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Numero 4 — Dicembre 2014 L’industria al centro AIESEC, scambi internazionali tra aziende e studenti AITI UP!: le startup a lezione d’esperienza Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 L’EDITORIALE Se ci giochiamo il nostro destino Stefano Modenini - Direttore AITI Impressum Fare Impresa Editore: Associazione industrie ticinesi (AITI) Redazione: AITI Corso Elvezia 16, c.p. 5130, 6901 Lugano Telefono+41 091 911 84 84 Fax +41 091 923 46 36 [email protected] www.aiti.ch Stampa: Salvioni arti grafiche SA Via Ghiringhelli 9, 6500 Bellinzona Grafica e impaginazione: Plastical Sagl Corso S. Gottardo 14, 6830 Chiasso Diffusione: Tiratura: 1’400 copie Abbonamento gratuito per i soci AITI Abbonamento supplementare: - CHF 10.- annuo (+IVA) - per i non soci 20.- annuo (+IVA) Frequenza: Fare Impresa appare almeno 4 volte all’anno. 2 Tre concetti chiave da tenere nella giusta considerazione. Il primo è legato al fatto che l’industria manifatturiera, anche a seguito di un nuovo orientamento della piazza finanziaria e pur nelle difficoltà dettate dalla competizione internazionale, resta uno dei pilastri dell’economia elvetica, un “tesoretto” che va coltivato e mantenuto competitivo ma su cui il paese può contare. Il secondo concetto fa riferimento alle nuove imprese, le cosiddette “startup”. Sono un bene necessario dell’economia, una linfa vitale con un forte grado d’innovazione che s’innesta in un tessuto economico già presente e possibilmente competitivo. Di più, un territorio ambisce a essere un punto di riferimento qualora è in grado di mettere stabilmente in relazione le nuove imprese con quelle già esistenti. Una startup non è un’entità fine a se stessa bensì il primo anello (e forse qualcosa di più) della catena che costituisce il nostro sistema economico. Alle nuove imprese si affianca tuttavia un consolidato tessuto d’imprese già esistenti sul territorio, con un mercato consolidato. Aziende che innovano anch’esse ogni giorno per restare competitive. È doveroso che questo sistema d’imprese più “mature” non venga trascurato perché costituisce una delle “sicurezze” del nostro Stato. Il terzo concetto è legato alla necessità di restare un paese aperto, che fa crescere talenti ma che è pure in grado di attirarne. Il mercato del lavoro va controllato e laddove necessario corretto, ma non può essere reso impermeabile al sapere proveniente da fuori Cantone. Chi pensa sia meglio fare così getta le basi per l’inevitabile declino della società ticinese. Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 PRIMO PIANO L’economia di un paese forte non può fare a meno dell’industria p. 5 CONOSCERE L’INDUSTRIA Frenzis Group, piccoli ma dinamici p. 13 FORMAZIONE AIESEC: favorisce lo scambio tra aziende e studenti in tutto il mondo L’EDITORIALE P. 2 Se ci giochiamo il nostro destino I SOCI INFORMANO P. 4 IVA anche per le imprese estere II° trimestre: produzione in aumento nell’industria Disoccupazione in discesa in Svizzera e nell’UE Galleria di base del S. Gottardo: inaugurazione il 2 giugno 2016 ISTANTANEE AITI Made in Ticino, il valore dell’outsourcing, apprendistato e SSST, la gestione del collaboratore e gita AITI FORMAZIONE AITI AIESEC: favorisce lo scambio tra aziende e studenti in tutto il mondo AITISERVIZI Tectel SA e TI LAB SA L’ALS con gli Emirati Arabi sta mettendo le ali ai prodotti industriali AITI UP! DA P. 5 L’economia di un paese forte non può fare a meno dell’industria CONOSCERE L’INDUSTRIA DA P. 15 ECSA e Helsinn, Viscom e AMETI IN BREVE PRIMO PIANO LE RUBRICHE Processi di Startup. Esperienze e scambi di idee per continuare a crescere SPAZIO OPINIONI La disdetta collettiva ECONOMIESUISSE Horizon 2020, trasporti e “Green Growth” DA P. 13 Frenzis Group, piccoli ma dinamici 3 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 IN BREVE Imposta sul valore aggiunto anche per le imprese estere Due modifiche legislative sull’imposta sul valore aggiunto in attesa dell’entrata in vigore della proposta di revisione parziale dell’intera legge. Le ha approvate di recente il Consiglio federale, in attuazione della mozione Cassis, con l’obiettivo di diminuire gli svantaggi concorrenziali delle imprese nazionali rispetto alle imprese estere che, secondo la nuova modifica, saranno assoggettate all’imposta al pari delle imprese svizzere, se eseguono forniture in territorio svizzero sottoposte all’imposta sull’acquisto e se la loro cifra d’affari in Svizzera ammonta almeno a 100mila franchi. A essere interessate sono in particolare le imprese estere che effettuano in Svizzera lavori nel settore dell’edilizia, dell’ingegneria civile e nei rami accessori dell’edilizi. Galleria di base del S. Gottardo: inaugurazione il 2 giugno 2016 L’inaugurazione della galleria di base del San Gottardo è fissata per il 2 giugno 2016. Ad averlo reso noto è il Consiglio federale precisando che alla cerimonia d’inaugurazione ufficiale parteciperà il Consiglio federale in corpore. Tra i 1’200 invitati alla cerimonia figureranno, oltre a capi di Stato e ministri dei trasporti esteri, anche tutti i membri delle Camere federali e altre personalità del mondo politico, economico e culturale. Con i suoi 57 chilometri di lunghezza, la galleria di base del San Gottardo è il tunnel ferroviario più lungo del mondo. Costato circa 10 miliardi di franchi (cifre del 1998 senza rincaro e imposta sul valore aggiunto) ha richiesto circa 15 anni di costruzione. Disoccupazione in discesa in Svizzera e nell’UE Tra il terzo trimestre 2013 e il terzo trimestre 2014 il numero di occupati in Svizzera è aumentato dello 1,7%. A riferirlo è l’Ufficio federale di statistica (UST). Nello stesso periodo, il tasso di disoccupazione secondo la definizione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) è leggermente salito, passando dal 4,7 al 4,8%. Nell’Unione europea è invece calato, passando dal 10,5 al 9,8%. 4 II° trimestre: produzione in aumento nell’industria Secondo i risultati provvisori dell’Ufficio federale di statistica (UST), nel secondo trimestre 2014 la produzione nell’industria è aumentata del 3,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le cifre d’affari sono cresciute del 2,5%. L’afflusso di ordinazioni è aumentato del 5,1%, mentre le ordinazioni in portafoglio sono salite dell’1,8%. L’ALS con Emirati Arabi sta mettendo le ali ai prodotti industriali Negli ultimi anni le esportazioni svizzere negli Emirati Arabi sono salite da 1,2 miliardi di franchi a 3,2 miliardi. A riferirlo nella newsletter “export.news” della Switzerland Global Enterprise (l’ex Osec) è Chris Watts, direttore regionale Arabia presso Switzerland Global Enterprise, secondo cui si tratta di una crescita incredibile anche se l’80% delle importazioni negli Emirati Arabi Uniti non resta in loco, ma viene riesportata. Secondo Watts a beneficiare dell’accordo di libero scambio appena sottoscritto con gli Emirati Arabi sono soprattutto i prodotti industriali, nonché i beni di lusso quali orologi e gioielli. Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 PRIMO PIANO L’economia di un Paese forte non può fare a meno dell’industria “Se l’economia di un Paese vuole rimanere forte non può fare a meno della manifattura”. A dirlo, prendendo come esempio Paesi come la Francia, l’Italia e l’Inghilterra, che in passato hanno disinvestito nell’industria per puntare sui “Servizi”, è Claudio Boër, un passato da ingegnere all’ABB e nell’industria della meccanica di precisione e direttore dell’ICIMSI ma anche Console a Shanghai per la cooperazione tra Svizzera e Cina nella formazione, ricerca ed innovazione, un presente da vicepresidente della SUPSI e professore universitario in Cina, in quella che lui stesso definisce “la fabbrica del mondo”. È infatti a Dongguan, metropoli di 8 milioni di abitanti nel Sud manifatturiero della Cina, che Boër continua a vivere d’industria, insegnando agli studenti in > ingegneria materie come “processi manifatturieri avanzati” e 5 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 dei terie a t a b delle do h metà i del mon i nome e l l e Più d i cellular stanza d n o telefo erno una s Bodio a t all’in prodotta e t grafi 4 di li 201 la a i d n tita ei Mo adi d tata garan cchine t s i l a ès ti g In tut in Brasile grazie a m a