La Romania e il sistema Lazio

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La Romania e il sistema Lazio
La ROMANIA
ed il
“SISTEMA LAZIO”
Aprile 2005
SOMMARIO
Capitolo I – Profilo Paese
1.1 –Profilo generale__________________________________________________ 3
1.2 - Profilo Politico-Istituzionale _______________________________________ 4
1.3 - Profilo sociale ___________________________________________________ 7
1.4 - Crollo del comunismo ed avvicinamento all’UE________________________ 8
1.5 - Il processo d’adesione della Romania _______________________________ 13
1.6 - Profilo economico_______________________________________________ 16
1.7 - Sistema Fiscale, dogane, dazi _____________________________________ 20
1.8 - Mercato del lavoro_______________________________________________27
1.9 - Mercato immobiliare ____________________________________________ 28
1.10 - Mercato energetico e delle materie prime ___________________________ 29
Cap. II – Le opportunità nel paese
2.1 - La Romania e l’Italia ____________________________________________ 31
2.2 - Opportunità per le PMI laziali_____________________________________ 35
2.3 - Opportunità per Sviluppo Lazio____________________________________ 48
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Cap. I – Profilo Paese
1.1 - Profilo Generale
Capo dello Stato: Traian Basescu
Capo del
governo:
Calin Popescu Tariceanu
Ministro degli
esteri:
Mihai Razvan Ungureanu
Forma di Stato:
Repubblica Parlamentare
Superficie:
238.391 km2
Popolazione:
Densità:
Distribuzione:
22.430.457 abitanti
92 ab/km2
52,7% popolazione urbana – 47,3% popolazione rurale
Capitale:
Bucarest
Lingua:
Romeno
Moneta:
Leu (1 Euro uguale a 38.378 Lei).
Tasso di disoccupazione:
7,4%
PIL (al 2003):
50,3 Miliardi di Euro
PIL pro-capite:
2.160 euro annui (€ 160 mensili circa)
Tasso di crescita:
+4,9%
Inflazione:
9,3%
Debito/PIL:
21,8%
Deficit/PIL:
-1,6%
Indebitamento netto:
-2,4% sul PIL
Produzione industriale:
+8,4%
IDE cumulati (in entrata): 1.106 milioni di dollari (2002)
IDE cumulati (in uscita): 16 milioni di dollari (2002)
Debito estero:
21,4 miliardi di dollari
Esportazioni:
18.970 milioni di dollari (8,3%)
Importazioni:
22.911 milioni di dollari (8,0%)
Relazioni internazionali:
WTO, FMI, NATO, WORLD BANK, BERS
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1.2 - Profilo Politico-Istituzionale
Con il collasso del blocco sovietico avvenuto tra il 1989 ed il 1991, il regime
dittatoriale decennale di Nicolae Ceausescu ebbe fine.
Si assistette ad una profonda opera di riforma politica che condusse ad una nuova
forma di Stato: la Repubblica Parlamentare.
La prima Costituzione approvata tramite referendum popolare nel Dicembre del 1991
e modificata tramite la riforma del 2003, proclama la Romania una Repubblica
Democratica e sociale che fonda la sua sovranità sul popolo.
La costituzione prevede un Presidente, un Parlamento bicamerale, la Corte
Costituzionale ed un sistema separato di corti inferiori che includono la Corte
Suprema.
Il Presidente, capo del potere esecutivo, è eletto a suffragio universale ogni 5 anni per
un massimo di due mandati consecutivi e nomina il primo ministro, il quale compone
e presiede il Consiglio dei ministri. Il Presidente rappresenta lo Stato, vigila
sull’attività dell’autorità pubblica ed è il comandante supremo delle forze armate.
Il Parlamento è composto da due camere, il Senato (140 membri) e la Camera dei
Deputati (346 membri), eletti a suffragio universale per quattro anni su base
proporzionale.
L’assetto istituzionale della Romania vuole, accanto ad un governo unitario centrale,
la presenza di 41 judeţe (contee) e la capitale Bucarest.
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Figura 1 - Cartina Romania (Regioni)
Dal 1998 la Romania si è dotata di 8 unità amministrative definite "macro-regioni
programmatiche", associazioni spontanee di enti locali che, pur non comportando la
creazione di nuove strutture amministrative e lasciando inalterata la rete di autonomie
locali esistente, consentono di perseguire in modo più efficace obiettivi e politiche di
sviluppo regionale.
Tale divisione territoriale permette anche di ottenere un quadro generale dello
sviluppo economico e delle produzioni settoriali dei vari centri industriali del Paese
divisi per contee.
Queste sono le specializzazioni produttive delle otto macro-regioni:
Regione Nord-Est
Bacau: industria dei combustibili, del legname, ingegneristica, chimica e
agroalimentare.
Botosani: industria del tessile/abbigliamento, agroalimentare, ingegneristica.
Iasi: metallurgia, industria ingegneristica e macchinari, chimica, agroalimentare,
tessile/abbigliamento.
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Neamt: industria metallurgica, del legname, carta e cellulosa, chimica, industria
leggera.
Suceava: industria del legname, carta e cellulosa, agroalimentare.
Vaslui: industria ingegneristica, materiali da costruzione, legname,
tessile/abbigliamento, agroalimentare e chimica.
Regione Sud-Est
Braila: costruzioni navali, chimica, industria della carta e della cellulosa,
abbigliamento.
Buzau: industria metallurgica, chimica, tessile, macchinari e materiali ferroviari.
Costanta: costruzioni navali, industria chimica, tessile.
Galati: metallurgia ferrosa, industria ingegneristica, tessile.
Tulcea: costruzioni navali, industria tessile.
Vrancea: industria del legname, tessile/abbigliamento.
Regione Sud
Arges: industria dei combustibili, chimica e tessile.
Calarasi: industria della carta, carbone e acciaio.
Dambovita: metallurgia ferrosa, industria ingegneristica, chimica, abbigliamento.
Giurgiu: tessile, abbigliamento, agroalimentare, chimica, macchinari per l'industria
estrattiva.
Ialomita: industria della carta e della cellulosa, abbigliamento, fertilizzanti chimici,
costruzioni, costruzioni navali.
Prahova: industria dei combustibili, ingegneristica, chimica e petrolchimica, carta e
cellulosa.
Teleorman: industria ingegneristica e chimica.
Regione Sud-Ovest
Dolij: industria ingegneristica, materiali da costruzione, agroalimentare.
Gorj: industria estrattiva, riparazione macchinari minerari.
Mehedinti: industria della carta e della cellulosa, costruzioni navali, chimica.
Olt: metallurgia non ferrosa, pellami e pellicce, calzature.
Valcea: industria calzaturiera, chimica, legnami, pellami e pellicce, calzature.
Regione Ovest
Arad: industria della lavorazione dei metalli, ingegneristica, chimica, materiali da
costruzione, legname, agroalimenatre, industria leggera.
Caras Severin: metallurgia ferrosa, pellami e pellicce, industria calzaturiera.
Hunedoara: industria ferrosa, combustibili, minerali non ferrosi.
Timis: industria ingegneristica, chimica, industria del vetro, porcellana, ceramica,
industria tessile.
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Regione Nord-Ovest
Bihor: metallurgia non ferrosa, pellami e pellicce, calzature e abbigliamento.
Bistrita-Nasaud: industria del legname, carta e cellulosa.
Cluj: metallurgia ferrosa, ingegneristica, legname.
Maramures: metallurgia non ferrosa, legname.
Satu-Mare: industria ingegneristica, legname, industria del vetro, porcellana,
ceramiche.
Salaj: industria ingegneristica, metallurgica, chimica, materiali da costruzione,
industria leggera.
Centro
Alba: industria ingegneristica, agroalimentare, estrattiva, tessile, chimica.
Brasov: metallurgia non ferrosa, ingegneristica, carta e cellulosa, chimica, tessile,
legname, industria leggera.
Covasna: industria ingegneristica, agroalimentare, tessile.
Harghita: industria ingegneristica, estrattiva, legname, agroalimentare, tessile e
maglieria.
Mures: industria energetica, ingegneristica, chimica, estrattiva, industria del vetro,
porcellana e ceramica.
Sibiu: metallurgia non ferrosa, ingegneristica, industria del vetro, porcellana e
ceramica, agroalimentare.
Regione di Bucarest - Ilfov
Bucarest: attività industriali molto diversificate, prevale l'ingegneristica e
l'informatica.
Ilfov: apparecchiature radio-televisive e di comunicazione, stampa, tessile,
agroalimentare, carta e cellulosa.
1.3 - Profilo sociale
La Struttura etnica della Romania è costituita per l’ 89,4% da romeni mentre il 10,6%
da minoranze etniche ungheresi (1624959 pari al 7,1 %), roma (401087 pari al 1,7%),
tedesche (119562 pari allo 0,5%), ucraine (65.764 pari allo 0,3%), ed ebree (8.955
pari allo 0,04%).
La Costituzione sancisce la libertà di culto religioso. Sono 19.802.385 gli ortodossi
(86,8%); 1.161.942 i cattolici (5%); 802.454 i riformati (3,5%); 223.327 gli uniati
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(1%); 220.824 i pentecostali (1%); 109.462 i battisti (0,5%); 77.546 gli avventisti
(0,3%); 76.708 gli unitariani (0,3 %) e 55.928 i musulmani (0,2%).
La Lingua ufficiale è il romeno, d’origine latina. La lingua romena utilizza l’alfabeto
latino di 31 lettere. Le minoranze etniche possono utilizzare, secondo la legge, le
lingue madri nella scuola, nell’amministrazione, nel sistema giudiziario. L’inglese, il
francese, il tedesco ed anche l’italiano sono le lingue straniere più utilizzate.
1.4 - Crollo del comunismo ed avvicinamento all’UE
Con il crollo dei regimi comunisti avvenuto tra il 1989 e il 1991 la Comunità Europea
diede inizio ad una politica di supporto alle condizioni socio-economiche dei paesi
dell’Europa centrale ed orientale (PECO), che presentavano enormi carenze in tutti i
campi: dalle condizioni politiche a quelle commerciali, dalle infrastrutture
all’industria, dai servizi fino al settore agricolo.
Era necessario un impegno considerevole per: sviluppare le reti di trasporto nazionali
e per integrarle alle reti transeuropee (TENs); in campo ambientale, bisognava
cominciare il processo di risoluzione dei problemi dell'inquinamento delle acque,
della gestione dei rifiuti e dell'inquinamento atmosferico; in materia di occupazione,
invece, era necessaria una serie di interventi volti a migliorare uno scenario
lavorativo nel quale la produttività del lavoro era inferiore alla media europea, le
percentuali di occupati nel settore industriale e agricolo erano elevatissime, mentre il
settore dei servizi rimaneva poco sviluppato al di fuori dei grandi centri urbani.
La collaborazione con la CE rappresentava così una garanzia di supporto ai
mutamenti che si sarebbero manifestati in queste nazioni. Il ruolo dell’Europa doveva
essere quello di sostenere le istituzioni per dare inizio alla non facile trasformazione
politica che garantisse la tanta agognata forma di governo democratica e il
cambiamento economico da un sistema centralizzato ad un sistema di mercato.
La ricchezza media dei PECO espressa in Prodotto interno lordo (PIL) è ancora molto
lontana da quella degli attuali Stati membri. Mentre la superficie territoriale e la
popolazione dell'Unione aumenteranno di un terzo, il PIL globale subirà la crescita
soltanto del 5%. Dei 105 milioni di abitanti di questi paesi, oltre 98 milioni vivono
infatti in regioni il cui PIL pro capite è abbondantemente inferiore alla soglia limite
del 75% della media comunitaria dell'Unione allargata.
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Figura 2 - I Paesi Candidati
________________________________________________________________________________________________
I negoziati si sono conclusi nell'aprile 2002 per quanto riguarda Cipro e la Repubblica Ceca e nel giugno 2002 per
quanto riguarda l'Estonia, la Lettonia e la Lituania. A fine luglio 2002, anche Malta, la Slovacchia, la Slovenia e
l'Ungheria sono giunte ad un accordo con la Commissione. La Polonia è l'ultimo paese candidato ad aver concluso,
all'inizio dell'ottobre del 2002, i negoziati. Dal Giugno 2004 tutti e dieci i paesi sono a pieno titolo membri dell’Unione
Europea.
L'adesione dei paesi candidati rappresenta, dunque, una sfida importante per la
politica di coesione economica e sociale dell'Unione europea. L'allargamento ha
creato infatti un nuovo gruppo di nazioni all'interno della Comunità, con reddito
inferiore al 40% della media europea. In virtù dei principi di solidarietà sanciti dai
trattati, le politiche strutturali europee dovranno concentrarsi sulle regioni in ritardo di
sviluppo di questi paesi, cioè sulla quasi totalità dei territori in questione. Non
dimenticando che, nonostante gli interventi dei Fondi Strutturali e delle politiche di
supporto regionale, non sono del tutto scomparse le disparità economiche anche
all'interno dei Quindici, e che dunque ulteriori finanziamenti dovranno essere
nuovamente destinati alle regioni poco sviluppate della “vecchia Europa”.
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L'attuazione di una politica di sviluppo regionale costituisce un compito nuovo per le
istituzioni dei paesi candidati. La gestione dei Fondi strutturali, cui presto avranno
diritto, implica adeguamenti profondi del funzionamento e delle competenze a tutti i
livelli amministrativi al fine di conformarsi al quadro giuridico regolamentare che
funge da base per gli interventi strutturali.
E’ per far fronte a queste difficoltà che l’UE mise a punto una strategia di
preadesione che fissava priorità specifiche basate essenzialmente sul recepimento
dell'acquis comunitario da parte dei paesi candidati. Il recepimento doveva avvenire
per tappe, seguendo il ritmo dell'apertura e della conclusione dei negoziati bilaterali
tra la Commissione e il paese candidato sui 31 capitoli di competenza dell'Unione
europea.
La strategia di preadesione racchiude le politiche per il potenziamento della capacità
istituzionale e amministrativa di questi paesi al fine di recepire ed applicare l'acquis,
nonché il rispetto delle normative comunitarie da parte delle loro imprese. I progressi
compiuti dai paesi candidati nel recepimento dell'acquis sono descritti in relazioni
periodiche presentate al Consiglio.
