numero 36 Settembre 2011 Edizione online

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numero 36 Settembre 2011 Edizione online
numero 36
Settembre 2011
Edizione online
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Sommario
◊ Anno Europeo del Volontariato 2011: prossimi eventi CSV FVG , di Mariangela FANTIN
◊ Italia – Europa Centrale e Sud Orientale. Volontariato e istituzioni a confronto.
Conferenza internazionale per l’Anno Europeo del Volontariato 2011 , di Dario MOSETTI e
Manuela PATELLA
◊ “Acqua potabile: un diritto accessibile”. Un intervento di cooperazione dell’ACCRI sul
diritto all’acqua , di Nives DEGRASSI
◊ Acqua: bene comune… fin da piccoli, di Paola FERRACIN
◊ Il CACIT ringrazia il CSV: come si salvano i servizi , di Giovanna POSARELLI
◊ “Impazzire si può”. Viaggio nelle possibilità di guarigione, di Clara LENUZZA
◊ Il Gattile a Trieste: una casa ed un’oasi per ospitare e curare piccoli amici , di Giorgio
COCIANI
◊ Sicurezza e Volontariato , di Gianfranco BELTRAME
◊ Sovvenzioni e contributi , di Giovannna ROIATTI
◊ Lo scaffale del volontariato: Acqua, sviluppo, cooperazione e volontariato, di Roberto
LIONETTI
◊ FAQ amministrative e fiscali , di Alessandro OLIVO
Il tema fotografico scelto per illustrare questo nuovo numero della rivista è quello dell’acqua, elemento
centrale in molti ambiti di intervento del volontariato. Le foto, come di consueto, sono di Roberto
Lionetti, ad eccezione di quelle che corredano l’articolo di Nives Degrassi.
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Anno Europeo del Volontariato 2011: prossimi eventi CSV FVG
Poco più di un trimestre manca all‟epilogo del 2011, proclamato dal Parlamento e dal Consiglio Europeo
“Anno Europeo delle attività di Volontariato” ed emblematico riferimento per l‟universo
dell‟associazionismo. E le iniziative promosse dai Centri di Servizio del Volontariato diffusi sul territorio
nazionale pullulano, in particolare modo quelle programmate dal CSV FVG. Occhio dunque al calendario
regionale!
Et voilà… Il ciclo d‟incontri intitolato “Valori, competenze, esperienze”, un‟opportunità di apprendimento
permanente collettivo sui fondamenti del volontariato, tenutosi tra aprile e giugno scorsi nelle sedi CSV di
Pordenone e Trieste, ha richiamato favorevolmente l‟attenzione delle comunità locali e di parecchie realtà
del terzo settore. Il collaudo degli stessi argomenti verrà riproposto tra la fine di settembre e la fine di
ottobre, dalle ore 17 alle 19, a Udine e a Gorizia, rispettivamente presso lo sportello CSV di viale Venezia
281 e presso la Sala Giunta della Provincia di Gorizia in Corso Italia 55. Un “corpo docente” speciale costituito da accademici, professionisti e volontari - ricorderà il peso della cultura del volontariato, rilevante
coacervo di valori, saperi, pratiche e metodologie, incentrati sulla solidarietà, la gratuità, la democrazia e la
partecipazione sociale.
Ecco il canovaccio degli appuntamenti:
 Volontariato, educazione permanente e formazione dell’adulto – 28 settembre a Udine, 29 settembre
a Gorizia;
 Partecipare, progettare, gestire e valutare - 5 ottobre a Udine, 6 ottobre a Gorizia;
 Promuovere le attività di volontariato: modalità di comunicazione - 12 ottobre a Udine, 13 ottobre a
Gorizia;
 Testimonianza di volontariato: handicap, anziani, emarginazione e solidarietà internazionale - 19
ottobre a Udine, 20 ottobre a Gorizia;
 Il volontariato come prospettiva di una nuova società. Valori di riferimento - 26 ottobre a Udine, 27
ottobre a Gorizia.
Dulcis in fundo… Dal 7 al 9 ottobre p.v. Gorizia, città simbolo dell‟abbattimento dei confini e del ritrovato
clima di cooperazione tra i popoli, ospiterà presso l‟Auditorium della Cultura Friulana in via Roma 23, la
Conferenza Internazionale per l’Anno Europeo del Volontariato 2011. L‟evento, che conta sul
patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e sul supporto della Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia, è organizzato dal CSV FVG di concerto con il CSVNET, ente che dal 2003 gestisce il
Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato. L‟avvenimento vedrà la partecipazione
di referenti e delegati istituzionali del mondo della solidarietà, provenienti dal Centro e dal Sud Est Europeo.
Un sipario internazionale all‟insegna del confronto e della crescita qualitativa che getta il ponte per la
realizzazione di collaborazioni e progetti futuri ad ampio respiro. Un‟opportunità di contatto pure per le
nostre associazioni, le quali proprio l‟8 ottobre presso la medesima sede isontina interverranno alla XI
Assemblea delle Organizzazioni di volontariato della Regione Friuli Venezia Giulia che nell‟ordine del
giorno contemplerà tra i vari punti l‟elezione per il rinnovo dei quattro rappresentanti delle Odv nel Comitato
di gestione del fondo speciale del volontariato, i cui mandati scadranno il 17 settembre.
Cav. Mariangela Fantin
Presidente CSV
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Italia – Europa Centrale e Sud Orientale: Volontariato e istituzioni
a confronto
Conferenza internazionale per l‟Anno Europeo del Volontariato 2011
7-8-9 ottobre 2011 - Auditorium della Cultura Friulana, via Roma 23, Gorizia, Italia
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Volontari di tutta Europa: Facciamo la differenza! E‟ in arrivo la seconda edizione della Conferenza
Internazionale, la prima, svoltasi nel 2008 dal titolo “Dialoghi d‟Europa: Italia – Balcani”, alla
quale hanno partecipato volontari di 14 paesi esteri, di cui 11 dell‟Europa Sud – Est, è stata
l‟occasione per confrontarsi sul ruolo del volontariato in un‟Europa fondata sui valori della pace,
della cittadinanza e della cooperazione transnazionale. In questa edizione invece, programmata per
il prossimo ottobre si approfondiranno tematiche quali la diversità e l‟inclusione sociale, i giovani e
la partecipazione; a partire da queste esperienze, si tracceranno le strade per lo sviluppo delle
progettazioni e delle politiche condivise.
L'evento, promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia, è organizzato dal CSV del Friuli Venezia
Giulia, in collaborazione con CSVnet e con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e del CEV (Centro Europeo del
Volontariato di Bruxelles).
Il volontariato ha fatto la scelta di Gorizia, come sede della Conferenza Internazionale, in quanto
città simbolo dell‟abbattimento dei confini e della collaborazione tra le popolazioni, per trasmettere
alle istituzioni nazionali e locali un forte messaggio per un‟Europa in cui si respirino i valori della
solidarietà e della democrazia. Tematiche primarie di quest‟edizione 2011 saranno: lo scambio di
esperienze e di buone pratiche, la presentazione di alcuni programmi UE utili per il sostegno ai
progetti e le discussioni finalizzate alla redazione di input alle istituzioni europee.
L‟incontro alternerà diverse modalità operative, vi saranno infatti la conferenza pubblica plenaria, i
gruppi di lavoro, il dibattito conclusivo con i relatori ospiti ed alcune discussioni informali.
Per quanto concerne i gruppi di lavoro ne sono previsti quattro: il primo affronterà il tema dei
giovani e la partecipazione, il secondo gruppo si interesserà di invecchiamento attivo, il terzo sarà
focalizzato su diversità e cittadinanza mentre l‟ultimo gruppo verterà sulla questione dei bisogni
speciali e sull‟inclusione.
L‟Auditorium della Cultura Friulana aprirà dunque, per tre giorni, spazi di approfondimento e di
confronto tra le istituzioni nazionali, locali ed europee e le organizzazioni di volontariato su temi
fondamentali per la coesione sociale e la Strategia europea 2020. L‟evento sarà quindi un luogo
importante per coinvolgere nelle iniziative in programma il sistema del volontariato di alcuni Paesi
non ancora membri dell‟Unione Europea.
Presentiamo di seguito il ricco programma previsto suddiviso per singola giornata:
Venerdì 07 ottobre:
15.00 – 16.00
Registrazioni dei partecipanti
16.00 – 19.00
Quale ruolo per il volontariato nell‟Europa del futuro
Presiede
Mariangela Fantin, Presidente del Centro Servizi Volontariato del Friuli Venezia Giulia
Saluti delle autorità
16.00 – 16.30
Relazioni introduttive
- Roberto Molinaro, Assessore al volontariato Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
- Renzo Razzano, Vicepresidente CEV Bruxelles - CSVnet Roma
16.30 – 19.00
Interventi e dibattito
- Danilo Giovanni Festa, Direttore Generale Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
- Giorgio Volpe, Vice Presidente Comitato regionale volontariato Friuli Venezia Giulia
- Rappresentanti istituzionali esteri
Sabato 08 ottobre
10.30 - 13.00
Conferenza plenaria
Partecipano le associazioni di volontariato della Regione Autonoma Friuli Venezia
Presiedono
Roberto Molinaro, Assessore volontariato Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Renzo Razzano, Vice Presidente CEV – Centro Europeo del Volontariato
Relazioni introduttive
- Joachim Ott, Acting Head of Unit - European Commission - Directorate-General for Communication Citizens' Policy Unit “Le politiche europee e il volontariato”
- Martijn Pakker, Direttore CEV “Il volontariato nei Paesi dell‟Europa Centrale e Sud Orientale. Quali
possibili sinergie ?”
