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AVVENIRE MEDICO ATTUALITÀ Il ministro Maurizio Sacconi annuncia al Senato gli orientamenti del Governo per la Sanità / 4 ATTUALITÀ Il dibattito del Consiglio nazionale Fimmg del 7 giugno / 6 FISCO Irap e Mmg, un primo arretramento dell’Agenzia delle Entrate / 16 SCIENZA Quando l’aterosclerosi è causa di arteriopatia obliterante periferica / 27 Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, Medici di Famiglia, Medici Continuità Assistenziale, Medici Emergenza Sanitaria e Medici Dirigenza Territoriale Poste Italiane spa - Sped. in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Ancona - Contiene IP 6-08 N. 6 - 2008 MENSILE XLVI ANNO EDITORIALE Ordini dei medici: unità, nell’interesse della professione medica Giacomo Milillo Segretario nazionale Fimmg AVVENIRE MEDICO 6-2008 Q uesto il messaggio finale della prima Conferenza della professione medica che si è chiusa a Fiuggi sabato 14 giugno. Questo il messaggio accolto all’unanimità dal Consiglio nazionale Fimmg del 7 giugno. È in gioco l’autonomia, la dignità e l’autorevolezza della professione. Bisogna superare le residue contrapposizioni tra le diverse organizzazioni mediche per ricercare posizioni comuni. I piccoli giochi di potere, se sono finalizzati solamente ad accaparrarsi qualche poltrona in più nello scacchiere delle presidenze ordinistiche, che andranno rinnovate a fine anno, hanno il fiato corto. Anche la politica di massima tutela dei nostri interessi previdenziali, e cogliamo qui l’occasione per ribadire la stima e la fiducia nei confronti di Eolo Parodi, troverà davanti a sé numerosi ostacoli se le associazioni mediche tutte non si daranno disponibili ad un gioco di squadra per affrontare a breve i cambiamenti demografici della categoria, che nel giro di pochi anni vedrà decine di migliaia di colleghi andare in pensione. Dobbiamo guardare avanti, alle nuove generazioni, senza il supporto delle quali né la politica ordinistica né quella previdenziale potranno svilupparsi appieno per rispondere adeguatamente alle scelte complesse ed impegnative che ci troviamo di fronte. Sarà difficile ma siamo ottimisti. Ce la faremo. 3 Prima audizione del neo ministro Sacconi al Senato sulle tematiche sanitarie Gli amministratori che non sanno gestire la sanità devono andare a casa ■ ■ Una misura grave rivolta alle Regioni con i bilanci in rosso e rassicurazioni sul federalismo fiscale e il aurizio Sacconi definisce il suo come il “ministero della coesione sociale e delle opportunità” e in questa chiave si svilupperanno le proposte definite nel “Libro verde” annunciato per giugno. Ma già nella prima audizione al Senato sui temi della sanità, avvenuta lo scorso 5 giugno, non sono mancate importanti prese di posizione. Prioritaria l’attenzione alla spesa sanitaria che Sacconi intende affrontare attraverso una M rapido rinnovo dei contratti e delle convenzioni mediche. Annunciato per la fine di giugno un “libro verde” nel “cabina di regia” Stato-Regioni alla quale affidare il compito di monitorare costantemente sia la qualità che la congruenza della spesa rispetto ai Lea. Da qui la necessità di istituire un sistema permanente di benchmarking (dall’inglese benchmark = punto di riferimento) che fissi i valori e gli indici su cui valutare e giudicare l’operato delle Regioni. Una cabina di regia che dovrà fare i conti con il federalismo fiscale, per il quale si attende un provvedimento in autun- quale saranno indicate più in dettaglio le proposte del nuovo Governo per la sanità no, e che avrà il suo “metro” proprio nella sanità, la materia già oggi maggiormente affidata alle Regioni. Nessuna rinuncia però alla funzione di controllo dello Stato nazionale, tanto che il ministro ipotizza la possibilità, accanto alle misure punitive sul piano fiscale già previste per le Regioni che sforano, di introdurre misure che sanciscano il fallimento politico degli amministratori incapaci di far quadrare i bilanci, che potrebbero essere costretti a nuove ele- FAZIO VUOLE IL BOLLINO D’ORO PER IL PRIVATO DI QUALITÀ Il sottosegretario Ferruccio Fazio ha esposto il suo “Piano salute” in occasione della cerimonia di apertura del convegno della Società italiana di radiologia medica, tenutasi a Roma il 23 maggio scorso. Punto centrale della sua strategia è l’intenzione di introdurre nuove risorse per la sanità pubblica incentivando l’ingresso del privato convenzionato: Aziende con partecipazione di 4 capitale privato e pubblico potranno quindi sorgere, sul modello di quelle già realizzate in alcune Regioni, per creare interi ospedali o parte di essi. Ma nelle intenzioni di Fazio c’è anche l’utilizzo di nuovi criteri particolarmente severi per gli accrediti di strutture private, che dovranno dimostrare di meritare un “bollino d’oro” nella qualità dei servizi. Questo coinvolgimento del priva- to è rivolto soprattutto alla riduzione delle liste d’attesa, materia riguardo alla quale il sottosegretario ha annunciato di aver insediato una Commissione per incentivare i Cup. In tema di ricerca, Fazio ha detto di voler stringere un’intesa con il ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini, per utilizzare congiuntamente le risorse da indirizzare verso settori chiave della salute, come tumori, malattie cardiovascolari, neurodegenerative e così via. Per quanto riguarda la ricerca in campo farmaceutico, invece, si pensa a detrazioni fiscali e riduzione degli oneri sociali. Infine, il sottosegretario non ha dimenticato i suoi colleghi medici nucleari: grazie ad un Ddl saranno semplificate le procedure per utilizzare le nuove apparecchiature con radiazioni ionizzanti. AVVENIRE MEDICO 6-2008 LETTERA DI MILILLO AL MINISTRO SACCONI II segretario nazionale della Fimmg ha inviato il 26 maggio scorso una lettera al ministro Maurizio Sacconi per ribadire la volontà di avviare rapporti di positiva collaborazione con il dicastero, come era già stato espresso nel corso dell’incontro con i sottosegretari Francesca Martini e Ferruccio Fazio. Una lettera improntata alla franchezza, dove infatti si ricorda co- zioni e anche alla massima pena politica della futura ineleggibilità come sanzione finale per avere amministrato male la sanità pubblica. Per le Regioni attualmente oggetto dei Piani di rientro, Sacconi ha chiarito che le verifiche sono ancora in corso ma è chiaro, ha detto, che “fin d’ora posso dire che sarebbe alquanto strano pensare di far finta di nulla se un piano negoziato e condiviso tra le parti non viene rispettato”. Le Regioni in difficoltà sono avvisate e il “dimissionamento” dell’assessore Augusto Battaglia mostra che l’ammonimento è stato chiaramente inteso. Nel corso dell’audizione Sacconi ha poi confermato di aver firmato il decreto con le deleghe per i tre sottosegretari. A Fazio andranno la programmazione sanitaria, la ricerca e in generale le politiche della salute. A Martini la grossa partita del Fondo sanitario e del rapporto con le Regioni. A Roccella, la conferma della delega per i temi eticamente sensibili, a partire dalle tematiche della procreazione. In materia di rapporto pubblico-privato Sacconi ha confermato l’intenzione di agire sia sul fronte della domanda che dell’offerta di prestazioni private. Per la domanda si tratterà di incentivare la mutualità integrativa e aziendale o di categoria, viste come una forma di razionalizzazione dell’attuale fenomeno di autorganizzazione del cittadino per l’acquisto di prestazioni private. Per l’offerta la novità proposta da Sacconi è quella di una revisione delle tariffe del privato accreditato basata sulla premialità dell’efficienza e della qualità ma anche sul possesso di certe caratteristiche strutturali e dimensionali. In altri termini: sì al privato di qualità e di respiro imprenditoriale, no al privato che vive di piccole rendite parassitarie. Importante l’impegno preso dal ministro AVVENIRE MEDICO 6-2008 me “La Fimmg ha sempre espresso il proprio orientamento a favore del mantenimento di un dicastero specificamente dedicato alla salute e ai suoi problemi, considerandoli temi pregnanti e complessi, specie in un welfare system quale quello del nostro Paese, meritevoli quindi di una interlocuzione dedicata”, aggiungendo però che la nomina del ministro Sacconi “note le carat- teristiche di comprovata competenza, profonda attenzione e sensibilità anche rispetto alle specifiche tematiche sanitarie, viene vissuta dalla categoria come garanzia che le materie inerenti la salute della popolazione avranno il necessario risalto”. Nella lettera si chiede poi “che il Ministero metta in atto ogni iniziativa utile a fornire urgentemente chiarimenti inequivocabili e det- riguardo ai contratti e alle convenzioni mediche da tempo in attesa di essere rinnovate. La sua formazione “lavoristica”, ha ricordato Sacconi, gli ha fatto constatare personalmente i guasti di rinvii e ritardi nei negoziati e soprattutto nella chiusura degli accordi, aggiungendo un particolare plauso per le proposte avanzate dai medici di famiglia per il rinnovo della loro convezione. Sacconi ha poi anticipato che è in corso una rigorosa verifica per valutare la congruità legislativa delle nuove linee tagliati” in merito alla “vicenda Aifa”, per dare risposta al “disagio dei Medici di Medicina Generale che, in base alle informazioni finora diffuse dai media, non si sentono nelle condizioni di prescrivere farmaci in modo appropriato e scevro da rischi per la salute della popolazione, né sono attualmente in grado di fornire informazioni chiare con cui poter rassicurare i propri assistiti”. guida varate dall’ex Ministro Turco per l’applicazione della legge 40. Una verifica che, secondo Sacconi “non potrà che condurre ad un intervento correttivo”. Mentre sull’aborto il ministro ha sottolineato come prima di parlare di modifiche della 194 è bene applicare appieno quella legge in tutte le sue parti In chiusura, due annunci di riforme istituzionali: la prima riguarderà l’Agenzia nazionale dei servizi sanitari e la seconda l’Aifa. Ambedue vanno riviste, ha detto Sacconi, e faremo presto. Consiglio nazionale Fimmg a Roma il 7 giugno di Michele Olivetti Nuovi scenari per una esasperante attesa ■ ■ Crescono preoccupazioni e insofferenza per i gravi ritardi nel rinnovo della convenzione. Dopo lo stallo imposto dalla crisi politica riprende il faticoso iter per riattivare la trattativa. Confortante l’intesa fra a caratteristica dominante di questo Consiglio nazionale è stata la severa disanima di una situazione difficile come poche altre prima. Presenti praticamente tutti i quadri dirigenti del sindacato, il dibattito ha affrontato i complessi temi sul tappeto con grande determinazione e responsabilità. La relazione del Segretario Generale Giacomo Milillo ha sùbito creato le premesse per un clima di tensione “mirata alla scelta più razionale delle decisioni opportune, realisticamente concrete e percorribili, finalizzate alla realizzazione di un cambiamento sostanziale nel futuro della medicina generale” Scelte dalle quali dipende il domani dei medici di famiglia, per cui il momento che si sta vivendo è connotato da una sfida articolata e complessa nella direzione del cambiamento. Ampio spazio è stato dedicato da Milillo alla cronaca degli avvenimenti degli ultimi mesi e dell’intensa attività della segreteria nazionale. Dopo le elezioni politiche e il capovolgimento delle maggioranze, l’insediamento del nuovo Governo ha imposto, infatti, la riattivazione di tutti i canali di comunicazione con i nuovi respon- Settore abbia chiesto al Governo di afsabili del settore. Ciò con una presa frontare ed accelerare i tempi della tratd’atto e dell’abolizione del Ministero tativa. della salute, ridimensionato alla com- “La Fimmg si è dotata di adeguate conpetenza di due sottosegretariati del ma- sulenze per garantire il proprio contrixi dicastero del Welfare affidato al nuo- buto al progetto di cambiamento. Tra vo ministro Sacconi. queste – ha segnalato Milillo – annoIl Segretario nazionale ha riferito di es- veriamo l’ex ministro della sanità Elio sere già stato convocato, il 22 maggio Guzzanti, il docente dell’università Catscorso, dai sottosegretari al Lavoro, Sa- tolica di Milano Antonio Cicchetti e il lute e Politiche sociali Francesca Mar- professor Franco Sassi, che ha contritini e Ferruccio Fazio, occasione nella buito alla stesura dell’ultimo libro bianquale è stata ribadita, fra l’altro, la prio- co inglese”. rità condivisa di dare concreto avvio Il sindacato sta inoltre acquisendo alalle trattative per il rinnovo dell’accor- tre importanti consulenze per la costrudo collettivo nazionale. zione di un’efficiente rete di comuniL’atto di indirizzo già da tempo appro- cazione con tutti i servizi istituzionali vato dal Comitato di settore e presen- parlamentari e governativi, con Farmintato dal presidente Colozzi ancora in dustria e ogni altro settore del mondo della sanità. vigenza dal precedente Governo, è stato in Con Confindustria l’esetale sede rivendicato cutivo si è attivato per la Ampio spazio è stato soluzione dei problemi come “arretrato dovuto sul biennio 2006- dedicato da Milillo alla relativi alla certificazio2007” e per esso si è ne di malattia. cronaca degli sollecitata una dispoComposta ma severa è avvenimenti degli nibilità economica imstata poi la critica del mediatamente fruibi- ultimi mesi e dell’intensa segretario generale al attività della segreteria ministro Giulio Trele. Ed è segnale posimonti che “si ostina a tivo che il Comitato di nazionale L 6 tutti i sindacati e grande attesa per la prossima conferenza nazionale della professione medica a Fiuggi AVVENIRE MEDICO 6-2008 considerare la Sanità solo una fonte di spesa che grava sui bilanci: è questa una inaccettabile e riduttiva valutazione”. Si contrappone a una simile interpretazione economicistica la necessità di garantire i risultati positivi che tale costo comporta in termini di salute e di risparmio su altre voci di spesa, puntando sempre più ad orientare l’appropriatezza di ogni intervento sanitario senza limitarsi – come per il passato – al solo settore della farmaceutica. “La prudenza con la quale confermiamo la nostra disponibilità ad affrontare ogni più spinosa problematica, non può comunque far dimenticare che la Fimmg dispone di un consenso e di una organizzazione capaci di sostenere la più incisiva lotta sindacale per una radicale rifondazione della