Untitled - Vecchiomago

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Untitled - Vecchiomago
Editoriale
Eccoci di nuovo qui, dopo un’attesa ancor più lunga... ma che
spero sia servita a migliorare il progetto Topolinux!
Le idee sono moltissime e svariate, gli inconvenienti e gli ostacoli
ancor di più e il tempo per dare una forma concreta a queste idee
invece è pochissimo.
Senza ulteriori indugi siamo a proporvi e presentarvi un nuovo
numero dell’e-zine e soprattutto una novità sostanziale, che sicuramente avrete già notato: il nuovo sito di Topolinux.
Abbiamo cercato di rendere il nostro sito più gradevole e funzionale dandogli una nuova veste grafica con la speranza che
incontri i vostri gusti.
Abbiamo cercato di darvi maggiori notizie su di noi, sul nostro
progetto e abbiamo ampliato servizi ed informazioni sul fantastico
mondo di “Linux”, qualunque sia la vostra distro preferita.
Spero che tutto il nostro lavoro abbia rafforzato la posizione
topolinux.org come un sito di riferimento per tutti coloro che
si avvicinano o sono già esperti (ma c’è sempre qualcosa da
imparare!) nell’utilizzo del sistema Linux e degli applicativi Open
Source.
Per quanto riguarda l’e-zine di questo mese, continuiamo il viaggio
in Inkscape con altri consigli e trucchi per utilizzare al meglio
questo fantastico programma di grafica vettoriale, inoltre troverete
un interessante articolo su come affrontare e risolvere i fastidiosi
inconvenienti che posso presentarsi al momento dell’installazione
di Linux! Come al solito non finisce qui... altri articoli vi aspettano
all’interno dell’e-zine.
Spendo ancora poche parole e una piccola porzione di tempo per
invitarvi a comunicare con il nostro staff inviando alla redazione
critiche, consigli, suggerimenti su ciò che vorreste trovare sui
prossimi numeri di Topolinux, proposte di collaborazione al nostro
progetto.
Un ringraziamento a tutto lo staff che in questi mesi ha lavorato
molto e a voi lettori che ci seguite fedeli e numerosi... quindi
correte a leggere e a navigare! :)
Ringraziamenti
Fabiana per il nome dell’e-zine;
Rockaffé per tutti i suggerimenti dati;
MakPaolo per il supporto con i CSS;
AngelinoAnt per il supporto hack phpBB;
ed in particolare tutti i membri dello staff!
Numeri arretrati
I numeri arretrati dell’e-zine sono disponibili
per il download sul sito e
consultabili on-line nella sezione ‘Arretrati’
Sito Web
http://www.topolinux.org
Forum
http://forum.topolinux.org
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è garantito il permesso di copiare, distribuire e/o modificare
questo documento seguendo i termini della Licenza per
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successiva pubblicata dalla Free Software Foundation; con le
Sezioni Non Modificabili Sommario e Lettere alla Redazione, con i Testi
Copertina “Topolinux l’ezine italiano completamente dedicato al Pinguino”.
Una copia della licenza è acclusa nella sezione intitolata “GNU FDL”.
SO MM A RI O
Sistema
GDB - GNU Debugger.............................................................................................pag.
4
Ambiente desktop
Installazione Linux... no problem............................................................................pag.
6
Inkscape Tutorial, Parte 3.......................................................................................pag.
9
Pillole
Utilizzo pratico di grep............................................................................................pag.
15
Crontab e i cronjobs................................................................................................pag.
15
Scanner HP 5100c parallelo su Ubuntu.................................................................pag.
16
Sistema
GDB - GNU Debugger
Introduzione
ce con l’opzione ‘-g’.
Cos’è un debugger?
Per esempio se il codice di un programma in linguaggio C è contenuto nel file ‘programma.c’,
il modo corretto di compilare sarà:
Dopo aver creato un qualsiasi programma è
buona norma controllare che faccia esattamente ciò per cui è stato progettato.
gcc -g -o prog programma.c
In questo modo abbiamo creato il file autoeseguibile ‘prog’. Per eseguire il debugger e farlo
lavorare su di esso basta digitare:
Di solito basta guardare il codice attentamente
per capire se il programma commette degli errori oppure no, ma spesso può succedere che:
gdb prog
• sappiamo che c'è un errore ma non riusciamo a trovarlo;
Dovrebbe apparire una schermata di questo
tipo:
• non ci siamo accorti di alcun errore nel
codice ma il programma ha comunque
un errore nascosto, che non salta subito
all’occhio e che in certi casi rari potrebbe
causare qualche problema.
GNU gdb 6.4.90-debian
Copyright (C) 2006 Free Software Foundation, Inc.
GDB is free software, covered by the GNU
General Public License, and you are
welcome to change it and/or distribute
copies of it under certain conditions.
Nel primo caso sappiamo che l’errore esiste ma
non riusciamo a trovarlo neanche rileggendo il
codice più volte. Il secondo caso è più insidioso
perché all’inizio tutto sembra funzionare bene,
ma poi si verifica inaspettatamente qualcosa
che non avevamo previsto.
Type “show copying” to see the conditions.
There is absolutely no warranty for GDB.
Type “show warranty” for details.
This GDB was configured as “i486-linux-gnu”.
(gdb)
Adesso dobbiamo comunicare al debugger almeno un breakpoint, ovvero una riga di codice
o una funzione alla quale interrompere l’esecuzione del programma.
In ambedue i casi un buon modo per risolvere
il problema sarebbe eseguire il programma riga
per riga, controllando passo passo e in tempo
reale quali operazioni esegue e qual è il valore
che assumono le variabili in ogni istante.
Una volta interrotto il programma, sarà possibile
eseguirlo riga per riga in una maniera che mostreremo tra un attimo.
Soltanto un’analisi accurata del programma durante la sua esecuzione può permetterci di scovare gli errori visibili e invisibili.
Per mettere un breakpoint in corrispondenza,
per esempio, della funzione ‘main’, basta digitare:
Ma come si può eseguire un programma una riga
alla volta? Fortunatamente esistono programmi
appositi che svolgono proprio questo compito.
(gdb) break main
Questi programmi sono detti debugger (in gergo informatico, il bug è un errore nel programma; l’operazione di rimozione dell’errore è detta
debugging).
