anni di bellezza riportati alla luce

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anni di bellezza riportati alla luce
Eccellenze modenesi | Il diciassettesimo volume di Mirabilia Italie
900
La nuova opera della Franco Cosimo Panini
editore presenta la Cappella Palatina
di Palermo in tutto il suo splendore
La veduta dall’alto della cappella
mette in risalto gli straordinari mosaici
e le lavorazioni del soffitto.
I lavori di restauro sono durati tre anni
anni
di bellezza
riportati
alla luce
La basilica incastonata all’interno del Palazzo dei Normanni
è una delle più belle eredità del Medioevo italiano.
Originale crocevia di storia, di arte e di culture,
grazie al lavoro di artisti e artigiani bizantini, islamici e siciliani.
Un gioiello prezioso finalmente restituito in ogni dettaglio
da un migliaio di fotografie e da saggi approfonditi
di Domenico Antonelli
tutto oro quel che riluce. Oro che splende, oro che si accende e ci abbaglia. È tutta meraviglia quella che avvolge ogni visitatore in questo
luogo speciale, «la più bella cosa che esista al mondo», come diceva Guy
de Maupassant, uno dei più importanti scrittori francesi del XIX secolo, descrivendo un crocevia di storia, d'arte e di culture, un ideale abbraccio di popoli. Ha
quasi nove secoli la Cappella Palatina di Palermo, ma è come se fosse portatrice di un messaggio che, mai come oggi, suona modernissimo: qui lavorarono
È
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Eccellenze modenesi | Il diciassettesimo volume di Mirabilia Italie
Il soffitto ligneo dipinto
della Cappella Palatina non era
mai stato fotografato e descritto
in maniera così dettagliata:
realizzato da artisti islamici,
è caratterizzato dalla struttura
a muqarnas, ovvero nicchie
sfaccettate e decorate.
Le pitture, quasi impossibili
da scorgere dal pavimento,
compongono un quadro
affascinante della corte
di Ruggero II di Sicilia
La Franco
Cosimo Panini
editore
e il Fondo
ambiente italiano
hanno lanciato
la campagna
«Meraviglie
di Sicilia»:
per ogni copia
venduta
dell’opera
l’azienda
modenese
verserà
un contributo
di 50 euro al Fai
per la tutela e la
conservazione
del Giardino
della Kolymbetra
di Agrigento
La collana | Mirabilia Italiae,
tour straordinario in 17 titoli
rrivata al suo diciassettesimo titolo, la
collana Mirabilia Italiae continua il suo
grand tour lungo le straordinarie bellezze
del Belpaese, offrendone uno sguardo spesso assolutamente inedito. Per ogni monumento, infatti, esperti fotografi documentano
ogni angolo, perfino il più nascosto e inaccessibile, e consentono quindi di andare alla
scoperta anche degli splendori che resterebbero nell’ombra. Alla campagna fotografica si abbinano accuratissimi volumi di
testi, saggi e schede, affidati ai principali
studiosi di tutto il mondo.
Nel 1994, il primo tesoro svelato da Mirabilia
Italiae fu la Galleria delle Carte geografiche
in Vaticano, l’impareggiabile decorazione
voluta da Papa Gregorio XIII nel 1580. E,
come osserva Salvatore Settis, direttore
della collana, fu quasi un volume programmatico: «Rappresentando per mappe
l’Italia intera, ben si
prestava a dichiarare la volontà di
esplorare in città gli
episodi più alti dell’arte nazionale».
In questi anni, il
viaggio di Mirabilia
è poi continuato da
A
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Firenze a Ravenna, da Pisa a Siena, da
Ferrara a Padova e a Mantova, senza
dimenticare ovviamente il tesoro di casa,
quel Duomo di Modena che ha compiuto 900
anni e l’Unesco ha inserito nel patrimonio
dell’Umanità. Di particolare significato il
volume dedicato alla Basilica di San
Francesco da Assisi: nel 1997, il fotografo
modenese Ghigo Roli era proprio al lavoro
all’interno della storica chiesa, quando il
terremoto arrivò a portare paura e distruzione. Le foto scattate meticolosamente
poco prima delle scosse sono rimaste a
testimonianza del patrimonio poi danneggiato dall’evento sismico, e hanno avuto
un’importanza determinante nell’opera di
restauro.