medicina generale e per la difesa del Ssn”. Milillo ha confermato l’impressione di aver avviato un rapporto stretto con i sottosegretari competenti e il nuovo Governo, così come per il passato era stato con il ministero retto da Livia Turco, ma ha rimesso alle prossime verifiche un giudizio di conferma. Ha quindi illustrato la composizione della nuova commissione per le trattative, concordata a livello della nuova intersindacale, cui hanno aderito tutte le sigle del settore della medicina generale. Evento di grande rilievo e tale da consentire una proposta unitaria di piattaforma per il rinnovo convenzionale Nella trattativa si dovrà ottenere subito la corresponsione del 4,85% di aumento che si studia di destinare in parte a sostegno di alcune criticità previdenziali contingenti e procedere poi, in immediata successione, ad elaborare il testo della nuova normativa per una medicina generale innovativa, come tale riconosciuta anche sul piano della retribuzione economica. “Non sono disponibile ad un semplice restauro marginale dell’attuale convenzione supportato da qualche vantaggio economico. Altri, non io, firmerà un simile accordo – ha fermamente dichiarato Milillo – noi vogliamo una vera rifondazione della medicina di famiglia, integrata e coordinata con ogni altro settore dei servizi socio-sanitari. Non ci sfugge per altro che per una simile innovazione sarà forse necessario un impegno economico tale da coinvolgere due successive leggi finanziarie. Rivendicheremo, inoltre, che anche nei contratti della dipendenza si inseriscaAVVENIRE MEDICO 6-2008 no clausole compatibili con gli impegni dei convenzionati e viceversa”. Questo potrebbe essere il primo risultato di un nuovo corso nel quale pretenderemo pure la definizione precisa dell’”atto medico” come indicatore dei confini insuperabili delle competenze e del ruolo dei medici da parte di ogni altra professione sanitaria non medica”. Il segretario generale nazionale ha quindi illustrato il nuovo clima di collaborazione con la Federazione nazionale degli Ordini che, dopo aver reso possibile un rilevante, comune accordo fra sedici sindacati dei medici dipendenti e con- venzionati e le società scientifiche sul tema dell’Ecm, ha promosso a Fiuggi alla metà del mese la prima Conferenza nazionale della professione medica. “La grande partecipazione delle rappresentanze del mondo medico italiano e la rilevanza del tema, alla presenza del ministro Sacconi, faranno di questo evento un momento fondante per il futuro, al quale la Fimmg parteciperà con un proprio documento preliminare alla stesura di una sorta di Carta di Fiuggi”. Su questo testo Milillo ha chiesto al Consiglio un preciso mandato, espri- La mozione finale del Consiglio nazionale Fimmg del 7 giugno 2008 Il Consiglio nazionale della Fimmg riunito in data 7 Giugno 2008 presso l’Hotel Jolly Villa Carpegna Roma, sentita la relazione del segretario generale nazionale Giacomo Milillo sulla situazione politico sindacale e sulle iniziative promosse dalla Fimmg a favore delle “larghe intese” con le altre forme organizzate del mondo medico sui tanti temi di interesse comune, dopo ampia ed approfondita discussione, la approva. Il Consiglio Nazionale della Fimmg prende atto con soddisfazione delle sensibilità manifestate pubblicamente da diverse ed autorevoli fonti di parte pubblica a proposito della necessità urgente ed indifferibile di aprire il tavolo Sisac per il rinnovo dell’Accordo collettivo nazionale. In particolare ritiene che sia un primo significativo passo avanti l’incontro del segretario nazionale con i due sottosegretari al Welfare, onorevole Francesca Martini e professor Ferruccio Fazio, nel quale si è colta l’opportunità di uno scambio iniziale di informazioni ed opinioni sulle complesse problematiche della Medicina Generale e sulla sofferenza dei colleghi impegnati nella formazione specifica. Il Consiglio Nazionale della Fimmg apprezza, inoltre, la posizione recentemente espressa dal presidente del Comitato di settore Romano Colozzi che ribadisce la necessità di avviare il tavolo contrattuale della Medicina generale. Il Consiglio Nazionale della Fimmg registra positivamente le recenti affermazioni del ministro del Welfare onorevole Maurizio Sacconi a proposito dell’opportunità di una visione complessiva e di un riequilibrio degli investimenti per i settori di competenza del proprio Ministero (Lavoro, Salute, Politiche sociali). Il Consiglio Nazionale della Fimmg ritiene che ci possano perciò essere le premesse perché la prossima occasione d’incontro fra il ministro ed il segretario nazionale a Fiuggi il 13 giugno p.v. sia fruttuosa e produttiva. Il Consiglio Nazionale della Fimmg ritiene strategico per il futuro della professione, il superamento delle residue contrapposizioni fra le diverse organizzazioni mediche, e la ricerca di proposizioni condivise a partire dai seguenti temi: • il sostegno del Ssn • il federalismo e i Lea • la responsabilità professionale • il governo clinico • l’integrazione ospedale-territorio • rapporto pubblico-privato • la formazione • l’integrazione con le altre professioni sanitarie ed individua, quale obiettivo del pronunciamento uni- segue a pag. 8 7 mendo un fiducioso ottimismo sull’esito dell’iniziativa che, vedendo convergenti le rappresentanze mediche ordinistiche, scientifiche e sindacali, potrebbe avviare una sorta di virtuosa concertazione per ristabilire i “livelli minimi di dignità per tutti i medici italiani in qualsiasi ruolo o mansione impegnati”. Tra gli altri argomenti affrontati rilevanti quelli relativi alle prossime elezioni per il rinnovo dei consigli provinciali degli Ordini, cui seguirà il rinnovo dei vertici nazionali della Federazione. “Per le elezioni degli Ordini proponiamo una politica di larghe intese nell’ambito della più ampia autonomia provinciale anche attraverso una concertazione con le altre rappresentanze mediche locali. Una forte e condizionante presenza di esponenti della Fimmg negli Ordini è per noi fondamentale anche, e soprattutto, per la doverosa e dovuta tutela dei nostri interessi nell’Ente previdenziale tuttora controllato dagli Ordini”. Così ha commentato il segretario nazionale, anche in risposta a recenti inopportuni tentativi di interferire sul consolidato atteggiamento del sindacato che, “ove richiesto o necessario valuterà l’opportunità di un intervento diretto del livello nazionale a tutela degli interessi generali e mai a sostegno di quelli particolari”. Molti altri argomenti meriterebbero di essere diffusamente richiamati. Tra questi la relazione del vicesegretario vicario Carmine Scavone sulla attività del- 8 la Commissione nazionale fisco, sul nuovo metodo di lavoro adottato, sui rapporti efficacemente attivati con i responsabili degli uffici dell’Agenzia delle Entrate e sulle risultanze della vasta operazione realizzata per il recupero dell’Irap. Così pure la relazione di Domenico Crisarà, responsabile nazionale del settore continuità assistenziale, che ha riferito sulla recente attivazione in ogni provincia del comparto medici in formazione, evento preliminare per la fon- dazione di un nuovo settore nazionale della Fimmg. Con grande simpatia e cordialità il Consiglio ha accolto la collega Celeste Russo nominata coordinatrice nazionale del comparto. Di seguito riportiamo la mozione conclusiva – approvata all’unanimità – che ha sintetizzato le conclusioni del Consiglio nazionale recependo i suggerimenti e gli approfondimenti emersi dalla discussione, che peraltro non ha evidenziato atteggiamenti di distinguo o di dissenso. segue da pag. 7 tario, la riaffermazione della dignità e dell’autorevolezza della professione. Il Consiglio nazionale della Fimmg, quindi, dà mandato al segretario ed alla segreteria nazionale di partecipare alla prima Conferenza della professione medica che si terrà a Fiuggi il 13 e 14 giugno p.v. e di contribuire alla stesura del documento di consenso che in quella sede sarà proposto e presentato alle autorità istituzionali. Il Consiglio nazionale della Fimmg, in vista delle prossime elezioni per il rinnovo dei Consigli degli Ordini provinciali dei medici chirurghi e degli odontoiatri, in conformità con la richiamata strategia di superamento delle contrapposizioni tra Organizzazioni mediche, vergenza con le altre organizzazioni mediche rispetto agli obiettivi comuni della professione e aderisce alla richiesta del segretario generale nazionale a tutte le Sezioni provinciali della Fimmg, di adoperarsi, nel rispetto delle specifiche identità categoriali, affinché medici convenzionati, dipendenti e liberi professionisti riescano a realizzare sinergie ispirate ai principi fondamentali della professione medica. Approvata all'unanimità fa propria la linea politica di con- AVVENIRE MEDICO 6-2008 Corrado Caso Notte insonne… l’Elzeviro del caso C amminarono a lungo perché quella notte era come un viale senza fine e senza meraviglia. Sapevano che un’ora dopo si sarebbero perduti nel mistero cieco di una luna nascosta e malefica come un presagio di sventura. Il cielo era bucato da piccole gocce luminose e da una polvere dorata che un oscuro pittore aveva riversato come un’alternativa alla depressione e un’aspettativa di eternità. C’era un filo sottile che trasmetteva i pensieri di Giuseppe allo zio e ne risvegliava le preoccupazioni. Erano pensieri disordinati e in libera uscita che vibravano come piccole lucciole flebili e inutili altalenanti sul suono dei passi in quella notte senza tempo. Entrarono nel vicolo della giovinezza: il vicolo malfamato delle bambole, tredici stradine inanellate come amanti disperati e le case del desiderio, piccoli chiaroscuri impudichi e mortali, ombre cinesi riflesse come in un film muto sull’immaginario telone delle mura dei palazzi che ondeggiavano alla luce colorata dei lampioni delle porte socchiuse. Dormiva la città con i gatti in amore e il porto riflesso pietra su pietra, immobile e in attesa delle prime luci dell’alba. Sulup, il vento caldo e umido dai profumi esotici risaliva da un orizzonte di negritudine, carrette del mare come ombre di fame trasferendo il mistero di terre lontane e ricoprendo di globulini umidi e rossastri le bianche lenzuola distese sui balconi delle case. Il volto di Giuseppe aveva un’espressione stanca e le labbra erano un orlo invecchiato, ricucito sul tema della rassegnazione. Lo zio provò un senso di pietà che nascose con cura nel nodo scorsoio che gli stringeva il collo modulandogli la voce in un cinguettio sul diagramma delle corde vocali incallite dal fumo: “Andremo da un avvocato. Un vecchio amico di Università, uno di quelli introdotti negli ambienti del Tribunale”, disse. Poi aggiunse: “Farai ambulatorio domani?”. Giuseppe disse di sì, mentre un dito sottile tracciava all’orizzonte la linea del mare di un colore rosato, annunciando una nuova alba. ATTUALITÀ I rischi del marketing farmaceutico rivolto al pubblico medici per questioni di calvizie sono aumentate del 79 per cento rispetto al 1997. Per non parlare del carattere aggressivo, sia in termini di contenuti (come il cadavere ripreso dai piedi, con tanto di cartellino anagrafico – donna di una cinquantina di anni – accompagnato dal messaggio “Se avesse controllato il colesterolo non sarebbe qui”) sia di presenza (secondo una ricerca condotta nel 1999, ogni giorno alne na z o i s io la televisione americana passais no in media 9 spot di farmam Fimm ci da prescrizione). a Dtca (Direct To Consumer Advertising, pubblicità diretta al consumatore) può essere definita come la pubblicità sui farmaci rivolta alla gente, allo scopo di incrementare le vendite e stabilire fedeltà. La Nuova Zelanda e gli Stati Uniti sono gli unici due Paesi al mondo che permettono una pubblicità di questo tipo, fatta attraverso una serie di modalità diverse: trasmissioni dei media, piani fedeltà, buoni promozionali gratuiti, eventi sponsorizzati, siti internet, riviste specializzate, quotidiani e contatto diretto con i consumatori. In Europa, la pubblicità è attualmente consentita – in base alla direttiva 92/28 del 31 marzo 1992 – per i medicinali che possono essere utilizzati senza intervento di un medico per la diagnosi, la prescrizione o la sorveglianza nel corso del trattamento, in pratica quelli esenti dall’obbligo della ricetta medica. La richiesta di modifica, avanzata circa un anno fa e sostenuta dalla divisione della Commissione europea che si occupa di promuovere il business (DG Enterprise), prevede di liberalizzare, per un periodo sperimentale di cinque anni, la pubblicità di farmaci etici per la cura di tre malattie: asma, diabete e Hiv-Aids. Le spinte per la liberalizzazione della pubblicità dei farmaci hanno interessato anche l’UE. Nel 2002, il Parlamento di Bruxelles, con larga maggioranza, ha respinto la proposta che avrebbe consentito la pubblicità diretta sulla stampa e in televisione dei medicinali soggetti a ricetta, come avviene negli Stati Uniti. “L’industria farmaceutica è incapace di fornire informazioni imparziali”, si legge nel rapporto approvato dai parlamentari eu- L AVVENIRE MEDICO 6-2008 le na a cura di Roberto Venesia Com Farmaci e pubblicità sulla g po del f litica arm aco ropei, mentre “le informazioni ai pazienti sugli effetti dei farmaci dovrebbero provenire da corpi indipendenti”. LA POSIZIONE DELLA FIMMG La Fimmg non può essere favorevole alla proposta di modifica della direttiva europea che permetterebbe di vedere in televisione, sulle pagine dei quotidiani e sui cartelloni pubblicitari stradali, i farmaci prescritti dai medici. La pubblicità per sua stessa natura ha un solo scopo: incrementare le vendite. Non crediamo che la pubblicità sia per questo un mezzo appropriato per dare ai cittadini maggiore informazioni sulla salute, di cui peraltro hanno oggi sempre più bisogno, né pensiamo che con la pubblicità si possa ottenere un effetto significativo sulla prevenzione delle malattie o sul miglioramento del loro trattamento. Inoltre, c’è la preoccupazione che una pubblicità di questo tipo suggerisca che i farmaci siano la sicura risposta ad ogni sintomo, oppure che convinca persone sane che devono curarsi. Senza trascurare la possibilità che la pubblicità non sia del tutto equilibrata e che l’efficacia effettiva e gli effetti collaterali dei farmaci non siano presentati in dettaglio. Non si può trascurare il fatto che la pubblicità diretta al consumatore può minare la credibilità del medico, insinuando il dubbio che questi non stia fornendo una cura adeguata, specialmente se i farmaci richiesti vengono rifiutati. Ma c’è anche un altro pericolo, ed è l’utilizzo sconsiderato dei servizi sanitari. Basti pensare che nel 1998, in seguito a una campagna promozionale della finasteride, negli Stati Uniti le visite ai I RISCHI PER IL SISTEMA SANITARIO Nel 2001, la United Kingdom Consumers Association, un importante gruppo di consumatori inglese, ha rilevato che la pubblicità diretta al consumatore ha portato ad un aumento di fatturazione di farmaci, ad un comportamento prescrittivo distorto e ad informazioni sbagliate fornite ai pazienti. D’altro canto, il mercato dei farmaci è molto redditizio e quindi estremamente competitivo: secondo il New York Times, negli Stati Uniti, dove è permesso pubblicizzare le medicine su stampa e tv come qualunque altro prodotto, nell’anno 2000 i 50 farmaci più propagandati hanno rastrellato da soli più della metà dei 20.8 miliardi di dollari di aumento della spesa sanitaria. Inoltre, c’è il rischio che i fondi spesi dalle aziende vengono sottratti a quelli destinati al processo di ricerca e sviluppo. Si arriva dunque al paradosso che la bassa concentrazione del mercato giustificata da alte spese in tecnologia, innovazione e ricerca scientifica permetta a queste aziende di avere grossi benefici senza spendere o più correttamente spendendo molto meno di quanto necessario per questi tre elementi. Questo si può evincere non tanto dall’analisi delle diverse voci di spesa (infatti le spese in ricerca sono aumentate del 18-20% l’anno negli ultimi cinque anni), quanto dal basso numero di farmaci innovativi sul mercato e dall’aumento sia per quelli me-too (farmaci nati da filoni di ricerca non originali e con caratteristiche di innovatività relativamente ridotte rispetto alla molecola madre), sia per i farmaci lifestyle (che sono quelli più soggetti alla Dtca). 