Il difficile cammino verso la trasmissione della
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Il difficile cammino verso la trasmissione della
Il difficile cammino verso la di MASSIMO UGLIANO trasmissione della scrittura e le comunicazioni odierne (parte prima) I l segnale elettrico così come si presenta, non può essere avvertito direttamente dall’uomo1, tuttavia, per le sue stesse caratteristiche intrinseche è facilmente suscettibile di idonee trasformazioni capaci di renderlo non solo percepibile o registrabile, quanto poi di poter essere modificato, manipolato (vedi note 2, 9 e 44), ridotto, corretto, aumentato, filtrato, a seconda delle circostanze e dei bisogni2. In questa sede vogliamo, prima di tutto, fermare l’attenzione fra i tanti autori citati nell’articolo precedente3, in modo particolare sui nomi di Samuel Morse (1791-1872)4, di Elisha Gray5 e, soprattutto, dell’italiano Giovanni Caselli6, al- RIVISTA DEGLI STENOGRAFI 1 22 Provocherebbe una ‘scossa’ che se di grande violenza potrebbe addirittura essere fatale. Le conseguenze degli effetti nocivi sui nervi sensitivi e motori dell’organismo indotti da una scarica elettrica dipendono essenzialmente dalla sua intensità, dalla durata e dal tipo di corrente. Risultano mortali quelle dove si superano 60-70 mA e/o legate ad una serie di condizioni e circostante, a volte, sfavorevoli agli individui. La corrente alternata, in linea generale, è più pericolosa di quella continua. 2 Per diverso tempo ci siamo sforzati di trovare un sistema completo di trasmissione e ricezione diretta ed immediata per disabili non vedenti privi anche dell’udito e della voce e proprio all’inizio del corrente anno siamo riusciti ad adattare l’impulso elettrico trasformato in una inusuale modalità - mai presa in considerazione in questo campo - attualmente all’esame degli organi competenti per eventuale sperimentazione. Cfr. M. UGLIANO, Progetto ‘V’; Musica digitale ed effetto ‘V’. Per l’adattamento alla musica siamo partiti dall’esame - rivelatosi interessantissimo - di alcune apparecchiature, dell’estensione fatta dal Braille e di talune applicazioni della stenografia, rinviando il lettore alla trattazione particolareggiata. Proprio a tale riguardo, il prof. F. Giulietti nella sua celebre“Storia delle Scritture Veloci” diceva: “...Come rappresentazioni di suoni, o meglio di impressioni uditive, nè propriamente adatte per raccogliere esecuzioni musicali, ma piuttosto per redigerne o annotare composizioni,...”. Significative le osservazioni in merito di G. Prete, di I. Prévost e soprattutto di Félicité, figlia di Coulon de Thévenot, inventore della Tachigraphie nel 1779. Di questi ultimi, in altra sede, abbiamo approfondito gli studi e tracciato un profilo che inviamo a parte alla “Rivista”. 3 Cfr. “Rivista degli stenografi”, nn. 65, 66, 67/ 2004-2005. 4 Notizie e Bibliografia specifica in M. UGLIANO, Morse e Braille a confronto; Segnali e Comunicazione a distanza. 5 Nato a Barnesville nell’Ohio nel 1835, morì a Newtonville nel 1901. Si interessò, in particolare, di un registratore Morse del quale ottenne il brevetto nel 1867 e di alcuni tipi di telegrafo (ripetitore, annunciatore, switch e typewriting). Costruì gli impianti telegrafici e telefonici fra Chicago e Cleveland, New York, Boston e Philadelphia. Fondò la Gray Electric Company nel 1893. Cfr. Appleton’s Cyclopaedia of American biography (1888); The National Cyclopaedia of American biography (1898); Memorial and Biographical Record (1897/98); Who’s who in America (1899/1900); O. Adams; B. J. Harper; W. Herringshawt. 