Il ravvicinamento delle legislazioni non basta: è necessario anche rafforzare le
istituzioni responsabili dell'attuazione e dell'applicazione dell'acquis comunitario.
Uno strumento essenziale del rafforzamento delle istituzioni è il gemellaggio che
comporta in particolare l'invio di esperti dell'Unione nei paesi candidati. Questo
processo è iniziato con il distacco di "consiglieri di preadesione", che possono essere
funzionari degli Stati membri o esperti indipendenti. Grazie alla loro esperienza
formano i loro omologhi dei paesi candidati all'adozione, all'attuazione e al
rafforzamento dei settori chiave dell'acquis.
Per rispondere alle esigenze della strategia di preadesione per i PECO, la
Commissione ha messo a punto i partenariati per l'adesione che sono delle strategie
di cooperazione volte a supportare l’attività di avvicinamento dei nuovi paesi alle
logiche tipiche del sistema comunitario, stabilendo il quadro programmatico degli
aiuti di preadesione.
Scopo del partenariato per l'adesione (adottato nel marzo 1998 e modificato nel
dicembre 1999, nel gennaio 2002 e nel maggio 2003) è inserire in un quadro giuridico
i settori di lavoro prioritari definiti nel tracciato e nella relazione periodica 2002 della
Commissione riguardo ai progressi ottenuti sulla via dell'adesione, gli strumenti
finanziari disponibili per consentire ai paesi di realizzare le priorità e le condizioni cui
sarà soggetta l'assistenza. Il partenariato costituisce il supporto di una serie di
strumenti destinati ad assistere i paesi candidati nei preparativi per l'adesione e
rappresenta lo strumento essenziale della strategia che riunisce tutte le forme di
assistenza ai paesi candidati in un quadro unico per l'attuazione di programmi
nazionali intesi a preparare i paesi al loro statuto di membro dell'Unione Europea.
Mediante la programmazione pluriennale si fissano priorità a breve e medio termine
per ciascun paese candidato (in particolare in materia di democrazia, stabilizzazione
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macroeconomica, sicurezza nucleare e recepimento dell'acquis) e si indicano i mezzi
disponibili per la preparazione degli Stati candidati all'adesione.
Gli accordi europei hanno costituito lo strumento giuridico di preadesione
preferenziale perché definiscono dettagliatamente le relazioni fra l'Unione e i paesi
candidati. Essi riguardano la cooperazione commerciale, le relazioni politiche e vari
altri campi di collaborazione miranti alla progressiva introduzione del libero scambio
tra l'Unione e i paesi candidati. Tali accordi consentono di monitorare i progressi dei
paesi candidati sulla via dell'adozione e dell'attuazione dell'acquis comunitario e sul
rispetto delle priorità dei partenariati.
L’UE ha inoltre concesso agli Stati membri candidati di partecipare ai programmi
comunitari. Tali programmi, che riguardano la maggior parte delle politiche
comunitarie (istruzione, formazione, ambiente, trasporti, ricerca), costituiscono
un'utile preparazione all'adesione in quanto consentono ai paesi associati ed ai loro
cittadini di familiarizzare con le politiche e i metodi di lavoro dell'Unione.
L'allargamento è una grande opportunità politica ed economica per un'Unione che
comprenderebbe quasi 30 Stati membri. Se si prende in considerazione l'impatto
economico globale dell'allargamento, la prima conseguenza evidente sarà l'espansione
del mercato unico, che passerà da 370 a circa 500 milioni di consumatori e il
rafforzamento della posizione dell'Unione sulla scena politica internazionale e sui
mercati mondiali.
Tuttavia senza un’adeguata strategia di supporto all’adesione tramite i fondi di
preadesione, l’accrescimento dell’eterogeneità dei territori dell'Unione avrebbe potuto
comportare problemi molto più rilevanti di coesione economico-sociale visto il
considerevole ritardo di sviluppo delle regioni dei paesi PECO rispetto ai quindici
Stati membri . Così per ottenere delle buone performances i paesi candidati hanno
necessitato di tempo sufficiente per adattarsi alle modalità di funzionamento delle
azioni strutturali e di supporto tecnico da parte dei paesi membri.
Nel 1989, così, la CE varò il primo fondo di preadesione, il programma PHARE, un
vero e proprio intervento di natura finanziaria a sostegno anticipato dei dieci paesi
dell’Europa centro-orientale. Gli obiettivi erano di duplice natura: rafforzare le
istituzioni, le amministrazioni e gli enti pubblici per garantire la corretta applicazione
del diritto comunitario e sostenere nuovi investimenti nei settori che più lo
richiedevano come le infrastrutture, il sistema imprenditoriale e i servizi sociali. Il
lavoro del programma si basava sul
consolidamento dell’efficienza delle
amministrazioni e delle istituzioni, per garantire la corretta applicazione del diritto
comunitario e sul sostenimento di nuovi e più cospicui investimenti nel settore delle
infrastrutture, delle imprese e dei servizi sociali. Il programma PHARE prevede una
serie di finanziamenti diversificati che dopo l'adesione verranno assicurati dai Fondi
strutturali.
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Le modalità di intervento del programma si esplicano essenzialmente in due diverse
aree d’azione: supporto alle istituzioni tramite il trasferimento di know-how e di
investimenti finanziari.
All’interno della prima area le nazioni della “vecchia Europa” supportano i paesi
candidati nello sviluppo e nella creazione di strutture, di strategie, di formazione di
risorse umane capaci di rafforzare il sistema economico, sociale ed amministrativo.
Questo tipo di assistenza, che impegna circa il 30% delle risorse del programma
PHARE, mira nello specifico ad accelerare e sostenere il processo di assorbimento
dell’acquis comunitario da parte dei candidati, garantendo l’applicazione dei principi
politici (istituzione e stabilizzazione del sistema democratico, stato di diritto,
protezione dei diritti umani e delle minoranze) sanciti nel trattato di Copenaghen.
Gli strumenti più utilizzati per il conseguimento di questi risultati sono i programmi
Twinning, tramite i quali si assistono i paesi su progetti settoriali specifici. Essi sono
stati creati per raggiungere risultati apprezzabili in quelle aree d’intervento definite
prioritarie in sede di accordi di preadesione.
I programmi Twinning consentono non solo di supportare i nuovi stati membri nel
recepimento delle modalità comunitarie, ma consentono di costituire stabili e durature
relazioni tra stati nuovi e vecchi.
Ulteriori trasferimenti di know-how si effettuano con il sistema dei sostegni transitori,
i quali continuano l’operato di supporto nelle aree precedentemente indicate, già
realizzato dagli strumenti finanziari di preadesione.
Il supporto alle istituzioni tramite il trasferimento di investimenti reali mira a sostenere
i paesi candidati nell’allinearsi alle norme e ai rigidi standards europei.
Circa il 35% delle risorse assegnate al PHARE sono impiegate per l’ottenimento di
questi risultati, con particolare riferimento agli investimenti in campo infrastrutturale.
Inoltre dal 1999, in attesa dell’intervento diretto del Fondo di Coesione e dei Fondi
Strutturali, la Commissione Europea all’interno di "Agenda 2000” ha formulato una
serie di proposte per rafforzare le strategie dei paesi candidati PECO. Sono stati
costituiti due ulteriori strumenti di sussidio per i paesi PECO candidati: il Programma
speciale di adesione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (SAPARD) e lo Strumento
Strutturale di Preadesione (ISPA).
Il primo, costituito dal Consiglio Europeo tramite il regolamento n° 1268/99 su
proposta della Commissione Europea, ha lo scopo di preparare i paesi candidati ad
adeguarsi alla politica agricola comune dell'Unione (PAC), e prevede un'ampia
gamma di interventi per l'ammodernamento produttivo del settore agricolo, quali il
miglioramento della qualità dei prodotti alimentari, la tutela dei consumatori, lo
sviluppo rurale, la protezione dell'ambiente e l'assistenza tecnica.
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L’ISPA, costituito dal Consiglio Europeo tramite il regolamento n° 1267/99 su
proposta della Commissione Europea, invece, finanzia la realizzazione di grandi
progetti nel campo dei trasporti, delle infrastrutture e della tutela dell'ambiente.
Entrambi gli strumenti, avendo degli obiettivi abbastanza settoriali, hanno consentito
al programma PHARE di focalizzare l’attenzione sul processo di coesione
economico-sociale globale.
1.5 - Il processo d’adesione della Romania
La Romania ha presentato domanda d’adesione all’UE il 22 Giugno del 1995
accompagnandola con un documento programmatico di “Strategia Nazionale di
preparazione” e con una Dichiarazione sottoscritta dalle maggiori cariche politiche del
paese.
La dichiarazione contiene la chiara volontà politica e sociale di intraprendere e
continuare un percorso di riforme, quali il rafforzamento del regime democratico,
dello stato di diritto, dell’economia di mercato, del rispetto dei diritti dell’uomo,
consono ai principi dell’Unione Europea.
La candidatura della Romania venne analizzata insieme a quelle degli altri nove paesi
associati e l’adesione venne subordinata al soddisfacimento di una serie di obblighi
che l’UE fissò al Consiglio di Copenaghen del 1993.
In particolare il paese candidato deve:
• Raggiungere un livello di stabilità politica e sociale tale da potere garantire il
rispetto della democrazia, dello stato di diritto, dei diritti dell’uomo e delle
minoranze;
• Stabilizzare l’economia di mercato in modo da potersi introdurre all’interno
del mercato internazionale in maniera concorrenziale;
• Adempiere agli obblighi di adesione in vista della futura unione politica,
economica e monetaria.
• Recepire correttamente l’acquis comunitario.
L’integrazione europea della Romania fu vista dalle istituzioni come un fattore di
primaria importanza politica ed un obiettivo fondamentale per la crescita democratica
del paese. Naturalmente il cammino verso l’adesione necessitava di uno sforzo molto
rilevante nell’adempimento dei vari obblighi evidenziati dal Trattato di Copenaghen.
Come tutti i paesi candidati all’adesione la Romania ha stipulato il partenariato per
l'adesione con le istituzioni comunitarie. Il fine fondamentale del partenariato è
costituire un quadro giuridico programmatico nel quale vengono evidenziati i settori
prioritari che necessitano d’intervento e che vengono via via definiti dalla
Commissione durante le relazioni periodiche sui progressi ottenuti verso l'adesione.
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Comprende gli strumenti finanziari disponibili per realizzare tali priorità e le
condizioni cui sarà soggetta l'assistenza. Il partenariato costituisce il supporto di una
serie di strumenti volti ad assistere il paese nei preparativi per l'adesione.
Tale strumento è composto dal programma nazionale per l'adozione dell'acquis
comunitario, dalla valutazione congiunta delle priorità a medio termine della politica
economica, dal patto contro la criminalità organizzata, dal piano di sviluppo nazionale
nonché da altri programmi settoriali necessari allo sfruttamento dei fondi di
preadesione e dei Fondi Strutturali ad adesione avvenuta.
All’interno del partenariato sono state individuate e suddivise in due gruppi le priorità
d’intervento: a breve e a medio termine. Le questioni prioritarie del primo gruppo
sono quelle che la Romania era in grado di risolvere o far progredire nel corso del
2000. La realizzazione di quelle del secondo gruppo dovrebbe essere ultimata entro la
fine del 2003.
La Commissione Europea, organo responsabile di dare il parere, valuta i progressi
compiuti dalla Romania tramite informazioni fornite sia dal paese stesso che da varie
organizzazioni internazionali, ed imposta il parere in un’ottica di medio termine di
circa cinque anni non fissando date precise per l’adesione vera e propria. In questa
maniera l’esecutivo comunitario si riserva la possibilità di fornire parere contrario nel
caso in cui il paese non abbia raggiunto i livelli di progresso prestabiliti.
E’ dunque costantemente monitorato da parte della Commissione il rispetto dei criteri
d’adesione sanciti con il consiglio di Copenaghen. Riguardo a quelli politici, la
stabilità delle istituzioni democratiche romene appare migliorata notevolmente grazie
alla riforma costituzionale che ha introdotto una migliore funzionalità e una più
definita separazione tra il potere legislativo, giudiziario ed esecutivo. Il rispetto dei
diritti fondamentali, delle minoranze e dei minori invece necessita di un maggiore
impegno da parte delle autorità governative.
Per quanto riguarda i criteri economici i progressi verso l’introduzione di
un’economia di mercato sono stati notevoli. Nonostante ciò notevoli sono ancora le
lacune da colmare in ambito di politiche economiche, di diritti di proprietà dei terreni
e di distorsioni macro-economiche. In definitiva la Romania non è ancora in grado di
potere concorrere competitivamente a livello internazionale, dovendo ancora
concentrare i suoi sforzi accelerando il completamento delle privatizzazioni del
rimodernamento produttivo e delle riforme strutturali.
Sono invece state rispettate ampiamente o totalmente le priorità riguardanti la libera
circolazione delle merci, la libera prestazione di servizi, la libera circolazione dei
capitali, il diritto societario, la politica industriale, le telecomunicazioni e le
tecnologie dell'informazione, la cultura e la politica audiovisiva, l'ambiente e l'unione
doganale. Le restanti priorità sono state rispettate parzialmente. La Romania deve così
proseguire gli sforzi al fine di recepire, attuare ed applicare l'acquis. Deve inoltre
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proseguire la riforma dell'amministrazione pubblica e giudiziaria al fine di dotarsi
delle capacità necessarie.
In tutti gli sforzi per il recepimento ed il rispetto dei dettami definiti dall’UE la
Romania ha potuto contare su grandi finanziamenti provenienti dai tre fondi di
preadesione, PHARE, SAPARD e ISPA, dei quali cui oggi è la maggiore beneficiaria
dopo la Polonia.
Queste sono le specifiche dei finanziamenti provenienti dai singoli fondi destinati alla
Romania:
PHARE:
La Romania ha potuto usufruire nel decennio 1990-2000 di uno stanziamento di più di
1500 milioni di euro proveniente dal programma PHARE, utilizzato per le finalità
competenti per tale fondo di preadesione.
