Leggi il Diario delle tre giornate

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Leggi il Diario delle tre giornate
Impressioni sul viaggio di istruzione a Siena e a Firenze….
Caro amico,
è da tanto tempo che non ci vediamo. Mi manchi! Mi manca tutto di te. Ma per farti ritornare
nella mia vita, ti voglio raccontare una storia.
C’era una volta la II A, che non era per niente una classe unita. I suoi alunni litigavano, si
azzuffavano e, soprattutto, -una cosa odiosa- si incolpavano a vicenda.
“ Sei stato tuuuuu”, urlava uno; e il secondo ribatteva: “ Ma cosa dici?! Sei stato tu!!!!”
Insomma non c’era mai pace. Non si esagerava quando la soprannominavano “ l’inferno”.
Nonostante ciò, la sua insegnante di lettere aveva deciso che bisognava andare in gita e che
bisognava prepararsi a tale evento.
Avrai capito che sto parlando della mia classe, per cui da questo momento non parlerò più in terza
persona. Insomma, era davvero una bella scommessa! Pensa, fare un viaggio di tre giorni a Siena
e a Firenze con tutta la classe. Che coraggio! Nessuno, poi, poteva mancare. Dovevamo
partecipare tutti.
Cosa abbiamo fatto in preparazione?
Già tre mesi prima abbiamo cominciato a fare il circle time. L’hai mai provato? E’ una tecnica che
favorisce il dialogo: ci si mette tutti in cerchio e con l’aiuto dell’insegnante ciascuno prova ad
esporre la situazione che è causa del proprio disagio….Ti dirò, a mio parere ma non solo, aiuta a
gestire la propria rabbia e ti insegna ad affrontare i tuoi problemi di relazione. Ai fini della riuscita
della gita, credo che questo intervento ci abbia aiutato molto.
Ma non è solo sulla relazione che abbiamo lavorato -condizione, questa, indispensabile- ma anche
sulla preparazione. Infatti, per un mese la nostra prof. di lettere ci ha preparato sui monumenti
che avremmo visitato: tutti i giorni, con un appuntamento fisso, lavoravamo sulle fotocopie che ci
consegnava, sottolineando le parti più importanti; naturalmente ci servivamo di internet, sia a
scuola che a casa, e anche di guide e libri d’arte. Alla fine, abbiamo utilizzato un intero quaderno,
con piantine, schede, foto… Figurati che conoscevamo anche il nome delle vie che avremmo
percorso….Che soddisfazione!
Devi sapere che la nostra insegnante ci aveva fatto un patto: dovevamo relazionare noi alunni sui
monumenti che avremmo visitato, “adottando” due monumenti di Siena e due di Firenze. In
realtà, non è stato difficile, perché la prof. Iemmolo, che era la nostra guida, ci aiutava, ci ricordava
ogni singolo particolare di ogni monumento, quadro, affresco o statua, che incontravamo.
Perché Siena e Firenze?
A questo punto ti chiederai perché abbiamo scelto Siena e Firenze….Beh, come sicuramente
saprai, Siena è la città del Palio, una città ricca di tradizioni, che è riuscita a conservare il suo
passato: è la tipica città medievale con le sue possenti mura, le sue magnifiche porte, le sue piazze
straordinarie, le sue viuzze… Firenze, invece, è la culla della civiltà non solo medievale ma
rinascimentale. Insomma, sono indiscutibilmente due città importanti non solo dal punto di vista
storico, ma anche artistico: basti pensare a Dante, per la letteratura, e per l’arte a Giotto, Duccio,
Simone Martini, Michelangelo, Brunelleschi…
Finalmente si parte….
E dopo tanta attesa e agitazione, che ti lascio immaginare, finalmente è arrivato il giorno della
partenza! Finalmente ci siamo! Siamo partiti martedì 8 marzo alle ore 7.
