la vita dell`associazione
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la vita dell`associazione
108 Ya Anno Sociale 2009-2010 - N. 5 Governatore Vittorio Del Vecchio Rivista del Distretto 108 YA dell’Associazione Internazionale dei Lions Clubs “Passione, Progettualità ed Azione a servizio dell’Umanità” Napoli - XIV Congresso Distrettuale Cava de’ Tirreni - Badia di Cava Il Melvin Jones al Cardinale Sepe Montecatini - Congresso Nazionale Presentazione libro “Beni culturali minori” STAMPATI PROMOZIONALI PER LA GRANDE DISTRIBUZIONE Sede di Avellino STABILIMENTI E AMMINISTRAZIONE: 83100 AVELLINO Zona industriale Pianodardine tel. 0825.628411 - pbx - fax 0825.610244 FILIALE: 00194 ROMA Via Duchi Di Castro, 3 tel. 06.3336003 - fax 06.33213990 E-mail : [email protected] - http://www.ruggiero.it CATERINO MOTORI S.R.L. - CASERTA Viale Carlo III, 18 - Tel. 0823.327918 E D ITORIA L E 2 Consuntivo di un anno CO NGRES S O D IS T R ETTUALE 3 Relazione XIV Congresso Ordinario Distretto 108 YA 8 Il saluto del Governatore eletto 9 Note a margine di un Congresso 10 Lavoriamo in “squadra” per sostenere e diffondere i valori che sostanziano la nostra missione CO NGRES S O NA Z ION ALE 12 Da Montecatini la voce dei Lions italiani: un messaggio da accogliere 13 L’incontro di Montecatini Terme La Rivista del Distretto 108Ya Editore The International Association of Lions Clubs Distretto 108 Ya Anno sociale 2009- 2010 Autorizzazione del Tribunale di Vibo Valentia n. 51/1983 del 3 gennaio 1983 LA VOCE D EI L IONS LA V ITA D EL L’A S S OCI AZI ON E 24 IV Circoscrizione - I Lions per la donazione del cordone ombelicale 25 VIII Circoscrizione - Concerto di beneficenza a Potenza per Haiti 26 IX Circoscrizione - Centralità e autonomia dei clubs lions 28 XV Circoscrizione - Sovrappeso e obesita’ nell’eta’ evolutiva 30 L. C. Castellammare di Stabia - L’Arcangelo San Michele vola su Castellammare e la Penisola Sorrentina 32 L. C. Benevento Host -Uno sguardo al futuro. Dialogo fra popoli e religioni 35 L. C. Castello di Cisterna Vesuvio Nord - Giovani d’oggi 36 L. C. Castellabate Cilento Antico - Le migrazioni 37 L. C. Eboli Battipaglia Vanth - Cambiamenti sociali e nuove forme di violenza 38 L. C. Salerno Duomo - Premio Magna Grecia 40 L. C. Lamezia Terme - I petali dei fiori di zagara 42 L. C. Salerno Arechi - Soltanto una vita vissuta per gli altri e’ una vita che vale la pena di vivere 43 L. C. Salerno Duomo - Premio “ We serve Roberto Amendola” 44 L. C. Caserta Host- Un manipolo di lions casertani invade la Russia 46 L. C. Catanzaro Mediterraneo - La Prevenzione dei tumori femminili 48 L. C. Napoli Virgiliano - “Un giornalismo giovane per la crescita della società” 52 L. C. “G. Bruno” - Cittadinanza Onoraria al filosofo Aldo Masullo 54 L. C. Caserta Host – Come i giovani pensano ad una Caserta nuova 55 L. C. Matera Host - Concorso “Lions Youth Exchange” 56 34^ charter del L. C. Napoli Vesuvio 57 Centro Studi per l’associazionismo - Dia-loghi sul lionismo Governatore VITTORIO DEL VECCHIO Direttore Responsabile GIUSEPPE SPAGNUOLO Responsabile Redazionale SABATO RUGGIERO Redazione FRANCESCO NAPOLETANO SERGIO PIZZOLLA RAFFAELE TAGLIAMONTE PRISCO CUTINO ERNESTO GENONI MARIA D’APICE CIRIACO RAGO GIOVANNI DI CARO NICOLA CLAUSI SANDRO SCOPPA MAURIZIO BONANNO Impaginazione, grafica e stampa POLIGRAFICA RUGGIERO Z. Ind.le Pianodardine Avellino Tel. 0825 628411 S O M M A R I O 14 Produzione di capitale sociale, approfondimento e sviluppo dl processo identitario 16 L’Abbazia benedettina di Cava dei Tirreni 20 Napoli stelle luci 21 La fame nel mondo: un gesto di solidarietà 22 Primo soccorso cardiorianimatorio con l’uso del defibrillatore 23 Salvaguardando l’Ambiente miglioriamo la qualità della vita La redazione si riserva il diritto di modificare gli articoli per esigenze editoriali. Per la pubblicazione sulla rivista 108Ya gli articoli devono essere in Word e le immagini in f.to Jpg da inviare all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] Si prega apporre la firma e la carica agli articoli PER PROSSIMO NUMERO INVIARE I TESTI ENTRO 15 SETTEMBRE 2010 1 Consuntivo di un anno Avv. Giuseppe Spagnuolo E D I TO R I A L E Direttore responsabile Rivista 108YA 2 Appare doveroso rendere il conto della gestione dell’informazione ai lettori che si sono abbeverati alla fonte della rivista creata appositamente per far conoscere le attività e i services della associazione, nel rispetto del tema distrettuale di “passione, progettualità ed azione dell’umanità”. La trasmissione della notizia serve non solo a far conoscere i fatti a quanti non hanno partecipato agli eventi, ma anche e soprattutto a lasciare traccia apprezzabile di ciò che è stato realizzato, prodotto e costruito in maniera organica dai clubs e dai singoli associati. All’inizio della gestione sono state fatte conoscere le regole di partecipazione alla informazione, con l’indicazione dei soggetti che avrebbero dovuto segnalare le notizie, delle modalità di redazione del fatto e dell’eventuale commento. Spettava poi al responsabile coordinare tutte le notizie che pervenivano e renderle trasparenti e percepibili con titoli che vengono elaborati in funzione di ridurre i tempi di lettura e di interpretare o commentare il fatto, in modo da veicolare la massima quantità di informazioni nel minor spazio possibile. Ma deve oggi raccogliersi un risultato assai carente, in quanto i responsabili della redazione sono stati, in parte, assenti, ovvero non hanno partecipato attivamente alla formazione della notizia, mentre gli addetti stampa di ciascun club distrettuale non hanno recepito l’invito, salvo eccezioni, e non hanno fatto da cinghia di trasmissione tra la fonte principale della notizia e il mezzo di diffusione. Sotto tale profilo sarebbe auspicabile istituire una vera e propria formazione di coloro che debbono gestire la comunicazione, perché occorre non solo diffondere la notizia di ciascun evento prima che si svolga la manifestazione, per consentire la massima partecipazione degli interessati sul territorio, quanto anche sintetizzare l’evento realizzato, con la firma dell’autore, accompagnato da reperti fotografici, nel suo contenuto essenziale, per portarlo a conoscenza di quanti non hanno partecipato e debbono valutare l’iniziativa e l’attività sul piano umanitario e solidaristico. Lo scopo della rivista è quello di creare una rete di coinvolgimento tra tutti gli associati e i cittadini: ecco perché sono stati riprodotti gli eventi più importanti che ciascun club ha realizzato, ma non è escluso che molti eventi non siano stati posti all’attenzione dei lettori proprio per difetto di comunicazione iniziale ovvero anche per carenza di scelta del loro contenuto. Quante notizie non sono state prese in considerazione perché mancavano proprio del giusto contenuto e degli elementi essenziali che caratterizzano il service. La ripartizione dei fatti è avvenuta tra la voce dei lions, che hanno prodotto eventi particolari con iniziative, opinioni, valutazioni, anche su problemi di carattere generale o attuale (si pensi al problema dell’immigrazione, della pace, della cultura per i monumenti, della solidarietà, ecc.), e la vita dell’associazione, che ha riprodotto l’attività concreta di ciascun club e soprattutto i services di approfondimento dei temi più attuali e importanti. Oggi è il momento del ringraziamento a quanti hanno collaborato attivamente alla riuscita del programma editoriale e delle scuse sentite e non formali a quanti si sono visti privare della giusta rilevanza delle attività poste in essere per ragioni che sfuggono alla volontà di chi avrebbe dovuto apprezzarle. Napoli 7-8-9 maggio 2010 Relazione XIV Congresso Ordinario Distretto 108 YA Avv. Vittorio Del Vecchio Saluto tutti con grande cordialità e ringrazio il Vice Presidente della Provincia e l’Assessore alla Cultura del Comune per la loro partecipazione a questo evento che testimonia la vicinanza delle istituzioni alla nostra grande Associazione e la loro sensibilità verso la nostra attività di servizio di grande valenza umanitaria e sociale. A Voi amiche ed amici lions, un sentito ringraziamento per la vostra presenza così numerosa che dimostra il vostro attaccamento all’idea lionistica ed il vostro alto senso di responsabilità associativa. Anche se il Congresso di maggio è notoriamente definito, in tutti i distretti congresso di chiusura dell’anno sociale, mi piace dare risalto alla sua natura di tappa del nostro camino nel Servizio. Mi piace considerarlo un momento in cui viene consegnato ad altri amici, a tutti i livelli della organizzazione distrettuale, il testimone per proseguire verso il traguardo che di anno in anno si ripresenta della concreta realizzazione degli scopi del Lions Internazionale. Per la verità ogni socio è portatore di quel testimone, perché ogni socio ha assunto solennemente, al momento del suo ingresso nell’Associazione, l’impegno di promuoverne la crescita del Lions per meglio servire la comunità di cui fa parte e l’umanità intera. Ma, ovviamente, è senz’altro maggiore la responsabilità di chi deve guidare e coordinare le tante risorse CLA O NVITA G R E SDELL’ASSOCIAZIONE SO DISTRETTUALE Governatore 108 YA CONGRESSO DISTRETTUALE 4 della nostra membership. Cari amici, Governatore e Vice Governatori che domani sarete eletti, cari amici futuri componenti dell’organigramma distrettuale, ma soprattutto cari amici futuri Presidenti ed officers di club considerate con attenzione questa mia relazione, dalla quale potrete trarre quegli elementi necessari per il miglioramento e la continuità della nostra azione ed al tempo stesso la consapevolezza della importanza ed incisività della nostra presenza nel tessuto sociale, quale emerge in modo significativo dalle centinaia di iniziative promosse dai clubs del Distretto, che hanno realizzato in concreto le nobili finalità del Lions Internazionale. E quindi questa mia relazione diventa anche il meritato riconoscimento di tanto impegno, un riconoscimento che va a tutti quei soci, che, nell’ambito dei propri clubs, hanno dimostrato grande disponibilità al servizio dando vita a services che hanno finalmente richiamato prepotentemente l’attenzione delle istituzioni, delle altre associazioni e dei mass-media sul Lions Internazio- nale e determinato l’ammirazione e la riconoscenza della collettività. Naturalmente devo innanzitutto illustrare le attività che con l’aiuto dei miei impareggiabili collaboratori ho svolto per rendere la macchina distrettuale più efficiente e rafforzare così, anche in sede nazionale ed internazionale, il prestigio di cui già gode il nostro Distretto. Certamente ha dato i suoi frutti l’impianto organizzativo, improntato alla essenzialità, che ha visto la piena sinergia tra i clubs ed i coordinatori di zona e di circoscrizione e distrettuali, ed ha determinato la tanto invocata coralità dei services, senza nulla togliere a quelle iniziative che, nell’ambito di una sana autonomia del club, hanno preso in considerazione le realtà culturali, sociali ed economiche di singoli territori. Grazie alla dedizione ed all’impegno professionale del tesoriere Matteo Messina é stato dato un impianto più chiaro e trasparente a tutte le attività finanziarie del Distretto, comprendendo anche la gestione di vari fondi con destinazione vincolata, anche se dotati di un proprio numero di conto corrente, in modo che l’autorizzazione di ogni spesa anche su tali conti rientrasse nella responsabilità del Governatore in carica. Particolare attenzione è stata prestata agli organi statutari quali la Fondazione, il Centro Studi, la Rivista distrettuale, nonché a Centri e Comitati come il Centro di ricerca per la Cittadinanza Umanitaria, il Campo Vesuvio, senza aver trascurato services importanti come La casa di accoglienza di Salerno, il Premio Sorace, il service il Sorriso di un bambino, i rapporti con i Leo, il service Lucciola Blu. - Per quanto riguarda la Fondazione si è proceduto agli adempimenti per le modifiche statutarie già deliberate dal precedente congresso e ciò ha determinato la possibilità di sbloccare alcuni importi per destinarli alla realizzazione delle finalità proprie della Fondazione, senza toccare il patrimonio della stessa. Si è quindi bandito un concorso per giovani architetti ed ingegneri per la redazione di un elaborato progettuale su un tema corrispondente al service distrettuale sui beni culturali. Il tema riguardava un progetto “per la valorizzazione di siti archeologici con particolare riferimento a moderni criteri espositivi di museificazione anche in sito dei Beni ritrovati”. Il premio è stato intitolato alla memoria del lion Antonio Salsano, architetto, presidente del Lions Club Cava –Vietri, che, ancora giovanissimo, perse la vita in un incidente automobilistico, mentre mi accompagnava con la sua auto a Melfi dove ero relatore in una manifestazione di quel Club. I premi sono stati assegnati e domani saranno consegnati ai vincitori Arch. Massimiliano Rianno da Napoli e Arch. Giorgio Cofone da Acri, capo di un gruppo formato dagli arch. Planu, Rogato e Coschignano. E’ stato poi deliberato di destinare l’importo di euro 20.000 al finanziamento dell’iniziativa del Centro di ricerca di Cittadinanza Umanitaria di assistere, per il vitto e l’alloggio, alcun giovani africani ai quali l’Università Luis di Roma, per intercessione del nostro socio Prof. Bocchini, ha promesso di riservare gratuitamente dei corsi di studio. Il Consiglio della Fondazione ha poi preparato ulteriori modifiche dello Statuto necessarie per il suo adeguamento alla nostra legislazione, anche fiscale, e per poter beneficiare della normativa sulle ONLUS. Tale modifica, richiesta anche da tre clubs come da Statuto sarà posta ai voti nel prosieguo dei lavori. Si è proceduto al rifacimento dell’intero sistema informatico del nostro Distretto. per parenti di ammalati gravi. Questi miglioramenti organizzativi, hanno reso possibile le varie attività di intervento e di vita distrettuali, che hanno segnato positivamente questo anno sociale aumentando il prestigio del nostro Distretto e connotandolo di concretezza ed importanza nel servizio. Un primo avvenimento che ha coinvolto tutto il lionosmo nazionale è stato la visita dei Governatori del Multidistretto Italy al Centro di ricerca per la Cittadinanza Umanitaria svoltasi a Napoli, presso il salone di rappresentanza della Camera di Commercio, seguita dai lavori del Consiglio stesso e da una piacevole serata di amicizia tra musica e canti, che ha visto il governatori veneti, lombardi, toscani, pugliese e romano e siciliano cantare insieme le più belle melodie napoletane. A fine febbraio siamo stati, quasi in 400, a Malta per la Conferenza d’Inverno, caratterizzata da momenti di grande aggregazione amicale anche con i lions maltesi in un contesto turistico-culturale di grande rilievo, e nella quale ha trovato prestigioso suggello l’impegno dei lions del Distretto sul tema dell’immigrazione e della valorizzazione dei beni culturali in incontri di grande spessore sociale e culturale anche con il Ministro degli esteri, ed Capo di quello Stato Presidente Abela. Nei giorni 18-21 marzo mi sono recato, con una folta delegazione di amici del nostro distretto, tra cui il Past Governatore Ciro Burattino, a Tel Aviv per partecipare alla Convention Annuale del Distretto 128 di Israele, con il quale il nostro Distretto è gemellato, anche per solennizzare la nostra donazione di 4.800 dollari, quale contributo per la creazione di una biblioteca per non vedenti arabi ed ebrei. L’incontro ha visto anche la partecipazione del Primo Presidente Internazionale Sidney Lee Scruggs III e moltissimi lions ebrei provenienti da tutto il mondo. CONGRESSO DISTRETTUALE Non essendo stato possibile, fin dallo scorso anno sociale, il prosieguo del rapporto con la Società GECO, sia per inadempienze contrattuali di quella Società che per l’assorbente considerazione della utilità di una gestione autonoma del servizio informatico per la sua estrema importanza per una moderna organizzazione del Distretto, si è creato, grazie all’opera appassionata ed altamente professionale del nostro socio Carlo Fusco, un dominio di nostra proprietà, con l’acquisto, per la sua gestione, di un server dedicato. Molti di Voi avranno certamente visitato il nostro sito www.lionsclubs108ya.it che é sicuramente all’avanguardia per le attività operative di carattere amministrativo, per la gestione di posta elettronica personalizzata per i soci che lo desiderino, per la ricchezza e varietà delle informazioni utili per la vita associativa, per la facilitazione delle ricerche di tutte le notizie del sito internazionale. Dal maggio 2009 ad oggi il sito è stato contattato da 14.500 visitatori. Ma il dato più significativo è la creazione di sottositi che verranno gestiti in modo autonomo ed indipendente da ciascun club per inserivi il proprio guidoncino, la propria storia, le attività di servizio, fotografie e filmati e tutto questo comparirà automaticamente anche sul sito generale del Distretto, con il grande beneficio di una generale conoscenza delle attività dei clubs. Al momento sono funzionanti i siti “cavavietri. 108ya.it” “pompeihost.108ya.it” lameziaterme.108ya.it; castelsantelmo.108ya.it Si è cercato di stabilire un costante rapporto con il mondo Leo, stimolamdo il più possibile i clubs Lions ad assumere nei confronti dei giovani il giusto ruolo per incoraggiarli e coinvolgerli nelle attività di servizio e prestare loro consiglio ed aiuto. Ma molto si dovrà ancora fare in questa direzione. Sono state favorite le iniziative del Centro Studi perché venisse rivalutato il ruolo di tale importante organismo anche in un rapporto sinergico con organi di formazione come il Merl Particolare attenzione si è data alla Rivista Distrettuale cercando di ammodernare l’intero impianto al fine di inserire anche articoli di interesse generale oltre che spazi riservati alla vita dell’associazione ed alle iniziative dei clubs. Partecipazioni di sostegno del Distretto si sono avute per la splendida iniziativa denominata Lucciola Blu dei lions calabresi in favore di soggetti diversamente abili , per il Premio Sorace del Lions Club Napoli Virgiliano, del Sorriso di un bambino del Lions Club Napoli Partenope, per la Casa di accoglienza di Salerno 5 CONGRESSO DISTRETTUALE 6 Ci sono stati momenti di raccoglimento e preghiera nei luoghi sacri e momenti di riflessione sulla necessità della pace in quei paesi martoriati ed il Governatore eletto Touvia Goldstein detto Teddy ha avuto per noi parole di elogio e di riconoscenza. Questi eventi hanno portato il nostro Distretto sulla ribalta internazionale ed i rapporti amicali ed associativi che ne sono derivati costituiscono un tesoro da non disperdere nel futuro. A Vietri sul Mare il 17 aprile si è tenuta la riunione dei Direttori del campi giovanili di tutta Italia e dei responsabili degli scambi internazionali, organizzata dall’amico Giuseppe Cerrone, responsabile del Campo Vesuvio, per stabilire comuni criteri di organizzazione e di approccio educativo con i giovani di tutto il modo, ospiti dei campi, e tutti, compreso il Governatore delegato Aldo Vaccarone hanno accettato la mia proposta di effettuare nei campi momenti di riflessione e di studio, anche con concorsi a premi, sul valore dei principi della cittadinanza umanitaria, necessari per la comprensione tra i popoli del mondo. Nel pomeriggio dello stesso giorno, ho ricevuto a Cava dei Tirreni gli amici Past-Governatori ed ho avuto la grande gioia di constatare la uniformità di pensiero e di intenti sul ruolo che deve assumere un past-governatore per favorire la serenità nella vita del distretto ed una sana crescita dell’Associazione. Pensiero ed intenti che, ne sono certo, saranno rispettati da tutti i pastgovernatori, me compreso tra qualche mese. Con il contributo del Distretto di circa 4.000,00 euro si è perfezionata la donazione all’Azienda Ospedaliera di Salerno di moderne apparecchiature per la diagnosi precoce del glaucoma e di altre malattie del nervo ottico, del valore di oltre 70.000,00 Euro, patrocinata dalla L.C.I.F ed effettuata da un donatore italo americano. Donazione che ha portato anche alla stesura di un protocollo di intesa con il Distretto che impegna quella Azienda ad effettuare almeno due volte all’anno degli screening tra la popolazione scolastica finalizzati alla prevenzione di patologie dell’occhio. Il 17 marzo scorso ho avuto la gioia di sottoscrivere in Cosenza un protocollo di intesa tra la Regione Calabra ed il nostro Distretto per la realizzazione di un modello di Comunità Ospitale per i diversamente abili, fortemente voluto dai clubs consentini e dal club di Castrovillari. Con la tale protocollo la Regione si è obbligata al riattamento funzionale di immobili ed all’avvio operativo di attività di assistenza, inserimento sociale ed avviamento al lavoro di soggetti disabili con un onere finanziario di 20milioni di euro gravanti sul POR Calabria 2007-2013, con la partecipazione dei lions al comitato operativo, alla promozione ed al controllo delle attività. immigrati e sulla valorizzazione dei beni culturali c.d. minori e sono grato all’amico Francesco Accarino per la sua fattiva opera di coordinamento di tali attività di servizio in tutto il Distretto. In ordine al primo tema, siamo finalmente riusciti a stabilire un dialogo fattivo con le istituzioni: Consigli provinciali, Prefetture e Comuni. E con grande orgoglio, annuncio: -che moltissimi Comuni, sono certamente più di ottanta, delle nostre tre regioni hanno già adottato o stanno per adottare la delibera per la istituzione della Consulta degli immigrati in seno ai rispettivi consigli, come da noi fermamente richiesto; - che i Consigli territoriali sull’immigrazione di varie Prefetture ci hanno accolto tra i loro componenti per le questioni relative ai flussi migratori; - che anche altre associazioni laiche e religiose hanno chiesto la nostra collaborazione per la diffusione di messaggi educativi al fine di favorire il dialogo interetnico ed interreligioso. Ed per il service sulla valorizzazione dei Beni cultuali cd minori è in corso di stampa un volume, curato da Sergio Brancaccio, in cui sono raccolte le schede inviate dai clubs del Distretto su tali beni, situati anche in località lontane dai principali flussi turistici, con la speranza che tale opera possa portare visitatori in quelle zone e con essi uno sviluppo sociale ed economico. Ma l’attività dei Vostri clubs ha toccato tutti i settori nei quali siamo impegnati da quello della solidarietà e quello della legalità, da quello della salute a quello dell’ambiente. Ed allora, amici, voglio dimostrarvi la mia gratitudine e darvi modo di raccogliere il riconoscimento unanime per i vostri sforzi, attraverso la pubblicazione, che ho fermamente voluto, della raccolta degli inviti ai services dei Vostri clubs. E poiché l’attività dei clubs è più che mai intensa anche in questo scorcio di anno, dovrò sicuramente far pubblicare degli aggiornamenti. Albert Pine ha detto: “Quello che facciamo per noi stessi muore con noi, quello che facciamo per gli altri o per il mondo rimane ed è immortale”. Ed io ho voluto che tutti Voi poteste, mostrando questa raccolta, dire con orgoglio “ è anche opera mia, perché ero e sono un lions ed i lions sono votati al servizio” Ora scorreranno sullo schermo le immagini delle pagine che fanno da indicazione del settore in cui i services si sono svolti: con queste immagini termino la mia relazione, non senza gridare a tutti Voi , grazie, grazie per tutta la vostra collaborazione. Sono fiero di Voi e sono fiero di guidare questo Distretto meraviglioso. CONGRESSO DISTRETTUALE Pochi giorni fa si è concretizzato il service per una scuola in Africa da intitolare alla compianta Governatrice Sandra Campa Giacon con un protocollo di intesa con Padre Thomas Bienvenou Tchongui rappresentate dell’Associazione per lo sviluppo del Villaggio attrezzato di Mfida in Camerun. Tale protocollo prevede la costruzione di una scuola di formazione professionale intitolata: Ecole de Formation professionelle Sandra Campa Giacon, offert par le Lions International District 108 YA, nel quale potranno essere avviati a mestieri utili per lo sviluppo della zona giovani provenienti da tutti i villaggi del Camerun. La spesa di 11.936,308 Franchi camerunesi pari a 18.000,00 Euro sarà sopportata dal Distretto, che ne ha già la disponibilità sulla posta di bilancio vincolata a tale destinazione, e sarà erogata in tre rate di cui una per consentire l’inizio dell’opera, la seconda alla comunicazione, documentata da fotografie e relazione tecnica dell’ Ufficio del Genio Civile del Capoluogo di quella Regione, dell’avvenuta realizzazione dell’opera al 40% e la terza divisa in due fasi: un versamento di € 5.000,00 all’esecuzione di lavori, come sopra documentati, in misura dell’80% ed il residuo a collaudo definitivo. E’ nato un nuovo club nella Valle del Noce tra Trecchina e Maratea su impulso del Lions Club di Amantea e del padrino Ing. Leonardo Ferrara e spero di potere a giorni consegnare la Charter Ho incontrato i soci di quasi tutti i clubs in visita ufficiale. Ne devo fare ancora sei, che sono già fissate in questo mese. Sono stati raccolti per la Fondazione ben 26.400 euro. Avrei voluto partecipare allo svolgimento di tutti i services, ma la mancanza del dono dell’ubiquità, mi ha costretto a privarmi di questo piacere. Vuol dire che mi rifarò il prossimo anno. A parte qualche eccezione riscontrata specialmente in qualche club delle grandi città, ho registrato dovunque entusiasmo e voglia di essere concretamente utili alla collettività. Ed ora amici veniamo a quella che è la parte più bella ed esaltante della relazione, perché essa riguarda l’impegno profuso da tutti voi nella realizzazione dei services. Sono stati tantissimi i services svolti quest’anno, tutti pregevoli e di grande impatto sociale ed umanitario. E Vi ringrazio dal profondo del cuore per aver aderito al mio invito di svolgere dei services in modo corale su temi di grande attualità, che avranno sicuramente conseguenze benefiche per la collettività: mi riferisco ai services distrettuali sulla integrazione degli 7 Il saluto del Governatore eletto Dott. Emilio Cirillo CONGRESSO DISTRETTUALE Governatore eletto 8 Cari amici Lions, a Napoli ho sentito la forza di tutto il vostro affetto, quell’affetto che sostiene il mio entusiasmo ed il mio desiderio di operare al meglio. Essere governatore di un distretto di così antica tradizione mi gratifica ma, al tempo stesso, mi impone di attivare con serietà ogni pensiero, di rispondere concretamente alla fiducia riposta, di essere artefice, in definitiva, di quel virtuoso coinvolgimento, che rende vive ed operative le intelligenze dei tanti soci che sono la forza vera dell’Associazione. L’azione del Governatore è finalizzata, infatti, a coordinare tutte le progettualità che la base: soci, clubs, zone, distretto, propongono. E’ la funzione di coordinamento che definisce il ruolo di Governatore e ne sostiene l’impegno nella consapevolezza della responsabilità accettata, nella costruzione e risoluzione dei progetti individuati. Il verticismo che appare non è altro che la razionalizzazione dei percorsi operativi che diventano più veloci ed incidenti nella realtà sociale proprio perché organizzati dall’alto. Il nostro Sud, terra di antiche memorie e di illustri antenati, deve ricevere dai Lions azioni mirate poiché, al Sud, la società civile è stata storicamente debole e, per tanti condizionamenti, ha gravitato spesso nell’orbita del potere ufficiale. Importantissima risulta, dunque, la comunicazione pensosa di valori civili e sociali, di proposte di soluzioni innovative a problemi vecchi e nuovi. Con questo spirito mi accingo a svolgere il compito che mi avete assegnato consapevole che, proprio come Associazione, siamo chiamati a stabilire un contatto più immediato con la società nella quale operiamo, società che, oggi più che mai, sembra oscillare paurosamente tra l’indifferenza e la paura . A tutti il mio augurio di buon lavoro ed il ringraziamento a Vittorio per il suo operato attento ed appassionato. Note a margine di un Congresso Avv. Michele Roperto Abbiamo vissuto, anche questa volta, con una consistente partecipazione di delegati e soci, il Congresso Distrettuale di maggio, svoltosi presso l’Hotel Continetal in via Partenope, per la elezione delle massime cariche del Distretto. Oggi, nel mentre scrivo, mi trovo Primo Vice Governatore eletto e mi sorprendo come quest’anno di secondo Vice Governatore sia passato velocemente. Se è vero che tutto scorre, “panta rei” per dirla con una usata espressione della filosofia presocratica, è pur vero che in particolare scorre ineluttabilmente il tempo con un fluire inarrestabile di fronte al quale è sempre difficile recuperare le cose che uno avrebbe potuto fare e non ha fatto. Mi è venuto quasi naturale interrogarmi sul mio anno di vicegovernatorato ed anche se mi attribuisco la sufficienza ( scusatemi l’ardire), mi son reso conto che tante altre cose avrei potuto fare con una maggiore propensione, non tanto al sacrificio, quanto alla determinazione di svolgere al meglio il proprio ruolo ed il conseguente dovere. A queste “ tante altre cose” sembrano volermi avere richiamato quei delegati che hanno dato una valutazione diversa alla richiesta di consenso sulla mia persona. Metto in evidenza questa osservazione perché, contrariamente a come impulsivamente uno possa credere, non intendo lamentarmi della mancata attenzione, anzi intendo ringraziare questi amici, sia perché la libera determinazione è propria della dignità della persona, sia perché questo civile e libero dissenso è motivo per me di tendere ad un maggiore impegno per rispondere ancora di più alle attese dei soci del Distretto - di tutti i soci - dei quali non abbandonerò mai l’anelito permanente a conseguirne la stima perché nella mia concezione della vita la stima delle persone vale almeno quanto il pane materiale necessario a vivere. Peraltro io ho vissuto il Congresso non con la tranquillità di un candidato unico. Se è vero, infatti, che, sia per me che per gli altri candidati, non c’era in concreto alcuna competizione con avversari in campo, ho vissuto comunque una sfida, perché dall’altra parte mi son rappresentato esserci la valutazione, da parte dei soci, della qualità del mio operato. Ho vissuto quindi la sfida tra me stesso e l’aspettativa di una considerazione sui miei comportamenti e sui miei doveri conseguenti alle funzioni da me rappresentate nel Distretto. Posso dire di essere soddisfatto,anche se ciò non costituisce un allentamento dei doveri, perché bisogna tendere sempre a migliorarsi nel cammino etico della vita che non sarà mai definitivamente compiuto, essendo la perfezione lontana dalla natura umana. Ma percorrere questo cammino, è già di per se stesso un traguardo raggiunto, dove l’impegno della volontà ti fa capire che nulla è impossibile se tu lo vuoi e dove l’utopia stessa altro non è che una meta che si può vedere all’orizzonte. Scusatemi questa manifestazione di ottimismo. Ma ritengo di potermi includere nel novero di coloro che credono nei poteri del volere umano, attraverso i quali tutte le persone che si prefiggono uno scopo, ed in particolare i lions, possono diventare un esercito di compagni straordinari in grado di scrivere, con i comportamenti e le azioni, una storia che può diventare punto di riferimento della esistenza di uomini che hanno avuto il coraggio di andare oltre l’egoismo innato della natura umana. Siamo un esercito veramente straordinario, se ci crediamo, e possiamo essere migliori solo se lo vogliamo. CONGRESSO DISTRETTUALE Vice Governatore eletto 9 Il saluto del secondo Vice Governatore eletto Lavoriamo in “squadra” per sostenere e diffondere i valori che sostanziano la nostra missione Dott. Gianframco Sava CONGRESSO DISTRETTUALE 2° Vice Govenatore eletto 10 Desidero, in apertura, ringraziare il Governatore Vittorio Del Vecchio e il Direttore della Rivista Giuseppe Spagnuolo per l’ospitalità accordatami sulla medesima all’indomani della mia elezione alla carica di secondo Vice Governatore del nostro Distretto e per la possibilità offertami di esprimere, anzi di urlare, il mio sentito grazie a tutti i Soci che al recente congresso distrettuale, a