Nel periodo che va invece dal 2000 fino al 2006, la Romania riceverà un contributo
annuo di circa 260 milioni di euro, più i complementi finanziari destinati alla
cooperazione transfrontaliera con la Bulgaria e l'Ungheria e per il potenziamento delle
capacità istituzionali. Tali finanziamenti dovrebbero essere d’aiuto nella fase finale
dei sostegni di preadesione prima dell’ingresso vero e proprio della Romania
all’interno dell’UE.
SAPARD:
Per quanto riguarda il SAPARD, la Romania per il periodo 2000-2006 potrà giovarsi
di un programma di assistenza comunitaria di circa 1 miliardo di euro (a cui si
aggiunge il contributo dello Stato del 25%) grazie al quale riceve annualmente fondi
per un importo pari a circa 150 milioni di euro. La prima tappa per l’utilizzo dei fondi
provenienti dai finanziamenti del Programma SAPARD comprendeva due misure di
investimenti: miglioramento della lavorazione e del marketing dei prodotti agricoli;
sviluppo
e
miglioramento
delle
infrastrutture
rurali.
All’inizio del dicembre 2003 la Commissione Europea ha accreditato altre quattro
misure, per rendere il programma più completo ed efficiente: 1- investimenti nelle
aziende agricole; 2- sviluppo e diversificazione delle attività economiche per generare
attività multiple e redditi alternativi; 3- miglioramento della formazione professionale;
4- assistenza tecnica.
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ISPA:
Nel periodo di tempo 2000-2006 verranno elargiti in favore della Romania
finanziamenti annui per un importo compreso fra 208 e 270 milioni di euro nel quadro
dello strumento ISPA. La variabilità della somma dipende dalla efficacia e dalla
efficienza dimostrata dalle istituzioni nell’utilizzo dei fondi.
PHARE
SAPARD
ISPA
23%
40%
37%
Grafico 1 – Suddivisione dei fondi di preadesione sul totale dei finanziamenti UE destinati alla Romania
1.6 - Profilo economico
Dopo il collasso del Blocco sovietico, la Romania rimase con una base industriale
obsoleta ed un paniere di capacità industriali totalmente inadatto ai suoi bisogni.
Dovette così cominciare una grandiosa opera di riconversione della struttura
economica e produttiva. Nel febbraio1997, la Romania si imbarcò in un programma
comprensivo di stabilizzazione macroeconomica e riforme strutturali di grande
portata, che in realtà si dimostrò un tentativo di cambiamento poco efficace ed a
singhiozzo.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
16
I programmi di ristrutturazione includevano la liquidazione di grandi industrie ad alto
consumo elettrico e maggiori riforme nel settore dell’agricoltura e della finanza. I
risultati sperati non arrivarono infatti nel 1999 l'economia della Romania si contrasse
per il terzo anno consecutivo all’incirca del 4,8%. Il governo romeno raggiunse così
in agosto un accordo con il Fondo Monetario Internazionale per un prestito di 547
milioni di dollari, ma il rilascio della seconda rata fu rinviato in ottobre a causa dei
requisiti non raggiunti sul prestito per il settore privato e sui cambiamenti nelle spese
budgetarie. Bucarest ha evitato di dichiararsi insolvente per gli interessi di metà anno,
ma ha dovuto usare le riserve monetarie per farlo, riserve che sono arrivate
approssimativamente a 1,5 miliardi di dollari alla fine dell'anno 1999.
Nel programma di ripresa economica e ristrutturazione del sistema le priorità indicate
dal governo sono state quelle di ottenere un rinnovo del prestito del FMI, di
concentrarsi sulla politica fiscale, di accelerare la privatizzazione e di dare inizio
all’innovazione del sistema imprenditoriale. Ed i primi risultati non sono tardati ad
arrivare. Infatti nel biennio 2002-2003 si sono registrati buoni risultati economici e la
crescita economica stimata per il 2004 è del 5,5%. Il salario netto medio mensile nel
Novembre 2004 era di 5 037 861 Lei, cioè circa 120 Euro, con una crescita del 2,1%
in un solo mese. Questo mostra che il tasso d’aumento dei salari supera quello
d’inflazione, che è di circa 1,2% per mese, con buoni effetti sul potere d’acquisto
delle retribuzioni dei lavoratori.
Meuro
Il passaggio all'economia di mercato ha significato per la Romania, come per gli altri
stati in transizione, una profonda ristrutturazione della propria struttura economica. Il
contributo al PIL nazionale da parte del settore industriale è dunque andato via via
riducendosi, passando dal 57% al 36,6% registrato nel 2001. Resta comunque da
completare la ristrutturazione e la privatizzazione di quelle imprese pubbliche
d’eredità comunista, del settore dell'ingegneria pesante, metallurgico e chimico, che
incidono fortemente sul bilancio statale. Il predominio appartiene ora al settore dei
servizi, che contribuiscono al PIL con circa il 50%.
54
52
50
48
46
44
42
2001
2002
2003
Crescita del PIL
2004
Grafico 2 – Livelli di crescita del PIL (i dati relativi al 2004 sono previsionali)
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
17
Il settore industriale ha visto negli ultimi anni emergere comparti quali il
tessile/abbigliamento, l'agroalimentare, la produzione di macchinari e ha fatto
registrare buoni ritmi di crescita. In particolare, il manifatturiero ha visto nei primi
dieci mesi del 2002 un'espansione del 7,2% circa su base annua (grazie soprattutto
all'export), mentre altre attività quali la produzione di energia elettrica, termica, gas
naturale, subiscono da qualche tempo una contrazione.
E' certo comunque che la ripresa industriale è ormai guidata da quei settori nei quali
eccellono le produzioni delle PMI, che costituiscono il tessuto imprenditoriale più
competitivo della Romania: in primo luogo beni di consumo quali alimentari e
bevande, tessile, pellami e calzature, macchinari e apparecchiature elettriche.
Il settore delle costruzioni ha subito nell'ultimo decennio un fortissimo declino, ma
secondo gli osservatori, presenta attualmente promettenti possibilità, grazie sia al
lungo periodo di stallo sia alla possibilità di finanziamenti internazionali per le
infrastrutture. L'edilizia scolastica, residenziale e sanitaria, rappresentano un altro
spettro di opportunità insieme alle attrezzature turistiche, settore che ha già attratto
l'interesse
degli
investitori
esteri.
L'attività mineraria e la lavorazione dei metalli rappresentano un'attività tradizionale
per il Paese, in particolare miniere di rame e piombo sono localizzate nelle regioni di
Caras Severin, Harghita e Maramures. Il Paese dispone inoltre di riserve di minerale
di ferro, bauxite, zinco, oro e uranio. Il settore risente però della mancanza di
investimenti e manutenzione.
L'agricoltura è ormai quasi totalmente privatizzata (circa il 75% dei terreni
coltivabili è in mano privata). Il settore è in crescita, malgrado oggettive difficoltà
dovute alle limitate possibilità d'investimento da parte dei coltivatori e alla eccessiva
parcellizzazione dei terreni, fattori che finiscono per rendere il settore
sottocapitalizzato ed estremamente vulnerabile alle avverse condizioni esterne. A
dispetto di queste difficoltà, la produzione agricola negli ultimi anni ha fatto registrare
buoni ritmi di crescita.
Per quanto riguarda invece i servizi, è stato soprattutto il commercio ad aver trainato
il forte incremento degli ultimi anni e, a dispetto di un livello di vita mediamente
ancora molto basso, si sono affacciati sul mercato romeno anche grandi operatori del
settore delle vendite, dalla francese Carrefour, alla britannica Tesco, ai tedeschi della
Metro.
Il turismo rappresenta un'altra opportunità, per le notevoli risorse di carattere storicoartistico e naturalistico che il paese offre (Mar Nero, Carpazi, delta del Danubio, ma
anche numerosi siti termali e località adatte all'agriturismo). Anche in questo caso
tuttavia, le attrezzature restano inadeguate e fortemente bisognose di investimenti che
ne innalzino la qualità, per attirare sia la clientela interna (si calcola che meno di un
terzo dei romeni scelga di passare le vacanze nel paese) sia ovviamente i turisti
stranieri.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
18
Settori Produttivi
1998
1999
2000
2001
2002
Primario
Secondario
Terziario
16,0%
34,7%
49,3%
14,9%
33,3%
51,8%
12,4%
36,0%
51,7%
14,7%
36,6%
48,7%
13,0%
37,6%
49,4%
Tab. 1 - Percentuali di addetti per settore
La Romania è stata la prima nazione dell’Europa dell’Est ad intrattenere rapporti di
natura economico-commerciale con i paesi appartenenti alla Comunità Europea. Nel
1974 si sono manifestati i primi segnali di avvicinamento quando fu siglato un
accordo sulle preferenze generalizzate e nel 1980 con la stipula di un accordo sul
commercio di prodotti industriali. Le relazioni commerciali si sono rivelate nella loro
interezza nel 1991 con l’Accordo sul Commercio e la Cooperazione, siglato con tutti
gli stati appartenenti alla CE. L’Accordo mirava ad un rafforzamento del dialogo
politico tra le parti, ma soprattutto all’espansione di armoniose relazioni economiche e
commerciali tali da sostenere e favorire lo sviluppo della Romania.
Non a caso a tutt’oggi tre dei più importanti paesi fondatori della CE, Italia Francia e
Germania, nell’ordine rappresentano i maggiori partner commerciali romeni.
Destinatari
delle
esportazioni
Romene (sul totale delle
Italia
Germania
Francia
24,1%
15,7%
7,3%
19,5%
14,8%
7,1%
esportazioni)
Importazioni
Romene dall’UE
(sul
totale delle importazioni)
Tab. 2 – Maggiori partner commerciali dell’import e dell’export romeno al 2003
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
19
Settori merceologici
esportazione
di
maggiore
•
•
•
•
Tessile/Abbigliamento 26%
Macchinari
16%
Prodotti metallurgici 12,7%
Calzature
8,4%
di
maggiore
•
•
•
•
Macchinari
Tessile
Trasporti
Prodotti chimici
(Sul totale delle esportazioni)
Settori merceologici
importazione
(Sul totale delle importazioni)
25%
23%
10%
8%
Tab. 3 – Settori merceologici di import-export
La categoria di rischio paese assegnata dalla SACE alla Romania è la quarta su sette,
è stato rimosso il vincolo del plafond, le operazioni con debitori sovrani sono
assicurabili nel rispetto delle condizionalità del FMI, mentre per le controparti
bancarie e le corporate si opera in relazione al merito di credito della controparte.
1.7 - Sistema Fiscale, dogane, dazi
Nel 1990 il sistema fiscale romeno ha subito cambiamenti rilevanti diretti ad allineare
il sistema stesso alle esigenze di un’economia di mercato. Queste trasformazioni
hanno riguardato in particolare l’introduzione dell’IVA e di un nuovo sistema per
valutare l’imposta sul reddito delle persone giuridiche. Attualmente, il sistema fiscale
romeno comprende le seguenti principali imposte, le cui aliquote potrebbero però
essere ampiamente modificate, come annunciato dal nuovo ministro delle finanze:
• imposta sul valore aggiunto: l’imposta è stata introdotta nel luglio del 1993 e
prevede dal 1° febbraio 1998 un’aliquota generale del 22% (precedentemente
era del 18%). Su alcuni beni e prodotti (in particolare, generi alimentari di
prima necessità, fertilizzanti, medicinali, servizi agricoli, etc.) si applica
un’aliquota ridotta pari all’ 11%. E' prevista l'aliquota zero per l'esportazione di
beni e servizi, per gli investimenti finanziati tramite aiuti o prestiti (in
particolare da parte delle organizzazioni internazionali) non rimborsabili e per i
beni e servizi delle missioni diplomatiche.
• tassa sul reddito delle persone fisiche: la tassa è regolata dalla Legge n.
32/1991 e dall’ordinanza di Governo n. 70/1994 per la tassa sul profitto. È
applicata sui salari sia dei rumeni che degli stranieri operanti in questo Paese
(purché abbiano lavorato per un periodo di almeno 183 giorni) e prevede
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
20
aliquote variabili dal 5% (per redditi fino a 11.200 Lei) al 60% (per redditi oltre
1.233.000 Lei);
• tassa sul reddito delle persone giuridiche: sancita dall’ordinanza di Governo n.
40/1994 e dalla Legge n. 73 del luglio 1996, entrata in vigore il 1° gennaio
1997. L’aliquota è unica ed è fissata al 38% del reddito societario, sebbene
siano previste aliquote ad hoc per particolari tipi di attività (sulle società
agricole l’aliquota è del 25%);
• imposta sul consumo: è regolata dalla Legge n. 42/1993 sui diritti d’accisa. Si
applica ai beni considerati di lusso (alcolici, caffè, tabacco, gioielli, automobili,
profumi, cristalli, apparecchiatura elettronica) e prevede aliquote variabili tra il
6 ed il 150%.
Infine, a gennaio del 2000 il governo romeno avrebbe dovuto introdurre una tassa
globale sul reddito, intesa ad allineare il sistema fiscale rumeno con la pratica
internazionale. Una ordinanza governativa che è stata proposta permette di imporre la
tassa globale sul reddito in maniera progressiva su tutte le principali forme di reddito
in denaro, escluse le pensioni ed i redditi derivanti da lavoro agricolo e forestale. Le
aliquote fiscali proposte variano dal 18 al 40%. Tale tassa verrà in particolare
applicata al lavoro freelance e privato, al pagamento degli interessi e dei dividendi,
ma anche ai salari e agli stipendi; non sarà invece applicata ad una gamma di
pagamenti sociali. La nuova tassa persegue infatti lo scopo di regolarizzare la
tassazione dei redditi di qualsiasi fonte e la tassazione delle aree di attività privata che
sono finora sfuggite alle imposizioni fiscali, mentre è ordinata anche al fine di
accelerare il pagamento delle tasse. Tuttavia, a causa della scarsità di capacità
professionali all'interno della pubblica amministrazione rumena, è probabile che
saranno necessari alcuni anni prima che la nuova tassa venga pienamente applicata.
E’ di questi giorni tuttavia la notizia del taglio dell'aliquota per l'imposta sul profitto e
sui redditi che ha rappresentato la prima misura adottata dal nuovo governo di centrodestra della Romania. Approvata nella prima riunione governativa del 29 dicembre
2004, la quota unica del 16% e' entrata in vigore già da gennaio 2005 e rende più
leggero il sistema fiscale romeno finora tra i più gravosi dell’Europa orientale.