- Giovanna Roiatti, consulente Centro Servizi Volontariato Friuli Venezia Giulia “Il sostegno finanziario
nelle collaborazioni transnazionali. Presentazione delle linee di finanziamento”
12.00 – 13.00
Interventi delle associazioni italiane ed estere, tra cui:
- Nives Ivelja, Direttore Associazione MI Spalato (Croazia)
- Anica Mikuš Kos, Presidente Slovenska Filantropija (Slovenia)
13.00 – 14.30
Colazione a buffet
14.30 – 18.30
Gruppi di lavoro
(con Pausa caffè 16.30 – 17.00)
1. Giovani e partecipazione - Modera: Giorgio Volpe, Vice Presidente Comitato regionale volontariato
Friuli Venezia Giulia
2. Invecchiamento attivo - Modera: Ksenija Fonović, CSVnet
3. Diversità e cittadinanza - Modera: Stefania Macchioni, CSVnet
4. Bisogni speciali e inclusione - Modera: Mario Brancati, Presidente della Consulta Regionale per disabili
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Domenica 09 ottobre
10.00 – 13.00
Il volontariato per un‟Europa che include e ascolta
Presiede e conclude: Renzo Razzano, Vice Presidente CEV – Centro Europeo del Volontariato
Risultati e raccomandazioni dei Gruppi di lavoro
1. Giovani e partecipazione
2. Invecchiamento attivo
3. Diversità e cittadinanza
4. Bisogni speciali e inclusione
Interventi
Prof. Andrea Waxenegger, Università di Graz, Presidente EUCEN (European Network of University Centres
for Life Long Learning)
Prof. Antonella Valmorbida, Direttore ALDA Associazione delle Agenzie della Democrazia Locale
Luca Jahier, Comitato Economico e Sociale Europeo, Presidente Gruppo III
Conclusioni
13.00 – 14.00
Colazione a buffet
Il direttore del CSV-FVG
Dario Mosetti
CSV-FVG Pordenone
Manuela Patella
PER SAPERNE DI PIÙ
http://www.destinazioneeuropa.it/
http://www.lavoro.gov.it/annoeuropeovolontariato
http://europa.eu/volunteering/it
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“Acqua potabile: un diritto accessibile”
Un intervento di cooperazione dell‟ACCRI sul diritto all‟acqua
Premessa
La partecipazione al Tavolo per il Diritto all‟Acqua promosso negli anni passati dalla Regione Friuli Venezia
Giulia ha favorito la collaborazione tra le associazioni e le istituzioni che operano nella cooperazione
internazionale e aderiscono alla “Campagna per il Contratto Mondiale per il diritto all‟acqua” con iniziative
finalizzate alla diffusione dei principi che stanno alla base del Manifesto dell‟acqua, ovvero:
- il riconoscimento dell‟acqua come diritto umano e sociale inalienabile;
- la difesa dell‟acqua come bene comune dell‟umanità;
- la gestione dell‟acqua come bene pubblico;
- l‟acqua come elemento di democrazia.
Tale collaborazione si è concretizzata negli anni 2005- 2009 con la realizzazione di un progetto consortile tra
le Ong della Regione (ACCRI, CeVI, CVCS, Solidarmondo PN) per realizzare iniziative concordate con
altrettanti partner boliviani.
Il partner boliviano dell‟ACCRI è l‟Asociación Ecológica del Oriente (ASEO) di Santa Cruz,
un‟organizzazione non governativa di volontariato, senza fini di lucro, fondata nel 1987 per promuovere lo
sviluppo sostenibile dell‟Oriente boliviano. ASEO ha maturato un‟ampia esperienza di lavoro con le
comunità campesine indigene nell‟ambito della tutela ambientale, della conservazione delle risorse naturali,
dello sviluppo sostenibile per il miglioramento della qualità di vita delle comunità che versano in condizioni
di estrema povertà.
La collaborazione tra ACCRI e ASEO – nell‟ambito di un progetto per la gestione integrata delle risorse del
bacino di San Isidro – ha consentito la costruzione di quattro cisterne per la raccolta d‟acqua ad uso
domestico, la produzione di materiale informativo e formativo sulla conservazione e gestione delle risorse
naturali, la sensibilizzazione delle comunità locali sulla biodiversità. E‟ stato avviato inoltre un vivaio di
piante indigene arboree e da frutto per il rimboschimento del bacino e sono state costruite 150 latrine secche
biologiche, le quali, oltre ad assicurare alle famiglie rurali i servizi igienici, consentono pure la produzione di
un concime organico di altissima qualità1.
Il progetto della Rete per l’Acqua potabile
Dopo questa prima fase di intensa collaborazione, l‟ACCRI ha accolto la richiesta di ASEO di partecipare
alla realizzazione di una rete per l‟acqua potabile che consentisse a 18 comunità del Bacino di San Isidro di
soddisfare un bisogno primario indiscutibile, ma non ancora garantito alle famiglie residenti: l‟acqua
potabile!
La Bolivia è uno dei Paesi più poveri dell‟America Latina; il 50% della popolazione vive con meno di 2
dollari al giorno. L‟area del progetto è il bacino idrografico di San Isidro – nel Comune di Comarapa,
dipartimento di Santa Cruz – formato da una dozzina di fiumi, tra i quali il San Isidro. Lungo il suo corso
sono cresciute 18 comunità (circa 11.000 famiglie) che vivono in abitazioni di fango ed in condizioni
igienico-sanitarie molto carenti. La principale fonte di reddito delle famiglie è data dall‟attività agricola
intensiva (ortaggi e legumi), per la quale c‟è un forte sfruttamento dell‟acqua e del suolo nel corso di tutto
l‟anno. L‟uso indiscriminato di pesticidi e di canali per l‟irrigazione sta modificando la vita del fiume. Le
comunità residenti usano l‟acqua del fiume, senza alcun trattamento, per l‟alimentazione, per lavarsi, quale
abbeveratoio per gli animali, per lavare i panni e per gli ortaggi da portare al mercato.
Le malattie più comuni trovano origine nel forte inquinamento dell‟acqua. Le cause di mortalità infantile
registrano al primo posto le malattie diarroiche seguite da infezioni respiratorie, denutrizioni e parassitosi
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Nel giugno scorso la rivista Wired ha dedicato un reportage al progetto con una intervista sul posto alla direttrice
esecutiva del progetto dott.ssa Urbelinda Ferrufino.
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intestinali. Nel Comune di Comarapa la mortalità infantile raggiunge l‟85 per mille ed è la più alta dell‟intero
Dipartimento di Santa Cruz.
Il progetto della rete per l‟acqua potabile risponde ad una esplicita esigenza delle comunità che desiderano
risolvere, in forma partecipata, autonoma e autogestita, l‟approvvigionamento idrico nelle zone interessate.
Per questo le comunità hanno avviato iniziative propedeutiche alla realizzazione delle opere (identificazione
delle aree, informazioni sul materiale necessario, raccolta di fondi per coprire una parte del costo delle opere
previste, ecc.). Sono quindi le comunità i diretti protagonisti; la gestione partecipata dell‟acqua (emblematica
la guerra dell‟acqua di Cochabamba) è stata sperimentata con successo da altre comunità boliviane.
Il disegno tecnico della rete idrica è stato elaborato da un‟équipe di ingegneri locali su commissione della
“Cooperativa de Servicios Basicos de San Isidro – Palizada”.
La prima pietra della rete
Il 22 marzo 2010 l‟Arcivescovo di Cochabamba, mons. Tito Solari (originario di Pesariis di Prato Carnico),
e due rappresentanti dell‟ACCRI hanno partecipato alla celebrazione per la posa della prima pietra. E‟ stata
una cerimonia toccante, con la presenza di moltissime famiglie beneficiarie, venute con ogni mezzo
all‟appuntamento inaugurale. Con le comunità sono giunti sul posto anche i loro rappresentanti ed il sindaco
di Comarapa. Sotto una pioggia persistente, c‟è stata la benedizione della prima pietra ed i discorsi delle
autorità locali, dei rappresentanti dell‟ACCRI, di ASEO, della cooperativa di servizi di base e delle
comunità. Anche i beneficiari hanno potuto esprimere le loro attese e il loro impegno. Un momento di vera e
intensa partecipazione. Monsignor Solari nel benedire ha detto parole forti sul diritto di ogni essere umano a
godere di un bene fondamentale come l‟acqua ed ha incoraggiato le famiglie ad impegnarsi per la
realizzazione dell‟opera al fine di garantire un futuro di dignità ai propri figli. L‟Arcivescovo si è impegnato
in prima persona ad appoggiare in ogni modo la costruzione della rete idrica, per la grande rilevanza che ha
per la vita delle comunità locali, facendosi portavoce delle loro istanze anche presso la Regione FVG.
Nel corso della celebrazione è stato sottoscritto con le comunità locali un ”compromiso” (impegno) delle
famiglie per la prestazione di manodopera e la destinazione dei fondi della “Participación popular2” per la
realizzazione della rete. Al rientro dalla cerimonia, il fiume ingrossato non ha permesso il guado ed ha
costretto i partecipanti ad una salita lungo la montagna di circa un‟ora e mezza prima di raggiungere
nuovamente la strada sterrata del ritorno.
La “cordata” e le opere civili
Le realtà e le istituzioni locali coinvolte nel progetto con ASEO e ACCRI sono:
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Si tratta di contributi statali riservati allo sviluppo locale che vengono assegnati alle comunità per iniziative di utilità
sociale.
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- la Cooperativa de Servicios Basicos Los Sauces (appena rinnovata per rappresentare tutte le 18
comunità) che collabora alla realizzazione dell‟opera e dovrà occuparsi della sua manutenzione e
sostenibilità;
- l‟Associazione delle comunità campesine della Cuenca di San Isidro che presteranno manodopera e la
loro quota di “partecipazione popolare”. Le comunità sono organizzate in base alla normativa boliviana
ed hanno parte attiva in tutti gli aspetti della vita politica locale con esperienze positive nell‟organizzare
comitati e cooperative per gestire le risorse, in un‟ottica di servizio per la comunità.
- Il Comune di Comarapa e la Sub Prefettura che si sono impegnati a garantire il 20% dei costi della rete.
