Il Seme - Massimo Binelli
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Il Seme - Massimo Binelli
Il Seme BIMESTRALE DELLA PARROCCHIA MARIA SS. MEDIATRICE – AVENZA (MS) ANNO I – NUMERO 2 – MARZO-APRILE 2007 Un successo gli incontri quaresimali vicariali i è chiuso il ciclo di sei incontri quaresimali vicariali in Parrocchia, iniziato il 27 febbraio scorso. Hanno tenuto le lezioni il professor Mario Bracci, insegnante di ecclesiologia e teologia presso l’Istituto superiore di scienze religiose “Beato Niccolò Stesone” di Pisa e insegnante di religione al Liceo Classico “Repetti”, e don Alessandro Biancalana, parroco della chiesa “San Giovanni Battista” di Fossola, laureato in teologia biblica. S PASSIONE DOMINI Da sinistra, il tenore Florio Mazzoni, la lettrice Amelia Carletti, la soprano Elena Bologna, la lettrice Francesca Santarini e il lettore don Augusto Lucchesi. IL TEMA DEGLI INCONTRI è stato quello della Passione del Signore così come è scritta nel Vangelo di Luca, scelto perché relativo all’anno liturgico che si sta celebrando. La narrazione è stata divisa in 5 quadri, La preparazione, La cena, La notte, I processi, La morte, più un sesto momento di riflessione In passione Domini, dedicato alle Ultime parole di Gesù sulla croce. In questo appuntamento conclusivo, molto suggestivo, brani cantati dalla soprano Elena Bologna e del tenore Florio Mazzoni (testi e musiche di Gualtiero Sollazzi) hanno scandito passi del Vangelo. «A UNA PRIMA LETTURA – hanno spiegato i relatori – il Vangelo mostra una sola interpretazione ma, se sviscerato, rivela contenuti che aprono i fedeli a una maggiore comprensione e li avvicinano ad una meditazione silenziosa indispensabile, soprattutto in questo periodo quaresimale, per un vero e profondo ascolto». Ogni argomento è stato suddiviso in più tempi, intervallati dal suono dell’organo e dai canti di suor Paola. I relatori hanno tratteggiato il ritratto di Gesù Uomo e Gesù Dio, citando passi tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento, brani del profeta Isaia e parti delle Lettere di San Paolo. Le serate di meditazione hanno riscosso un notevole successo. Un ringraziamento ai relatori da parte dei parrocchiani. Re. Se. TRADIZIONI PASQUALI L’EDITORIALE IL SANTO DEL MESE e tradizioni pasquali non sono particolarmente ricche e sentite nella nostra zona. Anche le poche, che fino a qualche decennio fa si praticavano, risultano ormai in disuso, fagocitate dagli impegni e da un ritmo di vita che indulge sempre più al consumismo e allo svago. […] L iviamo un po’ distratti in questo mondo. La realtà ci va stretta. Il male sembra dilagare: guerre, violenza, indifferenza, egoismo… brama di autosufficienza e onnipotenza che naufraga in povertà sempre nuove e nella perdita del senso dell’esistenza. L’uomo appare sempre più […] V a figura storica di San Giorgio, il cui culto è diffusissimo fin dai tempi più antichi in tutta la cristianità, è evanescente e mescolata con elementi chiaramente leggendari, tanto che la Chiesa, nel 1969, declassò la sua festività a “memoria facoltativa”, senza però intaccare […] A pagina 2. A pagina 3. A pagina 4. L 2 Il Seme – MARZO-APRILE 2007 EVENTI Pasqua, tra religione e folklore Poche tradizioni nella nostra zona. Resiste solo il “giro delle sette chiese” e tradizioni pasquali non sono particolarmente ricche e sentite nella nostra zona. Anche le poche, che fino a qualche decennio fa si praticavano, risultano ormai in disuso, fagocitate dagli impegni e da un ritmo di vita che indulge sempre più al consumismo e allo svago. Eppure qualche ricordo lontano affiora alla mente; durante la Settimana Santa, con una consuetudine che conservava chiari accenti pagani, le macellerie di Carrara e dei paesi limitrofi ornavano le carni esposte sui banconi e nelle vetrine con festoni di fronde di alloro e fiori di carta colorati, a significare il risveglio, il germinare della primavera contro alla natura morta. L DUANTE IL TRIDUO PASQUALE, le tradizioni si intrecciavano con la liturgia ed erano tanto sentite dalla devozione popolare da essere praticate contestualmente alle funzioni religiose nelle chiese, sui sagrati e lungo le strade. La sera del Giovedì Santo, dopo la Messa in Coena Domini, le campane venivano “legate” rimanendo silenziose fino al Sabato Santo, mentre vere e proprie schiere di fedeli iniziavano il “giro delle sette chiese”, per visitare quelli che la tradizione popolare