In linea di principio, per l’ingresso sul mercato rumeno (considerato sufficientemente
aperto e libero) non sono richiesti requisiti o condizioni particolari. Dal 1992 sono
state praticamente eliminate licenze di importazione e restrizioni, sebbene siano in
vigore normative alquanto rigide in materia sanitaria e di sicurezza mentre
autorizzazioni speciali sono richieste per l’importazione di sostanze tossiche, esplosivi
e armi.
Dal 23 marzo 1993 (Decisione Governativa n. 120) la Romania adotta una tariffa
doganale a 8 cifre molto simile a quella del sistema armonizzato. In linea di massima,
i dazi sulle importazioni oscillano tra lo 0% e il 50% del valore delle merci, sono
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
21
previsti dazi doganali ridotti (oscillanti tra lo 0 ed il 10%) per materie prime e
idrocarburi, mentre tariffe particolarmente elevate si applicano sulle importazioni di
beni considerati di lusso (pellicce, tappeti, attrezzature e materiali fotografici,
biciclette, sigarette etc.). Attualmente, il livello medio dei dazi è dell’11,5% (sui beni
strumentali le aliquote si aggirano variano tra il 10 ed il 15%), ma è probabile che a
breve i livelli vengano modificati. Nel quadro dell’accordo di associazione concluso
con l’Unione Europea è prevista la progressiva eliminazione dei dazi entro un periodo
massimo di 10 anni.
Infine, a marzo del 1999 la Romania ha siglato con la Bulgaria e la Turchia una
dichiarazione per la creazione di una zona di libero scambio. L'accordo dovrebbe
portare alla completa liberalizzazione del commercio dei prodotti industriali tra le
suddette nazioni entro il 1° gennaio 2002. Tale decisione segue alla applicazione di
accordi bilaterali di libero scambio tra la Romania e la Turchia, entrati in vigore nel
febbraio 1998, e tra la Turchia e la Bulgaria, entrati in vigore all'inizio del 1999. Le
tre nazioni stanno anche promovendo una cooperazione trilaterale per incrementare il
turismo nella regione. L'accordo dovrebbe portare ad un aumento del commercio
generalizzato tra le tre nazioni.
Le condizioni di accesso al mercato, invece, sono conformi, a livello doganale e
commerciale, agli obblighi sanciti dai trattati internazionali assunti, mentre a livello
comunitario sono in fase di recepimento.
Le condizioni per l’autorizzazione all’accesso delle piccole e medie imprese nel
mercato romeno sono regolamentate da norme legislative sulle piccole e medie
imprese.
Le leggi di ingresso al mercato sono:
• La Legge n. 133/1999 concernente il sostegno delle imprese private per
la costituzione e lo sviluppo delle piccole e medie imprese.
• L'Ordinanza di Urgenza del Governo 297/2000 riguardante le
modifiche della Legge 133/1999
• La decisione per l'approvazione delle norme metodologiche per
l'applicazione della Legge 133/1999, pubblicate nella Gazzetta
Ufficiale 101/28.02.2000.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
22
Inoltre affinché una società commerciale entri nel campo di attività delle piccole e
medie imprese sono necessarie le condizioni seguenti:
- DEVE ESSERE PRODUTTRICE DI BENI MATERIALI E/O PRESTARE
SERVIZI (art. 3 della Legge 133/1999).
Per essere soddisfatta tale condizione la società ha l'obbligo di svolgere attività di
natura conforme con la Classifica delle attività dell'economia nazionale - CAEN
( art. 1 delle norme metodologiche).
Non entrano sotto tale incidenza le persone fisiche o giuridiche che hanno come
attività principale l'acquisto e la rivendita di prodotti, o l'affitto di beni mobiliari o
immobiliari ( art.2 delle norme metodologiche).
Se la società produce beni che verranno rivenduti, o importa beni allo scopo di
assemblaggio e commercializzazione, la stessa sarà considerata una PMI.
- DEVE AVERE UN NUMERO ANNUO DI REGISTRAZIONE DEL
PERSONALE DA 1 A 249 DIPENDENTI ( art.4, comma 1 della Legge
133/1999).
La prova del numero dei dipendenti si farà dalla Direzione del Lavoro dove svolge
l'attività la rispettiva impresa, in base al numero di registrazione rapportato all'anno
precedente.
Nel caso in cui la PMI è stata costituita nell'anno in corso, la prova verrà rilasciata a
richiesta della persona giuridica in causa, e verrà preso in calcolo il periodo
compreso tra la data della costituzione e quella del rilascio della prova.
La direzione del lavoro rilascerà la prova entro 5 giorni lavorativi dalla data di
deposito della richiesta. (art. 5 comma 3 della Legge 133/1999).
La Legge non fa distinzioni tra i dipendenti assunti con contratto individuale di
lavoro e con convenzione civile di prestazioni e servizi, perciò la forma contrattuale
di assunzione può essere una delle due, con la condizione che sia fatta con
osservanza dei provvedimenti legali in materia.
- LA PMI DEVE AVERE UN GIRO D'AFFARI ANNUO PARI A 8 MILIONI
EURO (art.4, comma 4 della Legge 133/1999).
La prova relativa al livello del giro d'affari viene rilasciata dall'Amministrazione
Finanziaria, sul territorio della quale opera la rispettiva impresa, in base alla decisione
del Governo, ( art.5, comma 4, della Legge 133/1999), ed in base ai dati del bilancio
contabile dell'ultimo anno fiscale chiuso.
In caso di PMI costituite nell'anno in corso verrà preso in calcolo il periodo
compreso tra la data della costituzione e quella del rilascio della detta prova, in base
ad una dichiarazione su propria responsabilità del rappresentante legale della stessa
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
23
( art.5 delle norme metodologiche).
L'Amministrazione Finanziaria rilascia la prova entro 5 giorni lavorativi dalla data
del sollecito (art.4 delle norme metodologiche).
Per dimostrare il fatturato verrà utilizzato il corso di cambio dell'EURO alla BNR
(Banca Nazionale della Romania) del giorno 31 dicembre dell'anno precedente.
Adempiute queste condizioni il sistema economico romeno offre alle PMI una serie
di benefici e di agevolazioni all’ingresso e al loro operato all’interno del mercato.
Queste le agevolazioni più significative fornite:
- LE PMI BENEFICIANO DI UNA PRIMA PARTECIPAZIONE, ESCLUSIVA,
ALLE ASTE DI ACQUISTI PUBBLICI ORGANIZZATE DAGLI ISTITUTI
PUBBLICI, DALLE SOCIETÀ COMMERCIALI E DALLE COMPAGNIE
NAZIONALI CON CAPITALE MAGGIORITARIO STATALE (art.14 della Legge
133/1999).
Per usufruire di tale agevolazione è necessario che le PMI partecipanti alle aste
organizzate per acquisti pubblici di beni materiali, lavori o servizi, abbiano assolto
agli obblighi di pagamento delle imposte, tasse e contributi per le assicurazioni
sociali statali.
- ESONERI DAL PAGAMENTO DELLE TASSE DOGANALI PER IL
TRASFERIMENTO DI ATTREZZATURE, IMPIANTI, EQUIPAGGIAMENTI
INDUSTRIALI, KNOW-HOW, IMPORTATI ALLO SCOPO DI SVILUPPARE
L'ATTIVITÀ PRODUTTIVA IN LOCO.
Tali esoneri vengono concessi dagli uffici doganali in base ad una dichiarazione su
propria responsabilità, sottoscritta dal rappresentante legale dell'impresa,
conformemente all'allegato sulle norme metodologiche (art.14 delle norme
metodologiche).
La dichiarazione, su propria responsabilità, si redige in tre esemplari originali di cui
uno si deposita all'ufficio doganale dove si fa la dichiarazione doganale di
importazione, un esemplare si deposita all'organo fiscale competente ed il terzo si
conserva
nei
documenti
finanziari
contabili
dell’azienda.
I beni esonerati dal pagamento delle tasse doganali sono esonerati anche dal
pagamento della tassa sul valore aggiunto (art. 18 delle norme metodologiche).
Tale provvedimento si applica solo ai beni menzionati nei capitoli 84, 85, 87 della
tariffa doganale d'importazione della Romania.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
24
- LA QUOTA PARTE DEL PROFITTO LORDO REINVESTITO DALLA PMI NON
SARA’ SOGGETTA ALLE IMPOSTE (Art.21 della Lg 133/1999).
La somma massima su quale verrà calcolato l'esenzione è rappresentata dal saldo
creditore al conto di utile e perdita (art 23/ norme metodologiche).
Il profitto lordo reinvestito per il quale si calcola l'esenzione è il profitto realizzato
mensilmente, cumulato dall'inizio dell'anno fino al momento di esecuzione
dell'investimento, senza che tale agevolazione sia ricalcolata per il prossimo periodo
o alla fine dell'anno.
- LE PMI GODRANNO DELLA RIDUZIONE DELL'IMPOSTA SUL PROFITTO IN
PROPORZIONE DEL 20% SE VERRANNO CREATI NUOVI POSTI DI LAVORO,
E SE LE PERSONE SARANNO ASSUNTE CON CONTRATTO INDIVIDUALE DI
LAVORO (art.31 / norme metodologiche).
Una condizione essenziale per godere di tale agevolazione e che le persone assunte
rappresentino almeno il 10% della forza lavoro esistente nell'impresa al momento
dell'assunzione.
Inoltre, la riduzione si applica nel periodo in cui la nuova forza di lavoro assunta
rimane nell'impresa e non si fanno nuovi licenziamenti (art.23, comma 2, lettera a).
Al compimento delle condizioni non si prende in calcolo la cessazione del lavoro a
causa del pensionamento oppure l'interruzione del contratto di lavoro in seguito allo
svolgimento di atti sanzionati per legge.
Il conferimento di qualsiasi di tali agevolazioni non esclude la possibilità che la PMI
goda di un'altra facilitazione relativa all'imposta sull'utile (art.34/ norme
metodologiche).
- LE PMI SONO ESONERATE DAL PAGAMENTO DELLE TASSE DOGANALI
PER L'IMPORTAZIONE SU MATERIE PRIME NECESSARIE ALLA
FABBRICAZIONE DEI PRODOTTI, NEL CASO IN CUI TALI PRODOTTI SONO
LO STESSO ESONERATE DAL PAGAMENTO DELLE TASSE DOGANALI
D'IMPORTAZIONE (art.21 / Legge 133/1999).
Avranno esenzioni sul pagamento delle tasse doganali, ed implicitamente della tassa
sul valore aggiunto, anche i prodotti ed i beni necessari alla fabbricazione dei
prodotti già soggetti all'esenzione.
Gli elenchi che includono le materie prime esonerate dal pagamento delle tasse
doganali sono redatti dai Ministeri competenti.
Inoltre come ulteriore incentivo all’ingresso di nuove PMI nel mercato, la Romania,
in base all’Art. 49 del Codice doganale della Romania (Legge n. 30 del 22 dicembre
1978) ha istituito una serie di aree di libero scambio che favoriscono le
interrelazioni commerciali tra gli attori insediati nei suddetti territori.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
25
Sulla base di tale disposizione e della successiva Legge n. 84 del 1992 con
l’ordinanza governativa n° 331/1993, sono state costituite 7 aree di libero scambio
commerciale (Basarabi, Giurgiu, Constanzta, Arad Curtici, Sulina, Galati e Traila)
La localizzazione sul territorio romeno delle zone franche è la seguente: Z. L. Sulina
(Porto Franco di Sulina localizzato sull’estremità orientale della Foce del Danubio);
Z. L. Constanta Sud con la succursale Z.L. Basarabi (localizzata vicino al porto di
Costanza, all’entrata del canale che unisce il Danubio con il Mar Nero); Z. L. Galati
(porto sul Danubio a 100 Km dalla foce, in prossimità dei confini con Repubblica
Moldava ed Ucraina, con accesso diretto ai mercati CSI); Z. L. Braila (porto sul
Danubio a 30 Km da Galati e a circa 70 Km dal Mar Nero); Z. L. Giurgiu – (uno dei
più importanti porti sul Danubio, a circa 64 km a sud di Bucarest, con apertura ai
rapporti commerciali verso Balcani e Medio Oriente); Z. L. Curtici – Arad (ovest
della Romania, a 30 Km dal confine con l’Ungheria).
Secondo le disposizioni che ne regolano l’esistenza e l’attività, le Zone franche –
gestite dall’Agenzia per le Zone Franche del Ministero dei Trasporti - si
caratterizzano per le seguenti agevolazioni di natura commerciale e finanziaria:
• esenzione doganale per attività di deposito, lavorazione, imballaggio
ed etichettatura;
• esenzione IVA;
• esenzione dall’imposta sui profitti (Corporate Tax).
Le società romene e straniere che desiderano intraprendere un’attività nelle zone libere
devono richiedere il rilascio di una licenza da parte dell’amministrazione delle Zone
franche. La concessione di terreni per investimenti può essere estesa fino a 50 anni, in
funzione della cifra investita, oppure dell’attività specifica svolta dall’investitore.
Sono inoltre presenti varie zone con Parchi Industriali nelle quali si svolgono attività
economiche, di ricerca scientifica, di produzione industriale e servizi, di
valorizzazione della ricerca scientifica e/o sviluppo tecnologico, nelle quali sono
previste agevolazioni specifiche per la valorizzare del potenziale umano e materiale
della zona.
Di recente, inoltre, il Parlamento romeno ha approvato il Disegno di legge finanziaria
2005 che, seguendo le orme della Polonia e nell'intento di attirare gli investitori, ha
operato per un piano di riduzioni fiscali a vantaggio delle imprese, l’aliquota a carico
di queste è così passata dal 25% al 19% con un contestuale aumento delle ritenute sui
dividendi che passano dal 10% al 15%.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
26
Il contesto normativo di agevolazione degli investimenti dall’estero si integra con le
favorevoli condizioni economiche di gestione di un’attività aziendale in loco,
essenzialmente rappresentati dal basso costo del lavoro e dalla disponibilità di
personale specializzato.
