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ANICA
ANICA SCENARIO
02/07/2014 Brescia Oggi
Massimo Ranieri è Pasolini nel « noir » di David Grieco
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02/07/2014 Corriere Mercantile - Genova
Enrico Vanzina «Con Carlo torno al film di Natale»
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02/07/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Depardieu tra eccessi e anarchia: mi godo la vita, odio le etichette
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02/07/2014 Il Giornale - Nazionale
Niente bionde, tanto Freud Ecco la vita da cinema dell' attore più esistenziale
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02/07/2014 Il Giornale - Milano
Film da «annusare» Arriva il cinema a cinque dimensioni
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02/07/2014 Il Manifesto - Nazionale
«Lo cunto de li cunti», una sfida fantasy
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02/07/2014 Il Manifesto - Nazionale
Una resistenza più che naturale
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02/07/2014 Il Manifesto - Nazionale
Frammenti di realtà, raccordi di invenzione
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02/07/2014 Il Mattino - Nazionale
Ranieri è Pasolini nel film sul mistero della morte
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02/07/2014 Il Messaggero - Nazionale
«La magia ti rende normale»
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02/07/2014 Il Messaggero - Nazionale
Guzman e tanti attori ballerini star di Giffoni
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02/07/2014 Il Secolo XIX - Basso Piemonte
IL PERICOLO È UN BEL MESTIERE
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02/07/2014 Il Tempo - Roma
Bonelli: ecco i trucchi per fare cinema
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02/07/2014 Il Tirreno - Lucca
Film di alto livello e tanto teatro per le serate di relax
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02/07/2014 Il Tirreno - Nazionale
Massimo Ranieri è Pasolini nel film "La macchinazione"
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02/07/2014 La Nuova Sardegna - Nazionale
Sotto le stelle con i grandi film
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02/07/2014 La Stampa - Nazionale
"Il mio supereroe dei sentimenti"
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02/07/2014 Libero - Nazionale
NERI PARENTI «Dirigo ancora Massimo Boldi ma non tornerà con De Sica»
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02/07/2014 Quotidiano del Molise
Tra corti e lungometraggiil cinema 'trionf il cinema 'trionfa' sempre
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19 articoli
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Brescia Oggi
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CINEMA . Iniziate ieri le riprese del nuovo film del regista che iniziò la carriera proprio con l´ autore di «Salò»
Massimo Ranieri è Pasolini nel « noir » di David Grieco
L´attore Massimo Ranieri: sarà Pasolini nel film La Macchinazione Quando il 2 novembre del 1975 il corpo
senza vita di Pier Paolo Pasolini fu trovato all´Idroscalo di Ostia, David Grieco fu tra i primi a giungere sul
posto insieme al medico legale Faustino Durante. Grieco, allora 23 anni, aveva cominciato a lavorare nel
cinema giovanissimo proprio con Pasolini e i due erano legati da profonda amicizia; a lui la famiglia chiese di
scrivere la memoria di parte civile del primo processo per l´omicidio. Ieri sono iniziate a Roma, le riprese di La
Macchinazione di Grieco che racconterà gli ultimi tre mesi di vita di Pasolini - interpretato da Massimo Ranieri
- e del suo rapporto con il giovane ragazzo di vita Pino Pelosi. Non solo quindi Abel Ferrara con Willem Dafoe
nei panni dell´indimenticabile poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista italiano. Il
2015 sarà infatti l´anno dedicato al genio pasoliniano con questo nuovo inedito progetto. Un omicidio che ad
oggi è ancora uno dei misteri italiani più discussi. Nel film di Grieco si ricorda Pasolini, coscienza critica e
anticonformista del nostro paese, alla vigilia di cambiamenti epocali per l´Italia, mentre lavora al suo film, sta
scrivendo Petrolio, opera che denuncia le trame di un potere politico ormai corrotto fino al midollo. In quegli
stessi giorni, Pasolini frequenta Pelosi ragazzo di borgata. Una borgata dove comincia a muovere i primi
passi un´organizzazione criminale che si avvia a diventare padrona della città: la Banda della Magliana.
Quando, la notte del 26 agosto, viene sottratto dagli stabilimenti della Technicolor il negativo di Salò, scatta
una trappola mortale che vede la sinergia fra delinquenza comune, crimine organizzato e una criminalità
politico-finanziaria che forse a tutt´oggi conserva larghe sacche di potere nel nostro Paese. Nella notte fra l´1
e il 2 novembre del ´75, Pasolini si reca all´Idroscalo per riavere il negativo del film. Pasolini che circolano da
anni sono tante» spiega Grieco: «Pasolini è stato ucciso da Pelosi che ha fatto prima da informatore per il
furto delle bobine di Salò e poi da esca per l´agguato all´Idroscalo. Pasolini è stato assassinato dalla
famigerata Banda della Magliana. Pasolini è stato eliminato su ordine di Eugenio Cefis perché indagava sui
loschi traffici del presidente di Eni e Montedison che avrebbe fondato la P2. Oppure Pasolini si è fatto
uccidere e si è fatto Cristo, come sostiene l´amico e pittore Giuseppe Zigaina? La Macchinazione sposa tutte
queste ipotesi». Ranieri darà vita a Pasolini: «È un attore straordinario ed è l´interprete ideale di questo film.
Pochi mesi prima di morire, Pier Paolo si trovò seduto accanto a Ranieri prima di una partita di calcio. Lo
guardò intensamente e gli disse: "Sai che è proprio vero che tu ed io ci somigliamo?"» ricorda Grieco, che
definisce La Macchinazione un film politico ma anche un noir intrigante fruibile da chi non sa nulla degli eventi
dell´epoca. Il film, una co-produzione Italia-Francia, è prodotto da Propaganda Italia e To be continued
Productions in associazione con la Lazio Film Commission. Scritto da Guido Bulla e David Grieco, è
interpretato oltre che da Ranieri, da Libero De Rienzo, Roberto Citran, Milena Vukotic, Matteo Taranto,
Francois Xavier Demaison e dal giovane Alessandro Sardelli per la prima volta sullo schermo. Fabio
Zamarion è il direttore della fotografia. Il film si girerà a Roma e dintorni fino a metà agosto.
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GENOVA FILM FESTIVAL L'ospite della kermesse
Enrico Vanzina «Con Carlo torno al film di Natale»
Lo sceneggiatore: «Intanto giriamo una commedia con Raoul Bova»
ELIANA QUATTRINI
nrico Vanzina ha per le mani almeno due film. Uno lo produce e l'altro lo gira, sempre insieme al fratello
Carlo. «Il primo è un film di Natale, il secondo una commedia sentimentale con Raoul Bova», dice. Lo
sceneggiatore romano ieri era ospite del Genova Film Festival alla multisala The Space. Nell'ambito della
sezione "Ingrandimenti" è stato intervistato da Oreste De Fornari e ha introdotto "Un matrimonio da favola",
l'ultimo dei suoi cento titoli. Tornate ai film di Natale? «Una rivincita. Proprio quando De Laurentiis divorzia
artisticamente da Neri Parenti e Christian De Sica, producendo un film con Lillo e Greg, noi torniamo dopo
tanto tempo con lui, nostro grande amico, che dirigerà il prossimo film di Natale "Ma tu di che segno sei?" con
Massimo Boldi, Gigi Proietti, Vincenzo Salemme, Ricky Memphis e quattro attori giovani». C'è per caso un
genovese? «L'unico genovese con cui ho lavorato è Paolo Villaggio, un vero intellettuale come Proietti. Sono
due attori che amo moltissimo, perché conoscono Shakespeare ma amano la cultura popolare. Sanno che la
comicità è una, con le sue leggi. Non diranno mai, il mio film fa ridere però, cercando nel però una
giustificazione che non esiste». Il pregiudizio dei critici sulla commedia. «Dal dopoguerra a oggi la commedia
all'italiana è stato il genere più importante che ha descritto i cambiamenti della società». Quale limite non si
deve superare? «La commedia non deve diventare una formula, serializzarsi, diventare televisione. Mi è
capitato di serializzare, ma abbiamo fatto film molto innovativi, come "Eccezzziunale veramente", parlando di
calcio, citando gli anni Sessanta in "Sapore di mare", o con i nostri sei, sette film di Natale. Sono stati gli altri
a farne decine. Ci fa imbestialire: quando hanno iniziato gli altri sono diventati cinepanettoni, una parola che
mi fa schifo. Il cinema è quando tu entri in una sala, ti raccontano una storia e non ti aspetti quello che
accade, né le frasi che dicono». La volgarità? «Cos'è volgare? Io credo che un certo modo di parlare riguardi
la vita. Chi attacca le parolacce non va nei bar, in discoteca, sull'autobus, per strada. La gente parla così e il
cinema deve cogliere questo linguaggio scorretto e vero. Volgare è specularci sopra». Perché i segni
zodiacali? «Sono molto interessanti, perché portano l'uomo a essre irrazionale e incoerente. È un argomento
buffo che riguarda tutti». Qual è il suo segno? «Ariete, sono molto Ariete. Impulsivo, iracondo, superficiale,
litigo e poi dimentico tutto. Carlo è Pesci, silenzioso, malinconico, non vuole vedere le cose che vanno male.
Non ascolto l'oroscopo alla radio né lo leggo per non farmi condizionare». Che film girate con Raoul Bova?
«"Torno indietro e cambio vita", una commedia sentimentale che dirige mio fratello, prodotta dalla Cattleya.
Gli altri attori sono Giulia Michelini, Ricky Memphis, Max Tortora. È la storia di un uomo lasciato dalla moglie.