La costruzione della rete per l‟acqua potabile, complessivamente, richiederà la posa di tubature per circa 90
chilometri. Le attività previste per la prima fase riguardano le opere di captazione d‟acqua, i serbatoi per la
raccolta, una vasca di decantazione e di potabilizzazione ed un primo ramo del sistema di distribuzione
idrica che consentirà di rifornire alcune comunità.
L’approccio metodologico
L a metodologia privilegiata è quello della ricerca-azione nella logica dell‟empowerment di comunità; ovvero
la promozione della partecipazione e del protagonismo delle comunità interessate al progetto. Questo
approccio consente la crescita del senso di appartenenza (coesione sociale), di consapevolezza della
condizione esistenziale di ciascuno e dei problemi collettivi (coscienza critica), e stimola la logica della
corresponsabilità nelle questioni riguardanti la comunità (progettualità condivisa). L‟empowerment infatti si
pone l‟obiettivo di generare competenze, far crescere la fiducia nelle proprie risorse e migliorare
l‟organizzazione. Si vuole inoltre contribuire a migliorare il ruolo sociale delle donne anche mediante la
valorizzazione dei saperi tradizionali, di cui sono portatrici. Coniugare questi saperi con soluzioni tecniche
moderne per garantire l‟approvvigionamento del bene acqua, consentirà una loro maggiore consapevolezza
del saper fare, grazie anche alla loro partecipazione agli incontri formativi e ai training previsti.
Le attività in corso
In attesa dell‟indizione del bando per i lavori dell‟opera di captazione della rete alcune comunità (con
l‟apporto operativo della Cooperativa), hanno sostituito le tubature della vecchia rete (non potabile), con gli
scavi e la posa di 6 km di tubi. Sono state contattate imprese per la fornitura di materiale e per l‟avvio dei
lavori di costruzione. Recentemente sono state acquistate e trasportate nella zona 299 barre di tubatura da 6
pollici e 1400 da 4 pollici per la costruzione di 8 chilometri di rete nel tratto San Isidro – San Josè de la
Capilla. La manodopera anche in questa occasione è stata prestata dalle comunità. ASEO nel frattempo ha
sensibilizzato le 18 comunità della Cuenca sulla gestione e la protezione delle risorse essenziali: l‟acqua, il
suolo fertile, il bosco, la diversità biologica, con una particolare attenzione al tema dei rischi della
desertificazione e l‟uso sostenibile dell‟acqua.
La raccolta fondi: Mi agua es tu agua, mi tierra es tu tierra
L‟ACCRI sostiene il progetto attraverso la richiesta di contributi agli Enti finanziatori, la fidelizzazione dei
propri sostenitori ed alcune iniziative di piazza volte a coinvolgere la cittadinanza sul tema della Sovranità
Alimentare e del Diritto all‟Acqua.
In questa prospettiva i giovani in Servizio Civile Solidale presso l‟Associazione hanno collaborato alla
realizzazione di uno spot video per sensibilizzare la comunità del nostro territorio sul progetto. Riportiamo il
testo dello spot che può essere visionato sul sito: (http://www.accri.it/?page_id=1776).
Acqua pulita, acqua cristallina, acqua potabile…: la beviamo, la usiamo per cucinare, per lavarci,
facciamo il bucato e laviamo i piatti.
Hai mai pensato come sarebbe la tua vita senza acqua potabile? Acqua sporca per bere, per cucinare,
per lavarsi e lavare ...
Milioni di persone nel mondo non hanno acqua potabile... mentre noi la usiamo anche per lo
sciacquone del water.
In Bolivia l'accesso all'acqua potabile per molti è ancora un miraggio... e la mortalità infantile e molto,
troppo alta.
Ma la gente non si rassegna, si organizza, sogna... non lo faresti anche tu?
Le 18 comunità del bacino di San Isidro hanno un progetto, elaborato assieme ad ASEO,
un’associazione boliviana di volontariato impegnata da oltre vent'anni a migliorare le condizioni di
vita dei più poveri...
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Questo progetto è la costruzione di una rete per l'acqua potabile che raggiunga le comunità del
bacino.
L'ACCRI si è impegnata con ASEO per realizzarlo. Assieme possiamo fare di questo sogno una realtà.
Possiamo unirci a questi contadini perché l'acqua potabile sia un diritto accessibile.
Puoi dare un'offerta libera. Con 15 euro puoi aggiungere un metro di tubatura alla rete. Ed è
deducibile dai redditi.
Oppure puoi dare un'offerta per magliette, pen-drive, mosaici, angioletti, campane, libri e quanto
abbiamo preparato per il sostegno di questo progetto.
La solidarietà non è acqua! Anzi si!
Un mondo migliore comincia con un dono…
Nives Degrassi
Associazioni ACCRI
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Acqua: bene comune… fin da piccoli!
L‟Associazione di volontariato Solidarmondo PN-Aganis propone al mondo della scuola, ai gruppi, alle
associazioni e alle altre agenzie educative presenti in provincia di Pordenone, una serie di percorsi di
educazione alla mondialità con l‟obiettivo di rafforzare la solidarietà tra i popoli attraverso una
comprensione reciproca e di promuovere la conoscenza dei problemi legati a uno sviluppo globale
sostenibile. Tali proposte sono il frutto di un percorso di collaborazione consolidato con ACCRI, CeVI e
CVCS, Organizzazioni Non Governative (ONG) presenti nella regione Friuli Venezia Giulia, e di un lavoro
di scambio partito dalla comune esperienza di questi organismi nei Paesi del Sud del Mondo e strettamente
correlate alle attività di cooperazione internazionale. L‟educazione alla mondialità s‟intende dunque come un
processo culturale globale, in cui ogni cittadino è chiamato a partecipare alla costruzione di un nuovo ordine
mondiale, più giusto, equo e pacifico di quello attuale.
L‟idea di realizzare materiali educativi e di proporre una serie di percorsi interamente dedicati all‟acqua
nasce dalla consapevolezza di quanto essenziale possa essere il ruolo delle agenzie formative e in
particolare della scuola nello sviluppo di conoscenze, di processi di analisi, riflessione e presa di coscienza
sull‟importante tema dell‟acqua come bene prezioso dell‟umanità e come diritto universale. Ma nasce anche
dalla convinzione che l‟assunzione di stili di comportamento corretti e rispettosi dell‟ambiente passi
attraverso buone prassi educative e che stimolare lo scambio, il confronto e l‟apertura della scuola
all‟esterno, costituisca la base essenziale per processi di apprendimento attivo e motivato, per una vera
crescita critica e per la promozione di azioni di cittadinanza partecipata.
L‟acqua è fin da piccoli un naturale elemento di gioco e divertimento, una materia che offre la possibilità di
vivere sensazioni piacevoli, di conoscere, di esplorare. L‟acqua è affettività, emozione, ricordo… L‟acqua è
anche chiave per comprendere i processi vitali e i fenomeni della natura. L‟acqua è elemento di condivisione,
l‟acqua è BENE COMUNE.
I percorsi di Solidarmondo PN – Aganis (“Il viaggio di Lina la gocciolina” e “Pronti attenti…via!” per la
Scuola dell‟Infanzia, “Acqua siamo noi” e “Il Pianeta terra: responsabilità e impegno” per la Scuola Primaria
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e Secondaria di I° grado, approfondimenti specifici per la Scuola Secondaria 2° grado), mirano a educare le
giovani generazioni e le loro famiglie a un approccio più consapevole nei confronti dei beni primari per
riflettere e riconoscere, attraverso uno “sguardo nuovo”, il valore eccezionale e insostituibile della risorsa
naturale più preziosa. Attraverso una serie di esperienze visive e tattili, giochi, esperimenti, attività
espressive, racconti e momenti di circle time, i bambini e i ragazzi possono sperimentare in modo concreto e
contestualizzato i concetti e i valori che gli vengono trasmessi e scoprire il mondo che li circonda,
aumentando la loro consapevolezza di farne parte come individui e come gruppo.
Solidarmondo PN – Aganis è un‟associazione di volontariato ONLUS con sede ad Arzene (PN). Dal 2005,
attraverso i suoi volontari, sostiene i Paesi impoveriti del Sud e dell‟Est del Mondo attraverso progetti di
sostegno a distanza, cooperazione e solidarietà internazionale nei settori “Acqua”, “Educazione”,
“Promozione della donna” e “Salute”. Realizza e promuove, sul territorio provinciale e regionale, interventi
di sensibilizzazione, iniziative di educazione allo sviluppo, alla pace, alla mondialità e corsi di formazione
alla cooperazione e al volontariato internazionale. Porta avanti sul territorio progetti d‟integrazione ed
autoimprenditorialità rivolti alle donne migranti, con l‟obiettivo di sostenerle nel proprio progetto familiare e
di fornire loro strumenti di crescita personale affinché diventino protagoniste nel luogo in cui vivono ed
elemento di integrazione con la cultura d‟origine. Pone al centro la promozione umana, la giustizia e la pace
al fine di realizzare una conoscenza e una valorizzazione reciproca tra i Nord e i Sud del Mondo.
