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Numero Quattro - Maggio/Giugno 2007 Giardinaggio Indoor www.giardinaggioindoor.it [email protected] Pubblicazione e distribuzione gratuita ---------------------------Responsabile di redazione Michel Venturelli Caporedattore Massone Giada Redazione Massone Giada Michel Venturelli Cantabrina Glauco Manzilli Clementina Lodi Lidia Roccatagliata Giustina Collaboratori di redazione Noucetta Kehdi William Texier Cub Report Mal Lane Andrea Sommariva Christian Cantelli ---------------------------Contatti: redazione ed informazioni generali [email protected] Pubblicità: [email protected] Giardinaggio Indoor è una pubblicazione bimestrale a distribuzione gratuita edita da Michel Venturelli Casella Postale 207 - 6500 Bellinzona 5 Svizzera I contenuti della pubblicazione sono di proprietà dell’editore, nessuna parte della rivista può essere utilizzata senza espresso consenso dell’editore. Le opinioni contenute nella pubblicazione ed espresse negli articoli dai giornalisti partecipanti alla redazione sono da considerarsi personali e non necessariamente condivise dall’editore. SOMMARIO EDITORIALE 4 TETTI VERDI e GIARDINI PENSILI 5 COLTIVARE FUNGHI 9 LA FITODEPURAZIONE 13 COLTIVAZIONI: FRAGOLE IN IDROPONICA 18 L’IRRIGAZIONE INDOOR 21 NEWS 24 L’ESPERTO RISPONDE 27 LA REDAZIONE SEGNALA 29 Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 3 Editoriale a cura della Redazione Anche quest’anno è finalmente arrivata la primavera, portando purtroppo con sé uno strascico di polemiche e malcontento. Il clima inaspettatamente mite che ha caratterizzato l’inverno è stato seguito da un incipit primaverile altrettanto inusuale, con grandine e neve fuori stagione a rendere difficile la vita dei coltivatori. Desta inoltre preoccupazione l’emergenza acqua, in previsione di un’estate siccitosa per mancanza di consistenti piogge. Insomma, un bollettino meteorologico inquietante, che costringe a fare una volta in più il punto della situazione e che spinge gli agricoltori a ripiegare sempre più spesso su colture controllate, per non subire disastrose perdite legate ad un clima sempre più instabile ed inaffidabile. Mentre si studia per porre rimedio ai danni già perpetrati all’ambiente, sono in sperimentazione in ogni campo nuove tecniche che permettano all’uomo di vivere e di provvedere ai propri bisogni in maniera ecocompatibile e a basso impatto, riducendo drasticamente l’uso di prodotti, materiali e tecnologie deleterie. Come vedremo in questo numero, molto si sta muovendo nel settore dell’energia solare, con l’approntamento di vaste aree ricoperte di pannelli con la funzione di centrali energetiche, che potranno rifornire abitazioni ed attività. Un’altra fonte non inquinante e di possibile applicazione è l’idrogeno, la cui produzione viene, in via sperimentale, affidata alle alghe e al naturale processo di fotosintesi. Che il futuro del pianeta dipenda anche dalle biotecnologie e da una nuova concezione di sfruttamento delle risorse è sotto gli occhi di tutti, tanto che uno dei più famosi parchi divertimento del mondo ha dedicato padiglioni all’intrattenimento ludico-educativo incentrato sul tema dell’equilibrio nel rapporto con l’ambiente. Andiamo poi a vedere quali risultati sorprendenti si possono ottenere coltivando fragole fuori suolo, come è possibile risparmiare risorse preziose senza rinunciare al benefico verde cittadino, e in che modo si possono impiegare le piante per depurare le acque. Inoltre, un tipo di coltivazione indoor praticabile anche dai neofiti e di sicura soddisfazione: i funghi. Per chi preferisce dedicarsi a qualcosa di più tradizionale, un vademecum dell’irrigazione: come e quando irrigare e uno sguardo sulle funzioni base della pianta in relazione all’assorbimento idrico. Foto: Verdona Team, 2007 Giardinaggio Indoor può essere liberamente scaricato dal sito www.giardinaggioindoor.it Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 4 TETTI VERDI e GIARDINI PENSILI È difficile coniugare la necessità di spazi verdi con le esigenze pratiche e le dinamiche di una città: una valida soluzione è lo sviluppo di giardini pensili, che oltre a contribuire a migliorare la qualità della vita affascino con la loro versatile bellezza gli architetti in cerca di innovazione. va con substrati di limitato spessore - coperture di costruzioni interrate con tappeti erbosi e tappezzanti - recupero e inverdimento di spazi inutilizzati - parcheggi ecologici Coperture a verde estensivo: tetti verdi Per capire al meglio come sia possibile la realizzazione di questi utili complementi dell’urbanistica, diamo un’occhiata da vicino ad un sistema brevettato da Perlite Italiana, azienda presente sul mercato dal 1915, e conosciuto col nome di Perligarden. Il sistema si avvale di specie in grado di sopravvivere e svilupparsi con interventi minimi di manutenzione. Le coperture piane delle costruzioni industriali e commerciali sono particolarmente adatte ad essere allestite con sistemazioni verdi di tipo estensivo, ma anche le coperture residenziali possono essere recuperate per inverdimenti di questo tipo. Tali coperture sono caratterizzate da vegetazione coprente con rapido sviluppo orizzontale, tradizionalmente di tipo erbaceo perenne, ma anche di tipo arbustivo prostrato e da una stratigrafia di spessore com- Si tratta di un sistema tutto italiano concepito per affrontare l’aspetto agronomico, edilizio, decorativo e paesaggistico. Il metodo è brevettato, e in grado di sviluppare soddisfacentemente aree verdi anche in presenza di poco substrato colturale, ricreando comunque le condizioni ottimali per la vita delle piante, soprattutto nelle zone a clima mediterraneo. L’impiego del sistema Perligarden permette di realizzare: - giardini pensili con arredo a verde intensivo - tetti verdi a vegetazione estensi- corretta progettazione. Nella tabella si può vedere quanti elementi bisogna considerare per giungere alla realizzazione del sistema. [Vedi nella prossima pagina tabella progetto]. IL PROGETTO Non esistono soluzioni standardizzate di giardini pensili e tetti verdi, per cui un’attenta analisi della situazione ambientale e delle esigenze dell’utente è fondamentale per una In questa pagina: l’esterno di una palestra e di un centro dirigenziale. È evidente come l’apporto di aree verdi possa cambiare completamente il paesaggio urbano, rendendolo più gradevole. Negli ultimi anni sono stati stanziati molti fondi appositi per incrementare e sostenere la presenza di zone verdi in città. Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 5 TETTI VERDI Tipo di fabbricato Destinazione Sovraccarichi ammissibili Geometria e dimensione del supporto strutturale Ambientazione Impianto a verde Arredo Irrigazione Illuminazione Manutenzione ➨ ➨ DESCRIZIONE ELEMENTO DI TENUTA MEMBRANE IMPERMEABILI DRENAGGIO ECODREN ➁ ➂ ➨ PROGETTO DI MASSIMA E PRIMA VALUTAZIONE ECONOMICA PRODOTTI ➀ PRIMA DEFINIZIONE DELL'IMPIANTO TECNOLOGICO ➦ ➨ ➦ SOTTOSISTEMI ANALISI DEL CONTESTO EDILIZIO ANALISI DELLE ESIGENZE DELL' UTENTE PRIMA DEFINIZIONE DELL' IMPIANTO A VERDE E DELL' ARREDO ARCHITETTONICO GIARDINI PENSILI ➦ ➥ ANALISI DEL CONTESTO NATURALE Esposizione Altitudine Latitudine Microclima Vegetazione (autoctona o compatibile) E DRENAGGIO E TERMOISOLAMENTO LASTRE® Supergarden con “piedone” FILTRAZIONE DRENALIT® F DRENAGGIO E ACCUMULO IDRICO ➄ Nontessuto geotessile ® IGROPERLITE ➅ SUBSTRATO COLTURALE Definizione dei dettagli e dei particolari costruttivi Definizione delle stratigrafie Scelta dei materiali Impianti e automatismi: alimentazione idrica fertilizzazione Spessori medi utilizzati: da 8 a 40 cm ➇ STRATO DI VEGETAZIONE ➨ Suddivisione funzionale degli spazi Distribuzione dell’impianto a verde Scelta dei materiali, degli arredi e degli elementi architettonici ➨ IL PROGETTO TECNOLOGICO ➆ ➈ IL PROGETTO GESTIONALE IMPIANTO DI FERTIRRIGAZIONE La manutenzione dell’impianto a verde La manutenzione delle parti edilizie plessivo inferiore ai 15-20 cm. I MATERIALI Coperture a verde intensivo: giardini pensili Vediamo una breve panoramica dei materiali impiegati. (Tabella in alto a destra). Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 6 Inerti rocciosi leggeri Perlite espansa Torbe Fibre naturali Cortecce Argille speciali Concimi AgriTERRAM® TV per tetti verdi ➦ ➥ IL PROGETTO DI AMBIENTAZIONE Sistema che richiede una media o alta manutenzione. Quello che comunemente è definito giardino pensile è caratterizzato da un’ampia scelta di specie e da una stratigrafia che, in particolari situazioni, può raggiungere uno spessore tale da consentire di impiantare, oltre alle erbacee, anche arbusti e piccoli alberi. La progettazione di una copertura a verde è particolarmente complessa in quanto tale sistema è composto da una serie di strati intercomunicanti che devono assolvere la propria specifica funzione senza interagire negativamente con gli strati contigui, e da impianti tecnologici (di ferti-irrigazione, elettrici) che devono essere perfettamente integrati nel sistema. Una particolare attenzione deve essere, inoltre, riservata alla progettazione della vegetazione che deve tener conto della situazione climatica, architettonica e funzionale dell’ambiente, finalizzando il tutto ad attivare le condizioni per un ottimale sviluppo vegetativo. Miscela di perlite espansa AGRILIT® e sostanze minerali contenuta in sacchi di nontessuto geotessile Spessori standard: da 5 a 10 cm AgriTERRAM® GP per giardini pensili Elemento di protezione e di drenaggio orizzontale e verticale L’elemento di protezione e drenaggio orizzontale e verticale, posto in opera per semplice appoggio tra la membrana impermeabile antiradice CARATTERISTICHE E VANTAGGI • Resistenti a radici e microrganismi • Di spessore adeguato Geomembrana cuspidata • Evitano la creazione dei ristagni di acqua tridimensionale ed i conseguenti fenomeni di marcescenza degli apparati radicali Lastre stampate • Espletano un’importante funzione in polistirene espanso di protezione meccanica delle membrane sinterizzato ad alta densità • Consentono un rapido smaltimento Spessori: 40-50-60 mm delle acque meteoriche in eccesso (+15 mm di intercapedine) ➃ VERIFICA CON LA COMMITTENZA DEL PROGETTO PRELIMINARE PROGETTO ESECUTIVO In P.V.C. plastificato o a base di poliolefine modificate FPO/TPO o di bitume polimero BPE/BPP • Impedisce il passaggio delle parti fini del substrato di coltivo agli strati sottostanti • Evita possibili intasamenti dello strato di drenaggio • Accumula osmoticamente nei pori della perlite le sostanze nutritive dilavate e l’umidità proveniente dalle irrigazioni • Cede lentamente al terreno sovrastante l’umidità e le sostanze accumulate • Contribuisce al drenaggio e filtrazione delle acque • Riduce lo smaltimento nelle fognature • Evita la creazione di ristagni • pH neutro (possono essere effettuate eventuali correzioni, in funzione di specifiche esigenze) • Esente da semi ed erbe infestanti • Leggero e coesivo, riduce i sovraccarichi sulle coperture • Mantiene la porosità anche dopo il naturale compattamento • Favorisce l’apporto di ossigeno agli apparati radicali • Isolante, protegge le radici dal gelo e dal caldo eccessivo • A forte ritenzione idrica e diffusività, consente di diradare i cicli di irrigazione • Pre-concimato, non necessita di ulteriori fertilizzazioni in fase di impianto Tipi di vegetazione Tappezzanti Sedum Erbacee Arbusti Piante a medio fusto Tipi di semina Stuoie precoltivate Seminagione Impianto diretto di arbusti, piante, erbacee Specie progettate in base a: • Clima ed esposizione • Spessore del substrato • Utilizzo e manutenzione prevista Apparato idraulico Irrigatori Impianti accessori di: - fertilizzazione - controllo elettronico Alimentazione: • Dall’alto, per aspersione a pioggia • Dall’alto, a goccia • Dal basso, per sub-irrigazione discontinua Vegetazione: • Suddivisa in zone estensive e/o intensive • Integrata nell’arredo generale • Con alternanza di fioriture durante l’anno • Con giochi di masse e colori e l’elemento di accumulo idrico, sarà realizzato con ECODREN PD8, membrana protettiva e drenante estrusa in polietilene ad alta densità (HDPE) - con una faccia piana ed una faccia cuspidata - e da un geotessile da fiocco non tessuto in polipropilene (PP) accoppiato alla membrana sulla sommità delle cuspidi. La soluzione dovrà garantire una portata idraulica atta ad evitare la formazione di battenti idrici nelle TETTI VERDI E GIARDINI PENSILI normali condizioni d’uso. Elemento filtrante per coperture a verde Evita il passaggio di particelle fini dal substrato colturale verso l’elemento di drenaggio. È realizzato mediante feltro in non tessuto geotessile 100% poliestere con massa areica di 200 g/m2 (oppure 150 g/m2) e con permeabilità >3,5 * 10-3 m/sec. e posto in opera tra l’elemento di accumulo idrico e lo strato colturale. Elemento di drenaggio orizzontale e verticale L’elemento di drenaggio orizzontale e verticale, posto in opera per semplice appoggio tra la membrana impermeabile antiradice e l’elemento di accumulo idrico, sarà realizzato con ECODREN SD5, georete accoppiata a caldo con un geotessile non tessuto ad azione filtrante. La soluzione dovrà garantire una portata idraulica atta ad evitare la formazione di battenti idrici nelle normali condizioni d’uso. chiuse con bordi a incastro, supporti circolari e foratura passante per facilitare il deflusso delle acque, da porre in opera tra la membrana impermeabile e lo strato di accumulo idrico. Chimicamente e biologicamente inerti non sviluppano batteri e funghi, non sono aggredibili da microrganismi, non rilasciano sostanze nocive e non marciscono. Elemento di protezione, di isolamento termico e di drenaggio orizzontale Elemento drenante con accumulo idrico integrato Lastre rigide termoisolanti di polistirene espanso sinterizzato a celle Si tratta di materassini Igroperlite, costituiti da perliti espanse Agrilit di diverse granulometrie, scelte in funzione dei requisiti di accumulo idrico e di capacità drenante. Lo speciale non tessuto geotessile 100% poliestere calandrato con cui sono confezionati i materassini svolge la funzione filtrante di tutti i materiali provenienti dal substrato colturale. Lo spessore dei materassini Igroperlite deve essere determinato in funzione dei requisiti di capacità di accumulo idrico, dello spessore del substrato colturale sovrastante e della vegetazione adottata. Mediamente tale valore è compreso tra 4 e 15 cm. La Perlite espansa AGRILIT è un materiale naturale di sicura vocazione bioarchitettonica, completamente imputrescibile, inerte, fortemente termoisolante e chimicamente neutro. La perlite è una varietà specifica di roccia vulcanica effusiva, compresa nella gamma delle rioliti e delle daciti, che possiede l’eccezionale proprietà di espandersi sino a 20 volte rispetto al suo volume originario. La perlite cruda contiene acqua fissata chimicamente (tra il 2 e il 6%) imprigionata nella roccia a causa del rapido raffreddamento del magma giunto in superficie. Sotto l’effetto delle elevate temperature (tra gli 850 e i 1.000°C) raggiunte a contatto di una fiamma nel forno di espansione, l’acqua contenuta nel granulo si dissocia e si trasforma in vapore acqueo gonfiando Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 7 TETTI VERDI E GIARDINI PENSILI Qui sopra: perlite al microscopio, evidente la porosità che permette un’eccellente aerazione delle radici e il passaggio dell’acqua. le pareti vetrose circostanti e provocando il caratteristico aumento di volume del granulo stesso. Tale processo, irreversibile, determina la formazione di microcavità che conferiscono alla perlite la capacità di ritenzione idrica, di drenaggio e di scambi gassosi continui e la formazione di microcelle chiuse e stagne che non vengono interessate da scambi idrici e conferiscono alla perlite la sua funzione termoisolante. La struttura fisico-chimica, l’inalterabilità nel tempo, l’elevato ac- cumulo idrico, la disidratazione reversibile, l’isolamento da repentini sbalzi e da eccessi termici, l’ottimo drenaggio ed ossigenazione rendono la perlite espansa particolarmente idonea per le coperture a verde. Speciali substrati colturali Tre diversi substrati garantiti privi di semi infestanti, per venire incontro a tutte le esigenze: per vegetazione di tipo intensivo (erbacee, perennanti, arbusti, suffrutici, cespugli, alberi), è costituito da una miscela di torbe, inerti roccio- si leggeri, fibre vegetali, cortecce, perlite espansa Agrilit, argille speciali, sostanze ammendanti, concimi organici. Per vegetazione di tipo estensivo (tappezzanti, erbacee, perennanti, crassulacee, sedum, graminacee), è costituito da una miscela di lapillo, pomice, perlite espansa Agrilit, torbe, cortecce, fibre di cocco, argille speciali, sostanze ammendanti, concimi organici. Per coperture a verde estensivo con sedum e crassulacee, è costituito da una miscela di lapillo, pomice, torbe e concimi a lenta cessione. Il materiale di questo articolo è tratto dal sito www.perlite.it - un ringraziamento particolare alla dottoressa Alessandra Costa per la gentile collaborazione. SCHEMA A LATO 1. MEMBRANA IMPERMEABILE 2. ECODREN MEMBRANA PROTETTIVA DRENANTE 3. LASTRE SUPERGARDEN DI PROTEZIONE E ISOLAMENTO 4. DRENALIT ELEMENTO FILTRANTE 5. IGROPERLITE – AGRITERRAM GP, ELEMENTO DI ACCUMULO IDRICO E SUBSTRATO 6. AGRITERRAM TV, SUBSTRATO 7. STRATO DI VEGETAZIONE 8. IMPIANTO DI FERTIRRIGAZIONE Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 8 LA COLTIVAZIONE DEI FUNGHI del prof. Giuseppe Lanzi PREMESSA Nella coltivazione dei funghi distinguiamo due importanti momenti operativi: la preparazione dei substrati di coltura e la produzione dei funghi. Le aziende che attuano entrambi i suddetti momenti operativi vengono definite “fungaie a ciclo chiuso” e sono normalmente di rilevanti dimensioni e occupano decine (ed anche centinaia) di addetti. L’impianto per la preparazione del substrato è infatti molto sofisticato e costoso e richiede, per ammortizzarlo, un utilizzo continuo e massimo delle sue strutture e capacità produttive: cosa questa che non sarebbe possibile attuare su fungaie di piccole dimensioni. È per questo che in Italia, come peraltro in tutta Europa, si è andata sempre più differenziando l’attività di preparazione del substrato da quella di produzione dei funghi. Sono così sorte aziende specializzate nella sola preparazione dei substrati di coltura, comunemente chiamate “platee”, che servono fungaie sia di medie dimensioni che a conduzione familiare e che possono sopravvivere e produrre in modo economicamente conveniente proprio grazie alle “Platee”. Per problemi di spazio queste pagine sono dedicati a coloro che vogliono iniziare una coltivazione di funghi di dimensioni medie e piccole: coloro che intendono realizzare fungaie a ciclo chiuso possono poi contattarci per avere informazioni più specifiche. LA COLTIVAZIONE DEL PRATAIOLO È convinzione comune