la vita dell`associazione

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la vita dell`associazione
108 Ya
Anno Sociale 2009-2010 - N. 5
Governatore Vittorio Del Vecchio
Rivista del Distretto 108 YA dell’Associazione Internazionale dei Lions Clubs
“Passione, Progettualità ed Azione a servizio dell’Umanità”
Napoli - XIV Congresso Distrettuale
Cava de’ Tirreni - Badia di Cava
Il Melvin Jones al Cardinale Sepe
Montecatini - Congresso Nazionale
Presentazione libro
“Beni culturali minori”
STAMPATI PROMOZIONALI PER LA GRANDE DISTRIBUZIONE
Sede di Avellino
STABILIMENTI E AMMINISTRAZIONE:
83100 AVELLINO
Zona industriale Pianodardine
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FILIALE:
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E D ITORIA L E
2 Consuntivo di un anno
CO NGRES S O D IS T R ETTUALE
3 Relazione XIV Congresso Ordinario Distretto 108 YA
8 Il saluto del Governatore eletto
9 Note a margine di un Congresso
10 Lavoriamo in “squadra” per sostenere e diffondere i valori che
sostanziano la nostra missione
CO NGRES S O NA Z ION ALE
12 Da Montecatini la voce dei Lions italiani: un messaggio da accogliere
13 L’incontro di Montecatini Terme
La Rivista del Distretto
108Ya
Editore
The International Association
of Lions Clubs
Distretto 108 Ya
Anno sociale 2009- 2010
Autorizzazione del Tribunale di Vibo
Valentia
n. 51/1983 del 3 gennaio 1983
LA VOCE D EI L IONS
LA V ITA D EL L’A S S OCI AZI ON E
24 IV Circoscrizione - I Lions per la donazione del cordone ombelicale
25 VIII Circoscrizione - Concerto di beneficenza a Potenza per Haiti
26 IX Circoscrizione - Centralità e autonomia dei clubs lions
28 XV Circoscrizione - Sovrappeso e obesita’ nell’eta’ evolutiva
30 L. C. Castellammare di Stabia - L’Arcangelo San Michele vola
su Castellammare e la Penisola Sorrentina
32 L. C. Benevento Host -Uno sguardo al futuro. Dialogo fra popoli
e religioni
35 L. C. Castello di Cisterna Vesuvio Nord - Giovani d’oggi
36 L. C. Castellabate Cilento Antico - Le migrazioni
37 L. C. Eboli Battipaglia Vanth - Cambiamenti sociali
e nuove forme di violenza
38 L. C. Salerno Duomo - Premio Magna Grecia
40 L. C. Lamezia Terme - I petali dei fiori di zagara
42 L. C. Salerno Arechi - Soltanto una vita vissuta per gli altri e’
una vita che vale la pena di vivere
43 L. C. Salerno Duomo - Premio “ We serve Roberto Amendola”
44 L. C. Caserta Host- Un manipolo di lions casertani invade la Russia
46 L. C. Catanzaro Mediterraneo - La Prevenzione dei tumori femminili
48 L. C. Napoli Virgiliano - “Un giornalismo giovane per la crescita
della società”
52 L. C. “G. Bruno” - Cittadinanza Onoraria al filosofo Aldo Masullo
54 L. C. Caserta Host – Come i giovani pensano ad una Caserta nuova
55 L. C. Matera Host - Concorso “Lions Youth Exchange”
56 34^ charter del L. C. Napoli Vesuvio
57 Centro Studi per l’associazionismo - Dia-loghi sul lionismo
Governatore
VITTORIO DEL VECCHIO
Direttore Responsabile
GIUSEPPE SPAGNUOLO
Responsabile Redazionale
SABATO RUGGIERO
Redazione
FRANCESCO NAPOLETANO
SERGIO PIZZOLLA
RAFFAELE TAGLIAMONTE
PRISCO CUTINO
ERNESTO GENONI
MARIA D’APICE
CIRIACO RAGO
GIOVANNI DI CARO
NICOLA CLAUSI
SANDRO SCOPPA
MAURIZIO BONANNO
Impaginazione, grafica e stampa
POLIGRAFICA RUGGIERO
Z. Ind.le Pianodardine
Avellino
Tel. 0825 628411
S O M M A R I O
14 Produzione di capitale sociale, approfondimento e sviluppo dl
processo identitario
16 L’Abbazia benedettina di Cava dei Tirreni
20 Napoli stelle luci
21 La fame nel mondo: un gesto di solidarietà
22 Primo soccorso cardiorianimatorio con l’uso del defibrillatore
23 Salvaguardando l’Ambiente miglioriamo la qualità della vita
La redazione si riserva il diritto
di modificare gli articoli per
esigenze editoriali.
Per la pubblicazione sulla rivista 108Ya
gli articoli devono essere in Word
e le immagini in f.to Jpg
da inviare all’indirizzo di
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Si prega apporre la firma
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PER PROSSIMO NUMERO
INVIARE I TESTI
ENTRO
15 SETTEMBRE 2010
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Consuntivo di un anno
Avv. Giuseppe Spagnuolo
E D I TO R I A L E
Direttore responsabile Rivista 108YA
2
Appare doveroso rendere il conto della gestione
dell’informazione ai lettori che si sono abbeverati
alla fonte della rivista creata appositamente per far
conoscere le attività e i services della associazione,
nel rispetto del tema distrettuale di “passione, progettualità ed azione dell’umanità”.
La trasmissione della notizia serve non solo a far
conoscere i fatti a quanti non hanno partecipato
agli eventi, ma anche e soprattutto a lasciare traccia apprezzabile di ciò che è stato realizzato, prodotto e costruito in maniera organica dai clubs e
dai singoli associati.
All’inizio della gestione sono state fatte conoscere le regole di partecipazione alla informazione,
con l’indicazione dei soggetti che avrebbero dovuto segnalare le notizie, delle modalità di redazione
del fatto e dell’eventuale commento. Spettava poi
al responsabile coordinare tutte le notizie che pervenivano e renderle trasparenti e percepibili con
titoli che vengono elaborati in funzione di ridurre i
tempi di lettura e di interpretare o commentare il
fatto, in modo da veicolare la massima quantità di
informazioni nel minor spazio possibile.
Ma deve oggi raccogliersi un risultato assai carente, in quanto i responsabili della redazione sono stati,
in parte, assenti, ovvero non hanno partecipato attivamente alla formazione della notizia, mentre gli
addetti stampa di ciascun club distrettuale non
hanno recepito l’invito, salvo eccezioni, e non hanno
fatto da cinghia di trasmissione tra la fonte principale della notizia e il mezzo di diffusione.
Sotto tale profilo sarebbe auspicabile istituire
una vera e propria formazione di coloro che debbono gestire la comunicazione, perché occorre non
solo diffondere la notizia di ciascun evento prima
che si svolga la manifestazione, per consentire la
massima partecipazione degli interessati sul territorio, quanto anche sintetizzare l’evento realizzato,
con la firma dell’autore, accompagnato da reperti
fotografici, nel
suo contenuto
essenziale, per
portarlo a conoscenza di quanti
non hanno partecipato e debbono valutare
l’iniziativa e l’attività sul piano
umanitario
e
solidaristico.
Lo scopo della rivista è quello di creare una rete
di coinvolgimento tra tutti gli associati e i cittadini: ecco perché sono stati riprodotti gli eventi più
importanti che ciascun club ha realizzato, ma non è
escluso che molti eventi non siano stati posti all’attenzione dei lettori proprio per difetto di comunicazione iniziale ovvero anche per carenza di scelta
del loro contenuto. Quante notizie non sono state
prese in considerazione perché mancavano proprio
del giusto contenuto e degli elementi essenziali che
caratterizzano il service.
La ripartizione dei fatti è avvenuta tra la voce
dei lions, che hanno prodotto eventi particolari con
iniziative, opinioni, valutazioni, anche su problemi
di carattere generale o attuale (si pensi al problema
dell’immigrazione, della pace, della cultura per i
monumenti, della solidarietà, ecc.), e la vita dell’associazione, che ha riprodotto l’attività concreta di
ciascun club e soprattutto i services di approfondimento dei temi più attuali e importanti.
Oggi è il momento del ringraziamento a quanti
hanno collaborato attivamente alla riuscita del programma editoriale e delle scuse sentite e non formali a quanti si sono visti privare della giusta rilevanza delle attività poste in essere per ragioni che
sfuggono alla volontà di chi avrebbe dovuto
apprezzarle.
Napoli 7-8-9 maggio 2010
Relazione XIV Congresso Ordinario Distretto 108 YA
Avv. Vittorio Del Vecchio
Saluto tutti con grande cordialità e ringrazio il Vice
Presidente della Provincia e l’Assessore alla Cultura del
Comune per la loro partecipazione a questo evento
che testimonia la vicinanza delle istituzioni alla nostra
grande Associazione e la loro sensibilità verso la nostra
attività di servizio di grande valenza umanitaria e
sociale.
A Voi amiche ed amici lions, un sentito ringraziamento per la vostra presenza così numerosa che dimostra il vostro attaccamento all’idea lionistica ed il
vostro alto senso di responsabilità associativa.
Anche se il Congresso di maggio è notoriamente
definito, in tutti i distretti congresso di chiusura dell’anno sociale, mi piace dare risalto alla sua natura di
tappa del nostro camino nel Servizio.
Mi piace considerarlo un momento in cui viene consegnato ad altri amici, a tutti i livelli della organizzazione distrettuale, il testimone per proseguire verso il
traguardo che di
anno in anno si
ripresenta della
concreta realizzazione degli scopi
del Lions Internazionale.
Per la verità
ogni socio è portatore di quel
testimone, perché
ogni socio ha
assunto solennemente, al momento del suo ingresso
nell’Associazione, l’impegno di promuoverne la crescita del Lions per meglio servire la comunità di cui fa
parte e l’umanità intera.
Ma, ovviamente, è senz’altro maggiore la responsabilità di chi deve guidare e coordinare le tante risorse
CLA
O NVITA
G R E SDELL’ASSOCIAZIONE
SO DISTRETTUALE
Governatore 108 YA
CONGRESSO DISTRETTUALE
4
della nostra membership.
Cari amici, Governatore e Vice Governatori che
domani sarete eletti, cari amici futuri componenti dell’organigramma distrettuale, ma soprattutto cari amici
futuri Presidenti ed officers di club considerate con
attenzione questa mia relazione, dalla quale potrete
trarre quegli elementi necessari per il miglioramento e
la continuità della nostra azione ed al tempo stesso la
consapevolezza della importanza ed incisività della
nostra presenza nel tessuto sociale, quale emerge in
modo significativo dalle centinaia di iniziative promosse dai clubs del Distretto, che hanno realizzato in concreto le nobili finalità del Lions Internazionale.
E quindi questa mia relazione diventa anche il meritato riconoscimento di tanto impegno, un riconoscimento che va a tutti quei soci, che, nell’ambito dei propri clubs, hanno dimostrato grande disponibilità al servizio dando vita a services che hanno finalmente
richiamato prepotentemente l’attenzione delle istituzioni, delle altre associazioni e dei mass-media sul
Lions Internazio- nale e determinato l’ammirazione e la
riconoscenza della collettività.
Naturalmente devo innanzitutto illustrare le attività che con l’aiuto dei miei impareggiabili collaboratori
ho svolto per rendere la macchina distrettuale più efficiente e rafforzare così, anche in sede nazionale ed
internazionale, il prestigio di cui già gode il nostro
Distretto.
Certamente ha dato i suoi frutti l’impianto organizzativo, improntato alla essenzialità, che ha visto la
piena sinergia tra i clubs ed i coordinatori di zona e di
circoscrizione e distrettuali, ed ha determinato la tanto
invocata coralità dei services, senza nulla togliere a
quelle iniziative che, nell’ambito di una sana autonomia del club, hanno preso in considerazione le realtà
culturali, sociali ed economiche di singoli territori.
Grazie alla dedizione ed all’impegno professionale
del tesoriere Matteo Messina é stato dato un impianto
più chiaro e trasparente a tutte le attività finanziarie
del Distretto, comprendendo anche la gestione di vari
fondi con destinazione vincolata, anche se dotati di un
proprio numero di conto corrente, in modo che l’autorizzazione di ogni spesa anche su tali conti rientrasse
nella responsabilità del Governatore in carica.
Particolare attenzione è stata prestata agli organi
statutari quali la Fondazione, il Centro Studi, la Rivista
distrettuale, nonché a Centri e Comitati come il Centro
di ricerca per la Cittadinanza Umanitaria, il Campo
Vesuvio, senza aver trascurato services importanti come
La casa di accoglienza di Salerno, il Premio Sorace, il
service il Sorriso di un bambino, i rapporti con i Leo, il
service Lucciola Blu.
- Per quanto riguarda la Fondazione si è proceduto
agli adempimenti per le modifiche statutarie già deliberate dal precedente congresso e ciò ha determinato
la possibilità di sbloccare alcuni importi per destinarli
alla realizzazione delle finalità proprie della
Fondazione, senza toccare il patrimonio della stessa.
Si è quindi bandito un concorso per giovani architetti ed ingegneri per la redazione di un elaborato progettuale su un tema corrispondente al service distrettuale sui beni culturali.
Il tema riguardava un progetto “per la valorizzazione di siti archeologici con particolare riferimento a
moderni criteri espositivi di museificazione anche in
sito dei Beni ritrovati”.
Il premio è stato intitolato alla memoria del lion
Antonio Salsano, architetto, presidente del Lions Club
Cava –Vietri, che, ancora giovanissimo, perse la vita in
un incidente automobilistico, mentre mi accompagnava con la sua auto a Melfi dove ero relatore in una
manifestazione di quel Club.
I premi sono stati assegnati e domani saranno consegnati ai vincitori Arch. Massimiliano Rianno da
Napoli e Arch. Giorgio Cofone da Acri, capo di un gruppo formato dagli arch. Planu, Rogato e Coschignano.
E’ stato poi deliberato di destinare l’importo di euro
20.000 al finanziamento dell’iniziativa del Centro di
ricerca di Cittadinanza Umanitaria di assistere, per il
vitto e l’alloggio, alcun giovani africani ai quali
l’Università Luis di Roma, per intercessione del nostro
socio Prof. Bocchini, ha promesso di riservare gratuitamente dei corsi di studio.
Il Consiglio della Fondazione ha poi preparato ulteriori modifiche dello Statuto necessarie per il suo adeguamento alla nostra legislazione, anche fiscale, e per
poter beneficiare della normativa sulle ONLUS. Tale
modifica, richiesta anche da tre clubs come da Statuto
sarà posta ai voti nel prosieguo dei lavori.
Si è proceduto al rifacimento dell’intero sistema
informatico del nostro Distretto.
per parenti di ammalati gravi.
Questi miglioramenti organizzativi, hanno reso possibile le varie attività di intervento e di vita distrettuali, che hanno segnato positivamente questo anno
sociale aumentando il prestigio del nostro Distretto e
connotandolo di concretezza ed importanza nel servizio.
Un primo avvenimento che ha coinvolto tutto il lionosmo nazionale è stato la visita dei Governatori del
Multidistretto Italy al Centro di ricerca per la
Cittadinanza Umanitaria svoltasi a Napoli, presso il
salone di rappresentanza della Camera di Commercio,
seguita dai lavori del Consiglio stesso e da una piacevole serata di amicizia tra musica e canti, che ha visto
il governatori veneti, lombardi, toscani, pugliese e
romano e siciliano cantare insieme le più belle melodie
napoletane.
A fine febbraio siamo stati, quasi in 400, a Malta per
la Conferenza d’Inverno, caratterizzata da momenti di
grande aggregazione amicale anche con i lions maltesi
in un contesto turistico-culturale di grande rilievo, e
nella quale ha trovato prestigioso suggello l’impegno
dei lions del Distretto sul tema dell’immigrazione e
della valorizzazione dei beni culturali in incontri di
grande spessore sociale e culturale anche con il
Ministro degli esteri, ed Capo di quello Stato Presidente
Abela.
Nei giorni 18-21 marzo mi sono recato, con una
folta delegazione di amici del nostro distretto, tra cui il
Past Governatore Ciro Burattino, a Tel Aviv per partecipare alla Convention Annuale del Distretto 128 di
Israele, con il quale il nostro Distretto è gemellato,
anche per solennizzare la nostra donazione di 4.800
dollari, quale contributo per la creazione di una biblioteca per non vedenti arabi ed ebrei.
L’incontro ha visto anche la partecipazione del
Primo Presidente Internazionale Sidney Lee Scruggs III
e moltissimi lions ebrei provenienti da tutto il mondo.
CONGRESSO DISTRETTUALE
Non essendo stato possibile, fin dallo scorso anno
sociale, il prosieguo del rapporto con la Società GECO,
sia per inadempienze contrattuali di quella Società che
per l’assorbente considerazione della utilità di una
gestione autonoma del servizio informatico per la sua
estrema importanza per una moderna organizzazione
del Distretto, si è creato, grazie all’opera appassionata
ed altamente professionale del nostro socio Carlo
Fusco, un dominio di nostra proprietà, con l’acquisto,
per la sua gestione, di un server dedicato.
Molti di Voi avranno certamente visitato il nostro
sito www.lionsclubs108ya.it che é sicuramente
all’avanguardia per le attività operative di carattere
amministrativo, per la gestione di posta elettronica
personalizzata per i soci che lo desiderino, per la ricchezza e varietà delle informazioni utili per la vita
associativa, per la facilitazione delle ricerche di tutte le
notizie del sito internazionale.
Dal maggio 2009 ad oggi il sito è stato contattato
da 14.500 visitatori.
Ma il dato più significativo è la creazione di sottositi che verranno gestiti in modo autonomo ed indipendente da ciascun club per inserivi il proprio guidoncino,
la propria storia, le attività di servizio, fotografie e filmati e tutto questo comparirà automaticamente
anche sul sito generale del Distretto, con il grande
beneficio di una generale conoscenza delle attività dei
clubs.
Al momento sono funzionanti i siti “cavavietri.
108ya.it” “pompeihost.108ya.it” lameziaterme.108ya.it;
castelsantelmo.108ya.it
Si è cercato di stabilire un costante rapporto con il
mondo Leo, stimolamdo il più possibile i clubs Lions ad
assumere nei confronti dei giovani il giusto ruolo per
incoraggiarli e coinvolgerli nelle attività di servizio e
prestare loro consiglio ed aiuto. Ma molto si dovrà
ancora fare in questa direzione.
Sono state favorite le iniziative del Centro Studi
perché venisse rivalutato il ruolo di tale importante
organismo anche in un rapporto sinergico con organi di
formazione come il Merl
Particolare attenzione si è data alla Rivista
Distrettuale cercando di ammodernare l’intero impianto al fine di inserire anche articoli di interesse generale oltre che spazi riservati alla vita dell’associazione ed
alle iniziative dei clubs.
Partecipazioni di sostegno del Distretto si sono
avute per la splendida iniziativa denominata Lucciola
Blu dei lions calabresi in favore di soggetti diversamente abili , per il Premio Sorace del Lions Club Napoli
Virgiliano, del Sorriso di un bambino del Lions Club
Napoli Partenope, per la Casa di accoglienza di Salerno
5
CONGRESSO DISTRETTUALE
6
Ci sono stati momenti di raccoglimento e preghiera
nei luoghi sacri e momenti di riflessione sulla necessità
della pace in quei paesi martoriati ed il Governatore
eletto Touvia Goldstein detto Teddy ha avuto per noi
parole di elogio e di riconoscenza.
Questi eventi hanno portato il nostro Distretto sulla
ribalta internazionale ed i rapporti amicali ed associativi che ne sono derivati costituiscono un tesoro da
non disperdere nel futuro.
A Vietri sul Mare il 17 aprile si è tenuta la riunione
dei Direttori del campi giovanili di tutta Italia e dei
responsabili degli scambi internazionali, organizzata
dall’amico Giuseppe Cerrone, responsabile del Campo
Vesuvio, per stabilire comuni criteri di organizzazione e
di approccio educativo con i giovani di tutto il modo,
ospiti dei campi, e tutti, compreso il Governatore delegato Aldo Vaccarone hanno accettato la mia proposta
di effettuare nei campi momenti di riflessione e di studio, anche con concorsi a premi, sul valore dei principi
della cittadinanza umanitaria, necessari per la comprensione tra i popoli del mondo.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, ho ricevuto a
Cava dei Tirreni gli amici Past-Governatori ed ho avuto
la grande gioia di constatare la uniformità di pensiero
e di intenti sul ruolo che deve assumere un past-governatore per favorire la serenità nella vita del distretto ed
una sana crescita dell’Associazione. Pensiero ed intenti
che, ne sono certo, saranno rispettati da tutti i pastgovernatori, me compreso tra qualche mese.
Con il contributo del Distretto di circa 4.000,00 euro
si è perfezionata la donazione all’Azienda Ospedaliera
di Salerno di moderne apparecchiature per la diagnosi
precoce del glaucoma e di altre malattie del nervo ottico, del valore di oltre 70.000,00 Euro, patrocinata dalla
L.C.I.F ed effettuata da un donatore italo americano.
Donazione che ha portato anche alla stesura di un protocollo di intesa con il Distretto che impegna quella
Azienda ad effettuare almeno due volte all’anno degli
screening tra la popolazione scolastica finalizzati alla
prevenzione di patologie dell’occhio.
Il 17 marzo scorso ho avuto la gioia di sottoscrivere
in Cosenza un protocollo di intesa tra la Regione
Calabra ed il nostro Distretto per la realizzazione di un
modello di Comunità Ospitale per i diversamente abili,
fortemente voluto dai clubs consentini e dal club di
Castrovillari.
Con la tale protocollo la Regione si è obbligata al
riattamento funzionale di immobili ed all’avvio operativo di attività di assistenza, inserimento sociale ed
avviamento al lavoro di soggetti disabili con un onere
finanziario di 20milioni di euro gravanti sul POR
Calabria 2007-2013, con la partecipazione dei lions al
comitato operativo, alla promozione ed al controllo
delle attività.
immigrati e sulla valorizzazione dei beni culturali c.d.
minori e sono grato all’amico Francesco Accarino per la
sua fattiva opera di coordinamento di tali attività di
servizio in tutto il Distretto.
In ordine al primo tema, siamo finalmente riusciti a
stabilire un dialogo fattivo con le istituzioni: Consigli
provinciali, Prefetture e Comuni.
E con grande orgoglio, annuncio:
-che moltissimi Comuni, sono certamente più di
ottanta, delle nostre tre regioni hanno già adottato o
stanno per adottare la delibera per la istituzione della
Consulta degli immigrati in seno ai rispettivi consigli,
come da noi fermamente richiesto;
- che i Consigli territoriali sull’immigrazione di varie
Prefetture ci hanno accolto tra i loro componenti per le
questioni relative ai flussi migratori;
- che anche altre associazioni laiche e religiose
hanno chiesto la nostra collaborazione per la diffusione di messaggi educativi al fine di favorire il dialogo
interetnico ed interreligioso.
Ed per il service sulla valorizzazione dei Beni cultuali cd minori è in corso di stampa un volume, curato da
Sergio Brancaccio, in cui sono raccolte le schede inviate dai clubs del Distretto su tali beni, situati anche in
località lontane dai principali flussi turistici, con la speranza che tale opera possa portare visitatori in quelle
zone e con essi uno sviluppo sociale ed economico.
Ma l’attività dei Vostri clubs ha toccato tutti i settori nei quali siamo impegnati da quello della solidarietà e quello della legalità, da quello della salute a quello dell’ambiente.
Ed allora, amici, voglio dimostrarvi la mia gratitudine e darvi modo di raccogliere il riconoscimento unanime per i vostri sforzi, attraverso la pubblicazione, che
ho fermamente voluto, della raccolta degli inviti ai services dei Vostri clubs.
E poiché l’attività dei clubs è più che mai intensa
anche in questo scorcio di anno, dovrò sicuramente far
pubblicare degli aggiornamenti.
Albert Pine ha detto: “Quello che facciamo per noi
stessi muore con noi, quello che facciamo per gli altri o
per il mondo rimane ed è immortale”.
Ed io ho voluto che tutti Voi poteste, mostrando questa raccolta, dire con orgoglio “ è anche opera mia, perché ero e sono un lions ed i lions sono votati al servizio”
Ora scorreranno sullo schermo le immagini delle
pagine che fanno da indicazione del settore in cui i services si sono svolti: con queste immagini termino la mia
relazione, non senza gridare a tutti Voi , grazie, grazie
per tutta la vostra collaborazione.
Sono fiero di Voi e sono fiero di guidare questo
Distretto meraviglioso.
CONGRESSO DISTRETTUALE
Pochi giorni fa si è concretizzato il service per una
scuola in Africa da intitolare alla compianta
Governatrice Sandra Campa Giacon con un protocollo
di intesa con Padre Thomas Bienvenou Tchongui rappresentate dell’Associazione per lo sviluppo del
Villaggio attrezzato di Mfida in Camerun.
Tale protocollo prevede la costruzione di una scuola
di formazione professionale intitolata: Ecole de
Formation professionelle Sandra Campa Giacon, offert
par le Lions International District 108 YA, nel quale
potranno essere avviati a mestieri utili per lo sviluppo
della zona giovani provenienti da tutti i villaggi del
Camerun.
La spesa di 11.936,308 Franchi camerunesi pari a
18.000,00 Euro sarà sopportata dal Distretto, che ne ha
già la disponibilità sulla posta di bilancio vincolata a tale
destinazione, e sarà erogata in tre rate di cui una per
consentire l’inizio dell’opera, la seconda alla comunicazione, documentata da fotografie e relazione tecnica
dell’ Ufficio del Genio Civile del Capoluogo di quella
Regione, dell’avvenuta realizzazione dell’opera al 40% e
la terza divisa in due fasi: un versamento di € 5.000,00
all’esecuzione di lavori, come sopra documentati, in
misura dell’80% ed il residuo a collaudo definitivo.