Disperato, dice a un amico che farebbe qualsiasi cosa pur di ritornare indietro nel tempo e scegliere un'altra
donna. Come in "Ritorno al futuro", accade veramente. Ritorna bambino, quando ha conosciuto lei, e tutto il
film consiste nello sforzo di non innamorarsi non abbiamo mai litigato, abbiamo letture simili. Scriviamo
insieme, Carlo fa la regia, al montaggio ho voce il capitolo, della produzione mi occupo più io. Tutto per il
bene del film. È stato un grandissimo colpo di fortuna, benedetto da nostro padre, Stefano Vanzina, in arte
Steno. Subito siamo stati osteggiati, lui non voleva, ma facciamo cinema perché siamo nati in quella
famiglia». Il primo a disubbidire chi è stato? «Carlo, che nonostante la disopprovazione a 17 anni lavorò con
Mario Monicelli e a 23 girò il suo primo film. Poi ho mollato io. Lavorare insieme è stato un piacere lungo
quarant'anni. Il patto iniziale dura ancora». Com'era Steno? «Uno dei grandissimo del cinema italiano. È stato
il regista di Totò, Alberto Sordi, ha inventato il poliziottesco con "La polizia ringrazia", recitato da Mariangela
Melato ed Enrico Maria Salerno, l'unico film firmato con il suo nome vero per non fare pensare a una
commedia. Poi siccome aveva una moglie, nostra madre, che spendeva più di quanto lui guadagnasse, ha
fatto un po' di tutto, anche i film con Franchi e Ingrassia. Attraverso di noi è rimasto in contatto con i giovani e
ha lanciato Renato Pozzetto, Diego Abatantuono». Anche voi siete identificati con la commedia. «Ma
abbiamo fatto anche film di genere come "Tre colonne in cronaca", il melò "Sotto il vestito niente"». Cosa
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Corriere Mercantile - Genova
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pensa di Pietro Germi? «È il più grande regista italiano di tutti i tempi, più di Fellini e Visconti. Germi non ha
avuto la stessa attenzione perché osteggiato dai critici militanti di sinistra. Mio fratello ha avuto a che fare con
lui quando doveva dirigere "Amici miei", poi passato a Monicelli. Aveva una lucidità totale sulla commedia. È il
regista più asciutto e ironico, con una capacità stupefacente di scegliere gli attori e a sua volta attore
eccezionale. Nelle sue commedia non ci sono né una scena né una battuta di troppo. Sono perfette». della
donna della sua vita». Com'è lavorare fra fratelli? Lo fanno i Manetti, i Coen, i Taviani, voi. «I fratelli Marx
fecero un film con i Warner Brothers, ma questi fecero causa per un contrasto. Groucho disse: "Mettiamola
così, siamo stati fratelli prima di loro". Noi lo stesso: siamo stati fratelli prima dei Manetti. Fra fratelli si lavora
come in un ristorante a conduzione familiare: uno sta in cucina, l'altro in sala. Ci capiamo perfettamente,
L'unico genovese con cui ho lavorato è Paolo Villaggio, un vero intellettuale come Proietti. Li amo moltissimo,
perché conoscono Shakespeare e la cultura popolare. Sanno che la comicità è una, con le sue leggi. Non
dicono, il mio film fa ridere però, cercando nel però una giustificazione che non esiste. "Ma tu di che segno
sei?" L'esempio di papà Steno
PAPÀ STENO, GLI INIZI, I PREMI Enrico Vanzina (nella foto di Paolo Zeggio), nato a Roma il 26 marzo
1949, è uno sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. È il primogenito del regista e sceneggiatore
Steno (pseudonimo di Stefano Vanzina) e di Maria Teresa Nati, e fratello maggiore del regista e produttore
Carlo Vanzina. Ha frequentato il Lycée Chateaubriand di Roma. Da circa 25 anni anni è produttore dei suoi
film. Ha vinto infiniti premi tra i quali una Grolla D'oro, il Premio De Sica, il Premio Flaiano, il Nastro d'Argento,
il Premio Charlot, il Premio America, il Telegatto. Ha collaborato per cinque anni al "Corriere della Sera" e da
diciassette scrive sul "Il Messaggero". UN UOMO ABBANDONATO Nel film "Torno indietro e cambio tutto",
Raoul Bova (nella foto) interpreta il ruolo di un uomo abbandonato dalla moglie. Disperato, si sfoga con un
amico sognando di tornare indietro nel tempo. Quando accade, cerca di non innamorarsi più di lei.
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02/07/2014
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L'intervista L' attore sarà protagonista al Festival di Spoleto. «Non sono di destra né di sinistra, vengo dalla
terra ma non lavoro per le tasse»
Depardieu tra eccessi e anarchia: mi godo la vita, odio le etichette
«I registi italiani? Tutti comunisti con case ovunque»
Valerio Cappelli
SPOLETO - Non aspetta le domande, comincia subito a parlare lui (in un italiano mischiato all'inglese), di
Love Letters di Gurney, lo spettacolo che il 5 luglio porterà al Festival di Spoleto: lui, il ciclone Gérard
Depardieu, un attore per cui la regola è l'eccesso, la norma è la dismisura. Intervalla le parole a qualche
imprecazione. Dal ventre enorme dell'attore escono idee «strettamente personali».
«Questo è uno spettacolo molto intimista, siamo solo noi due sul palco, Anouk Aimée e il sottoscritto. Forse
avremo un microfono, mi sembra un po' esagerato andare in Piazza Duomo, dovevano scegliere una chiesa.
Mi dispiace perché quello di Spoleto è un grande festival, lo conosco da trent'anni, non ci avevo mai
lavorato».
È il percorso epistolare di due amanti che non riusciranno mai a vivere insieme: qual è la lettera che l'ha
colpita di più?
«Una delle ultime, quella che parla di morte, ne prende consapevolezza. Questo testo è una bella pagina,
molto americana, ma l'amore è universale. Anche se è scritto per due personaggi anziani, l'amore dentro di
loro è immortale».
Lo scambio epistolare è stato spazzato via da sms e email.
«Ho un cattivo rapporto col telefonino e anche col telefono fisso. Gli sms ti fanno perdere il vocabolario, è un
nuovo linguaggio che non mi interessa. Io scrivo ancora lettere».
C'è qualcosa, come artista, che vorrebbe avere di Anouk Aimée, della sua natura di attrice?
«Anouk è un miracolo, ha 82 anni ed è rimasta bambina. Il teatro ti lascia giovani. Abbiamo già recitato
insieme Love Letters al Teatro Antoine a Parigi. Dieci giorni di tutto esaurito. Ma la Francia mi rompe... Allora
ho lasciato tutto il compenso ad Anouk, non voglio lavorare per pagare il 100 per cento di tasse».
Lei è stato criticato per aver preso, in polemica con il Fisco, la cittadinanza in Russia .
«Non sono andato a Mosca per evadere le tasse ma perché Putin mi ha dato un passaporto e perché mi
piace la letteratura russa. Non è una questione di soldi, io vengo dalla terra, sono nato povero, sai che me ne
frega dei soldi. Amo più di tutto l'Italia (dove si mangia bene ovunque e non c'è bisogno di andare nei grandi
ristoranti, bastano le trattorie), e la Russia, dove non conosco nessuno, specialmente i giornalisti. In Francia
dicono che Putin è un dittatore. Io dico che cerca solo di fare il meglio per il suo Paese. Intanto in Francia
hanno ucciso i piccoli agricoltori, quanto alla cultura ad Avignone gli attori protestano... Non ci sono più
festival in Francia, solo bagarre. Bisogna viverci in un Paese prima di criticarlo, hanno sbagliato indirizzo, che
andassero nella Corea del Nord».
Pochi giorni fa in tv Ettore Scola ha pronunciato parole dure contro di lei, ha detto che è un evasore fiscale, e
che per lavorare insieme deve esserci stima reciproca...
«Abbiamo un progetto per un film, una bellissima storia di cui non voglio parlare. Prima Scola non voleva farlo
perché lo produceva Berlusconi e ora non so. Non credo che troveranno i soldi. Amo Ettore Scola anche se
mi ha criticato. Io non sono né di sinistra né di destra, glielo dissi tanto tempo fa a Bertolucci, voi registi
italiani siete tutti comunisti, però avete case dappertutto. Mi rispose che in Russia è pieno di Mercedes. Io
sono un essere vivente, mi piace la vita. Sono un cittadino del mondo, in Russia sono un viaggiatore e
basta».
Lei e Anouk Aimée siete legati al cinema d'oro italiano .
«Marcello Mastroianni era straordinario, lo era anche Gassman ma quando faceva l'intellettuale mi
infastidiva... Ricordo Novecento di Bertolucci, Robert De Niro che prendeva continuamente appunti e io
niente, poi mi guardava con gli occhi di fuori quando facevo colazione: cinque uova, il lambrusco... Preferisco
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Corriere della Sera - Ed. Nazionale
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(diffusione:619980, tiratura:779916)
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il cinema italiano dagli anni 50 agli 80, ma avete ancora registi importanti, sono contento per l'Oscar a
Sorrentino, anche se preferivo Il divo a La grande bellezza , che trovo un po' meccanico. Il problema è che la
televisione ha ucciso la cultura, l'immaginazione e anche il grande cinema. La verità è che si fanno centinaia
di brutti film all'anno».
Che cosa risponde alle accuse al film di Abel Ferrara sugli scandali sessuali dell'ex ministro Strauss-Kahn,
che lei impersona?
«Welcome to New York non è un film su di lui ma su qualcuno che gli somiglia. Dentro ci sono tanti intrighi,
anche quelli della Cia. Strauss-Kahn è un uomo intelligente, migliore di Hollande».
E i recenti fatti politici?
«Sui guai giudiziari di Sarkozy non ho niente da dire. Seguo con interesse il vostro Renzi, mentre Beppe
Grillo non mi piace... Ho conosciuto Fidel Castro, Giovanni Paolo II, Mitterrand. Ma parliamo di Love Letters ,
la politica mi annoia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dice di loro Robert De Niro «Sul set di "Novecento" strabuzzava gli occhi per la mia colazione: 5 uova e
lambrusco» Anouk Aimée «Abbiamo già recitato insieme "Love Letters" a Parigi. Dieci giorni di tutto esaurito»
Vladimir Putin «In Francia dicono che è un dittatore: per me cerca solo di fare il meglio per il suo Paese»
Foto: Il set scandalo Jacqueline Bisset (69 anni) e Gérard Depardieu (65) nei panni di Strauss Kahn in
«Welcome to New York»
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02/07/2014
Il Giornale - Ed. Nazionale
Pag. 24
(diffusione:192677, tiratura:292798)
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MARLON BRANDO
Niente bionde, tanto Freud Ecco la vita da cinema dell' attore più
esistenziale
Dieci anni fa, obeso e senza soldi, moriva il «Selvaggio» Fu il più bello e il più ricco. Una psico-biografia d'
autore
Luigi Mascheroni
Dieci anni fa moriva, a 80 anni, obeso, malato, senza soldi, l'attore che era stato il più bravo, il più bello, il più
ricco di tutti. MarlonBrando.Lasua vita,cinematografica, e il suo cinema, esistenziale, sono raccontati in una
nuova eccellente psico-biografia del critico Goffredo Fofi: Marlon Brando , dal perfetto sottotitolo Una tragedia
americana (Castelvecchi). Sfogliando la quale (soprattutto le 50 pagine del Prologo ) si scopre che:
INTELLETTUALI AL PASSO COI TEMPI Nel 1951, dopo il successo del film Un tram che si chiama Desiderio
di Elia Kazan, i giornalisti italiani che cominciarono a parlare di Brandononsapevano come tradurre jeans etshirt,edicevano«magliette con le maniche corte» e «calzoni da tuta di lavoro». ESSENZA DELL'ATTORE
L'elogio di Kazan: «C'era in Brando qualcosa di miracoloso: gli spiegavo cosa volevo e ascoltava, ma la sua
attenzione era così assoluta che parlargli era un'esperienzastupefacente; non rispondeva immediatamente,
ma se ne andava e poi faceva qualcosa che spesso mi sorprendeva. Quel che pensavo era allora: "Signore,
è meglio di quel che gli ho detto!"». GENIO E GENI Il padre, taciturno, disinteressato ai figli, era un bell'uomo,
donnaiolo. La madre, che poi ebbe grossi problemi con l'alcol, secondo l'insegnante di recitazione di Marlon
era «una creatura bellissima, celestiale, svagata». IL MEGLIO Interpretazione migliore (per Fofi): nel film
Riflessi in un occhio d'oro di John Huston (1967). IL PEGGIO Interpretazione peggiore (per Fofi): nel film In
fuga col malloppo , di Yves Simoneau (1998): «In questo ignobile farsetto,Brando siprestaa mostrarsi in una
decadenza assoluta, più ributtante che squallida». SOGNI Quellodi Marlonera didiventare un batterista
famoso. Adorava il jazzista Gene Krupa. FREUD E STANISLAVSKIJ Brando cominciò, su consiglio di Kazan,
la sua interminabile psicanalisi nello stesso momento in cui iniziò a frequentare l'Actors Studio. «
HOLLYWOOD? FA SCHIFO» Brando, primo vero divo «antidivo»diHollywood, non sopportava il cinema, né
la professione d'attore («Non ho nessun rispetto per la recitazione. Recitare è in massima parte l'espressione
di un impulso nevrotico»), tanto meno Hollywood.Innumerevoli le sue battute contro la lobby ebraica e gli
studios . Tipo: «Hollywood è un grosso registratore di cassa che squilla ingoiando soldi da mattina a sera».
