Testo del discorso del Ministro Scajola - Ambasciata d`Italia

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Testo del discorso del Ministro Scajola - Ambasciata d`Italia
CERIMONIA DI CONFERIMENTO DELLA LEGION D’HONNEUR
AL MINISTRO CLAUDIO SCAJOLA
(Parigi, Palais Matignon, venerdì 26 febbraio 2010, ore 18,30)
INTERVENTO
DEL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
ON. CLAUDIO SCAJOLA
Signor Primo Ministro,
desidero anzitutto rivolgerLe un sentito ringraziamento per l’alta
onorificenza conferitami dal Presidente della Repubblica francese,
che Lei mi ha voluto consegnare oggi nella solenne cornice di Palais
Matignon.
È per me un grande onore entrare nella schiera degli eminenti
personaggi che sono stati insigniti della Legion d’Honneur, fra i
quali figurano anche illustri italiani.
Questo riconoscimento assume per me un significato
particolare: la mia città, Imperia, si trova a pochi chilometri dalla
Francia e ho ancora vivi nella memoria tanti episodi che mi
legano alla Vostra terra.
Ricordo quando da ragazzo accompagnavo mio padre, sindaco
della mia città, a far visita al suo collega di Nizza, Jean Medecin.
Rivedo la confusione della frontiera, dove solo 10 anni prima si
era combattuto, le lunghe code di auto alla dogana, i controlli
minuziosi… e noi che passavamo scortati dal gendarme francese,
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col suo chepì, che dal predellino della nostra auto gridava laissez
aller, c’est le maire d’Imperia. Ed io provavo un certo imbarazzo
per quel piccolo privilegio.
In gioventù, con i miei fratelli e i miei amici, più che il versante
genovese, erano Nizza e le isole della Costa azzurra le nostre
mete preferite, il punto di riferimento della nostra voglia di
evasione e libertà. E, quando partecipavo ai triangolari di atletica
Cuneo-Imperia-Nizza, era quest’ultima il mio traguardo preferito.
Sono veramente tanti i ricordi personali… Quante volte in moto,
con Maria Teresa, fino all’Esterel; con Pier Carlo e Lucia le loro
prime uscite in barca alle isole Lerins; e ormai, da 15 anni, la notte di
ferragosto in Corsica ad ammirare i fuochi pirotecnici di Calvi.
E non meno profondo è il legame culturale che unisce la Vostra
terra alla mia. Nei secoli vi è stata una continua osmosi di uomini di
cultura, artisti, letterati che hanno frequentato la Vostra e la nostra
Riviera.
Nella mia terra hanno lasciato il segno scienziati come Pasteur;
architetti come Garnier, che vi costruì la sua splendida dimora,
modello delle residenze di Riviera. E poi artisti, come Renoir e
Monet.
In una sua lettera da Bordighera, Claude Monet descrisse la
Riviera come “illuminata da una luce fantastica… tanto che
quelli che non hanno visto questo Paese, o che l’hanno visto
male, grideranno alla inverosimiglianza dei miei dipinti”.
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Comprenderete, dunque, quanto sia profondo il legame con il
Vostro Paese.
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Signor Primo Ministro,
sono lieto che a consegnarmi le insegne sia proprio Lei, che
ama l’Italia e la comprende a fondo.
La significativa prefazione che ha voluto scrivere per il recente
volume sulla sede dell’Ambasciata d’Italia a Parigi, fa capire non
solo quanto Lei tenga in considerazione il mio Paese, ma anche
come lo conosca e l’apprezzi in tutte le sue molteplici sfaccettature.
Come Lei osserva, la vicinanza tra la sede del Primo ministro
francese e quella dell’Ambasciata d’Italia, situate a pochi metri l’una
dall’altra, è il simbolo del profondo legame tra le nostre due Nazioni.
L’Italia, sin dalla sua nascita, ha sempre guardato alla Francia
con ammirazione e particolare attenzione, così come Parigi è
sempre stata affascinata dalla romanità.
Tutta
la
struttura
amministrativa
italiana
è
modellata
sull’esempio francese e il primo regolamento della nostra Camera
dei deputati fu ispirato a quello dell’Assemblea Nazionale.
Dunque, un’intesa, una fruttuosa collaborazione, che vengono
da lontano e hanno trovato lungo il percorso della storia una serie
di tappe significative ed indimenticabili.
Quanti italiani hanno vissuto e operato in Francia, da Petrarca a
Caterina e Maria de Medici, a Leonardo da Vinci, per non citare
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che i più illustri personaggi della nostra storia comune!
E come non ricordare che la stessa unità d’Italia, di cui nel 2011
celebreremo i 150 anni, avvenne grazie al fondamentale contributo
di Napoleone III, che aveva vissuto da giovane in Italia,
condividendo l’ideale dell’unificazione nazionale.
