Storia e attualità dell`aviazione comasca in un
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Storia e attualità dell`aviazione comasca in un
22 Cultura Corriere di Como Giovedì 12 Novembre 2009 Voli sul Lario La vita è un viaggio da fare a piedi. Recita più o meno così uno dei detti più celebri dello scrittore Bruce Chatwin nel suo libro Le vie dei canti. Ma quanto più interessante è, nello specifico lariano, viaggiare con la testa fra le nuvole. E cioè volando, sopra il verde e il marrone dei rilievi striati da insediamenti urbanistici e le complesse infrastrutture degli umani, e sopra il blu intenso (a volte buio e plumbeo, a volte smeraldino) delle acque lacustri. Che tale prospettiva sia una chiara vocazione del Comasco, oltre che un modo di viaggiare versatile, alla portata di tutti e pieno di sorprese, lo ricorda con dovizia di dettagli e particolari la nuova iniziativa dell’Editoriale, la casa editrice del “Corriere Tra avventura e memoria Sopra, Cesare Baj. In alto, un idrovolante dell’Aero Club in volo sul castello di Vezio di Como”. È un cofanetto di due volumi indivisibili dal titolo Volare a Como (pp. 576 + 384, 35 euro) che Cesare Baj, presidente dello storico Aero Club cittadino di viale Puecher, dedica all’aviazione lariana di ieri e di oggi, con centinaia di immagini dall’alto del nostro territorio. L’iniziativa è patrocinata dall’assessorato al Turismo del Comune di Como ed è realizzata in collaborazione con lo stesso Aero Club. Icaro nel Comasco sarebbe andato a nozze, e forse non si sarebbe avventurato così in alto rischiando penne e pelle. Sarebbe rimasto incantato davanti alla sequenza di meraviglie che avrebbe sorvolato in una terra benedetta dagli dèi, «su quel lago sublime dove tutto è nobile e tenero» come voleva lo scrittore francese Stendhal. Si sarebbe ad esempio fermato a mezz’aria ad ammirare le tante ville che costellano come gioielli il diadema delle rive, e così le storiche dimore tipiche dei colli di Brianza. Ma l’aviazione a Como, per quanto conti momenti di fascino assoluto, ha in realtà ben poco di mitologico e non è solo trampolino di lancio per il romanticismo. Ha piuttosto le proprie origini in quelle particolari forme della cultura che sono la scienza e la tecnica: negli studi di Alessandro Volta, e in vari voli in pallone aerostatico, e registra le prime eliche in moto a partire dal 1912. Da ricordare fra i tanti momenti pionieristici l’esperienza dell’ingegnere di Ossuccio Giu- seppe Somalvico, inventore dell’elicoplano, una macchina volante che in realtà dopo il disastroso debutto nel 1921 non ebbe alcun seguito. L’ebbe eccome, al contrario, l’aviazione idro, cui il territorio è per sua stessa natura destinato, avventura che inizia l’anno seguente. Non mancarono i dirigibili. Una pagina nera fu nel 1914 la tragedia del dirigibile “Città di Milano” che fu costretto ad atterrare per avaria a Cantù e poi scoppiò provocando un morto e numerosi feriti. Fra i tanti momenti felici, spiccano pagine di eroi- Storia e attualità dell’aviazione comasca in un ricco cofanetto di Cesare Baj Aneddoti e testimonianze Sopra, il cofanetto con i due volumi indivisibili. Sotto, il Monoplano Morane Saulnier di Roland Garros che partecipò al Gran Premio dei Laghi e la facciata dell’Aero Club Como smo come i numerosi salvataggi di naufraghi e persone in difficoltà operati da idrovolanti. Il lago fu anche scenario di competizioni idro, come il “Gran Premio dei Laghi”, prima manifestazione idrovolantistica italiana e tra le prime al mondo (1913). L’Aero Club è entrato anche nella storia dell’immagine: i suoi mezzi sono diventati protagonisti di film e pubblicità (ad esempio nello spot dell’Amaro Montenegro girato in Sardegna il velivolo rosso è “made in Como”). Senza contare i tanti voli che il Club consente di fare al pubblico, per esempio ai quasi mille bambini che ogni anno vengono portati in volo a Natale, per permettere loro l’esperienza molto formativa di vedere dall’alto il territorio in cui vivono, iniziativa sostenuta da alcuni soci benefattori del Club. Scienza e tecnica in pri- mo piano, si diceva, a scrivere la storia del volo a Como (con il museo milanese di via San Vittore intitolato alle due discipline principi del nostro tempo Cesare Baj sta collaborando per far nascere un “Museo dell’Idrovolante”). Ma non ci sono solo aerei, terrestri o anfibi, nel ricco cofanetto di Baj. Il volo è analizzato e raccontato tra testi e foto in tutti i suoi aspetti. Dal volo a vela all’aeromodellismo, dal paracadutismo al volo libero. Compreso un doveroso omaggio all’impegno quotidiano del servizio di elisoccorso del 118. E sempre, pagina dopo pagina, come guardando giù da un’ideale cabina di pilotaggio cartacea, con una splendida serie di vedute che illustrano il territorio visto dall’alto: le meraviglie della natura, le prospettive geometriche delle aree urbanizzate, e una serie di proposte di itinerari tematici operativi (ci sono quelli classici per sorvolare vestigia di arte e storia, ma anche idee originali per scoprire dall’alto tesori di architettura, archeologia industriale e testimonianze d’arte sacra), comprese mete che per i più arditi possono spaziare fino alle esotiche Bahamas. Ma per rimanere con le ali sul Lario, va detto che «non esiste un solo Lago di Como - sottolinea l’autore - ma moltissimi, ciascuno dei quali rispecchia gli interessi e il punto di vista dell’osservatore». Una curiosità ad esempio riguarda la punta di Torriggia, detta dai piloti “Venturi”, «un termine fisico-ingegneristico che indica il restringimento di una condotta, un luogo sede di speciali fenomeni fluidodinamici». E Baj aggiunge: «In effetti nel “Venturi” lariano qualcosa succede sempre: turbolenza, lago increspato da una brezza che “c’è solo lì”». È insomma lo «Scilla e Cariddi del Lario». In volo si possono scoprire tanti altri particolari che alla vista usuale da terra sfuggono. Alcune ville ad esempio sono protette da mura o da cortine di verde. E si va alla scoperta dei laghi prealpini, territorio di grande interesse in tutte le stagioni e in qualsiasi condizione climatica. Completa il secondo volume un ricco apparato di materiali di approfondimento tematico e di documenti relativi a personaggi e situazioni che hanno scritto il nome di Como nella storia del volo (tra i tanti episodi merita di essere citato almeno l’esperimento di posta aerea con idro che tenne banco sul Lario negli anni Venti e Trenta). L’autore per la scelta delle immagini ha attinto oltre che dal suo archivio personale da altri fonti iconografiche storiche, pubbliche e private. Completando con questa opera di agile consultazione e dall’apparato d’immagini mozzafiato un percorso di indagine storica avviato ormai da molti anni, che ha trovato nel volume di grande formato Ali sul Lario la propria punta di diamante sul versante storiografico e trova ora la propria consacrazione piena sul versante della divulgazione. Con l’obiettivo primario di far capire che il Lario dall’alto è un ulteriore modo di declinare la bellezza dei tesori locali e spenderla in modo efficace sul piano del turismo e della promozione dell’immagine sul territorio. Una miniera ancora tutta da esplorare su ampia scala e che si spera la molla virtuosa dell’Expo che terrà banco a Milano tra appena un lustro possa lanciare in modo sistematico e soprattutto definitivo. Lorenzo Morandotti