Solidarmondo PN – Aganis
Sede legale: Via S. Michele n.18, Arzene (PN)
Sede operativa: Via Vittorio Veneto n.45, Casarsa della Delizia (PN)
Tel. 348 8896961 – Fax 0434 871563 – E-mail: [email protected]
Paola Ferracin
Associazione Solidarmondo PN-Aganis
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Il CACIT ringrazia il CSV: come si salvano i servizi
La crisi economica in corso ha colpito duramente la società nelle sue fasce più deboli; molte onlus hanno
visto drasticamente ridotti o tagliati del tutto i fondi pubblici che contribuivano al sostegno delle loro
iniziative. Per molte associazioni di volontariato disporre di una sede propria sembra essere, ora più che mai,
una chimera destinata a restare irrealizzabile a fronte della progressiva contrazione dei finanziamenti
regionali. Esempio eclatante quello del CACIT, che non ha potuto mantenere la locazione della sede che da 4
anni occupava in via S. Francesco e che era divenuta il polo di una nutrita serie di attività editoriali (un
periodico e una serie di pubblicazioni), divulgative (corsi e conferenze) e progettuali, in collaborazione con
le associazioni ad esso aderenti. La sede del Coordinamento delle Associazioni e delle Comunità degli
Immigrati – cui fanno capo 14 associazioni - era divenuta inoltre importante punto di riferimento e luogo di
dibattito e formazione per le nuove generazioni. In quello spazio infatti era nato e si era sviluppato il
Progetto-Sagal „giovani‟ che - con l‟appoggio della Provincia e dell‟Ufficio Scolastico Regionale - aveva
coinvolto gli studenti delle scuole triestine in una riflessione comune sulla nuova cittadinanza. Lì era stato
avviato con successo un doposcuola no border a favore di alunni della scuola elementare, gestito da operatori
volontari del CACIT e di „Sagal‟, l‟associazione italo-somala nata a Trieste alla fine degli anni ‟90.
Ne parliamo perché, nel crescente numero delle situazioni di emergenza cui il Centro Servizi Volontariato
fornisce supporto, questa ci è parsa forse quella di maggior visibilità. La possibilità di disporre di uno spazio
adeguato e accogliente e la puntualità dell‟assistenza tecnica da parte del personale si sono rivelate, più che
mai in questo caso, provvidenziali e hanno consentito al CACIT e alle associazioni promotrici delle attività e
dei servizi in atto a gennaio, di non interromperli in corso d‟anno. Nei locali di pertinenza del CSV, sono
così potuti proseguire sia il corso di lingua italiana per stranieri avviato in passato da „La Tenda della Luna‟
nella sede della Banca Etica di via Donizetti e recentemente ospitato nella sede del CACIT, sia il supporto
scolastico promosso da „Sagal‟. Nel corso dell‟anno il corso d‟italiano, tenuto due volte la settimana da
un‟insegnante qualificata, ha ospitato una decina di alunni adulti provenienti da Nigeria, Serbia e Bangla
Desh con gradi di scolarità assai diversi tra loro.
Per quanto riguarda il servizio di supporto scolastico, esso è stato potenziato mediante l‟estensione della
fascia d‟utenza anche alla scuola media e superiore. Ciò è stato reso possibile grazie alla stipulazione di un
accordo di collaborazione con il Collegio del Mondo Unito dell‟Adriatico di Duino. Facendo seguito alla
sperimentazione effettuata l‟altr‟anno con due studenti di quell‟istituzione, quest‟anno lo „study support‟ è
stato inserito tra le opzioni di „social service‟ disponibili per gli studenti, che sono tutti obbligati a dedicare
parte del loro tempo ad iniziative di carattere sociale. Così, quattro ragazzi del Collegio, tre italiani ed uno
messicano, si sono presi la briga di scendere in città con l‟autobus, un pomeriggio della settimana ciascuno,
col bello e col brutto tempo, per aiutare i compagni bisognosi di aiuto scolastico, coordinati da un‟insegnante
triestina volontaria. Hanno usufruito di questo servizio diciassette studenti di diverso livello: tre bengalesi,
sei somali, quattro italiani, un cinese e tre colombiani.
Gli utenti e le loro famiglie hanno apprezzato molto questa attività sia per la sensibile ripercussione positiva
sul profitto scolastico dei singoli allievi che per il clima di simpatia e solidarietà venutosi a creare tra gli
stessi frequentanti, spesso protesi essi stessi a manifestare le competenze acquisite mettendole
spontaneamente a servizio dei compagni, quasi in una gara di generosità. Sulla scorta del bilancio più che
soddisfacente delle attività svolte nel 2010-11, il CACIT ritiene che anche nel 2011-12 sarà in grado di
avviare insieme a „La Tenda della Luna‟ e in presenza di un numero congruo di richieste, un altro corso
d‟italiano per stranieri. Alle stesse condizioni intende continuare la collaborazione con „Sagal‟ e con il
Collegio del Mondo Unito fornendo quotidianamente sostegno nello studio ai ragazzi della scuola
dell‟obbligo per tre o quattro ore pomeridiane. Entrambi i servizi, infatti, sono ritenuti essere di estrema
utilità sociale in quanto di supporto a necessità di base e mirati alla promozione dell‟individuo e del
cittadino.
12
Oltre alla spaziosa aula con numerose sedie e tavoli mobili, il CSV ha fornito a queste iniziative supporto
tecnico e logistico, fotocopie e una spaziosa lavagna. Oltre a una minibiblioteca di base, per rendere più vivo
e attuale l‟insegnamento, stimolare l‟interesse all‟informazione ed educare a una metodologia di ricerca che
sia efficace riguardo l‟attendibilità delle fonti ed economica in termini di tempo, sarebbe bellissimo poter
disporre di un collegamento Internet e di un computer fisso. L‟utilizzazione di questi strumenti viene infatti
normalmente prevista e richiesta dalla scuola per qualsiasi lavoro di ricerca. Essi inoltre – assai più
velocemente del materiale cartaceo - offrono la possibilità immediata di effettuare verifiche e controlli su
dati e nozioni relativi alle diverse materie di studio, nonché una vasta gamma di esercizi già predisposti e
calibrati.
Giovanna Posarelli
Associazione CACIT, Trieste
13
“Impazzire si può, viaggio nelle possibilità di guarigione”.
Secondo Convegno nazionale sul disagio mentale
Presso il Parco culturale di San Giovanni di Trieste, dal 22 al 24 giugno 2011, si è svolto il secondo
Convegno “Impazzire si può, viaggio nelle possibilità di guarigione”. Organizzato dalle Associazioni e
Persone con l‟esperienza del disagio mentale, Club Zyp, Polisportiva Fuoricentro”, Franco Basaglia, Luna e
l‟altra, l‟Accademia della follia, Gruppo Protagonismo art. 32, Ass. NADIRpro, in collaborazione con il
Dipartimento di Salute Mentale di Trieste e con il Patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, della
Provincia di Trieste e del Comune di Trieste.
Condotta da Gabriella Feriani e Roberto Morsucci, l‟iniziativa ha dato vita a tre giorni di forti fermenti
culturali liberatori ed esperienze di Associazioni di persone, famiglie, operatori. Scopo del Convegno è stato
condividere e mettere a fuoco, sotto il profilo etico, sociale e politico, conoscenze, saperi ed esperienze che
nascono nel vissuto stesso della malattia mentale e che sono state espresse nei vari interventi tematici
attraverso la narrazione, la consapevolezza ed il protagonismo.
La manifestazione ha voluto rappresentare un evento di ampio respiro, allargato anche alla cittadinanza, al
fine di promuovere la sensibilizzazione e la conoscenza del disagio mentale. La centralità dell‟Incontro ha
preso corpo nella presenza dominante dell‟“Assemblea”, quale protagonista di richiamo alle Assemblee
Goriziane nel Manicomio di Gorizia dei primi anni di lavoro di Basaglia.
Lo spirito prospettato nelle linee guida del Meeting è stato quello di rovesciare i ruoli tradizionali dei
Convegni dando priorità di parola e di rappresentanza ai portatori e testimoni del disagio mentale, anziché ai
politici o figure professionali. Fra i numerosi interventi, programmati dal Convegno, di particolare richiamo
l‟art. 32, costituito a Trieste nel 2007, identificato in un gruppo di operatori, familiari e volontari il cui
programma, ispirato all‟art. 32 della Costituzione, si adopera per promuovere una partecipazione attiva del
cittadino nel diritto alle cure della salute mentale e all‟applicazione e verifica dei principi fondativi.
La struttura portante del programma è stata distribuita in quattro Assemblee attraverso le quali sono stati
riaffermati i principi della grande rivoluzione basagliana che ha modificato radicalmente il concetto della
malattia mentale, restituendo dignità e diritti a coloro che hanno vissuto l‟esperienza del malessere mentale.
Nella prima Assemblea è stato dato ampio spazio alle esperienze individuali e collettive inerenti la
narrazione, il racconto, la scrittura ed è stata rilevata l‟importanza del vissuto di ciascuno con la seguente
denominazione: “Ognuno è la sua storia; narrarsi è riappropriarsi, riprendersi, rivedere il proprio futuro. Ci
racconti una storia?” L‟incontro è stato seguito tra le Radio della Salute durante le quali i partecipanti hanno
raccontato le proprie esperienze di vita, ricordi, tracce di memoria, pensieri.
La seconda Assemblea è stata riservata ad un vivace dibattito sul concetto di assistenzialismo ed al problema
dell‟esclusione sociale, al welfare ed alla garanzia e denuncia dei diritti negati delle persone che vivono il
disagio mentale. La terza Assemblea ha affrontato la questione dello stigma del linguaggio che si manifesta
in tanti giornali o altri mezzi di comunicazione che, spesso, annullano e marchiano brutalmente il concetto di
persona, individuo, cittadino. In tale contesto è stata presentata “La Carta di Trieste”, codice etico,
deontologico, per gli operatori dell‟informazione, approvata dal Sindacato Nazionale Giornalisti, già
presentata e discussa dall‟Ordine Nazionale degli stessi. Il documento auspica un accurato uso del
linguaggio, nell‟intento di eliminare termini lesivi e stigmatizzanti che offendono la dignità del malato.