6 Nacque a Siena nel 1815 e morì a Firenze nel 1891. Nel 1836 ricevette il diaconato e per un periodo insegnò fisica all’Università di Firenze. Escogitò un apparecchio per misurare la velocità dei treni denominato Cinemografo ed un sistema di comando elettromagnetico per il timone delle navi. Nel 1857 si recò a Parigi per mostrare il Pantelegrafo allo scienziato J.B.L. Foucault, il quale lo presentò a P. Froment, proprietario di una ditta di costruzione di motori elettrici, dove l’apparecchio fu perfezionato e fatto conoscere dal fisico A. E. Bequerel (il 7 marzo del 1858) a Napoleone III. I primi esperimenti - perfettamente riusciti - avvennero sulla linea Parigi-Amiens di 140 L ’americano Elisha Gray, oltre a modifiche al telegrafo ed al telefono (note le sue controversie con A. G. Bell per motivi di priorità analoghi a quelli di A. Meucci), progettò il Telautograph10 per km ed il musicista Gioacchino Rossini che in quei giorni si trovava a Parigi trasmise telegraficamente il suo autografo con il nuovo sistema (vedi note 8 e 19). Successivi allacciamenti furono la Firenze-Livorno, la Parigi-Marsiglia di ben 1000 km, Londra-Liverpool (1863), Pietroburgo con le residenze imperiali (1864) e vennero fatte perfino alcune installazioni in Cina nel 1885. L’unico esemplare superstite del Pantelegrafo è conservato a Napoli presso l’Istituto G. B. Della Porta ed una copia a Roma presso il C.N.R. Cfr. P. LAROUSSE, Grand Dictionn. Universel du XIX siècle; D. FRANCI, La trasmissione telegrafica delle immagini. 7 Leopoldo Nobili (1784-1835) professore di fisica a Firenze. Il suo nome è legato al dispositivo astatico per i galvanometri a magnete mobile ed alla costruzione delle prime pile termoelettriche. Si dedicò a vari temi scrivendo: Introduzione alla meccanica della materia; Trattato d’ottica; Trattato sul calorico; Questioni sul magnetismo. 8 L’invenzione si basava sull’uso di due grandi pendoli, di uguale lunghezza, uno nel trasmettitore ed uno nel ricevitore le cui oscillazioni venivano mantenute sincrone da uno speciale dispositivo elettromagnetico comandato da un orologio rego- latore (vedi nota 15). Cfr. F. SAVORGNAN DI BRAZZÀ, L’abate Caselli e la trasmissione telegrafica delle immagini. 9 Una modifica adatta prima a non vedenti e successivamente a portatori di handicap multipli (vedi nota 2) è stata da noi stessi, già da qualche tempo, considerata e descritta. Cfr. M. UGLIANO, Osservazioni sulla possibilità di estendere ai non vedenti il codice Morse; Metodo ‘M’. Per applicazioni tradizionali della Stenografia ai privi della sola vista, cfr. C. BALLÙ, Sistema stenografico per ciechi (1881); A. MASCIOTTA, Le abbreviazioni e la stenografia nella scrittura Braille (1907); B. OCCHETTI CRIPPA, Stenografia ad uso dei ciechi - Saggio di applicazione dei principi della Stenografia G.-N. alla Scrittura Braille (1913); Stenografia ad uso dei ciechi (1914). Per la recentissima realizzazione ancora in fase sperimentale della stampante Braport, cfr. P. SUCIU-G. DE MEY-E. DE BAETSELIER, Thermal addressing of thin thermoplastic sheets for generating Braille codes (1997). 10 Il principio era semplice e particolarmente intelligente e l’apparecchio riusciva a scrivere su carta comune in rotoli. “Is a... short-line telegraph used to communicate handwriting and sketches. At the transmitter the motion of the pen or stylus trances out the material to be transmitted, and this motion is converted into electrical signals that are transmitted to the receiver. A pen or stylus at the receiver trances out the same motions as those of the transmitting pen, this reproducing the writing or sketch...”