chiama erroneamente Sepolcri (si veda l’approfondimento qui sotto). Questa consuetudine è una delle poche che ancora permangono, anche se praticata sicuramente con minore devozione e raccoglimento. La giornata del Venerdì Santo trascorreva in un silenzio innaturale, interrotto solamente dal suono sordo e lugubre della “battorella”, uno strano strumento composto da pezzi di legno percossi ossessivamente uno contro l’altro. Il momento più coinvolgente e più mistico era sicuramente quello della processione serale, durante la quale la Madonna Addolorata seguiva la statua del Cristo morto. Questo è uno Stabat Mater (Stava la Madre...) particolare pervenutoci per tradizione orale e recitato in dialetto carrarino: IL GIORNO DOPO, Sabato Santo, quando la Resurrezione si commemorava la mattina e non a tarda notte come oggi, allo sciogliere delle campane (mezzo- giorno in punto), ragazzi e ragazze correvano alle fontane pubbliche a lavarsi il viso in segno di purificazione, ma anche perché questo atto era garanzia di futura bellezza. Lucilla Simonini Facciamo chiarezza sulla visita ai Sepolcri L’altare in cui è custodito il corpo di Cristo non deve alludere al luogo della sepoltura RISULTA DIFFICILE RISALIRE all’origine del rito dei Sepolcri; è invece certo che, fin dall’epoca carolingia, nella giornata di Giovedì Santo, si celebravano due messe: una per la fine della Quaresima e l’altra per l’inizio del Triduo Pasquale. Solo successivamente si optò per l’unica messa in Coena Domini, al termine della quale si esponeva il Santissimo nel tabernacolo sull’Altare della Reposizione, allestito appositamente per la sua venerazione. Non si sa quando si iniziò a chiamare questi altari Sepolcri, ritenendoli impropriamente la tomba di Cristo. Solo recentemente, nel 1998, la Compagnia per il Culto Divino ha stabilito che l’altare in cui viene custodito il corpo di Cristo non deve alludere in alcun modo al sepolcro, così come deve essere evitato l’uso di chiamarlo in tal modo. LA CAPPELLA DELLA REPOSIZIONE viene allestita non per rappresentare la sepoltura del Signore, ma per custodire il Pane Eucaristico per la Comunione, che verrà distribuita il RITO L’altare della Reposizione della nostra venerdì della Passione di Gesù. Nell’altare vengono in genere chiesa, allestito in occasione delle celebrazioni collocati segni che richiamano l’ultima cena o la lavanda dei pasquali dello scorso anno piedi o l’Orto degli Ulivi o la Passione del Signore. Non di rado, vi sono anche richiami alla Risurrezione. vasi di grano germogliato al buio simbolo del passaggio dalle TRA GLI ADDOBBI TIPICI vanno ricordati i fiori bianchi e i tenebre della morte di Gesù alla sua resurrezione. Il Seme – MARZO-APRILE 2007 3 EDITORIALE Solidarietà come segno di speranza Verità, giustizia, amore e libertà: i quattro pilastri su cui si fonda la pace iviamo un po’ distratti in questo mondo. La realtà ci va stretta. Il male sembra dilagare: guerre, violenza, indifferenza, egoismo… brama di autosufficienza e onnipotenza che naufraga in povertà sempre nuove e nella perdita del senso dell’esistenza. L’uomo appare sempre più fragile, ma nella sua fragilità cela un crescente bisogno di speranza. Immerso nelle durezze della vita, corre il rischio di chiudersi in se stesso, ma allo stesso tempo sperimenta il bisogno di amare e di essere amato. Un bisogno che è scritto nell’intimo di ogni uomo e che Gesù ha esplicitato quando ci ha insegnato che il comandamento più grande – accanto ad amare Dio – è amare il prossimo come noi stessi, amarci gli uni gli altri come lui ci ha amato. V PER QUESTO LA SOLIDARIETÀ che cresce diventa segno di speranza! E se anche dobbiamo constatare che numerose oggi sono le fragilità che rendono difficile l’impegno a favore di chi soffre, le testimonianze di tante associazioni e opere di volontariato e di solidarietà, di uomini che dedicano la loro vita e le loro risorse al servizio dei più deboli sono chiari segni di speranza che incoraggiano a costruire la vera pace, fondata sui quattro pilastri della verità, della giustizia, dell’amore e della libertà. Il pilastro della verità, per cogliere la realtà nella sua effettiva portata, senza ingigantirla e senza distorcerla: quante volte pregiudizi ed etichette appiccicate sulle persone sono stati causa di dolore, di tragedie e di rancori insormontabili, fondati sul niente! Il pilastro della giustizia, perché tutti hanno il diritto di vedere