MACCHINA DA SOLDI Dopo l'Oscar per Fronte del porto , del '54, per un decennio Brando fu tra i ten top
money-makers d'America, i dieci attori che facevano incassare di più. FORSE ERA MEGLIO SE... Film che
avrebbe dovuto fare: Senso di Luchino Visconti con Ingrid Bergman (non lo volle il produttore Gualino: era
troppo poco di cassetta in Europa), Giulietta e Romeo di Castellani accanto alla Taylor(nonlopresero
perchécostava troppo), un Amante di lady Chatterly francese, Paris Blòues conMarilynMonroe (poi lo
feceroPaul NewmaneJoanneWoodward), il Casanova di Fellini e, sempre di Fellini, un film su Picasso.
FORSE ERA MEGLIO SE NON... Film che non avrebbe dovuto fare: tanti, a partire da Candy (1968), «il più
stupido tra i suoi molti film stupidi». IMPROVVISAZIONI Discorso di ringraziamento per l'Oscar del '54:
«Grazie, molte grazie... ehm , è molto più pesante di quel che credevo... ehm , io, ehm , ho qualcosadadire,e,
ehm ,non mi ricordo cosa, ehm , stavo per dire... per la mia vita... Non credo che, ehm ,stavoperdire...per la
mia vita...Non credo che, ehm , mainellamia vita ci sono state tante persone così direttamente responsabili di
come sono. Sono molto, molto contento... Grazie». FLIRT Centinaia, fra i quali Rita Moreno, Anna Maria
Pierangeli, l'allora diciannovenne Josiane Béranger, conosciuta sul set di Désirée (1954). Ebbe tre mogli e
diversi figli: cinque legittimi e almeno altri sei da amanti sparse in tutto il mondo. NIENTE BIONDE Le sue
donne erano tutte di carnagione e capigliatura scura, spesso asiatiche o messicane. Respinse sempre
lebionde,cioèledonneche potevano ricordargli la madre. PETTEGOLEZZI Quelli sulla sua omo e bisessualità,
si sprecano. ITALIANE Nel 1961 accettò di girare, per un milione di dollari, il film Pelle di serpente con Anna
Magnani. Non fu un rapporto facile,elalavorazionefutempestosa.«Le mani miprudevano spesso», disse
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02/07/2014
Il Giornale - Ed. Nazionale
Pag. 24
(diffusione:192677, tiratura:292798)
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
l'italiana. E certamente prudevano anche a Brando. Invece, mentre girava La contessa di Hong Kong con
Sophia Loren, disse a un amico: «Se dovessi morire, evitate soltanto che quella venga a piangere sulla mia
tomba con tanti fotografi attorno». E per tenerla a bada, un giorno, nel mezzo di una scena sentimentale,
arrivò a dire alla Loren: «Hai molti peli neri nelle narici». SCHERZI Ne faceva di tutti i tipi, sempre, a tutti. Tra i
più frequenti, il mooning , che consisteva nel calarsi i pantaloni e mostrare il culo in pubblico all'improvviso. Il
migliore, fatto a milioni di telespettatori, quando la notte degli Oscar del '73, dove vinse la statuetta per Il
padrino , mandò al suo posto una giovane apache. RADICAL CHIC Nelperiodopoliticamente più azzardato
della sua vita, si accostò anche alle Pantere nere . Dei politici diceva: «Anche loro sono dei bravi attori come
noi. Per il loro business sapere recitare è molto importante». COMMEDIA Nel '78, per recitare
pochissimiminuti in Superman , ottenne 2 milioni e mezzodidollari.«Trattandosi di un film ridicolo, tanto
valefarsipagare a peso d'oro» disse. TRAGEDIA La figlia Cheyenne si uccise a 25 anni, obesa e depressa,
nel '95. Il figlio Christian, cinque anni prima, le aveva ucciso il fidanzato da cui lei aspettava un figlio. Al
processo, Marlon Brando disse: «È probabile che comepadre siastatounfallimento». Come dice Fofi,
probabile.
Foto: FASCINO, AFFETTI E SUPERPOTERI
Foto: DRAMMA Con il figlio Christian, che uccise il ragazzo della sorellastra ed è morto all'età di 49 anni
Foto: CAMEO Nel film «Superman» (1978), percepì un faraonico cachet per recitare solo pochissimi minuti
Foto: ICONA Marlon Brando nel film «Il selvaggio» (1953). Gli Oscar li vinse con «Fronte del porto» e «Il
padrino»
02/07/2014
Il Giornale - Milano
Pag. 8
(diffusione:192677, tiratura:292798)
Film da «annusare» Arriva il cinema a cinque dimensioni
Poltrone che si muovono, vento e profumo per pellicole sulla città
Stefano Giani
Cinema da sentire. Non solo da vedere. Negli studios di Hollywood è una novità già da qualche anno, ma
sommessa. Il grande schermo non ha ancora dimestichezza totale con le cinque dimensioni. Così capita di
vedere Shrek , ma non l'ultima creatura di Guillermo Del Toro. A Milano le 5D arrivano adesso, in punta di
piedi. Oltre alle canoniche due e alla maggiore profondità, tipica della versione 3D oggi diffusa, si aggiungono
anche movimento e sensorialità. Un esempio. Ciuchino, voce di Eddie Murphy, sputacchia acqua che arriva
sul volto dello spettatore. L'effetto del vento. Il sobbalzare della carrozza sul terreno accidentato attraverso lo
scossone della poltrona. Insomma dipende dai soggetti e si adatta alle tematiche. In città questa nuova
formulazione è attiva da poche settimane. Un assaggio. Una prova. E gli effetti - specialissimi - sono applicati
ai documentari scientifici. Vengono direttamente da Nasa, Cnr o Istituto di geofisica e vulcanologia e
riguardano tsunami, delfini, plancton e i pianeti nella volta celeste. Oltre a un videorama di 30 minuti in
italiano e inglese dal titolo Milano e i suoi mastri d'arte e La Belle epoque , filmato di particolare attualità
perché celebra il primo e ultimo Expo ospitato finora dalla metropoli, nel lontanissimo 1906. Interessante
vederlo oggi. E magari fare i dovuti raffronti. La sala cineteca «Milano a memoria» si trova in piazza Diaz,
sotto i portici al lato sinistro del grattacielo con la terrazza Martini, ed è questo e molto altro ancora.
Attualmente, alle 19, è in corso di svolgimento un ciclo di proiezioni d'antan che hanno fatto storia. Domani
tocca a Metropolis di Fritz Lang, dopodomani L'Angelo azzurro di Josef von Sternberg con Marlene Dietrich,
sabato Amanti perduti di Marcel Carné e domenica alle 16 La passione di Giovanna d'Arco di Carl Dreyer. Ma
la sala 5D è disponibile per chi amasse il cinema al punto da volervi festeggiare qualche ricorrenza. Il
margine è ampissimo e basta telefonare e concordare un data compatibile con la programmazione e il gioco
è fatto. Allo stesso modo è possibile una visione collettiva per una durata stabilita con noleggio del locale. Il
prezzo varia tra i 5 e i 7 euro a persona per mezz'ora, che sale leggermente se viene riservato per 60 minuti.
Più vantaggioso invece per compagnie teatrali dilettanti. È possibile esibirsi senza spese particolari con i
«rischi» di dividere l'incasso. Nel bene e nel male. La sala contiene fino a 70 posti per il cinema, che
diventano 99 in versione teatro, grazie all'abbattimento di una parete che rende più estesa la platea. Per le
scuole è invece in funzione il «3D Lab», un laboratorio dove le scolaresche vengono ospitate per tutta la
mattina e viene loro mostrata l'elaborazione tridimensionale dell'immagine fatta con il telefonino. Un
procedimento che permette di far tornare sul cellulare il prodotto finito.
Foto: NUOVI MONDI Dall'alto in senso orario: la sala, l'ingresso, il foyer e la galleria della cineteca
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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NOVITÀ La sala «Milano a memoria» in piazza Diaz
02/07/2014
Il Manifesto - Ed. Nazionale
Pag. 13
(diffusione:24728, tiratura:83923)
«Lo cunto de li cunti», una sfida fantasy
Leonardo Gregorio CASTEL DEL MONTE
CASTEL DEL MONTE
Non è abituato a parlare di un suo film quando le riprese sono in corso, lo confessa, «anche per
scaramanzia». Del resto, aggiunge, «girare un film equivale un po' a farlo da bendati e, al momento, non
sono in grado di dire quale sia l'idea precisa di ciò che sto facendo; è un'incognita anche per me». Dopo le
riprese in Toscana e in Sicilia, Matteo Garrone da ieri è a Castel del Monte, in Puglia, col set di Il racconto dei
racconti, «libera interpretazione» del Lo cunto de li cunti (o Pentamerone), seicentesca raccolta di cinquanta
fiabe popolari di Giambattista Basile, un serbatoio cui attingeranno Charles Perrault e i Grimm. «La
dimensione fiabesca è presente in tutti i miei film - racconta Garrone- Ma è la prima volta che mi ritrovo a
raccontare storie legate a elementi soprannaturali, magici; il fantasy è nuova sfida per uno come me che si
diverte sempre ad attraversare i generi».
Sono tre le storie che ha scelto, con i suoi sceneggiatori Massimo Gaudioso, Ugo Chiti ed Edoardo Albinati:
«Storie che si intrecciano, un po' come ho fatto con Gomorra». E, per la prima volta, il cast è internazionale:
John C. Reilly, Salma Hayek, Vincent Cassel e Toby Jones. Fra gli italiani, Alba Rohrwacher e Massimo
Ceccherini. Le musiche saranno di Alexandre Desplat, sei volte candidato all'Oscar, presidente di giuria alla
prossima Mostra del Cinema di Venezia, che torna a lavorare con il regista romano dopo Reality. Le
scenografie che si intravedono nel cortile centrale di Castel del Monte (una pedana e panche dipinte, un
trono, lunghi arazzi che attraversano in lunghezza uno dei lati dell'ottagono di Federico II, luogo dalla «forza
esoterica» per Garrone) sono di Dimitri Capuani, che in passato ha lavorato con Scorsese. Questa volta il
regista si autoproduce con la sua Archimede Film, con Rai Cinema, Recorded Picture e Le Pacte.
Cineasta capace di coniugare sguardo documentaristico e slancio visionario, Garrone ritiene Il racconto dei
racconti in linea con il suo percorso: «In passato partivo dal contemporaneo per trasfigurarlo in una
dimensione fantastica, qui parto dal fantastico, dalle streghe, dagli orchi, per arrivare a una dimensione
contemporanea, e facendo questo film mi rendo conto quanto sia stato difficile realizzare quelli precendenti».
Cercherà, infine, di riportare i racconti di Basile alla loro forma originaria, perché «nascono come forma di
intrattenimento e si prestano a uno sviluppo drammaturgico. Spero di riuscire a dare al film altrettanta
spettacolarità».