Al ritrovo, davanti alla scuola, siamo arrivati tutti puntuali, noi alunni accompagnati dai nostri
genitori, che fino all’ultimo ci hanno imbottito di raccomandazioni. Anche i prof. erano già
presenti: c’era la prof.ssa Checchini, il prof. Guarino e naturalmente la prof.ssa Iemmolo. Siamo
saliti sul pullman e mi sono seduto in fondo, vicino a Lorenzo e ad Alice. Il viaggio in pullman me lo
aspettavo estremamente noioso, invece….
è stato uno dei migliori che avessi mai fatto.
Dovevamo affrontare un viaggio di cinque o sei ore, che, però, con la musica, le risate e i nostri
amici passarono in un lampo. Non puoi immaginare, ci siamo divertiti come non mai. Dopo una
breve sosta in autogrill, siamo arrivati a Siena verso mezzogiorno; subito siamo andati in hotel a
lasciare le valigie nelle camere che ci erano state assegnate dai nostri prof. proprio durante il
viaggio, ascoltando le nostre proposte. Purtroppo eravamo arrivati in compagnia di un
acquazzone. Uffa! Perciò, abbiamo mangiato sotto un gazebo in hotel ed anche in quell’occasione
ci siamo divertiti un sacco. Alla fine, dopo un’oretta circa, il tempo è stato dalla nostra parte e
siamo partiti alla scoperta di Siena: eravamo tutti superfelici.
Per le vie di Siena…
Siamo entrati dentro le mura attraverso la grandiosa Porta Pispini. un tuffo nel medioevo! Così
abbiamo percorso tutta via dei Pispini e la via di Pantaneto, ammirando i numerosi stemmi della
nobile contrada del Nicchio: una conchiglia bianca con due rametti di corallo rosso ai lati e una
corona al centro in alto. Le strade, per lo più in salita, erano a volte strette e a volte si allargavano
in piazzette con fontane o si biforcavano. Passando per queste strade medievali, ci siamo accorti
che i palazzi erano quasi tutti uguali, nell’altezza, nel colore marroncino, più o meno chiaro, tutti,
tranne uno, che ci ha colpito particolarmente: Palazzo Piccolomini, una delle più illustri famiglie
senesi, come abbiamo potuto dedurre dallo stemma imponente: le chiavi di San Pietro e la tiara, lo
stemma dei papi. Era in pietra bianca, lavorata a bugnato, imponente, faceva quasi paura nella sua
grandiosità. Leggemmo che attualmente ospitava l’Archivio di Stato. Pochi passi più avanti, ecco
apparire davanti a noi, guardando a sinistra, stretta fra i palazzi, la Torre del Mangia, altissima. Qui
la prof. ci ha fatto fermare e noi, stupiti, l’abbiamo fotografato da quella posizione e poi siamo
entrati in Piazza del Campo. Magnifica. Enorme. Me l’aspettavo più piccola e non così concava. Ti
assicuro, c’è una bella pendenza! Qui il 2 luglio e il 16 agosto di ogni anno si disputa il Palio e noi
abbiamo immaginato lo spettacolo, individuando lo spazio riservato al pubblico e quello ai cavalli.
Ha una particolare forma a ventaglio o a conchiglia, con una pavimentazione in mattoni rossi
disposti a spina di pesce, suddivisa da delle strisce di pietra in nove settori, in onore del Governo
dei Nove, il governo più prestigioso della città in epoca medievale. Qui risaltavano in tutta la loro
bellezza Il Palazzo Pubblico con la sua Torre e la Fonte Gaia. Anche questa non ce l’aspettavamo
così bella! Era collegata a due fontanelle e noi abbiamo bevuto dell’acqua freschissima.