che la base per la coltivazione del prataiolo sia il solo letame di cavallo. Questo materiale, pur rispondendo tutt’ora ancora molto bene alle esigenze, per motivi economici e di reperibilità è stato quasi completamente sostituito da quello che viene impropriamente chiamato “substrato sintetico”. Quest’ultimo è ottenu- Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 9 LA COLTIVAZIONE DEI FUNGHI to dalla mescolanza e lavorazione di materie prime molto comuni e di facile reperibilità quali essenzialmente la paglia di grano, la pollina, il gesso agricolo e l’acqua. A tutt’oggi sia queste miscele che l’eventuale letame equino sono lavorate e rigirate all’aperto, con speciali macchine ed attrezzature, su una platea di cemento per fermentarle in modo appropriato e renderle un substrato particolarmente idoneo alla coltivazione dei funghi. In realtà oggi presso le aziende leader del settore dove il rispetto dell’ambiente è fortemente sentito, da alcuni anni è stato messo a punto un nuovo e rivoluzionario metodo di preparazione del composto in ambiente chiuso sia atto a prevenire l’inquinamento aereo, sia di massima garanzia colturale in quanto tutti i processi produttivi sono standardizzati e controllati dal computer, chiamato appunto “indoor compost”. Ma qualunque sia il metodo di lavorazione delle materie prime, tecnicamente chiamato fermentazione libera o “phase 1” al suo termine il composto risulta non solo appetibile ai nostri funghi ma anche a tutta la microflora patogena e concorrenziale. E per eliminare appunto questa microflora patogena e concorrenziale il composto fermentato viene sottoposto ad una serie di sbalzi termici chiamata phase 2 o pastorizzazione. Terminata la pastorizzazione, ed eliminati così tutti i concorrenti, il composto viene inoculato (fase impropriamente ma più comunemente chiamata semina) con il micelio (impropriamente chiamato seme) del nostro fungo. E termina così la preparazione del substrato di coltura che viene fatta in platea. Terminata le semina il composto viene confezionato in blocchi rivestiti con un film di plastica e trasportato presso la fungaia del coltivatore che lo sistema nelle stanze di coltivazione. Qui il substrato, sistemato in letti di coltivazione a più piani, viene mantenuto alla temperatura di 25°C per circa 13-14 giorni. Durante questo periodo dai piccoli agglomerati di micelio (seme) si dipartono nuove ife (cordoni miceliari che impropriamente i coltivatori chiamano radici o muffe) che vanno ad invadere completamente la Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 10 massa, la quale tenderà man mano a cambiare odore e colore passando dal bruno scuro al rossastro chiaro e cambierà pure odore passando da quello sgradevole di composto fermentato a quello piacevole e delicato di fungo: questa fase prende il nome di incubazione o phase 3. L’avvenuta incubazione significa che il micelio del nostro fungo ha completamente al giorno tanto atteso dal fungicoltore: i letti di coltura si presentano improvvisamente ricoperti da tanti piccoli punti bianchi che, nel giro di pochi giorni, ingrossano imbiancando la superficie e…. crescendo come funghi. Siamo finalmente giunti alla prima raccolta e siamo approssimativamente al 36esimo giorno dalla semina. Questa nascita si ripeterà poi invaso il substrato, e lo si nota vistosamente dal cambiamento sia di colore che di odore, in quanto questo è il risultato di suo gradimento: ciò è sinonimo di potenzialità produttiva. A questo punto il composto viene spianato, pressato e ricoperto di un apposito terricciato chiamato “terra di copertura”. Per altri 10 giorni il substrato viene mantenuto alla temperatura di 25°C affinché anche la terra di copertura possa essere incubata, cioè invasa dal micelio: ed è proprio l’incubazione della terra che segna il passaggio dalla fase vegetativa a quella riproduttiva. È dunque il momento per creare le condizioni ambientali ideali alla fuoriuscita dei carpofori, ossia quella parte edule che tutti conosciamo con il nome di fungo. A questo scopo la temperatura della stanza viene abbassata fino a che nel substrato non si raggiunga e mantenga una temperatura di 1618°C e, nel contempo, si da avvio alla ventilazione con aria esterna per eliminare l’alto tasso di anidride carbonica prodotta nella fase di incubazione. E si giunge finalmente circa ogni 8 giorni per 4-5 raccolte complessive. L’intero ciclo colturale copre un arco di 10 settimane. LA COLTIVAZIONE DEL PLEUROTUS Anche per il Pleurotus distinguiamo due importanti momenti colturali: la preparazione del substrato di coltura e la produzione dei funghi. Le LA COLTIVAZIONE DEI FUNGHI materie prime per la preparazione del substrato sono semplicemente buona paglia di grano ed acqua che vengono macinate, ben miscelate e lavorate poi pastorizzate, e infine inoculate (seminate). Terminata la semina il substrato viene confezionato in blocchi rivestiti con un film di plastica e trasportato presso le serre-fungaia del coltivatore che lo predispone all’incubazione. Qui il substrato, sistemato direttamente sul pavimento, viene mantenuto alla temperatura di 28°C per circa 13-14 giorni. Durante questo periodo, come già abbiamo visto per il prataiolo, dai piccoli agglomerati di micelio (seme) si dipartono nuove ife che vanno ad invadere completamente la massa, la quale tenderà a divenire bianca e compatta passando dall’odore sgradevole di composto fermentato a quello piacevole e delicato di fungo: anche per il Pleurotus avviene cioè l’incubazione. Come già per il prataiolo anche per il Pleurotus l’avvenuta incubazione significa potenzialità produttiva. È dunque il momento per creare le condizioni ambientali ideali alla fuo- riuscita dei carpofori, ossia quella parte edule che tutti conosciamo con il nome di fungo. A questo scopo la temperatura della stanza viene abbassata fino a che nel substrato non si raggiunga e mantenga una temperatura di 14-16°C e, nel contempo, si da avvio alla ventilazione con aria esterna. E anche qui si giunge finalmente al giorno tanto atteso dal fungicoltore: dai fori del film di plastica che riveste i blocchi di substrato iniziano a fuoriuscire e sbocciare come fiori i cespi del Pleurotus! Siamo finalmente giunti alla prima raccolta e siamo approssimativamente tra il 30-45esimo giorno dalla LA SCELTA DEL FUNGO I due funghi più coltivati in Italia sono il Prataiolo ed il Pleurotus. A livello di commercializzazione il prataiolo offre una maggiore produzione sia sul peso del substrato che nell’unità di tempo nonché, fatto molto importante, un andamento di mercato più regolare e meno rischioso del Pleurotus: quest’ultimo richiede impianti meno costosi, una coltura più semplice, un minore impiego di manodopera ma anche però una stagione di coltura più corta (autunno-inverno) ed un ciclo di coltivazione più lungo. Pur essendo prataiolo e Pleurotus i funghi di più semina. Questa nascita si ripeterà poi ancora per 3-5 raccolte complessive. L’intero ciclo colturale copre un arco di circa 100 giorni. largo interesse, non vanno tuttavia dimenticate le colture emergenti che in questi ultimi anni stanno raggiungendo volumi tutt’altro che trascurabili. Questi nuovi funghi sono il cardoncello o fungo di ferula, il pioppino, lo shii-take, i funghi dell’oro e dell’amore. I LOCALI DI COLTURA Contrariamente a quanto troppo spesso avviene i locali di recupero (stalle, cantine, fienili, ecc.) non sono quasi mai adatti a meno che non si tratti di grandi superfici omogenee (oltre 1.500 mq). La moderna fungicoltura infatti è basata sulla meccanizzazione della coltura e questa non può essere meccanizzata se realizzata in più ambienti eterogenei. L’unità di coltura oggi più apprezzata è la serra-fungaia: non bisogna Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 11 LA COLTIVAZIONE DEI FUNGHI sin qui riportate siano sì importanti e fondamentali per incominciare a conoscere e capire il settore ma siano al contempo ancora insufficienti per un inizio attività serio e corretto. però lasciarsi ingannare dal nome in quanto le moderne serre-fungaia sono estremamente sofisticate e niente hanno più a che fare con i primordiali tunnel in cui si iniziò la coltivazione del Pleurotus venticinque anni or sono! Ad a archi singoli o multipli, le serre-fungaie hanno una copertura in doppia lastra di vetroresina inframezzate da lana di vetro o con lastra singola e poliuretano spruzzato. L’impianto di climatizzazione ed umidificazione è gestito dal computer e, quelle destinate al prataiolo, possono avere anche il condizionamento estivo. Le serre-fungaie per prataiolo sono provviste inoltre di “letti” a 3 o 5 piani di coltivazione predisposti per il carico e lo scarico meccanizzato del substrato di coltura nonché per l’eventuale taglio e raccolta meccanica dei funghi. UNITÀ DI COLTURA E CAPACITÀ PRODUTTIVA Va da sé che per una coltivazione meccanizzata del prataiolo le serre-fungaia debbono essere almeno 8 vuoi per garantire una produzione giornaliera costante, vuoi per ben ammortizzare le macchine ed attrezzature comuni o centralizzate. Con 8-10 serre-fungaia come quelle descritte cadauna di m. 8 x 30 circa ed a tre file di letti a 5 piani di coltivazione si può prevedere una regolare produzione di circa 15 qt. al giorno. Il Pleurotus non è un fungo facilmente programmabile: comunque per avere una produzione giornaliera abbastanza costante attorno ai 10 qt. occorrano tra le 10 e le 14 serre-fungaia. La produzione è comunque stagionale