COLLEGIO MAESTRI DI SCI FRIULI VENEZIA GIULIA ASSEMBLEA

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COLLEGIO MAESTRI DI SCI FRIULI VENEZIA GIULIA ASSEMBLEA
COLLEGIO MAESTRI DI SCI FRIULI VENEZIA GIULIA
ASSEMBLEA REGIONALE 2012
Molino delle Tolle 31 ottobre 2012
Care maestre e maestri,
siamo all'inizio di una stagione invernale che si apre piena di incertezze, il cui andamento è
estremamente difficile da prevedere. Senz'altro dipenderà molto anche dalle condizioni climatiche
che, si spera, non ci regalino un anno scarso di neve come quello passato. Speriamo che almeno la
vista delle montagne innevate e la suggestione di fantastiche discese sugli sci e sulla tavola
inducano i turisti a salire in macchina, sobbarcarsi il costo di un pieno di carburante, e muoversi
verso le nostre stazioni invernali, magari a prendere qualche lezione di sci.
È triste trovarsi nella condizione di sperare che il turista prenda 'qualche' lezione di sci, quando in
passato frequentare la scuola di sci era quasi un obbligo, all'interno della settimana bianca. Ci si
rende conto che, a parte per i principianti, per gli altri sciatori la scuola di sci rappresenta oggi un
costo aggiuntivo che può essere sacrificato pur di concedersi qualche giorno sulla neve. In queste
condizioni il mercato di riferimento non può essere allora altro che quello dei bambini, per i quali
molti genitori sono disposti a rinunciare addirittura a sciare pur di mandarli a scuola di sci per farli
imparare. Un secondo mercato di riferimento molto importante è quello dello sciatore maturo, lo
sciatore della terza età, pensionato, appassionato, senza figli disoccupati da mantenere, desideroso
di imparare, perfezionarsi, divertirsi.
Sono due mercati piuttosto diversi tra loro, con motivazioni, aspettative e richieste specifiche. Sono
inoltre mercati sui quali convergono in questo momento le attenzioni di tutti gli operatori del
settore, per cui nel rapportarci ad essi bisogna essere consapevoli della forte concorrenza che si
deve affrontare. Continuando a sparare nel mucchio sperando di colpire qualche cosa porterà
inevitabilmente a forti delusioni, perché di bersagli utili nel mucchio oggigiorno ne sono rimasti ben
pochi. Bisogna imparare a studiare i mercati e lavorare allo scopo di perfezionare il servizio e
l'immagine che vogliamo proporre a quelli più favorevoli per le nostre possibilità e risorse. Non è
un lavoro che si fa in pochi giorni, né agendo in modo isolato. Non è nemmeno un lavoro che può
partire mirando direttamente al bersaglio finale. Chi conosce i boschi sa che in un rimboschimento
non si può piantare direttamente la specie di riferimento, anche se questa era l'essenza dominante
nel passato: bisogna prima immettere quelle specie che favoriscono il deposito delle necessarie
sostanze nutritizie nel terreno e, solo in seguito, passare a quelle definitive.
Perché questo esempio? È presto detto. Si sta parlando di promozione, di apertura verso nuovi
mercati, ho sentito citare freestyle, freeride, paesi nordici. Ma possiamo, in questo momento,
proporci a quella clientela con ciò che abbiamo? E se l'impegno desse un risultato negativo? Per
fare un esempio la promozione di Promotur attraverso MacDonalds ha portato solamente qualche
decina di clienti. Dobbiamo stare attenti che meno si lavora, meno risorse si hanno a disposizione
per affrontare nuovi mercati. Sono troppi anni che, ad esempio, le nostre scuole di sci soffrono della
mancanza dei corsi collettivi infrasettimanali. Per lavorare bene bisogna innanzitutto lavorare con
continuità.
Abbiamo quindi bisogno di riempire le nostre settimane invernali con clientela che ci permetta di
mantenere alta, e migliorare, la qualità del nostro servizio. A chi rivolgerci? C'è poco da fare, il
mercato più promettente è quello scolastico. Ma che cosa ne pensano le altre componenti del
turismo invernale? Sembra che invece a molti di loro non interessi. Le scuole non stanno passando
un grande momento, come del resto la maggior parte delle istituzioni in Italia, che cosa si fa? Si
aumenta il costo dello skipass giornaliero scolastico. Ma perché, visto che gli impianti devono
girare ugualmente? Sono scelte che non riusciamo a capire. Vedendo l'offerta proposta dalle stazioni
invernali austriache, alto-atesine, del trentino, ci si rende conto che la forbice qualitativa con le
nostre si sta aprendo a dismisura, e non per l'offerta di impianti e piste, ma per quella dei servizi
globali. D'altra parte come possono crescere i nostri servizi se ormai da decenni li stiamo
penalizzando portando clientela dai paesi dell'est europeo a prezzi di svendita, clientela che non
lascia un euro al di fuori dell'agenzia turistica che le organizza i soggiorni.
Così non si cresce, e non crescendo non possiamo pensare di proporci a clientela più esigente.
Almeno le scuole ci possono dare continuità nel lavoro, permettere di portare avanti una stagione
organizzando corsi collettivi, serate didattiche, attività di tipo diverso collegate alla montagna, la
neve, lo sport.
