Diapositiva 1 - Università degli Studi di Foggia

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Diapositiva 1 - Università degli Studi di Foggia
LEZIONE 9
Corso di:
GESTIONE DELLE RISORSE AMBIENTALI
“GESTIONE DELLE
RISORSE IDRICHE”
Caratteristiche fisico-chimiche dell’acqua
importanti proprietà solventi, soprattutto nei
confronti dei composti ionici;
elevato punto di fusione, ( 0° C rispetto ai -90° C
ipotizzabili in base al peso molecolare ed al tipo
di composto) ed elevato
punto di ebollizione, ( 100° C rispetto ai -80 ° C),
che fanno sì che l'acqua sia liquida a
temperatura ambiente;
elevati calore specifico e calore latente di
evaporazione
densità massima a + 4° C.
Molecola d’acqua allo
stato liquido
Molecola d’acqua
Molecola d’acqua allo
stato solido
Lo stock di acqua sulla Terra
Acquasalata
OceanoPacifico
emari adiacenti
Oceano
Atlanticoemari
adiacenti
OceanoIndiano
emari adiacenti
TOTALE
(km3)
%
Acquadolce
725.000.000 51,4
Ghiacci polari e
ghiacciai
355.000.000 25,2
Acquesotterranee
finoa750m
290.000.000 20,6
(km3)
%
30.000.000
2,0
4.400.000
0,3
5.600.000
0,4
120.000
>0,01
Fiumi
12.000
>0,01
Umiditàterreno
24.000
>0,01
Umiditàatmosfera
13.000
>0,01
40.196.000
2,8
Acquesotterranee
fra750e3500m
Laghi
1.370.000.000 97,2
1.410.169.000 km3
Il ciclo dell’acqua
VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA
COSTRUZIONE DI UNA DIGA
Svantaggi
Vantaggi
• Fonte rinnovabile di energia;
• Fonte di energia non
inquinate;
• Consente la difesa corretta
del territorio;
• Tecnologie mature a costi
contenuti;
• Bassi costi di esercizio e di
manutenzione;
• È adatta a soddisfare i
carichi di punta.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Durata massima inferiore a 50 anni;
Costano il 50% in più dei costi
previsti;
Problemi ambientali nello
smantellamento;
La quantità di energia fornita è
inferiore a ¾ di quella prevista;
La quantità di acqua fornita per
l’irrigazione è inferiore a quella
prevista;
Riduzione della portata del fiume;
Perdita di terreno fertile;
Condizione di vita pessime dei
lavoratori della diga;
Spostamento di migliaia di persone.
VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA COSTRUZIONE
DI UNA DIGA: un esempio la diga di Hassuan
A partire dal XIX secolo in Egitto, a causa della
pressione antropica, si è passati da un sistema
di irrigazione stagionale ad uno perenne. Sono
state così costruite numerose dighe tra cui negli
anni 60’ la più importante: la diga di ASSUAN.
CARATTERISTICHE DIGA DI ASSUAN :
•Capacità 160 x 109 m3;
•flusso annuale 84 x 109 m3;
•evaporazione minima 10 x 109 m3/anno.
Prima della costruzione della diga 38 miliardi
di m3 raggiungevano il mare, dopo solo 6
miliardi m3. Negli anni ottanta l’espansione dei
terreni irrigati ha ridotto ulteriormente la
portata a 3 miliardi di m3. Oggi la quantità di
acqua che raggiunge il mare è pari a circa 1,8
miliardi di m3. Nei prossimi anni il governo
egiziano spera di riuscire a fruttare il restante
80% del flusso. Se ciò avverrà, meno di 400
milioni m3 arriveranno al mare.