E’ nato un nuovo club nella Valle del Noce tra
Trecchina e Maratea su impulso del Lions Club di
Amantea e del padrino Ing. Leonardo Ferrara e spero di
potere a giorni consegnare la Charter
Ho incontrato i soci di quasi tutti i clubs in visita
ufficiale. Ne devo fare ancora sei, che sono già fissate
in questo mese.
Sono stati raccolti per la Fondazione ben 26.400
euro. Avrei voluto partecipare allo svolgimento di tutti
i services, ma la mancanza del dono dell’ubiquità, mi ha
costretto a privarmi di questo piacere.
Vuol dire che mi rifarò il prossimo anno.
A parte qualche eccezione riscontrata specialmente
in qualche club delle grandi città, ho registrato dovunque entusiasmo e voglia di essere concretamente utili
alla collettività.
Ed ora amici veniamo a quella che è la parte più
bella ed esaltante della relazione, perché essa riguarda
l’impegno profuso da tutti voi nella realizzazione dei
services.
Sono stati tantissimi i services svolti quest’anno,
tutti pregevoli e di grande impatto sociale ed umanitario.
E Vi ringrazio dal profondo del cuore per aver aderito al mio invito di svolgere dei services in modo corale su temi di grande attualità, che avranno sicuramente conseguenze benefiche per la collettività: mi riferisco ai services distrettuali sulla integrazione degli
7
Il saluto del Governatore eletto
Dott. Emilio Cirillo
CONGRESSO DISTRETTUALE
Governatore eletto
8
Cari amici Lions,
a Napoli ho sentito la forza di tutto il vostro
affetto, quell’affetto che sostiene il mio entusiasmo
ed il mio desiderio di operare al meglio.
Essere governatore di un distretto di così antica
tradizione mi gratifica ma, al tempo stesso, mi impone di attivare con serietà ogni pensiero, di rispondere concretamente alla fiducia riposta, di essere artefice, in definitiva, di quel virtuoso coinvolgimento,
che rende vive ed operative le intelligenze dei tanti
soci che sono la forza vera dell’Associazione.
L’azione del Governatore è finalizzata, infatti, a
coordinare tutte le progettualità che la base: soci,
clubs, zone, distretto, propongono. E’ la funzione di
coordinamento che definisce il ruolo di Governatore
e ne sostiene l’impegno nella consapevolezza della
responsabilità accettata, nella costruzione e risoluzione dei progetti individuati. Il verticismo che appare non è altro che la razionalizzazione dei percorsi
operativi che diventano più veloci ed incidenti nella
realtà sociale proprio perché organizzati dall’alto.
Il nostro Sud, terra di antiche memorie e di illustri
antenati, deve ricevere dai Lions azioni mirate poiché, al Sud, la società civile è stata storicamente
debole e, per tanti condizionamenti, ha gravitato
spesso nell’orbita del potere ufficiale.
Importantissima risulta, dunque, la comunicazione pensosa di valori civili e sociali, di proposte di
soluzioni innovative a problemi vecchi e nuovi.
Con questo spirito mi accingo a svolgere il compito che mi avete assegnato consapevole che, proprio come Associazione, siamo chiamati a stabilire un
contatto più immediato con la società nella quale
operiamo, società che, oggi più che mai, sembra
oscillare paurosamente tra l’indifferenza e la paura .
A tutti il mio augurio di buon lavoro ed il ringraziamento a Vittorio per il suo operato attento ed
appassionato.
Note a margine di un Congresso
Avv. Michele Roperto
Abbiamo vissuto, anche questa volta, con una
consistente partecipazione di delegati e soci, il
Congresso Distrettuale di maggio, svoltosi presso
l’Hotel Continetal in via Partenope, per la elezione
delle massime cariche del Distretto.
Oggi, nel mentre scrivo, mi trovo Primo Vice
Governatore eletto e mi sorprendo come quest’anno di secondo Vice Governatore sia passato velocemente.
Se è vero che tutto scorre, “panta rei” per dirla
con una usata espressione della filosofia presocratica, è pur vero che in particolare scorre ineluttabilmente il tempo con un fluire inarrestabile di fronte
al quale è sempre difficile recuperare le cose che uno
avrebbe potuto fare e non ha fatto.
Mi è venuto quasi naturale interrogarmi sul mio
anno di vicegovernatorato ed anche se mi attribuisco la sufficienza ( scusatemi l’ardire), mi son reso
conto che tante altre cose avrei potuto fare con una
maggiore propensione, non tanto al sacrificio, quanto alla determinazione di svolgere al meglio il proprio ruolo ed il conseguente dovere.
A queste “ tante altre cose” sembrano volermi
avere richiamato quei delegati che hanno dato una
valutazione diversa alla richiesta di consenso sulla
mia persona.
Metto in evidenza questa osservazione perché,
contrariamente a come impulsivamente uno possa
credere, non intendo lamentarmi della mancata
attenzione, anzi intendo ringraziare questi amici,
sia perché la libera determinazione è propria della
dignità della persona, sia perché questo civile e libero dissenso è motivo per me di tendere ad un maggiore impegno per rispondere ancora di più alle
attese dei soci del Distretto - di tutti i soci - dei
quali non abbandonerò mai l’anelito permanente a
conseguirne la stima perché nella mia concezione
della vita la stima delle persone vale almeno quanto
il pane materiale necessario a vivere.
Peraltro io ho vissuto il Congresso non con la
tranquillità di un candidato unico. Se è vero, infatti, che, sia per me che per gli altri candidati, non
c’era in concreto
alcuna competizione con avversari in campo,
ho vissuto comunque una sfida, perché dall’altra parte mi
son rappresentato esserci la
valutazione, da
parte dei soci,
della qualità del
mio operato.
Ho vissuto quindi la sfida tra me stesso e l’aspettativa di una considerazione sui miei comportamenti e sui miei doveri conseguenti alle funzioni da me
rappresentate nel Distretto.
Posso dire di essere soddisfatto,anche se ciò non
costituisce un allentamento dei doveri, perché bisogna tendere sempre a migliorarsi nel cammino etico
della vita che non sarà mai definitivamente compiuto, essendo la perfezione lontana dalla natura
umana.
Ma percorrere questo cammino, è già di per se
stesso un traguardo raggiunto, dove l’impegno della
volontà ti fa capire che nulla è impossibile se tu lo
vuoi e dove l’utopia stessa altro non è che una meta
che si può vedere all’orizzonte.
Scusatemi questa manifestazione di ottimismo.
Ma ritengo di potermi includere nel novero di
coloro che credono nei poteri del volere umano,
attraverso i quali tutte le persone che si prefiggono
uno scopo, ed in particolare i lions, possono diventare un esercito di compagni straordinari in grado di
scrivere, con i comportamenti e le azioni, una storia che può diventare punto di riferimento della esistenza di uomini che hanno avuto il coraggio di
andare oltre l’egoismo innato della natura umana.
Siamo un esercito veramente straordinario, se ci
crediamo, e possiamo essere migliori solo se lo
vogliamo.
CONGRESSO DISTRETTUALE
Vice Governatore eletto
9
Il saluto del secondo Vice Governatore eletto
Lavoriamo in “squadra” per sostenere e diffondere
i valori che sostanziano la nostra missione
Dott. Gianframco Sava
CONGRESSO DISTRETTUALE
2° Vice Govenatore eletto
10
Desidero, in apertura, ringraziare il Governatore
Vittorio Del Vecchio e il Direttore della Rivista Giuseppe
Spagnuolo per l’ospitalità accordatami sulla medesima
all’indomani della mia elezione alla carica di secondo
Vice Governatore del nostro Distretto e per la possibilità offertami di esprimere, anzi di urlare, il mio sentito
grazie a tutti i Soci che al recente congresso distrettuale, a Napoli, hanno approvato con palese affetto la
mia candidatura e di porgere a tutti i Soci del Distretto
il saluto più caloroso, ribadendo il mio convinto e consapevole impegno a servire l’Associazione.
Mi accingo perciò, ad apprendere, lasciatemi passare il termine, il mestiere del primo Vice Governatore e
del Governatore offrendo ogni mia convinta collaborazione ad Emilio Cirillo ed a Michele Roperto, ma,
soprattutto, mi accingo ad ascoltare, nei primi due anni
del lavoro che mi attende, ogni voce del Distretto, da
qualunque parte essa provenga.
Il nostro distintivo, ben lo sappiamo, contiene i due
leoni che sono ben altro della raffigurazione plastica
dell’acronimo formato dai nostri principi, bensì simboleggiano l’uno il nostro glorioso passato, l’altro il nostro
sicuro avvenire.
Credo fermamente che il nostro patrimonio identitario sia fecondo di valori condivisi che non temono
l’usura del tempo, e che perciò tocca a noi progettare il
nostro avvenire, mettendo a frutto i nostri patrimoni
di sentimenti e di idee, liberando tutte le nostre potenzialità, per continuare ad onorare l’impegno assunto
all’atto del nostro ingresso nell’Associazione.
E dobbiamo continuare a farlo lavorando in “squadra”. Solo lavorando in “squadra” potremo continuare
a sostenere e diffondere quei valori che sostanziano la
nostra missione, convinti, come siamo, che essi, pur
costretti a confrontarsi con una società assai mutevole
e vorticosa, siano ancora oggi validi e robusti, incardinati nella nostra più profonda identità.
Solo lavorando in “squadra” potremo cercare di
sempre meglio interpretare il nostro tempo, di sempre
più correttamente soddisfare i bisogni nostri e degli
altri e di sempre più attentamente individuare il metodo migliore per rendere ancora più efficace la nostra
azione e mantenere ancora più alto il livello di apprez-
zamento della
n o s t r a
Associazione.
Già in questo anno sociale che sta per
concludersi,
durante
il
quale il team
di
governo
distrettuale si
è arricchito di
una ulteriore
unità, il nostro
Distretto ha avviato anche a livello di leadership il processo all’azione di “squadra” fra il Governatore Vittorio
del Vecchio ed i due Vice, Emilio Cirillo e Michele
Roperto. La leadership così arricchita, attraverso la collaborazione, l’integrazione delle responsabilità e lo sviluppo delle competenze è destinata ad essere non solo
una posizione, ma un’azione in grado di produrre, in
breve tempo, risultati di grande qualità e successo per
la nostra Associazione.
Concludo questo mio saluto dichiarandomi “un ottimista non privo di speranza”, perchè queste due dimensioni non sono tautologiche, ma complementari, afferendo l’una alla sfera intellettuale, l’altra a quella sentimentale. E ottimisti e non privi di speranza bisogna
essere, secondo me, proprio quando da più parti sembrano levarsi voci inquietanti e segnali minacciosi, indicatori di tempi difficili, proprio quando si vogliono
conservare e potenziare quei valori e quegli ideali a cui
abbiamo ispirato la nostra vita e la nostra azione.
Arthur Bloch, nel Secondo libro di Murphy, asseriva che
un ottimista non rimarrà mai piacevolmente sorpreso,
Aristotele, citato da Diogene Laerzio ne “Le vite dei
filosofi”, definiva la speranza “un sogno fatto da svegli”
ed Orazio nell’ode I,4 sosteneva che “la brevità della
vita ci vieta una lunga speranza”.
Accogliendo perciò il loro messaggio, mi preparo a
sognare da sveglio con voi, certo che non sarò mai sorpreso nè deluso, e ad affrettare il passo e i progetti per
far ottenere all’Associazione quel successo che merita.
Congresso Nazionale
Da Montecatini la voce dei Lions italiani:
un messaggio da accogliere
Avv. Vittorio Del Vecchio
CONGRESSO NAZIONALE
Governatore 108 YA
12
La voce dei Lions si leva da una tribuna di uomini
liberi che, forti dei valori del proprio codice etico la
cui validità è universalmente riconosciuta, cercano di
dare concreta attuazione agli scopi, statutariamente
previsti, di creare uno spirito di comprensione tra i
popoli del mondo, di promuovere i principi di buon
governo e di buona cittadinanza e di prendere interesse attivo al bene civico, culturale, sociale e morale
della comunità.
E sicuramente oggi, più che mai, in presenza di un
sempre crescente “vuoto etico” ad ogni livello, c’è
bisogno di un radicale cambiamento di vita delle singole persone e degli aggregati sociali che miri all’unico obbiettivo del perseguimento del bene comune,
nel quale soltanto può trovare soddisfacimento
anche il bene individuale.
La voce dei Lions, che è certamente credibile perché espressione di rigore morale ed onestà intellettuale può fare molto in questa direzione.
E nell’assise di Montecatini i Lions, prima di lanciare al mondo il loro messaggio, hanno compiuto
una coraggiosa autocritica della loro organizzazione
senza rifugiarsi nel comodo alibi della inesorabilità
ed irreparabilità di una crisi associativa in quanto
derivante da quella che affligge l’intera società.
Infatti in tutti gli interventi si è sottolineato innanzitutto che i valori morali a cui aderiamo devono trovare la loro piena e quotidiana realizzazione nella
vita individuale come in quella associativa, con la
costante rinuncia a qualsiasi contrario atteggiamento, e poi si è evidenziata la necessità di una sana
interpretazione del verticismo della nostra organizzazione e di un maggiore adeguamento ai tempi delle
finalità e delle modalità della nostra attività di servizio umanitaria e sociale. La validità dei nostri principi morali e l’attualità dei nostri scopi balza evidente
dalla semplice lettura del Codice etico e degli Scopi,
mentre è più difficile sia una corretta interpretazione
dei ruoli di ciascuno all’interno dell’organizzazione
dell’associazione, sia un aggiornamento nella modalità della nostra azione.
La prima indagine coinvolge una caratteristica
della natura umana che è quella di cercare di soddi-
sfare il bisogno di primeggiare all’interno di un gruppo, conquistare posizioni di prestigio ed ottenere
dagli altri il riconoscimento delle proprie qualità. E’
questo un bisogno che è senz’altro lecito soddisfare e
che concorre alla crescita individuale, che è peraltro
enunciata nel precetto del nostro codice etico che
invita a perseguire il successo. Ma è necessario che
questo legittimo desiderio, che è foriero anche di crescita del gruppo, non si trasformi in bramosia di
potere e di prevaricazione, peggio ancora se finalizzato al perseguimento di interessi personali non coincidenti con quelli generali. Ed allora si è ribadito che
la nostra struttura organizzativa, che è formalmente
di vertice, non attribuisce ai vari ruoli poteri di nessun genere ma solo funzioni e conseguenti maggiori
responsabilità e, in ogni caso, è fondata su una reale
partecipazione democratica di tutti i soci. Tale corretta impostazione dell’organizzazione determina
anche maggiore credibilità e prestigio all’esterno
della Associazione e di chi nel tempo la rappresenta e
consente un più efficace rapporto con le istituzioni,
le altre associazione di servizio e la comunità in
genere.
E così è stato introdotto l’altro tema di discussione
sulle modifiche da apportare alla nostra azione umanitaria e sociale nel quale si è ritenuto indispensabile:
non delegare alcun intervento ad altre associazioni,
limitandosi a raccogliere fondi; operare una maggiore
coralità negli interventi umanitari anche attraverso il
controllo delle numerose ONLUS, che operano sotto
l’egida Lions; esercitare con determinazione le funzioni garantite dall’art.118 della Carta costituzionale,
instaurando un proficuo dialogo con tutti le istituzioni e gli enti territoriali per comuni iniziative umanitarie e sociali; svolgere, in uno stretto rapporto con il
mondo della scuola, le iniziative culturali necessarie
per diffondere la cultura della pace e del dialogo multietnico al fine di costruire la società del domani, più
giusta in cui vengano salvaguardati il diritto alla
dignità ed alla libertà di ogni persona.
E’ questo il messaggio forte e chiaro che proviene
dai Lions italiani e che spero possa trovare, nell’interesse di tutti, la sua concreta realizzazione.
Congresso Nazionale
L’incontro di Montecatini Terme
Dott.ssa Patrizia Baccari Bruno
In un festoso clima di amicizia e di grande spirito
lionistico i Lions del Distretto 108YA, unitamente al
Governatore Avv. Vittorio Del Vecchio, si sono ritrovati
numerosi al 58° Congresso Nazionale a Montecatini
Terme dal 21 al 23 Maggio 2010. L’occasione è stata
utile per ritrovare e salutare i tanti amici del
Multidistretto con i quali sono state condivise opinioni,
attività e progetti in vista del prossimo anno sociale.
Il folto gruppo distrettuale ha visto la partecipazione del Prof. Avv. Ermanno Bocchini, Direttore
Scientifico del Centro Internazionale di Ricerche
“Cittadinanza Umanitaria”, del Vice Governatore Dott.
Emilio Cirillo e dei Past Governatori Bruno Cavaliere e
Ciro Burattino.
I lavori del Congresso hanno visto protagonista
l’Avv. Ermanno Bocchini che ha richiamato l’attenzione
del Multidistretto sul Tema della Cittadinanza
Umanitaria, considerando quanto sia necessario adottare una nuova concezione di aiuti umanitari nei confronti dei fratelli africani.
La tematica, divenuta di interesse internazionale, ha
avuto un forte riscontro nella grande affluenza di amici
Lions del Multidistretto registrata presso il gazebo allestito nello stand dei giardini adiacenti al Teatro Verdi.
Il gazebo, strutturato di un impianto audiovisivo, ha
consentito di illustrare ai visitatori tutti gli aspetti del
tema con filmati e materiale cartaceo.
Nella bella cornice dei giardini di Montecatini dove
hanno trovato posto i gazebi dei Services più importanti del Multidistretto come quello dei Cani Guida, dei
Lions italiani contro le malattie killer, dei Lions Open
Val di Fiemme, dei Bambini nel Bisogno – Burkina Faso,
dell’Europa Forum Bologna 2010, del Libro Contro la
Fame Pro Sri Lanka, non poteva mancare il gazebo della
bellissima e straordinaria tematica della Cittadinanza
Umanitaria che fa tanto onore al nostro Distretto e che
ha offerto a quest’ultimo un ruolo di protagonista nel
contesto generale.
Giornate bellissime sotto l’aspetto lionistico favorite da tiepide giornate primaverili che hanno consentito ai tanti partecipanti di godere la bellezza degli
splendidi viali di Montecatini e l’ottima organizzazione
predisposta dall’amministrazione comunale, che, tramite il primo cittadino, ha espresso apprezzamento per il
lavoro e l‘opera meritoria dei Lions.
CONGRESSO NAZIONALE
Resp.”Humanitarian Citizenship” 8° Circ
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I dati del Workshop curato dal Centro Studi sull’ Associazionismo
Produzione di capitale sociale, approfondimento e sviluppo
del processo identitario per superare il disorientamento e l’insoddisfazione
Prof. Nicolino Aiello
L A V OC E D EI LIONS
Segretario Cenro Studi
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Il cammino non esiste,
ma si costruisce camminando”
(E. Morin)
Giovedì 22 aprile 2010, con inizio alle ore 16.00,
presso il Palazzo dei Congressi dell’Interporto di Nola,
si è tenuto il Workshop sul Tema “L’identità associativa- I punti di forza e di debolezza del Lions Club”,
organizzato dal Centro Sudi sull’AssociazionismoDistretto 108YA, con la collaborazione del Lions Club
San Giorgio a Cremano Host per illustrare e discutere
i dati dell’inchiesta campionaria condotta dal Centro
Studi in collaborazione con la Facoltà di Sociologia
dell’Università degli Studi Federico II di Napoli tra i
Soci Lions del Distretto 108Ya.
Il disegno strategico della ricerca era rivolto a
verificare in che modo ed in quale misura un’organizzazione sociale e privata, come il Lions Club, fosse
in grado di produrre quella risorsa fondamentale che
è la linfa vitale di qualsiasi associazione e che è definita dai sociologi “Capitale Sociale”.
Dopo i saluti di rito dell’Avvocato Vittorio del
Vecchio, Governatore del Distretto 108YA, del Lion
Antonio Sticco, L.C. San Giorgio a Cremano Host,
amabilissimo ospite ed organizzatore dell’evento e
del Lion Franco Lanza, Direttore del Centro studi, la
Dott.ssa Michela Forgione, sociologa dell’Università
“Federico II” e curatrice della ricerca, ha svolto
un’ampia relazione sul tema.
Ha spiegato quale sia stato l’impianto metodologico e scientifico della ricerca, gli obiettivi (processo
identitario e senso di appartenenza), il disegno articolato e le strategie impiegate che hanno prodotto
gli indici di riferimento dell’indagine.
Ha, poi, fornito un’analisi approfondita dei dati
acquisiti, tramite un questionario semistrutturato,
somministrato a tutti gli associati del Distretto. Il
metodo d’indagine, condotto con rigore scientifico,
ha mirato a “misurare” il senso di appartenenza dei
lions intervistati. Questa è intesa come consapevolezza della propria identità che si costruisce e si defini-
ma non a cooperare in maniera qualunque, bensì a
cooperare in termini di reciprocità, non come scambio utilitaristico di equivalenti, ma come scambio
simbolico. I Soci che piuttosto che produrre C.S. lo
consumano, impediscono al Club di consolidare reti
relazionali trasversali capaci di produrre ricchezza
sociale.
Viene denunciato un elevato grado di insoddisfazione, in quanto le aspettative non vengono appagate dal Club. Continuano ad essere condivisi i principi
ispiratori, ma si denuncia una scarsa applicazione di
proposte e progetti.
Altro punto di debolezza è la scarsa comunicabilità tra i soci del Club e tra i vari Clubs del Distretto.
Esiste, tuttavia, una diffusa volontà di riscatto da
parte dei soci, specie di quelli più anziani che desiderano ritrovare la Mission.
È, infine, necessario che aumenti non solo la rete
di reciprocità e fiducia all’interno, ma che la relazione associativa si proponga sempre più all’esterno
come impegno civico verso la comunità civile di
appartenenza.
A conclusione dell’interessante trattazione, la
relatrice ha fatto rilevare come l’indagine benché
limitata nel numero di chi ha risposto al questionario, per l’omogeneità dei dati costituisce campione
rappresentativo dell’universo preso in considerazione.
Ha auspicato che l’indagine possa essere condotta su
più vasta scala ed integrata con la realizzazione di
focus group che permettano la formulazione di
un’interpretazione generalizzabile a situazioni e contesti allargati tali da contribuire in maniera veramente incisiva al rilancio del Lions Club.
Ha fatto seguito una nutrita serie d’interventi
miranti ad avere maggiori chiarimenti sulle criticità
rilevate. In ciascuno è affiorata l’esigenza di intraprendere nuove vie atte a superare le difficoltà d’interrelazione e di comunicazione, sia all’interno del
Club sia all’esterno versi gli altri Clubs e la comunità
di appartenenza.
Ha concluso i lavori il Governatore Avv. Vittorio
Del Vecchio, nella sua qualità di Presidente del Centro
Studi, che ha ringraziato la Prof.ssa Forgione per il
lavoro svolto e la serietà della collaborazione espressa ed ha sottolineato l’importanza del Centro Studi
per lo sviluppo ed il miglioramento della vita associativa. Congratulandosi e incoraggiando il Direttore e
tutti i Componenti a proseguire nell’eccellente lavoro fin qui svolto, ha proposto che quanto emerso nel
corso dell’inchiesta campionaria costituisca materia
di un chaier da pubblicare a cura del Distretto, sulla
rivista “108ya”.
LA VOCE DEI LIONS
sce a partire dall’IO, ma si esplica in relazione all’ambiente. Senso di appartenenza significa sentirsi parte
di un gruppo, condividendo con gli altri, comportamenti, modi di pensare e atteggiamenti. Tutto ciò
permette il passaggio dall’IO al NOI, riconoscendosi
membri di un gruppo che ha una sua identità. È il
“Capitale Sociale Associativo” che consente il passaggio dallo IO al NOI e che ci offre un quadro teorico di
riferimento basato su un tessuto di relazioni.
Due sono le dimensioni individuabili nel Capitale
Sociale: quella della fiducia e quella dell’aiuto reciproco o di reciprocità. Da queste derivano due importanti funzioni del capitale sociale (C.S.) che sono
state oggetto di indagine: la funzione “Bonding” che
rappresenta il collante che unisce al suo interno il
gruppo tra individui che condividono una medesima
appartenenza o “membership” e la funzione
“Bridging” che rappresenta l’insieme delle relazioni
sociali verso l’esterno.
Dalle premesse enunciate ne consegue un discorso incentrato su tre dimensioni di contenuto di Cap.
Soc.:
- 1) Identità dei partecipanti
- 2) fiducia interpersonale
– 3) rapporti di solidarietà e di reciprocità.
Sono presenti all’interno del Club queste tre
dimensioni? E in che misura?
L’indagine condotta ha gettato una nuova luce
sui punti di forza e di debolezza del Club, individuando il senso di appartenenza, le dinamiche di partecipazione, ma anche di disorientamento e di abbandono. Lo scopo è stato quello di migliorare l’efficacia
del sistema per indirizzarlo alla produzione del capitale sociale che non può essere assunto come sinonimo di associazione, poiché questa può avere o produrre più o meno C. S. oppure non produrlo e consumarlo. È il caso della realtà associativa emersa dall’inchiesta che evidenzia nei Club del Distretto una prevalenza più del consumo che della produzione di
capitale sociale. Il processo identitario non è sempre
bene acquisito e, quindi, insoddisfacente è il senso di
appartenenza. Si denota, piuttosto, un certo disorientamento dei soci da cui scaturisce un modesto
stimolo alla partecipazione attiva. È necessario ricuperare il concetto d’identità di gruppo in cui ciascuno ritrovi se stesso negli altri. In tal modo si evita “il
sentirsi solo”.