Se invece si vuole mettere il breakpoint in una
riga ben precisa, per esempio la riga 71, la sintassi è la seguente:
(gdb) break 71
Il debugger GNU
Se il programma è composto da vari file compilati assieme, è possibile specificare anche il
nome del file a cui appartiene la riga in cui vogliamo mettere il breakpoint. Basta separare il
nome del file dal numero di riga con un carattere
di due punti ‘:’, come di seguito:
In questo articolo ci occuperemo del debugger
GNU sotto un sistema operativo GNU/Linux.
Questo debugger riesce ad analizzare programmi scritti in vari linguaggi (C, C++ etc.). Affinchè
il debugger GNU funzioni correttamente sul nostro programma è necessario compilare il codi
Sistema
Questo comando salta alla riga successiva della porzione di codice attuale. Se la riga attuale
è la chiamata a una funzione con ‘next’ non
entriamo dentro la funzione, ma passiamo alla
riga elaborata dopo la sua esecuzione. Se invece volessimo entrare nella funzione, si usa il
comando ‘step’:
(gdb) break programma.c:71
Possiamo specificare quanti breakpoint desideriamo. Dopo ognuno dovrebbe comparire un
messaggio del tipo:
Breakpoint 1 at 0x8048365:
file programma.c, line 5.
Il numero che segue la parola ‘breakpoint’
(in questo caso 1), identifica univocamente il
breakpoint nel programma. Se, per esempio, vogliamo rimuovere un breakpoint, basta digitare:
(gdb) step
(gdb) s
Se desideriamo mostrare costantemente sullo
schermo il valore di alcune variabili basta usare
‘display’:
(gdb) delete break 1
A questo punto bisogna eseguire il programma.
Per farlo basta usare il comando ‘run’:
(gdb) display variabile
(gdb) run
Il risultato sarà una riga del tipo:
In questo modo, il debugger esegue il programma dalla prima riga in poi, fermandosi al primo
breakpoint incontrato durante l’esecuzione.
1: variabile = -1208249712
Il numero precedente il simbolo ‘:’ è l’identificativo del ‘display’. Per rimuovere questa variabile dalla visualizzazione costante basta usare il
solito ‘delete’:
Se il nostro programma riceve argomenti dalla
riga di comando, basta specificarli dopo ‘run’:
(gdb) delete disp 1
(gdb) run argomento1
argomento2 argomento3
Se invece vogliamo che il programma continui
a lavorare fino al breakpoint successivo si usa
‘continue’:
Adesso siamo fermi a un breakpoint. Il debugger
ci mostra una riga di codice. Questa riga non è
stata ancora eseguita. In questo momento possiamo fare molte cose. Per esempio possiamo
stampare sullo schermo il valore di una variabile
(i comandi di gdb possono essere anche abbreviati; negli esempi successivi mostreremo sia la
dicitura per intero che un’abbreviazione. L’effetto è assolutamente equivalente):
(gdb) continue
(gdb) c
Infine, per uscire dal debugger basta usare
‘quit’:
(gdb) quit
(gdb) q
(gdb) print nomevariabile
Se invece desideriamo avere più informazioni
su un determinato comando possiamo usare
‘help’:
(gdb) p nomevariabile
Oppure possiamo vedere una porzione di codice prima e dopo la riga attuale:
(gdb) help nomecomando
(gdb) list
Questi sono i comandi più importanti.
(gdb) l
Questa guida non ha la pretesa di essere esaustiva, tuttavia dovrebbe darvi un’idea abbastanza chiara di come utilizzare in pratica uno strumento potente come il debugger GNU.
In alternativa possiamo impostare a mano il valore di una variabile:
(gdb) set var variabile=valore
Una volta fatto tutto questo possiamo muoverci
alla riga successiva. Per farlo si può usare il comando ‘next’:
(gdb) next
Gianluca Malato
(gdb) n
Ambiente Desktop
Installazione Linux... no problem
Avviato il computer dal CD di OpenMamba (se
non sai come fare, guarda qui) sul desktop vi
appariranno 4 icone, cliccate sull’icona ‘installa’ e comincerà l’installazione che come primo
passo analizzerà il CD in questione, per verificare se ci sono stati errori di masterizzazione o di
scaricamento della distribuzione da internet. Se
non si è interessati al controllo basta cliccare sul
tasto ‘salta la verifica’ e poi su ‘successivo’ e si
eviterà di perdere un po’ di tempo, ma nel caso il
CD fosse non correttamente masterizzato si incapperà molto probabilmente in errori di funzionamento del sistema operativo una volta installato, se invece è stato correttamente scaricato e
masterizzato non ci saranno problemi di sorta.
Nel caso invece il controllo fosse effettuato bisogna attenderne la conclusione per verificare se il
supporto è ok e pronto per l’installazione.
L’installazione di Linux presenta sempre qualche
problema per gli utenti alle prime armi, specialmente se abituati ad usare windows che nella
maggioranza dei casi installa qualsiasi applicazione, sistema operativo compreso, senza mai chiedere nulla all’utente, che rimane
ignaro di come in realtà operi la stessa. In
questo caso si parla del sistema operativo che
è quel software che permette di accedere alle
risorse del nostro computer.
Il passo successivo riguarda il partizionamento
dell’hard disk (cioè creare più sezioni indipendenti tra di loro all’interno dello stesso disco, in
modo da sembrare che invece si stiano utilizzando più dischi) che è la parte più delicata del
processo in quanto un errore qui potrebbe cancellare tutti i dati del vostro hard disk. La soluzione più ovvia, se venite da windows, è dedicare
un hard disk intero solo per linux, in modo da
poterlo partizionare senza rischiare di intaccare
windows. Se non avete un altro hard disk e quello di windows ha tutto lo spazio occupato ci sono
due soluzioni:
Prima di cominciare l’installazione bisogna fare
un back-up dei nostri dati più importanti, in modo
che in caso di errori durante l’installazione o durante la configurazione sia possibile recuperarli
per poi reinserirli nell’ hard disk; per fare questo conviene salvare i propri dati in dispositivi
esterni al computer, quindi CD, DVD, o in un
altro hard disk che decideremo di non andare a
modificare, magari perché di un altro computer
che abbiamo intenzione di lasciare così com’è
(per ora).
1. cancellare totalmente windows per far
spazio a linux per poi eventualmente
reinstallare windows;
2. prima di iniziare l’installazione di linux
eseguire un defrag dell’hard disk in modo
che tutti i dati si spostino all’inizio del
disco, lasciando uno spazio libero alla
fine per poterci installare linux (alcune
distro integrano nel processo di installazione anche questo passaggio altre
invece no, comunque questo metodo
è molto rischioso e non conviene farlo
se si è inesperti, se non in compagnia
di qualcuno più esperto), quindi tenere
a mente la dimensione di questo spazio liberato e ridurlo di almeno un giga
da lasciare per sicurezza a windows.