. Cfr. E. GRAY, Telegraphy and Telephony; Experimental researches in electro-harmonic telegraphy and telephony, (1878). Fig. 1 – Schema di una delle più recenti applicazioni/ combinazioni del Morse: Circuito telegrafico (TG) supervirtuale su bicoppie di apparecchi telefonici (TF) RIVISTA DEGLI STENOGRAFI lievo del Nobili7, poco conosciuto e che invece – per primo al mondo – realizzò qualcosa che può essere ritenuta alla base dei futuri sviluppi e che conteneva una serie di idee veramente innovative, messe in pratica con i soli mezzi allora a disposizione: il Pantelegrafo o Telegrafo universale8. Come è noto il Morse fu l’artefice del famosissimo telegrafo [figura 1] ma l’importanza della sua scoperta consiste sia nel manipolatore per l’invio e la ricezione dell’impulso elettromagnetico (nello stesso periodo molti altri autori avevano ideato qualcosa di simile fondato sullo spostamento di aghi mobili), sia nell’innovativo e specifico codice – divenuto internazionale – basato su due soli simboli (tratto e punto)9, che, nonostante l’apparato sia ormai in disuso, riesce a sfidare il tempo, resistendo egregiamente alle più moderne attrezzature proprio per le sue geniali e quanto mai semplici caratteristiche che consentono l’enorme versatilità di essere immediatamente utilizzato e compreso, senza particolari difficoltà, in modalità scritta, ottica o sonora. 23 l’inoltro di testi a mezzo filo con un principio diverso (elettromeccanico misto correnti pulsanti - penna - ‘stylus’)11 da quello del Caselli. Quasi contemporaneamente, in Inghilterra, A. C. Copwer addiveniva a conclusioni simili e P. A. Gruhn metteva a punto il Telechirograph12 con due elettromagneti. Per gli appassionati della Stenografia segnaliamo che alcune apparecchiature nate in origine per la registrazione meccanica delle parole furono in alcuni casi adattate alla telegrafia: è il caso del famoso “Apparato stenografico a tastiera” (brevetti del maggio 1876 e gennaio 1878) del prof. Antonio Michela, con i nipoti Pietro Gabriel e dell’ing. Giovanni Michela, modificato dall’ingegnere civile G. A. Cassagnes nel 1885 (Sténo-télégraphie), dello Steno-Telegrafo (Teleelettrografo Universale) di Luigi Lamonica che già da un’idea di David Edward Hughes aveva preparato una Macchina Logomerografica fra il 1869 ed il 1881, della “Presse sténographique destinée à écrire mécaniquement avec la vitesse de la parole et pouvant s’appliquer avec avantage aux transmissions télégraphiques” di H. Gensoul del 1868, del nuovo sistema telegrafico universale (Fono-telegrafia) di G. Vincenti del 1893. Per le loro peculiarità, il ‘Tonografo’ di L. S. Cagnazzi (1841), il ‘Raphigraphe’ di P. Foucault (collega del Braille) del 1850, il ‘Kleidograph’ (1894) e lo ‘Stereograph’ (1900) entrambi di W. B. Wait, vengono descritti a parte. P rima di passare oltre, parliamo, brevemente13 della creazione del Caselli [figura 2] perché conteneva tutte le caratteristiche14 che successivamente hanno portato al fax, alla posta elettronica, ma soprattutto alla ‘temporizzazione’ fra Fig. 2 Pantelegrafo Caselli 24 circuiti (clock)15 ed oggi anche alla sottoscrizione per via telematica e relativa sicurezza e riservatezza16. Le ricerche dell’epoca erano orientate a perfezionare gli apparecchi esistenti nel tentativo di eliminarne i numerosi difetti oppure di riuscire a realizzare un sistema nel quale, al posto della codifica o di segni conven11 “...In Gray’s apparatus the transmitting pen is connected by silk cords to mechanism by means of which the motions of the pen cause a pulsatory current to tass into two telegraph wires. These pulsatory currents produce rapid pulsatory motion of the armature of a system of electromagnets by means of which the receiving pen is caused to follow the motions of the transmitter...”. 12 L’attrezzatura del Gruhn risultava differente da quella di Gray soprattutto nella fase di ricezione: “...The transmitted currents influence two electromagnets which in turn cause a small concave mirror to move; a light ray from a small incandescent lamps falls upon the mirror whence it is reflected to a sheet of sensitized paper...”. 