Il capitale sociale nasce dalla fiducia dell’IO nei
confronti del NOI che assume la dimensione dell’aiuto reciproco, della collaborazione e della fiducia. Esso
è allora una relazione di fiducia, ma non una fiducia
qualunque, bensì una fiducia che induce a cooperare,
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L’Abbazia benedettina di Cava dei Tirreni
Avv. Francesco Accarino
L A V OC E D EI LIONS
Coordinatore delle attività di servizio nelle Circoscrizioni
1. L’Abbazia benedettina di Cava dei Tirreni esprime molto bene la sintesi dell’esperienza che i popoli del
mediterraneo hanno vissuto e vivono, collegati dalle vie
del mare, lungo percorsi che hanno collegato non solo
gli uomini, ma anche le loro idee, le loro religioni, i loro
sentimenti e le loro merci.
Nella Badia di Cava è stata coltivata, nei secoli, anzitutto, l’esperienza religiosa. Ma obbedendo alla regola
di san Benedetto, di pregare e lavorare, è stata coltivata anche l’opera letteraria: dapprima con la riproduzione dei testi antichi, latini e greci; poi con la raccolta dei
documenti, pergamene, codici, incunaboli, mappe; infine con l’archiviazione e la creazione della biblioteca.
E’ qui rappresentato il fenomeno del monachesimo
europeo, unito alla custodia e testimonianza storica
degli atti greci e romani e degli scritti di epoca medioevale.
Un importante contributo alla unificazione della
lingua è derivato da tale attività e dal collegamento tra
le varie comunità monastiche appartenenti alla congregazione Cassinese di Padova, alla quale l’abbazia di
Cava aderì nel 1497.
2. L’Abbazia è chiamata della SS. Trinità o anche
della Cava, perché costruita, in origine, nella cavea o
grotta Arsicia.
La grotta è l’espressione del Cristianesimo dei primi
secoli che si realizza nella forma eremitica, che, più di
ogni altra, favorisce, attraverso la preghiera e la riflessione, il contatto con Dio1.
L’aggregazione monastica nelle grotte della penisola amalfitana2 fu molto diffusa a partire dal IV – V
secolo: i monaci sfuggirono alle lotte iconoclastiche e
cercarono luoghi tranquilli e tutelati, come le terre
dominate dai longobardi. Questi luoghi furono scelti
non solo per motivi di sicurezza, ma anche perché il
territorio amalfitano, anche costiero, ricorda la Grecia,
con stile di vita simili.
3. In Europa San Benedetto da Norcia (480-543)
dette al monachesimo (del cristianesimo cattolico) la
sua particolare fisionomia, costruttiva, operosa. A
cominciare dal monastero di Montecassino, il più
importante centro monastico dell’Occidente, mentre in
tutto il mondo circostante infuriava la tempesta barbarica, i monasteri benedettini crearono un tessuto sociale fondato sul principio cristiano della solidarietà collettiva.
I monaci coltivavano le terre circostanti al monastero, o le facevano coltivare dai propri coloni, difendendole dall’abbandono.
Attorno a loro, si raggruppano in cerca di protezione famiglie coloniche, che trovano rifugio all’ombra del
convento.
Il monastero diventò, così, il centro di un piccolo
mondo economico auto-sufficiente, che produceva, al
suo interno, quanto era necessario alla sua esistenza. Il
sovrappiù della produzione veniva venduto; così, attorno al convento sorgeva anche un centro di scambi
commerciali, un mercato, una fiera.
Nel corso dell’VIII secolo si ebbe nell’economia
dell’Italia longobarda un'accentuata tendenza alla formazione di immense proprietà fondiarie, concentrate
1 -La vita ascetica nasce in Egitto e si diffonde in Siria e Palestina ove si istituisce la laura (cammino, strada, poi quartiere, gruppo di
capanne, grotte scavate nel terreno o nella roccia, spesso naturali ma con una chiesa in comune).
2 - Cava dei Tirreni confina con i Comuni di Tramonti e Vietri sul Mare: questt’ultimo, fino al 1806, fu una delle frazioni di Cava.
16
devano a riversare altrettanto tempestivamente sul
monastero donazioni, cessioni di diritti, privilegi,
immunità, gioielli, oggetti di valore, oggetti di consumo, soldi, fino alle più modeste offerte di un cero, di un
volatile o di una piccola elemosina. Testamenti privati e
atti di sovrani, documenti familiari e individuali e addirittura contratti e transazioni mercantili recavano
disposizioni pro anima, che concorrevano ad infittire gli
archivi del monastero e a farne un deposito documentario a volte di una ricchezza sconcertante e, comunque destinato a durare nel tempo e a costituire una formidabile base dell’erudizione e della storiografia
moderna. Il monastero diventava, così, un ente dalla
fisionomia molto complessa, ente religioso ed ente civile, centro di forza e di potenza morale ed ecclesiastica
e centro di forza e di potenza politica e sociale, azienda economica e istituto culturale, committente e collezionista di opere d’arte e promotore di culti e di devozioni, proprietario di terre e feudatario, luogo mistico
di pellegrinaggio e luogo profano di amministrazione ...
L’intera storia civile del territorio in cui era incardinato
ne veniva a risentire. Ne risentiva spesso una storia di
ben più vasto ambito: la storia dei maggiori aspetti
della vita politica e religiosa, culturale e artistica del
tempo. E anche quando, mutate le condizioni generali
della società, il ruolo del monastero veniva più o meno
fortemente a trasformarsi; anche quando, in presenza
di una diversa atmosfera civile e culturale, altre forze
ed altri centri soppiantavano quelli che nei secoli precedenti avevano recitato una parte storica così importante, anche allora il monastero rimaneva una capitale
morale e sociale di grande rilievo, un riferimento pre-
L A V OC E D EI LIONS
nelle mani dei grandi signori laici o delle chiese. Parte
cospicua di questa concentrazione della proprietà andò
a vantaggio dei grandi monasteri benedettini, accrescendone l’importanza. In linea di principio, almeno, i
beni degli enti religiosi erano inalienabili e gli abati dei
monasteri erano spesso amministratori più capaci dei
primitivi signori longobardi.
Ciò condusse alla diffusione di nuovi sistemi di conduzione dei fondi, che molto giovarono alla graduale
ricostruzione della ricchezza fondiaria. Tra questi da
citare i contratti di livello (libellum sul quale stavano
scritti i patti del contratto), per cui un fondo veniva
ceduto in uso ad un coltivatore, in cambio di un canone, per lo più in natura, o quelli di enfiteusi, per cui un
fondo era ceduto per lunghissimo tempo ad un minimo
canone annuale, a patto che il coltivatore vi introducesse delle migliorie. Così al cupo spopolamento dei
secoli precedenti cominciò a subentrare una maggiore
densità di coltivatori nelle campagne, unita ad una
rinascita delle colture specializzate, come quella della
vite e dell’olivo, in luogo del pascolo e della cerealicoltura estensiva.
In un’età di sovrani sovente analfabeti e di pauroso
regresso della civiltà verso i limiti inferiori della primitività, nei monasteri benedettini gli amanuensi infaticabili, negli scriptoria, continuavano a copiare le opere
degli scrittori antichi, cristiani e pagani. Convivevano,
quindi, pacificamente, insieme attingevano alla fonte
antica della civiltà, del sapere della mitezza dei costumi, Romani e Barbari, affratellati dalla comune fede,
dalla comune obbedienza alla Regola: ora et labora. I
grandi monasteri benedettini rimasero, per tutto il
Medioevo, come centri di luce in mezzo alla tenebra
circostante.
4. “Le storie dei grandi centri monastici si rassomigliano, almeno per quanto ne riguarda la fondazione
e i primi avvii.
Una santa ispirazione guida una o più anime elette
a cercare la sede di una vita cristianamente devota in
luogo isolato, senza precedenti apprezzabili di dimora e
di attività umana, lontano dai centri abitati del tempo.
La natura intorno è, per lo più, selvaggia, se non proprio ostile: aride rocce, zone paludose, gelidi anfratti ...
Il fondatore o i fondatori vi si installano, soli o con un
piccolissimo drappello. Dai luoghi vicini e, ben presto,
anche da molto lontano accorre una massa crescente di
fedeli a godere i benefici della sacralità acquisita e
dimostrata dal nuovo cenobio: miracoli, grazie, indulgenze pentimenti riabilitazioni, preghiere, assoluzioni
devozioni, cerimonie rituali, feste. In corrispettivo
fedeli vicini e lontani, umili e potenti, poveri e ricchi
sud diti e sovrani, nobili e plebei, comunità e città pren-
17
LA LA V OC E D EI LIO N S
zioso e primario della vita del territorio e, insieme, un
riferimento importante della Chiesa e dello Stato.
Questa storia è anche quella della Badia di Cava dei
Tirreni: uno dei grandi centri monastici e religiosi del
Mezzogiorno d’Italia, di un rilievo non inferiore, nelle
sue componenti effettive se non nell’apparenza esterna, ad un centro illustre del monachesimo europeo,
quale è il glorioso Montecassino. Di quest’ultimo Cava
ripeteva la matrice benedettina, ma nell’atmosfera
della riforma gregoriana”3.
Già nel 1050, i principi di Salerno Guaimario III e
Guaimario IV concessero in proprietà al monastero,
ormai in piena efficienza, la fascia terriera comprendente la Grotta Arsicia e l'ampia zona sovrastante su
cui poi sorse l'attuale Corpo di Cava.
Anche qui “Come a Cassino, la potestas vescovile
dell’abate, la sua figura di feudatario, i rapporti con le
terre del suo patrimonio e con le loro universitates o
municipalità, l’attività commerciale esercitata anche
per mare e vari altri fattori hanno configurato una
struttura di una complessità singolare. La stessa geografia del patrimonio e delle fondazioni o annessioni cavensi l’idea di una variante
assai originale e, insieme, assai
fedele del modulo o, almeno, dell’esperienza cassinese rispetto ad
altre esperienze dell’Ordo Sacer
Benedictinus nel Mezzogiorno
d’Italia e fuori di esso, che pure,
presentano tanti titoli di schietto
stampo benedettino”4.
5. Nell’alto medioevo la
biblioteca di Cava rispose perfettamente alla tipologia dell’epoca,
rivestendo il duplice carattere di luogo di conservazione dei manoscritti, ma anche di produzione degli stessi, e assumendo in forme sempre più caratterizzate
l’aspetto di archivio dei documenti della Badia, cui la
biblioteca apparteneva.
A Cava bisognerà aspettare il XVI secolo perché la
biblioteca abbia uno spazio, fisico oltre che mentale,
suo proprio, separandosi dall’archivio; fino a quel
momento i due termini coincidono, rispondendo alla
duplice connotazione di luogo preposto alla conservazione sia di libri che di documenti. Non si può infatti
parlare nel medioevo di biblioteca come istituzione
autonomamente funzionante, ma come proprietà di
una comunità ecclesiastica, utile per lo svolgersi delle
funzioni religiose e mezzo per la didattica sia dei
monaci che dei novizi.
Il collegamento diretto della biblioteca, da una
parte, con lo scrittorio, dall’altra, con I’archivio era sintomo di una concezione complessiva della cultura scritta propria dell’intellettuale ecclesiastico altomedievale,
secondo cui il leggere e lo scrivere erano concepiti
come attività strettamente connesse e libro e documento appartenevano alla medesima sfera complessiva
della scrittura ... »
A Cava la storia della biblioteca coincide con quella
dell’Abbazia.
Se pure in forme indipendenti durante il periodo
della congregazione detta cavense (1011 1497), poi
legata a quella cassinense di Santa Giustina di Padova
(1497-1875), l’Abbazia della SS. Trinità mantiene un
rapporto con Cluny. Le fonti letterarie riscontrate nei
codici della biblioteca permettono di individuare un
legame con gli aspetti della devozione benedettina, che
richiamano l’attenzione ancora una volta sulla necessità implicita nella Regola di una
biblioteca funzionale alla principale
esigenza del monaco, la ricerca di
Dio da perpetrare anche attraverso
le lettere il quaerere Deum.
In questo contesto va considerata la produzione dei sermonari e dei
testi di natura giuridica, tipologie
che ben documentano la realizzazione letteraria di alcune categorie
della cultura medievale e che sono
rappresentate nel catalogo della
biblioteca di Cava da numerose
opere numericamente rilevanti, che
sta a significare l’intreccio che connota la produzione medievale, in cui filosofia, morale,
diritto e legislazione non sono nettamente scindibili,
ma costituiscono un sistema in cui le parti, non sempre
fuse in armonia, interagiscono attivamente, testimoniando il perdurare delle componenti medievali ancora
nelle edizioni di fine Quattrocento5.
6. Di fronte ad una produzione libraria che procedeva a ritmi impensati, la costituzione di una biblioteca nel XVI secolo presentava degli aspetti totalmente
sconosciuti ai monaci del Medio Evo: essa si poneva
come una struttura moderna, con problemi di organizzazione e di controllo, di scelte inevitabili per le quali
non erano più sufficienti i criteri elaborati per la formazione delle biblioteche di manoscritti.
3 - (Giuseppe Galasso da “la Badia di Cava dei Tirreni ed. Di Mauro 1990)
4 - Galasso, op. cit.
5 - (Ambra E. e Cacciappuoti F. in “La Badia di Cava de’ Tirreni ed. Di Mauro 1990)
18
In questo panorama si inserisce con sempre maggior
forza il fenomeno del volgarizzamento delle lingue classiche, latino e greco, proponendo al pubblico dei lettori
testi prodotti dall’editoria Quattrocen-tesca esclusivamente in lingua originale. Così accanto alla tradizionale
preponderanza di scritti teologici in latino, nel catalogo
della biblioteca di Cava figura un certo numero dì opere
in volgare, non solo volgarizzamenti di autori classici.
Si attuò, in tal modo, il contributo alla omogeneizzazione della lingua volgare, che la filologia italiana
riconosce all’opera paziente e secolare dei monaci
benedettini.
7. L’archivio della Badia è molto importante.
Nelle due elegantissime sale della fine del secolo
diciottesimo sono contenuti preziosi manoscritti pergamenacei e cartacei, più di quindicimila pergamene, di
cui la più antica è del 792 d. c., e un considerevole
numero di documenti cartacei. Ciò ha richiamato l'attenzione di numerosi studiosi provenienti da ogni
parte.
Dei codici (manoscritti in pergamena) esiste un
catalogo completo a stampa ancora disponibile; presto
sarà approntato anche il catalogo dei manoscritti cartacei. Tra i codici più famosi ricordiamo la Bibbia visigotica del secolo IX, il Codex Legum Longobardorum
(Codice di leggi longobarde) del secolo XI, le
Etymologiae di Isidoro del secolo VIII e il De Temporibus
del Ven. Beda del secolo XI, ai cui margini i monaci
annotarono gli avvenimenti più importanti della badia
e del mondo contemporaneo. Tali note marginali costituiscono gli Annales Cavenses più volte pubblicati.
Quanto alle pergamene, i documenti privati sono
ordinati in ordine cronologico e sistemati nella sala
diplomatica in arche di cui ciascuna contiene 120 pergamene.
I documenti pubblici (bolle papali o vescovili, diplomi
di imperatori, re e signori feudali) si trovano invece nell’arca magna in numero di oltre settecento, ordinati
anche essi cronologicamente. La consultazione è resa
facile agli studiosi da un Regestum Pergamenarum,
manoscritto di otto volumi in folio compilato da monaci
nel secolo scorso. Vi si trova il riassunto di tutte le pergamene con l’indicazione dell’arca in cui sono contenute.
I documenti già pubblicati nel Codex Diplomaticus
Cavensis appartengono agli anni 792-1080 e sono
1669.
La Biblioteca della Badia possiede oltre 40.000 volumi con numerosi incunaboli e importanti cinquecentine. I volumi sono catalogati e sistemati in tre sale. Le
scienze più rappresentate sono la Patristica, la Teologia,
il Diritto e, soprattutto, la storia.
Un catalogo per autori ne facilita la consultazione.
L A V OC E D EI LIONS
E’ in questo momento che anche la biblioteca di
Cava abbandona la sua connotazione antica, collegata
da un lato con lo scrittori, dall’altro con l’archivio e
strutturata rigorosamente su una testualità in lingua
latina Le linee della sua formazione coincidono cronologicamente con quelle di un panorama editoriale
affollato e complesso che con il passare degli anni
diventa più ricco, ma anche più sensibile ai grossi avvenimenti storici e culturali del secolo.
Nel catalogo della biblioteca di Cava questo fenomeno si evidenzia con chiarezza, determinando la rottura di
quella omogeneità linguistica che aveva caratterizzato il
modello delle biblioteche ecclesiastiche per tutto il
Medio Evo e lo stesso Umanesimo 126 Presentandosi,
infatti, con un repertorio bilingue, in latino e volgare, nel
quale man mano che ci si inoltra nel secolo sempre più
consistente diviene la presenza dei testi in volgare, esso
mostra come, anche in un settore monastico, il primato
della tradizione latina non sia più assoluto. Il processo è
lento ma sicuro: se nella fase umanistica, in cui il rapporto con il testo riguarda rigorosamente questioni filologiche di autenticità e recupero testuali, poteva prender
corpo il progetto di pubblicare non più solo traduzioni e
commenti, ma testi greci e latini, già dall’inizio del secolo l’orientamento di tipografi e editori muta sensibilmente. A metà Cinquecento, il processo di affermazione
del volgare come sistema linguistico autonomo e di
comunicazione può dirsi compiuto:
«Nel 1545 questa riforma costituzionale di decisiva
importanza era già stata pienamente applicata in Italia
» Da ciò consegue un ridimensionamento delle stampe
di testi classici, che restano appannaggio di vecchie
aziende editoriali, destinate ad un circuito « colto » ma
ristretto, limitato al clero, agli scrittori neolatini, agli
studenti.
19
“Centro Internazionale lions di ricerche sulla Cittadinanza Umanitaria”
Napoli stelle luci
Dott. Renato Rivieccio
LA LA V OC E D EI LIO N S
Coordinatore Distrettuale del Centro di Ricerche
20
La parola d’ordine è ormai investire tutte le nostre
gio prescelto nello Stato africano del “Mali” permetazioni in favore di un nuovo modello di solidarietà,
tendo un primo sviluppo economico-sociale in loco,
quale quello portato avanti dal “Centro Internazionale
grazie ad una nuova forma di sostegno meglio definita
di Ricerche sulla Cittadinanza umanitaria”, fortissimacome “investimento umanitario”, in luogo del tradiziomente voluto dal Direttore Scientifico del Centro,
nale aiuto umanitario o beneficenza.
l’Immediato Past Direttore Internazionale Ermanno
In cosa consiste questa nuova solidarietà è presto
Bocchini.
detto : è noto che gli aiuti intesi come “beneficenza”
Ecco che quindi il giorno 22 marzo presso il Teatro
non hanno mai risolto il problema della fame nel
Acacia di Napoli tanti noti artisti napoletani, tra cui
mondo, costringendo anzi i destinatari a dover nuovaValentina Stella, Vittorio Marsiglia, Pino De
mente tendere la mano per chiedere aiuto. Ciò
Maio, Marco Zurzolo, Lorenzo Hengeller e altri
perché la beneficenza , così come sostenuto
hanno voluto offrire gratuitamente la loro arte
anche dagli esperti delle Nazioni Unite, curanin favore del Centro.
do l’effetto e non la causa, non può essere conEmotivamente coinvolti dalle finalità del
siderata “risolutiva”.
Centro Lions, che, attraverso i suoi Laboratori
Ecco che allora i Lions, attraverso una
TEATRO
ACACIA
sta realizzando il “Progetto Africa”, hanno
nuova forma di aiuto, hanno inteso rimediare a
immediatamente aderito all’invito della regista
tale criticità favorendo una autonoma forma di
dello spettacolo “Livia Vittoria”, regalando al
sviluppo delle popolazioni povere.
numeroso pubblico il godibile spettacolo
Mediante il ricorso alle professionalità dei
“NapoliStelleluci”.
soci, l’”Associazione” collaborerà affinché il
Alla rappresentazione, promossa dal club
villaggio prescelto si doti di tutte quelle infraNapoli Chiaja, coadiuvato da tutti i clubs della I e II
strutture che consentono una prima trasformazione
Circoscrizione, erano presenti i Past Governatori
delle abbondanti materie prime disponibili (latte,
Bocchini, Ginolfi e Lomonte, nonché numerosi Officer
pomodori, ecc.) in prodotti alimentari (formaggi e conDistrettuali e Circoscrizionali.
serve alimentari), ai fini di una loro commercializzazioIl ricavato che, al netto delle spese, è risultato di
ne. In tal modo sarà possibile per tali popolazioni reacirca 12.000 euro (!), è andato interamente in favore
lizzare quei primi proventi che concorrono ad innescadel “Centro di Ricerche” e più segnatamente per il
re l’avvio di un processo di sviluppo.
“Progetto Africa”.
Di qui il motto coniato, che leggeremo sempre più
Attraverso questo progetto, i Lions contano di aiuspesso in occasione degli eventi dedicati allo scopo ,
tare concretamente la popolazione di un piccolo villag“Aiutiamoli oggi a non chiedere aiuto domani”
THE INTERNA
INTERNATIONAL
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22 Marzo 2010 ore 20,30
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Progetto SriLanka”
La fame nel mondo: un gesto di solidarietà
Dott.ssa Maria Antonucci
La solidarietà è lo spirito Lions, due importanti
eventi hanno testimoniato l’impegno a favore dei più
deboli della VII Circoscrizione, per il primo, e dei clubs
Lions Napoli Host, Salerno Host e Salerno Duomo, per il
secondo evento.
Il 24 marzo al Casino Sociale di Salerno la coordinatrice animatrice della serata Annamaria Pizzolla
D’Amato ha consegnato un assegno per sostenere i progetti “La fame nel mondo - Progetto SriLanka” ed “Ogni
uomo ha diritto ad un tetto”. L’assegno frutto della
raccolta e dell’impegno Lions. La VII Circoscrizione ha
fatto nascere il “Villaggio Salerno” e Padre Gianni Di
Gennaro ha avuto bellissime parole:... “il destino di ciascuno di noi è il destino degli altri, ed il destino degli
altri è quello di ciacuno di noi, voi Lions non parlate di
speranza ma vi fate speranza per l’altro che non vive
più tale dimensione. Grazie perché la vostra realtà lavora come come corpo distribuendo la ricchezza. Le case
costruite per gli ammalati di TBC e lebbra ad Alleppey
offrono migliori condizioni di vita ed ambienti più
sani.”
Il dottor Agostino Laruffa ha poi illustrato l’impegno per approntare un progetto alimentare per la
popolazione dello Sri-Lanka. Migliorare lo stato nutrizionale di donne e bambini (sono state acquistate macchine per la formulazione alimentare a base di soia,
latte, mais, vitamine e sali minerali), attuare un processo di scolarizzazione, educazione sanitaria. Perché proprio lo Sri-Lanka? Dagli studi il popolo di tale nazione
è il più povero del mondo. La cerimoniera Graziella
Russomando è stata particolarmente abile e di grande
maestria quando il governatore avv. Vittorio Del
Vecchio ha detto: “ Snelliamo il cerimoniale, siamo qui
per servire “WE SERVE” e non su un piedistallo, questo
è il nostro spirito”.
Ancora all’insegna della solidarietà il service del 13
aprile svoltosi al palazzo di Città “Benessere dell’immigrazione” un altro evento che vede tre clubs Lion schierati a favore dell’accoglienza: il Lions Club Salerno
Host, il Napoli Host e Salerno Duomo. Il primo intervento dell’avv. Manlio Pennino, oltre ad evidenziare gli
aspetti giuridici e sociali dell’immigrazione, ci ha ricordato che anche noi siamo un popolo nato dall’emigra-
zione e che a sua volta è emigrato. «Emigrare significa
essenzialmente perdere l’involucro identitario costituito da luoghi, odori, colori, suoni, contatti originari».
Dalla frase dello psicoterapeuta Tobias Nathan è partito poi l’intervento di Mario Capunzo, che ha reso noti
alcuni dati sullo stato di salute degli immigrati che arrivano in Italia: «L’immigrato non è fonte di malattie esotiche - ha spiegato - ma da alcune ricerche fatte dalla
Caritas risulta che il 99% degli immigrati arriva qui
sano e si ammala dopo sei mesi o un anno di permanenza in Italia. Le patologie più frequenti sono quelle
da degrado e quelle tipiche della povertá».
Durante la serata è stato anche presentato da
Gianluca De Martino, il cortometraggio “Piccoli passi”
ad opera della Rete dei giovani per Salerno.
Hanno preso parte anche il prefetto Sabatino
Marchione e il questore Vincenzo Roca, che hanno
testimoniato il loro incessante lavoro sul territorio per
la tutela dell’individuo di qualunque nazionalità egli
sia. Ancora una volta ha concluso il dibattito il nostro
governatore avv. Vittorio Del Vecchio, che ha avuto
parole di grande umanità per gli immigrati ed ha testimoniato l’impegno Lions perché cresca la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione. Questi due eventi
mostrano un dato importante del lavoro di tutti i Lions,
aiutare i popoli in difficoltà direttamente nel loro territorio per migliorare le loro abitudini di vita ed evitare
che lascino i loro luoghi per cercare un futuro migliore,
e contemporaneamente accogliere nel rispetto di chi è
costretto ad emigrare.