Brasile
Russia
Cina
Canada
Indonesia
Stati Uniti
India
Colombia
Zaire
5670
3904
2880
2850
2530
2478
1550
1112
1020
UE
Cipro
100
Libia
Giordania
Singapore
Malta
25
816
70
70
60
Soglia di
stress idrico
Soglia di penuria
idrica
“Scarsità”
Soglia
critica
Soglia
critica
(2740 litri pro capite/giorno)
Situazione attuale
• Kuwait, Qatar e Bahrein
90-120 m3 pro capite/anno
• Arabia Saudita
160 m3 pro capite/anno
• Israele
396 m3 pro capite/anno
• Giordania
491 m3 pro capite/anno
Stima per il 2020
36-50 m3 pro capite/anno
56 m3 pro capite/anno
258 m3 pro capite/anno
91 m3 pro capite/anno
Consumi idrici mondiali per settore economico
(aquast, 2003-FAO)
Civile
Industriale
Agricoltura
Km3/a
%
Km3/a
%
Km3/a
%
Africa
21
10
9
4
184
86
Nord
America
88
15
256
43
258
43
Centro
America
6
26
2
11
15
64
Sud
America
32
19
21
13
112
68
Asia
217
9
227
9
2012
82
Europa
61
16
204
55
109
29
Oceania
5
17
3
10
19
73
429
11
723
19
2710
70
Mondo
Totale acqua impiegata annualmente dalle attività
antropiche 3862 km3 (10% del totale)
Gestione delle acque di falda
La falda freatica ha uno strato permeabile sopra ed uno
impermeabile sotto.
La falda artesiana è imprigionata fra due strati impermeabili.
Gestione delle acque di falda
Inquinamento
Gestione delle acque di falda
Inquinamento
Inquinamento
Gestione delle acque fluviali
AREE GOLENALI:
sono
quelle
zone
comprese tra la riva di
un corso d'acqua ed il
suo argine, dove in
genere si coltivano pioppi.
Il livello dell’acqua è
quello di piena del fiume.
ALVEO:
letto del fiume, il ivello
dell’acqua è quello di
magra del fiume
ARGINI:
bordi,
rialzi
dall’uomo per
allagamenti.
costruiti
evitare
Gestione delle acque fluviali
Ecosistema
naturale
Parzialmente
antropizzato
Totalmente
antropizzato
EROSIONE COSTIERA
Le zone costiere occupano meno del 15% della superficie terrestre emersa ma ospitano più
del 60% della popolazione mondiale che, ai ritmi attuali entro il 2025 diventerà più del 75%.
Pertanto la scomparsa delle coste potrà avere ripercussioni drammatiche nei prossimi anni.
L'erosione della costa ha origini complesse.
Il delicato equilibrio tra mare e costa è turbata dall'attività antropiche .
EROSIONE COSTIERA
I fattori naturali che incidono sullo stato delle coste sono di natura
meteoclimatica, le maree, le correnti, il moto ondoso ed i venti.
I fattori antropici riguardano:
1) le modalità di gestione del territorio a ridosso della costa;
2) la costruzione di opere marine;
3) il deficit dell’apporto detritico dai bacini fluviali determinato
dall’impoverimento dell’apporto terrigeno;
4) la regimazione dei corsi d’acqua per finalità energetiche ed
agricole e da alcuni fattori di origine locale legati alla morfologia
delle coste;
5) fenomeni di subsidenza costiera che incidono sulla linea della
spiaggia possono avere origine naturale ma spesso sono prodotti da
interventi umani sulla falda acquifera o dalle attività estrattive di gas
naturale e petrolio.
6) Cambiamenti climatici.
EROSIONE COSTIERA
Secondo Legambiente si stima che
il 25% del patrimonio costiero
dell’Unione europea sia soggetto ad
erosione, il 50% sia stabile e solo il
15% sia in crescita.
L’urgenza e la complessità del
problema della gestione delle coste
ha dato origine in Italia, in Europa e
nel mondo a programmi integrati di
gestione costiera (ICZM; Integrated
Coastal Zone Management) basati
sulla:
1) verifica dell’impatto ambientale,
2)
pianificazione
del
territorio
costiero,
3) gestione degli ecosistemi,
4)controllo dell’inquinamento.
Tali programmi sono però ancora
prevalentemente in fase costitutiva.