Con l’avanzare delle nuove tecnologie, ai
volumi di Mirabilia Italiae potrebbe venire ad
affiancarsi un supporto multimediale, anche on line: «Ci piacerebbe arrivare a offrire un database,
aggiornato periodicamente, dei
monumenti italiani», dice Maria
Teresa Panini. Intanto, molto probabilmente entro pochi mesi altri
due monumenti entreranno a far
parte di questa collana di tesori:
la Cattedrale di San Lorenzo a
Genova e la Basilica di Aquileia.
In uno sfavillio di colori
dominati dall’oro che richiama
l’arte bizantina
si possono ammirare i particolari
della discesa degli animali
dall’Arca di Noè
artisti e artigiani bizantini, islamici, siciliani, italiani, qui si incontrano (e si fondono in
una perla straordinaria) suggestioni ed espressioni artistiche di Oriente e Occidente,
qui davvero la Sicilia si mostra pienamente,
per usare le parole dello storico Paolo Delogu, come «un'isola al centro del mondo».
A «illuminare» questo gioiello come nessuno aveva fatto prima, è ora un progetto
tutto modenese: alla Cappella Palatina, infatti, è dedicato il diciassettesimo titolo della collana Mirabilia Italiae creata dall'indimenticato editore Franco Cosimo Panini. Più
di 1.600 pagine, quindici saggi d'autore, un
Atlante fotografico di oltre 1.300 immagini
a colori, scattate da Giovanni Chiaramonte,
compongono i quattro libri che ci portano
all'interno del piccolo ma grandioso tempio,
regalandoci sguardi mozzafiato e visioni inedite. Sono stati necessari anni di lavoro
per riuscire a comporre il complesso mosaico di quest'opera editoriale, che è monumentale come il tesoro che racconta. È anche la prima volta che Mirabilia Italiae si
spinge verso il sud dell'Italia, «ed è come se
si realizzasse un sogno di mio padre», rivela
Maria Teresa Panini, consigliere delegato
della Franco Cosimo Panini editore e «motore» della collana. «Infatti già mio papà aveva iniziato a compilare un'ipotetica lista
di monumenti da esplorare in questi libri.
La Palatina era nell'elenco dal 1994, ma avevamo sempre trovato difficoltà nell'ottenere i permessi per potere effettuare il nostro studio e la nostra campagna fotografica: una richiesta ufficiale avanzata già da
mio padre non era andata a buon fine. Dal
2007, invece, in coincidenza con i lavori di
restauro che sono stati realizzati grazie al
mecenatismo dell'industriale tedesco Reinhold Würth, siamo finalmente riusciti a "entrare" nella Cappella e a farne il ritratto che
da sempre desideravamo». Un impegno quasi titanico, che la casa editrice modenese ha
onorato con lo stile e la professionalità con
cui è ormai conosciuta non solo in Italia.
La Cappella Palatina è una basilica incastonata all'interno del Palazzo dei Normanni, oggi sede dell'Assemblea regionale siciliana: «La meraviglia delle meraviglie», esclamò incantato Oscar Wilde, altro scritto-
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re, inglese questa volta, estimatore delle bellezze italiche. Venne fatta edificare nell'arco di
pochissimi anni, dopo il 1130, da Ruggero II
d'Altavilla, re di Sicilia, anzi «d'Italia», di quell'Italia meridionale costellata dalle conquiste
normanne. «In un lungo Medioevo di eccezionale complessità e ricchezza, la Sicilia fu terra
di tutti, e dunque terra di nessuno», annota
Salvatore Settis, celebre archeologo e storico
dell'arte, già direttore della Scuola normale superiore di Pisa, da sempre «guida» della collana
Mirabilia Italiae. «In questo "vuoto", nel quale
la convivenza e il dialogo fra genti, civiltà, lingue, religioni proseguiva con crescente intensità, ed era anzi fonte di fiorenti commerci, fu
possibile agli Altavilla passare in pochi anni
dal titolo di conte di Sicilia a quello di re».
La Cappella, secondo Settis, divenne così «una
suprema impresa di auto-rappresentazione sovrana che in solo gesto univa pietà religiosa,
ambizione politica, orgogliosa affermazione di
maestà e di potere». Ma resta soprattutto come
un «manifesto» di apertura e tolleranza. Al primo sguardo la Cappella Palatina presenta infatti l'impianto tipico di una basilica latina, ma
La Cappella
Palatina
è il XVII titolo
della collana
Mirabilia Italiæ:
quattro volumi
per un totale
di oltre 1.600
pagine.