1.8 – Mercato del lavoro
Visto il basso costo della manodopera specializzata, la Romania offre grandi vantaggi
per la delocalizzazione produttiva, soprattutto per i settori manifatturieri, nei quali è
più alto il fattore d’incidenza del costo del lavoro sul processo produttivo.
600
447
500
462
493
503
400
300
160
200 119
100
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Grafico 3 – Stipendio mensile lordo medio nei PECO
Il mercato del lavoro romeno è dominato da un’offerta di basso livello che non
richiede particolari professionalità ed è retribuita con bassi salari. Tuttavia il processo
di crescita economica mira ad innalzare il profilo dell’offerta di lavoro andando a
soddisfare giovani qualificati e a drenare il flusso migratorio della forza lavoro
professionalmente qualificata.
Il codice del lavoro, entrato in vigore con la legge n° 53/2003, ha chiarito tutte le
norme in materia lavorativa, ed ha stabilito un contratto di lavoro nazionale che ha
fissato l’entità dello stipendio minimo lordo dal 2003 in poi a 2.500.000 di lei, al di
sotto dei quali i contratti di lavoro non sono considerati validi. La contrattazione
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
27
collettiva avviene soltanto per i settori nei quali esiste un sindacato di categoria
(trasporti, siderurgia) e per i lavoratori che ne sono membri.
Per le aziende con più di 20 dipendenti è obbligatorio stipulare un contratto collettivo
aziendale con i lavoratori, i quali godranno di maggiori tutele rispetto a quanto
disposto nei contratti collettivi nazionali.
Nel caso non esistano accordi collettivi si possono raggiungere accordi individuali,
nel rispetto della legge, che devono essere registrati presso la Camera del Lavoro.
Lo stipendio mensile reale percepito dai lavoratori al netto delle imposte è
considerevolmente differente rispetto al costo aziendale, visto gli oneri sociali a carico
del datore di lavoro:
• fondo per la salute (7% del salario lordo)
• assicurazione sociale (23,33% del salario lordo)
• fondo per la disoccupazione (5% del salario lordo)
• fondo per rischio ed incidenti (3% del salario lordo)
Per quanto concerne la tredicesima e il trattamento di fine rapporto in Romania non
esiste una normativa in materia, anche se spesso viene stabilita sul contratto di lavoro
sulla base di un accordo tra datore di lavoro e dipendente.
1.9 – Mercato immobiliare
Il mercato immobiliare è uno degli argomenti più interessanti per il quale andare ad
investire in Romania. La Costituzione romena indica che i terreni possono essere di
proprietà di persone fisiche o giuridiche esclusivamente di nazionalità romena ( per
persone giuridiche di nazionalità romena si considerano anche quelle società a
capitale straniero che vengono costituite in Romania). Al contrario gli immobili
possono essere acquistati da chiunque.
Con il passaggio dall’economia pianificata all’economia capitalista, il mercato degli
immobili ha subito una notevole crescita soprattutto attorno alle città più importanti
come Bucarest, Timisoara e Costanza, dove la domanda degli investitori esteri si
concentra maggiormente.
Effettuare una stima valida sui prezzi d’acquisto e d’affitto di immobili destinati
all’uso industriale, commerciale o abitativo non è semplice perché differiscono molto
sia relativamente alle destinazioni d’uso che alle zone del paese a cui si è interessati.
Può essere d’aiuto consultare il sito www.statistici.ro/top.immobiliare, per avere
informazioni quotidiane sui cambiamenti dei prezzi di mercato degli immobili.
Gli spazi ad uso industriale sono, comunque, generalmente di grossa ampiezza
(attorno ai 2000 m2) e sono costituiti perlopiù da grandi capannoni da ristrutturare che
costano dai 5 ai 20 dollari per m2 al mese.
Per quanto riguarda gli spazi commerciali è possibile effettuare una stima delle varie
zone commerciali di Bucarest, cosicché risulta che nelle zone più centrali della città
gli spazi ai piani terra dei palazzi vengono affittati a 25/45 dollari mensili a m2 , con
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28
punte fino a 50/55 dollari; nei grandi centri commerciali i prezzi invece variano tra i
40 e gli 80 dollari mensili per m2 . Nelle zone un po’ più defilate dal centro invece i
prezzi scendono a 15/30 dollari mensili.
Riferendosi invece ai prezzi degli immobili destinati alle abitazioni, il settore è in
grossa espansione anche grazie all’intervento dell’Agenzia Nazionale delle abitazioni.
Se la stima per l’acquisto di immobili fissa un range di 250/350 dollari per m2 in
media per l’acquisto di una casa, le difficoltà di stima aumentano notevolmente se ci
si riferisce agli affitti, i quali risentono enormemente della collocazione dei quartieri e
della tipologia d’immobile.
Concentrandosi nuovamente su Bucarest è possibile, tuttavia, stilare una tabella di
prezzi orientativa:
Tipologia immobile
Area
Costo Affitto
Costo Acquisto
2 Stanze
- Mosilor
- Calea Vict./Magheru
- Centrul Civic
75/125
240/400
125/250
9.000/14.000
20.000/35.000
12.000/20.000
3 Stanze
- Mosilor
- Calea Vict./Magheru
- Centrul Civic
350/500
400/600
550/800
25.000/36.000
40.000/57.000
30.000/60.000
4 Stanze
- Mosilor
- Calea Vict./Magheru
- Centrul Civic
400/550
650/800
800/1.200
30.000/40.000
40.000/90.000
35.000/80.000
Tab. 4 – Costi (in dollari) di acquisto e affitto immobili in alcune zone di Bucarest
1.10 – Mercato energetico e delle materie prime
L’ente erogatore dell’energia elettrica, Electrica SA, ha fissato delle tariffe di
fornitura che dipendono da fattori come la tipologia della tensione (bassa, media,
alta), la durata d’utilizzo (estesa, media, breve), l’utilizzo diurno o notturno oppure
nei giorni feriali o festivi. In linea di massima comunque la tariffa personalizzata può
variare tra i 49 e i 52 dollari a kWh, più un’imposizione del 19% di IVA.
I costi del gas per uso industriale si attestano a circa 3.500 Lei per metro cubo
aggiornati trimestralmente secondo l’indice d’inflazione, più un’imposizione del 19%
di IVA.
Per quanto riguarda invece i costi dell’energia termica sono di circa 800.000 Lei per 1
Gigacaloria aggiornati trimestralmente secondo l’indice d’inflazione, più
un’imposizione del 19% di IVA.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
29
Riguardo alle materie prime la Romania dispone di ricche risorse forestali che
consentono rilevanti produzioni di semilavorati e di prodotti finiti del legno. Il settore
estrattivo è fiorente nel campo petrolifero e altre risorse del sottosuolo sono i minerali
ferrosi, la lignite, il salgemma e la bauxite.
Spesso tuttavia le materie prime destinate alla produzione delle imprese delocalizzate
arrivano direttamente dalla madrepatria, potendo avvalersi di agevolazioni doganali
per la loro lavorazione sul posto o per l'esportazione di prodotti finiti nei mercati
europei o nord-americani.
Per riassumere le peculiarità del sistema Romania può essere utile costruire un’analisi
SWOT che metta in evidenza punti di forza, di debolezza rischi ed opportunità del
paese balcanico:
Punti di Forza
•
•
•
•
Elevato
potenziale
di
crescita
economica
Processo di riforme socio-economiche
in corso
Ingresso NATO (2004) e previsto
ingresso nell’UE nel 2007
Buona specializzazione e costo basso
della manodopera
Punti di Debolezza
•
•
•
•
Rischi
•
•
•
Incompleta applicazione degli standard
europei
Vulnerabilità del sistema delle PMI
Confusione
e
sovrapposizione
legislativa nel sistema di prelievo
fiscale
Progetti strutturali ed infrastrutturali
irrisolti
Debolezza delle istituzioni
Sistema bancario e finanziario non
strutturato
Squilibrio nella bilancia dei pagamenti
Opportunità
•
•
•
Fondi di preadesione (PHARE,
SAPARD, ISPA)
Fondi Strutturali di obiettivo 1 dal
2007 in poi
Allargamento del mercato e delle
relazioni politico-commerciali con
l’ingresso nell’UE
Tab.5 - Analisi SWOT Romania
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
30
Cap. II – Le opportunità nel paese
2.1 - La Romania e l’Italia
Il principale mercato di sbocco per l’economia romena è rappresentato dall’UE verso
la quale si dirige circa il 73% delle esportazioni e dalla quale proviene circa il 75%
delle importazioni. Tra le nazioni europee l’Italia (come già riportato sopra nella
tabella n°2) rappresenta il maggior partner commerciale della Romania.
Il volume d’affari della nostra nazione con la Romania è stimabile in circa 8.000
Meuro, di cui più di 4000 Meuro destinati all’esportazione mentre 3700 Meuro
all’importazione con un saldo in bilancia di circa 360 Meuro. Il volume degli scambi
import-export ha subito rispetto al 2002 un incremento pari al 4,4%, con una crescita
dell’export italiano del 1,6 % e del 2,8% dell’import italiano.
I principali settori merceologici di scambio tra i due paesi sono il tessile, il
calzaturiero, l’automobilistico e il minerario.
Abbigliamento
7%
Manufatti vari
5%
Macchinari elettrici
5%
Prodotti Tessili
38%
Macchinari
specializzati
7%
Macchinari industriali
7%
Materiale per
telecomunicazioni
7%
Calzature
7%
Cuoio e prodotti in
cuoio
17%
Grafico 3 - Principali settori delle esportazioni italiane in Romania
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
31
Articoli in minerali non
metallici
4%
Manufatti metallici
4%
Prodotti tessili
3%
Macchinari elettrici
5%
Petrolio e prodotti in
petrolio
9%
Abbigliamento
43%
Calzature
32%
Grafico 4 - Principali settori delle importazioni italiane dalla Romania
L’Italia, secondo le statistiche della CCIAA romena, è al sesto posto nella classifica
dei principali paesi investitori (valore del capitale totale investito) in Romania dopo
l’Olanda, la Germania, gli Stati Uniti, la Francia e l’Austria. Tra il 1990 e il 2002 il
flusso degli IDE italiani è stimabile attorno ai 490 milioni di dollari.
Al 2004 sono state individuate più di 15.000 joint-venture italo-romene sul mercato,
con una crescita annua di circa mille aziende che investono in questo mercato.
Tuttavia si crede che gran parte di queste imprese non sia operativa per vari motivi di
natura fiscale, burocratica o che costituiscano delle vere e proprie “società fantasma”
con progetti produttivi mai partiti. Ciò nonostante sono circa 4.000 le imprese italiane,
in prevalenza di piccole e medie dimensioni, che hanno trasferito reali sforzi
economici, finanziari e produttivi sotto forma di investimenti diretti esteri, creando
un’occupazione di 500 mila persone tra l’impiego diretto ed i posti creati dall’indotto.
Geograficamente la localizzazione delle imprese mostrava fino a qualche anno fa una
moderata uniformità sul territorio della Romania, mentre negli ultimi periodi si assiste
ad una concentrazione di aziende nella zona Sud-Ovest della nazione e soprattutto
nell’area di Timisoara, dove esistono più di 1.500 aziende italiane che rappresentano
una sorta di vero e proprio distretto produttivo italiano.
Il fenomeno Timisoara è dovuto soprattutto alla vicinanza della regione romena alle
regioni del Nord-Est d’Italia (tra l’altro supportate dall’operato specifico della
FINEST), da dove in realtà provengono la maggioranza delle imprese investitrici e
alla presenza in loco di un buon livello di infrastrutture e di manodopera qualificata di
basso costo (lo stipendio medio lordo in Romania corrisponde a circa 160 Euro
mensili).
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
32
Purtroppo i dati delle CCIAA sugli IDE italiani sono frammentati e poco interpretabili
in quanto non forniscono né informazioni sicure circa il numero di aziende operanti,
né i settori d’attività, né indicazioni sui fatturati.
L’unica informazione certa della quale si può disporre è che maggiori sono gli IDE
italiani in quei settori, come il manifatturiero, il tessile, la pelletteria, la metallurgia,
dove l’importanza e l’impatto della manodopera sul costo del processo produttivo è
maggiore. Ciò a testimonianza del fatto che gli investimenti diretti in Romania sono
convenienti soprattutto per la presenza di manodopera qualificata a basso costo.
Comparti altrettanto attraenti per gli IDE italiani sono quelle porzioni di mercato che
più delle altre godono del supporto dei fondi di preadesione e che usufruiranno, dal
2007 in poi, dei finanziamenti dei fondi strutturali comunitari destinati alle regioni
dell’Obiettivo 1.
Pelletteria e calzature
22%
Abbigliamento
40%
Tessile
17%
Metalli e derivati
21%
Grafico 5 – Principali settori di destinazione degli IDE italiani in Romania
In una prima fase l’attività delle aziende italiane si limitava ad una produzione per
conto, di semilavorati o materie prime provenienti dall’Italia, mentre successivamente
le imprese hanno intrapreso forme di investimento più strutturate come le joint
venture o gli investimenti diretti all’estero (IDE) tramite la delocalizzazione
produttiva.
Nell’ultimo periodo si è andata affermando la tendenza ad investire in territorio
romeno da parte di soggetti imprenditoriali italiani di alto livello quali le banche
( Monte dei Paschi di Siena, Banca di Roma, Banca Popolare di Vicenza) e le grandi
imprese impegnate nei settori dei trasporti, dell’energia e delle infrastrutture
(Ansaldo, Astaldi).
Punto di forza delle aziende che hanno intrapreso opere di investimento in Romania o
che intendono farlo, è sicuramente rappresentato dall’altissimo livello di
considerazione di cui gode il made in Italy in termini qualitativi.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
33
Appaiono estremamente interessanti per le imprese italiane i seguenti compartimenti
di mercato:
• Tessile-Calzaturiero: settore tradizionalmente ad alta presenza di imprese
italiane e ricco di collaborazioni italo-romene, gode di manodopera qualificata
a basso costo (circa 6 Euro l’ora).
