ECO DEL SANTUARIO - Santuario di Oropa
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ECO DEL SANTUARIO - Santuario di Oropa
ECO DEL N° 2 - Aprile/Giugno 2010 - Trimestrale - Anno CXIII - Sped. in Abb. Post. - Art. 2 - Comma 20/c - Legge 662/96 - VC SACRE FUNZIONI Orari Festivi Basilica Antica 7.30 9.00 10.30 S. Messa S. Messa S. Messa Basilica Sup. 11.45 15.15 16.30 18.15 Rosario e Processione eucaristica S. Messa S. Messa S. Messa Orari Feriali 7.10 Basilica Antica Lodi 7.30 11.30 tutti i giorni 8-12 15-19 Festivo: mezz'ora prima della S. Messa 16.30 18.15 S. Messa S. Messa prefestiva prefestiva S. Messa Luglio e Agosto Confessioni Basilica Sup. 10.30 S. Messa S. Messa S. Messa Basilica Sup. Basilica Antica 9.00 Eco del Santuario di Oropa Periodico trimestrale Anno 113 - N°2 - 2010 Direttore Responsabile Canonico Michele Berchi Redazione Santuario - 13813 Oropa (BI) Sito internet: www.santuariodioropa.it Autorizzazione Tribunale di Biella n°27 del 07/09/1950 Sped. in Abb. Postale - Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - VC Conto Corrente Postale 251132 intestato a: Canonico Rettore Santuario di Oropa - 13813 Oropa (BI) Stampato da Tipografia Novograf 13900 Biella (BI) - Tel. 015/401605 Tutela dati personali Vengono usati esclusivamente per la gestione abbonamenti, in conformità alla vigente legge sulla privacy (n. 675 del 31/12/1996). Contatti (prefisso 015) Can. Rettore Tel. 255.51.220/221 Fax 255.51.229 [email protected] Amministrazione Tel. 255.51.202 Fax 255.51.209 Ufficio Tecnico 255.51.205 Istituto Figlie di Maria 255.51.223 Uff. Accoglienza Tel. 255.51.200 Fax 255.51.219 [email protected] Uff. Offerte 255.51.222 Uff. Postale 24.55.903 Osservatorio 24.55.928 Funivie 24.55.929 Guardia notturna 335.81.83.278 Guardia medica estiva 24.55.958 SOMMARIO La parola del Rettore pag. 4 Alla scuola di Benedetto pag. 7 Le ferite della Chiesa Il martirio di Mons. Padovese S. Em. Card. Scola Nel Getzemani La carne e il celibato pag. 12 pag. 14 pag. 16 pag. 17 Estate a Oropa pag. 23 Spettacolo-evento Oropa è... pag. 26 Vita in Santuario pag. 27 Pellegrinaggi pag. 39 Sovrano Militare Ordine di Malta pag. 44 Giovani di Bologna pag. 46 Matrimoni e Battesimi pag. 46 Quando il Prof. è un amico pag. 47 Visite in Santuario pag. 48 Intervista a Marco Bersanelli pag. 50 Meeting di Rimini pag. 53 Recensioni pag. 54 Controcorrente pag. 57 In memoria pag. 58 Offerte al Santuario pag. 59 La Parola del Rettore Carissimi pellegrini e amici di Oropa, alcuni mesi fa, un carissimo amico mi raccontò di essere stato in Irlanda a trascorrere la vacanze di Natale e di essersi trovato nella Notte Santa nella cattedrale di Dublino, dove l’Arcivescovo aveva celebrato la S. Messa di mezzanotte. Al termine della toccante celebrazione, il Cardinale si era rivolto ai fedeli presenti confidando loro che quello era stato, per lui, il Natale più triste della sua vita. Lo scandalo che ha investito la Chiesa in Irlanda non era ancora scoppiato in tutta la sua drammaticità, ma già si assommavano le notizie di vari casi di delitti di alcuni sacerdoti. Il Cardinale, in quell’occasione, rivelò che anche un Vescovo stava per rassegnare le proprie dimissioni perché accusato di aver gesti4 to malamente dei casi di pedofilia nella sua Diocesi. Ne seguì un grande applauso. Proprio così, un applauso. Nessuno (per lo meno ad uno sguardo generale) si unì al dolore del proprio Pastore, ma la maggioranza manifestò distacco e, chissà, forse sarò troppo cattivo, ma addirittura soddisfazione. Certamente, tutti davanti a dei crimini desideriamo si faccia luce e si giunga alla verità, ma se capitasse che un proprio famigliare ne fosse coinvolto, senza indugio aiuteremmo il corso della giustizia, ma certo tra le lacrime e non con scroscianti applausi. Quello che ferisce della reazione dei nostri fratelli irlandesi, in quel caso, che speriamo circoscritto, è proprio questo sentirsi plaudenti spettatori di una sconvolgente tragedia. Tutta la liturgia, le preghiere, la Parola di Dio, l’omelia, finanche la Comunione della S. Messa di Natale era come se non avessero inciso per nulla sul giudizio sul dramma imminente. le vicende della vita e della storia, potremo moltiplicare le celebrazioni e gli anniversari, ma saranno per ricordare un passato Ho iniziato questo bollettino con queste amare considerazioni, certamente non per aggiungermi al triste coro di chi si lamenta, ma perché da questo episodio ed altri simili sono scaturite in me alcune riflessioni che, a mio parere, riguardano il nostro amato Santuario. Mancano 10 anni alla solenne quinta incoronazione della Regina del Monte di Oropa; cento anni fa, i biellesi l’hanno riconosciuta come Patrona della Diocesi e, con Santo Stefano, della Città di Biella; 50 anni fa si è svolta la solenne dedicazione di quella che, ora, si chiama Basilica Superiore; insomma il 2010 risulta essere un anno carico di ricorrenze significative che ci richiamano ad una secolare storia di fede. Ma, appunto, di quale fede stiamo parlando? Questo è l’interrogativo che mi sorge prepotentemente dal cuore quando presto attenzione a ciò che stiamo vivendo come Chiesa in questo stesso 2010. L’episodio irlandese (che ho usato come esempio) ci deve mettere in allarme: se la fede di cui si parla rimane dualisticamente separata dal modo con cui poi giudichiamo che non è più, il nostalgico ricordo di un bel tempo ormai perduto. Ciò che ha fatto nascere Oropa e l’ha resa 5 viva nei secoli è invece la fede di uomini e donne che, pur nei loro peccati, hanno saputo riconoscere la presenza viva di Gesù e si sono affidati a sua Madre per essere aiutati a non staccarsi da Lui. Il Papa, ferito fino alle lacrime, dal male perpetrato da pastori della Chiesa ci ha indicato la strada. Ci ha sorpresi tutti quanti, coloro che applaudivano e coloro che avevano già eretto barricate di strenua difesa contro quello che poi è diventato sempre più un orchestrato attacco alla chiesa cattolica. Ci ha sorpresi con una posizione che nasce dalla vera fede e che ha surclassato anche i più acerrimi nemici: ha avuto il coraggio di stare di fronte al male, a tutto il male, senza fuggire. “Questa è una occasione che chiede la nostra conversione”, ci ha detto; l’occasione per far vedere al mondo che la nostra forza consiste nella Misericordia di un Altro e non nella no- 6 stra misera coerenza. Ci ha fatti ritornare a Gesù, ci ha mostrato che solo stretti a Lui possiamo resistere davanti al male che miete vittime anche tra di noi. Ci ha fatto vedere che la vera giustizia per le vittime e per i carnefici non la si può ottenere, né scontare prescindendo da Gesù. Vogliamo imparare questo modo cristiano di guardare la realtà e la storia, perché come ancora ci ha detto Benedetto XVI “Il nostro contributo di cristiani sarà decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà”. Gli articoli e gli interventi di questo bollettino hanno questo desiderio: contribuire, seppur in minima parte, a festeggiare la storia di una fede che sia reale contributo al vivere di tutti, proprio come Oropa ha fatto nei secoli. Alla scuola di Benedetto CONCLUSIONE DELL’ANNO SACERDOTALE OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù Piazza San Pietro - Venerdì, 11 giugno 2010 Cari confratelli nel ministero sacerdotale, Cari fratelli e sorelle, l’Anno Sacerdotale che abbiamo celebrato, 150 anni dopo la morte del santo Curato d’Ars, modello del ministero sacerdotale nel nostro mondo, volge al termine. Dal Curato d’Ars ci siamo lasciati guidare, per comprendere nuovamente la grandezza e la bellezza del ministero sacerdotale. Il sacerdote non è semplicemente il detentore di un ufficio, come quelli di cui ogni società ha bisogno affinché in essa possano essere adempiute certe funzioni. Egli invece fa qualcosa che nessun essere umano può fare da sé: pronuncia in nome di Cristo la parola dell’assoluzione dai nostri peccati e cambia così, a partire da Dio, la situazione della nostra vita. Pronuncia sulle offerte del pane e del vino le parole di ringraziamento di Cristo che sono parole di transustanziazione – parole che rendono presente Lui stesso, il Risorto, il suo Corpo e suo Sangue, e trasformano così gli elementi del mondo: parole che spalancano il mondo a Dio e lo congiungono a Lui. Il sacerdozio è quindi non semplicemente «ufficio», ma sacramento: Dio si serve di un povero uomo al fine di essere, attraverso lui, presente per gli uomini e di agire in loro favore. Questa audacia di Dio, che ad esseri umani affida se stesso; che, pur conoscendo le nostre debolezze, ritiene degli uomini capaci di agire e di essere presenti in vece sua – questa audacia di Dio è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola «sacerdozio». Che Dio ci ritenga capaci di questo; che Egli in tal modo chiami uomini al suo servizio e così dal di dentro si leghi ad essi: è ciò che in quest’anno volevamo nuovamente considerare e comprendere. Volevamo risvegliare la gioia che Dio ci sia così vicino, e la gratitudine per il fatto che Egli si affidi alla nostra debolezza; che Egli ci conduca e ci sostenga giorno per giorno. Volevamo così anche mostrare nuovamente ai giovani che questa vocazione, questa comunione di servizio per Dio e con Dio, esiste – anzi, che Dio è in attesa del nostro «sì». Insieme alla Chiesa volevamo nuovamente far notare che questa vocazione la dobbiamo chiedere a Dio. Chiediamo operai per la messe di Dio, e questa richiesta a Dio è, al tempo stesso, un bussare di Dio al cuore di giovani che si ritengono capaci di ciò di cui Dio li ritiene capaci. Era da aspettarsi che al «nemico» questo nuovo brillare del sacerdozio non sarebbe piaciuto; egli 7 avrebbe preferito vederlo scomparire, perché in fin dei conti Dio fosse spinto fuori dal mondo. E così è successo che, proprio in questo anno di gioia per il sacramento del sacerdozio, siano venuti alla luce i peccati di sacerdoti – soprattutto l’abuso nei confronti dei piccoli, nel quale il sacerdozio come compito della premura di Dio a vantaggio dell’uomo viene volto nel suo contrario. Anche noi chiediamo insistentemente perdono a Dio ed alle persone coinvolte, mentre intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile affinché un tale abuso non possa succedere mai più; promettere che nell’ammissione al ministero sacerdotale e nella formazione durante il cammino di preparazione ad esso faremo tutto ciò che possiamo per vagliare l’autenticità della vocazione e che vogliamo ancora di più accompagnare i sacerdoti nel loro cammino, affinché il Signore li protegga e li custodisca in situazioni penose e nei pericoli della vita. Se l’Anno Sacerdotale avesse dovuto essere una glorificazione della nostra personale prestazione umana, sarebbe stato distrutto da queste vicende. Ma si trattava per noi proprio del contrario: il diventare grati per il dono di Dio, dono che si nasconde “in vasi di creta” e che sempre di nuovo, attraverso tutta la debolezza umana, rende concreto in questo mondo il suo amore. Così consideriamo quanto è avvenuto quale compito di purificazione, un compito che ci accompagna verso il futuro e che, tanto più, ci fa riconoscere ed amare il grande dono di Dio. In questo modo, il dono diventa l’impegno di rispondere al coraggio e all’umiltà di Dio con il nostro coraggio e la nostra umiltà. La parola di Cristo, che abbiamo cantato come canto d’ingresso nella liturgia, può dirci in questa ora che cosa significhi diventare ed essere sacerdoti: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). 8 Celebriamo la festa del Sacro Cuore di Gesù e gettiamo con la liturgia, per così dire, uno sguardo dentro il cuore di Gesù, che nella morte fu aperto dalla lancia del soldato romano. Sì, il suo cuore è aperto per noi e davanti a noi – e con ciò ci è aperto il cuore di Dio stesso. La liturgia interpreta per noi il linguaggio del cuore di Gesù, che parla soprattutto di Dio quale pastore degli uomini, e in questo modo ci manifesta il sacerdozio di Gesù, che è radicato nell’intimo del suo cuore; così ci indica il perenne fondamento, come pure il valido criterio, di ogni ministero sacerdotale, che deve sempre essere ancorato al cuore di Gesù ed essere vissuto a partire da esso. Vorrei oggi meditare soprattutto sui testi con i quali la Chiesa orante risponde alla Parola di Dio presentata nelle letture. In quei canti parola e risposta si compenetrano. Da una parte, essi stessi sono tratti dalla Parola di Dio, ma, dall’altra, sono al contempo già la risposta dell’uomo a tale Parola, risposta in cui la Parola stessa si comunica ed entra nella nostra vita. Il più importante di quei testi nell’odierna liturgia è il Salmo 23 (22) – “Il Signore è il mio pastore” –, nel quale l’Israele orante ha accolto l’autorivelazione di Dio come pastore, e ne ha fatto l’orientamento per la propria vita. “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla”: in questo primo versetto si esprimono gioia e gratitudine per il fatto che Dio è presente e si occupa di noi. La lettura tratta dal Libro di Ezechiele comincia con lo stesso tema: “Io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura” (Ez 34,11). Dio si prende personalmente cura di me, di noi, dell’umanità. Non sono lasciato solo, smarrito nell’universo ed in una società davanti a cui si rimane sempre più disorientati. Egli si prende cura di me. Non è un Dio lontano, per il quale la mia vita conterebbe troppo poco. Le religioni del mondo, per quanto possiamo vedere, han- no sempre saputo che, in ultima analisi, c’è un Dio solo. Ma tale Dio era lontano. Apparentemente Egli abbandonava il mondo ad altre potenze e forze, ad altre divinità. Con queste bisognava trovare un accordo. Il Dio unico era buono, ma tuttavia lontano. Non costituiva un pericolo, ma neppure offriva un aiuto. Così non era necessario occuparsi di Lui. Egli non dominava. Stranamente, questo pensiero è riemerso nell’Illuminismo. Si comprendeva ancora che il mondo presuppone un Creatore. Questo Dio, però, aveva costruito il mondo e poi si era evidentemente ritirato da esso. Ora il mondo aveva un suo insieme di leggi secondo cui si sviluppava e in cui Dio non interveniva, non poteva intervenire. Dio era solo un’origine remota. Molti forse non desideravano neppure che Dio si prendesse cura di loro. Non volevano essere disturbati da Dio. Ma laddove la premura e l’amore di Dio vengono percepiti come disturbo, lì l’essere umano è stravolto. È bello e consolante sapere che c’è una persona che mi vuol bene e si prende cura di me. Ma è molto più decisivo che esista quel Dio che mi conosce, mi ama e si preoccupa di me. “Io conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me” (Gv 10,14), dice la Chiesa prima del Vangelo con una parola del Signore. Dio mi conosce, si preoccupa di me. Questo pensiero dovrebbe renderci veramente gioiosi. Lasciamo che esso penetri profondamente nel nostro intimo. Allora comprendiamo anche che cosa significhi: Dio vuole che noi come sacerdoti, in un piccolo punto della storia, condividiamo le sue preoccupazioni per gli uomini. Come sacerdoti, vogliamo essere persone che, in comunione con la sua premura per gli uomini, ci prendiamo cura di loro, rendiamo a loro sperimentabile nel concreto questa premura di Dio. E, riguardo all’ambito a lui affidato, il sacerdote, insieme col Signore, dovrebbe poter dire: “Io conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”. “Conoscere”, nel significato della Sacra Scrittura, non è mai soltanto un sapere esteriore così come si conosce il numero telefonico di una persona. “Conoscere” significa essere interiormente vicino all’altro. Volergli bene. Noi dovremmo cercare di “conoscere” gli uomini da parte di Dio e in vista di Dio; dovremmo cercare di camminare con loro sulla via dell’amicizia di Dio. Ritorniamo al nostro Salmo. Lì si dice: “Mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza” (23 [22], 3s). Il pastore indica la strada giusta a coloro che gli sono affidati. Egli precede e li guida. Diciamolo in maniera diversa: il Signore ci mostra come si realizza in modo giusto l’essere uomini. Egli ci insegna l’arte di essere persona. Che cosa devo fare per non precipitare, per non sperperare la mia vita nella mancanza di senso? È, appunto, questa la domanda che ogni uomo deve porsi e che vale in ogni periodo della vita. E quanto buio esiste intorno a tale domanda nel nostro tempo! Sempre di nuovo ci viene in mente la parola di Gesù, il quale aveva 9 compassione per gli uomini, perché erano come pecore senza pastore. Signore, abbi pietà anche di noi! Indicaci la strada! Dal Vangelo sappiamo questo: Egli stesso è la via. Vivere con Cristo, seguire Lui – questo significa trovare la via giusta, affinché la nostra vita acquisti senso ed affinché un giorno possiamo dire: “Sì, vivere è stata una cosa buona”. Il popolo d’Israele era ed è grato a Dio, perché Egli nei Comandamenti ha indicato la via della vita. Il grande Salmo 119 (118) è un’unica espressione di gioia per questo fatto: noi non brancoliamo nel buio. Dio ci ha mostrato qual è la via, come possiamo camminare nel modo giusto. Ciò che i Comandamenti dicono è stato sintetizzato nella vita di Gesù ed è divenuto un modello vivo. Così capiamo che queste direttive di Dio non sono catene, ma sono la via che Egli ci indica. Possiamo essere lieti per esse e gioire perché in Cristo stanno davanti a noi come realtà vissuta. Egli stesso ci ha resi lieti. Nel camminare insieme con Cristo facciamo l’esperienza della gioia della Rivelazione, e come sacerdoti dobbiamo comunicare alla gente la gioia per il fatto che ci è stata indicata la via giusta della vita. C’è poi la parola concernente la “valle oscura” attraverso la quale il Signore guida l’uomo. La via di ciascuno di noi ci condurrà un giorno nella valle oscura della morte in cui nessuno può accompagnarci. Ed Egli sarà lì. Cristo stesso è disceso nella notte oscura