schede libri_agosto - Comune di Rosignano Marittimo
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Concita De Gregorio Concita De Gregorio si è laureata all’Università di Pisa. Ha iniziato a lavorare come giornalista nei quotidiani locali, è entrata con una borsa di studio a “Repubblica” dove è rimasta per vent’anni come inviata di politica e cultura. A “Repubblica” è tornata come editorialista dopo aver diretto, dal 2008 al 2011, “l’Unità”. Conduce il programma di RaiTre Pane quotidiano, è cofondatrice della rivista spagnola “Ctxt”. Ha quattro figli. Nel 2001 ha pubblicato “Non lavate questo sangue. I giorni di Genova” sul G8. Tra i suoi libri successivi “Una madre lo sa. Tutte le ombre dell'amore perfetto” (2007), “Malamore. Esercizi di resistenza al dolore” (2009), “Così è la vita. Imparare a dirsi addio” (2011), “Io vi maledico” (2013) e l’avventura letteraria a quattro mani con il figlio adolescente “Un giorno sull’isola. In viaggio con Lorenzo” (2014). Per "I Narratori" Feltrinelli ha pubblicato “Mi sa che fuori è primavera” (2015). Descrizione Ferite d'oro. Quando un oggetto di valore si rompe, in Giappone, lo si ripara con oro liquido. È un'antica tecnica che mostra e non nasconde le fratture. Le esibisce come un pregio: cicatrici dorate, segno orgoglioso di rinascita. Anche per le persone è così. Chi ha sofferto è prezioso, la fragilità può trasformarsi in forza. La tecnica che salda i pezzi, negli esseri umani, si chiama amore. Questa è la storia di Irina, che ha combattuto una battaglia e l'ha vinta. Una donna che non dimentica il passato, al contrario: lo ricorda, lo porta al petto come un fiore. Irina ha una vita serena, ordinata. Un marito, due figlie gemelle. È italiana, vive in Svizzera, lavora come avvocato. Un giorno qualcosa si incrina. Il matrimonio finisce, senza traumi apparenti. In un fine settimana qualsiasi Mathias, il padre delle bambine, porta via Alessia e Livia. Spariscono. Qualche giorno dopo l'uomo si uccide. Delle bambine non c'è più nessuna traccia. Pagina dopo pagina, rivelazione dopo rivelazione, a un ritmo che fa di questo libro un autentico thriller psicologico e insieme un superbo ritratto di donna, coraggiosa e fragile, Irina conquista brandelli sempre più luminosi di verità e ricuce la sua vita. Da quel fondo oscuro, doloroso, arriva una luce nuova. La possibilità di amare ancora, l'amore che salda e che resta. Roberto Riccardi Roberto Riccardi, colonnello dell’Arma e giornalista, è nato a Bari nel 1966 e vive a Livorno. Ha lavorato a Palermo negli anni delle stragi e poi in Calabria, a Roma, in Bosnia e Kosovo quale componente dei contingenti di stabilizzazione. Con il personaggio di Rocco Liguori ha già firmato per la collezione Sabot/age delle Edizioni E/O il noir imperniato sul ruolo degli agenti sotto copertura “Undercover. Niente è come sembra” (2012), che ha vinto i premi Biblioteche di Roma, Azzeccagarbugli e Mariano Romiti, e il romanzo sullo sfondo delle guerre balcaniche “Venga pure la fine” (2013), candidato al Premio Strega 2014, che ha ottenuto riconoscimenti ai Festival del noir di Serravalle e Suio Terme. Ha inoltre all’attivo due romanzi nel Giallo Mondadori, il primo dei quali, “Legame di sangue”, gli ha fruttato il premio Tedeschi nel 2009. Ha pubblicato tre libri sulla Shoah per l’editrice Giuntina: “Sono stato un numero” (2009),” La foto sulla spiaggia” (2012) e “La farfalla impazzita” (2013, scritto insieme a Giulia Spizzichino). Con “Sono stato un numero”, opera premiata da “Adei-Wizo”, l’Associazione Donne Ebree d’Italia, si è aggiudicato il premio Acqui Storia. Descrizione A volte le tracce del passato affiorano come sugheri nel mare. Ecco allora che Nino Calabrò, l’amico d’infanzia che Liguori ha arrestato per droga, annuncia di voler collaborare con la legge. Ad aprirsi è un vaso di Pandora, che porta l’ufficiale a indagare sulla scomparsa di un cronista palermitano. Di colpo il tempo non gli basta più: deve svelare il mistero, contrastare una guerra di mafia, decifrare i messaggi del puparo che muove i fili di tutto, proteggere i familiari del pentito minacciati dai sicari di Cosa Nostra e della ’ndrangheta. Una nuova avventura dal ritmo incalzante, dove il