13 Maggiori dettagli in M. UGLIANO, Viaggio all’interno del Computer; La trasmissione della Scrittura; Il trasferimento dei disegni e della grafia. Ci teniamo a ricordare, a questo proposito, che il prof. Carlo Enrico Noe (1835-1914), noto esperto e studioso del sistema Gabelsberger, nel 1866 si interessò all’invenzione scrivendo: “Il pantelegrafo Caselli e la Stenografia”. Nel “Bollettino della Accademia Italiana di Stenografia”, anno V, n. 1/1929 Wenzl Hubert parla dell’”Uso della stenografia nella telegrafia delle immagini”. 14 A quel tempo due fisici inglesi (Bain e Blackweir) avevano tentato di risolvere il problema per le immagini, ma senza successo. 15 Tutte le unità centrali dei calcolatori utilizzano un clock (orologio) di precisione per il loro ritmo interno (costituito, attualmente, da circuiti oscillatori a cristalli di quarzo) con frequenza compresa fra qualche MegaHertz (milioni di impulsi al secondo) e qualche centinaio di MegaHertz ed un altro a frequenze minori per le unità di trasmissione e ricezione seriale che devono rispettare cadenze prestabilite per un corretto scambio di informazioni (i più diffusi valori di Baud rate sono 1200, 2400, 4800, 9600, 14400, 19200, 28000 bit/sec.). 16 Una volta risolto il problema della trasmissione di una ‘firma’, è sorto, come ovvia conseguenza, quello della sua validità, affidabilità ed attendibilità. Oltre al DES della IBM ricordiamo lo standard X.509 che è uno dei metodi più usati per risolverne elettronicamente l’autenticità. Cfr. C. GALLOTTI, Sicurezza delle informazioni; P. RIDOLFI, Firma elettronica; L. BERARDI, Algebra e teoria dei codici correttori; L. BERARDIA. BEUTELSPACHER, Crittologia; D: G: HOFFMAN-D. A. LEONARD, Coding Theory; O. PRETZEL, Error-Correcting Codes and Finite Fields; A. S. VANSTONE-P. C. Van OORSCHOT, An introduction to error correcting with applications; C. P. PFLEEGER, Security in Computing. zionali, si potesse effettuare l’invio diretto di lettere alfabetiche, cifre o addirittura di un intero manoscritto17 e anche disegni18 o stenogrammi (vedi nota 13). Il merito principale dello studioso fu proprio quello di riuscire a sincronizzare due apparati di telecomunicazione posti a notevole distanza e l’attuazione di un singolare servizio di trasmissione telegrafica di documenti grafici19. Fig. 3 – Schema di Telegrafia Duplex C omunque, intorno agli anni 30-40 del ’900, nonostante i nuovi ritrovati, le comunicazioni cominciavano ad avere esigenze sempre più pressanti ed in continua crescita. Costi, velocità, invio contemporaneo, distanze, interferenze, imprecisioni, inesattezze, mancanze, degrado del segnale, attenuazioni, instabilità, riduzione dell’intensità, disturbi, errori, distorsioni erano alcuni dei problemi e delle necessità che le tecnologie dell’epoca non riuscivano ormai più a seguire, contenere e supportare. Le modifiche apportate al Morse, i sistemi combinati Creed-Weatstone, il codice Baudot, il duplex-multiplex e derivati di Edison [figura 3], la telescrivente20 [figura 4], rapni del pendolo (vedi nota 8) esplorava tutta la lastra con il suo moto di andirivieni combinato con un avanzamento laterale. La corrente di linea risultava così lanciata o interrotta nel circuito telegrafico a seconda che la punta entrava in contatto con la lamina metallica o con l’inchiostro. Alla stazione ricevente un altro punzone sottilissimo con movimento perfettamente uguale ed isocrono con l’altro, scorreva su un foglio di carta imbevuto di una soluzione chimica di prussiano di potassio che al passaggio della corrente si decomponeva lasciando una striscia azzurra. Al termine del tracciato appariva il Caselligramma. Cfr. G. SALIN, L’abate Giovanni Caselli e il Pantelegrafo. 