13 LE NEWS LE NEWS Non fidarsi troppo delle creme a schermo totale Disease mongering: ora è parte del dibattito pubblico Paradossalmente, sono le creme solari a schermo totale quelle che comportano maggiori rischi per la pelle. Non perché siano poco efficaci, ma in quanto ingenerano in chi le applica la scorretta convinzione che assicurino una protezione assoluta e che quindi ci si possa esporre al sole come e quanto si voglia. È il monito lanciato dal quarto Congresso nazionale unificato di Dermatologia e Venereologia tenutosi a Napoli dal 28 al 31 maggio. “L’utilizzo di uno schermo totale – ha spiegato Torello Lotti, ordinario di Dermatologia dell’Università degli Studi di Firenze – non impedisce la produzione di una serie di effetti secondari che per la salute della pelle sono quelli più importanti. Quelli, cioè, che sommati nel tempo, sono poi la causa per lo sviluppo di un vero e proprio tumore”. A due anni esatti dalla prima conferenza internazionale sul “disease mongering” (il fenomeno delle malattie create ad arte per alimentare il mercato dei farmaci), su Plos Medicine uno dei promotori di quell’evento, Ray Moynihan, ha analizzato l’impatto della conferenza sui temi sanitari. “Ci sono segni affidabili – ha scritto Moynihan - che il fenomeno del disease mongering sia diventato parte del dibattito pubblico sulla salute” e che da questo sia nata una nuova consapevolezza “nei media, nei movimenti dei consumatori e nella comunità scientifica”. “La medicalizzazione non necessaria – ha concluso – produce uno spreco di preziose risorse e costi a carico del pubblico e dei privati cittadini. Quantificare questi costi sarà la prossima urgente sfida che occorre affrontare”. A freno l’obesità infantile in Usa L’impegno contro l’obesità profuso negli scorsi anni sembra dare i primi frutti. Almeno a sentire uno studio epidemiologico condotto dal CDC (Centers for Disease Control and Prevention) di Atlanta. Dopo oltre venti anni di aumento ininterrotto, la prevalenza di sovrappeso e obesità nei bambini americani, nei bienni 2003-2004 e 2005-2006 - gli ultimi per i quali sono disponibili dati completi – non ha subito variazioni, attestando rispettivamente al 32 e 16 per cento. “C’è finalmente una ragione per un po’ di ottimismo”, hanno scritto gli autori dello studio pubblicato su Jama. Tuttavia, quand’anche il trend venisse confermato nei prossimi anni, l’impatto dell’obesità sulla salute nazionale continuerà a venire avvertito per anni. AVVENIRE MEDICO 6-2008 Il cancro dà i numeri Si è tenuto a Torino dal 19 al 21 maggio, Cancersim2008, una conferenza europea sull’applicazione di modelli e simulazioni matematiche allo studio dei tumori e di terapie per contrastarli. La Comunità Europea ha infatti affidato al Politecnico di Torino il coordinamento di un progetto di ricerca e formazione sul contributo della matematica nella ricerca sul cancro e nelle terapie innovative. Il progetto, coordinato da Nicola Bellomo, matematico di nota esperienza nella comunità scientifica internazionale, ha coinvolto una rete di biologi, medici e matematici di 12 centri di ricerca e università europee di prestigio, divenendo il riferimento principale a livello europeo per gli scienziati attivi in questo settore. Nel corso della conferenza sono stati messi in evidenza i risultati raggiunti e le prospettive future: in particolare la capacità dei modelli matematici e delle simulazioni al cal- LE NEWS colatore di descrivere e interpretare fenomeni complessi quali la genesi dei tumori, l’attività delle cellule e la loro proliferazione ma anche la reazione delle cellule cancerose alle terapie, l’attivazione del sistema immunitario e, non ultima, la possibilità di ridurre i tempi di sperimentazione e di ottimizzazione delle terapie. In arrivo il primo vaccino prepandemico La Commissione Europea ha autorizzato GlaxoSmithKline (GSK) alla commercializzazione in tutti i 27 Stati membri dell’Unione del vaccino prepandemico Prepandrix. GSK è la prima azienda farmaceutica a ricevere l’autorizzazione europea per un vaccino prepandemico, che potrà quindi essere reso disponibile ai governi continentali al fine di proteggere la popolazione dall’infezione del virus H5N1. “Siamo fieri di poter contribuire con il primo vaccino prepandemico alla preparazione ad un’eventuale pandemia”, ha dichiarato Giuseppe Recchia, Direttore medico di GlaxoSmithKline Italia. “Si tratta di un tassello di fondamentale importanza nelle strategie nazionali che intendono ridurre l’impatto della pandemia stessa e rappresenta una presidio immediatamente utilizzabile, insieme agli antivirali, in attesa del vaccino, che potrà essere disponibile solo alcuni mesi dopo l’isolamento del ceppo virale pandemico”. Prepandrix è stato inoltre preparato con un nuovo sistema adiuvante AS03 di GSK, disegnato appositamente per assicurare un’elevata risposta immune con una ridotta dose di antigene. Il vaccino è attualmente indicato per persone di età compresa tra i 18 e i 60 anni e “Secondo il più recente modello matematico dell’Istituto Superiore di Sanità – ha dichiarato il prof. Alessandro Zanetti, del dipartimento di Sanità Pubblica-Microbiologia-Virologia dell’Università di Milano – l’aggiunta di un vaccino prepandemico alle misure di contenimento consentirebbe una riduzione dell’impatto della pandemia almeno del 70 per cento”. 15 FISCO Nota alla Circolare n.45/E del 13 giugno 2008 Irap e Mmg, un primo arretramento dell’Agenzia delle Entrate a Circolare numero 45 in tema di Irap dovuta dai lavoratori autonomi rappresenta il superamento da parte dell’Amministrazione finanziaria di un atteggiamento intransigente per approdare finalmente ad uno più pragmatico. Il problema è noto: i lavoratori autonomi sono tenuti a pagare l’Irap solo nel caso in cui per esercitare la loro attività dispongano di un’organizzazione “autonoma”. Questa è stata la conclusione della Corte costituzionale nel 2001. Il problema che si pose immediatamente fu la definizione di “autonoma” organizzazione. La Corte sentenziò che fosse il legislatore a definire i criteri, ma ciò non è mai avvenuto. Quindi, sono stati i giudici tributari che nelle numerosissime pronunce conseguenti ai ricorsi dei lavoratori autonomi hanno caso per caso tracciato i confini di un’organizzazione che per ampiezza e articolazione avrebbe potuto giustificare l’assoggettamento di un professionista. La sostanziale conclusione dell’Agenzia delle Entrate quindi può essere sintetizzata citando quanto recita la stessa Circolare: “Preso atto dell’orientamento ormai consolidato della Corte di cassazione, non è ulteriormente sostenibile la tesi interpretativa dell’assoggettamento generalizzato ad Irap degli esercenti arti e professioni. Si intendono quindi, superare le istruzioni precedentemente fornite in contrasto con l’orientamento della Suprema corte”. È opportuno ricordare che la Circolare non ha la stessa forza cogente della legge, è piuttosto un atto con cui l’amministrazione traccia un indirizzo di comportamento al proprio interno al fine di uniformare le scelte. Nel nostro caso specifico conoscere il contenuto della Circolare è utile a conoscere l’indirizzo interpretativo perseguito dall’Agenzia delle Entrate e quindi le scelte e le strategie che prevedibilmente saranno operate nell’ambito del contenzioso tributario con i contribuenti. Cosicché, tali indirizzi dinanzi al giudice po- L 16 tranno essere invocati oppure appropriatamente contestati. Nel testo della Circolare quindi sono riportati ampi stralci delle sentenze della Corte di cassazione nei quali in circostanze specifiche sono stati definiti i criteri di distinzione tra un’organizzazione “autonoma” e una che non lo era. Tali conclusioni oggi sono fatte proprie dall’Amministrazione finanziaria e presumibilmente non più contestate ai contribuenti in fattispecie analoghe. È possibile sintetizzarne il contenuto: • circa il presupposto del tributo è “rappresentato dal valore aggiunto prodotto dalle attività autonomamente organizzate” (Cass. N. 3680/2007); • circa la necessaria distinzione tra il lavoro autonomo e le imprese: “se la norma fosse accolta nel senso di ritenere applicabile l’imposta anche nel caso d’inesistenza del suddetto elemento oggettivo [autonoma organizzazione], risulterebbero violati i principi di eguaglianza e di capacità contributiva, garantiti appunto dall’equiparazione dell’attività di carattere professionale a quella imprenditoriale sul filo dell’autonoma organizzazione, connaturata a quest’ultima e soggetta ad accertamento nella prima” (Cass.n. 3673 e 3674 / 2007); • circa la nozione di autonoma organizzazione: “Per far sorgere l’obbligo di pagamento del tributo… basta l’esistenza di un apparato che non sia sostanzialmente inifluente, ovverosia di un quid pluris che secondo il comune sentire, del quale il giudice di merito è portatore ed interprete, sia in grado di fornire un apprezzabile apporto al professionista. … Si deve cioè trattare di un qualcosa in più la cui disponibilità non sia, in definitiva, irrilevante perché capace, come lo studio o i collaboratori, di rendere più efficace o produttiva l’attività” (Cass. N. 3676/2007); • … e ancora: “ il tributo colpisce una capacità produttiva impersonale e aggiuntiva rispetto a quella propria del professionista perché, se è innegabile che l’esercente una professione intellettuale concepisce il proprio lavoro con il contributo determinante della propria cultura e preparazione professionale, producendo in tal modo la maggior parte del reddito di lavoro autonomo, è altresì vero che quel reddito complessivo spesso scaturisce anche dalla parte aggiuntiva di profitto che deriva dal lavoro dei collaboratori e dipendenti, dal numero e grado di sofisticazione dei supporti tecnici e logistici, dalle prestazioni di terzi, da forme di finanziamento diretto e indiretto” (Cass. N.3678/2007). Le citazioni delle sentenze del giudice della Suprema corte continuano con riferimenti specifici relativi alla natura e quantità dei beni strumentali, al numero ed alla natura del contratto dei dipendenti e collaboratori del professionista, che delimitano la presenza dell’“autonomia” dell’organizzazione. Aspetti questi ultimi che ai fini della individuazione del presupposto d’imposta del medico di medicina generale non rilevano affatto. Infatti, non ha alcuna importanza definire la dimensione, né quantitativamente né qualitativamente, di un’organizzazione che comunque non ha alcuna attitudine ad imprime alcun “quid pluris” in termini di capacità produttiva , né alcuna “parte aggiuntiva di profitto” a quanto già il medico individualmente sia in condizioni di sviluppare. Basti pensare che la remunerazione dell’attività, reale ed effettiva misura delle capacità produttive, in quanto esercitata in convenzione con il Ssn è determinata in base a criteri parametrali che per nulla dipendono dalla attività resa “più efficace o produttiva” dall’organizzazione di qualsiasi articolazione o natura. In altri termini, non esiste alcuna dimensione capace di attribuire all’organizzazione una potenza tale da ampliare in termini economicamente rilevanti le capacità produttive del medico di medicina generale. Quindi, come già sostenuto nella istanza di rimborso dell’Irap elaborata e pubblicata dalla Fimmg, il presupposto dell’“autonomia” dell’organizzazione per i medici di medicina generale non esiste mai. Tale ultima convinzione fu ritratta da quelle stesse conclusioni elaborate dai giudici della Corte di cassazione che oggi l’Agenzia delle Entrate riconosce con doverosa attenzione, citandole esplicitamente nella Circolare. Ciò pertanto, è motivo di incoraggiante rassicurazione sulla necessità di fondare su tali argomenti la rivendicazione dei medici di medicina generale, perseguendo la strada delle istanze di rimborso e del successivo ricorso in Commissione tributaria. A cura di Alessandro Meloncelli dello Studio Gnudi, consulente fiscale per la Fimmg Nazionale AVVENIRE MEDICO 6-2008 GALENO L’Assemblea annuale dei Soci Galeno Un bilancio positivo a tutto tondo di Ezio Cotrozzi* o scorso 18 Maggio presso l’Holiday Inn Rome West si è svolta l’Assemblea annuale dei Soci Galeno, a cui hanno partecipato con molto interesse Soci provenienti da ogni parte d’Italia. Momento centrale dell’incontro è stato l’intervento del presidente Aristide Missiroli, che ha sottolineato la crescita della Cassa e il continuo arricchimento delle prestazioni offerte, tra cui la garanzia Long Term Care, introdotta