della morte. Anche lì Egli non ci abbandona. Anche lì ci guida. “Se scendo negli inferi, eccoti”, dice il Salmo 139 (138). Sì, tu sei presente anche nell’ultimo travaglio, e così il nostro Salmo responsoriale può dire: pure lì, nella valle oscura, non temo alcun male. Parlando della valle oscura possiamo, però, pensare anche alle valli oscure della tentazione, dello scoraggiamento, della prova, che ogni persona 10 umana deve attraversare. Anche in queste valli tenebrose della vita Egli è là. Sì, Signore, nelle oscurità della tentazione, nelle ore dell’oscuramento in cui tutte le luci sembrano spegnersi, mostrami che tu sei là. Aiuta noi sacerdoti, affinché possiamo essere accanto alle persone a noi affidate in tali notti oscure. Affinché possiamo mostrare loro la tua luce. “Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza”: il pastore ha bisogno del bastone contro le bestie selvatiche che vogliono irrompere tra il gregge; contro i briganti che cercano il loro bottino. Accanto al bastone c’è il vincastro che dona sostegno ed aiuta ad attraversare passaggi difficili. Ambedue le cose rientrano anche nel ministero della Chiesa, nel ministero del sacerdote. Anche la Chiesa deve usare il bastone del pastore, il bastone col quale protegge la fede contro i falsificatori, contro gli orientamenti che sono, in realtà, disorientamenti. Proprio l’uso del bastone può essere un servizio di amore. Oggi vediamo che non si tratta di amore, quando si tollerano comportamenti indegni della vita sacerdotale. Come pure non si tratta di amore se si lascia proliferare l’eresia, il travisamento e il disfacimento della fede, come se noi autonomamente inventassimo la fede. Come se non fosse più dono di Dio, la perla preziosa che non ci lasciamo strappare via. Al tempo stesso, però, il bastone deve sempre di nuovo diventare il vincastro del pastore – vincastro che aiuti gli uomini a poter camminare su sentieri difficili e a seguire il Signore. Alla fine del Salmo si parla della mensa preparata, dell’olio con cui viene unto il capo, del calice traboccante, del poter abitare presso il Signore. Nel Salmo questo esprime innanzitutto la prospettiva della gioia per la festa di essere con Dio nel tempio, di essere ospitati e serviti da Lui stesso, di poter abitare presso di Lui. Per noi che preghiamo questo Salmo con Cristo e col suo Corpo che è la Chiesa, questa prospettiva di speranza ha acquistato un’ampiezza ed una profondità ancora più grandi. Vediamo in queste parole, per così dire, un’anticipazione profetica del mistero dell’Eucaristia in cui Dio stesso ci ospita offrendo se stesso a noi come cibo – come quel pane e quel vino squisito che, soli, possono costituire l’ultima risposta all’intima fame e sete dell’uomo. Come non essere lieti di poter ogni giorno essere ospiti alla mensa stessa di Dio, di abitare presso di Lui? Come non essere lieti del fatto che Egli ci ha comandato: “Fate questo in memoria di me”? Lieti perché Egli ci ha dato di preparare la mensa di Dio per gli uomini, di dare loro il suo Corpo e il suo Sangue, di offrire loro il dono prezioso della sua stessa presenza. Sì, possiamo con tutto il cuore pregare insieme le parole del Salmo: “Bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita” (23 [22], 6). Alla fine gettiamo ancora brevemente uno sguardo sui due canti alla comunione propostici oggi dalla Chiesa nella sua liturgia. C’è anzitutto la parola con cui san Giovanni conclude il racconto della crocifissione di Gesù: “Un soldato gli trafisse il costato con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua” (Gv 19,34). Il cuore di Gesù viene trafitto dalla lancia. Esso viene aperto, e diventa una sorgente: l’acqua e il sangue che ne escono rimandano ai due Sacramenti fondamentali dei quali la Chiesa vive: il Battesimo e l’Eucaristia. Dal costato squarciato del Signore, dal suo cuore aperto scaturisce la sorgente viva che scorre attraverso i secoli e fa la Chiesa. Il cuore aperto è fonte di un nuovo fiume di vita; in questo contesto, Giovanni certamente ha pensato anche alla profezia di Ezechiele che vede sgorgare dal nuovo tempio un fiume che dona fecondità e vita (Ez 47): Gesù stesso è il tempio nuovo, e il suo cuore aperto è la sorgente dalla quale esce un fiume di vita nuova, che si comunica a noi nel Battesimo e nell’Eucaristia. La liturgia della Solennità del Sacro Cuore di Gesù prevede, però, come canto di comunione anche un’altra parola, affine a questa, tratta dal Vangelo di Giovanni: Chi ha sete, venga a me. Beva chi crede in me. La Scrittura dice: “Sgorgheranno da lui fiumi d’acqua viva” (cfr Gv 7,37s). Nella fede beviamo, per così dire, dall’acqua viva della Parola di Dio. Così il credente diventa egli stesso una sorgente, dona alla terra assetata della storia acqua viva. Lo vediamo nei santi. Lo vediamo in Maria che, quale grande donna di fede e di amore, è diventata lungo i secoli sorgente di fede, amore e vita. Ogni cristiano e ogni sacerdote dovrebbero, a partire da Cristo, diventare sorgente che comunica vita agli altri. Noi dovremmo donare acqua della vita ad un mondo assetato. Signore, noi ti ringraziamo perché hai aperto il tuo cuore per noi; perché nella tua morte e nella tua risurrezione sei diventato fonte di vita. Fa’ che siamo persone viventi, viventi dalla tua fonte, e donaci di poter essere anche noi fonti, in grado di donare a questo nostro tempo acqua della vita. Ti ringraziamo per la grazia del ministero sacerdotale. Signore, benedici noi e benedici tutti gli uomini di questo tempo che sono assetati e in ricerca. Amen. 11 Le ferite della Chiesa IL MARTIRIO DI MONS. PADOVESE 07/06/2010 TURCHIA - VATICANO In ricordo di mons. Padovese, martire che ha amato la Turchia di Maria Grazia Zambon Un ritratto del vescovo ucciso il 3 giugno scorso, la sua bontà fraterna con cristiani e musulmani; la sua tenacia a far rivivere le Chiese fondate da S. Paolo. Una meditazione da parte di una collaboratrice di mons. Padovese. Iskenderun (AsiaNews) - Un fulmine a ciel sereno. Nel mio ufficio parrocchiale stavo ripensando al colloquio appena terminato con il Provinciale dei gesuiti in Medio Oriente – si parlava della piccola comunità cristiana in Turchia e del suo futuro in questa terra – quando arriva una telefonata dalla Francia che in un italiano stentato, mi chiede se è vero che era stato ammazzato mons. Padovese. Mi sento rabbrividire e rimbrotto: “Ma che razza di scherzo é questo?”. “Cosi scrivono le agenzie turche e volevamo averne conferma”, ribadisce la donna dall’altra parte della cornetta, pregandomi di interessarmi della veridicità della notizia. Da qui il tam tam delle telefonate, ricevendo solo un’amara e sconcertante risposta: “É vero”. Solo una mezz’ora prima l’autista del vescovo Luigi Padovese, un giovane 26enne, non sposato, turco e musulmano, aveva accoltellato e sgozzato colui da cui aveva sempre ricevuto solo del bene. 12 Sul perché rimangono profondi dubbi fatti di luce e di ombre inspiegabili, confessioni bizzarre e contraddittorie dell’omicida. La triste e dolorosa verità é che il Vicario episcopale dell’Anatolia, pastore e guida di un gregge che ora si sente smarrito impaurito e sgomento, non c’é più. Avvolti in un pesante silenzio, i suoi cristiani hanno cominciato ad arrivare in Vicariato, nella sua casa qui ad Iskenderun - una città portuale nel sud della Turchia ai confini con la Siria -alla spicciolata, per cercare di capire, per sentirsi uniti tra loro, per ricevere conforto, per pregare per l’anima del loro amato vescovo. Un uomo colto e semplice Uomo colto, uno studioso che ancor prima di diventare vescovo di questa Chiesa, ha amato la Turchia, questi luoghi dove il cristianesimo si é sviluppato e teologica- mente strutturato con le prime comunità cristiane e i primi concili. Impegnato a far conoscere la storia di questa terra attraverso simposi, convegni, guide per pellegrini e turisti e pubblicazioni così numerose da essere difficilmente elencabili. Ma anche uomo semplice, alla mano, umile persona della carità impegnato ad aiutare i poveri i sofferenti, i bisognosi attraverso il prezioso strumento della Caritas. Uomo dalle buone relazioni. Sapeva parlare ai semplici e ai dotti, agli uomini di cultura e alle autorità civili e religiose. Aveva una parola buona per tutti e si intratteneva amabilmente con i numerosi pellegrini che giungevano in questi luoghi da tutto il mondo. Basterebbe sfogliare i numerosi fax e le email che stanno giungendo in questi giorni in segno di condoglianze e dolore partecipato, per intuire almeno un poco la fitta rete di relazioni che era riuscito ad intessere un po’ ovunque. Uomo del dialogo ecumenico e inter-religioso, basti ricordare gli ottimi rapporti con il mufti della regione e la profonda amicizia con Sua santità Bartolomeo I e tutti i vescovi e fratelli ortodossi e protestanti. Testimone del Vangelo fra le difficoltà Uomo appassionato della vita, ma ancor più del Vangelo diffuso prima di tutto in questa terra non certo facile. Cosi scriveva ai suoi fedeli nella sua Lettera Pastorale di due anni fa: “Fratelli carissimi, il Signore Nostro vi doni la pace. Prego perché questa sua pace sia sempre con voi. Il compito di un vescovo non é solo quello di interessarsi delle persone che gli sono state affidate, istruirle e guidarle, ma anche e soprattutto pregare per loro. So bene come sta diminuendo il numero della comunità cristiana in Anatolia, vedo bene le sue necessità e sono consapevole del bisogno della preghiera reciproca. Sono quasi tre anni che la bontà del Signore mi ha mandato tra voi. Non posso certo dire che sono stati anni facili. Molti problemi e preoccupazioni hanno cacciato la mia tranquillità e anch’io come Pietro in mezzo al mare ho gridato al Signore: “Aiutami sto affogando”. Ma nello stesso tempo devo dire che ringrazio il Signore per essere stato con voi e per essere stato un pezzo della nostra Chiesa in Anatolia. Le difficoltà che ho vissuto forse dimostrano veramente quanto ho amato o no questa comunità”. E conclude: “Vi invito a leggere le lettere di san Paolo e sia lui sempre la guida delle Chiese in Anatolia da lui fondate e interceda presso Dio perché come Lui possiamo testimoniare il Vangelo”. L’ho voluto vedere un’ultima volta. Là in obitorio nella bara di zinco avvolto nella sua talare episcopale con un semplice rosario di legno tra le mani. Il volto sereno, nonostante i colpi violenti e la dolorosa agonia, sgozzato come un agnello. Quel volto limpido e luminoso di sempre, pacifico e pacificante. Intercedi per noi, p. Luigi, intercedi per la tua Chiesa, per la gente che qui hai amato e stimato. Quello che non sei riuscito o non hai potuto fare quaggiù, fallo ora dal Cielo. 13 Medio Oriente S. Em. Card. Scola, Patriarca di Venezia: I MUSULMANI IMPARINO DAGLI ERRORI DI NOI CRISTIANI D’OCCIDENTE venerdì 18 giugno 2010 Sono trascorsi ormai alcuni giorni dal ritorno del Papa da Cipro e forse proprio questa distanza permette di rilevare ancor più la sostanza particolare di questa tappa del Pontificato di Benedetto XVI. È stato un viaggio impressionante non solo per il grande valore di quella terra legata alla missione di San Paolo; non solo per la ricchezza di riflessioni e dichiarazioni, ma proprio per la testimonianza, resa dal Papa, di una fede ben radicata nella storia presente: la messa in guardia sul possibile “spargimento di sangue” in Medio oriente, l’incontro con Chrysostomos II, l’abbraccio con la locale comunità cattolica, la consegna dell’Instrumentum Laboris ai Vescovi e la dichiarazione circa la necessità di un dialogo con i fratelli musulmani, con l’immediata chiarificazione, così tipica del Papa, circa il significato del termine “fratelli”. Questa è stata una scelta lessicale voluta, in un momento in cui il mondo era profondamente turbato per l’omicidio di Mons. Padovese, il vescovo barbaramente ucciso nella sua casa la cui testimonianza getta una luce intensa sullo stesso viaggio di Benedetto XVI. Qualche mese fa in un incontro per noi fondamentale nella Basilica-Cattedrale di 14 San Marco, parlando della Chiesa in Turchia, Mons. Luigi Padovese disse tra l’altro: «Se, come è avvenuto nei decenni passati, accettassimo come cristiani di non comparire, restando una presenza insignificante nel tessuto del paese, non ci sarebbero difficoltà, ma stiamo rendendoci conto che, come sta avvenendo in Palestina, in Libano e soprattutto in Iraq, è una strada senza ritorno che non fa giustizia alla storia cristiana di questi paesi nei quali il cristianesimo è nato e fiorito, e che non farebbe giustizia alle migliaia di martiri che in queste terre ci hanno lasciato in eredità la testimonianza del loro sangue» (Seconda Assemblea ecclesiale, 11 ottobre 2009). Il viaggio a Cipro ha mostrato inoltre come la fede cristiana intercetti le domande e i bisogni quotidiani dell’uomo e delle donne di oggi e nello stesso tempo abbia a cuore il travaglio dei popoli (basti pensare al dolore del Papa per la divisione dell’isola). Il modo con cui Benedetto XVI si è mosso a Cipro, in uno scacchiere mediorientale che ha vanamente logorato le intelligenze dei migliori statisti del mondo, è una dimostrazione eloquente che la fede possiede oggi una forte dignità culturale anche sul piano umano e della costruzione del bene comune. Il problema più grave in Medio Oriente è quello della violenza. La violenza contro i cristiani, il conflitto permanente tra israeliani e palestinesi, ma anche la violenza tra musulmani: noi tendiamo a vedere solo il terrorismo che colpisce l’Occidente, ma le stragi più grandi sono avvenute ai danni dei musulmani stessi. In Algeria, solo per citare uno tra i tanti esempi, la guerra civile degli anni ’90 ha fatto più di 200.000 morti. Normalmente si dice che per evitare la violenza occorre favorire l’educazione. E naturalmente è vero, a patto però che si chiarisca di quale educazione si tratta. C’è un’educazione che chiude e rende violenti, un’altra che dissolve la persona spezzando i suoi rapporti con le persone che la generano. Abbiamo bisogno di pratiche educative che sappiano coniugare verità e libertà. Questo è preliminare a qualsiasi discorso sul dialogo. C’è un dialogo teologico, che nella Chiesa cattolica è affidato al Pontificio Consiglio per il Dialogo inter-religioso. C’è un dialogo della vita, che tocca tutti i fedeli, in Medio Oriente ma anche nelle Chiese di Europa. Penso alla mia diocesi, a Venezia, e al Veneto, dove sempre più si devono fare i conti con la presenza dei musulmani. E c’è un dialogo che mette a tema le inevitabili interpretazioni culturali di ogni fede religiosa e delle sue implicazioni per l’uomo e la società attuale. La Fondazione Oasis nata a Venezia, ma presente in tutto il mondo, e che si riunirà la prossima settimana a Beirut, situa la sua articolata azione soprattutto a questo livello. Per quest’ultimo aspetto mi pare decisivo che i musulmani sappiano aprirsi all’esperienza dei cristiani d’Occidente. In Occidente i cristiani sono passati attraverso il cesaropapismo e la teocrazia, ma oggi sanno giocarsi e documentare la rilevanza pubblica della loro fede nel pieno rispetto delle società laiche plurali in cui vivono. I musulmani possono trarre profitto da quest’esperienza, così come noi possiamo imparare da loro su altri terreni. Rispetto a tutte queste questioni brucianti, con il suo carisma, la sua personale testimonianza ed il suo rigoroso giudizio, il Papa è un lungo passo avanti a noi Vescovi, sacerdoti e laici: ora tocca a noi seguirne l’esempio mostrando la suprema “convenienza” dell’essere cristiani oggi. (http://angeloscola.it/) 15 NEL GETZEMANI, CASA DELLA CHIESA, MI SENTO COME PIETRO CON LA SPADA Al direttore – Le notizie arrivano anche qui di quanto è successo in Belgio, dove non solo si è mancato di rispetto alla chiesa, ma si è rinnovato lo schiaffo famoso di Anagni, come pure con la sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti. La chiesa e il Santo Padre sempre più bersaglio di una campagna di odio, diabolicamente organizzata, ci feriscono molto. Più di qualcuno si domanda preoccupato: Che sarà del futuro della chiesa? Certamente dimenticando le parole di Gesù: “Non praevalebunt”. Per me tutto questo oltre a essere motivo di dolore immenso, confesso, suscita anche una certa rabbia, una certa reazione come quella di Pietro nel Getzemani quando, preso dalla sua passione per Gesù e dal suo temperamento, per difendere il Maestro, afferrò la spada e con un colpo ben dato tagliò l’orecchio del Sommo Sacerdote. Pensava di aver fatto un gesto buono, eroico, ma Gesù, pieno di angoscia e con il volto irrigato di sangue, lo richiama: “Pietro, riponi la spada nel fodero. Non dovrei bere il Calice che il Padre mi ha consegnato?”