o calci te elettric no r n corre ite a Loca u r cost Chi è Claudio Boër Claudio Boër vanta un’esperienza di oltre 16 anni nell’industria svizzera durante i quali ha ricoperto, tra le diverse funzioni, la carica di ricercatore e responsabile di progetto presso l’ABB a Baden-Dättwil, la carica di direttore aggiunto e responsabile dell’implementazione CAD/CAM/ CIM presso la Tornos SA e la carica di direttore aggiunto responsabile dell’industrializzazione presso la Charmilles Technologies SA. Docente e professore presso il Politecnico di Losanna, il Politecnico di Milano e, fino al 2012, direttore dell’ICIMSI della SUPSI, oggi Claudio Boër è visiting professor presso la Guangdong University of Technology (Cina), consulente del Governatore della provincia del Guangdong (Cina) e membro della Commissione Federale della scuole universitarie professionali. > “computer integrated manufacturing”, senza trascurare progetti di cooperazione internazionale con la SUPSI ed altre Università di Scienze Applicate svizzere. “Insegnare ai futuri ingegneri cinesi – spiega l’ex direttore dell’ICIMSI - è un modo molto forte per promuovere la Svizzera come paese industrializzato e competitivo e non solo come paese dagli scenari stupendi e del cioccolato. Il FTA – Free Trade Agreement ha fatto conoscere la Svizzera non solo negli ambienti economici, ma anche ad un pubblico cinese molto più largo che ha scoperto la Svizzera in altri aspetti precedentemente sconosciuti”. Ma Boër va anche più in là. La manifattura non solo non può essere sacrificata, a favore, ad esempio, del terziario avanzato, ma deve anche essere messa nelle condizioni di “decidere come quello che conta davvero è il “savoir faire”: se in Ticino sappiamo fare le macchine utensili o certi processi chimici farmaceutici, oppure se sappiamo come gestire la logistica, accresciamo questo sapere, perché è questo sapere che crea innovazione”. Eppure in Ticino si fa un gran parlare di industria ad alto valore aggiunto e industria a basso valore Questa volta vogliamo parlare di noi. Dell’industria ticinese. Consapevoli che non tutti conoscono, non solo le eccellenze del nostro tessuto produttivo cantonale, ma anche le sue caratteristiche e, perché no, anche le sue virtù. Non siamo ingenui. Sappiamo di correre il rischio di apparire autoreferenziali. Ma se non è l’industria ticinese a presentare se stessa, chi può farlo al posto suo? Chi può addentrarsi nelle sue pieghe meglio di chi la mastica al fronte tutti i giorni? Sì, questa volta vogliamo parlare di noi, mettendo in mostra anche quanto di buono l’industria produce per se stessa, ma anche per questo Cantone. Perché essere sempre al centro dell’attenzione mediatica va bene, ma ogni tanto bisognerebbe farlo con cognizione di causa e con qualche elemento in più in mano. Foto pagina precedente: Firmato accordo con una prestigiosa università cinese 6 e dove spostarsi, come e dove creare nuovi settori o come e dove mettersi insieme per rinforzarsi”. Non può essere lo Stato, continua il professore, a scegliere le industrie ad alto valore aggiunto o quelle a basso valore aggiunto. “Possono certo essere promossi gli arrivi di alcuni settori industriali, ma aggiunto. Certi ambienti non disdegnerebbero una pianificazione a tavolino in questo senso. Bene, allora una buona volta si dica quali sono le imprese che si vogliono chiudere e quali imprese si vogliono insediare al posto di quelle che si vorrebbero mandare via. Nessuno lo Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 ori scens gettati e a i l g ro de puter ndo sono p no ogni m o c i o o Tutti ler del m no: muov ersone d r Schin ati a Loca iliardo di p z z reali più di 1 m i al mondo. Se guardiamo i pilastri sembra che giorn dice. Mi sia un argomento di cui è facile parlare dal punto di vista politico, meno da quello economico. Ritornando sull’industria ad alto valore aggiunto vorrei ricordare che si parla di un’industria di questo tipo solo quando si ha un tasso di innovazione molto forte. Che poi questa industria sia pesante, leggera, di consumo o di processi, non importa. Le industrie devono innovarsi continuamente, è l’unico modo per essere competitivi. E’ una delle ragioni per cui, quando presi la direzione dell’ICIMSI, cambiai il nome che divenne Istituto CIM per la Sostenibilità nell’Innovazione. Il messaggio, che non sono sempre riuscito a far passare, era che non basta avere un’idea e poi venire alla SUPSI e chiedere un aiuto per realizzare questa idea in un prodotto od un processo innovativo e competitivo sul mercato. L’innovazione è un processo continuo che deve essere alla base di qualsiasi industria. La Svizzera in fatto di innovazione è messa però bene. Sì, il nostro Paese, lo dicono, le statistiche è il Paese più competitivo o Ticin sa in lli, s a p iale ioie mond orato in g o r ’o l v la del Metà sere fuso e e s t per e ti e mone t lingo che formano la competitività, ci accorgiamo che uno di questi è proprio l’innovazione, ambito dove la Svizzera è sempre prima o terza. Questi sono dati importanti. Significa che il nostro Paese ha un settore di ricerca pubblico e privato molto forte e una buona formazione dei giovani. Non posso fare nomi, ma alcune industrie ticinesi mi hanno chiesto aiuto Insegnare ai futuri ingegneri cinesi è un modo per promuovere la Svizzera come paese industrializzato e competitivo per poter trovare ingegneri cinesi che si possano formare in Svizzera, meglio se in Ticino, per poter essere ingaggiati per fare la produzione in Cina. Ma non per delocalizzare la produzione dal Ticino alla Cina, ma per aumentare la produzione sul mercato che sarà il mercato del futuro per molti prodotti. Da questo si vede che il collegamento tra l’industria, la formazione e la ricerca sono estremamente importanti. Per me un cluster, non è solo un cluster industriale, ma un cluster di know-how, di aumento di conoscenza, di facilità di produrre innovazione. Sembrano parole, ma sono concetti estremamente importanti, se si vuole competere con Paesi come la Cina. Non so come la vede lei, ma di questi tempi affermare che le industrie ticinesi sono alla ricerca di personale cinese non suona proprio bene in un Paese, dove si afferma che non c’è più lavoro per i residenti. Ne sono consapevole, tant’è vero che quando ero direttore dell’ICIMSI sono stato attaccato sulla stampa. A volte è difficile far comprendere alle persone che stanno solo in Ticino cosa succede fuori dal Ticino. Se un’industria ticinese chiede un ingegnere cinese non è che non vuole dare lavoro a un ingegnere ticinese, ma perché sa che poter vivere e lavorare in Cina bisogna conoscere la lingua madre e le abitudini per poter collegarsi con altre industrie cinesi. Ho detto ingegneri cinesi, ma si formano anche ingegneri ticinesi per andare in Cina a lavorare, ma non è facile. Le dico un’altra cosa che non > I rami dell’industria Elettronica, meccanica e metallurgia Chimica-farmaceutica Il comparto dell’elettronica, della meccanica e della metallurgia dà lavoro a circa 16mila persone ed è composto da circa 600 aziende. La produzione è molto differenziata: dalla componentistica elettronica alle macchine e apparecchiature elettriche e meccaniche, dalla meccanica di precisione agli strumenti per misurazione, fino all’orologeria. Non meno competitiva è la produzione metallurgica, che spazia dalla lavorazione dei metalli preziosi, alla forgiatura e alla fusione di metalli e leghe ferrose utilizzati nei campi dell’aeronautica, nel medicale, nella biomedicina, nella nautica e nella produzione di energia. Con un fatturato globale di circa 2,3 miliardi di franchi, il settore chimico-farmaceutico ticinese contribuisce con il 9% al PIL cantonale. Le 134 aziende che lo compongono, impiegando oltre 3’000 dipendenti, svolgono un’attività differenziata che copre tutto l’iter di produzione di un farmaco: dallo sviluppo formulativo ai test clinici, dalla produzione di principi attivi e prodotti finiti alla commercializzazione, dal marketing al trading. Pur se indirizzata principalmente verso l’Unione Europea, l’esportazione interessa oltre 120 Paesi nei cinque continenti. 