La presenza massiccia di imprese operanti all’interno di questo comparto è
assicurata e molto forte già adesso, ma si ritiene che siano possibili ulteriori
ampliamenti nell’intervento produttivo italiano;
• Agro-Alimentare: nonostante la ricchezza dei terreni romeni il settore sta
attraversando un momento di crisi dovuto al fatto che non esistono investimenti
finanziari adeguati a rimodernare l’apparato produttivo da tempo in una
situazione di insostenibile arretratezza ed obsolescenza. Fondamentale è stato, a
questo proposito, l’intervento del fondo di preadesione SAPARD, che dal 2002
coi suoi massicci finanziamenti in favore del settore agricolo, gestiti dalle
misure di cui sopra, ha risolto non pochi problemi di reperimento finanziario.
Le aziende che volessero partire con investimenti in questo settore potrebbero
usufruire di tali facilitazioni finanziarie per supportare il proprio operato.
• Ambiente: settore in grosse difficoltà per via dell’immensa fatica che le
istituzioni compiono a rientrare nei parametri stabiliti dalle direttive europee. Il
settore gode dei finanziamenti provenienti sia dall’ISPA che dal SAPARD. Per
quanto riguarda il trattamento dei rifiuti, la qualità delle risorse idriche e
l’inquinamento atmosferico, sono tante le inadeguatezze riscontrate
nell’operato delle istituzioni competenti. L’attività di assistenza dovrà, dunque,
riguardare sia l’aspetto operativo della questione, sia il supporto per la
creazione di strutture istituzionali capaci di gestire tali problematiche. Ad
esempio sono ancora da costituire le agenzie regionali per la protezione
dell’ambiente (corrispondenti alle nostre ARPA) che potrebbero costituire il
primo passo verso un migliore approccio delle istituzioni alle questioni di
natura ambientale.
• Infrastrutture e trasporti: in questo settore il governo romeno ha elaborato
una strategia di medio termine per l’ampliamento dei servizi infrastrutturali
adibiti soprattutto al trasporto su gomma e su ferro. I fondi disponibili dai quali
i potenziali investitori potrebbero attingere, derivano, oltre che dai
finanziamenti nazionali, dall’ISPA, dal PHARE, dalla BEI e dalla BERS.
Notevoli sono dunque gli sforzi istituzionali e i canali di finanziamento dei
quali gli investitori italiani potrebbero avvalersi se interessati al mercato.
• Costruzioni: questo comparto ha prospettive di crescita molto interessanti sul
breve medio termine, visti gli interventi necessari sul territorio, grazie ai
sostegni governativi e al credito ipotecario.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
34
Particolare rilevanza possono assumere le finanziarie pubbliche deputate
all’affiancamento gestionale e finanziario per l’internazionalizzazione d’impresa,
SIMEST, FINEST e SACE che offrono finanziamenti e supporto tecnico alle PMI
vogliose di operare in Romania, nonché l’ufficio ICE di Bucarest che offre sostegno
logistico alle aziende.
2.2 - Opportunità per le PMI laziali
Alla luce della situazione politica, economica e sociale in cui si trova la Romania, è
facilmente comprensibile come si tratti di un paese nel quale le possibilità di
investimento sono notevoli ed andrebbero sfruttate. La costante crescita economica
registrata tramite gli aumenti del PIL annui, la possibilità di usufruire dei
finanziamenti di preadesione e dei fondi strutturali presumibilmente dal 2007 in poi, la
grande presenza di una classe imprenditoriale italiana ormai da tempo strutturata nel
territorio, rappresentano precondizioni molto favorevoli all’ingresso di nuovi soggetti
imprenditoriali in Romania.
Le imprese di Roma e del Lazio, insieme a quelle del Nord-est dell'Italia, si sono
dimostrate fino ad oggi quelle che più di altre hanno fatto da apri pista verso tutta
l'Europa dell'Est e soprattutto verso il mercato della Romania. La presenza di aziende
provenienti dal territorio laziale è forte soprattutto in quelle aree dove l’imprenditoria
italiana si è impiantata stabilmente. I primi settori del made in Italy sono rappresentati
dai prodotti manifatturieri e trasformati, quali i mobili, la moda, i macchinari, i
materiali edilizi e i beni di consumo di alta gamma.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
35
IMP 2002 IMP 2003 IMP 2004 EXP 2002 EXP 2003 EXP 2004
PRODOTTI
DELL'AGRICOLTURA,
DELLA CACCIA E DELLA
178.976 1.179.808 4.168.104 121.303
29.848
228.127
SILVICOLTURA
MINERALI ENERGETICI E
1.932.775
8.319
-220.378 438.733 371.421
NON ENERGETICI
PRODOTTI TRASFORMATI
73.662.255 36.925.203 52.865.933 64.616.253 38.181.179 71.645.435
E MANUFATTI
PRODOTTI DELLE
ATTIVITA'
INFORMATICHE,
PROFESSIONALI ED
--2.632
2.889
-13.777
IMPRENDITORIALI
PRODOTTI DI ALTRI
SERVIZI PUBBLICI,
13.169
30.367
33.170
17.932
35.036
49.615
SOCIALI E PERSONALI
MERCI DICHIARATE
COME PROVVISTE DI
BORDO, MERCI
NAZIONALI DI RITORNO E
27.500
51.221
38.000 1.223.435 1.262.705 1.116.928
RESPINTE, MERCI VARIE
Totale
75.814.675 38.194.918 57.107.839 66.202.190 39.947.501 73.425.303
Tabella 6 – Interscambio commerciale Lazio –Romania per settori ( I - III trimestre 2004 - Valori in Euro,
modalità dati cumulati)
Tuttavia sono ancora migliorabili i meccanismi d’internazionalizzazione delle PMI
laziali, attraverso una maggiore programmazione e strutturazione degli interventi, che
consentano alle imprese di accedere al mercato estero più agevolmente e nei modi più
svariati, ossia tramite semplici commercializzazioni, o con la formazione di jointventure aziendali, oppure mediante una serie di brownfield o greenfield IDE .
Tre potrebbero essere le fondamentali linee d’azione tracciabili per supportare il
processo d’internazionalizzazione delle PMI della Regione Lazio:
- costituire rapporti istituzionali, sia a livello nazionale che estero;
- supportare la realizzazione di relazioni imprenditoriali tra soggetti
economici;
- realizzare intese per lo scambio di know-how e di assistenza tecnica con
università, centri di ricerca e di formazione;
Relativamente al primo tipo d’azione, le imprese della Regione Lazio potrebbero
usufruire delle agevolazioni fornite, a livello nazionale, dalla legge 84 del 21 marzo
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
36
2001, la quale disciplina le forme di partecipazione italiana al processo di
stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo dei Paesi dell’area balcanica. In quest’ottica
di partnership, essa persegue anche l’obiettivo di coordinare gli interventi nazionali
con le iniziative assunte in sede comunitaria e multilaterale dall’Italia.
La legge 84 risponde dunque alla priorità di coordinare gli interventi italiani nei paesi
della regione e di inquadrare l’Italia come “sistema paese” laddove, grazie ad una
presenza massiccia e consolidata nel tempo, essa gode di relazioni economiche
preferenziali e può ricoprire un ruolo determinante nella ricostruzione e nella
pacificazione
duratura
dell’area
balcanica.
I paesi destinatari degli interventi sono Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria,
Croazia, FYROM (ex Repubblica Yugoslava di Macedonia), Stato di Serbia e
Montenegro (ex Repubblica Federale di Yugoslavia) e appunto la Romania.
Le tipologie di intervento previste rientrano in quattro categorie:
1. Cooperazione allo Sviluppo, sotto la responsabilità del Ministero Affari Esteri:
formazione, assistenza crediti, crediti d’aiuto e sicurezza;
2. Promozione e assistenza alle imprese, di competenza del Ministero per le
Attività Produttive: informazione e comunicazione, assistenza tecnica,
formazione, partecipazioni societarie e finanziamenti agevolati;
3. Cooperazione decentrata, affidata a Regioni ed Enti locali: formazione,
assistenza tecnica e altre aree di interesse nazionale (in questa area rientra il
progetto RESET D, vedi sotto);
4. Interventi di particolare interesse nazionale.
A supporto degli interventi italiani nei sette paesi balcanici è prevista la creazione di
un “Fondo per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e
allo sviluppo dei Balcani” (di competenza MAE-MINCOMES): possono beneficiare
di tale dotazione finanziaria, che per il biennio 2001-2002 ammontava a 103 milioni di
Euro (200 miliardi di lire), i soggetti che propongono progetti di cooperazione e
progetti
per
la
promozione
e
lo
sviluppo
delle
imprese.
Gli indirizzi strategici della legge, così come emergono dalla delibera del Comitato di
Ministri del luglio 2002, investono principalmente:
1) il rafforzamento delle istituzioni e della sicurezza;
2) il sostegno alla realizzazione delle riforme giuridiche, amministrative ed
economiche;
3) il sostegno alle attività delle imprese e agli investimenti;
4) il sostegno alla cooperazione decentrata.
La legge 84 rappresenta un importante strumento per la stabilizzazione e lo sviluppo di
un’area che, del resto, è già interessata da molteplici interventi della comunità
internazionale: i sette paesi balcanici sono beneficiari anche del Patto di Stabilità e di
numerosi programmi comunitari specifici, come ad esempio Cards, Phare, Ispa e
Sapard. I soggetti attuatori della Legge 84/01, così come previsti dall'art.5 comma 2,
sono: ICE, SIMEST, FINEST, INFORMEST, Unioncamere, FdL Servizi.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
37
Il Lazio è la regione capofila del progetto di cooperazione internazionale decentrata
RESET D, a valere su tale legge, tra tre Regioni italiane (Lazio, Campania e
Basilicata) e quattro Stati dell’area dei balcani (Romania, Montenegro, Serbia e
Bosnia-Erzegovina). Tale progetto ha come scopo l’assistenza al processo di
stabilizzazione, riconversione e sviluppo dei Paesi dell’area dell’Europa orientale, con
particolare riferimento alla partnership tra distretti industriali e sistemi locali produttivi
appartenenti ai territori dei vari attori coinvolti.
Dunque le opportunità per le piccole e medie imprese appartenenti al distretto
industriale storico della Regione Lazio, quello della ceramica di Civita Castellana in
provincia di Viterbo, sono particolarmente interessanti. La provincia viterbese
potrebbe costituire il territorio ideale da raccordare con i distretti analoghi presenti sul
territorio romeno, all’interno della logica del programma RESET D. In Romania infatti
esistono delle aree produttive particolarmente rilevanti nella produzione di ceramica,
in particolare nella parte settentrionale all’interno della regione di Satu Mare, al centro
nell’area di Mures e nella zona Ovest di Timis, sono concentrate aree di produzione
ceramicola di discreto livello e dimensioni. Riguardo a quest’ultima area la forte
concentrazione di imprese italiane impiantate sul territorio potrebbe costituire un
grosso vantaggio per le aziende civitoniche, sia per le possibilità favorevoli offerte da
un tessuto imprenditoriale strutturato ed organizzato da tempo, sia per quelle aziende
che vorrebbero costituire delle aggregazioni d’imprese (consorzi, raggruppamenti, etc.)
cooperanti sul territorio romeno. A questo proposito potrebbero essere interessanti le
agevolazioni fornite dalla conversione in legge del decreto legge n° 35 del 14 Marzo
2005 sulla competitività, il quale prevede un premio di concentrazione per le piccole e
medie imprese rientranti nella definizione comunitaria di PMI, di cui alla
raccomandazione della Commissione europea n. 2003/361/CE del 6 maggio 2003, che
prendono parte a processi di concentrazione. A tali aziende è attribuito un contributo
nella forma di credito di imposta pari al cinquanta per cento delle spese sostenute per
studi e consulenze, inerenti all’operazione di concentrazione e comunque in caso di
effettiva realizzazione dell’operazione. Per di più fornisce strumenti validi a sostegno
dell’internazionalizzazione del sistema produttivo innalzando il limite massimo di
intervento della SIMEST S.p.a. (Società italiana imprese all’estero) al 49 per cento per
gli investimenti all’estero che riguardano attività aggiuntive delle imprese, derivanti da
acquisizioni di imprese, «joint-venture» o altro e che garantiscano il mantenimento
delle capacità produttive interne.
Questi costituiscono tutti strumenti integrativi e di sostegno ai progetti di
internazionalizzazione da mettere in cantiere per gli imprenditori del distretto. A
tutt’oggi esistono già buoni rapporti di collaborazione economica tra le imprese della
ceramica del distretto civitonico ed il mercato romeno, com’è riscontrabile dalla
tabella sottostante.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
38
Prodotti ceramici
refrattari
2003
2004 (provvisorio)
Incidenza%
Vt/Lazio 2003
Incidenza%
Vt/Lazio 2004
Viterbo
93.553.289
90.821.274
85,6
83,8
Lazio
109.334.094
108.415.474
100,0
100,0
Viterbo
6.016.771
5.687.329
55,8
51,6
Lazio
10.782.799
11.013.731
100,0
100,0
Viterbo
99.570.060
96.508.603
82,9
80,8
Lazio
120.116.893
119.429.205
100,0
100,0
Prodotti ceramici
non refrattari
Piastrelle1
Tabella 7 - Esportazioni di prodotti ceramici refrattari, non refrattari e di piastrelle ( in Euro)
Lazio
Viterbo
1998
468.791
209.944
1999
619.960
211.093
2000
753.634
108.675
2001
1.159.294
196.260
2002
832.683
290.826
2003
688.678
226.046
Tabella 8 - Esportazione degli stessi prodotti verso la Romania ( in Euro)
Le PMI del distretto civitonico potrebbero essere interessate a forme di esportazione
indiretta quali semplici canali di commercializzazione di prodotti ceramicoli
attraverso forme di esportazione diretta e indiretta o, passando attraverso accordi e
joint-venture, alla fase successiva più evoluta di dislocazione sul territorio romeno di
investimenti diretti all’estero (IDE) in forma semplice o complessa.