. La storia continua. Quanto è accaduto a Gesù quella notte nell’orto del Getzemani è ciò che sta accadendo ora alla chiesa. Questa catena di odio, questo concerto di accuse ben preparato, ben organizzato e ancor meglio finalizzato per il potere diabolico di turno, hanno come fine distruggere la chiesa. Ma la chiesa, certamente, finirà sulla croce, come da 2000 anni a questa parte, ma il terzo giorno (e ogni giorno è il terzo giorno) risusciterà. L’orto degli Ulivi è uno dei luoghi in cui la chiesa, in cui il Santo Padre ha la sua residenza quotidiana. Ci saranno sempre gli amici carichi di sonno che non le faranno compagnia, ci sarà sempre la sua voce che chiede conforto, ci saranno pure gli sgherri, i poliziotti, i magistrati che per un motivo o per un altro troveranno sempre una ragione per imprigionarla, per giudicarla, condannarla, ci sarà sempre il Giuda di turno, ci sarà anche l’impetuoso Pietro che arriva a staccare con la spada, ci saranno i processi, chi si lava le mani, 16 chi preferisce Barabba, chi la condannerà a morte. Tutto questo è il quotidiano vivere della chiesa. Però non è questo il fatto definitivo, l’ultima parola, perché Cristo è risorto e se Cristo è risorto, tutto questo forma parte del cammino glorioso della Chiesa. La chiesa è il Mistero Pasquale che si rinnova continuamente. Mai come in questi momenti la certezza che Cristo è risorto ci fa vibrare di gioia, di entusiasmo, disponibili per la chiesa anche al martirio, se Dio ce lo chiede. La nostra forza non sta nelle sentenze dei tribunali o nei compromessi giudiziali o nei patteggiamenti. La nostra enorme energia sta solo nella grande certezza: Cristo è risorto. Mai come in questo momento, mentre molti sono impauriti e pensano che la chiesa possa cedere, mai come adesso in cui le forze del male sono compatte nello sferrare l’attacco più feroce, la bellezza del volto di Cristo, è viva fra di noi e con noi. Mentre tutti sono con gli occhi fissi sui giornali per cercare l’ultima stupidità, noi abbiamo gli occhi fissi su Cristo, su questo Tu che domina tutto. Che grazia in queste ore difficili poter dire con infinita dolcezza: ”Chi sei Tu o Cristo che ci doni queste prove attraverso le quali ci domandi come a Simone: ”Mi ami tu? E ci doni la grazia e la gioia di risponderTi ancora una volta: “Signore , Tu sai tutto, Tu sai che io Ti amo”. Vorrei che il Santo Padre sapesse che non solo io, ma tutti i miei ospiti, piccoli e vecchi abbandonati da tutti, ammalati terminali di queste piccole cittadelle della carità, stiamo offrendo la nostra vita per Lui e per la chiesa. Amici, quanto più infuria la tempesta, tanto più il nostro sguardo rimanga inchiodato sul Tu o Cristo, da cui niente ci potrà separare. Ciò che è accaduto è gravissimo e indegno dell’uomo, della ragione, del diritto, ma dove non c’è Cristo, o peggio dove si vuole eliminare il fatto storico e contemporanei di Cristo, tutto questo è inevitabile. Ma nessuno ci impedirà di dire “Tu, o Cristo mio”. Padre Aldo Trento, Paraguay La chiesa e la convenienza dell’Ordine LA CARNE, IL CELIBATO. DIARIO DI UN PRETE DI CITTÀ. Oggi l’accusa mossa hai sacerdoti è di essere o frustrati o perversi. La vera risposta, con san Tommaso, è che la sfida è tra essere virtuosi secondo la natura della condizione umana, oppure frustrati. Verginità è “possedere come se non si possedesse” . Pubblichiamo il resoconto di un incontro pubblico con Monsignor Francesco Ventorino, svoltosi il 4 giugno scorso presso il Centro giovanile Don Ordine di Palermo e dedicato al tema “verginità e martirio – Celibato e pedofilia nella chiesa”. Don Francesco, lei è entrato nel seminario di Catania a dodici anni e si è fatto prete nel 1954. Un periodo nel quale, in ambito ecclesiastico, temi come la sessualità e il celibato venivano affrontati secondo una sensibilità diversa da quella odierna. La scelta del celibato fu avvertita da lei come un obbligo inevitabile? Ha avuto mai obiezioni al riguardo e, se sì, come e da chi fu aiutato a superarle? FRANCESCO VENTORINO Certamente questi temi venivano affrontati secondo una sensibilità diversa, nel senso che ti aiutavano a coglierne tutta la positività e quindi la convenienza umana. Oggi si è divenuti incapaci di trattare questi argomenti con lo stesso cuore. Si oscilla tra il moralismo, cioè regole senza ragioni, e il libertinaggio che erige l’istinto e la sua soddisfazione a principio etico. Ricordo ancora quando per la prima volta affrontai con il mio rettore, monsignor Francesco Pennisi, la questione della sessualità. Avevo avvertito da tempo in me i fenomeni tipici della pubertà e non avevo osato parlarne con nessuno, nemmeno con i miei genitori. Il ragazzo che vive isolatamente questi problemi coltiva paure e sospetti. Può arrivare fino a credere che si tratti di un’anormalità e conseguentemente, nel mio caso, di una non idoneità al sacerdozio. Il mio rettore mi fece parlare, mi ascoltava attentamente e quasi divertito. Dopo un po’ non ne poté più ed esclamò: “Che bello! Stai diventando un uomo, stai entrando nella maturità della vita. Hai visto mai gli alberi del nostro giardino, quegli alberi grandi, turgidi di resina: è un segno della loro vitalità. Così sta accadendo a te. La sessualità di cui cominci a conoscere la potente attrattiva, è forza e vitalità e il linguaggio dell’amore. Aspettavo, sai, che me ne venissi a parlare”. E concluse dicendo: “Adesso sono più certo che tu sei idoneo al sacerdozio”. Provate ad immaginare me in quel momento, come la mia vergogna si fosse improvvisamente trasformata in fierezza e contentezza. E così, quando i miei desideri vennero precisandosi nella prepotente voglia di una donna, sono tornato a porgli la questione che mi bruciava dentro: “Monsignore, diventare prete comporta la scelta del celibato; ma come farò io che desidero tanto ardentemente le donne, a non averne mai nessuna per tutta la vita?”. Questa volta divenne più serio e mi disse: “Vuoi possedere una donna? Adesso ti insegno io il metodo per arrivare ad un possesso umano. Quando incontrerai una ragazza dovrai abbassare gli occhi davanti alla sua bellezza, una volta e poi una volta ancora, forse centomila volte. Allora riusci17 rai a guardarla come la guarderebbe Gesù e nel rapporto con lei conoscerai un’adorazione e una comunione così profonda che essa non vive neanche con suo marito”. Mi aiutava a capire già allora cosa fosse possedere “con un distacco dentro”, come avrei sentito dire poi da don Giussani, secondo il detto paolino: “Possedere come se non si possedesse”. Il sacrificio del celibato era sostenuto così in me dalla prospettiva di un possesso più vero e cominciavo a intuire che la verginità è un anticipo nel presente della vita eterna, quando non ci sarà più marito né moglie, ma tutti saremo figli della Resurrezione, cioè dell’amore perfetto di Cristo. Oggi di quella promessa comincio a vedere il compimento. Lei ha ricordato che l’istinto sessuale non è un male necessario ma un bene. Anzi la radicale insensibilità a ogni genere di emozioni sessuali, che parecchi vorrebbero ritenere l’ideale di perfezione cristiana, costituisce un vero e proprio vizio. Molti però intravedono un rapporto di causa/effetto tra il voto di castità e il dilagare dello scandalo della pedofilia nella chiesa: o frustrati o viziosi. È’ davvero questa l’alternativa? Nel medioevo si discuteva appassionatamente di tutto ciò che riguardava la verità sull’uomo e su Dio, delle questioni cioè connesse al senso e al destino della vita umana. Tra queste i teologi dissertavano su cosa sarebbe stato l’uomo se fosse rimasto nello stato d’innocenza in cui era stato creato e in particolare se, in quello stato, la vita umana si sarebbe moltiplicata per generazioni da parte dell’uomo e della donna e se questa sarebbe avvenuta attraverso l’unione sessuale. Molti teologi erano schierati contro questa ipotesi, a causa della “turpitudine che si riscontra nell’atto sessuale” e pensavano che il genere umano si sarebbe moltiplicato in maniera diversa, 18 come gli angeli, cioè per un diretto intervento divino. Da giovane studente, all’Università Gregoriana, sono stato colpito dalla nettezza con la quale Tommaso d’Aquino aveva avversato questa posizione; “Questa opinione non è ragionevole. Infatti le attribuzioni di ordine naturale non sono state né sottratte, né conferite all’uomo a motivo del peccato. Ora, è evidente che, secondo la vita animale posseduta anche prima del peccato era naturale per l’uomo generare mediante la copula, allo stesso modo che per gli altri animali perfetti. Ne abbiamo la riprova negli organi naturali, destinati a tale funzione. Non si dica, quindi, che prima del peccato non sarebbero stati usati” (Tommaso d’Aquino, “Summa Theologiae”, I, q. 98, a. 2). Mi ha sorpreso ancora di più il passaggio successivo, nel quale Tommaso sostiene che nel Paradiso – per l’imperturbabile attività dello spirito – il piacere connesso all’atto generativo sarebbe stato ancora più gagliardo, conformemente al superiore affinamento della natura e alla superiore sensibilità del corpo: “Alla ragione – infatti – non spetta rendere minore il piacere dei sensi, ma impedire che la facoltà del concupiscibile aderisca sfrenatamente al piacere dei sensi; e sfrenatamente qui significa oltre i limiti della ragione […]. Questo è il senso delle parole di Sant’Agostino che non vogliono escludere dallo stato di innocenza l’intensità del piacere, ma l’ardore della libidine e l’inquietudine dell’animo”. Secondo l’ordine della ragione, dunque, per Tommaso d’Aquino, l’istinto sessuale non è un male necessario, ma un bene. L’ordine della ragione è quello della realtà così come si manifesta all’uomo per la luce dell’intelletto di cui è dotato naturalmente e per la luce che viene dalla rivelazione di Cristo. L’arroganza per la quale l’uomo si ribella a quest’ordine proponendo il suo arbitrio come principio assoluto di comportamento genera infatti – secondo Agostino – al suo interno una ribellione di tutte le facoltà: esse divengono incontrollabili dalla ragione e perciò fonte di inquietudine e di paura oltreché di vergognosi eccessi. E con fine ironia nel “De civitate Dei” dimostra come anche la funzione sessuale non sia più sottomessa alla decisione della volontà, cosicché “talora quell’impulso è inopportuno e non desiderato; talvolta invece pianta in asso chi sta spasimando e così nell’anima si brucia dal desiderio mentre il corpo è gelido. In tal modo, cosa davvero sorprendente, la passione non soltanto non si pone al servizio della volontà di generare, ma neanche della passione più sfrenata; e mentre il più delle volte resiste completamente allo spirito che cerca di frenarla, qualche volta entra in contrasto con se stessa e dopo aver turbato l’anima non arriva da sola a turbare anche il corpo”. Questa sarebbe la ragione per cui dopo il peccato l’uomo, avendo perso quel potere a cui il corpo era completamente sottomesso, ma non il pudore, avvertì questa passione, la esaminò, se ne vergognò, la nascose. La risposta, dunque, alla domanda “o frustrati o viziosi”, allora è: o virtuosi o frustrati. Che poi non ci sia nessun nesso causale tra il celibato e pedofilia lo dimostrano i tantissimi casi di pedofilia da parte di persone sposate, casi che purtroppo spesso si verificano anche in famiglia. Ma visto che molti sacerdoti sembrano fare fatica nel rimanere fedeli alla scelta fatta e che non si tratta di una verità rivelata, ma di una prescrizione maturata nella tradizione della chiesa, non sarebbe più utile aggiornare un po’ le regole? La chiesa latina ha ripensato molto in questi ultimi anni su questa questione e ogni volta ne è uscita confermata nella scelta per il celibato. Direi che in questo viene incoraggiata anche dalle chiese orientali che hanno fatto una scelta diversa, cioè quella di dare agli uomini sposati l’ordine del presbiterato, ma non quello dell’episcopato. Mai, invece, viene data la possibilità di sposarsi a chi è già prete. Chi ha una famiglia manca di quella disponibilità “per il regno dei cieli”, di cui ha parlato Gesù, quando annunziava la verginità come uno degli effetti inconfondibili della sua venuta, disponibilità necessaria nel ministero sacerdotale. La verginità rimane quella condizione per la quale nel sacerdote ciascun uomo possa trovare un amore “indiviso”, cioè essere voluto bene come se fosse l’unico. E che questo possa accadere è frutto della grazia che trasforma la povera umanità di un prete in una dimora in cui tutti vi possano essere accolti e vi possano abitare bene. La questione pedofilia nella chiesa è spesso associata a quella della pratica omosessuale. Ma proprio l’omosessualità sembra oggi l’oggetto di una battaglia culturale in nome del diritto di ogni persona a fare dell’identità sessuale l’oggetto di una libera scelta. Come viene spiegato e trattato questo fatto dalla chiesa? Cosa direbbe ad un adolescente che le confessasse propensioni omosessuali o cosa direbbe a un genitore? Don Luigi Giussani afferma che “l’affettività è il meglio di noi”; ma detto questo, continuava, si può fare subito una domanda: “Cosa possiamo costruire di stabile sulla nostra capacità affettiva? Che conto si può fare sull’evoluzione della nostra capacità affettiva?”. L’affettività è “delicata e quando la prendessimo veramente sul serio ne usciremmo presto o tardi disperati, perché se prendiamo sul serio, a differenza del mondo, la nostra affettività, a un certo punto ci troviamo di fronte ad una incapacità che appare più drammati19 ca, terribile. Per esempio, il suo culmine, la gratuità, si capisce che è impossibile” (L. Giussani, “Affezione e dimora”, Rizzoli, 2001). La gratuità è l’essere voluti bene per se stessi: è questo il desiderio profondo che c’è nel cuore dell’uomo; e quanto più tu prendi sul serio questo desiderio, tanto più ti accorgi che questo a te è impossibile. L’esigenza più preziosa, dunque, che c’è nel cuore dell’uomo è la più esposta all’insuccesso: essa è esposta alla violenza della società che suggerisce altre priorità o altre modalità di vivere l’affettività ed è esposta alla fragilità che hai dentro di te. Jean Paul Sartre nelle “Parole”, dopo aver scritto che la morte del padre gli aveva ridato la libertà, afferma: “Meno male che mio padre è morto, ed è morto da giovane, altrimenti col suo peso si sarebbe sdraiato su di me e mi avrebbe schiacciato”. Perché “un buon padre non esiste, è la norma, non si accusino gli uomini bensì il legame di paternità che è marcio. Fare figli, non c’è cosa migliore; averne, che cosa iniqua!”. E’ una testimonianza tragica di quella incapacità di gratuità, che rende drammatico anche e soprattutto il rapporto tra padre e figlio, per cui l’affezione diventa una galera, e la morte, cioè lo spezzarsi di questo rapporto, sembra ridare una condizione di libertà. La questione fondamentale è quindi l’educazione dell’affettività, da questa dipende l’uso della sessualità. Anche una persona omosessuale deve e può essere educata a vivere fino alla gratuità totale la propria affettività. Essa non va trattata, da questo punto di vista, come un “caso particolare”, ma come uomo il cui ideale supremo è imitare Dio nella carità. Diceva don Giussani: “Se la carità è la legge dinamica, il dinamismo di quel movimento senza fine e senza sponde che è Dio – Dio è un movimento di dono di sé, per una commozione che lo determina, per una commozione di cui vive -, tutto ciò che nascesse da questo 20 mare di dono e di commozione, l’acqua che sprizzasse da questa fonte infinita avrebbe lo stesso metodo, avrebbe la stessa vibrazione, avrebbe la stessa mossa, avrebbe la stessa dinamica, avrebbe la stessa legge: sarebbe la carità” (L. Giussani, “Si può vivere così”, Rizzoli, 2007). La legge dell’io dunque è amare, cioè dare se stessi all’altro, perché commossi. Il vertice di questo dono è l’offerta della propria vita: “Se l’amore ne è la legge, il vertice è l’offerta della vita”. Questo ideale è per tutti, ciascuno secondo la propria condizione. Solo aprendo gli orizzonti della propria vita a questa fecondità misteriosa, ma vera, può essere vissuta qualsiasi condizione umana. La campagna mediatica sulla pedofilia è certamente l’ultimo di una serie di attacchi portati alla persona del Papa attraverso i quali scuotere dalle fondamenta la credibilità della chiesa. Come ha scritto Marcello Pera “l’entità dell’abuso sessuale sui bambini da parte dei sacerdoti mina la stessa legittimazione della chiesa cattolica come garante dell’educazione dei più piccoli”. Dobbiamo rassegnarci all’idea che l’Unicef dia più garanzie del Vaticano e che sia meglio fidarsi delle vacanze estive organizzate dall’Inpdap per i figli dei dipendenti pubblici piuttosto che di quelle fatte dalla parrocchia o da un movimento cattolico? Negli attacchi di questi giorni contro il Papa e la chiesa c’è senza dubbio un disegno perverso, quello di dimostrare che la novità della Risurrezione – i cui segni più gloriosi sono la verginità e il martirio – che essa pretende di custodire, è una ipocrita menzogna e che nel mondo non c’è neanche un luogo dove il potere del male è sotto scacco. E’ un tentativo satanico di togliere ogni speranza alla vita dell’uomo e di favorire, come ha scritto Galli della Loggia, quel “cinismo che sa come va il mondo e dun- que non se la beve; che appena sente predicare il bene sospetta subito il male; che ha il piacere dello sporco, del proclamarne l’ubiquità e la forza”. A questi attacchi non basta rispondere con le precisazioni e le dimostrazioni della loro infondatezza. E’ necessario offrire lo splendore del vero, la possibilità dell’esperienza del bene nel rapporto immediato che ogni uomo può avere con noi. E’ più che mai necessaria la nostra presenza nell’ambiente. Alcuni miei amici laici sono stati sorpresi da come recentemente il Papa ha impostato la questione degli attacchi alla chiesa sulla pedofilia dei preti. Sul volo che lo portava a Lisbona nel suo recente pellegrinaggio a Fatima, aveva detto: “Le sofferenze della chiesa vengono proprio dall’interno della chiesa, dal peccato che esiste nella chiesa. Anche questo si è sempre saputo, ma oggi lo vediamo in modo realmente terrificante: che la più grande persecuzione della chiesa non viene dai nemici di fuori, ma nasce dal peccato nella chiesa e che la chiesa quindi ha profondo bisogno di re imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia… siamo realisti nell’attenderci che sempre il male attacca, attacca dall’interno e dall’esterno, ma che sempre le forze del bene sono presenti e che, alla fine, il Signore è più forte del male”. Non si tratta, dunque, di intensificare una difesa mediatica o di moltiplicare manifestazioni di massa, ma di pentirsi e di “accettare la purificazione” che può venire solo da Colui che è più forte del male. Non convinceremo il mondo, infatti, con le sue stesse armi, ma con la santità della nostra vita dei preti, i quali, in verità, oggi hanno un problema ancora più grande di quello di creare quelle condizioni di fiducia