rispettata la propria dignità di persona umana dal momento del concepimento al momento della morte. E’ importante il rispetto di chi muore, ma ha poco valore se non è accompagnato e preceduto dal rispetto e dalla solidarietà per chi vive! Il pilastro dell’amore, perché solo l’amore rende duraturi i gesti di bene e di pace. Solo chi ama sa far proprie e condividere le gioie, le speranze, i dolori, le sofferenze, le attese e le delusioni di chi è amato. Solo chi ama è disposto a dare la vita. Ma non si ama, se non si impara ad essere miti e umili di cuore. Il pilastro della libertà, perché solo chi è libero può amare senza interessi e trovare il coraggio di lasciarsi amare e il suo donarsi ha il senso della gratuità. Grazie a Dio, oggi c’è ancora tanto impegno verso i poveri di ogni specie che ci circondano, verso gli ammalati, verso le tante popolazioni del mondo che soffrono la fame e la sete o che sono vittime della violenza di uomini o di catastrofi naturali e di terribili epidemie. E quanti ancora possono scoprire la gioia di impegnare la propria vita a servizio dei meno fortunati! Nel costruire la vera pace e nella grande rete della solidarietà c’è posto per tutti: ognuno di noi può trovare il suo posto – piccolo o grande che sia – a servizio degli altri e della pace: ognuno di noi può divenire «segno di speranza». UN ULTIMO RILIEVO mi pare conveniente – e vale la pena ricordarcelo! –. Una solidarietà che cresce e i cui frutti sono segni di speranza: questo è anche il senso dell’«albero della solidarietà», l’opera artistica che verrà realizzata nel parco “Ugo La Malfa”, come segno “visibile” e in “crescita” della manifestazione Samaritani oggi» che si svolge ogni anno (quest’anno il 5 maggio) nel nostro territorio col proposito di promuovere la solidarietà e il volontariato. Padre Claudio Baleani mdm Il significato delle celebrazioni pasquali Come si calcola il giorno in cui cade la Pasqua LA PASQUA RAPPRESENTA il passaggio di Cristo dalla vita mortale, in quanto uomo, a quella immortale in quanto figlio di Dio. Dal 525 viene festeggiata la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, tra il 22 marzo e il 25 aprile. Se l’equinozio di primavera si verifica, ad esempio, sabato 21 marzo, la Pasqua si festeggerà il giorno dopo, 22 marzo. Se invece l’equinozio di primavera si verifica il giorno dopo il plenilunio, bisognerà aspettare più di un mese, ma mai oltre il 25 aprile. La Pasqua è preceduta dalla Quaresima, che inizia con il Mercoledì delle Ceneri e culmina nella Settimana Santa, che ha lo scopo di invitare i fedeli a imitare i 40 giorni che Gesù passò nel deserto in meditazione, senza mangiare né bere e insidiato dalle tentazione del diavolo prima di iniziare la sua predicazione. I cristiani in questi 40 giorni si propongono di fare dei “fioretti” ovvero di rinunciare a qualcosa che costa loro particolare fatica, in modo da sentirsi, con tale sacrificio, più vicini a Gesù. LA SETTIMANA SANTA si apre con la domenica delle Palme, che rammenta l’ingresso di Gesù nella città di Gerusalemme, sei giorni prima della sua Passione, accolto da una folla e da fanciulli con in mano palme e ulivi in segno di gioia, pace e saluto. LA CHIESA CELEBRA QUESTA GIORNATA con la processione, in cui i fedeli, a imitazione della folla di Gerusalemme, si riuniscono in un luogo adatto nelle vicinanze della chiesa, tenendo in mano un ramo di palma o di ulivo, che viene benedetto dal sacerdote dopo la lettura del Vangelo. Il celebrante in un secondo momento benedirà le ceneri ricavate da un ramo di ulivo e di palma bruciati, che verranno utilizzate durante la Santa Messa del Mercoledì delle Ceneri dell’anno successivo, quindi si dà inizio alla processione fin dentro la chiesa. Qui giunti, continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lunga lettura della Passione di Gesù, tratta dal vangelo di uno dei quattro evangelisti secondo il ciclico calendario liturgico. Il racconto della Passione viene letto da tre lettori rappresentanti il cronista, i personaggi delle vicende e Cristo stesso, articolato in quattro parti: arresto di Gesù; processo giudaico e processo romano; condanna, esecuzione, morte; sepoltura. Alla processione che si è svolta nella nostra Parrocchia, partita da via Casola, hanno partecipato numerosi fedeli (vedi foto), nonostante il brutto tempo. La messa è stata accompagnata dal coro parrocchiale (del coro parliamo a pagina 