cruz sta già puntando alle elezioni del 2020? La scelta di Cruz è personale e di conseguenza legittima. Nonostante ciò, la soluzione più onesta nei confronti degli elettori sarebbe stata quella di dimettersi dal partito per motivi ideologici e di coerenza alle proprie idee. Non ci scordiamo che questa promessa ha un valore non prettamente giuridico bensì un valore di altissimo spessore morale nei confronti di tutti gli elettori che saranno, in questa maniera, garantiti dal supporto di ogni candidato. Contratti, morale, onestà intellettuale, attaccamento ai valori e agli ideali. Che valore dà la politica a questi nobili concetti? Claudio Pasquini Peruzzi 5 Sabato 23 luglio 2016 ESTERI GUERRA IN SIRIA L’orrore del sangue innocente Ancora vittime tra i bambini. L’Unicef: “Tutte le violenze sui più piccoli devono terminare” di Cristina Di Giorgi Q uando si parla di guerra e di terrorismo, è inevitabile pensare ai bambini come alle vittime che soffrono di più. Soltanto la scorsa settimana in Siria più di venti piccoli sono stati uccisi durante i raid aerei su al Tukhar, vicino Manbji, a 80 chilometri ad est di Aleppo. Lo riferisce il rappresentante dell’Unicef nel Paese:“l’organizzazione stima che ci sono 35 mila bambini intrappolati a Manbji e nei dintorni, senza un posto sicuro dove andare” ha dichiarato Hanas Singer. Che ha aggiunto:“le parti in conflitto devono rispettare le leggi internazionali umanitarie che proteggono i bambini in guerra. Nulla giustifica gli attacchi sui bambini: tutte le violenze su di loro devono immediatamente terminare”. La condizione drammatica dei bambini siriani – quelli che sopravvivono – è poi in questi giorni la protagonista di una campagna di sensibilizzazione che sfrutta la recente diffusione della mania di Pokemon Go, il gioco per smartphone e tablet che sta coinvolgendo sempre più giocatori. Nel manifesto dell’iniziativa si vedono bambini siriani, fotografati in diversi villaggi del Paese (in particolare in quelli nei pressi di Hama e Idlib, oggi in mano agli oppositori del governo di Damasco), che tengono in mano immagini dei popolari Pokemon con la scritta “vieni a prendermi”. Gli ideatori della campagna – dei quali al momento non si conosce l’identità – hanno dunque voluto invitare i giocatori occidentali a “fermarsi nella caccia alle creature digitali per dedicare la loro attenzione alle persone in carne ed ossa intrappolate nelle zone di guerra”. Persone – bambini in primis – costretti a fare ogni giorno i conti con la morte. Quella che si trovano attorno e, nei casi peggiori, la loro. Tra i piccoli non sopravvissuti, il ragazzino trucidato l’altro giorno ad Aleppo dai cosiddetti “ribelli moderati”. Accusato di essere una spia di una brigata palestinese che sostiene il presidente Assad, il piccolo, che sembra avere poco più di dieci anni, viene mostrato in alcuni filmati diffusi in rete. Lo si vede impaurito, con quella che pare una fasciatura all’altezza dello stomaco (qualcuno ha ipotizzato che gli siano stati prelevati gli organi). Alla domanda dei suoi aguzzini, che nel frattempo lo schiaffeggiano ridacchiando, su quale sia il suo ultimo desiderio, lui risponde che vorrebbe gli sparassero invece di essere macellato. La risposta è agghiacciante: “Noi siamo peggio dell’Isis”. Poi l’esecuzione: il prigioniero viene disteso sul pianale di un furgone e un uomo gli taglia la testa con un coltello al grido ormai noto di “Allah u akbar”. E anche se le immagini sono censurate (il video in chiaro non è più reperibile), resta comunque l’orrore del sangue che cola a terra fino a diventare un lago e quello dell’assassino che brandisce la testa del piccolo sventolandola come un trofeo. I filmati sono stati realizzati “dai miliziani di Harakat Nour al Din al Zenki, foraggiati anche dagli Usa in funzione anti Assad. I loro comportamenti – scrive Matteo Carnieletto su Gli occhi della guerra - lasciano ben pochi dubbi si chi siano davvero i ribelli moderati”. Alla diffusione del video è seguita quella di una nota del gruppo ribelle in cui si parla di “abusi dei diritti umani” che “non rappresentano le sue politiche ed azioni”. Rispetto a tali fatti, i leader di Harakat Nour alDin al-Zenki hanno fatto sapere di aver arrestato i responsabili e di averli consegnati alla commissione di indagine appositamente istituita. Sembra poi che uno dei boia del piccolo palestinese sia stato ucciso: è stata infatti diffusa in rete la foto di un cadavere che sembrerebbe appartenere ad uno degli uomini che si vedono nel filmato dell’esecuzione, ma risulta difficile confermare l’identificazione. In tutto questo vale la pena sottolineare che Harakat Nour al-Din al-Zenki è uno dei gruppi appartenenti alla Coalizione nazionale siriana, i cui rappresentanti siedono al tavolo delle trattative di pace. Gli stessi che ricevono armi e rifornimenti dall’Occidente. Quelli insomma ai quali dovrebbe essere affidato il futuro della Siria una volta che il leader di Damasco dovesse essere deposto. Un futuro che, se dovesse realizzarsi, sarebbe pieno di sangue. Un futuro contro il quale, oggi più che mai, il popolo siriano deve combattere con tutte le sue forze. TIBET Iniziata la distruzione di Larung Gar Il più grande centro di studi buddisti del mondo ospita diecimila studenti, ma Pechino vuole dimezzarli e autorità cinesi hanno dato il via alla distruzione di Larung Gar (contea di Sertar, nell’Est del Tibet): “operai accompagnati da poliziotti, soldati e rappresentanti del governo – si legge su asianws – hanno iniziato a demolire residenze dei monaci e strutture” del più grande centro di studi buddisti tibetani del mondo. Secondo quanto denunciato dagli attivisti di Free Tibet, che in queste ore hanno pubblicato in rete foto e video in cui si vedono edifici di legno rasi al suolo, i lavori sono iniziati mercoledì scorso. Nella struttura (accademia e monastero, fondati nel 1980), abitano 10 mila persone, tibetane e cinesi. Una popolazione notevole, che Pechino mira a dimezzare: la motivazione di tale decisione, che a quanto si apprende non è stata concordata con gli abitanti della struttura, ufficialmente è quella di garantire la sicurezza di un’area sovrappopolata. “Lo scorso giugno – riferisce asianews - le autorità hanno distribuito un’ordinanza che esigeva la riduzione a 5mila del numero di presenze nel L TURCHIA Assad: “Erdogan ha usato il golpe per imporre il suo estremismo” Il leader di Damasco denuncia “le cattive intenzioni e i reali propositi” del suo omologo di Ankara l leader turco Recep Tayyip Erdogan ha usato il pretesto del recente tentativo di colpo di stato per mettere in atto le sue politiche estremiste. Ne è convinto il presidente siriano Bashar al Assad, che in un’intervista di queste ore ad un’agenzia di stampa cubana ha commentato i recenti avvenimenti in Turchia. “Dobbiamo guardare agli effetti del golpe considerandoli come una destabilizzazione dello stato turco, in particolar modo del settore sociale” soprattutto se si tiene conto delle “reazioni e disposizioni che, in pochissimo tempo, Erdogan e la sua banda hanno attuato”. In proposito il leader di Damasco si chiede: “come è possibile che le università, i giudici e le figure I monastero. L’ordine dava la data del 30 ottobre di quest’anno come inizio per il trasferimento dei residenti e delle demolizioni” e “dettagliava anche una serie di punizioni se i residenti non si fossero trasferiti, fra cui la demolizione completa del monastero”. Sono in molti – non a torto – a pensare che il provvedimento e la sua anticipata (e quindi teoricamente irregolare) attuazione sia un sopruso nei confronti della popolazione del centro, che il governo cinese questa la reale motivazione della decisione di distruggere accademia e monastero – ritiene abbia collegamenti con “le forze separatiste in esilio”. Ovvero il Parlamento tibetano, il cui vicepresidente ha duramente criticato la leadership cinese: “Da quando Xi Jinping è divenuto presidente della Cina – ha detto Acharya Yeshi Phuntsok - la libertà religiosa in Tibet si è deteriorata in modo CdG evidente”. della società civile siano coinvolti nel colpo di Stato?”. E ancora: “come è possibile che essi (le autorità turche) abbiano assunto decisioni su tutte queste sospensioni, licenziamenti ed arresti prima ancora che l'indagine sia stata completata? Questo dimostra le cattive intenzioni e i reali propositi di Erdogan, che ha approfittato della situazione per realizzare il programma dei Fratelli Musulmani. Pericoloso non solo per la Turchia e i suoi vicini, ma anche per la Siria”. A proposito poi dei suoi rapporti con il leader di Ankara, Assad ha ricordato che fin dal 2011 Erdogan lo aveva invitato a lasciare la presidenza: “noi invece non facciamo l’errore i dire che lui dovrebbe andare o restare. Questa è una questione turca e tocca al popolo turco St.Sp. decidere”. 