7 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 % -4 55% 29’049 45% 48% 52% ‘05 ‘08 57% 43% 29’117 45% 55% -2 +2 % % ‘95 Totale 8 % +1 0 30’243 ‘80 28’613 Se c’è un’industria che vuole lavorare in Ticino lo spazio lo si deve trovare Lei prima ha riferito che la manifattura non può essere sacrificata, a favore, ad esempio, del terziario avanzato. Cosa intende? I Paesi come la Francia, l’Italia e l’Inghilterra che hanno disinvestito nella manifattura per puntare sul settore dei Servizi si sono accorti che il settore dei Servizi non vive se dietro non c’è un’industria forte. Quando si parla di terziario avanzato occorre inoltre tenere sempre in considerazione alcune proporzioni. Su mille industrie o imprese che si creano tipo start-up, anche high-tech, Addetti nell’industria ticinese 62% A differenza di altre attività economiche, l’industria ha bisogno di grandi superfici. In Ticino sono però pochi i terreni industriali disponibili, mentre gli indici di sfruttamento degli edifici permangono bassi per non compromettere la componente paesaggistica del territorio. Come possono essere conciliate queste pur legittime diverse aspettative? Mi rendo conto che puntare tutto sull’urbanizzazione per poter creare lavoro come hanno fatto da tempo i cinesi non può essere praticabile in un territorio dove 2/3 sono occupati dalle Alpi, ma nella provincia in cui mi trovo, quella del Guangdong, che ha un po’ di più di superficie della Svizzera, ci vivono 110 milioni di abitanti, mentre noi siamo in 8 milioni. Questo per dire che se c’è un’industria che vuole lavorare in Ticino lo spazio lo si deve trovare, altrimenti possiamo dimenticare certe industrie. 38% > suona politicamente corretto. Se cominciamo a limitare l’afflusso di cervelli che possono aiutare l’industria ticinese a essere competitivi sui mercati mondiali non andiamo nella direzione giusta. Non è sufficiente venire in Cina e chiedere di venire a investire in Ticino, senza voler accettare altri compromessi. Evoluzione posti di lavoro e frontalieri nell’industria dal 1980: sostanziale stabilità 27’500 di otati d o n bine ing so i Boe arti di tur e r e a ep gli Tutti e (motori) o n n turbi iti in Tici costru ‘13 Indigeni Frontalieri compresi gli interinali Mode e abbigliamento Logistica Con una cifra d’affari di 12 miliardi di franchi e 4’500 posti di lavoro offerti, il ramo della moda e dell’abbigliamento, presente soprattutto nel Mendrisiotto con importanti gruppi italiani, ma anche tedeschi, statunitensi e inglesi, sta vieppiù diventando importante per l’economia ticinese. Orientata in massima parte all’esportazione, i mercati principali di riferimento sono Italia, Francia e Germania, l’industria della moda e dell’abbigliamento ha approfittato della vicinanza del Ticino con Milano e della sua centralità geografica sul principale asse europeo Nord-Sud, oltre che delle condizioni quadro riconosciute al Ticino. Con una trentina di aziende attive e circa 2’500 addetti, il ramo della logistica, orientato prevalentemente all’alta gamma e allo sviluppo di tessuti innovativi, occupa oggi uno spazio non marginale nell’economia ticinese. Presente soprattutto nel Mendrisiotto, regione con la più alta densità di imprese attive in questo settore e con la gamma di servizi logistici più completa, il ramo della logistica ha beneficiato più di altri della vicinanza con l’Italia e di condizioni quadro riconosciute al Ticino, quali ad esempio la stabilità politica e l’ampia offerta e diffusione di tecnologie dell’informazione. Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 Nell’industria si nota dunque una sostanziale stabilità, sull’arco degli ultimi 40 anni, sia degli addetti (sui 30’000), sia dei frontalieri (sui 16’000), sia dei posti di lavoro per residenti (12’500): le variazioni dipendono soprattutto dalla congiuntura economica. L’esplosione del numero di frontalieri è dunque concentrata nei Servizi, dove sono aumentati da 10’308 a 33’162 tra il 1999 e il 2013. Ai 17’000 frontalieri va aggiunto il lavoro notificato, quantificabile a • 248 ETP prestatori di servizio (200 distaccati e 48 indipendenti, rispettivamente il 25% e il 12% del totale), vale a dire il personale che NON lavora in linea di produzione, ma che risponde alla necessità di servizi complementari come installazioni, manutenzione, ecc. comunque non reperibili su territorio cantonale; • e 88 ETP (pari al 5%) per quanto riguarda le assunzioni d’impiego dirette presso un datore di lavoro svizzero (+ 30% interinali nel secondario, soprattutto edilizia). Da notare che dal 2005 al 2013 il lavoro notificato è aumentato per l’equivalente di 149 ETP (su un totale di 1745 ETP, vale a dire l’8.5% dell’aumento, dovuto invece principalmente all’edilizia). zia, i poli ondo, d e i lm litar ni mi grandi de in Ticino o i z a c ù bar t pi zate Le im é gli yach ine realiz r h nonc eliche ma usano ce ne sono 100 che arrivano a uno stadio di sopravvivenza e solo 10 che diventano abbastanza forti per entrare eventualmente nel mercato azionario. Per poter avere 10 imprese creatrici di benessere, bisogna insomma dare la possibilità a 1’000 studenti di creare una start-up. Siamo capaci? Abbiamo la possibilità di farlo? Quando vedo le cifre di AGIRE e di altre agenzie di questo tipo, vedo invece numeri molto piccoli. Vedo al massimo 100 imprese all’anno. Questo significa che ce ne sono 10 che probabilmente riusciranno a fare qualcosa e una che riuscirà a entrare sul mercato azionario. Queste sono le cifre. Puntiamo pure su questi giovani, facciamoli crescere. Anche questa è una via da seguire. Ma non puntiamo Per poter avere 10 imprese creatrici di benessere, bisogna insomma dare la possibilità a 1’000 studenti di creare una start-up tutto sul terziario avanzato. Mi si lasci aggiungere un’altra cosa. Non pensiamo di creare un’azienda di questo tipo per poi farla rimanere solo in Ticino. Queste aziende devono vedere il mondo. Non c’è altra soluzione. L’industria ticinese si caratterizza per la forte vocazione all’esportazione. In che misura può essere un limite questa dipendenza all’esportazione di fronte a una sempre più crescente esternazionalizzazione della produzione verso l’Europa orientale e verso l’Asia? Più che un problema dei cosiddetti mercati “a basso costo” mi sembra un problema di mercati europei e americani che non si sono adattati o non sono riusciti ad adattarsi a un mercato inizialmente capace di produrre solo prodotti a basso costo, in seguito un mercato più aperto, che acquista, dove diventa importante posizionarsi con i propri marchi e i propri brand per assumere posizioni di forza. Per fortuna l’industria svizzera, soprattutto > Industria delle materie plastiche Industria agro-alimentare Con circa 1’000 posti di lavoro e 35 aziende attive, l’industria ticinese delle materie plastiche rappresenta per effettivo di posti di lavoro il 3.6% del settore secondario ticinese e lo 0,9% dell’interno sistema produttivo cantonale. Oltre a una produzione diversificata a favore di molti rami industriali e una costante ricerca di nuovi materiali, prodotti e soluzioni su misura per i clienti, il comparto si contraddistingue per l’orientamento all’esportazione, che arriva al 75% della produzione, e per l’offerta di posti di lavoro con conoscenze professionali e specializzate. Con 120 aziende per un totale di 1’882 posti di lavoro, l’industria agro-alimentare ticinese rappresenta per effettivo di posti di lavoro il 3.9% del settore secondario ticinese e l’1,0% dell’interno sistema produttivo cantonale. Tra le doti dell’industria agro-alimentare ticinese, i cui prodotti, dall’olio al cioccolato, dal caffé ai salumi, dal riso ai prodotti dolciari, sono venduti da decenni con successo in patria e all’estero, vi sono la qualità stessa dei prodotti, ma anche l’efficienza dei processi e dei servizi offerti. Non meno importante è l’impegno sempre maggiore dell’industria alimentare a favore della ricerca e dell’innovazione. 