Quindi, ci siamo diretti verso il Duomo, prendendo la stretta Via dei Pellegrini, in ricordo di quei
pellegrini che percorrevano la via Francigena, che passava proprio per Siena. Dopo aver salito una
ripidissima scalinata a metà della quale c’era il Battistero, appena entrati nella piazza, si nota
subito la parte non completa di un pezzo di chiesa: il Facciatone del “ Duomo Nuovo”. Devi sapere
che i senesi, utilizzando il duomo esistente, volevano costruire un duomo più grande di quello di
Firenze; solo che dopo la peste del 1348 i lavori si interruppero. Proseguendo, ci siamo diretti
subito davanti alla facciata del Duomo, iniziata alla fine del Duecento da Giovanni Pisano. Quando
sei lì davanti, ti toglie il fiato, con tutto quell’oro delle cuspidi in alto che risplende. Qui, davanti a
questo gioiello, alcuni miei compagni hanno relazionato, descrivendo la facciata. E’ in stile
romanico nella parte inferiore e gotico fiorito nella parte superiore. Infatti, nella parte bassa il
portale centrale ha un arco a tutto sesto, mentre i due laterali sono leggermente archiacuti. La
parte alta presenta un immenso rosone al centro, con ai lati colonnine, statue, doccioni, e termina
nelle tre cuspidi luccicanti che raffigurano l’Incoronazione della Madonna, il Presepe e la
Presentazione al tempio. Poi siamo entrati e dopo lo choc iniziale - non sapevamo cosa guardare…
le colonne di marmo bianco e nero che dividevano le tre navate, i due rosoni, quello della facciata
e quello dell’abside, le volte azzurre piene di stelline d’oro, le centinaia di busti di papi e
imperatori che sembravano guardarci…- con calma abbiamo ammirato i numerosi capolavori, a
partire dalla pavimentazione. In effetti il pavimento è “ una Bibbia per immagini ” con 56 riquadri
di marmo a intarsi e graffiti. Siamo partiti dai riquadri della navata centrale, quasi tutti in marmo
bianco, nero e rosso, come la Ruota della Fortuna, l’Aquila imperiale, La lupa Senese osservandole
scrupolosamente a uno a uno: erano come dei quadri che riproducevano perfettamente le figure.
Ma la parte del pavimento che mi è piaciuta di più è stata la Strage degli innocenti: i bambini
assassinati sulle scale sembravano veri. Una scena davvero toccante e molto drammatica.
Lì vicino, inoltre, c’era una saletta, la Libreria Piccolomini, un cognome illustrissimo che ben
conoscevamo. Era tutta affrescata con colori sgargianti: rosso, oro, verde e blu, opera del
Pinturicchio, un maestro del Rinascimento. Praticamente era stata costruita dal papa Pio III
Piccolomini, per custodire i libri dello zio Pio II. E qui, oltre agli affreschi, abbiamo ammirato i corali
miniati: meravigliosi, grandissimi libroni di musica con delle miniature straordinarie. Il prof.
Guarino ci ha fatto notare che ancora non c’era il pentagramma, ma la musica si scriveva su 4
righe.
Dopo aver ammirato la parte absidale con i due organi e la Madonna del voto, - peccato che il
Pulpito di Nicola Pisano era coperto, perché lo stavano restaurando - ci siamo diretti al Museo
dell’Opera Metropolitana, dove abbiamo ammirato la Maestà, capolavoro di Duccio di
Buoninsegna, realizzata nel 1311 per l’altare maggiore del Duomo. Era talmente grande, che è
stata situata essa sola in una stanza. E’ divisa in più parti: la parte centrale rappresenta la
Madonna in Maestà, cioè in trono circondata da angeli e santi, che tiene in braccio Gesù, mentre
le altre due parti rappresentano momenti della storia di Gesù.
Dopo, siamo andati ai piani superiori, e attraverso una strettissima scala a chiocciola di ben 130
gradini!!!! siamo saliti sul Facciatone, dove abbiamo scattato numerose foto, completamente
abbagliati dal meraviglioso panorama di Siena dall’alto.
Dopo essere scesi, tornando verso l’hotel, siamo passati da una chiesa che avevamo visto dall’alto
del Facciatone: Santa Maria dei Servi, apparentemente povera nella facciata in mattoni, ma
meravigliosamente splendente dentro- a parte la salma imbalsamata- e da lì abbiamo apprezzato
un magnifico tramonto, ammirando di fronte a noi il campanile bianco e nero e la cupola del
Duomo, e la Torre del Mangia.