LA LA V OC E D EI LIO N S
Lions Club Salerno Duomo
21
Corso di formazione al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino
Primo soccorso cardiorianimatorio
con l’uso del defibrillatore
Dott Maurizio Santomauro
LA LA V OC E D EI LIO N S
Coordinatore Distrettuale Lions
22
Il 18 Maggio si è svolto ad Avellino per il Comando
Provinciale della Guardia di Finanza un corso di formazione al primo soccorso cardiorianimatorio con l’uso del
defibrillatore. La giornata interamente dedicata alle
tematiche della rianimazione cardio-polmonare per la
formazione del personale non sanitario della Guardia di
Finanza per la collaborazione territoriale al primo soccorso in emergenza con il 118 Soccorso.
Si tratta del settimo corso abilitativo sui 7 previsti
nelle 3 Regioni del distretto Lions 108YA.
L’iniziativa è stata siglata tra il Comandante
Interregionale Gen di Divisione Giuseppe Mango e il
Direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari
dell’Università Federico II Prof Massimo Chiariello.
Gli eventi formativi sono stati organizzati con la cooperazione attiva del Centro Formazione della Guardia di
Finanza (Coordinati dal Col Amedeo Luciano), del
Distretto 108YA della Associazione Lions International
(Governatore Avv Vittorio Del Vecchio) e sono stati svolti dalla equipe di istruttori America Heart Association
coordinati dal dott Maurizio Santomauro del centro
Formazione della Università Federico II.
Di buon mattino, all’atto dell’apertura della giornata
di studi, la sobria cerimonia d’inaugurazione ha visto la
partecipazione del Comandante Provinciale, Col. Mario
Imparato, del Presidente della VI Circoscrizione Lions,
dr.ssa Maricetta Speranza Sanfilippo del Presidente del
Lions Club Avellino Host, Dr. Alessandro Sirignano, ed
altri eminenti rappresentanti dei Lions di Avellino .
Per un saluto agli illustri docenti ed ai 35 discenti
della Guardia di Finanza seduti ai banchi, alla cerimonia
è voluto essere presente anche il Presidente dell’Ordine
dei Medici, dr. Antonio D’Avanzo.
Al Corso di Avellino hanno partecipato oltre 30
agenti della Guardia di Finanza.
Perché abilitare la Guardia di Finanza?
Nella maggior parte dei casi di arresto cardiaco i
tempi per rianimare sono molto brevi (10 minuti al massimo) e non sempre l’ambulanza riesce ad assicurare l’arrivo in tempi cosi stretti. L’iniziativa lodevole della
Guardia di Finanza di Avellino servirà proprio a colmare
questo problema. Infatti gli agenti abilitati al primo soccorso e all’uso del defibrillatore con la loro presenza sul
territorio garantiranno nei casi di emergenza un pronto
intervento sul posto in attesa dell’arrivo dell’ambulanza
del sistema 118.L’arresto cardiaco improvviso è una delle
principali cause di decesso nel mondo: puo’ colpire
chiunque, in qualsiasi luogo e in qualunque momento e,
solitamente, senza sintomi che lo precedano. Meno del
5% dei soggetti colpiti sopravvive, poiché l’intervento di
primo soccorso non giunge in tempo. Effettuare una
Rianimazione Cardio-Polmonare nei primissimi minuti
dopo l’evento è quindi indispensabile per aumentare
notevolmente le possibilità di sopravvivenza. Tutto si
gioca sulla variabile tempo ed ecco perché diventano
essenziali i programmi di formazione al primo soccorso
da aumentare soprattutto nelle aree pubbliche, dove la
presenza di persone è piu’ elevata. Tali programmi, propongono la presenza di defibrillatori semiautomatici
esterni e la necessaria preparazione di laici e sanitari.
Tutto questo servirà a garantire il corretto utilizzo dei
defibrillatori in centri commerciali,aeroporti, aziende,
centri benessere, centri sportivi, stadi e piscine. La diffusione dell’insegnamento della Rianimazione Cardio
Polmonare dovrebbe avvenire anche per le scuole e gli
insegnanti. Attualmente in Senato è in discussione un
Disegno di legge che prevede l’ampliamento dell’utilizzo
dei defibrillatori nelle strutture pubbliche e private.
Sulla scia di quanto già si sta facendo negli Stati Uniti
bisognerebbe insegnare ai familiari di cardiopatici a
rischio, l’uso del defibrillatore e dotarsi del dispositivo in
attesa dei primi soccorsi garantiti dal sistema 118.
“Le Fonti di energie Alternative”
Salvaguardando l’Ambiente miglioriamo la qualità della vita
Arch. Ruggero Miglietta
“Le fonti di energie Alternative” è il titolo del volume edito
dal Distretto 108YA, presentato il 28 aprile ultimo scorso, a
Villa Doria d’Angri, sede prestigiosa dell’Università
“Parthenope” di Napoli.
Il volume, composto da 470 pagine, è il frutto del lavoro
di illustri esperti nei vari settori delle energie alternative, con
i loro scritti, a titolo gratuito, hanno contribuito alla realizzazione di uno strumento di conoscenza, informazione e divulgazione delle problematiche connesse alla questione energetica legata all’emergenza climatica e ambientale in atto.
Il Coordinamento Distrettuale che mi vede responsabile,
su proposta del Lions Clubs Napoli Megaride e del Suo
Presidente Teodoro Cicala, ha creduto opportuno con la stampa, la presentazione e la distribuzione del volume, realizzare
qualcosa che andasse oltre il convegno parlato, lasciando una
traccia concreta, utile e visibile, dell’operosità e del lavoro dei
Lions. Hanno partecipato, dando un valido aiuto all’organizzazione i Lions Clubs: Camaldoli Terra Mia, Partenope,
Capodimonte, Mergellina e Palazzo Reale, con i rispettivi
Presidenti: Vincenzo Cavezza, Adriana Daniele, Francesco
Violi, Maria Albrizio e Luca Tirone.
In sede di presentazione del volume è emerso che i guasti
creati al pianeta dall’opera dell’uomo, con l’estrazione del
petrolio, con l’immissione nell’atmosfera di vari gas nocivi e
quelli provenienti dalla combustione del carbone, dello stesso
petrolio e dei suoi derivati, le cosiddette fonti fossili, stanno
per diventare, secondo ormai la maggior parte degli scienziati, irreversibili.
La richiesta sempre crescente di energia da parte dei Paesi
emergenti, e la continua diminuzione della produzione del
petrolio, essendo secondo molti esperti in fase calante, avendo raggiunto il picco massimo, sta inducendo le grandi
Compagnie alla scoperta di nuovi giacimenti ed al trivellamento indiscriminato di nuovi pozzi: la catastrofe in atto
lungo le coste della Louisiana è sotto gli occhi di tutti! Una
marea nera grande quasi tutta l’Italia centrale sta creando
secondo gli specialisti un disastro ambientale tale che ci vorranno una cinquantina d’anni a cancellarne le tracce. Per
l’umanità quindi, l’uso delle fonti di energia alternativa pulita e rinnovabile, non è più un optional ma un obbligo non
più procrastinabile.
Vittorio Del Vecchio, Governatore del nostro Distretto, e
sponsor della pubblicazione, così si esprime nella presentazione a pag. 9 del volume: “..Possiamo affermare, senza tema di
smentita, che nella scelta politica delle fonti di energia è in
gioco il futuro del nostro pianeta. E’ una scelta difficile perché implica la risoluzione di problemi connessi all’attuale
assetto economico mondiale ed al conseguente equilibrio
politico tra le varie nazioni…… Il prezioso contributo di conoscenze e di esperienza che fornisce questo volume può essere
una guida importante per tutti coloro che hanno, a livello
politico, sociale ed economico, la responsabilità delle scelte
nel campo dell’uso delle fonti di energia alternative.”
Al convegno di presentazione del volume, l’argomento è
stato trattato da Filippo De Rossi per la Campania, Michele
Cardone per la Basilicata e Franco Carioti per la Calabria.
Sincera gratitudine al Lion Adolfo Senatore, studioso ed
esperto di “Biodiesel”, che ha coinvolto illustri colleghi docenti presso l’Università Federico II: Domenico Coiro che ha trattato l’energia prodotta dalle correnti marine e fluviali,
Maurizio Giugni quella che si può recuperare dai sistemi
acquadottistici, Luigi Orefice e Maria Albrizio con i loro originali e interessanti contributi.
Molto applauditi sono stati gli interventi di Daniele
Fortini, Presidente Nazionale di Federambiente e quello di
Francesco Capone, di “Partenope Ambiente” che ha relazionato sulla situazione dei Termovalorizzatori in Campania.
Nel volume è stata trattata l’energia geotermica, quella
ricavata dalle biomasse e quella prodotta dagli impianti fotovoltaici da Luca Gullotta e completa di analisi costi/benefici, e
dettagliatamente analizzate da Fabio Creoli le energie ricavabili dagli impianti miniidroelettrici e dalle coperture fotovoltaiche delle serre.
Una sezione importante del volume è stata dedicata
all’energia prodotta dal vento, sviluppata dall’esperto in eolica l’ing. Nicola Claudio Cirillo che ha trattato sia la parte degli
adempimenti e la normativa per l’autorizzazione degli
impianti e sia la valutazione dell’impatto ambientale applicata alla produzione dell’energia Eolica. (Si precisa come errata
corrige, chiedendo scusa per l’accaduto, che quest’ultimo
capitolo, per un disguido nella trasmissione dei file risulta
erroneamente di altro autore).
Per un quadro completo sulle fonti energetiche, Renato
Sinno ha fornito con rigore scientifico, una personale relazione sull’energia nucleare esprimendo riserve sull’opportunità di
sfruttamento. Il testo contiene inoltre un ampio glossario sui
termini dell’energia ed un capitolo curato da Amedeo
Calenzo, sull’efficienza energetica e su come risparmiare sulla
bolletta. Per la completezza dell’opera si sono inseriti due
capitoli sulla giurisprudenza relativa alla produzione di energia da fonti alternative: il primo, a cura dell’avv. Stefano
Sorgente, fa una panoramica sulla legislazione in atto, il
secondo, curato dal magistrato Andrea Penta, contiene una
selezione di pronunce giurisprudenziali in tema di diritto sulle
energie alternative.
Concludo queste note descrittive del lavoro svolto riportando quanto ha scritto Ermanno Bocchini, rappresentante del
Lions Clubs International presso il Consiglio d’Europa, nelle Sue
note introduttive del volume: “Il pianeta, con tutte le sue fonti
energetiche, non appartiene agli uomini, sono gli uomini che
appartengono alla Terra. E’ per questo che, anche come Lions,
dobbiamo affrontare, con senso dell’equilibrio e dell’impegno
critico, la problematica connessa alle energie alternative. E ciò
che, con questo libro, i Lions hanno fatto con successo.”
LA LA V OC E D EI LIO N S
Coordinatore Distrettuale Lions
23
IV Circoscrizione
I Lions per la donazione del cordone ombelicale
Dott.ssa Paola Capobianco
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Resp. Service “Le cellule staminali da cordone ombelicale”- IV Circ.
24
Il vero significato di “cellula staminale da cordone
ombelicale” è sconosciuto alla maggioranza di persone
così come lo sono le loro potenziali applicazioni.
Attualmente viene loro riconosciuta la capacità di
generare numerosi stipiti cellulari normalmente presenti nel sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Di quì il crescente impiego di queste cellule ‘multipotenti’ nella cura di importanti patologie come la leucemia, i linfomi o le talassemie. E sono molti i ricercatori pronti a scommettere che in pochi anni queste cellule staminali saranno utilizzate per la terapia di patologie neurodegenerative o la ricostruzione di tessuti lesi
o non più funzionanti.
Come emerge dalle premesse, questo argomento
riguarda la società civile nella sua globalità e non solo
scienziati, politici o comitati etici. Risulta quindi di fondamentale importanza fare chiarezza e coinvolgere il
maggior numero possibile di cittadini in un dibattito
sano, al di là delle dispute e delle polemiche che ad
oggi imperversano tra le diverse scuole di pensiero. In
questo solco si inserisce l’intervento dei ‘Lions’, cittadini per eccellenza, che esaltano le loro capacità individuali nella mediazione culturale e nella diffusione delle
conoscenze. L’impegno della IV Circoscrizione su questo
tema si è concretizzato Venerdì 14 Maggio 2010 nello
splendido Hotel Sakura di Torre del Greco e organizzato da un Comitato costituito dalla dott.ssa Paola
Capobianco, dalla dott.ssa Mariù La Marca Raiola e dal
dott. Carlo De La Ville sur Illion.
Dopo gli indirizzi di saluto di rito, il Prof. Giulio
Tarro, virologo, Primario Emerito dell’ A.O. “Cotugno”
nonché “Direttore Area Etica e Solidarietà Sociale”, con
semplici parole ha reso concetti altamente specialistici,
spiegando, tra l’altro, come le remore etiche sorte per
l’utilizzo delle cellule staminali embrionali non riguardino per nulla l’impiego di quelle tratte dal cordone
ombelicale. Il dott. Giuseppe Militerno, chirurgo
dell’Ospedale Maresca di Torre del Greco, ha esposto in
modo chiaro le potenzialità della cellula staminale cordonale nella cura di numerose patologie; il filo del
discorso è stato di seguito raccolto dal dott. Enrico de
Campora e dal dott. Mario Pagano, rispettivamente
Direttore Sanitario e medico della Banca del Sangue
Cordone Ombelicale dell’AORN Santobono-Pausilipon,
che hanno illustrato l’organizzazione di un settore
decisamente in crescita come quello delle Banche di
Cordone Ombelicale in Campania, in Italia e in Europa,
non risparmiando accenti polemici per le difficoltà
economiche e burocratiche delle strutture pubbliche
nel confronto con le imprese private del settore.
Proprio questo tema di graffiante attualità, per le
condizioni in cui versa il nostro Sistema Sanitario
Regionale, è stato al centro del concitato intervento del
dott. Luigi Marciano, ‘Direttore dell’UOC di Ginecologia
dell’Ospedale Maresca di Torre del Greco’, denunciando
le numerose problematiche che ostacolano la gestione
quotidiana delle donazioni di cordone ombelicale nelle
strutture pubbliche da parte di pazienti ben disposte
ma che non ricevono adeguata assistenza ed esaustive
informazioni. Altri ginecologi di spessore hanno proseguito la sezione degli interventi programmati: sul palco
si sono susseguiti professionisti di tutto riguardo come
il dott. Salvatore Ercolano che ha rappresentato la realtà della Ginecologia degli Ospedali Riuniti dell’Area
Stabiese ed il dott. Giuseppe Dato Direttore dell’UOC di
Ginecologia Ospedali Riuniti della Penisola Sorrentina,
convegno: con grande ironia ha affrontato temi caldi già
emersi, come il rapporto contrastato delle ASL con le
biobanche private, che a fronte di cifre non sempre
accessibili propongono una ‘conservazione autologa’ alle
neo-mamme che hanno partorito in strutture pubbliche.
“A queste pazienti”, riferisce con accento sarcastico, “mi
sento di dire: voi siete libere di non donare il cordone
ombelicale dei vostri figli e conservarlo in banche private per future necessità. Ma riflettete sulla malaugurata
possibilità che in futuro siate voi ad aver bisogno di una
donazione, come dovremo comportarci allora?”.
Le conclusioni sono state affidate al Governatore
Eletto del Distretto 108YA Dott. Emilio Cirillo,
Responsabile dell’Unità Funzionale di Chirurgia della
Casa di Cura M. Rosaria di Pompei, che, dinanzi ad una
sala affollata, ha entusiasticamente commentato
l’evento, auspicando che il confronto e l’informazione
su questi temi tanto attuali continui ad occupare
l’agenda dei diversi Lions Clubs della nostra
Circoscrizione e del Distretto.
VIII Circoscrizione
Concerto di beneficenza a Potenza per Haiti
Dott.ssa Anna De Blasiis
Responsabile L.C.I.F. – 8° Circoscrizione
Nella splendida cornice del Teatro Stabile di
Potenza, alla presenza di un pubblico numeroso e partecipe, si è tenuto un concerto di beneficenza in favore delle popolazioni colpite dalle recenti calamità naturali, organizzato dall’ottava circoscrizione per la L.C.I.F.Lions Club International Foundation. Il Concerto ha
visto protagonisti due gruppi molto conosciuti in regione che hanno intrattenuto gli ospiti presenti con brani
di qualità indiscussa. Sul palco dapprima i ”Paloma jazz
quartet”, che con Paolo Beneduce al piano, Sergio
Longhitano alla batteria, Marcello Schiattarella al basso
e Pino Melfi alla tromba hanno dato vita ad un’esibizione raffinata e di alto livello musicale molto apprezzato e gradito dal pubblico presente in sala.
Di seguito i The Talismans, gruppo pop, proveniente
da Genzano di Lucania, formato da ben nove componenti, che ha eseguito brani di De André, Mina,
Modugno, i Camaleonti,i Nomadi creando in sala l’atmosfera degli anni 60 e…oltre.
Il Concerto è stato preceduto dalla presentazione da
parte della responsabile del Service da una introduzione sulle finalità
della Fondazione, sulla
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
che ha sottolineato come finanche il semplice trasporto del prelievo presso la biobanca non sia sempre assicurato. Con raffinata dialettica, il dott. Dato ha auspicato per il futuro maggiore impegno nel cercare e trovare soluzioni, anche attraverso la nostra associazione,
suscitando più volte gli applausi dei presenti. Tra questi, nella prestigiosa sala Leonardo del Sakura, numerose sono state le Autorità Lionistiche ed i medici sia
specialisti che di medicina generale; forte è stata
anche partecipazione popolare all’evento. La dott.ssa
Stefania Scaramellino, che già da anni si occupa di
donazione nel reparto del dott. Dato, ha concluso gli
interventi dei Ginecologi con un accorato appello di
professionista, di donna e di mamma a favore della
donazione solidaristica.
Un brillante Tommaso Di Napoli, Direttore Sanitario
dell’Ospedale di Battipaglia e Direttore dell’UOC di
Cardiologia dello stesso nosocomio, nonché
‘Coordinatore Distrettuale del Service “Le cellule staminali da Cordone Ombelicale”’ ha chiuso le sessioni del
tempestività dell’azione nei momenti più drammatici e
difficili ai quali è chiamata ad intervenire. E’ stato evidenziato come la Fondazione, nata fin dal 1968, sia una
Organizzazione Umanitaria, riconosciuta a livello internazionale, con la funzione non solo di sostenere ed
assistere i popoli nei casi di grandi calamità naturali,
ma anche nel coadiuvare tutti i Lions nei progetti umanitari locali su larga scala e per dare un forte impulso
nell’affrontare i problemi globali. Un particolare
25
Comune
di Potenza
ittà Cultura
Governatore: Vittorio Del Vecchio
“Passione, Progettualità ed Azione a Servizio dell’Umanità”
CONCERTO DI BENEFICENZA
PER LE POPOLAZIONI
COLPITE DA CALAMITA’ NATURALI
Venerdì, 16 Aprile 2010
Teatro Stabile - h 20:00
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
POTENZA
26
PALOMA
electric jazz quartet
&
THE
TALISMANS
momento di solidarietà e commozione si è avuto in
Teatro quando la responsabile circoscrizionale, nel
corso della presentazione, ha dedicato il Concerto ad
Elisa Claps, una giovanissima ragazza potentina assurta
recentemente alla ribalta della cronaca nazionale perché strappata violentemente dai sogni e dalle aspettative di vita da un’onda anomala. E’ stato espresso il
desiderio che ogni brano musicale eseguito durante il
Concerto divenisse un pensiero per Elisa, una certezza
di giustizia e verità, un abbraccio ad una mamma privata della figlia in maniera tragica, prematura ed ancora oscura. Al termine del Concerto, la Presidente di
Circoscrizione, dott. Alba Capobianco, sottolineando la
buona riuscita della iniziativa ed il nobile scopo, ha
rimarcato l’importanza del servizio dei Lions nella
società civile e la costante e concreta attuazione, attraverso le opere, del motto lionistico “We Serve”. Il ricavato della iniziativa intrapresa a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali è stato interamente
devoluto, attraverso la Fondazione, ad Haiti.
artwork by Paloma Mood - 2010 ©
IX Circoscrizione
Centralità e autonomia dei clubs lions
Avv. Nicola Clausi
Coordinatore comunicazione IX Circoscrizione
Il 19 febbraio la IX Circoscrizione, presieduta dal Prof.
Dott. Antonio Petrassi, ha organizzato un interessantissimo dibattito su uno degli argomenti più sentiti dai Clubs
calabresi e da quelli dell’intero Distretto: quello della
centralità e autonomia dei Clubs Lions. A discutere di
quest’aspetto fondamentale per la vita associativa dei
singoli Clubs sono intervenuti, oltre il Presidente della IX
Circoscrizione, Prof. Dott. Antonio Petrassi, l’Immediato
Past Direttore Internazionale Prof Avv. Ermanno Bocchini
e il Governatore in carica del Distretto 108Ya, Prof. Avv.
Vittorio Del Vecchio.
Nella sua introduzione Petrassi ha voluto sottolineare come tale argomento sia molto a cuore al Presidente
Internazionale Eberhard J. Wirfs che in diverse occasioni
ha ribadito come il Lions di oggi deve avere una doppia
strategia: allargare i club e rafforzare i soci nei club.
Partendo dalla constatazione che il 40% dei soci che
hanno lasciato l’associazione lo hanno fatto presentando regolari dimissioni, il Presidente Internazionale riduce
questo comportamento alla mancanza di interesse e di
entusiasmo all’associazione. A rimediare a questa situazione, secondo Wirfs, devono intervenire i singoli club
che prima devono fare entrare soci qualificati, persone
che desiderino davvero dedicarsi al servizio, e poi devo-
no farli sentire ben accolti ed importanti, ascoltarli e
tener conto delle loro opinioni, assicurarsi che gli incontri siano puntuali, interessanti e vivaci e che le attività
dei club siano frequenti e coinvolgenti. Un Club non può
seguire i desideri di pochi, ma deve rispondere alle esigenze di tutti i soci che lo compongono.
Partendo da queste considerazioni, il Prof. Petrassi ha
sottolineato come ogni singolo club sia il cuore
dell’Associazione, la cellula vitale della vita associativa, il
luogo d’incontro e di ricerca del servizio più idoneo alle
esigenze della comunità e dei suoi componenti.
Inoltre egli ha posto, all’attenta platea ed agli autorevoli relatori, alcune domande a cui dare risposta
durante il dibattito: esiste un questione morale nei
Lions? Come interpretare ciò che avviene in quasi tutti i
clubs: i forti individualismi, i comportamenti scorretti, la
corsa alla designazione delle cariche? Esiste un condizionamento distrettuale su decisioni e comportamenti dei
singoli clubs? L’autonomia di un club è un freno? E’ un
punto di forza? Oppure può essere una risorsa per moltiplicare le forze di tutti i Lions che, insieme, possono
realizzare service importanti, di grande prestigio, nel
rispetto delle situazioni del proprio territorio.
Le prime risposte a queste domande sono arrivate
club Lions e si è prospettato al Governatore di accelerare su una innovazione delle strutture funzionali dei club
portando avanti una modifica equilibrata, ragionata e
condivisa del “procedere” dell’associazione. Tutto questo
garantirà una maggiore vitalità nell’azione dei Lions
consentendo da un lato di portare nei club nuovi soci,
possibilmente giovani, e dall’altro di mantenere nei club
tanti amici che, sempre più spesso, palesano stanchezza
e diminuito interesse.
Ha chiuso gli interventi il Governatore che, oltre a
ringraziare la IX Circoscrizione per l’organizzazione dell’importante dibattito, ha ribadito come l’autonomia e
centralità del club debbano essere intese come elementi
fondamentali della operatività sul territorio in un contesto globale ed in sintonia con gli obiettivi e la struttura
dell’Associazione. La realizzazione di un service significa,
anche, contribuire alla crescita associativa. Il
Governatore ha poi sostenuto che un club di qualità è
quello in cui i soci sono determinati al servizio e, quindi,
si attivano per costituire un soggetto collettivo. La qualità è data dalla capacità di collocarsi ed agire all’interno
dell’Associazione alla quale appartiene e della quale il
club è parte integrante. Il club è la struttura organizzata
ed organizzativa per assolvere alle funzioni rappresentate; esso deve affrontare i cambiamenti della società
come una sfida e mettersi in sintonia con le nuove esigenze.
Il Governatore ha inoltre posto l’accento sul senso
dell’appartenenza che deve sempre essere da stimolo per
un Lions. In particolare ha ricordato che nei nostri Club
sono presenti tante potenzialità, alcune sono dormienti,
altre sono assopite. E’ solo il Senso di Appartenenza che
consente di riattivare queste potenzialità per un maggiore utilizzo di tutte le sinergie. Se manca il senso di
appartenenza, le conseguenze sono:
DELUSIONE - nasce nei primi due/tre anni di appartenenza per le attese deluse
DISAGIO - vivere la vita del club con sofferenza.
DISINTERESSE - non riconoscersi più nel lionismo,
non volersi più impegnare.
Il Governatore ha quindi raccomandato a tutti i presenti di non perdere mai il senso dell’appartenenza, cioè
quella condivisione di principi ed etica che caratterizza il
“Socio Lions”. E’ lui il centro dell’Associazione, è lui l’inizio della catena dei servizi che ne compone la struttura.
Solo se di ogni Lions si cura la formazione, la motivazione ed il coinvolgimento così da fare sentire ogni socio
utile ed apprezzato, così da creare nel club un’atmosfera
sincera e di amicizia, solo se si rendono partecipi i soci
alla definizione dei programmi e se li si coinvolge nelle
decisioni, solo così si avrà un lionismo sempre vincente
ed aderente ai nobili principi del suo padre fondatore.