Sarebbe opportuno fare lo stesso, ogni tanto,
un back-up dei propri dati perché può sempre
succedere un guasto al computer, comunque
neanche io lo faccio quasi mai, quindi siete giustificati se anche voi siete dei pigroni come me.
Ogni distribuzione di linux ha il suo sistema di
installazione personale che differisce da quello
di un’altra distro, ma in termini generali le funzionalità sono sempre le stesse. In questa guida
verrà analizzato il sistema di installazione della
distribuzione OpenMamba.
Ambiente Desktop
Se per esempio abbiamo liberato alla fine
dell’hard disk uno spazio di 10 giga è:
Per applicare le operazioni eseguite cliccate sulla V verde in alto nel menù di partizionamento, apparirà un menù con la seguente dicitura:
‘applicare veramente le operazioni in sospeso?’
cliccate su ‘applica’, però attenzione controllate bene prima tutte le operazioni eseguite
perché dopo sarà impossibile tornare indietro.
• errato creare una partizione linux
di 11 giga
• corretto creare una partizione linux di 9 giga (lasciando 1 giga di
sicurezza a Windows)
Attendete la conclusione delle operazioni e cliccate sul tasto ‘chiudi’ e chiudete la finestra di
partizionamento per tornare su quella di installazione, dove dovrete premere il tasto ‘successivo’.
A questo punto linux ha bisogno almeno di due
partizioni per funzionare: una chiamata ‘root’
(quella che contiene tutti i file di funzionamento
del sistema operativo) e una di ‘swap’ (che non
è altro che una memoria aggiuntiva che va a integrare quella RAM già presente nel computer)
che solitamente è il doppio di della RAM, se ne
avete già un giga invece una partizione da un
giga di swap sarà più che sufficiente.
A questo punto bisogna scegliere quale sarà la
partizione principale del sistema (quella di root)
tra l’eventuale elenco che vi verrà offerto: basta
cliccarci sopra. Per scegliere invece il tipo di filesystem utlizzato dovrete scegliere in basso tra
le due opzioni possibili: Ext3 e ReiserFS (io ho
scelto ReiserFS, ma non ci sarà nessun problema se sceglierete Ext3).
In alternativa si può includere anche una partizione di ‘home’ che servirà per contenere i dati
personali di ogni utente, ma questa partizione
non è assolutamente indispensabile. Risulta
molto utile in casi di emergenza in cui occorra
reinstallare il sistema, non occorrerà infatti reinserire i dati all’interno della partizione perché
possono essere lasciati inalterati nella partizione di home, che rimane indipendente da quella
di root.
Dopo aver fatto questo cliccate su ‘successivo’
apparirà un’altra finestra che vi permetterà di
scegliere gli altri sistemi operativi che sarà possibile avviare al termine dell’installazione, scegliete la partizione in cui avete installato windows
(se l’avete installato), probabilmente riporterà la
dicitura ntfs o fat32 (i due file-system utilizzati
da windows).
Una volta scelto il partizionamento che si preferisce cliccare su ‘modifica le partizioni’ , si aprirà
una finestrella che vi suggerirà i requisiti minimi
di funzionamento del sistema, cliccate su ‘ok’ e
apparirà una finestra con invece il programma
apposito di partizionamento dell’hard disk. Se si
ha spazio libero sul disco cliccare sulla sezione
apposita in alto con il tasto destro del mouse (la
sezione sarà grigia) e cliccare su ‘nuovo’, scegliere l’ampiezza desiderata, ricordando che la
partizione di root deve essere almeno 4GB e
quella di swap almeno 512MB, ricliccare nuovamente col tasto destro del mouse sulla sezione
in alto, che a questo punto sarà diventata di colore bianco, quindi cliccare su ‘formatta come’
e scegliere tra ‘Ext3’ e ‘ReiserFS’ per la partizione di root e ‘linux-swap’ per la partizione di
swap.
Nella sezione in basso ‘seleziona dove vuoi installare il boot manager’ scegliete di installarlo
nel master boot record o MBR, altrimenti al riavvio sarà possibile avviare solamente linux.
Bene, ora cliccate nuovamente su ‘successivo’,
vi apparirà una finestra di conferma delle operazioni eseguite in precedenza, cliccate su ‘ok’
e partirà l’installazione del sistema operativo
openmamba, che durerà al massimo una mezz’ora. Terminata l’installazione cliccate sul tasto
‘successivo’ e poi su ‘riavvia’ per terminare le
operazioni di installazione o su ‘fine’ per provare prima il sistema da CD, il che vi obbligherà
comunque a riavviare successivamente il computer.
Dopo il caricamento del nuovo sistema operativo, successivo all’installazione, apparirà un avviso di benvenuto, leggetelo e cliccate su ‘successivo’ apparirà la licenza sotto cui è vincolato
il software: si tratta di una licenza GPL, quindi
il prodotto è OpenSource, conviene comunque
Se invece non si ha spazio su disco bisognerà
o diminuire la sezione di windows per far spazio
a linux o cancellarla. Per fare questo seguite i
passaggi come descritto prima, ma con i dovuti
accorgimenti.
Ambiente Desktop
leggerla prima di accettarla (per accettarla bisogna prima spuntare la casella apposita), non
vorrete mica fare come i nostri politici che votano le leggi (quindi firmano un contratto per tutti
noi) senza mai averle lette...
stallare applicazioni o modificare i file di sistema
in caso di errata configurazione (questo serve
perché solitamente è prassi usare l’utente senza i permessi di super utente o root, in quanto è
buona cosa non permettere agli utenti tradizionali, e quindi inesperti, di modificare i file di configurazione, per non rischiare di compromettere
il sistema; invece il super utente o root dovrà
essere utilizzato solamente in caso di necessità
e non come utente normale).
Al termine di questo apparirà una finestra per
impostare il vostro account, inserite il vostro nickname o il vostro nome nel campo user e la
vostra password nei campi sottostanti (eventualmente scrivetevela per non dimenticarla), il
primo campo invece è facoltativo. Nella schermata successiva invece lasciate inalterati i primi tre campi in alto (nome macchina, dominio,
workgroup) mentre i due campi in basso sono
obbligatori e servono per impostare la password
per l’amministratore di sistema del vostro sistema operativo, cioè quello che in futuro potrà in-
Fatto questo non ci resta che aspettare il riavvio
completo della nostra openmamba fresca fresca
di installazione e goderci gli effetti di compiz sul
nostro desktop.