Questa è Siena, mio caro, una cittadina disposta su dei colli che ti offrono in continuazione delle
viste mozzafiato.
Finito il nostro giro turistico, siamo tornati in hotel dove abbiamo avuto 40 minuti per fare la
doccia, prepararci e vestirci; poi alle 20 tutti al ristorante dell’hotel. Ci sedemmo e arrivarono
subito i nostri piatti: pasta al pomodoro e basilico; era così buona che decisi di fare il bis; poi
arrivò il secondo: due belle fette di carne e insalata. Infine la frutta. Tutto buono e dopo un po’ di
chiacchere, ognuno nelle proprie camere. Ci siamo divertite un sacco. Abbiamo guardato la tv; poi
circa all’una ci siamo addormentate.
Secondo giorno
La mattina non vedevamo l’ora di ricominciare l’esplorazione. Dopo colazione con croissant
fumanti e profumati, pane, burro, marmellate varie e succo d’ananas, abbiamo ripreso il nostro
viaggio, con zainetto in spalla e marsupio allacciato. Prima tappa: Piazza del Campo, dove alle 10
avevamo l’appuntamento per la visita del Museo Civico, che si trova al primo piano del Palazzo
Pubblico, oggi sede del Comune, costruito dal Governo dei Nove. Alle 9.45 eravamo lì davanti, con
4 miei compagni pronti a relazionare. E’ in mattoni, solo la parte bassa è in pietra, e presenta una
parte centrale a tre piani e le due parti laterali a due piani; è in stile gotico con eleganti trifore
ornate da un doppio arco a ogiva che racchiude lo stemma di Siena: lo scudo bianco e nero. Il
Palazzo è il simbolo del Comune medievale e anche il simbolo dell’indipendenza di Siena. Porta,
però, in bella vista, nella sua facciata anche lo stemma dei Medici, i signori di Firenze che hanno
conquistato dopo mesi di assedio la città. Che storia…. Ma non ti voglio annoiare…
Alle 10 in punto, ci siamo presentati: eravamo i primi! E dopo una breve sosta alla Sala del
Risorgimento, ricca di affreschi e statue di personaggi storici, siamo entrati nella grandissima Sala
del Mappamondo, che era tutta per noi!!!!, ammirando seduti in comodissimi divani la Maestà di
Simone Martini, un affresco enorme, che abbiamo osservato in tutti i particolari, confrontandola
con quella di Duccio. Poi abbiamo rivolto il nostro sguardo sul Guidoriccio da Fogliano, sempre di
Simone Martini, apprezzando il senso di sicurezza, calma e silenzio che trasmette quest’altro
affresco. Quindi siamo entrati nella Sala dei Nove, completamente affrescata, dove i membri del
Governo dei Nove ricevevano gli ospiti, ammirando l’Allegoria del Buon Governo e gli Effetti del
Buongoverno in città e in campagna, e anche l’Allegoria del cattivo Governo, tutti dipinti
affrescati da Ambrogio Lorenzetti.. Anche di fronte a questo ciclo di affreschi siamo rimasti stupiti,
non solo per la bellezza degli affreschi, ma anche per la modernità dei temi qui raffigurati. Appena
si entra ci si trova di fronte all’Allegoria del Cattivo governo, con Tirannia che campeggia in trono;
ha l’aspetto di un diavolo, con corna e zanne, circondata da tre donne, Superbia, Avarizia e
Vanagloria, mentre ai suoi piedi Giustizia è vinta, legata, con i piatti della bilancia sparpagliati a
terra. Nell’Allegoria del buongoverno , invece, c’è un grande vecchio in centro, che rappresenta il
Comune di Siena, vestito con un abito bianco e nero, i colori di Siena, appunto, circondato da
donne che rappresentano le virtù morali. Una delle più importanti è quella della Pace, che è anche
la copertina del nostro libro di storia; è rappresentata da una donna vestita di bianco con un ramo
d’olivo sulla fronte, sdraiata su un divano mentre ha delle armi sotto di sé… Ci siamo soffermati su
tanti particolari che adesso non ti sto ad elencare, tutti molto interessanti.