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
nell’intervento
dell’Immediato
Past
Direttore
Internazionale Prof. Avv. Ermanno Bocchini che ha invitato innanzitutto a distinguere i fatti congiunturali dei
singoli clubs dai fatti strutturali dell’intera associazione
riconoscendo piena autonomia ai clubs anche se nei
limiti all’azione in quanto parte di una più ampia associazione internazionale. Egli inoltre ha fatto notare come
ogni club attui service e quindi abbia dovere e potere sul
territorio di competenza. Spesso, però, potere e dovere si
contrastano perché prevale un forte individualismo, si
guarda dal lato dell’io, si rischia così una deriva dovuta
all’egocentrismo mentre il potere non deve prevalere sul
servizio. A tal proposito, richiamando le parole di
Mazzini, Bocchini ha ricordato che “il potere nasce dal
servizio” se e solo se il servizio è attuato in modo serio e
corretto. Pertanto il club è un “trasformatore” che raccoglie le singole professionalità dei suoi iscritti e le tramuta in service, non più intesi come carità o beneficenza,
ma come forma più concreta di “investimento umanitario”. Secondo Bocchini, quindi, è necessario assicurare
una autonoma forma di sviluppo alle popolazioni bisognose, in modo che non siano costrette per il futuro a
chiedere aiuto. I Lions con le loro professionalità devono
farsi portatori di questo messaggio e fornire, per il tramite del club, tutte le risorse intellettuali, professionali e
di competenze affinché i progetti si realizzino. Bocchini
ha infine ricordato che il senso di autonomia è ben
messo in luce nella Costituzione - in particolare agli articoli 18 e 118 – dove l’autonomia è intesa come partecipazione dei cittadini sulla base della sussidiaretà e, pertanto, ha suggerito come chiave di lettura l’autonomia
funzionale dei club. Essi, non solo si collocano sulla frontiera che separa i pubblici poteri dalla società civile, ma
sono espressione proprio di quel “pezzo” di società civile
cui si rivolge la loro azione. In tal modo i club sono in
grado di pervenire a sintesi, non solo “diverse” da quelle
realizzabili dal circuito della “rappresentanza politica”
(Distretto), ma anche “più vicine” (“funzionalmente” più
vicine, per dirla con la legge Bassanini) alle comunità cui
si riferisce immediatamente la loro attività. I club, essendo espressi dall’ambito sociale direttamente interessato
dai loro interventi (e “rispondendo” ad esso), sono anche
in condizione di assicurare un’efficienza dei servizi ed un
grado di aderenza degli stessi alle domande che sono
chiamati a soddisfare. In definitiva i club rappresentano
parti omogenee della collettività territoriale, direttamente interessati all’esercizio di determinate attività di
rilievo pubblico e, perciò, sono posti nella migliore condizione per interpretare interessi ed esigenze coinvolti
nell’attività stessa.
Durante il dibattito, in cui hanno preso la parola
diversi soci, si è concordato con questa visione data ai
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XV Circoscrizione
Sovrappeso e obesita’ nell’eta’ evolutiva
Prof. Stefano Monterosso
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Addetto Stampa del L. C. “Torre Ruggero” Bagnara Calabra (RC)l
28
I Lions della XV° circoscrizione, sotto la Presidenza del
Sen. Dott. G. Beniamino Fimognari hanno voluto offrire
quest’anno un contributo importante di collaborazione
nell’azione di contrasto la diffusione dell’epidemia di
soprappeso ed obesità nell’età evolutiva sostenendo le
azioni del progetto “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni” – OKkio alla salute”. Tale
progetto viene attuato dal 2008 in stretta collaborazione con le Regioni, il Ministero dell’Istruzione e della
Ricerca, l’Istituto Nazionale di Ricerca sulla Nutrizione
(INRAN) ed alcune istituzioni universitarie. Il progetto si
prefigge l’obiettivo di descrivere e seguire nel tempo
l’evoluzione della situazione nutrizionale dei bambini
delle Scuole Primarie in relazione al loro ambiente scolastico, considerando tutte quelle caratteristiche che
possano favorire una corretta nutrizione e una adeguata attività fisica, così da riuscire a suggerire azioni e
interventi appropriati e basati su prove di efficacia.
L’indagine, effettuata su un campione rappresentativo
di bambini frequentanti la terza classe della Scuola
Primaria (8 anni), consente la raccolta di dati riguardanti:
• peso e altezza, con calcolo dell’indice di massa corporea (IMC) e della prevalenza di sovrappeso e obesità,
secondo standard internazionali;
• abitudini alimentari dei bambini;
• attività fisica svolta e comportamenti sedentari;
• percezione del problema da parte dei genitori;
• caratteristiche dell’ambiente scolastico
Il primo degli appuntamenti a cura del Lions Club di
Nicotera (VV) si è svolto presso il Liceo Classico sul tema
dell’Obesità Giovanile, in occasione del cinquantesimo
anno di studi sulla Dieta Mediterranea Italiana di
Riferimento, meglio noto come Seven Countries Study. Il
Presidente del Club Dott. Giuseppe Dato ha ricordato
come Ancel Keys, un nutrizionista americano di
Minneapolis, a metà degli anni cinquanta giunse a Roma
per un congresso ed apprese dal Professor Alfonso Del
Vecchio, originario di Nicotera e ricercatore presso
l’Università del Minnesota, che nel Sud dell’Italia vi erano
paesi che non presentavano casi di infarto e l’ictus. Keys
si incuriosì. Visitò alcune località, recandosi poi personalmente proprio a Nicotera, precisamente nel 1957,
impiantandovi una vera e propria base operativa per studiare da vicino le abitudini alimentari della popolazione
locale. L’equipe, composta da: Ancel Keys, A. Del Vecchio,
P.D. White, N. Kimura, operò un rigoroso screening nella
popolazione compresa nella fascia d’età tra i 40 e i 60
anni. Keys stesso, come testimoniano le numerose foto
scattate nei rioni popolari della città come Palmentieri,
Giudecca, Purgatorio, Borgo etc., seguiva queste indagini sul campo, andando personalmente nelle case dei
Nicoteresi. Il metodo di lavoro di Keys e della sua Equipe
consisteva nel recuperare i dati di vari contesti territoriali sottoponendo gruppi di uomini e donne alle sue analisi e rilievi secondo regimi dietetici diversi, per evidenziare le relazioni intercorrenti tra un dato regime alimentare e alcune patologie. Questo suo studio colossale, lo
portò in giro per diverse nazioni (Grecia, Jugoslavia,
Finlandia, Olanda, Usa e Giappone) e anche in diversi
contesti sociali e territoriali all’interno di una stessa
nazione (In Italia per esempio oltre a Nicotera, condusse
studi a Crevalcore in Emilia Romagna e a Montegiorgio
nelle Marche), a questo lungo studio di ricerca dedicò
circa quindici anni della sua vita che raccolse nel “Seven
Countries Study”.
Il “Seven Countries Study”, venne pubblicato nei
primi anni 70 e costituì la pietra miliare per tutta una
letteratura medica e scientifica che da allora si sarebbe
sviluppata in maniera irrefrenabile svelando all’opinione
mondiale e in maniera scientifica, il rapporto tra alimentazione e malattie metaboliche. Completata la ricerca,
venne dimostrato che la dieta moderata mediterranea,
osservata dalla popolazione nicoterese, si era rivelata un
antidoto efficace contro le malattie coronariche, l’iper-
raccolti per l’anno 2010 alla presenza delle Autorità
Scolastiche Regionali, Provinciali e locali e delle Autorità
sanitarie e politiche. In particolare è stato posto l’accento sulla necessità di una maggiore presa di coscienza da
parte dei genitori sulla reale incidenza del problema fra
i bambini e nella società. Ed ancora alla presenza dei
massimi rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Regionale
e Provinciale e del Direttore Generale dell’ASP 005 di
Reggio Calabria Arch. Renato Carullo è stata evidenziata la necessità di avviare tutta una serie di protocolli
d’intesa con:
l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI)
per quanto concerne il miglioramento della ristorazione
scolastica quale strumento per veicolare messaggi di
promozione relativi a corretti stili alimentari e la collaborazione dei comuni per promuovere il movimento e lo
sport;
Associazioni della filiera alimentare per promuovere
la produzione e la commercializzazione di alimenti idonei dal punto di vista nutrizionale e trasparenti per
quanto concerne la composizione bromatologica;
In Italia, come in altri Paesi europei, la necessità di
seguire con attenzione la situazione nutrizionale della
popolazione generale e, in particolare, dei nostri bambini è un’acquisizione molto recente e fortemente motivata dalla percezione dell’obesità come di un problema
prioritario di salute pubblica. Infatti gli ultimi dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sottolineano l’aumento dell’obesità, in particolare in età
evolutiva: attualmente la prevalenza di obesità giovanile in Europa è 10 volte maggiore rispetto agli anni settanta. Il 20% dei bambini europei è in sovrappeso o
obeso, con un picco del 34% nei bambini da 6 a 9 anni
(1 su 3 è sovrappeso o obeso). Il problema dell’obesità e
del sovrappeso nei bambini ha acquisito soprattutto
negli ultimi anni un’importanza crescente, sia per le
implicazioni dirette sulla salute del bambino sia perché
questi stati rappresentano un fattore di rischio per l’insorgenza di patologie in età adulta. Inoltre, l’obesità
infantile rappresenta un fattore predittivo di obesità nell’età adulta. Tutto ciò perché occorre ricordare che i
principali determinanti dell’obesità dipendono da stili di
vita e comportamenti che si instaurano nell’età evolutiva, ed in particolare l’aumentato contenuto energetico
della dieta e l’acquisizione di stili di vita sedentari.
La strada per contrastare questo importante fenomeno è ancora molto lunga e i Lions continueranno ad
essere sempre in prima linea accanto alle Istituzioni, alle
famiglie ed alle Associazioni, nelle iniziative che saranno
intraprese per raggiungere questo importante obiettivo
di prevenzione primaria delle malattie in tutto il mondo.
CONFERENZA D’INVERNO
tensione, l’obesità, il diabete, i tumori, e che dal punto di
vista nutrizionale rientrava pienamente a garantire le
richieste dell’organismo. I dati ottenuti a Nicotera nobilitarono la dieta mediterranea stessa, ricca di carboidrati energetici, di ortaggi, di frutta, di pesce azzurro, di
legumi, dell’olio vergine d’oliva, del vino rosso delle
nostre soleggiate vigne contenente polifenoli antiossidanti; invece latte, carne rossa, uova , grassi animali e
formaggi, vennero considerati alimenti da consumarsi
con parsimonia. Con l’occasione il Primo Cittadino, in
carica della cittadina di Nicotera, Salvatore Reggio ha
preannunciato due importanti progetti:
1) Il riconoscimento da parte del Ministero dello
Sviluppo Economico e quindi dell’U.I.B.M. del Marchio
Territoriale di Nicotera: Città della Dieta Mediterranea
Italiana di Riferimento;
2) L’istituzione per legge dell’Ente Territoriale della
Dieta Mediterranea con sede ed uffici in Nicotera.
Il secondo incontro ha visto impegnato il Lions Club
di Polistena, guidato dal Presidente Dott. Ettore Tigani
che ha organizzato presso la Biblioteca Comunale di
Cittanova (RC) il Convegno su “Giovani e sport: strumento di integrazione e prevenzione” durante il quale il Dott.
Giuseppe Zampogna ha presentato una importante
indagine conoscitiva svolta presso gli Istituti scolastici
del comprensorio volta a far emergere i bisogni e le criticità del mondo dello sport attraverso il grande filtro del
contributo dei giovani che frequentano la scuola.
L’ultimo e non meno importante intervento sul territorio che conclude la Presidenza dell’attuale anno sociale si è svolto nel mese di maggio a Bagnara Calabra (RC)
dove il Responsabile per l’Area Salute e Sanita’ Dott.
Paolo Pensabene ha moderato un interessante ed efficace Convegno sul tema “La prevenzione del sovrappeso e
dell’obesità nell’età evolutiva in Calabria: la percezione
del problema da parte dei genitori e le risposte dell’ambiente scolastico”, fortemente voluto dal Presidente del
Lions Club “Torre Ruggero” di Bagnara Calabra Geom.
Giuseppe Maisano. Ospite di eccezione è stata la Dott.ssa
Marina La Rocca Referente Regionale del progetto
“OKkio alla salute” che ha illustrato in anteprima i dati
29
Lions Club Castellammare di Stabia
L’Arcangelo San Michele vola su Castellammare
e la Penisola Sorrentina
Arch. Sergio Brancaccio
LA VOCE DEI LIONS
Coord. Distr. del Service “La tutela dei Beni Culturali “minori”
La presentazione del libro “L’Arcangelo di Stabia” di
Egidio Valcaccia (editore Longobardi, Castellammare di
Stabia 2010), organizzata dalla Commissione cultura del
L. C. Castellammare di Stabia, presieduta da Annalisa
Quartuccio, si è svolta presso la biblioteca distrettuale
Lions, annessa alla bella sede della G. E. F. Consulting di
Castellammare.
La manifestazione è stata seguita con interesse dai
rappresentanti di numerosi Lions Clubs e Leo del nostro
Distretto. L’oggetto della ricerca, incentrata sull’iconografia del culto di San Michele
Arcangelo
nella
storia
di
Castellammare Stabia, ci ha dato l’occasione per ricordare monumenti noti
e poco noti di questa amata terra ed
in generale della Penisola Sorrentina.
Abbiamo inoltre inteso proporre
interventi di restauro, valorizzazione e
utilizzazione dei beni e di sollecitare
una organizzazione necessaria al
Parco Regionale dei Monti Lattari .
Il nome Arcangelo S. Michele deriva da MI-KA-EL che significa “Quis ut
Deus?”, ossia “chi come Dio?”. Si riferisce al capo supremo delle milizie celesti fedeli a Dio ed è ricordato con
devozione in molte località dell’archidiocesi, fra cui Lettere (Orsano),
Gragnano, Pimonte, Ticciano, Piano di
Sorrento e a Stabia: Scanzano,
Pozzano, Duomo, S. Maria di
Portosalvo, ecc.
Fra i vari argomenti il libro si sofferma sul gruppo
marmoreo proveniente dall’antico oratorio in legno,
sulla cima del Molare (Monte Sant’Angelo al Faito, 1443
m. s. l.). Secondo l’Autore in uno scritto liturgico del IX
secolo: Vita Sancti Antonini Abatis Surrentini, in lingua
latina e caratteri longobardi, troviamo la “prima testimonianza dell’erezione dell’Oratorio sul Faito”. Questa chiesetta rappresentò nel basso Medio Evo anche un baluar-
do sacro contro le incursioni saracene e longobarde. I
Santi patroni di Castellammare –Catello- e di Sorrento
–Antonino- sul finire del VI secolo si rifugiarono sul Faito
per sfuggire alle suddette incursioni ed ivi costruirono
l’oratorio.
La scultura ha interessato numerosi studiosi (Arturo
Fittipaldi, Francesco Abbate, Gennaro Borrelli, ecc.) e
viene datata tra il tardo XV secolo ed i primi anni del successivo Nel 1862 un fulmine colpì la statua frantumandola; pertanto, fu restaurata e collocata nella seconda
cappella della crociera destra del
Duomo di Castellam-mare.
Nel 1950 in seguito alla edificazione della nuova chiesa di San Michele,
al Monte Faito, ubicata in basso
rispetto all’antico oratorio, sulla cima
detta Cercasole (m.1280 s.l.m.), fu
posta una copia dell’antica statua,
opera dello scultore Rubino, offerta
dal personale della Banca d’Italia a Pio
XII, che a sua volta ne fece dono alla
diocesi di Castellammare. La chiesa di
San Michele al Monte Faito sorge ora
sulla cima Cercasole, sul terreno
donato dai Principi Colonna di Roma.
Il Vescovo Federico Emanuel, nel
1937, fece portare dagli abitanti delle
frazioni circostanti e di Sorrento un
mattone in dono per il tempio dedicato a San Michele Arcangelo. I lavori,
interrotti a causa della guerra, ripresero nel 1947 e nel 1950 lo stesso
Vescovo benedisse la nuova chiesa al suono di campane
della fonderia Capezzuto, dono delle città di
Castellammare, Pimonte e Pompei. Dal 1971 al 1973
Monsignor Oscar Reschigg curò un ulteriore restauro e
dal 2005 il nuovo Rettore Don Catello Malafronte rifece
gli infissi all’ingresso, un confessionale, ecc3.
L’Autore si sofferma inoltre su altre opere in cui viene
raffigurato l’Arcangelo S. Michele, fra cui ricordiamo la
(cfr. S. Brancaccio, Aree protette, Geco ed. mult., Pompei 2006, pp. 119-141)
(cfr. Valcaccia E. L’Arcangelo di Stabia”, cit. p. 31).
3 - Cfr. F. Di Capua - Il santuario di San Michele Arcangelo al Monte Faito, miscellanea di testi a cura di Don Cioffi e Don Catello
Malafronte (2007).
4 (v. E. Valcaccia, Le Confraternite nel centro antico di Castellammare di Stabia, ivi 2006);
30
quali ricordiamo Giuseppe Bonito, Michele Esposito,
Luigi Denza, e Raffaele Viviani?
Riteniamo inoltre utile proporre alcuni interventi
urbanistici ed architettonici per migliorare la vivibilità, se
è vero che il Sud necessita di una crescita omogenea e
complessiva, con una lotta alla criminalità organizzata
ed alle forme di illegalità, cementando un’alleanza strategica fra il governo centrale e regionale, vittima di una
gestione localistica.
Alcune proposte per Castellammare:
1) Scavi sulla collina di Varano: occorre migliorare la
segnaletica; lasciare uno spazio per far girare i pullman;
rimuovere le gabbie in ferro a protezione degli affreschi,
sostituendole con vetri antisfondamento, e garantendone la ventilazione; migliorare gli impianti elettrici eliminando cavi a vista.
2) Realizzare un Antiquarium per esporre “in loco” i
materiali provenienti dallo scavo della collina di Varano.
3) Far diventare accessibile la grotta di S. Biagio con
i suoi affreschi del XII secolo (L’arcangelo S. Michele,
affresco XII sec., Ipogeo di S. Biagio).
4) Rendere percorribile la strada che dal Quisisana
conduce al Monte Faito ed al tempio di San Michele perché rappresenta l’unica alternativa stradale in caso di
blocco della Sorrentina ed anche l’unica via di fuga per
gli incendi rispetto all’altra strada che dal Faito conduce
a Moiano ed a Vico Equense. Il Sindaco di Castellammare,
preoccupato per la minaccia di frane, dopo lunghi anni
ha ottenuto recentemente che il settore provinciale del
Genio Civile di Napoli effettuasse lavori improcrastinabili
per la messa in sicurezza dell’asse viario. In data 14
dicembre 2009 sono stati stanziati euro 160.000,00, comprensivi di IVA e spese tecniche. La cifra appare esigua.
5) Realizzare un accesso alla funivia per il Faito con
un collegamento diretto dall’esterno della piazza della
Circumvesuviana per renderla visibile sopratutto ai turisti che ne ignorano l’esistenza e prolungare il periodo del
suo funzionamento. Dal piazzale della funivia sul Faito
dovrà inoltre partire una navetta (bus) di collegamento
con il tempio di San Michele, il campo sportivo e le altre
strade del villaggio.
6) Effettuare un collegamento tra Monte Faito
–Quisisana – nuove e antiche terme di Castellammare.
7) Completare il restauro della chiesa della Madonna
di Portosalvo (1834) con il bel dipinto della Madonna
con il Bambino (1580) e, nel fabbricato adiacente, già
alloggio delle suore, rendere accessibile il pozzo con l’acqua della Madonna. Il complesso è di proprietà della
Confraternita di Portosalvo.
8) Migliorare l’accesso, le indicazioni stradali, e programmare attività per valorizzare il Santuario di S. Maria
di Pozzano.
9) Creare una Fondazione con il compito di programmare una serie di attività di alto livello per la Reggia di
Quisisana.
LA VITA
LA VOCE
DELL’ASSOCIAZIONE
DEI LIONS
tela settecentesca nella navata della Basilica di Pozzano
e quelle presenti in numerose Confraternite di
Castellammare che hanno svolto “un ruolo tangibile
nello sviluppo religioso, artistico e, talvolta, anche economico della città fra queste ricordiamo una statua settecentesca donata nel 1856 da Francesco Starace alla
Confraternita di S. M. di Portosalvo.
Di grande interesse sono gli affreschi del II e III secolo nell’ipogeo dei Santi Giasone e Mauro noto come
grotta di S. Angelo, alla base della collina di Varano.
Nel Duomo di Castellammare di Stabia San Michele è
raffigurato nella bella tela di Angelo Mozzillo del 1793,
nella cappella dedicata alla Madonna del Purgatorio
(Angelo Mozzillo, La Madonna e San Michele liberano le
anime del Purgatorio (1793), Duomo di Stabia).
Ricordiamo anche la statua policroma di San Michele
che scaccia il diavolo nella parrocchia del SS. Salvatore a
Scanzano di Francesco Antonio Picano. In altre chiese vi
sono numerosi oggetti fra cui ostensori, tabernacoli, pianete, incisioni, ecc., che testimoniano la notevole diffusione del culto del Santo a Castellammare di Stabia e nel
territorio circostante.
Castellammare di Stabia
Quest’antica città, che oggi conta più di 68.600 abitanti, fu nell’antichità greca, etrusca, sannitica, romana
(340 a.C.). Stabia risentì dell’eruzione del Vesuvio del 79
d. C. che distrusse Pompei ed Ercolano e subì gravi danni.
Fu inoltre danneggiata da continue incursioni barbariche e nel IX secolo venne eretto il “Castrum ad mare
Stabiis”, a difesa della fontana grande, ricca di sorgenti
minerali.
Carlo I d’Angiò la cinse di mura, ampliò il castello ed
il porto, mentre Roberto fece costruire la “casa sana” o
reggia di Quisisana, che, recentemente restaurata, non
ha ottenuto ancora una destinazione compatibile.
Castellammare fu saccheggiata sia durante il periodo
dei re angioini che di quelli aragonesi, e successivamente, nel 1541, Carlo V la diede ad Ottavia Farnese quale
dote per la figlia Margherita d’Austria.
La città fu inoltre danneggiata dal corsaro Dragùt
(1542), devastata dal Duca di Guisa (1654) e dall’arciduca Carlo d’Austria (1706), e nel 1734 rientrò in possesso
del Regio Demanio.
Carlo di Borbone fece iniziare gli scavi della antica
Stabia e vi fece installare una fabbrica di cristalli.
Ferdinando IV fondò il cantiere navale, costruì l’acquedotto e restaurò il porto. Questo venne ingrandito con
nuove strutture da Ferdinando II, che realizzò anche un
importante cantiere ed inaugurò la ferrovia con Napoli e
la strada per Sorrento.
L’importanza di Castellammare aumentò dopo l’Unità
d’Italia sia per lo sviluppo dei cantieri navali che per i
nuovi impianti termali.
E’ lecito domandarsi il perché di tanto amore per
questa sfortunata città, patria di illustri cittadini fra i
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Lions Club Benevento Host
Uno sguardo al futuro.
Dialogo fra popoli e religioni
Giovanni Errico
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
L. .C. Benevento Host
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Il 14 maggio scorso presso la Villa Dei Papi in via
Pacevecchia a Benevento, il Lions Club Benevento
Host, presieduto dal dott. Gianfranco Ucci, ed il
Comitato Provinciale Unicef di Benevento, con il
patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali, hanno tenuto a battesimo un importantissimo
Service dal titolo: “Uno sguardo al futuro. Dialogo fra
popoli e religioni”.
All’interessante convegno hanno partecipato la
prof.ssa Carmen Maffeo, Presidente del Com.
Provinciale Benevento Unicef; il dott.Michele Mazza,
Prefetto di Benevento; l’avv. Antonio Barbieri, VicePresidente della Provincia di Benevento; il dott. Pietro
Esposito, Dirigente Ufficio Scolastico Prov.le di
Benevento; la prof.ssa Milly Pati Chica, Presidente
Fidapa; il dott. Carlo Landolfi, Delegato Zona XIVLions; la prof.ssa Maricetta Sanfilippo, Presidente VI
Circoscrizione - Distretto Lions 108YA, nonché
l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Benevento
Luigi Scarinzi.
Fin dalla serata inaugurale dell’anno sociale 20092010 del Lions Club Benevento Host, il Presidente,
dott. Gianfranco Ucci, nel presentare il programma
sociale, aveva evidenziato l’impegno dei lions a “creare e stimolare uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo: l’integrazione degli immigrati nel rispetto della loro identità culturale e dei valori e delle
norme del nostro ordinamento” e ad affiancare l’attività dell’Unicef provinciale per lo sviluppo dei valori di
accoglienza e di comprensione fra etnie e culture
diverse per una convivenza democratica intesa ad un
futuro di equità e di pace. Il convegno è stato appunto la realizzazione di questo nobile impegno del Lions
Club Benevento Host.
Sono stati presentati anche alcuni elaborati degli
studenti del Liceo Scientifico “G. Rummo”, degli studenti del Liceo Statale “Guacci” e quelli dell’IPSIA
“Palmieri”.
Il ricco e corposo programma dell’interessante
manifestazione è continuato, poi, con la relazione:
“Integrare si può” a cura della dott.ssa Irma Cristina
De Angelis, Sindaco di San Lupo, e con gli interventi
di: Don Nicola De Blasio, Vicario Episcopale per la
Carità-Diocesi di Benevento e del Prof. Francesco
Vespasiano, Docente di Sociologia presso l’Università
del Sannio.