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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SUL SET Matteo Garrone: «Giro una fiaba che mi porta al contemporaneo»
02/07/2014
Il Manifesto - Ed. Nazionale
Pag. 12
(diffusione:24728, tiratura:83923)
Una resistenza più che naturale
Giuliana Muscio ISCHIA
ISCHIA
Ci sono degli eventi culturali in Italia che restituiscono la speranza che qualcosa si possa ancora salvare in un
panorama di sprechi, mazzette e miliardi assegnati a chi non li merita, mentre chi lavora bene riceve le
briciole. L'Ischia Film Festival è una di queste realtà, soprattutto se si pensa alla minuscola quota decimale di
fondi che riceve rispetto all'altro più noto evento isolano, gratificato da cifre astronomiche pur non avendo
sull'isola, o sul cinema, una vera ricaduta.
Giunto alla dodicesima edizione l'Ischia Film festival è un «International Location Film Festival», ovvero,
come verrebbe da dire sbrigativamente, un evento dedicato al cineturismo, alle molteplici attività delle Film
Commission regionali e locali, fiorite ovunque in Italia e nel mondo. In effetti all'interno del festival si svolge
anche un convegno internazionale condotto da Ciro Cinetiempo, su «L'opportunità di promuovere i prodotti
tipici del territorio attraverso l'audiovisivo», quello che si è scoperto con film quali Resistenza naturale di
Nossiter, o In grazia di Dio di Winspeare (presente nel cartellone), e che si dovrebbe fare oggi. Ma non si
tratta di questo.
Difatti il festival, per bocca del suo direttore artistico Michelangelo Messina, parla di cineturismo in termini di
«identità culturale» piuttosto che di una vetrina per bei paesaggi - come dimostra l'inclusione nel programma
di Il Sud è niente di Fabio Mollo, e soprattutto di Piccola Patria di Alessandro Rossetto. O di La luna su Torino
di Davide Ferrario, che mostra un capoluogo piemontese quasi irriconoscibile, magicamente cinematografico
.
Il programma offre anche una selezione internazionale di corti e documentari, sempre focalizzati su territorio
e identità culturale, con una sezione di denuncia: Location negata mostra gli scempi che l'uomo fa sul
territorio o sul tessuto sociale ad esso connesso. Dal degrado di Genova alle contraddizioni di Taranto; dal
ghetto nero dei raccoglitori in Puglia alla fuga dalla Siria distrutta;dai sobborghi di Napoli, tra contrabbando e
sogni musicali, alle dighe nella Patagonia cilena, all'aumento vertiginoso dei prezzi immobiliari a Berlino.
Ci sono quest'anno alcuni omaggi speciali: a Nelson Mandela con Goodbye Bafana di uno degli «amici» del
festival Bille August, a Eduardo De Filippo con un suo film e il corto Incontro con Eduardo di Nello Mascia, e
un tributo al poliedrico Arnoldo Foà, con Almeno io Fo...à' di Alan Bacchelli e Lorenzo degli Innocenti. Oltre a
presenze illustri come il documentarista (e assistente di Custeau) Thierry Ragobert che presenta Amazonia, e
Amos Gitai con Ana Arabia. Non manca un pizzico di mondanità con l'attore di Beautiful, Sean Kanan, che si
propone in Failing Hope di Mark Blanchard.
Una sezione è dedicata al Nord Europa, con il norvegese North in the Sun, gli islandesi Of Horses and Man
e Whale Valley e il finlandese Things We Do For Love. Il programma può sfruttare «la più bella location
festivaliera al mondo», come dicono tutti gli ospiti quando vi giungono: il castello aragonese. Le proiezioni
avvengono infatti in diversi spazi del castello: la suggestiva cattedrale barocca dell'Assunta, col suo soffitto
sfondato, il piazzale delle Armi, il Terrazzo del Convento e, da quest'anno, anche la Chiesa di S.Pietro in
Pantaniello. Un percorso a saliscendi a rincorrere un film, una presentazione, un sorprendente esordio,
davanti al panorama, fuori di retorica, spettacolare di Ischia. E anche questo è un piccolo miracolo culturale
ischitano. Il monumento è gestito da privati, essendo stato acquistato dalla famiglia Mattera nei primi del
Novecento, quando era un cumulo di rovine. É stato restaurato per gradi, senza fondi pubblici, ma
finanziandosi con il percorso turistico al suo interno, e ora con un ristorante e un albergo di qualità', che
utilizzano i prodotti dell'orto biologico creato sul cucuzzolo, incluso un vino eccellente. Rispetto per il territorio
e la sua cultura coerenti nella forma , come nei contenuti del festival, che ha dovuto creare un «Friends'
corner» per ospitare film e progetti di chi, venuto una volta, vuole a tutti i costi tornarci.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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ISCHIA Si è aperto il Film Fest, al centro il rapporto col territorio
02/07/2014
Il Manifesto - Ed. Nazionale
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Frammenti di realtà, raccordi di invenzione
In concorso , tra gli altri, Paul Vecchiali e Eric Baudelaire. Un omaggio a Oscar Micheaux, il primo regista
african american della storia
Cristina Piccino
Marsiglia Danza ha visto annullare i suoi spettacoli uno dopo l'altro dalle proteste degli intermittenti, i precari
dello spettacolo francesi che da oltre un mese stanno manifestando duramente contro la riforma - peraltro già
firmata dalle parti sociali e dal governo - del sussidio di disoccupazione. Nelle acque intorno al Vecchio Porto
galleggiano le bare della cultura - il nuovo statuto colpisce i lavoratori al ribasso - mentre i teatri per ora
rimangono sbarrati.
A Avignone,che da Marsiglia dista pochi chilometri, seguendo il profumo estivo della Provenza, l'assemblea
dei lavoratori ha deciso invece per lo svolgimento del Festival-inaugurazione dopodomani affidata al Principe
di Homburg, regia di Giorgio Barberio Corsetti - anche se con modalità «militanti», ovvero interruzioni e
sospensione di qualche spettacolo. Un segnale positivo, visto che la rassegna teatrale nella città dei Papi era
l'evento intorno al quale si concentrava la maggiore tensione - l'altro giorno era intervenuta anche la ministra
della cultura Aurélie Filppetti.
Capitale europea della cultura lo scorso anno, che nelle ultime elezioni ha riconfermato l'Ump alla guida della
città (sindaco è Jean-Claude Gaudin), preferendo il Fronte nazionale ai socialisti (finiti al terzo posto)
Marsiglia, città di confine in ogni senso, è anche la sede del Fid, il Festival internazionale del documentario
che si è aperto ieri (fino al 7), e che quest'anno compie 25 anni.
L'indicazione nel nome però, cioè documentario, non rende il senso di un progetto che nei suoi molti itinerari una tripla competizione, internazionale, francese e per le opere prime, e una serie di schermi paralleli che
spesso raccolgono le scoperte più spregiudicate della programmazione - mette a punto una ricerca che
respinge qualsiasi etichetta del «genere». Cosa significa documentario al Fid Marseille, nelle molte sale
(stavolta anche il nuovo Mucem, il Museo del Mediterraneo) che accendono in questi giorni i loro schermi è
difficile dirlo. O meglio: possiamo affermare che è una sorta di intreccio, di caleidoscopio, un terreno in cui si
incontrano (e si scontrano) infinite linee, senza separazione, dell'immaginario. Crossover, installazione,
archivi, memoria, attualità, romanzesco, autobiografia, narrazione: le scelte del Fid non si pongono il
problema del limite, questo è il manifesto teorico rivendicato dal direttore, Jean-Pierre Rehm, col suo gruppo
di lavoro.
Ci sono nomi noti nel cartellone, e altri meno conosciuti almeno da noi in Italia. Per esempio Paul Vecchiali
con Faux raccords (che verrà presentato anche al Med Film festival di Roma, 4-13 luglio, nell'ambito di un
omaggio al regista corso). Ritroviamo Eric Baudelaire, autore del sorprendente Anabase, in gara a Marsiglia
qualche anno fa, una sorta di conversazione incrociata tra lui e il regista giapponese Masao Adachi, tra la
Storia e l'esperienza personale, tra le false partenze e i falsi ritorni. In Letters to Max il regista francese
racconta una corrispondenza epistolare che diviene, al tempo stesso, riflessione sull'idea di confine
geografico e politico, nazione, realtà e finzione. Il Max del titolo vive in Abhkazia, lo stato nato dalla
separazione con la Georgia, che ha una bandiera, dei confini appunto, ma non è mai stato riconosciuto a
livello internazionale. Esiste dunque o no?
La Siria, e la sua condizione di guerra, massacri, esodi, violenze cerca una sua immagine in Our terrible
Country di Mohammad Ali Atassi e Ziad Homs, un anno nella vita dello scrittore Yassin Haj Saleh, figura
chiave della dissidenza siriana contro il regime di Assad, che dalla guerra viene costretto all'esilio a Istanbul.
La Siria è anche Eau Argentée - Syrie autoportrait di Ossama Mohamamd e Wiam Simav Bedirxan, il film più
bello dello scorso Festival di Cannes, che la selezione artistica assurdamente non ha messo in concorso prigionieri del «paletto» che esclude i «documentari» - e che il Fid ripropone, giustamente, nonostante la sua
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FestivalSi è aperto a Marsiglia il Fid, dedicato al documentario fuori dal genere Un omaggio a Marguerite
Duras e alla sua poetica, che ispira il programma dell'edizione
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predilizione per le anteprime mondiali (quasi tutti i film nel cartellone lo sono). Una relazione a distanza tra i
due registi, uno a Parigi, l'altra a Homs durante l'assedio, tra bombe, morti, macerie, e il dolore acuto di
diventare clandestini nella propria città, lontani dalla casa in cui si è sempre vissuti, dagli amici scomparsi o
uccisi o fuggiti, dalla famiglia perduta per sempre. C'è solo un bimbo che gioca coi morti, e porta un fiore con
sé, cammina senza avere paura dei cecchini e delle pallottole, forse per non impazzire lo ha trasformato in un
gioco.
Le sezioni parallele si ispirano a Marguerite Duras, scrittrice e regista, di cui verranno riproposti alcuni
«classici» come Le Camion e India song.
La Vie Matérielle, La Douleur, La Java de la Source, Les Yeux Verts sono i titoli che raggruppano i
programmi, e rimandano alla poetica della scrittice. Mentre sotto la parola Esilio troviamo l'omaggio al regista
Oscar Micheaux. È la scommessa del festival, la sua unicità, questo lavoro di riflessione, e messa alla prova
costante delle immagini. Senza fermarsi alla vetrina.