Oltre ai saggi
e agli apparati
critici anche
l’atlante
fotografico
con più di 1.300
immagini
scattate
da Giovanni
Chiaramonte
Il peccato originale
di Adamo ed Eva
L’azienda | Le tante anime
di Franco Cosimo Panini editore
a grandezza dei codici miniati, la dolcezza ingenua della Pimpa, l’irriverenza
scatenata di Comix. Nella Franco Cosimo
Panini editore convivono anime certamente
molto diverse, segno dell’eclettica personalità del fondatore, che alla passione per le
figurine abbinava quella per i tesori dell’arte: un imprenditore capace di cogliere e di
accompagnare la crescita dei
gusti del pubblico. Fra le iniziative editoriali di maggiore
pregio, oltre a Mirabilia Italiae,
c’è la collana La Biblioteca Impossibile, che propone edizioni in facsimile di preziosi codici rinascimentali, come la Bibbia di Borso d’Este, che ha
inaugurato la serie ormai sedici anni fa. Nel catalogo Franco Cosimo Panini spiccano o-
L
pere di archeologia, d’arte e di architettura,
e la collana dedicata alle lezioni d’arte del
premio Nobel Dario Fo.
Ma sotto lo stesso tetto, alla casa editrice di
via Giardini, abitano anche la Pimpa e Giulio
Coniglio, e tanti altri amici dei più piccoli: le
collane rivolte al pubblico dei ragazzi hanno
un successo sempre crescente. E di recente
la simpatica cagnolina a
pois è anche sbarcata sull’IPad con una divertente
storia interattiva. E per i
teenager (ma non solo) arriva ogni anno l’agenda Comix, che è divenuta leader
nel settore dei diari scolastici, con un milione e 200
mila copie nell’anno scolastico 2010-2011. La Franco
Cosimo Panini editore con-
trolla anche la società Franco Panini Scuola,
attiva nel settore della cartoleria. Dopo la
scomparsa di Franco Panini, il timone è passato alla primogenita Laura Panini, affiancata dagli altri quattro figli del fondatore: direttore generale della casa editrice e amministratore delegato di Franco Panini Scuola è
Maurizio Armaroli.
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IL GIORNALE ON LINE DI CONFINDUSTRIA MODENA
L’informazione veloce e aggiornata
Laura Panini,
presidente del gruppo
(prima destra),
guida l’azienda
insieme alle sorelle
Silvia, Maria Teresa
e Lucia e al fratello Luca,
componenti del consiglio
di amministrazione
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Palatina, Cristo è pantocrator, ovvero «sovrano di tutte le cose», così
come il re viene definito
in un'iscrizione «despotes skeptrokrator, possente con lo scettro». Gli
studiosi, poi, hanno notato che perfino la scelta
basta alzare gli occhi per scoprire l'influsso bizandegli episodi biblici o eFranco Cosimo Panini
tino nella cupola semisferica e nella favolosa serie
vangelici ci accompagna
è stato il fondatore
di mosaici alle pareti, con storie bibliche o della
dalla creazione del mondella casa editrice
vita di Cristo e degli apostoli Pietro e Paolo, per
do al diluvio universale,
che porta il suo nome.
poi perdersi ancora più in alto nell'impareggiabifino alla nascita di Gesù
Qui a destra
le soffitto ligneo dipinto, di chiara origine islamie al suo ingresso a Gerudurante la presentazione
ca, con una struttura a muqarnas, nicchie sfacsalemme, ma non ci model faxsimile
cettate e decorate, migliaia di tavolette di legno di
stra l'intero ciclo della
della Bibbia di Borso d’Este
abete bianco siciliano finemente istoriate, una
passione e della morte
miriade di raffigurazioni dedicate a personaggi
di Cristo. Allo stesso mospesso curiosi, musicanti, cavalieri, animali fantado, non compaiono scestici o esotici. Praticamente un mondo all'interno di un altro ne del martirio dei santi Pietro e Paolo. Insomma, come spiega
mondo. Mosaici bizantini e un soffitto arabo a stalattiti dipinte non Salvatore Settis, «sembra quasi che alla corte del re normanno
erano mai coesistiti prima di allora in Sicilia: «Per realizzare un potessero avere luogo solo vittorie, miracoli e trionfi». E nel soffitto
simile amalgama si dovevano far venire artisti da tutte le parti del vediamo istoriate scene di corte, servitori che versano da bere,
Mediterraneo», scrive il professor Beat Brenk, fra i massimi studio- guardie armate, musicisti all'ombra delle palme. «Il trionfo di
si dell'arte paleocristiana e medievale, curatore dell'opera.