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Nel dopoguerra i nostri due Paesi sono stati e restano tuttora
protagonisti della gloriosa storia della costruzione europea.
Si deve proprio ad un francese, Jean Monnet, l’idea di mettere
in comune le risorse carbo-siderurgiche, fino a quel momento
oggetto di aspre contese.
Quella geniale intuizione, che portò alla dichiarazione di
Schuman e alla nascita della CECA, subito fatta propria dal nostro
Alcide De Gasperi, diede l’avvio alla costruzione dell’Unione: un
progetto, un ideale, che ha assicurato all’Europa più di sessant’anni
di pace e di prosperità!
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Signore e signori,
fra Francia e Italia si è ormai consolidata una collaborazione che
spazia nei vari settori d’attività: dall’auto al credito, dall’alta
tecnologia alla moda, fino all’alimentare. Il suo valore è
testimoniato dal favore con cui, sia i francesi che gli italiani,
apprezzano i nostri rispettivi prodotti, tra i quali spesso si sviluppa
anche una sana competizione, come è naturale tra “cugini” che si
vogliono bene, ma si fanno anche qualche piccolo “dispetto”.
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Mi piace ricordare in questa occasione le collaborazioni
industriali che seguo nella mia attività di governo: dall’avionica
all’aereospaziale, dai materiali per la difesa alle tecnologie
avanzate e, più di recente, al nucleare.
Il Governo Berlusconi considera il nucleare una scelta
necessaria per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti,
ridurre il prezzo dell’energia per famiglie ed imprese, combattere
il cambiamento climatico.
Guardiamo, dunque, con ammirazione ai progressi della Vostra
industria all’avanguardia nel nucleare, settore nel quale i nostri
due Paesi hanno raggiunto un accordo di ampia collaborazione.
Il legame tra Francia e Italia viene continuamente rinsaldato,
anche con frequenti scambi politici, fra i quali spiccano le
consultazioni
intergovernative
con
la
partecipazione
del
Presidente Sarkozy, del Presidente Berlusconi.
I nostri due Paesi si affacciano sul Mediterraneo. È, dunque,
naturale il grande interesse dei nostri governi al dossier EuroMediterraneo, rilanciato dal presidente Sarkozy e sostenuto dal
Presidente Berlusconi.
Le previsioni di crescita dei Paesi che si affacciano sul Mare
nostrum costituiscono una grande occasione di sviluppo e danno a
Francia e Italia un valido strumento per riequilibrare verso Sud
l’asse europeo.
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Signor Primo Ministro,
è ancora vivo in me, il ricordo di un fruttuoso incontro che,
quale ministro dell’Interno, ebbi nel 2002 con l’allora ministro
dell’Interno Sarkozy, che ho avuto l’onore di avere ospite nella
mia casa di Imperia: istituimmo un Comitato misto francoitaliano che produsse numerose iniziative comuni in materia di
controlli di frontiera e provvedimenti di polizia giudiziaria.
Grazie a quell’intesa, il confine di Mentone-Ventimiglia non
rappresenta più una rigida linea divisoria, ma costituisce una vera
e propria fascia di contatto e di collegamento tra due realtà
assolutamente omologhe e complementari.
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Signor Primo Ministro,
Lei è un appassionato delle corse automobilistiche: ne ha
respirato l’atmosfera sin dall’infanzia nella Sua città natale, nota
in tutto il mondo per la celebre “24 ore di Le Mans”. Da esperto
pilota, Ella sa bene che, nonostante i grandi progressi della
tecnologia, la differenza tra una scuderia e un’altra la fa anche
l’uomo. Cioè l’abilità del guidatore, la sua conoscenza del mezzo
e la capacità di strappare il vantaggio necessario per raggiungere
per primi il traguardo.
Occorre passione, entusiasmo. La stessa passione, lo stesso
entusiasmo che hanno caratterizzato il Suo impegno politico:
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prima come sindaco, poi come parlamentare e Ministro e oggi
come Primo Ministro, impegnato ad affrontare le difficili sfide
dell’uscita dalla crisi, della riforma delle pensioni, della riduzione
del debito pubblico, assicurando nel contempo alla Francia un
futuro di crescita con investimenti nella ricerca, nelle nuove
tecnologie, nelle infrastrutture.
Sono sfide analoghe a quelle che anche in Italia stiamo
affrontando. E sono certo, che i nostri due Paesi, con una
collaborazione sempre più stretta, riusciranno a vincerle per
garantire un futuro di benessere e prosperità!
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Signor Primo Ministro,
è con questi sentimenti che ringrazio Lei e la Repubblica
francese.
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