Foto: «THE GIRL FROM CHICAGO» DI OSCAR MICHEAUX; «TIL MADNESS ...» DI WANG BING
GIURATO AL FID: «EAU ARGENTEE»; SOTTO DURAS SUL SET
02/07/2014
Il Mattino - Ed. Nazionale
Pag. 1
(diffusione:79573, tiratura:108314)
Ranieri è Pasolini nel film sul mistero della morte
Oscar Cosulich > Segue a pag. 20 «Con la vita che faccio io pago un prezzo. È come uno che scende
all'inferno. Ma quando torno - se torno - ho visto altre cose, più cose», così, in una delle ultime interviste da
lui rilasciate, Pier Paolo Pasolini mostrava consapevolezza dei rischi cui andava incontro, pur non potendo
immaginare la brutale fine che gli toccò nella notte tra l'1 e il 2 novembre del 1975 sulla spiaggia
dell'Idroscalo di Ostia, percosso a morte e travolto dalla sua stessa automobile, in circostanze tuttora mai
chiarite del tutto. Dagli Usa «Non faccio indagini racconto una perdita collettiva» In Italia «Cerco la verità
sepolta sotto tante ipotesi» Oscar Cosulich PAGINA "L'incontro L'intellettuale disse al cantattore: «Sai che è
vero che tu ed io ci somigliamo molto?» Allavigiliadelquarantesimo anniversario di quel brutale omicidio che
ha privato l'Italia di uno dei suoi più lucidiescomodiintellettuali, il cinema si appresta a ricordare Pasolini con
ben due film: «Pasolini» di Abel Ferrara, di cui oggi sarà presentato il trailer alle Giornate Professionali di
Riccione (uscirà a settembre ed è in predicato per Venezia)e«Lamacchinazione», noir diDavidGrieco di cui
giusto ieri è stato battuto il ciak di inizio riprese. Prodotto da Capricci Productions e coprodottoda
UraniaPictures, Tarantula eDublin Films, distribuito da Europictures in associazione con AKAI, il film
diFerraravedeWillemDafoenei panni del poeta e regista, con Riccardo Scamarcio («Ferraraèfinalmente
tornato ai suoi migliori livelli registici», ha commentato l'attore entusiasta del girato già visionato) nel ruolo di
PinoPelosi, il ragazzo di borgata condannato per l'omicidio. Nel cast anche Adriana Asti, Giada Colagrande,
Valerio Mastandrea, Maria De Medeiros e Ninetto Davoli. Ferrara, almeno a giudicare da quanto dichiarato
finora, non èsembrato interessato a svelare il mistero della morte di Pasolini: «Me ne frego, questo è un film,
non un'indagine. Non m'importa nientedichil'haammazzato e come. Io mi occupo della tragedia, di quello che
abbiamo perduto. Pasolini è morto a 53 anni, avrebbe potuto continuare a dire e a fare tantissimo. Molti suoi
contemporanei sonoancora qui».Mentre Willem Dafoe, secondo la migliore tradizione degli attori statunitensi,
ha fatto un lungo studio sulla fisicità di Pasolini, arrivando a riprodurne perfino il timbro vocale: «Ci sono tanti
libri, tante lettere, tante congetture. È stato un tale gigante! Ho visto tutti i suoi film. E ho cominciato a leggere
e a pensare alla forma di questo materiale», ha spiegato. «Partedel dialogo vienedalle cose che ha detto, ma
non abbiamocercato di attenercialla realtà.Abbiamo incontrato persone che hanno conosciuto Pasolini e non
volevamo tradire. Vorremmo onorare la suamemoria senza paralizzarci,dobbiamo considerare l'uomo e le
sue azioni, evitare qualsiasi tentazione di lodi eccessive, evitare la propaganda». Totalmente diverso
l'approccio al tema di David Grieco, già regista dell'ottimo «Evilenko»: quandoil corpo senza vita di Pasolini fu
trovato all'Idroscalo, Grieco, giovanegiornalista, fu tra i primi a giungere sul posto,insieme conil medico legale
FaustinoDurante. Ilregista aveva cominciatoa lavorarenel cinemagiovanissimo proprio con Pasolini e i due
erano legati da profonda amicizia, tanto che proprio a lui la famiglia chiese di scrivere la memoria di parte
civile del primo processo per l'omicidio. «Le verità ipotetiche sulla morte di Pasolini che circolano da anni
sono tante», spiega lui: «Pasolini è stato ucciso da Pelosi che ha fatto prima da informatore per il furto delle
bobine di "Salò" e poi da esca per l'agguato all'Idroscalo. Pasolini è stato assassinato dalla famigerata Banda
della Magliana. Pasolini è stato eliminato su ordine di Eugenio Cefis perché indagava sui loschitraffici
delpresidente di Eni e Montedison che avrebbe fondato la P2 e nel '62 fatto precipitare l'aereo di Mattei.
Pasolini si è fatto uccidere e si è fatto Cristo pianificando il suo martirio nei minimi dettagli, come sostiene
l'amico e pittore Giuseppe Zigaina». «In "La macchinazione" si sposano tutte queste ipotesi intrecciandole in
un ordito semplice e verosimile», continua il cineasta, «perché c'è del vero in ognuna di queste tesi. Una
verità sepolta sotto tante verità», concludeGrieco, che ha scelto come protagonista del film Massimo Ranieri
non solo perché, dice, «è un attore straordinario», ma anche perché «èl'interprete ideale di questo film: pochi
mesi prima di morire, Pier Paolo si trovò seduto accanto a Massimo prima di una partita di calcio. Lo guardò
intensamente e gli disse: "Saicheèpropriovero che tu ed io ci somigliamo molto?"». E Ranieri ricorda:
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Il caso
02/07/2014
Il Mattino - Ed. Nazionale
Pag. 1
(diffusione:79573, tiratura:108314)
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
«Quando cominciai a recitare, nel '75, mi dicevano: assomigli a Eduardo. O a Pasolini». Non a caso, qualche
anno fa gli era già stato proposto il ruolo dello scrittore in un film di Federico Bruno. «La macchinazione»,
scritto da Guido Bulla e David Grieco, è interpretato,oltreche dalcantattorenapoletano, da Libero De Rienzo,
Roberto Citran, Milena Vukotic, Matteo Taranto, François Xavier Demaison. Immedesimazione Willem Dafoe
è «Pasolini» diretto da Ferrara
La tragedia
Novembre '75 il mistero di un omicidio
Pier Paolo Pasolini venne assassinato nella notte tra il primo e il 2 novembre del 1975, all'Idroscalo di Ostia.
La sua morte per la quale venne condannato Pino Pelosi, ragazzo di vita e di borgata - per molti aspetti resta
un mistero. Non è mai stato chiarito se Pelosi, detto «Pino la rana» - abbia agito da solo o abbia avuto dei
complici. Né, tantomeno, se l'omicidio del più famoso e autorevole intellettuale italiano di quegli anni, spietato
critico della società del neocapitalismo, sia stato il risultato di un complotto.
02/07/2014
Il Messaggero - Ed. Nazionale
Pag. 26
(diffusione:210842, tiratura:295190)
«La magia ti rende normale»
«IL PROTAGONISTA NON BRILLA NELLO SPORT NÉ NELLO STUDIO DESIDERA SOLO CHE UNA
COMPAGNA DI CLASSE LO NOTI»
Gloria Satta
R i c c i o n e Alla guerra dei cinepanettoni con un supereroe di 13 anni. Il nuovo film di Gabriele Salvatores, Il
ragazzo invisibile , uscirà l'11 dicembre con 01 Distribution sfidando le commedie di Natale. «Ma abbiamo le
armi per difenderci: il mio è un film trasversale e mi auguro che porti al cinema sia gli adolescenti sia i
genitori. Come E.T. di Spielberg: mica puoi definirlo un film per ragazzi», dice il regista premio Oscar a Ciné,
la vetrina cinematografica che a Riccione riunisce in questi giorni distributori ed esercenti alla scoperta dei
nuovi listini. Salvatores torna al cinema cambiando completamente registro rispetto al crudo Educazione
siberiana . Prodotto da Indigo ( La grande bellezza ), girato a Trieste, interpretato dal giovanissimo Ludovico
Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Ksenia Rappoport, il nuovo film ha per protagonista un
ragazzino timido e introverso che all'improvviso, mentre tenta di catturare l'attenzione di una compagna di
scuola che gli piace, si scopre il potere di diventare invisibile. Comincerà, tra sorprese ed effetti speciali, la
più incredibile avventura della sua vita. I GIOVANISSIMI Perché i giovanissimi che amano i supereroi
americani dovrebbero appassionarsi a questa storia made in Italy? «Perché il protagonista del film appartiene
al loro immaginario», risponde Salvatores. «Anche lui è un supereroe come tutti gli adolescenti che nel
momento di passaggio dalla giovinezza all'età adulta si scoprono in possesso di poteri eccezionali, pur non
sapendo come usarli». Il regista precisa che il suo Ragazzo invisibile è impegnato in un compito molto
semplice e naturale: «Non deve combattere contro alieni o altri supereroi ma la sua sfida è quella di noi tutti:
diventare grande. Non brilla nello studio, non eccelle negli sport, ma la possibilità di scomparire quando vuole
gli cambia la vita». E cosa può piacere agli adulti di questa storia?«Il fatto», spiega ancora Salvatores, «che
affronti argomenti in cui possono riconoscersi: l'adozione, la maternità, il rapporto genitori-figli. E il dilemma
che all'inizio della vita riguarda tutti: meglio diventare supereroe o rimanere normale? Io avrei scelto la prima
opzione». Nel film abbondano gli effetti speciali. «Ma niente esplosioni, astronavi o mondi fantastici», rivela il
regista. «Abbiamo puntato sugli effetti più difficili, quelli che consentono di rendere straordinarie le cose
normali: un oggetto che si muove da solo, un abito vuoto... E forse abbiamo fatto centro. L'ho capito dalla
battuta di una ragazzina che dopo una proiezione-test ha esclamato: questo film è normale ma anche
magico». Si parla anche di bullismo: il protagonista viene preso in giro dai compagni per la sua timidezza.
«Ma quando diventa invisibile si vendica». E com'era Salvatores da adolescente? «Anch'io ero
impacciatissimo, non mi sentivo pronto ad avvicinare le ragazze e ad affrontare la vita. Avrei voluto essere
invisibile... Mi ha salvato la musica. Mi bastava prendere una chitarra per tornare visibile».
Foto: Una foto del film "Il ragazzo invisibile" e la tavola del fumetto che uscirà con Panini Sotto, il regista
Salvatores
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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Gabriele Salvatores parla del suo nuovo film "Il ragazzo invisibile", a Natale nelle sale «La sfida del mio
supereroe? Diventare grande» IL RITORNO
02/07/2014
Il Messaggero - Ed. Nazionale
Pag. 26
(diffusione:210842, tiratura:295190)
Guzman e tanti attori ballerini star di Giffoni
Tante le anteprime alla 44esima edizione del Giffoni Experience, festival del cinema dedicato ai ragazzi che
si svolgerà dal 18 al 27 luglio. E il 23 luglio si ballerà, dentro e fuori il grande schermo, in Sala Truffaut dove
sarà proposto Step Up All In , V capitolo della fortunata saga dance, accompagnato a Giffoni dall'attore
texano Ryan Guzman (foto), da Lorella Boccia, sorpresa italiana del film e dal rapper italiano Gué Pequeno.
Questo film riunisce molti degli attori già protagonisti degli episodi precedenti. Oltre a Rayan Guzman, ci sono
Briana Evigan e Adam G. Sevani. Ambientato a Las Vegas, è diretto dalla coreografa e regista Trish Sie,
vincitrice di un Grammy Award per il video Here It goes Again degli OK Go. Tutto comincia quando lo street
dancer di Miami Sean Asa (Guzman), si traferisce a Hollywood per inseguire i suoi sogni di fama e fortuna
per poi scoprire le quasi insormontabili difficoltà per sfondare nel mondo della danza professionista...