L‟ultima Assemblea ha riservato il tema dei percorsi di guarigione e della funzione dei servizi che devono
assistere ed essere vicini alle esigenze dei malati, senza arrecare loro dei danni. E‟ stato inoltre, affrontato lo
spinoso problema delle diverse normative emanate da Regione a Regione che pongono stridenti contrasti di
carattere giuridico e sociale. All‟incontro sono stati presenti i senatori Ignazio Marino e Michele
Saccomanno, Presidente e Vice Presidente della Commissione Parlamentare d‟inchiesta sull‟efficacia ed
efficienza del Servizio Sanitario Nazionale e della senatrice Donatella Poretti della Commissione d‟inchiesta
sul SSN, che hanno descritto le visite a sorpresa all‟interno degli OPG italiani in cui regna lo sdegno, l‟orrore
e la vergogna per le drammatiche condizioni di vita dei malati. Di rilevante interesse la proposta del
Presidente Saccomanno, che ha disposto la chiusura di alcuni reparti negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari di
14
Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto, coinvolgendo Governo, Regioni e Comuni per definire
una “road map” per l‟attuazione delle norme della Corte Costituzionale che già prevedono il completamento
della Riforma Basaglia.
Scopo fondamentale del Convegno è stato chiarire il percorso di guarigione che appartiene ad ogni persona e
definire il concetto di patologia, dimensione a vasto raggio, ancora oscura e complessa.
Il concetto di guarigione, (recovery) è un termine a largo raggio, in cui confluiscono variegati aspetti di
condivisione di saperi ed esperienze, sperimentati sia da esperti che dai familiari. Le radici della recovery
hanno avuto inizio negli Stati Uniti e sono il prodotto del Movimento degli ex utenti psichiatrici (consumer
/survivors), concepito come rivendicazione dei Diritti umani e dell‟autodeterminazione del malato. Una vasta
letteratura di studi scientifici, afferente la riabilitazione psichiatrica, ha contribuito a cancellare la cronicità
del disturbo mentale severo, pregiudizio ancora fortemente radicato nella popolazione, che ritiene il malato
irricuperabile.
Al dibattito sul concetto di guarigione hanno contribuito i gruppi trasversali (Gruppo per il Protagonismo
Articolo 32, Associazione di Volontariato “Club Zyp”), a cui hanno preso parte le persone con esperienza
diretta di guarigione, i familiari, gli operatori e i volontari che operano nel settore della salute mentale. Per il
recupero del paziente, proiettato ad una prospettiva di autonomia e di indipendenza, risulta di fondamentale
importanza il coinvolgimento diretto del paziente, vissuto attraverso contatti sociali, culturali e personali che
gli permettono di riappropriarsi della propria vita, del proprio presente e del futuro. L‟uscita dall‟isolamento
e dal processo di esclusione, lo aiutano a ritrovare e riaffermare la propria identità, servendosi di nuovi
elementi di forza che lo conducono ad un cambiamento di vita: i variegati aspetti del cambiamento
riguardano la partecipazione attiva alla vita di gruppo, di auto-aiuto e a rapporti fiduciosi di inter-relazione
con gli operatori.
La costruzione di una Carta dei servizi orientati alla Recovery-guarigione vuole rappresentare un primo
passo nel lungo percorso delle linee guida che raccolgano idee, principi e pratiche condivise dai Servizi
proiettati alla guarigione quale punto di riferimento permanente per la raccolta di pareri, informazioni e
suggerimenti da integrare nel futuro dell‟informazione.
Numerosi gli ospiti partecipanti e gli eventi collaterali che hanno culminato nella splendida manifestazione
conclusiva della lettura del testo della storia di Marco Cavallo, scritto da Peppe Dell‟Acqua, Angela Pianca e
Luciano Comida, letto e interpretato da Ida Di Benedetto. La tessitura del canovaccio, costruita dagli
internati dell‟Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino, è nata da un cavallo azzurro di
nome Marco, simbolo della libertà che ha sfondato le mura dei manicomi e rappresenta il senso di
liberazione per tutti coloro che soffrono il disagio mentale.
“Perché il mondo della salute mentale deve parlare alla cittadinanza”
Avvicinarsi al linguaggio della follia significa addentrarsi in un‟altra dimensione della mente dove la
forza del pensiero del malato non trova più punti di riferimento, né strumenti adeguati di orientamento e di
comunicazione col mondo esterno, in quanto l‟insorgenza dei disturbi costituisce un delicato problema di
individuazione. Coloro che non si sono mai addentrati nella dimensione della salute mentale, né hanno avuto
un‟esperienza diretta, vissuta sulla propria pelle, non possono essere a conoscenza del sottile confine che
separa i comportamenti cosiddetti “sani” da quelli “patologici”, spesso non ben definiti.
Anche per gli studiosi risulta difficile, a volte, distinguere con chiarezza le linee di demarcazione tra
normalità, patologia, devianza sociale, follia, data l‟estrema variabilità delle manifestazioni emotive,
aggrovigliate alle relazioni, al contesto sociale, agli eventi della vita che rendono diverso caso per caso.
Varie e diversificate sono le chiavi di lettura del fenomeno, nel continuo confronto fra discipline diverse. Le
turbe dell‟identità del malato, molto spesso, sono sfumate e indefinite e si confondono nella cosiddetta
“normalità”, ma, al contempo, la peculiare manifestazione del comportamento della persona, nel suo
instabile modo di estrinsecarsi, assume agli occhi della società la connotazione di “strano e diverso”.
Tale condizione aggrava la sua situazione in quanto la “diversità”, non accettata (forma di chiusura e di
antico retaggio legato ancora a rigidi schemi culturali), comporta l‟assenza di una cultura di relazione e di
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emancipazione sociale che penalizza fortemente il malato nello stigma e nel riconoscimento dei diritti e
bisogni della sua persona. Le reazioni negative dell‟ambiente sociale acuiscono la sua condizione e
aumentano lo stato di angoscia e depressione nelle relazioni interpersonali e nel contesto sociale, legati allo
stress dell‟ambiente di lavoro o familiare; tali turbe confermano e possono, a vari livelli, accelerare ed
aggravare la patologia della depressione o di altra natura.
Ai nostri giorni, il dilagante fenomeno va a colpire anche la sfera dei giovani che non trovano più punti di
riferimento, né strumenti adeguati per gestire e riordinare la forza del pensiero e del comportamento,
esponendosi a pericolosi rischi di carattere mentale e dando origine a preoccupanti episodi, riportati
quotidianamente dalla cronaca. Molto probabilmente, quei giovani, se soccorsi, potrebbero sviluppare il
proprio patrimonio morale, sociale ed interiore, facendo emergere le sommerse potenzialità e la capacità di
stare al mondo, umanizzando se stessi ed i propri simili.
Va riscontrato, infine, che nonostante il lungo cammino di notevoli conquiste in ambito sociale, culturale e
scientifico, la realtà quotidiana rivela ogni giorno inquietanti segnali di una raccapricciante patologia del
pensiero e del comportamento che si manifestano in una società sempre più fragile, incline a produrre episodi
alienanti che colpiscono, con inquietante frequenza, tutti i ceti sociali, a tutti i livelli culturali e civili.
Disagio, disturbo o malattia? Ecco perché i segnali embrionali di sofferenza vanno segnalati per tempo alle
autorità mediche competenti. Il pregiudizio e la paura di ciò che non si conosce, presenti in alcune fasce
della nostra società si manifestano in molti strati della popolazione. Cionondimeno, non mancano tentativi e
sforzi di reazione, per rimuovere l‟eredità di rigide credenze del passato; tali credenze (di cui tipica è la
vergogna della malattia), dovrebbero essere eliminate per superare le resistenze che hanno edificato rigidi
muri e barriere mentali di rifiuto, marchiando la malattia mentale di un doloroso stigma. Quali alternative a
tante tensioni e contraddizioni del nostro vivere?
Il tentativo di restituire benessere e dignità al malato ha bisogno di superare ancora molte battaglie, e deve
diventare un movimento culturale di ampio respiro in grado di entrare nella mentalità delle persone,
trasformando l‟immobilismo delle certezze e delle paure nel risveglio della curiosità e nell‟umiltà
dell‟apprendimento di altre verità. La grande sfida della cultura del domani dovrebbe aprire nuovi spazi e
qualità al linguaggio della parola, al potere pragmatico delle definizioni rivolte allo smontaggio di valori
assoluti, all‟immobilismo della nostra mente per metterci in grado di andare oltre i ristretti orizzonti
dell‟identità individuale.
Basaglia sosteneva: La follia è una condizione umana che esiste in noi ed è presente come la ragione. La
società dovrebbe accettare sia la follia che la ragione.
Clara Lenuzza
Associazione Articolo 32
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Il Gattile a Trieste: una casa ed un‟oasi per ospitare e
curare piccoli amici
"Trieste gode fama di città zoofila e dimostra un amore particolare per i gatti. Nella nostra attuale realtà c'è
un' accresciuta attenzione per il mondo animale, perciò si devono trovare dei nuovi equilibri fra sentimento
comune, benessere animale e ambiente. Le città, in genere, sono inospitali per gli animali che, loro malgrado,
creano problemi di convivenza; così pure i gatti.
I felini in città sono suddivisi in colonie (a Trieste più di 600!) registrate dall'Azienda Sanitaria e curate da
una gattara referente che deve provvedere al sostentamento, alla cura e alla pulizia del sito e soprattutto alla
sterilizzazione dei soggetti. Questi interventi vengono eseguiti in convenzione con il Comune,
nell'ambulatorio veterinario dell'E.N.P.A. e del Gattile di via della Fontana.
Il Gattile è una struttura privata: fondata nel 1996 da Giorgio Cociani e Miranda Rotteri, è diventata sede
dell'Associazione omonima, con soci fondatori Margherita Hack, l'attrice Ariella Reggio, il compianto
pittore Marino Cassetti, il veterinario Jesùs Catalàn e Giorgio Cociani in veste di Presidente.
Le principali finalità dell'Associazione, iscritta nel Registro del volontariato nel gennaio 2003, sono: ricovero
e cure di gatti liberi ammalati o incidentati, partecipazione alla campagna di sterilizzazione,
incentivazione delle adozioni, informazione e divulgazione delle problematiche inerenti al randagismo.