5). Alessandra Giovanetti 4 PRIMO PIANO SANTO DEL MESE Il Seme – MARZO-APRILE 2007 San Giorgio, tra storia e leggenda Si festeggia il 23 aprile. E’ il protettore degli armaioli, dei soldati, dei cavalieri e dei boy-scout A cura di Lucilla Simonini a figura storica di San Giorgio, il cui culto è diffusissimo fin dai tempi più antichi in tutta la cristianità, è evanescente e mescolata con elementi chiaramente leggendari, tanto che la Chiesa, nel 1969, declassò la sua festività a “memoria facoltativa”, senza però intaccare la devozione popolare. Il nome greco del santo, Georgos, significa “uomo della terra, agricoltore” e questo spiega perché questo santo guerriero, il cui attributo è il colore verde, sia anche protettore dell’agricoltura e invocato contro la siccità e contro il morso dei serpenti. L GIORGIO NACQUE IN CAPPADOCIA verso la metà del III secolo e militò nell’esercito romano fino al grado di tribuno. Quando nel 303 Diocleziano lanciò la persecuzione contro i cristiani, Giorgio strappò l’editto e proclamò pubblicamente la sua fede. Fu allora sottoposto a tutto il repertorio di torture ben noto alla martirologia, ma ogni volta gli angeli intervennero a salvarlo. Alla fine fu decapitato e seppellito a DIPINTO Paolo Uccello, “San Giorgio, la principessa e il Lydda in Palestina; sulla sua tomba venne edificata una drago”, 1460. E’ conservato alla National Gallery di Londra basilica, poi distrutta da Saladino. LA LEGGENDA. In epoca successiva, a Giorgio fu attribuito l’episodio della lotta contro il drago. Nella città biblica di Silene vi era uno stagno abitato da un mostruoso essere che uccideva ogni creatura vivente con il fiato. Per placarlo, i poveri pastori del luogo gli offrivano due pecore al giorno e, quando cominciarono a scarseggiare le pecore, una pecora e un giovane estratto a sorte. Quando fu estratta la figlia del re, si trovò a passare di lì San Giorgio, che ferì il drago con la lancia, lo rese mansueto e ordinò alla principessa di legarlo con la sua cintura e di condurlo in città al guinzaglio come se fosse un cane domestico. Giunto poi anch’egli in città, Giorgio ottenne la conversione del re e di tutta la popolazione ed infine uccise il drago. In questa leggenda non è difficile trovare il ricordo di antichissimi miti precristiani della lotta contro il mostro, rappresentazione del male; ed è evidente il richiamo alla figura dell’Arcangelo Michele, capo supremo dell’esercito celeste e vincitore del diavolo. San Giorgio è il protettore degli armaioli, dei soldati, dei cavalieri e, per estensione, in età moderna , dei boy-scout; è inoltre patrono di Inghilterra. SOLIDARIET À Tre ruote di marmo nel parco “La Malfa” «COME LA SOLIDARIETÀ si esprime in forme sempre diverse, così l’albero dà frutti sempre diversi», aveva detto padre Claudio Baleani, il nostro parroco, all’inaugurazione della mostra dei bozzetti realizzati dai giovani dell’Accademia di Carrara, allievi di Pier Giorgio Balocchi, nell’ambito dell’ annuale progetto “Samaritani oggi”. Sarà il lavoro del vincitore Marco Ravenna a rendere visibile l’idea di una solidarietà che si fa marmo, col lavoro che da maggio campeggerà all’interno della rotonda del parco “La Malfa”. «Affrontando un tema come quello della solidarietà, la mia ricerca si concretizza stilizzando l’elemento in senso orizzontale – ha spiegato l’autore – nel mondo vegetale la ciclicità nascita–morte e rinascita è immediatamente percepibile nell’ avvicendarsi delle stagioni, per questo ho pensato di realizzare nel mio progetto un percorso pedonale, che simboleggia la ciclicità della vita, formato da riquadri in marmo in cui saranno incisi i nomi dei personaggi distintisi in opere di solidarietà». TRE RUOTE (simbolo della città) di marmo idealmente compiono il percorso, infine alcune piccole gradinate da edificare lungo l’andamento dei vialetti circolari attorno alla rotonda, in arancione, per dare solarità alla piazza. SI REALIZZA, dunque, la felice commistione tra arte e spazio urbano, secondo gli intenti del professor Pier Giorgio Balocchi, dell’ assessore al sociale del Comune, Carlo Martini, di padre Baleani. «Uno scultore è tale quando può realizzare la sua opera», ha detto docente. Martini ha risposto: «L’arte, migliorando gli spazi, migliora la società» e padre Baleani ha concluso: «Gli allievi dell’Accademia di Belle Arti concretizzano un impegno che educa alla solidarietà e alla disponibilità a dare non