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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L'ANTEPRIMA
02/07/2014
Il Secolo XIX - Basso Piemonte
Pag. 29
(diffusione:103223, tiratura:127026)
IL PERICOLO È UN BEL MESTIERE
Esce in Italia il 10 luglio il film campione di incassi negli Usa Il regista Bay: «Gli effetti speciali sono belli
perché veri »
FRANCESCA SCORCUCCHI
in un mondo in cui viene annunciata la fine dell'era dei Transformers, acquista un vecchio camion, con
l'intenzione di smantellarlo e rivenderne i pezzi. Salvo poi scoprire che il veicolo non è altri che Optimus
Prime, leader degli Autobots. «Il mio personaggio ha una figlia adolescente (interpretata da Nicola Peltz
n.d.r.) e alla fine la sua missione diventa proteggere la figlia dagli eventi straordinari che accadono intorno a
loro» racconta «mi è piaciuto interpretare la parte di un padre un po' più avanti negli anni. Io ho una figlia,
ancora bambina, ma un giorno dovrò anch'io affrontare le problematiche adolescenziali che affronta Cade. Mi
ha sempre affascinato il rapporto degli adulti con i ragazzi, che non sono più bambini, non puoi più trattarli
come tali, ma non sono ancora completamente adulti. Diciamo che, per me, questa è stata una palestra, non
solo fisica - e di allenamento fisico per un film del genere ne devi avere -, ma anche psicologica, per il mio
futuro di padre». Il film è stato girato in parte a Detroit, dove sono stati ricostruiti interi quartieri di Hong Kong
in zone industriali dismesse. E portare nella città dell'industria automobilistica, una delle zone degli Stati Uniti
che più ha subito la crisi degli ultimi anni, un film su automobili che si trasformano in mostri meccanici ha un
suo significato, anche metaforico, profondo. «Non è la prima volta che giro a Detroit» dice il regista Bay, che
nella città del Michigan ha girato anche "The Island" e parte degli altri film della saga di "Transformers" «ho
iniziato a farlo quando nessuno aveva mai pensato di portare l'industria cinematografica da queste parti.
Trovo che questa città, nonostante i suoi problemi, abbia un'energia straordinaria». L'effetto visivo in città era
davvero imponente. Tutto il centro di Hong Kong, e una parte della Cina è stata ricostruita. E poi fatta
esplodere. © RIPRODUZIONE RISERVATA DURA TRE ORE buone e alla critica non è piaciuto, ma tutto
questo a Hollywood poco importa. Quello che conta è, invece, che il quarto capitolo della saga dei
Transformers, dallo scorso fine settimana al cinema negli Stati Uniti - e in arrivo in Italia il 10 luglio - è un
successo al botteghino. Il film ha incassato 100 milioni di dollari nei pochi giorni di proiezione negli States.
Una cifra considerevole, che ha consentito di arrivare ai 300 milioni di dollari di incasso in tutto il mondo,
grazie soprattutto al boom registrato in Cina. Il segreto di questi numeri da record non è certamente il filo
drammatico della storia che supporta l'azione, giudicato da gran parte della critica piuttosto debole. Piuttosto,
la fortuna del quarto episodio della serie si deve al mix di azioni spettacolari, con l'inevitabile effetto
collaterale del rumore oltre la normale sopportazione. "Transformers 4: l'era dell'estinzione", è tutto questo. Il
regista Michael Bay sa bene cosa il pubblico vuole dai suoi film ed è in grado di esaudire i desideri con un
certo grado di originalità. «Quello che ogni volta mi ripropongo di fare è di mettere il pubblico di fronte a
qualcosa di mai visto» dice Bay «essere originali è il nostro obiettivo. Il nostro tipo di pubblico si annoia
facilmente, non sempre è facile essere all'altezza delle aspettative» spiega Jim Schwalm, realizzatore degli
effetti speciali del film «come creare un'esplosione memorabile? Per esempio mettendo sacchi di cemento
sopra l'esplosivo». Chi pensa che ormai gli effetti speciali siano tutti creati al computer si sbaglia. Sul set di
"Transformers 4" c'era un intero camion pieno del solo equipaggiamento per le esplosioni. E chi dice che il
mestiere dell'attore è un mestiere sicuro non è mai stato su un set come questo. Mark Wahlberg, Nicola Peltz
e Jack Reynor, che fanno parte del cast, insieme a Kelsey Grammer e Stanley Tucci, hanno dovuto correre in
mezzo ad un percorso disseminato di esplosivo. «Anche se è tutto attentamente preparato, quando corri e
senti le deflagrazioni alle tue spalle, l'adrenalina e la paura ti prendono alla gola» dice Mark Wahlberg che nel
film interpreta il nuovo protagonista, Cade Yeager, che
Foto: Da sinistra, Nicola Peltz e Mark Wahlberg, protagonisti del film
Foto: Le incredibili trasformazioni dei veicoli di "Transformers 4"
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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XTE / ARRIVA " TRANSFORMERS 4 "
02/07/2014
Il Tempo - Roma
Pag. 13
(diffusione:50651, tiratura:76264)
Bonelli: ecco i trucchi per fare cinema
Fabrizio Finamore
Il messaggio ai giovani di un'artista di teatro che ha voluto cimentarsi anche dietro la macchina da presa e
che fa dell'entusiasmo la caratteristica di ogni suo progetto. Stasera alle 20,30, nell'ambito de «L'isola del
cinema» presso il Cinelab dell'Isola Tiberina di Roma, Elena Bonelli cantante e attrice da sempre impegnata
a valorizzare la cultura romana anche all'estero, incontrerà i giovani in occasione della proiezione del film «A
sud di New York» da lei diretto e interpretato. La Bonelli parlerà ai ragazzi della sua opera prima e soprattutto
di come si possa creare un prodotto cinematografico indipendente, dalla ideazione, al reperimento dei fondi,
sino alla sua diffusione. Il film, che vede la partecipazione di un cast di protagonisti del cinema e della tv
come Francesco Paolantoni, Franco Neri, Fioretta Mari, Patrick Rossi Castaldi e Luca Napolitano e che andrà
in onda su Rai Movie il prossimo 7 luglio, narra la storia di una grande artista trapiantata in America che,
tornando in Italia, scopre una ragazza di provincia di enorme talento canoro e la convince a fare il grande
salto verso la Grande Mela. «È l'esperienza di un'attrice di teatro che per la prima volta si è cimentata dietro
la macchina da presa nella triplice veste di regista, sceneggiatrice e attrice - ci ha detto la Bonelli - Per me è
stata un'esperienza nuova, entusiasmante. Molti mi chiedono se sia possibile debuttare in tre ruoli così
importanti. Certo, lo è, ma bisogna rendersi conto dell'energia che richiede un progetto del genere. È un
messaggio per i tanti giovani che ci saranno stasera e che ascolteranno con me diversi professionisti del
cinema. Racconteremo come abbiamo realizzato quest'opera e come fare per creare un nuovo film dal nulla,
come reperire i fondi, come portare avanti la realizzazione di un film dalla a alla zeta fino alla sua
distribuzione. Questo incontro all'Isola Tiberina è insomma un invito ai giovani a darsi da fare».
Foto: Regista Elena Bonelli è anche sceneggiatrice e attrice del film
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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La cantante all'Isola Tiberina per parlare del suo «A sud di New York»
02/07/2014
Il Tirreno - Lucca
Pag. 20
(diffusione:80832, tiratura:102004)
Film di alto livello e tanto teatro per le serate di relax
Ad Artemisia dal 10 luglio al 6 settembre c'è la rassegna la "Bella Estate" con occasioni di svago per adulti e
bimbi
TASSIGNANO La "Bella Estate" è il titolo (ispirato al romanzo di Cesare Pavese) della stagione culturale
estiva che dal 10 luglio al 6 settembre si svolgerà in Corte Mattaccio, lo spazio all'aperto del polo culturale
Artémisia. Oltre ai quasi due mesi di cinema, teatro e musica sotto le stelle per «offrire ai capannoresi
opportunità culturali e svago a tutti, giovani, adulti, bambini in un luogo bello e accogliente divenuto simbolo
della cultura a Capannori» dice l'assessore alla cultura Silvia Amadei. La manifestazione promossa dal
Comune in collaborazione col cineforum Ezechiele 25,17, Festival Gaber, Centro culturale di Tassignano,
Festival internazionale della Via Francigena e Fita avrà un inizio all'insegna della musica d'autore giovedì 10
alle 21.30 col musicista Giulio D'Agnello con un omaggio al talento musicale di Giorgio Gaber. Domenica 13 i
Chiasso Barletti e lunedì 14 lo spettacolo Gaber se fosse Gaber, scritto ed interpretato da Andrea Scanzi. Il
cinema . Il via mercoledì 16 luglio con Belle e Sebastien, celebre cartone francese degli anni ottanta, la storia
appassionante dell'amicizia speciale tra un piccolo orfano ed il suo gigantesco cane di montagna dei Pirenei.
Giovedì 17 per il ciclo "il cinema d'autore di Ezechiele" Il Passato di Asghar Farhadi con Bérénice Bejo.
Venerdì 18 The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese con Leonardo Di Caprio. Domenica 20 Allacciate le
cinture di Ferzan Ozpetek con Kasia Smutniak. Lunedì 21 Saving Mr Banks con Tom Hanks ed Emma
Thompson, la storia vera di come Walt Disney convinse l'autrice del libro da cui è tratto Mary Poppins a
fidarsi di lui e permettergli di produrre il celebre film. Martedì 22 Still Life di Uberto Pasolini (miglior film
dell'anno per Ezechiele). Mercoledì 23 Frozen, il regno del ghiaccio. Giovedì 24 Philomena di Stephen
Frears. Domenica 27 Un Boss in salotto con Rocco Papaleo e Paola Cortellesi. Lunedì 28 Piccola Patria di
Alessandro Rossetto. Mercoledì 30 Rio 2 Missione in Amazzonia. Giovedì 31 La mafia uccide solo d'estate di
Pierfrancesco Diliberto (Pif) con Pif, Cristiana Capotondi. Venerdì 1 agosto Storia di una ladra di libri, con
Geoffrey Rush. Lunedì 4 A proposito di Davis di Joel e Ethan Coen. Un cantautore folk dei primi anni
sessanta in una gelida New York. Mercoledì 6 A spasso con i dinosauri. Giovedì 7 Venere in pelliccia di
Roman Polanski. Venerdì 8 Cattivissimo me 2. Azione, colpi di scena e gag a getto continuo. Domenica 10
Blue Jasmine di Woody Allen con Cate Blanchett, Alec Baldwin. Lunedì 11 Il Capitale Umano di Paolo Virzì
(David di Donatello come miglior film italiano dell'anno). Mercoledì 13 Piovono Polpette 2. Giovedì 14 La vita
di Adele (Palma d'Oro a Cannes nel 2013). Venerdì 15 The Amazing Spiderman 2. Secondo episodio della
rinnovata saga delle avventure dell'Uomo Ragno. Sabato 16 American Hustle. La nuova Hollywood con un
quartetto d'attori eccezionale in un film appassionante. I film iniziano alle 21.30, in caso di pioggia non
avranno luogo. Biglietti : Intero euro 5 (3 euro bambini sotto i dieci anni). Abbonamento a cinque film 20 euro.
Teatro. La rassegna culturale proseguirà sabato 19 con la Compagnia Teatro Studio che metterà in scena
L'ospite inatteso di Agatha Christie. Venerdì Tanto gentile e tanto onesta pare con Eros Pagni e i Solisti della
Francigena, tra Dante, Catullo, Petrarca, Leopardi, Rimbaud,Majakovskij e Bach, Mozart, Chopin, Debussy.
Sabato 26 la commedia di Georges Feydeau Il gatto in tasca dalla Croce Verde di Viareggio. Martedì 29
luglio Betta Dj Canzoni dallo stivale. Sabato 2 agosto la Compagnia Orario Provvisorio rappresenterà Nella
vita degli altri di Elisa Guarascio, ispirato al romanzo "Le luci nelle case degli altri" di Chiara Gamberale.