6 Sabato 23 luglio 2016 DA ROMA E DAL LAZIO L’OPERA INFINITA LA POSIZIONE DI GIANNI ALEMANNO Altra inchiesta su Metro C: danni per 253 milioni “Ho difeso gli interessi del Comune, strano che non ci sia Veltroni” Segnalate trentadue persone, compresi i due sindaci pro tempore Dovranno fornire le loro deduzioni in relazione alle accuse “La nostra amministrazione si è distinta per il tentativo di rimediare alle scelte di quelle che ci hanno preceduto” anni per 253 milioni di euro. Per questo le fiamme gialle hanno segnalato trentadue funzionari alla Corte dei Conti del Lazio, compresi i due sindaci pro tempore (Gianni Alemanno e Ignazio Marino), che, a vario titolo, hanno gestito l’appalto per la realizzazione della linea C della Metro di Roma, da tempo oggetto anche di un’inchiesta penale, che verte sugli appalti dell’opera in costruzione dal 2007: nel calderone dell’inchiesta ci sono un po’ tutti tra ex dirigenti dell’epoca di Roma Metropolitane e vertici di Metro C, tra cui l’ex assessore alla Mobilità della giunta Marino, Guido Impronta, in compagnia dell’ex dirigente del ministero dei Trasporti, Ercole Incalza. Tornando al secondo filone e alle notifiche di ieri, le indagini sono state eseguite dalle fiamme gialle del II Gruppo Roma, su delega della stessa Procura contabile a partire dal 2014, e sono state finalizzate ad acquisire atti ed informazioni, tra cui il procedimento arbitrale attivato nel 2007, il procedimento di formazione dell’atto transattivo del 2011, e poi quello di attuazione della Delibera Cipe del 2012 e quello di formazione dell’atto dell’anno successivo. L’appalto in questione era stato aggiudicato dalla S.r.l. Roma Metropolitane al contraente generale - Metro C per un importo a base d’asta pari a oltre 2,5 miliardi di euro e perfezionato a seguito della sottoscrizione del contratto di affidamento allo stesso Contraente generale il 12 ottobre 2006. Per circa due anni i finanzieri hanno acquisito e sequestrato, a più riprese, una consistente mole di carte presso le società coinvolte e pure al Campidoglio, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e al Cipe; dalla quale gli agenti hanno ricostruito le procedure adottate relativamente alla realizzazione di questa imponente opera pubblica, dal bando di gara a oggi, evi- D denziando, tra l’altro, il sistematico ricorso all’utilizzo del cosiddetto “sistema delle riserve”, iscritte nel registro di contabilità per un ammontare pari a circa 1,4 miliardi di euro, quale strumento che ha, di fatto, consentito al General Contractor - Metro C - di recuperare i ribassi offerti in sede di aggiudicazione della gara d’appalto e, al tempo stesso, di procurarsi ingenti risorse aggiuntive. Le anomalie riscontrate, che hanno comportato una consistente lievitazione dei costi, sono state tutte scandagliate ed è stato possibile, ad esempio, accertare che il General contractor iscriveva le prime riserve due mesi dopo la sottoscrizione del contratto d’appalto (12.10.2006); questa “manovra contabile” è continuata nel tempo, nonostante le favorevoli pattuizioni accordate, sin da subito, al General Contractor. Gli investigatori contestano un danno erariale quantificato in 253 milioni di euro, corrispettivo indebitamente riconosciuto da Roma Metropolitane al General Contractor Metro C, nell’“accordo transattivo” dell’8 giugno 2011, conseguente alla consistente mole di riserve iscritte; che trova la sua genesi nel verbale di accordo del 12 giugno 2008, successivamente concretizzatosi nell’“atto attuativo” del 9 settembre 2013, atto, quest’ultimo, che avrebbe dovuto tacitare “in modo tombale”, tutte le pretese economiche del General Contractor, discendenti sia dal medesimo accordo transattivo che dal Lodo Parziale del 6 settembre 2012. I funzionari pubblici ed i sindaci pro tempore, a cui è stato notificato il provvedimento della Procura, nonché i vertici ed i Tecnici di Roma Metropolitane e della Struttura Tecnica di Missione del MIT che, nel tempo, si sono susseguiti, dovranno, entro i termini stabiliti dalla magistratura contabile, fornire le loro deduzioni in relazione a quanto contestatogli. IL MAGISTRATO, CHE DOVRÀ SCONTARE 8 ANNI DI CARCERE, ERA IN SERVIZIO PRESSO IL TAR DEL LAZIO Condannato un giudice a otto anni Si sarebbe accordato con un avvocato (che ha patteggiato) per atti contrari ai doveri d’ufficio e favorire i clienti del legale ondanna ad otto anni di reclusione per l’ex giudice del Tar del Lazio, Franco Maria De Bernardi, accusato di corruzione in atti giudiziari. Non solo al magistrato sono stati confiscati beni per un valore di 115mila euro ed estinzione del rapporto di lavoro presso il Tar del Lazio. E’ la sentenza emessa dalla IX sezione del tribunale di Roma, presieduta da Caterina Brindisi, nei confronti dell’ex giudice. Secondo l’accusa avrebbe favorito un avvocato amministrativista, Matilde De Paola, che ha già patteggiato tre anni e mezzo di reclusione. Ma non è stata l’unica condanna emessa dal collegio. Tre anni ed otto mesi di reclusione sono stati inflitti per l’uomo d’affari Giorgio Cerruti. Entrambi sono stati condannati anche all’interdizione perpetua dei pubblici uffici, oltre a C risarcire in sede civile la Presidenza del Consiglio dei ministri, costituita parte civile, che sarà stabilito in un procedimento separato. Al magistrato Bernardi è stato aggiunto un anno di reclusione rispetto alla richiesta dei pm, che avevano avanzato una condanna di De Bernardi a sette anni di reclusione, mentre il collegio ha previsto uno sconto per Cerruti. La richiesta dell’accusa era di quattro anni e dieci mesi. Secondo la procura De Bernardi, nel suo ruolo di giudice del tribunale amministrativo, si sarebbe accordato in cambio della promessa di denaro con un avvocato (giudicato in altro procedimento) per compiere atti contrari ai doveri di ufficio e favorire i clienti del legale. isponderò con una documentata relazione all’atto di citazione che la Corte dei Conti mi ha inviato per la Metro C”. E’ la posizione dell’ex sindaco Gianni Alemanno, a proposito della chiusura dell’inchiesta sulla Metro C. “La mia azione infatti è stata tutta rivolta a difendere gli interessi di Roma Capitale. L’accordo transattivo, preparato dagli uffici di Metropolitane di Roma, e da me avallato, ha permesso di passare da 1,4 miliardi di riserve ad un’intesa per 253 milioni di euro - spiega Alemanno - Se le riserve avanzate dal Consorzio Metro C erano ingiustificate, questo può derivare soltanto dal modo in cui è stato scritto e assegnato il bando di gara per la costruzione dell’opera durante “R l’amministrazione Veltroni”. E Alemanno ha puntanto il dito contro il suo predecessore: “Stupisce allora che tra i 32 dirigenti e politici citati non ci sia Veltroni, mentre vengono coinvolti il presidente di Metropolitane Chicco testa, il segretario generale Gagliani Caputo e il ragioniere generale Lopomo, tutti in carica al tempo di quella amministrazione che, appunto, ha assegnato l’appalto”. E ha ribadito: “Nella lunga e complessa vicenda della Metro C la nostra amministrazione si è distinta unicamente per il tentativo di rimediare alle scelte di chi ci ha preceduto. Mentre dopo di noi con l’amministrazione Marino la situazione è tornata ad aggravarsi per altri 90 milioni, con il cosiddetto ‘Atto attuativo’”. AI DOMICILIARI IL PATRON DEL GRUPPO, NONCHÉ PRESIDENTE DEL PISA CALCIO Terravision, maxisequestro La società si occupa del trasferimento di passeggeri dai principali aeroporti italiani ed europei equestro del complesso aziendale Teravision, società che si occupa del trasferimento di passeggeri dai principali aeroporti italiani ed europei al centro delle città, e arresti domiciliari del patron della società nonchè presidente del Pisa calcio Fabio Petroni. E’ la conclusioni di un’indagine del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinata dalla Procura di Roma, iniziata nel 2013 sulle aziende riconducibili alla Terravision. Le investigazioni hanno consentito, in una prima fase delle operazioni, di sottoporre a sequestro preventivo il compendio aziendale riconducibile al marchio Terravision, costituito: dalle licenze per trasporti di linea Roma-Ciampino-Fiumicino, Pisa/AeroportoFirenze e Orio al Serio-Milano, dai conti correnti bancari ed altri rapporti finanziari, dai contratti com- S merciali e beni aziendali (in particolare numero 13 bus nella disponibilità dell’azienda); dalle società Terravision H. R. & Services S.R.L., e Alivision Patrimoni e Servizi di Petroni Fabio s.a.s. Le indagini hanno permesso di scoprire come gli amministratori di alcune società si siano sottratti al pagamento di ingenti debiti tributari e previdenziali, attuando manovre elusive volte a rendere sostanzialmente inefficace la procedura di riscossione coattiva. In particolare, la società titolare dei contratti con gli aeroporti, proprietaria anche degli autobus e delle licenze, era stata posta in liquidazione subito dopo aver ceduto ad un “testa di legno” l’unico ramo d’azienda produttivo. Un provvedimento di sequestro dell’intero complesso aziendale, che fattura annualmente 35 milioni di euro, la cui esecuzione ha, quindi, permesso di vincolare, a garanzia dei creditori del fallimento: quote societarie e beni aziendali, licenze di trasporto, contratti commerciali stipulati, 29 autobus di linea, 2 autovetture e rapporti bancari. 