9 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 iù stiti p ei ve se o d icino r o b elle in T iere d ealizzate n r e c r o Le si son costo tori o mo n n a tri SA h a NA i millime l l e d och lliti cino I sate ci grandi p zzati in Ti i i l r elett tati e rea t proge > orologiera, è riuscita a farlo. L’industria che abbiamo noi in è un nome. E questo rimarrà ancora per un po’ di tempo se l’industria orologiera svizzera continuerà ad avere Ticino, penso a quella della meccanica di questa immagine. precisione, quindi ad AGIE e a Mikron per La Cina sta investendo Per rispondere alla sua domanda, preoccuparsi esempio, si sono imposte sul mercato asiatico, in Africa sostituendosi oggi se andare in Cina o no mi sembra prematuro, perché la richiesta di precisione e qualità è ai “vecchi” colonizzatori tanto più che occorre guardare nello stesso andata aumentando nel tempo. Per usare europei momento sempre anche ad altri mercati, come un’espressione semplicistica si può dire che del resto sta facendo la stessa Cina in Africa, dove dai giocattoli cinesi si è passati in fretta sta investendo in modo incredibile, sostituendosi ai “vecchi” agli i-phone e chi, penso alle industrie, è in grado di importare colonizzatori europei. I cinesi stanno costruendo fabbriche e in Cina queste tecnologie avanzate sta avendo successo e infrastrutture che i Paesi colonizzatori di una volta non hanno continuerà ad averlo anche in futuro, fino a quando perlomeno fatto. Deve far pensare che un Paese come la Cina, che è la si riuscirà a essere innovativi. fabbrica del mondo per antonomasia, si stia spostando in Africa Diverso è il caso dei prodotti di consumo e di lusso. Un per poter fabbricare alcuni prodotti a un prezzo ancora Omega o un Rolex continuerà a essere venduto in Cina perché > 10 Carta e arti grafiche Industria orologiera e dei metalli preziosi Con 70 tipografie attive e 900 posti di lavoro, l’industria ticinese della carta e delle arti grafiche concentra i suoi sforzi nella formazione professionale di base e continua, nella politica ambientale e nel costante adattamento all’evoluzione tecnologica. Fino a qualche tempo fa erano tre i settori che caratterizzavano il mondo delle arti grafiche: prestampa, stampa e finitura. Il progresso tecnologico di questi ultimi anni ha contribuito a rendere meno chiara l’identificazione di questi ambiti. Per questo oggi le aziende attive nel settore sono caratterizzate da dimensioni, strutture organizzative e mercati estremamente differenti. Con 3’000 addetti e 50 aziende, l’industria orologiera e dei metalli preziosi si distingue per il forte orientamento all’esportazione e per l’eccellenza e il riconoscimento mondiale dei propri prodotti. Attive nella fusione, nell’affinazione e nella lavorazione in genere di metalli preziosi e affini, le aziende del ramo dei metalli preziosi raffinano almeno la metà dell’oro mondiale e si distinguono in particolare per la grande attenzione verso la responsabilità sociale e l’impatto ambientale. Le lavorazioni delle aziende del ramo orologiero dal canto loro sono orientate prevalentemente all’alta gamma e alla fabbricazione in abbinamento ai metalli preziosi. Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 Evoluzione disoccupazione nell’industria manifatturiera: sostanziale stabilità % +1 7 % +2 % -1 5% +3 4 770 746 739 645 528 464 622 689 585 595 696 -1 2 % % -1 8 +1 1 % % -1 3 -1 % % -3 +1 8 % Media annua del numero di disoccupati 652 I disoccupati (media annua) nel settore industriale non hanno avuto grandi variazioni. Inoltre, ogni anno la metà dei disoccupati (una media di 350 persone) dell’industria beneficia di misure attive di sostegno all’occupazione e al ricollocamento grazie alla Fondazione III Millennio, un’unità formativa di AITI specializzata in corsi di valutazione di competenze e di stage di ricollocamento. ‘02 ‘03 ‘04 ‘05 ‘06 ‘07 ‘08 ‘09 ‘10 ‘11 ‘12 ‘13 Contratti collettivi e salari • La metà delle aziende associate ad AITI ha un contratto collettivo firmato dai sindacati (contratto collettivo aziendale oppure affiliati all’Unione svizzera del metallo, Swissmem, Viscom o settore orologiero). • Nel settore industriale, la media dei salari minimi di assunzione per dipendenti qualificati è superiore ai 4’000 CHF al mese (per 12 mensilità). Più bassi invece per semi-qualificati (3’600) e non qualificati attivi nella produzione a scarso valore aggiunto. • Il tessuto economico ticinese sta domandando una quota sempre più elevata di profili professionali avanzati, creando Indotto fiscale: centinaia di milioni l’anno per Cantone e Comuni Gettito del settore industriale: 71 milioni per il Cantone, pari al 23% del gettito complessivo (a titolo di paragone, il gettito delle banche è di circa 40 milioni); 54 milioni per i Comuni (applicato il moltiplicatore medio del 76%) per un totale di 125 milioni di gettito (dati 2008). Ai quali vanno aggiunti, in quanto contabilizzate a parte, le imposte alla fonte per altri 117 milioni a livello cantonale e un centinaio di milioni per i Comuni (dati 2012). Pur con le distinzioni del caso, l’industria contribuisce in maniera rilevante a questo indotto, basti pensare che i Comuni a forte caratterizzazione industriale ricevono quasi un terzo dei riversamenti dell’imposta alla fonte agli enti locali. delle buone opportunità di lavoro per residenti. • Esempio 1. Oggi il 30% dei posti di lavoro nell’industria elettronica richiede conoscenze professionali specializzate, mentre il 20% dei posti di lavoro è composto da lavori esigenti, indipendenti e molto qualificati. • Esempio 2. Dal 2000 al 2008 le esigenze dell’industria metallurgica si sono spostate verso livelli formativi e competenze superiori: aumento dal 12% al 26% delle posizioni esigenti indipendenti e molto qualificate a fronte di una diminuzione dal 51% al 45% dei lavoratori senza qualifica e senza formazione conclusa. L’industria produce il 21% del PIL cantonale PIL Ticino 21% Fonte: USTAT Giovani e industria Nel 2014 le aziende industriali ticinesi formatrici mettono a disposizione dei giovani 303 posti di lavoro, pari al 17% del totale. 11 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 al rime p e l a ia tra dustr di penne n i ’ n u e n ’è o c ino duzi In Tic nella pro o mond i qualità biro d L’economia ticinese Ponte tra la Lombardia a Sud e la Regione di Zurigo a Nord, l’economia ticinese è composta da circa 21mila imprese, in gran parte PMI, che in totale offrono circa 184mila posti di lavoro. Con un Prodotto interno lordo (PIL) di oltre 24 miliardi di franchi, che rappresenta il 4,2% del PIL nazionale, l’economia ticinese si presenta ben bilanciata, con un settore secondario molto competitivo orientato all’80% all’esportazione, che contribuisce al 21% del PIL cantonale, e un terziario di servizi avanzato, che produce i 3/4 del PIL cantonale, caratterizzato dalla presenza della terza piazza finanziaria svizzera e dalla terza piazza svizzera per commodity trading. Contraddistinto da una produzione ad alto valore aggiunto, elevata qualità dei prodotti e innovazione tecnologica e scientifica, il settore secondario è molto competitivo nel campo dell’elettromeccanica, nella chimica-farmaceutica, nella plastica, nell’industria dei metalli preziosi, nel tessile e nella moda, nel settore delle energie rinnovabili e nella logistica, e esporta in gran parte macchine, strumenti di precisione, orologi, apparecchi elettrici, prodotti chimici e gioielli. Le esportazioni, a quota 8 miliardi, sono orientate all’Italia (20%), alla Germania (17%), agli USA (10%), all’India (10%), alla Cina (10%), alla Francia e alla Gran Bretagna (6%) e in misura minore ad altri Paesi extra UE. Il Ticino economico 12 > più basso che in Cina, ma soprattutto per poter conquistare un mercato che si sta aprendo e si aprirà abbastanza rapidamente. È però vero che alcune aziende svizzere sono tornate in Europa, dopo aver prodotto in Cina. Casi come questi non mi sorprendono. Non saranno i primi e non saranno gli ultimi. In questi casi mi sento di affermare che si è spostata la produzione in Cina senza tenere conto di tutti i parametri che entrano in gioco. A volte queste aziende che tornano in Europa continuano a produrre in Cina, ma per i mercati cinesi e del Sud Est asiatico, con prodotti di solito a valore aggiunto più basso che non potrebbero essere fabbricati comunque in Svizzera. Un esempio tipico è quello della Swatch che diversi anni fa aveva provato a installare una fabbrica nel Sud della Cina e rapidamente si è accorta che non valeva la pena ed è tornata sui suoi passi. Ora è rimasto qualcosa, ma solo produzione di orologi per auto di lusso, che richiedono più manualità che automazione. questo Continente, nel senso di investire in modo che ci sia un ritorno. Ho visto progetti realizzati da cinesi che sono