Spazio al teatro in vernacolo domenica 3 agosto con La Combriccola e sabato 9 la Compagnia dell'Azzardo e
Il temporale di Luigi Buchignani. E un tributo ai Beatles sabato 30 agosto. Il 6 settembre la commedia
Qualcuno è di troppo della compagnia Il teatro delle stranezze.
Foto: Una scena del film "Il capitale umano" in programmazione ad Artemisia la sera dell'11 agosto
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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Film di alto livello e tanto teatro per le serate di relax Ad Artemisia dal 10 luglio al 6 settembre c'è la rassegna
la "Bella Estate" con occasioni di svago per adulti e bimbi
02/07/2014
Il Tirreno - Ed. Nazionale
Pag. 44
(diffusione:80832, tiratura:102004)
Massimo Ranieri è Pasolini nel film "La macchinazione"
Massimo Ranieri è Pasolini
nel film "La macchinazione"
CINEMA
ROMA Quando il 2 novembre del 1975 il corpo senza vita di Pier Paolo Pasolini fu trovato all'Idroscalo di
Ostia, David Grieco fu tra i primi a giungere sul posto insieme al medico legale Faustino Durante. Grieco,
allora 23 anni, aveva cominciato a lavorare nel cinema giovanissimo proprio con Pasolini e i due erano legati
da profonda amicizia; a lui la famiglia chiese di scrivere la memoria di parte civile del primo processo per
l'omicidio. Iniziano oggi a Roma, le riprese di "La Macchinazione" di Grieco che racconterà gli ultimi tre mesi
di vita di Pasolini - interpretato da Massimo Ranieri - e del suo rapporto con il giovane ragazzo di vita Pino
Pelosi. Non solo quindi Abel Ferrara con Willem Dafoe nei panni dell'indimenticabile poeta, scrittore, regista,
sceneggiatore, drammaturgo e giornalista italiano. Il 2015 sarà infatti l'anno dedicato al genio pasoliniano con
questo nuovo inedito progetto. Un omicidio che ad oggi è ancora uno dei misteri italiani più discussi. Nel film
di Grieco si ricorda Pasolini, coscienza critica e anticonformista del nostro paese, alla vigilia di cambiamenti
epocali per l'Italia, mentre lavora al suo film, sta scrivendo Petrolio, opera che denuncia le trame di un potere
politico ormai corrotto fino al midollo. «Le verità ipotetiche sulla morte di Pasolini che circolano da anni sono
tante - spiega Grieco - Pasolini è stato ucciso da Pelosi che ha fatto prima da informatore per il furto delle
bobine di Salò e poi da esca per l'agguato all'Idroscalo. Pasolini è stato assassinato dalla famigerata Banda
della Magliana. Pasolini è stato eliminato su ordine di Eugenio Cefis perchè indagava sui loschi traffici del
presidente di Eni e Montedison che avrebbe fondato la P2 e nel '62 fatto precipitare l'aereo di Mattei. Pasolini
si è fatto uccidere e si è fatto Cristo pianificando il suo martirio nei minimi dettagli, come sostiene l'amico e
pittore Giuseppe Zigaina?. "La Macchinazione" sposa tutte queste ipotesi intrecciandole in un ordito semplice
e verosimile. Perchè c'è del vero in ognuna di queste tesi. Una verità sepolta sotto tante verità». Massimo
Ranieri darà vita a Pasolini: «È un attore straordinario ed è l'interprete ideale di questo film. Pochi mesi prima
di morire, Pier Paolo si trovò seduto accanto a Ranieri prima di una partita di calcio. Lo guardò intensamente
e gli disse: "Sai che è proprio vero che tu ed io ci somigliamo molto?"» ricorda Grieco, che definisce "La
Macchinazione" un film politico ma anche un noir intrigante fruibile da chi non sa nulla degli eventi dell'epoca.
Il film, una co-produzione Italia-Francia, edè interpretato oltre che da Ranieri, da Libero De Rienzo, Roberto
Citran, Milena Vukotic, Matteo Taranto, Francois Xavier Demaison e dal giovane Alessandro Sardelli.
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Massimo Ranieri è Pasolini nel film "La macchinazione" CINEMA
02/07/2014
La Nuova Sardegna - Ed. Nazionale
Pag. 39
(diffusione:59819, tiratura:72030)
Sotto le stelle con i grandi film
Sotto le stelle con i grandi film
Sassari Estate: dal 7 luglio al 28 agosto ogni sera un titolo per la rassegna di cinema all'aperto
di Fabio Canessa wSASSARI Cinquanta film in cinquanta giorni. La dieta dell'appassionato di cinema a
Sassari è ricca di ogni genere necessario a passare un'estate di grandi visioni: commedie, action, drammatici,
pellicole d'animazione, di fantascienza, documentari. "Alimentazione" varia per una scorpacciata di film, nella
più bella sala possibile: sotto le stelle. Torna nel cortile della scuola media numero 2 l'appuntamento con
"Sassari Estate Cinema". Dal 7 luglio al 28 agosto, ogni sera dalle 21.15 un film diverso. Come ormai
consuetudine negli ultimi anni, a inaugurare la rassegna sarà, lunedì prossimo a ingresso gratuito, una
selezione dei migliori cortometraggi dell'ultima edizione del Sardinia Film Festival che si è appena conclusa.
La proposta è ovviamente del Cineclub Sassari, una delle associazioni che collaborano con Giorgia Guarino
nell'iniziativa che è diventata nel corso degli anni sempre più amata dal pubblico sassarese. «La formula è
ormai consolidata - spiega Guarino - e quest'anno siamo particolarmente contenti per la qualità del
programma. Ogni giorno della settimana sarà contraddistinto da un tema». Il lunedì sarà protagonista il
cinema italiano. Tra i vari titoli da segnalare "Il capitale umano" di Paolo Virzì che ha conquistato i principali
premi nazionali e "La mia classe" di Daniele Gaglianone, sorprendente film con protagonista Valerio
Mastandrea insieme a un gruppo di immigrati. Il martedì sarà caratterizzato da una parte da film biografici,
come "Grace di Monaco", "Yves Saint Laurent" e "Tutte le storie di Piera", il documentario di Peter Marcias
(che sarà presente alla proiezione il 29 luglio) sull'attrice Piera Degli Esposti; dall'altra presenterà un
carrellata su alcuni dei migliori film europei della stagione passata come i due capitoli del discusso
"Nymphomaniac" del danese Lars Von Trier. Il mercoledì sarà invece il giorno del Nuovo Circolo del Cinema,
la storica associazione che da sempre punta sul cinema d'autore e con coraggio sulle visioni in lingua
originale con sottotitoli. «Abbiamo sette film diversissimi tra loro - sottolinea il direttore artistico Renato
Quinzio - Si va da un regista super classico nella forma come Clint Eastwood con il suo "Jersey Boys" a un
innovatore moderno dello stile e dei colori come Wes Anderson con "Grand Budapest Hotel". Portiamo poi un
altro capolavoro del maestro dell'animazione Hayao Miyazaki, "Principessa Mononoke", e due interessanti
film italiani diversissimi tra loro come il chiassoso e divertente "Song'e Napule" dei Manetti Bros, e il
coraggioso, freddo "I corpi estranei" di Mirko Locatelli. Infine "Solo gli amanti sopravvivono" di Jim Jarmush,
storia bellissima di due vampiri che non riescono ad accettare le brutture del presente e "Jimmy P." del
francese Arnaud Desplechin». Il giovedì sarà diviso tra documentari a sfondo musicale come "Duran Duran:
Unstaged" firmato dal grandissimo David Lynch e le favole al cinema per adulti e bambini reinterpretate per il
grande schermo come "Belle e Sebastien", commovente storia d'amicizia tra un bambino e un cane, e
"Maleficent" con una memorabile Angelina Jolie. Il venerdì vedrà a luglio protagonista la Collettiva femminista
che presenterà i documentari "Pussy Riots" e "Femen" e il film di finzione "We Are The Best" dello svedese
Lukas Moodysson. Ad agosto invece le proposte saranno quelle della Libreria Azuni con la migliore
produzione cinematografica 2014 dedicata agli eroi del fumetto: "The Amazing Spider-Man 2 - Il potere di
Electro", "Captain America: The Winter Soldier", "Capitan Harlock" X-Men: Giorni di un futuro passato". Il
sabato sarà dedicato invece ai film che hanno trionfato agli Oscar: «Riproporremo anche "La grande bellezza
- anticipa Giorgia Guarino - Un film come quello di Sorrentino merita di essere visto e rivisto su grande
schermo». Infine la domenica spazio ad altri grandi successi dell'anno scorso come "The Wolf of Wall Street"
di Scorsese.
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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Sotto le stelle con i grandi film Sassari Estate: dal 7 luglio al 28 agosto ogni sera un titolo per la rassegna di
cinema all'aperto
02/07/2014
La Stampa - Ed. Nazionale
Pag. 32
(diffusione:309253, tiratura:418328)
"Il mio supereroe dei sentimenti"
"Il ragazzo invisibile", anomalo film di Natale del premio Oscar "Una storia trasversale, dedicata ai giovani e ai
loro genitori" «L'adolescenza mi ha sempre interessato, in quella parte della vita il punto è tutto lì, non si sa
ancora se si è visibili o invisibili agli altri» «Io da ragazzo avrei voluto essere invisibile, non ero timido, perché
essere timidi è troppo facile, ma avevo paura del buio e delle donne»
INVIATA A RICCIONE FULVIA CAPRARA
Tutto inizia una mattina come tante, con la solita sveglia e la corsa per lavarsi, vestirsi e andare a scuola.
Uscito dalla doccia, con addosso l'accappatoio bianco, Michele (Ludovico Gilardello, 13 anni, scelto tra 600
coetanei) inizia a lavarsi i denti, niente di strano, fino al momento in cui alza la testa e nello specchio non
vede la sua faccia, ma solo una spazzolino che va su e giù nel vuoto: «Tutti abbiamo dei superpoteri, magari
non lo sappiamo». L'ultima sfida di Gabriele Salvatores, ospite d'onore ieri alle Giornate estive di cinema di
Riccione, è raccontare, nel Ragazzo invisibile , sugli schermi l'11 dicembre con 01Distribution, la favola
contemporanea di un adolescente che scopre di poter scomparire. D'altra parte che cosa c'è di più misterioso
e ingestibile del passaggio dall'età infantile a quella adulta? «In fondo tutti i ragazzi, in quella fase, si trovano
davanti alla necessità di scegliere tra diventare normali oppure supereroi». Sulle prime la (nuova) vita di
Michele, capelli biondi e grandi occhi azzurri, diventa abbastanza complicata. Succede che la madre (Valeria
Golino) lo cerchi nella sua stanza senza vederlo mentre lui è ancora lì, succede che il cagnolino di casa
continui ad abbaiare avvertendone la presenza, succede che le sue penne svolazzino nel nulla come quelle
di Harry Potter , che le palline delle partite da tennis dei compagni di scuola antipatici si mettano a rotolare
per conto loro provocando sonore sconfitte, che i registri e i compiti in classe si riempiano da soli di nomi e
parole. Ancora una volta racconta una storia che parla di giovinezza e delle sue difficoltà. «E' vero, ho
pensato che forse, non avendo avuto figli, me ne sto crescendo uno a furia di film. L'adolescenza mi ha
sempre interessato, la parola stessa viene dal termine olescum , riconoscere il proprio odore, esattamente
quello che ci si trova a fare in quella parte della vita. In fondo il punto dell'adolescenza è tutto lì, non si sa
ancora se si è visibili o invisibili». Che film è Il ragazzo invisibile ? «Un film trasversale, un po' come E.T. . Un
film che gioca con tutti i "topoi" del genere supereroi e che immagino possa essere visto dai genitori insieme
ai figli quattordicenni». C'era il problema di far convivere due piani, realistico e fantastico. E' stato difficile?