7 Sabato 23 luglio 2016 CAOS SULLA TANGENZIALE Un bus va a fuoco, il traffico in tilt DA ROMA E DAL LAZIO CHIUSA LA STRADA NEL PRIMO POMERIGGIO DI IERI. LE FIAMME SONO DIVAMPATE NELLA ZONA DI ARDEA Odissea sulla Pontina per un altro incendio I trasportatori non ci stanno più: “Pesanti ripercussioni sulle attività” na vera e propria odissea per gli automobilisti romani e del Basso Lazio, che quotidianamente si recano nella Capitale per motivi di lavoro, ma anche per i trasportatori merci che hanno subito pesanti ripercussioni sulle attività. E, come se non bastasse, un altro incendio è divampato ieri sulla via Pontina, riperta appena l’altro ieri sera dopo i quattro giorni di stop determinato dal vasto rogo che ha distrutto dieci ettari di macchia mediterranea all’altezza del km 24, nei pressi del campo nomadi. Così nel primo pomeriggio l’inferno sulla SR148 si è riproposto al chilometro 37+300 facendo di fatto ripiombare gli automobilisti nel caos che si protrae dallo scorso 18 luglio. In particolare l’incendio si è sviluppato nella zona di Ardea comportando la chiusura della strada in entrambi i sensi di marcia. Inevitabili le code con auto incolonnate per circa 6 chilometri tra lo svincolo Strampelli e svincolo Ardeatina, paralizzate anche le vie alternative. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco e il personale dell’Astral, la società che gestisce le strade del Lazio, che ha sconsigliato praticamente, si legge sul proprio profilo Twitter, “di percorrere la strada da Pomezia in direzione Aprilia”. Una nuova grana per la SR148 dove il blocco della circolazione si era protratto a lungo per la messa in sicurezza di un centinaio di pini marittimi, irrimediabilmente compromessi dal fuoco, con la rimozione di cin- U aura per un bus in fiamme sulla tangenziale di Roma, chiusa per diverse ore nel tratto verso San Giovanni, con il traffico in tilt. Miracolosamente non ci sono stati feriti. Sul posto sono prontamente intervenuti i vigili del fuoco per spegnere l’incendio. Dal bus, che appartiene alle Ferrovie dello Stato, si è alzata una colonna di fumo nero visibile anche da lontano. La strada è stata chiusa al traffico tra via Batteria Nomentana e l'A24 in entrambe le direzioni. In direzione di via Salaria il traffico è deviato sul vecchio tracciato della Tangenziale Est; in direzione San Giovanni l’uscita era obbligatoria all’altezza di via Batteria Nomentana. Il traffico proveniente dall’A24 è stato invece deviato in direzione San Giovanni. Ma non è tutto. Non mancano le polemiche sui disservizi e i disagi dei trasporti. Un’estate nera, con la riduzione delle corse per la manutenzione delle linee e dei bus. La strada è tutta in salita, come confermato dall’assessore competente Linda Meleo: “Almeno per rendere la flotta bus di Atac decente in termini di età media, intervenendo su circa 700 autobus, servirebbero 400 milioni - ha spiegato - da qui ai prossimi anni. Non è ovviamente un discorso immediato, ma di programmazione a lungo termine”. P quanta camion di aghi di pino, la messa in posa di trecento metri di asfalto ed ottocento metri di guard rail, oltre al rifacimento della segnaletica orizzontale centrale e laterale per circa 4,5 chilometri. Intanto proseguono senza sosta le indagini del Corpo forestale dello Stato per fare chiarezza ed accertare eventuali responsabilità sugli incendi origine dolosa divampati nei giorni scorsi all’altezza di Castel Romano. Non mancano le polemiche. Con la Cna, la confederazione degli artigiani, che alza la voce contro le istituzioni e fa i conti dei pesanti danni subiti dall’indotto: “Non si è provveduto negli anni a dotare la zona di un sistema viario adeguato alla mole di trasporto pesante. La via Laurentina e la via Ardeatina non sono mai state messe in sicurezza e quindi non rappresentano una valida alternativa alla Pontina. Attendiamo quindi interventi adeguati”. Che difficilmente saranno eseguiti nel giro di poco tempo. La Regione non ha fondi sufficienti per la manutenzione delle strade. Lo hanno detto a chiare lettere nei giorni scorsi l’assessore regionale Fabio Refrigeri e l’ad dell’Agenzia strade Lazio, Antonio Mallamo in un’audizione alla commissione regionale Lavori pubblici. Anche perché dal primo gennaio la Regione si occupa anche della manutenzione ordinaria delle strade, competenza ereditata dalle Province, senza però i fondi necessari per garantirne uno stato sufficiente. L’Astral ha già svolto un primo monitoraggio sulle arterie, dove da anni non si fa alcun di tipo di intervento. “Per quest’anno però abbiamo solo 18 milioni, che diventeranno 24 nei prossimi due. Troppo poco. Complessivamente abbiamo - ha chiarito Mallamo - 64 milioni per tutti gli interventi”. Una mission impossibile garantire una manutenzione adeguata. Marco Compagnoni LA RAGGI ESCLUDE I GIOCHI Linee di governo: fuori le Olimpiadi Riorganizzazione del trasporto pubblico, di Atac-Ama-Acea e del sistema degli appalti inalmente le linee programmatiche sono state presentate. Ad un mese dall’insediamento, il sindaco di Roma Virginia Raggi ha presentato gli indirizzi di governo giovedì sera in giunta, che li ha approvati all’unanimità. Nessun accenno alla candidatura di Roma alle Olimpiadi. Sembrerebbe dunque esclusa, nel programma dell’amministrazione M5S, la candidatura della Capitale ai Giochi Olimpici del 2024. Il dossier era stato al centro di polemiche accese già durante la campagna elettorale: la Raggi aveva più volte sottolineato che quella della corsa per la candidatura ai giochi non sarebbe stata una priorità per i cittadini romani, alle prese con altri problemi. Detto fatto, nonostante in settimana c’è stato un incontro tra i tecnici del Campidoglio e del comitato promotore per Roma 2024. E Raggi è stata chiara anche ieri: “Noi siamo coerenti”. Tra gli altri punti c’è il piano integrato del trasporto pubblico per le scuole, ma anche un “Piano comunale per la sicurezza scolastica”. Prevista una “Riforma generale del trasporto pubblico”: per quanto riguarda la serie di interventi, si partirà da un “nuovo piano industriale che affronti l’intera governance di Atac”. Saranno F sprechi e lavorando per attrarne di nuove”. C’è poi l’obiettivo di rimettere a disposizione delle comunità i luoghi in cui si è investito come, per citare alcuni esempi, il Centro culturale Elsa Morante, il Cinema Aquila e il Teatro Valle. Anche il sistema degli appalti sarà al centro di una riorganizzazione, con la trasparenza dei procedimenti di gara e la pubblicazione dei nomi degli appaltatori, importi e tempi. Cambio di passo, almeno è l’obiettivo, nel turismo e nel commercio. “Convention bureau” e promozione di circuiti turistici alternativi. Collaborazione con gli operatori internet per aumentare l’attrattività della città. Nuova linfa, invece, ai mercati rionali attraverso l’estensione della somministrazione di cibi e bevande, in accordo con la normativa esistente, e l’implementazione dei prodotti a km 0. Guerra all’amianto con l’apertura in ogni Municipio di uno sportello informativo per chiedere info e indicazioni sulla possibilità di bonifica. Inoltre, i 5 Stelle hanno intenzione di aprire il Campidoglio al popolo della Rete, con la realizzazione sul sito web di Roma Capitale di un “Portale della parM.C. tecipazione”. SORPRESI TRE FIGURANTI DAI VIGILI URBANI messe a sistema le esigenze di spostamento dei cittadini per capire dove si muove il traffico. Sanno istallati semafori intelligenti, che sappiano alternare i flussi in ragione del traffico e diano priorità al trasporto pubblico, piste ciclabili. Ma anche l’incentivazione del telelavoro per ridurre gli spostamenti. In ogni Municipio, poi, aree pedonali sul modello francese delle aree di “traffic calming”. Sanzioni severe a chi occupa aree riservate a disabili. Prevista anche una riorganizzazione di Ama, con l’implementazione verticale della raccolta differenziata, “sotto l’egida della sindaco e dell’Assessorato preposto, ma, nel contempo, Roma Capitale e il sindaco - si legge devono reclamare, rivendicare e riappropriarsi del ruolo di indirizzo operativo e di vigilanza del socio di maggioranza al 51% e ricondurre Acea S.p.A. a servizio della città”. Per quanto riguarda Acea, invece, “la bollettazione idrica ed elettrica può comprendere anche la riscossione della Tari, in quanto già disponibili le banche dati di riferimento”, anche per “monitorare le utenze fantasma”. Mentre per “sviluppare le potenzialità della città” sarà creata una cabina di regia sui fondi Comunitari per una gestione “trasparente delle risorse disponibili” al fine di “migliorare l’efficacia degli interventi”. La cultura sarà riportata al centro delle linee programmatiche, che ha subito “pesanti contrazioni negli ultimi anni, riducendo gli Centurioni, ecco le prime sanzioni ono arrivate le prime multe contro i centurioni. A pagarne le spese sono stati tre figuranti, due di nazionalità romena, in piazza di Madonna di Loreto, e un’italiana, sorpresa al piazzale del Colosseo. E’ il bilancio dei vigili urbani dei gruppi Trevi, Prati, Gssu e Gpit, nelle aree di applicazione