Le conclusioni, invece, sono state affidate al Dott.
Emilio Cirillo, I Vice Governatore –Distretto Lions 108
YA ed al Sen. Pasquale Viespoli.
In apertura del briefing mattutino, il dott.
Gianfranco Ucci, Presidente del Lions Club Benevento
Host, ringraziando tutte le autorità civili, militari e
religiose presenti all’evento, ha spiegato le motivazione del Service “Uno sguardo al futuro”: Esso è stato
voluto con lo scopo di promuovere la comprensione
tra i popoli del mondo, attraverso l’integrazione degli
immigrati, nel rispetto delle loro identità culturali, dei
valori e delle norme del nostro ordinamento. Bisogna
adottare la cultura dell’accoglienza, attivare percorsi
di sensibilizzazione e di conoscenza nelle giovani
generazioni, finalizzati alla consapevolezza di una
convivenza civile in cui la cultura “altra” sia conosciuta e compresa. Inoltre, si è voluta sollecitare l’opinione pubblica sui temi dell’immigrazione, del dialogo
interreligioso, dell’intercultura in generale e motivare
le giovani generazioni e gli studenti che saranno i cittadini del domani sull’importanza di comprendere
realmente il vero ed effettivo significato dell’emigrazione. Infatti, una società che accoglie, concepisce la
differenza culturale come un arricchimento complessivo comune, fondata su una logica di reciprocità in
cui si confrontano culture diverse, promuovendo un
integrare queste persone nella società. Del resto, il
trend attuale si sta muovendo nel senso di una società multirazziale e noi dobbiamo attrezzarci su questa
cosa: crescere nella cultura della solidarietà con
responsabilità e più servizi alle persone”. Poi è stata la
volta della prof.ssa Milly Pati Chica, Presidente Fidapa,
che si è soffermata sull’importanza della parola
rispetto: “Che se solo ce ne fosse di più, molti problemi della nostra società contemporanea non ci sarebbero!”. Ed ha proseguito: “C’è anche un’ulteriore
necessità e cioè quella di dover far in modo che gli
stranieri imparino la lingua italiana! ” e poi: “No a
strade ghetto, sì alla condivisione ed all’apertura ”. A
seguire, c’è stato l’intervento del dott. Carlo Landolfi,
Delegato Zona XIV-Lions, che ha relazionato sulla difficoltà, oggi più che mai attuale, degli immigrati di
integrarsi nella nostra società aggravata dalla crisi
economica e sociale: “ Ove il dato dell’intolleranza
religiosa è sempre più presente e preoccupante.
L’unica soluzione è sensibilizzare i giovani, affinché
comprendano che gli emigrati sono un arricchimento
sia per noi, che per loro! ”. Dopo è stata la volta della
prof.ssa Maricetta Sanfilippo, Presidente VI
Circoscrizione-Distretto Lions 108YA, la quale si è soffermata: “Sull’encomiabile iniziativa intrapresa dal
Lions Club Benevento Host presieduto dal dott.
Gianfranco Ucci, a testimonianza dell’alto valore
sociale del Club sul nostro territorio, che contribuisce
validamente alla crescita del distretto sannita dei
Lions ” e , quindi, ha rimarcato l’importanza di dover
sempre favorire la pace, la comprensione tra i popoli
con saldi valori quali: la solidarietà e la libertà tra
tutte le etnie in quanto: “ Siamo tutti uguali!”.
L’intervento della dott.ssa Carmen Maffeo, Presidente
Provinciale Unicef di Benevento, ha invece visto, come
tema centrale del proprio dibattito, il ruolo che le istituzioni devono avere nel processo di formazione delle
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
inserimento proficuo e non conflittuale della popolazione nel nostro tessuto sociale.
Poi, il dott. Ucci, ricordando come nella seduta del
Consiglio Comunale dello scorso 11 maggio, è stato
deliberato positivamente, all’unanimità, l’organo della
Consulta comunale degli immigrati comunitari ed
extracomunitari, ratificandone anche il relativo regolamento, a questo proposito ha così dichiarato:
“Questa è stata una cosa che ci ha reso e che ci rende
orgogliosi, in quanto siamo il primo Capoluogo dell’intera Regione Campania ad aver istituito questo
importante strumento che permetterà la realizzazione
di un’integrazione degli immigrati regolari all’interno
delle nostre comunità, foriero di un interscambio di
valori culturali ed economici, nell’ambito della convivenza pacifica con persone di altre etnie e cultura e
nell’ottica della reciprocità dei diritti e dei doveri”.
La Presidentessa Maffeo ha dichiarato. “La tematica dell’interazione è fondamentale per noi, perché
operare insieme comporta un’apertura, un dialogo tra
i popoli e le religioni, in un momento molto delicato
come quello in cui stiamo vivendo. Non deve più esistere violenza o esclusione o sopraffazione di un
popolo su un altro” ed ancora: “Rendere fruibili i diritti di bambini e adolescenti nelle realtà vicine, con
un’attenzione costante al principio ineludibile della
partecipazione, rappresenta la cifra di quel paradigma
valoriale cui gli amministratori lungimiranti devono
ispirare il proprio lavoro quotidiano”. Quindi la parola
è passata al Vice-Presidente della Provincia di
Benevento, Antonio Barbieri, il quale ha detto : “Di
una lodevole iniziativa, quella intrapresa dai Lions di
Benevento su un argomento di interesse così attuale
ed impegnativo come quello dell’ immigrazione” ed
ha, poi, dibattuto della nuova cesura tra società civile
e religiosa in vari ambiti, soprattutto in materia scientifica.
L’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di
Benevento, Luigi Scarinzi, ha, in seguito, commentato
la recente approvazione in Giunta della Consulta degli
immigrati di cui sopra e così si è espresso: “Il fatto che
essa sia stata approvata all’unanimità, denota che
quando le proposte sono vere ed importanti come
questa, non ci sono differenziazioni politiche di sorta,
sempre con lo scopo di fare di Benevento, una città
migliore. Noi abbiamo l’obbligo civile e morale di
governare, al meglio, l’immigrazione con norme specifiche, rendendo sì il nostro territorio più accogliente,
ma dotandoci anche di controlli e sussidi al fine di far
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LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
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future generazioni ed ha dichiarato: “Esse devono
convincere i giovani a cambiar atteggiamento ed a far
loro intraprendere un nuovo percorso di conoscenza,
al fine di integrare tutte le diverse culture ”. Ha poi
ricordato il sacro diritto all’identità culturale: “Che è
fondamentale così come la consapevolezza di non
aver paura dell’altro; di non doverlo escludere, ma
capirlo ed avvicinarsi ad esso”. A seguire l’esposizione
dei lavori degli studenti provenienti dal Liceo
Linguistico “ Guacci ”, consistente in un lungo percorso di lavoro durato diversi mesi che li ha visti dapprima proporre dei questionari sul tema in esame ad un
piccolo campione della popolazione e, poi, redigere
interviste all’Assessore alle Pari Opportunità presso la
Provincia di Benevento: Annachiara Palmieri circa lo
stato ed i dati dell’immigrazione nel nostro Sannio. Gli
studenti dell’Istituto Palmieri hanno, invece, presentato il video registrato durante la visita di una delegazione estera nel loro Istituto: quella risalente allo
scorso 3 novembre, quando l’Ambasciatore slovacco in
Italia si è recato nella nostra cittadina sannita insieme
ad una folta delegazione di studenti del suo Paese di
appartenenza. Gli alunni del Liceo Scientifico Rummo
hanno proposto la lettura di spezzoni di libri trattanti il tema dell’emigrazione, analizzato sotto diverse
tematiche (clandestinità, prostituzione, razzismo,
discriminazione e così via). La rappresentante del
Consiglio Comunale Junior dell’Unicef Antonella
Rosella ha voluto porre l’accento su due questioni:
studenti clandestini e studenti adottati, affrontandone tutte le diversità e le relative differenze che questa
due diverse condizioni comportano. La dott.ssa Irma
Cristina De Angelis, Sindaco di San Lupo ha incentrato il suo discorso sull’importante iniziativa intrapresa
dal suo Comune il quale ha iniziato un percorso di
gemellaggio con delle famiglie eritree, ricordando
come : “ Immigrazione ed emigrazione sono un fenomeno antico, ciclico ed epocale ricorrente ” e di come
sia necessario: “Comprendere, accettare e conoscere la
diversità con il dovere di raccogliere le sofferenze
altrui”. Quindi è seguita la lunga esposizione della sua
relazione: “ Integrare si può ”. Il Prefetto della città di
Benevento, dott.Michele Mazza, ha parlato della
necessità dell’accoglienza purchè essa avvenga con
ordine e nel rispetto della sicurezza pubblica, favorendo la coesione sociale: “Si tratta, pur sempre di un
fenomeno da disciplinare sia all’interno che all’esterno, facendo capire ai giovani l’importanza dell’integrazione ed il bisogno della reciprocità ”. Il Dirigente
Ufficio Scolastico Prov.le di Benevento, dott. Pietro
Esposito prendendo la parola, ha così affermato: “La
società moderna necessita di trovare solidarietà tra i
popoli, ora più che mai, in quanto ci troviamo in una
società multiculturale ”. Quindi ha parlato dell’esigenza di politiche che protendino verso una società integrata ed ha concluso: “Bisogna dare alla popolazione
locale la sicurezza che il futuro sia ben gestito, unendo gli sforzi e dirigendosi in un’unica direzione ”.Il
Vicario Episcopale per la Carità della Diocesi di
Benevento, don Nicola De Blasio, invece, nel suo
discorso ha analizzato l’impellente necessità di:
“Dover abbattere il muro dell’omertà e cercare sempre
il dialogo, con l’obiettivo di promuovere ed attuare
percorsi di conoscenza tra le generazioni future ”. Poi
ha riportato i vari significati della parola accoglienza,
rifacendosi agli scritti di Mosè, a quelli di Platone,
dell’Odissea ed ha poi proseguito: “No, alla società del
solo profitto! No, alla negazione della dignità umana!
No, alla paura del marocchino, del Rom e via discorrendo! Abbattiamo i muri e costruiamo un ponte con
gli “ altri”!. Nel suo intervento, il Docente di
Sociologia dell’Università degli Studi del Sannio, prof.
Francesco Vespasiamo ha posto all’attenzione dei presenti come l’immigrazione nel nostro Paese sia un
fatto stoico in quanto: “Dal 1966 in poi, ben 24 milioni di italiani sono emigrati nel mondo, apportando
ricchezza nelle altre nazioni ” e della scarsa connotazione dell’Italia ad essere un Paese razzista: “Semmai
solo individualista con la popolazione attenta e gelosa del proprio benessere. Anche se, se non ci rendiamo
conto che l’immigrazione è ormai un dato pregnante
nella nostra società, rischiamo la recessione!”. Il
Sottosegretario di Stato Lavoro e Politiche Sociali,
sen. Pasquale Viespoli ha parlato della: “Difficoltà di
integrazione tra le diverse componenti geografiche
degli immigrati che hanno dei seri problemi nello
stare insieme e del modello occidentale di cultura
sempre più soggettivista ”e poi ha sottolineato la :
“Necessità di regole nello stare insieme, nel rispetto
delle diverse ed insite identità cultuali dei Paesi che
accolgono gli emigrati. C’è il bisogno di rispettare i
modelli e le culture altre, attivando politiche di cooperazione, con la scelta dell’immigrazione guidata con
processi di ingesso nel nostro Paese”. In chiusura, l’intervento del dott.Emilo Cirillo, Vice-GovernatoreDistretto Lions 108YA, che ha giustamente così concluso : “Inevitabilmente l’immigrazione cambierà la
nostra società. L’immigrato entra e diventerà partecipe della nostra vita quotidiana, quindi non dobbiamo
arroccarci sulle nostre ragioni, ma dialogare con
essi,confrontarci ed aprirci a loro per una futura
società solidale!”.
Lions Club Castello di Cisterna
Giovani d’oggi
Dott. Salvatore Nappi
I comportamenti dei giovani e degli adolescenti in
particolare, sono da sempre difficili da interpretare. La
tendenza all’egocentrismo e al protagonismo giovanile,
la difficoltà di rapporti con il mondo adulto, l’incoscienza e l’atteggiamento di sfida riguardo alle regole
sociali, hanno da sempre contraddistinto i loro comportamenti. C’è inoltre da dire che l’aggressività è costitutiva dell’uomo. E’ istinto di base. La paura attiva l’aggressività, come difesa, che si esprime attraverso azioni
di ostilità, violenza, distruzione, dominio. E la quotidianità è ricca di comportamenti aggressivi. Ci sono persone che faticano a domare questo impulso o non lo
vogliono controllare. Si pongono verso l’altro con ostilità, arroganza, urlando ed usando la parte più aggressiva di se stessi. Altri che usano la violenza in positivo
per perseguire progetti e idee, per affermarsi nelle relazioni sociali, in quelle familiari o per difendere la loro
dignità da persone prepotenti o aggressive.
L’aggressività dei giovani, il loro vivere senza limiti,
la loro impulsività, è il prodotto di una società in trasformazione, che in parte non ha saputo trasmettere
nella famiglia e nella convivenza civile autocontrollo,
autorevolezza e rispetto delle regole. Il disagio giovanile però non è una caratteristica dei giovani d’oggi, ma
forse si può intendere come l’espressione di una vita
problematica di una parte di loro si innesca in quelle
difficoltà adolescenziali tipiche di ogni epoca e in quelle specifiche delle società in cui vivono. Le difficoltà
adolescenziali hanno la necessità evolutiva ed esistenziale senza le quali il percorso di crescita non si svilupperebbe appieno.
Solo con l’uso corretto della propria vita, però, i giovani creerebbero un mondo migliore, e noi Lions, insieme alla collettività e alla famiglia, dobbiamo rispondere con attenzione, guidarli, facendogli capire che essi
sono il futuro della società.
A questo proposito, il giorno 27 marzo 2010 nel
Liceo Scientifico Statale “E. Torricelli” di Somma
Vesuviana (NA) abbiamo organizzato una manifestazione dal titolo accattivante “Cambiamenti sociali e nuove
forme di violenza, il mondo giovanile”.
Dopo la proiezione del film America History
X è iniziato un lungo e costruttivo dibattito,
con l’introduzione del Presidente, dott.
Francesco Raia e del Sindaco, dott. Raffaele
Allocca, al quale sono intervenuti autorità lionistiche, civili e le forze dell’ordine. Con questo nostro piccolo contributo, siamo certi che
i giovani presenti sono usciti dall’Aula Magna
dell’Istituto con le idee molto più chiare su
tutte le forme di violenza spiegate dalla psicologa dott.ssa Sabrina Terracciano presente,
unitamente al primo dirigente Capo della
Polizia di Stato, dott. Pietro Caserta, con i
saluti del Questore di Napoli e del Preside,
dott. Sabato D’Agostino.
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Organizzatore service L. C. Castello di Cisterna
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Lions Club Castellabate Cilento Antico
Le migrazioni
Accogliere o respingere coloro che bussano alla nostra porta?
Dott. Nicola BELLUCCI
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Presidente Lions Club Castellabate Cilento Antico
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Ogni anno, nei soli Paesi della Comunità, arrivano
oltre un milione e mezzo di nuovi ospiti, molti dei quali
clandestini e stagionali.
Svariate sono le cause di questo flusso migratorio
per molti aspetti nuovo nelle forme e nelle dimensioni;
tra queste possiamo annoverare l’accentuata divaricazione fra Paesi ricchi e Paesi poveri, la caduta del muro
di Berlino, la revisione delle leggi sull’immigrazione da
parte dei Paesi tradizionalmente ricettori come gli Stati
Uniti, ma soprattutto, la diffusione attraverso i mezzi di
comunicazione di massa del modello occidentale, nei
Paesi dell’est europeo e del sud del mondo.
E’ pertanto legittimo chiedersi se si debbono accogliere o respingere coloro che bussano alla nostra porta.
Per cercare di rispondere a questo ed ad altri interrogativi ed allo scopo di dare piena attuazione al tema
di studio operativo contenuto nel programma distrettuale del Governatore avv. Vittorio Del Vecchio, per il
corrente anno sociale, che prevede di “ creare e stimolare uno spirito di comprensione tra i popoli del mondo:
l’integrazione degli immigrati nel rispetto della loro
identità culturale e dei valori e delle norme del nostro
ordinamento”, che il Club Castellabate Cilento Antico
da me presieduto ha organizzato un seminario dal titolo “ LE MIGRAZIONI “ che si è svolto il 01 maggio 2010
presso i saloni della Villa Matarazzo in S.Maria di
Castellabate ed ha registrato tra l’altro l’intervento del
Professore Universitario Francesco Calvanese, sociologo
del lavoro e delle migrazioni e quello della dirigente
della Regione Campania dott. Massimo Angrisani.
Il pubblico convegno patrocinato dal Comune di
Castellabate, dalla Filef Campania, dall’Associazione
Campani nel Mondo, dalla Regione Basilicata, dalla
Provincia di Benevento e dal Parco Nazionale del
Cilento e Vallo di Diano, ha registrato la partecipazione
numerosa ed attenta di cittadini ed autorità
Lionistiche, tra cui Maricetta Sanfilippo Presidente
della sesta circoscrizione, Michele Gallo delegato di
zona 18, Alessandro Siringano Presidente Avellino Host,
Grazia Cioffi Presidente Salerno Principessa Sichelgaita,
Giuseppe Di Domenico Presidente Cava dei Tirreni Vietri Giangerardo Miranda Presidente Paestum.
In rappresentanza del Comune di Castellabate è
intervenuto il Vice Sindaco Prof. Alessandro Lo Schiavo,
al quale durante il mio intervento ho consegnato l’apposito opuscolo e l’ho invitato ad adottare l’istituto
della Consulta dei Popoli, con l’approvazione del relativo statuto nella formulazione suggerita, per assicurare
l’esercizio di cittadina attiva alle rappresentanze delle
varie etnie. Il Sindaco nel concordare pienamente con
la proposta e nel ringraziare il Club di Castellabate per
l’iniziativa, ha pubblicamente assicurato di voler coinvolgere il Consiglio Comunale per l’approvazione del
documento e la istituzione della Consulta degli
Immigrati la quale con compiti propositivi ma non vincolanti possa esercitare funzioni consultive e di collaborazione con il Comune.
Nel corso dell’incontro è stato fatto rilevare come
l’Italia sia stata a lungo un Paese di emigrazione e che
solo verso la fine degli anni settanta ha cominciato ad
essere interessata dall’immigrazione proveniente dal
sud del mondo, per cui particolarmente apprezzati e
commoventi sono state le testimonianza di 14 giovani
laureati di origine campana residenti nei cinque continenti, ed attualmente in Italia per partecipare al corso
“ Agenti dell’immigrazione campana 4”, organizzato
dalla Filef Campania, presieduta dal Prof. Calvanese.
A moderare i lavori ha provveduto il dott. Vincenzo
Santis, Past. President del Club Castellabate Cilento
Antico.
Emma Ferrante Milanese, Responsabile della settima
Circoscrizione del tema distrettuale, con la grazia, lo
stile e la signorilità che la contraddistingue ha concluso i lavori evidenziando la piena attuazione del programma operativo dimostrato dal fatto che moltissimi
comuni ricadenti distretto 108 YA hanno adottato il
regolamento riguardante gli immigrati, i quali rappresentano indubbiamente un vantaggio ed una risorsa
per un Paese fortemente industrializzato qual’è l’Italia,
non solo perché essi vanno ad occupare posti di lavoro
faticosi e mal pagati rifiutati dai residenti, ma anche
per tutta una serie di motivi etici e colturali di cui il
paese ospite non potrà che trarre profitto, per cui è
necessario ed indispensabile porre in essere iniziative
come quella di oggi per consentire l’esercizio della cittadinanza attiva alle rappresentanze delle varie etnie.
Lions Club Eboli Battipaglia Vanth
“Cambiamenti sociali e nuove forme di violenza:
il mondo giovanile”
Prof.ssa Angela Liguori Albanese
Il Lions Club Eboli Battipaglia Vanth sabato 6 febbraio 2010 ha tenuto un incontro con gli studenti
delle classi seconde e terze medie inferiori, circa 100
ragazzi dell’Istituto comprensivo”Virgilio” di Santa
Cecilia-Eboli- inerente al Programma Nazionale
–Tema di studio operativo:”Cambiamenti sociali e
nuove forme di violenza: il mondo giovanile”.
La scuola si presenta molto accogliente per il
clima di festosità, di calore che emanano i disegni di
cui sono tappezzate le pareti e il verde delle piante:
Presenti all’incontro il I Vice Governatore dott.
Emilio Cirillo, il PDG dott. Aldo D’Andrea, il PDG
Comm. Bruno Cavaliere, la Coordinatrice distrettuale
del Tema di studio operativo: la psicologa Concetta
Parisi, gli Officers di Circoscrizione e di Clubs, il
Signor Sindaco della Città Avv. Martino Melchionda,
la Dirigente scolastica prof.ssa Eleonora Urgo, i
docenti e molti ospiti.
La Presidente del L. C. prof.ssa Angela Liguori
Albanese ha dato inizio ai lavori. Ha salutato e ringraziato i convenuti. Ha rivolto congratulazioni e
ringraziamenti alla prof.ssa Eleonora Urgo, per l’accoglienza ricevuta e la disponibilità mostrata nell’ospitare il Lions club.
Ha preso la parola il Signor Sindaco che dopo i
saluti, ha rivolto un plauso alle Associazioni, in particolare ai Lions che interagiscono con le Comunità
locali, facendone rilevare le esigenze culturali, sociali, ambientali. Di poi la Dirigente scolastica dopo i
rituali saluti, ha elencato i pregevoli progetti realizzati dalla Scuola, per il passato e nel presente pur tra
le difficoltà di varia natura. Ha riferito che la popolazione scolastica è multietnica, ed ha rilevato che la
disponibilità al colloquio da parte degli studenti , è
merito dei docenti. Ha fatto seguito una piccola scenetta dal titolo ”Non solo bulli, ma anche bravi
ragazzi” avente per attori gli studenti. Nel loro gruppo c’è un amico che fuma di nascosto; è sorpreso da
un compagno che invece di aiutarlo, fa lo spione e lo
riferisce al gruppo che, con benevolenza, si prodiga
per farlo smettere. Ha agito bene o male lo spione?
Sul comportamento la psicologa ha incentrato, in
forma di colloquio, con gli alunni che si sono resi
disponibili, aperti nel rapportarsi agli altri, la trattazione del Tema di studio operativo. Il dialogo è stato
non pedante ma vivace, fatto di domande e di risposte spontanee riguardanti la droga, il tempo libero, le
scelte del gruppo e di quelle individuali, il perché
delle loro scelte più appaganti, il rapporto con gli
insegnanti che, secondo l’esperta, si basa sul potere e
la benevolenza. Dopo averli ascoltati, la psicologa ha
fatto ragionare i ragazzi; ha fatto trarre a loro le
conclusioni; poi ha interpretato i loro comportamenti dandone la giusta spiegazione. Attenti ed interessati tutti i presenti che, nel mentre sorridevano su
alcune domande e risposte, nel contempo riflettevano sulle esigenze di comprensione da parte dei grandi, esposte dagli studenti. Ha concluso l’incontro il I
Vice Governatore dott. Emilio Cirillo che brevemente
ha spiegato ai presenti la nascita dell’Associazione
Lions e gli scopi. Ha invitato gli studenti ad imparare
ad essere i buoni cittadini del futuro perché se oggi
gli adulti parlano a loro, essi, divenuti adulti, dovranno parlare agli altri ragazzi.
L’incontro interessante e fattivo è terminato in un
corale applauso da parte degli intervenuti.
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Presidente L. C. Eboli Battipaglia Vanth.
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Lions Club Salerno Duomo
Premio Magna Grecia
Prof.ssa Annamaria Veneziano
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
L. C. Salerno Duomo
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Il 19 aprile nella Sala Rossa del Casino Sociale di
Salerno si è svolta la II Edizione del premio “Magna
Grecia”, organizzato dal L.C. Salerno Duomo. La presidente del comitato organizzatore, Annamaria
Veneziano, coadiuvata da Franca Basile, Rosa Bianco,
Lucia Carbone, Wilma Fezza e Teresa Palladino, ha
inteso dare spazio a tutte le arti più nobili, come la
pittura, la scultura, la poesia, la danza e la musica.
I ragazzi premiati hanno dato prova di grande
senso artistico e sensibilità. L’obiettivo era concentrato nel valore sociale della storia relativa alla
Magna Grecia. Questo premio per le scuole superiori di II grado vuole sensibilizzare e diffondere i miti,
la storia e la cultura del territorio. I discendenti delle
genti greche, stabilitesi nella Penisola italiana, raggiunsero la massima ricchezza economica, a cui si
aggiunse lo splendore in campo culturale ed artisti-
co, avendo seguito l’evoluzione della Civiltà Greca,
in letteratura, filosofia e arte, con punto di sviluppo
spesso superiori alla stessa madrepatria. Come conseguenza di questa realtà di grande splendore, le
zone colonizzate nella penisola italiana, ci sono state
tramandate col nome di Magna Grecia (Megàle
Hellàs): un nome che volle testimoniare l’orgoglio
per aver dato vita, lontano dalla Grecia, ad una
comunità di Greci che aveva raggiunto così alti livelli in campo sociale, culturale ed economico, da poter
essere considerata, in confronto, più grande della
stessa Grecia.
Da questa epoca di splendori è partito il prof.