EROSIONE COSTIERA
Gli obiettivi dei programmi integrati di gestione costiera (ICZM; Integrated Coastal
Zone Management) sono principalmente rivolti alla:
• realizzazione di uno sforzo di ricerca e d'innovazione che verta sulle particolarità e
risorse del litorale;
• sviluppo delle attività economiche legate al mare, come la pesca, le colture
marine, le attività portuali, le costruzioni e le riparazioni navali, e i trasporti marittimi;
• mantenimento o sviluppo, nella zona del litorale, delle attività agricole o silvicole,
dell'industria, dell'artigianato e del turismo;
• protezione degli equilibri biologici ed ecologici, la lotta contro l'erosione, la
preservazione dei siti, dei paesaggi e del patrimonio naturale.
• preservazione degli spazi naturali;
•sviluppo delle attività agricole, forestali e marittime rispettose dell’ambiente;
• sistemazioni verso l'interno e non fronte mare, estensione dell'urbanizzazione solo in
continuità con gli agglomerati esistenti;
• protezione totale di una fascia di 100 metri al di fuori degli spazi urbani;
• nuove strade a 2000 m dalla riva;
• libero accesso al mare mediante servitù di passaggio;
• disposizioni necessarie alla qualità delle acque;
• promozione dei settori a vocazione marittima rispettosi dell’ecosistema costiero;
• applicazione dei principi dello sviluppo sostenibile.
EROSIONE COSTIERA
EROSIONE COSTIERA
EROSIONE COSTIERA
EROSIONE COSTIERA
EROSIONE COSTIERA
Le tecniche ingegneristiche per il trattamento locale della costa, sviluppate nel
passato sono da considerare inadeguate, localistiche, costose e meramente
difensive. Da sole non risolvono il problema ed anzi, talvolta, lo aggravano (es.
opere murarie a mare, i gabbioni, i rivestimenti, progettati per la difesa delle
proprietà e delle infrastrutture costiere, distruggono le spiagge in breve tempo).
Anche le tecniche di ripascimento delle spiagge e le barriere frangiflutti, hanno
qualche pretesa di contribuire ad una dinamica favorevole delle spiagge.
Le barriere frangiflutti, di cui si fa largo uso in Italia, sono strutture murarie parallele
e distanti dalla costa, continue o a tratti. Hanno un effetto modesto sul ripristino delle
corrette dinamiche sedimentologiche e un elevato impatto ambientale e
paesaggistico, anche nelle varianti sommerse. E’ impensabile il loro utilizzo di fronte
a spiagge di alto valore paesaggistico e naturalistico.
Le tecniche di ripascimento sono meno invasive ma estremamente costose e prive
di qualsiasi efficacia nella ricostruzione della corretta dinamica di rinnovamento della
spiaggia e vanno praticate con continuità.
Altre tecniche meno costose e con risultati anche migliori sono ad esempio:
- ripiantumazione delle Posidonie al largo per favorire l’assorbimento di energia dal
moto ondoso;
- reef artificiali destinati a creare habitat artificiali, possono avere ruoli di
contenimento energetico del moto ondoso;
- strutture perpendicolari alle spiagge per intrappolare i sedimenti.
EROSIONE COSTIERA
Le tecniche ingegneristiche per il trattamento locale della costa, sviluppate nel
passato sono da considerare inadeguate, localistiche, costose e meramente
difensive. Da sole non risolvono il problema ed anzi, talvolta, lo aggravano (es.
opere murarie a mare, i gabbioni, i rivestimenti, progettati per la difesa delle
proprietà e delle infrastrutture costiere, distruggono le spiagge in breve tempo).
Anche le tecniche di ripascimento delle spiagge e le barriere frangiflutti, hanno
qualche pretesa di contribuire ad una dinamica favorevole delle spiagge.
Le barriere frangiflutti, di cui si fa largo uso in Italia, sono strutture murarie parallele
e distanti dalla costa, continue o a tratti. Hanno un effetto modesto sul ripristino delle
corrette dinamiche sedimentologiche e un elevato impatto ambientale e
paesaggistico, anche nelle varianti sommerse. E’ impensabile il loro utilizzo di fronte
a spiagge di alto valore paesaggistico e naturalistico.