In una situazione di difficoltà nella quale versano i distretti industriali italiani in
questo periodo storico, le possibilità offerte dal mercato romeno potrebbero essere
soprattutto due: predisporre un nuovo mercato di sbocco alle esportazioni dei prodotti
ceramicoli provenienti dal distretto, andando a soddisfare una domanda di prodotti di
1
In cinque anni le importazioni romene del settore delle piastrelle sono raddoppiate – da 20 a 40 milioni di dollari – in
virtù di un tasso medio di crescita (DIM = 19,3%) che nell’area di riferimento è secondo solo a quello serbomontenegrino. Sono soltanto due i fornitori che si spartiscono il mercato: la Spagna, che ha grandemente accresciuto la
sua quota di mercato, passata dal 38 al 62 per cento in cinque anni, e l’Italia che viceversa è stata protagonista di un
cammino inverso, essendo scesa dal 58 al 36 per cento al termine di una caduta quasi ininterrotta. Così, se le
esportazioni spagnole sono aumentate da 7 a oltre 23 milioni di dollari, l’incremento di quelle italiane – da 11 a 14
milioni - è stato assai più contenuto, come del resto sintetizzano i valori delle dinamiche (35% e 6% rispettivamente).
Per l’Italia l’anno peggiore è stato il 2000, quando le esportazioni spagnole sono più che raddoppiate (da 6 a 13 mln. $),
mentre quelle italiane hanno subito una contrazione (da 8 a 7,6 mln.).
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
39
medio basso standard qualitativo; delocalizzare produzioni di semilavorati in
subfornitura o dell’intera produzione di basso profilo, approfittando del basso costo
della manodopera qualificata, per salvaguardare i propri livelli di competitività sul
mercato.
Questo processo è già stato ampiamente sperimentato da parecchie aziende del NordEst che, avendo delocalizzato parte dei loro processi produttivi all’Est tagliando sui
costi della manodopera, sono rimaste competitive in quanto a prezzi di vendita di
manufatti e hanno dato luogo ad ingenti spostamenti di prodotti in temporanea
esportazione (c.d. traffico di perfezionamento passivo).
Ulteriore stimolo, oltre alle già citate numerose opportunità fornite dal mercato
romeno, è rappresentato dalla presenza di numerosi Parchi Industriali sparsi sul
territorio della Romania, nei quali si svolgono attività economiche, di ricerca
scientifica, di produzione industriale e servizi, di valorizzazione della ricerca
scientifica e/o sviluppo tecnologico e nei quali sono previste una serie di agevolazioni
specifiche per la valorizzare del potenziale umano e materiale della zona.
Ulteriore stimolo per le PMI del distretto di Civita Castellana, ma per tutte le imprese
del Lazio, per investire e operare in Romania potrebbero essere le agevolazioni
finanziarie garantite da tutte quelle leggi di livello nazionale che costituiscono
strumenti a sostegno dell’internazionalizzazione d’impresa, quali:
- D. Lgs. 143/98 che concede finanziamenti a tasso agevolato per
realizzare studi di prefattibilità, fattibilità, programmi di formazione e di
assistenza tecnica connessi all’aggiudicazione di commesse o collegati
ad esportazioni ed investimenti italiani in Romania;
- Legge 100/90 che ha istituito la SIMEST S.p.A., offre Agevolazioni alle
imprese italiane per l’acquisizione di quote di capitale di rischio in
società o imprese all’estero partecipate dalla SIMEST S.p.A., in paesi
non appartenenti all’Unione Europea. I beneficiari sono tutte le imprese
che intendono costituire un’impresa all’estero o sottoscrivere un aumento
del capitale sociale o acquisire quote in un’impresa estera già costituita.
L’agevolazione è rappresentata da un contributo agli interessi a fronte di
un finanziamento concesso all’impresa italiana da soggetti, italiani o
esteri, autorizzati all’esercizio dell’attività bancaria.
- Legge n° 49 del 26/02/1987 art. 7 prevede, nell’ambito della
cooperazione dell’Italia con i paesi in via di sviluppo, la possibilità di
incentivare la creazione di imprese miste nei PVS. Sono finanziabili
conferimenti in denaro e/o in natura al capitale di rischio delle imprese
miste per iniziative riguardanti i settori agricolo, industriale e delle
infrastrutture, queste ultime relative ai trasporti, telecomunicazioni,
energia, acqua e sanità. La partecipazione delle imprese italiane dovrà
avere una consistenza significativa sia nel capitale di rischio, sia nella
gestione dell’impresa, sia nella formazione e sviluppo del "management"
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
40
locale. La partecipazione degli investitori locali non potrà comunque
essere
inferiore al 25%.
- Legge n° 212/92 (vedi pag. 47)
A livello regionale, invece, la Regione Lazio, attraverso le sue più alte rappresentanze
istituzionali, ha già stipulato una serie di protocolli d’intesa “open” con svariate
regioni della Romania, su diverse tematiche d’applicazione. Gli argomenti di possibile
raccordo tra le regioni sono, oltre quelli relativi al matchmaking tra imprese, quelli
che rientrano sotto l’operato dei fondi di preadesione PHARE-ISPA-SAPARD: i
settori dell’ambiente, dei trasporti, delle infrastrutture, del trasferimento di know-how,
dell’adeguamento dell’expertise istituzionale e amministrativa nel recepimento e
nell’applicazione dell’acquis comunitario. I suddetti protocolli sono stati firmati dalla
regione Lazio con le regioni Sud-Ovest, Ovest e Nord-Ovest della Romania, in
territori cioè dove il bisogno d’assistenza è pressante in quei compartimenti di mercato
nei quali il sistema Lazio è particolarmente competitivo ed evoluto.
E’ rientrata nelle possibilità di cooperazione sancite dai protocolli d’intesa la
partecipazione, della Regione Lazio insieme al Consorzio per lo Sviluppo Industriale
Roma-Latina e alle sue società della rete, al progetto di “Riabilitazione del Parco
Industriale di Bumbesti Jiu” di Turgu Jiu, inserito nel programma PHARE 20042006. Esso prevede la riqualificazione di un’area di circa 14 ha della quale circa
40.000 mq sono già costruiti, collegato con la rete ferroviaria nazionale ed ubicato a
circa 120 km dall’aeroporto di Craciova e a circa 100 km dal porto fluviale sul
Danubio, importante via d’acqua Europea di collegamento con il Mar Nero e il Mar
Mediterraneo.
La realizzazione del progetto consentirebbe alle PMI laziali e, naturalmente, a quelle
appartenenti al distretto, di avere un canale preferenziale di accesso alla partnership
con un’area ricca di risorse naturali, di manodopera specializzata a basso costo e di
rapidi accessi alle infrastrutture.
Per quanto concerne la seconda linea d’azione e dunque il supporto alla realizzazione
di concrete relazioni imprenditoriali tra soggetti economici del Lazio e della Romania,
oltre al già citato comparto della ceramica, le occasioni per le aziende laziali non
mancano di certo. Soprattutto per i settori dell’agroalimentare e delle costruzioni, nei
quali il tessuto imprenditoriale laziale ha raggiunto livelli d’eccellenza, il mercato
romeno rappresenta un terreno fertile di opportunità commerciali.
Nel settore dell’agroalimentare la realtà romena è particolarmente interessante sia, nel
medio-lungo periodo, per la presenza di terreni molto fertili e di finanziamenti
SAPARD destinati al comparto dei quali le aziende laziali del settore potrebbero
approfittare, sia perché, nel breve periodo, l’obsolescenza dell’apparato produttivo
romeno e la conseguente incapacità di soddisfare il fabbisogno interno assicurerebbe
un rilevante bacino d’utenza alla aziende agroalimentari del Lazio. Ulteriore aspetto
positivo è rappresentato dalla presenza dell’Agenzia SAPARD, istituita attraverso
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
41
un’ordinanza governativa, formata da una unità centrale e da otto unità locali,
responsabile finanziario e tecnico dell’utilizzo dei fondi europei provenienti dal
programma, che assicura un metodo di lavoro chiaro e rapido su cui poter contare
nell’eventualità di partecipazione a bandi o di richiesta di finanziamenti per progetti
produttivi nel settore.
Nel compartimento delle costruzioni, invece, la grande diffusione delle imprese laziali
nel settore lapideo, nel settore ligneo2, oltre a quello dei sanitari, potrebbe trovare
terreno fertile in un mercato come quello romeno dove il settore delle fabbricazione è
in fortissima crescita, sia per le necessità di intervento sul territorio, sia per le
facilitazioni offerte dal governo a supporto del processo di edificazione e dalla BERS
per quanto riguarda i finanziamenti dei mutui immobiliari.
In entrambi i settori gli interventi imprenditoriali potrebbero essere condotti attraverso
forma di esportazioni e commercializzazioni, di accordi e joint-venture o di IDE
semplici e complessi. In qualunque dei casi comunque il fenomeno di ingresso sul
mercato romeno dovrebbe essere frutto di un razionale processo
d’internazionalizzazione d’impresa collegato magari all’attività delle società della rete
a questo deputate.
Sicuramente un primo incipit per l’ingresso delle PMI nel mercato romeno possono
fornirlo le fiere organizzate per settori, che costituiscono sempre un’ occasione per
aumentare la visibilità di un’azienda in nuovi mercati, ampliando la possibilità di
intraprendere o di consolidare rapporti di natura commerciale con le realtà locali.
Potrebbe essere proficuo partecipare con rappresentanze imprenditoriali guidate da
Sviluppo Lazio, sul modello di fiere, come l’ItalExpo Libia o il Forum di Cartagine,
alle quali si è intervenuto con delegazioni di aziende laziali di ragguardevole valore.
A tal proposito sono parecchie le fiere organizzate periodicamente in Romania che
spaziano tra i settori merceologici più disparati, soprattutto a cura di Romexpo, una
tra le compagnie leader in Romania nell'organizzazione di fiere ed esibizioni.
La sua principale attività consiste, oltre che nell’organizzazione dell’evento, anche nel
provvedere a pacchetti di servizi correlati a tali eventi e nell'assistere le aziende
procurando contatti a livello internazionale nel settore d'interesse. RomExpo dispone
di un centro fieristico di rilevanza internazionale che conta uno spazio espositivo
interno di 55.000 m2 ed uno esterno di 45.000 m2. Esso è situato a nord di Bucarest, a
10 minuti dal centro della città e dall'aeroporto internazionale Henri Coanda (vedi
figura 4).
2
A proposito del settore ligneo, il ministero delle attività produttive ha co-finanziato tramite la Legge 212/92, un
progetto per la costituzione di un distretto industriale del legno nella Contea di Valcea nella zona centro-meridionale
sub-carpatica, lungo le rive del fiume Olt ed in particolare nella Municipalità di Brezoi.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
42
Fig. 3 – Pianta del complesso espositivo Romexpo di Bucarest
Tra le più interessanti, per le peculiarità del Sistema Lazio, sono da segnalare le
seguenti fiere:
• Settore delle costruzioni:
- "Construct Expo", Bucarest 11/15 Maggio 2005: coinvolge le aziende del settore
dei materiali per l'edilizia (rivestimenti interni ed esterni, prodotti idrotermosanitari,
infissi e serramenti, prodotti per il condizionamento, materiali isolanti e leganti,
pannelli, prodotti e sistemi di sicurezza) e ha contato, nel 2004, 933 espositori,
35.574 visitatori internazionali con uno spazio dedicato di 50.354 m2 d’esposizione.
Organizzazione RomExpo SA
Indirizzo: B-dul Marasti nr.65-67, settore 1, cod. 011465, Bucarest
WEB site: http://www.romexpo.org
Contact person: TRIFU CATALIN
TEL: 004-021-2025705, 2077043
Fax: 004-021-2240400, 2077042
E-mail: [email protected]; [email protected]
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
43
- “Camex Timisoara”, Timisoara 17/20 Novembre 2005: interessa le aziende nel
campo dei materiali da costruzione, degli igienici, delle strutture di lavoro per il
legno e per il vetro, apparecchiature, macchinari, sistemi termici, sistemi elettrici. Nel
2004 ha visto la partecipazione di 100 operatori del settore e di 15.000 visitatori,
disponendo di 2.500 m2 di spazio espositivo.
Organizzazione ABS Plus Srl
Indirizzo: Str. Mihai Costachescu nr.3, Iasi
WEB site: http://www.abplus.ro; www.camex.ro
Contact person: BURLACU CORINA
Telefono: 004-0232-278811, 0745-573730
Fax: 004-0232-278811
E-mail: [email protected]
• Settore della ceramica:
- “CER – GLASS”, Bucarest 31 Maggio/ 5 Giugno 2005: si riferisce all’ industria
del vetro e della porcellana, alle aziende che producono materiali ceramici,
macchinari ed attrezzature per la produzione del vetro, della ceramica e della
porcellana, alla progettazione e al design della produzione di settore. Nel 2004 ha
coinvolto 84 espositori del settore, 34.000 visitatori e ha potuto disporre di 3.000 m2
di spazio espositivo.
Organizzazione Romexpo SA
Indirizzo: B-dul Marasti nr.65-67, settore 1, cod. 011465, Bucarest
WEB site: www.romexpo.org
Contact person: IONESCU ROXANA
Telefono: 004-021-2025729
Fax: 004-021-2240400
E-mail: [email protected]
Contact person: TAUC CRISTINA
Telefono: 004-021-2025729
Fax: 004-021-2240400
E-mail: [email protected]
Contact person: DUMA MARIA
Telefono: 004-021-2027020
Fax: 004-021-2240400
E-mail: [email protected]
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
44
• Settore Alimentare:
- “INDAGRA”, Bucarest 3/7 Novembre 2005: si rivolge alle aziende
dell’agricoltura, del food industry, dell’agricoltura biologica, della silvicoltura, della
zootecnica e dell’acquicoltura. Nell’edizione del 2004 ha interessato 475 aziende,
35.000 visitatori con uno spazio espositivo dedicato di 23.000 m2.
Organizzazione Romexpo SA
Indirizzo: B-dul Marasti nr.65-67, settore 1, cod. 011465, Bucarest
WEB site: http://www.romexpo.org
Contact person: TRIFU CATALIN
Telefono: 004-021-2025705, 2077043
Fax: 004-021-2240400, 2077042
E-mail: [email protected]; [email protected]
- “EXPODRINK”, Bucarest 3/6 Novembre 2005: coinvolge le aziende del settore
delle bevande, alcoliche e non alcoliche, del vino e di attrezzature specifiche per le
produzioni del comparto.
Nel 2004 la fiera ha contato più di 100 espositori, circa 8000 visitatori e 3.000 m2 di
spazio espositivo dedicato.