incredibili. Loro non realizzano solo la fabbrica, ma costruiscono anche strade, ferrovie, villaggi. Attenzione, quello che i cinesi fabbricano in Africa sono prodotti che gli stessi cinesi fanno fatica a realizzare in Cina a causa dei costi di manodopera aumentati dieci volte in dieci anni. Ho conoscenza diretta di molti calzaturifici cinesi che stanno investendo in maniera massiccia in Cina con il supporto del Governo. In conclusione cosa augurerebbe all’industria ticinese per il futuro? Per qualsiasi industria la chiave per poter riuscire sul mercato globale è l’innovazione. Innovare i servizi, il modo con cui si fa marketing, innovare nelle risorse umane che ci fanno competere. Non importa dove e come. L’importante è innovare. Ecco perché, ripeto, l’innovazione dovrebbe essere un processo alla base di una qualsiasi industria. ■ Ma quello africano sarà davvero il mercato del futuro? Sì, anche se dipenderà in modo importante da chi riesce a investire in PIL TI 24 miliardi di franchi (4,2% del PIL CH) Settori principali Terziario e servizi, industria Eccellenze servizi e terziario Piazza finanziaria, Piazza commodity trading Eccellenze secondario Elettromeccanica, chimica-farmaceutica, plastica, industria metalli preziosi, industria tessile e moda, settore delle energie rinnovabili, logistica Valore Export 8 miliardi di franchi Mercati Export Italia, Germania, USA, Cina, India, Francia, Gran Bretagna Beni esportati Macchine, strumenti di precisione, orologi, apparecchi elettrici, prodotti chimici e gioielli Condizioni quadro strategiche TI Collegamenti Nord-Sud con auto e treno, aeroporto Lugano e Malpensa (1 ora da Lugano), sistema educativo, fiscalità moderata per le imprese, innovazione tecnologica e scientifica, efficienza amministrazione pubblica, pace sociale Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 CONOSCERE L’INDUSTRIA Frenzis Group SA, Rancate Realtà piccola, ma dinamica da 80 anni sui mercati mondiali Una spiccata predisposizione tecnica unita a una sconfinata voglia di apprendere e mettersi in gioco. Sono questi gli ingredienti che hanno permesso a un’impresa familiare a carattere industriale come Frenzis Group SA di Rancate di attraversare indenne 80 anni di storia e di concorrere ancora oggi con successo sui mercati internazionali. Fondata nel lontano 1934 dal nonno di Giorgio Lenz, attuale proprietario insieme alla moglie Daniela, di Frenzis Group SA, con lo scopo di rappresentare le industrie tessili svizzere in Italia, in particolare nel campo della filatura, nel corso degli anni l’azienda estende la sua attività, diversificandosi, anche al settore della cartotecnica (macchine copertinatrici) e delle macchine per la produzione di bicchierini e contenitori di cartone per alimenti e bevande, in stretta collaborazione dal 1960 con Hörauf, oggi uno dei fabbricanti leader nei due campi appena descritti. Un cambio di attività dettato dall’evoluzione del settore tessile in Italia, ma anche dalla voglia di continuare a rimettersi in gioco, contando sul fiuto imprenditoriale e sulla predisposizione tecnica di una famiglia di ingegneri da generazioni. Due mercati distinti, quelli delle macchine copertinatrici e delle macchine per la produzione di bicchierini e contenitori di cartone per alimenti e bevande, che vedono impegnata ancora oggi l’azienda in ambiti diversi e su più fronti. Per il settore delle macchine copertinatrici, che, come dice il nome, servono alla fabbricazione di copertine, ma anche di agende, calendari, giochi di società, Frenzis Group SA offre assistenza tecnica, servizio di manutenzione e pezzi di ricambio, ma acquista anche macchine usate Hörauf per sottoporle a > revisione completa nelle sue 13 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 dell’azienda, portato avanti in via > officine e poi rivenderle in tutto il mondo. principale da Daniela Lenz: quello Un’attività quest’ultima che porta l’azienda di delle traduzioni. Originariamente Rancate ad operare in Estremo e Medio Oriente, specializzata in traduzioni India, Brasile, Stati Uniti e Canada. scientifiche “oggi Frenzis Altrettanto stimolante è anche l’attività Group SA – legata alle macchine per la produzione di rileva Daniela bicchieri di carta e contenitori di cartone per Lenz - è in grado alimenti e bevande che vede impegnata Frenzis di offrire servizi di Group SA in particolare dal lato commerciale e traduzione, editing della vendita soprattutto in Italia. e localizzazione per Fedele al suo gusto del business e alla una serie di settori tradizione tessile dell’azienda, Giorgio Lenz ha inoltre sviluppato e diversi, commercializzato in tutto Voglia di continuare a il mondo il “Center-P”, un rimettersi in gioco, contando inclusi amministrazione pubblica, apparecchio elettronico sul fiuto imprenditoriale e banca e finanza, assicurazioni, di centratura dei fusi sulla predisposizione giurisprudenza, medicina, per l’ottimizzazione dei tecnica di una famiglia di farmacologia e relazioni processi di filatura. ingegneri da generazioni pubbliche, solo per nominarne A questi filoni si alcuni”. affianca un Frenzis Group SA: una piccola realtà ulteriore orientamento dinamica, multidisciplinare, operante a livello completamente mondiale, da quasi un secolo pronta ad diverso affrontare nuove sfide. ■ www.frenzis-group.com 14 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 SPAZIO SOCI Sostanze chimiche e legislazione europea: funzionari federali e imprenditori ticinesi a confronto Due giornate di formazione, confronto e dibattito sulla legislazione nel commercio di sostanze chimiche, sulla legislazione europea REACh (Registration Evaluation Authorization of Chemicals) in Svizzera e sull’autorizzazione di biocidi e nanoparticelle a livello mondiale. Sono state organizzate di recente in Ticino da ECSA, in collaborazione con Helsinn e HeiQ di Zurzach, su proposta di “scienceindustries” per confrontare i funzionari federali con i problemi pratici delle piccole e medie imprese a fronte della proliferazione di leggi, ordinanze, regolamenti e norme. ECSA, per bocca del suo direttore Emanuele Centonze, ha sottolineato in particolare la raccomandazione di non introdurre la legislazione REACh in Svizzera fino al 2018, anno in cui essa entrerà completamente in vigore in Europa, ma di promuovere una piattaforma di armonizzazione neutrale concernente i tre dipartimenti (BAG, BAFU e SECO), i Cantoni e gli imprenditori, con il compito particolare di definire lo stato dell’arte in Svizzera. A sottolineare i pericoli e opportunità legati alla tematica REACh per i prodotti intermedi delle ditte farmaceutiche è stato anche il direttore di Helsinn Biasca Waldo Mossi. Da parte sua Carlo Centonze della HeiQ si è espresso sulle problematiche legate all’omologazione dei biocidi e delle nanoparticelle negli USA e in Europa. Gli imprenditori presenti hanno inoltre ribadito ai funzionari federali la necessità di rigettare o rivedere completamente la proposta di legge sull’economia verde. www.ecsa.ch — www.helsinn.com L’AMETI cambia ai vertici e premia i migliori apprendisti diplomati Viscom Ticino ai candidati delle elezioni 2015: “Se stampi in Ticino, sostieni anche Telethon” L’Associazione Industrie Metalmeccaniche Ticinesi (AMETI), riunitasi pochi giorni fa in assemblea, ha rinnovato il proprio consiglio direttivo e premiato i migliori apprendisti diplomati nelle aziende associate AMETI. L’incontro è stato pure l’occasione per il presidente AMETI Roberto Ballina per fare il punto della situazione sugli obiettivi e sugli scopi futuri dell’associazione, ovvero rafforzare l’associazione, creando rete e aumentando la comunicazione fra aziende, rinvigorendo così le possibili sinergie che verrebbero a crearsi. Per il cambiamento in seno al consiglio direttivo si registrano le partenze di Milena Cassiano di Synthes Produktions GmbH e di Rolando Hirsbrunner di AGIE Charmilles SA che dopo vari anni di collaborazione hanno deciso di lasciare la carica nel consiglio direttivo. In loro sostituzione, l’assemblea dei soci ha eletto Edo Rossetti di Imerys Graphite & Carbon e Gianfranco Rusca di Mikron Tool SA. In presenza dei vertici dell’associazione, dei rappresentanti della Divisione della formazione professionale e delle aziende formatrici sono stati poi consegnati i riconoscimenti