e va dall’autunno all’inizio primavera con variazioni d’epoca in funzione delle diverse regioni italiane. A CHI RIVOLGERSI PER INIZIARE UNA COLTIVAZIONE È comprensibile come le informazioni Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 12 Può succedere, ad esempio, che rivolgendosi direttamente a costruttori di serre-fungaie e attrezzature o a produttori di composto questi siano portati più ad evidenziare i costi dei loro prodotti ed i ricavi lordi che un piano economico completo: e ciò in completa buona fede in quanto potrebbero essere a conoscenza solo di questi valori di loro diretto interesse e non delle realtà che dovrà affrontare il loro cliente! È per questo motivo che è consigliabile rivolgersi ad uno studio professionale serio e specializzato nel settore che altro non abbia da vendere che la propria esperienza! Insieme potrete proget- tare l’azienda per voi più interessante nell’ambito di uno studio serio delle Vostre realtà e delle Vostre esigenze. Per ulteriori informazioni potete comunque contattare la Funghi Mara (www.funghimara.it), i cui tecnici sono a disposizione sia per rispondere dapprima alle domande più semplici e fornire le prime informazioni gratuitamente, sia, qualora lo desideriate, per poi indirizzarvi verso uno studio professionale del settore che possa consigliarvi e quindi assistervi qualora vogliate diventare fungicoltori. Potete leggere on line questo articolo sul sito dell’azienda Funghi Mara: www.funghimara.it Foto: www.mushroom-master.com FITODEPURAZIONE: LE PIANTE COME FILTRI NATURALI Fitodepurazione in impianti di acquacoltura: studi preliminari in allevamenti di trota iridea (Oncorhynchus mykiss) in Veneto di Borin M. , Tocchetto D. Introduzione In Italia gran parte delle specie ittiche da allevamento, quali trote, anguille, spigole, orate ma anche pesci gatto e storioni, provengono da impianti di allevamento di tipo intensivo. Nell’allevamento intensivo è di fondamentale importanza la somministrazione di alimentazione di tipo artificiale, con formulazioni adatte alle specie allevate ed in grado di ottimizzare la quantità di prodotto distribuito con la crescita del pesce. Mentre nell’allevamento estensivo, grazie alla capacità di autodepurazione biologica dovuto al complesso sistema naturale tipico delle zone umide, è restituita all’ambiente esterno un’acqua qualitativamente migliore di quella in entrata, nell’allevamento intensivo sono da tenere nel dovuto conto le immissioni nell’ambiente di acque con potenziali possibilità di alterazione del recettore. I rifiuti dell’allevamento (composti organici quali proteine, carboidrati, urea, vitamine, disciolti nell’acqua o legati ai materiali in sospensione) vengono generalmente scaricati con le acque in uscita. Le analisi chimiche delle acque di scarico, date le alte portate effluenti (superiori a 100 l s-1), mostrano valori dei principali parametri inquinanti al di sotto dei limiti legislativi. Ciò nonostante, per effetto dei grandi volumi si possono generare carichi puntiformi di una entità tale da rendere opportuno un trattamento depurativo. Questo fattore di carico comporta spesso l’insorgenza di fenomeni di eutrofizzazione del recettore finale con implicazioni sugli equilibri naturali degli ecosistemi interessati. In questo settore, i sistemi tradizionali di trattamento degli effluenti per la riduzione dei carichi inquinanti prevedono l’utilizzo di ampie vasche dove l’acqua permane per alcuni giorni in condizioni di calma ed i materiali in essa presenti sedimentano. Altre tecnologie prevedono la separazione meccanica per chiarificazione mediante microfiltri statici o rotanti. Questi processi permettono la riduzione dei carichi di sostanza organica, solidi sospesi e fosforo nei flussi idrici in uscita. La componente azotata, invece, essendo disciolta nella colonna d’acqua rimane inalterata e viene rilasciata con lo scarico in uscita. La necessità di depurare le acque Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 13 FITODEPURAZIONE: LE PIANTE COME FILTRI NATURALI con sistemi efficaci nei confronti degli elementi nutritivi disciolti indirizza la sperimentazione verso la necessità di testare sistemi alternativi di depurazione adatti alle specifiche caratteristiche idrologiche dell’allevamento. La fitodepurazione è indubbiamente una metodologia caratterizzata da semplicità applicativa, economicità costruttiva e ridotta gestione operativa (Borin 2003), caratteristiche che la rendono adattabile all’attività di acquacoltura. L’assorbimento degli elementi chimici disciolti nelle acque operato dalle piante e dai microrganismi associati all’apparato radicale è un’attività che avviene normalmente in tutti gli ambienti naturali; questa condizione ordinaria può essere sfruttata e ottimizzata per realizzare sistemi di depurazione dove le radici delle piante sono a diretto contatto con il corpo idrico e per questo in grado di intercettare gli elementi in esso disciolti. A livello internazionale sono già stati condotti studi sulla funzionalità di questa tecnologia in acquacol- tura (Schulz 2003; Sonnenholzner 1997). Le finalità dello strumento finanziario che ha sovvenzionato la sperimentazione è la realizzazione di ricerche ad alto grado di applicabilità da parte degli operatori finali. Non si vuole quindi individuare e caratterizzare l’impatto delle attività di acquacoltura sui recettori finali bensì valutare la capacità e l’applicabilità della fitodepurazione in questo tipo di attività produttiva. Il progetto Il progetto sperimentale prevede la realizzazione ed il monitoraggio di due impianti di fitodepurazione, differenti per tipologia, presso due aziende ittiche situate all’interno del Parco Regionale Naturale del Fiume Sile. Si vuole monitorare in concreto la capacità della fitodepurazione nel ridurre i carichi inquinanti sia come azione di filtro ai solidi sospesi, sia per la capacità di assorbire gli elementi disciolti nelle acque che andrebbero irrimediabilmente riversati nel recettore. In alto: trota iridea, foto by Ken Hammond. In basso: sviluppo apparato radicale giacinto in sperimentazione, foto Simonetti. Le analisi di laboratorio riguardano i solidi sospesi totali, le forme azotate e fosforiche, il BOD5, il COD, pH, conducibilità, ossigeno disciolto. Particolare attenzione viene rivolta Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 15 FITODEPURAZIONE: LE PIANTE COME FILTRI NATURALI nei confronti delle specie da utilizzare. La loro scelta è stata fatta dopo una analisi bibliografica ed è ricaduta su due piante alloctone che offrono ottime garanzie di efficacia e di compatibilità per l’intervento: il giacinto d’acqua (Eicchornia crassipes) e il vetiver (Vetiveria zizanioides). Il giacinto d’acqua appartiene alla famiglia delle Pontederiacee, ed è di origine brasiliana. È una pianta perenne in ambienti tropicali, annuale nelle zone temperate e continentali, natante, acaule e fornita di uno spesso rizoma. L’ambiente ottimale di crescita ha temperatura compresa tra 16 e 30°C, con optimum tra 20 e 25°C, pH neutro, illuminazione intensa. Essendo fornita di organi di galleggiamento la realizzazione dell’impianto sperimentale ha previsto il contenimento, mediante reti a maglia fine, delle piante entro superfici prestabilite e perpendicolari al flusso idrico in uscita dalla vasca di allevamento del pesce. Questa rete consente inoltre di evitare la contaminazione biologica con materiale vegetale alloctono (il giacinto presenta delle spiccate caratteristiche di infestante nonostante l’impossibilità di sopravvivere ai rigori invernali delle latitudini del nord Italia. Il vetiver è una pianta erbacea perenne con apparato radicale profondo (raggiunge e supera i 5 metri di profondità nel suo ambiente naturale) di rapidissima crescita, con radici omogenee ed estremamente resistenti. Questa pianta tollera terreni con pH compreso fra 4 e 12, elevate concentrazioni saline, temperature da –10°C a +60°C. Molteplici sono gli utilizzi di questa specie: consolidamento di scarpate stradali e ferroviarie, fitodepurazione in idroponica (Hart 2003) e di tipo tradizionale, protezione di argini di torrenti e fiumi, fitoestrazione, ripristino di miniere esauste, produzione di olio essenziale. Fra le altre caratteristiche interessanti vi è l’impossibilità di riproduzione agamica e sessuata alle noGiardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 16 stre latitudini (questo offre garanzie notevoli riguardo al rischio di contaminazione biologica al di fuori dell’areale di origine) e la resistenza a patologie ed insetti. Questa specie non possiede organi adibiti al galleggiamento. Ai fini della sperimentazione sono perciò state create delle apposite strutture galleggianti. Ai fini sperimentali, oltre al controllo qualitativo delle acque verranno In alto: piante di vetiver foto Giannotti e School of Botany University of Melbourne. FITODEPURAZIONE: LE PIANTE COME FILTRI NATURALI eseguiti dei rilievi fenologici per studiare le dinamiche di accrescimento delle due specie. Prime indicazioni e considerazioni Il monitoraggio della qualità delle acque in ingresso ed in uscita ha mostrato valori interessanti in entrambi gli impianti realizzati. Risultati sperimentali preliminari sui composti organici sono riportati in Tabella 1. Questi dati mostrano come l’azione di filtro fisico delle radici delle piante sia efficace nella riduzione della componente organica sospesa e disciolta nelle acque. È ragionevole