L'offerta ad un settore passa attraverso componenti diverse: per i bambini non basta un campo
scuola principianti con due pupazzi, servono strutture collegate tra di loro, in modo da fornire un
servizio completo, a 360 gradi, che qualifichi la stazione e ne faccia parlare in senso positivo sui
forum e tra la clientela. Serve che le scuole ed i maestri siano consapevoli del ruolo che hanno,
mantenendo una coerenza tra la proposta ed il prodotto. Non è facile, ma nei momenti di crisi la
capacità di specializzarsi può risultare l'arma vincente. Analogo il discorso per lo sciatore maturo:
probabilmente la formula della lezione standard non è più sufficiente. In questi giorni la scuola Jam
Session, che d'estate opera a Les Deux Alpes, organizza una settimana a Stubai con 250 iscritti ai
corsi. Chi conosce Jam session sa che i loro corsi non sono tradizionali, ma la formula è vincente,
basta frequentare il sito Skiforum per rendersene conto.
Lunedì ci sarà un incontro in Promotur con i coordinatori degli insegnanti di educazione fisica
regionali; molte cose dovranno essere messe sul tavolo.
Il progetto pilota europeo per la libera circolazione dei maestri di sci sta, faticosamente e tra molte
incertezze, andando avanti. Ai maestri di sci alpino, quest'anno sarà consegnato un bollino da
applicare alla tessera. Sino al 30 giugno 2013 questo bollino permetterà loro di muoversi da uno
stato all'altro senza particolari formalità, tranne l'Austria. Poiché non tutti i paesi europei hanno
aderito al progetto pilota la Slovenia non rientra in questo. Ciò significa che per quanto riguarda i
maestri con abilitazione slovena la normativa rimane quella in vigore sino ad ora.
Lunedì ci sarà un incontro a Roma tra i rappresentanti dei maestri di sci e la direzione dell'IMPS. Si
spera si possa giungere ad una soluzione delle varie problematiche a questo legate.
Quest'anno è venuto a mancare il rinnovo della sponsorizzazione a livello nazionale da parte
dell'ENI. Ciò significa che l'AMSI nazionale viene a perdere un contributo di 150.000 euro annui.
Inoltre, è notizia di ieri, al proprietario di Bailo sono stati sequestrati i beni dalla finanza, per cui
anche le entrate da parte del fornitore delle divise vengono messe in forse. Sembra comunque non ci
saranno problemi per la distribuzione delle divise nazionali.
Progetti regionali
Stiamo continuando a portare avanti il nostro progetto “Io, sulla neve con la testa!” mirato a portare
più classi scolastiche in montagna. Abbiamo già iniziato a ricevere le adesioni da parte di alcune
attività commerciali e di servizi. Sappiamo che questa prima stagione sarà interlocutoria e ci sarà
bisogno di lavorare sodo per riuscire a far conoscere e crescere l'iniziativa. Non ci aiuta la difficoltà
di contattare i responsabili scolastici. Anche la riorganizzazione degli istituti scolastici ci ha
penalizzato con il cambiamento di molti indirizzi e recapiti di posta elettronica. È necessaria la
collaborazione di tutti e vorrei chiedere all'assemblea di esprimersi relativamente alla necessità di
investire risorse economiche anche del collegio regionale per poter dare un compenso a coloro che
dovranno contattare e portare i materiali ai negozi e alle aziende che ci supportano. Un simile
lavoro non può essere portato avanti esclusivamente dal direttivo, ne tantomeno dal solo presidente,
per cui è necessario individuare dei collaboratori e, giustamente, prevedere un loro compenso.
È partito il nuovo corso di formazione per maestri di sci alpino. Secondo la tradizionale alternanza
quest'anno avrebbero dovuto partire anche i corsi per maestri di fondo e snowboard. Purtroppo
l'onerosità dell'impegno, la riduzione del contributo regionale assegnatoci e la decurtazione sul
contributo relativo all'anno 2010, di cui dirò tra poco, hanno fatto scegliere per l'organizzazione del
solo corso per lo sci alpino. Questa scelta, seppur sofferta, è stata fatta nell'ottica di garantire al
corso la massima qualità mantenendo un costo il più contenuto possibile per i partecipanti.
Purtroppo questa non è l'idea di tutti. Vediamo troppi casi in cui i corsi di formazione sono
organizzati solamente per fare 'cassa', a discapito non solo della qualità, dal momento che in
generale questi corsi raccolgono coloro che sono stati esclusi dai corsi organizzati dalle regioni
tradizionalmente 'sciistiche', ma anche del corretto bilanciamento tra domanda e offerta nelle
stazioni invernali di tutt'Italia. I maestri formati in queste regioni che non hanno un mercato in
grado di giustificare il numero degli abilitati vanno infatti poi a esercitare in quelle regioni nelle
quali magari si cerca di mantenere un buon equilibrio.
Nota dolentissima è il decurtamento che la Regione ha operato sul contributo a suo tempo stanziato
per l'attività del 2010. A causa della mancata rivalutazione delle diverse voci di spesa, richiesta a
suo tempo dal Collegio, ma mai applicata, la Corte dei Conti ha stabilito che una parte delle spese
rendicontate non erano ammissibili in quanto basate su un bilancio di previsione che non teneva
conto dei tetti massimi di spesa. La rivalutazione delle spese ammissibili ha ridotto quello che era il
bilancio di previsione dei corsi e la Regione ha pensato bene di ridurre il contributo
proporzionalmente. In questo modo siamo venuti a perdere 23.000,00 euro in un colpo solo. Ora
speriamo si riesca a trovare una strada per evitare che la stessa problematica si ripresenti per i
contributi degli anni successivi.
Concludo la mia relazione ringraziando tutto il consiglio direttivo e la segretaria Ambra per il
lavoro 'dietro alle quinte' che svolge per far funzionare la nostra struttura.
Un buon inverno a tutti!