Buon divertimento a tutti con la vostra Mamba
nuova fiammante.
Francesco Beato
Ambiente Desktop
Inkscape - Parte 3
Benvenuti alla terza parte del tutorial su Inkscape.
Requisiti: conoscenza di base dell’interfaccia di
Inkscape
Oggi faremo la conoscenza dei tre strumenti di
disegno linee presenti nel nostro adorato programma di grafica vettoriale:
“disegna linee
Passo 1: impostiamo la pagina
a mano libera” (F6),
Partiamo tracciando un rettangolo di base e
dandogli come dimensioni 495 x 300 pixel. I colori che sceglieremo saranno bianco per il riempimento e nero per il bordo (1px di spessore).
“disegna tracciati e linee
diritte” (SHIFT-F6) e
“disegna linee calligrafiche (CTRL-F6) e lo faremo ovviamente in maniera sperimentale, lanciandoci nella creazione
di due loghi.
Poi premiamo CTRL-SHIFT-D e clicchiamo sul
pulsante “adatta la pagina delle selezione” (sì,
non ho ancora avvertito i traduttori italiani dell’errore).
Il primo logo: Monti e Valli
Tornando al disegno andiamo sul menù livello
-> rinomina livello e diamo il nome “sfondo”, poi
blocchiamo il livello premendo sul lucchetto a
fianco del nome, in basso a sinistra nella finestra.
Il primo lavoro che inizieremo sarà qualcosa di
molto semplice: un logo per un’associazione
che si occupa di escursioni. Chiameremo questa ipotetica entità “Monti e Valli”.
Prima di disegnare un logo è sempre necessario fare un minimo di brainstorming e pensare a
cosa si vuole comunicare.
Passo 2: il nome dell’associazione
Un logo è un simbolo “parlante”, quindi deve
avere al suo interno il nome dell’associazione,
possibilmente bello grosso.
Qual è lo scopo dell’associazione Monti e Valli? Probabilmente spingere la gente a fare delle
scampagnate e a visitare le bellezze del territorio in cui si trovano.
Prima di tutto ci servirà un nuovo livello: creiamolo (menù livello -> aggiungi livello) e diamogli
nome “logo”.
Quindi dovremo tenere presente le seguenti
cose:
•
sole
•
prati
•
cielo azzurro
•
monti
•
valli
Ora prendiamo lo strumento testo (F8)
e scriviamo “Monti e Valli” all’interno del nostro disegno.
Io ho scelto come font “MgOpen Modata”, un
font senza grazie e abbastanza tondeggiante, come dimensione ho usato 64 e ho impostato il grassetto per renderlo più ciccioso.
Il risultato lo vedete in questa immagine:
Pensiamo poi un attimo al target di questa associazione. Molto probabilmente si tratterà di
famiglie, quindi dovremo rendere il nostro logo
"simpatico" e "amichevole" anche ai più piccini.
Bene: ora che abbiamo le idee un po' più chiare
su cosa disegnare, iniziamo!
Nome del progetto: logo per “Monti e Valli”
Scopo del progetto: creare un logo simpatico
per una associazione
Passo 3: monti e valli
Durata: 10/15 minuti
Può un logo che parla di monti e valli non raffigurare dei monti e delle valli?
Livello: facile
Ambiente Desktop
Direi di no, quindi prendiamo il primo dei nuovi
strumenti che conosceremo oggi: “disegna tracciati e linee diritte” (SHIFT-F6).
Lo strumento che ci apprestiamo a usare è molto
simile a “crea e modifica tracciati” di The Gimp:
ci permette di creare delle linee di tipo “bezier”
ovvero dei tracciati che possono essere distorti
in un secondo momento.
Tutto ciò che dobbiamo fare e cliccare in un
punto e poi cliccare nuovamente in un altro per
ottenere una linea retta.
Passo 5: prati e neve
Proviamo a realizzare qualcosa di simile alla figura qui sotto:
Un monte è un monte senza la neve? Ovviamente no.
Ora, il nostro problema è che i monti devono
anche avere un po’ di prato e non è possibile
riempire una forma con due colori diversi, quindi
dovremo usare un piccolo trucchetto.
Ma andiamo con ordine: prima di tutto creiamo
il prato, cioè diamo un colore di riempimento ai
nostri monti. Io ho scelto il colore 338000.
Ora che l’erba è cresciuta sui nostri monti, dobbiamo coprire le loro cime con la neve.
Un logo appare simpatico se ci ricorda cose piacevoli, ma anche se ha qualcosa di simile a un
cartone animato: linee buffe e poco spigolose.
La scelta più semplice è spezzare la forma che
abbiamo creato in due forme: una riempita di
verde e una di bianco, quindi creeremo delle forme che comprendano le tre cime e poi useremo
l’azione “divisione” per separarle dal resto del
monte.
Non potendo fare dei monti poco spigolosi (non
sarebbero monti) possiamo optare per qualcosa
di un po’ diverso: dei monti storti.
Prendiamo il secondo strumento di cui ci occupiamo oggi: “disegna linee a mano libera”
(F6).
Prendiamo lo strumento “modifica nodi del tracciato o maniglie di controllo” (F2)
e clicchiamo (tenendo premuto) proprio nel mezzo di una
delle linee appena tracciate.
Questo strumento fa esattamente quello che
dice il suo nome: ci permette di scarabocchiare
sullo schermo, ma in vettoriale. Ciò significa che
tutto ciò che disegneremo, per quanto brutto
possa essere, sarà ingrandibile all’infinito senza
perdita di qualità.
Passo 4: rendiamo il logo simpatico
Trascinando con attenzione la linea noterete che
questa si incurverà, seguendo il vostro mouse,
contemporaneamente compariranno delle righe
(dette “maniglie”) in ciascuno dei due vertici del
segmento che stiamo modificando.
Realizziamo qualcosa di questo tipo:
Provate a realizzare qualcosa di simile a quanto
riportato nella figura a fine paragrafo.
Abbiamo reso i monti un po’ più simpatici, non
sembra anche a voi?
10
Ambiente Desktop
Poi selezioniamo i monti ed una delle forme appena create e andiamo sul menù Tracciato ->
divisione (CTRL-/).
ora selezioniamo il rettangolo di sfondo e diamogli come colore un bel azzurro, io ho scelto
00a7ff.