20 Nel 1890 l’inglese F. Creed (1871-1957) inventò il Teleprinter o Teletypewriter o ancora Teletype ripreso nel 1906 da Joy Morton e Charles Krum e commercializzato più tardi come apparato telegrafico aritmico denominato telescrivente. In sintesi è un dispositivo per ricevere e trasmettere informazioni sotto forma di segnali elettrici codificati, poi, in ASCII. Nel caso delle ultime telescriventi, prima di essere sostituite dai sistemi di ultima generazione, venivano usati 32 simboli diversi ciascuno dei quali era trasmesso con 5 bits, come se i simboli fossero equiprobabili ed indipendenti; in tal modo sono in grado di trasmettere non solo sequenze di un determinato linguaggio, ma qualsiasi. Da essa sono derivati i servizi telex, teletext, etc., nonché la tastiera utilizzata normalmente come periferica di ingresso dei P.C. per l’inserimento dei dati da digitare a mano. Fig. 4 – Teleprint con carrello per scrittura su foglio RIVISTA DEGLI STENOGRAFI 17 Solo in tempi recentissimi Scanner, Web-camere, Fotocamere digitali ed E-mail (con collegamento in rete), videotelefoni, etc., riescono a fare qualcosa del genere ma sempre e solo previa trasformazione (automatica) in ‘dati’ binari attraverso il Codice ASCII e più o meno elevato numero di pixel (risoluzione/definizione). Anticipiamo al lettore interessato che è in preparazione un nostro nuovo lavoro (dal presumibile titolo di «Riflessioni e considerazioni per un nuovo metodo di memorizzazione ed inoltro delle “parole”») per la semplificazione digitale della registrazione e della trasmissione dei ‘vocaboli’ con un criterio sintetico e globale di individuazione - in parte diverso dall’attuale - che riteniamo possa rivelarsi particolarmente utile. Vedi anche nota 44. 18 Con il nome di ‘TELESCRITTURA’ viene indicato il più moderno sistema elettronico di trasmissione di disegni, tabelle, figure, diagrammi, etc. per mezzo delle normali linee telefoniche, costituito da una tavoletta grafica con apposita penna e da un monitor cui è collegato un dispositivo per la decodifica dei segnali: l’immagine che un utilizzatore schizza con la penna elettronica su un foglio posto sulla ‘lavagnetta’, appare sullo schermo del monitor dell’altro utente. 19 L’impianto del Caselli funzionava schematicamente in questo modo: il testo o la figura che si voleva inviare venivano tracciati con inchiostro comune grasso sopra una sottile lastra di stagno; una puntina di platino comandata dalle oscillazio- 25 presentavano integrazioni e completamenti, ma sembravano non bastare mai e nemmeno la telefonia, la radio e le prime trasmissioni senza filo risolveranno tutte le richieste21. Ogni cosa troverà esiti soddisfacenti solo dopo la grande guerra, con la matematica e l’ingegneria dell’informazione e delle comunicazioni22 fondate su definizioni probabilistiche di ‘capacità di canale’ unite ad un particolare tipo di analisi combinatoria23. Si tratta di Teorie recentissime che è possibile, comunque, esporre e ricostruire storicamente e tecnicamente. Costituiscono un quadro articolato inserito in più ambiti che spazia dallo specifico campo di indagine agli interessantissimi rapporti con altre discipline24. laboriosi ma ineccepibili procedimenti hanno portato a conclusioni che materialmente non è stato sempre possibile accertare e confermare al momento in laboratorio per la mancanza di adeguate attrezzature. Si pensi a tutte le problematiche connesse con l’energia atomica e relativi effetti. Per poter controllare alcune supposizioni e studiare il comportamento di particelle elementari il fisico H. Kendall (vedi nota 70) si servì di un acceleratore lineare di ben 3 km di lunghezza. Successivamente poiché nemmeno questo risultò sufficiente ne sono stati realizzati modelli di tipo circolare in maniera che ad ogni giro l’impianto riesce a far aumentare sempre di più la velocità delle particelle stesse, da un’idea di E. O. Lawrence (1930) che costruì il primo esemplare di Ciclotrone [figura 5] con traiettoria a spirale. I n effetti, da un certo momento in poi il sostegno matematico cominciò a diventare prima solo importante, poi fondamentale ed indispensabile in moltissimi settori