Le tecniche di ripascimento sono meno invasive ma estremamente costose e prive
di qualsiasi efficacia nella ricostruzione della corretta dinamica di rinnovamento della
spiaggia e vanno praticate con continuità.
Altre tecniche meno costose e con risultati anche migliori sono ad esempio:
- ripiantumazione delle Posidonie al largo per favorire l’assorbimento di energia dal
moto ondoso;
- reef artificiali destinati a creare habitat artificiali, possono avere ruoli di
contenimento energetico del moto ondoso;
- strutture perpendicolari alle spiagge per intrappolare i sedimenti.
Inquinamento idrico
1)L'inquinamento dell'acqua è ogni cambiamento
chimico, fisico o biologico nella qualità
dell'acqua che ha un effetto nocivo su chiunque
la beve o la usa o vive in essa.
2) L'inquinamento idrico è un'alterazione degli
ecosistemi che hanno come componente
fondamentale l'acqua.
3) Superamento della capacità di metabolizzare una
o più sostanze presenti in quantità tali da
compromettere la vita in un ecosistema marino
e fluviale.
Inquinamento idrico (in base all'origine)
NATURALE
ANTROPICO
INDUSTRIALE AGRICOLO
URBANO
Inquinamento idrico
(in base alle caratteristiche chimiche)
1. INQUINANTI ORGANICI
• Inquinanti organici naturali assimilabili ai liquami (virus, batteri,
microrganismi, alghe, sostanza organica in decomposizione, ecc.)
(solidi sospesi)
• Inquinanti del tipo oli ed idrocarburi
• Inquinanti organici non naturali provenienti dall’industria chimica
di sintesi (es. pesticidi, DDT, ecc).
2. INQUINANTI INORGANICI
• Acidi e basi
• Sali
• Metalli pesanti (mercurio, piombo, cromo, ecc.)
• Sostanze ad azione nutritiva (nitrati, nitriti, fosfati, ecc.)
• Materiali inerti in sospensione (solido sospesi)
1.CALORE
2.MATERIALI RADIOATTIVI
Inquinamento idrico
Diffuso
Puntiforme
In tutte quelle situazioni in cui
le
sostanze
inquinanti
vengono disperse in un
ampio raggio, continuamente
o ad intervalli irregolari: es.
INQUINAMENTO AGRICOLO
In tutte quelle situazioni in cui
il degrado è riconducibile a
una sorgente precisa e ben
individuabile, che produce
reflui in modo continuativo,
discontinuo o occasionale: es.
IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Gestione delle risorse idriche
Con la Legge 18/05/1989 n. 183 sono state introdotte norme dirette ad assicurare
la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del
patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale nonché la
tutela degli aspetti ambientali a loro connessi
(ha introdotto la figura della AUTORITA’ DI BACINO
Anno 2002, Numero 19, Data 09/12/2002 Materia Territorio - Ambiente –
Inquinamento, Titolo Istituzione dell'Autorità di bacino della Puglia, Note
Pubblicata nel P.U.R. Puglia n. 156 del 9 dicembre 2002.
La Regione Puglia ha istituito con tale legge regionale, in attuazione della legge 18
maggio 1989, n. 183 e successive modificazioni e secondo la previsione
dell'articolo 2, comma 1, della legge 3 agosto 1998, n. 267, un'unica Autorità di
bacino, denominata "Autorità di bacino della Puglia", con sede in Bari, con
competenza sia sui sistemi idrografici regionali, così come definiti dalla Delib.C.R.
18 dicembre 1991, n. 109 che, per effetto delle intese sottoscritte con le regioni
Basilicata e Campania, sul bacino idrografico interregionale Ofanto, approvate dal
Consiglio regionale con Delib.C.R. 18 dicembre 1991, n. 110.
(Autorità di Bacino Interregionale Basilicata, ARPAC (Agenzia Regionale Protezione
Ambientale Campania), Regione Campania).
Gestione delle risorse idriche
Il bacino idrografico è l'area topografica delimitata da uno spartiacque di raccolta delle
acque che scorrono sulla superficie del suolo confluenti verso un determinato corpo idrico
recettore (fiume, lago o mare interno) che dà il nome al bacino stesso.