Vedete? Abbiamo appena separato la cima del
monte dal resto. Ora selezioniamola e diamole
come colore di riempimento un bel bianco. Facciamo lo stesso con le altre due, otterremo qualcosa di simile a questo:
Ora attiviamo lo strumento “crea e modifica i
gradienti” (CTRL-F1),
verifichiamo nella barra di controllo dello strumento che sia selezionato il gradiente lineare
Passo 6: recuperiamo il testo
Il testo è rimasto dietro a tutto mentre dovrebbe
essere molto ben visibile.
Portiamolo in primo piano col tasto (o premendo
HOME).
Certo, la scritta nera non è molto gioiosa. Proviamo a eseguire un’azione “esclusione” tra i
monti e il testo. Selezioniamo i nostri monti e il
testo, poi andiamo su Strumenti -> esclusione
ed ecco cosa otteniamo:
e infine tracciamo il gradiente dall’alto in basso
sul rettangolo. Premendo sul tasto modifica nella barra di controllo dello strumento attiveremo
l’editor di gradiente. Scegliamo il secondo “stop”
dal menù a tendina e diamogli come colore un
bianco totalmente opaco: ffffffff.
Abbiamo finito: Il logo completo della nostra fantomatica associazione Monti e Valli dovrebbe
apparire così:
Passo 7: sole e cielo
Vi siete divertiti? Aspettate di vedere il prossimo
logo...
Per finire aggiungiamo un bel sole dietro ai monti e un bel cielo.
Il secondo logo: Optical
Sul sole niente da dire: si tratta di un semplice
cerchio giallo che porteremo in secondo piano
rispetto al resto.
Per il cielo useremo un gradiente: blocchiamo
il livello “logo” e sblocchiamo il livello “sfondo”,
Il secondo progetto che ci accingiamo a creare
sarà molto diverso: realizzeremo il logo di un altro ipotetico cliente, ma questa volta si tratterà
di una grande azienda che si occupa di supporti
ottici (CD, DVD, ecc) e siccome non ho molta
fantasia ho deciso di chiamarla “Optical”.
11
Ambiente Desktop
Iniziamo come sempre pensando a cosa vogliamo comunicare col nostro logo.
Si tratta di una azienda che produce materiale
per il mondo digitale, quindi dovremo dare di sicuro un’idea di:
•
efficienza
•
precisione
tarsi alle dimensioni del nostro sfondo.
Se a questo punto il vostro gradiente è sparito non allarmatevi, molto probabilmente avete disattivato i 4 pulsanti in fondo alla barra di
controllo dello strumento “seleziona e trasforma
oggetti”:
il che esclude, molto probabilmente, qualunque
forma di logo "amichevole" e cartoonistico.
L'azienda, poi, si occupa di supporti ottici digitali, e cosa vi viene in mente se dico DVD? Ma è
ovvio: riflessi!
Quindi ricapitolando dovremo tenere a mente:
•
efficienza e precisione
•
digitale
•
riflessi
Finita la fase di brainstorming è il momento di
metterci al lavoro
Nome del progetto: logo per “Optical”
Annullate l’operazione e attivateli tutti e 4, poi
riprovate e vedrete che il gradiente seguirà le
nuove coordinate dell’immagine.
Scopo del progetto: creare un logo per una
azienda di supporti ottici
Blocchiamo come al solito il livello e diamogli
nome “sfondo”, poi creiamo il livello “logo” sopra
di esso.
Durata: 30 minuti
Passo 2: riflessi
Livello: medio
È giunto il momento di giocare un po’ col nome
della ditta. Scriviamo “Optical” nel nostro livello
“logo”. Io ho scelto un font con le grazie, e per
la precisione un Bitstream Vera Serif grandezza
72, senza grassetti o corsivi e gli ho dato un colore bianco. Non che sia molto bello da vedere
così, quindi dobbiamo pensare a qualche effetto
carino.
Requisiti: conoscenza di base dell’interfaccia di
Inkscape, dei gradienti, buona capacità manuale
Passo 1: impostiamo la pagina
Come al solito partiamo creando un rettangolo
che useremo come sfondo. Diamogli come dimensioni: 490 x 175 px, 1 pixel di bordo (colore
999999) e come riempimento... beh, che colori
vi vengono in mente pensando ad un DVD? Blu
e viola? Anche a me! Riempiamo il nostro rettangolo con un gradiente, dal blu 1200aa al viola
6800dc, come mostrato in questa figura:
Visto che una delle cose da tenere in considerazione era “riflessi”, creiamo una copia riflessa del
nome della nostra ditta. Per farlo duplichiamo il
testo (seleziona e poi CTRL-D) e trasciniamo in
diagonale l’angolo in alto a sinistra verso l’angolo in basso a destra e poi oltre. Tenendo premuto CTRL faremo sì che il ridimensionamento sia
proporzionale. Diamo a questa copia specchiata
un colore 999999 e disponiamoli come in questa
figura:
Selezioniamo il nostro rettangolo e premiamo
CTRL-SHIFT-D, poi diciamo alla pagina di adat12
Ambiente Desktop
Passo 3: bit
Digitale significa bit, quindi perché non aggiungere un po’ di 1 e di 0 al nostro logo? Prendiamo
ancora lo strumento testo e realizziamo una serie
di righe di lunghezza variabile composte da 0 e 1.
Io ho usato un font Monospace, dimensione 10:
Posizioniamo questo lungo testo ai margini del
disegno ed attiviamo lo strumento “gradiente”.
Selezioniamo il pulsante che abilita i gradienti
radiali
Ora cambiamo l’allineamento del testo: premiamo F8 e, nella barra di controllo dello strumento
testo, scegliamo “allinea a destra” poi attiviamo
lo strumento gradiente, ci assicuriamo che “crea
un gradiente radiale” sia attivato e rovesciamo il
gradiente che dovrebbe già esistere:
Passo 4: movimento
Prima di continuare guardiamo un attimo il nostro disegno. Non lo trovate un po’ statico?
Bit, scritte, nulla che esprima la dinamicità di
un’azienda leader nel settore e la Optical è
un’azienda leader, o almeno abbiamo deciso
che lo sia. Anzi (se dobbiamo fantasticare almeno facciamolo in grande) la Optical è la più
grande azienda del settore e ci pagherà milioni
di euro per il logo che stiamo realizzando.
Vi sentite più motivati ora?
Bene, perché ci aspetta un bel lavorone: rendere il logo più movimentato.
e creiamo un gradiente come nella figura sottostante:
Usiamo come colore di partenza ffffff96 (cioè
un bianco con un livello di trasparenza 150) e
come colore di arrivo ffffff00, cioè trasparente. Il nostro logo inizia ad essere un po’ meno
vuoto.