Organizzazione Romexpo SA
Address: B-dul Marasti nr.65-67, settore 1, cod. 011465, Bucarest
WEB site: http://www.romexpo.org
Contact person: DICIANU MARIANA
Telefono: 004-021-2243160 int.1105, 1106, 1108
Fax: 004-021-2240400
E-mail: [email protected],[email protected]
Contact person: TOPCIU IRINA
Telefono: 004-021-2243160 int.1105, 1106, 1108
Fax: 004-021-2240400
E-mail: [email protected]; [email protected]
• Settore beni strumentali:
- “TIB”, Bucarest 4/8 Ottobre 2005: coinvolge i settori dell’ ICT, dell’ingegneria
meccanica ed elettrica, della chimica, della metallurgia, dei trasporti e dell’energia.
Con i suoi 1.103 espositori, 27.738 partecipanti e 40.649 m2 d’esposizione nel 2004,
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
45
rappresenta il più importante evento fieristico della Romania e uno dei più rilevanti
dell’Europa Centrale da trent’anni a questa parte.
Organizzazione Romexpo SA
Indirizzo: B- dul Marastinr 65-67, settore 1, cod. 011465, Bucarest
WEB site: http://www.romexpo.org
Contact person: RADA OVIDIU
Telefono: 004-021-2077021
Fax: 004-021-2240400
E-mail: [email protected]
-“BIFE TIMB”, Bucarest 7/11 Settembre 2005: interessa il settore produttivo dei
mobili, degli arredi interni e dei macchinari per la lavorazione del legno.
Nell’edizione del 2004 ha coinvolto 400 aziende, 20.000 visitatori con uno spazio
espositivo dedicato di 37.500 m2.
Organizzazione Romexpo SA
Indirizzo: B-dul Marasti nr.65-67, settore 1, cod. 011465, Bucarest
WEB site: http://www.romexpo.org
Contact person: DICIANU MARIANA
Telefono: 004-021-2243160 int.1105, 1106, 1108
Fax: 004-021-2240400
E-mail: [email protected]; [email protected]
Contact person: STAN FLORIN
Telefono: 004-021-2243160 int.1101
Fax: 004-021-2240400
E-mail: [email protected]
• Settore tessile ed abbigliamento:
- “MODEXPO”, Bucarest 8/11 Dicembre 2005: fiera del settore
dell’abbigliamento, della moda, delle calzature e del tessile in generale. Nel 2004 ha
potuto vantare la presenza di 115 operatori del settore e di 16.000 visitatori in uno
spazio espositivo di 2750 m2.
Organizzazione Romexpo SA
Indirizzo: B-dul Marasti nr.65-67, settore 1, cod. 011465, Bucarest
WEB site: http://www.romexpo.org
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
46
Contact person: HIRNEA RAMONA
Telefono: 004-021-2243160 int.1120...1125
Fax: 004-021-2240400
E-mail: [email protected]; [email protected]
Come ulteriore supporto all’attività delle PMI laziali sul territorio romeno, la Regione
Lazio ha messo a bando l’attivazione di un Contact Point a Bucarest in attuazione del
programma operativo relativo alla sottomisura IV 3.1 del Docup Lazio
(consolidamento ed estensione della rete dei contact point).
Finalità della sottomisura è quella di creare strutture che operino in forma stabile ed
organizzata, in grado di fornire un concreto supporto alle PMI, di concerto con le
istituzioni economiche dei governi locali, con l’obiettivo di fornire un punto di
riferimento stabile agli imprenditori laziali che abbiano interesse ad operare ed
investire in Romania, offrendo altresì un supporto agli imprenditori romeni che
intendano investire nella Regione Lazio.
I servizi offerti gratuitamente alle imprese con sede operativa nelle zone Ob. 2 e
phasing out della Regione Lazio e a prezzo convenuto per tutte le altre interessate ad
usufruirne, sono quelli corrispondenti ai servizi produttivi di cui alla classificazione
ISTAT 91, codici 74,11/ 74,12/ 74,13/ 74,14, limitatamente alla consulenza relativa
alle problematiche della gestione e dell’assistenza agli appalti come in seguito
specificati:
• Codice 74,11 : attività legale di consulenza in generale e stesura di documenti
legali non direttamente connessi ad un’azione legale come statuti, accordi di
collaborazione o documenti simili inerenti la costituzione di società, brevetti e
diritti d’autore, stesura di atti legali o fiduciari, etc;
• Codice 74,12 : servizi in materia di contabilità, di consulenza societaria,
incarichi giudiziari, consulenza fiscale e di rappresentanza (esclusa la
rappresentanza legale);
• Codice 74,13 : studi di mercato ed indagini riguardanti il mercato potenziale, la
conoscenza dei prodotti da parte del pubblico, analisi statistiche dei risultati, il
tutto finalizzato alla promozione e allo sviluppo delle attività imprenditoriali;
• Codice 74,14 : consulenza amministrativo-gestionale, consulenze finanziarie, di
informazione di gestione, di relazioni pubbliche, di assistenza e di consulenza
operativa alle imprese.
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
47
2.3 - Opportunità per Sviluppo Lazio
Sviluppo Lazio potrebbe giocare un ruolo di primo piano, oltre riguardo alla
costituzione di rapporti istituzionali, anche relativamente alla terza linea d’azione
precedentemente tracciata: lo scambio di know-how, di expertise e di assistenza
tecnica per lo sviluppo delle capacità operativo - amministrative degli organismi
istituzionali romeni. Queste relazioni potrebbero essere intrattenute soprattutto con
le agenzie di sviluppo locale romene (sul modello delle relazioni intrattenute in
Lituania con l’agenzia di sviluppo locale per l’affiancamento e l’assistenza tecnica)
come l’Agenzia SAPARD Romania che si occupa della gestione dei fondi
comunitari provenienti dallo stesso fondo di preadesione.
A tal proposito l’operato di Sviluppo Lazio potrebbe giovarsi delle facilitazioni,
destinate anche per il territorio romeno, offerte dalla legge n° 212/92, la quale
rappresenta uno strumento finanziario di notevole valore a sostegno di programmi
bilaterali o plurinazionali per la promozione della collaborazione dell’Italia, con i
paesi annualmente individuati dal CIPE, per favorire la loro transizione verso forme
di economia di mercato e verso la corretta integrazione con l’Europa.
I beneficiari di tale legge sono istituti ed enti pubblici e privati, con particolare
riguardo agli organismi di assistenza tecnica e di formazione professionale;
associazioni di categoria, loro confederazioni e relative aziende di servizi; consorzi e
società consortili, cooperative, società ed imprese con particolare riguardo alle PMI.
I progetti, della durata massima di 24 mesi, riguardano le seguenti tipologie di
intervento:
· formazione professionale, manageriale e per i quadri intermedi;
· assistenza tecnica;
· studi di fattibilità e progettazioni nei settori dei trasporti, delle telecomunicazioni,
della distribuzione, dell’economia sociale, dell’energia, del turismo e del risanamento
ambientale, igienico e sanitario, nonché in materia di riconversione industriale ed
agricola e nel campo del restauro artistico ed urbano;
· progetti-pilota finalizzati alla promozione di accordi di collaborazione economica tra
le parti per il trasferimento di tecnologia;
· studi di fattibilità (piani finanziari e preparazione di documenti societari) per la
costituzione di joint venture, o per la ristrutturazione di imprese miste partecipate da
soggetti italiani.
Un ulteriore strumento tramite il quale Sviluppo Lazio può supportare il
miglioramento delle prestazioni amministrative romene è quello dei Twinning, cioè
dei progetti di gemellaggio amministrativo. Essi costituiscono importanti strumenti
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
48
nell’affiancamento dei paesi candidati nello sviluppo di amministrazioni efficienti
all’interno di enti, istituzioni, organismi pubblici o semi-pubblici, attraverso
l’ottimizzazione di strutture, risorse umane e di capacità gestionali necessarie nel
processo di recepimento dell’acquis comunitario.
I gemellaggi amministrativi si articolano in progetti che prevedono il trasferimento e
la missione, per brevi periodi, di pubblici funzionari ed esperti, esterni alla Pubblica
Amministrazione dei Paesi membri, presso le Pubbliche Amministrazioni dei Paesi
beneficiari per assisterli nel processo di recepimento dell'acquis comunitario.
Prendendo ad esempio i gemellaggi PHARE, le principali tappe di elaborazione dei
progetti possono essere sintetizzate come segue. A scadenze determinate i Paesi
candidati, in stretto contatto con la Commissione UE, individuano e comunicano ai
Paesi Membri proposte per progetti di gemellaggio che prevedono determinati
obiettivi da raggiungere in uno specifico settore, le risorse finanziarie a disposizione e
le risorse umane necessarie per il perseguimento di tali obiettivi.
I Paesi Membri, verificato il proprio interesse, manifestano la loro disponibilità al
Paese candidato. La selezione delle offerte da parte dei Paesi candidati avviene
sempre con la piena collaborazione della Commissione. Per l'esecuzione del progetto
fra il Paese Membro e quello candidato viene sottoscritto un accordo (convenant),
valutato successivamente da un gruppo ad hoc presso la Commissione UE.
Caratteristica principale di questo tipo di gemellaggi è il coinvolgimento diretto dei
pubblici funzionari e di altri esperti dei Paesi membri che si dovranno recare nei Paesi
candidati.
Le figure impiegate sono tre:
•
•
•
il Consigliere di pre-adesione previsto per ogni progetto;
i Consulenti a breve e medio termine;
il Capo progetto che svolge le proprie funzioni in prevalenza dalle sedi dello
Stato membro.
Questi esperti intraprendono attività di formazione, monitoraggio, predisposizione di
testi normativi, etc. I gemellaggi amministrativi possono essere istituiti anche con il
supporto di altri Enti accreditati presso la Commissione europea (mandated body),
come Sviluppo Lazio, che forniscono sostegno tecnico.
Al momento tutti i twinning banditi per la Romania sono stati chiusi e non ci sono
ancora progetti in previsione nel breve periodo. Non mancheranno tuttavia le
occasioni di parteciparvi in futuro.
La partecipazione ai bandi comunitari, invece, in riferimento alle procedure che
prevedono l'erogazione di fondi comunitari di preadesione PHARE, SAPARD e
ISPA, consentirebbe a Sviluppo Lazio di prendere parte ai bandi di gara in relazione
all’assistenza e al rafforzamento delle capacità amministrative romene. Dopo una
selezione dei bandi in essere per la Romania, è possibile segnalare i seguenti bandi, in
previsione per i prossimi mesi, interessanti per le peculiarità di Sviluppo Lazio:
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
49
Bando n° 1
Argomento
Referenza di
pubblicazione
Programma
Assistenza tecnica per il
rafforzamento delle capacità
amministrative
Europe Aid/116159/D/SV/RO
PHARE
Finanziamento
Autorità contraente
Natura del contratto
RO0107.11
Central Finance and Contracts
Unit - Ministero delle Finanze
Romania
6-8 Magheru Blvd., Bucarest,
Settore 1, Romania
Phone: +40 21 301 93 01
Fax: +40 21 210 64 56
Assistenza tecnica
Descrizione del bando
Massimo budget
indicativo
Base legale
Il progetto mira a rafforzare le
capacità amministrative del
ministero dei lavori pubblici,
dei trasporti, delle costruzioni e
le loro relative strutture nel
recepimento dell’acquis
comunitario. L’assistenza sarà
fornita al direttorato generale
per l’integrazione europea e ai
seguenti organi:
•
•
•
•
€ 1.500.000
Regolamento del Consiglio n°
3906/1989 sugli aiuti economici
ai paesi PECO
Registro romeno dei
veicoli
Autorità romena
trasporto stradale
Autorità romena
trasporto ferroviario
Ispettorato aviazione
civile
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
50
Bando n° 2
Argomento
Referenza di
pubblicazione
Programma
Rafforzamento del Fondo
Nazionale della capacità di
gestire correttamente ed
efficientemente i fondi
comunitari
EUROPEAID/115619/D/SV/RO
PHARE
Finanziamento
Autorità contraente
Natura del contratto
RO 03.04.05.01
Central Finance and Contracts
Unit - Ministero delle Finanze
Romania
6-8 Magheru Blvd., Bucarest,
Settore 1, Romania
Phone: +40 21 301 93 01
Fax: +40 21 210 64 56
Assistenza tecnica
Descrizione del bando
Massimo budget
indicativo
Base legale
Assistenza tecnica al Fondo
nazionale riguardo lo sviluppo
della tesoreria, del controllo e
delle funzioni di audit;
ristrutturazione in vista dello
sviluppo della gestione e del
controllo di tutti i fondi di pre e
post adesione, formazione sugli
standard internazionali di
certificazione di audit interno e
di gestione finanziaria.
Assistenza nella redazione di
manuali metodologici di
gestione finanziaria e di
controllo dei fondi comunitari.
€ 800.000
Regolamento del Consiglio n°
3906/89 del 18 Dicembre 1989
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
51
Bando n° 3
Argomento
Supporto al Ministero delle
Finanze nell’incremento
dell’utilizzo dell’information
technology
Finanziamento
PHARE/2003/005-551.03.04.03
Referenza di
pubblicazione
EuropeAid/119483/D/SV/RO
Autorità contraente
Central Finance and Contracts
Unit - Ministero delle Finanze
Romania
6-8 Magheru Blvd., Bucarest,
Settore 1, Romania
Phone: +40 21 301 93 01
Programma
PHARE
Natura del contratto
Assistenza tecnica
Fax: +40 21 210 64 56
Descrizione del bando
Massimo budget
indicativo
Base legale
Sviluppo e incremento delle
soluzioni integrate per l’IT
system per supportare il
ministero delle Finanze nel
raggiungimento dei seguenti
scopi:
• Continuità finanziaria
•
•
Incremento della
centralizzazione e
dell’integrazione del
sistema informativo
Trasparenza nei
confronti dei
contribuenti, degli
organismi
amministrativi e delle
amministrazioni degli
altri stati membri
€ 1,250,000
Sviluppo Lazio/Servizio internazionalizzazione
Regolamento del Consiglio n°
3906/89 del 18 Dicembre 1989
52