Napoli, hanno approvato con palese affetto la mia candidatura e di porgere a tutti i Soci del Distretto il saluto più caloroso, ribadendo il mio convinto e consapevole impegno a servire l’Associazione. Mi accingo perciò, ad apprendere, lasciatemi passare il termine, il mestiere del primo Vice Governatore e del Governatore offrendo ogni mia convinta collaborazione ad Emilio Cirillo ed a Michele Roperto, ma, soprattutto, mi accingo ad ascoltare, nei primi due anni del lavoro che mi attende, ogni voce del Distretto, da qualunque parte essa provenga. Il nostro distintivo, ben lo sappiamo, contiene i due leoni che sono ben altro della raffigurazione plastica dell’acronimo formato dai nostri principi, bensì simboleggiano l’uno il nostro glorioso passato, l’altro il nostro sicuro avvenire. Credo fermamente che il nostro patrimonio identitario sia fecondo di valori condivisi che non temono l’usura del tempo, e che perciò tocca a noi progettare il nostro avvenire, mettendo a frutto i nostri patrimoni di sentimenti e di idee, liberando tutte le nostre potenzialità, per continuare ad onorare l’impegno assunto all’atto del nostro ingresso nell’Associazione. E dobbiamo continuare a farlo lavorando in “squadra”. Solo lavorando in “squadra” potremo continuare a sostenere e diffondere quei valori che sostanziano la nostra missione, convinti, come siamo, che essi, pur costretti a confrontarsi con una società assai mutevole e vorticosa, siano ancora oggi validi e robusti, incardinati nella nostra più profonda identità. Solo lavorando in “squadra” potremo cercare di sempre meglio interpretare il nostro tempo, di sempre più correttamente soddisfare i bisogni nostri e degli altri e di sempre più attentamente individuare il metodo migliore per rendere ancora più efficace la nostra azione e mantenere ancora più alto il livello di apprez- zamento della n o s t r a Associazione. Già in questo anno sociale che sta per concludersi, durante il quale il team di governo distrettuale si è arricchito di una ulteriore unità, il nostro Distretto ha avviato anche a livello di leadership il processo all’azione di “squadra” fra il Governatore Vittorio del Vecchio ed i due Vice, Emilio Cirillo e Michele Roperto. La leadership così arricchita, attraverso la collaborazione, l’integrazione delle responsabilità e lo sviluppo delle competenze è destinata ad essere non solo una posizione, ma un’azione in grado di produrre, in breve tempo, risultati di grande qualità e successo per la nostra Associazione. Concludo questo mio saluto dichiarandomi “un ottimista non privo di speranza”, perchè queste due dimensioni non sono tautologiche, ma complementari, afferendo l’una alla sfera intellettuale, l’altra a quella sentimentale. E ottimisti e non privi di speranza bisogna essere, secondo me, proprio quando da più parti sembrano levarsi voci inquietanti e segnali minacciosi, indicatori di tempi difficili, proprio quando si vogliono conservare e potenziare quei valori e quegli ideali a cui abbiamo ispirato la nostra vita e la nostra azione. Arthur Bloch, nel Secondo libro di Murphy, asseriva che un ottimista non rimarrà mai piacevolmente sorpreso, Aristotele, citato da Diogene Laerzio ne “Le vite dei filosofi”, definiva la speranza “un sogno fatto da svegli” ed Orazio nell’ode I,4 sosteneva che “la brevità della vita ci vieta una lunga speranza”. Accogliendo perciò il loro messaggio, mi preparo a sognare da sveglio con voi, certo che non sarò mai sorpreso nè deluso, e ad affrettare il passo e i progetti per far ottenere all’Associazione quel successo che merita. Congresso Nazionale Da Montecatini la voce dei Lions italiani: un messaggio da accogliere Avv. Vittorio Del Vecchio CONGRESSO NAZIONALE Governatore 108 YA 12 La voce dei Lions si leva da una tribuna di uomini liberi che, forti dei valori del proprio codice etico la cui validità è universalmente riconosciuta, cercano di dare concreta attuazione agli scopi, statutariamente previsti, di creare uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo, di promuovere i principi di buon governo e di buona cittadinanza e di prendere interesse attivo al bene civico, culturale, sociale e morale della comunità. E sicuramente oggi, più che mai, in presenza di un sempre crescente “vuoto etico” ad ogni livello, c’è bisogno di un radicale cambiamento di vita delle singole persone e degli aggregati sociali che miri all’unico obbiettivo del perseguimento del bene comune, nel quale soltanto può trovare soddisfacimento anche il bene individuale. La voce dei Lions, che è certamente credibile perché espressione di rigore morale ed onestà intellettuale può fare molto in questa direzione. E nell’assise di Montecatini i Lions, prima di lanciare al mondo il loro messaggio, hanno compiuto una coraggiosa autocritica della loro organizzazione senza rifugiarsi nel comodo alibi della inesorabilità ed irreparabilità di una crisi associativa in quanto derivante da quella che affligge l’intera società. Infatti in tutti gli interventi si è sottolineato innanzitutto che i valori morali a cui aderiamo devono trovare la loro piena e quotidiana realizzazione nella vita individuale come in quella associativa, con la costante rinuncia a qualsiasi contrario atteggiamento, e poi si è evidenziata la necessità di una sana interpretazione del verticismo della nostra organizzazione e di un maggiore adeguamento ai tempi delle finalità e delle modalità della nostra attività di servizio umanitaria e sociale. La validità dei nostri principi morali e l’attualità dei nostri scopi balza evidente dalla semplice lettura del Codice etico e degli Scopi, mentre è più difficile sia una corretta interpretazione dei ruoli di ciascuno all’interno dell’organizzazione dell’associazione, sia un aggiornamento nella modalità della nostra azione. La prima indagine coinvolge una caratteristica della natura umana che è quella di cercare di soddi- sfare il bisogno di primeggiare all’interno di un gruppo, conquistare posizioni di prestigio ed ottenere dagli altri il riconoscimento delle proprie qualità. E’ questo un bisogno che è senz’altro lecito soddisfare e che concorre alla crescita individuale, che è peraltro enunciata nel precetto del nostro codice etico che invita a perseguire il successo. Ma è necessario che questo legittimo desiderio, che è foriero anche di crescita del gruppo, non si trasformi in bramosia di potere e di prevaricazione, peggio ancora se finalizzato al perseguimento di interessi personali non coincidenti con quelli generali. Ed allora si è ribadito che la nostra struttura organizzativa, che è formalmente di vertice, non attribuisce ai vari ruoli poteri di nessun genere ma solo funzioni e conseguenti maggiori responsabilità e, in ogni caso, è fondata su una reale partecipazione democratica di tutti i soci. Tale corretta impostazione dell’organizzazione determina anche maggiore credibilità e prestigio all’esterno della Associazione e di chi nel tempo la rappresenta e consente un più efficace rapporto con le istituzioni, le altre associazione di servizio e la comunità in genere. E così è stato introdotto l’altro tema di discussione sulle modifiche da apportare alla nostra azione umanitaria e sociale nel quale si è ritenuto indispensabile: non delegare alcun intervento ad altre associazioni, limitandosi a raccogliere fondi; operare una maggiore coralità negli interventi umanitari anche attraverso il controllo delle numerose ONLUS, che operano sotto l’egida Lions; esercitare con determinazione le funzioni garantite dall’art.118 della Carta costituzionale, instaurando un proficuo dialogo con tutti le istituzioni e gli enti territoriali per comuni iniziative umanitarie e sociali; svolgere, in uno stretto rapporto con il mondo della scuola, le iniziative culturali necessarie per diffondere la cultura della pace e del dialogo multietnico al fine di costruire la società del domani, più giusta in cui vengano salvaguardati il diritto alla dignità ed alla libertà di ogni persona. E’ questo il messaggio forte e chiaro che proviene dai Lions italiani e che spero possa trovare, nell’interesse di tutti, la sua concreta realizzazione. Congresso Nazionale L’incontro di Montecatini Terme Dott.ssa Patrizia Baccari Bruno In un festoso clima di amicizia e di grande spirito lionistico i Lions del Distretto 108YA, unitamente al Governatore Avv. Vittorio Del Vecchio, si sono ritrovati numerosi al 58° Congresso Nazionale a Montecatini Terme dal 21 al 23 Maggio 2010. L’occasione è stata utile per ritrovare e salutare i tanti amici del Multidistretto con i quali sono state condivise opinioni, attività e progetti in vista del prossimo anno sociale. Il folto gruppo distrettuale ha visto la partecipazione del Prof. Avv. Ermanno Bocchini, Direttore Scientifico del Centro Internazionale di Ricerche “Cittadinanza Umanitaria”, del Vice Governatore Dott. Emilio Cirillo e dei Past Governatori Bruno Cavaliere e Ciro Burattino. I lavori del Congresso hanno visto protagonista l’Avv. Ermanno Bocchini che ha richiamato l’attenzione del Multidistretto sul Tema della Cittadinanza Umanitaria, considerando quanto sia necessario adottare una nuova concezione di aiuti umanitari nei confronti dei fratelli africani. La tematica, divenuta di interesse internazionale, ha avuto un forte riscontro nella grande affluenza di amici Lions del Multidistretto registrata presso il gazebo allestito nello stand dei giardini adiacenti al Teatro Verdi. Il gazebo, strutturato di un impianto audiovisivo, ha consentito di illustrare ai visitatori tutti gli aspetti del tema con filmati e materiale cartaceo. Nella bella cornice dei giardini di Montecatini dove hanno trovato posto i gazebi dei Services più importanti del Multidistretto come quello dei Cani Guida, dei Lions italiani contro le malattie killer, dei Lions Open Val di Fiemme, dei Bambini nel Bisogno – Burkina Faso, dell’Europa Forum Bologna 2010, del Libro Contro la Fame Pro Sri Lanka, non poteva mancare il gazebo della bellissima e straordinaria tematica della Cittadinanza Umanitaria che fa tanto onore al nostro Distretto e che ha offerto a quest’ultimo un ruolo di protagonista nel contesto generale. Giornate bellissime sotto l’aspetto lionistico favorite da tiepide giornate primaverili che hanno consentito ai tanti partecipanti di godere la bellezza degli splendidi viali di Montecatini e l’ottima organizzazione predisposta dall’amministrazione comunale, che, tramite il primo cittadino, ha espresso apprezzamento per il lavoro e l‘opera meritoria dei Lions. CONGRESSO NAZIONALE Resp.”Humanitarian Citizenship” 8° Circ 13 I dati del Workshop curato dal Centro Studi sull’ Associazionismo Produzione di capitale sociale, approfondimento e sviluppo del processo identitario per superare il disorientamento e l’insoddisfazione Prof. Nicolino Aiello L A V OC E D EI LIONS Segretario Cenro Studi 14 Il cammino non esiste, ma si costruisce camminando” (E. Morin) Giovedì 22 aprile 2010, con inizio alle ore 16.00, presso il Palazzo dei Congressi dell’Interporto di Nola, si è tenuto il Workshop sul Tema “L’identità associativa- I punti di forza e di debolezza del Lions Club”, organizzato dal Centro Sudi sull’AssociazionismoDistretto 108YA, con la collaborazione del Lions Club San Giorgio a Cremano Host per illustrare e discutere i dati dell’inchiesta campionaria condotta dal Centro Studi in collaborazione con la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi Federico II di Napoli tra i Soci Lions del Distretto 108Ya. Il disegno strategico della ricerca era rivolto a verificare in che modo ed in quale misura un’organizzazione sociale e privata, come il Lions Club, fosse in grado di produrre quella risorsa fondamentale che è la linfa vitale di qualsiasi associazione e che è definita dai sociologi “Capitale Sociale”. Dopo i saluti di rito dell’Avvocato Vittorio del Vecchio, Governatore del Distretto 108YA, del Lion Antonio Sticco, L.C. San Giorgio a Cremano Host, amabilissimo ospite ed organizzatore dell’evento e del Lion Franco Lanza, Direttore del Centro studi, la Dott.ssa Michela Forgione, sociologa dell’Università “Federico II” e curatrice della ricerca, ha svolto un’ampia relazione sul tema. Ha spiegato quale sia stato l’impianto metodologico e scientifico della ricerca, gli obiettivi (processo identitario e senso di appartenenza), il disegno articolato e le strategie impiegate che hanno prodotto gli indici di riferimento dell’indagine. Ha, poi, fornito un’analisi approfondita dei dati acquisiti, tramite un questionario semistrutturato, somministrato a tutti gli associati del Distretto. Il metodo d’indagine, condotto con rigore scientifico, ha mirato a “misurare” il senso di appartenenza dei lions intervistati. Questa è intesa come consapevolezza della propria identità che si costruisce e si defini- ma non a cooperare in maniera qualunque, bensì a cooperare in termini di reciprocità, non come scambio utilitaristico di equivalenti, ma come scambio simbolico. I Soci che piuttosto che produrre C.S. lo consumano, impediscono al Club di consolidare reti relazionali trasversali capaci di produrre ricchezza sociale. Viene denunciato un elevato grado di insoddisfazione, in quanto le aspettative non vengono appagate dal Club. Continuano ad essere condivisi i principi ispiratori, ma si denuncia una scarsa applicazione di proposte e progetti. Altro punto di debolezza è la scarsa comunicabilità tra i soci del Club e tra i vari Clubs del Distretto. Esiste, tuttavia, una diffusa volontà di riscatto da parte dei soci, specie di quelli più anziani che desiderano ritrovare la Mission. È, infine, necessario che aumenti non solo la rete di reciprocità e fiducia all’interno, ma che la relazione associativa si proponga sempre più all’esterno come impegno civico verso la comunità civile di appartenenza. A conclusione dell’interessante trattazione, la relatrice ha fatto rilevare come l’indagine benché limitata nel numero di chi ha risposto al questionario, per l’omogeneità dei dati costituisce campione rappresentativo dell’universo preso in considerazione. Ha auspicato che l’indagine possa essere condotta su più vasta scala ed integrata con la realizzazione di focus group che permettano la formulazione di un’interpretazione generalizzabile a situazioni e contesti allargati tali da contribuire in maniera veramente incisiva al rilancio del Lions Club. Ha fatto seguito una nutrita serie d’interventi miranti ad avere maggiori chiarimenti sulle criticità rilevate. In ciascuno è affiorata l’esigenza di intraprendere nuove vie atte a superare le difficoltà d’interrelazione e di comunicazione, sia all’interno del Club sia all’esterno versi gli altri Clubs e la comunità di appartenenza. Ha concluso i lavori il Governatore Avv. Vittorio Del Vecchio, nella sua qualità di Presidente del Centro Studi, che ha ringraziato la Prof.ssa Forgione per il lavoro svolto e la serietà della collaborazione espressa ed ha sottolineato l’importanza del Centro Studi per lo sviluppo ed il miglioramento della vita associativa. Congratulandosi e incoraggiando il Direttore e tutti i Componenti a proseguire nell’eccellente lavoro fin qui svolto, ha proposto che quanto emerso nel corso dell’inchiesta campionaria costituisca materia di un chaier da pubblicare a cura del Distretto, sulla rivista “108ya”. LA VOCE DEI LIONS sce a partire dall’IO, ma si esplica in relazione all’ambiente. Senso di appartenenza significa sentirsi parte di un gruppo, condividendo con gli altri, comportamenti, modi di pensare e atteggiamenti. Tutto ciò permette il passaggio dall’IO al NOI, riconoscendosi membri di un gruppo che ha una sua identità. È il “Capitale Sociale Associativo” che consente il passaggio dallo IO al NOI e che ci offre un quadro teorico di riferimento basato su un tessuto di relazioni. Due sono le dimensioni individuabili nel Capitale Sociale: quella della fiducia e quella dell’aiuto reciproco o di reciprocità. Da queste derivano due importanti funzioni del capitale sociale (C.S.) che sono state oggetto di indagine: la funzione “Bonding” che rappresenta il collante che unisce al suo interno il gruppo tra individui che condividono una medesima appartenenza o “membership” e la funzione “Bridging” che rappresenta l’insieme delle relazioni sociali verso l’esterno. Dalle premesse enunciate ne consegue un discorso incentrato su tre dimensioni di contenuto di Cap. Soc.: - 1) Identità dei partecipanti - 2) fiducia interpersonale – 3) rapporti di solidarietà e di reciprocità. Sono presenti all’interno del Club queste tre dimensioni? E in che misura? L’indagine condotta ha gettato una nuova luce sui punti di forza e di debolezza del Club, individuando il senso di appartenenza, le dinamiche di partecipazione, ma anche di disorientamento e di abbandono. Lo scopo è stato quello di migliorare l’efficacia del sistema per indirizzarlo alla produzione del capitale sociale che non può essere assunto come sinonimo di associazione, poiché questa può avere o produrre più o meno C. S. oppure non produrlo e consumarlo. È il caso della realtà associativa emersa dall’inchiesta che evidenzia nei Club del Distretto una prevalenza più del consumo che della produzione di capitale sociale. Il processo identitario non è sempre bene acquisito e, quindi, insoddisfacente è il senso di appartenenza. Si denota, piuttosto, un certo disorientamento dei soci da cui scaturisce un modesto stimolo alla partecipazione attiva. È necessario ricuperare il concetto d’identità di gruppo in cui ciascuno ritrovi se stesso negli altri. In tal modo si evita “il sentirsi solo”. Il capitale sociale nasce dalla fiducia dell’IO nei confronti del NOI che assume la dimensione dell’aiuto reciproco, della collaborazione e della fiducia. Esso è allora una relazione di fiducia, ma non una fiducia qualunque, bensì una fiducia che induce a cooperare, 15 L’Abbazia benedettina di Cava dei Tirreni Avv. Francesco Accarino L A V OC E D EI LIONS Coordinatore delle attività di servizio nelle Circoscrizioni 1. L’Abbazia benedettina di Cava dei Tirreni esprime molto bene la sintesi dell’esperienza che i popoli del mediterraneo hanno vissuto e vivono, collegati dalle vie del mare, lungo percorsi che hanno collegato non solo gli uomini, ma anche le loro idee, le loro religioni, i loro sentimenti e le loro merci. Nella Badia di Cava è stata coltivata, nei secoli, anzitutto, l’esperienza religiosa. Ma obbedendo alla regola di san Benedetto, di pregare e lavorare, è stata coltivata anche l’opera letteraria: dapprima con la riproduzione dei testi antichi, latini e greci; poi con la raccolta dei documenti, pergamene, codici, incunaboli, mappe; infine con l’archiviazione e la creazione della biblioteca. E’ qui rappresentato il fenomeno del monachesimo europeo, unito alla custodia e testimonianza storica degli atti greci e romani e degli scritti di epoca medioevale. Un importante contributo alla unificazione della lingua è derivato da tale attività e dal collegamento tra le varie comunità monastiche appartenenti alla congregazione Cassinese di Padova, alla quale l’abbazia di Cava aderì nel 1497. 2. L’Abbazia è chiamata della SS. Trinità o anche della Cava, perché costruita, in origine, nella cavea o grotta Arsicia. La grotta è l’espressione del Cristianesimo dei primi secoli che si realizza nella forma eremitica, che, più di ogni altra, favorisce, attraverso la preghiera e la riflessione, il contatto con Dio1. L’aggregazione monastica nelle grotte della penisola amalfitana2 fu molto diffusa a partire dal IV – V secolo: i monaci sfuggirono alle lotte iconoclastiche e cercarono luoghi tranquilli e tutelati, come le terre dominate dai longobardi. Questi luoghi furono scelti non solo per motivi di sicurezza, ma anche perché il territorio amalfitano, anche costiero, ricorda la Grecia, con stile di vita simili. 3. In Europa San Benedetto da Norcia (480-543) dette al monachesimo (del cristianesimo cattolico) la sua particolare fisionomia, costruttiva, operosa. A cominciare dal monastero di Montecassino, il più importante centro monastico dell’Occidente, mentre in tutto il mondo circostante infuriava la tempesta barbarica, i monasteri benedettini crearono un tessuto sociale fondato sul principio cristiano della solidarietà collettiva. I monaci coltivavano le terre circostanti al monastero, o le facevano coltivare dai propri coloni, difendendole dall’abbandono. Attorno a loro, si raggruppano in cerca di protezione famiglie coloniche, che trovano rifugio all’ombra del convento. Il monastero diventò, così, il centro di un piccolo mondo economico auto-sufficiente, che produceva, al suo interno, quanto era necessario alla sua esistenza. Il sovrappiù della produzione veniva venduto; così, attorno al convento sorgeva anche un centro di scambi commerciali, un mercato, una fiera. Nel corso dell’VIII secolo si ebbe nell’economia dell’Italia longobarda un'accentuata tendenza alla formazione di immense proprietà fondiarie, concentrate 1 -La vita ascetica nasce in Egitto e si diffonde in Siria e Palestina ove si istituisce la laura (cammino, strada, poi quartiere, gruppo di capanne, grotte scavate nel terreno o nella roccia, spesso naturali ma con una chiesa in comune). 2 - Cava dei Tirreni confina con i Comuni di Tramonti e Vietri sul Mare: questt’ultimo, fino al 1806, fu una delle frazioni di Cava. 16 devano a riversare altrettanto tempestivamente sul monastero donazioni, cessioni di diritti, privilegi, immunità, gioielli, oggetti di valore, oggetti di consumo, soldi, fino alle più modeste offerte di un cero, di un volatile o di una piccola elemosina. Testamenti privati e atti di sovrani, documenti familiari e individuali e addirittura contratti e transazioni mercantili recavano disposizioni pro anima, che concorrevano ad infittire gli archivi del monastero e a farne un deposito documentario a volte di una ricchezza sconcertante e, comunque destinato a durare nel tempo e a costituire una formidabile base dell’erudizione e della storiografia moderna. Il monastero diventava, così, un ente dalla fisionomia molto complessa, ente religioso ed ente civile, centro di forza e di potenza morale ed ecclesiastica e centro di forza e di potenza politica e sociale, azienda economica e istituto culturale, committente e collezionista di opere d’arte e promotore di culti e di devozioni, proprietario di terre e feudatario, luogo mistico di pellegrinaggio e luogo profano di amministrazione ... L’intera storia civile del territorio in cui era incardinato ne veniva a risentire. Ne risentiva spesso una storia di ben più vasto ambito: la storia dei maggiori aspetti della vita politica e religiosa, culturale e artistica del tempo. E anche quando, mutate le condizioni generali della società, il ruolo del monastero veniva più o meno fortemente a trasformarsi; anche quando, in presenza di una diversa atmosfera civile e culturale, altre forze ed altri centri soppiantavano quelli che nei secoli precedenti avevano recitato una parte storica così importante, anche allora il monastero rimaneva una capitale morale e sociale di grande rilievo, un riferimento pre- L A V OC E D EI LIONS nelle mani dei grandi signori laici o delle chiese. Parte cospicua di questa concentrazione della proprietà andò a vantaggio dei grandi monasteri benedettini, accrescendone l’importanza. In linea di principio, almeno, i beni degli enti religiosi erano inalienabili e gli abati dei monasteri erano spesso amministratori più capaci dei primitivi signori longobardi. Ciò condusse alla diffusione di nuovi sistemi di conduzione dei fondi, che molto giovarono alla graduale ricostruzione della ricchezza fondiaria. Tra questi da citare i contratti di livello (libellum sul quale stavano scritti i patti del contratto), per cui un fondo veniva ceduto in uso ad un coltivatore, in cambio di un canone, per lo più in natura, o quelli di enfiteusi, per cui un fondo era ceduto per lunghissimo tempo ad un minimo canone annuale, a patto che il coltivatore vi introducesse delle migliorie. Così al cupo spopolamento dei secoli precedenti cominciò a subentrare una maggiore densità di coltivatori nelle campagne, unita ad una rinascita delle colture specializzate, come quella della vite e dell’olivo, in luogo del pascolo e della cerealicoltura estensiva. In un’età di sovrani sovente analfabeti e di pauroso regresso della civiltà verso i limiti inferiori della primitività, nei monasteri benedettini gli amanuensi infaticabili, negli scriptoria, continuavano a copiare le opere degli scrittori antichi, cristiani e pagani. Convivevano, quindi, pacificamente, insieme attingevano alla fonte antica della civiltà, del sapere della mitezza dei costumi, Romani e Barbari, affratellati dalla comune fede, dalla comune obbedienza alla Regola: ora et labora. I grandi monasteri benedettini rimasero, per tutto il Medioevo, come centri di luce in mezzo alla tenebra circostante. 4. “Le storie dei grandi centri monastici si rassomigliano, almeno per quanto ne riguarda la fondazione e i primi avvii. Una santa ispirazione guida una o più anime elette a cercare la sede di una vita cristianamente devota in luogo isolato, senza precedenti apprezzabili di dimora e di attività umana, lontano dai centri abitati del tempo. La natura intorno è, per lo più, selvaggia, se non proprio ostile: aride rocce, zone paludose, gelidi anfratti ... Il fondatore o i fondatori vi si installano, soli o con un piccolissimo drappello. Dai luoghi vicini e, ben presto, anche da molto lontano accorre una massa crescente di fedeli a godere i benefici della sacralità acquisita e dimostrata dal nuovo cenobio: miracoli, grazie, indulgenze pentimenti riabilitazioni, preghiere, assoluzioni devozioni, cerimonie rituali, feste. In corrispettivo fedeli vicini e lontani, umili e potenti, poveri e ricchi sud diti e sovrani, nobili e plebei, comunità e città pren- 17 LA LA V OC E D EI LIO N S zioso e primario della vita del territorio e, insieme, un riferimento importante della Chiesa e dello Stato. Questa storia è anche quella della Badia di Cava dei Tirreni: uno dei grandi centri monastici e religiosi del Mezzogiorno d’Italia, di un rilievo non inferiore, nelle sue componenti effettive se non nell’apparenza esterna, ad un centro illustre del monachesimo europeo, quale è il glorioso Montecassino. Di quest’ultimo Cava ripeteva la matrice benedettina, ma nell’atmosfera della riforma gregoriana”3. Già nel 1050, i principi di Salerno Guaimario III e Guaimario IV concessero in proprietà al monastero, ormai in piena efficienza, la fascia terriera comprendente la Grotta Arsicia e l'ampia zona sovrastante su cui poi sorse l'attuale Corpo di Cava. Anche qui “Come a Cassino, la potestas vescovile dell’abate, la sua figura di feudatario, i rapporti con le terre del suo patrimonio e con le loro universitates o municipalità, l’attività commerciale esercitata anche per mare e vari altri fattori hanno configurato una struttura di una complessità singolare. La stessa geografia del patrimonio e delle fondazioni o annessioni cavensi l’idea di una variante assai originale e, insieme, assai fedele del modulo o, almeno, dell’esperienza cassinese rispetto ad altre esperienze dell’Ordo Sacer Benedictinus nel Mezzogiorno d’Italia e fuori di esso, che pure, presentano tanti titoli di schietto stampo benedettino”4. 5. Nell’alto medioevo la biblioteca di Cava rispose perfettamente alla tipologia dell’epoca, rivestendo il duplice carattere di luogo di conservazione dei manoscritti, ma anche di produzione degli stessi, e assumendo in forme sempre più caratterizzate l’aspetto di archivio dei documenti della Badia, cui la biblioteca apparteneva. A Cava bisognerà aspettare il XVI secolo perché la biblioteca abbia uno spazio, fisico oltre che mentale, suo proprio, separandosi dall’archivio; fino a quel momento i due termini coincidono, rispondendo alla duplice connotazione di luogo preposto alla conservazione sia di libri che di documenti. Non si può infatti parlare nel medioevo di biblioteca come istituzione autonomamente funzionante, ma come proprietà di una comunità ecclesiastica, utile per lo svolgersi delle funzioni religiose e mezzo per la didattica sia dei monaci che dei novizi. Il collegamento diretto della biblioteca, da una parte, con lo scrittorio, dall’altra, con I’archivio era sintomo di una concezione complessiva della cultura scritta propria dell’intellettuale ecclesiastico altomedievale, secondo cui il leggere e lo scrivere erano concepiti come attività strettamente connesse e libro e documento appartenevano alla medesima sfera complessiva della scrittura ... » A Cava la storia della biblioteca coincide con quella dell’Abbazia. Se pure in forme indipendenti durante il periodo della congregazione detta cavense (1011 1497), poi legata a quella cassinense di Santa Giustina di Padova (1497-1875), l’Abbazia della SS. Trinità mantiene un rapporto con Cluny. Le fonti letterarie riscontrate nei codici della biblioteca permettono di individuare un legame con gli aspetti della devozione benedettina, che richiamano l’attenzione ancora una volta sulla necessità implicita nella Regola di una biblioteca funzionale alla principale esigenza del monaco, la ricerca di Dio da perpetrare anche attraverso le lettere il quaerere Deum. In questo contesto va considerata la produzione dei sermonari e dei testi di natura giuridica, tipologie che ben documentano la realizzazione letteraria di alcune categorie della cultura medievale e che sono rappresentate nel catalogo della biblioteca di Cava da numerose opere numericamente rilevanti, che sta a significare l’intreccio che connota la produzione medievale, in cui filosofia, morale, diritto e legislazione non sono nettamente scindibili, ma costituiscono un sistema in cui le parti, non sempre fuse in armonia, interagiscono attivamente, testimoniando il perdurare delle componenti medievali ancora nelle edizioni di fine Quattrocento5. 6. Di fronte ad una produzione libraria che procedeva a ritmi impensati, la costituzione di una biblioteca nel XVI secolo presentava degli aspetti totalmente sconosciuti ai monaci del Medio Evo: essa si poneva come una struttura moderna, con problemi di organizzazione e di controllo, di scelte inevitabili per le quali non erano più sufficienti i criteri elaborati per la formazione delle biblioteche di manoscritti. 3 - (Giuseppe Galasso da “la Badia di Cava dei Tirreni ed. Di Mauro 1990) 4 - Galasso, op. cit. 5 - (Ambra E. e Cacciappuoti F. in “La Badia di Cava de’ Tirreni ed. Di Mauro 1990) 18 In questo panorama si inserisce con sempre maggior forza il fenomeno del volgarizzamento delle lingue classiche, latino e greco, proponendo al pubblico dei lettori testi prodotti dall’editoria Quattrocen-tesca esclusivamente in lingua originale. Così accanto alla tradizionale preponderanza di scritti teologici in latino, nel catalogo della biblioteca di Cava figura un certo numero dì opere in volgare, non solo volgarizzamenti di autori classici. Si attuò, in tal modo, il contributo alla omogeneizzazione della lingua volgare, che la filologia italiana riconosce all’opera paziente e secolare dei monaci benedettini. 