realismo non preclude la possibilità di un finale imprevedibile. Della serie del tenente Liguori: Undercover. Niente è come sembra, Premio Biblioteche di Roma, Premio Azzeccagarbugli e Premio Mariano Romiti. Venga pure la fine, candidato al Premio Strega 2014. Giampaolo Simi Giampaolo Simi si è sempre interessato prevalentemente di narrativa di genere, dal fantastico all'horror, dal giallo al noir. Ha esordito nel 1996 con il romanzo “Il buio sotto la candela” (Baroni), pubblicando poi “Direttissimi altrove” (DeriveApprodi, 1999), “Figli del tramonto” (Hobby&Work, 2000), “Tutto o nulla” (2000, DeriveApprodi, ristampato da Mondadori), “L'occhio del rospo” (2001, Adkronos Libri). Per Einaudi Stile libero ha pubblicato “Il corpo dell'inglese” (2004), “Rosa elettrica” (2007) e ha scritto un racconto per l'antologia “Crimini italiani” (2008). Per edizioni E/O ha pubblicato “La notte alle mie spalle” (2012). Per Sellerio Editore Palermo ha pubblicato 2Cosa resta di noi” (2015). Pubblicista, collabora con riviste e quotidiani. Descrizione Una nevicata senza precedenti, una coppia in crisi, una donna svanita nel nulla. Giornali e social media iniziano a parlare dell’impiegata quarantenne scomparsa senza lasciare una riga o un indizio. Guia, la protagonista, chiama «morte vista al contrario» la sua impossibilità di avere un figlio: «una vita che non solo non inizia ma non riesce nemmeno ad essere concepita». Eppure è una ragazza nata per essere felice, di antica famiglia, scrittrice indirizzata al successo, sposata con un uomo che ama ed è pazzo di lei. Ma è in questa unione di felici che si infiltra il «lutto al contrario» del figlio mancato, come una crepa che si allarga e non si può fermare. Edo, il marito, il Narratore, segue le scene da questo matrimonio che si sta suicidando, nel letargo dorato degli inverni in Versilia, mentre Guia riversa in un prossimo romanzo tutta la sua disperazione e scrive di un tempo diverso da quello che stanno vivendo. Intorno le quiete banalità di coloro che «hanno tempo, soldi ed energie in surplus». Ma ad un tratto lo scenario cambia. Nella vita di Edo appare un’altra donna che però, pochi giorni dopo, svanisce nel nulla inspiegabilmente. La sua scomparsa diventa il caso del momento, segna l’irrompere di una realtà cieca e distruttiva nella crisi che Edo e Guia stanno cercando di affrontare. La lucida follia del circo mediatico divora torbidi risvolti in nome del conformismo e del pettegolezzo più morboso. Finché cosa resta di loro è soltanto l’assenza. Caterina Ceccuti Caterina Ceccuti nasce a Firenze il 28 aprile 1980. Dal 2006 è giornalista pubblicista e collabora con «La Nazione» di Firenze. Redattrice della rivista trimestrale «Nuova Antologia», ha ideato la rubrica “Spazio Giovani” dedicata agli scrittori della narrativa contemporanea, con interviste, saggi e pubblicazione di testi inediti. Per la Fondazione Spadolini cura la promozione di eventi dedicati ai giovani. Nel 2013 ha pubblicato il libro “Voa voa!”, dedicato alla figlia Sofia, e ha dato vita all’associazione Voa Voa Onlus per l’assistenza alle famiglie di bambini afflitti da malattie rare e neuro degenerative. Nel 2014 l’editore Mauro Pagliai accoglie nella collana «Le ragioni dell’Occidente» il suo primo romanzo, “La generatrice di miracoli”.. Descrizione Primi del Novecento: a Riccardo Sirigatti, giornalista sportivo della rivista fiorentina «Bric à Brac»,viene affidata una rubrica dedicata al sovrannaturale. Cinico per indole e scettico per natura, Sirigatti s’imbatte nella storia di Teresa R., un’anziana signora che abita un casale diroccato sulle colline toscane. Col procedere dell’intervista, quella che di primo acchito sembra una “noiosa biografia lenta a scorrere”, si trasforma inaspettatamente nell’intensa rievocazione di un’avventura incredibile, ai confini del reale, che Teresa condivide in gioventù con la sorella Lisa. L’incredulità dell’uomo andrà scardinandosi con l’incalzare della tensione emotiva e con l’addensarsi del mistero che avvolge l’esistenza di Teresa. Enrico Letta . Pisano, ha alle spalle un percorso umano e formativo all’insegna dell’Europa. Dall’infanzia a Strasburgo – dove frequenta la scuola dell’obbligo – alla laurea