semplicemente qualcosa, ma se stessi». MOSTRA La premiazione e, nel riquadro, il bozzetto vincitore Il Seme – MARZO-APRILE 2007 CORO 5 PICCOLA CRONACA La solennità della preghiera con il canto Suor Paola racconta le origini del coro parrocchiale «IL NOSTRO CORO è nato nel 2002, con l’intenzione di curare le cerimonie principali dell’anno in modo più solenne, più curato, raccogliendo la richiesta di persone di buone volontà che desideravano cantare e animare la liturgia. Da questi primi passi, la situazione si è evoluta molto». Sono parole di suor Paola (nella foto, assieme ai coristi), guida del gruppo parrocchiale, che ne racconta la storia. Qual è l’impegno richiesto ai coristi? «Chiedo a tutti semplicemente di sopportarmi, di avere pazienza… A livello di tempo invece una prova alla settimana è sicura, poi nei periodi particolarmente importanti, come quello pasquale si valuta a seconda delle necessità». Come si entra nel coro? «Ci si presenta alle prove e si canta! Il coro è aperto a tutte quelle persone che vogliono dare il loro contributo e vogliano lodare Dio. Non è necessario essere dei professionisti per unirsi al gruppo, basta saper orecchiare un canto, apprendere una melodia, ma soprattutto è necessaria una forte volontà». I momenti più belli di questi anni? «Una tappa significativa è stata la consacrazione del coro alla Madonna, nel 2005. Ogni anno il 13 di maggio, giorno della prima apparizione della Madonna di Fatima, rinnoviamo il nostro impegno: ciò testimonia la volontà di non dimenticare mai il cammino di fede che spinge ognuno di noi a prestare questo servizio. Proprio da quel giorno di due anni fa il coro ha assunto il nome: “Totus tuus”». Qual è stato l’impatto che il coro ha prodotto sull’assemblea? «Credo che quando ci sia un coro così grande, a più voci, l’assemblea sia un po’ mortificata. E’ anche vero che però noi non cantiamo tutte le domeniche ma soltanto in quelle occasioni più solenni». Più critiche o lodi? «Abbiamo ricevuto tantissimi complimenti e veramente poche critiche. Le corde che vibrano attraverso la musica non sono quelle della razionalità, c’è qualcosa che va oltre, nell’intima profondità di ognuno di noi, nell’anima». Progetti futuri? «Non ci sono veri e propri progetti e finora abbiamo sempre ascoltato quali fossero le esigenze non solo della parrocchia, ma anche della nostra diocesi. Abbiamo cantato moltissime volte anche su invito di altre parrocchie, sempre senza chiedere né ricevere compensi. Di sicuro c’è un grande desiderio: che si aggiungano altre voci maschili, anzi faccio proprio un appello perché molti uomini di buona volontà si facciano avanti senza vergogna. Inoltre sarebbe “provvidenziale” un sostegno anche per me…». Marco Riva Novità nel traffico avenzino Quasi centenaria Finalmente verranno completate le rotatorie Nonna Zilpa SONO PARTITI i tanto attesi lavori della rotatoria all’incrocio tra via Villafranca e via Campo D’Appio, mentre verso la fine di maggio dovrebbero iniziare quelli della rotatoria alla Centrale. Gli stanziamenti del Comune ammontano a 30.000 euro per il primo intervento e 200.000 per il secondo. Ma le novità per la viabilità avenzina non finiscono qui. Da pochi giorni è stato inibito il traffico pesante lungo il viale XX Settembre, dalla rotatoria TRAFFICO La rotatoria all’incrocio tra via della Covetta a quella di Villafranca e via Campo d’Appio Turigliano. In seguito, dopo l’esecuzione delle opere fognarie a cura dell’Amia, verrà istituto il senso unico da piazza Lucetti all’ex trattoria Renata, direzione Sarzana-Massa; la percorrenza in direzione opposta sarà consentita solo ai mezzi pubblici, con transito regolato da un semaforo munito di sensori. Con questo nuovo senso unico, unito a quello di via provinciale Avenza Sarzana, da via Fiaschi a viale Monzoni, e a quello di via Mostaceccola verso monti, l’amministrazione intende eliminare da Avenza il cosiddetto “traffico parassita”, cioè il flusso veicolare generato da chi usa le strade interne solo come scorciatoie. INFINE, AI PRIMI DI GIUGNO, verrà istituito un ultimo senso unico in via Villafranca, nel tratto noto come “Furetto”, da via provinciale Avenza Sarzana all’Aurelia, direzione monti, con eccezioni per i residenti. ZILPA, chi non la conosce? Ogni sera, all’ora del rosario, a meno che non diluvi, entra in chiesa, gentile e sorridente. Con l’aiuto del suo bastone, attraversa la strada con passo sicuro, lei che ha