7. L’archivio della Badia è molto importante. Nelle due elegantissime sale della fine del secolo diciottesimo sono contenuti preziosi manoscritti pergamenacei e cartacei, più di quindicimila pergamene, di cui la più antica è del 792 d. c., e un considerevole numero di documenti cartacei. Ciò ha richiamato l'attenzione di numerosi studiosi provenienti da ogni parte. Dei codici (manoscritti in pergamena) esiste un catalogo completo a stampa ancora disponibile; presto sarà approntato anche il catalogo dei manoscritti cartacei. Tra i codici più famosi ricordiamo la Bibbia visigotica del secolo IX, il Codex Legum Longobardorum (Codice di leggi longobarde) del secolo XI, le Etymologiae di Isidoro del secolo VIII e il De Temporibus del Ven. Beda del secolo XI, ai cui margini i monaci annotarono gli avvenimenti più importanti della badia e del mondo contemporaneo. Tali note marginali costituiscono gli Annales Cavenses più volte pubblicati. Quanto alle pergamene, i documenti privati sono ordinati in ordine cronologico e sistemati nella sala diplomatica in arche di cui ciascuna contiene 120 pergamene. I documenti pubblici (bolle papali o vescovili, diplomi di imperatori, re e signori feudali) si trovano invece nell’arca magna in numero di oltre settecento, ordinati anche essi cronologicamente. La consultazione è resa facile agli studiosi da un Regestum Pergamenarum, manoscritto di otto volumi in folio compilato da monaci nel secolo scorso. Vi si trova il riassunto di tutte le pergamene con l’indicazione dell’arca in cui sono contenute. I documenti già pubblicati nel Codex Diplomaticus Cavensis appartengono agli anni 792-1080 e sono 1669. La Biblioteca della Badia possiede oltre 40.000 volumi con numerosi incunaboli e importanti cinquecentine. I volumi sono catalogati e sistemati in tre sale. Le scienze più rappresentate sono la Patristica, la Teologia, il Diritto e, soprattutto, la storia. Un catalogo per autori ne facilita la consultazione. L A V OC E D EI LIONS E’ in questo momento che anche la biblioteca di Cava abbandona la sua connotazione antica, collegata da un lato con lo scrittori, dall’altro con l’archivio e strutturata rigorosamente su una testualità in lingua latina Le linee della sua formazione coincidono cronologicamente con quelle di un panorama editoriale affollato e complesso che con il passare degli anni diventa più ricco, ma anche più sensibile ai grossi avvenimenti storici e culturali del secolo. Nel catalogo della biblioteca di Cava questo fenomeno si evidenzia con chiarezza, determinando la rottura di quella omogeneità linguistica che aveva caratterizzato il modello delle biblioteche ecclesiastiche per tutto il Medio Evo e lo stesso Umanesimo 126 Presentandosi, infatti, con un repertorio bilingue, in latino e volgare, nel quale man mano che ci si inoltra nel secolo sempre più consistente diviene la presenza dei testi in volgare, esso mostra come, anche in un settore monastico, il primato della tradizione latina non sia più assoluto. Il processo è lento ma sicuro: se nella fase umanistica, in cui il rapporto con il testo riguarda rigorosamente questioni filologiche di autenticità e recupero testuali, poteva prender corpo il progetto di pubblicare non più solo traduzioni e commenti, ma testi greci e latini, già dall’inizio del secolo l’orientamento di tipografi e editori muta sensibilmente. A metà Cinquecento, il processo di affermazione del volgare come sistema linguistico autonomo e di comunicazione può dirsi compiuto: «Nel 1545 questa riforma costituzionale di decisiva importanza era già stata pienamente applicata in Italia » Da ciò consegue un ridimensionamento delle stampe di testi classici, che restano appannaggio di vecchie aziende editoriali, destinate ad un circuito « colto » ma ristretto, limitato al clero, agli scrittori neolatini, agli studenti. 19 “Centro Internazionale lions di ricerche sulla Cittadinanza Umanitaria” Napoli stelle luci Dott. Renato Rivieccio LA LA V OC E D EI LIO N S Coordinatore Distrettuale del Centro di Ricerche 20 La parola d’ordine è ormai investire tutte le nostre gio prescelto nello Stato africano del “Mali” permetazioni in favore di un nuovo modello di solidarietà, tendo un primo sviluppo economico-sociale in loco, quale quello portato avanti dal “Centro Internazionale grazie ad una nuova forma di sostegno meglio definita di Ricerche sulla Cittadinanza umanitaria”, fortissimacome “investimento umanitario”, in luogo del tradiziomente voluto dal Direttore Scientifico del Centro, nale aiuto umanitario o beneficenza. l’Immediato Past Direttore Internazionale Ermanno In cosa consiste questa nuova solidarietà è presto Bocchini. detto : è noto che gli aiuti intesi come “beneficenza” Ecco che quindi il giorno 22 marzo presso il Teatro non hanno mai risolto il problema della fame nel Acacia di Napoli tanti noti artisti napoletani, tra cui mondo, costringendo anzi i destinatari a dover nuovaValentina Stella, Vittorio Marsiglia, Pino De mente tendere la mano per chiedere aiuto. Ciò Maio, Marco Zurzolo, Lorenzo Hengeller e altri perché la beneficenza , così come sostenuto hanno voluto offrire gratuitamente la loro arte anche dagli esperti delle Nazioni Unite, curanin favore del Centro. do l’effetto e non la causa, non può essere conEmotivamente coinvolti dalle finalità del siderata “risolutiva”. Centro Lions, che, attraverso i suoi Laboratori Ecco che allora i Lions, attraverso una TEATRO ACACIA sta realizzando il “Progetto Africa”, hanno nuova forma di aiuto, hanno inteso rimediare a immediatamente aderito all’invito della regista tale criticità favorendo una autonoma forma di dello spettacolo “Livia Vittoria”, regalando al sviluppo delle popolazioni povere. numeroso pubblico il godibile spettacolo Mediante il ricorso alle professionalità dei “NapoliStelleluci”. soci, l’”Associazione” collaborerà affinché il Alla rappresentazione, promossa dal club villaggio prescelto si doti di tutte quelle infraNapoli Chiaja, coadiuvato da tutti i clubs della I e II strutture che consentono una prima trasformazione Circoscrizione, erano presenti i Past Governatori delle abbondanti materie prime disponibili (latte, Bocchini, Ginolfi e Lomonte, nonché numerosi Officer pomodori, ecc.) in prodotti alimentari (formaggi e conDistrettuali e Circoscrizionali. serve alimentari), ai fini di una loro commercializzazioIl ricavato che, al netto delle spese, è risultato di ne. In tal modo sarà possibile per tali popolazioni reacirca 12.000 euro (!), è andato interamente in favore lizzare quei primi proventi che concorrono ad innescadel “Centro di Ricerche” e più segnatamente per il re l’avvio di un processo di sviluppo. “Progetto Africa”. Di qui il motto coniato, che leggeremo sempre più Attraverso questo progetto, i Lions contano di aiuspesso in occasione degli eventi dedicati allo scopo , tare concretamente la popolazione di un piccolo villag“Aiutiamoli oggi a non chiedere aiuto domani” THE INTERNA INTERNATIONAL TERNA ATIONAL T ASSOCIA ASSOCIATION ATION T OF LIONS CL CLUBS UBS DISTRETTO DISTRET TO 108 Y YA A - IT ITALY TAL ALY AY G Governatore: overnatore: avv. avv. Vittorio Vittorio Del Del Vecchio Vecchio “Passione, “P assionee, pr progettualità rogettualità ed azione a servizio servizio dell’umanità” dell’umanità” ANNO SOCIALE 2009/2010 IL CL UB NAPOLI CHIA JA E CLUB CHIAJA I CLUBS CLUBS DELLA PRIM A E SEC ONDA CIR COSCRIZIONE PRIMA SECONDA CIRCOSCRIZIONE TA ARLA A HANNO IL PIACERE PIACERE DI INVIT INVITARLA Napoli 22 Marzo 2010 ore 20,30 ON LA P ARTECIPAZIONE DI NOTI NOTI ARTISTI SPE SPETTACOLO T TACOLO C CON PARTECIPAZIONE ARTISTI NAPOLETANI NAPOLETANI A A FFAVORE AV VORE DEL CENTRO INTERNAZIONALE LIONS DI RICERCHE RICERCHE SULLA CITTADINANZA CIT TA ADINANZA UMANITARIA UMANITTA ARIA CENTRO cconduce onduce VIT VITTORIO TORIO M MARSIGLIA ARSIGLIA Progetto SriLanka” La fame nel mondo: un gesto di solidarietà Dott.ssa Maria Antonucci La solidarietà è lo spirito Lions, due importanti eventi hanno testimoniato l’impegno a favore dei più deboli della VII Circoscrizione, per il primo, e dei clubs Lions Napoli Host, Salerno Host e Salerno Duomo, per il secondo evento. Il 24 marzo al Casino Sociale di Salerno la coordinatrice animatrice della serata Annamaria Pizzolla D’Amato ha consegnato un assegno per sostenere i progetti “La fame nel mondo - Progetto SriLanka” ed “Ogni uomo ha diritto ad un tetto”. L’assegno frutto della raccolta e dell’impegno Lions. La VII Circoscrizione ha fatto nascere il “Villaggio Salerno” e Padre Gianni Di Gennaro ha avuto bellissime parole:... “il destino di ciascuno di noi è il destino degli altri, ed il destino degli altri è quello di ciacuno di noi, voi Lions non parlate di speranza ma vi fate speranza per l’altro che non vive più tale dimensione. Grazie perché la vostra realtà lavora come come corpo distribuendo la ricchezza. Le case costruite per gli ammalati di TBC e lebbra ad Alleppey offrono migliori condizioni di vita ed ambienti più sani.” Il dottor Agostino Laruffa ha poi illustrato l’impegno per approntare un progetto alimentare per la popolazione dello Sri-Lanka. Migliorare lo stato nutrizionale di donne e bambini (sono state acquistate macchine per la formulazione alimentare a base di soia, latte, mais, vitamine e sali minerali), attuare un processo di scolarizzazione, educazione sanitaria. Perché proprio lo Sri-Lanka? Dagli studi il popolo di tale nazione è il più povero del mondo. La cerimoniera Graziella Russomando è stata particolarmente abile e di grande maestria quando il governatore avv. Vittorio Del Vecchio ha detto: “ Snelliamo il cerimoniale, siamo qui per servire “WE SERVE” e non su un piedistallo, questo è il nostro spirito”. Ancora all’insegna della solidarietà il service del 13 aprile svoltosi al palazzo di Città “Benessere dell’immigrazione” un altro evento che vede tre clubs Lion schierati a favore dell’accoglienza: il Lions Club Salerno Host, il Napoli Host e Salerno Duomo. Il primo intervento dell’avv. Manlio Pennino, oltre ad evidenziare gli aspetti giuridici e sociali dell’immigrazione, ci ha ricordato che anche noi siamo un popolo nato dall’emigra- zione e che a sua volta è emigrato. «Emigrare significa essenzialmente perdere l’involucro identitario costituito da luoghi, odori, colori, suoni, contatti originari». Dalla frase dello psicoterapeuta Tobias Nathan è partito poi l’intervento di Mario Capunzo, che ha reso noti alcuni dati sullo stato di salute degli immigrati che arrivano in Italia: «L’immigrato non è fonte di malattie esotiche - ha spiegato - ma da alcune ricerche fatte dalla Caritas risulta che il 99% degli immigrati arriva qui sano e si ammala dopo sei mesi o un anno di permanenza in Italia. Le patologie più frequenti sono quelle da degrado e quelle tipiche della povertá». Durante la serata è stato anche presentato da Gianluca De Martino, il cortometraggio “Piccoli passi” ad opera della Rete dei giovani per Salerno. Hanno preso parte anche il prefetto Sabatino Marchione e il questore Vincenzo Roca, che hanno testimoniato il loro incessante lavoro sul territorio per la tutela dell’individuo di qualunque nazionalità egli sia. Ancora una volta ha concluso il dibattito il nostro governatore avv. Vittorio Del Vecchio, che ha avuto parole di grande umanità per gli immigrati ed ha testimoniato l’impegno Lions perché cresca la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione. Questi due eventi mostrano un dato importante del lavoro di tutti i Lions, aiutare i popoli in difficoltà direttamente nel loro territorio per migliorare le loro abitudini di vita ed evitare che lascino i loro luoghi per cercare un futuro migliore, e contemporaneamente accogliere nel rispetto di chi è costretto ad emigrare. LA LA V OC E D EI LIO N S Lions Club Salerno Duomo 21 Corso di formazione al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino Primo soccorso cardiorianimatorio con l’uso del defibrillatore Dott Maurizio Santomauro LA LA V OC E D EI LIO N S Coordinatore Distrettuale Lions 22 Il 18 Maggio si è svolto ad Avellino per il Comando Provinciale della Guardia di Finanza un corso di formazione al primo soccorso cardiorianimatorio con l’uso del defibrillatore. La giornata interamente dedicata alle tematiche della rianimazione cardio-polmonare per la formazione del personale non sanitario della Guardia di Finanza per la collaborazione territoriale al primo soccorso in emergenza con il 118 Soccorso. Si tratta del settimo corso abilitativo sui 7 previsti nelle 3 Regioni del distretto Lions 108YA. L’iniziativa è stata siglata tra il Comandante Interregionale Gen di Divisione Giuseppe Mango e il Direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari dell’Università Federico II Prof Massimo Chiariello. Gli eventi formativi sono stati organizzati con la cooperazione attiva del Centro Formazione della Guardia di Finanza (Coordinati dal Col Amedeo Luciano), del Distretto 108YA della Associazione Lions International (Governatore Avv Vittorio Del Vecchio) e sono stati svolti dalla equipe di istruttori America Heart Association coordinati dal dott Maurizio Santomauro del centro Formazione della Università Federico II. Di buon mattino, all’atto dell’apertura della giornata di studi, la sobria cerimonia d’inaugurazione ha visto la partecipazione del Comandante Provinciale, Col. Mario Imparato, del Presidente della VI Circoscrizione Lions, dr.ssa Maricetta Speranza Sanfilippo del Presidente del Lions Club Avellino Host, Dr. Alessandro Sirignano, ed altri eminenti rappresentanti dei Lions di Avellino . Per un saluto agli illustri docenti ed ai 35 discenti della Guardia di Finanza seduti ai banchi, alla cerimonia è voluto essere presente anche il Presidente dell’Ordine dei Medici, dr. Antonio D’Avanzo. Al Corso di Avellino hanno partecipato oltre 30 agenti della Guardia di Finanza. Perché abilitare la Guardia di Finanza? Nella maggior parte dei casi di arresto cardiaco i tempi per rianimare sono molto brevi (10 minuti al massimo) e non sempre l’ambulanza riesce ad assicurare l’arrivo in tempi cosi stretti. L’iniziativa lodevole della Guardia di Finanza di Avellino servirà proprio a colmare questo problema. Infatti gli agenti abilitati al primo soccorso e all’uso del defibrillatore con la loro presenza sul territorio garantiranno nei casi di emergenza un pronto intervento sul posto in attesa dell’arrivo dell’ambulanza del sistema 118.L’arresto cardiaco improvviso è una delle principali cause di decesso nel mondo: puo’ colpire chiunque, in qualsiasi luogo e in qualunque momento e, solitamente, senza sintomi che lo precedano. Meno del 5% dei soggetti colpiti sopravvive, poiché l’intervento di primo soccorso non giunge in tempo. Effettuare una Rianimazione Cardio-Polmonare nei primissimi minuti dopo l’evento è quindi indispensabile per aumentare notevolmente le possibilità di sopravvivenza. Tutto si gioca sulla variabile tempo ed ecco perché diventano essenziali i programmi di formazione al primo soccorso da aumentare soprattutto nelle aree pubbliche, dove la presenza di persone è piu’ elevata. Tali programmi, propongono la presenza di defibrillatori semiautomatici esterni e la necessaria preparazione di laici e sanitari. Tutto questo servirà a garantire il corretto utilizzo dei defibrillatori in centri commerciali,aeroporti, aziende, centri benessere, centri sportivi, stadi e piscine. La diffusione dell’insegnamento della Rianimazione Cardio Polmonare dovrebbe avvenire anche per le scuole e gli insegnanti. Attualmente in Senato è in discussione un Disegno di legge che prevede l’ampliamento dell’utilizzo dei defibrillatori nelle strutture pubbliche e private. Sulla scia di quanto già si sta facendo negli Stati Uniti bisognerebbe insegnare ai familiari di cardiopatici a rischio, l’uso del defibrillatore e dotarsi del dispositivo in attesa dei primi soccorsi garantiti dal sistema 118. “Le Fonti di energie Alternative” Salvaguardando l’Ambiente miglioriamo la qualità della vita Arch. Ruggero Miglietta “Le fonti di energie Alternative” è il titolo del volume edito dal Distretto 108YA, presentato il 28 aprile ultimo scorso, a Villa Doria d’Angri, sede prestigiosa dell’Università “Parthenope” di Napoli. Il volume, composto da 470 pagine, è il frutto del lavoro di illustri esperti nei vari settori delle energie alternative, con i loro scritti, a titolo gratuito, hanno contribuito alla realizzazione di uno strumento di conoscenza, informazione e divulgazione delle problematiche connesse alla questione energetica legata all’emergenza climatica e ambientale in atto. Il Coordinamento Distrettuale che mi vede responsabile, su proposta del Lions Clubs Napoli Megaride e del Suo Presidente Teodoro Cicala, ha creduto opportuno con la stampa, la presentazione e la distribuzione del volume, realizzare qualcosa che andasse oltre il convegno parlato, lasciando una traccia concreta, utile e visibile, dell’operosità e del lavoro dei Lions. Hanno partecipato, dando un valido aiuto all’organizzazione i Lions Clubs: Camaldoli Terra Mia, Partenope, Capodimonte, Mergellina e Palazzo Reale, con i rispettivi Presidenti: Vincenzo Cavezza, Adriana Daniele, Francesco Violi, Maria Albrizio e Luca Tirone. In sede di presentazione del volume è emerso che i guasti creati al pianeta dall’opera dell’uomo, con l’estrazione del petrolio, con l’immissione nell’atmosfera di vari gas nocivi e quelli provenienti dalla combustione del carbone, dello stesso petrolio e dei suoi derivati, le cosiddette fonti fossili, stanno per diventare, secondo ormai la maggior parte degli scienziati, irreversibili. La richiesta sempre crescente di energia da parte dei Paesi emergenti, e la continua diminuzione della produzione del petrolio, essendo secondo molti esperti in fase calante, avendo raggiunto il picco massimo, sta inducendo le grandi Compagnie alla scoperta di nuovi giacimenti ed al trivellamento indiscriminato di nuovi pozzi: la catastrofe in atto lungo le coste della Louisiana è sotto gli occhi di tutti! Una marea nera grande quasi tutta l’Italia centrale sta creando secondo gli specialisti un disastro ambientale tale che ci vorranno una cinquantina d’anni a cancellarne le tracce. Per l’umanità quindi, l’uso delle fonti di energia alternativa pulita e rinnovabile, non è più un optional ma un obbligo non più procrastinabile. Vittorio Del Vecchio, Governatore del nostro Distretto, e sponsor della pubblicazione, così si esprime nella presentazione a pag. 9 del volume: “..Possiamo affermare, senza tema di smentita, che nella scelta politica delle fonti di energia è in gioco il futuro del nostro pianeta. E’ una scelta difficile perché implica la risoluzione di problemi connessi all’attuale assetto economico mondiale ed al conseguente equilibrio politico tra le varie nazioni…… Il prezioso contributo di conoscenze e di esperienza che fornisce questo volume può essere una guida importante per tutti coloro che hanno, a livello politico, sociale ed economico, la responsabilità delle scelte nel campo dell’uso delle fonti di energia alternative.” Al convegno di presentazione del volume, l’argomento è stato trattato da Filippo De Rossi per la Campania, Michele Cardone per la Basilicata e Franco Carioti per la Calabria. Sincera gratitudine al Lion Adolfo Senatore, studioso ed esperto di “Biodiesel”, che ha coinvolto illustri colleghi docenti presso l’Università Federico II: Domenico Coiro che ha trattato l’energia prodotta dalle correnti marine e fluviali, Maurizio Giugni quella che si può recuperare dai sistemi acquadottistici, Luigi Orefice e Maria Albrizio con i loro originali e interessanti contributi. Molto applauditi sono stati gli interventi di Daniele Fortini, Presidente Nazionale di Federambiente e quello di Francesco Capone, di “Partenope Ambiente” che ha relazionato sulla situazione dei Termovalorizzatori in Campania. Nel volume è stata trattata l’energia geotermica, quella ricavata dalle biomasse e quella prodotta dagli impianti fotovoltaici da Luca Gullotta e completa di analisi costi/benefici, e dettagliatamente analizzate da Fabio Creoli le energie ricavabili dagli impianti miniidroelettrici e dalle coperture fotovoltaiche delle serre. Una sezione importante del volume è stata dedicata all’energia prodotta dal vento, sviluppata dall’esperto in eolica l’ing. Nicola Claudio Cirillo che ha trattato sia la parte degli adempimenti e la normativa per l’autorizzazione degli impianti e sia la valutazione dell’impatto ambientale applicata alla produzione dell’energia Eolica. (Si precisa come errata corrige, chiedendo scusa per l’accaduto, che quest’ultimo capitolo, per un disguido nella trasmissione dei file risulta erroneamente di altro autore). Per un quadro completo sulle fonti energetiche, Renato Sinno ha fornito con rigore scientifico, una personale relazione sull’energia nucleare esprimendo riserve sull’opportunità di sfruttamento. Il testo contiene inoltre un ampio glossario sui termini dell’energia ed un capitolo curato da Amedeo Calenzo, sull’efficienza energetica e su come risparmiare sulla bolletta. Per la completezza dell’opera si sono inseriti due capitoli sulla giurisprudenza relativa alla produzione di energia da fonti alternative: il primo, a cura dell’avv. Stefano Sorgente, fa una panoramica sulla legislazione in atto, il secondo, curato dal magistrato Andrea Penta, contiene una selezione di pronunce giurisprudenziali in tema di diritto sulle energie alternative. Concludo queste note descrittive del lavoro svolto riportando quanto ha scritto Ermanno Bocchini, rappresentante del Lions Clubs International presso il Consiglio d’Europa, nelle Sue note introduttive del volume: “Il pianeta, con tutte le sue fonti energetiche, non appartiene agli uomini, sono gli uomini che appartengono alla Terra. E’ per questo che, anche come Lions, dobbiamo affrontare, con senso dell’equilibrio e dell’impegno critico, la problematica connessa alle energie alternative. E ciò che, con questo libro, i Lions hanno fatto con successo.” LA LA V OC E D EI LIO N S Coordinatore Distrettuale Lions 23 IV Circoscrizione I Lions per la donazione del cordone ombelicale Dott.ssa Paola Capobianco LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Resp. Service “Le cellule staminali da cordone ombelicale”- IV Circ. 24 Il vero significato di “cellula staminale da cordone ombelicale” è sconosciuto alla maggioranza di persone così come lo sono le loro potenziali applicazioni. Attualmente viene loro riconosciuta la capacità di generare numerosi stipiti cellulari normalmente presenti nel sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Di quì il crescente impiego di queste cellule ‘multipotenti’ nella cura di importanti patologie come la leucemia, i linfomi o le talassemie. E sono molti i ricercatori pronti a scommettere che in pochi anni queste cellule staminali saranno utilizzate per la terapia di patologie neurodegenerative o la ricostruzione di tessuti lesi o non più funzionanti. Come emerge dalle premesse, questo argomento riguarda la società civile nella sua globalità e non solo scienziati, politici o comitati etici. Risulta quindi di fondamentale importanza fare chiarezza e coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini in un dibattito sano, al di là delle dispute e delle polemiche che ad oggi imperversano tra le diverse scuole di pensiero. In questo solco si inserisce l’intervento dei ‘Lions’, cittadini per eccellenza, che esaltano le loro capacità individuali nella mediazione culturale e nella diffusione delle conoscenze. L’impegno della IV Circoscrizione su questo tema si è concretizzato Venerdì 14 Maggio 2010 nello splendido Hotel Sakura di Torre del Greco e organizzato da un Comitato costituito dalla dott.ssa Paola Capobianco, dalla dott.ssa Mariù La Marca Raiola e dal dott. Carlo De La Ville sur Illion. Dopo gli indirizzi di saluto di rito, il Prof. Giulio Tarro, virologo, Primario Emerito dell’ A.O. “Cotugno” nonché “Direttore Area Etica e Solidarietà Sociale”, con semplici parole ha reso concetti altamente specialistici, spiegando, tra l’altro, come le remore etiche sorte per l’utilizzo delle cellule staminali embrionali non riguardino per nulla l’impiego di quelle tratte dal cordone ombelicale. Il dott. Giuseppe Militerno, chirurgo dell’Ospedale Maresca di Torre del Greco, ha esposto in modo chiaro le potenzialità della cellula staminale cordonale nella cura di numerose patologie; il filo del discorso è stato di seguito raccolto dal dott. Enrico de Campora e dal dott. Mario Pagano, rispettivamente Direttore Sanitario e medico della Banca del Sangue Cordone Ombelicale dell’AORN Santobono-Pausilipon, che hanno illustrato l’organizzazione di un settore decisamente in crescita come quello delle Banche di Cordone Ombelicale in Campania, in Italia e in Europa, non risparmiando accenti polemici per le difficoltà economiche e burocratiche delle strutture pubbliche nel confronto con le imprese private del settore. Proprio questo tema di graffiante attualità, per le condizioni in cui versa il nostro Sistema Sanitario Regionale, è stato al centro del concitato intervento del dott. Luigi Marciano, ‘Direttore dell’UOC di Ginecologia dell’Ospedale Maresca di Torre del Greco’, denunciando le numerose problematiche che ostacolano la gestione quotidiana delle donazioni di cordone ombelicale nelle strutture pubbliche da parte di pazienti ben disposte ma che non ricevono adeguata assistenza ed esaustive informazioni. Altri ginecologi di spessore hanno proseguito la sezione degli interventi programmati: sul palco si sono susseguiti professionisti di tutto riguardo come il dott. Salvatore Ercolano che ha rappresentato la realtà della Ginecologia degli Ospedali Riuniti dell’Area Stabiese ed il dott. Giuseppe Dato Direttore dell’UOC di Ginecologia Ospedali Riuniti della Penisola Sorrentina, convegno: con grande ironia ha affrontato temi caldi già emersi, come il rapporto contrastato delle ASL con le biobanche private, che a fronte di cifre non sempre accessibili propongono una ‘conservazione autologa’ alle neo-mamme che hanno partorito in strutture pubbliche. “A queste pazienti”, riferisce con accento sarcastico, “mi sento di dire: voi siete libere di non donare il cordone ombelicale dei vostri figli e conservarlo in banche private per future necessità. Ma riflettete sulla malaugurata possibilità che in futuro siate voi ad aver bisogno di una donazione, come dovremo comportarci allora?”. Le conclusioni sono state affidate al Governatore Eletto del Distretto 108YA Dott. Emilio Cirillo, Responsabile dell’Unità Funzionale di Chirurgia della Casa di Cura M. Rosaria di Pompei, che, dinanzi ad una sala affollata, ha entusiasticamente commentato l’evento, auspicando che il confronto e l’informazione su questi temi tanto attuali continui ad occupare l’agenda dei diversi Lions Clubs della nostra Circoscrizione e del Distretto. VIII Circoscrizione Concerto di beneficenza a Potenza per Haiti Dott.ssa Anna De Blasiis Responsabile L.C.I.F. – 8° Circoscrizione Nella splendida cornice del Teatro Stabile di Potenza, alla presenza di un pubblico numeroso e partecipe, si è tenuto un concerto di beneficenza in favore delle popolazioni colpite dalle recenti calamità naturali, organizzato dall’ottava circoscrizione per la L.C.I.F.Lions Club International Foundation. Il Concerto ha visto protagonisti due gruppi molto conosciuti in regione che hanno intrattenuto gli ospiti presenti con brani di qualità indiscussa. Sul palco dapprima i ”Paloma jazz quartet”, che con Paolo Beneduce al piano, Sergio Longhitano alla batteria, Marcello Schiattarella al basso e Pino Melfi alla tromba hanno dato vita ad un’esibizione raffinata e di alto livello musicale molto apprezzato e gradito dal pubblico presente in sala. Di seguito i The Talismans, gruppo pop, proveniente da Genzano di Lucania, formato da ben nove componenti, che ha eseguito brani di De André, Mina, Modugno, i Camaleonti,i Nomadi creando in sala l’atmosfera degli anni 60 e…oltre. Il Concerto è stato preceduto dalla presentazione da parte della responsabile del Service da una introduzione sulle finalità della Fondazione, sulla LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE che ha sottolineato come finanche il semplice trasporto del prelievo presso la biobanca non sia sempre assicurato. Con raffinata dialettica, il dott. Dato ha auspicato per il futuro maggiore impegno nel cercare e trovare soluzioni, anche attraverso la nostra associazione, suscitando più volte gli applausi dei presenti. Tra questi, nella prestigiosa sala Leonardo del Sakura, numerose sono state le Autorità Lionistiche ed i medici sia specialisti che di medicina generale; forte è stata anche partecipazione popolare all’evento. La dott.ssa Stefania Scaramellino, che già da anni si occupa di donazione nel reparto del dott. Dato, ha concluso gli interventi dei Ginecologi con un accorato appello di professionista, di donna e di mamma a favore della donazione solidaristica. Un brillante Tommaso Di Napoli, Direttore Sanitario dell’Ospedale di Battipaglia e Direttore dell’UOC di Cardiologia dello stesso nosocomio, nonché ‘Coordinatore Distrettuale del Service “Le cellule staminali da Cordone Ombelicale”’ ha chiuso le sessioni del tempestività dell’azione nei momenti più drammatici e difficili ai quali è chiamata ad intervenire. E’ stato evidenziato come la Fondazione, nata fin dal 1968, sia una Organizzazione Umanitaria, riconosciuta a livello internazionale, con la funzione non solo di sostenere ed assistere i popoli nei casi di grandi calamità naturali, ma anche nel coadiuvare tutti i Lions nei progetti umanitari locali su larga scala e per dare un forte impulso nell’affrontare i problemi globali. Un particolare 25 Comune di Potenza ittà Cultura Governatore: Vittorio Del Vecchio “Passione, Progettualità ed Azione a Servizio dell’Umanità” CONCERTO DI BENEFICENZA PER LE POPOLAZIONI COLPITE DA CALAMITA’ NATURALI Venerdì, 16 Aprile 2010 Teatro Stabile - h 20:00 LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE POTENZA 26 PALOMA electric jazz quartet & THE TALISMANS momento di solidarietà e commozione si è avuto in Teatro quando la responsabile circoscrizionale, nel corso della presentazione, ha dedicato il Concerto ad Elisa Claps, una giovanissima ragazza potentina assurta recentemente alla ribalta della cronaca nazionale perché strappata violentemente dai sogni e dalle aspettative di vita da un’onda anomala. E’ stato espresso il desiderio che ogni brano musicale eseguito durante il Concerto divenisse un pensiero per Elisa, una certezza di giustizia e verità, un abbraccio ad una mamma privata della figlia in maniera tragica, prematura ed ancora oscura. Al termine del Concerto, la Presidente di Circoscrizione, dott. Alba Capobianco, sottolineando la buona riuscita della iniziativa ed il nobile scopo, ha rimarcato l’importanza del servizio dei Lions nella società civile e la costante e concreta attuazione, attraverso le opere, del motto lionistico “We Serve”. Il ricavato della iniziativa intrapresa a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali è stato interamente devoluto, attraverso la Fondazione, ad Haiti. artwork by Paloma Mood - 2010 © IX Circoscrizione Centralità e autonomia dei clubs lions Avv. Nicola Clausi Coordinatore comunicazione IX Circoscrizione Il 19 febbraio la IX Circoscrizione, presieduta dal Prof. Dott. Antonio Petrassi, ha organizzato un interessantissimo dibattito su uno degli argomenti più sentiti dai Clubs calabresi e da quelli dell’intero Distretto: quello della centralità e autonomia dei Clubs Lions. A discutere di quest’aspetto fondamentale per la vita associativa dei singoli Clubs sono intervenuti, oltre il Presidente della IX Circoscrizione, Prof. Dott. Antonio Petrassi, l’Immediato Past Direttore Internazionale Prof Avv. Ermanno Bocchini e il Governatore in carica del Distretto 108Ya, Prof. Avv. Vittorio Del Vecchio. Nella sua introduzione Petrassi ha voluto sottolineare come tale argomento sia molto a cuore al Presidente Internazionale Eberhard J. Wirfs che in diverse occasioni ha ribadito come il Lions di oggi deve avere una doppia strategia: allargare i club e rafforzare i soci nei club. Partendo dalla constatazione che il 40% dei soci che hanno lasciato l’associazione lo hanno fatto presentando regolari dimissioni, il Presidente Internazionale riduce questo comportamento alla mancanza di interesse e di entusiasmo all’associazione. A rimediare a questa situazione, secondo Wirfs, devono intervenire i singoli club che prima devono fare entrare soci qualificati, persone che desiderino davvero dedicarsi al servizio, e poi devo- no farli sentire ben accolti ed importanti, ascoltarli e tener conto delle loro opinioni, assicurarsi che gli incontri siano puntuali, interessanti e vivaci e che le attività dei club siano frequenti e coinvolgenti. Un Club non può seguire i desideri di pochi, ma deve rispondere alle esigenze di tutti i soci che lo compongono. Partendo da queste considerazioni, il Prof. Petrassi ha sottolineato come ogni singolo club sia il cuore dell’Associazione, la cellula vitale della vita associativa, il luogo d’incontro e di ricerca del servizio più idoneo alle esigenze della comunità e dei suoi componenti. Inoltre egli ha posto, all’attenta platea ed agli autorevoli relatori, alcune domande a cui dare risposta durante il dibattito: esiste un questione morale nei Lions? Come interpretare ciò che avviene in quasi tutti i clubs: i forti individualismi, i comportamenti scorretti, la corsa alla designazione delle cariche? Esiste un condizionamento distrettuale su decisioni e comportamenti dei singoli