Lo spartiacque può essere definito come la linea più elevata separante il bacino imbrifero
dai bacini vicin, unendo le massime quote relative secondo la minore pendenza.
Gestione delle risorse idriche
Il bacino idrografico è l'area topografica delimitata da uno spartiacque di raccolta delle
acque che scorrono sulla superficie del suolo confluenti verso un determinato corpo idrico
recettore (fiume, lago o mare interno) che dà il nome al bacino stesso.
Lo spartiacque può essere definito come la linea più elevata separante il bacino imbrifero
dai bacini vicin, unendo le massime quote relative secondo la minore pendenza.
Gestione delle risorse idriche
Alcuni concetti introdotti dalla Legge 18/05/1989 n. 183 sono stati
successivamente fatti propri dalla Legge 36/94 che ha profondamente innovato la
normativa relativa al settore delle risorse idriche.
La legge n. 36 del 5 gennaio 1994
Con la legge n. 36/1994, nota come “Legge Galli”, è stato avviato
in Italia un profondo processo di modernizzazione e
riorganizzazione del settore idrico, reso scarsamente efficiente
dall’estrema frammentazione degli operatori (oltre 13.000 nel 1994).
Questa frammentazione impediva l’affermarsi di una gestione
efficiente di tipo industriale e determinava una disomogeneità degli
standard qualitativi del servizio.
Per fare fronte a questa situazione, la legge assegna alle autorità
regionali e locali la riorganizzazione dei servizi di acquedotto e
depurazione attraverso un’integrazione territoriale.
Gestione delle risorse idriche
Legge Galli (L. 36/1994)
La legge Galli ha innovato la disciplina di settore prevedendo, in particolare:
• L'unificazione verticale dei diversi segmenti di gestione del sistema idrico
mediante l'istituzione del "Servizio Idrico Integrato" (SII) inteso come l'insieme dei
servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione dell'acqua ad usi civili, di
fognatura e depurazione delle acque reflue;
• L'individuazione di "Ambiti Territoriali Ottimali" (ATO), tali da consentire adeguate
dimensioni gestionali, superare la frammentazione delle gestioni locali e realizzare
economie di scala con un bacino di utenza in grado di generare introiti tali da
coprire i costi di gestione e gli investimenti necessari, remunerando il capitale
investito;
• L'istituzione di un'Autorità d'Ambito, con il compito di organizzare il SII,
individuare il soggetto gestore del SII (Gestore - sia esso pubblico o privato),
vigilare sull'attività di quest'ultimo, determinare le tariffe per i servizi idrici;
• l'organizzazione imprenditoriale della gestione del settore idrico, che dovrà essere
improntata a criteri di efficienza, efficacia e imprenditorialità;
• la definizione di un sistema tariffario basato sul principio della tariffa unica per
ciascun ATO, comprensiva dei servizi di distribuzione di acqua potabile, fognatura e
depurazione, tale da assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di
esercizio.
Gestione delle risorse idriche: anno 2009
Gli ATO e SII in Italiaa
Non legiferato
Non legiferato
Gestione delle risorse idriche: anno 2009
Gli ATO e SII in Italiaa
Localizzazione degli ambiti territoriali ottimali
TA A 0
V E N1
FV G 1
LO M1 1
FV G 2
P IE 1
V DA 1
LO M4 LO M1
LO M1 2 LO M6
LO M8
LO M2
P IE 2
LO M3
P IE 3
LO M7LO M5
LO M1 0
P IE 5
P IE 6
V E N7
LIG 4
V E N4
V E N2
V E N5
non le gife rato
E MR 6
E MR 3
E MR 2
P IE 4
V E N8
V E N6
LO M9
E MR 1
FV G 3
FV G 4
V E N3
E MR 5
LIG 1
E MR 7
E MR 4
LIG 3
E MR 8
TO S 1
LIG 2
E MR 9
TO S 3
MA R 1
TO S 2
Non legiferato
Non legiferato
MA R 2
TO S 4
MA R 3
TO S 5
UM B 1
MA R 4
MA R 5
UM B 3
TO S 6
A B R5
UM B 2
LA Z 1
LA Z 3
A B R4
A B R1
A B R6
A B R2
LA Z 2
A B R3
MO L1
LA Z 5
LA Z 4
CA M 2
CA M 1
P UG 1
CA M 4
CA M 3
BAS1
S A R1
CA L 1
CA L 3
CA L 2
CA L 4
CA L 5
S IC3
S IC7
S IC1
S IC5
S IC2
S IC6
S IC4
Gestione delle risorse idriche: anno 2009
Gestione delle risorse idriche: anno 2009
costo acqua in Italia
Nella Tabella sono indicati i valori della media aritmetica relativamente alle tariffe e
ai volumi per l’acquedotto. Senza considerare gli usi domestici, relativi ad una
popolazione di circa 40,9 milioni di abitanti, le tariffe più basse si riscontrano per gli
usi agricolo, allevamento e pubblico.