ai migliori apprendisti diplomati: Luca Danelon (Elettronico – Schindler Elettronica SA) media 5.9, Marco Moor (Polimeccanico – RUAG Schweiz AG) media 5.5, Matteo Caprari (Progettista meccanico – Schindler Elettronica SA) media 5.2, Gionas Bonardi (Informatico - Imery Graphite & Carbon) e Zeno Pontiggia (Informatico Forbo-Giubiasco SA) media 5.1. www.ameti.ch Trentanove aziende ticinesi dell’industria grafica affiliate a “viscom Ticino” - l’associazione padronale svizzera per la stampa e la comunicazione - si sono fatte promotrici di un’iniziativa unica per sostenere la Fondazione Telethon Azione Svizzera e nel contempo ringraziare le candidate e i candidati di tutte le forze politiche alle prossime elezioni cantonali per la fiducia e il sostegno all’economia ticinese. Scegliendo una delle 39 aziende aderenti all’iniziativa, i candidati avranno la possibilità di sostenere la Fondazione Telethon e di testimoniare la scelta di stampare in Ticino. “viscom” ha creato, registrato e messo a disposizione dei propri affiliati un logo che – se autorizzato dalla committenza – figurerà su tutti i prodotti (cartacei e non) tramite il quale logo viene garantita la produzione locale. La convenzione firmata dagli affiliati dell’associazione vincola e garantisce che, quale ringraziamento per una produzione indigena, gli affiliati “viscom” s’impegnano a versare un contributo (corrispondente almeno al 2% della cifra d’affari globale prodotta, oltre che ad altri versamenti liberi) su un conto, incrementando quindi l’importo globale che a fine campagna sarà versato integralmente in favore di Telethon da parte di “viscom” a nome di tutti gli affiliati. www.viscom.ch 15 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 ISTANTANEE AITI L’importanza dell’industria ticinese su TeleTicino Outsourcing nelle strategie aziendali: un successo il pomeriggio di riflessione Qual è il giusto equilibrio tra insourcing e outsourcing? Come si può fare affidamento sull’outsourcing nelle strategie aziendali? A queste e ad altre domande si è dato risposta nel corso di un pomeriggio di riflessione organizzato di recente da AITI e AITI Servizi SA in collaborazione Business up SA e T.U.S. SA. All’incontro, svoltosi al Parco Maraini Resort di Lugano, che han visto una buona partecipazione di pubblica, hanno partecipato in qualità di relatori Omar Terzi, Marco Cavadini e Daniela Bellesini. In onda il 7 e 14 dicembre 2014 su TeleTicino le puntate di “Made in Ticino” – la trasmissione dedicata all’economia ticinese – con al centro gli imprenditori e le aziende dell’Associazione industrie ticinesi (AITI). Animate da Marco Cobianchi, Marco Favini, Daniele Lotti e Luca Wullschleger - tutti membri di comitato AITI – le due puntate “consacrate” all’AITI - diffuse in replica nelle settimane successive e sempre visibili sul sito dell’emittente (http://www. teleticino.ch/made-in-ticino) - hanno messo in luce l’importanza del settore industriale ticinese per l’economia ticinese e per il territorio. Apprendistato e scuole specializzate superiori: binomio apprezzato dalle industrie ticinesi Almeno una cinquantina di persone hanno preso parte all’incontro informativo organizzato da AITI, in collaborazione con il Centro arti e mestieri di Bellinzona, AMETI, HR Ticino e ATST, sull’apprendistato e sulla Scuola specializzata superiore di tecnica di Bellinzona, che ha visto quali relatori il direttore Divisione della formazione professionale (DFP), Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) Paolo Colombo, il direttore Scuola specializzata superiore di tecnica di Bellinzona Manolo Zanella, il presidente dell’AMETI e CEO di Tensol Rail SA di Giornico Roberto Ballina, la responsabile risorse umane di Mikron SA di Agno Susanne Cedraschi e il direttore dello stabilimento 16 produttivo Imerys Graphite & Carbon SA di Bodio Edo Rossetti. Dopo aver messo in evidenza come il successo delle industrie svizzere abbia incontestabilmente origine nel modello di formazione professionale basato sulla collaborazione pubblico-privato, da sempre un modello vincente perché orientato alle esigenze delle imprese e alla complementarietà tra teoria e pratica, il pomeriggio informativo si è in seguito concentrato sulla Scuola specializzata superiore di tecnica di Bellinzona e sull’importanza per le industrie di individuare e valorizzare i percorsi formativi giusti per continuare a selezionare personale specializzato con la necessaria autonomia, flessibilità e, soprattutto, immediatamente operativo. A seguito dell’incontro i partecipanti hanno potuto prendere visione di alcuni progetti della Scuola specializzata superiore di tecnica SSST di Bellinzona e della Scuola specializzata superiore d’arte applicata SSS_AA di Lugano, nonché compiere una visita guidata nei laboratori della Scuola. Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 Sviscerata la gestione dei rapporti tra datore di lavoro e dipendenti Evidenziare il delicato rapporto tra il diritto e il dovere del datore di lavoro di dare istruzioni al lavoratore sull’esecuzione del lavoro e sul comportamento in azienda, da una parte; e il rispetto della personalità, della vita privata e del tempo libero del dipendente dall’altra, mettendo in evidenza i punti di incontro e di scontro tra i legittimi interessi delle due parti contrattuali. Questi e altri aspetti sono stati sviscerati nel corso “La gestione del comportamento in azienda” organizzato in novembre da AITI e AITI Servizi SA con l’avvocato Costantino Delogu. Corso durante il quale è stato per esempio messo in evidenza come il lavoratore, secondo l’articolo 321a del Codice delle obbligazioni, è tenuto al segreto anche dopo la fine del rapporto di lavoro nella misura in cui la tutela degli interessi legittimi del datore di lavoro lo esiga, o come la disdetta per motivi gravi mette in ogni caso fine al rapporto contrattuale, indipendentemente dal fatto ch’essa sia giustificata da motivi gravi oppure no, lasciando al dipendente licenziato unicamente la facoltà di postulare il versamento di un’indennità. Segreteria AITI in gita a Vercelli e provincia Si è sviluppata su una doppia visita aziendale - alla Sorin Group, società multinazionale leader nel trattamento di patologie cardiovascolari e all’azienda agricola Tenuta Castello, impresa attiva nella produzione e nella commercializzazione di riso – la gita dell’ufficio AITI organizzata con successo nel mese scorso a Vercelli e provincia, a cui hanno preso parte i collaboratori e il presidente di AITI, nonché i rappresentanti di economiesuisse nella Svizzera italiana. Alcuni eventi AITI in immagini 17 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 FORMAZIONE AITI AIESEC Favorire lo scambio tra aziende e studenti in tutto il mondo Alessia Balducci, Local Commettee President di AIESEC in Lugano, presenta AIESEC: ONG internazionale che favorisce da sempre lo scambio tra aziende e studenti in tutto il mondo. Alle prime offre talenti; ai secondi l’opportunità di effettuare uno stage professionale in un’impresa estera. Signora Balducci, in Svizzera, in quali città è presente AIESEC? In tutte le città universitarie di rilievo: Berna, Zurigo, San Gallo, Losanna, Ginevra, Basilea, Friburgo e - dal 1998 anche a Lugano. Il territorio ticinese è da considerarsi molto interessante, soprattutto perché negli ultimi anni l’USI - ma anche la SUPSI e l’Accademia di Mendrisio - stanno diventando sempre più internazionali, attraendo studenti da ogni parte del mondo. AIESEC si rivolge alle aziende ticinesi che sono alla ricerca d’idee innovative, di nuove prospettive, di profili o competenze difficili da reperire sul mercato, offrendo loro il programma di “Internship Global Talent”. Di che cosa si tratta? Il Global Internship, comunemente chiamato “GIP”, è un programma che consente agli studenti di ogni parte del mondo (aderenti ad AIESEC) di accedere al database e di consultare tutte le offerte di stage disponibili. Il GIP va da un minimo di 3 mesi, a un periodo massimo di un anno e mezzo. Aderendo a questo programma, l’azienda ticinese avrà accesso al nostro database e sarà supportata da AIESEC Lugano nella ricerca di candidati con competenze specifiche (per esempio la conoscenza di una determinata lingua, l’aver fatto studi e/o esperienze particolari,…). Oltre