frirete eserciteranno un grande influsso nel plasmare la sua struttura

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frirete eserciteranno un grande influsso nel plasmare la sua struttura
CRESCERE UN BAMBINO TENENDO A MENTE IL CERVELLO
frirete eserciteranno un grande influsso nel plasmare la sua struttura cerebrale. Ciò non significa, però, che bisogna mettergli fretta. E, in ogni
caso, non preoccupatevi: la natura ha fatto sì che l’architettura di base
del cervello si sviluppi correttamente, in presenza di un livello adeguato
di cibo, di sonno e di stimolazione. Naturalmente, i geni hanno un ruolo
importante nello sviluppo individuale, soprattutto per quanto riguarda il
temperamento. Tuttavia, i risultati della ricerca in diversi ambiti della psicologia dello sviluppo indicano che tutto ciò di cui facciamo esperienza
– la musica che ascoltiamo, le persone che amiamo, i libri che leggiamo,
il tipo di disciplina che riceviamo, le emozioni che proviamo – influisce
profondamente sul modo in cui si sviluppa il nostro cervello. In altre parole, pur tenendo conto dell’influsso dell’architettura cerebrale di base
e del temperamento innato, i genitori possono fare molto per fornire al
bambino tipi di esperienze in grado di favorire uno sviluppo del cervello adeguatamente integrato e di offrire resilienza, ossia la capacità di resistere e riprendersi da condizioni di difficoltà. Questo libro vi mostrerà
come mettere a frutto le esperienze quotidiane per aiutare vostro figlio a
raggiungere una sempre maggiore integrazione a livello cerebrale.
Per esempio, parlando con i bambini delle esperienze che hanno compiuto si favorisce in genere la loro capacità di ricordare quelle esperienze.
Il genitore che parla con i figli delle loro emozioni favorirà nei bambini
lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, ossia della capacità di comprendere
più pienamente i propri sentimenti e quelli degli altri. Il bambino timido
che però ha genitori che coltivano in lui un senso di coraggio, offrendogli sostegno nell’esplorazione del mondo, tenderà a perdere l’inibizione
nel comportamento, mentre il bambino che, per la sua timidezza, viene
o eccessivamente protetto o, con un atteggiamento di scarsa sensibilità,
spinto ad affrontare esperienze che gli causano ansia senza un sostegno
adeguato, tenderà a rimanere timido.
A conferma di questa visione vi è un intero settore di studi riguardanti
lo sviluppo infantile e l’attaccamento; inoltre, le nuove scoperte nel campo della neuroplasticità – ossia della capacità di cambiamento del cervello – avvalorano la concezione secondo cui i genitori possono influire
direttamente sul processo di sviluppo cerebrale del figlio attraverso il tipo di esperienze che gli offrono. Per esempio, le ore passate davanti a un
video – facendo videogiochi, guardando la televisione o inviando SMS –
daranno origine a un determinato insieme di connessioni nel cervello; le
attività didattiche, sportive e musicali ne creeranno altri. E il trascorrere
tempo con la famiglia e gli amici, imparando a conoscere il mondo delle
relazioni, in particolare attraverso interazioni “faccia a faccia”, plasmerà
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© 2012 Raffaello Cortina Editore
12 STRATEGIE RIVOLUZIONARIE PER FAVORIRE LO SVILUPPO MENTALE DEL BAMBINO
il cervello in modi ancora diversi. Tutto ciò che ci accade influisce sul nostro sviluppo cerebrale.
L’integrazione riguarda proprio questo processo di “cablaggio e ricablaggio”, di creazione e modifica delle connessioni cerebrali: significa fornire ai nostri bambini l’opportunità di fare esperienze che favoriscano la
creazione di connessioni fra le diverse parti del cervello. Facendo in modo
che queste “collaborino” fra loro, si creano e si rafforzano le fibre nervose
che le collegano e ne rendono possibile l’integrazione; a sua volta, la presenza di connessioni più forti consente alle parti del cervello di funzionare insieme con una sinergia ancora maggiore. Come i singoli cantori di un
coro intrecciano le proprie voci a creare un’armonia altrimenti irrealizzabile da una sola persona, così un cervello integrato è capace di fare molto
di più di quanto le singole parti sarebbero in grado di realizzare da sole.