Gestione delle risorse idriche: anno 2009
costo acqua in Italia
Per quanto riguarda la tipologia di articolazione si osserva che il maggior utilizzo di
tariffe a blocchi crescenti è riservato alle utenze domestiche residenti, seguiti dai
non residenti, dove non sempre è applicata la tariffa agevolata. Per gli altri usi la
maggior parte dei bacini analizzati prevede articolazioni con 1 o 2 scaglioni, dove,
quindi, non sono mai pagate tariffe di eccedenza “punitive”
Gestione delle risorse idriche
In Italiana ogni anno cadono mediamente su 1m2 di
superficie circa 1m3 di pioggia
Poichè la superficie italiana è pari a circa 300.000km 2, ogni
anno cadono in Italia circa 300 x 109m3 di piogge
Gestione delle risorse idriche: acqua potabile
Gestione delle risorse idriche: acqua potabile
La quota di acqua potabilizzata risente delle caratteristiche idrogeologiche dei
territori da cui sono captate le acque. Infatti, dove sono disponibili una pluralità di
fonti vengono in primis utilizzate le acqua sotterranee, che sono di migliore qualità e
non richiedono, di norma, processi di potabilizzazione. Le acque superficiali, invece,
devono essere sottoposte a trattamenti di potabilizzazione nella quasi totalità dei
casi. Sardegna (89,2%) e Basilicata (80,5%) sono le regioni dove una quota maggiore
di acqua viene potabilizzata, mentre Lazio (2,9%) e Molise (8,9%) presentano i livelli
più bassi perché sono disponibili risorse sotterranee idropotabili di buona qualità.
Inoltre Le regioni che immettono nelle reti comunali più acqua potabile per abitante
sono Valle d’Aosta e Lazio (rispettivamente 182 e 172 m3 /ab). Umbria e Marche, con
poco più di 100 m3/ab, sono quelle che ne immettono meno.
Gestione delle risorse idriche: acqua potabile
Nel 2008 si registra, a livello nazionale, una perdita del 47% di acqua potabile, dovuta
alle necessità di garantire una continuità di afflusso nelle condutture, ma anche alle
effettive perdite delle Nel
condutture
2008 sistesse.
registra, a livello nazionale,
Le maggiori dispersioni
osservano
in Puglia,
Sardegna,
Molise e Abruzzo dove, per
unasiperdita
del 47%
di acqua
potabile,
ogni 100 litri di acqua
erogata,
dovuta
allese ne immettono in rete circa 80 litri in più; quelle più
basse si riscontrano in
Lombardia
nelle dueuna
province
autonome
di Trento e Bolzano.
necessità
di egarantire
continuità
di
afflusso nelle condutture, ma anche alle
effettive perdite
delle condutture stesse. Le maggiori
dispersioni di rete si osservano in Puglia,
Sardegna, Molise e
Abruzzo dove, per ogni 100 litri di acqua
erogata, se ne immettono in rete circa 80
litri in più;
quelle più basse si riscontrano in
Lombardia e nelle due province autonome
di Trento e Bolzano.