all’indomani delle ordinanze anticenturioni e anti-risciò. La sanzione è stata per ciascuno di 400 euro con il sequestro dei costumi. Nessun risciò invece è per ora risultato sanzionato. I controlli continueranno nei prossimi giorni per rispettare l’ordinanza del sindaco Virginia S Raggi, giunta da giorni dopo la scadenza del provvedimento emanato dal commissario Tronca. La proroga ha fatto scattare da subito il divieto di esercizio per i finti “antichi romani” fino al 30 novembre 2016. Secondo l’ordinanza del primo cittadino, la presenza dei figuranti è giudicata “lesiva del decoro della città nonché della sicurezza urbana per il numero crescente e ormai fuori controllo dei soggetti che agiscono in alcuni casi con modalità inopportune, insistenti e talvolta aggressive”. Le aree vietate sono raddoppiate: da Villa Borghese al Nomentano, da piazzale Flaminio a viale del Muro Torto, a Villa Giulia a viale del Policlinico, compresa la zona universitaria tra La Sapienza e San Lorenzo, fino a viale di Porta Tiburtina, piazzale Tiburtino, via di Porta Labicana. Nell’elenco ci sono anche viale Metronio, viale delle Mura latine, viale di Porta ardeatina, lungotevere Testaccio, ponte Sublicio. Da San Pietro a Porta Labicana, da villa Borghese a Testaccio, nel mezzo, ovviamente, il centro storico già oggetto di divieto nella precedente ordinanza. Tronca, invece, si era limitato alle zone strettamente monumentali del centro storico e la zona di Borgo Pio aggiunta dopo l’inizio del Giubileo. 8 Sabato 23 luglio 2016 STORIA L’ANPI DI RICCIONE E LA SPAGHETTATA RIEVOCATIVA: E POI QUELLI CON IL “TORCICOLLO” SAREMMO NOI? “Pastasciutta antifascista”? Partigiani... nostalgici Sarebbe ora per tutti di fare i conti con la propria storia: in fondo non furono tutti “santi ed eroi” di Edda Negri Mussolini ono passati ormai 71 anni, ma ancora siamo qui a scrivere, leggere e vedere quanto d'altra parte non si voglia far nulla per pacificare gli animi e soprattutto guardare avanti con obiettività. Ma andiamo con ordine. Stamattina aprendo FB sul profilo di un Sindaco della Valconca, provincia di Rimini, mi imbatto in una foto che mi lascia alquanto perplessa. Era la pubblicità di un' iniziativa da parte dell' ANPI di Riccione: "La pastasciutta antifascista". Questa "mangiata" si rifà ad un fatto storico avvenuto nel lontano luglio del '43, dopo aver sentito le notizie accadute durante il Gran Consiglio, da parte di Alcide Cervi: "Non possiamo fare una manifestazione perché se il Duce e' caduto i fascisti e i tedeschi sono ancora qui e Badoglio ha detto che la guerra continua. Ma il popolo ha fame e allora gli diamo da mangiare. Non credo che avremo problemi." Da allora sono passati S 73 anni e ancora l' ANPI porta avanti queste iniziative che mi sembrano fuori tempo e che trasformano gli stessi partigiani nei "veri nostalgici". Mi chiedo: chiunque vada a mangiare è ben accetto o bisogna presentare una tessera dell' ANPI o del partito? Perché queste iniziative sono da condividere, ed invece non vengono ricordate e non si possono rifare quelle del Ventennio? E se andassi io: Edda Negri Mussolini, a questa "sagra", quegli spaghetti sarebbero sempre antifascisti? Mi ritrovo a pensare a quanto siano anacronistiche queste "mangiate" . Quello che accadde allora va storicizzato in quel periodo. Oggi, a 73 anni di distanza, non ha più senso, se non quello di alimentare ancora quell'odio che, da quella parte, si vuole ancora portare avanti. Possibile che l' ANPI non riesca a fare i conti con la propria storia, che non è fatta solo di "Santi ed eroi" come vogliono farci credere? Sta uscendo ogni giorno, da parte anche di giornalisti e storici di sinistra, quello che accadde nella guerra civile, che vide italiani contro italiani, durante la Repubblica Sociale Italiana. Quello che successe proprio in quel triangolo della morte in Emilia, che vide la famiglia Cervi dar da mangiare ad un popolo affamato. Perché l'ANPI non fa la "pastasciutta per i poveri"? Perché deve essere "pastasciutta antifascista"? Perché non si mettono qualche volta al servizio dei popolo senza dover sempre tirare fuori il fascismo e Mussolini? Non hanno altri argomenti? Ormai di "partigiani" che possono, a tutti gli effetti, farne parte, ne rimangono ben pochi. Mi domando: ma fra qualche mese mangeremo gli spaghetti antirenziani? Come ho detto qualche riga sopra ma non è che i veri nostalgici sono quelli del ANPI, che non vogliono guardare avanti ma guardano solo il passato e vogliono che tutto rimanga come 70 anni fa? Svegliatevi, il mondo è cambiato. Noi siamo quelli che sanno fare i conti con la propria storia, cosa che voi non sapete fare: rimarrete chiusi in quel periodo come se foste in un spazio temporale al di fuori della realtà. LA STORIA ATTRAVERSO I DOCUMENTI Italiani in Africa, quando portavamo la civiltà nel mondo Le colonie negli anni Trenta: migliaia di chilometri di strade vennero realizzati in brevissimo tempo questa consegna veniva data al più presto esecuzione - sebbene l'iniziata stagione delle piogge ostacolasse gravemente i lavori - per modo che in ogni settore sorgessero cantieri e affluirono operai e le strade si concretarono, come meglio nei particolari si vedrà in seguito, con un ritmo che gli stessi osservatori stranieri dichiararono stupefacente". La "consegna" di cui parla il volume oggetto della nostra attenzione in questi giorni è quella data dal Duce, come abbiamo potuto vedere nella scorsa puntata del nostro speciale. Quanto agli osservatori stranieri, vale giusto la pena sottolineare che la campagna d'Africa era rimasta sullo stomaco a molti, oltreconfine: specialmente a quelle potenze “A abituate a colonizzare il mondo intero (e a sfruttarne le ricchezze) che si vedevano così in qualche modo minacciate: la grande pro- letaria si era mossa, e questo aveva scatenato le odiose sanzioni, alle quali il nostro popolo aveva reagito con uno straordinario amor patrio e con una energia che lasciò di stucco il mondo intero. "Noi tireremo diritto - si cantava per le strade - l'amor di Patria non fu mai un delitto". E si rideva delle restrizioni, "sereni e forti contro tutte le viltà". Che eccezionale prova di italianità e di coraggio, non vi pare? Gli osservatori stranieri dovettero fare i conti con un popolo fiero e coraggioso, che non si spaventava per l'arroganza che la Società delle Nazioni adoperava contro l'Italia. Bei tempi, "si stava meglio quando si stava peggio", si potrebbe dire. Evitiamo un confronto con la sudditanza odierna nei confronti di tutto il resto del mondo, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa... Tornano alle opere in Africa, dove, in barba a sanzioni, Società delle Nazioni, "perfida Albione" e chi più ne ha più ne metta, l'Italia portò la civiltà (e la libertà: ricordate l'editto De Bono che abolì la schiavitù?): era una terra per sua natura ostile: ma la volontà piega anche il ferro, si sa. In breve Gondar, Addis Abeba e Gimma vennero messe in comunicazione diretta con Asmara e i porti del Mar Rosso e tra loro, e venne compiuta la Addis Abeba-Lechenti. Nel 1939, anno di pubblicazione del nostro volume, anche le strade minori di collegamento erano terminate, ed erano numerose: mettevano in comunicazione i centri di Governo con quelli periferici più importanti. Emma Moriconi [email protected] IN MEMORIA DI NICCOLÒ GIANI, INTELLETTUALE E UOMO D’AZIONE Mistica Fascista a crisi economica di matrice capitalistica comporta non solo disoccupazione e precarizzazione del lavoro. Sono la disgregazione sociale, l'alienazione, le crisi familiari dovute all'assenza di una o più fonti di reddito, a rendere chiaro, una volta per tutte, che l'onda lunga di questa crisi non è altro che una patologia degenerativa del capitalismo. L'assenza di una vera sovranità monetaria, territoriale e culturale spiegano poi come sia possibile questo lavorio incessante e senza sbocco: il capitalismo in fase dege- L nerativa spinge verso il basso, alla ricerca di nuova materia da plasmare. La fame chimica del capitalismo è una malattia capace di bruciare le esigue risorse di quello che un tempo chiamavano Nazione. Nessun confine, nessun pensiero critico, nessuna leva monetaria. Sostituzione forzata della cultura Nazionale con l'immissione incontrollata di immigrati pronti all'uso per un nuovo caporalato. Non è lecito domandarsi, allora, cosa resterà della Rivoluzione delle Camicie Nere, dello Stato Sociale e Nazionale che ha visto collaborare le forze migliori del lavoro e dell'impresa. Quante e quali macerie toccherà guardare ancora, mentre alcuni soldati politici cercano di alzare spada e scudo per rivendicare quello che ci appartiene. Uno Stato Sociale Nazionale del Lavoro, figlio di quel Socialismo Na- zionale che desidera libertà, sovranità, cultura e difesa di tutti i proletari. Quella Terza Via deve essere perseguita e difesa con tutto il coraggio che resta. Anche attraverso i giornali, le riviste, i saggi. (vi consiglio il saggio “Fascismo: Stato Sociale o Dittatura?” di Edoardo Fantini, Andrea Piazzesi e Martina Mussolini, edizioni Cantagalli, Siena) Perché le democrazie europee hanno dimostrato di essere incapaci, demandando tutto il potere ad un governo esterno, quello delle banche e degli usurai. Allora è auspicabile che il potere torni al Popolo. Torni nelle mani di chi combatte ogni giorno, nelle strade, in difesa dell'Italia. Che la Rivoluzione Proletaria e Nazionale strappi una volta per tutte la propria libertà dalle mani degli usurpatori, degli incapaci, dei traditori. Perché abbiamo tutti occhi per vedere cosa si cela dietro la libertà che ci viene imposta: lo spettacolo è crudo, non è possibile confondersi. Ogni città ha il suo cimitero e il racconto. Bisogna solo ascoltarlo. Quello delle fabbriche che occupavano centinaia di operai e che adesso marciscono all'incuria del tempo. Scatole vuote, chiuse, dimenticate. La ruggine di questi cimiteri non decompone solo il materiale degli immobili. Marcisce anche quel poco che resta e per chi resiste lo scenario è ancora Alessandro Russo più opprimente. 