pensare che il materiale intercettato e trattenuto dalle radici ospita comunità batteriche che concorrono alla degradazione dello stesso. Inoltre, è evidente il legame tra elementi rilevati negli scarichi e la fonte alimentare unita alla presenza di eventuali pesci morti in decomposizione. L’analisi fenologica, ancora in corso di elaborazione, ha mostrato la differente capacità delle piante di sviluppare le radici (sia in profondità che lateralmente) e di colonizzare gli impianti nel corso del periodo di studio. Nota Si ringraziano Gianluca Simonetti per l’energica ed entusiastica collaborazione, la ditta Hendrix Spa ed i titolari delle aziende per l’interesse e la collaborazione al progetto. Bibliografia • Borin M., 2003. Fitodepurazione – Soluzioni per il trattamento dei reflui con le piante. Il Sole 24 ore Edagricole, Bologna, 198 pag., ISBN 88-5064830-8. • Hart B., Cody, R., Truong P., 2003. Hydroponic vetiver treatment of post septic tank effluent. Paper prepared for Third International Conference on Vetiver , October 2003, Guangzhou, China. • Schulz C., Gelbrecht J., Rennert B., 2003. Treatment of rainbow trout farm effluents in constructed wetland with emergent plants and subsurface horizontal water flow . Aquacolture n. 217, 2003, pag 207.221. • Sonnenholzner S., Kyung H.Y., Masser M.P., Martin J., Wilcox M., 1997. Wetlands improve effluent quality from channel catfish intensive culture system. Highlights on agricultural research . Vol. 44, n. 4. I lettori interessati a contattare l’autore per proseguire il confronto sui temi dell’articolo possono usare il tramite di Pubblicità Italia, scrivendo a [email protected] e specificando nell’oggetto l’articolo a cui si fa riferimento. Per concludere è da segnalare la possibilità, descritta in letteratura, che questo metodo di depurazione risulti efficace non solo riguardo al carico organico e inorganico derivato dall’alimentazione dei pesci, ma anche come soluzione valida verso i comuni trattamenti di disinfezione delle vasche di allevamento nonché la probabile interazione e degradazione svolta dalle piante a carico di antibiotici e altri trattamenti eventualmente applicati. In basso: fiore di giacinto acquatico, foto © Tomo Yun (www.yunphoto.net/en/) Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 17 COLTIVAZIONI FUORI SUOLO: LE FRAGOLE Uno sguardo dall’interno alla coltivazione professionale fuorisuolo della fragola, una delle tipologie di colture che più si prestano a questa tecnica a cura della giovane ed innovativa ditta Fragolosa di Agricola di Barge (CN). Già ampiamente sperimentata nel Nord Europa, dove le condizioni climatiche e pedologiche sono più sfavorevoli alle colture tradizionali, la coltura fuori suolo rappresenta una reale possibilità di miglioramento qualitativo ed economico della produzione. La coltura della fragola fuori suolo rappresenta una delle maggiori innovazioni tecnologiche dell’ultimo decennio. Essa consente di ottenere produzioni fuori stagione solitamente più remunerate sui mercati, variando in modo appropriato i tempi della messa a dimora delle piantine nei sacchetti contenenti substrati misti di torba e perlite. Normalmente si opera in modo tale che la prima produzione sia disponibile per il mercato nel periodo di ottobre-dicembre. Dopo la pausa invernale si ha una seconda produzione, primaverile, di aprilemaggio. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la coltura fuori suolo ha una lunga storia che risale ben al XVII secolo, Tra i primi esperimenti significativi si ricorda quello di Duhamel Monceau che nel 1758 fece germinare alcuni semi di diverse piante su delle spugne umide. Le radici di tali piante furono immerse una parte in acqua ed una parte in una soluzione concimata. Costatando i buoni risultati ottenuti da queste ultime, se ne dedusse che le piante non assorbivano solo acqua, ma anche tutte le sostanze nutritive in essa disciolte. Iniziarono così le prime esperienze “fuori suolo” utilizzando i substrati più diversi, dai pezzi di legno alla sabbia di quarzo, dalla polvere di mattone alla torba. Aspetti colturali Per ottenere i migliori risultati con questo tipo di coltura è necessario superare alcune problematiche che normalmente non si presentano nelGiardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 18 le colture tradizionali in suolo: scelta delle strutture di protezione della coltura e di sostegno dei sacchi; tipo di substrato; caratteristiche dell’acqua di irrigazione; composizione della soluzione nutritiva e di conseguenza adeguatezza dell’impianto fertirriguo; tipo di pianta. La struttura di protezione è quasi sempre costituita da un tunnel, non necessariamente tra i più costosi. È opportuno che sia dotata di controllo automatico delle aperture laterali al fine di regolare la temperatura e che abbia la copertura con doppio telo gonfiabile, costituita da film plastici a base di EVA o comunque “lunga vita”, con spessore medio di 0,18- 0,20 mm da sostituire ogni 34 anni. Il doppio telo gonfiabile consente una diminuzione degli sbalzi termici e nel caso in cui si ricorra all’impiego del riscaldamento di beneficiare di un consistente risparmio energetico. In queste strutture, piuttosto resistenti, i sacchetti contenenti i substrati di coltivazione vengono solitamente sospesi ed agganciati ai foto: © Tomo.Yun (www.yunphoto.net/en/) COLTIVAZIONI FUORI SUOLO: LE FRAGOLE tiranti degli archi portanti. In questo modo è possibile coprire il suolo con un film plastico pacciamante bianco in grado di aumentare la luminosità ed attenuare la formazione di condensa all’interno del tunnel. Il tipo di substrato attualmente più usato, almeno nel cesenate, è una miscela di torba e perlite, che permette, rispetto alla sola perlite, un certo margine di errore nel controllo dei valori di conducibilità elettrica (EC) e di pH, rispetto alla perlite pura. Quest’ultima ha però il vantaggio di poter essere riutilizzata per più cicli di produzione. L’acqua irrigua a disposizione dall’azienda agricola è determinante ai fini della scelta del l’impianto di fer- Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 19 COLTIVAZIONI FUORI SUOLO: LE FRAGOLE tirrgazione. Uno dei parametri dell’acqua più importanti da valutare è sicuramente la conducibilità elettrica a 25°C (in microSiemens/cm) che esprime convenzionalmente la salinità di una soluzione. In alcune zone, come il Trentino, l’acqua irrigua ha generalmente una conducibilità molto bassa (100-300 mS/cm), mentre in altre, come il cesenate, questo valore è molto alto (1000 – 1.200 mS/cm). In questa seconda realtà è intuibile come risulti molto difficoltoso arricchire la soluzione con fertilizzanti senza superare i valori limite sopportabili dalla coltura (1.600-1.800 mS/cm). Per non incorrere in seri problemi è necessario quindi poter disporre di un buon impianto fertirriguo, capace di controllare in tempo reale i valori di EC e di pH della soluzione nutritiva, interrompendo, in caso di superamento dei valori prefissati, l’immissione in linea dei fertilizzanti. Nei casi di acque particolarmente “difficili” o per ottenere comunque i migliori risultati produttivi, è possibile dotare l’azienda di un impianto che consenta, sfruttando l’osmosi, di abbassare drasticamente i valori Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 20 di EC dell’acqua di partenza (30-100 mS/cm). In questo modo la concimazione risulta più facile e più incisiva con benefici sulla quantità e la qualità della produzione. La soluzione fertilizzante viene costituita utilizzando 3 contenitori: nel primo è contenuto nitrato di calcio e potassio con chelati di ferro; nel secondo i microelementi, il solfato di magnesio, il fosfato nionopotassico e il nitrato di magnesio, mentre nel terzo è contenuto acido nitrico necessario per acidificare la soluzione fertilizzante sino a valori di pH compresi fra 5,2 e 5,8. Le piante solitamente impiegate nel fuori suolo sono generalmente “ingrossate” (WB, A+ e TP), in grado di iniziare a fruttificare circa 45 giorni dopo la messa a dimora. Da studi condotti recentemente nel Cesenate, i migliori risultati sono stati ottenuti con le varietà Mara des Bois, Miss e Don. Per approfondimenti visitate il sito, ricco di contenuti, da cui è tratto l’articolo: www.gruppoagritech.it/fragolosa Le foto di queste pagine sono © Tomo.Yun (www.yunphoto.net/en/), la foto in basso è di Daniel Jaeger Vendruscolo (http://www. flickr.com/photos/danieljaeger) Le fragole sono tra le specie di piante più adatte per la coltura fuorisuolo: poco ingombranti, relativamente facili da gestire, danno grosse soddisfazioni anche ai principianti. L’IRRIGAZIONE NELLE COLTIVAZIONI DOMESTICHE di Christian Cantelli Una corretta metodologia di irrigazione e fertilizzazione è uno dei segreti per il successo nelle coltivazioni domestiche; tuttavia spesso, soprattutto per i neofiti, è difficile sapere come e quando irrigare per ottenere risultati migliori. Prima di tutto bisogna che sia chiaro il processo di nutrimento delle piante. L’acqua ed i sali, con i nutrimenti della pianta, vengono assorbiti dalle radici per osmosi, salgono poi attraverso il fusto e raggiungono dapprima le foglie dove si fermano come in una specie di magazzino di stoccaggio; successivamente la linfa viene distribuita ai rami con i fiori/frutti. La linfa della pianta è come il sangue per gli esseri umani, essa attraversa il fusto e sale grazie al processo di evaporazione attraverso le foglie. Se