Gian Battista de’ Medici, nella sua relazione “Miti,
storia e cultura del territorio”, ed ha continuato il
prof. Massimo Bignardi, con la relazione “
Mediterraneità e futurismo”, esprimendo la fusione
tra la creatività della tradizione con i futuristi che
esplorarono ogni forma espressiva, dalla pittura alla
scultura, dalla letteratura (poesia e teatro), senza
tuttavia trascurare la musica, l’architettura, la danza,
la fotografia, il nascente cinema e persino la gastronomia. La serata apertasi con il Coro diretto dal
Maestro Romeo Pepe, si è conclusa con la lettura dei
versi di Saffo declamati da Veruska Risolia e con il
balletto “Il matrimonio di Andromaca ed Ettore” eseguito dal Corpo di ballo dell’Accademia danzArte di
Roberta D’Amato.
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Lions Club Lamezia Terme
I petali dei fiori di zagara
Felice Raso Costabile
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Lions Club Lamezia Terme
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È un periodo quello che va dal mese di aprile al mese
di maggio e che, variabile e dalle lunghe giornate solari, invita con le sue allegre e temperate amenità quotidiane, tutto ravvivato dalla dolce, tenera e calda stagione che prossima è a venire, nella sua magica cornice, con quella pienezza luminosa ed intensa dei motivi
determinanti, la più bella fra le
stagioni: l’estate. Per questi territori a Sud di un paese unico,
dalle preziosità immense e irripetibili, resta divinamente la
migliore, la prima ed autonoma
espressione che la natura dispensi, per il posto, con generosità e
magnificenza, là dove tutto sembri rifarsi alle più sublimi apoteosi e che cominciando dalla natura presenti geografie, panorami,
arte, cultura, costume, fortemente esaltati dalla individualità propria dei luoghi e delle genti. Ed è
proprio di questi luoghi e per
queste genti che, la memoria
possiede il territorio tutto, ricco
di testimonianze di antichi passati e illustri precedenti civiltà.
Niente più speciale di questo può
trovarsi, nella vecchia splendida e
cara Europa, se non in un paese
come l’Italia, ricco d’incanto, magia, esclusiva ed irripetibile come sappiamo e conosciamo essere, nonostante
molte siano le sue incongruenze, e che si trovi staticamente assegnata nel precario di una realtà dalle tante
contraddizioni, così che anche per questo ne rimane
unica ed individuabile.
Giovedì 29 aprile 2010 nella città detta anche dei
“Neroli”, l’antica profumazione derivata dalla macerazione e decantazione dei petali dei fiori di zagara dell’arancio amaro, producendone un’essenza afrodisiaca
che, impregnando ed espandendosi nell’aria, rende
questi territori magnificamente distinti e profumati; il
Club Lions della città di Lamezia Terme, un tempo non
lontano e che comunque lascia l’impronta di mezzo
secolo, al suo percorso astratto e distante, distinse allora la sua espressione primaria con la fondazione del
Club Lions prima detto di Nicastro, per ritrovarsi oggi a
festeggiare nella Charter commemorativa, celebrando e
percorrendo 50 anni di storia viva e fattiva del Club. I
Lions in questa realtà si sono distinti da subito nell’essere tutt’uno con la società attiva e più sensibile del posto,
hanno seguito quel corso comune che nei 40 anni dalla fusione
dei tre centri della Piana di
Sant’Eufemia Lamezia, vedeva
nascere per costituzione recente
la città, che risponderà all’attuale nome di Lamezia Terme.
Proprio accompagnandone
profondamente i momenti sociali, di grande e solidale sensibilità,
che probabilmente sono stati più
nei cuori della gente e un pò
meno nelle menti degli amministratori politici cittadini, dove a
questi ultimi maggiormente si
rilevano responsabilità e competenze, e che ultimamente di più
ne stanno rivendicando un senso
di doverosa peculiarità, esigendo
così ispirati, unitari, motivi di
solidale vocazione per un destino migliore e comune di tutta la gente operosa che
abita quest’area, che speciale nella sua allocuzione
baricentrica regionale, a ridosso di un istmo di cui la
storia d’Italia ne evidenzia l’importanza, perché area
strategica e riferimento da sempre per il territorio circostante.
L’area che prendeva il nome di Magna Grecia e che
successivamente conoscerà un ritorno agli antichi
splendori, fino a riconoscerla come Nuova Età
dell’Oro, coincidente alla dominazione NormannoSveva, che ardente di luce propria, trova nella splendida prestigiosa figura dell’Imperatore Federico II di
Svevia Hohenstaufen colui che illuminava con capacità di valido legislatore, antesignano di quei principi
loro sfilata e le loro acrobazie, al suono ritmico ed allegro dei tamburi, delle trombe, delle chiarine, il tutto
avveniva coordinato dalla capace regia del Lions architetto Nunzio Santoro.
La celebrazione del Cinquantesimo del Club Lions di
Lamezia Terme, oltre a ribadire l’impegno profuso nell’evento delle “Giornate Federiciane”, registrava una
folta presenza di soci, la partecipazione del sindaco
Gianni Speranza, l’autorevole ed ancor più benevola
presenza, poiché tale si riconosce all’uomo come al
ruolo, quella del governatore del distretto 108YA
Vittorio Del Vecchio che insieme ai suoi instancabili
compagni di avventura e preziosi collaboratori, presenziando, testimoniavano la personale volontà e quella
del distretto, per un momento celebrativo di socialità.
Il Club presentato al governatore dal Pres.
Circoscrizione Piero Funaro, dal Pres. A. Sdanganelli e
dal vice governatore, socio pluridecano dello stesso
Club Lions di Lamezia Terme, Michele Roperto, che per
antica militanza rievocava sobriamente, con semplicità
e provvidenziale sintesi una memoria dei soci che col
servizio si erano prodigati di più, distinguendosi onorevolmente negli anni trascorsi e recenti.
La serata proseguiva con la commemorazione condivisa e sentita del Club per la recente scomparsa di un
suo socio fondatore, quella del compianto e a noi caro
avvocato Albino Mauro, presenti in sala la moglie ed il
figlio Carlo Mauro, socio dello stesso Club, in un clima
che evocava il sentire di quei valori nobili della persona come della figura professionale. La serata si concludeva nella maniera che vede le migliori tradizioni Lions
esprimersi nello slancio di interrelazioni di gruppi più o
meno appartati e di scambi amicali più aperti e comunicativi, per come avviene nella normale conduzione di
un intrattenimento fra amici provenienti da diversi
Clubs del distretto.
Il Presidente ed il Governatore, nei loro discorsi, si
distinguevano coincidendo unitariamente nell’esprimere viva soddisfazione per l’ulteriore entrata di nuovi
soci nel Club. A fine serata il Pres. Sdanganelli ringraziava per la partecipazione tutti i convenuti, in particolare si compiaceva per il sostegno offerto dai suoi
collaboratori Caterina Egeo, Andrea Parise, Enzo
Richichi.
Nella mattinata successiva il Governatore Vittorio
Del Vecchio ed il suo staff di buon’ora si sono recati
presso la statua di Federico II, gratificando con la loro
presenza l’impegno del Club per l’opera realizzata,
intrattenendosi in città col Presidente e altrettanti soci
lì convenuti cordialmente per rincontrarli.
I Lions ancora una volta mantengono fede ad un loro
progetto, frutto certo di condivisione e solidarietà.
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
fondamentali, essenziali per la nascita degli stati
nazionali ai quali si deve l’Europa, con le sue sfaccettature politiche e sociali, a tutt’oggi evidenze di un
convivere eterogeneo, sebbene aspirando ad unità e
condivisioni di vite comuni fra popoli così coloritamente diversi e vari.
La figura dell’Imperatore è stata quest’anno impressa indelebilmente nella mente dei lametini e nella fantasia delle singole persone; cantata e celebrata nel libro
“Il profumo dei Neroli” del socio Felice Raso Costabile,
istruita dall’evento-incontro di archeologi, architetti e
storici, uniti fra di loro, recuperando dal passato: testimonianze, metodologie, costumi, monumenti ed altro
ancora, tutti elementi recuperabili o di facile riscontro
su gran parte del territorio italiano, sebbene più evidenti nel suo Sud dove non saranno raggiunti mai più
traguardi così prestigiosi.
Nel cresciuto entusiasmo dell’evento organizzato
dai Lions di Lamezia Terme, erigendo una imperitura
testimonianza della loro brillantissima iniziativa nelle
celebrazioni delle “Giornate Federiciane”, svoltesi dal
23 al 29 novembre 2009, immortalando l’Imperatore,
con il suo compagno di sempre, un’enorme falco a trespolo sulla sua mano; donando alla città il monumento
in bronzo che così lo vedeva ritratto: pieno di vigore,
giovanile, di grande fascino e che in un’armonia favolosamente espressa, fa trasparire sul proprio volto un
profilo estetico e carismatico; l’artista pittore-scultore
della città, Maurizio Carnevali, coniuga il divino e se
stesso nel rendere opera dalla qualità e capacità comunicativa, che solo i grandi capolavori e i buoni artisti
sanno esprimere, offrendo opere dall’indimenticabile
sentita gradevolezza. La statua di quasi tre metri su
basamento di un metro, si erge per volontà dei Lions,
nella via Garibaldi di un quartiere, che antico, perdendo il meglio di sé per le incurie del tempo, recupera
oggi al degrado nuova attenzione, grazie all’immagine
iconoclasticamente e storicamente autorevole, per un
vivere nuovo della zona, basti pensare che la passeggiata dei cittadini di Lamezia, oggi si allunga arrivando
come meta alla statua che troneggia nello spazio relativo, di lato alla strada, e che, nella prospettiva che
guarda la statua stessa apparire, fa emergere improvvisa la visione dei ruderi del castello Normanno-Svevo
sullo sfondo.
La donazione della statua, ufficiata dal sindaco
Gianni Speranza, dal Pres. Antonello Sdanganelli, ideatore del progetto che ha realizzato le “Giornate
Federiciane”; il costituirsi di un corteo in costume
medioevale, rappresentato dagli studenti delle scuole
lametine e dagli sbandieratori della città di Bisignano
hanno intrattenuto una moltitudine di cittadini con la
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Lions Club Salerno Arechi
Soltanto una vita vissuta per gli altri
e’ una vita che vale la pena di vivere
Dott.ssa Marina Maraziti
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Segretario L.C. Salerno Arechi
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Il Sommo Pontefice Benedetto XVI nella Lettera
Enciclica Spe Salvi dice che “ La misura dell’umanità si
determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente”. Aiutare, dunque, il prossimo e particolarmente chi soffre, lottando affinché le fasce più
deboli della società riescano ad ottenere i propri diritti,
permette un’opportunità di crescita non solo personale, ma anche sociale e culturale della collettività intera.
I Diritti Umani sono diritti che spettano a ciascun individuo in quanto essere umano: non dipendono dalla
razza, dalla religione, dalla lingua, dalla provenienza
geografica, dall’età, dal sesso e…dalla fortuna o meno
di nascere in un determinato ambiente socio-economico-culturale, anzichè in un altro. È necessario, pertanto, costruire per ogni situazione dove c’è dolore,
annientamento, soprattutto quello dell’animo, modalità appropriate per affiancare chiunque si trovi nel bisogno, nel disagio, nella solitudine dell’impotenza, nella
tristezza o ribellione, insomma in tutto ciò che può
procurare un continuo mal di vivere, che agisce modificando il corpo e i propri progetti di vita. Tutto ciò
esprime una richiesta di cure, di attenzioni, di calore e
soprattutto presenza attiva concreta e costante. Questo
è il pensiero che anima e guida sempre le intenzioni e
le azioni del Club Salerno Arechi. Nella caratteristica
palazzina di Via Bastioni 4, dove ha sede la Caritas
Diocesana, si sono incontrati, nei giorni che precedevano la Santa Pasqua, il Direttore della Caritas Diocesana
don Marco Russo e il
Presidente del Lions
Club Salerno Arechi
Ciro Adinolfi. Tale
appuntamento
ha
voluto coronare, nel
concreto, il Service
“Un Canto d’Amore’’,
organizzato nel mese
di gennaio dal Club a
favore della Mensa
dei
poveri
“S.
Francesco’’.
Il
Presidente,
infatti, visibilmente
emozionato, ha consegnato con onore e piacere
all’amabile don Marco, la somma di 1400 euro, che gli
amici partecipanti all’evento hanno permesso di raccogliere per questa finalità e consapevole del fatto che
tutto ciò che si può fare per il bene di una persona, non
è mai abbastanza, ha inoltre promesso una più costante presenza del suo Club a fianco dei poveri , anche in
avvenire. Ma il Club da anni è accanto anche ai malati, in particolare i bambini ospedalizzati. Il giorno del
Giovedì Santo, infatti, il Presidente con una rappresentanza del Club, si è recato all’Azienda Ospedaliera “S.
Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona’’, dove ha distribuito gustose e colorate uova di cioccolato a tutti i bimbi
ospiti del Reparto di Pediatria, dopo essere stati allietati da un tenero e divertente spettacolo teatrale. Gradita
è stata la presenza del Presidente del lions Club
Principessa Sichelgaita M. Grazia Cioffi, in rappresentanza del Direttore Generale della stessa A.O., Attilio
Bianchi. Il Club Arechi agisce nella convinzione che la
felicità nasce dalla pratica quotidiana delle qualità dell’essere e dalla volontà e capacità di rendere l‘altro felice e che, come dice Madre Teresa di Calcutta, “Il valore
dell’uomo si misura in base a quanto dà e non in base
a quanto è in grado di ricevere”. È per questo, dunque,
che con umiltà, costanza e soddisfazione lavora e serve,
fermamente convinto che, per tutto ciò che potrà fare,
l`unico investimento che non fallisce mai è sempre e
solo l’amore.
Lions Club Salerno Duomo
Premio “ We serve Roberto Amendola”
Prof.ssa Anna Maria Pizzolla D’Amato
Il 24 maggio si è svolto presso l’elegante salone
del Circolo Canottieri Irno di Salerno, il Premio “ We
serve Roberto Amendola“, un service organizzato
dalla responsabile Anna Maria Pizzolla D’Amato.
Hanno portato i loro saluti la Presidente del Lions
Club Salerno Duomo - Annamaria Di Nicola Borri e il
Presidente del Circolo Canottieri - Alfonso Sansone
che ha con slancio messo a disposizione la struttura
sportiva del Circolo, come hanno sottolineato gli
interventi del vice presidente sportivo Bonomo, del
Cons. Canottaggio Cammarota, del Cons. Vela De
Luca, del Cons. Canoa Roma.
Anche quest’anno, come per gli altri anni, il
Premio Amendola, infatti, si è rivolto ai giovani, ai
quali è dedicato, per sottolineare l’importanza che
essi rivestono nello sviluppo della società salernitana,
quei giovani che sono stati sempre al centro della
preoccupazione dell’Avvocato e del Consigliere
Comunale Roberto Amendola, come hanno ricordato
l’avv. Mazzei e il past Governatore del Distretto
108YA Bruno Cavaliere. Roberto Amendola, che è
stato Presidente del Club Lions Salerno Host, delegato di zona, vice Governatore e poi Governatore e
Presidente del Consiglio dei Governatori Lions, per
più di mezzo secolo ha esercitato la professione di
Avvocato a Salerno e nel suo studio tanti giovani
hanno potuto abbeverarsi alla sua alta capacità professionale ,alla sua maestria, alla sua concezione di
avvocato al servizio della Comunità, della quale, non
a caso, è stato egli stesso partecipe a livello politico
ed economico.
Sono seguite le premiazioni e ai giovanissimi
atleti, che, come hanno detto i Consiglieri sportivi, si
sono distinti sempre in tutte le gare affrontate
tenendo alto il nome di Salerno e raggiungendo
risultati lusinghieri, sono state consegnate medaglie
commemorative. Ha concluso la manifestazione il
vice Governatore del Distretto 108YA Emilio Cirillo
che si è complimentato per l’iniziativa, che esalta i
principi e le finalità dei “Lions”
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
L. C. Salerno Duomo
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Lions Club Caserta Host
Un manipolo di lions casertani invade la Russia
Come un viaggio può rafforzare lo spirito lionistico
Col. Luigi Tennerello
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Cerimoniere L.C. Caserta Host
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Abbiamo sentito tante volte elencare dai cerimonieri
dei clubs gli scopi del Lionismo.
Ebbene, alcuni di questi sono senz’altro stati realizzati
dal Presidente del Lions Club Caserta Host, Andrea Letizia,
con l’aver programmato un tour di notevole interesse in
Russia, nelle città di San Pietroburgo e di Mosca, tour che
ha visto coinvolti soci dei Lions Club di Caserta Host, Santa
Maria Capua Vetere, Caserta Real Sito di San Leucio,
Caserta Vanvitelli, Aversa Città Normanna e Maddaloni
Calatia in una settimana indimenticabile di vacanza all’insegna dello “star bene insieme”.
I soci di sei clubs, vivendo quotidianamente atmosfere
d’antan, incantevoli e magiche nel contempo, destreggiandosi gioiosamente in balli cosacchi (ah Mario Romanov!!),
indossando colbacchi, agitando rubiconde matriosche sulla
chiatta che lenta scivolava sulla Fontanaka ed entrando
curiosi in tutti, ma proprio tutti, i negozi di souvenirs lungo
la “Prospettiva Niestki”, hanno parlato, hanno imparato a
conoscersi, hanno cominciato a fare programmi per il futuro “insieme”: hanno, insomma, messo spontaneamente in
pratica uno degli scopi del Lionismo cioè quello di ” unire i
Clubs con i vincoli dell’amicizia, del cameratismo e della
reciproca comprensione”.
San Pietroburgo ai loro occhi è sembrata uscita dalle
acque del mare, costruita com’è sul delta della Neva e su
isolette collegate tra loro da circa 600 ponti: sono apparsi
come d’incanto fiabeschi, dorati, palazzi e chiese, teatri e
musei ma anche stradine strette e cortili labirintici, scuri
androni che persistono così come li descrisse Dostoevskij.
Ed è a questo punto che si vuole sottolineare l’intenzionalità di mettere in atto un altro scopo del Lionismo cioè
quello di “creare e stimolare uno spirito di comprensione
fra i popoli del mondo”: infatti, il Presidente Andrea Letizia,
saggio pianificatore, coordinatore e anima del nostro viaggio insieme alla consorte Tina, biondo nostro angelo custode, ha ben pensato di farci incontrare i soci Lions di San
Pietroburgo.
Nella favolosa cornice di palazzo Nikolaevsky i Lions
italiani, dopo aver assistito ad un impareggiabile, acrobatico, spettacolo di danze russe, hanno incontrato, il presidente del Lions Club di San Pietroburgo Great Bears, dott.
Zimin Alexander V e sua figlia Zimina Marina, segretaria del
club che hanno illustrato le varie attività messe in essere
dal loro club.
E’ stato interessante apprendere dal dott. Zimin che il
“Great Bears” è molto attivo nel dare assistenza agli orfani
dei militari caduti in servizio ed ai bambini bisognosi di
cure, in specie oncologiche, per cui stanno creando una
casa di accoglienza. Insomma, lo spirito Lionistico non
conosce barriere: è lo stesso ovunque si vada!
Sono questi gli incontri che consolidano il convincimento che il “We Serwe“ c’è e funziona ed è motivo di
orgoglio per coloro che portano la spilla con la “L“.
Nel prosieguo del viaggio, nel corso della visita a Mosca,
annunciata dalle inconfondibili sagome delle cupole d’oro
delle cattedrali e dei campanili del Cremlino, piacevole è
stato l’incontro con i Lions moscoviti ed, in particolare, con
il Vice governatore del distretto 123, Sergey V. Kislov, e con
l’Officer Distrettuale Dimitri Rausch: premesse per futuri
incontri sono state stabilite tanto che una loro visita a
Caserta sembra realizzabile.
Da loro abbiamo appreso come ogni russo ami la sua
capitale per cui il famoso grido “A Mosca,”A Mosca” delle
“Tre sorelle” di Anton Cecov conserva ora come allora la sua
forza emotiva e ben esprime il loro desiderio di identificarsi con essa.
Concludendo, se, prima di iniziarlo, questo sembrava un
viaggio interessante come sembrano tutti quelli verso
nebulose e sconosciute terre lontane, con civiltà diverse
dalla nostra, in realtà è stato entusiasmante non solo per
la straordinaria ricchezza e complessità delle realtà osservate ma soprattutto per le persone incontrate e per il consolidamento dello spirito Lionistico tra cinquanta soci divenuti strettamente amici.
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Lions Club Catanzaro Mediterraneo
La Prevenzione dei tumori femminili
Francesco Quintieri
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Presidente L.C. Catanzaro Mediterraneo
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Il 15 maggio 2010, presso il Teatro Masciari di
Catanzaro, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici
Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Catanzaro
e di Crotone, dell’Università degli Studi Magna
Graecia di Catanzaro, dell’Ufficio Scolastico
Regionale e dell’Amministrazione Provinciale di
Catanzaro, si è tenuto il Convegno “La Prevenzione
dei Tumori Femminili”, al quale hanno partecipato il
Presidente della Provincia di Catanzaro, dott. Wanda
Ferro, il Presidente della Commissione Pari
Opportunità, Avv. Elena Morano Cinque, a nome di
tutti i Dirigenti Scolastici della Città di Catanzaro, la
Prof. Anna Carrozza, il Delegato di Zona in sede, Avv.
Vittorio De Franco, il Presidente della X
Circoscrizione, Avv. Pietro Funaro, il PastGovernatore del Distretto Lions 108Ya, Dott. Aldo
D’Andrea.
La partecipazione è stata riservata principalmente a oltre 350 studentesse degli Istituti Medi
Superiori della città, accompagnate dalle loro insegnanti.
E’ stata rilevata l’importanza della prevenzione
dei tumori femminili, soprattutto in considerazione
del fatto che in Calabria, nonostante l’attivazione di
programmi di screening, vi è la percentuale più bassa
d’Italia di partecipazione volontaria a programmi di
prevenzione (pap-test e mammografia) e che un
caposaldo dell’oncologia moderna è l’educazione alla
prevenzione che è il fondamento di ogni terapia.
La prima relazione è stata affidata al dott.
Stefano Molica, Direttore dell’Unità Operativa di
Oncologia Medica, e al dott. Francarlo Leone, responsabile della Senologia di Catanzaro, i quali hanno
trattato della prevenzione dei tumori della mammella, che rappresentano oggi quasi il 30% di tutte le
diagnosi tumorali nella donna.
Il dott. Carlo Stigliano, Direttore della Ginecologia
Preventiva di Castrovillari, il Prof. Carmelo Nobile,
della Cattedra di Igiene e Medicina Preventiva
dell’Università di Catanzaro e il dott. Cesare
Romagnolo, responsabile della Ginecologia
Oncologica di Venezia, hanno trattato l’attualissimo
tema delle infezioni da HPV, della loro correlazione
con il tumore del collo dell’utero e della validità della
vaccinazione che ormai esiste da qualche anno.
Il dott. Piero Litta dell’Università di Padova ha
parlato delle cisti ovariche nelle adolescenti e di
come non debba essere sottovalutato il problema
dolore mestruale, invitando le mamme presenti a
rivolgersi al ginecologo di fiducia in caso di presenza
di sintomi delle loro figlie.
Il dott. Vitobello, di Milano, ha poi fornito informazioni sulle nuove frontiere della chirurgia con
l’uso del robot. E’ seguita una tavola rotonda, alla
quale hanno partecipato anche il dott. Domenico
Pingitore, Direttore della Radioterapia Oncologica di
Catanzaro, il dott. Sergio Vero e il dott. Bernardo
Bertucci, primari radiologi, durante la quale numerose sono state le domande dell’uditorio.
Durante i lavori è stata posta l’attenzione sulla
necessità di dar vita al più presto ad un registro dei
Tumori Femminili a livello regionale, cercando di sensibilizzare gli amministratori sulla loro effettiva utilità. Il Convegno, che rientra nel Tema Distrettuale
“Prevenzione delle malattie tumorali”, coordinatore il
dott. Giovanni Gerosolima del L.C. Avellino
Principato Ultra, ha cercato di trasmettere il messaggio che la prevenzione e la diagnosi precoce, attraverso l’attuazione di programmi di screening, sono
tra le armi vincenti per sconfiggere un nemico così
subdolo e silenzioso. Il medico, lo specialista, il centro di diagnosi e cura, rappresentano un indispensabile riferimento per tutte le donne che si trovano a
fare i conti con il cancro, ma l’impegno individuale è fondamentale: la prevenzione è
prima di tutto un’abitudine personale, un
atteggiamento culturale, un regime alimentare appropriato, una vita
sana, un approccio
positivo, senza timore,
con gli organi della
sanità pubblica che ci
coinvolgono con gli
screening.
L’incontro ha visto
un’estesa e attenta partecipazione di pubblico e ha
avuto ampio risalto sui quotidiani,
nelle televisioni locali e sul canale
satellitare Calabria Channel.
Al termine degli interventi vi è
stata una simpatica esibizione
dell’artista catanzarese Enzo
Colacino, che ha gradevolmente
intrattenuto il pubblico presente.
Durante lo svolgimento dei lavori,
è stata attuata una raccolta fondi
per la realizzazione di una sala
lettura per i pazienti oncologici
afferenti
all’Ospedale
Monospecialistico per la Cura dei
Tumori Ciaccio-De Lellis di
Catanzaro.
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Premio “Emma Sorace”
“Un giornalismo giovane per la crescita della società”
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
L. C. Napoli Virgiliano
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Il premio “Emma Sorace”, su iniziativa del Lions Club
Napoli Virgiliano, si è imposto, negli anni, alle persone di
cultura, come un valido strumento promozionale per i
giovani, sia nell’ambito delle lettere che dell’artigianato,
della ricerca scientifica.