in Diritto internazionale all’Università di Pisa. Sempre a Pisa consegue il dottorato di ricerca in Diritto delle comunità europee alla Scuola Superiore “S. Anna”. A 25 anni è presidente dei Giovani del Partito Popolare europeo. Dal gennaio 1997 al novembre 1998 è vicesegretario del Partito popolare italiano. Nel novembre del 1998, con il primo governo D’Alema, diventa a 32 anni ministro per le Politiche Comunitarie. È il più giovane ministro della storia repubblicana e batte Andreotti, ministro a 35 anni. A seguito di una precoce ed importante carriera, si ricordano gli ultimi impegni politici e scientifici in ordine di tempo: dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 è Presidente del Consiglio dei Ministri. In seguito alle dimissioni dal Governo del ministro Nunzia De Girolamo, dal 27 gennaio 2014 assume ad interim la carica di Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Dall’aprile 2014 è professore a Parigi a Sciences-Po (Institut d’Etudes politiques de Paris). Il 21 aprile 2015 Mondadori pubblica il suo nuovo libro, “Andare Insieme, andare lontano“. Descrizione Per andare veloce vai solo, per andare lontano vai insieme. È a partire dall’essenzialità di questo vecchio adagio africano che Enrico Letta descrive la sua idea di comunità e torna a raccontarsi dopo oltre un anno di silenzio. Non una memoria dei suoi dieci mesi a Palazzo Chigi, ma una riflessione che – anche passando attraverso quell’esperienza e senza sottacerne gli aspetti più discussi – si sofferma sulle prospettive dell’Europa e sulla qualità della democrazia italiana. Per Letta non esiste un solo momento positivo della nostra avventura unitaria come nazione che non sia stato figlio di un grande sforzo collettivo. Ed è proprio a una nuova missione comune che oggi l’Italia è chiamata: essere in prima fila per salvare l’Europa e con essa l’unico orizzonte possibile per garantire un futuro alle prossime generazioni, restituire ossigeno e competitività a un’economia ferma, rimodellare un paradigma di sviluppo sempre meno in grado di resistere alle sfide della contemporaneità. Paola Pasqui “Ovunque..ma non a Livorno” Il primo esilarante libro di Paola Pasqui, la grande attrice comica livornese che ci porta per mano per i vizi e le virtù delle donne livornesi. La persiana è un tipico cocktail livornese a base di anice e menta molto diffuso nei quartieri popolari della città. “La cittadinanza grata pose” Paola Pasqui al suo secondo lavoro dopo "Ovunque ma non a Livorno", propone una nuova raccolta di racconti ironici e divertenti, quadretti esilaranti presi dal quotidiano ma che, come è nel suo stile inconfondibile, riescono alla fine a lasciare sempre qualche spunto di riflessione sul mondo. E, alla grazia della Yourcenar, per dirla alla sua maniera, nei suoi racconti dimostra come sa usare la penna con maestria. Antonella Panza “La rivolta delle brave bambine” Non tutte le madri amano i propri figli, non tutti gli anziani sono miti e saggi, non tutti i principi sono azzurri, non tutti i grandi artisti sono grandi persone e non tutte le brave bambine lo sono per tutta la vita. Sette racconti politicamente scorretti Donatella Stefanini “Il secondo martedì del mese” Un grande amore tra due persone non più giovani che si riincontrano dopo tanti anni e che rivivono sensazioni mai sopite.Ognuno di loro ha una vita ormai strutturata con affetti figli e lavoro ma l’attrazione tra loro ha il sopravvento e senza ribaltare vite e storie trovano nel loro quotidiano uno spazio da vivere insieme e questo loro ritrovarsi è: “Il secondo martedì del mese”.Saverio è un avvocato di successo che lavora a Milano con uno studio che ha clienti in tutto il mondo, è bello, ricco, colto, desiderato da donne bellissime.Antonella è impiegata in uno studio legale ed è lì che ha conosciuto Saverio, allora giovane praticante, e un’improvvisa simpatia e attrazione l’aveva spinta verso questo giovane brillante. Ma alla vigilia delle nozze non si poteva gettare all’aria un rapporto costruito più con la mente che con il sentimento per questo la storia con Saverio non era realmente mai nata, anche se era rimasta nell’immaginario di Antonella come un’occasione di felicità mai vissuta.