Duplichiamo il nostro blocco di bit e trasciniamolo nell’angolo in basso a destra dell’immagine.
Prima di farlo assicuriamoci di aver attivato i 4
tasti in fondo alla barra di controllo dello strumento “seleziona e trasforma oggetti”, come all’inizio di questo disegno.
Per farlo introdurremo una serie di “onde” create
con lo strumento “disegna tracciati e linee diritte” (SHIFT-F6).
Provate a realizzare qualcosa di simile a questa
figura:
Ora, con molta attenzione, selezionate tutte le
linee appena create (click del mouse + SHIFT) e
assegnate a tutte il colore bianco. Poi, sempre
con tutte le linee selezionate, impostate la trasparenza a 30, scrivendo questo valore nella casella
in basso a sinistra, chiamata “Opacità generale”.
Come ultima azione spostate tutte queste linee
in fondo a questo livello premendo il tasto.
Passo 5: il tocco finale
Manca ancor qualcosa al nostro logo, non vi
13
Ambiente Desktop
pare? È ora di fare la conoscenza del terzo strumento di questo tutorial: “disegna linee calligrafiche” (CTRL-F6)
che permette di disegnare
linee simili a quelle che lascia il pennino del calligrafo.
Usare questo strumento è davvero difficile: dovete avere una mano molto rapida e precisa,
oppure molta pazienza e una vera passione per
il tasto “annulla”. Io, che rientro nella seconda
categoria, ho provato parecchie volte prima di
ottenere la linea che vedete nella figura qui sotto.
Provateci anche voi: ho usato un giallo ffff00
per il riempimento e ho ovviamente rimosso il
bordo.
Che ve ne pare? Vi piace il logo che abbiamo
realizzato?
Vi assicuro che è piaciuto anche agli alti dirigenti
dell’ipotetica ditta Optical, che mi hanno pagato,
per questo logo, un sacco di milioni... ipotetici
ovviamente!
Conclusione
In questa puntata abbiamo fatto la conoscenza
dei tre strumenti di disegno linee di Inkscape,
abbiamo inoltre imparato a lavorare con i gradienti e progettare dei semplici loghi.
Vi è venuta voglia di lanciarvi in qualche disegno
assurdo? Perfetto: sono sicuro che vi divertirete
un sacco nella prossima puntata, in cui parleremo di...
no, non ve lo dico :P
CoD
14
Pillole
Pillole
Utilizzo pratico di grep
che indicano rispettivamente l’inizio e la
fine della parola. Ad esempio per cercare le parole che terminano con le lettere
“ole” basterà digitare grep -r ‘ole\>’
/home/user;
Il comando grep è sicuramente uno dei più utili
quando andiamo a ricercare qualcosa, sia essa
contenuta in un file o in qualsiasi altro “oggetto”
del nostro sistema operativo (ricordate che tutto
è un file con il nostro sistema operativo). Dalla pagina di manuale vediamo che la definizione che ne viene data è: grep - print lines
matching a pattern; questo infatti è il suo
funzionamento primario: prende un file in input,
cerca le righe contenti un pattern dato ed infine
le stampa a schermo.
• ps ax | grep '[h]ttpd': è un co-
mando molto utile che cerca tra i processi
attivi (dati da ps ax) tutti i processi che
contengano la stringa data, in questo
caso httpd. La prima lettera è rinchiusa tra parentesi quadre perché si tratta
di un’espressione regolare, nel caso non
lo fosse, oltre a tutti i processi del webserver, grep troverebbe anche se stesso,
disturbando la consultazione dei risultati;
Ci sono però un’infinità di utilizzi diversi del comando, andiamone a vedere qualcuno con degli
esempi commentati:
• grep -r 'hello' /home/user | grep
'world': naturalmente usando bene gli
• grep -r 'hello' /home/user: cerca
nella home dell’utente user tutte le occorrenze della stringa ‘hello’, l’opzione r permette di controllare ricorsivamente
tutte le cartelle sotto quella indicata;
• grep -r -l 'hello' /home/user: ab-
biamo aggiunto al comando precedente
l’opzione -l che modifica l’output del comando. Infatti ora grep ci listerà non più
le righe contenenti la stringa, ma i files
che hanno almeno un’occorrenza della
stringa dentro di essi;
• grep -r -l -v 'hello' /home/user:
ancora un’altra opzione, questa volta si
tratta di -v che sta per inVerse matching.
Qui il comportamento di grep si inverte e
seleziona non più i files che contengono
un’occorrenza della stringa cercata, ma
tutti gli altri;
• grep -r -w 'hello' /home/user: negli
esempi precedenti veniva cercata un’occorrenza della stringa senza curarsi del
fatto che essa fosse o meno una parola
a sé stante; con l’opzione -w risolviamo
questo inconveniente: il comando non
andrà a considerare le righe con parole composte dalla stringa data, ma solo
quelle che contengono effettivamente la
parola isolata dalle altre. Oltre a questa
opzione è possibile anche usare, direttamente nella stringa da cercare, \< e \>,
outputs, si possono concatenare diversi
grep per ottenere l’effetto voluto. Qui gli
outputs saranno le righe contenenti sia
‘hello’ sia ‘world’.
Altre informazioni importanti le trovate sulla pagina di manuale man grep, mentre altri esempi
sono consultabili da qui.
Stonedz
Crontab e i cronjobs
L’automatizzazione dello svolgimento di operazioni uguali o simili tra loro, è sicuramente un
grande vantaggio nel mondo dell’informatica.
Nel mondo degli Unices ci viene in aiuto il comando crontab che si interfaccia con il demone chiamato comunemente crond. Questo comando ci permette di modificare ed aggiungere
nuove operazioni che il demone crond andrà ad
eseguire al momento da noi specificato.
Quando voglio inserire o modificare i miei
cronjobs (lavori che saranno svolti da crond)
utilizzo:
crontab -e
Dove -e sta per edit. Infatti non faremo altro
che modificare un semplice file di testo, il quale
viene costantemente tenuto sotto controllo dal
demone cron per sapere quando e quale applicazione eseguire.
Dopo aver dato il comando precedente, un file di
15
Pillole
testo verrà aperto nel nostro editor predefinito,
nel caso non ci siano precedenti cronjobs il file
sarà vuoto, altrimenti ci basterà aggiungere una
riga per iniziare a pianificare l’esecuzione delle
nostre applicazioni. Ecco un esempio di un file
aperto con il comando crontab -e
30 0 * * * /usr/local/bin/
backup_server subversion
• Intervalli es. 1-3 (inclusi gli estremi)
• Liste es 1,4,5 o 1-4-5
• Steps */2 (Ad esempio, nel campo ora,
acquista il significato di: “ogni due ore”)
Come ultima cosa è utile sapere che al posto
dei primi cinque campi è possibile utilizzare delle espressioni riservate. Queste parole sono:
• @reboot: ad ogni reboot.