«Sì, bisognava essere insieme magici e normali, creare credibilità in qualcosa che è assolutamente fuori dai
canoni dell'ordinario. La sceneggiatura è forte e gli effetti speciali hanno avuto un gran peso, ma soprattutto
conta stabilire il patto con il pubblico, ribaltare la prospettiva tra soggettivo e oggettivo». Prima di scoprire il
suo dono straordinario, Michele è un ragazzo timido e preso di mira dai compagni di scuola. Qualcuno ha
detto che il suo è un film sul bullismo. E' così? «No,non direi, anche se Michele è introverso, ci sono due
ragazzi un po' bulletti che lo prendono in giro e lui, una volta invisibile, si prenderà le sue vendette». Che tipo
di ragazzo era Salvatores? «Avrei voluto essere invisibile, insomma non ero timido, perchè essere timidi mi
dà fastidio ed è troppo facile, però avevo paura del buio e delle conversazioni con le ragazze. Non mi sentivo
pronto, l'unico modo per vincere l'imbarazzo era prendere in mano la chitarra, allora, finalmente, sentivo di
diventare visibile». Il film esce a Natale, in piena guerra di incassi, che effetto le fa? «Sì, saremo nell'occhio
del ciclone, in mezzo ai cinepanettoni, ma credo che siamo provvisti delle armi per combattere. In fondo
questa è la storia di un supereroe, solo che mentre quelli americani decidono sempre di andare a combattere
per salvare il mondo, il mio lotta per crescere». Il film sarà annunciato dal tre raccolte di fumetti, il 6 e 30
novembre e l'11 dicembre, e, per scegliere la canzone che lo accompagnerà, avete lanciato un concorso
on-line aperto a musicisti under 26. Il futuro è tutto su Internet? «Ci sono arrivati 2300 brani, ne abbiamo
selezionati 200 che ora stiamo visionando. Con Internet non si può realizzare la democrazia diretta, ma credo
molto nelle possibilità della più ampia comunicazione».
Foto: «Il ragazzo invisibile» film (foto grande) e graphic novel (sotto) di Gabiele Salvatores (in basso)
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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GABRIELE SALVATORES
02/07/2014
Libero - Ed. Nazionale
Pag. 32
(diffusione:125215, tiratura:224026)
Il regista racconta «Ma di che segno sei?», il suo prossimo cinepanettone Nel cast Proietti e Salemme. E la
produzione non è di De Laurentiis
ANNAMARIA PIACENTINI
Dopo anni di collaborazione con il produttore Aurelio De Laurentiis, Neri Parenti cambia squadra e il film di
Natale lo gira con la Key film. Si riprende Massimo Boldi e lo coinvolge in una storia scaramantica dal titolo
Ma di che segno sei? , a cui aggiunge un cast di professionisti come Gigi Proietti, Vincenzo Salemme e Ricky
Memphis. Una esilarante avventura che inizia a girare a fine agosto tra Roma e il mare del Circeo. Parenti si
cambia, ma si può sempre tornare a casa De Laurentiis, giusto? «Questo dipende da lui. Dopo tanti anni di
collaborazione con la Filmauro, volto pagina ma mi sembra strano non esserci più anche se qui mi trovo
bene. Quello che mi ha sorpreso è Christian De Sica. È misterioso che De Laurentiis non abbia confermato
anche lui. Ho cercato di non entrare nell'argomento, ma mi ha colpito questa sua assenza. Probabilmente è
stata una scelta di Christian». Intanto ha ripreso Boldi. Lo ammetta: è stato un bel colpo... «Sì. Quando l'ho
chiamato al telefono è stato felice di partecipare al film. È uno dei protagonisti di varie storie che si intrecciano
in episodi interpretati anche da Gigi Proietti, Vincenzo Salemme e Ricky Memphis. Il film è corale. Nel cast ci
sono 12 attori. Se sono soddisfatto? Sì, mi considero sempre un uomo positivo». La sua positività può
funzionare contro il «malocchio» natalizio? «Per me la positività è una conquista. Mi diverto a raccontare
storie un po' particolari che fanno parte della vita di tante persone. Credere nella fortuna è una bella cosa. Se
poi arriva, è anche un bella rivincita. Unico neo? Il film doveva uscire a gennaio e forse sarei stato più
contento». Dove prende l'ispirazione? «Giro spesso nella mia città (Roma) a bordo di una moto. Mi piace
scrutare i comportamenti delle persone che incontro. Quando mi fermo, trovo spunti interessanti sui giornali di
provincia, nei quartieri dove mi reco e al mercato. Se ne sentono di tutti i colori». Oggi pesa la crisi. E
soprattutto pesa la politica. Ha pensato ad un film su questo argomento? «Sulla politica non si fanno film
comici. C'è poco da ridere! I miei film sono di pura fantasia con uno sguardo divertito verso la vita reale. Il
resto sarebbe un disastro». Con Fantozzi, in chiave ironica ha anticipato già molti anni fa, quello che poi
sarebbe accaduto nelle industrie italiane e nelle riunioni di condominio. Fantozzi farebbe ancora ridere?
«Penso di no. È diventato un personaggio realistico. Quello che aveva scritto Paolo Villaggio in quegli anni
invece era un tipo di vita che ti portava a sbellicarti dalle risate. L'unica cosa che Fantozzi non avrebbe
cambiato è quella sana abitudine di guardare i campionati i calcio mangiando davanti al televisore la sua
frittata gigante e scolandosi una birra in canottiera e mutande». Il pubblico era pazzo di lui . «Infatti dopo
averlo fatto morire siamo stati costretti a farlo resuscitare. Ora Fantozzi è citato anche in un vocabolario».
Vuole dire che hanno confermato l'esistenza del Fantozzismo? «Sì. Il Fantozzismo viene spiegato come
prostrazione morale nei confronti dei potenti . E la storia resta: i deboli perdono sempre». Ora che ha
cambiato produzione, sta pensando anche ad un ritorno sugli schermi della coppia De Sica- Boldi?
«Impensabile il ritorno di Boldi e De Sica. Come ragazzi irresistibili, non funzionerebbero più. Stessa cosa tra
Bud Spencer e Terence Hill. Indietro non si torna, ma si può sempre trovare una bella storia, cambiando i toni
della comicità. Ho mille idee, e tanta voglia di portarle sul grande schermo».
Foto: Nella foto, il regista Neri Parenti [Olycom]
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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NERI PARENTI «Dirigo ancora Massimo Boldi ma non tornerà con De
Sica»
02/07/2014
Quotidiano del Molise
Pag. 18
Grande successo per il Kimera Film Festival
Ventitré cortometraggio in concorso, 6 film di lungometraggio in competizione, 3 corti molisani e una
retrospettiva dedicata al cinema "B" italiano con oltre un centinaio di persone al giorno che hanno riempito la
sala del cinema Sant'Antonio. Sono questi i numeri della dodicesima edizione del Kimera International Film
Festival ma "il grande cinema non va in ferie e il Kimera tornerà per dal 10 luglio al 2 agosto nel cortile della
scuola Principe di Piemonte con un cartellone ricco di proiezioni sotto le stelle. La 12° edizione del Kiff,
organizzata dal Cineclub Kimera di Termoli, insieme alla Uicc (Unione Italiana Circoli del Cinema), al
Ministero per i beni e le Attività Culturali, l'Università degli Studi del Molise, l'Associazione Jac&Paz, il
Comune di Termoli e la Ticonzero Editing, è stata un successo". Molto frequentati e graditi anche gli incontri
con alcuni degli ospiti. Il clou sicuramente è stata l'esibizione al Liceo "Jacovitti" del comico Rocco Barbaro.
Davanti agli studenti l'artista calabrese ha offerto un ampio saggio delle sue capacità di intrattenitore e
comico, partendo dalle colonne portanti del suo repertorio per finire con delle travolgenti improvvisazioni. Gli
altri due incontri hanno visto protagonisti uno dei programmatori del canale satellitare RaiMovie, Alberto
Farina, anche fine critico e storico cinematografico; ultima, ma non ultima; la critica Mariangela Sansone, tra
le firme di punta di "Sentieri Selvaggi". Ma il Kimera non si è limitato a questi, per quanto importanti, nomi di
caratura nazionale. Ospite della rassegna, per altro con una pellicola in concorso, anche il documentarista
turco Orhan Tekeloglu. Alla fine le premiazioni hanno visto due premi per il film ucraino "Haytarma" sulla
deportazione stalinista dei tartari dalla penisola di Crimea (Miglior Film e Migliore Regia), altrettanti per la
pellicola turca "I Loved You So Much" narrante la vicenda delle immigrate ucraine e russe nella Turchia degli
anni '90 (Miglior Attore e Migliore Attrice). Altri premi sono stati assegnati all'italiano "Solving" di Giovanni
Mazzitelli (Premio del pubblico per il miglior lungometraggio) film/documentario su come reagire alla crisi
economica. Un premio arriverà anche in Messico con la storia di "Rosario", anche in questo caso un
documentario su una vicenda decisamente misconosciuta in Italia, quella dei desaparecidos messicani negli
anni '70/ '80 (menzione speciale d e l l a giuria). Tra i cortometraggi la giuria ha ritenuto meritevole del primo
premio nella sezione Fiction il brillante corto spagnolo "Democracia" diretto da Borja Cobeaga. Piazza
d'onore per l'horror, sempre di provenienza iberica, "No Mires Ahi", per la regia di Daniel Romero. Ancora
spagnolo il miglior corto per il pubblico del Sant'Antonio, si tratta di "Acabo de Tener un Sueno" ed il regista è
Javier Navarro. Si rimane in ambito latino, ma si attraversa l'Atlantico, con "El Regreso del Vampiro" di
Christian Alain Vazquez Carrasco, corto di anim a z i o n e messicano p r e m i a t o come migliore nella
sezione dedicata al disegno, a mano come su computer. Ultimo premio ass e g n a t o , ma sicuramente
caratterizzante la kermesse, quello dedicato all'Articolo 3 della Costituzione per i corti di impegno sociale.
Ancora una volta la Spagna porta a casa il risultato con "Sinceridad" gradevole digressione sulla
disoccupazione e la crisi realizzata da Andrea Casaseca. "Nel complesso una buona risposta di pubblico ed
una edizione soddisfacente" questo il pensiero di Mimmo Farina, presidente del Kimera Cineclub che poi
prosegue "Considerato il periodo elettorale, del tutto inatteso quando sono state scelte le date, si deve
ammettere che la risposta cittadina è stata in linea con le migliori previsioni. Questo ci dà la spinta per
allestire la tredicesima edizione ma, naturalmente, l'appoggio degli enti pubblici dovrà essere fattivo per
dimostrare che non è solo il Kimera, con le sue risorse limitatissime, a credere in un e vento che qualifica
Termoli dentro e fuori la regione e l'Italia, in maniera senza dubbio positiva".
ANICA SCENARIO - Rassegna Stampa 02/07/2014 - 02/07/2014
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La propriet intelletuale riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa da intendersi per uso privato
Tra corti e lungometraggiil cinema 'trionf il cinema 'trionfa' sempre