clubs? L’autonomia di un club è un freno? E’ un punto di forza? Oppure può essere una risorsa per moltiplicare le forze di tutti i Lions che, insieme, possono realizzare service importanti, di grande prestigio, nel rispetto delle situazioni del proprio territorio. Le prime risposte a queste domande sono arrivate club Lions e si è prospettato al Governatore di accelerare su una innovazione delle strutture funzionali dei club portando avanti una modifica equilibrata, ragionata e condivisa del “procedere” dell’associazione. Tutto questo garantirà una maggiore vitalità nell’azione dei Lions consentendo da un lato di portare nei club nuovi soci, possibilmente giovani, e dall’altro di mantenere nei club tanti amici che, sempre più spesso, palesano stanchezza e diminuito interesse. Ha chiuso gli interventi il Governatore che, oltre a ringraziare la IX Circoscrizione per l’organizzazione dell’importante dibattito, ha ribadito come l’autonomia e centralità del club debbano essere intese come elementi fondamentali della operatività sul territorio in un contesto globale ed in sintonia con gli obiettivi e la struttura dell’Associazione. La realizzazione di un service significa, anche, contribuire alla crescita associativa. Il Governatore ha poi sostenuto che un club di qualità è quello in cui i soci sono determinati al servizio e, quindi, si attivano per costituire un soggetto collettivo. La qualità è data dalla capacità di collocarsi ed agire all’interno dell’Associazione alla quale appartiene e della quale il club è parte integrante. Il club è la struttura organizzata ed organizzativa per assolvere alle funzioni rappresentate; esso deve affrontare i cambiamenti della società come una sfida e mettersi in sintonia con le nuove esigenze. Il Governatore ha inoltre posto l’accento sul senso dell’appartenenza che deve sempre essere da stimolo per un Lions. In particolare ha ricordato che nei nostri Club sono presenti tante potenzialità, alcune sono dormienti, altre sono assopite. E’ solo il Senso di Appartenenza che consente di riattivare queste potenzialità per un maggiore utilizzo di tutte le sinergie. Se manca il senso di appartenenza, le conseguenze sono: DELUSIONE - nasce nei primi due/tre anni di appartenenza per le attese deluse DISAGIO - vivere la vita del club con sofferenza. DISINTERESSE - non riconoscersi più nel lionismo, non volersi più impegnare. Il Governatore ha quindi raccomandato a tutti i presenti di non perdere mai il senso dell’appartenenza, cioè quella condivisione di principi ed etica che caratterizza il “Socio Lions”. E’ lui il centro dell’Associazione, è lui l’inizio della catena dei servizi che ne compone la struttura. Solo se di ogni Lions si cura la formazione, la motivazione ed il coinvolgimento così da fare sentire ogni socio utile ed apprezzato, così da creare nel club un’atmosfera sincera e di amicizia, solo se si rendono partecipi i soci alla definizione dei programmi e se li si coinvolge nelle decisioni, solo così si avrà un lionismo sempre vincente ed aderente ai nobili principi del suo padre fondatore. LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE nell’intervento dell’Immediato Past Direttore Internazionale Prof. Avv. Ermanno Bocchini che ha invitato innanzitutto a distinguere i fatti congiunturali dei singoli clubs dai fatti strutturali dell’intera associazione riconoscendo piena autonomia ai clubs anche se nei limiti all’azione in quanto parte di una più ampia associazione internazionale. Egli inoltre ha fatto notare come ogni club attui service e quindi abbia dovere e potere sul territorio di competenza. Spesso, però, potere e dovere si contrastano perché prevale un forte individualismo, si guarda dal lato dell’io, si rischia così una deriva dovuta all’egocentrismo mentre il potere non deve prevalere sul servizio. A tal proposito, richiamando le parole di Mazzini, Bocchini ha ricordato che “il potere nasce dal servizio” se e solo se il servizio è attuato in modo serio e corretto. Pertanto il club è un “trasformatore” che raccoglie le singole professionalità dei suoi iscritti e le tramuta in service, non più intesi come carità o beneficenza, ma come forma più concreta di “investimento umanitario”. Secondo Bocchini, quindi, è necessario assicurare una autonoma forma di sviluppo alle popolazioni bisognose, in modo che non siano costrette per il futuro a chiedere aiuto. I Lions con le loro professionalità devono farsi portatori di questo messaggio e fornire, per il tramite del club, tutte le risorse intellettuali, professionali e di competenze affinché i progetti si realizzino. Bocchini ha infine ricordato che il senso di autonomia è ben messo in luce nella Costituzione - in particolare agli articoli 18 e 118 – dove l’autonomia è intesa come partecipazione dei cittadini sulla base della sussidiaretà e, pertanto, ha suggerito come chiave di lettura l’autonomia funzionale dei club. Essi, non solo si collocano sulla frontiera che separa i pubblici poteri dalla società civile, ma sono espressione proprio di quel “pezzo” di società civile cui si rivolge la loro azione. In tal modo i club sono in grado di pervenire a sintesi, non solo “diverse” da quelle realizzabili dal circuito della “rappresentanza politica” (Distretto), ma anche “più vicine” (“funzionalmente” più vicine, per dirla con la legge Bassanini) alle comunità cui si riferisce immediatamente la loro attività. I club, essendo espressi dall’ambito sociale direttamente interessato dai loro interventi (e “rispondendo” ad esso), sono anche in condizione di assicurare un’efficienza dei servizi ed un grado di aderenza degli stessi alle domande che sono chiamati a soddisfare. In definitiva i club rappresentano parti omogenee della collettività territoriale, direttamente interessati all’esercizio di determinate attività di rilievo pubblico e, perciò, sono posti nella migliore condizione per interpretare interessi ed esigenze coinvolti nell’attività stessa. Durante il dibattito, in cui hanno preso la parola diversi soci, si è concordato con questa visione data ai 27 XV Circoscrizione Sovrappeso e obesita’ nell’eta’ evolutiva Prof. Stefano Monterosso LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Addetto Stampa del L. C. “Torre Ruggero” Bagnara Calabra (RC)l 28 I Lions della XV° circoscrizione, sotto la Presidenza del Sen. Dott. G. Beniamino Fimognari hanno voluto offrire quest’anno un contributo importante di collaborazione nell’azione di contrasto la diffusione dell’epidemia di soprappeso ed obesità nell’età evolutiva sostenendo le azioni del progetto “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni” – OKkio alla salute”. Tale progetto viene attuato dal 2008 in stretta collaborazione con le Regioni, il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca, l’Istituto Nazionale di Ricerca sulla Nutrizione (INRAN) ed alcune istituzioni universitarie. Il progetto si prefigge l’obiettivo di descrivere e seguire nel tempo l’evoluzione della situazione nutrizionale dei bambini delle Scuole Primarie in relazione al loro ambiente scolastico, considerando tutte quelle caratteristiche che possano favorire una corretta nutrizione e una adeguata attività fisica, così da riuscire a suggerire azioni e interventi appropriati e basati su prove di efficacia. L’indagine, effettuata su un campione rappresentativo di bambini frequentanti la terza classe della Scuola Primaria (8 anni), consente la raccolta di dati riguardanti: • peso e altezza, con calcolo dell’indice di massa corporea (IMC) e della prevalenza di sovrappeso e obesità, secondo standard internazionali; • abitudini alimentari dei bambini; • attività fisica svolta e comportamenti sedentari; • percezione del problema da parte dei genitori; • caratteristiche dell’ambiente scolastico Il primo degli appuntamenti a cura del Lions Club di Nicotera (VV) si è svolto presso il Liceo Classico sul tema dell’Obesità Giovanile, in occasione del cinquantesimo anno di studi sulla Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento, meglio noto come Seven Countries Study. Il Presidente del Club Dott. Giuseppe Dato ha ricordato come Ancel Keys, un nutrizionista americano di Minneapolis, a metà degli anni cinquanta giunse a Roma per un congresso ed apprese dal Professor Alfonso Del Vecchio, originario di Nicotera e ricercatore presso l’Università del Minnesota, che nel Sud dell’Italia vi erano paesi che non presentavano casi di infarto e l’ictus. Keys si incuriosì. Visitò alcune località, recandosi poi personalmente proprio a Nicotera, precisamente nel 1957, impiantandovi una vera e propria base operativa per studiare da vicino le abitudini alimentari della popolazione locale. L’equipe, composta da: Ancel Keys, A. Del Vecchio, P.D. White, N. Kimura, operò un rigoroso screening nella popolazione compresa nella fascia d’età tra i 40 e i 60 anni. Keys stesso, come testimoniano le numerose foto scattate nei rioni popolari della città come Palmentieri, Giudecca, Purgatorio, Borgo etc., seguiva queste indagini sul campo, andando personalmente nelle case dei Nicoteresi. Il metodo di lavoro di Keys e della sua Equipe consisteva nel recuperare i dati di vari contesti territoriali sottoponendo gruppi di uomini e donne alle sue analisi e rilievi secondo regimi dietetici diversi, per evidenziare le relazioni intercorrenti tra un dato regime alimentare e alcune patologie. Questo suo studio colossale, lo portò in giro per diverse nazioni (Grecia, Jugoslavia, Finlandia, Olanda, Usa e Giappone) e anche in diversi contesti sociali e territoriali all’interno di una stessa nazione (In Italia per esempio oltre a Nicotera, condusse studi a Crevalcore in Emilia Romagna e a Montegiorgio nelle Marche), a questo lungo studio di ricerca dedicò circa quindici anni della sua vita che raccolse nel “Seven Countries Study”. Il “Seven Countries Study”, venne pubblicato nei primi anni 70 e costituì la pietra miliare per tutta una letteratura medica e scientifica che da allora si sarebbe sviluppata in maniera irrefrenabile svelando all’opinione mondiale e in maniera scientifica, il rapporto tra alimentazione e malattie metaboliche. Completata la ricerca, venne dimostrato che la dieta moderata mediterranea, osservata dalla popolazione nicoterese, si era rivelata un antidoto efficace contro le malattie coronariche, l’iper- raccolti per l’anno 2010 alla presenza delle Autorità Scolastiche Regionali, Provinciali e locali e delle Autorità sanitarie e politiche. In particolare è stato posto l’accento sulla necessità di una maggiore presa di coscienza da parte dei genitori sulla reale incidenza del problema fra i bambini e nella società. Ed ancora alla presenza dei massimi rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale e del Direttore Generale dell’ASP 005 di Reggio Calabria Arch. Renato Carullo è stata evidenziata la necessità di avviare tutta una serie di protocolli d’intesa con: l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI) per quanto concerne il miglioramento della ristorazione scolastica quale strumento per veicolare messaggi di promozione relativi a corretti stili alimentari e la collaborazione dei comuni per promuovere il movimento e lo sport; Associazioni della filiera alimentare per promuovere la produzione e la commercializzazione di alimenti idonei dal punto di vista nutrizionale e trasparenti per quanto concerne la composizione bromatologica; In Italia, come in altri Paesi europei, la necessità di seguire con attenzione la situazione nutrizionale della popolazione generale e, in particolare, dei nostri bambini è un’acquisizione molto recente e fortemente motivata dalla percezione dell’obesità come di un problema prioritario di salute pubblica. Infatti gli ultimi dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolineano l’aumento dell’obesità, in particolare in età evolutiva: attualmente la prevalenza di obesità giovanile in Europa è 10 volte maggiore rispetto agli anni settanta. Il 20% dei bambini europei è in sovrappeso o obeso, con un picco del 34% nei bambini da 6 a 9 anni (1 su 3 è sovrappeso o obeso). Il problema dell’obesità e del sovrappeso nei bambini ha acquisito soprattutto negli ultimi anni un’importanza crescente, sia per le implicazioni dirette sulla salute del bambino sia perché questi stati rappresentano un fattore di rischio per l’insorgenza di patologie in età adulta. Inoltre, l’obesità infantile rappresenta un fattore predittivo di obesità nell’età adulta. Tutto ciò perché occorre ricordare che i principali determinanti dell’obesità dipendono da stili di vita e comportamenti che si instaurano nell’età evolutiva, ed in particolare l’aumentato contenuto energetico della dieta e l’acquisizione di stili di vita sedentari. La strada per contrastare questo importante fenomeno è ancora molto lunga e i Lions continueranno ad essere sempre in prima linea accanto alle Istituzioni, alle famiglie ed alle Associazioni, nelle iniziative che saranno intraprese per raggiungere questo importante obiettivo di prevenzione primaria delle malattie in tutto il mondo. CONFERENZA D’INVERNO tensione, l’obesità, il diabete, i tumori, e che dal punto di vista nutrizionale rientrava pienamente a garantire le richieste dell’organismo. I dati ottenuti a Nicotera nobilitarono la dieta mediterranea stessa, ricca di carboidrati energetici, di ortaggi, di frutta, di pesce azzurro, di legumi, dell’olio vergine d’oliva, del vino rosso delle nostre soleggiate vigne contenente polifenoli antiossidanti; invece latte, carne rossa, uova , grassi animali e formaggi, vennero considerati alimenti da consumarsi con parsimonia. Con l’occasione il Primo Cittadino, in carica della cittadina di Nicotera, Salvatore Reggio ha preannunciato due importanti progetti: 1) Il riconoscimento da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e quindi dell’U.I.B.M. del Marchio Territoriale di Nicotera: Città della Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento; 2) L’istituzione per legge dell’Ente Territoriale della Dieta Mediterranea con sede ed uffici in Nicotera. Il secondo incontro ha visto impegnato il Lions Club di Polistena, guidato dal Presidente Dott. Ettore Tigani che ha organizzato presso la Biblioteca Comunale di Cittanova (RC) il Convegno su “Giovani e sport: strumento di integrazione e prevenzione” durante il quale il Dott. Giuseppe Zampogna ha presentato una importante indagine conoscitiva svolta presso gli Istituti scolastici del comprensorio volta a far emergere i bisogni e le criticità del mondo dello sport attraverso il grande filtro del contributo dei giovani che frequentano la scuola. L’ultimo e non meno importante intervento sul territorio che conclude la Presidenza dell’attuale anno sociale si è svolto nel mese di maggio a Bagnara Calabra (RC) dove il Responsabile per l’Area Salute e Sanita’ Dott. Paolo Pensabene ha moderato un interessante ed efficace Convegno sul tema “La prevenzione del sovrappeso e dell’obesità nell’età evolutiva in Calabria: la percezione del problema da parte dei genitori e le risposte dell’ambiente scolastico”, fortemente voluto dal Presidente del Lions Club “Torre Ruggero” di Bagnara Calabra Geom. Giuseppe Maisano. Ospite di eccezione è stata la Dott.ssa Marina La Rocca Referente Regionale del progetto “OKkio alla salute” che ha illustrato in anteprima i dati 29 Lions Club Castellammare di Stabia L’Arcangelo San Michele vola su Castellammare e la Penisola Sorrentina Arch. Sergio Brancaccio LA VOCE DEI LIONS Coord. Distr. del Service “La tutela dei Beni Culturali “minori” La presentazione del libro “L’Arcangelo di Stabia” di Egidio Valcaccia (editore Longobardi, Castellammare di Stabia 2010), organizzata dalla Commissione cultura del L. C. Castellammare di Stabia, presieduta da Annalisa Quartuccio, si è svolta presso la biblioteca distrettuale Lions, annessa alla bella sede della G. E. F. Consulting di Castellammare. La manifestazione è stata seguita con interesse dai rappresentanti di numerosi Lions Clubs e Leo del nostro Distretto. L’oggetto della ricerca, incentrata sull’iconografia del culto di San Michele Arcangelo nella storia di Castellammare Stabia, ci ha dato l’occasione per ricordare monumenti noti e poco noti di questa amata terra ed in generale della Penisola Sorrentina. Abbiamo inoltre inteso proporre interventi di restauro, valorizzazione e utilizzazione dei beni e di sollecitare una organizzazione necessaria al Parco Regionale dei Monti Lattari . Il nome Arcangelo S. Michele deriva da MI-KA-EL che significa “Quis ut Deus?”, ossia “chi come Dio?”. Si riferisce al capo supremo delle milizie celesti fedeli a Dio ed è ricordato con devozione in molte località dell’archidiocesi, fra cui Lettere (Orsano), Gragnano, Pimonte, Ticciano, Piano di Sorrento e a Stabia: Scanzano, Pozzano, Duomo, S. Maria di Portosalvo, ecc. Fra i vari argomenti il libro si sofferma sul gruppo marmoreo proveniente dall’antico oratorio in legno, sulla cima del Molare (Monte Sant’Angelo al Faito, 1443 m. s. l.). Secondo l’Autore in uno scritto liturgico del IX secolo: Vita Sancti Antonini Abatis Surrentini, in lingua latina e caratteri longobardi, troviamo la “prima testimonianza dell’erezione dell’Oratorio sul Faito”. Questa chiesetta rappresentò nel basso Medio Evo anche un baluar- do sacro contro le incursioni saracene e longobarde. I Santi patroni di Castellammare –Catello- e di Sorrento –Antonino- sul finire del VI secolo si rifugiarono sul Faito per sfuggire alle suddette incursioni ed ivi costruirono l’oratorio. La scultura ha interessato numerosi studiosi (Arturo Fittipaldi, Francesco Abbate, Gennaro Borrelli, ecc.) e viene datata tra il tardo XV secolo ed i primi anni del successivo Nel 1862 un fulmine colpì la statua frantumandola; pertanto, fu restaurata e collocata nella seconda cappella della crociera destra del Duomo di Castellam-mare. Nel 1950 in seguito alla edificazione della nuova chiesa di San Michele, al Monte Faito, ubicata in basso rispetto all’antico oratorio, sulla cima detta Cercasole (m.1280 s.l.m.), fu posta una copia dell’antica statua, opera dello scultore Rubino, offerta dal personale della Banca d’Italia a Pio XII, che a sua volta ne fece dono alla diocesi di Castellammare. La chiesa di San Michele al Monte Faito sorge ora sulla cima Cercasole, sul terreno donato dai Principi Colonna di Roma. Il Vescovo Federico Emanuel, nel 1937, fece portare dagli abitanti delle frazioni circostanti e di Sorrento un mattone in dono per il tempio dedicato a San Michele Arcangelo. I lavori, interrotti a causa della guerra, ripresero nel 1947 e nel 1950 lo stesso Vescovo benedisse la nuova chiesa al suono di campane della fonderia Capezzuto, dono delle città di Castellammare, Pimonte e Pompei. Dal 1971 al 1973 Monsignor Oscar Reschigg curò un ulteriore restauro e dal 2005 il nuovo Rettore Don Catello Malafronte rifece gli infissi all’ingresso, un confessionale, ecc3. L’Autore si sofferma inoltre su altre opere in cui viene raffigurato l’Arcangelo S. Michele, fra cui ricordiamo la (cfr. S. Brancaccio, Aree protette, Geco ed. mult., Pompei 2006, pp. 119-141) (cfr. Valcaccia E. L’Arcangelo di Stabia”, cit. p. 31). 3 - Cfr. F. Di Capua - Il santuario di San Michele Arcangelo al Monte Faito, miscellanea di testi a cura di Don Cioffi e Don Catello Malafronte (2007). 4 (v. E. Valcaccia, Le Confraternite nel centro antico di Castellammare di Stabia, ivi 2006); 30 quali ricordiamo Giuseppe Bonito, Michele Esposito, Luigi Denza, e Raffaele Viviani? Riteniamo inoltre utile proporre alcuni interventi urbanistici ed architettonici per migliorare la vivibilità, se è vero che il Sud necessita di una crescita omogenea e complessiva, con una lotta alla criminalità organizzata ed alle forme di illegalità, cementando un’alleanza strategica fra il governo centrale e regionale, vittima di una gestione localistica. Alcune proposte per Castellammare: 1) Scavi sulla collina di Varano: occorre migliorare la segnaletica; lasciare uno spazio per far girare i pullman; rimuovere le gabbie in ferro a protezione degli affreschi, sostituendole con vetri antisfondamento, e garantendone la ventilazione; migliorare gli impianti elettrici eliminando cavi a vista. 2) Realizzare un Antiquarium per esporre “in loco” i materiali provenienti dallo scavo della collina di Varano. 3) Far diventare accessibile la grotta di S. Biagio con i suoi affreschi del XII secolo (L’arcangelo S. Michele, affresco XII sec., Ipogeo di S. Biagio). 4) Rendere percorribile la strada che dal Quisisana conduce al Monte Faito ed al tempio di San Michele perché rappresenta l’unica alternativa stradale in caso di blocco della Sorrentina ed anche l’unica via di fuga per gli incendi rispetto all’altra strada che dal Faito conduce a Moiano ed a Vico Equense. Il Sindaco di Castellammare, preoccupato per la minaccia di frane, dopo lunghi anni ha ottenuto recentemente che il settore provinciale del Genio Civile di Napoli effettuasse lavori improcrastinabili per la messa in sicurezza dell’asse viario. In data 14 dicembre 2009 sono stati stanziati euro 160.000,00, comprensivi di IVA e spese tecniche. La cifra appare esigua. 5) Realizzare un accesso alla funivia per il Faito con un collegamento diretto dall’esterno della piazza della Circumvesuviana per renderla visibile sopratutto ai turisti che ne ignorano l’esistenza e prolungare il periodo del suo funzionamento. Dal piazzale della funivia sul Faito dovrà inoltre partire una navetta (bus) di collegamento con il tempio di San Michele, il campo sportivo e le altre strade del villaggio. 6) Effettuare un collegamento tra Monte Faito –Quisisana – nuove e antiche terme di Castellammare. 7) Completare il restauro della chiesa della Madonna di Portosalvo (1834) con il bel dipinto della Madonna con il Bambino (1580) e, nel fabbricato adiacente, già alloggio delle suore, rendere accessibile il pozzo con l’acqua della Madonna. Il complesso è di proprietà della Confraternita di Portosalvo. 8) Migliorare l’accesso, le indicazioni stradali, e programmare attività per valorizzare il Santuario di S. Maria di Pozzano. 9) Creare una Fondazione con il compito di programmare una serie di attività di alto livello per la Reggia di Quisisana. LA VITA LA VOCE DELL’ASSOCIAZIONE DEI LIONS tela settecentesca nella navata della Basilica di Pozzano e quelle presenti in numerose Confraternite di Castellammare che hanno svolto “un ruolo tangibile nello sviluppo religioso, artistico e, talvolta, anche economico della città fra queste ricordiamo una statua settecentesca donata nel 1856 da Francesco Starace alla Confraternita di S. M. di Portosalvo. Di grande interesse sono gli affreschi del II e III secolo nell’ipogeo dei Santi Giasone e Mauro noto come grotta di S. Angelo, alla base della collina di Varano. Nel Duomo di Castellammare di Stabia San Michele è raffigurato nella bella tela di Angelo Mozzillo del 1793, nella cappella dedicata alla Madonna del Purgatorio (Angelo Mozzillo, La Madonna e San Michele liberano le anime del Purgatorio (1793), Duomo di Stabia). Ricordiamo anche la statua policroma di San Michele che scaccia il diavolo nella parrocchia del SS. Salvatore a Scanzano di Francesco Antonio Picano. In altre chiese vi sono numerosi oggetti fra cui ostensori, tabernacoli, pianete, incisioni, ecc., che testimoniano la notevole diffusione del culto del Santo a Castellammare di Stabia e nel territorio circostante. Castellammare di Stabia Quest’antica città, che oggi conta più di 68.600 abitanti, fu nell’antichità greca, etrusca, sannitica, romana (340 a.C.). Stabia risentì dell’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. che distrusse Pompei ed Ercolano e subì gravi danni. Fu inoltre danneggiata da continue incursioni barbariche e nel IX secolo venne eretto il “Castrum ad mare Stabiis”, a difesa della fontana grande, ricca di sorgenti minerali. Carlo I d’Angiò la cinse di mura, ampliò il castello ed il porto, mentre Roberto fece costruire la “casa sana” o reggia di Quisisana, che, recentemente restaurata, non ha ottenuto ancora una destinazione compatibile. Castellammare fu saccheggiata sia durante il periodo dei re angioini che di quelli aragonesi, e successivamente, nel 1541, Carlo V la diede ad Ottavia Farnese quale dote per la figlia Margherita d’Austria. La città fu inoltre danneggiata dal corsaro Dragùt (1542), devastata dal Duca di Guisa (1654) e dall’arciduca Carlo d’Austria (1706), e nel 1734 rientrò in possesso del Regio Demanio. Carlo di Borbone fece iniziare gli scavi della antica Stabia e vi fece installare una fabbrica di cristalli. Ferdinando IV fondò il cantiere navale, costruì l’acquedotto e restaurò il porto. Questo venne ingrandito con nuove strutture da Ferdinando II, che realizzò anche un importante cantiere ed inaugurò la ferrovia con Napoli e la strada per Sorrento. L’importanza di Castellammare aumentò dopo l’Unità d’Italia sia per lo sviluppo dei cantieri navali che per i nuovi impianti termali. E’ lecito domandarsi il perché di tanto amore per questa sfortunata città, patria di illustri cittadini fra i 31 Lions Club Benevento Host Uno sguardo al futuro. Dialogo fra popoli e religioni Giovanni Errico LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE L. .C. Benevento Host 32 Il 14 maggio scorso presso la Villa Dei Papi in via Pacevecchia a Benevento, il Lions Club Benevento Host, presieduto dal dott. Gianfranco Ucci, ed il Comitato Provinciale Unicef di Benevento, con il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, hanno tenuto a battesimo un importantissimo Service dal titolo: “Uno sguardo al futuro. Dialogo fra popoli e religioni”. All’interessante convegno hanno partecipato la prof.ssa Carmen Maffeo, Presidente del Com. Provinciale Benevento Unicef; il dott.Michele Mazza, Prefetto di Benevento; l’avv. Antonio Barbieri, VicePresidente della Provincia di Benevento; il dott. Pietro Esposito, Dirigente Ufficio Scolastico Prov.le di Benevento; la prof.ssa Milly Pati Chica, Presidente Fidapa; il dott. Carlo Landolfi, Delegato Zona XIVLions; la prof.ssa Maricetta Sanfilippo, Presidente VI Circoscrizione - Distretto Lions 108YA, nonché l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Benevento Luigi Scarinzi. Fin dalla serata inaugurale dell’anno sociale 20092010 del Lions Club Benevento Host, il Presidente, dott. Gianfranco Ucci, nel presentare il programma sociale, aveva evidenziato l’impegno dei lions a “creare e stimolare uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo: l’integrazione degli immigrati nel rispetto della loro identità culturale e dei valori e delle norme del nostro ordinamento” e ad affiancare l’attività dell’Unicef provinciale per lo sviluppo dei valori di accoglienza e di comprensione fra etnie e culture diverse per una convivenza democratica intesa ad un futuro di equità e di pace. Il convegno è stato appunto la realizzazione di questo nobile impegno del Lions Club Benevento Host. Sono stati presentati anche alcuni elaborati degli studenti del Liceo Scientifico “G. Rummo”, degli studenti del Liceo Statale “Guacci” e quelli dell’IPSIA “Palmieri”. Il ricco e corposo programma dell’interessante manifestazione è continuato, poi, con la relazione: “Integrare si può” a cura della dott.ssa Irma Cristina De Angelis, Sindaco di San Lupo, e con gli interventi di: Don Nicola De Blasio, Vicario Episcopale per la Carità-Diocesi di Benevento e del Prof. Francesco Vespasiano, Docente di Sociologia presso l’Università del Sannio. Le conclusioni, invece, sono state affidate al Dott. Emilio Cirillo, I Vice Governatore –Distretto Lions 108 YA ed al Sen. Pasquale Viespoli. In apertura del briefing mattutino, il dott. Gianfranco Ucci, Presidente del Lions Club Benevento Host, ringraziando tutte le autorità civili, militari e religiose presenti all’evento, ha spiegato le motivazione del Service “Uno sguardo al futuro”: Esso è stato voluto con lo scopo di promuovere la comprensione tra i popoli del mondo, attraverso l’integrazione degli immigrati, nel rispetto delle loro identità culturali, dei valori e delle norme del nostro ordinamento. Bisogna adottare la cultura dell’accoglienza, attivare percorsi di sensibilizzazione e di conoscenza nelle giovani generazioni, finalizzati alla consapevolezza di una convivenza civile in cui la cultura “altra” sia conosciuta e compresa. Inoltre, si è voluta sollecitare l’opinione pubblica sui temi dell’immigrazione, del dialogo interreligioso, dell’intercultura in generale e motivare le giovani generazioni e gli studenti che saranno i cittadini del domani sull’importanza di comprendere realmente il vero ed effettivo significato dell’emigrazione. Infatti, una società che accoglie, concepisce la differenza culturale come un arricchimento complessivo comune, fondata su una logica di reciprocità in cui si confrontano culture diverse, promuovendo un integrare queste persone nella società. Del resto, il trend attuale si sta muovendo nel senso di una società multirazziale e noi dobbiamo attrezzarci su questa cosa: crescere nella cultura della solidarietà con responsabilità e più servizi alle persone”. Poi è stata la volta della prof.ssa Milly Pati Chica, Presidente Fidapa, che si è soffermata sull’importanza della parola rispetto: “Che se solo ce ne fosse di più, molti problemi della nostra società contemporanea non ci sarebbero!”. Ed ha proseguito: “C’è anche un’ulteriore necessità e cioè quella di dover far in modo che gli stranieri imparino la lingua italiana! ” e poi: “No a strade ghetto, sì alla condivisione ed all’apertura ”. A seguire, c’è stato l’intervento del dott. Carlo Landolfi, Delegato Zona XIV-Lions, che ha relazionato sulla difficoltà, oggi più che mai attuale, degli immigrati di integrarsi nella nostra società aggravata dalla crisi economica e sociale: “ Ove il dato dell’intolleranza religiosa è sempre più presente e preoccupante. L’unica soluzione è sensibilizzare i giovani, affinché comprendano che gli emigrati sono un arricchimento sia per noi, che per loro! ”. Dopo è stata la volta della prof.ssa Maricetta Sanfilippo, Presidente VI Circoscrizione-Distretto Lions 108YA, la quale si è soffermata: “Sull’encomiabile iniziativa intrapresa dal Lions Club Benevento Host presieduto dal dott. Gianfranco Ucci, a testimonianza dell’alto valore sociale del Club sul nostro territorio, che contribuisce validamente alla crescita del distretto sannita dei Lions ” e , quindi, ha rimarcato l’importanza di dover sempre favorire la pace, la comprensione tra i popoli con saldi valori quali: la solidarietà e la libertà tra tutte le etnie in quanto: “ Siamo tutti uguali!”