proprio quest’anno senza che via sia stato alcun aumento del contributo. Inoltre, il presidente ha evidenziato come l’operato del Consiglio di Amministrazione, grazie alla continuità e al consolidamento delle cariche, sia ormai diventato un punto di forza della Cassa. Al di là degli aspetti formali, quali l’approvazione del bilancio e delle variazioni statutarie, l’Assemblea si è dimostrata soprattutto un importante momento di incontro con i Soci, durante il quale i consiglieri hanno potuto registrare le esigenze dei colleghi e ricevere le loro indicazioni su L come impostare la futura azione del CdA. Particolarmente significativo l’intervento di un Socio siciliano che ha dato testimonianza della straordinarietà della Cassa raccontando la sua esperienza personale. Qualche anno prima, infatti, era dovuto uscire dalla Cassa per motivi contingenti e – nonostante si aspettasse qualche difficoltà burocratica – non aveva incontrato ostacoli di alcun tipo. Proprio il fatto di aver visto riconosciute le proprie esigenze l’aveva spinto a rientrare appena possibile in Galeno con tutto il suo nucleo familiare. L’assemblea si è conclusa con la premiazione dei Soci vincitori del concorso letterario Scriva33. I medici raccontano, bandito dalla Fondazione Previasme Onlus e riservato ai Soci Galeno. Un momento particolarmente emozionante, soprattutto per i tre medici premiati per aver saputo esprimere, con i loro racconti, i principi di solidarietà e partecipazione che sono alla base della professione medica e di Galeno. *Segretario Cassa Galeno I VINCITORI DELL’EDIZIONE 2008 Scriva 33 I medici raccontano Elsa Renzi Tutto è possibile Il racconto evidenzia il valore della solidarietà nei confronti di soggetti particolarmente vulnerabili e AVVENIRE MEDICO 6-2008 spesso soli come gli anziani. Silvia Di Marzo Angeli L’elaborato racconta un’esperienza forte come quella della visita ad un ospedale psichiatrico e ben esprime la partecipa- zione del medico alle problematiche più angoscianti della società, come quelle che riguardano la salute mentale. Ezio Lauro Manco La sedia invisibile Il racconto descrive con originalità la scintilla che si accende in un bambino e che lo spinge ad intraprendere la difficile strada della medicina. I tre racconti premiati ex aequo sono disponibili sui siti www.cassagaleno.it e www.fondazioneprevias me.it 17 PREVIDENZA I risultati, e le preoccupazioni, delle pensioni Enpam Il segreto è nella gestione del Patrimonio di Alberto Oliveti on si possono adoperare altro che parole positive nel descrivere lo stato di salute della Fondazione Enpam di questi ultimi tempi. I risultati di gestione che si evidenziano dal Bilancio consuntivo 2007 sono molto buoni sotto tutti i punti di vista, con una crescita costante sia del Patrimonio che dei suoi proventi e con i Fondi in crescente attivo di gestione, eccetto quello dell’Accreditamento, che ha però prospettive di riequilibrio grazie al 2% a carico delle Società. Si potrà sicuramente far di meglio, e c’è la giusta tensione nel perseguirlo, ma già così non è male, specie se ci guardiamo intorno. In funzione del miglioramento continuo, all’inizio di questo anno è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione il “Codice Etico” dei principi e dei valori fondanti a cui tutti in Enpam si dovranno attenere, una sorta di carta dei diritti e dei doveri fondamentali per disciplinare formalmente il governo e la gestione della Fondazione. In più la bella notizia che la Fondazione Enpam è stata inserita nell’elenco delle Onlus destinatarie del 5 per mille, permettendo così ai medici ed odontoiatri di poter destinare già con la prossima denuncia dei redditi una parte delle loro tasse all’ampliamento delle prestazioni assistenziali (v. box). N QUANTO VALGONO LE NOSTRE PENSIONI Ci auguriamo tutti che quel “Memorandum” di corretta espressione della autonomia e della responsabilità privata regolata dal controllo pubblico, condiviso tra l’Associazione degli Enti pre18 videnziali privati (Adepp) e il Ministero del Lavoro a stretto ridosso della tornata elettorale, venga tenuto in debita considerazione dal nuovo Governo. In attesa che l’Attuario dell’Enpam ci consegni i bilanci tecnici riferiti al 31 dicembre 2006, cresce la consapevolezza che i problemi della sostenibilità dei Fondi e dell’adeguatezza delle pensioni vadano affrontato congiuntamente. A questo proposito, credo che la questione dell’entità delle pensioni sia sempre più sentita come un problema tra gli attuali contribuenti ai Fondi. Prima del passaggio all’euro, cinque milioni al mese erano considerati una discreta pensione, ora con gli attuali scenari inflazionistici di instabilità diffusa, il corrispondente in euro ingenera una doverosa preoccupazione, specie se la sua rivalutazione è riferita all’Istat. Sulla base dei dati all’aprile 2008, l’importo medio di tutte le 82.000 pensioni erogate dall’Enpam è di circa dodicimila euro all’anno, ma il dato corretto tramite il Casellario delle Pensioni (che contabilizza tutte le pensioni in godimento da ogni singolo pensionato) porta tale importo medio a quasi quarantamila euro l’anno. La pensione media erogata ad un medico di medicina generale dal suo Fondo è di duemilasettecento euro al mese, con il Casellario si arriva a quattromila. D’altro canto i soldi non si moltiplicano da soli, e già l’Enpam ha fama e dati a supporto di essere un ottimo investitore istituzionale. La verità è che a contribuzione esigua, per quanto sia capace chi investe, non potrà corrispondere una pensione sostanziosa. Ed il dato del rendimento assegnato ai contributi incassati dai vari Fondi conferma una realtà generosa dato che, non considerando l’inflazione, nel Fondo Generale “quota A” in otto anni e mezzo di pensionamento si riprendono tutti i soldi versati come contributi, nel Fondo Generale “quota B” in poco più di sette, nel Fondo della Medicina Generale in dieci anni, ed infine per gli Specialisti Ambulatoriali IL 5 PER MILLE ALLA FONDAZIONE ENPAM L’Enpam è una Fondazione di diritto privato senza scopo di lucro, recentemente riconosciuta come Onlus destinataria del 5 per mille. L’eventuale versamento del 5 per mille arriva direttamente alle casse dell’Enpam, che destinerà queste risorse per un’azione specifica a sostegno dei medici che possono, per motivi di salute, perdere la propria autosufficienza. Questa attività si configura come attività di assistenza (cioè non prettamente previdenziale) e l’assistenza è un dovere istituzionale della Fondazione Enpam. Da tempo è allo studio il progetto di affiancare alle attuali prestazioni a domanda (prestazioni assistenziali richieste una tantum o continuativamente per situazioni eccezionali) una seconda linea per la tutela del rischio di non autosufficienza e per questo è allo studio una poliz- za assicurativa di Long Term Care che tuteli tutti i contribuenti. Con l’inserimento della Fondazione Enpam nell’elenco delle Onlus destinatarie del 5 per mille, i medici e gli odontoiatri italiani già con la prossima denuncia dei redditi potranno destinare una parte delle loro tasse per finanziare il progetto di ampliamento delle prestazioni assistenziali, tra le quali la tutela della non autosufficienza ha la priorità assoluta. Questa maggiore attenzione alle fragilità della professione si aggiunge in senso strategico all'istituzione di Fondo Sanità, fondo pensione chiuso di categoria, finalizzato all’integrazione tempestiva della pensione come risposta allo scenario nazionale di ritardato accesso alla professione, di perdita del potere di acquisto dell’euro, di mancati rinnovi convenzionali e di longevità crescente. AVVENIRE MEDICO 6-2008 occorrono dieci anni e sei mesi. Considerando invece l’attuale adeguamento della prestazione al 75% dell’Istat, il dato si modifica ma in maniera non consistente. Se la vita media residua al sessantacinquesimo anno desunta dalle tavole di mortalità della popolazione italiana (fonte Istat) è di sedici anni per gli uomini e di venti anni per le donne, questo differenziale, che tra l’altro non considera il costo aggiuntivo dei superstiti, dovrà essere compensato dalla capacità reddituale del Patrimonio, e questo nonostante la decurtazione legata all’effetto combinato della tassazione anticostituzionale cui è sottoposto e del recente obbligo, derivante dalla Finanziaria 2007, di una sua maggior consistenza per garantire un maggior orizzonte temporale di sostenibilità. QUELLO CHE BISOGNA SAPERE In conclusione, mentre le altre gestioni sanitarie della dipendenza (ex Cps, gestione separata Inps ecc.) adottano coefficienti di trasformazione che recepiscono in pieno il dato Istat di sopravvivenza media ed assegnano un rendimento ai contributi molto inferiore a quello Enpam, appare evidente la forbice esistente tra i regolamenti della Fondazione, che garantiscono ad ogni contributo incassato un rendimento forse superiore al dovuto se calcolato su base statistica, ed invece la delusione dei contribuenti pensionati in termini di trattamento pensionistico. L’abolizione della iniqua tassazione del Patrimonio libererebbe risorse, da destinare per prima cosa alla rivalutazione al 100% delle prestazioni. Anche criteri autonomi di redazione dei bilanci (il tasso di rivalutazione del Patrimonio non ancorato al debito pubblico, per esempio) ci permetterebbero una gestione più virtuosa ed attenta alle esigenze pensionistiche. Ma la soluzione strategica è inevitabilmente questa: comunicare efficacemente la realtà dei fatti per promuovere e diffondere prima possibile la cultura della integrazione previdenziale, da perseguire tramite l’istituto del riscatto nei vari Fondi, o con Fondo Sanità, o con polizze individuali, prevedendo eventualmente anche modifiche ai regolamenti dei Fondi Enpam per permettere ai singoli iscritti di variare autonomamente le aliquote contributive nel corso della loro vita professionale. Supporto indispensabile a questa presa di coscienza culturale dovrà essere la periodica e puntuale presentazione agli iscritti di un estratto conto previdenziale con proiezioni standard delle prestazioni, che consenta di figurare per tempo il proprio trattamento futuro. Stiamo lavorando al raggiungimento di questo obiettivo, che prevede un percorso di riallineamento degli archivi della Fondazione grazie alla sinergia efficiente tra il Dipartimento Previdenze ed il Dipartimento Elaborazione Dati, così come lavoriamo anche al definitivo smaltimento delle pratiche arretrate relative a qualsiasi forma di riscatti e ricongiunzioni, in analogia con quanto già efficacemente realizzato in tema di riscatto di allineamento. INFORMAZIONE In ricordo di Riccardo Tomassetti Un premio per la comunicazione dell’Aids giornalisti che scrivono di Aids sono diventati una rarità. Per questo è importante premiarli. È con questo spirito che è nato il “Premio giornalistico per la divulgazione scientifica e sociale dell’Hiv/Aids Riccardo Tomassetti”. Il premio, intitolato al giovane giornalista mancato lo scorso anno, da anni impegnato nell’informazione sull’Aids e a lungo redattore scientifico di Avvenire Medico, è stato promosso dalle associazioni Anlaids, Cica, Nadir e Positifs con il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti e il sostegno di Pfizer. Un’iniziativa quanto mai opportuna visti i nuovi dati sull’infezione da Hiv in Italia dif- I fusi recentemente: si mantiene costante la quota di 4.000 nuove infezioni stimate ogni anno, così che il numero di persone sieropositive che si presume viva nel nostro Paese ammonta complessivamente a circa 120.000: “Ma risultano in terapia solo 50.000 persone con Hiv – ha spiegato Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico e di ricerca clinica dell’Istituto Spallanzani di Roma. “Questo significa che la maggioranza delle persone sieropositive non sanno ancora di esserlo e probabilmente – ha continuato – continuano ad adottare comportamenti pericolosi per la diffusione dell’infezione. Attualmente, oltre il 50% delle nuove diagnosi di siero- positività avviene quando il paziente manifesta già i segni della malattia conclamata”. E una diagnosi così ritardata non facilita certo la terapia, nonostante i grandi passi avanti compiuti in questo campo dalla scienza: “Chi è in trattamento antiretrovirale – ha affermato Stefano Vella, direttore del Dipartimento del farmaco dell’Istituto superiore di sanità – vive una vita migliore rispetto a pochi anni fa. Le combinazioni di farmaci sono migliorate moltissimo e la terapia si è notevolmente semplificata, ma si tratta comunque di una patologia cronica che richiede al paziente un impegno costante e quotidiano”. Mantenere adeguata la percezione della gravità della malattia e l’attenzione sui comportamenti a rischio, soprattutto tra i giovani: è dunque questo lo scopo del Premio Giornalistico Riccardo Tomassetti che verrà assegnato ai migliori servizi giornalistici sul tema Hiv/Aids realizzati entro il 31 ottobre 2008 in ognuna delle quattro categorie prese in esame (agenzie e quotidiani, periodici, radiotelevisione, web). Sarà una giuria composta da giornalisti esperti ad assegnare i riconoscimenti entro la fine del 2008. Il bando del Premio e tutte le informazioni utili per parteciparvi sono disponibili sul web, all’indirizzo www.premiotomassetti.it EUROPA DONNA Il ruolo del medico di medicina generale nella prevenzione del carcinoma mammario Camminare insieme guardando avanti di Giovanna Gatti* ifficile definire i contorni di una realtà nella quale ci si inserisce raccogliendo eredità profonde. Difficile dichiarare intenti e previsioni senza sconfinare nella retorica. Il Forum Italiano di Europa Donna ha visto di recente l’elezione del nuovo Comitato nazionale, la cui presidenza e rappresentanza europea mi onorano profondamente. Come donna e come medico che si occupa ogni giorno di senologia in un istituto oncologico. Il Forum Italiano di Europa Donna rappresenta il maggiore movimento di opinione sul tumore al seno e ha ottenuto negli anni importantissimi risultati grazie all’impegno, alla grinta, alla determinazione di tutte le sue componenti. Il carcinoma mammario è una malattia la cui incidenza rende l’ignoranza in materia un delitto gravissimo, sia da parte dei medici che da parte delle donne: la consapevolezza è la base per ogni intervento utile a ridurre la mortalità e a migliorare prognosi e qualità di vita. Che si parli di prevenzione, di