dello scibile. Il lavorare con metodo, precisione e rigore scientifico, la verifica delle soluzioni trovate praticamente, la previsione teorica, la simulazione, la campionatura statistica, rappresentano gli strumenti giusti ed i presupposti per qualunque trattazione o attività di approfondimento ed ormai da parecchio tempo non è più concepibile una qualsiasi seria realizzazione senza la preventiva riproduzione25 logica. In altri scritti26, abbiamo già trovato e citato inventori delle più svariate strumentazioni che contemporaneamente si occupavano di applicazioni e problemi algebrico/ geometrici distinti o strettamente collegati ai loro esperimenti o rilevazioni27, RIVISTA DEGLI STENOGRAFI 21 26 Austin Louis Winslow (1867-1932) fu radiotecnico nei laboratori della Marina degli Stati Uniti e pioniere della radiotelegrafia. Ideò un grande numero di dispositivi trasmittenti e riceventi e fece importanti ricerche sulla radiopropagazione. Cfr. M. UGLIANO, Indagine sui metodi di trasmissione ‘elettrica’ delle parole; Le ‘Stringhe’ di simboli. 22 Cfr. M. UGLIANO, Teoria e tecnica della moderna comunicazione a distanza. 23 Costituiscono parte integrante delle Teorie dell’Informazione e della Comunicazione quelle dei Codici Rivelatori e Correttori di errori. 24 Cibernetica, Informatica, Telematica, Stocastica, Ergodica, etc. 25 In circostanze più vicine a noi è addirittura capitato l’inverso: intensi approfondimenti teorici e Fig. 5 – Ciclotrone 26 Cfr. M. UGLIANO, Dal Morse alle trasmissioni odierne; I Segnali; Informazione e comunicazione; La trasmissione delle informazioni; La trasformazione dell’Informazione dal 1948 ad oggi; Struttura e architettura dell’Informazione moderna. 27 Fra i tanti legati in forma diretta o indiretta agli studi sull’elettricità o sul magnetismo oppure alle problematiche in esame, compaiono: J. G. Bohenenberger (1765-1831) [elettrometro - trigonometria]; K. F. Gauss (1777-1855) [spazio curvo, soluzioni di equazioni - telegrafia elettromagnetica, fisica, astronomia]; C. Babbage (1792-1871) [tavole logaritmiche - difference analytical engine]; O. Heaviside (1850-1925) [elettrofisica e matematica - distorsione su lunghe distanze, strato E dell’atmosfera]; A. E. Kennelly (1861-1939) [applicazioni matematiche all’elettrotecnica - ionosfera, reti in corrente alternata] e naturalmente molti altri. 28 In ogni momento, dalla sistematica interpretazione di fatti e di fenomeni specifici, l’acuto ed oculato osservatore può trarre conclusioni tramandate, in passato, solo oralmente e ad una ristretta cerchia di adepti (Talete, Pitagora, Zenone, Socrate, Platone, Eudosso, Euclide, Archimede, Apollonio, Eratostene, etc.). Teniamo, inoltre presente che in origine le terminologie erano, spesso, semplici ed elementari [nelle figure 6a e 6b sono riportati antichi simboli matematici] ma alcuni concetti ed idee corrispondevano perfettamente naturalmente sempre in rapporto al determinato momento storico28. Soltanto dopo un lungo periodo di tempo, una differente concezione della ricerca scientifica ha aperto scenari diversi fino ad arrivare alla esigenza di pubblicazione e diffusione su vasta scala29 ed al lavoro di equipe30. S e consultiamo l’Appendice e la cronologia allegate ad altri componimenti31, ci rendiamo conto che fra i tanti grandi matematici di tutto il mondo elencati, a volte, in pochi anni, sono stati contemporaneamente operativi personaggi notissimi che con i loro ritrovati o geniali intuizioni hanno cambiato il corso del pensiero e delle vicende umane e ci teniamo a sottolineare il fatto che alcuni di essi, in località diverse e lontane e senza essere in contatti, pervenivano agli stessi risultati come ad esempio si verificò per l’ideazione dei logaritmi32 che fu uno dei più ragguardevoli successi della matematica pratica dei sec. XVI e XVII per la semplificazione