la pianta sente un ambiente troppo umido o troppo secco può regolare l’apertura dei pori situati sulle foglie a seconda delle esigenze per aumentare o diminuire la suzione verso l’alto. Tramite l’apertura e la chiusura dei pori traspiranti situati sulle foglie la pianta regola la propria circolazione e la distribuzione della linfa nonché la velocità e la consistenza della sua distribuzione. al substrato di assorbire la soluzione irrigua. Irrigare durante il ciclo di buio non sarà invece una buona idea in quanto l’evaporazione e di conseguenza la circolazione della linfa saranno molto ridotte; questo comporta nelle colture in vaso più tradizionali un ristagno della soluzione che potrebbe portare ad una salificazione degli elementi presenti nella stessa non permettendo conseguentemente all’apparato radicale di assorbirla perché troppo “densa”; similmente negli impianti idroponici (esclusi quelli ad irrigazione continua dove non avviene alcun ristagno e la soluzione irrigua è sempre in movimento) un’eccessiva irrigazione durante la fase di buio, quando le radici hanno una capacità di assorbimento molto ridotta, potrebbe portare ad una marcescenza delle radici stesse, con gravi conseguenze per la salute della pianta. L’innaffiatura alle prime luci dell’alba quindi, o del suo corrispondente artificiale, cioè subito dopo l’accensione delle luci, garantirà un’eccezionale assorbimento dei nutrimenti e un’ottimale svolgimento del processo. Questo piccolo accorgimento può già produrre miglioramenti notevoli in una coltura domestica. nell’acqua della maggior parte degli acquedotti presenta una percentuale di cloro potenzialmente dannosa per le piante che potrebbe provocare bruciature sul bordo delle foglie. Per ovviare a tale inconveniente sarà opportuno lasciar riposare l’acqua del rubinetto per qualche ora per permettere al cloro di evaporare. Per le coltivazioni idroponiche possiamo sia mescolare direttamente i nutrimenti nella cisterna con acqua distillata, che mettere acqua e nutrimenti già precedentemente mescolati. Per la regolazione del PH sarà opportuno far “girare” il nostro impianto per qualche tempo, il necessario per far circolare l’interezza della soluzione almeno due o tre volte, prima di effettuare le misurazioni e le eventuali correzioni, dando al liquido il tempo di stabilizzarsi. QUANTO Irrigando piante in vaso sarà bene QUANDO COME Per un grower è importante conoscere questi principi. All’accensione delle luci, quando saranno a pieno calore la mattina, la pianta aprirà i pori per consentire la massima evaporazione. La linfa scorrerà verso l’alto e le radici avranno una suzione ottimale. In un sistema idroponico sarà dunque opportuno regolare l’irrigazione in corrispondenza di questo momento (sempre che non si disponga di un sistema a irrigazione continua) per fornire l’acqua ed i nutrimenti freschi proprio nel momento in cui servono. Se le piante sono alloggiate in vaso con terriccio o cocco, sarà opportuno eseguire la prima irrigazione al momento dell’accensione delle luci o poco prima, per dare tempo Per quanto riguarda le coltivazioni in vaso, che richiedono un’irrigazione manuale, sarà opportuno preparare la soluzione irrigua aggiungendo uno alla volta i componenti all’acqua in un recipiente mescolando di volta in volta. La misurazione ed eventuale regolazione del PH dovranno essere compiuti dopo che ogni elemento è stato aggiunto in quanto alcune sostanze possono modificare il PH del liquido essi stessi. I fertilizzanti liquidi devono essere sempre diluiti e mescolati all’acqua nelle dosi indicate. L’uso prolungato di acqua distillata potrebbe provocare una carenza di calcio nelle piante e produrre fusto e rami deboli, senza struttura. C’è da dire però che il cloro presente Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 21 ILLUMINAZIONE ESTREMA UNA ANTEPRIMA MONDIALE: GIB-Lighting NXE Ballast La combinazione vincente Una maggior resa luminosa con il nuovo GIB NXE Ballast in combinazione con il bulbo GIB Lighting Flower Spectre XTreme Output, disponibile in taglio da 400 W e da 600 W. I vantaggi offerti dai ballast NXE: € $ £ + Maggior resa in lumens con un minor assorbimento elettrico: maggior raccolto, rispetto ai sistemi tradizionali, sulla stessa area di coltivazione Utilizzando differenti riflettori la maggior emissione luminosa puo‘ essere utilizzata su una maggior area di coltivazione I vantaggi Maggior resa luminosa Maggior durata della vita della lampada 5 anni di garanzia Realizzazione robusta in cabinet alluminio Funzionamento silenzioso Alta efficienza energetica Installazione semplificata www.gib-lighting.de Distributer in Germany • Grow In Berlin Shop & Customer Service: Phone: +49 30 / 34 43 6 42 Fax: +49 30 / 34 43 6 52 [email protected] Wholesale & Mail Order Business: Phone: +49 30 / 34 99 80 70 Fax: +49 30 / 34 99 80 73 [email protected] Internet: www.grow-in-berlin.de Phone: 010 666565 010 661665 010 6962196 [email protected] www.hempatia.it presso tutti i punti vendita www.hempatia.it L’IRRIGAZIONE NELLE COLTIVAZIONI DOMESTICHE lasciare che un po’ di liquido goccioli giù fuori ad ogni innaffiatura facendo così ogni volta una sorta di piccolo risciacquo. Non tutte le piante “bevono” la stessa quantità di acqua, ciò può dipendere da molteplici fattori. Per sapere quando la nostra pianta è “sazia” basterà guardare sotto al vaso, fare scorrere via un poco di liquido e basta. Si possono usare sottovasi per compiere l’operazione d’innaffiatura ma non dovranno assolutamente restare sotto la pianta col risciacquo delle radici, poiché il liquido sarà denso e tenderà a salificare, se non a diventare ricettacolo per larve o insetti. In pratica lasciare l’acqua nei sottovasi e lasciare che la pianta la riassorba corrisponde ad un volontario avvelenamento della stessa. Negli impianti idroponici sarà sempre opportuno controllare di quanto sia sceso il livello del liquido nella cisterna di volta in volta, per controllare l’assorbimento del liquido irriguo da parte delle piante. Se per qualche motivo noterete un rallentamento sarà bene controllare la densità dell’acqua ed il suo PH ed eventualmente cambiare tutto il liquido, in quanto la pianta potrebbe non essere al momento in grado di nutrirsi. Mantenere il livello del liquido nella cisterna stabile e sotto controllo è sempre una buona abitudine. QUANTO SPESSO In terra la regola d’oro è abbondare con l’irrigazione ed aspettare che la pianta abbia bevuto il più possibile prima di quella successiva: osservando la superficie del terriccio sarà semplice determinare se esso sia vicino ad essere asciutto. Se lo è in superficie presto lo sarà anche in profondità ed è allora che si dovrà irrigare. Non esistono regole rigide, piante con un metabolismo accelerato a crescita veloce assorbiranno una maggiore quantità di liquido irriguo e di conseguenza nutrimenti, più una pianta beve più crescerà, ma sarà essa a stabilire di quanta acqua avrà bisogno, nostro compito sarà fornirle la quantità necessaria, né più né meno. Per quanto riguarda i sistemi idroponici, alcuni di essi presentano un ciclo di irrigazione continua, come ad esempio i sistemi NFT o DWC che sono stati studiati per mantenere il liquido irriguo in costante movimento a contatto con le radici. Per quei sistemi invece che prevedono una programmazione del ciclo di irrigazione, come ad esempio i sistemi EBB&FLOW ad alta e bassa marea varrà principalmente il concetto precedentemente enunciato della circolazione della linfa in conseguenza al ciclo di luce: quindi imposteremo il primo ciclo di irrigazione in corrispondenza dell’accendersi delle luci. Per piante giovani o di piccole dimensioni non serviranno molte irrigazioni quotidiane ma sarà comunque consigliabile un altro ciclo subito dopo la metà del tempo di luce. Con piante adulte e molto assetate potremo aumentare le irrigazioni anche fino a quattro o cinque al giorno, sempre nelle ore “diurne”, da effettuare ad intervalli regolari, mantenendo la prima in corrispondenza dell’accensione. Se poi alla mattina noteremo che il substrato, che sia argilla espansa, lana di roccia o altri, è molto asciutto, magari per un’elevata temperatura ed evaporazione notturna, potremmo impostare una breve innaffiatura anche di notte, per evitare danni all’apparato radicale che potrebbe “seccarsi”. IL RISCIACQUO Una delle magie di un coltivatore esperto consiste nel metodo del risciacquo. Quando si passa da una fase all’altra, da vegetativa a fioritura ad esempio, o alla fine del ci- clo della pianta, alla maturazione, è sempre bene eseguire un risciacquo per consentire alla pianta di consumare le sostanze residue depositate al suo interno e poi cominciare a cibarsi della nuova soluzione, oltre che pulire le radici da eventuali depositi o salificazioni. In vaso, al passaggio da vegetativa a fioritura, si procederà in questo modo: se una pianta “beve” mediamente una certa quantità di liquido daremo almeno il triplo di sola acqua ad ogni irrigazione, facendo in modo che l’eccesso scivoli via da sotto al vaso: daremo solo acqua alla pianta per due o tre volte, facendo in modo che essa si pulisca anche all’interno. Cominceremo poi a somministrare la soluzione per la fioritura dopo questo periodo di “purificazione”. Durante la fase finale di una pianta a ciclo breve questo processo servirà a purificare i fiori o i frutti da tutte le sostanze somministrate durante il ciclo vitale della pianta consentendo ad essa di esaurire le scorte, presenti nelle foglie, e di produrre una maturazione naturale e straordinaria. Nei sistemi idroponici il risciacquo avverrà semplicemente sostituendo il liquido coi nutrimenti a semplice acqua per un certo periodo (due o tre giorni per il passaggio da vegetativa a fioritura e una settimana/dieci giorni durante la fase finale). Come nota sul risciacquo c’è da aggiungere che esistono anche prodotti fatti apposta per la fase finale del ciclo di una pianta, che portano la stessa ad una migliore e più veloce maturazione, oltre ad avere il vantaggio di armonizzare e di sincronizzare il raccolto, se necessario. Con questi accorgimenti si possono migliorare in modo anche inaspettato la qualità e la quantità del nostro raccolto, siano essi fiori o frutti. In alto, una foglia di pomodoro: è ricoperta da microscopici pori (stomi) che permettono alla pianta di respirare. Nella pagina precedente, l’operazione di dosaggio dei fertilizzanti da disciogliere nell’acqua. Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 23 NEWS EDUCAZIONE AMBIENTALE AL PARCO DIVERTIMENTI Si terrà il 5 di Aprile l’Epcot® International Flower & Garden Festival nel parco a tema Walt Disney World Epcot (Experimental Prototype Community of Tomorrow). Inaugurato a metà anni sessanta, il parco si propone di introdurre il pubblico ad un futuristico mondo ideale, e di coniugare divertimento, intrattenimento ed educazione ambientale. Durante il tour vengono affrontate diverse aree tematiche: una sezione che riproduce l’interno del corpo umano, un’altra il reef corallino popolato di pesci, in una terza è possibile pedalare attraverso tutto il percorso proposto sulle tematiche dell’energia, e poi ancora viaggi virtuali nei cieli della California e attrazioni guidate. La parte che più ci interessa però è quella denominata Land, con favole a tema ambientale per i più piccoli e dimostrazioni di agricoltura innovativa, esempi di lussureggianti coltivazioni idroponiche e soil free, biotecnologia vegetale, acquacoltura. Le serre imponenti presentano ogni tipo di vegetazione ed è possibile acquisire nozioni sulla storia della coltivazione, dal passato remoto al futuro prossimo, da tenere in mente per una vacanza adatta a tutta la famiglia con risvolti di riflessione. http://disneyworld.disney.go.com/ wdw/index Sotto e a lato: vista dall’alto del parco e logo di Epcot Land © WaltDisney. Sopra, immagini dalla serra del CuisinArt Resort © IDROPONICA TROPICALE Situata nei Caraibi, la meravigliosa isola di Anguilla offre ai turisti strutture di gran lusso, scorci incantevoli e mare trasparente. All’interno del complesso CuisinArt resort & Spa però si cela anche un inaspettato orto idroponico dell’estensione di un acro e mezzo, dove crescono un’impressionante varietà di erbe, ortaggi e fiori. Questo angolo di paradiso artificiale all’interno di un paradiso naturale è al tempo stesso un’attrazione che è possibile visitare, con tanto di nego- Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 24 NEWS zio dei souvenir e libri a tema in vendita, e rifornimento per la pregiata cucina dei tre ristoranti specializzati in cucina vegetariana. È possibile infatti, al momento del pranzo, recarsi nella serra per scegliere le verdure che si desiderano siano cucinate per il pasto. Le principali colture spaziano dai pomodori, ai peperoni, le melanzane, la lattuga, i broccoli e le cipolle, solo per citarne alcuni; l’area riservata alle erbe è particolarmente curata e vi trovano spazio timo, basilico, origano, salvia, maggiorana e menta. Anguilla, come del resto la maggior parte delle isole, è nota per la necessità di importare cibi freschi dalla terra ferma, soprattutto ortaggi e frutta che non è possibile coltivare per carenza di spazi adeguati e condizioni climatiche sfavorevoli. http://www.cuisinartresort.com/ THE UK HYDRO EXPO Il più grande e più famoso expo del Regno Unito si svolgerà il nei giorni 5, 6 e 7 Maggio 2007. Sarà possibile ammirare tutte le novità in fatto di idrosistemi, illuminazione, substrati, coltivazione organica e fertilizzanti, oltre a growbox e innovativi sistemi aeroponici. Espositori, tecnici, distributori e commercianti di tutto il mondo saranno presenti per confrontarsi e mettere a disposizione la loro competenza e i loro suggerimenti. La fiera si terrà all’International Center di Telford, per dettagli e biglietti visitate il sito http://www.ukhydroexpo.com/ ai lavori vi è però ottimismo riguardo alle possibilità di miglioramento. Questo genere di tecnologia permetterebbe di produrre idrogeno a basso costo e in maniera totalmente ecocompatibile e rinnovabile. LA SPAGNA PROMUOVE L’ENERGIA SOLARE È stata inaugurata a Beneixama, in Spagna, la più grande solar farm del mondo. Potrà fornire energia elettrica a 12.000 abitazioni per tutto l’anno e permetterà una notevole riduzione delle emissioni di CO2 (30.000 tonnellate all’anno in meno), risparmio energetico e sviluppo sostenibile. Per ora sono attivi 40.000 pannelli, ma sarà completamente funzionante la fattoria potrà generare 30 milioni di kilowatt l’ora. PANNELLI BIOLOGICI È allo studio al MIT di Boston un progetto per la realizzazione di pannelli solari costituiti da tubi fotobioreattori trasparenti, all’interno dei quali vengono inserite alghe verdi. All’interno dei cilindri circola aria, e le alghe la utilizzano unitamente all’energia solare per svolgere la fotosintesi e produrre un particolare enzima, l’hydrogenase, dal quale si ricava idrogeno. Ancora immagini dalle serre caraibiche del CuisinArt Resort ©. In basso a destra uno stabilimento per la produzione di energia solare californiano Al momento il pannello è funzionante, ma la produzione le prestazioni sono inferiori a quelle di un normale impianto fotovoltaico: fra gli addetti Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 25 Lampade fitostimolanti a basso consumo specifiche per colture interne ed in serra. CONSUMI RIDOTTI BASSA EMISSIONE DI CALORE SPETTRO LUMINOSO ADEGUATO ALLE ESIGENZE DELLE PIANTE BALLAST ELETTRONICO ENTROCONTENUTO ALTA EMISSIONE DI LUMEN, 100% PAR. LUNGA DURATA Le lampade Envirolites permettono di ottimizzare i consumi energetici poichè lo spettro emesso è interamente compatibile con la fase vegetativa o quella di fioritura delle piante. A differenza di quanto avviene nelle lampade a scarica, nelle Envirolites quasi tutta l’energia assorbita è trasformata in radiazioni luminose incluse nello spettro ottimale per la promozione della fotosintesi, e soltanto una piccola parte di essa viene dispersa in calore. Ciò si riassume in un minore impatto sull’ambiente, oltre che in un apprezzabile risparmio sui costi energetici. Il modello a 6400K è adatto alla fase vegetativa e viene impiegato come ausilio nella fase di crescita in serra, permettendo di estendere il fotoperiodo. Ottimi risultati anche in indoor come unica fonte luminosa nell’attecchimento di talee, e con eccellente rapporto consumi/risultato: la bassissima emissione di calore infatti permette di avvicinare moltissimo la lampada alle piante. Il modello da 2700K invece emette uno spettro simile al sole di tarda estate ed è proficuamente utilizzabile come ausilio serale o come unica illuminazione in fase di fioritura, rimpiazzando le meno specifiche lampade a scarica. Distribuito da: Italgrow srl, Via Varenna 121r Genova ([email protected]) e Fral, via Lago di Bracciano 34, Carpi, MO ([email protected]). L’ESPERTO RISPONDE Ho due sistemi idroponici che mi sono stati ceduti da un amico, vorrei sapere di che tipo sono. In uno c’è un grosso serbatoio centrale e sopra una struttura con dei vasi forati sotto, otto in tutto, piuttosto grandi, e dei tubicini che portano acqua in ciascun vaso. Il secondo è un vascone con un coperchio forato dove alloggiano dei vasi a cestello, all’interno della vasca c’è un tubo dritto con un marchingegno in cima, ma niente che vada direttamente nei vasi. Non ci sono marchi o scritte visibili, vorrei sapere anche se li posso usare dentro casa e se richiedono grande manutenzione, e se devono essere posizionati vicino alla fonte dell’acqua, grazie! Allora, il primo sistema di cui parli sembra essere a gocciolamento: riempi i vasi col substrato che preferisci e controlla che i tubicini gocciolino sempre regolarmente e non vengano intasati da calcare o residui. Il secondo è un sistema aero- ponico, sei fortunato perché è particolarmente efficiente e pratico: il marchingegno che vedi è uno spruzzatore che vaporizzerà la soluzione nutritiva sulle radici delle piante. Nei cestelli puoi mettere un medium inerte come l’argilla espansa, in modo che tenga ben ferme le piantine. Puoi alloggiare i tuoi idrosistemi dentro casa senza alcun problema, non necessitano di particolari manutenzioni se non lo svuotamento e la pulizia al termine di ogni ciclo di coltura e le normali operazioni di mantenimento (controllo valori, rab- Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 27 L’ESPERTO RISPONDE bocchi, cura delle piante). Accertati di posizionarli in modo che siano ben accessibili eventuali indicatori esterni, pompe ed ossigenatori, e ricordati di calcolare uno spazio adeguato alla tipologia di pianta che intendi coltivare. Non è necessaria una fonte d’acqua o uno scarico nelle immediate vicinanze del sistema, ma è consigliabile attrezzare una growroom dove sia possibile monitorare umidità, temperatura, areazione e luce ed eventualmente intervenire per modificarne i valori, piuttosto che mettere semplicemente