I ricoveri al Gattile dovrebbero essere temporanei ma, ricorrendo all'eutanasia solo in casi estremi di
sofferenze finalizzate alla morte, i gatti con patologie croniche, debilitanti, oppure perchè privi d'una colonia
d'appartenenza, rimangono nella struttura e formano una colonia stanziale di 100/110 soggetti. Disponiamo
di 60 gabbie di ricovero o degenza, accogliamo circa 400 gatti all'anno ed eseguiamo 800 interventi di
sterilizzazione. Inoltre da marzo ad estate inoltrata ospitiamo 140 cuccioli orfani o con mamma gatta che
verrà sterilizzata dopo lo svezzamento. Purtroppo la mortalità dei gattini si aggira al 60 %, i rimanenti
trovano casa.
Fiore all'occhiello dell'Associazione è l'allestimento, su terreno del Comune e in convenzione con lo stesso,
dell'Oasi Felina. Si tratta d'un vasto giardino, in zona periferica, recintato e provvisto di ricoveri idonei dove
trovano ospitalità le colonie di gatti "sfrattati" (al momento 150) causa cantieri di lavoro o altro.
Tutto il lavoro svolto al Gattile,
tranne gli interventi chirurgici, è di
puro volontariato, ed anche tutte le
spese di gestione sono sostenute da
denaro
privato.
I
volontari, pure svolgendo un compito
a volte gravoso, sono ricompensati
dalla
consapevolezza di
partecipare attivamente alla lotta al
randagismo, problema sociale ben più
complesso di quanto non appaia in
superfice, e dal potere esternare
l'amore per gli
animali, che
San
Francesco chiamava i nostri fratelli
minori.
Giorgio Cociani
(Presidente dell’ ass. Il Gattile)
17
I differenti quesiti e aspetti a cui le rubriche intendono offrire una risposta, sono
indicazioni di carattere generale su specifici problemi della vita organizzativa delle
associazioni di volontariato. Qualora l’associazione ritrovi, leggendo queste rubriche,
situazioni analoghe a quelle che deve affrontare, consigliamo comunque di
contattare, per maggiori informazioni, uno sportello del CSV.
18
Sicurezza e Volontariato
a cura dell’ ing. Gianfranco Beltrame, consulente CSV
QUESTA VOLTA… SCONFINIAMO: DALLA SICUREZZA ALL’AMBIENTE
Come si evince dal titolo, questa volta vogliamo trattare di un tema diverso, nuovo per noi, che però è di
grande attualità e quindi pensiamo che potrà essere di interesse per i nostri lettori: il fotovoltaico.
E‟ un argomento che ci viene spontaneo di trattare, anche sul seguito del recente referendum sul nucleare il
cui esito impone al nostro Paese di rivolgere tutte le sue “forze” per il futuro sulle risorse energetiche
rinnovabili.
Già da qualche tempo l‟utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, in alternativa a quelle fossili, in Italia,
anche grazie agli incentivi governativi sta crescendo rapidamente, pur se forse un po‟ in ritardo rispetto ad
altri Paesi in Europa.
Lo sviluppo delle energie rinnovabili è comunque una scelta obbligata a livello planetario, sancita dagli
accordi di Kyoto del 1997 e di quelli di Copenhagen del 2009 che impongono una riduzione delle emissioni
inquinanti e di CO2 connesse appunto all‟utilizzo di combustibili fossili. L‟Italia in particolare dovrà portare
entro pochi anni la quota di energia prodotta da energie rinnovabili al 17 % del consumo finale e al 13 % le
emissioni di CO2.
Sulla scorta di tale tendenza si sta diffondendo l‟installazione, anche da parte di molti cittadini privati, di
impianti realizzati sulle coperture degli edifici, costituiti da pannelli modulari, che forniscono energia
elettrica che viene immessa per lo più in rete, ovvero ceduta agli Enti di produzione e quindi ripagata,
direttamente e attraverso i contributi da parte dell‟ente Gestore.
E‟ utile però sapere che, nel caso in cui l‟impianto sia realizzato sul tetto di un edificio di civile abitazione, si
innesca un problema di cui pochi verosimilmente ne sono a conoscenza, ovvero il regime fiscale.
E infatti l'installazione di un impianto sulla copertura di un edificio impone che lo stesso sia accatastato:
L‟Agenzia del Territorio ha dichiarato tale posizione con apposita circolare in cui si precisa che gli impianti
vanno accatastati nella categoria D/1, ovvero come “opifici”.
E‟ facile rendersi conto che la procedura di accatastamento comporta per l‟immobile (nota bene sia per
impianto al suolo che su tetto) l‟applicazione dell‟ICI (come da sentenza di Corte di Cassazione Tributaria
del 2009), e questo ovviamente vale per le posizioni fiscali di tutti gli immobili. L‟immobile in sostanza
fornisce una rendita che diviene base per il calcolo dell‟ICI che è dovuta.
E‟ interessante anche sapere che, nel caso che l‟impianto fotovoltaico sia realizzato da un soggetto diverso
dal proprietario del fabbricato, si rende necessaria la stipula di un diritto di superficie, anche in questo caso
con relativa procedura catastale (istituzione di particella superficiaria sul lastrico solare di competenza) che
consente, peraltro, la concessione di un‟eventuale ipoteca a garanzia di finanziamenti sull‟impianto
realizzato.
A completamento dell‟articolo, è utile sapere che l‟Agenzia delle Entrate (anche in questo caso con apposita
risoluzione) considera gli impianti fotovoltaico, sia al suolo che su edifici, come beni mobili e quindi su di
essi spetta il rimborso IVA, in quanto l‟investimento assume comunque la natura di bene ammortizzabile e
non di spesa pluriennale.
Sovvenzioni e contributi
a cura di Giovanna Roiatti, consulente CSV
19
FONDI PER LA SOCIETA' CIVILE
a cura di Giovanna Roiatti, consulente CSV
L'approfondimento di questo numero è dedicato alla Domanda di contributo per la realizzazione progetti
sperimentali di volontariato ai sensi dell’art. 12 della Legge 11 agosto 1991, n. 266. Per la prima volta
ma non obbligatoriamente si può fare la domanda e presentare la documentazione on line. Il Ministero ha
predisposto una piattaforma per rendere più semplice la procedura ed evitare gli errori . L'invito quindi è di
andare alla piattaforma al sito http://www.direttiva266.it/ ed innanzitutto registrarsi. La piattaforma
informatica è lo strumento che gestisce tutte le fasi del progetto compresa la realizzazione e la
rendicontazione. Il cartaceo rimane una modalità usabile ancora ma da abbandonare al più presto; quindi va
preferita la modalità on line perchè evita di fare errori (il sistema ci avverte!). La domanda va stampata dopo
che si è autogenerata in pdf, quindi va firmata, scannerizzata e inviata entro le ore 12.00 del 4 ottobre 2011;
oppure con smart card.
Al momento del clic su "valida dati" viene segnalato tutto ciò che rende il progetto inammissibile. Il costo
complessivo, comprensivo della quota a carico è di 40.000 euro; il co-finanziamento non è obbligatorio.
Per la Valorizzazione del lavoro volontario basta un'autodichiarazione del Presidente, se viene compilato online non serve più il cartaceo anche in questo caso.
Le attività devono essere realizzate da giugno a settembre 2012 circa, ma il Ministero non sarà sollecito a
rimborsare le spese effettuate; si parla di uno o due anni, ma la L.266 rimane comunque un'opportunità!
ALCUNE SCADENZE da SETTEMBRE 2011 a DICEMBRE 2011
RIFERIMENTO
SCADENZA
DESTINATARI
ENTE EROGATORE
L.266/91
04.10.11
Associazioni di volontariato
Ministero del lavoro e
delle Politiche Sociali
Idea Solidale
Fine settembre
Associazioni di volontariato
Provincia di Udine
Strand 1.3.6 - Support to
European cultural
festivals
16/11/11
Associazioni che operano nel
campo della cultura
Programma Cultura Eu
Support for Cultural
05/10/2011
Projects (Strand 1) Strand
1.1 – Multi annual
cooperation projects
Strand 1.2.1 Cooperation measures
Associazioni che operano nel
campo della cultura
Programma Cultura Eu
PROGRESS GU L 315
del 15.11.2006 Call
Servizi pubblici per l‟occupazione; Commissione Europeaautorità locali e regionali;
Occupazione, affari
06/09/11
RIFERIMENTO
SCADENZA
DESTINATARI
ENTE EROGATORE
VP/2011/008
Call VP/2011/007
26/09/11
organismi specializzati; parti
sociali e pari opportunità
sociali; ONG,università e istituti di
ricerca.
Programma comunitario
Gioventù in azione
2007/13
03/11/11
Gruppi ed organizzazioni giovanili Agenzia nazionale
Gioventù
Programma comunitario
Europa per i cittadini
http://eacea.ec.europa.eu/
citizenship/funding/2011/
index_en.php Misura 1.1
Incontri di cittadini
appartenenti a città
gemellate
Misura 1.2 Reti tematiche
per città gemellate
Varie fino al
2013
Enti locali, organizzazioni della
società civile, ONG, scuole,
sindacati, OdV, associazioni di
sport amatoriale, etc.
EACEA Agenzia
esecutiva per la gestione
dell‟azione comunitaria
nei settori dell‟istruzione,
degli audiovisivi e della
cultura
Progetti per l'anno
12.11.10
europeo del volontariato
EYV 2011
http://www.eyvolunteerin
g.eu/
Organizzazioni pubbliche e della
società civile, Ong con personalità
giuridica, associazioni di
volontariato.
European Commission
http://www.soros.org/initi varie
atives/justice/news/italyproposals-20110602
Soggetti della società civile
Fondazione Soros
Reti europee della società civile
che operano nella cooperazione
allo sviluppo al di fuori dell'UE e
le istituzioni dell'UE nonche' di
rafforzare le piattaforme di
rappresentanza.