necessarie perché la gente torni ad affidare loro i propri figli. Si tratta di convincere gli uomini della verità del cristianesimo e della ragionevolezza della fede. Se il Papa nella sua lettera ai cattolici irlandesi si fosse limitato alla condanna del crimine della pedofilia o a riaffermare la dottrina della chiesa sulla morale sessuale, si potrebbe dire che la sua lettera sarebbe risultata insufficiente. I nostri commentatori di varia estrazione culturale, anche cattolica, sono per la maggior parte caduti in una “svista” che, come tutte le sviste, non è innocente. E’ come se fosse loro sfuggito addirittura il cuore stesso della lettera, la sua più intima preoccupazione e ispirazione, che consiste nel suggerimento che viene dato a tutti i fedeli dell’Irlanda sul come uscire da questa situazione nella quale essi sono piombati lasciandosi alle spalle quei “generosi, spesso eroici contributi, offerti alla chiesa e all’umanità come tale dalle passate generazioni di uomini e donne irlandesi”. E in che consiste questo suggerimento? Lasciamolo dire al Papa stesso: “l’esperienza che un giovane fa della chiesa dovrebbe sempre portare frutto in un incontro personale e vivificante con Gesù Cristo in una comunità che ama e che offre nutrimento. In questo ambiente, i giovani devono essere incoraggiati a crescere fino alla loro piena statura umana e spirituale, ad aspirare ad alti ideali di santità, di carità e di verità e a trarre ispirazione dalle ricchezze di una grande tradizione religiosa e culturale”. Il Papa qui riafferma la sua convinzione che all’origine della fede ci sia un incontro con un’umanità, la cui bellezza risulta tanto affascinante quanto inspiegabile, e che l’educazione dei giovani accade in una sequela, possibile solo dentro una comunità ricca dell’attrattiva generata dalla vita cristiana. Si tratta dunque oggi , in una società sempre più secolarizzata, di trovare nuove vie per trasmettere ai giovani la bellezza e la ricchezza dell’amicizia con Gesù Cristo nella comunione della sua chiesa. Nell’affrontare la presente crisi, in21 fatti – aggiunge il Papa -, “le misure per occuparsi in modo giusto dei singoli cristiani sono essenziali, tuttavia da sole non sono sufficienti: vi è bisogno di una nuova visione per ispirare la generazione presente e quelle future a far tesoro del dono della nostra comune fede”. In questi mesi sembra riproporsi con forza, comunque, il tema di un incisivo ripensamento del percorso di formazione dei futuri sacerdoti in seminario. Non sarà che per diventare dei buoni preti occorra prima di tutto essere educati a fare i conti fino in fondo con la propria umanità? Prima ancora del percorso di formazione nei seminari, si pone con sempre più evidente gravità il problema della selezione e del discernimento delle vocazioni sacerdotali. Non sempre coloro che battono alla porta del seminario hanno un’idea chiara del sacerdozio e una disposizione spiccata al ministero sacerdotale. Prevale spesso in loro la figura del prete nella sua funzione liturgica, funzione nella quale è certamente meno impegnata la propria capacità di evangelizzazione e potrebbe essere esaltata la mania di fare il capo. A partire da una forte motivazione missionaria, invece, sarà più facile mettere in gioco tutta l’umanità dei candidati perché essi comprendano che non sarà possibile mostrare agli altri la bellezza e la convenienza del cristianesimo se prima non ne scoprano la corrispondenza a tutta la propria umanità in tutti i suoi aspetti, senza censure e senza dimenticanze. In un suo recente intervento su Repubblica Don Carròn ha ricordato come sia stato proprio Benedetto XVI a riconoscere senza tentennamenti la gravità del male commesso da preti e religiosi. Ma, dall’altra parte, Carròn sottolineava come Benedetto 22 XVI sia ben consapevole che questo non è sufficiente per rispondere alle esigenze di giustizia per il danno inferto così come il fatto di scontare le condanne, o il pentimento e la penitenza dei fautori degli abusi, non sarà mai sufficiente a riparare il danno arrecato alle vittime e a loro stessi. A quali condizioni sono davvero possibili giustizia per le vittime e redenzione per i carnefici? Per i “carnefici” la redenzione passa necessariamente attraverso la giustizia con le sue esigenze di riparazione del male compiuto e di espiazione personale della colpa; ma tutto questo può essere vissuto solo che c’è una certezza che c’è Uno che ha il potere di perdonare il male, cioè di cambiarlo in bene. Per le vittime, analogamente, nessuna condanna giusta inferta ai “carnefici” potrà sanare la ferita che si portano dentro, con le sue conseguenze di amarezza, di disprezzo di se stessi e di cinismo nei confronti degli altri. Ecco perché anche esse sono chiamate a implorare il miracolo del cambiamento, miracolo che può accadere solo in quel luogo di carità, che è il sacramento per eccellenza della rinnovazione dell’uomo, cioè la chiesa. Per gli uni e per gli altri essa rimane il luogo della misericordia che è l’ultima parola che definisce la natura del cristianesimo. Un’ultima domanda che ci riporta alla Sua esperienza personale, da cui siamo partiti: se ne avesse la possibilità rifarebbe le stesse scelte che ha fatto in questi quasi cinquant’anni di sacerdozio? Spero che sia stato evidente da tutto quanto ho detto. ESTATE a ropa 2010 Sabato 10 luglio ore 16.00– Sale della Dottrina Inaugurazione della Mostra di pittura “I Colori del silenzio”, di Elio Rimoldi, organizzata in collaborazione con il CAI Biella. Durante la presentazione sarà proiettato il filmato “Dalle Alpi al Grande Nord”, di Elio Rimoldi. ore 17.30-Sala Frassati Presentazione del volume “La Processione da Fontainemore a Oropa”, curato da Cesare Cossavella e pubblicato da Priuli e Verlucca. Sabato 17 luglio ore 21.00 – Basilica Antica Concerto del Coro Monte Mucrone Venerdì 23 luglio ore 21.00 – Basilica Antica Concerto del Coro “Capitano Grandi” degli studenti dell’Università Statale di Milano Sabato 24 luglio ore 15.00– Ritrovo ai Cancelli Visita guidata al Santuario e al Museo dei Tesori ore 19.00– Sale della Dottrina Inaugurazione della Mostra Fotografica “1910- 2010: La Madonna di Oropa Patrona di Biella e della sua Diocesi – 19602010: Consacrazione della Basilica Superiore” ore 21.00 – Basilica Antica Concerto d’organo. Esegue il maestro Mario Duella nell’ambito del 13° Festival Internazionale Storici Organi del Biellese Sabato 31 luglio Arrivo della storica Processione di Fontainemore 23 Giovedì 5 agosto Ore 21.15 - Sala Frassati “L’invenzione delle cime: la montagna prima della conquista del Monte Bianco” Conferenza di Mattia Sella, in collaborazione con il CAI di Biella. Venerdì 6 agosto Ore 21.15 – Ritrovo ai Cancelli Visita guidata sotto le stelle: visita notturna del Santuario e del Museo dei Tesori Sabato 7 agosto Ore 15.00 – Ritrovo ai Cancelli Visita guidata alla Basilica Superiore e salita alla cupola Ore 21.15 - Sala Frassati “Montagne”, proiezione di fotografie di Pier Carlo Zumaglini, in collaborazione con il CAI di Biella Domenica 8 agosto Ore 15.00 – Ritrovo ai Cancelli La Santa Sindone e la Madonna Nera: visita guidata a tema attraverso la Basilica Antica e il Museo dei Tesori. La visita proseguirà alle ore 16.45 a Biella Piazzo (ritrovo in Piazza Cisterna) Venerdì 13 agosto Ore 21.15 - Sala Frassati “Mari”, proiezione di fotografie di Gian Paolo Chiorino, in collaborazione con il CAI di Biella Sabato 14 agosto Ore 15.00 – Ritrovo ai Cancelli Visita guidata al Sacro Monte Ore 21.15 - Ritrovo ai cancelli “Oropa è...” Spettacolo teatrale itinerante a cura dell’Associazione Culturale “Storie di Piazza” Lunedì 16 agosto Ore 21.15 – Ritrovo ai Cancelli Visita guidata sotto le stelle: visita notturna del Santuario e del Museo dei Tesori 24 Venerdì 20 agosto ore 21.15 - Sala Frassati “Dalle Ande alle Alpi incontrando l’OMG”, presentazione dell’Operazione Mato Grosso a cura della Comunità Educativa Missionaria S. Nicolao, in collaborazione con il CAI di Biella Sabato 21 agosto Ore 15.00 – Ritrovo ai Cancelli del Cimitero Visita guidata al Cimitero Monumentale Ore 21.00 – Basilica Antica Letture dei Promessi Sposi a cura del prof. Giancorrado Peluso e di Giorgio Bonino. 11-12 Settembre Fiera di San Bartolomeo Raduno zootecnico e fiera dei prodotti tipici montani Sabato 2 Ottobre Ore 21.00 - Basilica Antica LE VIE DELLA PAROLA. Incontri ad Oropa Lectio Magistralis del prof. James Hillman PER INFORMAZIONI tel. 015.25551200 - fax 015.25551219 [email protected] www.santuariodioropa.it 25 Un’evento che si regge sulla storia del Santuario, sulla sacralità del luogo, sul Mistero che vi aleggia, sull’emozione che si prova ogni volta che si arriva in questo sacro e monumentale luogo tra i monti. Ambientato nei grandi spazi del Santuario tra la Porta Regia, il chiostro e la Basilica antica, lo spettacolo vive di scene e immagini, nello stile di Storie di Piazza, in un continuo succedersi di suggestioni emotive. 26 Vita in Santuario (aprile/maggio/giugno 2010) INTRODUZIONE A CURA DEL RETTORE Carissimi pellegrini, come vedrete, grazie all’aiuto di don Attilio, abbiamo cercato di documentare la sempre più intensa vita del Santuario. Su suggerimento suo, abbiamo inventato una sotto sezione di questa rubrica per rendere un po’ più snella la lettura. Sono parecchie pagine, e ne sono contento, perché, anche se qualcuno, come sempre sarà rimasto “fuori” (e ce ne scusiamo con lui), questi elenchi rispecchiano, anche se un po’ freddamente, la vita irrefrenabile di Oropa. Con l’ultima domenica di marzo, detta “delle Palme e della Passione del Signore”, è iniziata la Settimana Santa. Abbiamo vissuto i giorni del “Triduo Pasquale”, aiutati dalla liturgia, a capire il senso e il valore di questo importante momento penitenziale. Quest’anno il Rettore non ha invitato gli esercenti di Oropa ad un ricevimento per lo scambio degli auguri, ma gli ha invitati a partecipare ad una SS Messa come il miglior modo di scambiarsi gli auguri di una Santa Pasqua. Giovedì Santo 1° aprile, ha avviato il cammino del “Triduo” la messa in “Coena Domini” alle 18,15 concelebrata da tutti i confratelli collegiali e seguita dall’adorazione, nel ricordo del dono dell’Eucaristia e con l’impegno di realizzare una sempre più grande comunione con il Signore e tra di noi. 27 Venerdì santo 2 aprile, nelle diverse funzioni abbiamo fatto memoria, nella preghiera di suffragio, del compianto pontefice, papa Giovanni Paolo II, nel secondo anniversario della morte. Il mistero della Croce ha riempito l’intera giornata con la “Via Crucis” che si è svolta a partire dai cancelli per tutto il Santuario per terminare nella Basilica Antica alle ore 15 e l’azione liturgica nella “Passione e Morte del Signore” alle 18,15. Sabato santo 3 aprile, alle ore 10, aderendo all’invito di pregare accanto alla Croce, abbiamo recitato comunitariamente l’Ufficio delle Letture; alle 21, in Basilica antica, è stata officiata la solenne “Veglia nella notte” che celebra la risurrezione del Signore, funzione molto attesa dai fedeli, tra i quali due gruppi di Scout da Torino e da Bologna e nella quale abbiamo celebrato un Battesimo. Le giornate di domenica, 4 aprile, Pasqua di Risurrezione e 5 aprile, lunedì dell’Angelo, sono state caratterizzate da una buona affluenza di fedeli e di visitatori, in particolare lunedì primo giorno con un po’ di sole dopo tanti giorni di maltempo. Martedì 6 aprile, nella tradizionale circostanza che vede le parrocchie della diocesi impegnate per il raduno dei giovani a Muzzano, ha trascorso una giornata di intensa spiritualità un gruppo del Seminario Internazionale Redemptoris Mater proveniente da Berlino, guidato dal rettore don Silvano Latini. Mercoledì 7 aprile, alle 10,30 in Basilica antica è stata celebrata dal can. Rettore la suddetta Santa Messa con la partecipazione degli esercenti del Santuario Un gruppo da Livorno con il loro vescovo, mons. Simone Giusti, è giunto nel tardo pomeriggio ed è ripartito l’indomani. Sabato 10 aprile, questa volta il secondo sabato del mese, essendo il primo la vigilia di Pasqua, si è svolto il consueto pellegrinaggio mensile degli amici del Movimento per la Vita e del Centro di Aiuto alla Vita a piedi da Biella sino al Santuario. Non possiamo non aver sentito l’eco della folla immensa di pellegrini e visitatori giunti in questo giorno a Torino in occasione della solenne Ostensione della Sindone. Molti saliranno anche ad Oropa portando a Maria i propositi di conversione che la contemplazione del “sacro lenzuolo” suscita nei cuori di chi si lascia toccare dalla Grazia! Domenica 11 aprile, in Albis o della Divina Misericordia: a causa della inattesa nevicata, il Santuario è rimasto “bloccato” per diverse ore. Molte comitive hanno dovuto rinunciare ai loro programmi: tra questi i 1200 giovani dell’Istituto del Sacro Cuore di Milano. 28 Venerdì 16 aprile, abbiamo accolto cordialmente l’invito del nostro Vescovo a ricordare il Sommo Pontefice nella felice circostanza del suo 83° compleanno. Sabato 17 aprile, p. Giovanni Gallo della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri ha celebrato una santa messa alle ore 11,15 in Basilica antica radunando un discreto gruppo di insegnanti delle scuole biellesi. Domenica 18 aprile, verso le ore 12, è stata impartita dal Rettore la benedizione ai guidatori giunti numerosi con le loro “vespe” nel sagrato della Basilica antica. In riferimento alla chiusura dell’anno Scout, p. Giovanni Gallo, della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri, ha celebrato una santa messa alle ore 12,30 in Basilica antica. Terminate le funzioni pomeridiane il cospicuo gruppo del Seminario “Mater Ecclesiae” di Roma, quasi 200 seminaristi di tutte le nazionalità, ha pregato la “Madre della Chiesa” davanti al sacello, pernottando poi in Santuario. Per l’Opera delle Famiglie Missionarie della Trinità i coniugi Celestino Allorio e Gabriella Macchetto hanno tenuto, per l’intera giornata, il Ritiro Spirituale mensile. Ostensione Sindone 2010: Passio Christi passio hominis. Il mistero pasquale: mistero di morte e di risurrezione. Preghiera, contemplazione e intercessione. Ancora sulla pillola abortiva RU486: libertà della donna o più raffinata schiavitù? Nelle messe di lunedì 19 aprile, abbiamo invocato il soccorso e la consolazione della Madre di Dio, stringendoci attorno al Santo Padre, papa Benedetto XVI, in occasione del quinto anniversario della sua elezione, così come ci ha invitato a fare la Conferenza Episcopale Italiana “in quest’ora di prova e di purificazione,… per quanti, nella Chiesa e in ogni parte del mondo, si sono macchiati di abusi sessuali,… pregando in particolare per le vittime di tali odiosi crimini”. In questa singolare ricorrenza mons. Mana ha voluto presiedere l’eucaristia delle ore 9 in Basilica antica. Martedì 20 aprile, nel pomeriggio, è stato con noi il gruppo “Ensemble strumentale e vocale Luigi Gonzaga” di Mantova, proponendoci all’ascolto antiche sacre melodie. Giovedì 22 aprile, un gruppetto di “impiegati in pensione” della Banca Sella ha partecipato alla messa delle ore 9 in Basilica antica celebrata dal Rettore. Sabato 24 aprile: il tempo particolarmente sfavorevole e con temperature ancora invernali, che ha caratterizzato peraltro gli ultimi giorni del mese di aprile, 29 non ha ostacolato una grande affluenza al Santuario di pellegrini. In particolare domenica 25 aprile, festa di S. Marco evangelista e anniversario della liberazione erano presenti gruppi parrocchiali e numerosi fedeli; tra questi citiamo in particolare l’imponente gruppo di giovani (500) provenienti dalla Diocesi di Bologna, accompagnati da S.Em. il cardinale Carlo Caffarra. Giunti già alla sera del 24, nella giornata di domenica hanno vissuto una straordinaria esperienza di comunione e di preghiera; i due momenti più intensi sono stati, nella mattinata in Basilica antica, una profondissima catechesi svolta dal Cardinale seguita dalla celebrazione eucaristica. In Basilica superiore da annotare è stata la visita dell’arcivescovo di Vaduz (principato del Liechtenstein), mons. Wolfgang Haas, che ha celebrato per il suo gruppo la messa in cripta, naturalmente in lingua tedesca. Non è stata trascurata l’intenzione per questa quarta domenica di Pasqua, giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: ci siamo raccolti in preghiera davanti al Santissimo Sacramento per invocare il dono di vocazioni al ministero sacerdotale ed alla vita religiosa. Giovedì 29 aprile è giunto ad Oropa mons. Arturo Aiello, vescovo della diocesi di Teano-Calvi, con un gruppo di fedeli per i quali ha celebrato l’eucaristia in Basilica antica. Venerdì 30 aprile, memoria di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, erano presenti molti giovani dell’Oratorio S. Stefano della Cattedrale di Biella. Nelle prime ore di sabato 1° maggio, memoria di S. Giuseppe lavoratore, si è 30 compiuto il consueto pellegrinaggio mensile dei pellegrini che giungono a piedi da Biella per portare in Santuario le diverse intenzioni di preghiera, soprattutto quelle del Movimento per la Vita e del Centro di Aiuto alla Vita. Come avviene ormai da molto tempo le parrocchie di Saluggia, Bianzè (Vercelli) e Robbio (Pavia) compiono il loro pellegrinaggio annuale celebrando nella Basilica superiore. Il nutrito gruppo MASCI ha svolto due giorni di ritiro e ha incontrato il Rettore in cui don Michele ha messo a tema il significato del lavoro cristiano. Domenica 2 maggio: l’appuntamento con il Papa in visita alla Sindone a Torino ha fatto slittare di una settimana il pellegrinaggio della città di Biella, tradizionalmente fissato la prima domenica di maggio. Nel suo discorso ai numerosissimi giovani, il Santo Padre, ancora una volta, ha additato “come modello un giovane della vostra Città: il beato Piergiorgio Frassati, di cui quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della beatificazione… un ragazzo affascinato dalla bellezza del Vangelo delle Beatitudini, che sperimentò tutta la gioia di essere amico di Cristo, di seguirlo, di sentirsi in modo vivo parte della Chiesa”… “Vivere e non vivacchiare” era lo slogan che il Papa ha proposto ai giovani ricordando le Giornate Mondiali della Gioventù che si svolgeranno a Madrid nell’agosto del 2011. Martedì 4 maggio, è stato presente un gruppo dell’Unitalsi della Diocesi di Treviso che ha concluso la serata con una preghiera preceduta da una fiaccolata. Sabato 8 maggio, un gruppo di sacerdoti giunti da Roma della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri, accompagnati da p. Maurizio Botta, ha trascorso l’intera serata in Basilica in preghiera con l’adorazione eucaristica e la santa messa. Domenica 9 maggio, con un cielo appena velato di nubi senza le abbondanti precipitazioni di questi primi giorni di maggio, si è svolto l’annuale pellegrinaggio di Biella, con la presenza del nostro Vescovo, delle autorità comunali e di numerosi fedeli, nell’adempimento del voto secolare della città alla Madonna. Mons. Vescovo, concludendo la sua omelia ha ricordate le tante realtà di anniversari nei prossimi anni che diventano stimolo all’impegno e alla preghiera: i 150 anni dell’unità d’Italia, i 100 anni di quando la Città e la Diocesi festeggiarono la Madonna Nera come “copatrona” di Biella, la quinta centenaria Incoronazione della Vergine Bruna nel 2020. Ha infine annunciato che la sua prossima lettera pastorale, prevista per settembre, sarà dedicata alla Madonna. Anche la parrocchia di Rovasenda, dedicata alla B. Vergine Assunta, ha compiuto il suo pellegrinaggio annuale guidata dal parroco, don Fabio Negri. 