Cristo e il trionfo dei principi degli apostoli rimandano al trionfo del
La Palatina venne dedicata nel 1140, «e doveva essere stata ini- re normanno». La Cappella Palatina, insomma, è una chiesa di corziata pochi anni prima», aggiunge Brenk. Per i mosaici c'è una data te, «e congiunge le scene profane del soffitto arabo a muqarnas a
sicura, il 1143. La realizzazione dunque fu veloce, e secondo il pro- una speciale declinazione dell'iconografia cristiana, ispirata dal re
fessor Settis questo rende chiaro che tutto fu pensato come un uni- e mirata anche alla sua glorificazione», rimarca Settis. Ed è anche
cum, con la coesistenza di linguaggi e tradizioni diverse: attraverso una chiesa di luce, luce che inebria, luce che «prende», luce che salla realizzazione di questa Cappella, il sovrano, «re sublime», voleva va, «luce» del mondo.
«legittimare se stesso imponendo allo sguardo (per immagini) e alla
Anche a questo nuovo titolo di Mirabilia Italiae ha lavorato uno
mente (per verba) una sinfonica auto-rappresentazione». «Ruggero staff di esperti, con la collaudata guida di Rolando Bussi, coordinavoleva superare tutti i suoi predecessori», sottolinea Beat Brenk.
tore editoriale della collana. Sono circa duemila le copie realizzate
«Chi entra nella Cappella Palatina viene coinvolto e sopraffatto di questo pregiatissimo cofanetto, che viene posto in vendita a poco
da una marea di immagini che si srotolano come enormi tappeti meno di mille euro. Un gioiello, certamente. Ogni opera di questa
sulle pareti», aggiunge Brenk. Nelle figurazioni all'interno della collana, come venne concepita già da Franco Cosimo Panini, è uno
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scrigno di sorprese, una scoperta: l'impegno
economico per realizzare libri di questa importanza è decisamente sostenuto. «Pensi
che il primo contratto che avevamo firmato,
per la Palatina, prevedeva 700 fotografie.
Sono diventate più di 1.300», sorride Maria
Teresa Panini. «Ovviamente l'investimento
economico è nettamente superiore al ricavo, ma noi amiamo dire che questa è la nostra Fondazione, l'eredità di nostro padre.
Lui amava l'approfondimento e la divulgazione. E se riusciva a entrare in luoghi raramente accessibili, amava poterli condividere con tutti».
Anche attraverso Mirabilia Italiae quindi la casa editrice modenese vuole insegnarci che è possibile, anzi è necessario, conoscere meglio il nostro incredibile Paese e le sue
bellezze: non a caso, proprio in occasione
dell'uscita di questo nuovo volume è stata
anche rinnovata una partnership con il Fai,
il Fondo ambiente italiano, e per ogni copia
venduta verrà versato un contributo per la
tutela del Giardino della Kolymbetra di Agrigento, una piccola valle di cinque ettari,
preziosa gemma archeologica e agricola della Valle dei Templi, tornata alla luce dopo
decenni di abbandono.
Se dovranno passare ancora anni prima
di vedere realizzato il collegamento fra il continente e la Sicilia, almeno, con questa opera, la casa editrice fondata da Franco Cosimo Panini ha creato un simbolico «ponte»
fra Modena e Palermo. Ma forse, chissà, era
scritto nel destino. Diamo un'occhiata ad alcune date: la Cappella Palatina nacque attorno al 1140; il Duomo di Modena, maestoso capolavoro del romanico con le firme di
Lanfranco e Wiligelmo, vide la luce appena
pochi anni prima: la prima pietra fu posta
nel 1099, già nel 1106 vi furono state traslate le spoglie di San Geminiano, mentre la solenne consacrazione fu posteriore, 1184. La
Palatina e la nostra cattedrale dunque hanno quasi la stessa età e sono figlie di una stessa epoca, che ingiustamente sui libri di storia è chiamata «buia». Certo, Modena e Palermo erano allora luoghi lontanissimi, quasi
due poli di un'Italia ancora tutta da fare:
oggi, sfogliando queste pagine è suggestivo
pensare di poterle vederle molto più vicine.
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