ben più di 19 lustri (ma che conta l’età quando si ha uno spirito come il suo?). E’ ammirata per la sua straordinaria serenità d’animo, per l’affabilità e per la gentilezza. Sempre a posto, una figurina snella, con i capelli bianchi ondulati… da giovane doveva essere proprio graziosa! Zilpa (nella foto) dà veramente una grande testimonianza di fede, e tutti i parrocchiani la ringraziano, perché, con la sua perseveranza, insegna che l’amore per il Signore deve essere più forte degli anni che passano, degli acciacchi della vecchiaia e di ogni paura. Nessuna età, neanche la più ferita dal tempo, può separare da Cristo chi lo ama. 6 CRONACA BATTILANA Il Seme – MARZO-APRILE 2007 Gli eterni problemi di viabilità del quartiere C’è un progetto approvato, ma i lavori non sono mai partiti ia Macchione, strada senza uscita! Con questo slogan, i cittadini mettono in luce uno dei tanti disagi della zona, ovvero la scadente viabilità di via del Macchione. V IL PROBLEMA si verifica maggiormente quando nel centro del paese (chiesa ed ex scuola elementare) avvengono funerali o intrattenimenti folcloristici, le note feste estive di quartiere. Durante tali eventi sono indispensabili ampie aree adibite ed attrezzate sia per la sosta che per il transito. Battilana purtroppo non possiede questi requisiti e qui la gente si trova perennemente in difficoltà. In simili condizioni, e con l’attuale viabilità, qualsiasi cittadino disagiato, che si trovasse in circostanze avverse, e avesse bisogno di un pronto intervento (vigili del fuoco, ambulanze, carabinieri) rischierebbe un mancato soccorso o un tardivo aiuto. CIRCA DUE ANNI FA il Comune presentò alla popolazione un progetto risolutivo nel quale si introduceva la costruzione di una nuova strada che favoris- TRAFFICO Via Macchione, stretta e spesso bloccata da ingorghi se al paese un’uscita, uno “sbocco”, una sicurezza, in direzione di Avenza. Ad oggi il progetto, seppur approvato dalla stragrande maggioranza dei cittadini, non è ancora partito e la “nuova strada” rimane così un fatto da accantonare, come del resto tutti i problemi che riguardano Battilana dimenticata. Stefania Pasquini La caserma abbandonata Il carnevale mancato ALTRO PROBLEMA “DRAMMATICO” di Battilana è l’ex caserma situata all’incrocio tra via Fivizzano e via Pontremoli. L’edificio fu eretto dalla Marina Militare italiana fra il 1915-1920 ed era un importante ponte radio militare. I CARRI DI GUGLIELMO TENERANI hanno sfilato a Marina di Carrara, a Ortonovo e a Castelnuovo Magra, per il divertimento di grandi e piccini. Le figure che caratterizzano le opere di Tenerani non sono facili da realizzare, poiché viene usata la stessa tecnica dei carri di Viareggio. Si parte dall’abbozzo, o primo studio, in creta dopodiché vengono stampate a gesso e si utilizzano come armatura per l’applicazione di una fibra solida leggera ed impermeabile chiamata cartapesta (impasto di carta e colla). «IL MIO RAMMARICO – dice Tenerani – è che ogni anno sono costretto a sfilare e a sfoggiare i miei carri, costruiti con l’aiuto di alcuni miei compaesani, in altri comuni, senza poter aver la soddisfazione di vederli passare a casa mia, nelle strade di Battilana, con sopra i nostri bambini. Tutto questo accade per un grande ed insormontabile disagio: un enorme collasso della viabilità causato da arcaici viadotti e pericolose vie dove spesso gli abitanti si trovano a in difficoltà per qualsiasi spostamento verso la città». IN SEGUITO, CON L’AVVENTO della seconda guerra mondiale, fu utilizzata dal regime tedesco e poi bombardata dagli alleati americani per la riconquista della zona. Nel dopoguerra venne occupata da alcuni sfollati senza tetto. Oggi la costruzione è in mano al demanio, abbandonata a se stessa, e giace sotto un groviglio di rovi nel degrado più assoluto. OLTRE A QUESTO PROBLEMA ambientale, di non poco conto, vi è un’altra emergenza riguardante la continua permanenza di extracomunitari e tossicodipendenti all’interno del fabbricato. L’Amministrazione dovrebbe intervenire prima che la situazione diventi insostenibile. Franco Lorè L’ex caserma abbandonata e fatiscente, occupata da extracomunitari e tossici I carri di Battilana che hanno sfilato a Marina di Carrara, a Ortonovo e a Castelnuovo Magra Il Seme – MARZO-APRILE 2007 7 L’ANGOLO Il cruciverba con parola chiave La soluzione nel prossimo numero ORIZZONTALI: 1 Numero degli evangelisti. 5 I 40 giorni dopo Pasqua. 