Dopo, abbiamo fatto una sosta alla Cappella, ammirando, oltre alla cancellata in ferro battuto, un
magnifico coro di legno riccamente intarsiato. Poi siamo saliti su una magnifica terrazza,
ammirando le dolci e verdi colline senesi; ma prima di lasciare il Palazzo pubblico, siamo passati
dalla sala del Concistoro, dove poco prima si stava celebrando un matrimonio e dove ci siamo
divertiti a celebrare tra di noi matrimoni omo ed etero. Che ridere! Insomma siamo rimasti lì due
ore e mezza, senza accorgercene….
Poi dopo aver pranzato con solo 10 euro, seduti comodamente in un ristorante, siamo arrivati a
San Domenico. In questa chiesa particolarissima c’erano conservate le reliquie di Santa Caterina:
un dito e la sua testa. Che impressione!!! La prof. ci fece anche vedere nella Cappella delle Volte,
in un piano rialzato, l’affresco con Santa Caterina di Andrea Vanni, l’unico ritratto eseguito quando
la santa era ancora in vita. Da lì, attraversando la strada, siamo scesi allo stadio “ Artemio Franchi”,
ma era chiuso. Peccato!
Risaliti, attraverso un sentiero ripido di scale, siamo volati giù fino a Fontebranda, la fonte più
importante di Siena. Dalla Fonte si attingeva l’acqua per bere, ma non solo; essa all’inizio aveva
solo un arco con una vasca, a cui in seguito furono aggiunte altre due: la prima vasca veniva usata
per abbeverare gli animali, la seconda per lavare, mentre le acque di scarico servivano per le
concerie, i mulini e le tintorie. Dopo esserci divertiti a rintracciare i pesci che erano dentro l’acqua
cristallina, siamo saliti su per Via Santa Caterina, dopodichè, dopo aver visto la casa dove nacque la
santa, abbiamo preso la stretta via della Galluzza, famosa per gli archi che uniscono gli edifici che
fiancheggiano la strada.
Poi ci siamo diretti alla Pinacoteca Nazionale, ammirando i numerosissimi fondi oro e pale
d’altare e alcuni capolavori dei maggiori artisti senesi: Duccio, Simone Martini e i fratelli
Lorenzetti. Infine, dopo aver sostato dentro il cortile di Palazzo Chigi Saracini, che, per la gioia del
prof. Guarino, ospita l’Accademia Musicale Chigiana, siamo andati in via Banchi di Sopra, il corso di
Siena, ad ammirare il bellissimo Palazzo Tolomei, ricordandoci della sfortunata Pia, citata da
Dante nel Purgatorio e i cui versi abbiamo trovato incisi nella pietra: “Ricordati di me, che son la
Pia; Siena mi fè, disfecemi Maremma”.
E poi, non potevamo non passare da Piazza Salimbeni, ad ammirare la Rocca Salimbeni, dimora di
ricchi banchieri ghibellini, acerrimi nemici dei Tolomei, guelfi, ed ora sede del Monte dei Paschi di
Siena, una delle banche più antiche del mondo.
Infine abbiamo riattraversato Piazza del Campo, passando da via Cecco Angiolieri, recitando a
squarciagola ” S’i, fossi foco…. “ e poi siamo tornati in hotel. Abbiamo cenato e poi, …..sì…. di
nuovo in Piazza del Campo. Arrivati, wow, la piazza era stupenda di notte, molto romantica. Noi
ci siamo sistemati intorno alla Fonte Gaia: eravamo felicissimi e ci siamo divertiti un mondo:
chiaccheravamo, correvamo lanciandoci dalla parte alta della Piazza; poi, abbiamo fatto anche il
giro del perimetro della piazza, di corsa, proprio come fanno i cavalli durante il Palio e io….sono
arrivata seconda; e per finire in bellezza, alcuni di noi ci siamo rotolati giù …. Che matti!
Poi il ritorno in albergo e nanna.