Commissione Europea
20
01/09/2011 01/02/2012
01/09/2011 01/02/2012
http://www.soros.org/initi
atives/fellowship/news/ca
ll-for-proposalsfellowship-20100630
"NSA/LA - Cooperation, 15/09/11
synergies and structured
dialogue in the area of
development between
civil society platforms,
their organisations and
EU institutions"
(EuropeAid/131142/C/A
CT/Multi)
Per le associazioni che desiderano avvalersi del supporto del Centro servizi volontariato, si ricorda che è
attivo un servizio di consulenza sulle progettazioni e verifica sulle domande di contributo prima della loro
spedizione agli Enti erogatori. Gli appuntamenti con il consulente possono essere fissati telefonando al
proprio sportello di riferimento o presso la sede di Pordenone al numero 0434-21961.
Lo scaffale del volontariato
Esplorazioni bibliografiche su temi di interesse sociale
a cura del Centro Studi CSV
Acqua, sviluppo, cooperazione e volontariato. Che si tratti di Protezione Civile, educazione allo
sviluppo, accesso all’acqua potabile, prevenzione o difesa dell’ambiente, l’acqua costituisce un
elemento centrale in molti ambiti di intervento del volontariato, sia in Europa che nei Paesi in Via di
Sviluppo. Presentiamo qui di seguito una breve esplorazione bibliografica su questo tema,
segnalando, accanto al titolo, l’eventuale presenza e la collocazione del testo nella biblioteca del
CSV, sita in via san Francesco 2, a Trieste.
ALTAMORE 2004
I predoni dell'acqua. Milano, San Paolo [biblioteca CSV: L/32]
BARLOW, Maude - CLARKE, Tony 2002
Blue gold. Trad. it.: Oro blu. La battaglia contro il furto mondiale dell'acqua. Bologna, Arianna Editrice,
2004.
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Bataille planétaire pour l'"or bleu". "Le Monde Diplomatique", novembre 1997, pp. 24-25.
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CHESNOT, Christian 2000
Pénurie d'eau au Proche-Orient. "Le Monde Diplomatique", février 2000, p. 15.
COSMA, Renato et alii 2003
Sposare l'acqua al sole. La bonifica per lo sviluppo economico e sociale del Territorio. Monfalcone,
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Acqua. Storia e destino di una risorsa in pericolo. Milano, Sperling & Kupfer Editori [biblioteca CSV:
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La terra scoppia. Sovrappopolazione e sviluppo. Milano, Rizzoli [biblioteca CSV: L/153]
SCHIPPERS, T.K. 1985
«Plaoura o plaoura pas?» Savoirs et discours à propos de la pluie en Provence intérieure. «Le Monde Alpin
et Rhodanien», vol. 13, n. 4.
SHIVA, Vandana 2002
Terra madre. Sopravvivere allo sviluppo. Torino, UTET [biblioteca CSV: L/459]
SHIVA, Vandana 2003
Le guerre dell'acqua. Milano, Feltrinelli [biblioteca CSV: L/445]
TIMIO, Mario 2003
Salute, libertà e globalizzazione. Soveria Mannelli, Rubbettino [biblioteca CSV: L/679]
TIRANI, Giuliana 2002
Il drago e l'agnello. Dal mercato globale alla giustizia universale. Milano, Paoline [biblioteca CSV: L/595]
VIGARELLO, G. 1985
Le propre et le sale. L'hygiène du corps depuis le Moyen Age. Paris, Editions du Seuil. Trad.it.: Lo sporco e
il pulito. L'igiene del corpo dal Medio Evo ad oggi. Venezia, Marsilio, 1987.
WRIGHT, L. 1960
Clean and decent. Trad. it.: Civiltà in bagno. Milano, Garzanti, 1961.
ZIEGLER, Jean 2003
Le droit à l'alimentation. Trad. it.: Dalla parte dei deboli. Il diritto all'alimentazione. Milano,
Tropea, 2004.
Marco
FAQ amministrative e fiscali
a cura di Alessandro Olivo
Onlus: agevolazioni e soci
Premessa – L‟Agenzia delle Entrate, con la Circolare n. 38 dell‟1° agosto 2011 è intervenuta per fornire
alcuni importanti chiarimenti riguardanti la disciplina delle Onlus. Gli aspetti toccati corrispondono a:
esenzione dall‟imposta di registro per gli atti costitutivi, partecipazione degli enti esclusi nelle onlus,
iscrivibilità del Trust nell‟anagrafe delle onlus e partecipazioni di una onlus ad una impresa sociale.
Esenzione dall‟imposta di registro per gli atti costitutivi - Alcune leggi regionali prevedono che le
organizzazioni di volontariato, nel richiedere l‟iscrizione nei registri del volontariato, debbano allegare copia
dell‟atto costitutivo redatto nella forma dell‟atto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata. Ciò
comporta che le stesse organizzazioni solo dopo la registrazione dell‟atto costitutivo potranno iscriversi negli
appositi registri. In tali ipotesi le organizzazioni di volontariato possono fruire dell‟esonero dall‟imposta di
registro prima dell‟iscrizione negli appositi registri ma dovranno comunicare tempestivamente, all‟ufficio
locale dell‟Agenzia delle Entrate che ha provveduto alla registrazione dell‟atto costitutivo, l‟avvenuta
iscrizione nel registro delle organizzazioni di volontariato.
Partecipazione degli enti esclusi nelle onlus - Gli “enti esclusi” dalla qualifica di Onlus (enti pubblici, società
commerciali, ecc.) possono costituire (o partecipare a) un soggetto giuridico autonomo avente la qualifica
fiscale di Onlus, indipendentemente dal fatto che gli “enti esclusi” esercitino un ruolo determinante nella
definizione degli atti di indirizzo della Onlus stessa. Questo principio non si applica alle Organizzazioni Non
Governative per le quali la legge speciale prevede espressamente il divieto di partecipazione ad esse da parte
di enti pubblici e società commerciali.
Iscrivibilità del Trust all‟anagrafe delle Onlus - I trust opachi, cioè senza beneficiari di reddito individuati
possono assumere la qualifica di Onlus perché il reddito prodotto è tassato direttamente in capo al trust stesso
come avviene con il regime di favore proprio delle Onlus. E‟ invece precluso il riconoscimento della
qualifica di Onlus al trust c.d. “trasparente”, ovvero al trust con beneficiari di reddito individuati in quanto a
godere del regime fiscale agevolato previsto per le Onlus sarebbero i beneficiari di reddito e non la Onlus.
Partecipazioni di una onlus ad una impresa sociale - Le Onlus possono detenere partecipazioni in
organizzazioni qualificate come “imprese sociali”. L‟Agenzia chiarisce, infatti, che la disciplina normativa
dell‟impresa sociale (Dlgs 155/2006) è compatibile con quella delle Onlus (Dlgs 460/1997). In particolare,
entrambi gli “enti” operano senza fini di lucro. Il che implica il divieto di distribuzione di utili e avanzi di
gestione, l‟obbligo di impiegare gli utili e gli avanzi di gestione nello svolgimento dell‟attività statutaria e
l‟obbligo di devoluzione del patrimonio, in caso di cessazione dell‟attività, a finalità di utilità sociale.
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Comunicazione telematica all'Agenzia delle Entrate delle
operazioni rilevanti ai fini IVA di importo pari o superiore a
3.000,00 euro - Riepilogo della disciplina e dei chiarimenti
ufficiali
INDICE
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1 Premessa
2 Soggetti obbligati
3 Oggetto della comunicazione
3.1 Soglie di 3.000,00 e 3.600,00 euro
3.2 Contratti da cui derivano corrispettivi periodici e contratti tra loro collegati
3.2.1 Pagamento frazionato del corrispettivo
3.2.2 Nozione di "collegamento tra più contratti"
3.3 Operazioni escluse dalla comunicazione
3.4 Dati da indicare nella comunicazione
4 Modalità e termini di presentazione delle comunicazioni
4.1 Termini
4.2 Comunicazione sostitutiva
5 Sanzioni
1 PREMESSA
Con il provv. Agenzia delle Entrate 22.12.2010, è stata data attuazione all'obbligo di comunicazione
telematica delle operazioni rilevanti ai fini IVA di importo pari o superiore a 3.000,00 euro, previsto dall'art.
21 del DL 78/2010 convertito nella L. 122/2010.
Successivamente, l'Agenzia delle Entrate è intervenuta con:
 il provv. 14.4.2011;
 la circ. 30.5.2011 n. 24.
 il provv. 21.6.2011
Di seguito si riepiloga la disciplina in esame, alla luce delle novità intervenute.
2 SOGGETTI OBBLIGATI
Il nuovo adempimento riguarda tutti i soggetti passivi IVA che, in qualità di cedenti/prestatori o di
cessionari/committenti, effettuano operazioni rilevanti ai fini IVA.
Sono obbligati anche:
 i soggetti in contabilità semplificata;





gli enti non commerciali, limitatamente alle operazioni effettuate nell'esercizio di attività
commerciali o agricole;
i soggetti non residenti con stabile organizzazione in Italia o identificati direttamente o per mezzo di
un rappresentante fiscale in Italia;
i curatori fallimentari e commissari liquidatori per conto della società fallita o in liquidazione coatta
amministrativa;
i soggetti che hanno optato per la dispensa dagli adempimenti per le operazioni esenti;
i soggetti che applicano il regime fiscale agevolato per le nuove iniziative produttive.
Contribuenti minimi - I contribuenti minimi sono esclusi dall'obbligo di comunicazione, salvo che - in corso
d'anno - si verifichi una causa di decadenza dal regime; in tal caso, vanno comunicate le operazioni effettuate
dalla data in cui sono venuti meno i requisiti per l'applicazione del regime semplificato.
Enti pubblici - Il Provvedimento Agenzia Entrate 21.6.2011 ha esplicitamente previsto che siano
esclusi dall'obbligo di comunicazione lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni e gli altri
organismi di diritto pubblico.
3 OGGETTO DELLA COMUNICAZIONE
La comunicazione ha per oggetto le operazioni rilevanti ai fini IVA, per le quali coesistano i presupposti
impositivi (oggettivo, soggettivo e territoriale).