12 Consonanti in sera. 13 Vocali delle ali. 14 Uno dei cinque sensi. 15 Giudiziarie, di beneficenza o per collezionisti. 17 Il personaggio metà donna e metà pesce. 21 Si dà alle persone più grandi. 22 Tv di stato. 23 Le stazioni della via crucis. 27 Il nostro vulcano in Sicilia. 29 La fine di setter. 30 La mamma di Gesù. 33 La parola croce letta al contrario. 34 Una razza di cane. 35 Suona prima delle partite della Nazionale. 38 Nel vangelo è un’erba cattiva. Si semina quando si vuol creare disaccordo. 41 Isernia. 43 Nome di donna e di un detersivo. 45 Animale che ride. 46“Padre, … loro perché non sanno quello che fanno”. 50 Né mio né tuo. 52 Si lava le mani della sorte di Gesù. 54 Il colore della vita e della purezza. 56 Sovrano. 58 C’è n’è anche uno sulla passione. 59 Esempio in breve. 60 Materiale della corona posta sul capo di Gesù. 61 Il materiale delle candele. VERTICALI: 1 Nome del periodo prima di Pasqua. 2 I venerdì di Quaresima, va fatta dalle carni. 3 Le croci sul monte della crocifissione. 4 Soluzione del gioco. 5 Il primo Papa. 6 Io, …, egli, noi, voi, essi. 7 E… davanti ad una parola che inizia per vocale. 8 Pezzo di ciliegia. 9 Metà di otto. 10 La quinta nota musicale. 11 Uno dei profeti. 13 Imparala e mettila da parte. 16 Società Autostrade Trasporti. 18 Le vocali in spia. 19 Negazione. 20 Stare all’… aperta. 24 Inizio dell’Imam. 25 Il monte della crocifissione. 26 Rabbia, collera. 28 Ascoli senza ‘s’ e ‘l’. 31 Ingegnere in breve. 32 Le vocali in gallo. 36 Suffisso che indica un gruppo di anni e nome maschile. 37 Congiunzione avversativa. 39 Le prime vocali. 40 Le vocali di Pisa. 41 Una squadra di calcio di Milano. 42 “San” in Brasile. 44 Varese. 47 Inizio di epistola. 48 Democratici Liberali. 49 Le vocali in Roma. 50 La tessera dei telefonini. 51 Le vocali in buca. 53 Un po’ d’Africa. 54 Iniziali Lauzi. 55 Comitato Sociale. 56 Iniziali di Pozzetto. 57 Le vocali in sei. La posta dei lettori I “giovani di ieri” La Parrocchia Ascoltiamo i nostri maestri di vita Una realtà importante Vecchi: una parola che viene spesso usata per indicare persone ritenute inutili. E pensare che basterebbe poco per scoprire il meraviglioso mondo che si cela nei loro occhi stanchi, nei loro volti segnati dal tempo e dalla sofferenza. Basterebbe fermarsi un attimo, parlare un po’ con loro e ascoltare con il cuore ciò che hanno da dire. Nella sua “Lettera agli anziani”, Giovanni Paolo II a proposito della vecchiaia scriveva: «...in un certo senso è l’epoca privilegiata di quella saggezza che in genere è frutto dell’esperienza». Gli anziani erano da lui particolarmente amati e considerati, proprio in virtù della loro età, «maestri di vita». Ed è ciò che sono, o meglio, che potrebbero essere, se soltanto noi glielo permettessimo. In un mondo in cui il consumismo e la superficialità la fanno da padroni, i “vecchi” potrebbero insegnare, soprattutto ai più giovani, il valore delle piccole cose, ottenute con grandi sacrifici. Ma ci costa lottare o, ancor peggio, rinunciare a qualcosa che riteniamo “nostro”, e non ci rendiamo conto che la nostra vera ricchezza non sta in ciò che possediamo, bensì in ciò che siamo disposti a dare. Silvia Venturelli E’ difficile concepire la Parrocchia come luogo distaccato dalla vita di ogni giorno. Eppure c’è bisogno di distinzione, di ritrovare valori morali, condivisione ed aiuto reciproco. Tre sono le cose irrinunciabili che ci fanno crescere e ci aiutano a raggiungere quella fratellanza in Cristo che distingue i cristiani: amore, compassione e dialogo. Ognuno di noi è alla ricerca di qualcosa che ci aiuti a liberarci dalle catene della vita, fatte di indifferenza, egoismo, solitudine e dolore. La Parrocchia ci chiama prima all’ascolto della Parola, poi alla condivisione, al donarsi agli altri, al renderci utili, a rendere la Parola di Dio concreta nel nostro vivere quotidiano. Non sempre è facile, anzi a volte è molto difficile, perchè le realtà parrocchiali sono molteplici. Questo accade quando sopraggiunge l’individualismo, la voglia di sentirsi più importanti degli altri, di mettersi in mostra. Nessuno è indispensabile, ma tutti insieme formiamo un corpo sempre più forte nel testimoniare con gioia la Parola di Dio, senza artifici e pomposità, ma nella semplicità. E’ compito della Parrocchia irradiare l’Amore di Cristo; ciò è possibile solo se si fa una viva esperienza del suo Amore. Marilena Gattini La poesia La felicità Di