La disciplina dell`adozione internazionale tra diritto interno

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La disciplina dell`adozione internazionale tra diritto interno
Riassunto Tesi di Laurea
di Loredana Carminati, Matricola 52890
La disciplina dell’adozione internazionale tra diritto interno e diritto
internazionale privato.
Nell’ambito di una sempre più diffusa rilevanza del fenomeno adottivo internazionale,
nonché in ragione del carattere puerocentrico che il medesimo fenomeno ha assunto negli ultimi
decenni, la tesi presentata si pone come obiettivo l’analisi della disciplina dell’istituto predetto, alla
luce altresì delle problematiche più recenti, derivanti dalle nuove esigenze di genitorialità emerse
nella realtà sociale moderna. Nello specifico, lo studio è finalizzato alla risoluzione di alcune
rilevanti questioni internazional-privatistiche connesse all’individuazione delle modalità e dei criteri
atti a garantire che provvedimenti stranieri pronunciati nel contesto di un procedimento di adozione
internazionale possano acquisire efficacia nel nostro ordinamento.
Per ragioni sistematiche e propedeutiche, il presente lavoro si dedica inizialmente alla
ricostruzione delle tappe fondamentali dell’evoluzione storico-giuridica dell’istituto in esame, sia
sotto il profilo intergovernativo sia sotto il profilo prettamente interno: dai primi significativi testi
sovranazionali redatti dall’O.N.U. per la tutela dei minori, alla Convenzione di Strasburgo del 1967
così come successivamente innovata nel 2008; dalla normativa speciale italiana prevista dal titolo
III della Legge 4 maggio 1983, n.184, alla Legge 476 del 31 dicembre 1998, che non solo ha
recepito l’importante Convenzione dell’Aja 1993 “per la tutela dei minori e la cooperazione in
materia di adozione internazionale” (quale normativa di diritto materiale uniforme), ma ha altresì
modificato quella parte della precedente disciplina interna riguardante specificamente l’istituto in
commento, incidendo inevitabilmente così anche sulla disciplina internazional-privatistica della
materia; infine, dalla legge 218/1995 di riforma del sistema italiano di diritto internazionale privato
(non applicabile alla fattispecie in commento per espressa previsione del suo art. 41), alla più
recente modifica della normativa adottiva nazionale ex Legge 28 marzo 2001, n. 149, nonché alla
proposta di un’ulteriore controriforma meglio rispondente alle esigenze sociali moderne.
Lo studio prosegue attraverso la disamina della vigente disciplina italiana in materia di
adozione internazionale, quale presupposto fondamentale per la miglior definizione dei rispettivi
profili internazional-privatistici, inizialmente individuati come obiettivo finale del presente lavoro.
In particolare, dopo aver identificato i soggetti coinvolti nel procedimento adottivo internazionale,
quest’ultimo è stato altresì descritto in ragione delle tre distinte fasi che lo contraddistinguono: la
prima, diretta ad accertare giudizialmente l’idoneità degli aspiranti genitori all’adozione
internazionale, si conclude attraverso l’emanazione del relativo decreto ad opera del competente
giudice italiano; la seconda, atta a garantire il miglior abbinamento tra adottanti e adottati, si risolve
con l’emanazione ad opera delle autorità estere di un corrispondente provvedimento a contenuto
adottivo; mentre, l’ultima, diretta a garantire il riconoscimento dello stesso provvedimento straniero
nel nostro ordinamento giuridico, si definisce mediante relativa sentenza del giudice italiano.
È proprio con l’analisi di quest’ultimo fondamentale aspetto internazional-privatistico che il
presente lavoro si conclude. In tale contesto vengono innanzitutto esplicate le condizioni affinché
un provvedimento adottivo emesso all’estero possa acquisire validamente efficacia nel nostro Paese,
ferma restando la diversificazione che tali condizioni subiscono in ragione della natura dello stesso
provvedimento straniero (provvedimento di adozione o di affidamento preadottivo) nonché a
seconda del Paese di provenienza del minore adottato (Stato membro della Convenzione
dell’Aja 1993 - o comunque firmatario di relativi Accordi bilaterali con l’Italia - oppure Paese
extraconvenzionale e privo di ogni altro rapporto bilaterale con lo Stato italiano). Contestualmente
la disamina permette di evidenziare altresì la completa assenza di una disciplina internazionlprivatistica per tutti quei provvedimenti che, seppur non espressamente regolamentati nel sistema
giuridico italiano, sono stati inconsapevolmente introdotti in quest’ultimo dal nostro legislatore
attraverso l’ammissione della riconoscibilità delle cc.dd. adozioni straniere: è il caso dei
provvedimenti a contenuto adottivo emanati da Autorità estere a favore del single o di coppia
omosessuale nonché dei provvedimenti privi di un siffatto contenuto, ma unici strumenti nel Paese
in cui sono stati pronunciati idonei a garantire una tutela al minore abbandonato (tra questi, il
provvedimento di kafala islamica). In ragione di una tale lacuna legislativa, la presente tesi giunge
così a descrivere il ruolo fondamentale assunto in materia dalla giurisprudenza più recente, seppur
precisando come quest’ultima non sempre abbia dimostrato di possedere una visione conforme alle
esigenze multiculturali proprie di una società globalizzata quale quella odierna, diversamente da ciò
che è accaduto in altri Paesi giuridicamente comparabili al nostro (in particolare negli Stati
europei).