diagnosi o di terapia, la conoscenza della realtà e del suo continuo mutare ed evolvere è la base fondamentale per agire in modo davvero incisivo. Con benefici quantificabili ed evidenti. D La strategia preventiva e terapeutica nella lotta contro il tumore al seno ha come presupposto la cooperazione: tra le donne, oggetto primario di attenzione e tutela in quanto colpite in percentuale inquietante dalle neoplasie mammarie, tra medici di Medicina Generale e specialisti delle discipline oncologiche, tra associazioni, tra movimenti deputati all’informazione e divulgazione dei contenuti scientifici. Lavorare insieme significa prendere coscienza che da soli non si arriva da nessuna parte, e che la disgregazione, l’individualismo non sono altro che strumenti fallimentari di un fare medicina vetusto e antistorico: prendersi cura delle donne che chiedono legittimamente di essere informate, di essere considerate nella loro esigenza di vera prevenzione a prescindere da indicazioni ormai datate e insufficienti, di essere curate con livelli di eccellenza assoluti senza essere costrette a ricorrere a lunghissimi e dispendiosi viaggi della speranza, implica tenere la mente aperta al progresso della medicina, alla condivisione delle informazioni e all’aggiornamento costante. Uno dei primi incontri che ho avuto da presidente del Forum Italiano di Euro- EUROPA DONNA Il Forum italiano di Europa Donna è tra le associazioni più attive nel promuovere iniziative per la prevenzione e la cura del carcinoma mammario. Ha deciso di avviare un rapporto di collaborazione con Fimmg perché i medici di medicina generale hanno un ruolo essenziale nella diagnosi precoce della malattia e in tutte le successive fasi di cura, per la loro conoscenza della storia clinica delle pazienti 22 pa Donna è stato con Fimmg. Perché il senso di Europa Donna come movimento di opinione è coinvolgere chi primariamente si occupa della salute delle donne nel quotidiano, nel primo e fondamentale approccio in presenza di dubbi o sintomi, nell’esigenza di ricevere informazione e rassicurazione, prescrizioni mirate a ciascuna situazione particolare e istruzioni utili a tutelare la salute nelle diverse fasi della vita. Il medico di medicina generale è l’esperto che prima di ogni altro può giudicare un sintomo o un segno, indicando il percorso migliore e più rapido per la donna che a lui/lei si rivolge e seguendo ogni momento della diagnosi ed eventualmente della terapia con l’occhio di chi conosce davvero la paziente e la sua storia clinica, il contesto culturale e i migliori strumenti di comunicazione. Nella prevenzione secondaria, cioè nella diagnosi precoce, il medico di medicina generale assume importanza critica: quali sono gli esami migliori da fare, quando e dove? Con quale livello di priorità? Come si giudicano i referti delle indagini diagnostiche e cosa implicano? Come si fa un’autopalpazione e come si giudicano gli eventuali segni fisici? Perché accadono alcune cose al seno nelle diverse fasi della vita? Le domande alle quali il medico di medicina generale è chiamato a rispondere sono moltissime, e fanno la differenza tra una buona e una cattiva prognosi. Perché lo sappiamo: la tempestività, il corretto giudizio di primo livello sono fondamentali perché il tumore della mammella sia trattato nei tempi giusti e con le terapie adeguate. L’impegno del Forum Italiano di Europa Donna è lavorare insieme ai medici per strategie di informazione alle donne che mettano nel giusto risalto il ruolo della medicina generale nella prevenzione e nella terapia del tumore al seno, così come nella rapida ed efficace riabilitazione delle donne operate. E l’aggiornamento continuo, fondamentale per la professione medica, continuerà ad avere in ogni occasione la presenza e il patrocinio di Europa Donna perché la voce delle donne operate al seno possa trasmettere messaggi preziosissimi ai medici, di sensibilizzazione e di aiuto per strategie terapeutiche realmente “mirate”. *presidente e delegata per l’Europa del Forum Italiano di Europa Donna AVVENIRE MEDICO 6-2008 DALLE PROVINCE A proposito di Accordi regionali Prescrizioni e controllo della spesa: opinioni a confronto Dal Consiglio regionale Fimmg del Lazio riceviamo e pubblichiamo Alcuni nostri iscritti ci hanno contattato in merito al contenuto dell’articolo in oggetto (v. Avvenire Medico n.4/08, ndr) chiedendoci delucidazioni e chiarimenti. Dalla lettura dell’articolo, che ha sicuramente nelle intenzioni il nobile fine di informare i colleghi iscritti circa le diverse strategie regionali a confronto sul contenimento della spesa farmaceutica, non possiamo fare a meno di esprimere tutto il nostro sbigottimento e disappunto.. Le informazioni contenute non solo non sono veritiere ma distorcono totalmente il senso della realtà delle cose, inducendo i colleghi che leggono con fiducia Avvenire Medico a comportamenti inutili e assolutamente privi di ogni senso. Il collega Giarrusso, di cui lodiamo le nobili intenzioni, tra l’altro, aveva già siglato su Palermo Medica in data marzo 2008 lo stesso articolo con altra intestazione in cui parimenti esprimeva la sua poco attenta valutazione. Non ci siamo mai permessi di esprimere giudizi su Accordi o provvedimenti Regionali altrui, nella considerazione assoluta che tali Accordi o provvedimenti riflettano una peculiare situazione e che pertanto, belli o brutti che siano, rappresentino il meglio che si è potuto fare per governare una situazione difficile ed abbiamo sempre rispettato il lavoro e l’impegno di altri. Nel caso avessimo la velleità di esprimere un’opinione, prima di scrivere od anche solo di esprimere un giudizio verbale abbiamo la buona educazione ed il buon senso di essere certi che le informazioni da cui scaturisce il giudizio od il parere siano corrette e pertanto abbiamo il buon gusto di interpellare per primi i diretti interessati. Purtroppo il collega Giarrusso, invece, ha omesso di adottare tali comportamenti, inducendo in errore la redazione di Avvenire Medico e di Palermo Medica, che però hanno omesso di interpellare i diretti interessati, inducendo in errore i colleghi che legAVVENIRE MEDICO 6-2008 gono l’articolo e gettando una fosca luce sull’operato del Consiglio Regionale della Fimmg del Lazio che, se avesse pacificamente avallato tali scelte, potrebbe essere assimilato ad una “banda di deficienti”. Nello specifico: la frase “ogni qualvolta prescrivono un farmaco diverso dai generici debbono giustificarlo nella ricetta” è falsa. Non è vero che “debbono” perché la valorizzazione è volontaria e soprattutto è falso che tale valorizzazione vada attribuita su tutto ciò che non è equivalente. Ma questa frase è solo l’inizio. Quest’altra, “nel Lazio nella categoria antipertensivi ace-inibitori sono compresi anche i sartani”, non è rispondente al vero. I sartani, infatti, sono privi di ogni provvedimento e sono diversi dagli ace-inibitori, ma non basta!! Il collega Giarrusso ci dice che dei sartani vanno prescritti solo gli “equivalenti”. Peccato che i “sartani” non abbiano equivalenti. Il Giarrusso continua a scrivere dicendo che per “betabloccanti, calcioantagonisti, fibrati, antinfiammatori, penicilline, cefalosporine, tetracicline, nucleosidi, deve essere prescritto il farmaco equivalente”. Cose non vere. Fibrati, penicilline, antinfiammatori, cefalosporine, tetracicline, nucleosidi non hanno alcuna limitazione e la loro prescrizione è identica al passato. Non contento, continua nella sua articolata disinformazione scrivendo “se si vuole prescrivere una specialità branded si deve dire il motivo apponendo una letterina”: semplicemente non è vero. Nessuna valorizzazione né altri provvedimenti né limitazioni vi sono nel caso di prescrizione di farmaci branded. Nessuna quota obbligatoria di farmaco equivalente da prescrivere, nessun tetto alla prescrizione, nessun limite, vincolo od imposizione. Riteniamo pertanto doverosa una dichiarazione di smentita, delle affermazioni distorsive della realtà dei fatti, a tutela della corretta informazione e dell’operato dei colleghi che possono essere indotti in errore dalla lettura dell’articolo. Inoltre siamo stati costretti a smentire, sul- la base della Delibera Regionale pubblicata sul BuR della Regione Lazio, il contenuto di Avvenire Medico, testata del nostro sindacato, con ulteriore danno di immagine ed autorevolezza. Pubblichiamo anche la precisazione di Paolo Giarrusso. In merito all’articolo apparso su Avvenire Medico n. 4/08 a mia firma dal titolo “Politiche regionali a confronto”, si precisa che se pur è vero che il “codice di valorizzazione” adottato dalla Regione Lazio nella delibera del DGR del 28 dicembre 2007, n. 1057, e successivamente ripreso in quella del 29 marzo 2008, n. 232, non deve essere apposto obbligatoriamente da parte del medico, è pur vero che un medico che non voglia incorrere in ulteriori rogne burocratiche si adeguerà a quanto suggerito dalla normativa regionale, che considera nei fatti il codice di valorizzazione un modo per ribadire l’appropriatezza della prescrizione ed evitare di recarsi quasi settimanalmente nel Distretto di appartenenza per giustificare la ratio della prescrizione a medici funzionari che spesso, a furia di anni di scartoffie, hanno perso il buon senso clinico o fanno finta di non conoscere quel sottile legame (sempre più labile) che lega un paziente al proprio medico. Certo la situazione è difficile, così come lo è stata e continua ad essere quella della mia Sicilia, dove una delibera con scopi analoghi ha indotto strumentali proteste da parte di chi richiamandosi ad un astratto concetto di “libertà terapeutica” ha in realtà interessi nella prescrizione. In un simile contesto, in Sicilia come nel Lazio, aver operato scelte coraggiose non solo “rappresenta sicuramente il meglio che si è potuto fare per governare una tale situazione, come mi ha scritto Pier Luigi Bartoletti, ma oserei affermare che solo rappresentanti sindacali maturi e coscienziosi come i nostri hanno saputo ben interfacciarsi con dirigenti amministrativi regionali che esponevano disavanzi finanziari da brivido. Concludo con un’amara riflessione di Bartoletti, che evidenzia come “spesso nella nostra attività di sindacalisti nonostante la passione, l’abnegazione e il sacrificio personale non riceviamo grazie ma anzi, di sovente, molte critiche” soprattutto da parte di quei colleghi che credono ancora nelle favole. Sono certo che avremo modo e sedi opportune per discutere ancora un tema centrale della nostra vita professionale e della nostra attività sindacale. Resta il fatto che le delibere del Lazio non danno alcuna garanzia nel tempo e dunque esiste il rischio reale che i colleghi utilizzino il codice di valorizzazione sentendosi al sicuro ed esponendosi invece a successivi controlli repressivi. Michele Olivetti 23 DALLE PROVINCE Il nostro sindacato e i professionisti del futuro Un nuovo comparto della Fimmg: i medici in formazione di Paolo Giarrusso a formazione dei futuri medici di famiglia è una di quelle scommesse assolutamente indispensabili per il futuro delle cure primarie nel nostro Paese. Ma questa scommessa presenta fin dall’inizio una inaccettabile disparità con le altre specializzazioni mediche infatti gli emolumenti per i medici in formazione sono esattamente la metà degli altri specializzandi nelle altre discipline specialistiche mediche. Una discriminazione che rende sicuramente meno attraente la professione per i giovani laureati e che mina alla base le prospettive di ricambio generazionale, oltre a non garantire la pari dignità con gli altri professionisti del settore sanitario partendo da questa considerazione e per “seguire meglio i medici in formazione e garantire loro la giusta dignità”. Domenico Crisarà, segretario nazionale della Fimmg Continuità assistenziale, ha annunciato l’intenzione del nostro sindacato di costituire un comparto specifico all’interno della nostra Associazione professionale. “Ogni anno i medici di fami- L glia in formazione sono circa 1.500 e, oltre a seguire una formazione teorica, come i loro colleghi specializzandi, fanno attività assistenziale concreta, con un rapporto di esclusività che non permette di fare altri lavori”, ricorda Crisarà. Per i tre anni di formazione, infatti, sono impegnati “negli ambulatori dei medici di famiglia titolari, ma anche nei consultori, nei Sert, nei reparti di ostetricia e ginecologia, in pediatria e nei Pronto soccorso. La loro retribuzione, però – spiega Crisarà – è di circa 900 euro, contro i 1.800 del contratto di formazione medici specializzandi”. Questa, assieme ad altre rivendicazioni come l’inserimento privilegiato nelle graduatorie, rappresenta una delle tante proposte che i colleghi in formazione lanciano alle Regioni e al governo nazionale per elevare la qualità della formazione e migliorare la dignità di un ruolo che rappresenta, stante alle recenti proiezioni, una delle poche specialità mediche che nel giro di 10-15 anni completerà un ricambio generazionale epocale. Infine una qualche soluzione bi- sognerà trovarla per la contribuzione Enpam che così come è in atto potrebbe riservare nel futuro non poche ansie a quei colleghi che iniziano i primi anni della loro carriera con versamenti minimi (ad es. i versamenti dei colleghi con poche scelte o dei medici in formazione) che non potranno godere di rendimenti interessanti nel futuro. Queste considerazioni sono state alla base di una lungimirante intuizione della Segreteria nazionale che ha promosso l’istituzione di un nuovo comparto del nostro Sindacato, ovvero Fimmg Formazione. A tale scopo il 23 maggio scorso si è svolta presso la sede nazionale la costituente del nuovo comparto che di occuperà delle politiche e delle problematiche della formazione specifica della medicina generale. Alla riunione hanno partecipato più di 90 delegati provenienti da tutti i poli formativi d’Italia che hanno affrontato specifici argomenti del settore (il diverso trattamento economico tra i medici che seguono i corsi di specializzazione universitaria e quello dei medici che effettuano la formazione per la medicina generale, l’organizzazione, dalla didattica alla logistica, nelle varie Regioni, ecc). La Fimmg è consapevole dell’importanza della formazione per i futuri professionisti delle cure primarie e, come ha sottolineato il segretario generale Giacomo Milillo intervenendo alla riunione, si impegna a rimarcare questa problematica nelle opportune sedi ministeriali e regionali. Al fine della costituzione definitiva del comparto Fimmg Formazione, sono stati nominati un coordinatore nazionale, Celeste Russo, e quattro coordinatori di area, Alessandro Dabbene per il Nord, Francesca Gentile per il Centro, Michele Ferrara per il Sud e Domenico Merendino per le Isole. LE NEWS LIGURIA Rinnovo degli incarichi per Fimmg Savona Ormai da alcuni mesi sono stati rinnovati gli incarichi dirigenti della sezione provinciale della Fimmg a Savona per il quadriennio 2008-2011. Giuseppe Torelli è stato nominato segretario provinciale, vicesegretario vicario è Gianmario Massazza e Angelo Tersidio tesoriere. AVVENIRE MEDICO 6-2008 Il Consiglio regionale comprende inoltre Pietro Caviglia, Rossana Fiorini, Vittorio Menicanti e Giampaolo Morello. Anna Maria Caponi, Amatore Morando e Sergio Pierfederici hanno assunto l’incarico di Revisori dei Conti, mentre Marino Basso e Enrico Tassinari costituiscono il Collegio dei Probiviri. Malgrado le elezioni si siano svolte lo scorso novembre, purtroppo la notizia ci è sfuggita. Ci scusiamo per il ritardo con cui pubblichiamo la loro nomina e auguriamo a tutti buon lavoro. FIUGGI Cooperative mediche a Congresso Si svolgerà da 19 al 21 settembre prossimi il 3° Congresso nazionale Medici in cooperativa e cure primarie. Il programma dei lavori prevede un’articolazione in 12 seminari paralleli dedicati ad altrettanti argomenti di rilievo per la professione e per l’organizzazione delle cure primarie. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.samnium.com 25 DALLE PROVINCE A Pavia un confronto sul futuro delle cure primarie integrate Medicina di iniziativa, indispensabile per la gestione della cronicità di Lucia Conti ggi la medicina di famiglia rimane ancora troppo spesso una medicina di attesa, in cui è il paziente a scegliere il momento in cui farsi visitare dal medico”, ha affermato il segretario regionale della Fimmg Lombardia, Fiorenzo Corti, aprendo i lavori della giornata congressuale di Pavia. Secondo Corti, la strategia da mettere in campo per la gestione di una domanda di salute sempre più legata alle cronicità è quella “dell’integrazione tra l’approccio tradizionale di attesa e la medicina di iniziativa. Questo – ha spiegato il segretario provinciale della Fimmg – significa coinvolgere attivamente la popolazione in programmi di controllo e promozione della salute, oltre che a una gestione funzionale o diretta delle principali patologie croniche. Ma significa anche trovare accordi intergrati tra ospedale e territorio per la gestione dei percorsi di cura, finalizzati ad ottimizzare le risorse e raggiungere alte quote di popolazione”. Dalla giornata di confronto è infatti emersa una convinzione condivisa da tutti i partecipanti: solo una collaborazione costante tra i medici di famiglia, politici regionali e gli altri attori del sistema salute può prepararci all’impatto della patologia cronica nel nostro Paese. Un’impostazione mirata all’eccellenza dei servizi territoriali necessita infatti di una programmazione che abbia forti radici nelle competenze mediche, sociali e di politica sanitaria, altrimenti sarà difficile superare il gap che ancora oggi esi- ‘‘O 26 ste tra la dimissione ospedaliera e la presa in carico del paziente sul territorio. I PASSI DA COMPIERE PER UNA SANITÀ INTEGRATA L’incontro di Pavia è stata anche l’occasione per i medici di famiglia lombardi di rivolgere un appello alla politica regionale affinché venga elaborato un “Progetto integrato” per la continuità assistenziale. “Siamo convinti – ha affermato Claudio Rovescala, segretario provinciale Fimmg Pavia – che il medico di famiglia, una volta che il sistema regionale ne abbia definitivamente supportato le capacità operative con idonee progettualità, un’adeguata organizzazione e adeguate risorse economiche, possa garantire alla popolazione quei servizi di medicina di iniziativa che permetterebbero di gestire la prevenzione e la cura della cronicità sul territorio a costi contenuti”, superando la crisi in cui stanno precipitando i sistemi sanitari e la medicina di famiglia, basata esclusivamente o quasi sulla ‘medicina di attesa’”. Quali sono, allora, i passi da compiere per superare questa crisi? Secondo Paolo Tedeschi, docente del Centro di ricerche sulla gestione dell'assistenza sanitaria e sociale (Cergas) dell’Università Bocconi di Milano, il miglioramento dell’assistenza è connesso a “un sapiente equilibrio tra i rapporti tra gli operatori sanitari e i pazienti, la continuità delle risposte assistenziali e gli elevati standard qualitativi”. “Quel che conta – ha affermato il professore – non è il modello in sé, bensì la ‘qualità professionale’, inte- sa non più solo come clinica, ma anche come servizio di prossimità alla persona, legata al raggiungimento di nuovi obiettivi sia in termini di competenze, sia in termini di sistemi di valutazione e misurazione delle performance”. Infatti, ha aggiunto Tedeschi, se da un lato la tutela della salute sarà influenzata positivamente dalle scoperte scientifiche, i risultati per i pazienti dipenderanno dal ruolo e le funzioni dei soggetti che useranno le conoscenze e le tecnologie, così come dai luoghi e i contesti in cui saranno usate, non per ultimo dalla quantità di risorse finanziarie ed umane che ogni sistema sanitario potrà mettere a disposizione. Come dichiarato da Rovescala, “senza una seria politica di investimento economico e professionale nella medicina del territorio, tutto il potenziale che questa potrebbe esprimere rimane un sogno nel cassetto”. OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE • l’eccellenza nelle cure primarie territoriali; • la prevenzione di iniziativa sul territorio e cittadini più coinvolti nei processi; • la maggiore quantità e qualità dei servizi erogati sul territorio per la cronicità; • la vicinanza del sistema salute alle persone; • l’appropriatezza complessiva di cura; • una medicina generale funzionalmente integrata con le strutture ospedaliere e i servizi del settore sociale. CONCENTRARE GLI SFORZI PER • il recupero delle risorse economiche nazionali per obiettivi di salute misurabili; • il recupero delle risorse economiche regionali dal settore del farmaco e della diagnostica; • l’inserimento stabile della medicina generale nei sistemi decisionali regionali e locali; • la de-burocratizzazione dell’attività professionale del medico di famiglia singolo ed associato; • il finanziamento in conto capitale per un’organizzazione capillare e stabile della medicina generale. AVVENIRE MEDICO 6-2008 SCIENZA Arteriopatia obliterante periferica degli arti inferiori - AOP Quando la causa è l’aterosclerosi di Roberto Marasso* arteriopatia obliterante periferica è una sindrome clinica nella quale si manifesta incapacità, completa o parziale del sistema arterioso di apportare una adeguata quantità di sangue ossigenato ai tessuti periferici. La causa più comune è di gran lunga l’aterosclerosi, ma vanno tenute in considerazione, in particolari contesti, anche altre cause (v. tabella 1). A causa della grande prevalenza dell’aterosclerosi, l’oggetto di questo articolo sarà l’AOP secondaria alla malattia aterosclerotica. L’ MANIFESTAZIONI CLINICHE L’AOP secondaria a malattia aterosclerotica è solitamente provocata da processi aterosclerotici a livello dell’aorta addominale, delle arterie iliache, femorali e poplitee, in grado di ridurre il flusso sanguigno agli arti inferiori, particolarmente in corso di esercizio fisico. I sintomi a carico degli arti inferiori dipendono poi non solo dal grado di occlusione o di stenosi dei vasi a monte, ma anche dall’eventuale sviluppo di circoli collaterali. Pertanto l’AOP può essere del tutto asintomatica, essere responsabile di debolezza muscolare agli arti e della claudicatio, sintomo più comune, ossia la comparsa di dolore durante le deambulazione e, nelle fasi più avanzate di ischemia critica, che può richiedere la rivascolarizzazione o l’amputazione. Una manifestazione meno frequente, ma da riconoscere, è la cosiddetta Sindrome di Leriche, da aterosclerosi aorto-iliaca, che può provocare dolore indotto dallo sforzo ai quadranti inferiori della schiena, ai glutei o alle cosce ed impotenza sessuale. PREVALENZA L’AOP è una condizione che interessa una larga proporzione della popolazione adulta in tutto il mondo. I numerosi studi epidemiologici sull’argomento hanno tutti evidenziato una correlazione positiva con l’età, il profilo di rischio aterosclerotico della popolazione oggetto di studio e la presenza di altre manifestazioni cliniche di aterosclerosi (coronaropatia, vasculopatia carotidea, trapianto d’organo). TABELLA 1 – Cause di arteriopatia obliterante periferica degli arti inferiori aterosclerosi displasia fibromuscolare tromboangioite obliterante arteriti infettive panarterite nodosa tromboembolie anomalie congenite sindrome da compressione “ab estrinseco” sindrome da intrappolamento arterioso traumi cisti o tumori avventiziali AVVENIRE MEDICO 6-2008 Alcuni di questi, come il Framingham Heart Study, ha preso in considerazione pazienti con claudicatio manifesta, valutando la presenza di AOP in una popolazione di 2.336 maschi e 2.873 donne di età compresa fra 28 e 62 anni, seguiti ogni due anni a partire dal 1948. L’incidenza di claudicatio intermittens risultò per a 6 per 10.000 nei maschi di età compresa fra 30 e 44 anni e di 3 per 10.000 donne della stessa fascia di età. L’incidenza aumentava rispettivamente a 61 per 10.000 nei maschi e 54 per 10.000 nelle donne nella fascia di età compresa fra 65 e 75 anni. La prevalenza era doppia nei maschi rispetto alle femmine nelle fasce di età più giovanili, ma tendeva ad annullarsi nelle età più avanzate. L’analisi di sottogruppi di pazienti evidenziò poi che il rischio di sviluppare claudicatio era aumentato di 1,5 volte nei fumatori, di più di due volte nei pazienti con diabete di tipo 2 o con ipertensione arteriosa almeno di stadio II e di 3 volte nei soggetti con coronaropatia clinicamente evidente. Studi successivi si sono occupati delle forme asintomatiche della AOP, mediante l’utilizzo di tecniche non invasive (soprattutto la misurazione dell’ABI, vedi oltre). Uno studio di Kannel e collaboratori evidenziò una prevalenza del 2,5% al di sotto dei 60 anni di età, dell’8,3% nella fascia di età 60-69 anni e del 18% oltre i 70 anni di età. Altri studi (Rotterdam study 1998, Diehm et al 2004) hanno poi chiaramente dimostrato che la prevalenza dell’AOP determinata con tecniche non invasive risulta di 5 volte superiore alla prevalenza del sintomo claudicatio. FATTORI DI RISCHIO Limitando questa trattazione alla AOP TABELLA 2 – Fattori di rischio per AOP età* sesso* etnia* tabagismo diabete mellito ipertensione arteriosa ipercolesterolemia insufficienza renale omocisteina** marcatori di infiammazione (PCR, ICAM-1, ecc….)** * fattori di rischio “emergenti” ** fattori di rischio non modificabili 27 legata all’aterosclerosi, i fattori di rischio per l’AOP coincidono con quelli della malattia aterosclerotica, ma il loro peso relativo è diverso rispetto alle altre localizzazioni. Fumo di sigaretta È un fattore eziologico molto importante. I fumatori hanno un rischio doppio o triplo di sviluppare AOP rispetto a coronaropatia. Studi epidemiologici condotti su vaste popolazioni hanno dimostrato che il fumo aumenta il rischio di AOP di 2-6 volte e quello di claudicatio di 3-10 volte. Oltre l’80% dei pazienti con AOP sono fumatori o hanno fumato. Il rischio di sviluppare AOP correla fortemente con il numero di sigarette fumate e con gli anni di abitudine al fumo. Diabete mellito Aumenta il rischio di AOP di 2-4 volte ed è presente nel 12-20% dei pazienti con AOP. Nello Studio di Framingham la presenza di diabete mellito il rischio di claudicatio era aumentato di 3,5 volte nei maschi e di 8,6 volte nelle donne. Il rischio è proporzionale alla durata ed alla gravità della malattia diabetica. Il rischio di amputazione per i pazienti diabetici con AOP è risultato essere 7-17 volte superiore rispetto ai non diabetici. Dislipidemia Sono stati associati con lo sviluppo di AOP livelli elevati di colesterolo totale e LDL, bassi valori di colesterolo HDL, ipertrigliceridemia. Il rischio di sviluppare AOP aumenta di circa il 5%-10% per ogni aumento di 10 mg/dL di colesterolo totale. Per quanto riguarda l’ipertrigliceridemia i risultati degli studi epidemiologici sono stati contrastanti anche se il loro ruolo eziologico sembra essere molto probabile. Ipertensione arteriosa Pur essendo associata con lo sviluppo di AOP, l’associazione è tuttavia più debole di quella con coronaropatie o cerebrovasculopatie. Mentre alcuni studi non hanno potuto evidenziare un aumento del rischio di AOP nei pazienti ipertesi, nello Studio di Framingham il rischio di AOP nei pazienti ipertesi era aumentato rispettivamente di 2,5 e 4 volte nei maschi e nelle donne. Omocisteina Livelli elevati di Omocisteina aumentano di 2-3 volte il rischio di sviluppare la malattia aterosclerotica. Se- condo l’European Concerted Action Project concentrazioni a diungiono di Omocisteina superiori a 12,1 micromoli/litro sono associati ad un rischio doppio di sviluppare una patologia vascolare aterosclerotica (coronaropatia, stroke ed arteriopatia periferica) in modo indipendente rispetto ai fattori di rischio tradizionali. Analogamente una metanalisi che ha preso in considerazione studi che correlavano i livelli di omocisteina con lo sviluppo di aterosclerosi ha dimostrato che tale rischio aumenta di 1,5 volte per ogni aumento dei livelli di omocisteina di 5 micromoli/litro. D’altro canto il 30-40% dei pazienti con AOP mostra livelli plasmatici elevati di Omocisteina. Nonostante la mole di dati disponibile, il ruolo eziologico dell’omocisteina in questo contesto resta sconosciuto, perché nessuno studio sui possibili effetti positivi sullo sviluppo di AOP e di malattia vascolare in genere di interventi volti a ridurre i livelli di omocisteina è stato fino ad ora condotto. PCR ed altri markers infiammatori Studi osservazionali hanno dimostrato che elevati livelli di PCR sono associati ad AOP. Soggetti sani partecipanti al Physicians Health Study avevano un rischio di 2,1 volte di svilup- METIS E LA FORMAZIONE SU AOP L’arteriopatia obliterante periferica risulta ampiamente sottodiagnosticata sia in medicina di