che è fatta la felicità / Di un pezzo di carta? / Di un usignolo che canta, / oppure di un albero che guarda, / oppure di un fiore che smarrisce nel nulla?... / No?... / La felicità è fatta di mille cose / che vogliono messe assieme, / e legate a quel filo sottile, / che è la vita. Giovanna Pasquini, la poetessa, è nata in Gran Bretagna e vive ad Avenza. Ha pubblicato per la casa editrice “Libro Italiano World”, la raccolta di poesie “A Cuore Nudo”. Questa è la dedica al suo libro Emily Bronte: «Se il mio cuore avesse conosciuto la falsità, non una spina avrebbe turbato la mia strada, il mio spirito non avrebbe perduto il riposo, non avrei versato queste lacrime». Parole che esprimono bene i moti del suo animo, nell’incorporeo trascorrere di una vita vissuta nella pienezza degli affetti, nei tanti pensieri che si rinnovano sempre e per i quali tutto sembra ricominciare, come d’incanto. Con tocco lieve ma vigoroso, l’autrice ci svela il proprio intendere la vita. Filo sottile non tanto in quanto fragile, ma diremmo forse sottile come una possibilità, capace di entrare nelle cose e dalle “mille cose che compongono la felicità” farsi arricchire. AGENDA Il Seme – MARZO-APRILE 2007 2 REDAZIONE Direttore responsabile: Don Giovanni Barbieri Direttore redazione: GEMELLAGGIO SAMARITANI OGGI Domenica 22 aprile, gli amici della parrocchia di San Lorenzo di Minerbe (VR), che accogliamo con un caloroso messaggio di benvenuto, ci faranno visita per trascorrere con noi una giornata di condivisione e allegria. VI Rassegna del Volontariato Si svolgerà sabato 5 maggio in via Casola. Giovedì 3 maggio, alle 21,15, nel salone parrocchiale si terrà un incontro di preparazione con testimonianze di volontariato. Massimo Binelli CATECHISMO per cresimandi Hanno collaborato: Suor Patrizia Arrighini Padre Claudio Baleani Andrea Benocci Maurizio Bertolini Laura Bertonelli Alessandra Giovanetti Franco Lorè Cinzia Parducci Stefania Pasquini Marco Riva Riccardo Riva Lucilla Simonini Emanuela Vanello Alessandro Venturelli Giovanni Venturini ATTENZIONE ALLE TRUFFE Il 22 aprile, dalle 9,45 alle 17, alla chiesa Maria SS. Mediatrice si terrà l’ultimo incontro per i ragazzi che quest’anno riceveranno la Cresima. L’invito è esteso a tutti i giovani delle Parrocchie di Marina e Avenza. Catechiste e animatori vi aspettano numerosi! Venerdì 20 aprile, alle 15,30, alla sala Amendola di Avenza, incontro di informazione dal titolo “Come difendersi da truffe e raggiri ai danni degli anziani”. La conferenza sarà tenuta dal comandante della Stazione dei Carabinieri di Avenza, maresciallo Filippo Mirabella. CATECHESI PER ADULTI ORARIO SANTE MESSE Tutti i mercoledì, alle 16, si terranno letture commentate del Compendio di Catechismo della Chiesa Cattolica. Maria SS. Mediatrice A cura di suor Maria Rosa. Avenza Giorni feriali: 9 - 18 Prefestivi:0 9 - 18,30 Giorni festivi: 8,30 - 10,30 - 18,30 San Giovanni Bosco Sede: via Villafranca, 51 54031 – Avenza (MS) ORATORIO BAMBINI L’oratorio è aperto tutti i sabati dalle 15 alle 17,30. Recapiti: 0585/52765 [email protected] FAMIGLIA Autorizzazione Tribunale di Massa numero 389 del 12 marzo 2007 Venerdì 20 aprile, alle 21,15, nel salone parrocchiale si terrà la conferenza: “Crisi educativa nella famiglia: segni di ripresa”. COMUNIONI PELLEGRINAGGIO La cerimonia delle Prime Comunioni verrà celebrata domenica 20 maggio alle 16,15 nella chiesa parrocchiale. Mercoledì 18 aprile, pellegrinaggio a Roma e udienza dal Papa con i vescovi della Toscana. Prenotazioni entro il 10. Battilana Giorni festivi: 9,30 ADORAZIONE EUCARISTICA Domenica e solennità: Martedì mattina: Martedì pomeriggio: 1° venerdì del mese: 17,15 09,40 - 11 16 - 17,45 17 SANTO ROSARIO Giorni feriali: Giorni festivi: 17,30 18 CAMPANE A RINTOCCHI BENEDIZIONE ANNUALE ALLE FAMIGLIE 16 aprile 17 aprile 19 aprile 20 aprile 23 aprile 24 aprile 26 aprile 27 aprile via Bolfano e via del Parmignola via Filattiera e via Fossa Maestra via Siena, via Pontremoli e via Sarzana via Lucca e via Fivizzano via Bulderini e via dei Corsi via Arezzo, via Grosseto, via Pistoia e via Aulla via del Macchione via Aurelia Le benedizioni cominceranno alle 15,30 e termineranno alle 18,30 circa. Per fissare un appuntamento con i sacerdoti, telefonare al numero 0585/52.765. Dora Castè Vincenza Cirino Rita Giarelli Rino Barattini Maria Cordiviola CAMPANE A FESTA Giovanni Maria Rogato Emanuele Giovanni Pisani Thomas Paolo Musso