. L’intervento della dott.ssa Carmen Maffeo, Presidente Provinciale Unicef di Benevento, ha invece visto, come tema centrale del proprio dibattito, il ruolo che le istituzioni devono avere nel processo di formazione delle LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE inserimento proficuo e non conflittuale della popolazione nel nostro tessuto sociale. Poi, il dott. Ucci, ricordando come nella seduta del Consiglio Comunale dello scorso 11 maggio, è stato deliberato positivamente, all’unanimità, l’organo della Consulta comunale degli immigrati comunitari ed extracomunitari, ratificandone anche il relativo regolamento, a questo proposito ha così dichiarato: “Questa è stata una cosa che ci ha reso e che ci rende orgogliosi, in quanto siamo il primo Capoluogo dell’intera Regione Campania ad aver istituito questo importante strumento che permetterà la realizzazione di un’integrazione degli immigrati regolari all’interno delle nostre comunità, foriero di un interscambio di valori culturali ed economici, nell’ambito della convivenza pacifica con persone di altre etnie e cultura e nell’ottica della reciprocità dei diritti e dei doveri”. La Presidentessa Maffeo ha dichiarato. “La tematica dell’interazione è fondamentale per noi, perché operare insieme comporta un’apertura, un dialogo tra i popoli e le religioni, in un momento molto delicato come quello in cui stiamo vivendo. Non deve più esistere violenza o esclusione o sopraffazione di un popolo su un altro” ed ancora: “Rendere fruibili i diritti di bambini e adolescenti nelle realtà vicine, con un’attenzione costante al principio ineludibile della partecipazione, rappresenta la cifra di quel paradigma valoriale cui gli amministratori lungimiranti devono ispirare il proprio lavoro quotidiano”. Quindi la parola è passata al Vice-Presidente della Provincia di Benevento, Antonio Barbieri, il quale ha detto : “Di una lodevole iniziativa, quella intrapresa dai Lions di Benevento su un argomento di interesse così attuale ed impegnativo come quello dell’ immigrazione” ed ha, poi, dibattuto della nuova cesura tra società civile e religiosa in vari ambiti, soprattutto in materia scientifica. L’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Benevento, Luigi Scarinzi, ha, in seguito, commentato la recente approvazione in Giunta della Consulta degli immigrati di cui sopra e così si è espresso: “Il fatto che essa sia stata approvata all’unanimità, denota che quando le proposte sono vere ed importanti come questa, non ci sono differenziazioni politiche di sorta, sempre con lo scopo di fare di Benevento, una città migliore. Noi abbiamo l’obbligo civile e morale di governare, al meglio, l’immigrazione con norme specifiche, rendendo sì il nostro territorio più accogliente, ma dotandoci anche di controlli e sussidi al fine di far 33 LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE 34 future generazioni ed ha dichiarato: “Esse devono convincere i giovani a cambiar atteggiamento ed a far loro intraprendere un nuovo percorso di conoscenza, al fine di integrare tutte le diverse culture ”. Ha poi ricordato il sacro diritto all’identità culturale: “Che è fondamentale così come la consapevolezza di non aver paura dell’altro; di non doverlo escludere, ma capirlo ed avvicinarsi ad esso”. A seguire l’esposizione dei lavori degli studenti provenienti dal Liceo Linguistico “ Guacci ”, consistente in un lungo percorso di lavoro durato diversi mesi che li ha visti dapprima proporre dei questionari sul tema in esame ad un piccolo campione della popolazione e, poi, redigere interviste all’Assessore alle Pari Opportunità presso la Provincia di Benevento: Annachiara Palmieri circa lo stato ed i dati dell’immigrazione nel nostro Sannio. Gli studenti dell’Istituto Palmieri hanno, invece, presentato il video registrato durante la visita di una delegazione estera nel loro Istituto: quella risalente allo scorso 3 novembre, quando l’Ambasciatore slovacco in Italia si è recato nella nostra cittadina sannita insieme ad una folta delegazione di studenti del suo Paese di appartenenza. Gli alunni del Liceo Scientifico Rummo hanno proposto la lettura di spezzoni di libri trattanti il tema dell’emigrazione, analizzato sotto diverse tematiche (clandestinità, prostituzione, razzismo, discriminazione e così via). La rappresentante del Consiglio Comunale Junior dell’Unicef Antonella Rosella ha voluto porre l’accento su due questioni: studenti clandestini e studenti adottati, affrontandone tutte le diversità e le relative differenze che questa due diverse condizioni comportano. La dott.ssa Irma Cristina De Angelis, Sindaco di San Lupo ha incentrato il suo discorso sull’importante iniziativa intrapresa dal suo Comune il quale ha iniziato un percorso di gemellaggio con delle famiglie eritree, ricordando come : “ Immigrazione ed emigrazione sono un fenomeno antico, ciclico ed epocale ricorrente ” e di come sia necessario: “Comprendere, accettare e conoscere la diversità con il dovere di raccogliere le sofferenze altrui”. Quindi è seguita la lunga esposizione della sua relazione: “ Integrare si può ”. Il Prefetto della città di Benevento, dott.Michele Mazza, ha parlato della necessità dell’accoglienza purchè essa avvenga con ordine e nel rispetto della sicurezza pubblica, favorendo la coesione sociale: “Si tratta, pur sempre di un fenomeno da disciplinare sia all’interno che all’esterno, facendo capire ai giovani l’importanza dell’integrazione ed il bisogno della reciprocità ”. Il Dirigente Ufficio Scolastico Prov.le di Benevento, dott. Pietro Esposito prendendo la parola, ha così affermato: “La società moderna necessita di trovare solidarietà tra i popoli, ora più che mai, in quanto ci troviamo in una società multiculturale ”. Quindi ha parlato dell’esigenza di politiche che protendino verso una società integrata ed ha concluso: “Bisogna dare alla popolazione locale la sicurezza che il futuro sia ben gestito, unendo gli sforzi e dirigendosi in un’unica direzione ”.Il Vicario Episcopale per la Carità della Diocesi di Benevento, don Nicola De Blasio, invece, nel suo discorso ha analizzato l’impellente necessità di: “Dover abbattere il muro dell’omertà e cercare sempre il dialogo, con l’obiettivo di promuovere ed attuare percorsi di conoscenza tra le generazioni future ”. Poi ha riportato i vari significati della parola accoglienza, rifacendosi agli scritti di Mosè, a quelli di Platone, dell’Odissea ed ha poi proseguito: “No, alla società del solo profitto! No, alla negazione della dignità umana! No, alla paura del marocchino, del Rom e via discorrendo! Abbattiamo i muri e costruiamo un ponte con gli “ altri”!. Nel suo intervento, il Docente di Sociologia dell’Università degli Studi del Sannio, prof. Francesco Vespasiamo ha posto all’attenzione dei presenti come l’immigrazione nel nostro Paese sia un fatto stoico in quanto: “Dal 1966 in poi, ben 24 milioni di italiani sono emigrati nel mondo, apportando ricchezza nelle altre nazioni ” e della scarsa connotazione dell’Italia ad essere un Paese razzista: “Semmai solo individualista con la popolazione attenta e gelosa del proprio benessere. Anche se, se non ci rendiamo conto che l’immigrazione è ormai un dato pregnante nella nostra società, rischiamo la recessione!”. Il Sottosegretario di Stato Lavoro e Politiche Sociali, sen. Pasquale Viespoli ha parlato della: “Difficoltà di integrazione tra le diverse componenti geografiche degli immigrati che hanno dei seri problemi nello stare insieme e del modello occidentale di cultura sempre più soggettivista ”e poi ha sottolineato la : “Necessità di regole nello stare insieme, nel rispetto delle diverse ed insite identità cultuali dei Paesi che accolgono gli emigrati. C’è il bisogno di rispettare i modelli e le culture altre, attivando politiche di cooperazione, con la scelta dell’immigrazione guidata con processi di ingesso nel nostro Paese”. In chiusura, l’intervento del dott.Emilo Cirillo, Vice-GovernatoreDistretto Lions 108YA, che ha giustamente così concluso : “Inevitabilmente l’immigrazione cambierà la nostra società. L’immigrato entra e diventerà partecipe della nostra vita quotidiana, quindi non dobbiamo arroccarci sulle nostre ragioni, ma dialogare con essi,confrontarci ed aprirci a loro per una futura società solidale!”. Lions Club Castello di Cisterna Giovani d’oggi Dott. Salvatore Nappi I comportamenti dei giovani e degli adolescenti in particolare, sono da sempre difficili da interpretare. La tendenza all’egocentrismo e al protagonismo giovanile, la difficoltà di rapporti con il mondo adulto, l’incoscienza e l’atteggiamento di sfida riguardo alle regole sociali, hanno da sempre contraddistinto i loro comportamenti. C’è inoltre da dire che l’aggressività è costitutiva dell’uomo. E’ istinto di base. La paura attiva l’aggressività, come difesa, che si esprime attraverso azioni di ostilità, violenza, distruzione, dominio. E la quotidianità è ricca di comportamenti aggressivi. Ci sono persone che faticano a domare questo impulso o non lo vogliono controllare. Si pongono verso l’altro con ostilità, arroganza, urlando ed usando la parte più aggressiva di se stessi. Altri che usano la violenza in positivo per perseguire progetti e idee, per affermarsi nelle relazioni sociali, in quelle familiari o per difendere la loro dignità da persone prepotenti o aggressive. L’aggressività dei giovani, il loro vivere senza limiti, la loro impulsività, è il prodotto di una società in trasformazione, che in parte non ha saputo trasmettere nella famiglia e nella convivenza civile autocontrollo, autorevolezza e rispetto delle regole. Il disagio giovanile però non è una caratteristica dei giovani d’oggi, ma forse si può intendere come l’espressione di una vita problematica di una parte di loro si innesca in quelle difficoltà adolescenziali tipiche di ogni epoca e in quelle specifiche delle società in cui vivono. Le difficoltà adolescenziali hanno la necessità evolutiva ed esistenziale senza le quali il percorso di crescita non si svilupperebbe appieno. Solo con l’uso corretto della propria vita, però, i giovani creerebbero un mondo migliore, e noi Lions, insieme alla collettività e alla famiglia, dobbiamo rispondere con attenzione, guidarli, facendogli capire che essi sono il futuro della società. A questo proposito, il giorno 27 marzo 2010 nel Liceo Scientifico Statale “E. Torricelli” di Somma Vesuviana (NA) abbiamo organizzato una manifestazione dal titolo accattivante “Cambiamenti sociali e nuove forme di violenza, il mondo giovanile”. Dopo la proiezione del film America History X è iniziato un lungo e costruttivo dibattito, con l’introduzione del Presidente, dott. Francesco Raia e del Sindaco, dott. Raffaele Allocca, al quale sono intervenuti autorità lionistiche, civili e le forze dell’ordine. Con questo nostro piccolo contributo, siamo certi che i giovani presenti sono usciti dall’Aula Magna dell’Istituto con le idee molto più chiare su tutte le forme di violenza spiegate dalla psicologa dott.ssa Sabrina Terracciano presente, unitamente al primo dirigente Capo della Polizia di Stato, dott. Pietro Caserta, con i saluti del Questore di Napoli e del Preside, dott. Sabato D’Agostino. LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Organizzatore service L. C. Castello di Cisterna 35 Lions Club Castellabate Cilento Antico Le migrazioni Accogliere o respingere coloro che bussano alla nostra porta? Dott. Nicola BELLUCCI LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Presidente Lions Club Castellabate Cilento Antico 36 Ogni anno, nei soli Paesi della Comunità, arrivano oltre un milione e mezzo di nuovi ospiti, molti dei quali clandestini e stagionali. Svariate sono le cause di questo flusso migratorio per molti aspetti nuovo nelle forme e nelle dimensioni; tra queste possiamo annoverare l’accentuata divaricazione fra Paesi ricchi e Paesi poveri, la caduta del muro di Berlino, la revisione delle leggi sull’immigrazione da parte dei Paesi tradizionalmente ricettori come gli Stati Uniti, ma soprattutto, la diffusione attraverso i mezzi di comunicazione di massa del modello occidentale, nei Paesi dell’est europeo e del sud del mondo. E’ pertanto legittimo chiedersi se si debbono accogliere o respingere coloro che bussano alla nostra porta. Per cercare di rispondere a questo ed ad altri interrogativi ed allo scopo di dare piena attuazione al tema di studio operativo contenuto nel programma distrettuale del Governatore avv. Vittorio Del Vecchio, per il corrente anno sociale, che prevede di “ creare e stimolare uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo: l’integrazione degli immigrati nel rispetto della loro identità culturale e dei valori e delle norme del nostro ordinamento”, che il Club Castellabate Cilento Antico da me presieduto ha organizzato un seminario dal titolo “ LE MIGRAZIONI “ che si è svolto il 01 maggio 2010 presso i saloni della Villa Matarazzo in S.Maria di Castellabate ed ha registrato tra l’altro l’intervento del Professore Universitario Francesco Calvanese, sociologo del lavoro e delle migrazioni e quello della dirigente della Regione Campania dott. Massimo Angrisani. Il pubblico convegno patrocinato dal Comune di Castellabate, dalla Filef Campania, dall’Associazione Campani nel Mondo, dalla Regione Basilicata, dalla Provincia di Benevento e dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, ha registrato la partecipazione numerosa ed attenta di cittadini ed autorità Lionistiche, tra cui Maricetta Sanfilippo Presidente della sesta circoscrizione, Michele Gallo delegato di zona 18, Alessandro Siringano Presidente Avellino Host, Grazia Cioffi Presidente Salerno Principessa Sichelgaita, Giuseppe Di Domenico Presidente Cava dei Tirreni Vietri Giangerardo Miranda Presidente Paestum. In rappresentanza del Comune di Castellabate è intervenuto il Vice Sindaco Prof. Alessandro Lo Schiavo, al quale durante il mio intervento ho consegnato l’apposito opuscolo e l’ho invitato ad adottare l’istituto della Consulta dei Popoli, con l’approvazione del relativo statuto nella formulazione suggerita, per assicurare l’esercizio di cittadina attiva alle rappresentanze delle varie etnie. Il Sindaco nel concordare pienamente con la proposta e nel ringraziare il Club di Castellabate per l’iniziativa, ha pubblicamente assicurato di voler coinvolgere il Consiglio Comunale per l’approvazione del documento e la istituzione della Consulta degli Immigrati la quale con compiti propositivi ma non vincolanti possa esercitare funzioni consultive e di collaborazione con il Comune. Nel corso dell’incontro è stato fatto rilevare come l’Italia sia stata a lungo un Paese di emigrazione e che solo verso la fine degli anni settanta ha cominciato ad essere interessata dall’immigrazione proveniente dal sud del mondo, per cui particolarmente apprezzati e commoventi sono state le testimonianza di 14 giovani laureati di origine campana residenti nei cinque continenti, ed attualmente in Italia per partecipare al corso “ Agenti dell’immigrazione campana 4”, organizzato dalla Filef Campania, presieduta dal Prof. Calvanese. A moderare i lavori ha provveduto il dott. Vincenzo Santis, Past. President del Club Castellabate Cilento Antico. Emma Ferrante Milanese, Responsabile della settima Circoscrizione del tema distrettuale, con la grazia, lo stile e la signorilità che la contraddistingue ha concluso i lavori evidenziando la piena attuazione del programma operativo dimostrato dal fatto che moltissimi comuni ricadenti distretto 108 YA hanno adottato il regolamento riguardante gli immigrati, i quali rappresentano indubbiamente un vantaggio ed una risorsa per un Paese fortemente industrializzato qual’è l’Italia, non solo perché essi vanno ad occupare posti di lavoro faticosi e mal pagati rifiutati dai residenti, ma anche per tutta una serie di motivi etici e colturali di cui il paese ospite non potrà che trarre profitto, per cui è necessario ed indispensabile porre in essere iniziative come quella di oggi per consentire l’esercizio della cittadinanza attiva alle rappresentanze delle varie etnie. Lions Club Eboli Battipaglia Vanth “Cambiamenti sociali e nuove forme di violenza: il mondo giovanile” Prof.ssa Angela Liguori Albanese Il Lions Club Eboli Battipaglia Vanth sabato 6 febbraio 2010 ha tenuto un incontro con gli studenti delle classi seconde e terze medie inferiori, circa 100 ragazzi dell’Istituto comprensivo”Virgilio” di Santa Cecilia-Eboli- inerente al Programma Nazionale –Tema di studio operativo:”Cambiamenti sociali e nuove forme di violenza: il mondo giovanile”. La scuola si presenta molto accogliente per il clima di festosità, di calore che emanano i disegni di cui sono tappezzate le pareti e il verde delle piante: Presenti all’incontro il I Vice Governatore dott. Emilio Cirillo, il PDG dott. Aldo D’Andrea, il PDG Comm. Bruno Cavaliere, la Coordinatrice distrettuale del Tema di studio operativo: la psicologa Concetta Parisi, gli Officers di Circoscrizione e di Clubs, il Signor Sindaco della Città Avv. Martino Melchionda, la Dirigente scolastica prof.ssa Eleonora Urgo, i docenti e molti ospiti. La Presidente del L. C. prof.ssa Angela Liguori Albanese ha dato inizio ai lavori. Ha salutato e ringraziato i convenuti. Ha rivolto congratulazioni e ringraziamenti alla prof.ssa Eleonora Urgo, per l’accoglienza ricevuta e la disponibilità mostrata nell’ospitare il Lions club. Ha preso la parola il Signor Sindaco che dopo i saluti, ha rivolto un plauso alle Associazioni, in particolare ai Lions che interagiscono con le Comunità locali, facendone rilevare le esigenze culturali, sociali, ambientali. Di poi la Dirigente scolastica dopo i rituali saluti, ha elencato i pregevoli progetti realizzati dalla Scuola, per il passato e nel presente pur tra le difficoltà di varia natura. Ha riferito che la popolazione scolastica è multietnica, ed ha rilevato che la disponibilità al colloquio da parte degli studenti , è merito dei docenti. Ha fatto seguito una piccola scenetta dal titolo ”Non solo bulli, ma anche bravi ragazzi” avente per attori gli studenti. Nel loro gruppo c’è un amico che fuma di nascosto; è sorpreso da un compagno che invece di aiutarlo, fa lo spione e lo riferisce al gruppo che, con benevolenza, si prodiga per farlo smettere. Ha agito bene o male lo spione? Sul comportamento la psicologa ha incentrato, in forma di colloquio, con gli alunni che si sono resi disponibili, aperti nel rapportarsi agli altri, la trattazione del Tema di studio operativo. Il dialogo è stato non pedante ma vivace, fatto di domande e di risposte spontanee riguardanti la droga, il tempo libero, le scelte del gruppo e di quelle individuali, il perché delle loro scelte più appaganti, il rapporto con gli insegnanti che, secondo l’esperta, si basa sul potere e la benevolenza. Dopo averli ascoltati, la psicologa ha fatto ragionare i ragazzi; ha fatto trarre a loro le conclusioni; poi ha interpretato i loro comportamenti dandone la giusta spiegazione. Attenti ed interessati tutti i presenti che, nel mentre sorridevano su alcune domande e risposte, nel contempo riflettevano sulle esigenze di comprensione da parte dei grandi, esposte dagli studenti. Ha concluso l’incontro il I Vice Governatore dott. Emilio Cirillo che brevemente ha spiegato ai presenti la nascita dell’Associazione Lions e gli scopi. Ha invitato gli studenti ad imparare ad essere i buoni cittadini del futuro perché se oggi gli adulti parlano a loro, essi, divenuti adulti, dovranno parlare agli altri ragazzi. L’incontro interessante e fattivo è terminato in un corale applauso da parte degli intervenuti. LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Presidente L. C. Eboli Battipaglia Vanth. 37 Lions Club Salerno Duomo Premio Magna Grecia Prof.ssa Annamaria Veneziano LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE L. C. Salerno Duomo 38 Il 19 aprile nella Sala Rossa del Casino Sociale di Salerno si è svolta la II Edizione del premio “Magna Grecia”, organizzato dal L.C. Salerno Duomo. La presidente del comitato organizzatore, Annamaria Veneziano, coadiuvata da Franca Basile, Rosa Bianco, Lucia Carbone, Wilma Fezza e Teresa Palladino, ha inteso dare spazio a tutte le arti più nobili, come la pittura, la scultura, la poesia, la danza e la musica. I ragazzi premiati hanno dato prova di grande senso artistico e sensibilità. L’obiettivo era concentrato nel valore sociale della storia relativa alla Magna Grecia. Questo premio per le scuole superiori di II grado vuole sensibilizzare e diffondere i miti, la storia e la cultura del territorio. I discendenti delle genti greche, stabilitesi nella Penisola italiana, raggiunsero la massima ricchezza economica, a cui si aggiunse lo splendore in campo culturale ed artisti- co, avendo seguito l’evoluzione della Civiltà Greca, in letteratura, filosofia e arte, con punto di sviluppo spesso superiori alla stessa madrepatria. Come conseguenza di questa realtà di grande splendore, le zone colonizzate nella penisola italiana, ci sono state tramandate col nome di Magna Grecia (Megàle Hellàs): un nome che volle testimoniare l’orgoglio per aver dato vita, lontano dalla Grecia, ad una comunità di Greci che aveva raggiunto così alti livelli in campo sociale, culturale ed economico, da poter essere considerata, in confronto, più grande della stessa Grecia. Da questa epoca di splendori è partito il prof. Gian Battista de’ Medici, nella sua relazione “Miti, storia e cultura del territorio”, ed ha continuato il prof. Massimo Bignardi, con la relazione “ Mediterraneità e futurismo”, esprimendo la fusione tra la creatività della tradizione con i futuristi che esplorarono ogni forma espressiva, dalla pittura alla scultura, dalla letteratura (poesia e teatro), senza tuttavia trascurare la musica, l’architettura, la danza, la fotografia, il nascente cinema e persino la gastronomia. La serata apertasi con il Coro diretto dal Maestro Romeo Pepe, si è conclusa con la lettura dei versi di Saffo declamati da Veruska Risolia e con il balletto “Il matrimonio di Andromaca ed Ettore” eseguito dal Corpo di ballo dell’Accademia danzArte di Roberta D’Amato. 39 Lions Club Lamezia Terme I petali dei fiori di zagara Felice Raso Costabile LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Lions Club Lamezia Terme 40 È un periodo quello che va dal mese di aprile al mese di maggio e che, variabile e dalle lunghe giornate solari, invita con le sue allegre e temperate amenità quotidiane, tutto ravvivato dalla dolce, tenera e calda stagione che prossima è a venire, nella sua magica cornice, con quella pienezza luminosa ed intensa dei motivi determinanti, la più bella fra le stagioni: l’estate. Per questi territori a Sud di un paese unico, dalle preziosità immense e irripetibili, resta divinamente la migliore, la prima ed autonoma espressione che la natura dispensi, per il posto, con generosità e magnificenza, là dove tutto sembri rifarsi alle più sublimi apoteosi e che cominciando dalla natura presenti geografie, panorami, arte, cultura, costume, fortemente esaltati dalla individualità propria dei luoghi e delle genti. Ed è proprio di questi luoghi e per queste genti che, la memoria possiede il territorio tutto, ricco di testimonianze di antichi passati e illustri precedenti civiltà. Niente più speciale di questo può trovarsi, nella vecchia splendida e cara Europa, se non in un paese come l’Italia, ricco d’incanto, magia, esclusiva ed irripetibile come sappiamo e conosciamo essere, nonostante molte siano le sue incongruenze, e che si trovi staticamente assegnata nel precario di una realtà dalle tante contraddizioni, così che anche per questo ne rimane unica ed individuabile. Giovedì 29 aprile 2010 nella città detta anche dei “Neroli”, l’antica profumazione derivata dalla macerazione e decantazione dei petali dei fiori di zagara dell’arancio amaro, producendone un’essenza afrodisiaca che, impregnando ed espandendosi nell’aria, rende questi territori magnificamente distinti e profumati; il Club Lions della città di Lamezia Terme, un tempo non lontano e che comunque lascia l’impronta di mezzo secolo, al suo percorso astratto e distante, distinse allora la sua espressione primaria con la fondazione del Club Lions prima detto di Nicastro, per ritrovarsi oggi a festeggiare nella Charter commemorativa, celebrando e percorrendo 50 anni di storia viva e fattiva del Club. I Lions in questa realtà si sono distinti da subito nell’essere tutt’uno con la società attiva e più sensibile del posto, hanno seguito quel corso comune che nei 40 anni dalla fusione dei tre centri della Piana di Sant’Eufemia Lamezia, vedeva nascere per costituzione recente la città, che risponderà all’attuale nome di Lamezia Terme. Proprio accompagnandone profondamente i momenti sociali, di grande e solidale sensibilità, che probabilmente sono stati più nei cuori della gente e un pò meno nelle menti degli amministratori politici cittadini, dove a questi ultimi maggiormente si rilevano responsabilità e competenze, e che ultimamente di più ne stanno rivendicando un senso di doverosa peculiarità, esigendo così ispirati, unitari, motivi di solidale vocazione per un destino migliore e comune di tutta la gente operosa che abita quest’area, che speciale nella sua allocuzione baricentrica regionale, a ridosso di un istmo di cui la storia d’Italia ne evidenzia l’importanza, perché area strategica e riferimento da sempre per il territorio circostante. L’area che prendeva il nome di Magna Grecia e che successivamente conoscerà un ritorno agli antichi splendori, fino a riconoscerla come Nuova Età dell’Oro, coincidente alla dominazione NormannoSveva, che ardente di luce propria, trova nella splendida prestigiosa figura dell’Imperatore Federico II di Svevia Hohenstaufen colui che illuminava con capacità di valido legislatore, antesignano di quei principi loro sfilata e le loro acrobazie, al suono ritmico ed allegro dei tamburi, delle trombe, delle chiarine, il tutto avveniva coordinato dalla capace regia del Lions architetto Nunzio Santoro. La celebrazione del Cinquantesimo del Club Lions di Lamezia Terme, oltre a ribadire l’impegno profuso nell’evento delle “Giornate Federiciane”, registrava una folta presenza di soci, la partecipazione del sindaco Gianni Speranza, l’autorevole ed ancor più benevola presenza, poiché tale si riconosce all’uomo come al ruolo, quella del governatore del distretto 108YA Vittorio Del Vecchio che insieme ai suoi instancabili compagni di avventura e preziosi collaboratori, presenziando, testimoniavano la personale volontà e quella del distretto, per un momento celebrativo di socialità. Il Club presentato al governatore dal Pres. Circoscrizione Piero Funaro, dal Pres. A. Sdanganelli e dal vice governatore, socio pluridecano dello stesso Club Lions di Lamezia Terme, Michele Roperto, che per antica militanza rievocava sobriamente, con semplicità e provvidenziale sintesi una memoria dei soci che col servizio si erano prodigati di più, distinguendosi onorevolmente negli anni trascorsi e recenti. La serata proseguiva con la commemorazione condivisa e sentita del Club per la recente scomparsa di un suo socio fondatore, quella del compianto e a noi caro avvocato Albino Mauro, presenti in sala la moglie ed il figlio Carlo Mauro, socio dello stesso Club, in un clima che evocava il sentire di quei valori nobili della persona come della figura professionale. La serata si concludeva nella maniera che vede le migliori tradizioni Lions esprimersi nello slancio di interrelazioni di gruppi più o meno appartati e di scambi amicali più aperti e comunicativi, per come avviene nella normale conduzione di un intrattenimento fra amici provenienti da diversi Clubs del distretto. Il Presidente ed il Governatore, nei loro discorsi, si distinguevano coincidendo unitariamente nell’esprimere viva soddisfazione per l’ulteriore entrata di nuovi soci nel Club. A fine serata il Pres. Sdanganelli ringraziava per la partecipazione tutti i convenuti, in particolare si compiaceva per il sostegno offerto dai suoi collaboratori Caterina Egeo, Andrea Parise, Enzo Richichi. Nella mattinata successiva il Governatore Vittorio Del Vecchio ed il suo staff di buon’ora si sono recati presso la statua di Federico II, gratificando con la loro presenza l’impegno del Club per l’opera realizzata, intrattenendosi in città col Presidente e altrettanti soci lì convenuti cordialmente per rincontrarli. I Lions ancora una volta mantengono fede ad un loro progetto, frutto certo di condivisione e solidarietà. LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE fondamentali, essenziali per la nascita degli stati nazionali ai quali si deve l’Europa, con le sue sfaccettature politiche e sociali, a tutt’oggi evidenze di un convivere eterogeneo, sebbene aspirando ad unità e condivisioni di vite comuni fra popoli così coloritamente diversi e vari. La figura dell’Imperatore è stata quest’anno impressa indelebilmente nella mente dei lametini e nella fantasia delle singole persone; cantata e celebrata nel libro “Il profumo dei Neroli” del socio Felice Raso Costabile, istruita dall’evento-incontro di archeologi, architetti e storici, uniti fra di loro, recuperando dal passato: testimonianze, metodologie, costumi, monumenti ed altro ancora, tutti elementi recuperabili o di facile riscontro su gran parte del territorio italiano, sebbene più evidenti nel suo Sud dove non saranno raggiunti mai più traguardi così prestigiosi. Nel cresciuto entusiasmo dell’evento organizzato dai Lions di Lamezia Terme, erigendo una imperitura testimonianza della loro brillantissima iniziativa nelle celebrazioni delle “Giornate Federiciane”, svoltesi dal 23 al 29 novembre 2009, immortalando l’Imperatore, con il suo compagno di sempre, un’enorme falco a trespolo sulla sua mano; donando alla città il monumento in bronzo che così lo vedeva ritratto: pieno di vigore, giovanile, di grande fascino e che in un’armonia favolosamente espressa, fa trasparire sul proprio volto un profilo estetico e carismatico; l’artista pittore-scultore della città, Maurizio Carnevali, coniuga il divino e se stesso nel rendere opera dalla qualità e capacità comunicativa, che solo i grandi capolavori e i buoni artisti sanno esprimere, offrendo opere dall’indimenticabile sentita gradevolezza. La statua di quasi tre metri su basamento di un metro, si erge per volontà dei Lions, nella via Garibaldi di un quartiere, che antico, perdendo il meglio di sé per le incurie del tempo, recupera oggi al degrado nuova attenzione, grazie all’immagine iconoclasticamente e storicamente autorevole, per un vivere nuovo della zona, basti pensare che la passeggiata dei cittadini di Lamezia, oggi si allunga arrivando come meta alla statua che troneggia nello spazio relativo, di lato alla strada, e che, nella prospettiva che guarda la statua stessa apparire, fa emergere improvvisa la visione dei ruderi del castello Normanno-Svevo sullo sfondo. La donazione della statua, ufficiata dal sindaco Gianni Speranza, dal Pres. Antonello Sdanganelli, ideatore del progetto che ha realizzato le “Giornate Federiciane”; il costituirsi di un corteo in costume medioevale, rappresentato dagli studenti delle scuole lametine e dagli sbandieratori della città di Bisignano hanno intrattenuto una moltitudine di cittadini con la 41 Lions Club Salerno Arechi Soltanto una vita vissuta per gli altri e’ una vita che vale la pena di vivere Dott.ssa Marina Maraziti LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Segretario L.C. Salerno Arechi 42 Il Sommo Pontefice Benedetto XVI nella Lettera Enciclica Spe Salvi dice che “ La misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente”. Aiutare, dunque, il prossimo e particolarmente chi soffre, lottando affinché le fasce più deboli della società riescano ad ottenere i propri diritti, permette un’opportunità di crescita non solo personale, ma anche sociale e culturale della collettività intera. I Diritti Umani sono diritti che spettano a ciascun individuo in quanto essere umano: non dipendono dalla razza, dalla religione, dalla lingua, dalla provenienza geografica, dall’età, dal sesso e…dalla fortuna o meno di nascere in un determinato ambiente socio-economico-culturale, anzichè in un altro. È necessario, pertanto, costruire per ogni situazione dove c’è dolore, annientamento, soprattutto quello dell’animo, modalità appropriate per affiancare chiunque si trovi nel bisogno, nel disagio, nella solitudine dell’impotenza, nella tristezza o ribellione, insomma in tutto ciò che può procurare un continuo mal di vivere, che agisce modificando il corpo e i propri progetti di vita. Tutto ciò esprime una richiesta di cure, di attenzioni, di calore e soprattutto presenza attiva concreta e costante. Questo è il pensiero che anima e guida sempre le intenzioni e le azioni del Club Salerno Arechi. Nella caratteristica palazzina di Via Bastioni 4, dove ha sede la Caritas Diocesana, si sono incontrati, nei giorni che precedevano la Santa Pasqua, il Direttore della Caritas Diocesana don Marco Russo e il Presidente del Lions Club Salerno Arechi Ciro Adinolfi. Tale appuntamento ha voluto coronare, nel concreto, il Service “Un Canto d’Amore’’, organizzato nel mese di gennaio dal Club a favore della Mensa dei poveri “S. Francesco’’. Il Presidente, infatti, visibilmente emozionato, ha consegnato con onore e piacere all’amabile don Marco, la somma di 1400 euro, che gli amici partecipanti all’evento hanno permesso di raccogliere per questa finalità e consapevole del fatto che tutto ciò che si può fare per il bene di una persona, non è mai abbastanza, ha inoltre promesso una più costante presenza del suo Club a fianco dei poveri , anche in avvenire. Ma il Club da anni è accanto anche ai malati, in particolare i bambini ospedalizzati. Il giorno del Giovedì Santo, infatti, il Presidente con una rappresentanza del Club, si è recato all’Azienda Ospedaliera “S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona’’, dove ha distribuito gustose e colorate uova di cioccolato a tutti i bimbi ospiti del Reparto di Pediatria, dopo essere stati allietati da un tenero e divertente spettacolo teatrale. Gradita è stata la