Gestione delle risorse idriche: acqua potabile
PRELIEVI DI ACQUA A USO
POTABILE PER TIPOLOGIA DI FONTE
Anno 2008, composizione percentuale
I
corpi
idrici
utilizzati
per
l‟approvvigionamento idropotabile
sono di diversi tipi in base alle
caratteristiche idrogeologiche del
territorio:
acque
sotterranee
(sorgente
e
pozzo),
acque
superficiali (corso d‟acqua, lago
naturale, bacino artificiale), acque
marine o salmastre.
L‟85,5% del prelievo nazionale di
acqua a uso potabile deriva da
acque sotterranee, il 14,3% da
acque superficiali e lo 0,1% da
acque marine o salmastre
Gestione delle risorse idriche
Approvvigionamento idrico in Italia
Il lieve incremento registrato dal 1999 al 2008 non è riconducibile ai prelievi da
sorgente, i cui volumi captati risultano in calo nei dieci anni considerati, ma piuttosto
a quelli da pozzo e da acque superficiali, in particolare da corso d‟acqua. Nello
stesso decennio diminuiscono, invece, i prelievi da acque marine o salmastre e da
bacini naturale
Gestione delle risorse idriche
Approvvigionamento idrico in Italia
L‟analisi per distretto idrografico
consente una lettura territoriale
più pertinente dello stato della
risorsa idrica in Italia, perché non
più
riferita
a
delimitazioni
amministrative ma in base a
caratteristiche
idrologiche
e
geomorfologiche.
Gestione delle risorse idriche
Approvvigionamento idrico in Italia
Gli scambi di acqua più apprezzabili, in termine
di volume, si concentrano nelle regioni del
Centro-Sud. Importanti volumi di acqua,
provenienti da Basilicata, Campania e Molise,
affluiscono in Puglia, che si caratterizza come la
regione con il maggiore volume di acqua in
ingresso, pari a circa 335,5 milioni di metri cubi.
Significativo è anche il volume di acqua in
ingresso in Campania, dove giungono circa 228
milioni di metri cubi da Lazio e Molise.
Valle d‟Aosta, provincia autonoma di Trento,
Abruzzo, Sicilia e Sardegna sono le aree
territoriali che risultano autosufficienti dal punto
di vista idrico, ovvero l‟acqua utilizzata nelle reti
comunali di trasporto e distribuzione proviene
esclusivamente da risorse interne.
Gestione delle risorse idriche
Gestione delle risorse idriche
Prelievi idrici in Puglia nel 2002 e 2004 per fonte
SORGENTI
2002
Circa 240 pozzi
Falda
sottosuolo
pugliese
17%
2004
Sinni
20%
Locone
6%
Occhito
(Fortore)
11%
Falde
sotterrane
pugliesi
21%
Sinni
21%
Sele e
Calore
26%
Pertusillo
20%
Locone Occhito
3%
(Fortore)
11%
Sele e
Calore
25%
Pertusillo
19%
INVASI
Cassano
Irpino
Gestione delle risorse idriche
Distribuzione dell’acqua dall’AQP
Nel 2007 dei 245 milioni di metri cubi d’acqua forniti dall’AQP (Acquedotto
Pugliese), la provincia di Bari ne assorbe circa il 40%. Una certa equa distribuzione
si registra per le province di Lecce, Foggia e Taranto; invece, il minor consumo
idrico da acquedotto si osserva nel brindisino (poco meno del 10% complessivo)
Gestione delle risorse idriche
Tipologie di utilizzo delle acque potabili fornite dall’AQP
suddivise secondo la provincia nel 2007
Gestione delle risorse idriche
m3/abitante
Consumi di acqua per uso domestico
nelle città capoluogo nel 2007
Il maggior consumo riguarda la provincia di Taranto con circa 67
m3/abitante, seguono le province di Foggia e Bari rispettivamente con
consumi medi individuali pari quasi 63 e 61 m3/abitante. Le province più
virtuose sono invece Brindisi e Lecce con livelli rispettivamente pari a
poco più di 59 e 54 m3/abitante.
Gestione delle risorse idriche
Percentuale di popolazione residente nel comune
servita da impianti di depurazione
delle acque reflue urbane – Anni 2000-2007 (a)