dei calcoli più complessi33. alle problematiche trattate, in seguito, con maggiori dettagli tecnici. Ad esempio, uno dei più importanti metodi ‘sintetici’ per la risoluzione dei problemi di geometria elementare, attribuito ad Euclide e ad Apollonio Pergeo è la ‘Regula Fal- Fig. 6a si’. Trattasi, certamente, di un sistema per tentativi o della ‘falsa posizione’ che se reiterato porta a risultati soddisfacenti. Da esso derivano la geometria proiettiva (proiettività, prospettività tra rette, fasci e punteggiate, invarianti proiettivi) e le equazioni bilineari in matematica. Cfr. A. SGROSSO, Elementi di proiettiva; M. UGLIANO, Regula Falsi. Fig. 6b 29 C. Babbage (vedi nota 27) in una lettera diretta allo scienziato Sir David Brewster (1781-1868) fondatore della Britsh Association for the Advancement of Science [noto per i suoi lavori di ottica, fisica, mineralogia, cristallografia (cfr. Treatise on Optics, 1832), per il ‘punto neutro’ e per l’unità di misura della costante di proporzionalità nella birifrangenza meccanica], parlava appunto della necessità di divulgazione delle notizie e del passaggio dallo sforzo individuale alla “unione di Accademie”. Riteneva fondamentali la raccolta ed il confronto di dati numerici che contribuissero a spiegare la natura e soprattutto ad evitare errori allora diffusissimi; del resto la sua famosa macchina calcolatrice automatica doveva servire proprio a facilitare tale compito. Proponeva anche un titolo per un’opera grandiosa che coinvolgesse vari scienziati: “The contents of nature and arts”. Cartesio, al contrario, prediligeva il lavoro individuale e rifiutava la collaborazione di altre “....persone fornite di ottimo ingegno, le quali, mentre parlavo, sembravano intenderle [alcune opinioni] nel modo più chiaro, tuttavia, quando le ripetevano, notavo che le trasformavano quasi sempre in modo tale che mi era impossibile riconoscerle come mie...”, FONTE, Discorso sul Metodo, (1637). 30 Il matematico Andrè Weil (1906-1998) fu l’iniziatore del famoso ‘gruppo’ individuato con lo pseudonimo di “N. Bourbaki” con H. Cartan, C. Chevalley, J. Dieudonné, Ch. Ehresmann che lavoravano sempre insieme, autori di Élements de Mathématiques che la Librairie Hermann pubblicò periodicamente dal 1939 in poi. 31 Appendice compilata per i contributi di cui alla nota 40, comprendente, in particolare, molti famosi matematici degli ultimi 500 anni. 32 Lo scozzese John Napier (1550-1617) e lo svizzero Jost Bürg (1552-1632) [chiamato anche Jostus Bürgi o Joost Byrgius che comunque preferì rimanere nell’anonimato definendoli anti-logaritmi] inventarono, indipendentemente l’uno dall’altro e per vie diverse, i logaritmi (denomina- Fig. 6a – Antico sistema di conteggio per mezzo di lettere alfabetiche usato da greci ed ebrei Fig. 6b – papiro di Henri Rhind (ritrovamento del 1876): è il più importante documento egiziano (17501650 a.C.) dal punto di vista matematico e geometrico 27 Anche nel periodo considerato, tuttavia, ci furono eminenti ricercatori, alcuni dei quali si interessarono solo ed esclusivamente di tematiche astratte indipendentemente dai possibili impieghi ed accostamenti o adattamenti reali34. (1 - continua) ti neperiani, naturali o iperbolici); l’inglese Henry Briggs (1561-1631) pubblicò (cfr. Logarithmorum chilias prima) le prime tavole logaritmiche in base 10 (detti anche volgari) fra il 1617 ed il 1624. Nel 1628 l’olandese Adrian Vlacq ne parla in Arithmetica logaritmica. Anche Newton li approfondisce in un suo scritto rimasto a lungo inedito, cfr. I. NEWTON, Analysis per aequationes numero terminorum infinita. Dopo circa 200 anni Fig. 7 Frontespizio dell’opera di J. Nepero sui logaritmi MESSA IN SUFFRAGIO DI MARIO SPIGOLI C on una Messa di suffragio officiata nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, l’EUSI ha commemorato a Roma, il 2 aprile