31 Mercoledì 12 maggio, nel primo pomeriggio, un piccolo gruppo di novizi gesuiti giunti da Genova si è raccolto in preghiera ai piedi della Madonna e ha celebrato l’eucaristia presieduta dal loro superiore. Giovedì 13 maggio, memoria della Beata Vergine Maria di Fatima. In serata ha avuto luogo un concerto del gruppo musicale diretta dal maestro Giulio Monaco. Venerdì 14 maggio, il Santuario è stato visitato da un gruppo di giornalisti della RAI. Sabato 15 maggio, alla messa delle 9 in Basilica antica, celebrata dal parroco, don Luigi Rossi, ha partecipato un gruppo della parrocchia di Tollegno con i fanciulli della prima comunione. Notevole per il numero di fedeli è stato il pellegrinaggio della diocesi di Parigi, guidato dal giovane vescovo ausiliare di Parigi, Eric de Moulins-Beaufort: dopo il pellegrinaggio alla Sindone, il gruppo composto di più di 800 persone, ha visitato diversi luoghi legati alla vita di santi piemontesi, per giungere, dopo una breve puntata a Pollone, ad Oropa. Tutto il pomeriggio di sabato nella Basilica superiore è stato dedicato alla preghiera di adorazione eucaristica con la possibilità di accostarsi al sacramento della Penitenza. Nella sala convegni, “La Compagnia di S. Paolo”, ha offerto uno spettacolo musicale incentrato sulla vita del beato Pier Giorgio Frassati. La cornice di preghiera è stata la fiaccolata della parrocchia di Lessona, con il parroco don Renzo Diaceri, che ogni anno anticipa la processione votiva della parrocchia. Domenica 16 maggio, le parrocchie di S. Eurosia con insieme Lessona e Crosa hanno compiuto la loro annuale processione. La santa messa in Basilica antica delle 10,30 è stata presieduta da don Ezio Zanotti, parroco di S. Eurosia e don Renzo Diaceri concelebrante, alla presenza delle autorità comunali e di molti fedeli e devoti. Mercoledì 19 maggio, numerosi sacerdoti polacchi sono giunti in Santuario e vi sono rimasti due giorni per partecipare al Convegno sul Beato Frassati. La parrocchia di Candelo, con le due comunità di S. Pietro e S. Lorenzo, ha partecipato ad una santa messa alle ore 20,30 in Basilica antica, presieduta da don Attilio Barbera, cui ha fatto seguito una suggestiva processione con le fiaccole. Giovedì 20 e venerdì 21 ha avuto luogo il Convegno Internazionale “Nigra sum” promosso dal Centro di Documentazione dei Sacri Monti, Calvari e Complessi devozionali europei e la Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Oropa in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e i due santuari di Oropa e di Crea. 32 Giovedì, durante la prima sessione del Convegno è stato presentato un censimento delle Madonne Nere d’Europa: in tutto 746 di cui 431 nella sola Francia, 126 in Italia, 108 in Germania e quindi in Spagna, Portogallo, Austria, Croazia, ed altre nazioni; singolare è stato l’intervento di mons. Alceste Catella, vescovo di Casale Monferrato che, ricordando i suoi otto anni di rettorato ad Oropa, ha illustrato il versetto “Nigra sum” dal libro della Sacra Scrittura, il Cantico dei Cantici, da cui ha preso il titolo il Convegno, nel quale passo il colore scuro simboleggerebbe l’anima illuminata dalla luce di Dio. Di pomeriggio, nella seconda sessione, “Storia e antropologia delle Madonne Nere”, è stata offerta una riflessione storico-critica sulle radici e lo sviluppo a livello mondiale del fenomeno delle Madonne Nere, con la visita, tra i “Tesori di Oropa”, della mostra fotografica “Donne e Madonne nei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia”e la presentazione del recital “Donne e Madonne” a cura del “Gruppo del Cerchio” di Torino. Venerdì mattina, la terza sessione del Convegno è stata dedicata ad uno studio religioso-artistico-culturale dei principali Santuari mariani d’Europa, mentre nel pomeriggio, i relatori hanno sviluppato le numerose tematiche sul rapporto tra devozione mariana, immaginario femminile, dignità ed emancipazione della donna e trasformazioni socio-politiche. Nella serata di venerdì, alle ore 21,15 nella Basilica Antica, a cura della produzione “Nuova Atlantide Teatro”, è stato presentato lo spettacolo teatrale “Maria Nera”, mitografia cantata intorno alla Madonna Nera di Viggiano; la storia cantata di una pellegrina devota della Madonna Nera del Sacro Monte di Viggiano, un piccolo paese della Basilicata nel cuore della Val d’Agri, dove le scoperte di riserve di petrolio nel territorio lucano e le conseguenti estrazioni petrolifere, rischiano di mutare per sempre l’identità dell’area. Il Convegno è proseguito di sabato ed è stato il Santuario di Crea ad affrontare il tema dell’esperienza religiosa nei Santuari. Ricorre nel giorno, giovedì 20 maggio, il 20° anniversario della Beatificazione di Pier Giorgio Frassati: durante il suo viaggio apostolico al nostro Santuario il 16 luglio 1989, l’allora Pontefice Giovanni Paolo II, nel pomeriggio, fece visita al camposanto di Pollone per pregare sulla tomba di Piergiorgio che poi, il 20 maggio 1990, dichiarò Beato. Per non dimenticare tale evento, che ha avuto la sua massima espressione nella messa pomeridiana a Pollone, alle ore 10, in sala Frassati, si è tenuto un incontro, al quale è seguito un breve dibattito, dal titolo “L’entusiasmo e la passione di Pier Giorgio sostegno nella vocazione sacerdotale”. Sono intervenuti padre Carlos Miguel Buela, superiore generale dell’Istituto del Verbo Incarnato, padre Edoardo Cerrato, procuratore generale della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri e don Primo Soldi, assistente di Comunione e Liberazione. 33 Da venerdì 21 a lunedì 24 maggio, come ormai avviene da diversi anni, una copia della statua della Madonna Nera, è stata portata a Vercelli per sottolineare la presenza di Maria alle funzioni per la festa della parrocchia dei Cappuccini. Domenica 23 maggio, nel giorno di conclusione dell’ostensione della Sindone, la parrocchia di Campiglia Cervo, guidata dal parroco Don Romano Pierino, ha effettuato la sua annuale processione votiva. Le funzioni pomeridiane festive sono state animate dal Circolo Sardo “Su Nuraghe”: al “Su Rosario cantadu” è seguita la celebrazione eucaristica decorata da melodie in lingua sarda, l’antica “Pasqua rosata”, “sa Pasca de flores” dei Sardi, testimonianza di originali liturgie in sardo dei primi secoli del Cristianesimo. Per l’Opera delle Famiglie Missionarie della Trinità i coniugi Celestino Allorio e Gabriella Macchetto hanno tenuto, per l’intera giornata, il Ritiro Spirituale mensile. Pentecoste: l’effusione dello Spirito. Lo Spirito Santo nostra Speranza! Lo Spirito dell’unità. Spirito Santo e Famiglia. Ostacoli nel cammino della Famiglia: le sette. Doveroso discernimento degli spiriti. Venerdì 28 maggio, a caratterizzare la conclusione del mese dedicato alla Madonna, la zona pastorale della Valle Cervo, accompagnata dal vicario zonale, don Ezio Zanotti, ha organizzato una serata di preghiera davanti alla Vergine Bruna, seguita da una bella fiaccolata. Sabato 29 maggio, alle ore 21 presso la Basilica Antica, nell’ambito delle manifestazioni curate dalla Fondazione “Le vie della Parola” in collaborazione con il Santuario di Oropa, il prof. Marco Bersanelli, docente di astronomia e astrofisica presso l’Università di Milano, ha tenuto una lectio magistralis sul tema: “Il Linguaggio dell’Universo. Il satellite Planck e la prima luce del cosmo”. L’incontro è stato preceduto e seguito da una breve esecuzione musicale. Domenica 30 maggio, solennità della SS. Trinità, le parrocchie della zona pastorale della “Rovella”, Bioglio, Piatto, Valle S. Nicolao, Ternengo, Pettinengo, Selve Marcone, Vaglio Pettinengo, Ronco Biellese, Vallanzengo e Zumaglia, hanno compiuto la processione annuale con la presenza dei parroci e delle autorità comunali. Gli Scout di Biella hanno concluso il loro anno sociale con un grande raduno in Santuario concluso con la messa in Chiesa nuova alle 12,30 celebrata da padre Giovanni Gallo C.O. Mercoledì 2 giugno, anniversario della Repubblica, il tempo ancora poco primaverile, ha favorito una buona affluenza di turisti e fedeli: tra questi cospicuo è 34 stato il gruppo di Azione Cattolica dell’intera diocesi di Vercelli che ha espresso il suo momento spirituale più forte nell’adorazione eucaristica pomeridiana cui è seguita la messa nella Basilica superiore. Nella stessa giornata, la parrocchia di Cavaglià, con don Adriano Bregolin, ha portato ad Oropa i bambini della prima comunione e i loro familiari, per partecipare alla messa delle 16,30 nella casa della Madre di Gesù. Come ormai tradizione il Santuario ha ospitato l’arrivo e la premiazione della “gara dei due Santuari” (da Graglia ad Oropa). Anche quest’anno la partecipazione ha avuto un gran successo. In Sala Frassati si è svolto un incontro sulla carità tenuto dal Rettore. Giovedì 3 giugno, il clero diocesano ha vissuto il ritiro mensile in Santuario a conclusione dell’anno pastorale. Nella riflessione tenuta da mons. Mana, il Vescovo ha presentato la prossima lettera pastorale dedicata alla Madonna e ha ricordato la figura di mons. Antonio Ferraris nel 25° della morte. Mons. Vescovo ha richiamato l’attenzione sulla riscoperta dell’attualità del pensiero di questo compianto vicario generale, così radicato nel suo tempo, attento alle situazioni ecclesiali e sociali e profetico nei suoi interventi. Realtà, queste ultime, emerse nell’incontro che ha avuto luogo a Biella domenica 30 maggio presso il Seminario diocesano e così bene significate dalla “mostra” dal titolo: “Un prete… Don Antonio Ferraris”, presso la Cattedrale di Biella, che speriamo possa essere portata anche ad Oropa. 35 Sabato 5 giugno, ha avuto luogo il pellegrinaggio mensile a piedi dalla Cappella di S. Fermo, appuntamento ricorrente ed atteso ogni primo sabato del mese. La messa delle 18,15 presieduta dal Rettore, si è conclusa con la benedizione della fiaccola portata dal gruppo ciclistico “Berra” fino alla loro parrocchia di Mesero (Milano). Ma il reale avvenimento del Sabato 5 giugno è il matrimonio di Andrea Guglielminotti e Cristina Gallantina. Andrea, instancabile lavoratore del Santuario, attorniato dalla maggioranza dei dipendenti del Santuario, si è unito in matrimonio con Cristina in una toccante celebrazione presieduta da don Attilio e concelebrata dal Rettore. Domenica 6 giugno, solennità del “Corpus Domini”, la funzione pomeridiana è stata caratterizzata dalla processione eucaristica che si è sviluppato nella modalità del percorso solenne, uscendo dalla porta carraia e risalendo dai cancelli fino alla Basilica antica. Discreta è stata la partecipazione dei fedeli. Alle 11,30 il Rettore ha celebrato una messa per il Genio degli Alpini. Martedì 8 giugno, gradita è stata la visita di mons. Mario Rino Sivieri, nostro confratello diocesano, vescovo della diocesi di Proprià (Brasile). Da venerdì 11 a domenica 13 giugno, anche quest’anno, il Santuario ha accolto il pellegrinaggio del Sovrano Ordine Militare di Malta, con un numero ridotto di partecipanti rispetto al passato, tuttavia sempre molto significativo. Le celebrazioni hanno avuto luogo nella Basilica antica: alla messa di introduzione ha voluto essere presente mons. Gabriele Mana e a quella conclusiva, domenica alle 10,30, il Rettore, can. Michele Berchi. Particolarmente significativo è stato il solenne pontificale nella Basilica superiore, nel pomeriggio di sabato 12 giugno, presieduto da S.E. Mons. Angelo Acerbi, Prelato dell’Ordine e molto suggestiva, a tarda sera, la processione “aux flambeaux” nel Chiostro della Basilica antica. Durante la messa di apertura, mons. Vescovo ha ricevuto le insegne di gran croce dell’Ordine Melitense “pro piis meritis”conferitagli dal principe e gran Maestro dell’Ordine, Sua Altezza Eminentissima fra Matthew Festing. Mons. Mana ha ringraziato dicendosi molto onorato di ricevere questa distinzione da parte dell’Ordine di Malta, del quale apprezza l’impegno profuso da sempre in favore dei “signori” malati, dei bisognosi e degli emarginati. E’ terminato ufficialmente in questo giorno, 11 giugno, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, l’Anno Sacerdotale indetto dal Papa, lo scorso 19 giugno 2009, affidato all’intercessione della straordinaria figura di pastore d’anime, S. Giovanni Maria Vianney, da tutti conosciuto come il Santo Curato d’Ars, patrono 36 dei parroci. Alla solenne messa di ringraziamento celebrata da mons. Vescovo nella Chiesa di S. Filippo in Biella, si è unità spiritualmente la piccola comunità del collegiali di Oropa. Domenica 13 giugno, nella mattina, in Basilica superiore, le parrocchie di Callabiana, Camandona, Campore Falcero, Crocemosso, Mosso, Pistolesa, Vallemosso, Vegliomosso, Mezzana, Soprana, Strona, Casapinta hanno compiuto la loro processione annuale con i parroci e le autorità comunali. Nel pomeriggio, parimenti hanno avuto il loro appuntamento annuale le parrocchie di Coggiola, Vierà Rivò e Pray Biellese unendosi alla messa delle 16,30 in Basilica antica. A cura degli Scout di Biella, nella Sala “Maria Bonino” (già detta “per un cuore che batte”) è stata organizza una vendita di torte il cui ricavato sarà devoluto alle missioni. Come ormai è “tradizione” sono giunti in Santuario un centinaio di “maturandi”, cioè di ragazzi che si stavano preparando a sostenere l’esame di Maturità, di Busto Arsizio e anche quest’anno si sono fermati 5 giorni in Santuario che in quei giorni si è visto riempito in ogni angolo di studenti con libri, quaderni di appunti, portapenne e computers. Lodi insieme al mattino, due parole per introdurre cristianamente la giornata di studio, studio silenzioso, angelus, pranzo insieme, pomeriggio per ripetere o approfondire vari argomenti con professori e amici universitari, S. Messa, cena e poi serata insieme: questa il programma di cinque giorni ad Oropa che ricorderanno per tutta la vita. Martedì 15 giugno, il can. Carlo Gariazzo, parroco della Cattedrale, ha accompagnato e celebrato verso le 11,30 una santa messa per il gruppo della Terza Età dell’Oratorio di S. Stefano. Domenica 20 giugno, è stata la vota della processione annuale delle parrocchie di Benna, Verrone, Massazza, Villanova Biellese, Sagliano Micca, Miagliano con i parroci e le autorità comunali. L’omelia della messa in Basilica superiore è stata tenuta dal Rettore. Per l’Opera delle Famiglie Missionarie della Trinità i coniugi Celestino Allorio e Gabriella Macchetto hanno tenuto, per l’intera giornata, il Ritiro Spirituale mensile. Gesù Nazareno Re dei Giudei. Per una esegesi di: « Il mio Regno non è “da” questo mondo ». Regalità e Famiglia. Intensa e prolungata preghiera, intercessione, meditazione della Parola di Dio e formazione spirituale hanno, come sempre, contraddistinto la giornata. Con uno speciale tocco di solennità la messa delle 10,30 in Basilica antica di 37 venerdì 25 giugno, è stata presieduta dal nostro Vescovo, mons. Gabriele Mana che, tra gli altri, ha ricordato il suo anniversario di ordinazione presbiterale (25/6/1967) e quello del can. Giovanni Panigoni (25/6/1967) e di don Piero Gibello (25/6/1950). Come capita annualmente in questo periodo, diversi sacerdoti della nostra Diocesi salgono al Santuario per ringraziare la Madonna in occasione del loro anniversario di ordinazione: tra questi vogliamo ricordare i collegiali don Pier Cesare Scaglia 26/6/1955) e il can. Edoardo Moro (29/6/1963). Sabato 26 giugno, don Attilio Pelucce ha celebrato l’eucaristia per un bel gruppo di membri in servizio e a riposo del Corpo Forestale dello Stato nella circostanza della festa del loro patrono, san Giovanni Gualberto Visdomini, fondatore dell’Ordine Vallombrosano. Alla presenza di più di 500 persone, organizzata dal Club Alpino Italiano, il Rettore ha celebrato nella tarda mattinata una santa messa al Monte Camino. In questa settimana quasi 90 religiose appartenenti alle Sorelle dell’Assunzione hanno svolto il loro ritiro annuale predicato da don Stefano Alberto, domenica dedicata alle offerte per la carità del Papa, il cosiddetto “Obolo di S. Pietro”, hanno compiuto la loro annuale processione votiva le parrocchie di Colla di Netro, Netro, Graglia, Muzzano, Camburzano, Occhieppo Superiore, Galfione, e Vagliumina con i parroci e le autorità comunali. 