un sistema nel mezzo di una grande stanza. Ho ricevuto in regalo un tralcio di orchidee e vorrei che vivessero a lungo, mi potete suggerire una tecnica che mi permetta di conservarle vive? Purtroppo è impossibile far radicare tralci recisi, ma puoi seguire qualche semplice suggerimento perché durino più a lungo. La temperatura della stanza deve essere il più bassa possibile, e non troppo umida. Esistono in commercio apposite soluzioni per fiori recisi, sotto forma di polvere da aggiungere all’acqua. Gli steli vanno tagliati di qualche ulteriore centimetro immediatamente prima di immergerli. Quando i fiori moriranno, è possibile seccarli per conservarli appendendoli capovolti in un ambiente secco e buio, magari areato da una piccola ventola. Ho una coltivazione di pomodori in un sistema a marea. Attualmente sono in fase vegetativa, ho notato che le foglie hanno iniziato a curvare i margini verso il basso e a riempirsi di puntini e macchioline. Ho pensato ad un sovradosaggio di fertilizzanti e ho risciacquato abbondantemente, cambiando interamente l’acqua del serbatoio, ma non vedo miglioramenti. I valori sono nella norma. Di cosa si può trattare? Dopo quanto tempo posso vedere se una cura funziona? Potrebbe essere una carenza di Potassio, prova ad aggiungere alla normale fertilizzazione un prodotto apposito per idroponica che ne apporti (lo puoi trovare nei negozi specializzati), attenendoti strettamente alle dosi riportate in etichetta. Inoltre prendi in considerazione l’utilizzo regolare un prodotto a base di acido fulvico, che aiuta la pianta ad assorbire al meglio tutti gli elementi. In alternativa potrebbe trattarsi di umidità eccessiva o troppa acqua: controlla molto bene la base degli steli e le radici alla ricerca di materiale marcescente, macchie nere, tessuti molli o muffe. Controlla che i timer e il sistema d’irrigazione funzionino bene e che il riflusso dell’acqua sia ottimale. Verifica il tasso di umidità con un secondo igrometro (strumento tanto prezioso quanto poco costoso, averne uno di scorta può essere una scelta vincente). In idroponica si notano i risultati di una cura o di un cambiamento nei nutrienti in circa 48 ore, ma ne bastano appena un paio se il trattamento è uno spray. Coltivando in terra possono essere necessarie settimane prima di notare variazioni. Io ed alcuni colleghi stiamo dando il via ad un piccolo progetto da realizzarsi presso alcune scuole. Vorremmo coltivare fragole fuori suolo, utilizzando un sistema a ricircolo che abbiamo costruito noi stessi, con vasi forati sospesi sopra un serbatoio in cui si trovano le pietre porose collegate agli ossigenatori. Che ne pensa? Può darci qualche suggerimento riguardo ai materiali? Le fragole sono tra le piante più adatte al fuorisuolo: è bene ricordare che necessitano di un medium ben drenato e che la radici siano protette dagli sbalzi di temperatura. L’ambiente deve essere luminoso e caldo, ed è indispensabile che monitoriate tutti i valori (temperatura, umidità, pH, EC). Quanto al substrato, opterei per la perlite (materiale neutro, maneggevole, leggero ed economico), irrigata da una soluzione di nutrienti di buona qualità. Se fornirete ulteriori dettagli saremo lieti di aiutarvi nell’allestimento: buona fortuna, restiamo in attesa di fotografie e testimonianze del vostro progetto. foto: © Tomo.Yun (www.yunphoto.net/en/) DOMANDE PER L’ESPERTO? SCRIVI a: [email protected] Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 28 LA REDAZIONE SEGNALA Compatibile con ogni nutriente o additivo, Guardian Angel è un concentrato che contiene un particolare enzima in grado di rendere inoffensivi funghi e batteri. Praticamente indispensabile per prevenire attacchi alle radici quando la soluzione nutriente è calda, è idoneo anche nella coltura delle talee in rockwool, oltre che in terra e in qualunque tipo di sistema idroponico. dell’AquaFarm con la tecnologia dell’ Aeroflo, disponibile in versione Idro (adatta per principianti e hobbisti) e Aero (pensata per i professionisti). Ogni vaso è amovibile e può essere irrigato individualmente, e l’intero sistema è modulare ed espandibile da un minimo di un metro quadrato fino ad installazioni di parecchie migliaia di unità. La versione Idro e quella Aero sono intercambiabili, ed è quindi possibile alternare il metodo di coltura. Per particolari esigenze è possibile contattare i produttori per richiedere impianti su misura che si adattino perfettamente al progetto e agli spazi a disposizione. 4 in 1 misuratore ambientale multifunzione - Lafayette Un comodo strumento che riassume in sé diverse esigenze: quantifica la presenza di suoni (decibel), luce (lux), umidità (RH) e la temperatura (C°). Di alta fascia, realizzato coi migliori materiali per durare nel tempo, preciso e versatile può essere d’aiuto al coltivatore nel monitorare costantemente la propria growroom. Guardian Angel Hydrogarden Da Hydrogarden un prodotto in grado di difendere piante e attrezzature, dall’inizio alla fine del ciclo e senza sostanze chimiche. Revive - Advanced Nutrients Anche ai più ferrati coltivatori può succedere di trovare le proprie piante sofferenti a causa di una carenza nutrizionale o di uno stress ambientale. Dopo avere prontamente corretto i parametri e avere eliminato la fonte diretta del disagio, può essere assai utile Revive, un kit in grado di recuperare piante anche molto danneggiate: somministrato sotto forma di spray o come additivo, qualunque sia il metodo di coltivazione, regala nuova carica e corregge alcune delle più frequenti deficienze nutrizionali grazie allo zinco e al ferro chelati immediatamente assimilabili dalla pianta. Può essere utilizzato anche come integratore durante il ciclo di crescita. Dutch Pot Aero - GHE Un sistema che coniuga la semplicità Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 29 LA REDAZIONE SEGNALA Colture senza suolo in ambiente mediterraneo (le nuove tecniche per l’orticoltura e la floricoltura in serra) di Leoni Salvino Edagicole Appannaggio sino a pochi anni fa di quanti disponessero di una profonda preparazione tecnica, oggi la coltivazione senza suolo di ortaggi ed in particolare del pomodoro da mensa, è una tecnica che va diffondendosi sempre più e che rappresenta in molti casi la risposta migliore alle emergenze sanitarie. Il settore dell’orticoltura in serra è dunque di fronte a nuove opportunità che per essere colte abbisognano di informazioni e di aggiornamenti tecnici puntuali e precisi. È un’esigenza che questo volume soddisfa appieno, utilizzando i risultati delle esperienze scientifiche condotte da numerose istituzioni per la ricerca ed in particolare dal Centro Sperimentale Agrario della Sardegna, che in questo campo si pone ai vertici internazionali. Accanto alle nozioni di base, indispensabili per affrontare correttamente l’argomento, il volume propone una sintesi delle più recenti conoscenze della materia, arricchite dalle esperienze condotte in diversi lustri di intenso lavoro di ricerca ed applicazione delle tecniche di coltivazione fuori suolo. piante. Fornito con ventose e supporti che permettono di appenderlo verticalmente, si presta a qualunque esigenza e tipo di montaggio: le piante potranno crescervi attorno ed addirittura sopra, come fosse esso stesso un supporto. Per una illuminazione a tutto tondo, disponibile in diversi colori e wattaggi, resistente all’acqua. Schede tecniche di floricoltura. Brossura, 278 pagine, 170 illustrazioni, edizione 2003. The Hanging garden Sistema idroponica verticale, contiene 200 vasi da 15x15x25 3,6 L. Centralmente è presente un sistema d’illuminazione all’interno della colonna di aspirazione, che consente il raffreddamento e una maggiore durata dei bulbi. In basso, sotto i vasi, un vassoio di raccolta delle acque. Sabre Light - Nlite Avveniristiche luci fluorescenti che sviluppano uno spettro particolarmente adatto alle esigenze delle piante. Il rivestimento in policarbonato distribuisce il calore, rendendo il tubo praticamente freddo al tatto e assolutamente sicuro sia per le operazioni di manutenzione che per le Coliseum Sommario : 1. Dalle origini alle “colture senza suolo”; 2. Classificazione - motivazioni - vantaggi e limiti; 3. La nutrizione delle piante: ruolo e fonti dei macro e microelementi; 4. L’acqua e la soluzione nutritiva; 5. Calcolo e preparazione delle soluzioni nutritive; 6. I substrati di coltivazione; 7. Scelta del substrato; 8. Contenitori per substrati; 9. Più importanti tipologie di impianti; 10. Coltivazioni con l’impiego di substrati. Interventi tecnici specifici; 11. Automazione degli impianti; 12. Schede tecniche di orticoltura; 13. Giardinaggio Indoor - NUMERO QUATTRO - 30 Ancora un sistema per la coltivazione in verticale, permette di ottimizzare gli spazi grazie anche alla composizione modulare. Facile da assemblare e manutenere, può ospitare fino a 300 piante; la forma cilindrica permette di sfruttare al massimo la fonte di luce centrale. Si possono utilizzare vari tipi di substrato, come la perlite o il cocco, oppure optare per un impiego aeroponico. MASTERS OF BLOOMING M.O.B. BE PREPARED www.atami.com C O LT U R E SENZA FRONTIERE PER L’IDROPONIA E LA TERRA RENDIMENTI ELEVATI E PRODOTTI DI QUALITÀ 8?E8EEIJ;HI 8_e8beec#8_eFhej[Yj 8_eHeeji :?7CED:D;9J7H BM** #JP4FWJB(SPX #JP4FWJB#MPPN & " 3 6 5 " / & " 0(*$ C?D;H7BC7=?9 /0453"(".."#*0- ORGANISME CERTIFICATEUR No I-302 No 2006-45592-19 TEL : +33 (0)5 62 06 08 30 - E-mail : [email protected]