È proprio questo l’obiettivo da raggiungere per i nostri bambini: aiutarli a realizzare un maggior grado di integrazione a livello cerebrale, affinché possano mettere pienamente a frutto le proprie risorse mentali. Ed
è esattamente quello che Marianna ha fatto per Marco. Aiutando il figlio
a raccontare ripetutamente l’accaduto (“Iia uu uu”), Marianna ha reso innocue le emozioni traumatiche e spaventose presenti nell’emisfero destro
del bambino, affinché lui non ne venisse sopraffatto. In particolare, lo ha
fatto introducendo alcuni dettagli basati sui fatti e una serie di elementi
logici elaborati dall’emisfero sinistro – che, all’età di due anni, sta appena
cominciando a svilupparsi – affinché il piccolo potesse trasformare l’incidente in un’esperienza per lui comprensibile.
Se la madre non lo avesse aiutato a raccontare l’accaduto e a comprenderlo, le paure di Marco sarebbero rimaste irrisolte e avrebbero potuto
riaffiorare in altre forme. Per esempio, il bambino avrebbe potuto sviluppare una fobia nei confronti degli spostamenti in automobile oppure della
separazione dai genitori, oppure l’emisfero destro del suo cervello avrebbe potuto prendere il sopravvento in altri modi, portandolo a fare spesso i capricci. Invece, raccontando la storia dell’accaduto insieme al figlio,
Marianna lo ha aiutato a concentrare l’attenzione sia sui dettagli concreti
dell’incidente sia sulle proprie emozioni, facendo sì che usasse contemporaneamente l’emisfero sinistro e destro e che in tal modo si rafforzasse, nel vero senso della parola, la connessione fra i due emisferi. (Questo
concetto verrà ripreso più estesamente nel secondo capitolo.) Aiutando il
figlio a migliorare la propria integrazione, Marianna ha fatto sì che Marco
potesse tornare alla sua vita normale di bambino di due anni e proseguire
nel suo percorso di sviluppo, anziché restare bloccato sulla paura e l’angoscia che aveva provato. […]
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CRESCERE UN BAMBINO TENENDO A MENTE IL CERVELLO
Come spiegheremo nei prossimi capitoli, questi problemi che si incontrano ogni giorno nella cura dei figli scaturiscono da una mancanza di integrazione nel cervello del bambino. La ragione per cui il cervello infantile non è sempre capace di integrazione è semplice: non ha ancora avuto
il tempo per svilupparsi completamente. Di fatto, ha ancora molta strada
da fare, se si pensa che il cervello non si considera completamente sviluppato fino a un’età di circa venticinque anni.
Ecco quindi la cattiva notizia: dovrete aspettare che il cervello di vostro
figlio si sviluppi. È vero. Quindi, a prescindere da quanto pensiate che
vostro figlio di quattro anni sia intelligente, il suo cervello non è quello di
un bambino di dieci anni e non lo sarà per parecchio tempo ancora. La
velocità di maturazione cerebrale è influenzata notevolmente dal nostro
patrimonio genetico; tuttavia, ciò su cui possiamo influire nella cura quotidiana dei figli potrebbe essere proprio il grado di integrazione.
La buona notizia, quindi, è che, sfruttando i momenti della vita quotidiana, potrete influenzare lo sviluppo del cervello di vostro figlio verso l’integrazione. In primo luogo, avete la possibilità di sviluppare le diverse
componenti del cervello di vostro figlio, creando delle opportunità per
“allenarle”. Secondo, potete facilitarne l’integrazione in modo che le diverse parti si colleghino meglio le une alle altre e operino insieme in modo più efficace. Ciò non significa far crescere vostro figlio più in fretta:
significa soltanto aiutarlo a sviluppare le sue molte parti e a integrarle fra
loro. Inoltre, il nostro intento non è quello di indurre voi e i vostri bambini a sfiancarvi nel tentativo frenetico di arricchire ogni singola esperienza
di senso e significato.
Stiamo parlando semplicemente dell’essere presenti con i propri figli, per poterli aiutare a raggiungere un maggior livello di integrazione; a
sua volta, ciò consentirà di far fiorire le loro abilità emotive, intellettive
e sociali. Un cervello integrato favorisce un potenziamento delle capacità decisionali, un miglior controllo del corpo e delle emozioni, una più
completa comprensione di se stessi, relazioni interpersonali più forti e un
miglior rendimento scolastico. E tutto ciò ha inizio con le esperienze offerte dai genitori e dalle altre persone che si prendono cura del bambino,
esperienze che gettano le basi per l’integrazione e la salute mentale. […]
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