che all’integrazione dello stagista al momento del suo arrivo, AIESEC provvede pure a gestire l’intero iter burocratico, e a garantire un supporto continuo ad entrambe le parti: prima, durante e dopo il periodo di stage. Il contratto di lavoro, invece, è frutto di un accordo diretto tra l’azienda e lo stagista. Da dove provengono gli studenti, o i neo-laureati, disponibili ad effettuare uno stage nelle aziende ticinesi? Europa, Asia e Sud America sono le provenienze più frequenti ma arrivano anche dal Nord America, dagli Emirati Arabi e da molti altri Paesi ancora: potenzialmente, da tutti i 124 Paesi dove AIESEC è presente! ■ Per maggiori informazioni sulla Convenzione e sulle agevolazioni che AIESEC è disposta ad accordare alle aziende associate AITI, consultate il sito: www.aitiservizi.ch 18 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 Tectel SA Un documento è per sempre? Con Tectel la risposta è sì! A colloquio con Mirko Nesti, Direttore di Tectel SA: società partner di AITI Servizi, che opera nel campo della gestione dei documenti con i più moderni mezzi informatici. “Ogni azienda riceve, usa ed invia innumerevoli documenti. Ad oggi la maggior parte di questi vivono in formato cartaceo. La Gestione Elettronica dei Documenti (GED) consente il controllo informatico sia nella lavorazione, sia nel flusso dei documenti (in entrata e in uscita), in un’ottica di efficienza. A differenza dei concorrenti, Tectel è specializzata anche e soprattutto nell’Archiviazione Ottica Sostitutiva (AOS)… L’AOS è il processo di sostituzione dei documenti amministrativi (generalmente su carta) con documenti informatici. Grazie alla nostra procedura di digitalizzazione, certificata da PwC e conforme alla legislazione Svizzera, il documento cartaceo digitalizzato diventa un documento informatico con valore legale. In sintesi, l’AOS permette di conseguire i seguenti obiettivi: un’archiviazione securizzata del documento; la protezione dello stesso da modifiche, manomissioni o perdita; la sua conservazione nel tempo; la semplicità nel rendere disponibili copie dell’originale. Quanto può costare passare alla soluzione combinata AOS/ GED? La combinazione delle due procedure consente significative ottimizzazioni: sia dal punto di vista Il documento cartaceo digitalizzato diventa un documento informatico di valore legale dello spazio occupato, sia da quello dell’efficienza dei processi. Il primo passo consiste in un’analisi della situazione esistente (per gli associati AITI tale analisi è gratuita!). Il costo dell’operazione sarà strettamente correlato alle decisioni che l’azienda prenderà dopo aver valutato l’esito di questa prima analisi. Dove vengono lavorati e immagazzinati i documenti? In entrambe le procedure è prevista la scansione dei documenti per renderli disponibili in formato digitale. A seconda del grado di sensibilità e di riservatezza, abbiamo la possibilità di scansionarli direttamente presso il cliente: gli apparecchi utilizzati per la scansione professionale, infatti, sono modulari, trasportabili e in grado di lavorare offline (nessuna connessione ad internet). Se le richieste di confidenzialità sono tali da non consentire ai nostri collaboratori di effettuare la scansione, offriamo al cliente la possibilità di formare il suo stesso personale. Negli altri casi, il materiale viene trasportato e immagazzinato presso la nostra sede. È importante sottolineare che i documenti affidati a Tectel non lasciano mai la Svizzera! www.tectel.ch 19 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 TI LAB SA L’arte delle incentivazioni e del Corporate Gift fondamentale riuscire ad essere originali. Daniela Zorzi, titolare di TI LAB Quello dell’originalità, per fortuna, è un SA - società, con sede presso l’Uovo di concetto che può essere alla portata di Manno, che opera con successo nel campo tutti… In effetti è proprio così! Fortunatamente delle incentivazioni e della regalistica abbiamo la possibilità di spaziare fra aziendale, anche di lusso - ci illustra le molte moltissimi oggetti e di adattarli, o modificarli, sfaccettature di questa forma di business. per il nostro scopo finale. Mi spiego meglio: “Noi di TI LAB ci occupiamo di Immagine la nostra mission è quella di far “circolare” Aziendale. Oggi possiamo veicolare il marchio il marchio del nostro cliente su un oggetto di un’azienda in tanti modi. Il nostro focus piacevole, ben confezionato, personalizzato, è quello di cercare vie promozionali nuove dunque unico: un oggetto che tutti vorrebbero e innovative, attraverso oggetti belli, molto ricevere…. Spetta a noi specialisti, insomma, spesso firmati, con un packaging sfizioso, accendere il desiderio! La quindi immediatamente La nostra mission è nostra agenzia è concessionaria riconoscibili da chi li riceve in far circolare il autorizzata Montblanc. Inoltre dono. Naturalmente, nel fare marchio di un distribuisce in esclusiva, solo questo, siamo sempre molto cliente su di un per il canale aziendale, altri attenti a rispettare il budget oggetto unico che marchi di prestigio, talmente fissato dal cliente. Trattiamo tutti vorrebbero noti che non hanno bisogno di dall’articolo “give away” di ricevere presentazione: Gianfranco Ferrè, fascia low cost, al regalo Baldinini, Divo Diva, Ducati Corse, speciale per occasioni e clienti Borbonese, ... Abbiamo inoltre avviato una importanti. Proprio perché quasi ogni oggetto stretta collaborazione con Apple, The Bridge, può diventare un dono, una volta individuato Swatch, Casa Damiani, Cruciani, Alessi, Tuum, il budget di spesa disponibile, siamo in grado Victorinox e molti altri ancora. di sottoporre al cliente un’amplissima gamma Se parliamo di regalistica aziendale in di proposte, che vanno dagli oggetti realizzati Ticino, quali sono i settori merceologici nel Far East (e dunque molto economici), a più gettonati? Nell’arco dei 12 mesi, si quelli più prestigiosi e costosi, firmati dalle più potrebbero idealmente definire 3 macro importanti case del lusso”. aree: 1) Il Food&Beverage, che nel periodo Oggi, per qualsiasi realtà aziendale, è natalizio resta il più quotato. Noi ci sforziamo di presentare l’eccellenza per ogni categoria di prodotto. Dai vini più votati e di nicchia, ai prodotti della tradizione ticinese, fino ai panettoni artigianali, rigorosamente Made in Ticino. 2) Gli Oggetti Istituzionali o give away. 3) Regali di Rappresentanza. www.tilabsa.ch 20 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 ASSOCIAZIONE INDUSTRIE TICINESI Processi di Startup Esperienze e scambi di idee per continuare a crescere Quali sono le difficoltà di avvio di un’azienda start-up? È possibile applicare i principi di riavvio aziendale anche a un’azienda consolidata? A queste e ad altre domande ha cercato di dare risposta l’evento organizzato in novembre da AITI UP! - il gruppo interno all’AITI, composto oggi da 7 aziende start-up, nato per diffondere, sostenere e tutelare la cultura della creazione innovativa d’impresa e unire le competenze e le esperienze delle nuove aziende innovative industriali – che ha ospitato, in qualità di relatori, gli imprenditori Marco Cobianchi (membro di Comitato AITI e Managing Director LOC di Schindler Elettronica SA di Locarno), Sandro Grisoni (Presidente di Ideal-Tek di Balerna) e Valentino Benicchio (CEO di Livestock Technology di Lugano). Cambiare in un’azienda consolidata anche quando tutto sembra andare bene, ha spiegato Cobianchi, non è solo importante, ma quasi indispensabile, anche se il cambiamento può essere molto difficile. Ad aiutare il processo di cambiamento possono essere i simboli, ha continuato Cobianchi, così come l’accettazione dell’errore. “Nelle scelte difficili – ha spiegato il direttore di Schindler Elettronica – la paura di sbagliare ostacola il cambiamento ed è un freno alla creatività”. Ma un errore “non è un fallimento, in quanto un errore può essere corretto”. Non meno importante, ha evidenziato da parte sua Sandro Grisoni, è il cambiamento all’interno di un’azienda di famiglia, soprattutto quando il processo di start-up coinvolge il riposizionamento sui mercati e il livello di processi produttivi. Certo, avviare questo processo a volte può apparire un ostacolo insormontabile, ha fatto capire Grisoni, e quando si è all’interno di questo cambiamento è