HUMMINGBIRD: IL NUOVO PENNUTO DI CASA GOOGLE

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HUMMINGBIRD: IL NUOVO PENNUTO DI CASA GOOGLE
HUMMINGBIRD: IL
NUOVO PENNUTO DI
CASA GOOGLE
Hummingbird – Cosa e Come cambia
La nascita di un nuovo algoritmo di Google ha reso da qualche mese il tema “keywords” obsoleto,
dovendosi ormai più propriamente parlare di “keyphrases” o “long tail keywords”.
Google ha infatti rilasciato, giusto pochi giorni fa, l’update del suo algoritmo di selezione. Siamo
arrivati a Google Hummingbird (Colibrì). I precedenti, per i curiosi, erano Penguin e Panda.
Hummingbird influenza il 90% delle queries di ricerca.
Anche se ancora oggi la strategia di keywords classica ha un senso, essa, entro pochi mesi,
degraderà a favore delle keyphrases.
Tra l’altro, le keyphrases sono l’unico tipo di query usata, ad esempio, per interrogazioni vocali sul
mobile.
“Chi fa meglio che cosa?”, “Dove trovo questo o quell’altro?”, “Come faccio a…?”.
Le queries conversazionali
Ecco alcuni canoni per costruire delle keyphrases.
Nell’algoritmo di Google, “Pertinency is the King (Queen)”. La pertinenza è fondamentale.
Quando inserisci la keyphrase scelta nel testo di una pagina, essa deve esservi naturalmente
accolta ed apparire, appunto, pertinente con tutto il resto. Altrimenti, Google la riconosce e
degrada la pagina, riducendone il ranking.
Le query si possono distinguere in:
1) Informative
a. Il navigatore si chiede “capitale ed anno di fondazione di XXX”. Quindi …
b. Il navigatore vuole informazioni di carattere formale su XXX, probabilmente per
valutarne l’esperienza e la consistenza patrimoniale … quindi …
c. Il navigatore troverà i dati probabilmente nella pagina “Storia”
2) Di Navigazione (Houston, abbiamo un problema…Più sotto il tema XXX)
a. L’utente cerca “Qual è il sito ufficiale di XXX” quindi …
b. L’utente vuole ottenere la url del sito di XXX quindi …
c. L’utente si perde negli XXX url che popolano la rete
3) Transazionale
a. L’utente cerca “Chi è John Doe?”
b. Oppure “Chi è Jane Doe?”
c. Oppure “Di cosa si occupa XXX?”
d. E ancora “Cosa si dice di XXX?”
e. Infine “Qual è la migliore azienda di YYY di Milano?”
Cosa fare quindi? Come operare?
Occorre determinare tutte (beh, tutte … un bel numero) le frasi di conversazione con cui la tua
Azienda vorrebbe che le persone fossero in grado di localizzarla o che utilizzerebbero quando
ricercano i tuoi servizi, e classificarli in informativi, di navigazione e transazionali.
Assicuratevi che il contenuto sia scritto in ottica SEO (Search Engine Optimization).
Per coprire le query informative, occorre creare contenuti che spiegano …(tipo wikipedia).
Le query di navigazione sono il Vostro marchio, il nome del servizio, il nome del sito ecc. Questo
significa Fare Branding.
Ciò che spesso aiuta a scalare la SERP (Search Engine Results Pages) per le parole chiave del tuo
marchio, sono i link al tuo brand ed al nome del tuo sito web da siti che sono ritenuti rilevanti per
il tuo contesto.
Per le query transazionali, utilizza parole chiave che abbiano un contenuto appropriato, ad
esempio “XXX si occupa di YYY”.
Quando possibile, nel testo della pagina (o, fantastico!), nel titolo della stessa, puntare a frasi di
tipo conversazionale, tenendole tali e quali.
Ribadire i testi usando sinonimi.
Se possibile, affiancare nel testo il proprio brand a quello di qualche concorrente autorevole.
Questo ci farà crescere nel ranking di Google (cobranding).
E’ ovvio, anche, che i vostri nomi personali sono due keyphrases must to have!!!
Claudio Giannesi,
Direttore Generale & SEO Specialist
Stefano Giorgi,
Marketing & Web Specialist