9 Sabato 23 luglio 2016 DALL’ITALIA VASTO (CHIETI) - SCOPERTA L’ENNESIMA CASA DI RIPOSO-LAGER Anziani ammazzati di botte: due arresti in un centro Sottoposti a sofferenze fisiche e umiliazioni morali. Alcuni, ridotti in fin di vita, sono morti in ospedale. L’Auser da tempo chiede telecamere fisse e un albo nazionale del personale di Barbara Fruch ncora maltrattamenti in case per anziani. È quanto scoperto a Vasto (Chieti) nella Casa famiglia Arcobaleno. L’indagine dei carabinieri ha avuto inizio lo scorso aprile, dopo diverse segnalazioni da parte di persone che avevano assistito alle violenze, e ha portato all’arresto della coppia che gestiva la struttura di accoglienza con accuse pesanti tra le quali anche l’ipotesi di aver causato la morte di almeno uno degli ospiti. Decisive sono state le intercettazioni telefoniche e video ambientali realizzate nell’ambito dell’operazione. Le immagini mostrano i maltrattamenti subiti dagli anziani, anche non autosufficienti e affetti da gravi patologie. Gli ospiti, spiegano le forze dell'ordine,“subivano continue sofferenze fisiche e morali ed erano costretti a penose condizioni di vita, in un clima di paura e insicurezza”. A volte venivano persino legati ai loro letti e alle loro sedia a rotelle quando “disturbavano” o semplicemente si “lamentavano” per i continui dolori legati alle loro precarie condizioni di salute. Sevizie e violenze reiterate tali da provocare, in alcuni casi, addirittura il decesso. Nella struttura erano ricoverate dalle 5 alle 10 persone e oltre la coppia arrestata non è coinvolto nessuno tra il personale dipendente. “A causa di questi maltrattamenti – dicono ancora i carabinieri – alcuni anziani, ormai in fin di vita, sono morti poco dopo il ricovero in ospedale”. Pugni, sberle, imprecazioni. Nei video si vede una donna nuda, nella vasca A da bagno che viene lavata e, contemporaneamente presa a schiaffi dall’operatrice. L’anziana si lamenta ma continuano a volare schiaffi:“Ora ti faccio vedere io” . A conclusione dell’articolata attività investigativa in carcere sono così finiti G.C. , 48 anni, e il convivente R.L., 58, con l’accusa di “concorso in maltrattamenti, lesioni volontarie, aggravate perché seguite dalla morte della persona offesa, e abbandono di incapaci con le aggravanti di aver agito per futili motivi e aver adoperato sevizie”. I due, su disposizione del Gip del Tribunale di Vasto, sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Vasto e presso la sezione femminile di Chieti dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Vasto. La casa di riposo lager è stata sotto- posta a sequestro preventivo. Ma non è finita. Secondo quanto riporta il sito ‘Zoned’ombraTv’, non è la prima volta che la struttura finisce nei guai. Nel 2014 furono avviate procedure per la sospensione dell'attività in seguito a un controllo dei carabinieri del Nas di Pescara, del Distretto Sanitario di base di Vasto, del Dipartimento Prevenzione della Asl Lanciano-Vasto-Chieti e dagli uomini del Comando provinciale dei vigili del fuoco. Erano state riscontrate:“carenze strutturali, organizzative e sanitarie”. I Nas riscontrarono, inoltre, che la casa famiglia era stata snaturata dalla sua destinazione d’uso e che, a fronte dell’utenza ospitata, venne ad incarnare le caratteristiche di attività diversa rispetto a quella precedentemente autorizzata. Non è neppure la prima volta che case di riposo finiscono agli onori delle cronache per casi di maltrattamento. La scorsa settimana un altro caso è avvenuto nella casa famiglia per anziani e disabili “San Francesco e Santa Maria” di Crotone dove sono state arrestate tre dipendenti dell’Associazione Opus Onlus accusate di maltrattamenti nei confronti degli ospiti della struttura che venivano picchiati, vessati psicologicamente e lasciati digiuni. Nel mese di maggio, in una struttura per anziani di Nuoro, sono state arrestate 6 persone accusate di violenze e maltrattamenti su anziani, molti dei quali gravemente malati o affetti da handicap. A marzo, in una casa di riposo di Parma, sette persone sono state arrestate per maltrattamenti aggravati. BERGOGLIO CHIEDE ANCHE PIÙ SOBRIETÀ NEL “RECLUTARE” RELIGIOSE DAI PAESI POVERI Sono solo alcuni degli episodi che sono stati al centro delle indagini. A regolamentare il settore, si ricorda, è il l D.M. n. 308 del 21 Maggio 2001 (art. 5) che definisce i requisiti minimi organizzativi e strutturali per autorizzare case di riposo, strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale a esercitare servizi di assistenza ad anziani. C’è poi il DPR del 14 Gennaio 1997 che stabilisce i requisiti di cui devono essere in possesso (ad esempio la certificazione per la sicurezza e continuità elettrica o l’igiene sul posto di lavoro). Norme che regolamentano la struttura, ma non il personale. Motivo per cui l’Auser, l’associazione per l’invecchiamento attivo, è da tempo in prima linea per sottolineare alle istituzioni la necessità di porre fine a questa sequenza di crimini, con diversi interventi.Tra le proposte avanzate, come sottolineava già alcuni mesi fa il presidente Enzo Costa, l’introduzione di telecamere come deterrente; una legge che introduca un’aggravante consistente per i reati commessi nelle strutture assistenziali “un disegno di legge presentato dal Ministro Lorenzin in senato che prevede un aumento di un terzo della pena per chi commette questi atti all’interno delle strutture socio sanitarie, è fermo da oltre tre anni” prosegue Costa. Poi ancora la presenza costante e strutturata del volontariato e istituire un Albo nazionale del personale professionalizzato e certificato che opera nelle strutture ed il Garante della Fragilità con competenze su anziani, bambini, disabili. Infine, ricorda l’associazione, “occorre investire di più nei servizi di aiuto e sostegno alle famiglie che scelgono di assistere un proprio caro a casa”. CASERTA Il Papa mette in guardia le monache: Rubava al market: “Attente nell’uso dei social network” beccato un vigile R N ella nostra società la cultura digitale influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel modo di rapportarsi con il mondo e, particolarmente, con le persone. Questo clima culturale non lascia immuni le comunità contemplative. Certamente questi mezzi possono essere strumenti utili per la formazione e la comunicazione, ma vi esorto a un prudente discernimento affinché siano al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessarie, e non occasione di dissipazione o di evasione dalla vita fraterna in comunità, né danno per la vostra vocazione, né ostacolo per la vostra vita interamente dedita alla contemplazione". Così Papa Francesco, soffermandosi sui mezzi di comunicazione', nella Costituzione Apostolica ''Vultum Dei Quae- rere'', ovvero ''La ricerca del volto di Dio'', sulla vita contemplativa femminile nei monasteri, resa nota ieri. In un altro passaggio forte della Costituzione Apostolica, il pontefice argentino aggiunge: "In questa quiete silenziosa e assorta della mente e del cuore si possono insinuare varie tentazioni, per cui la vostra contemplazione può diventare terreno di combattimento spirituale, che voi sostenete coraggiosa- mente a nome e a beneficio della Chiesa intera, che vi sa sentinelle fedeli, forti e tenaci nella lotta". "Tra le tentazioni più insidiose per un contemplativo – sottolinea il Papa - ricordiamo quella chiamata dai padri del deserto ''demonio meridiano'': è la tentazione che sfocia nell'apatia, nella routine, nella demotivazione, nell'accidia paralizzante. Come ho scritto nell''Esortazione apostolica Evangelii gaudium, questo porta lentamente alla ''psicologia della tomba, che poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore come il più prezioso degli elisir del demonio''. Ma Papa Francesco invita anche a prestare la massima attenzione al “reclu- tamento” di religiose all’estero, spesso da Paesi poveri, necessarie per tenere in vita monasteri o addirittura interi Ordini “I monasteri presteranno speciale attenzione al discernimento spirituale e vocazionale - scrive il pontefice nella nuova costituzione - assicureranno