45 0 * * * /usr/local/
bin/backup_server site
• @yearly: ogni anno.
30 23 * * * /usr/local/bin/
backup_server trac_projects
• @annually: come sopra.
50 23 * * * /usr/local/bin/
backup_server save_to_remote
• @monthly: ogni mese.
40 23 * * * /usr/local/bin/
backup_server configuration
• @daily: ogni giorno.
• @weekly: ogni settimana.
• @midnight: alla mezzanotte di ogni giorno.
0 5 * * * /usr/local/bin/
cvsup /root/ports-supfile
La prima cosa da dire è che l’asterisco (*) assolve qui il significato di ‘sempre’, ‘qualsiasi’.
Vediamo subito che l’ultima parte di ogni riga è
composta da un comando; per essere più precisi
abbiamo un percorso assoluto di un eseguibile
seguito dalle sue opzioni. E’ importante sapere
che i percorsi degli eseguibili vanno inseriti nella forma assoluta, pena non vedersi eseguito il
proprio cronjob.
Non ci resta che capire che cosa siano i cinque
elementi che precedono il percorso dell’eseguibile. Si tratta di indicazioni sul quando il comando in questione verrà eseguito. Da sinistra a destra, con i valori permessi, abbiamo:
• Minuti: da 0 a 59
• Ore: da 0 a 23
• Giorno del mese: da 1 a 31
• Mese: da 0 a 12
• Giorno della settimana: da 0 a 7 (con 0
e 7 che valgono come domenica)
Ora è facile capire quando vengano eseguiti i
comandi dell’esempio precedente: Il primo viene eseguito (partiamo da destra anche questa
volta) qualsiasi giorno della settimana (*), in
qualsiasi mese (*), in qualsiasi giorno del mese
(*), alle ore 0 e 30 minuti, e così funziona per gli
altri.
• @hourly: ogni ora.
Come al solito la pagina di manuale di crontab
potrà fornirvi ulteriori informazioni.
Stonedz
Scanner HP 5100c
parallelo su Ubuntu
Scaricarsi gli headers del kernel corrente:
$ sudo apt-get install
linux-headers-`uname
poi scaricarsi i drivers scsi:
wget http://penguin-breeder.
org/kernel/download/ppscsibeta2-20060424.tar.gz
poi scompattare e modificare i seguenti file:
• ppscsi.h
sostituire la seguente riga:
#include <linux/config.h>
con:
#include <linux/autoconf.h>
• ppscsi.c
sostituire la seguente riga:
static void ppsc_tq_int (void *data)
con:
I valori specificati nei campi tempo/data, possono essere espressi in diverse maniere:
16
Pillole
static void ppsc_tq_int
(struct work_struct *data)
e poi la seguente riga:
INIT_WORK(&pha->wq, ppsc_
tq_int, pha);
$ sudo cp ppscsi.ko epst.
ko /lib/modules/`uname -r`/
kernel/drivers/parport
$ sudo depmod
accendere lo scanner:
con:
$ sudo modprobe ppscsi
INIT_WORK(&pha->wq, ppsc_tq_int);
$ sudo modprobe epst
salvare e lanciare:
aggiungere alla fine del file /etc/modules:
# make
ppscsi
infine copiare i file ko in parport:
epst
Ermanno Bombace
17
GNU FDL
GNU Free Documentation License
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Copyright (C) 2000,2001,2002 Free Software Foundation, Inc.
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the back cover. Both covers must also clearly and legibly identify you as the publisher of these
copies. The front cover must present the full title with all words of the title equally prominent and
visible. You may add other material on the covers in addition.
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listed (as many as fit reasonably) on the actual cover, and continue the rest onto adjacent pages.
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with each Opaque copy a computer-network location from which the general network-using public
has access to download using public-standard network protocols a complete Transparent copy of
the Document, free of added material.
If you use the latter option, you must take reasonably prudent steps, when you begin distribution of
Opaque copies in quantity, to ensure that this Transparent copy will remain thus accessible at the
stated location until at least one year after the last time you distribute an Opaque copy (directly or
through your agents or retailers) of that edition to the public.
It is requested, but not required, that you contact the authors of the Document well before redistributing any large number of copies, to give them a chance to provide you with an updated version
of the Document.
4. MODIFICATIONS
You may copy and distribute a Modified Version of the Document under the conditions of sections 2
and 3 above, provided that you release the Modified Version under precisely this License, with the
Modified Version filling the role of the Document, thus licensing distribution
and modification of the Modified Version to whoever possesses a copy of it. In addition, you must
do these things in the Modified Version:
A. Use in the Title Page (and on the covers, if any) a title distinct from that of the Document, and
from those of previous versions (which should, if there were any, be listed in the History section of
the Document). You may use the same title as a previous version if the original publisher of that
version gives permission.
B. List on the Title Page, as authors, one or more persons or entities responsible for authorship of
the modifications in the Modified Version, together with at least five of the principal authors of the
Document (all of its principal authors, if it has fewer than five), unless they release you from this
requirement.
C. State on the Title page the name of the publisher of the Modified Version, as the publisher.
D. Preserve all the copyright notices of the Document.
E. Add an appropriate copyright notice for your modifications adjacent to the other copyright noti20
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ces.
F. Include, immediately after the copyright notices, a license notice giving the public permission
to use the Modified Version under the terms of this License, in the form shown in the Addendum
below.
G. Preserve in that license notice the full lists of Invariant Sections and required Cover Texts given
in the Document’s license notice.
H. Include an unaltered copy of this License.
I. Preserve the section Entitled “History”, Preserve its Title, and add to it an item stating at least
the title, year, new authors, and publisher of the Modified Version as given on the Title Page. If
there is no section Entitled “History” in the Document, create one stating the title, year, authors,
and publisher of the Document as given on its Title Page, then add an item describing the Modified
Version as stated in the previous sentence.
J. Preserve the network location, if any, given in the Document for public access to a Transparent
copy of the Document, and likewise the network locations given in the Document for previous versions it was based on. These may be placed in the “History” section. You may omit a network location for a work that was published at least four years before the Document itself, or if the original
publisher of the version it refers to gives permission.