Terzo giorno
Sveglia alle 7, colazione alle 8, alle 9 si parte. Dopo un’oretta di viaggio in pullman siamo arrivati
alla stazione di Sesto Fiorentino; qui abbiamo preso un treno regionale per Firenze. Due sole
fermate: Firenze Rifredi e Firenze Santa Maria Novella. 15 minuti circa e ci siamo ritrovati in una
città molto caotica, ma bellissima, con una magia diversa nell’aria. Fortunatamente c’era un bel
sole e la nostra passeggiata verso il duomo è stata piacevole con una breve sosta ad ammirare la
bellissima facciata di Santa Maria Novella e un bellissimo ritratto sul pavimento di un pittore di
strada.
Ma ecco in lontananza la cupola del Brunelleschi che si stagliava fra altri edifici; poi arrivati in
piazza, subito ci siamo accorti della grandezza del Battistero; ma appena girato l’angolo, ecco
l’immensità di Santa Maria del Fiore con il Campanile di Giotto a destra e il cupolone in fondo!
Che meraviglia! Abbiamo girato intorno al perimetro del Duomo, apprezzando la parte absidale,
piena di cupolette e poi siamo entrati. Noi eravamo a conoscenza che all’interno era spoglio, ma
non immaginavo così tanto. Le opere d’arte si potevano contare sulla punta delle dita…Ci siamo
soffermati sul dipinto raffigurante Dante e la Divina Commedia… L’unica zona un po’ più
riccamente decorata era la zona absidale…Gli affreschi della cupola, che rappresentano il Giudizio
Universale del Vasari erano straordinari, comunque.
Dopo, ci siamo diretti in Piazza della Signoria, una piazza stupenda, una galleria d’arte a cielo
aperto con tutte quelle le bellissime statue. Noi abbiamo ammirato moltissimo il Davide di
Michelangelo e, sotto la Loggia dei Lanzi, il Perseo con la testa di Medusa, ascoltando il nostro
compagno Lorenzo che ci ha voluto ricordare la storia di uno degli eroi della mitologia greca.
Ma, credimi, su tutto domina Palazzo Vecchio, oggi sede del Comune, così elegante con la sua
torre campanaria leggermente spostata a destra. Dopo aver osservato la Fontana di Nettuno, che
ci piacque molto, e il Marzocco, la statua con il leone che sostiene il giglio, lo stemma di Firenze,
abbiamo individuato la lapide in ricordo del luogo dell’impiccagione e del rogo di Fra’ Gerolamo
Savanarola, che fu bruciato vivo in questa piazza.
Poi, dopo uno sguardo alla grandiosa statua equestre di Cosimo I, ci siamo diretti verso Piazza
Santa Croce, dove c’era il ristorante che la prof. aveva prenotato. Qui, oltre a mangiare bene, ci
siamo anche riposati. Usciti, naturalmente abbiamo fatto sosta davanti a Santa Croce, una delle
Chiese più importanti di Firenze, dove abbiamo fatto la foto di gruppo, assieme a un nostro amico
vu’ cumprà.
Per finire in bellezza, siamo andati a Ponte Vecchio….affollatissimo. C’erano tantissime gioiellerie.
Dopo un buon gelato, abbiamo ripreso la via del ritorno, e dopo una corsa contro il tempo, siamo
riusciti a prendere il nostro treno, stavolta strapieno; infine, ci siamo incontrati con il nostro
autista che ci ha portato fino a Corsico, arrivando alle 10 in punto.
E’ inutile dirti che questa gita è stata la più bella esperienza scolastica che abbiamo fatto….
Divertente, interessante e formativa. Ci siamo divertiti un sacco, abbiamo visto preziosi
monumenti e soprattutto abbiamo migliorato i rapporti tra di noi e anche con i nostri prof.
Amico mio, questa è l’avventura che ti volevo raccontare, una bellissima pagina della storia della II
A , che dopo soltanto una gita, è diventata quasi un “Paradiso”
A presto
Sara, Simone, Riccardo, Alice, Margherita, Alessandro C.