scorso, Mario Spigoli, scomparso il 12 gennaio di quest’anno. Erano presenti, oltre ai familiari, esponenti delle nostre categorie professionali: Maria Basurto, Evi Campa Rossignoli, Isa Corti Crippa, Ileana Giusti Costa, Enrico Fatica, Maddalena Mazzuoccolo, Ermanno Mustarelli, Eleonora Pagano, Angelo Quitadamo, Giosuè Rondinella, Giorgio Spellucci, Anna Maria Trombetti, Maria Ester Ziino. Impossibilitati fisicamente a presenziare, hanno fatto pervenire il loro ricordo e la loro ideale partecipazione: Franco Castaldo, Giulia Di Martino, Giuseppe Di Peso, Giacomo Di Piazza, Ferdinando Fabi, Luigi Golia, Renzo Mancari, Mena Mazzullo, Paolo Paganini, G. Paolo Trivulzio. K. F. Gauss concepì i logaritmi di addizione e sottrazione e C. Babbage li studiò in rapporto alla sua macchina analitica. Nel 1728 Eulero adottò quelli neperiani (con la costante “e” = lim (1 + 1/n)n = 2,71828182845904523536 numero irrazionale le cui prime 12 cifre furono calcolate da R. Cotes in Logometria (1714) e fino alla 346a da M. Boorman nel 1884). Si presume che Nepero si ispirò alle tavole di interesse composto in uso presso i mercanti, anteriori al 1350 (cfr. BALDUCCI-PEGOLOTTI, Libro di divisamenti di paesi e di misure di mercanzie) ed ancora alle Tavole Trigonometriche di F. VIETA del 1579, alla Tabula Tetragonica di A. MAGINI del 1592 oppure all’Almagesto di Tolomeo (trattasi del più antico trattato di astronomia che si conosca scritto in greco nel sec. II) ed al Canone Trigonometrico. Cfr. J. NEPERO, Appendix alla Constructio (1620). 33 Ricordiamo che per definizione il logaritmo è l’esponente che bisogna dare alla base per ottenere il numero. L’idea fondamentale era già nella “Arithmetica integra” (1544) di M. Stifel, mentre la parola fu tratta da Nepero dal greco nel significato di ‘Il numero o rapporto della ragione’. Studiando il moto di un punto che si muove in linea retta con una velocità proporzionale allo spazio percorso, egli diceva: “...Logarithmus ergo cuiusque sinus est numerus quam proxime definiens lineam quae aequaliter crevit, interea dum sinus totius linea proportionaliter in sinum illum decrevit, existente utroque motu synchrono atque initio aequi veloce...”. Cfr. J. NEPERO, Mirifici logarithmorum canonis descriptio, eiusque usus in trigonometria [figura 7]. Per convenzione la notazione ‘ln’ indica quelli naturali o in base “e”; ‘lg’ i decimali. Per cologaritmo (‘colg’ oppure ‘colog’) si intende il logaritmo del reciproco di un numero. Il logaritmo in base 2 si ottiene da quello comune decimale dividendo per 0,231. Abbiamo richiamato queste notizie perché la funzione logaritmo - legata a quella esponenziale ben si adatta a rappresentare l’andamento dei fenomeni entropici a carattere probabilistico in esame e per tali motivi compare nelle formule di R. V. Hartley e di C. E. Shannon (cfr. M. UGLIANO, Teoria e tecnica della Comunicazione e dell’Informazione; Informazione e Messaggio: Rivoluzione e Tradizione); inoltre, con la scelta della base 2, l’informazione viene misurata in ‘unità binarie’ o ‘bit’ (cfr. anche T. EL GAMAL, A public key cryptosystem and a segnature scheme based on discrete logarithms). 34 Diversi scienziati del tempo si impegnarono in difficili calcoli astronomici. Fra coloro che si interessarono dello spazio cosmico e viceversa seguivano da vicino importanti questioni scientifiche, ricordiamo sir Frank Watson Dyson (1868-1939); fu professore all’Università di Edinburgo e direttore dell’Osservatorio di Greenwich fra il 1910 ed il 1933, compiendo importanti valutazioni sui moti stellari e sulle variazioni delle latitudini. Durante l’eclisse solare del 1919 verificò l’esattezza della teoria di Einstein (vedi nota 71) sulla deflessione dei raggi luminosi delle stelle provocata dal campo gravitazionale solare. Cfr. F. W. DYSON, Eclipses of the Sun and of the Moon.