famiglia sia in medicina specialistica, come è stato evidenziato da numerosi studi. Infatti risulta che: • circa 80% della popolazione ha fattori di rischio per AOP; • circa il 20% della popolazione ha malattia asintomatica; • del 5% dei pazienti sintomatici, meno della metà consulterà il medico di famiglia (2%); • di questi circa la metà sarà avviata al trattamento (1%); • la prevalenza della malattia, determinata con tecniche non invasive, è di 5 volte superiore alla prevalenza del sintomo clinico claudicatio (Rotterdam study 1998; Diehm et al. 2004). Inoltre in uno studio su 1.000 soggetti con pregressa diagnosi di AOP si è messa in evidenza una sottovalutazione dell’importan28 za della malattia da parte degli stessi pazienti (83%) e dei loro medici di famiglia (49%) (Hirsch et al.: PAD detection, awarness, and treatment in primary care. Jama 2001). Ne consegue che, rispetto ai coronaropatici, i medici prescrivono meno ipolipemizzanti, antiaggreganti ecc. ai pazienti con AOP e iniziano il trattamento a valore soglia di LDL-col. più elevato (McDermott et al.:J Gen Intern Med 2002). Contemporaneamente i pazienti sottostimano i rischi di eventi cardiovascolari e la necessità di trattamento (McDermott et al.: Arch Inter Med. 2003). IL PROGETTO FORMATIVO A fronte di queste considerazioni Metis ha sviluppato nel 2007, con il supporto di Astra Zeneca spa, il progetto formativo Easy Campus con gli obiettivi di: • migliorare conoscenze e competenze del medico di famiglia in tema di AOP; • far conoscere e diffondere una metodi- ca semplice e non invasiva per la misurazione dell’ABI, affermata come metodica di elezione per la diagnosi precoce di AOP, praticabile nell’ambito della medicina di famiglia. Si è svolto presso la sede di Roma un Corso Master, cui hanno partecipato 16 mmg formatori e 8 specialisti cardiologi, che, dopo una discussa disamina del materiale didattico preparato e l’apprendimento pratico della metodica di misurazione dell’ABI, hanno condotto 8 eventi formativi residenziali della durata di due giorni, con la partecipazione di colleghi provenienti da zone limitrofe. È inoltre in svolgimento, sempre in collaborazione con Astra Zeneca, lo studio osservazionale, multicentrico, internazionale, trasversale chiamato PANDORA, sulla prevalenza della AOP, che vede la partecipazione di 400 medici della Fimmg, ormai prossimo alla conclusione e di cui verranno forniti i risultati. AVVENIRE MEDICO 6-2008 pare AOP se i livelli di PCR erano nel quartile più alto. Anche altri markers di infiammazione sistemica come la ICAM-1 (Intercellular Adhesion Molecole-1), molecola di adesione dei leucociti i cui livelli circolanti sono sotto il controllo di citochine infiammatorie sembrano avere un significato predittivo sullo sviluppo futuro di AOP. Anche in questi casi non sono ancora stati avviati trials clinici. EVOLUZIONE DELLA ARTERIOPATIA OBLITERANTE PERIFERICA L’evoluzione dell’AOP sintomatica sembra essere relativamente benigna. La claudicatio si mantiene stabile o peggiora lentamente nella maggior parte dei casi. Dopo 5 anni il 75% dei pazienti è stazionario o addirittura migliorato (per la formazione di circoli collaterali), il 20% mostra un aggravamento, ma solo il 5% dei pazienti va incontro ad ischemia critica e il tasso di amputazioni maggiori è di circa l’1,4%/anno. Tuttavia, se si prendono in considerazione i tassi di mortalità, i dati sono decisamente più allarmanti: il tasso di mortalità annuale dei pazienti con AOP varia, a seconda delle casistiche dal 4% al 6%. Le cause di mortalità sono sintetizzate nella tabella 3. Le cause di questo eccesso di mortalità cardiovascolare sono ben documentate da numerosi studi cha hanno chiaramente dimostrato la presenza nei soggetti con AOP di coronaropatie e di stenosi carotidee in misura 2-4 volte rispetto ai soggetti senza AOP. Nei soggetti con AOP l’incidenza di una coronaropatia clinicamente importante viene riportata nei vari studi con un’incidenza variabile dal 60% all’80% e quella di una stenosi carotidea emodinamicamente significativa dal 12% al 25%. I pazienti con diagnosi di AOP hanno un rischio di infarto aumentato del 20%60% e di ictus cerebrale aumentato del 40%. Anche il rischio di morte per infarto risulta aumentato di 2-6 volte ri- spetto alla popolazione normale. Ciò significa che, nonostante l’evoluzione a lungo termine dell’AOP sia in apparenza relativamente buona, la sua presenza deve essere considerata come marker di altissimo rischio cardiovascolare, al pari di una cardiopatia ischemica nota o di una stenosi carotidea nota, e meritevole quindi degli stessi approcci terapeutici. DIAGNOSI I sintomi della claudicatio intermittens e dell’ischemia critica sono tipici ma tardivi ed indice di malattia estremamente avanzata. In presenza di stenosi arteriosa cronica l’esame obiettivo può permettere di valutare calore, colore e trofismo della cute, la presenza di lesioni trofiche o di alterazione degli annessi, la presenza dei polsi periferici femorali, poplitei, tibiali posteriori e pedidii, ma con una sensibilità ed un valore predittivo bassi (circa 70% e 50% rispettivamente). Inoltre, poiché la maggior parte delle AOP è asintomatica, è emersa la necessità di disporre di metodiche diagnostiche semplici e non invasive, in grado di porre una diagnosi attendibile e precoce, consentendo quindi di poter intervenire efficacemente sull’evoluzione della patologia. Fra i vari accertamenti proposti la determinazione dell’indice ABI (anklebrakial index) si è affermata come metodica di elezione per la diagnosi precoce di AOP. In pratica si tratta del rapporto fra la pressione determinata a livello della tibiale anteriore o posteriore e la pressione omerale, misurata utilizzando un comune bracciale di sfigmomanometro e rilevata con una sonda Doppler da 5-7 MegaHertz. Vengono quindi rilevate le pressioni a livello dei vari distretti arteriosi e calcolato il rapporto fra le pressioni rilevate agli arti inferiori vengono rapportate al valore più elevato rilevato agli arti superiori (in altri termini saranno rilevati i valori TABELLA 3 – Outcome a lungo termine dell’AOP Cause di morte: 55% malattia coronarica 10% malattia cerebrovascolare 25% cause non vascolari <10% altre cause vascolari Fonte: Ouriel K. Lancet 2001 AVVENIRE MEDICO 6-2008 ABI dx ed ABI sn). Sensibilità e specificità della metodica sono molto elevate (95% e 100% rispettivamente), secondo alcuni sovrapponibili all’indagine angiografica, ma con evidenti vantaggi, trattandosi di metodica non invasiva, di rapida esecuzione, poco costosa. In pratica: • ABI >0.90 normale • ABI 0.71-0.90 borderline • ABI 0,41-0,70 arteriopatia moderata • ABI ≤ 0,40 arteriopatia periferica grave. Il riscontro di valori eccessivamente elevati di ABI (es >1,30) deve essere considerato indice di incomprimibilità vasale, meritevole quindi di ulteriori accertamenti in ambito specialistico. La determinazione dell’ABI non ha tuttavia il solo significato di permettere la diagnosi di AOP in fase asintomatica, ma è in grado soprattutto di fornire importanti indicazioni sul rischio cardiovascolare del paziente, essendo fortemente correlato con il rischio di mortalità cardiovascolare. RUOLO DEL MEDICO DI FAMIGLIA Poiché la maggior parte dei pazienti con AOP è asintomatica, l’individuazione di questi soggetti prima che la patologia si renda manifesta e l’adozione di interventi educativi e terapeutici volti a ridurre il rischio di comparsa e/o di progressione della malattia dovrebbe rientrare nei compiti professionali del medico di medicina generale. In teoria il medico di medicina generale dovrebbe selezionare fra i propri pazienti quelli che dovrebbero essere sottoposti alla misurazione dell’ABI, ovvero: • soggetti con anamnesi o segni clinici suggestivi di AOP (claudicatio, dolore ischemico a riposo, anomalie dei polsi periferici, turbe trofice agli arti inferiori); • soggetti di età 50-69 anni con almeno un fattore di rischio aggiuntivo (diabete, fumo, ipertensione arteriosa) ; • soggetti di età inferiore a 50 anni ma con diabete e altri fattori di rischio cardiovascolare • soggetti con malattia vascolare già diagnosticata (carotidea, cardiaca, renale). *mmg, Fimmg Asti 29 Alimentazione e rischio obesità di Antonino Pio D’Ingianna; Gallieno Mari; Walter Marrocco; A. Schipani; Andrea Pizzini Una malattia da combattere con astuzia ossiamo definire l’obesità come una malattia multifattoriale e poligenica, caratterizzata dall’accumulo eccessivo di tessuto adiposo nell’organismo, in cui intervengono diversi fattori ambientali ed individuali, non tutti conosciuti. Per convenzione internazionale, conseguente a dati statistici e alle relative tabelle prodotte, un paziente si definisce “sottopeso” quando il suo BMI (body mass index, indice di massa corporea) è inferiore a 18; “normopeso” se tra 1824,9; “sovrappeso” se tra 25-30; “obeso” se presenta un BMI superiore a 30. Questo valore si correla bene alla misurazione delle pliche cutanee, oltre 30 mm nelle donne e oltre 23 mm negli uomini. La misurazione della plica cutanea, con un semplice strumento chiamato “plicometro”, introduce una criticità nel sistema di misurazione con il solo BMI: esso, infatti, espresso come valore assoluto, non è in grado di dirci se l’aumento dell’indice, nel nostro paziente, è dovuto alla massa grassa di tipo periferico o ginoide (deposito di grasso a livello dei glutei e cosce), o a quella di tipo centrale o androide (il tipo addominale e viscerale), o, piuttosto, all’aumento della massa magra (per es. culturisti), o, addirittura, a liquidi (soprattutto negli anziani!). Normalmente, però, il semplice esame obiettivo è in grado di dirimere la que- P 30 stione. Attualmente, il rapporto tra peso ed altezza, proprio del BMI, è stato integrato, in alcuni casi sostituito, dal rapporto muscoli/grasso, mediante la misurazione della circonferenza addominale (valori nella norma meno di 88 cm nella donna; meno di 102 cm nell’uomo, ma la tendenza è a ridurre questi valori ogni volta che si rivedono le linee guida): tale misurazione si correla linearmente con la valutazione della distribuzione del grasso nell’organismo, eseguita mediante esame TAC a scansione multipla (gold standard, ma molto costoso). Il grasso addominale, considerato un vero e proprio organo endocrino, sarebbe responsabile dell’insorgenza della famigerata sindrome metabolica, provocando una serie di azioni, nell’organismo, che partirebbero, secondo un’ipotesi, dall’aumento degli acidi grassi liberi che, immessi nel circolo sanguigno, produrrebbero, a livello epatico, un incremento dei trigliceridi e delle LDL piccole e dense, con un abbassamento del colesterolo HDL (fenotipo aterogeno); una insulino-resistenza periferica (con intolleranza glicemica e/o diabete franco); un aumento dell’azione pro-infiammatoria da parte di sostanze tipo IL-6, TNF, e riduzione dell’adiponectina (con aumento del rischio di trombosi); una attivazione del sistema nervoso simpatico e di quello renina-an- giotensina (con conseguente ipertensione). LE PATOLOGIE CORRELATE E FABBISOGNO CALORICO Oltre che per le malattie cardiovascolari e metaboliche, l’aumento di peso determina, si associa e/o complica altre patologie come l’apnea notturna; l’insufficienza respiratoria, di tipo restrittivo; l’osteoartrosi; l’iperuricemia; la steatosi epatica; la colelitiasi e nefrolitiasi; l’insufficienza venosa periferica; l’handicap gravidico: tutte producono una disabilità ed invalidità sociale, con alti costi per l’intera comunità. Nello studio Paris Prospective I (J.P. Empana, Circulation 2004), i dati raccolti di 7.079 uomini di 43-52 anni, reclutati tra il 1967 e il 1972, hanno dimostrato, durante un follow-up di 23 anni, che il rischio di morte improvvisa o di IM mortale è risultato aumentato per i diametri addominali maggiori. In uno studio realizzato in Canada, su 3.589 bambini ed adolescenti canadesi di 9, 13, e 16 anni, si è rilevato che un aumento della pressione arteriosa è frequente nei bambini e negli adolescenti ed è fortemente correlato al peso (Gilles Paradis, Circulation 2004). Il rischio di infarto è risultato aumentato di 1,12 dall’obesità addominale (Lancet 2004). È stato scritto AVVENIRE MEDICO 6-2008 anche che avere una obesità dall’infanzia riduce l’aspettativa di vita di circa 7 anni. Una corretta e sana alimentazione, prevede che l’apporto calorico giornaliero consigliato sia di circa 1.400 Kcal/die tra 2 e 5 anni; circa 2.000 Kcal/die tra 6 e 10 anni; 2.050 per la donna, 2.550 Kcal/die, per l’uomo, tra 11 e 18 anni; nel maschio adulto 2.650 Kcal/die e 2.000 nella femmina. Per gli anziani tra 60 e 74 anni, le LG INRAN 2003 raccomandano 1.900-2.250 Kcal/die per l’uomo e 1600-1900 Kcal/die per la donna, in mancanza di una particolare attività motoria, mentre un decremento del fabbisogno energetico si registra intorno ai 75 anni, per il ridotto fabbisogno di base. Tale apporto calorico deve essere ottenuto con una dieta varia che non differisce qualitativamente nelle diverse età, consigliando magari regole di comportamento per facilitare i processi digestivi in quei gruppi, come gli anziani, in cui l’apparato masticatorio non è molto efficiente. Riteniamo che il concetto di obesità primaria, cosiddetta da iperalimentazione, debba essere sostituito ben presto da una migliore definizione, procedendo nell’individuazione dei vari fattori che ne sono responsabili, tanto che si dovrebbe parlare “delle obesità”. Oggi resta tale definizione, per comodità classificativa, per distinguerla da quelle secondarie ad altre patologie. UN MONDO CHE PRODUCE OBESITÀ L’incidenza dell’obesità, nel pianeta, comincia ad aumentare progressivamente dagli anni ’80, tanto da parlare di vera epidemia e urgenza sanitaria. Il mondo in cui viviamo è stato definito “obesogeno”, dall’Oms, cioè produttore di obesità. In Italia, secondo i dati Istat del 2004, che, ricordiamo, sono frutto dell’elaborazione di questionari, gli obesi sarebbero il 9% della popolazione generale; il progetto CUORE (2005) calcola il 19-20% di soggetti adulti obesi, distinguendoli per aree geografiche. Nel Sud ed isole, per esempio, vengono riportati un 19% di maschi obesi ed un 31% di donne obese; i dati preliminari del progetto “Altomonte 2000” (2006-2007) rilevano, su un campione pari al 15% dell’intera popolazione adulta di questo paese AVVENIRE MEDICO 6-2008 del Sud, un 19,8% di sono focalizzate