alle candidate un accompagnamento personalizzato e promuoveranno itinerari formativi adeguati, tenendo sempre presente che alla formazione iniziale va riservato un ampio spazio di tempo. Nonostante la costituzione di comunità internazionali e multiculturali manifesti l’universalità del carisma, si deve assolutamente evitare il reclutamento di candidate da altri Paesi con l’unico fine di salvaguardare la sopravvivenza del monastero. Siano elaborati dei criteri per assicurare il compimento di ciò”. ubava al supermercato mentre era in orario di servizio, in divisa e con l’auto della polizia municipale. Ma il vigile, un 58enne in servizio a San Felice a Cancello (Caserta), è stato scoperto dai Carabinieri che ieri gli hanno notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, su richiesta della Procura, con l’accusa di furto aggravato. Gli episodi si sono verificati tra novembre 2015 e gennaio 2016 in quattro diverse circostanze, hanno appurato i carabinieri diretti da Pasquale Puca: l’agente si sarebbe recato in uniforme e con auto della Municipale presso un supermercato della cittadina dove avrebbe prelevato dagli scaffali generi alimentari, in particolare parmigiano e salami, per poi nasconderli nelle tasche o in un marsupio. Poi usciva senza pagare, nonostante in alcune situazioni fosse stato sorpreso dai dipendenti del market. Le sue “gesta” sono state anche riprese dalle telecamere interne del negozio. Contro di lui è stata presentata denuncia anche dal titolare dell’esercizio, stanco di subire i furti. Un altro collega dell'uomo è stato denunciato in stato di libertà per concorso nel reato. 10 Sabato 23 luglio 2016 DALL’ITALIA NOVARA MILANO - LA TRUFFA ON-LINE Uccide la compagna: arrestato un marocchino Case vacanze inesistenti: seicento vittime del raggiro Tra i due erano frequenti le liti I vicini: “Un delitto annunciato” Proponevano in affitto appartamenti inesistenti in prestigiose località turistiche, sia al mare che in montagna. Ventidue denunciati roponevano in affitto su siti immobiliari online appartamenti in prestigiose località balneari e turistiche, come Rimini, Riccione, Alassio, Gallipoli, Courmayeur, Livigno e Bormio. Le case, però, non esistevano. Truffe on-line di cui sarebbero rimaste vittime almeno 600 persone, 254 delle quali residenti a Milano. È quanto scoperto dalla polizia del capoluogo lombardo che ha denunciato ventidue persone. Una struttura organizzativa complessa, quella ricostruita dagli investigatori, che hanno avviato le indagini in seguito alle denunce di alcune vittime, le quali avevano affittato appartamenti per le festività natalizie ma erano stati appunto ingannati. Duecentocinquantaquattro i casi accertati, per un totale di 350mila euro di proventi illeciti. La banda era “divisa” in tre gruppi distinti, ciascuno con un proprio ruolo nella macchinazione. Una prima sezione, con i vertici dell’organizzazione e composta da italiani, si occupava di pubblicare online annunci di case vacanze, seguendo poi le trattative telefoniche con le vittime e intascava il pattuito per l'affitto. Un secondo gruppo, composto da cittadini romeni, procacciava invece i prestanome che attivavano conti correnti in Lombardia e Liguria per farvi confluire i proventi della truffa. Un terzo gruppo, infine, composto da italiani e stranieri, si occupava di aprire i conti e fornire ai capi i codici dispositivi per l'home banking e i bancomat per il prelievo del denaro. Costoro guadagnavano fino a 200 euro per l'attivazione di una carta e fino a 700 euro per l'apertura di un conto corrente. I truffatori frequentavano P n delitto annunciato. Litigavano ogni giorno e ogni volta sempre peggio”. È quanto dichiarato dal vicino di casa di Gisella Purpura, italiana quarantenne, uccisa ieri pomeriggio dal compagno, un tunisino 28enne, che è stato arrestato dalla polizia, accorsa sul luogo della tragedia a Novara. L’uomo, al culmine di una lite, avrebbe afferrato un coltello e più volte colpito la compagna nella loro abitazione nella centralissima corso Cavour. La donna, ferita, ha avuto la forza di scendere in strada per chiedere aiuto. Le ferite, però, erano troppo gravi ed è morta all’arrivo dei soccorsi. A ucciderla, secondo un primo esame medico-legale, una coltellata al torace. L'uomo, piccoli precedenti penali alle spalle, ha tentato di fuggire per le vie del centro storico. Numerosi però i novaresi che, dopo aver assistito alla scena, hanno segnalato alle pattuglie della polizia in servizio nella zona l'uomo in fuga. Gli agenti “U sono riusciti a fermarlo e a portarlo via, anche per evitare il linciaggio della folla. Secondo le prime testimonianze raccolte dalla polizia, la vittima litigava spesso col compagno. “Le forze dell’ordine sono dovute intervenire spesso per riportare la calma - ha spiegato un vicino della coppia - ma non c’era niente da fare. Ero sicuro che prima o poi sarebbe accaduto qualcosa di grave”. La vittima, spiega ‘La Stampa’, aveva tre figli, da anni viveva in un alloggio di residenza sociale e alcuni anni fa era rimasta coinvolta in un’indagine su truffe informatiche. “Questo è innanzi tutto un dramma familiare e privato, per di più maturato all’interno di un ambiente complicato e difficile – ha detto al quotidiano piemontese il sindaco di Novara, Alessandro Canelli La donna assassinata era da tempo seguita dai servizi sociali. Però non si può ignorare che in questa città siamo arrivati a B.F. livelli di guardia”. personalmente i luoghi di vacanza “teatro” della truffa per effettuare dei sopralluoghi ed essere quindi in grado di fornire quante più informazioni possibili alle vittime, persino con l'indicazione dei migliori ristoranti del posto, che finivano per credere di parlare davvero con un abitante del luogo. Gli indagati, scherzavano anche sul raggiro, come emerge dalle intercettazioni: “Mi trovo a Gallipoli dove li abbiamo truffati tutti” si sente in una conversazione. Gli appartamenti infatti erano inesistenti oppure di proprietari completamente ignari della truffa. In questo caso le vittime, giunte sul posto, si trovavano la casa già occupata. Talvolta, la stessa abitazione veniva data anche a più persone contemporaneamente. Per quanto riguarda il pagamento: l’accordo veniva formalizzato con il versamento di una caparra per bonifico bancario. I malviventi inviavano a quel punto un finto contratto di locazione allegando un documento d'identità dei finti proponenti (ma con la foto del prestanome cui era intestato il conto corrente). Rice- vuta la caparra, i truffatori si rendevano irreperibili. E per evitare di cadere in spiacevoli raggiri la polizia postale raccomanda ai cittadini che organizzano le proprie vacanze online di accertarsi dell’esistenza dell’immobile o della struttura di destinazione; di eseguire analisi social online sull’immobile e sui proponenti; di verificare la ridondanza della proposta e delle stesse foto dell’immobile su annunci diversi con riferimenti telefonici, iban ed e-mail di locatori diversi. Poi ancora verificare l’attendibilità dei siti ove la proposta è presentata; contattare, se del caso, gli uffici del turismo presenti nelle principali località; procedere al pagamento online mediante sistemi sicuri e certificati; consultare il sito del commissariato di polizia postale online (www.commissariatodips.it) dove sono illustrati continui aggiornamenti sull'evoluzione del fenomeno criminale, inviando tempestiva segnalazione sull’apposita sezione in caso di scoperta di un meccanismo truffaldino online. Barbara Fruch UN “SOLO” BOLLINO NERO, E PER GLI ALTRI FINE SETTIMANA SARÀ ROSSO Traffico, meglio evitare il 6 agosto Presentato il piano viabilità: sicurezza stradale, informazione al cliente, pronto intervento in caso d’emergenza, rimozione dei cantieri. Ma anche novità tra cui il wi-fi gratuito nelle aree di servizio asciate ogni speranza o voi che entrate. In autostrada. Il sei agosto. Quella data infatti è considerata da “bollino nero”. E sarebbe l’unica, secondo il Viminale che come ogni anno, è corso ai ripari per gestire al meglio l’esodo estivo e limitare il rischio di ingorghi e di incidenti, approvando un piano speciale per la viabilità. E proprio nel primo sabato di agosto con schiere di automobilisti in viaggio verranno percorsi su strade e autostrade qualcosa come 220 milioni di chilometri. Insomma, se si può meglio evitare quella giornata. Anche se il traffico intenso è previsto anche per l’ultimo week end di luglio e per tutti i fine settimana di agosto, quando per la maggior parte degli italiani sarà ora di tornare dalle ferie. Ci sono infatti 12 giorni considerati L da bollino rosso. Il Piano di gestione dell’esodo è stato presentato al Viminale alla presenza del Capo della Polizia prefetto Franco Gabrielli. “Le istituzioni, i gestori e le società autostradali - ha detto Gabrielli - pos- sono fare e faranno molto. Aumenteremo i controlli, useremo tutta la tecnologia a disposizione, metteremo in campo tutte le forze disponibili. Ma sono i comportamenti di ogni cittadino a fare la differenza”. Il Capo della Polizia invita a fare attenzione: “Il buon risultato dell’andamento di questo esodo dipenderà dalle persone che sono alla guida. Ascoltiamo di più le radio, e magari impegniamoci meno nella visione dei tablet e degli smartphone quando si guida”. L’obiettivo del piano, è far viaggiare sereni e in sicurezza gli italiani, riducendo morti (secondo i dati aggiornati al 30 giugno 2016, sulla rete di Autostrade per l’Italia la mortalità si è ridotta dell’83% dal 1999) e feriti sulle strade. Per tutto il periodo estivo verranno sospesi tutti i cantieri rimovibili mentre resteranno aperti quelli fissi. E la buona notizia, a quanto pare, è che sulla famigerata SalernoReggio Calabria ci sarà solo un cantiere aperto: “Questo è veramente un notizione, io ci aprirei quasi una prima pagina di un quotidiano nazionale” ironizza Gabrielli. Il piano, redatto da Anas in collaborazione con il ministero delle Infrastrutture e con Viabilità Italia, contiene inoltre tutte le informazioni relative alle direttrici maggiormente interessate dal traffico, gli itinerari alternativi, le indicazioni per essere sempre informati e, novità 2016, una brochure interattiva denominata “Partenze intelligenti” che ha lo scopo di offrire ai viaggiatori tutti gli strumenti per pianificare il viaggio e monitorare le condizioni del traffico e del meteo. L’Anas ha fatto sapere che garantirà nelle prossime settimane, attraverso un monitoraggio 24 ore su 24 del traffico sulla rete stradale nazionale, l’impiego di circa 1.100 automezzi, 1.830 telecamere, 320 pannelli a messaggio variabile e 2.500 addetti su tutto il territorio, la sorveglianza, il pronto intervento, il coordinamento tecnico, l’infomobilità e la comunicazione ai clienti. Il monitoraggio e l’assistenza per il pronto intervento verranno gestiti dalla Sala Operativa Nazionale e dalle 20 Sale Operative Compartimentali. Il via libera all’estate si arricchisce di altre importanti novità che rendono più piacevole il viaggio in autostrada. Una, molto interessante, riguarda le aree di servizio: in tutte quelle presenti sulla rete sarà disponibile la connessione wi-fi gratis e senza limiti di tempo. All'interno dei punti ristoro e nelle aree antistanti i fabbricati, sarà possibile navigare in modo veloce e facile: basta ricercare e selezionare la rete “Autostrade per l'Italia Free Wi-Fi”, cliccare sul tasto “naviga” B.F. all'interno del browser. 11 Sabato 23 luglio 2016 CULTURA I LIBRI DEL SABATO a cura di Alessandra Rauti Nell’editoria a cottimo ntonio Manzini abbandona, per un attimo, i suoi libri gialli con il mitico Rocco Schiavone per scrivere di altro argomento. Il risultato è un libricino agile, ironico e corrosivo, ben confezionato anche graficamente. Una "distopia" tipo "Fahrenheit 451", che propone un'orribile società. Giorgio Volpi uno dei più grandi scrittori italiani sta per consegnare alla sua editor l'ultimo romanzo "Sull'orlo del precipizio", opera monumentale che narra la storia della sua famiglia. È la scommessa più grande con i suoi lettori. Non ha il tempo di giocarla perché , improvvisamente, le più grandi case editrici del Paese compresa la sua - si raggruppano in un'unica sigla: la Sigma. Un incubo che inghiotte libri, critici e scrittori, dall'oggi al domani messi sul lastrico. A Giorgio capitano in casa due loschi figuri che dettano la "nuova letteratura". Cominciano con la "riscrittura " di capolavori "informando che "Guerra e Pace" s'intitolerà solo "Pace" o che "Anna Karenina" sarà una soap-opera. Giulio sarà costretto a stravolgere anche la trama della sua opera ultima, in omaggio alla "comunicazione indigena", come ora è definita ora la narrativa italiana. Pagine di satira feroce, quella sull'editoria del nostro Paese, ridotta ad un unico faro, una sola A voce anzichè un coro. Non contano i libri ma solo le loro vendite. E' il trionfo del marketing: gli scrittori produrranno a cottimo. Tutto uguale, tutto deciso senza guizzi di fantasia. Giorgio prova a vendere cara la sua pelle ma l'implacabile Sigma gli sequestra l'amate moglie Bianca. Gli editori diventano un branco di lupi affamati: sbranano in nome dei profitti. Tutto cambia, tutto si appiattisce. Il festival di Mantova, il Salone del Libro...Tutto è controllato da Sigma. Addio alle prelibatezze letterarie: solo cibi precotti. La stampa non è imbavagliata ma "intombata". Siamo sgomenti e increduli di fronte alla raccapricciante realtà descritta da Manzini: quella di non avere scelta. Giorgio Volpi se la deve vedere con il mercato unico: cosa farà? Come si comporterà quando il suo parere sarà inghiottito dall'unica opinione autorizzata ad esistere? Si risveglieranno le coscienze addormentate? Consoliamoci: nonostante un certo servilismo verso i potenti di turno e uno sguardo al portafoglio, sugli scaffali si trovano ancora buoni libri. Sull’orlo del precipizio di Antonio Manzini Sellerio - 8 euro Sfida al racket del sesso B ongiorni, altro promettente giovane giallista italiano, torna a colpire i lettori con il suo vice-commissario Rudi Carrera che si muove elegante come sempre e astuto come pochi nella "sua" Milano, città dove Alessandro Bongiorni è nato nel 1985. Il capoluogo lombardo è teatro di una brutta storia tutta moderna: le schiave del sesso. Moltitudini di donne strappate ai loro poveri paesi, magari vendute dalle famiglie e finite in Italia, non solo a Milano, a battere il marciapiede e a subire ogni sorta di violenza dai loro aguzzini. Carrera indaga proprio su questo traffico. La sua strada incrocia quella di Beppe Modica, stimato dirigente e ora un quasi rottame umano. Sua figlia Giada, splendida 18enne, è sparita da qualche anno e tutto fa pensare che sia in mano al racket della prostituzione. Modica ogni notte tallona i protettori, in città ma anche all'estero, sperando di ritrovare Giada. Il poliziotto e il padre devono vedersela con la criminalità albanese che tira le fila del racket. Veri mostri che trattano le donne con una violenza inaudita, come le cronache hanno evidenziato. Un universo notturno e atroce. Tutto accade nel buio. Mentre noi dormiamo una parte della città è sveglia e mostra il suo volto peggiore. Di notte Carrera lavora per ristabire l'ordine, Modica sempre sulle tracce di Giada mentre Sanja,17enne kosovara, subisce di tutto. Carrera, istintivo come sempre, compie uno dei suoi colpi di testa e la pagherà carissima. Una bella storia contemporanea e terribile. Una sfida tra chi vuol far rispettare le leggi e chi le infrange sistematicamente. Un male per il quale si è impreparati, che si annida ovunque. Quante le Giada e le Sanja mandate al massacro ? Nomi e storie di fantasia ma vicende reali. Nessuno scrupolo o gesti di pietà. Un' assenza totale di "valori" che dilaga e fa proseliti anche tra le persone cosiddette "perbene". Un racconto che tiene il lettore attento, il libro che si divora. Un giallo che ha il merito di far riflettere su quanto accade, la sera, mentre noi spegniamo la luce della lampada sul comodino. Niente è mai acqua passata di Alessandro Bongiorni Sperling & Kupfer - 18,50 euro A FIUGGI DA DOMANI E PER UNA SETTIMANA IL FILM FESTIVAL, CON TANTE ALTRE INIZIATIVE COLLATERALI Torna il cinema formato famiglia In cartellone l’anteprima mondiale di “I was there”, a quindici anni dalle Torri gemelle i siamo: da domani e fino al 30 luglio, Fiuggi si animerà dei partecipanti al Film Festival, l’unica rassegna cinematografica italiana ed europea pensata interamente a dimensione di famiglia. Siamo arrivati alla nona edizione, un successo che si è consolidato nel tempo grazie alla straordinaria intuizione di Gianni Astrei, medico pediatra, già ai vertici nazionali del Movimento per la vita, persona deliziosa, scomparso nel 2009 in seguito ad un incidente in montagna. La macchina del Fiuggi Family Festival è poi andata avanti grazie ai suoi familiari, dalla moglie Antonella ai figli, uno dei quali, Angelo, è oggi direttore artistico della manifestazione. Ed è proprio Angelo Astrei a raccontare ai lettori le meraviglie di questa edizione-trampolino di lancio verso i festeggiamenti del primo decennale: “Quest’anno abbiamo scelto il tema conduttore Breaking chains e abbiamo sette film in concorso, mai visti in Italia perché non ancora distribuiti, ad iniziare dalla prima mondiale de “I was there”,un'opera per ricordare i 15 anni dalla strage delle torri gemelle. Il regista Jorge Valdes Iga verrà appositamente per noi dagli Stati Uniti per parlare di questo film ed incontrare C il pubblico e la stampa”. Tutte le proiezioni serali di questa edizione si terranno all’aperto, nella piazza-salotto della zona alta di Fiuggi, davanti al Municipio. C’è da ricordare che tutte le attività del Festival, dalle proiezioni ai concerti ai vari incontri con attori e registi, sono assolutamente gratuite. Dicevamo dei concerti: quello live sarà tenuto dai Mokadelic, ed anche qui c’è un collegamento con il cinema, visto che si tratta della band che ha composto la colonna sonora di “Gomorra, la serie Italia” e i cui componenti prima dell’esibizione di venerdì 29 dialogheranno con il pubblico. Per parlare di “Gomorra”, uno degli eventi