38 Pellegrinaggi (aprile/maggio/giugno 2010) Eccovi ora il diario dei pellegrinaggi Mese di Aprile 5. Gruppo Oratorio Villa Cortese (Milano) - 6. Seminario Internazionale Redemptoris Mater di Berlino - 7. Opera Diocesana Pellegrinaggi di Livorno con il vescovo, mons. Simone Giusti - 9. Parrocchia di S. Maria di Lourdes in Rende (Cosenza) - Gruppi: da Crotone e Lamezia Terme (Catanzaro) - Salesiani da Venaria (Torino) - 12. Gruppo dalla diocesi di Graz-Seckau (Austgria) - 13. Parrocchie diverse in Mori, Riva del Garda e Brentonico (Trento) - gruppo dalla diocesi di Augsburg (Germania) - 14. Parrocchie: S. Maria Maggiore in S. Gregorio d’Ippona in Vibo Valentia di Badia - Cristo Redentore in Sassari - da Ripoli S. Bartolomeo (Firenze). 15. Gruppo “Comunità delle Beatitudini” di lingua francese - 16. Parrocchia di S. Zeno in Cerea (Verona) e parrocchie diverse da Roma città - Gruppi: da Maratea e Senise (Potenza), - da S. Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), - dalla diocesi di Tursi-Lagonegro - 17. Parrocchie: Madonna di Fatima in Ripatransone, diocesi di S. Benedetto del Tronto, (Ascoli Piceno), S. Andrea a Montespertoli (Firenze) - S. Martino a Paperino in Prato - S. Martino vesc. in Bertiolo (Udine) - S. Sebastiano in Livorno (Livorno) - S. Venanzio e Vincenzo di Galliera (Bologna) - diverse parrocchie della città di Perugia - Santuario B. V. di Castelmonte (Udine)- Santuario Madonna Addolorata in Norcia (Perugia) 39 - Gruppi: da Policoro (Sicilia) - della diocesi di Tournai (Belgio) - Seminario Diocesano di Tortosa (Tarragona – Spagna) - 18. Parrocchie: S. Maria delle Grazie in Perugia - S. Maria Assunta in Mantignana (Perugia) - S. Maria Madre della Chiesa in Ponte Pattoli, loc. Cordigliano (Perugia) - S. Francesco nuovo in Rieti - Santuario Madonna del Carmine in Carrara (Massa-Carrara) - Gruppi: da Pacengo di Lazise (Verona) - da Gubbio (Perugia) - Seminario Internazionale “Maria Mater Ecclesiae” di Roma - 20. Gruppi: da Molfetta (Bari) - da Selva Gardena (Bolzano) - da Bydgoszcz (Polonia) - 21. Parrocchie: S. Anna in Afragola (Napoli) - S. Giacomo magg. ap. in Porto Azzurro (Livorno) - del S. Rosario di Pompei in Livorno. - Gruppo da S. Anna in Katowice (Polonia) - 22. Rettoria S. Maria Immacolata a villa Borghese (Roma) - 23. Parrocchie: S. Carlo Borromeo in Latina - S. Vincenzo in Calcinato (Brescia) - dei SS. Martiri Canadesi in Roma - Gruppi da Arona (Novara), da Villafranca (Verona) e da Brescia - 24. Pellegrinaggio della Pia Unione S. Madonna del Sasso in S. Brigida, diocesi di Fiesole, Firenze - Gruppi dell’Opus Dei e dalla diocesi di Belluno-Feltre - 25. Parrocchie- S. Maria del Popolo in Torre del Greco (Napoli) - S. Maria Assunta in Strangolagalli, Amaseno (Frosinone) - M. Vergine Assunta in Cervere (Cuneo) - S. Maria e S. Michele arc. in Papiano (Perugia) - S. Pietro in Casale (Bologna) - S. Gennaro in Benevento - da Ponte S. Giovanni, Pieve di Campo e Balanzano (Perugia) - da Nogarole Rocca, Bagnolo, Pradelle e Bardolino (Verona) - Gruppi: da S. Fedele d’Intelvi (Como) - Istituto Salesiano “S. Giovanni Bosco” in Piedimonte Matese (Caserta) - dal principato del Liechtenstein con l’arcivescovo di Vaduz, mons. Wolfgang Haas - da St. Germain des Prés (Parigi) - Pellegrinaggio giovani della diocesi di Bologna con l’arcivescovo S.E. Mons.C. Caffarra - 26. Parrocchia di S. Giorgio mart. in Castellucchio (Mantova) - Gruppo da Sitten, Saas Grund (Svizzera) - 27. Parrocchia della B. Vergine Addolorata in Carbonia (Carbonia Iglesias) - Gruppo Comunità Giovanile del Seminario Vescovile di Treviso - 28. Parrocchia Concattedrale di S. Maria Assunta in Sutri (Viterbo) - 29. Parrocchia Maria SS. Immacolata in Palermo. - Gruppi: da Teano (Caserta), diocesi di Teano-Calvi con il vescovo, mons. Arturo Aiello - Terza Età parrocchia di S. Andrea ap. in Carugate (Milano) - da Ljubljana (Slovenia) - 30. Parrocchia della Presentazione della B. V. Maria in Francavilla sul Sinni (Potenza) - Gruppi: da Anguillara Veneta (Padova) - dalla diocesi di Trier (Treviri) (Germania). Mese di Maggio 1. Parrocchie: Maria SS. Madre della Chiesa, fraz. Stella, Monsampolo (Ascoli Piceno) - S. Cuore di Gesù, diocesi di Palestrina, Roma - Risurrezione del Signore in San Donato di Lecce, diocesi di Otranto (Lecce) - S. Giuliano in Como - Sant’Orsola in Como - S. Sisto in Perugia - Gruppi: Unità Pastorale parrocchie di Baruchel40 la, Giacciano e Zelo, diocesi di Adria-Rovigo (Rovigo) - da Rapolano Terme (Siena) - del Santo Padre Pio da Heidenheim (Germania) Pellegrinaggi delle parrocchie di S. Antonino di Saluggia e Bianzè (Vercelli) e di Robbio Lomellina (Pavia) - 2. Parrocchie: San Martino a Pontorme in Empoli (Firenze) - da Castelfranco Veneto (Treviso) - Gruppo Unitalsi Sezione Sarda Nord Sassari Gruppetto parrocchia S. Caterina v. m. in Lapio (Avellino) - 3. Parrocchie: S. Maria Assunta in Montagnana (Padova) - Sant’Elia profeta, diocesi di Nola, in Sperone (Avellino) - Gruppo dalla diocesi di Limburg (Germania) - 4. Parrocchie: S. Lorenzo in Arcade (Treviso) - S. Giuseppe Benedetto Cottolengo in Palermo - Gruppo dell’Unitalsi della Diocesi di Treviso - 5. Parrocchie: SS. Trinità in Codiverno di Vigonza (Padova) - S. Cuore da Benevento - Gruppo di lingua polacca - 6. Parrocchia S. Lucia in Roma - Gruppo catechisti parrocchia S. Marco ev. da Udine - Gruppo monache Clarisse dalle Marche - 7. Parrocchia Cattedrale da Crema (Cremona) - 8. Parrocchie di: S. Maria al Carrobiolo in Monza - S. Barbara in Mestre (Venezia) - S. Pio in Porto Viro (Rovigo) - da Castel del Piano in Corciano (Perugia) - da Ca’ de Fabbri, fraz. di Minerbio (Bologna) - Gruppi: Diocesi di Chioggia (Venezia) - Amici di Betania del S. Cuore da??? - Oratorio Piccolo Chiesa Nuova S. Maria in Vallicella, padri S. Filippo Neri (Roma) - da Friburgo (Svizzera) - 9. Pellegrinaggi della Città di Biella e della parrocchia Beata Maria Vergine Assunta in Rovasenda con i parroci e le autorità comunali - Parrocchie di: S. Giovanni Battista in Ospedaletto Euganeo (Padova) - S. Eutichiano Papa in Marinella di Sarzana (La Spezia) - Gruppi: Santuario della Madonna del Lago in Bertinoro (Forlì) - da Rionero in Vulture (Potenza) - Pastorale giovanile e familiari diocesi di Melfi-Rapolla-Venosta (Basilicata) - 10. Gruppo da Montegalda (Vicenza) - 12. Parrocchie: S. Antonio di Padova fraz. Badoere in Morgano (Treviso) - S. Pio X in Sassari - Gruppi: “Unità pastorali “Madonna dell’Aiuto” e “Sacra Famiglia” da Storo, Valle del Chiese, (Trento) - Noviziato Gesuiti di Genova 41 13. Gruppo anziani parrocchia di S. Maria di Salsasio in Carmagnola (Torino) 14. Parrocchie: S. Pietro – Collegiata in Castelfranco di Sotto (Pisa), St. Louis in Hyères (Francia) - Gruppi: International Theological Institute da Trumau (Austria) - da Toulon (Francia) - 15. Parrocchie: SS. Trinità in Fiesso d’Artico (Venezia) - S. Marco ev. in S. Marco dei Cavoti (Benevento) - S. Antonio fraz. Gazzolo in Lumezzane (Brescia) - S.Nicola da Bari in Diano Castello (Imperia) - Gruppi: Fraternità O.F.A. S. Barnaba in Genova, da Modena - Missione Cattolica Italiana di Saarbrűcken (Svizzera) - Diocesi di Parigi Itinerario Spirituale - 16. Processione delle parrocchie di S. Eurosia, Lessona e Crosa con i parroci e le autorità comunali - Parrocchie: S. Maria delle Grazie in Arezzo - S. Giovanni Battista in Garbagnate (Milano) - S. Lorenzo mart. in Sogliano al Rubicone (Forlì) - 17. Opera Romana Pellegrinaggi di Roma - 18. Parrocchie: Sacro Cuore di Gesù in Abbiategrasso (Milano) - S. Stefano protomart. in Artena (Roma) - SS. Bassiano e Fereolo in Lodi - 19. Parrocchia dei Santi Antonio e Annibale Maria in Roma Gruppi: Istituto Salesiano di Vigliano Biellese - Istitito Camilliani Casa Riposo in Capriate S. Gervasio (Bergamo) - 20. Parrocchia di S. Bartolomeo e S. Domenico Savio in Vinovo (Torino) - Gruppo da Manosque, Diocesi di Digne (Francia) - 21. Gruppi da Malta e da Opde (Polonia) - 22. Parrocchie: S. Maria in Pietralunga (Perugia) - delle frazioni Gaio e Baseglia in Spilimbergo (Pordenone) - Gruppi: Circolo Culturale Pier Giorgio Frassati in Correggio e Rio Saliceto (Reggio Emilia) - da Crans Montana, diocesi di Sion - Vallese (Svizzera) - 23. Processione di Campiglia Cervo con il parroco e le autorità comunali - Parrocchie: SS. Apostoli in Busto Arsizio (Varese) - S. Croce in Marmorta (Bologna) - S. Protaso in Milano - Gruppi: Convento dei S. Paolo ap. Carmelitani A.O. in Nocera Umbra (Perugia) - Comunità la Quercia - 24. Parrocchia del Sacro Cuore in Casteggio (Pavia) - 26. Parrocchie: di S. Giacomo maggiore in Crema (Cremona) - SS. Giovanni, Ippolito e Siro in Nizza Monferrato (Asti) - Gruppi: da Lucerna (Svizzera) - gruppo tedesco da Koln - 27. Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo ap. in Castrezzato (Brescia) - Gruppi: Parrocchie del Saluzzese, - da Passau (Germania) - 28. Parrocchia dell’Immacolata e S. Giovanni Battista in Torino - 29. Parrocchie: S. Antonio di Padova alla Brunella in Varese - dei SS. Leonardo Murialdo e Curato d’Ars in Milano - Gruppo da Corniglio (Parma) - 30. Processione delle parrocchie della zona “Rovella” con i parroci e le autorità comunali - Parrocchia Cattedrale di Alba (Cuneo) - 31. Parrocchia Collegiata dei SS. Agata e Giorgio in Santhià (Vercelli) - Altri gruppi: Parrocchia di S. Remigio in Guidonia Montecelio (Roma) - Parrocchia di S. Lazzaro in Gallipoli (Lecce) - Gruppo Regina Pacis da Monteprandone (Ascoli Piceno). 42 Mese di Giugno 1. Gruppo parrocchie della Cattedrale, S. Agata, SS. Nazaro e Celso da Brescia 2. Parrocchie: S. Maria Assunta in Chiuduno (Beramo) - Nostra Signora della Mercede in Sanremo (Imperia) - S. Michele arc. in Gragnano Trebbiense e S. Giovanni Battistain Gazzola (Piacenza) - Conversione di S. Paolo in Flero (Brescia) - S. Ireneo in Cesano Boscone (Milano) - Gruppi: Cattedrale di Alba (Cuneo) con corale - Azione Cattolica di Vercelli - Unità Pastorale di Brugherio (MonzaBrianza) - da Arena Po e Pontalbera (Pavia) - da Silvano d’Orba e Fresonara (Alessandria) - parrocchia di Cavaglià con i bambini della prima comunione - 3. Gruppo Decanato di Vimercate (Monza-Brianza) - 5. Parrocchia della Natività di Maria Vergine in Cura Carpignano (Pavia) - Gruppo Ciclistico “Berra” da Mesero (Milano) - 6. Parrocchia S. Maria Assunta in Vigonovo (Venezia) con corale. Comunità Pastorale S. Maria Beltrade e S. Michele arc. in Milano - 8. Parrocchie: S. Giorgio in Busalla (Genova) - SS. mart. Vitale e Valeria in Pessano con Bornago (Milano) - 11. Inizio pellegrinaggio Sovrano Ordine Militare di Malta - 13. Processioni di Callabiana, Camandona, Campore Falcero, Crocemosso, Mosso, Pistolesa, Vallemosso, Vegliomosso, Mezzana, Soprana, Strona e Casapinta al mattino e Coggiola, Viera Rivò e Pray Biellese nel pomeriggio con i parroci e le autorità comunali - Parrocchia Cattedra di S. Pietro in Maerne (Treviso) - 15. Parrocchia di Gorlago (Bergamo); Gruppo Terza Età Parrocchia S. Stefano in Biella - 16. Parrocchie: S. Rufino vesc. in Portile (Modena) - S. Bovio in Peschiera Borromeo (Milano) - S. Felice in Milano - Oratorio parrocchia S. Pietro in Rho (Milano) - Oratorio parrocchia S. Teresina in Torino - 17. Parrocchie: S. Giovanni ev. in Gavirate (Varese) - S. Siro in Pavia - 18. Parrocchia S. Nicola in Dergano (Milano), e S. Cuore in Busto Arsizio (Varese) - 19. Parrocchia di S. Ambrogio in Zoagli (Savona) - Gruppi: Istituto Sacra Famiglia da Cocquio Trevisago (Varese), - Piccola Casa Divina Provvidenza di Torino - 20. Processione parrocchie di Benna, Verrone, Massazza, Villanova, Sagliano Micca e Miagliano con i parroci e le autorità comunali - 22. Oratori decanato di Rozzano (Milano) - 24. Parrocchia Madonna Pellegrina in Novara - 25. Gruppo Comunità Pastorale S.Vittore in Briosco-Capriano-Fornaci (Monza-Brianza) - 26. Parrocchia S. Cuore in Bergamo - 27. Processione di Colla di Netro, Netro, Graglia, Muzzano, Camburzano, Occhieppo Superiore, Galfione, Vagliumina con i parroci e le autorità comunali. Parrocchie: S. Maria Assunta in Calcinate (Bergamo) - S. Bartolomeo ap. in Sordio (Lodi) - 28. Parrocchia di S. Martino in Cadorago (Como) - 29. Parrocchia S. Teresina in Torino - 30. Parrocchie: S. Barbara in Riva di Pinerolo (Torino), in Gerenzano (Varese). 43 Pellegrinaggi L’annuale pellegrinaggio del Sovrano Militare Ordine di Malta a Oropa. Conferita al vescovo di Biella monsignor Mana la gran croce dell’Ordine Melitense pro piis meritis. Nei giorni 11, 12 e 13 giugno si è svolto a Oropa l’annuale pellegrinaggio del Sovrano Militare Ordine di Malta. Organizzato dalla delegazione piemontese, vi hanno aderito anche altre delegazioni del nord Italia, tra cui quella lombarda e quella emiliana. Ad accompagnare i “signori malati”, un nutrito gruppo di cavalieri e dame dell’ordine. Circa 130 complessivamente i partecipanti. Tra le personalità dell’Ordine, oltre naturalmente i dirigenti della delegazione piemontese: Alessandro Antonielli d’Oulx (delegato), Gustavo di Gropello (vice delegato), Paolo Ricardi di Netro (responsabile Gruppo AMA), Guido Carlo Marchetti San Martino di Muriaglio (delegato emerito), il padre domenicano Costantino Gilardi (cappellano conventuale di gran croce ad honorem), Angelo Chiastellaro (cavaliere di giustizia), Giuseppe Vercelli, e altri, erano presenti S.E. Fra Ruggero Caccia Dominioni, gran priore emerito di Lombardia e Venezia, e Guglielmo Guidobono Cavalchini (delegato lombardo). A fare gli onori di casa, come al solito, con il rettore canonico Michele Berchi, l’ex amministratore del santuario e attuale bibliotecario archivista del medesimo Mario Coda, che è membro dell’Ordine. A presiedere la celebrazione eucaristica di apertura del pellegrinaggio, nel pomeriggio di venerdì 11, nella basilica antica, è stato il nostro vescovo monsignor Gabriele Mana, il quale nell’occasione ha ricevuto le insegne di gran croce dell’Ordine Melitense pro piis meritis, conferitagli di recente dal principe e gran maestro dell’Ordine, Sua Altezza Eminentissima fra Matthew Festing unitamente al sovrano consiglio. Mons. Mana ha ringraziato dicendosi molto onorato di ricevere questa distinzione da parte dell’Ordine di Malta, del quale apprezza l’impegno profuso da sempre in favore dei malati, dei bisognosi, degli emarginati. A presiedere la celebrazione eucaristica del pomeriggio di sabato 12 nella basilica superiore e quella di domenica mattina, nuovamente nella basilica antica, è stata S.E. monsignor Angelo Acerbi, arcivescovo titolare di Zella e prelato dell’Ordine, giunto appositamente da Roma. Durante i tre giorni del pellegrinaggio si sono svolte anche altre pratiche religiose (Via Crucis, fiaccolata, ecc.), cui i pellegrini hanno preso parte con grande 44 devozione sotto la guida dei religiosi dell’Ordine. I cavalieri e le dame hanno preso parte a tutte le funzioni con i loro tradizionali manti neri portanti ricamata la bianca croce melitense a otto punte. (m.c.) UNA MEDAGLIA DELL’ORDINE DI MALTA CON LA MADONNA DI OROPA In occasione dell’ultimo pellegrinaggio oropense del Sovrano Militare Ordine di Malta è stata distribuita ai partecipanti una bellissima medaglia, fatta coniare per iniziativa della Delegazione del Piemonte e della Valle d’Aosta. Da un lato essa presenta la statua della nostra Madonna sormontata dalla scritta “N.S. di Oropa”, con sullo sfondo la basilica antica e una parte del chiostro; dall’altro, la bianca croce a otto punte dell’Ordine su un tondo smaltato di rosso e circondato dalla scritta “Gran Priorato di Lombardia e Venezia”. (m.c.) 45 Pellegrinaggi Giovani di Bologna ad Oropa Più di 400 giovani della pastorale giovanile di Bologna, guidati dal loro Arcivescovo, il Cardinal Carlo Caffarra, dopo essere stati in visita alla Sindone a Torino hanno fatto tappa ad Oropa per due giorni, dove lo stesso Cardinale ha tenuto una catechesi nella Basilica Antica gremita come non mai. La sera dell’arrivo con l’aiuto del Ristorante Croce Bianca, la Pastorale Giovanile di Biella e gli Amici di Oropa, hanno accolto il numeroso pellegrinaggio servendo la cena nelle sale del Pellegrino e nella galleria Sant’Eusebio. Non è passato inosservato l’Arcivescovo che alla sera ha cenato con i suoi ragazzi e anche il giorno successivo, seduto in una panchina con loro si è mangiato il suo bravo panino alla mortadella. Gli organizzatori biellesi e bolognesi dell’evento. Matrimoni e Battesimi (aprile/maggio/giugno 2010) Matrimoni: CRISTIANO Antonio e SPECCHIA Patrizia Albina 8.5.2010 cel. d. Attilio Pelucce BONIZZI Roberto e ZAVA Manuela 15.5.2010 cel. p. Giovanni Gallo GUGLIELMINOTTI BEL Andrea e GALLANTINA Cristina 5.6.2010 cel. d. Attilio Pelucce ARGENTERO Stefano e PAPINI Lara 26.6.2010 cel. Rettore Battesimi: GRAVENHORST MARIA FRANCESCA 46 03 – 04 - 2010 L’ESPERIENZA. Quando il Prof è un amico DA BOLOGNA - STEFANO ANDRINI. Si moltiplicano in tutta Italia le << vacanze maturandi>> per la preparazione all’esame i ragazzi studiano con l’aiuto di docenti e di universitari. Il clima di amicizia rende più affascinante e appagante la fatica dell’apprendere. Torna l’incubo della maturità. Con il suo rituale di scongiuri e diete miracolose. Senza dimenticare la spasmodica ricerca della traccia in rete o del gadget che consente (meglio usare il condizionale) di svolgere una versione o di risolvere una equazione senza farsi scoprire. Cambiano i ministri e le riforme ma la maturità sembra sempre un film di Dario Argento. Eppure ci sono delle oasi, in Italia, dove l’esame si può affrontare come una delle tante circostanze della vita (e neanche delle peggiori): fianco a fianco con altri amici che si trovano sulla sessa barca. E fin qui passi. Ma poi ci sono anche i “prof” per una volta nei panni dei buoni samaritani e non dei semplici ragionieri (“tot capita, tot sententiae). E udite, udite quelli che sono riusciti a passare le colonne d’Ercole dell’esame (senza poi farsi tanto male) e che oggi frequentano l’università. Stiamo parlando delle vacanze maturandi. Racconta Maria Grazia Discoli che insegna lettere al Liceo Leonardo di Milano. “Fin da quando ho vissuto da studentessa l’esperienza della maturità ho intuito che poteva essere una grande occasione per me. Nell’estate del 1978 ho studiato con i miei amici della comunità cristiana e con alcuni nostri compagni di classe, trascorrendo una settimana in una casa parrocchiale autogestita sulle colline di Imola. A cucinare due mamme. A spiegarci autori e problemi diversi professori nostri amici. Tutto gratuitamente e lietamente. E’ stato un tempo bello e decisivo”. Aggiunge la prof: “da quando insegno al triennio del Liceo, con altri amici, insegnanti e allievi ho intrapreso nuovamente questa avventura dello “studio maturandi”. Quest’anno, come è oramai tradizione, siamo andati per cinque giorni in una casa autogestita del Pime a Merate. Per noi cucinava un’insegnante di filosofia, così tra una portata e l’altra ci spiegava Kant. I ragazzi erano 40. A farci compagnia in tutto, dalle partite a pallone al ripasso serrato, abbiamo invitato quattro universitari della Statale”. Uno spettacolo della gratuità che i ragazzi hanno apprezzato. E Monica spiega perché: “Se fossi stata a casa avrei sospeso la vita per studiare soltanto, qui è stato diverso, ho studiato senza smettere di vivere”. Paolo Valentini, docente di italiano e latino in un liceo scientifico di Rimini racconta invece di come sia possibile studiare in un bellissimo agriturismo tra San Leo e San Marino. “C’erano 70 ragazzi. Lavoravano sulle tesine e liberamente hanno invitato i loro insegnanti che sono venuti su per una mezza giornata e con i quali hanno fatto i ripassi”. “Qui” conclude Valentini “è venuta fuori una cosa che a volte a scuola è difficile. La libertà vera, la voglia vera di condividere e di non stare da soli. Non voleva tornare a casa nessuno”. L’Istituto Sacro Cuore di Milano ha scelto per i 135 partecipanti la Valle d’Aosta. “Il tentativo” racconta Manuel Piraino docente al liceo classico “è stato quello di non lasciare soli i ragazzi in una circostanza di questo tipo. Tutti hanno intravisto che ci può essere anche un fascino nello studio. Perché alla fatica si affianca il gusto del conoscere”. 