soLa chirurgia obesi uomini, ma soprattutto alla perdita bariatrica è indicata di peso sembrano eslo un 15% di obese donne. Come possiaper casi limite, ben sere più efficaci” mo curare questa ma(Clinical Evidence, standardizzati da lattia? Le terapie at2003). Aiutare il palinee guida tuali non sembrano ziente obeso, modifiinternazionali avere molto successo: cando l’ambiente eppure sappiamo che che lo circonda, con ridurre il peso del 5-10% (e, soprattut- una medicina d’iniziativa che influento, mantenerlo nel tempo, per almeno zi il sistema socio-ecologico del pro5 anni!), significa ridurre del 30% il prio paese, con programmi di educaRR di malattie CV. L’uso di trattamen- zione sanitaria, sin dai primi anni di ti farmacologici, negli adulti, con i far- scuola o di vita: far crescere il lattanmaci più usati (fentermina; mazindo- te/bambino “magro”, dovrebbe esselo; orlistat; sibutramina) ha prodotto re una priorità; “inventarsi”, con una solo modesti e transitori cali pondera- medicina creativa, le condizioni neli, rispetto al placebo. Altri farmaci, cessarie per poter indirizzare le perutilizzati soprattutto in passato (dex- sone, di qualsiasi età, a svolgere una fenfluramina; fenfluramina), sono ri- importante attività motoria, e ad alisultati addirittura dannosi per i gravi mentarsi in modo corretto; elaborare effetti collaterali (cardiaci e polmona- un software per le diete, che non sia ri), e ritirati dal commercio. Nuove pro- solo un semplice strumento di lavoro, spettive si intravedono con i farmaci ma che diventi un mezzo per fare forche agiscono sui recettori per gli en- mazione, magari servendosi di un docannabinoidi (tipo il rimonabant), atlante delle “porzioni” (secondo la per il mantenimento del peso e per la dieta mediterranea a porzioni!) che disassuefazione dal fumo, anche se agi- possa, anche visivamente, aiutare nel scono a livello del SNC. La chirurgia momento educazionale: queste sono bariatrica (palloncino gastrico; cer- alcune delle “invenzioni” della medichiaggio gastrico; vari tipi di by-pass cina generale che possono essere utigastrico; diversione bilio-pancreatica), li per combattere anche l’obesità. Inè indicata per casi limite, ben standar- venzioni che alcuni colleghi stanno dizzati da linee guida internazionali: già sperimentando nel progetto “Alobesità di grado elevato, definita an- tomonte 2000” (vincitore assoluto del che “maligna”, perché si associa ad al- premio nazionale Alesini 2006 di buota incidenza di eventi cardiovascolari ne pratiche in sanità) ed altri con il si(morte precoce e/o morte improvvisa), to Fimmg sull’alimentazione. e resistente a tutte le terapie mediche. A noi risulta evidente che il ruolo primario resti la forte motivazione, la LE CAUSE multidisciplinarietà, l’intervento coordinato di molte figure (genitori, meUtilizzare la parola obesità come acronimo dico di famiglia, insegnanti, psicoteraper ricordare le varie patologie che possopeuta, dietista, altri specialisti, istrutno determinarla. tori di palestra, etc.) e la dieta, corregO obesità primaria; ovaio policistico gendo gli stili di vita e “rinforzando” B Brain-obesità, intesa come dipendenza le motivazioni con approcci da valutaalimentare re ed implementare. COSA “INVENTANO” I MMG “Una revisione sistematica e studi randomizzati hanno trovato che molte delle strategie atte a mantenere nel tempo il calo ponderale portano comunque a riprendere meno peso di quanto altrimenti accadrebbe. Le strategie che prevedono un contatto personale con terapisti, il sostegno della famiglia, programmi di incoraggiamento a camminare e interventi multipli o che E endocrinopatie S sindromi con obesità; sono le alterazioni ipotalamiche su base genetica, tipo Prader-Willi; etc.); I influenze genetiche, tipo deficit gene MCRT; della leptina; etc., definite anche come obesità monogeniche non sindromiche T tumori, come per es., insulinomi; t. dell’adenoipofisi, etc.; terapie farmacologiche , es. flunarizina; antidepressivi; contraccezione orale, etc.; Termogenesi alterata A Acromegalia 31 SCIENZA La Fimmg all’appuntamento di Rimini Wellness Il medico prescrive movimento di Eva Antoniotti ll’interno del grande appuntamento fieristico di Rimini, che riunisce ogni anno operatori e appassionati del fitness, anche in questa edizione è stato possibile ricavare uno spazio di confronto tra i medici della Fimmg e rappresentanti di quel variegato mondo, sempre più ampio, che si muove intorno all’attività fisica, al benessere e alla cura del corpo. Grazie all’impegno di Walter Marrocco, Gallieno Marri e Antonio Verginello, per la Fimmg, e alla disponibilità degli orga- A nizzatori di Rimini Wellness si è svolto il dibattito Oltre il certificato di idoneità: verso una collaborazione più stretta tra la Medicina Generale e il mondo della pratica sportiva, in particolare il Fitness. Ad introdurre l’incontro il presidente della Fimmg Mario Stella, che ha ricordato come “la pratica sportiva, come strumento per migliorare lo stato di salute, coinvolge il medico di medicina generale nel suo specifico ruolo di operatore del Ssn e di primo consulente-curante, come dicono le statistiche, dei propri pazienti”. Stella ha poi ricordato come il mmg sia chiamato dalla normativa a redigere la certificazione all’idoneità sportiva non agonistica, sottolineando però la necessità di superare una funzione puramente burocratica del medico, valorizzando invece la sua approfondita conoscenza dei singoli pazienti, che può dunque orientare alla attività sportiva più adatta per mantenere una buona forma fisica, ma anche per prevenire e “curare” molte patologie, a cominciare da quelle cardiovascolari. Paolo Adami, presidente della Federazione italianaAerobica e Fitness, ha ribadito la disponibilità degli operatori più qualificati a collaborare con i medici di famiglia, per individuare i bisogni di ciascun utente e offrire programmi di allenamento mirati. Una particolare problematica è stata sollevata da Marco Gargiani, coordinatore nazionale del settore palestre Cna: le diverse normative regionali italiane in materia di impianti sportivi , allontanano infatti l’Italia dall’Europa e favoriscono situazioni “associative”, dietro le quali si cela spesso una imprenditorialità camuffata. Anche per Gargiani la collaborazione con i medici di famiglia può rappresentare un contributo alla crescita di qualità di questo settore, altrimenti facile preda di mode, non sempre davvero salutari. LE NEWS TFG-BETA Un interruttore per spegnere l’Alzheimer Un vero e proprio interruttore, che se “spento” consente ai macrofagi di ripulire il cervello dalle placche di proteina beta amiloide ritenute responsabili della malattia di Alzheimer. L’interruttore in oggetto è il fattore di crescita trasformante-beta (TGF-beta), che agisce sul sistema immunitario. Finora la forte presenza di TGF-beta nei pazienti affetti da Alzheimer era stata considerata una risposta al processo infiammatorio in atto nel cervello. Invece, spegnendo su un modello murino il gene responsabile della codifica del fattore di crescita, i ricercatori hanno riattivato i macrofagi, che hanno rimosso fino al 90% delle placche. La ricerca, pubblicata su Nature Medicine e condotta da un team di ricercatori provenienti da diverse università americane, apre nuove prospettive nella terapia dell’AlzheiAVVENIRE MEDICO 6-2008 mer. Attraversare la barriera emato-encefalica – fino a oggi l’ostacolo più arduo per chi progettasse farmaci contro questa malattia – potrebbe non essere più necessario. Basterà agire “perifericamente” sull’interruttore TGF-beta per innescare il processo di pulizia ad opera dei macrofagi. LOMBARDIA Ricerca a Lambrate per Sanofi-Aventis Trenta milioni di euro di investimenti, 70 addetti e una superficie di 10.000 mq. Sono i numeri del nuovo Centro ricerche Sanofi-Aventis inaugurato negli scorsi giorni nel quartiere di Lambrate, a Milano, e che si occuperà di ricerca in cinque aree terapeutiche: dolore e infiammazione, patologie dell'apparato digerente, malattie urologiche, sindrome metabolica e malattie croniche del sistema nervoso centrale. “Questa inaugurazione – ha dichiarato Daniel Lapeyre, amministratore delegato Sanofi-Aventis Italia – assume un duplice valore: da un lato conferma l’importanza che il mercato italiano riveste a livello internazionale per il nostro gruppo. Il nuovo centro di Milano ci permetterà, infatti, di integrare al meglio l’impegno in Ricerca e sviluppo e l’attività dei cinque stabilimenti produttivi presenti nel nostro Paese. Dall’altro è un segnale incoraggiante e concreto delle capacità che il ‘sistema Italia’ possiede e che, se conosciute e valorizzate, non hanno nulla da invidiare a quelle di altri Paesi”. “Il nostro auspicio – ha concluso Lapeyre – è che il nuovo Governo continui il percorso di avanzamento degli interventi programmati in attuazione della strategia di Lisbona, anche alla luce dell’importanza che l’attività di ricerca e sviluppo riveste all’interno del quadro delle politiche per la crescita”. 33 SCIENZA Consigli per chi si mette in viaggio Malattie senza frontiere di Mariano Rampini circa 700 milioni di viaggiatori – 18 milioni dei quali sono italiani – che attraversano ogni anno il pianeta sono spesso costretti a fare i conti con un intero alfabeto di malattie: dalla brucellosi alle varie zoonosi, passando per la febbre dengue, la malaria, solo per citarne alcune. Se si considera che in un arco di tempo brevissimo – appena 36 ore – è possibile fare il giro del mondo, è facile comprendere quali siano i rischi sanitari connessi alla facilità con la quale si possono oggi visitare gli angoli più lontani o sperduti del globo. Ma anche spostandosi di poco al di fuori dei nostri confini i rischi sanitari sono molti e spesso sottovalutati. Individuare una destinazione del tutto sicura, insomma, non è mai semplice. Lo ricorda Walter Pasini, dal 1988 direttore del Centro collaboratore dell’Oms per la Medicina del turismo, che in vista sia dell’ormai prossimo periodo estivo, sia degli importanti appuntamenti sportivi in programma nei mesi a venire, indica le precauzioni da prendere per coloro che si metteranno in viaggio. “I pericoli non mancano” spiega Pasini. “Basti pensare ai Campionati europei di calcio in svolgimento in Svizzera e Austria; in quest’ultimo Paese, infatti, c’è il rischio di en- I AVVENIRE MEDICO Mensile della Fimmg piazza G. Marconi 25 00144 Roma Telefono 06.54896625 Telefax 06.54896645 Fondato nel 1963 da Giovanni Turziani e Alberto Rigattieri cefalite da zecche: una malattia pericolosa, contro la quale esiste un vaccino molto efficace a cui ricorrono gli stessi cittadini austriaci. E che va consigliato anche a chi intendesse recarsi in altri Paesi dell’Europa orientale o del Nord Europa, comprese le regioni scandinave”. Se poi si guarda più lontano, magari alla Cina dove confluiranno milioni di persone in occasione delle Olimpiadi, i pericoli aumentano. “Consiglierei a chi volesse recarvisi di consultare il proprio medico curante per valutare i possibili rischi. Che possono variare da una zona all’altra di quell’immenso Paese. Tra le malattie che possono essere contratte ci sono l’encefalite giapponese, la rabbia, l’epatite A o B ma anche la malaria. Quest’ultima è una patologia diffusa in quasi tutto il mondo e, recandosi in zone nelle quali è endemica, sarebbe opportuno seguire un’adeguata profilassi con farmaci come la meflochina o l’associazione Atovaquone-proguanil, per citarne alcuni. In ogni caso – prosegue Pasini – è importante avere con sé i medicinali di cui si fa uso abituale: non sempre è facile trovarli in altri Paesi e, a volte, si corre anche il rischio di acquistare farmaci contraffatti”. Direttore Giacomo Milillo Direttore Responsabile Michele Olivetti Comitato di redazione Esecutivo nazionale Fimmg Editore Health Communication Via V. Carpaccio, 18 - 00147 Roma Tel 06.594461 Fax 06.59446228 e.mail: [email protected] Coordinatore editoriale Eva Antoniotti Hanno collaborato Lucia Conti, Fiorenzo Corti, Paolo Giarrusso, Roberta Goi, Bartolomeo Griglio, Ester Maragò, Valentina Marotta, Gallieno Marri, Walter Marrocco, Aristide Missiroli, Michele Musso, Alberto Oliveti, Marcella Rossignoli, Stefano Simoni, Stefano Zingoni “I pericoli, insomma, sono molti: è necessaria quindi la massima attenzione anche all’alimentazione o a ciò che si beve: è questa infatti la principale forma di prevenzione di una delle patologie più diffuse, la diarrea del viaggiatore, più conosciuta come “vendetta di Montezuma”. A causarla – spiega ancora Pasini – possono essere virus, batteri, parassiti. Tra i più frequenti c’è l’Etec, cioè l’Escherichia coli enterotossigena contro i cui nefasti effetti – che possono colpire anche i viaggiatori più avveduti – esiste oggi un vaccino efficace contro il colera così come la stessa diarrea del viaggiatore”. “Il vaccino in questione, il Dukoral, offre una buona protezione sia contro il vibrione del colera che contro l’Etec. La presenza nella sua composizione della subunità B non tossica della tossina del colera, offre una protezione crociata anche dall’Etec. Uno studio condotto in Bangladesh su circa 65 mila soggetti, lo ha confrontato con il “vecchio” vaccino anticolerico a sole cellule di batteri uccisi, facendo registrare un’efficacia del Dukoral dell’85%. Ma anche una protezione superiore al 60% contro la diarrea da Etec”. “I vantaggi dei farmaci non devono però indurre ad abbassare la guardia creando false sicurezze” ammonisce Pasini “Le misure più importanti restano sempre quelle preventive: evitare alimenti crudi, mangiare solo quelli ben cotti e prestare attenzione all’acqua, al ghiaccio, alla frutta e alle verdure crude. In ogni caso è sempre opportuno rivolgersi al proprio medico per avere un consiglio mirato, sia se si fanno viaggi “tranquilli” – ma possono esserlo solo in apparenza – sia se ci si appresta a viaggi più avventurosi. Magari consultando anche il nostro sito internet www.travelmedicine.it, in via di aggiornamento, nel quale è possibile trovare informazioni utili per il viaggiatore ma anche per lo stesso operatore sanitario”. Progetto grafico Giancarlo D’Orsi Ufficio grafico Daniele Lucia, Barbara Rizzuti Foto Fabio Ruggiero Stampa Tecnostampa Via Le Brecce - 60025 Loreto (An) Finito di stampare nel mese di giugno 2008 Registrazione al Tribunale di Bologna n. 7381 del 19/11/2003 Testata associata a Editore