quasi impossibile accorgersi dei vantaggi per cui si è deciso di intraprendere il percorso, ma i vantaggi ci sono e sono tangibili. Come dimostrano tutte quelle aziende, anche familiari, che decidono di fare questo percorso. A essere molto importante in un’azienda che parte da zero, quindi start-up nel vero senso della parola, ha spiegato da parte sua Valentino Benicchio, è il processo di gestione dei rischi di avvio, che deve essere condotto nel modo migliore possibile. “Un’idea fantastica nasconde sempre delle insidie – ha rilevato – come possibili ritardi nella realizzazione dei prodotti o nell’ottenimento delle certificazioni, mettendo a serio rischio fallimento l’azienda”. Insomma le difficoltà con cui si può confrontare il nuovo CEO, ha proseguito Benicchio, possono essere molte, anche perché “paure e ansie sono all’ordine del giorno e il senso di solitudine ti avvolge”. Ma tutto ciò, ha sottolineato il CEO di Livestock Technology di Lugano, non deve avere il sopravvento. ■ Per maggiori informazioni su AITI UP! http://www.aiti.ch/aiti-up Per richieste o contatti: [email protected] 21 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 SPAZIO OPINIONI Avv. Costantino Delogu Il licenziamento collettivo di 10 lavoratori in stabilimenti che contano da Quando un’azienda è confrontata, per motivi 20 a 99 lavoratori, del 10% dei lavoratori in economici o strategie aziendali, con la necessità stabilimenti che contano da 100 a 299 lavoratori di ridurre l’organico dei proprio collaboratori, e di almeno 30 lavoratori in stabilimenti che vi sono delle norme specifiche del contratto contano oltre 300 lavoratori. individuale di lavoro che descrivono la procedura Se queste soglie legali sono raggiunte, il da adottare nel caso del cosiddetto licenziamento datore di lavoro prima di notificare le disdette collettivo. deve informare tutti i lavoratori, informando Si tratta di una procedura invero semplice, pure nel contempo l’ufficio cantonale del prevista dagli art. 335d segg. CO, che garantisce lavoro, e avviare un periodo di consultazione, la comunicazione preventiva ai lavoratori di almeno due settimane (ma che deve essere delle intenzioni aziendali, ma che deve essere anche più lungo per aziende più importanti), in necessariamente rispettata per evitare che cui i lavoratori hanno facoltà tutte le disdette notificate ai di proporre suggerimenti che lavoratori toccati dalla misura L’aspetto determinante è possano ridurre o evitare i siano considerate abusive. che tutta la procedura di licenziamenti. Alle fine del L’aspetto determinante comunicazione e periodo di consultazione il è che tutta la procedura di consultazione dei datore di lavoro deve informare di comunicazione e di lavoratori deve essere l’Ufficio cantonale del lavoro dei consultazione dei lavoratori avviata e conclusa risultati e solo successivamente deve essere avviata e conclusa prima che le disdette dei può procedere alla notifica della prima che le disdette dei contratti di lavoro disdetta previste. contratti di lavoro vengano vengano comunicate Se la procedura di comunicate ai lavoratori ai lavoratori interessati informazione e consultazione interessati. Si tratta di una non viene rispettata tutte le procedura la cui durata deve disdette notificate sono considerate abusive essere adeguatamente preventivata nel piano di e ogni dipendente licenziato ha diritto a intervento dell’azienda. un’indennità che può raggiungere le due Dal punto di vista legale il licenziamento mensilità salariali. collettivo si concretizza quanto un datore di Il datore di lavoro che intende ridurre lavoro oltrepassa un determinato numero di in modo sensibile il numero di collaboratori disdette, notificate entro un lasso di tempo di impiegati nell’azienda deve pertanto sapere che 30 giorni consecutivi, valutate sul numero dei la consultazione deve precedere i licenziamenti, lavoratori occupati nello stabilimento toccato in modo da evitare che una misura di riduzione dalla misura di riduzione (e non sul numero dei costi si tramuti in un imprevisto onere di lavoratori che una società ha in diversi economico imprevisto. stabilimenti): la soglia per attivare la procedura ■ del licenziamento collettivo è il licenziamento 22 Fare Impresa Numero 4 — Dicembre 2014 Foglio di informazione 5/2014 News Commento del mese Horizon 2020: sempre attrattivo per le imprese svizzere Dopo la sua esclusione temporanea dall’8o programma quadro di ricerca europeo «Horizon 2020», la Svizzera è di nuovo membro associato – fino al 2016. Questa associazione parziale significa tuttavia che il nostro paese ha lo statuto di Stato terzo per due dei tre temi prioritari del programma di ricerca. La Confederazione dovrà di conseguenza assumere direttamente le spese dei partecipanti elvetici. Finanziamento dei trasporti: segnali positivi per un cambiamento del sistema In occasione della manifestazione sulle infrastrutture svoltasi all’Università di San Gallo, la Confederazione ha esposto le proprie idee per un Mobility Pricing che si estende sia alla strada che alla ferrovia. economiesuisse si impegna da anni a favore di costi più trasparenti e dell’applicazione del principio di causalità, in modo tale che l’utente paghi le spese che origina. Gli ambienti economici sono dunque soddisfatti che la Confederazione adotti delle misure per quanto concerne il finanziamento dei trasporti. Il percorso però è ancora lungo. Articoli completi e ulteriori informazioni: www.economiesuisse.ch Grafico del mese Emissioni di gas ad effetto serra nel confronto internazionale Emissioni in tonnellate di CO2 equivalente pro capite 25 Emissioni di gas ad effetto serra pro capite Media OCSE 20 15 10 0 TUR CHE SWE PRT HUN MEX ESP FRA ITA SVK GBR SVN AUT ISR GRC JPN DNK POL NOR BEL DEU NLD FIN IRL CZE ISL EST NZL CAN USA LUX AUS 5 Fonte: OCSE (2014). “Intensità energetica”, in Panorama delle statistiche dell’OCSE 2014. di Monica Rühl, Presidente della Direzione generale di economiesuisse «Green Growth», una reale opportunità di crescita 3 Gli esperti lo confermano: “l’economia verde” è ben radicata sul mercato svizzero, sia per quanto concerne le PMI e i grandi gruppi, sia nel campo delle industrie classiche o del settore dei servizi. La sostenibilità è pagante: le società che integrano questo principio nella loro strategia aziendale hanno più successo. La Svizzera ha fatto bene i propri compiti, in particolare quando si è trattato di conciliare la crescita con lo sviluppo sostenibile. Non è un caso se la Svizzera figura regolarmente nei primi ranghi delle classifiche internazionali sulla sostenibilità e se essa è uno modello nell’ambito del riciclaggio dei rifiuti. Non abbiamo ancora raggiunto la linea del traguardo, ma siamo sulla buona strada. È importante che un’«economia verde» sia considerata come un’opportunità di crescita, anche a livello mondiale. Il masterplan Cleantech adottato dal Consiglio federale nel 2011 non ha lo scopo di limitare le attività svolte in Svizzera. Esso tende piuttosto a posizionare l’economia svizzera in modo che essa possa approfittare al meglio di questa crescita. La condizione principale per un futuro «verde» è la sua compatibilità con i meccanismi del mercato, la concorrenza globale e il mantenimento di un’economia forte. Se queste condizioni non saranno soddisfatte, alla Svizzera mancheranno delle risorse per finanziare un futuro ancora più sostenibile. Contatto economiesuisse Lugano, Federazione delle imprese svizzere, Corso Elvezia 16, casella postale 5563, CH- 6901 Lugano Telefono +41 91 922 82 12, Fax +41 91 923 81 68, www.economiesuisse.ch 23 G.A.B. CH-6901 Lugano 1 Ritorni a: Associazione industrie ticinesi Corso Elvezia 16 6901 Lugano Ti piace ? Numero 3 — Numero 1 Economia svizzera. Quo vadis? Num ero 2 Aprile 2014 Cina: una oppo ghiotta rtuni tà -2014 à AITI 2013 Scopri l’attivit e ial ec nell’inserto sp III Millennio: Fondazione e to e formazion ricollocamen — Lu glio — Settemb re 2014 2014 Elettricità: che scossa alle imprese AITI UP!: casa per s ac tartu p inn cogliente ovativ e ind IBSA ustria :a li vince zienda far nte e mace innov utica ativa Farma indust ria Ticino in Assemble a RIRI: una “zi p” che fa il giro del mondo Abbonati*! Nel 2015 ti piacerà ancora di più! 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