presenza del Presidente del lions Club Principessa Sichelgaita M. Grazia Cioffi, in rappresentanza del Direttore Generale della stessa A.O., Attilio Bianchi. Il Club Arechi agisce nella convinzione che la felicità nasce dalla pratica quotidiana delle qualità dell’essere e dalla volontà e capacità di rendere l‘altro felice e che, come dice Madre Teresa di Calcutta, “Il valore dell’uomo si misura in base a quanto dà e non in base a quanto è in grado di ricevere”. È per questo, dunque, che con umiltà, costanza e soddisfazione lavora e serve, fermamente convinto che, per tutto ciò che potrà fare, l`unico investimento che non fallisce mai è sempre e solo l’amore. Lions Club Salerno Duomo Premio “ We serve Roberto Amendola” Prof.ssa Anna Maria Pizzolla D’Amato Il 24 maggio si è svolto presso l’elegante salone del Circolo Canottieri Irno di Salerno, il Premio “ We serve Roberto Amendola“, un service organizzato dalla responsabile Anna Maria Pizzolla D’Amato. Hanno portato i loro saluti la Presidente del Lions Club Salerno Duomo - Annamaria Di Nicola Borri e il Presidente del Circolo Canottieri - Alfonso Sansone che ha con slancio messo a disposizione la struttura sportiva del Circolo, come hanno sottolineato gli interventi del vice presidente sportivo Bonomo, del Cons. Canottaggio Cammarota, del Cons. Vela De Luca, del Cons. Canoa Roma. Anche quest’anno, come per gli altri anni, il Premio Amendola, infatti, si è rivolto ai giovani, ai quali è dedicato, per sottolineare l’importanza che essi rivestono nello sviluppo della società salernitana, quei giovani che sono stati sempre al centro della preoccupazione dell’Avvocato e del Consigliere Comunale Roberto Amendola, come hanno ricordato l’avv. Mazzei e il past Governatore del Distretto 108YA Bruno Cavaliere. Roberto Amendola, che è stato Presidente del Club Lions Salerno Host, delegato di zona, vice Governatore e poi Governatore e Presidente del Consiglio dei Governatori Lions, per più di mezzo secolo ha esercitato la professione di Avvocato a Salerno e nel suo studio tanti giovani hanno potuto abbeverarsi alla sua alta capacità professionale ,alla sua maestria, alla sua concezione di avvocato al servizio della Comunità, della quale, non a caso, è stato egli stesso partecipe a livello politico ed economico. Sono seguite le premiazioni e ai giovanissimi atleti, che, come hanno detto i Consiglieri sportivi, si sono distinti sempre in tutte le gare affrontate tenendo alto il nome di Salerno e raggiungendo risultati lusinghieri, sono state consegnate medaglie commemorative. Ha concluso la manifestazione il vice Governatore del Distretto 108YA Emilio Cirillo che si è complimentato per l’iniziativa, che esalta i principi e le finalità dei “Lions” LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE L. C. Salerno Duomo 43 Lions Club Caserta Host Un manipolo di lions casertani invade la Russia Come un viaggio può rafforzare lo spirito lionistico Col. Luigi Tennerello LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Cerimoniere L.C. Caserta Host 44 Abbiamo sentito tante volte elencare dai cerimonieri dei clubs gli scopi del Lionismo. Ebbene, alcuni di questi sono senz’altro stati realizzati dal Presidente del Lions Club Caserta Host, Andrea Letizia, con l’aver programmato un tour di notevole interesse in Russia, nelle città di San Pietroburgo e di Mosca, tour che ha visto coinvolti soci dei Lions Club di Caserta Host, Santa Maria Capua Vetere, Caserta Real Sito di San Leucio, Caserta Vanvitelli, Aversa Città Normanna e Maddaloni Calatia in una settimana indimenticabile di vacanza all’insegna dello “star bene insieme”. I soci di sei clubs, vivendo quotidianamente atmosfere d’antan, incantevoli e magiche nel contempo, destreggiandosi gioiosamente in balli cosacchi (ah Mario Romanov!!), indossando colbacchi, agitando rubiconde matriosche sulla chiatta che lenta scivolava sulla Fontanaka ed entrando curiosi in tutti, ma proprio tutti, i negozi di souvenirs lungo la “Prospettiva Niestki”, hanno parlato, hanno imparato a conoscersi, hanno cominciato a fare programmi per il futuro “insieme”: hanno, insomma, messo spontaneamente in pratica uno degli scopi del Lionismo cioè quello di ” unire i Clubs con i vincoli dell’amicizia, del cameratismo e della reciproca comprensione”. San Pietroburgo ai loro occhi è sembrata uscita dalle acque del mare, costruita com’è sul delta della Neva e su isolette collegate tra loro da circa 600 ponti: sono apparsi come d’incanto fiabeschi, dorati, palazzi e chiese, teatri e musei ma anche stradine strette e cortili labirintici, scuri androni che persistono così come li descrisse Dostoevskij. Ed è a questo punto che si vuole sottolineare l’intenzionalità di mettere in atto un altro scopo del Lionismo cioè quello di “creare e stimolare uno spirito di comprensione fra i popoli del mondo”: infatti, il Presidente Andrea Letizia, saggio pianificatore, coordinatore e anima del nostro viaggio insieme alla consorte Tina, biondo nostro angelo custode, ha ben pensato di farci incontrare i soci Lions di San Pietroburgo. Nella favolosa cornice di palazzo Nikolaevsky i Lions italiani, dopo aver assistito ad un impareggiabile, acrobatico, spettacolo di danze russe, hanno incontrato, il presidente del Lions Club di San Pietroburgo Great Bears, dott. Zimin Alexander V e sua figlia Zimina Marina, segretaria del club che hanno illustrato le varie attività messe in essere dal loro club. E’ stato interessante apprendere dal dott. Zimin che il “Great Bears” è molto attivo nel dare assistenza agli orfani dei militari caduti in servizio ed ai bambini bisognosi di cure, in specie oncologiche, per cui stanno creando una casa di accoglienza. Insomma, lo spirito Lionistico non conosce barriere: è lo stesso ovunque si vada! Sono questi gli incontri che consolidano il convincimento che il “We Serwe“ c’è e funziona ed è motivo di orgoglio per coloro che portano la spilla con la “L“. Nel prosieguo del viaggio, nel corso della visita a Mosca, annunciata dalle inconfondibili sagome delle cupole d’oro delle cattedrali e dei campanili del Cremlino, piacevole è stato l’incontro con i Lions moscoviti ed, in particolare, con il Vice governatore del distretto 123, Sergey V. Kislov, e con l’Officer Distrettuale Dimitri Rausch: premesse per futuri incontri sono state stabilite tanto che una loro visita a Caserta sembra realizzabile. Da loro abbiamo appreso come ogni russo ami la sua capitale per cui il famoso grido “A Mosca,”A Mosca” delle “Tre sorelle” di Anton Cecov conserva ora come allora la sua forza emotiva e ben esprime il loro desiderio di identificarsi con essa. Concludendo, se, prima di iniziarlo, questo sembrava un viaggio interessante come sembrano tutti quelli verso nebulose e sconosciute terre lontane, con civiltà diverse dalla nostra, in realtà è stato entusiasmante non solo per la straordinaria ricchezza e complessità delle realtà osservate ma soprattutto per le persone incontrate e per il consolidamento dello spirito Lionistico tra cinquanta soci divenuti strettamente amici. LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Lions Club Catanzaro Mediterraneo La Prevenzione dei tumori femminili Francesco Quintieri LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Presidente L.C. Catanzaro Mediterraneo 46 Il 15 maggio 2010, presso il Teatro Masciari di Catanzaro, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Catanzaro e di Crotone, dell’Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, dell’Ufficio Scolastico Regionale e dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, si è tenuto il Convegno “La Prevenzione dei Tumori Femminili”, al quale hanno partecipato il Presidente della Provincia di Catanzaro, dott. Wanda Ferro, il Presidente della Commissione Pari Opportunità, Avv. Elena Morano Cinque, a nome di tutti i Dirigenti Scolastici della Città di Catanzaro, la Prof. Anna Carrozza, il Delegato di Zona in sede, Avv. Vittorio De Franco, il Presidente della X Circoscrizione, Avv. Pietro Funaro, il PastGovernatore del Distretto Lions 108Ya, Dott. Aldo D’Andrea. La partecipazione è stata riservata principalmente a oltre 350 studentesse degli Istituti Medi Superiori della città, accompagnate dalle loro insegnanti. E’ stata rilevata l’importanza della prevenzione dei tumori femminili, soprattutto in considerazione del fatto che in Calabria, nonostante l’attivazione di programmi di screening, vi è la percentuale più bassa d’Italia di partecipazione volontaria a programmi di prevenzione (pap-test e mammografia) e che un caposaldo dell’oncologia moderna è l’educazione alla prevenzione che è il fondamento di ogni terapia. La prima relazione è stata affidata al dott. Stefano Molica, Direttore dell’Unità Operativa di Oncologia Medica, e al dott. Francarlo Leone, responsabile della Senologia di Catanzaro, i quali hanno trattato della prevenzione dei tumori della mammella, che rappresentano oggi quasi il 30% di tutte le diagnosi tumorali nella donna. Il dott. Carlo Stigliano, Direttore della Ginecologia Preventiva di Castrovillari, il Prof. Carmelo Nobile, della Cattedra di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Catanzaro e il dott. Cesare Romagnolo, responsabile della Ginecologia Oncologica di Venezia, hanno trattato l’attualissimo tema delle infezioni da HPV, della loro correlazione con il tumore del collo dell’utero e della validità della vaccinazione che ormai esiste da qualche anno. Il dott. Piero Litta dell’Università di Padova ha parlato delle cisti ovariche nelle adolescenti e di come non debba essere sottovalutato il problema dolore mestruale, invitando le mamme presenti a rivolgersi al ginecologo di fiducia in caso di presenza di sintomi delle loro figlie. Il dott. Vitobello, di Milano, ha poi fornito informazioni sulle nuove frontiere della chirurgia con l’uso del robot. E’ seguita una tavola rotonda, alla quale hanno partecipato anche il dott. Domenico Pingitore, Direttore della Radioterapia Oncologica di Catanzaro, il dott. Sergio Vero e il dott. Bernardo Bertucci, primari radiologi, durante la quale numerose sono state le domande dell’uditorio. Durante i lavori è stata posta l’attenzione sulla necessità di dar vita al più presto ad un registro dei Tumori Femminili a livello regionale, cercando di sensibilizzare gli amministratori sulla loro effettiva utilità. Il Convegno, che rientra nel Tema Distrettuale “Prevenzione delle malattie tumorali”, coordinatore il dott. Giovanni Gerosolima del L.C. Avellino Principato Ultra, ha cercato di trasmettere il messaggio che la prevenzione e la diagnosi precoce, attraverso l’attuazione di programmi di screening, sono tra le armi vincenti per sconfiggere un nemico così subdolo e silenzioso. Il medico, lo specialista, il centro di diagnosi e cura, rappresentano un indispensabile riferimento per tutte le donne che si trovano a fare i conti con il cancro, ma l’impegno individuale è fondamentale: la prevenzione è prima di tutto un’abitudine personale, un atteggiamento culturale, un regime alimentare appropriato, una vita sana, un approccio positivo, senza timore, con gli organi della sanità pubblica che ci coinvolgono con gli screening. L’incontro ha visto un’estesa e attenta partecipazione di pubblico e ha avuto ampio risalto sui quotidiani, nelle televisioni locali e sul canale satellitare Calabria Channel. Al termine degli interventi vi è stata una simpatica esibizione dell’artista catanzarese Enzo Colacino, che ha gradevolmente intrattenuto il pubblico presente. Durante lo svolgimento dei lavori, è stata attuata una raccolta fondi per la realizzazione di una sala lettura per i pazienti oncologici afferenti all’Ospedale Monospecialistico per la Cura dei Tumori Ciaccio-De Lellis di Catanzaro. 47 Premio “Emma Sorace” “Un giornalismo giovane per la crescita della società” LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE L. C. Napoli Virgiliano 48 Il premio “Emma Sorace”, su iniziativa del Lions Club Napoli Virgiliano, si è imposto, negli anni, alle persone di cultura, come un valido strumento promozionale per i giovani, sia nell’ambito delle lettere che dell’artigianato, della ricerca scientifica. Quest’anno, con grande affluenza di pubblico, di autorità lionistiche, di presidenti di clubs e di zona, si è svolta a Napoli, presso l’Hotel “Palazzo Alabardieri”, la XIX edizione del premio, riservato ai giovani praticanti giornalisti. Responsabile e coordinatrice del progetto la dott.ssa Angela Roselli Sorace. Un’apposita commissione di esperti presieduta dal dott. Gianfranco Sava e formata dai seguenti componenti: dott. Giulia De Vita Pisapia, presidente del Lions Club Napoli Virgiliano, dott. Clementina Mangini De Tommasis, avv. Alfredo Musto, dott. Antonio Tajani, dott. Ermanno Corsi, dott. Pier Antonio Toma, prof. Maria Solimine Serio, ha premiato con tre borse di studio la creatività di giovani praticanti giornalisti, che abbiano saputo realizzare un articolo sul tema di studio internazionale “MOVE TO GROW” (Muoversi per crescere). Il 1° premio, di euro 3.000,00 è stato assegnato al dott. Santo Jannò*, di Benevento, iscritto alla Scuola di giornalismo dell’Università degli Studi di Salerno, che ha inviato un articolo dal titolo “La città del futuro”. Il premio è stato consegnato dal Governatore del Distretto 108YA Avv. Prof. Vittorio Del Vecchio. Il 2° premio, di euro 2.000,00, è stato assegnato al dott. Valerio Arrichiello**, di Napoli, iscritto alla Scuola di giornalismo dell’Università di Salerno, per l’articolo “Combattere il diabete a colpi di pedale”. Premio consegnato dal 1° Vice Governatore del Distretto dott. Emilio Cirillo. Il 3° premio, di euro 1.000,00, è stato assegnato al dott. Romolo Napolitano***, di Castellammare di Stabia, master di 1° livello presso la Scuola di giornalismo dell’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, per l’articolo “Roy Sesana e la lotta dei Boscimani”. Il premio è stato consegnato dal P.D.G. cav. Bruno Cavaliere. Cerimoniera della manifestazione la signora Laura Bonetti Di Martino. Tra i presenti, oltre ai componenti della Commissione giudicatrice, sono intervenuti: la Sig.ra Rosetta Barbato Mazzella, la Sig.ra Anna Bocco Tartaglione, l’Ing. Sergio Cuomo, la Sig.ra Adele Laganà Lancia, la Sig.ra Anna Presta Rubino, il Dott. Renato Speranza, la Sig.ra Teresa Tortora, la Dott.ssa Maria Concetta Zaccaria ed altri. Al termine della manifestazione è stata assegnata dalla Dott.ssa Angela Roselli Sorace la tradizionale targa al merito “Una vita per il lionismo” al Dott. Gianfranco Sava. * Vincitore del 1° premio è il Dott. Santo Jannò, nato e residente in Benevento, laureato in Scienze politiche ad indirizzo economico-giuridico presso l’Università degli Studi di Napoli “Orientale”, fornitodi buona conoscenza dell’inglese e dello spagnolo, iscritto alla Scuola di giornalismo dell’Università degli Studi di Salerno. L’articolo, dal titolo “La città del futuro”, descrive la situazione di Riace (RC) dove il sindaco ha avviato un processo di integrazione tra gli immigrati e i cittadini del borgo calabrese per incentivare la crescita economica e sociale della zona e combattere al tempo stesso il problema della denasalizzazione, della emigrazione e dell’immigrazione. Il tono non cade in facili tentazioni di impostazioni di tipo politico o retorico, ma è sorretto invece da una lucida visione di tutti gli elementi del problema. Interpreta assai bene il tema proposto “Muoversi per crescere” connettendolo, senza saperlo, al tema distrettuale relativo all’integrazione dei popoli e presentando non una proposta velleitaria, ma un modello di soluzione realizzata nonché estendibile e facendo balenare inoltre l’idea che sia possibile un mondo migliore grazie all’impegno di uomini dotati di buona volontà, rispetto per l’uomo e concreto senso civico. ** Vincitore del 2° premio è il Dott. Valerio Arrichiello, nato e residente a Napoli, laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, vincitore del dottorato di ricerca in Diritto processuale civile presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, iscritto alla Scuola di giornalismo dell’Università di Salerno, assai versatile per la partecipazione ad attività di vario tipo. L’articolo dal titolo “Combattere il diabete a colpi di pedale”, è incentrato sulla storia di un ragazzo diabetico che, con la sua bicicletta, va in giro per il mondo per dimostrare che la sua malattia non è un limite, ma uno stimolo a migliorarsi quotidianamente, nonché per raccogliere fondi per la “Città della speranza”, un centro organizzato in Brasile dai missionari di Padre Kolbe per accogliere i bambini poveri delle favelas. Il lavoro è scritto con stile appassionato, ma non enfatico, né incline a toni patetici o retorici ed è punteggiato dalla voce del giovane protagonista a mò di sottintesa intervista. E’ assai coerente con la tematica proposta “Muoversi per crescere” non per l’immediato e quasi scontato riferimento alla dinamicità del suo vivere, ma perché ci rappresenta una scelta di vita coraggiosa e generosa, capace di superare ostacoli non insignificanti, di proporsi mete sempre nuove, di dedicarsi inoltre ad attività di solidarietà, lanciando infine il messaggio positivo che solo l’impegno con sé e con gli altri può comportare il miglioramento di sé e e degli altri. *** Vincitore del 3° premio è il Dott. Romolo Napolitano, nato a Castellammare di Stabia e residente a Saviano (NA), laureato in Scienze della comunicazione presso l’Università “Alma mater studiorum” di Bologna, master di 1° livello presso la Scuola di giornalismo dell’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa”, fornito di numerosissime esperienze lavorative nei settori della comunicazione e di altro tipo, in possesso di buona conoscenza delle lingue inglese, spagnolo, danese. L’articolo, dal titolo “Roy Sesana e la lotta dei Boscimani”, testimonia l’attività svolta da quest’uomo a favore del suo popolo, quello dei Boscimani del Calahari in Botswana sfrattati illegalmente dalla loro terra. Sessana, presidente dell’Associazione First People of Kalahari, è stato arrestato più volte, ha ricevuto il cosiddetto premio Nobel Alternativo e, costretto all’esilio, viaggia per il mondo chiedendo ai vari capi di Stato di intervenire presso il governo del Botswana per permettere ai Boscimani di non disperdersi, ma di ritornare nelle loro terre. L’articolo, scritto con stile essenziale ma non scarno, anzi ricco di riferimenti puntuali, è percorso da un’avvertibile ma non ridondante ammirazione per il personaggio e dalla preoccupazione per la salvaguardia dell’identità di un popolo in questa epoca di pericolosa globalizzazione. Interpreta giustamente la tematica proposta dal “Move to grow” perché fa conoscere un’attività benemerita poco nota come esempio significativo di impegno concreto per la crescita umana e sociale. 49 Lions Clubs Nola “Giordano Bruno” Cittadinanza Onoraria al filosofo Aldo Masullo: la legittimazione di una appartenenza Avv. Alberto Armano LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE L.ions Club Nola “Giordano Bruno” 50 La cerimonia di conferimento si è svolta in Nola martedì 13 aprile 2010 nell’Aula Magna del Liceo Classico “ G. Carducci”, alla presenza di un folto pubblico nonché numerose autorità civili, militari, religiose e lionistiche. Il D.S. Prof. Paolo Allocca, nel rivolgere i saluti e ringraziamenti ai presenti tutti per la loro partecipazione, ha sintetizzato le motivazioni che portarono alcuni soci del Lions Club di Nola, tra i quali egli stesso e l’avv. Alberto Armano, ad attivare già due anni prima l’iter burocratico per il riconoscimento della “Cittadinanza Onoraria” al socio Lion prof. Aldo Masullo; istanza accettata e sostenuta dall’Amministrazione Cittadina, la cui procedura si è protratta nel tempo per le intervenute elezioni amministrative. È stato dallo stesso D.S. chiarito che la scelta della sede della manifestazione è dovuta al forte legame culturale ed affettivo che unisce il Prof. Masullo al Liceo “G. Carducci”, da lui frequentato quale alunno. Tra gli interventi successivi, ha preso la parola il prof. Aniello Montano – docente di storia della filosofia presso l’università di Salerno – il quale, nella qualità di collega ed amico, mette in evidenza, tra gli altri, il grande merito del prof. Masullo di avere tra i primi aperto le menti degli studenti alla cultura europea e di essersi affermato come uno dei più grandi pensatori e studiosi di Giordano Bruno, nella nostra epoca.Ulteriori motivi di elogio vengono formulati dall’avv. Maria Masi, nella sua qualità di Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola, la quale ricorda che, con delibera consiliare del 21/09/2004, il Prof. Aldo Masullo fu inserito nell’albo d’onore degli Avvocati di Nola, tanto sia per la ricorrenza nella sua persona di grandi valori culturali e morali, sia perché il medesimo ha contribuito, durante l’espletamento dei numerosi mandati parlamentari, in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine e della Magistratura locale, al miglioramento dell’efficienza della giurisdizione. Tale decisione scaturì dall’istanza presentata dall’attuale Presidente della III Circoscrizione Lions - Avv. Antonio Pesce - fortemente condivisa dagli Avv.ti Prisco, Armano, Maiello, Papa e Biancardi (prot. 2301/04), con la quale lo stesso evidenziava di aver “scoperto”nel Prof. Aldo Masullo, quale difensore di G. Bruno nel simulacro del dibattimento del relativo processo penale, celebrato nelle Basiliche Paleocristiane di Cimitile, un “Grande Avvocato”. Tanto perché nell’arringa si evidenziava l’essenza dell’avvocatura che è la difesa di uno per la difesa della civiltà. In altri termini, pareva di partecipare ai grandi processi della Storia. Lo stesso si rammaricava che un siffatto difensore non fosse iscritto nell’Ordine degli Avvocati! Il Presidente dell’Ordine, così conclude: “oggi l’avvocatura nolana è ancora e sempre più orgogliosa del “Collega”, al quale augura ogni bene e lunga vita”. Successivamente il Presidente del Lions Club di Nola, Giuseppe Barbato, ha evidenziato i meriti specificamente lionistici del socio Onorario Masullo, che per la disponibilità al “Servizio” lo ha indotto a partecipare, in qualità di oratore, a tantissimi convegni e manifestazioni organizzati da numerosi Clubs del Distretto 108Ya. Così rappresentando “un modello da perseguire” teso alla ricerca intellettuale ed umana, fatta di attivo impegno civile, politico e di studio. È questo l’imperativo lionistico condiviso che ci spinge a vincere l’indifferenza; perché il mutamento è possibile per annientare o, quanto meno, contrastare il nichilismo civico. A noi il compito di muovere e allontanare il veliero di Joseph Conrad dalla “bonaccia” per vincere “la perfetta immobilità in tutte le cose”. Il Past Governatore avv. Alfonso Caterino, nel consegnare al “festeggiato” il Melvin Jones Fellow, massimo riconoscimento lionistico mondiale, lo ha ringraziato per il contri- l’ignoranza e l’ipocrisia. Un uomo alla perenne ricerca della verità, questa intesa come indagine della conoscenza, analisi del pensiero rapportata alla evoluzione dei tempi, in perfetta continuità con il “pensiero” di G. Bruno che, con tenacia ed estremo sacrificio, sostenne la “libertà delle proprie idee”. Pertanto, l’aver inserito una personalità di così elevato spessore professionale ed umano fra i propri cittadini è motivo di orgoglio e vanto per l’intera Città di Nola. Prende, infine, la parola il neo concittadino prof. Aldo Masullo. Egli si dice onorato della “Cittadinanza acquisita”, che, finalmente, ha sanato una scissione, considerata una ferita nel corso della sua vita. Si era trasferito a Nola da Torino nella prima adolescenza ed ha frequentato gli istituti superiori a Nola. A questa cittadina, pertanto, sono legati i ricordi della sua giovinezza, le prime amicizie con i compagni di scuola, gli “ozi speculativi” delle prime letture e della ricerca di libri, allora rari e preziosi, esposti (quelli usati) sui gradini del Duomo. Un discorso semplice, intessuto di frammenti di vita, intensi ed emozionanti, che Aldo ha ritrovato in se stesso e nella propria formazione, come tempo “perduto” nel senso di finito, ma non smarrito. Egli prosegue dicendo che con alcuni “allievi”, quali ad esempio Luigi Pasciari, ha condiviso anche una sua esperienza politica, intesa nella appropriata dimensione di “servizio alla collettività”. Questa fase della sua vita appartiene al passato nel quale, tuttavia, ciascuno può ritrovare le radici del futuro e cercare di realizzare “quelle aspirazioni ad un’umanità più giusta e libera, che sono proprie dei giovani”. Così come in Giordano Bruno si rinviene l’espressione più alta, non della libertà, ma della “necessità” delle idee. Dalle idee gli “ideali”, cioè le idee condivise, che rappresentano i veri, forti, essenziali legami dell’amicizia e delle relazioni interpersonali. In tale prospettiva di ritrovati valori etici e civili, Aldo Masullo si sente vicino a tutti cittadini di Nola e ringrazia le Autorità ed presenti tutti per il riconoscimento attribuitogli. Nasce, infine, spontaneo l’accostamento tra G. Bruno, che amava riconoscersi e firmarsi “nolanus” ed il di lui grande studioso contemporaneo Aldo Masullo, che ha il merito di averne diffuso la fama in ambito internazionale e che oggi, legittimamente e con orgoglio, può definirsi anch’egli “nolano”. LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE buto qualitativo che lo stesso ha dato all’attività di tutto il Distretto 108 YA, nella direzione di un sensibile arricchimento culturale dei Soci, anche in relazione alla grande capacità di comunicazione che gli deriva dalla chiarezza di un pensiero che perennemente indaga e si rinnova. Il dott. Enzo Albano, Presidente del Tribunale di Torre Annunziata, nel suo commosso intervento, ha evidenziato ulteriormente la sua capacità di affascinare nel comunicare il pensiero, così facendo partecipe l’uditorio delle sue contestuali indagini speculative. Successivamente il dott. Pietro Bouchè – Ispettore Scolastico Provinciale - nel congratularsi personalmente per l’encomiabile iniziativa, ha porto i saluti e gli auguri del Dirigente Scolastico della Regione Campania, dott. Chiappetta, impossibilitato ad essere presente per impegni Istituzionali. Lo stesso tipo di impegno ha costretto l’On. Paolo Russo al solo personale saluto e formulazione di auguri congratulazioni per il solenne riconoscimento al Prof. Masullo. L’Arch. Francesco Pizzella – Presidente dell’Assemblea Comunale di Nola – ha precisato che “nella Nola culturale” mancava il tassello di questa onorificenza, sia per lo spessore professionale ed umano del “Concittadino Masullo”, sia per il valore esemplare che lo stesso sicuramente rappresenta per tutta la comunità. Fra gli altri interventi, volti ad evidenziare il valore culturale di Aldo Masullo, si rileva quello del Vescovo di Nola Mons. Beniamino Depalma, che ne ha fatto gli elogi in quanto “uomo che pensa e si interroga” ed “educatore che ha indotto i suoi allievi a porsi domande”. Ed, infine, ne ha sottolineato “l’onestà intellettuale” che lo ha portato, anche come politico, a tentare di risolvere la crisi morale, esistenziale ed etica della società attuale con il manifesto rivolto a tutti gli intellettuali napoletani. “Un uomo sapiente e saggio, da cui vi è molto da imparare e di fronte al quale entra in crisi la nostra mediocrità”. È seguita la cerimonia di consegna, da parte del Sindaco di Nola, Avv. Geremia Biancardi, della deliberazione di conferimento della “Cittadinanza Onoraria” al Prof. Masullo, sottolineando che l’essere diventato lo stesso “Cittadino di Nola”, ha ulteriormente dato lustro ad una comunità sicuramente ricca di Storia e di Cultura, ma, attualmente, investita da una profonda crisi di valori etici e civili. Il “neo cittadino” è uno studioso cui si abbina una vibrante passione civile, sì da farne una delle voci e delle menti pensanti più libere e coraggiose del nostro tempo. In altri termini un professionista, un intellettuale, ma soprattutto, un uomo che affascina le platee con la propria cultura e con la propria esperienza di vita, per un continuo e maggiore impegno nel combattere l’illegalità diffusa ed il degrado civile, 51 Lions Club Caserta Host Come i giovani pensano ad una Caserta nuova Dott. Alberto Zaza d’Aulisio LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Addetto Stampa del Club 52 Per dare un nuovo volto a Caserta occorre che le istituzioni politico-amministrative ed i cittadini comincino ad agire insieme per la ricerca delle sinergie necessarie alla soluzione della crescente disoccupazione giovanile, causa frequente degli allettamenti della malavita oltre che della emigrazione verso il nord con depauperamento delle risorse umane locali. Così come occorre porre urgenti ripari al disastro ambientale connesso alla emergenza rifiuti, all’abbandono delle aree agricole, all’espansione urbanistica incontrollata, al degrado dell’ex Macrico, imponente risorsa per la realizzazione di verde pubblico attrezzato, di un orto botanico, di impianti sportivi e culturali destinati al più sano impiego del tempo libero soprattutto dei giovani. Questo, in sintesi, il pensiero di Raffaele Ausiello, allievo della quarta “F” dell’ Istituto Tecnico per Geometri “Michelangelo Buonarroti” , espresso con lo svolgimento del tema:” Problemi della città di Caserta e possibili soluzioni” , vincitore del concorso che il Lions Club Caserta Host ha indetto per valorizzare giovani talenti. L’elaborato prescelto dalla giuria (la socia lions Gaetana Conti, Ispettore Centrale della Pubblica Istruzione, e la Dirigente Scolastica Rosaria Picozzi) ha affrontato, in particolare, l’esigenza di una scuola efficacemente raccordata col mondo del lavoro, di una reale apertura degli enti territoriali verso i giovani attraverso canali di informazione loro più congeniali e con linguaggio più accessibile, della riqualificazione urbanistica in luogo delle costruzioni speculative. Secondo e terzo classificato , rispettivamente, Benedetto Vitale della IV “E” del Liceo Scientifico “Armando Diaz” e Sonia Petrillo della IV “A” dell’Istituto Tecnico Commerciale Terra di Lavoro. Attestati di benemerenza sono stati attribuiti ad Andrea Dello Morgio della IV”A” del “Michelangelo Buonarroti”, Flavia Ricciardi, Federica Licciardi ed Anna Rita Amato della IV “E” del “Diaz”, Michela Cecere della IV “A” del Terra di Lavoro. Il Presidente del Club, Andrea Letizia, prendendo la parola durante la cerimonia di premiazione tenutasi nell’accogliente cornice del Grand Hotel Luigi Vanvitelli di San Marco Evangelista, ha espresso il più vivo compiacimento ai partecipanti per la risposta qualificata e meritevole di ogni più lusinghiero apprezzamento data alla proposta del Lions Caserta Host, che li ha visti cimentarsi anche su altre due tematiche di grossa attualità quali “La scuola che vorrei” e “Giovani, valori e sentimenti”. L’anno sociale del Caserta Host si è chiuso il 18 giugno , festeggiato da una splendida serata a bordo piscina del Grand Hotel Vanvitelli col passaggio della campana tra il presidente uscente Andrea Letizia ed il subentrante Mario Scherillo. Nell’occasione, due cerimonie particolari : la proclamazione e la consegna del Premio Al Merito Civico “Salvatore Ricciardi”, attribuito quest’anno alla Fondazione Le Quattro Stelle, e la consegna a Suor Rita Giarretta, Premio Al Merito Civico 1999, del ricavato del “meeting” di solidarietà organizzato in favore dell’attività umanitaria svolta dalla Casa di Routh, gestita dalla Congregazione delle Orsoline. La Fondazione Le Quattro Stelle , ente di promozione culturale e di formazione sportiva nonchè di sostegno per atleti, allenatori e dirigenti che abbiano subito gravi infortuni, è nata nel ricordo di Paolo Mercaldo, Gianluca Noia, Emanuela Gallicola e Luigi Mercaldo della Basket Juve Caserta, periti durante la trasferta del 9 novembre 2008 in un tragico incidente stradale. Lions Club Matera Host Concorso “Lions Youth Exchange” In Olanda con un tema sui diritti umani “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.” Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Questo è stato l’obiettivo del Lions Club Matera Host che ha coinvolto tutti gli alunni delle scuole superiori di Matera. Questi ultimi hanno partecipato al concorso realizzando una serie di elaborati che hanno permesso loro di conoscersi, confrontarsi e discutere sul significato della diversità. Il concorso è stato vinto dalla studentessa del Liceo Classico ”E. Duni“ di Matera, Margherita Comanda guidata dalla professoressa Camila Spada. “Il sorriso negli occhi della ragazza da solo, ha valso tutta l’iniziativa!” Questo ha detto il presidente del L. C. Matera Host, Maria Martino, che è stata la promotrice dell’iniziativa. Margherita Comanda ha ricevuto come premio una borsa di studio e la vedrà, nel prossimo mese di Luglio in Olanda, dove una famiglia Lions l’accoglierà e le farà conoscere gli usi e costumi della loro terra. Successivamente trascorrerà un periodo in un campo per la gioventù ed incontrerà i ragazzi provenienti da tutto il mondo. Dopo la premiazione Maria Martino, ha ringraziato vivamente il Preside Prof. Giuseppe De Rosa, i docenti che hanno collaborato all’iniziativa ed il Presidente dell’VIII Circoscrizione la dott.ssa Alba Capobianco, che ha concluso i lavori. Sono seguiti i saluti e la testimonianza di Simone Roba, Coordinatore degli Scambi Giovanili del Multidistretto 108 Italy. attraverso un video, registrato in occasione del congresso Nazionale di Montecatini. Maria Martino, infine, ha illustrato il programma degli Scambi Giovanili e Campi per la Gioventù ed ha sottolineato, l’importanza del programma degli Scambi Giovanili attraverso cui si viaggia, non per turismo, ma per arricchimento personale, in quanto venire a contatto con una cultura diversa dalla propria, costituisce una tappa fondamentale del percorso di crescita. Ogni anno il programma Lions Campi e scambi giovanili internazionali consente ai giovani di conoscere altre culture aiutandoli a viaggiare all'estero. Ogni campo e scambio giovanile comprende una permanenza estesa grazie all'ospitalità di uno dei nostri numerosi club internazionali. I partecipanti: Vivranno con una famiglia in un altro paese; Incontreranno altri giovani provenienti da tutto il mondo; Impareranno i legami che tutti noi condividiamo e le differenze che rispettiamo indipendentemente dalle nostre origini. LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE D Maria Martino Presidente del Club 53 36° Charter del Lions Club Napoli Vesuvio Prof.ssa Clara Guarino LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE Presidente del Club 54 Ringrazio, con animo grato, quanti hanno voluto festeggiare con noi il 36° compleanno del club, accettando, cortesemente, il nostro invito. Per me è una ricorrenza ancora più significativa, perché quando sorse questo club io c’ero, sia pure con altro ruolo e in diversa funzione. Mi correrebbe l’obbligo di accennare, sia pure brevemente e velocemente, alle attività svolte durante quest’anno sociale, ma risulterebbe una elencazione arida se non sottolineassi il motivo informatore che tali eventi ci hanno indotto a programmare un progetto a lungo termine che sarà, via via, attuato dai successivi presidenti. Viviamo in un momento storico-politico-sociale assai complesso, ove si assiste non al vuoto di questo o quel potere, ma a un vuoto di potere in sé. E’ come se la società e le istituzioni corressero su strade parallele destinate a non incontrarsi mai. E se è vero, come è vero, che la gestione della uRes publica” appartiene alla società, per sua natura, grande è, allora, l’impegno che le associazioni sono costrette ad assumere per moltiplicare la capacità di ascolto al fine di rappresentare un movimento di opinione che quella distanza mira ad accorciare, incidendo, significativamente, nei luoghi ove si decide il cambiamento. Per questo abbiamo cercato di mantenere fermo l’ancoraggio, anche nel rispetto delle linee programmatiche distrettuali, al dibattito politico-sociale del momento,affrontando le problematiche, non certo semplici, relative ai concetti di Accoglienza , Integrazione e Cittadinanza Umanitaria e non. Ci siamo sempre attenuti alle istanze emergenti anche quando si è discusso del recupero delle tradizioni, della fruizione dei beni culturali, dell’impegno da dedicare alla disamina del terzo settore. Sovente, va detto , il silenzio dei pensieri ci induce a misurare la nostra statura nella comparazione tra quello che avremmo voluto, potuto e dovuto fare rispetto alle cose più complesse. Ci sembra di essere inadeguati. Certo nessun discorso è mai esaustivo perché le azioni umane sono dell’uomo, ma la loro somma non è mai dell’uomo medesimo, che oscilla sempre tra “Sein und Zeit”, Essere e Tempo nello sforzo titanico di Esserci. E’ come se guadassimo un fiume unico, inarrestabi- le, che non ha principio e non conosce fine. La vita è come un tappeto mobile sul quale vai e stai fermo, stai e cammini. Si ha, non senza sgomento, la sensazione che gli uomini, le opere e le parole siamo gran di sabbia che scorrono nella clessidra del tempo. Come a dire “ Sta l’Oceano del tempo, cadono insieme in esso grani di sabbia s’adagiano al fondo uguale distesa sommersa ma sempre una storia diversa ci preme. Ed è proprio quella storia diversa che costituisce il nostro “elaun vital”, che alimenta la nostra ansia di vivere, che esalta la nostra forza, la nostra potenza, con un sano agonismo, con un’ equilibrata competizione, nella speranza di raggiungere qualche traguardo, al di là del quale ognuno spera di trovare quel che cercava, nel salutare oblio della nostra congenita fragilità. Perciò la parola fine non si addice ad alcun uomo, non gli si addice nessuna conclusione. Michelangelo cominciò col David e finì con la Pietà Rondanini. E questa ferma convinzione mi induce a ritenere che il depauperamento numerico della nostra associazione sia dovuto a una crisi di assestamento non di vitalità, a patto che siamo persuasi di essere tasselli di un unico mosaico alla realizzazione del quale ciascuno contribuisce per la propria parte . Se così non fosse il pianto che ci consola è , in realtà, il pianto con il quale chiediamo perdono a noi, di noi, per noi, per il tradimento all’ uomo che è dentro di noi. Perciò il lionismo non è questa o quella carica che, prò tempore, si ricopre, non è questa o quella funzione che, per un periodo, siamo chiamati a svolgere, il lionismo, parafrasando Mazzini, non è, certo, territorio, ma è il sentimento che unisce tutte le persone che indossano, con scienza e coscienza, il nostro piccolo distintivo, è il sentimento che spingendoci lavorare in Team, ci fa rafforzare e conservare come il dantesco Salomone, un cuore “Intendente”, capace di amare e comprendere l’uomo di ieri, di oggi, di sempre. Sogni? Se smettessimo di sognare cesseremmo anche di vivere. Auguri a tutti grazie. Dia-loghi sul lionismo IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEL CLUB risultati dell’inchiesta campionaria Lions 2008 Collana monografica di cultura lionistica a cura del Centro Studi per l’Associazionismo Distretto 108 ya IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE THE INTERNATIONAL ASSOCIATION OF LIONS CLUBS DISTRETTO 108 YA Governatore: Avv Vittorio Del Vecchio Anno sociale 2009- 2010 Identità associativa e Capitale sociale Punti di forza e di debolezza dei Clubs di Michela Forgione ANNO II - VOL II 55 56 È con particolare orgoglio che ho il piacere di presentare questa seconda produzione editoriale del Centro Studi del nostro Distretto perché rappresenta un passo avanti nella creazione di quel cammino sulla via dell’approfondimento dell’identità culturale e associativa, che stenta ancora a decollare pur avendo tiolo per una maggiore e qualificata adesione. Suscitare ed alimentare l’identità culturale del lionismo è il modo più valido per dare sempre maggiore efficacia all’azione dei Lions come attori di un progetto solidaristico che possa promuovere nascita di capitale Sociale al fine di migliorare le condizioni delle nostre regioni in particolare e, in uno scenario più ampio, gestire un processo di globalizzazione in gran parte imperfetto ed incompiuto. Le scienze sociali insegnano che il processo di costruzione dell’identità personale ed associativa avviene anche attraverso processi di socializzazione. È inoltre assodato che una rete di relazioni Sociali, che consenta il riconoscimento dell’identità dei partecipanti ed esprima anche forme di solidarietà e di reciprocità, è capace di generare il cosiddetto capitale Sociale ovvero quell’insieme di legami e relazioni che costituisce il più forte motore ed indicatore di soddisfazione e benessere per una Società, una comunità. I clubs del Distretto 108ya sono in grado di produrre capitale sociale capace di promuovere un processo di coesistenza sociale, di creare un blocco sociale progressivo,un nuovo meridionalismo per guidare il processo di integrazione e modernizzazione del Nostro Meridione? Per tentare di trovare delle risposte alle nostre domande, nell’anno sociale 2007/’2008, abbiamo promosso un’indagine sociologica mediante la somministrazione attraverso le pagine della Rivista Distrettuale 108ya, di un questionario per verificare se e in quale modo i Clubs fossero in grado di produrre capitale sociale. L’analisi dei dati rilevati costituisce la materia del presente lavoro curato e redatto dalla dottoressa Michela Forgione esperta in indagini sociologiche dell’Antrocom Onlus Campania, alla quale va il sentito ringraziamento dei Lions del distretto 108ya, per il lavoro svolto e la serietà della collaborazione espressa dimostra. Si tratta di un passo avanti che ci permesso di dotarci di uno strumento utile per individuare i punti di forza e di debolezza della nostra attività. Ora occorre continuare a camminare nella speranza di avere sempre più compagni su questo cammino. IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE Prefazione Il Direttore del Centro Studi Franco Lanza 57 IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE Introduzione 58 Il Centro Studi dell’International Association of Lions Clubs, Distretto 108ya Italy, nel corso dell’anno 2008 ha realizzato per iniziativa del Prof. Francesco Lanza, Direttore del Centro, e alla disponibilità di un campione di Soci, una ricerca volta a verificare se e in quale modo le formazioni sociali intermedie, che chiamiamo associazioni e organizzazioni di privato sociale e Terzo settore, siano in grado di produrre quella risorsa, il capitale sociale, senza cui la società perde di coesione, di responsiveness, manca di motivazioni allo sviluppo economico. L’obiettivo che ha mosso la ricerca era quello di dimostrare la valenza sociale del capitale sociale in relazione al paradigma relazionale, prendendo come caso di studio il Club sopra menzionato. L’indagine condotta ha gettato una nuova luce sulla forza e sulla debolezza del Club. Si è voluto rivelare come, dove e perché questa realtà sia caratterizzata dalla presenza, assenza o carenza di una coscienza veramente profonda e identificativa. Si è messa in evidenza l’estrema problematicità del mondo associativo, in quanto contrassegnato dalla difficoltà di trovare una propria identità, culturale e operativa, che lo qualifichi. Dall’analisi dei dati condotta dalla sottoscritta con l’utile supporto della Dott.ssa Katiuscia Laila Vene, è ipotizzabile che gli associati non risultano sempre portatori di un orientamento culturale tale da far parlare di una cultura civile che li caratterizzi e li identifichi; non si nota insomma quel pattern culturale che realizza la differenza, che mostra una coscienza civile distintiva di sé. Esiste indubbiamente una cultura del privato sociale, una cultura del civile come cultura delle relazioni pro sociali, ma non appartiene esclusivamente al mondo associativo. Esiste in sostanza un indebolimento della portanza identitaria precedentemente caratterizzante l’International Association of Lions Clubs. È emersa anche una significativa discrasia fra le rappresentazioni culturali dei soggetti intervistati e le loro pratiche effettive nei confronti del Club. Esiste cioè un forte senso del sé, è definita e definibile l’identità dei soggetti, non sono assenti i valori personali; eppure i confini dell’agire risultano labili, è incerto il modo di intendere il lavoro nell’associazione, con fatica si continua a farne parte pur non sentendosi più parte. Il processo identitario e il senso di appartenenza Obiettivo di questo lavoro è quello di misurare il senso di appartenenza degli iscritti all’Associazione per riuscire ad individuare al suo interno tracce di capitale sociale. Appartenenza intesa come consapevolezza della propria identità che si costruisce e si definisce a partire dall’io. La dimensione personale della “considerazione di sé” è preliminare alla dimensione sociale dell’appartenenza, che si esplica in relazione all’ambiente e ai soggetti che costituiscono la comunità di riferimento. Ma appartenenza soprattutto significa sentirsi parte di un gruppo e consiste nella condivisione con il gruppo, di comportamenti, modi di pensare e atteggiamenti. Alla base dell’appartenenza si trova, in genere, un processo di identificazione, in cui la sfera dell’io si identifica con il Noi, e che permette di riconoscersi e di essere riconosciuti come membri di un gruppo anche attraverso l’assunzione di alcuni segni distintivi. Per il soggetto identità significa capacità di stabilire una differenza osservabile tra sé e l’altro; allo stesso tempo il soggetto sa che per raggiungere una forma di personalità individuale che diventa il motore dell’agire sociale, è indispensabile vivere il sentimento di appartenenza a determinati gruppi che, a sua volta, genera quel processo di identificazione, di inclusione, al quale l’identità è strettamente relazionata. Per quanto riguarda la tradizione sociologica il processo di costruzione dell’identità personale avviene attraverso processi di socializzazione. Il soggetto impara ad esteriorizzare il sé, ovvero a percepire se stesso come parte del mondo sociale e, contemporaneamente, a interiorizzare tale immagine di sé. Se l’individuo riesce ad accettare l’idea che la sua identità è frutto delle relazioni che istituisce con il mondo, allora può automaticamente scoprire che una parte di sé esiste anche negli altri. Il definirci membri di una collettività, di un’organizzazione, il sentimento di appartenenza che deriva dal legame dei soggetti con un’idea condivisa, con un gruppo di lavoro, con i frames culturali di un’organizzazione, esclude l’unicità dell’individuo. Quest’ultimo diventa soggetto di responsabilità giuridica e morale della comunità. La tendenza a fidarsi al di fuori della propria cerchia familiare e la capacità di saper subordinare il proprio interesse personale all’interesse di gruppo, sono secondo Francis Fukuyama i presupposti necessari affinché si delineino tracce di capitale sociale. Il politologo statunitense, uno tra i primi teorici del capitale sociale, afferma che il capitale sociale è una risorsa che nasce dal prevalere della fiducia nella società o in una parte di essa, e la fiducia non è altro che l’aspettativa di un comportamento prevedibile, corretto e cooperativo, basato su norme comunemente condivise, da parte dei suoi membri. È il capitale sociale che consente il passaggio dall’Io al Noi, è questo processo che rende possibile la cooperazione per realizzare finalità di beneficio comune. Il ruolo, in qualche modo privilegiato, che è stato attribuito al Terzo settore e al privato sociale, cioè alle reti di carattere associativo che non operano né secondo le regole del mercato, e quindi in vista di un profitto, né sulla base di una direttiva politica e quindi attraverso le decisioni legislative, fa parte dell’ipotesi generale che sta a monte della ricerca, secondo la quale il luogo a partire dal quale si genera capitale sociale è, appunto, quella realtà “associazionale” di società civile che si costituisce e agisce sulla base di relazioni di fiducia, collaborazione e reciprocità, più o meno formalizzate. La nozione di capitale sociale adottata come quadro di riferimento teorico per l’individuazione degli indicatori è quella relazionale. Le relazioni sociali che verranno prese in considerazione sono quelle in grado di produrre e valorizzare i “beni relazionali”. Partendo da tale istanza e ricollegandoci alla nota distinzione sociologica risalente a Charles Cooley, è possibile individuare due tipi differenti di capitale sociale: primario e secondario. Il primo consiste nelle relazioni che valorizzano i beni relazionali primari, operando con criteri prevalentemente informali (nelle reti familiari, parentali, di vicinato, di amicizia, di conoscenza). Il capitale sociale secondario diversamente, consiste nelle relazioni che valorizzano i beni relazionali secondari, generati in organizzazioni di Terzo settore e privato sociale e nella più ampia sfera civica o civile. All’interno di ciascuno dei due tipi sono individuabili due dimensioni del capitale sociale: la dimensione della fiducia e la dimensione dell’aiuto reciproco o reciprocità. Si capisce immediatamente che nel nostro campo d’indagine rientra un interesse tutto rivolto al capitale sociale secondario e ancora più in dettaglio si parlerà sempre di capitale sociale associativo, proprio di coloro che appartengono, ossia hanno una membership, ad una associazione di società civile. Per i vari tipi di capitale sociale è inoltre possibile ipotizzare lo svolgimento di due tipi diversi di funzioni che ver- IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE Perché ci si associa? 59 IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE ranno indagate nel corso della ricerca e di cui ci parlano due autori, Pierpaolo Donati e Luigi Tronca, in un lavoro simile a questo presentato: «[…] una funzione bonding (letteralmente è bonding ciò che “mette insieme”, che “unisce”, che “costituisce un collante” e che “collega internamente”) e una funzione bridging (è bridging ciò che “fa da ponte” e “che collega con l’esterno”). Quanto al primo tipo di funzione, il capitale sociale si configura come un legame interno alla sfera sociale di riferimento ed è bonding nella misura in cui consiste di relazioni sociali capaci di legare tra loro individui che condividono una medesima appartenenza o membership (familiare, associativa, etnica, di classe, ecc.); quanto al secondo tipo di funzione, il capitale sociale consente un legame con l’esterno di “tipo orizzontale” (cioè tra soggetti sociali dello stesso ordine di realtà – ad esempio, tra soggetti individuali o tra soggetti collettivi) ed è bridging nella misura in cui consiste di relazioni sociali in grado di legare i membri di una sfera sociale con soggetti a questa esterni». 1 Il capitale sociale secondario ha come ambito di relazione l’associazionismo che, a sua volta, si basa sulla fiducia verso gli individui che hanno in comune l’appartenenza ad una associazione o ad una comunità. La reciprocità sociale in questo tipo di capitale sociale è allargata, nel senso che lo scambio simbolico avviene tra coloro che appartengono alla stessa associazione. In quest’ottica il capitale sociale si origina nel sistema delle famiglie, ma in questo specifico caso, nel sistema delle associazioni civili, e, più precisamente, nelle loro reciproche interazioni, e si dice che genera capitale sociale di solidarietà. Questa è la chiave per lo sviluppo del capitale sociale: le relazioni reciproche tra la comunità e i suoi abitanti e la società e le sue istituzioni. È stata evidenziata, sin dall’inizio di questo lavoro, l’importanza della attribuzione di una identità agli individui che partecipano all’azione comunitaria; il riconoscimento riveste il ruolo importante dell’esser parte e, allo stesso tempo, garantisce che vi sia riguardo, considerazione, reciprocità per il soggetto con il quale si interagisce. È dunque pensabile che la mobilitazione di capitale sociale avvenga al fine di ottenere un riconoscimento che vincola nel tempo sotto forma di reciprocità dilazionata; in questo rapporto di prestazione tra sostenitore e sostenuto, donatario e beneficiario, perdura un controllo sull’altro, il quale resta dunque legato da gratitudine. La dipendenza reciproca fra gli individui, la crescita delle obbligazioni verso qualcuno, fanno in modo che il capitale sociale cresca di continuo. Tracciate le suddette premesse ne consegue un discorso incentrato su tre dimensioni di contenuto del capitale sociale: identità dei partecipanti, fiducia interpersonale e rapporti di solidarietà e reciprocità. Investigare l’esistenza all’interno del Club di queste tre dimensioni attraverso la somministrazione di un’intervista semi strutturata a campione casuale semplice, riconduce alla finalità prioritaria di individuare il senso di appartenenza al Club e le dinamiche dell’abbandono, allo scopo di migliorarne l’efficacia del sistema indirizzato alla produzione di capitale sociale. Il disegno di ricerca L’inchiesta campionaria L’universo di riferimento per l’indagine sociologica condotta, è quello degli appartenenti all’International Association of Lions Clubs, Distretto 108YA di Napoli. Il metodo di indagine impiegato mira alla rilevazione delle informazioni interrogando gli stessi individui oggetto della ricerca, appartenenti ad un campione rappresentativo, mediante una procedura standardizzata di interrogazione, allo scopo di studiare le relazioni esistenti tra le variabili. L’inchiesta campionaria a differenza del sondaggio che ha come fine quello di accertarsi dell’esistenza o della consistenza di un fenomeno, intende controllare empiricamente delle ipotesi. “Nell’inchiesta campionaria il ricercatore non si limita a rilevare l’esistenza o la consistenza di un determinato fatto sociale; ma va oltre interrogandosi sulle sue origini, sulle interrelazioni con altri fenomeni sociali, sui meccanismi causali ad esso connessi, ecc. […]”.2 Il metodo attraverso il quale si è proceduto ad estrarre la popolazione di riferimento prende il nome di campionamento. “[…] chiamiamo campionamento un procedimento attraverso il quale si estrae, da un insieme di unità (popolazione) costituenti l’oggetto dello studio, un numero ridotto di casi (campione) scelti con criteri tali da consentire la generalizzazione dell’intera popolazione dei risultati ottenuti studiando il campione”.3 1 Donati P. e Tronca L., Il capitale sociale degli italiani. Le radici familiari, comunitarie e associative del civismo, Franco Angeli Milano 2008, pag. 31 2 Corbetta P., Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Il Mulino Bologna 1999, pag. 171 60 IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE Avendo a disposizione una lista della popolazione, in quanto i partecipanti all’Organizzazione sono tutti iscritti presso essa, si è potuto utilizzare la tecnica del campionamento probabilistico, dove per ottenere il campione si deve assegnare a tutte le unità della popolazione una probabilità nota di essere estratte. Affinché un campione risulti validamente scientifico, concorrono due fattori: la rappresentatività e l’ampiezza. Nel nostro caso, a causa dell’autoselezione (evidentemente le risposte sono giunte dalle persone più motivate), il campione risulta poco rappresentativo, ma comunque operabile. Si chiarisce quindi che l’indagine condotta rimane un’indagine a carattere esplorativo, che quindi necessita di ulteriori approfondimenti e ridefinizioni, ma che comunque ha sollevato e sottolineato elementi utili per la conferma delle nostre ipotesi teoriche. La ricerca condotta si è avvalsa dell’impiego di uno strumento indispensabile in casi come questo: il questionario a domanda e risposta standardizzata, che prende il nome di survey. Quando ci troviamo di fronte a tempi brevi di inchieste campionarie occorre avvalersi di domande chiuse, anche se le domande aperte hanno il vantaggio della libertà di espressione. La domanda chiusa offre a tutti lo stesso quadro di riferimento, facilita il ricordo, stimola l’analisi e la riflessione e costringe ad uscire dalla vaghezza, anche se allo stesso tempo comporta dei limiti. Sicuramente lascia fuori tutte le alternative di risposta che il ricercatore non ha previsto, si può incorrere nel rischio di influenzare le risposte; rischi che però si possono correre considerando il grande vantaggio nella fase di rilevazione dati. L’indagine difatti avrebbe sicuramente ricoperto un carattere più specificatamente scientifico permettendo una riconferma dei dati attraverso una nuova somministrazione più allargata attraverso la metodologia quantitativa, alla quale sarebbe dovuto seguire una metodologia di inchiesta diversa, di tipo qualitativo. Considerando l’ampiezza del campione e la popolazione di riferimento da raggiungere, si era pensato di procedere attraverso il focus group. L’analisi in questo tipo di indagine si basa su una lettura attenta dei testi trascritti secondo un approccio di tipo induttivo che da singoli eventi, situazioni, opinioni, aiuti a costruire concetti e categorie interpretative generali. Il questionario utilizzato invece nella nostra ricerca, ha seguito come da protocollo procedure ben definite in vista della fase successiva di analisi dei dati e costruzione della matrice dei dati. I dati sono stati raccolti attraverso la somministrazione agli associati del distretto di riferimento di un questionario semistrutturato riportato in Appendice (Fig.N.1), nel periodo compreso tra il mese di luglio e quello di agosto dell’anno 2008. L’avvio delle interviste è stato preceduto da un approfondito briefing, in cui è stato spiegato ai committenti del progetto lo scopo dell’indagine ed in cui è stata analizzata la struttura contenutistica del questionario, la stessa modificata in alcune delle sue parti e risistemata in accordo con le esigenze specifiche e i dati rilevati dal briefing. Nello specifico il questionario dell’inchiesta campionaria è stato inoltrato ai soci includendo nella batteria di domande tre aree di indagine: a) domande relative a proprietà sociografiche di base: si intendono cioè le classiche caratteristiche di profilo individuale (genere, età, luogo di nascita, titolo di studio, professione, stato civile); b) domande relative ad atteggiamenti: l’area qui esplorata è quella che fa capo ad opinioni e motivazioni. Gli indici che sono stati indagati riguardano aree specifiche e significative, quali: la partecipazione familiare: indica quanto il grado di collaborazione influenza il livello di partecipazione e il meccanismo di influenza e coinvolgimento reciproco in relazione all’entusiasmo di partecipazione al club; la natura degli incontri ai quali si preferisce partecipare: utile per rilevare il campo di preferenza dei soci e quindi l’indice di interesse partecipativo; gli scambi relazionali con i membri del club: misura il livello relazionale (confidenziale, distaccato o formale) e il grado di conoscenza reciproca; il personale coinvolgimento partecipativo: con proposte personali di attività specifiche; individua lo spirito di comprensione e il principio di concretezza del singolo associato; mostra se esiste o meno l’individuazione personale dei problemi territoriali di competenza del distretto o del club; ma soprattutto misura la responsiveness e quindi se esiste correlazione tra capitale sociale e partecipazione associativa; le preferenze sulle finalità del club: registra l’interiorizzazione dei valori in relazione al livello di interesse personale, e allo stesso tempo si individua se il Distretto risulta attivo nel suo operato e quindi funziona come spinta associazionistica o meno; i giudizi sulle attività del club: valuta la responsiveness e il livello di fiducia raggiunto; le attività formative rivolte ai soci: misura il grado di soddisfazione o di insoddisfazione dei soci; 3 Corbetta P., idem, , pag. 313 61 IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE il grado di aspettative soddisfatte o meno: l’aspettativa soddisfatta incrementa il livello di fiducia, reciprocità e partecipazione; c) domande relative a comportamenti: siamo nel campo delle azioni, un campo più solido in quanto l’azione o c’è stata o non c’è stata. I quesiti ai quali si è tentato di dare una risposta, erano proiettati ad indagare se l’impegno associativo potesse produrre capitale sociale associativo, chi all’interno dell’associazione risultasse maggiormente impegnato e infine quanto capitale sociale venisse eventualmente prodotto dalla rete associativa o, molto più erroneamente, consumato. Affinché si avanzasse un’analisi dei dati, che alla situazione attuale rimane pressoché incompleta per via della poca rappresentatività del campione e dell’assenza dell’indice che misurasse l’impegno civico degli associati, si è proceduto con l’indicizzazione degli stessi. Le strategie impiegate hanno prodotto la costruzione dei seguenti indici di riferimento: Indice di status socioeconomico - titolo di studio e professione dell’intervistato sono stati combinati all’interno di questo indice sintetico. Indice di capitale sociale familiare ICSF - questo indice sintetizza i valori di variabili quali la condivisione familiare e lo stato civile degli intervistati. Indice di capitale sociale associativo ICSA - questo indice è stato costruito calcolando per ogni individuo associato ai Lions Club, la media dei valori delle seguenti variabili: fiducia nei membri dell’associazione, incontri con i membri dell’Associazione, scambi reciproci con i membri dell’Associazione. Indice di impegno associativo IIA - analizza la combinazione di variabili cardinali quali la quantità di associazioni a cui è iscritto l’intervistato – organizzazioni di volontariato, associazioni sociali, sportive, organizzazioni non governative, sindacati, movimenti sociali o religiosi, partiti politici – la quantità di tempo che dedica all’associazionismo, la durata degli incarichi dell’associato e le finalità effettivamente ricoperte. Indice di impegno civico IIC - ottenuto attraverso il conteggio delle risposte affermative registrate in relazione alle variabili dicotomiche, quali eventuali proposte dell’associato su temi e problematiche provenienti dalla società civile e la capacità di risoluzione proveniente dal Club. Quella delineata resta comunque soltanto una prima bozza della distribuzione di capitale sociale tra gli associati ai Lions, poiché il campione sul quale sono state avanzate delle ipotesi è costituito da 214 unità. Sintesi dei risultati Quanto capitale sociale produce il Club? <<Come non averci pensato prima? Sembra l’uovo di Colombo. Chi non sapeva che le relazioni servono ad andare avanti nella vita, a trovare lavoro, a far carriera, a combinare affari, insomma, secondo il detto antico e cinico, che val molto di più chi uno conosce, che non che cosa uno conosce>>.4 Occorre dunque individuare la natura delle relazioni sociali che possono costituire capitale sociale. Il primo passo consiste in una osservazione che diventa anche premessa fondamentale: il capitale sociale è un genere specifico di relazioni sociali, e in quanto tale, non è un insieme strutturato di opportunità e risorse che sono più o meno a disposizione di un individuo che fa la sua scelta razionale, bensì consiste di processi relazionali. Il capitale sociale è una relazione di fiducia che induce a cooperare in termini di reciprocità, e non come scambio utilitaristico di equivalenti, ma come scambio simbolico. Queste relazioni dipendono dagli individui o dai sistemi sociali? Esse dipendono in realtà dalle relazioni stesse in quanto fenomeno emergente. Il capitale sociale in grado anche di ricostruire un impegno civico all’esterno così come all’interno, è quello che consiste di circuiti di fiducia e di scambio aperti verso l’esterno (bridging). Il club quindi oltre che produrre capitale sociale associativo, potrebbe anche funzionare da collante verso l’esterno attraverso la rinascita dell’impegno civico e diventare garante della crescita di tale ricchezza relazionale, anziché limitarsi a consumarla. Premesso che il capitale sociale non è sinonimo di associazione: perché un’associazione può avere o produrre più o meno capitale sociale, può anche non produrlo e può solo consumarlo? Occorre sapere innanzitutto perché la gente si associa. Presumibilmente si può pensare che gli individui possano associarsi per fattori di ordine economico o politico, ma nel nostro caso la gente si associa per fattori di ordine sociale/relazionale e di ordine culturale (valori, stili di 4 Bagnasco A., Piselli F., Pizzorno A., Trigilia C., Il capitale sociale. Istruzioni per l’uso, Il Mulino Bologna 2001, pag.19. 