47 23 maggio 2010 Sardi ad Oropa per la “Pasqua rosata”, sa Pasca de flores Mantenere e tramandare il profondo legame tra Sardegna e Piemonte, tra Sant’Eusebio e il culto mariano Domenica 23 Maggio, alle ore 15.30, nella Basilica Antica di Oropa, verrà intonato “Su Rosariu cantadu”, ospiti del Rettore Don Michele Berchi. Alle ore 16.30, melodie in lingua sarda decoreranno la Santa Messa di Pentecoste, l’antica “Pasqua rosata” “sa Pasca de flores” dei Sardi, testimoniata in originali liturgie a partire dai primi secoli del Cristianesimo. Presso gli Ebrei, la festa di Pentecoste o delle “Settimane”, come detto nel Pentateuco (Esodo, XXXIV, 22; Levitico, XXIII, 15), aveva lo scopo di ringraziare Iddio della raccolta dei cerali. In origine, infatti, la festa di Pentecoste chiudeva il ciclo pasquale essendo celebrata, allora come oggi, sette precise settimane dopo Pasqua. Secondo un caratteristico costume medievale del giorno di Pentecoste, attestato in molte chiese d’Italia e di Francia fino dal sec. XII - afferma Mons. Mario Righetti, Perito del Concilio Vaticano II – “era quello di far piovere, durante il canto di Terza o della Sequenza alla Messa, rose, fiori e talora eziandio dei batuffoli di stoppa accesa ad imitazione delle lingue di fuoco scese sopra degli Apostoli”. In alcune chiese della Liguria e dell’Emilia, nel giorno di Pentecoste venivano appese ad un albero, per il tempo dell’Ottava, le “nebulae”, cialde colorate da distriubuire successivamente ai fedeli. Una tradizione diffusa, presente ai piedi delle Alpi nella liturgia gallicana e conosciuta dai Sardi. “Ci recheremo ad Oropa, ai piedi della Madonna Nera, seguendo le tracce del conterraneo Sant’Eusebio da Cagliari, Patrono del Piemonte, per mantenere e tramandare il profondo legame tra Sardegna e Piemonte, tra Sant’Eusebio e il culto mariano; tradizione che si rinnova periodicamente e che porta i Sardi di 48 Biella a riunirsi nei luoghi eusebiani per intonare su Rosariu cantadu nelle antiche melodie della loro terra di origine”. Per l’occasione, il cappellano di Su Nuraghe, don Ferdinando Gallu terrà la catechesi in “lingua sarda”. Cordialmente, Battista Saiu Stendardo di N.S. di Oropa portato solennemente in processione durante la festa di Sant’Efisio, patrono della Sardegna. 49 L’INTERVISTA. Incontro con il fisico M. Bersanelli, uno dei padri della missione Planck sull’origine dell’Universo. A caccia della luce fossile per capire chi è l’uomo ALFIO DI MARCO “ Le cose tutte quante hanno un ordine tra loro e questo è forma che l’universo a Dio fa somigliante…”: così Dante Alighieri in una terzina del Primo canto del Paradiso>>. Siamo agli inizi del 1300, quando la visione che l’uomo ha dell’Universo è quella della creazione per uno scopo che discende dalla volontà divina. Dante, quasi folgorato da una forza che di sicuro neanche lui comprese, tracciò 700 anni fa un’immagine che oggi, con sorpresa, ritroviamo nella più avanzata frontiera della cosmologia. Chi siamo? Da dove veniamo? Sono domande che accompagnano la nostra esistenza e alle quali cerchiamo di dare una risposta attraverso l’uso della scienza. <<Ma la scienza – spiega il fisico Marco Bersanelli – è solo uno strumento con il quale l’uomo cerca di capire tutto ciò che gli sta intorno. Uno strumento che, dunque, da solo non è sufficiente a dare certe risposte se non accompagnato dalla consapevolezza che siamo un elemento infinitamente piccolo dell’Universo che ha la peculiarità d’esserne cosciente>>. Docente di Astrofi50 sica dell’Università degli Studi di Milano, Bersanelli è uno dei “padri” del progetto Planck Surveyor, il satellite frutto d’una collaborazione internazionale messo in orbita lo scorso anno con l’obiettivo di studiare la radiazione cosmica di fondo, cioè di andare a caccia della luce fossile del Big Bang che 14 miliardi di anni orsono diede il <<la>> alla formazione dell’Universo. Bersanelli ha parlato di questo straordinario viaggio spazio-temporale nell’ambito del corso di Alta formazione al Campus d’Aragogna, in via Ventimiglia a Catania. <<All’uomo – spiega lo scienziato – è stato riservato il privilegio della comprensione di quella straordinaria opera che è il creato. Un’opera che ha un linguaggio preciso, quello della matematica. Lo aveva capito Galileo già nel 1609: “Dio ha trascritto il libro della Natura nella forma del linguaggio matematico”. L’uomo moderno oggi aggiunge le capacità della tecnologia per avvicinarsi di più alla comprensione di ciò che è comunque solo una piccolissima parte di quello che possiamo toccare e soprattutto vedere>>. Già. Vediamo soltanto il 4% dell’energia che permea l’Universo. Il resto, per il 23% è materia oscura che non sappiamo di cosa sia fatta, il restante 70% è quella che si definisce energia oscura. E ne sappiamo ancora meno… << Le conoscenze di cui oggi l’uomo dispone – continua Bersanelli – ci dicono che la gran parte della materia che compone l’universo ha una forma che noi ancora non conosciamo. Ce ne rendiamo conto osservando l’azione gravitazionale esercitata da questa materia. Che però non vediamo attraverso la luce o il suo assorbimento: quindi, più che oscura dovremmo chiamarla cristallina, meglio ancora trasparente. Se fosse oscura l’avremmo già vista. Ne percepiamo gli effetti gravitazionali come avviene nella rotazione delle galassie. Possiamo misurarne perfettamente la rotazione e ci rendiamo conto che lungo la loro periferia esistono grandi riserve di materia completamente trasparente. Gli stessi studi sul fondo di micro-onde ci indicano che questa materia non può essere costituita semplicemente da quel tipo di particelle che noi conosciamo, ma devono essere diverse. Altrimenti non riusciremmo a spiegarci la statistica con cui l’intensità della luce primordiale si presenta a noi. Una delle possibilità è che si tratti di particelle considerate “supersimmetriche” e che potremmo avere l’opportunità di evidenziare in maniera diretta con gli esperimenti del Cern. Questo ci porterebbe ad un punto di contatto tra l’infinitamente grande e gli esperimenti sull’infinitamente piccolo. La luce cosmica arriva tutta da un unico punto, quello primordiale. La materia che ci circonda, noi stessi, tutto è fatto di polvere di quelle stelle che hanno avuto origine al momento della formazione dell’universo che da quel momento ha preso a espandersi sempre più velocemente>>. Torniamo indietro di 14 miliardi di anni e ci ritroviamo al cospetto di una massa grande come un’arancia. Ma questa massa dove sta? <<Dobbiamo pensare a questa “arancia” non come un oggetto che occupa uno spazio vuoto infinito, preesistente, che la circonda. E’ un’immagine scorretta che abbiamo dell’Universo e della sua espansione. Di solito si parla d’una “arancia” come oggetto che si trova in un punto dello spazio e che a un certo punto “esplode”, come si dice erroneamente, proiettando gli schizzi di materia in tutte le direzioni. Nulla di più sbagliato. Se osserviamo oggi l’Universo in espansione e lo riportiamo a 14 miliardi di anni fa, questo si riduce davvero alle dimensioni di un’arancia. Ma lo spazio nella sua interezza va visto in analogia con la superficie della sfera e non con la sfera stessa. Quindi, se io porto la la superficie 51 di una palla a diventare sempre più piccola, rimane il fatto che ogni punto della superficie è equivalente a qualunque altro suo punto. Ergo: non esiste un centro dell’espansione dell’universo, come non esiste un luogo nello spazio in cui si trova quell’Universo primordiale. Quello è tutto lo spazio: che è più piccolo, più contratto di quanto lo sia oggi>>. <<E l’uniformità dell’Universo ci dice che ogni p unto su grande scala è equivalente a qualunque altro. Ciò vuol dire che la nostra visione dell’Universo ci mostra una serie di sfere intorno a noi in modo completamente isotropo (indipendente dalla direzione, ndr), che, guarda caso, ci riporta all’iconografia medievale>>. Ma il satellite Planck sta andando a caccia del “tocco” di Dio? << Io credo che il tocco di Dio sia in ogni istante. Non è soltanto quello che è accaduto 14 miliardi di anni fa. La particella di Dio? Sono tutte le particelle. Chiaro che andare a scavare nell’origine cosmica è come scendere nella visibilità di un momento drammatico e stupendo della storia dell’universo che è il suo inizio. Anche se la parola inizio è molto impegnativa: noi possiamo sempre parlare di un tempo finito, sia se ci riferiamo a miliardi di anni luce o a frazioni di secondo. E’ sempre un tempo finito. Quando parliamo di inizio ci riferiamo necessariamente a qualcosa che sfugge alla dinamica scientifica. La scienza ci può parlare di un cambiamento, di un passaggio da uno stato all’altro. Ma il venire in essere del primo Universo o di questo istante è un inizio che ha un disavanzo infinito dal 52 non essere. C’è molta confusione quando si attribuisce al divino soltanto certi aspetti del mondo naturale. Diversamente, ritengo che la creazione sia soprattutto questa dipendenza radicale della creatura – sia essa un fiore o l’universo intero – dal mistero che la fa>>. In tutto questo, la coscienza dell’uomo come entra in sintonia con il momento della creazione? <<Rendendoci conto – conclude Bersanelli – che non ci facciamo da noi. E che se ogni creatura potesse esserne cosciente e pensare dovrebbe dire così di sé. Scientificamente possiamo solo descrivere e cogliere il segreto dell’ordine di un Universo già fatto. La coscienza dell’uomo si rapporta alla creazione sorprendendo l’esistente, riuscendo a sorprendersi del fatto che le cose sono e che sono fatte. La scienza ci dà solo un contributo per provare a comprendere quanto di meraviglioso sia l’Universo del quale noi siamo parte cosciente>>. RIMINI Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore domenica 22 agosto 2010 sabato 28 agosto 2010 “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore” è il titolo della XXXI edizione del Meeting. Parole che riecheggiano quelle che Albert Camus fa pronunciare all’imperatore Caligola nel suo celebre dramma: “ho provato semplicemente una improvvisa sete di impossibile… ho bisogno della luna, o della felicità, o dell’immortalità”. In ogni uomo, di qualsiasi razza, cultura, religione, tradizione alberga questo desiderio di cose grandi, di qualcosa di infinito. Un’aspirazione che l’uomo in tante occasioni tende a trascurare e a dimenticare, complice innanzitutto una certa mentalità che lo considera solo come il risultato di una casualità chimico-biologica o al limite di un processo evolutivo. Si respira una cultura che tende a cancellare “l’umanità dell’uomo”, il “mancamento e voto” espresso da Leopardi nello Zibaldone. Il rischio è quello che si affermi una concezione puramente materialistica della vita. La provocazione contenuta nel titolo afferma invece il contrario. La natura dell’uomo è innanzitutto il suo cuore che si esprime come desiderio di cose grandi. Il motore di ogni azione umana è questa aspirazione a qualcosa di grande, l’esigenza di qualcosa di infinito. L’uomo è rapporto con l’infinito. E’ questa tensione il tratto inconfondibile dell’umano, la scintilla di ogni azione, dal lavoro alla famiglia, dalla ricerca scientifica alla politica, dall’arte all’affronto dei bisogni quotidiani. Il Meeting cercherà di documentare come nella realtà di oggi sia innanzitutto necessario partire dall’umanità di ogni persona, facendo dei bisogni e dei desideri degli uomini l’anima delle scelte grandi e di quelle quotidiane. Anche perché solo questo è il punto che accomuna tutti gli uomini ed è pertanto l’inizio anche di un reale dialogo tra i popoli. L’uomo che considera seriamente la sua umanità è colui che non è mai domo e soddisfatto e che affronta la vita con l’attesa di qualcosa di grande. Scrive Cesare Pavese: “Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?”. L’attesa è la struttura stessa della natura umana, l’essenza dell’anima. I grandi desideri e le grandi aspirazioni non sono un ostacolo o qualcosa che complica l’esistenza, ma sono ciò che rende l’uomo irriducibile proprio perché essi sono il segno del suo rapporto con l’infinito. 53 Recensioni LETTURE CONSIGLIATE a cura di Giacomo Berchi “BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE” Alessandro D’Avenia ediz. Rizzoli Euro 19,00 SI PUO’ DARE IL PROPRIO SANGUE SOLO PER UN AMORE GIA’ DATO Al suo esordio come romanziere, Alessandro D’Avenia, giovane professore di Lettere, regala una storia di una profondità e bellezza sempre più rare, andando a infrangere quel muro che decine di romanzetti sulle storie d’amore adolescenziali hanno semplicemente eluso: il muro divisorio che da sempre impedisce a questi racconti di passare dalle pagine alla realtà. Ipod, motorini, tornei di calcetto, banchi di scuola: è il mondo dei giovani d’oggi quello in cui vive Leo, il giovane protagonista. La storia, dalla trama essenziale, si gioca sul contrasto fra due colori: bianco, cioè tutto quanto di più silenzioso, indefinito e pauroso si possa presentare nella vita; rosso, quindi fuoco, sangue, vita, passione. Nella vita di Leo i capelli rossi di Beatrice, la ragazza di cui è innamorato, sono tutto ciò per cui lui vive e desidera vivere. Ma una malattia che rende bianco il colore del fuoco sta lentamente consumando anche lei, affetta da leucemia. E’ un romanzo di formazione: attraverso l’incontro con il Sognatore, il supplente di storia e filosofia, l’amicizia di Silvia, porto sicuro nel mare azzurro, la presenza silenziosa e potente del sacerdote prof. di religione, Gandalf, Leo si scoprirà ferito in ciò che più ama, arriverà a capire la consistenza vera dell’amore, e soprattutto la 54 necessità del bianco per comprendere davvero il valore totale del rosso. Bianca come il latte, rossa come il sangue ripropone felicemente ai giorni nostri la vicenda della Vita Nova dantesca; chi ha visto in D’Avenia il “Moccia cattolico” non ha presente ciò che i romanzetti di quest’ultimo raccontano e, soprattutto, non ha mai incontrato Beatrice. “L’UOMO ETERNO” Gilbert K. Chesterton ediz. Rubbettino Euro 18,00 L’INCREDIBILE STORIA SPIRITUALE DEL GENERE UMANO Non era in errore chi parlava di lui come di un Padre della Chiesa agli inizi del ‘900: di sicuro Gilbert Keith Chesterton (1874 – 1936) è stato uno dei più potenti protagonisti di quella che, a partire dalla conversione a Roma del cardinale John Newman, si rivelò una vera e propria rinascita cattolica in terra di Albione, il cui dono alla Chiesa e al mondo fu un’allegra compagnia di uomini liberi a cui innumerevoli persone hanno dovuto e devono l’incontro con Cristo. In quest’opera, assente dalle librerie italiane dal 1930, Chesterton si concentra sulle due grandi rivoluzioni nella storia dell’universo, la comparsa della creatura chiamata uomo e la venuta dell’uomo chiamato Cristo. In un’epoca in cui il darwinismo sociale era dogma assoluto e la moda delle religioni comparate impregnava l’editoria e i testi scolastici, questo “vescovo vestito da clown”, elogio tanto strano quanto pertinente, rileggeva la storia umana con gli occhi di un bambino per tornare a guardare la realtà per quella che è. Pagine intense e commoventi, limpide e affascinanti quelle in cui dai disegni di renne sulle pareti delle caverne si passa agli imperi di Babilonia ed Egitto, entrando poi nel grande affresco della mitologia greca e della filosofia di Atene. L’Asia tentata dal nulla di Buddha, il Messico insanguinato dai sacrifici umani e quel grande lago che divenne civiltà, il Mediterraneo, teatro della guerra fra gli dei latini del focolare e i demoni infanticidi di Cartagine, risoltasi con il trionfo dell’impero di Roma. Il suo declino fu il declino di ciò che di meglio l’uomo d’ogni tempo avesse costruito: se un Dio c’era non avrebbe potuto salvare l’umanità che in quel momento preciso. E così fu. Da una figura assolutamente unica, Cristo, nacque qualcosa di mai visto prima: la Chiesa. Essa non solo salvò 55 ma plasmò la civiltà occidentale, morendo più volte e rinascendo sempre più giovane e baldanzosa, sopravvivendo ai Mani e ai Voltaire sorti contro di essa. Un affascinante e imperdibile viaggio nella storia spirituale dell’uomo, magistralmente raccontato da un bambino curioso. “MARIA, LA DONNA” Angelo Scola ediz. Cantagalli Euro 8,00 UN’UMANITA’ COMPIUTA Quale metodo migliore per essere introdotti alla bellezza del cristianesimo che quello di rivolgere lo sguardo a colei dal cui amore, dalla cui obbedienza e dalla cui carità tutto ha avuto origine? Maria di Nazareth, la Madre di Dio: da sempre il cristiano trova in lei non soltanto un modello di vita ma soprattutto una madre amorosa. Il Patriarca di Venezia Angelo Scola ripercorre le tappe della vita di Maria, dall’Immacolata concezione fino alla gloriosa Assunzione, passando per il “dialogo più decisivo della storia”, ovvero l’Annunciazione, e il frutto di carità della Visitazione, il tenero inno d’amore del Magnificat. “Questo libro, che offre qualche spunto di riflessione sui misteri della vita della Vergine, è nato dal desiderio di approfondire la mia personale esperienza di affidamento a Lei”: non si tratta quindi di un devoto ricordo, ma di un fiducioso rivolgersi a colei che, da quel giorno sotto la Croce, è diventata Madre dei credenti. E’ a Lei, “totalmente riferita a Gesù”, che il genio di molti uomini, fra cui Dante, Jacopone da Todi, Verlaine, Claudel, ha composto struggenti inni, qui ripresi nelle meditazioni del Patriarca assieme a brani dei Padri della Chiesa. L’umano di Maria, “di speranza fontana vivace” (Paradiso XXXIII), è fiorito nella totale e amorosa adesione al Mistero, mostrando come la strada per un’umanità compiuta inizi e continuamente si nutra di un semplice “sì” a Colui a cui “nulla è impossibile”. 