K. For any section Entitled “Acknowledgements” or “Dedications”, Preserve the Title of the section,
and preserve in the section all the substance and tone of each of the contributor acknowledgements
and/or dedications given therein.
L. Preserve all the Invariant Sections of the Document, unaltered in their text and in their titles.
Section numbers or the equivalent are not considered part of the section titles.
M. Delete any section Entitled “Endorsements”. Such a section may not be included in the Modified
Version.
N. Do not retitle any existing section to be Entitled “Endorsements” or to conflict in title with any
Invariant Section.
O. Preserve any Warranty Disclaimers.
If the Modified Version includes new front-matter sections or appendices that qualify as Secondary
Sections and contain no material copied from the Document, you may at your option designate
some or all of these sections as invariant. To do this, add their titles to the list of Invariant Sections
in the Modified Version’s license notice.
These titles must be distinct from any other section titles.
You may add a section Entitled “Endorsements”, provided it contains nothing but endorsements of
your Modified Version by various parties--for example, statements of peer review or that the text
has been approved by an organization as the authoritative definition of a standard.
You may add a passage of up to five words as a Front-Cover Text, and a passage of up to 25 words as a Back-Cover Text, to the end of the list of Cover Texts in the Modified Version. Only one
passage of Front-Cover Text and one of Back-Cover Text may be added by (or through arrangements made by) any one entity. If the Document already includes a cover text for the same cover,
previously added by you or by arrangement made by the same entity you are acting on behalf of,
you may not add another; but you may replace the old one, on explicit permission from the previous
publisher that added the old one.
The author(s) and publisher(s) of the Document do not by this License give permission to use their
names for publicity for or to assert or imply endorsement of any Modified Version.
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5. COMBINING DOCUMENTS
You may combine the Document with other documents released under this License, under the terms defined in section 4 above for modified versions, provided that you include in the combination
all of the Invariant Sections of all of the original documents, unmodified, and list them all as Invariant Sections of your combined work in its license notice, and that you preserve all their Warranty
Disclaimers.
The combined work need only contain one copy of this License, and multiple identical Invariant
Sections may be replaced with a single copy. If there are multiple Invariant Sections with the same
name but different contents, make the title of each such section unique by adding at the end of it, in
parentheses, the name of the original author or publisher of that section if known, or else a unique
number.
Make the same adjustment to the section titles in the list of Invariant Sections in the license notice
of the combined work.
In the combination, you must combine any sections Entitled “History” in the various original documents, forming one section Entitled “History”; likewise combine any sections Entitled “Acknowledgements”, and any sections Entitled “Dedications”. You must delete all sections Entitled “Endorsements”.
6. COLLECTIONS OF DOCUMENTS
You may make a collection consisting of the Document and other documents released under this
License, and replace the individual copies of this License in the various documents with a single
copy that is included in the collection, provided that you follow the rules of this License for verbatim
copying of each of the documents in all other respects.
You may extract a single document from such a collection, and distribute it individually under this
License, provided you insert a copy of this License into the extracted document, and follow this
License in all other respects regarding verbatim copying of that document.
7. AGGREGATION WITH INDEPENDENT WORKS
A compilation of the Document or its derivatives with other separate and independent documents or
works, in or on a volume of a storage or distribution medium, is called an “aggregate” if the copyright
resulting from the compilation is not used to limit the legal rights of the compilation’s users beyond
what the individual works permit.
When the Document is included in an aggregate, this License does not apply to the other works in
the aggregate which are not themselves derivative works of the Document.
If the Cover Text requirement of section 3 is applicable to these copies of the Document, then if the
Document is less than one half of the entire aggregate, the Document’s Cover Texts may be placed
on covers that bracket the Document within the aggregate, or the electronic equivalent of covers if
the Document is in electronic form.
Otherwise they must appear on printed covers that bracket the whole aggregate.
8. TRANSLATION
Translation is considered a kind of modification, so you may distribute translations of the Document
under the terms of section 4. Replacing Invariant Sections with translations requires special permission from their copyright holders, but you may include translations of some or all Invariant Sections
in addition to the original versions of these Invariant Sections. You may include a translation of
this License, and all the license notices in the Document, and any Warranty Disclaimers, provided
that you also include the original English version of this License and the original versions of those
notices and disclaimers. In case of a disagreement between the translation and the original version
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of this License or a notice or disclaimer, the original version will prevail.
If a section in the Document is Entitled “Acknowledgements”, “Dedications”, or “History”, the requirement (section 4) to Preserve its Title (section 1) will typically require changing the actual title.
9. TERMINATION
You may not copy, modify, sublicense, or distribute the Document except as expressly provided
for under this License. Any other attempt to copy, modify, sublicense or distribute the Document
is void, and will automatically terminate your rights under this License. However, parties who have
received copies, or rights, from you under this License will not have their licenses terminated so
long as such parties remain in full compliance.
10. FUTURE REVISIONS OF THIS LICENSE
The Free Software Foundation may publish new, revised versions of the GNU Free Documentation
License from time to time. Such new versions will be similar in spirit to the present version, but may
differ in detail to address new problems or concerns. See
http://www.gnu.org/copyleft/. Each version of the License is given a distinguishing version number.
If the Document specifies that a particular numbered version of this License “or any later version”
applies to it, you have the option of following the terms and conditions either of that specified version
or of any later version that has been published (not as a draft) by the Free Software Foundation. If
the Document does not specify a version number of this License, you may choose any version ever
published (not as a draft) by the Free Software Foundation.
ADDENDUM: How to use this License for your documents
To use this License in a document you have written, include a copy of the License in the document
and put the following copyright and license notices just after the title page:
Copyright (c)
YEAR
YOUR NAME.
Permission is granted to copy, distribute and/or modify this document
under the terms of the GNU Free Documentation License, Version 1.2
or any later version published by the Free Software Foundation;
with no Invariant Sections, no FrontCover Texts, and no Back-Cover Texts.
A copy of the license is included in the section entitled “GNU
Free Documentation License”.
If you have Invariant Sections, Front-Cover Texts and Back-Cover Texts, replace the “with...Texts.”
line with this:
with the Invariant Sections being LIST THEIR TITLES, with the
Front-Cover Texts being LIST, and with the Back-Cover Texts being LIST.
If you have Invariant Sections without Cover Texts, or some other combination of the three, merge
those two alternatives to suit the situation.
If your document contains nontrivial examples of program code, we recommend releasing these
examples in parallel under your choice of free software license, such as the GNU General Public
License, to permit their use in free software.
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