62 IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE vita). Lo scopo dell’inchiesta è capire, attraverso lo studio di determinati indici, qual è l’aspetto preponderante nelle scelte associative dei Lions, individuarne le finalità associative e quanto queste corrispondano alla Vision e alla Mission dell’Associazione. La prima serie di dati registrati ha permesso di individuare il primo indice dal quale poter partire per una proiezione della composizione del campione. Nella tabella A1 quindi sono stati riportati i dati che fanno riferimento all’indice di status socio-economico del campione: titolo di studio e professione dell’intervistato sono stati combinati all’interno di questo indice sintetico. Nella tabella possiamo osservare la composizione del campione suddiviso per fasce di età e genere. Dal prospetto si ricava un’informazione netta circa il livello di partecipazione dei soci; osservando il totale dei casi vediamo che è composto per la maggior parte da uomini. Dai dati raccolti e le indagini effettuate difatti allo stato attuale il numero di Soci di sesso maschile dell’International Association of Lions Clubs, Distretto 108ya Italy, rappresenta il triplo dell’universo femminile. La suddivisione per fasce di età ci dice che c’è maggiore partecipazione per gli appartenenti alle fasce comprese tra i 50 e i 60 anni e questo sia per gli uomini che per le donne. Per quanto riguarda la tipologia del lavoro svolto il campione risulta molto variegato con una prevalenza di liberi professionisti nel caso del genere maschile e di lavoro dipendente quando andiamo a considerare il genere femminile. Tipologia di lavoro quest’ultima che potrebbe far pensare ad un maggiore impegno femminile all’interno dell’Associazione per via del tempo a disposizione e della qualità del lavoro, spesso più creativo e quindi stimolante per le proposte che potrebbero pervenire all’Associazione stessa, ma che in realtà non viene convalidato dai dati che vedono un maggior coinvolgimento maschile nonostante il minor tempo libero a disposizione. Si sottolinea quindi la scarsa partecipazione femminile che è di sicuro un punto di debolezza per l’andamento e il funzionamento delle attività del Club ma che va investigato per garantire una maggiore integrazione e partecipazione da parte di tale risorsa, da considerare come valore aggiunto del club. Il secondo indice analizzato, indice di impegno associativo IIA esamina la combinazione di variabili cardinali quali la quantità di associazioni a cui è iscritto l’intervistato – organizzazioni di volontariato, associazioni sociali, sportive, organizzazioni non governative, sindacati, movimenti sociali o religiosi, partiti politici – la quantità di tempo che dedica all’associazionismo, la durata degli incarichi dell’associato e le finalità effettivamente ricoperte. Considerando i dati nelle tabelle che seguono (B 2.1 e B 2.2), tutti gli associati dichiarano di aver avuto diverse esperienze in qualità di membri di associazioni, elemento che rimane costante sia che consideriamo la variabile età che quella sesso. Le precedenti esperienze associative sono numerose per tutto il campione, ne risulta in tal modo un alto grado di affidabilità del capitale umano, strettamente correlato al grado di conoscenza ed esperienza pregressa. Si riscontra un’incidenza di associazionismo di tipo umanitario e di volontariato nell’universo maschile, concentrato soprattutto nelle fasce di età che vanno dai 50 ai 70 anni, quindi un interesse preponderante verso gli aspetti del sociale. Stesse considerazioni valgono per l’universo femminile, per quanto il campione sia poco rappresentativo. Nello specifico le preferenze associative dell’universo femminile sono orientate verso attività di volontariato e associazioni umanitarie. Ne scaturisce una proiezione verso l’esterno e verso la filantropia. Elementi importanti che ci consentono di affermare che esistono buone basi per lo sviluppo del CS associativo 63 IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE 64 anche se, non ne costituiscono il prerequisito fondante. Per l’universo maschile si ravvisa una situazione molto simile a quella femminile, e quindi una preferenza per le attività di volontariato e associazioni umanitarie, risalta però la partecipazione ad associazioni e attività religiose e parrocchiali. La tendenza verso un associazionismo filo religioso, a carattere caritatevole/privatizzato, ipotizza che la religiosità produce Capitale Sociale nella vita associativa (aumenta la fiducia e la cooperazione), ma non ne influenza l’impegno, sia associativo che civico. Dal grafico che segue (G 1) notiamo un altro elemento indicativo della propensione ad associarsi, essa rimane pressoché costante per le diverse fasce di età indifferentemente dal sesso. Si è deciso di indagare anche l’entità che caratterizza il sentirsi parte, misurandone quindi il livello di importanza che riveste il far parte di un’associazione; ne consegue che l’universo maschile reputa l’utilità formativa delle precedenti esperienze associative nel contesto dell’esperienza lionistica molto rilevante; le donne diversamente, la considerano solo “abbastanza” importante. Questo dato va letto con i risultati precedenti riguardanti il numero di associazioni di cui si è stati membri. Infatti, nonostante si partecipi ad attività associative numerose non emerge un impegno e una dedizione continuativa e quindi un appagamento, trapela una incapacità dell’Associazione a compiacere i propri membri i quali sembrano ricambiare concedendo poco impegno. Si rischia in questo modo di far venir meno la fiducia tra i soci e tra quest’ultimi nei confronti dell’Associazione stessa. L’assenza di fiducia debilita l’aspettativa e quindi il senso di responsabilità che dovrebbe caratterizzare un’azione comune in vista di un beneficio comune. Di conseguenza cresce il disimpegno. Eppure nonostante una insoddisfazione, non poco latente, i membri dell’Associazione continuano a farne parte. Le tabelle che seguono (B 3.1 e B 3.2) riferiscono una situazione associativa stabile. Sono quasi assenti i dinieghi da parte dei soci e, in rapporto alle fasce di età, le iscrizioni risultano continuative. Persiste quindi un indice di affidabilità significativo, nessuno nel campione considerato, nonostante la delusione, abbandona il Club. La presenza degli associati nella Associazione, il numero di associazioni a cui i singoli individui sono iscritti e la continuità associativa all’interno del Club, sono dati che non necessariamente equivalgono a impegno civico o associati- IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE vo. E siccome non basta essere associati per produrre capitale sociale, sappiamo che il tipo e la quantità di capitale sociale che viene prodotto in una associazione o da una associazione, dipende dal tipo di partecipazione dei singoli. A tale proposito sono stati indagati i rapporti di solidarietà e fiducia tra i soci e la qualità delle attività proposte dall’Associazione. Si è pervenuti così alla definizione di un nuovo indice: l’indice di capitale sociale associativo ICSA. Questo indice analizza il livello di relazione che esiste tra gli associati, la natura relazionale e individua l’esistenza o meno della reciprocità. Qui l’area esplorata è quella che fa capo a opinioni, motivazioni, orientamenti, sentimenti, valutazioni, giudizi, valori. Una visione personale sulle attività del Club. L’indice è stato costruito calcolando per ogni individuo associato ai Lions Club, la media dei valori delle seguenti variabili: fiducia nei membri dell’associazione; incontri con i membri dell’Associazione; scambi reciproci con i suoi membri. Tutto il campione analizzato è indubbiamente a conoscenza dei principi lionistici come si può vedere dal grafico (G2), e sia l’emisfero maschile che quello femminile lamenta una scarsa applicazione dei principi all’interno della vita associativa. Si è quindi coscienti della debolezza associativa risultante dalla relativa applicabilità dei principi nella realtà. Viene denunciato inoltre un elevato grado di insoddisfazione in quanto le aspettative non sono state ricoperte dal Club. Il grado di aspettative soddisfatte o meno è stato indagato poiché l’aspettativa soddisfatta incrementa il livello di fiducia, reciprocità e partecipazione verso le attività e le proposte dell’Associazione. Quindi risulta un dato alquanto importante da investigare e che tra l’altro ha potuto confermare molte delle nostre ipotesi di partenza. La produzione o l’assenza di capitale sociale non è inoltre, strettamente relazionata neanche al tempo dedicato all’Associazione, poiché dai dati della tabella B 1.1 dell’universo femminile e della tabella B 1.2 di quello maschile, si 65 IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE evince una partecipazione molto continuativa, difatti si registra un indice di frequenza molto elevato. L’interesse prevalente è rivolto verso gli incontri di natura organizzativa e progettuale, esiste infatti una forte motivazione a pianificare, proporre e progettare le attività della Mission. (Tabelle B 2.1 e B 2.2). Inoltre si rileva una sorgente di fiducia reciproca fra gli associati che realizza appunto un’ottima rete di relazioni. Il tipo di fiducia secondaria registrata tra i soci del Club, quella cioè rivolta all’Associazione e quindi la fiducia verso gli individui che hanno in comune l’appartenenza all’Associazione, e il grado di reciprocità sociale allargata dimostrata dagli scambi di visite, inviti, uscite tra i soci, sono fattori di civiltà e cultura civica, fiducia e affidabilità, ma allo stesso tempo confermano un dato importante che viene anche assunto come causa del malfunzionamento dell’attività del Club. La presenza di legami forti all’interno del Club, registrata dallo scambio di visite presso la propria abitazione o presso strutture ludiche, quindi attraverso incontri informali, è forse effetto della non verificabilità del legame di tipo orizzontale con l’esterno, quella che precedentemente chiamavamo funzione bridging del capitale sociale; sembra cioè si possano intaccare in questo modo i legami tra i membri del Club e i soggetti ad esso esterni. Questo difetto influisce sulla deresponsabilizzazione o disimpegno che attiene alla sfera pubblica, in quanto non viene estesa la fiducia e la disponibilità anche al di fuori del Club, verso la cittadinanza. Il dato rivelato induce a pensare che i membri dell’Associazione, piuttosto che produrre capitale sociale, lo consumino; ragion per cui il Club non consolida al suo interno reti relazionali capaci di produrre ricchezza sociale. Si è voluta prestare attenzione, in relazione alle considerazioni finora addotte anche alla registrazione di un nuovo indice, quello di impegno civico IIC, ottenuto attraverso il conteggio delle risposte affermative registrate in relazione alle variabili dicotomiche, quali eventuali proposte dell’associato su temi e problematiche provenienti dalla società civile e la capacità di risoluzione proveniente dal Club. Dai dati registrati, presentati in tabella C 1, se ne deduce che l’impegno civico profuso, la responsiveness raggiunta (cioè la disponibilità delle associazioni ad accogliere le richieste provenienti dalla società civile), non si traduce in proposte concrete da parte del Club di appartenenza. La maggior parte degli associati infatti dichiara di aver proposto al Club attività richieste dall’esterno. Dimostrazione del fatto che l’interesse verso le problematiche o esigenze provenienti dalla società o dalla comunità 66 IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE di appartenenza, vengono prese in debita considerazione. Ma se venisse calcolata una media in relazione agli atteggiamenti propositivi, se ne riscontra un dato meno visibile sicuramente in tabella, ma rilevante. Esiste comunque una significativa quota di associati che si è dichiarata disinteressata alla vita esterna al Club. L’esigua partecipazione collettiva degli associati verso i problemi denunciati dall’esterno, assodato che non derivano dalla mancanza di progettualità o dal disinteresse verso la pianificazione, potrebbe dipendere invece dal risultato della domanda successiva: “Crede che l’Associazione abbia saputo dimostrare la capacità di soddisfare le richieste della società civile?”. È probabile che l’assenza di riconoscimento dovuta alla privazione di soddisfazione e di riconoscimento verso le attività del Club da parte della popolazione civile, si traduca in disinteresse e disimpegno. La riconoscibilità del proprio ruolo e di se stessi che non avviene al di fuori del Club, debilita la responsabilità e mina l’identità dei singoli e il processo di identificazione verso il Club e i suoi principi. Difatti in genere, l’aspettativa nei propri confronti, genera senso di responsabilità che viene consolidata dal riconoscimento del proprio ruolo e della propria identità. Venendo a mancare una definizione specifica dei compiti e dei ruoli da ricoprire, sorvolando sugli obiettivi attesi e sul coinvolgimento di ognuno, viene meno anche il processo di responsabilità e di identificazione, e aumenta di conseguenza il disimpegno e il disorientamento. Quindi se da una parte il personale coinvolgimento partecipativo con proposte personali di attività specifiche individua lo spirito di comprensione e il principio di concretezza del singolo associato, se allo stesso tempo è pensabile che si verifichi l’individuazione di problemi territoriali di competenza del distretto o del club, dall’altra parte l’impegno civico dimostrato non si traduce in attività concrete. L’impegno degli associati può crescere qualora cresca il riconoscimento del proprio ruolo, perché altrimenti non ci si sente obbligati e responsabili verso qualcuno o qualcosa. Quel che generalmente crea senso di responsabilità è l’aspettativa che gli altri ripongono nei nostri confronti. Venendo meno l’aspettativa cresce il disimpegno e ci si deresponsabilizza nei confronti dell’Associazione. Il commento esige una considerazione dalla quale può partire una prima conferma delle nostre ipotesi iniziali. Nel momento in cui viene misurata la responsiveness si chiarisce che esiste correlazione tra capitale sociale e partecipazione associativa, ma se questa in qualche modo viene indebolita dalle dinamiche e dalle risposte del Club in vista di azioni concrete che non si verificano, l’Associazione mostra la sua debolezza verso l’esterno, non funzionando di conseguenza come collante verso la società poiché non può certo definirsi in grado di protendere verso una rinascita dell’impegno civico. Il livello di responsabilità raggiunto in definitiva rimane ancora molto labile. Questa debolezza ha sicuramente origine da una causa che è stata indagata soprattutto all’interno del Club, ma tutti i dati tra cui anche la registrazione dell’indice di affidabilità verso il Club, dimostrano che il problema non deriva dall’assenza di fiducia. Tra le finalità che si ritiene il Club abbia ricoperto infatti risulta una buona percentuale a pari merito della sfera maschile con quella femminile dei principi di fratellanza, non violenza e concretezza. Se ne deduce che il difetto non è riscontrabile nella discrepanza dei principi portati avanti dal Club. Persiste, al contrario un indice di affidabilità significativo, infatti continuano ad esserne condivisi i principi associativi, come viene esposto nella tabella qui di seguito (tabella C2). È da escludere anche che il disimpegno registrato dipenda dalle difficoltà di conciliazione della sfera familiare con quella associativa, in quanto è stato misurato altresì l’indice di capitale sociale familiare ICSF, che sintetizza i valori di variabili quali la condivisione familiare e lo stato civile degli intervistati. La partecipazione familiare indica quanto il grado 67 IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE di collaborazione influenzi il livello di partecipazione e il meccanismo di influenza e coinvolgimento reciproco in relazione all’entusiasmo di partecipazione al club. Gli associati dimostrano di condividere l’esperienza a livello familiare e di e di valutarla anche estremamente significativa. La condivisione familiare nella vita associativa riveste un ruolo sempre molto importante, difatti la maggioranza del campione dichiara che esiste la condivisione e che questa ha sicuramente facilitato l’appartenenza e il sentirsi parte del Club. L’aspetto propositivo dei soci è riscontrabile inoltre nell’intenzione a voler cambiare la situazione e nella consapevolezza della cattiva gestione associativa. Le problematiche allora dove si generano? A chi o cosa vanno imputate le responsabilità? Si indaga quindi sul malcontento generalizzato riferito all’attività informativa e formativa che può generare insicurezza personale e incertezza associativa e sociale. Il disorientamento dei soci cioè sembra generarsi da un difetto comunicativo. L’informazione deve essere continua per generare certezza e i soci devono sentirsi considerati e reintegrati nei loro ruoli, quindi responsabilizzati. In più si avvisa l’esigenza di una campagna formativa oltre che informativa. La formazione dei soci è difatti elemento indispensabile per generare sicurezza e operatività. Più ci si sente adeguati più si agirà anche in autonomia e con spirito di iniziativa. Si concentrano i dati sull’assenza di comunicabilità, deducibile da una sorta di separazione dagli scambi generazionali e internazionali (vedi Tabella C2) che genera difetto informativo, propositivo, innovativo e creativo. Si è interessati a procedere in una direzione anche più privata, di soddisfazione personale, di ambizione rigeneratrice: esiste una volontà di riscatto da parte dei soci, proveniente soprattutto dai soci più anziani, che desiderano ritrovare la Mission e realizzare un’identità riconoscibile. La riconoscibilità e l’identità di appartenenza non trova risposta all’esterno, ragion per cui la difficoltà nel disegnare una propria identità culturale e operativa che qualifichi, distingua in un certo senso il Club, fanno in modo che i soci lamentino una perdita di distinzione e di caratterizzazione specifica del Club, cioè quest’ultimo non funziona più come modello culturale che realizza la differenza, che mostra una coscienza civile distintiva di sé. Distintiva di sé nel senso che il club non riesce a definire una propria linea di azione ben precisa, non si distingue più come in passato da precise linee di azione e di pensiero, non riconosce ai soci una specificità che sappia donare anche un orientamento culturale e una linea di azione ben specifica. L’immagine dei Lions nel corso del tempo ha quindi perso riconoscenza e riscontro positivo. Indicativo è il desiderio di riacquistare riconoscibilità e rispetto nei confronti dell’esterno, poiché se ne denota un forte distacco che va ad influire sulle dinamiche di gestione interna. 68 Conclusioni Perché analizzare all’interno del Club l’esistenza o meno del capitale sociale, la sua formazione e la sua intensità? Se usato con precisione il capitale sociale può non solo aiutarci a capire meglio lo sviluppo locale, ma può anche favorire la messa a punto di politiche più appropriate. Esiste un aneddoto nel famoso saggio di Max Weber, Le sette protestanti e lo spirito del capitalismo, in cui si intuisce la notevole importanza e l’investimento culturale e sociale che si raggiunge nell’essere parte. Durante un viaggio negli Stati Uniti Max Weber assiste ad una cerimonia della setta dei Battisti dove i battezzandi usavano entrare vestiti nelle acque gelide di uno stagno. Un parente di Weber, indicando un giovane che partecipa alla cerimonia bagnandosi, gli spiega che lo fa perché vuole aprire una banca. L’ammissione alla setta dei Battisti è infatti importante per ottenere quel riconoscimento di qualità morali che sono a loro volta necessarie per avere il sostegno della setta per l’avvio di una attività economica, o anche in caso di bisogno di credito. I clienti non necessariamente saranno della stessa setta, ma considereranno tale appartenenza una garanzia di moralità negli affari. All’interno dei Lions la dinamica è proprio questa. Per molti anni l’identità lionistica si è distinta per le qualità etiche che attribuivano un forte e positivo riconoscimento sociale, e questo dipendeva dal forte controllo che il Club sapeva esercitare sugli individui che venivano ammessi a farne parte; in tal modo si diffondevano determinate qualità etiche, si creava una rete di relazioni sociali la cui funzionalità attivava la circolazione delle informazioni e della fiducia, e di conseguenza delle qualità morali. Considerando che le sette protestanti analizzate da Weber hanno avuto notevole influenza sullo sviluppo econo- IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE Si potrebbe prospettare una integrazione all’interno del club di menti creative, di azioni propositive che attivino nuove intuizioni e realizzino un ricambio informativo. Considerando l’assunto che il fatto di interagire aumenta la fiducia ma solo per il nucleo più fiducioso e reciprocitario degli associati, e quindi sarebbe proponibile una interazione allargata poiché chi dà fiducia genera fiducia; tenendo nel debito conto un altro punto di forza del Club e cioè il grado di affidabilità e l’indice alto di frequenza registrato tra i soci, che però non influenza l’impegno civico; coscienti del fatto che il capitale associativo si traduce in impegno civico se l’associazione è vissuta in un certo modo (non come riparo protettivo), ossia se c’è aiuto reciproco tra i soci e se c’è fiducia allargata verso l’esterno, si può avanzare una risoluzione ipotetica proiettata verso l’esposizione di sé all’altro. Tutti i dati rilevati denunciano la chiusura, l’atteggiamento di riparo protettivo che hanno inconsapevolmente assunto i soci. La soluzione quindi potrebbe essere prospettata attraverso l’esteriorizzazione. Occorre aprirsi. Apertura che richiama conoscenza e rappresentazione collettiva del Club. Lo sviluppo di azioni che dimostrino un interesse diverso e partecipativo verso le problematiche territoriali risolverebbe probabilmente il desiderio di riacquistare riconoscibilità e rispetto nei confronti dell’esterno. Probabilmente l’aumento di scambi informativi tra i soci e tra le associazioni locali, il generarsi di scambi culturali e informativi sulle attività degli altri distretti, l’applicazione di modalità che chiariscano la percezione identitaria della popolazione di appartenenza nei confronti dei Lions, il generarsi di dinamiche che sviluppino una appartenenza anche territoriale, il tutto potrebbe realizzare la riconoscibilità non avuta, il consolidamento e l’affezione nei riguardi del Club, l’esternalizzazione della fiducia. La visibilità all’interno del Club e la riconoscibilità del Club stesso all’interno della comunità di appartenenza, eviterebbe il rischio del disimpegno civico e associativo e funzionerebbe da spinta per attività progettuali incentrate su un livello di comunicazione diverso e propositivo. Per concludere, la novità del concetto di CS, e ciò che esso può illuminare sulle dinamiche associative, è effettiva. Il CS diviene una variabile interveniente che spiega l’impegno civico innanzitutto. Quello che abbiamo ricercato all’interno del Club è stata una rielaborazione e una individuazione del concetto relazionale di CS. Dall’ordine interazionale si è passati ad analizzare e interpretare l’ordine relazionale, poiché il CS prevede una giusta interconnessione fra i due tipi di ordine. Ma soprattutto il tipo di relazione a cui si è voluto dare precedenza si è rivelata quale risorsa fondamentale per la produzione di CS, e che consiste di legami e coesione sociale. Venendo a mancare quest’ultima, abbiamo visto, crolla tutto il sistema associativo. Siamo partiti dall’assunto che non tutte le reti associative generano CS e non tutte le forme di CS generano impegno civico. La rete associativa analizzata però riproducendo fiducia, alimentando la reciprocità, promuovendo la cooperazione, risulta detentrice di CS inteso come bene relazionale; ma affinché il Club inizi a produrre un CS rilevante per l’impegno civico, deve sapersi qualificare da relazioni sociali pensate come bilanciamento fra l’autonomia dell’Associazione (il CS bonding) e la sua apertura e scambio verso l’esterno (il CS bridging), senza subordinare l’una cosa all’altra. 69 IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE 70 mico americano, perché non ipotizzare anche per il Club questo confortante destino? Si capisce perché l’Associazione può funzionare da collante verso l’esterno, da motore per lo sviluppo locale e da rete sociale per il circolo dell’informazione e della fiducia. Le qualità che sono riscontrabili in una certa misura all’interno del Club sono qualità morali che limitano l’opportunismo, che rivalutano le risorse cognitive, come le informazioni, o normative, come la fiducia, che permettono agli associati di realizzare obiettivi che da singoli non sono realmente raggiungibili. Importanti sono gli indicatori rintracciati nella nostra ricerca. L’individuazione dei punti di forza all’interno del Club ridisegna un quadro della situazione che preannuncia una visione positiva delle dinamiche interne, allo stesso tempo averne rinvenuto anche i punti di debolezza ha permesso altresì l’approssimarsi di soluzioni possibili per la ripresa della vita associativa e per una nuova spinta dinamica tutta proiettata verso l’esterno. Siamo partiti dalla constatazione che il Club gode di un indice di civicness altamente positivo. Dunque il tessuto dei valori, norme, istituzioni che sostengono l’impegno civico contraddistinto da reciprocità sociale, solidarietà e fiducia tra i soci, viene rintracciato anche all’interno del Club. La civicness, che è il contrario del familismo amorale di Banfield, basato sul principio “massimizzare i vantaggi materiali a breve termine del nucleo familiare; dato che tutti fanno come voi” [Banfield 1958,85], porta avanti invece l’idea che l’interesse pubblico deve essere globale e continuativo. L’esistenza della cultura civica nei presupposti dell’Associazione favorisce in genere un’ampia fiducia interpersonale e facilita la cooperazione tra i partecipanti per il raggiungimento di obiettivi comuni. Nel nostro specifico caso, la fiducia notevolmente presente tra i soci, non combacia con la fiducia nei confronti delle attività del Club; di conseguenza venendo a mancare la fiducia si indebolisce la cultura civica all’interno del Club e si genera il disimpegno per quel che riguarda la capacità di iniziativa. In sostanza le aspettative che creavano i presupposti per il crescere della fiducia, non si basano più come un tempo sulla conoscenza, bensì i soggetti sono oggi guidati da obblighi morali e riconoscimento. L’incongruenza sta nel fatto che gli intervistati dimostrano di condividere un’appartenenza comune e un sentimento di coscienza, garantendo in questo modo il riguardo e la reciprocità per l’altro ma allo stesso tempo il sentimento della fiducia per le intenzioni di progettualità e le dinamiche di organizzazione non si genera. È per questo che siamo arrivati alla conclusione che il Club invece di produrre, consuma capitale sociale. Ma ciò sottintende anche che all’interno dei Lions esista un’eredità di capitale sociale davvero notevole. Individuare però le strutture e gli attori che impediscono una crescita di capitale sociale all’interno dei Lions è poter pensare alle strategie da attivare affinché il problema venga almeno arginato. La pressione che il Club dovrebbe pensare di attivare è tutta indirizzata verso la risistemazione dei ruoli degli associati. Attribuendo una riconoscibilità agli individui si attiva necessariamente l’obbligo morale e la responsabilità. È l’aspettativa che gli altri ripongono in noi che fa l’uomo un essere sociale; difficilmente in una comunità dove ognuno riesce a ridisegnare i propri ruoli può crescere il disimpegno o la deresponsabilizzazione. Contare sull’altro attiva un meccanismo circolare del dare-ricevere-ricambiare che vincola l’altro a noi e noi all’altro. Affinché ciò si raggiunga, l’Associazione dovrebbe investire nella progettualità che aumenta l’interesse partecipativo, che ridisegna funzioni e ruoli, che garantisce il riconoscimento. In più questa progettualità deve necessariamente, in vista del relativamente scarso interesse che il Club richiama dall’esterno e quindi dalla società civile, essere proiettata verso le problematiche territoriali e garantire così anche una presenza effettiva verso la società, che un tempo era parte dei Lions e permetteva anche un ritorno di immagine solo positiva. La progettualità territoriale che ridisegna i ruoli e spinge verso un impegno partecipativo, è anche volano di informazione e comunicazione. L’operatività dei soci viene assicurata dalla loro preparazione e quindi da una formazione ben indirizzata, che tra l’altro gli intervistati lamentano. Attivato un percorso formativo andrà da sé lo sviluppo di una comunicazione e di uno scambio informativo anche con altre realtà sociali, e quindi l’apertura verso l’esterno verrà garantita in maniera duplice. Il difetto informativo e comunicativo registrato dall’inchiesta, inoltre, reclama un ricambio informativo che può venire garantito in due modi: attraverso la preparazione dei soci anziani verso le dinamiche di comunicazione più attuali che veda l’immagine dei Lions crescere e svilupparsi oltre che attraverso incontri e dibattiti, che sono necessari per la presa di coscienza e la messa in causa dei limiti e dei disagi, anche attraverso il web che sicuramente mondializza l’immagine e assicura la riconoscibilità e l’identità perduta. La seconda procedura che può essere pensata vede un ricambio generazionale che assicura fluidità di comunicazione, ricambio informativo e creatività progettuale. Occorre però incentivare le iscrizioni dei soci più giovani che non è detto vogliano sentirsi parte di una organizzazione, allo stato attuale, chiusa in se stessa. Quindi occorre prima atti- vare una campagna di visibilità con un’azione di progettualità, per poi richiamare il desiderio di appartenenza. Sarebbe stato interessante e sicuramente più illuminante poter raggiungere anche pareri e motivazioni più strettamente personali e indipendenti attraverso un’inchiesta di tipo qualitativo, dove il confronto diretto con gli associati divisi in fasce di età e ruoli all’interno del Club, avrebbe sicuramente suggerito soluzioni più specifiche IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE APPENDICE - Il questionario utilizzato nella nostra inchiesta campionaria BIBLIOGRAFIA Amaturo E. (a cura di), Capitale sociale e classi dirigenti a Napoli, Carocci Roma 2003. Bagnasco A. – Piselli F. – Pizzorno A. -Trigilia C., Il capitale sociale, istruzioni per l’uso, Il Mulino Bologna 2001. Banfield E.C., Le basi morali di una società arretrata, Il Mulino Bologna 1958. Bauman Z., La società individualizzata, Il Mulino Bologna 2002. Bauman Z., Voglia di comunità, Editori Laterza Bari 2003. Corbetta P., Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Il Mulino Bologna 1999. Donati P. e Tronca L., Il capitale sociale degli italiani. Le radici familiari, comunitarie e associative del civismo, Franco Angeli Milano 2008. Parsons T., Il sistema sociale, Edizioni di comunità Milano 1996. Zoll R., La solidarietà, Il Mulino Bologna 2003. 71 72 STAMPATI PROMOZIONALI PER LA GRANDE DISTRIBUZIONE Sede di Avellino STABILIMENTI E AMMINISTRAZIONE: 83100 AVELLINO Zona industriale Pianodardine tel. 0825.628411 - pbx - fax 0825.610244 FILIALE: 00194 ROMA Via Duchi Di Castro, 3 tel. 06.3336003 - fax 06.33213990 E-mail : [email protected] - http://www.ruggiero.it CATERINO MOTORI S.R.L. - CASERTA Viale Carlo III, 18 - Tel. 0823.327918 108 Ya Anno Sociale 2009-2010 - N. 5 Governatore Vittorio Del Vecchio Rivista del Distretto 108 YA dell’Associazione Internazionale dei Lions Clubs “Passione, Progettualità ed Azione a servizio dell’Umanità” Napoli - XIV Congresso Distrettuale Cava de’ Tirreni - Badia di Cava Il Melvin Jones al Cardinale Sepe Montecatini - Congresso Nazionale Presentazione libro “Beni culturali minori”