56 Scandalo pedofilia tra i sacerdoti, gravi difficoltà tra i legionari di Cristo per le colpe del loro fondatore, anche vescovi che ammettono le loro colpe, come chiesa stiamo prendendo scoppole a destra e a manca e giustamente per la verità. Forse questa tempesta può diventare l’occasione per fare un po’ di revisione di tanti nostri modi di formare sacerdoti e religiosi e anche di formare gli appartenenti a tanti gruppi e movimenti spirituali. Si tende ad individuare le cause di questi abusi sessuali sui minori nella cultura moderna, del post concilio, del sessantotto, nella mancanza di una buona formazione spirituale. Da quanto emerge in questi giorni sembra invece che queste deviazioni morali sono piuttosto da situare in una certa educazione del passato, una educazione un po’misogina, fatta anche di tante pratiche di pietà, ma chiusa, che favoriva il tacere le magagne, il lasciarle al foro interno. Un tipo di educazione autoritaria dove era difficile muovere accuse ad un insegnante, ad un superiore, sia in ambienti ecclesiastici, religiosi, che laici, civili: il sistema era quello…. buona parte dei colpevoli sono ottantenni e i minori abusati sono ormai sessantenni. In questi ultimi decenni un po’ di ipocrisia è caduta, il sistema educativo è più aperto, il male ci sarà sempre, ma è bene sottolineare per quanti sono nostalgici del passato: quel tipo di deviazioni era più facile proprio in quella cultura ricca di quel certo tipo di religiosità. Una religiosità un po’ fondamentalista, una direzione spirituale che tende a soffocare la libera scelta e adesione, come sta riemergendo nei tanti gruppi e movimenti ecclesiali di cui è ricca la chiesa in questo nostro tempo. Forse un esame di coscienza dobbiamo farlo tutti insieme: stiamo costruendo comunità di uomini e donne liberi in Cristo o di schiavi, di uomini e donne religiosi ma alienati…? Don Silvano Cuffolo 57 In Memoria “I nostri morti non sono assenti, ma invisibili al nostro fianco e tengono i loro occhi risplendenti, fissi sui nostri velati di lacrime. Stanno presso di noi, trasfigurati, con la delicatezza dell’animo loro, con la tenerezza del loro cuore, con la preferenza del loro amore. E sanno meglio di noi ricordare e pregare.” S. Agostino “Resurrezione” di Piero della Francesca Frigo Irma * 29-08-1934 † 58 03-02-2010 Albergoni Giacomo Giuseppe Cortese Silvia Tronzano V.se 14-02-1919 * * Torino 19-06-1932 † Tronzano V.se 25-01-2010 † Crosa 04-05-2009 Offerte al Santuario (aprile/maggio/giugno 2010) € 2.500,00 Coda Canati Caterina e Vera, Biella. € 2.000,00 Cerruti Antonio e famiglia, Biella. € 500,00 M.C. e A.R. per grazia ricevuta, Ivrea; la famiglia in memoria di Massimo Cappio nel ventennale della morte, Biella; famiglia Zaffagnini, Torino; N.N. € 300,00 Banco di solidarietà di Milano. € 1.500,00 La figlia e il genero in memoria di Albergoni Giacomo Giuseppe, Tronzano Vercellese. € 250,00 Rosso Giovannina, Biella. € 1.000,00 Fondazione Sacro Cuore di Milano in occasione del pellegrinaggio dell’11 aprile 2010; Allorio Celestino e Gabriella per l’Opera delle Famiglie Missionarie della Trinità; Maffeo Silvio e Luciana, Biella; I.B.N. per grazia ricevuta, Pratrivero; in ricordo di Gilio e Maria Pia Trocca, Biella. € 200,00 La famiglia in occasione del Battesimo di Sasso Carlo, Roma; gruppo Santo Natale, Torino; Rossi Giuseppe e Vanda ricordando il 50° anniversario di matrimonio, Borgomanero; Azione Cattolica di Vercelli; parrocchia di San Giovanni Evangelista, Gavirate; Opera Famiglie Missionarie della Trinità mese di febbraio, marzo, aprile, maggio e giugno. € 550,00 M.B. Giulia per voto alla Madonna, Biella € 182,00 La famiglia in occasione del Battesimo di Maria Francesca Graven59 horst, Barcellona. € 174,00 N.N., Torino. nici 1958 dell’I.T.I. Q. Sella di Biella. € 85,00 N.N. Piedicavallo; N.N., Biella. € 172,00 Forte Giancarlo in memoria di Forte Angelo, Villata. € 82,00 Quario Pierluigi, Strona . € 160,00 Gruppo Missionario Madonna di Oropa, Portula. € 150,00 Masci per il Piemonte e Valle D’Aosta; N.N. in ricordo di Thedi Paolo, Biella. € 74,00 famiglia Pincelli e Mazzon, Borgo Franco d’Ivrea. € 70,00 Rorai Umberto e Ravetto Claudia, Milano; gruppo Parrocchia di Rho’. € 64,00 N.N.Saluggia; Ribaldone Raffaella, Santhia’. € 124,00 N.N., Torino. € 120,00 N.N. alla Madonna; Albertini Alessandro e Luisa ricordando il 50° anniversario di Matrimonio, Murano (Ve). € 100,00 N.N. per grazia ricevuta, Biella; La Bufarola di Cossila in occasione della manifestazione “Periplo del Monte Rosso” 14/2/2010; R.L. per promessa fatta alla Madonna, Biella; La famiglia in occasione del Battesimo di Papetti Greta; Parrocchia di Santa Giulia, Torino; Bertoldi Carolina, Casalbeltrame; Maroino Renzo, Candelo; gruppi scout; Erbetta Onorina, Brusnengo; in ricordo dei defunti della Famiglia Bertagnolio e Bocchio, Sordevolo; Bertossi Gianluigi; Parrocchia Beata Vergine Assunta Rione Cappuccini di Vercelli; famiglia Ticozzi Galbani Maddalena, Abbiate Grasso; Comunità Pastorale Santa Maria Beltrade e San Gabriele Arcangelo, Milano; parrocchia N.S. Mercede, San Remo; N.N. per grazia ricevuta; N.N. per protezione, Callabiana; Carlo, Torino; Parrocchia di Crocemosso; N.N.; famiglia Ferrara, Roma; N.N, € 90,00 Diplomati elettrotecnici mecca60 € 60,00 Calzino Guala Margherita, Varallo Sesia; N.N., Busto Arsizio. € 55,00 Pedrale Ezio per la protezione di Gabriele e Valeria, Biella; Ramella Pollone Giorgio, Biella; Buscaglia Alfredo in memoria di Irma, Verrone. € 50,00 Bellotti Livia, Pezzana; N.N., Torino; N.N., Torino; N.N. Vercelli; famiglia Cornale, Lessona; Catalano Rosalia, Ronco Biellese; gruppo scout “Torre D’Avorio”, Bologna; N.N.; Millo Giuseppe in ringraziamento per i 70 anni, Novara; Riva Iliana, Verrone; N.N.; gruppo oratorio Villa Cortese (Mi); Aiello Albano e Camparo Nadia in occasione del 25° anniversario di Matrimonio, Torrazza Piemonte; N.N. Biella; Francese Morel Viola per la protezione delle nipotine, Biella; Bertotti Michelangelo e Ausilia ricordando Il 35° anniversario di Matrimonio; F.C. per protezione, Biella; Coha Valentina per grazia ricevuta, Favria (To); N.N. Andorno Micca; Perotto Anna, Biella; N.N., Biella; Mercandino Bruno e Emma ricordando Il 30° anniversario di Matrimonio, Mongrando; Pellegrinaggio francese; Mariuccia e Luciano, Cossila San Grato; UNITALSI sezione triveneta sottosezione di Treviso; famiglia Spola; Alesina Giuseppe, Crescentino; Parrocchia San Giovanni Battista, Garbagnate; Comunità Sacro Cuore di Abbiategrasso; gruppo Montana, Svizzera; N.N.; N.N.; Coda Zabetta Pier Marco per grazia ricevuta, Biella; Fornaro Marisa in ricordo dei genitori, Biella; N.N.; gruppo ciclistico Berra, Mesero; gruppo genio alpini; Parrocchia di Busalla; Andrea per grazia ricevuta, Biella; N.N. per grazia ricevuta, Trivero; Susta Letizia, Tollegno; Ruga Celestino e Luciana, Graglia; gruppo C.L., Pinerolo; gruppo di Villata; Viola Giuseppe, Canada; Laura e Primo Zuin ricordando il 50° anniversario di Matrimonio, Novi Ligure; Antoniotti Maggiorino e Teresa Chavez ricordando il 50° anniversario di Matrimonio, Sagliano; N.N., Novara. € 49,00 N.N. per protezione e aiuto, Tronzano Vercellese. € 48,00 Ramella Amilcare, Canada. Santhia’; Elena, Matteo, Francesco, Veronica alla Madonna, Ivrea; N.N., Villata; Zampa Umberto, Biella; Delzoppo Silvia, Biella; Cortese Adriana in memoria di Cortese Silva, Crosa; Botta Romolo, Benna. € 32,00 De Bortoli Remo, Belluno; famiglia Foglia e Cortassa, Carmagnola; Morera Renato, Crevacuore; Rioldi Alberto, Cossato; famiglia Negro e Braga, Valle San Nicolao. € 30,00 Famiglia Pramaggiore e Berutti, Biella; Associazione Vita Tre di Borgo D’Ale; persona devota, Tollegno; Don Eusebio, Pontevecchio (Mi); N.N., Tollegno; Oratorio Santo Stefano, Biella; Zucca Maria Elena, Rolo (Re); Buratti Pier Marco, Biella. € 28,00 N.N.; N.N. San Giacomo Vercellese. € 25,00 Tonetti Rosy, Biella; Gariazzo Mario ricordando il 59° anniversario di matrimonio, Sandigliano; Parrocchia di Villanova; Diritti Sara, Biella. € 47,00 N.N. € 45,00 N.N., Legnano; Villarboito Roberto, Vercelli. € 42,00 Ballario Paulette, Albi (Francia); famiglia Sarselli, Biella. € 40,00 La famiglia in occasione del Battesimo di Neirone Letizia, Cerrione; per grazia ricevuta Franco, Torino; Argentero Stefano e Rapini Laura, Borgo Abuggiano (Pt). € 35,00 Allera Longo Maria, Donato; Selva Giuseppina, Pettinengo; Verri Luigi, € 22,00 N.N., Sandigliano; in ricordo di Federico e Mattia, Borgofranco d’Ivrea. €20,00 N.N. alla Madonna; Rovelli Rolando per grazia ricevuta, Belluno; Acquadro Brusc, Pollone; Fra Egidio Lettry, Padova; il marito Fila Robattino Mario in memoria della moglie Franco Tina, Cossato; famiglia Bettinelli Guido e Masiero Gina, Cuggiono; Grosso Mauro, Pertusio (To); famiglia Rubino, Novara; Goy Silvio, Rivarolo Canavese; N.N., Ivrea; Vespa Club d’ Aosta per la benedizione delle vespe; Parrocchia di S.Giovanni Battista, Pacengo Di Lazise (Vr); Voghera Pier Paolo 61 e Rosso Rossana Ricordando il 25° anniversario di Matrimonio, Bra’ (Cn); Bider Emma e Luigina, Biella; Guzzi Romano e Vincenza, Tronzano Vercellese; N.N.; Bertinaria Marco, Netro; Laria Franco, Gallarate; N.N.; Vaglio Agnes Alberto, Davide, Alessia, Rebecca di Vaglio Pettinengo; N.N.; Riva Carla per grazia ricevuta, Torino; N.N, Cossila San Giovanni; famiglia Pichetto Piero, Cossato; Giardino Carlo, Ponzone; Scout di Biella; Pareglio Angela e Carenzo Maria Luisa, Borgovercelli; N.N., Portula; famiglia Catella, Biella; Parrocchia di Arese; N.N.; Lanza Melissa; Frigerio Renato e Paola, Mortara; Pozzo Adriana, Occhieppo Superiore; Rolfo Miranda e Prestandrea Mario Carlo per grazia ricevuta, Mazze’. € 19,00 Flavia ed Elisa per protezione e ringraziamento Torino; in memoria di Bussano Pietro, Torino; Stara Francesco, Villata; Todi Mauro e Mariangela, Santhia’ ; N.N., Biella. € 17,00 Grosso Ermanno, Mosso; Fava D’Alberto Brunello, Pray Biellese; Pollono Luigia, Massazza. € 15,00 Chiorboli Federico, Valdengo; Cuneo Marco, Andorno Micca; Barioglio Armando, Biella; Maspero Zanotto Santina, Lentate Sul Seveso; N.N., Tronzano Vercellese. € 14,00 Famiglia Ferri, Prato Sesia; Antonio e Franca, Torino; famiglia Zoia, Inveruno (Mi). € 13,00 Palestro Anna Maria, Vallemosso. 62 € 12,00 N.N.; N.N.; N.N.; N.N. € 11,00 Gruppo di preghiera, Rivoli; Recanzone Carla e Maria Teresa, Biella. € 10,00 Famiglia Capettino; famiglia Scruzzi, Turbigo; per la protezione di Gabriella e Giancarla, Novara; in memoria di Capietto Giuseppe e Zumaglini Elda; famiglia Colpo Franco, Biella; Monica, Cossato; Locatelli, Sanremo; Barbieri Mario, Vicenza; famiglia Boretti; N.N., Brescia; N.N., Salussola; N.N.; Borgatello Luisella, Bianze’; Marco, Cremolino (Al); Picone Melina, Patti (Messina); famiglia Banfi, Varese; Galfione Ermanno e Laura, Tollegno; famiglia Borgogno e De Paoli, Ivrea; Mazzia Remigio, Pettinengo; per la protezione della famiglia Badini, Masserano; secondo le intenzioni di Ivan Bancora, Guanzate (Co); N.N.; N.N.; Antonio Tozzi, Gallarate; N.N., Villata; Stefania Benelli, Chivasso; N.N., Torino; Adriana Ubertini, Biella; N.N.; N.N., Veglio Mosso; B.L. in memoria di don Luigi Salino, Vigliano; parrocchia Speranza, Cossato; Fila Robattino Mario, Cossato; associazione nazionale forestali sezione di Biella e Vercelli; gruppo di Calcinate; N.N. OSSERVATORIO METEOROSISMICO DI OROPA APRILE MAGGIO GIUGNO Temperatura media 7,8° 10,3° 15,1° Temperatura media massima 11,2° 13,2° 18,4° Temperatura media minima 4,4° 7,4° 11,8° Temperatura massima 26ap. 16,7° 25mg. 20,5° 28gi. 23,4° Temperatura minima 2ap. -0,5° 6mg. 3,1° 20g. 7,3° Precipitazioni pioggia e neve fusa 119,0 mm 492,8 mm 320,2 mm 5 mg 114 mm 16gi. 127 mm 16 20 16 5ap. 66 kmh 31 mg 58 kmh 6gi. 42 kmh Precipitazioni neve non fusa 26 cm Precipitazione massima pioggia Precipitazione massima neve non fusa 11ap.18 cm Altezza massima neve 11ap.15 cm Giorni con precipitazioni Vento massima raffica Note: primavera con precipitazioni di un quarto superiori alla media. Per le temperature continua la tendenza a valori più alti della media, nonostante il raffreddamento portato dalle piogge abbondanti. www.osservatoriodioropa.it Radio Oropa In diretta sul sito www.radioropa.eu dal Santuario e in collegamento via satellite con Blu Sat 2000. Orario S. Messe Ore 7.30-9-10.30-16.30 Notiziari Ore 8-12-13-14-18-21 Antologia Cristiana Ore 11,30 - 19,15 Orizzonti Cristiani Ore 15,30 - 17,30 Corona - Vespri Ore 18,15 Rosario in latino Ore 20,40 Frequenze Mhz 105.6 da Oropa 88.30 da Sandigliano 88.45 da Cossila 89.00 da Valdengo 89.10 da Candelo 89.90 da Cavaglià 90.30 da Pollone 96.60 da Pettinengo 102.30 da Pratrivero Pubblicazioni sul Santuario Acta Reginae Montis Oropae (Cartario) 3 tomi (1945-48-99) Storia del Santuario di Oropa di Mario Trompetto Grazie e Miracoli della Madonna d’Oropa di Basilio Buscaglia (rist. 1991) Gli Ori di Oropa Catalogo mostra (1996) Giovanni Paolo II Pellegrino ad Oropa (16 luglio 1989) I tempi di Oropa e il suo futuro di Fernando Marchi (1994) I quadri votivi del Santuario di Oropa di Angelo Stefano Bessone e Sergio Trivero 4 volumi (1995-99) Un mistero d’amore Foto Bini - testo Ca. G. Saino Recapiti telefonici (015) RISTORANTI: Bar Trattoria Latteria 24.55.900 - Caffè Deiro 24.55.925 - Caffè Oropa 24.55.917 - AI Tre Arc 24.55.906 - Croce Bianca 24.55.923 - Fornace 24.55.922 - Stazione 24.55.937 - Valfrè 24.55.942 - Croce Rossa 24.55.907 - Canal S. Antico 24.55.902 - Canal S. Trucco 24.55.944 - Cappelle 24.55.904 - Macellaio 24.55.905 Nocca 24.55.919 - Vittino 24.55.940 ESERCIZI COMMERCIALI: Erboristeria 24.55.995 - Alimentari, pane 24.55.933 - Biellarobe 24.55.952 - Tabaccheria 24.55.932 - Da Terry 338.34.33.820 ARTICOLI RICORDO: Del Chiostro 255.51.206 - I Ricordi di Oropa 25.55.804 - Popolare 24.55.943 - Il Portico 24.55.960 - Pezzana Claudio 338.34.33.820 - Coda Zabetta Manuela 24.55.926 - Vittone Marianelda 24.55.924 - Semplicemente... Oropa 24.55.948 Oropa Santuario della Madonna Nera di Carlo Caselli Il Santuario di Oropa di Delmo Lebole - 2 volumi (1997-99) Oropa e S. Eusebio di P. Emanuele Scaltriti Il cuore del monte Foto G. Bini - testo M. T. Molineris ORARIO SERVIZIO PULLMAN Partenza da Biella feriale: 7,40-9,10 10,35-13,05-16,45 18,10 festivo: 7,15-9,35 10,20-12,15-14,35 16,35-18,25 Partenza da Oropa feriale: 8,20-9,50 11,15-13,45-17,30 18,55 festivo: 8,00-10,15 12,00-13,00-15,15 17,30-19,05 COMPAGNIA DEI DEVOTI DELLA MADONNA DI OROPA Scopo: Radunare in una grande famiglia tutti i devoti della Vergine Bruna, per incrementare la vera devozione e per contribuire al decoro del Santuario. Iscrizione: Perpetua per persona (vivi o defunti) Perpetua per famiglie (vivi o defunti) Nella Cripta alla Chiesa Grande Benefici Spirituali: Indulgenza plenaria alle solite condizioni, nel giorno dell’iscrizione e in varie feste dell’anno. Partecipazione ai meriti della S. Messa che si celebra ogni giorno per i vivi e per i defunti ai piedi della Madonna, ed ai frutti delle preghiere che si elevano in Santuario. ECO DEL Periodico trimestrale di spiritualità mariana. PORTA NELLA TUA CASA LA CRONACA DEGLI AVVENIMENTI, L’AGGIORNAMENTO DELLE ATTIVITA’, LA VOCE DELLA MADONNA. LEGGILO - SOSTIENILO - DIFFONDILO Si prega di segnalare per tempo eventuale cambio di domicilio indicando l’indirizzo vecchio e nuovo. Inviate i nominativi e indirizzi precisi di persone che gradiscono la nostra rivista. Si ringraziano i Signori Agenti Postali che ritornano con le notificazioni d’uso, i bollettini non recapitati. Il mittente si impegna a corrispondere la tassa dovuta.