cinematografici comunque più discussi degli ultimi tempi, ci sarà anche il produttore Matteo De Laurentis. “Non credo che il problema – aggiunge Astrei - sia far vedere oppure no Gomorra, ma come lo si vede”. Anche per questa edizione ci sarà pure una giuria di giovani – aperta a tutti, con la semplice iscrizione attraverso il sito internet - a valutare i film: ecco un altro dei punti di forza di questo originale Festival. La giuria ‘dei grandi’ verrà invece presieduta da Caterina D’Amico, già al vertice di Rai Cinema L’apertura del Festival verrà dedicata alla proiezione di “Non essere cattivo”, vincitore del premio Gianni Astrei 2015 al festival di Venezia e riproposto perché la sala principale del teatro di Fiuggi verrà ora dedicata al regista del film, Claudio Caligari, che non riuscì a vedere la sua opera in sala perché scomparso prima della distribuzione. A rendere onore a Claudio, e a parlare della sua regia, sarà presente a Fiuggi anche Simone Imola, della Kimerafilm e produttore anche del film di Caligari. Ma vediamo, ancora assieme ad Angelo Astrei, altre ‘chicche’ di questa edizione 2016: “Ci sarà un incontro sulla produzione e la distribuzione dei cortometraggi, genere cui teniamo molto, con la partecipazione di Vincenzo Scuccimarra e mostreremo il lavoro di Nicola Prosatore. Proietteremo inoltre il documentario sulla vita dell'autista italiano di Kubrick: “Is For Stanley”, alla presenza dello sceneggiatore, del regista e ovviamente del protagonista, peraltro di origini ciociare. Per quanto riguarda i workshop pratici, quest’anno saranno due: il primo sul videomarking di un film muto, mentre il secondo verterà sull'applicazione della comunicazione non verbale in ambito cinematografico. Spazio anche alla proiezione del mockumentary “Pecore in erba”, con il regista Alberto Caviglia che dovrebbe essere presente. Per quanto riguarda le serie tv, avremo cinque incontri a scelta. E infine, ma è il progetto a cui forse tengo di più, presenteremo "#Credits - storie dai titoli di coda". Un magazine (anche se questo termine è riduttivo) sul quale siamo a lavoro da più di sette mesi”. Igor Traboni 12 Sabato 23 luglio 2016 SOCIETA’ SONO I RISULTATI OTTENUTI DAI RICERCATORI DEL KING’S COLLEGE DI LONDRA Mio figlio è un genio, tutto merito dei… geni È stato creato un test Dna per prevedere se lo studente sarà bravo o somarello di Chantal Capasso io figlio sarà bravo o un somaro a scuola? A rispondere all’annoso quesito dei genitori in ansia per la carriera scolastica dei propri pargoli sono i geni. Per l’esattezza 74. Sono proprio loro i responsabili dei successi o insuccessi negli studi. A scoprirlo una ricerca condotta in un College londinese che ha creato un particolare test genetico per prevedere il comportamento umano. L’obiettivo che si propone la ricerca è quella di poter utilizzare il test genetico per poter individuare preventivamente gli studenti a rischio di abbandono scolastico e promuovere attività di riduzione e eliminazione della possibilità all'interno del contesto culturale e dell'istruzione. Ma non è solo questo. Si è davanti ad una vera innovazione nel campo scientifico, poter individuare i processi che regolano l'apprendimento e la possibilità di preventivarne lo sviluppo attraverso un semplice esame del codice genetico. Gli studenti su genetica e comportamento umano si sono dunque verificati indispensabili per arrivare alla conclusione di altra applicazione, come quella della scuola. Il testi genetico è stato pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry. Sulla base delle analisi avviate sul dna sarà, quindi, possibile verificare il successo degli studi: il 10% del codice genetico ne è infatti responsabile. È quanto osservato dai ricercatori del King's College di Londra su 6mila giovani studenti di età compresa tra i 12-17 anni con voto 7 in inglese e matematica (disciplina LE SORELLE RODRIGUEZ M Ballo hot di Belen e Cecilia, e i fan vanno in estasi n video che farà molto discutere è stato pubblicato dalle sorelle Rodriguez su Instagram. Le due bellissime showgirl argentine hanno inscenato un ballo molto sensuale sotto la doccia della loro villa ad Ibiza. Che le due sorelle Rodriguez fossero “selfie addicted” lo sapevamo già. Come sapevamo già quanto siano social media e ai loro fan. Così le belle argentine hanno dato vita ad un balletto hot in bikini con tanto di pompa dell’acqua, d’altronde con questo caldo bisognerà pur rinfrescarsi. Sia Belen che Cecilia Rodriguez indossavano un mini costume che metteva in risalto le loro forme perfette. Le sorelle sono legatissime. Belen e Cecilia danzano sotto l’acqua della pompa da giardino, ridono, si divertono come due normalissime sorelle. Perché alla fine il legame solido della famiglia è quello, sia per vip che per le persone comuni: famiglia ed affetti sono uguali per tutti. E Belen e Cecilia non hanno mai nascosto il loro forte legame. Le immagini delle due Rodriguez che ballavano sinuose sotto l’acqua hanno man- U letteraria e disciplina scientifica, le due materie che costituiscono i fondamenti dell'istruzione). La ricercatrice Saskia Selzam ha ribadito che la percentuale potrebbe apparire bassa, ma che è importante considerare che la differenza di genere fra 'uomo e donna' spiega solo l'1% del fattore di variabilità del rendimento e successo scolastico, mentre la determinazione ha incidenza per una percentuale pari al 5% , cinque volte in più. Dello stesso avviso anche lo psicologo Robert Plomin, il quale ha dichiarato che il test sul dna ha fondamentale importanza per disporre programmi personalizzati per gli studenti con particolari difficoltà nell'apprendimento. “Siamo ad un punto di svolta, per quanto riguarda la capacità di predire sulla base del Dna quelli che sono i punti di forza e di debolezza nell'apprendimento di un individuo”, aggiunge lo psicologo Robert Plomin, che da anni conduce studi sui gemelli per scoprire il collegamento tra genetica e comportamenti umani. Secondo Plomin, il nuovo test del Dna “potrebbe essere usato per prevedere se un bambino rischia di avere difficoltà nell'apprendimento, in modo da sviluppare programmi di supporto personalizzati in base alle sue esigenze”. Si tratta di 74 geni da valutare, che comporterebbero la differenza di maggiore o minore predisposizione allo studio, al successo nell'otteni- mento di risultati elevati nella prestazione scolastica, come anche riportato dalla nota rivista inglese Molecular Psychiatry. Ora si potrà veramente dare la “colpa” al Dna e saranno dunque confermate le frasi che molto spesso i genitori dicono ai loro figli quando portano a casa dato in estasi i tantissimi loro fan ed il video, in pochissimi minuti, ha superato le 500mila visualizzazioni. In particolare Belen, ancora una volta, ha mostrato il suo fisico perfetto e il suo lato B da urlo. Belen Rodriguez sembra essere tornata serena e felice anche perché sentimentalmente pare che abbia riallacciato i rapporti con il suo grande amore di sempre Marco Boriello. I due sono stati fotografati, sempre sull’isola della movida spagnola, in atteggiamenti molto intimi. La bella Belen, al momento, non ha però ancora confermato la sua love story con Marco Borriello si è limitata a dire di essere attualmente Ch.C. una donna libera. un brutto voto: “Somigli tutto a tuo padre”. Intanto i ricercatori del college londinese portano avanti l'analisi sul codice genetico, che dapprima aveva l'obiettivo di previsione del comportamento umano, ma che permettere un'importante applicazione nel mondo della scuola. FORTE DEI MARMI Michelle Hunziker al mare con figlie e cagnolina ome ogni anno Michelle Hunziker trascorre le sue vacanze al mare a Forte dei Marmi, in Toscana, e lo fa con la sua bella prole al seguito. La bionda svizzera tutto pepe è stata recentemente paparazzata in spiaggia con la primogenita Aurora Ramazzotti e le due piccoline di casa, Sole e Celeste, nate dal matrimonio con Tomaso Trussardi. Michelle è in splendida forma nel suo striminzito bikini. Mentre Aurora Ramazzotti sfoggia anche lei un bel costume, forse rubato dal guardaroba della bella mamma. I raggi scottano mentre chiacchiera con lei in riva al mare. Le vacanze della Hunziker con le sue ragazze proseguono tranquille. La conduttrice e la primogenita sembrano più due sorelle che mamma e figlia. In spiaggia non manca nemmeno l'altra femminuccia di casa, Lilly, l'inseparabile cagnolino di Michelle. Giorni fa la showgirl svizzera, aveva fatto parlare di sé dopo ave pubblicato un video su Instagram in cui chiedeva alla terzogenita Celeste se voleva un fratellino. I fan hanno subito commentato che po- C trebbe essere incinta del quarto erede. La diretta interessata non ha smentito e nemmeno confermato i rumors ma continua a godersi il relax a Forte dei Marmi. E’ noto che la Hunziker non ha mai negato di sognare una famiglia numerosa e dopo tre figlie femmine le piacerebbe avere un maschietto. Ora però è tempo di rilassarsi. L'estate è ancora lunga e il volto noto della tv sta trascorrendo queste giornate di luglio al mare con le bimbe e Ch.C. la sua adorata Aurora.