3.1 SOGLIE DI 3.000,00 E 3.600,00 EURO
Sono soggette all'obbligo di comunicazione:
 le operazioni con obbligo di emissione della fattura, se i corrispettivi dovuti, secondo le condizioni
contrattuali, sono di importo pari o superiore a 3.000,00 euro, al netto dell'IVA;
 le operazioni senza obbligo di emissione della fattura, se i corrispettivi dovuti, secondo le condizioni
contrattuali, sono di importo pari o superiore a 3.600,00 euro, al lordo dell'IVA.
Il limite di 3.600,00 euro si applica anche alle:
 operazioni con obbligo di emissione della fattura, se non è obbligatoria l'indicazione separata
dell'imposta (es. agenzie di viaggio in regime speciale);
 operazioni senza obbligo di emissione della fattura, se quest'ultima viene emessa, su richiesta del
cliente, in luogo dello scontrino o della ricevuta fiscale.
Disciplina transitoria
In via transitoria:
 per il periodo d'imposta 2010, le soglie di 3.000,00 e 3.600,00 euro sono elevate a 25.000,00 euro al
netto dell'IVA e la comunicazione è limitata alle operazioni soggette all'obbligo di fatturazione;
 dall'1.1.2011 al 30.6.2011, la comunicazione è limitata alle operazioni soggette all'obbligo di
fatturazione di importo pari o superiore a 3.000,00 euro, al netto dell'IVA.
A regime, ossia dall'1.7.2011, la comunicazione avrà per oggetto le operazioni rilevanti ai fini IVA:
 di importo pari o superiore a 3.000,00 euro, al netto dell'IVA, se soggette all'obbligo di fatturazione;
 di importo pari o superiore a 3.600,00 euro, al lordo dell'IVA, se non soggette all'obbligo di
fatturazione.
3.2 CONTRATTI DA CUI DERIVANO CORRISPETTIVI PERIODICI E CONTRATTI TRA LORO
COLLEGATI
Per i contratti:
 d'appalto, fornitura, somministrazione e gli altri contratti da cui derivano corrispettivi periodici (es.
contratti di locazione, noleggio, concessione, ecc.), la comunicazione è obbligatoria solo se i
corrispettivi dovuti nell'intero anno solare sono di importo complessivo pari o superiore a 3.000,00
euro;
 tra loro collegati, ai fini del calcolo del limite di 3.000,00 euro, occorre considerare l'ammontare
complessivo dei corrispettivi previsti per tutti i contratti.
3.2.1 Pagamento frazionato del corrispettivo
Per i suddetti contratti, in caso di pagamento frazionato del corrispettivo, deve essere comunicato l'importo
complessivo delle operazioni rese o ricevute nell'anno di riferimento, anche se il corrispettivo è inferiore alla
soglia.
Nello specifico, deve essere compilata un'unica riga del tracciato record; nel campo "data dell'operazione" va
indicata:
- la data di registrazione dell'ultima operazione resa o ricevuta nell'anno di riferimento;
- ovvero, in assenza dell'obbligo di registrazione, la data di effettuazione dell'operazione.
3.2.2 Nozione di "collegamento tra più contratti"
Il collegamento negoziale si verifica quando le parti perseguono un risultato economico unitario e complesso
che viene realizzato non per mezzo di un singolo contratto, bensì mediante una pluralità coordinata di
contratti.
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3.3 Operazioni escluse dalla comunicazione
Dall'obbligo di comunicazione sono escluse:
 le importazioni;
 le esportazioni "dirette", anche in triangolazione; l'esonero non è, invece, applicabile alla cessione
interna dei beni nell'ambito delle triangolazioni comunitarie;
 le operazioni intracomunitarie oggetto di dichiarazione ai fini INTRASTAT, ossia:
- le cessioni e gli acquisti intracomunitari di beni;
- le prestazioni di servizi "generiche", territorialmente rilevanti nel Paese UE del committente, purché
ivi imponibili;
 le operazioni, attive e passive, effettuate e ricevute, registrate o soggette a registrazione, nei
confronti di operatori economici aventi sede, residenza o domicilio in Stati o territori a fiscalità
privilegiata (c.d. "operazioni con paradisi fiscali");
 le operazioni oggetto di comunicazione obbligatoria all'Anagrafe tributaria; pertanto, l'esonero:
- riguarda, ad esempio, i contratti di assicurazione, i contratti di somministrazione di energia elettrica,
acqua e gas, i contratti di mutuo e gli atti di compravendita di immobili;
- non riguarda, ad esempio, le cessioni di autoveicoli, le quali - pur essendo sottoposte ad un
particolare regime pubblicistico - non sono monitorate dall'Anagrafe tributaria;
 le operazioni effettuate nei confronti dei contribuenti non soggetti passivi IVA, qualora il pagamento
del corrispettivo sia avvenuto mediante carte di credito, di debito o prepagate emesse da operatori
finanziari; l'esonero non si applica se i suddetti operatori finanziari sono soggetti non residenti e
senza stabile organizzazione in Italia;
 i passaggi interni di beni tra rami d'azienda, se documentati da fattura.
3.4 DATI DA INDICARE NELLA COMUNICAZIONE
Nella comunicazione devono essere indicati, per ciascuna cessione o prestazione:
 la data dell'operazione, ossia:
- la data di registrazione dell'operazione;
- ovvero, in assenza dell'obbligo di registrazione, la data di effettuazione dell'operazione;
 l'anno di riferimento;
 la partita IVA o, in mancanza, il codice fiscale del cedente/prestatore e del cessionario/ committente;
 per i soggetti non residenti, privi di codice fiscale:
- se persone fisiche, il cognome e il nome, il luogo e la data di nascita, il sesso e il domicilio fiscale;
- se soggetti diversi dalle persone fisiche, la denominazione, la ragione sociale o la ditta e il domicilio
fiscale; in relazione alle società, associazioni o altre organizzazioni senza personalità giuridica, vanno inoltre
indicati gli elementi previsti per le persone fisiche per almeno una delle persone che ne hanno la
rappresentanza;
 i corrispettivi dovuti e l'importo dell'IVA, ovvero la specificazione che l'operazione è non imponibile
o esente;
 i corrispettivi, comprensivi dell'IVA, se si tratta di operazioni, rilevanti ai fini IVA, per le quali non è
obbligatoria l'emissione della fattura.
Operazioni non soggette all'obbligo di fatturazione
Per le operazioni non soggette all'obbligo di fatturazione, il cessionario/committente deve fornire al
cedente/prestatore il codice fiscale anche nell'ipotesi in cui sia emessa la fattura.
4 MODALITÀ E TERMINI DI PRESENTAZIONE DELLE COMUNICAZIONI
Le comunicazioni in esame devono essere trasmesse esclusivamente in via telematica:
- direttamente, utilizzando il servizio telematico Entratel o Fisconline;
- oppure avvalendosi degli intermediari abilitati (es. dottori commercialisti).
4.1 TERMINI
A regime, la comunicazione telematica deve essere inviata entro il 30 aprile dell'anno successivo a quello di
riferimento.
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In via transitoria, in relazione alla comunicazione relativa al periodo d'imposta 2010, il termine di invio è
prorogato al 31.10.2011.
Pertanto, entro:
 il 31.10.2011, vanno comunicate le operazioni di importo pari o superiore a 25.000,00 euro al netto
dell'IVA, rese e ricevute nell'anno 2010, per le quali è previsto l'obbligo di emettere la fattura;
 il 30.4.2012, vanno comunicate:
- le operazioni di importo pari o superiore a 3.000,00 euro al netto dell'IVA, rese e ricevute nell'anno
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2011, per le quali è previsto l'obbligo di emettere la fattura;
- le operazioni di importo pari o superiore a 3.600,00 euro al lordo dell'IVA, rese e ricevute
dall'1.7.2011 al 31.12.2011, per le quali non è previsto l'obbligo di emettere la fattura.
4.2 COMUNICAZIONE SOSTITUTIVA
Entro i 30 giorni successivi al termine previsto per la trasmissione della comunicazione originaria è
possibile, senza applicazione di sanzioni:
- annullare la comunicazione originaria;
- inviare una comunicazione sostitutiva per correggere eventuali errori e/o omissioni.
Ravvedimento operoso
Scaduto il termine di 30 giorni è ammesso il ravvedimento operoso.
5 SANZIONI
L'omessa comunicazione telematica, così come la comunicazione con dati incompleti o non veritieri, è punita
con la sanzione amministrativa da 258,00 a 2.065,00 euro.
Lo Studio è a disposizione per ulteriori informazioni e per predisporre e trasmettere in via telematica la
comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini IVA relative al 2010.
Alessandro Olivo
Consulente fiscale CSV
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CIESSE INFORMA - NUMERO 36 - PERIODICO ONLINE DEL CENTRO SERVIZI VOLONTARIATO FRIULI VENEZIA GIULIA
VIALE MARTELLI, 51 - 33170 PORDENONE - TEL. 0434 21961
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REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE DI TRIESTE N. 1046 DEL 11/04/2002
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È CONSENTITA ED AUSPICABILE LA RIPRODUZIONE E DIVULGAZIONE TOTALE O PARZIALE DEI TESTI PURCHÉ VENGA CITATA LA FONTE
IL VOLUME È STATO CHIUSO IN REDAZIONE NEL MESE DI SETTEMBRE 2011
LA RIVISTA E’ DISTRIBUITA GRATUITAMENTE
QUESTA PUBBLICAZIONE, COME PREVISTO DALLA LEGGE 266/91 PER TUTTE LE ATTIVITÀ DEL CENTRO SERVIZI VOLONTARIATO, È POSSIBILE
GRAZIE AL CONTRIBUTO DELLE FONDAZIONI DI ORIGINE BANCARIA: FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI UDINE E PORDENONE,
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DEL FONDO SPECIALE DEL VOLONTARIATO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
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