Quest’anno, con grande affluenza di pubblico, di
autorità lionistiche, di presidenti di clubs e di zona, si è
svolta a Napoli, presso l’Hotel “Palazzo Alabardieri”, la
XIX edizione del premio, riservato ai giovani praticanti
giornalisti.
Responsabile e coordinatrice del progetto la dott.ssa
Angela Roselli Sorace.
Un’apposita commissione di esperti presieduta dal
dott. Gianfranco Sava e formata dai seguenti componenti: dott. Giulia De Vita Pisapia, presidente del Lions
Club Napoli Virgiliano, dott. Clementina Mangini De
Tommasis, avv. Alfredo Musto, dott. Antonio Tajani, dott.
Ermanno Corsi, dott. Pier Antonio Toma, prof. Maria
Solimine Serio, ha premiato con tre borse di studio la
creatività di giovani praticanti giornalisti, che abbiano
saputo realizzare un articolo sul tema di studio internazionale “MOVE TO GROW” (Muoversi per crescere).
Il 1° premio, di euro 3.000,00 è stato assegnato al
dott. Santo Jannò*, di Benevento, iscritto alla Scuola di
giornalismo dell’Università degli Studi di Salerno, che ha
inviato un articolo dal titolo “La città del futuro”. Il premio è stato consegnato dal Governatore del Distretto
108YA Avv. Prof. Vittorio Del Vecchio.
Il 2° premio, di euro 2.000,00, è stato assegnato al
dott. Valerio Arrichiello**, di Napoli, iscritto alla Scuola di
giornalismo dell’Università di Salerno, per l’articolo
“Combattere il diabete a colpi di pedale”. Premio consegnato dal 1° Vice Governatore del Distretto dott. Emilio
Cirillo.
Il 3° premio, di euro 1.000,00, è stato assegnato al
dott. Romolo Napolitano***, di Castellammare di Stabia,
master di 1° livello presso la Scuola di giornalismo
dell’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola
Benincasa”, per l’articolo “Roy Sesana e la lotta dei
Boscimani”. Il premio è stato consegnato dal P.D.G. cav.
Bruno Cavaliere.
Cerimoniera della manifestazione la signora Laura
Bonetti Di Martino.
Tra i presenti, oltre ai componenti della Commissione
giudicatrice, sono intervenuti: la Sig.ra Rosetta Barbato
Mazzella, la Sig.ra Anna Bocco Tartaglione, l’Ing. Sergio
Cuomo, la Sig.ra Adele Laganà Lancia, la Sig.ra Anna
Presta Rubino, il Dott. Renato Speranza, la Sig.ra Teresa
Tortora, la Dott.ssa Maria Concetta Zaccaria ed altri.
Al termine della manifestazione è stata assegnata
dalla Dott.ssa Angela Roselli Sorace la tradizionale targa
al merito “Una vita per il lionismo” al Dott. Gianfranco
Sava.
* Vincitore del 1° premio è il Dott. Santo Jannò, nato
e residente in Benevento, laureato in Scienze politiche ad
indirizzo economico-giuridico presso l’Università degli
Studi di Napoli “Orientale”, fornitodi buona conoscenza
dell’inglese e dello spagnolo, iscritto alla Scuola di giornalismo dell’Università degli Studi di Salerno.
L’articolo, dal titolo “La città del futuro”, descrive la
situazione di Riace (RC) dove il sindaco ha avviato un
processo di integrazione tra gli immigrati e i cittadini del
borgo calabrese per incentivare la crescita economica e
sociale della zona e combattere al tempo stesso il problema della denasalizzazione, della emigrazione e dell’immigrazione. Il tono non cade in facili tentazioni di impostazioni di tipo politico o retorico, ma è sorretto invece
da una lucida visione di tutti gli elementi del problema.
Interpreta assai bene il tema proposto “Muoversi per crescere” connettendolo, senza saperlo, al tema distrettuale
relativo all’integrazione dei popoli e presentando non
una proposta velleitaria, ma un modello di soluzione realizzata nonché estendibile e facendo balenare inoltre
l’idea che sia possibile un mondo migliore grazie all’impegno di uomini dotati di buona volontà, rispetto per
l’uomo e concreto senso civico.
** Vincitore del 2° premio è il Dott. Valerio Arrichiello,
nato e residente a Napoli, laureato in Giurisprudenza
presso l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”,
vincitore del dottorato di ricerca in Diritto processuale
civile presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico
II”, iscritto alla Scuola di giornalismo dell’Università di
Salerno, assai versatile per la partecipazione ad attività
di vario tipo.
L’articolo dal titolo “Combattere il diabete a colpi di
pedale”, è incentrato sulla storia di un ragazzo diabetico
che, con la sua bicicletta, va in giro per il mondo per
dimostrare che la sua malattia non è un limite, ma uno
stimolo a migliorarsi quotidianamente, nonché per raccogliere fondi per la “Città della speranza”, un centro
organizzato in Brasile dai missionari di Padre Kolbe per
accogliere i bambini poveri delle favelas. Il lavoro è scritto con stile appassionato, ma non enfatico, né incline a
toni patetici o retorici ed è punteggiato dalla voce del
giovane protagonista a mò di sottintesa intervista. E’
assai coerente con la tematica proposta “Muoversi per
crescere” non per l’immediato e quasi scontato riferimento alla dinamicità del suo vivere, ma perché ci rappresenta una scelta di vita coraggiosa e generosa, capace di superare ostacoli non insignificanti, di proporsi
mete sempre nuove, di dedicarsi inoltre ad attività di
solidarietà, lanciando infine il messaggio positivo che
solo l’impegno con sé e con gli altri può comportare il
miglioramento di sé e e degli altri.
*** Vincitore del 3° premio è il Dott. Romolo
Napolitano, nato a Castellammare di Stabia e residente a
Saviano (NA), laureato in Scienze della comunicazione
presso l’Università “Alma mater studiorum” di Bologna,
master di 1° livello presso la Scuola di giornalismo
dell’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola
Benincasa”, fornito di numerosissime esperienze lavorative nei settori della comunicazione e di altro tipo, in
possesso di buona conoscenza delle lingue inglese, spagnolo, danese.
L’articolo, dal titolo “Roy Sesana e la lotta dei
Boscimani”, testimonia l’attività svolta da quest’uomo a
favore del suo popolo, quello dei Boscimani del Calahari
in Botswana sfrattati illegalmente dalla loro terra.
Sessana, presidente dell’Associazione First People of
Kalahari, è stato arrestato più volte, ha ricevuto il cosiddetto premio Nobel Alternativo e, costretto all’esilio,
viaggia per il mondo chiedendo ai vari capi di Stato di
intervenire presso il governo del Botswana per permettere ai Boscimani di non disperdersi, ma di ritornare nelle
loro terre. L’articolo, scritto con stile essenziale ma non
scarno, anzi ricco di riferimenti puntuali, è percorso da
un’avvertibile ma non ridondante ammirazione per il
personaggio e dalla preoccupazione per la salvaguardia
dell’identità di un popolo in questa epoca di pericolosa
globalizzazione.
Interpreta giustamente la tematica proposta dal
“Move to grow” perché fa conoscere un’attività benemerita poco nota come esempio significativo di impegno
concreto per la crescita umana e sociale.
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Lions Clubs Nola “Giordano Bruno”
Cittadinanza Onoraria al filosofo Aldo Masullo:
la legittimazione di una appartenenza
Avv. Alberto Armano
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
L.ions Club Nola “Giordano Bruno”
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La cerimonia di conferimento si è svolta in Nola martedì 13 aprile 2010 nell’Aula Magna del Liceo Classico “ G.
Carducci”, alla presenza di un folto pubblico nonché
numerose autorità civili, militari, religiose e lionistiche.
Il D.S. Prof. Paolo Allocca, nel rivolgere i saluti e ringraziamenti ai presenti tutti per la loro partecipazione, ha
sintetizzato le motivazioni che portarono alcuni soci del
Lions Club di Nola, tra i quali egli stesso e l’avv. Alberto
Armano, ad attivare già due anni prima l’iter burocratico
per il riconoscimento della “Cittadinanza Onoraria” al
socio Lion prof. Aldo Masullo; istanza accettata e sostenuta dall’Amministrazione Cittadina, la cui procedura si è
protratta nel tempo per le intervenute elezioni amministrative.
È stato dallo stesso D.S. chiarito che la scelta della
sede della manifestazione è dovuta al forte legame culturale ed affettivo che unisce il Prof. Masullo al Liceo “G.
Carducci”, da lui frequentato quale alunno.
Tra gli interventi successivi, ha preso la parola il prof.
Aniello Montano – docente di storia della filosofia presso
l’università di Salerno – il quale, nella qualità di collega
ed amico, mette in evidenza, tra gli altri, il grande merito
del prof. Masullo di avere tra i primi aperto le menti degli
studenti alla cultura europea e di essersi affermato come
uno dei più grandi pensatori e studiosi di Giordano Bruno,
nella nostra epoca.Ulteriori motivi di elogio vengono formulati dall’avv. Maria Masi, nella sua qualità di Presidente
del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola, la quale
ricorda che, con delibera consiliare del 21/09/2004, il Prof.
Aldo Masullo fu inserito nell’albo d’onore degli Avvocati
di Nola, tanto sia per la ricorrenza nella sua persona di
grandi valori culturali e morali, sia perché il medesimo ha
contribuito, durante l’espletamento dei numerosi mandati parlamentari, in collaborazione con il Consiglio
dell’Ordine e della Magistratura locale, al miglioramento
dell’efficienza della giurisdizione.
Tale decisione scaturì dall’istanza presentata dall’attuale Presidente della III Circoscrizione Lions - Avv.
Antonio Pesce - fortemente condivisa dagli Avv.ti Prisco,
Armano, Maiello, Papa e Biancardi (prot. 2301/04), con la
quale lo stesso evidenziava di aver “scoperto”nel Prof.
Aldo Masullo, quale difensore di G. Bruno nel simulacro
del dibattimento del relativo processo penale, celebrato
nelle Basiliche Paleocristiane di Cimitile, un “Grande
Avvocato”. Tanto perché nell’arringa si evidenziava l’essenza dell’avvocatura che è la difesa di uno per la difesa
della civiltà. In altri termini, pareva di partecipare ai
grandi processi della Storia.
Lo stesso si rammaricava che un siffatto difensore non
fosse iscritto nell’Ordine degli Avvocati!
Il Presidente dell’Ordine, così conclude: “oggi l’avvocatura nolana è ancora e sempre più orgogliosa del
“Collega”, al quale augura ogni bene e lunga vita”.
Successivamente il Presidente del Lions Club di Nola,
Giuseppe Barbato, ha evidenziato i meriti specificamente
lionistici del socio Onorario Masullo, che per la disponibilità
al “Servizio” lo ha indotto a partecipare, in qualità di oratore, a tantissimi convegni e manifestazioni organizzati da
numerosi Clubs del Distretto 108Ya. Così rappresentando
“un modello da perseguire” teso alla ricerca intellettuale ed
umana, fatta di attivo impegno civile, politico e di studio. È
questo l’imperativo lionistico condiviso che ci spinge a vincere l’indifferenza; perché il mutamento è possibile per
annientare o, quanto meno, contrastare il nichilismo civico.
A noi il compito di muovere e allontanare il veliero di Joseph
Conrad dalla “bonaccia” per vincere “la perfetta immobilità
in tutte le cose”.
Il Past Governatore avv. Alfonso Caterino, nel consegnare al “festeggiato” il Melvin Jones Fellow, massimo riconoscimento lionistico mondiale, lo ha ringraziato per il contri-
l’ignoranza e l’ipocrisia.
Un uomo alla perenne ricerca della verità, questa intesa come indagine della conoscenza, analisi del pensiero
rapportata alla evoluzione dei tempi, in perfetta continuità con il “pensiero” di G. Bruno che, con tenacia ed
estremo sacrificio, sostenne la “libertà delle proprie idee”.
Pertanto, l’aver inserito una personalità di così elevato spessore professionale ed umano fra i propri cittadini è
motivo di orgoglio e vanto per l’intera Città di Nola.
Prende, infine, la parola il neo concittadino prof. Aldo
Masullo. Egli si dice onorato della “Cittadinanza acquisita”, che, finalmente, ha sanato una scissione, considerata
una ferita nel corso della sua vita.
Si era trasferito a Nola da Torino nella prima adolescenza ed ha frequentato gli istituti superiori a Nola. A
questa cittadina, pertanto, sono legati i ricordi della sua
giovinezza, le prime amicizie con i compagni di scuola, gli
“ozi speculativi” delle prime letture e della ricerca di libri,
allora rari e preziosi, esposti (quelli usati) sui gradini del
Duomo.
Un discorso semplice, intessuto di frammenti di vita,
intensi ed emozionanti, che Aldo ha ritrovato in se stesso
e nella propria formazione, come tempo “perduto” nel
senso di finito, ma non smarrito.
Egli prosegue dicendo che con alcuni “allievi”, quali ad
esempio Luigi Pasciari, ha condiviso anche una sua esperienza politica, intesa nella appropriata dimensione di
“servizio alla collettività”.
Questa fase della sua vita appartiene al passato nel
quale, tuttavia, ciascuno può ritrovare le radici del futuro e
cercare di realizzare “quelle aspirazioni ad un’umanità più
giusta e libera, che sono proprie dei giovani”.
Così come in Giordano Bruno si rinviene l’espressione
più alta, non della libertà, ma della “necessità” delle idee.
Dalle idee gli “ideali”, cioè le idee condivise, che rappresentano i veri, forti, essenziali legami dell’amicizia e delle
relazioni interpersonali. In tale prospettiva di ritrovati
valori etici e civili, Aldo Masullo si sente vicino a tutti cittadini di Nola e ringrazia le Autorità ed presenti tutti per
il riconoscimento attribuitogli.
Nasce, infine, spontaneo l’accostamento tra G. Bruno, che amava riconoscersi e firmarsi “nolanus” ed il di lui
grande studioso contemporaneo Aldo
Masullo, che ha il merito di averne diffuso la fama in
ambito internazionale e che oggi, legittimamente e con
orgoglio, può definirsi anch’egli “nolano”.
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
buto qualitativo che lo stesso ha dato all’attività di tutto il
Distretto 108 YA, nella direzione di un sensibile arricchimento culturale dei Soci, anche in relazione alla grande capacità di comunicazione che gli deriva dalla chiarezza di un
pensiero che perennemente indaga e si rinnova.
Il dott. Enzo Albano, Presidente del Tribunale di Torre
Annunziata, nel suo commosso intervento, ha evidenziato ulteriormente la sua capacità di affascinare nel comunicare il pensiero, così facendo partecipe l’uditorio delle
sue contestuali indagini speculative.
Successivamente il dott. Pietro Bouchè – Ispettore
Scolastico Provinciale - nel congratularsi personalmente
per l’encomiabile iniziativa, ha porto i saluti e gli auguri
del Dirigente Scolastico della Regione Campania, dott.
Chiappetta, impossibilitato ad essere presente per impegni Istituzionali. Lo stesso tipo di impegno ha costretto
l’On. Paolo Russo al solo personale saluto e formulazione
di auguri congratulazioni per il solenne riconoscimento al
Prof. Masullo.
L’Arch. Francesco Pizzella – Presidente dell’Assemblea
Comunale di Nola – ha precisato che “nella Nola culturale” mancava il tassello di questa onorificenza, sia per lo
spessore professionale ed umano del “Concittadino
Masullo”, sia per il valore esemplare che lo stesso sicuramente rappresenta per tutta la comunità.
Fra gli altri interventi, volti ad evidenziare il valore
culturale di Aldo Masullo, si rileva quello del Vescovo di
Nola Mons. Beniamino Depalma, che ne ha fatto gli elogi
in quanto “uomo che pensa e si interroga” ed “educatore
che ha indotto i suoi allievi a porsi domande”. Ed, infine,
ne ha sottolineato “l’onestà intellettuale” che lo ha portato, anche come politico, a tentare di risolvere la crisi
morale, esistenziale ed etica della società attuale con il
manifesto rivolto a tutti gli intellettuali napoletani. “Un
uomo sapiente e saggio, da cui vi è molto da imparare e
di fronte al quale entra in crisi la nostra mediocrità”.
È seguita la cerimonia di consegna, da parte del
Sindaco di Nola, Avv. Geremia Biancardi, della deliberazione di conferimento della “Cittadinanza Onoraria” al Prof.
Masullo, sottolineando che l’essere diventato lo stesso
“Cittadino di Nola”, ha ulteriormente dato lustro ad una
comunità sicuramente ricca di Storia e di Cultura, ma,
attualmente, investita da una profonda crisi di valori etici
e civili. Il “neo cittadino” è uno studioso cui si abbina una
vibrante passione civile, sì da farne una delle voci e delle
menti pensanti più libere e coraggiose del nostro tempo.
In altri termini un professionista, un intellettuale, ma
soprattutto,
un
uomo che affascina
le platee con la propria cultura e con la
propria esperienza di
vita, per un continuo
e maggiore impegno
nel combattere l’illegalità diffusa ed il
degrado
civile,
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Lions Club Caserta Host
Come i giovani pensano ad una Caserta nuova
Dott. Alberto Zaza d’Aulisio
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Addetto Stampa del Club
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Per dare un nuovo volto a Caserta occorre che le
istituzioni politico-amministrative ed i cittadini
comincino ad agire insieme per la ricerca delle sinergie necessarie alla soluzione della crescente disoccupazione giovanile, causa frequente degli allettamenti
della malavita oltre che della emigrazione verso il
nord con depauperamento delle risorse umane locali.
Così come occorre porre urgenti ripari al disastro
ambientale connesso alla emergenza rifiuti, all’abbandono delle aree agricole, all’espansione urbanistica
incontrollata, al degrado dell’ex Macrico, imponente
risorsa per la realizzazione di verde pubblico attrezzato, di un orto botanico, di impianti sportivi e culturali destinati al più sano impiego del tempo libero
soprattutto dei giovani.
Questo, in sintesi, il pensiero di Raffaele Ausiello,
allievo della quarta “F” dell’ Istituto Tecnico per
Geometri “Michelangelo Buonarroti” , espresso con lo
svolgimento del tema:” Problemi della città di Caserta
e possibili soluzioni” , vincitore del concorso che il
Lions Club Caserta Host ha indetto per valorizzare
giovani talenti.
L’elaborato prescelto dalla giuria (la socia lions
Gaetana Conti, Ispettore Centrale della Pubblica
Istruzione, e la Dirigente Scolastica Rosaria Picozzi) ha
affrontato, in particolare, l’esigenza di una scuola efficacemente raccordata col mondo del lavoro, di una
reale apertura degli enti territoriali verso i giovani
attraverso canali di informazione loro più congeniali e
con linguaggio più accessibile, della riqualificazione
urbanistica in luogo delle costruzioni speculative.
Secondo e terzo classificato , rispettivamente,
Benedetto Vitale della IV “E” del Liceo Scientifico
“Armando Diaz” e Sonia Petrillo della IV “A”
dell’Istituto Tecnico Commerciale Terra di Lavoro.
Attestati di benemerenza sono stati attribuiti ad
Andrea Dello Morgio della IV”A” del “Michelangelo
Buonarroti”, Flavia Ricciardi, Federica Licciardi ed
Anna Rita Amato della IV “E” del “Diaz”, Michela
Cecere della IV “A” del Terra di Lavoro.
Il Presidente del Club, Andrea Letizia, prendendo la
parola durante la cerimonia di premiazione tenutasi
nell’accogliente cornice del Grand Hotel Luigi
Vanvitelli di San Marco Evangelista, ha espresso il più
vivo compiacimento ai partecipanti per la risposta
qualificata e meritevole di ogni più lusinghiero
apprezzamento data alla proposta del Lions Caserta
Host, che li ha visti cimentarsi anche su altre due
tematiche di grossa attualità quali “La scuola che vorrei” e “Giovani, valori e sentimenti”.
L’anno sociale del Caserta Host si è chiuso il 18
giugno , festeggiato da una splendida serata a bordo
piscina del Grand Hotel Vanvitelli col passaggio della
campana tra il presidente uscente Andrea Letizia ed il
subentrante Mario Scherillo. Nell’occasione, due cerimonie particolari : la proclamazione e la consegna
del Premio Al Merito Civico “Salvatore Ricciardi”,
attribuito quest’anno alla Fondazione Le Quattro
Stelle, e la consegna a Suor Rita Giarretta, Premio Al
Merito Civico 1999, del ricavato del “meeting” di
solidarietà organizzato in favore dell’attività umanitaria svolta dalla Casa di Routh, gestita dalla
Congregazione delle Orsoline.
La Fondazione Le Quattro Stelle , ente di promozione culturale e di formazione sportiva nonchè di
sostegno per atleti, allenatori e dirigenti che abbiano
subito gravi infortuni, è nata nel ricordo di Paolo
Mercaldo, Gianluca Noia, Emanuela Gallicola e Luigi
Mercaldo della Basket Juve Caserta, periti durante la
trasferta del 9 novembre 2008 in un tragico incidente stradale.
Lions Club Matera Host
Concorso “Lions Youth Exchange”
In Olanda con un tema sui diritti umani
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in
dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di
coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Questo è stato l’obiettivo del Lions Club Matera Host che
ha coinvolto tutti gli alunni delle scuole superiori di
Matera.
Questi ultimi hanno partecipato al concorso realizzando una serie di elaborati che hanno permesso loro di
conoscersi, confrontarsi e discutere sul significato della
diversità.
Il concorso è stato vinto dalla studentessa del Liceo
Classico ”E. Duni“ di Matera, Margherita Comanda guidata dalla professoressa Camila Spada.
“Il sorriso negli occhi della ragazza da solo, ha valso
tutta l’iniziativa!”
Questo ha detto il presidente del L. C. Matera Host,
Maria Martino, che è stata la promotrice dell’iniziativa.
Margherita Comanda ha ricevuto come premio una
borsa di studio e la vedrà, nel prossimo mese di Luglio in
Olanda, dove una famiglia Lions l’accoglierà e le farà
conoscere gli usi e costumi della loro terra.
Successivamente trascorrerà un periodo in un campo
per la gioventù ed incontrerà i ragazzi provenienti da
tutto il mondo. Dopo la premiazione Maria Martino, ha
ringraziato vivamente il Preside Prof. Giuseppe De Rosa,
i docenti che hanno collaborato all’iniziativa ed il
Presidente dell’VIII Circoscrizione la dott.ssa Alba
Capobianco, che ha concluso i lavori.
Sono seguiti i saluti e la
testimonianza di Simone
Roba, Coordinatore degli
Scambi
Giovanili
del
Multidistretto 108 Italy.
attraverso un video, registrato in occasione del congresso
Nazionale di Montecatini.
Maria Martino, infine, ha
illustrato il programma degli
Scambi Giovanili e Campi per
la Gioventù ed ha sottolineato, l’importanza del programma degli Scambi Giovanili attraverso cui si viaggia,
non per turismo, ma per arricchimento personale, in
quanto venire a contatto con una cultura diversa dalla
propria, costituisce una tappa fondamentale del percorso di crescita.
Ogni anno il programma Lions Campi e scambi giovanili internazionali consente ai giovani di conoscere altre
culture aiutandoli a viaggiare all'estero.
Ogni campo e scambio giovanile comprende una permanenza estesa grazie all'ospitalità di uno dei nostri
numerosi club internazionali.
I partecipanti:
Vivranno con una famiglia in un altro paese;
Incontreranno altri giovani provenienti da tutto il
mondo;
Impareranno i legami che tutti noi condividiamo e le
differenze che rispettiamo indipendentemente dalle
nostre origini.
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
D Maria Martino
Presidente del Club
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36° Charter del Lions Club Napoli Vesuvio
Prof.ssa Clara Guarino
LA VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Presidente del Club
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Ringrazio, con animo grato, quanti hanno voluto
festeggiare con noi il 36° compleanno del club, accettando, cortesemente, il nostro invito. Per me è una
ricorrenza ancora più significativa, perché quando
sorse questo club io c’ero, sia pure con altro ruolo e in
diversa funzione. Mi correrebbe l’obbligo di accennare,
sia pure brevemente e velocemente, alle attività svolte
durante quest’anno sociale, ma risulterebbe una elencazione arida se non sottolineassi il motivo informatore che tali eventi ci hanno indotto a programmare un
progetto a lungo termine che sarà, via via, attuato dai
successivi presidenti.
Viviamo in un momento storico-politico-sociale assai
complesso, ove si assiste non al vuoto di questo o quel
potere, ma a un vuoto di potere in sé. E’ come se la società e le istituzioni corressero su strade parallele destinate
a non incontrarsi mai. E se è vero, come è vero, che la
gestione della uRes publica” appartiene alla società, per
sua natura, grande è, allora, l’impegno che le associazioni sono costrette ad assumere per moltiplicare la capacità di ascolto al fine di rappresentare un movimento di
opinione che quella distanza mira ad accorciare, incidendo, significativamente, nei luoghi ove si decide il cambiamento. Per questo abbiamo cercato di mantenere
fermo l’ancoraggio, anche nel rispetto delle linee programmatiche distrettuali, al dibattito politico-sociale del
momento,affrontando le problematiche, non certo semplici, relative ai concetti di Accoglienza , Integrazione e
Cittadinanza Umanitaria e non.
Ci siamo sempre attenuti alle istanze emergenti
anche quando si è discusso del recupero delle
tradizioni, della fruizione dei beni culturali, dell’impegno da dedicare alla disamina del terzo
settore. Sovente, va detto , il silenzio dei pensieri ci
induce a misurare la nostra statura nella comparazione
tra quello che avremmo voluto, potuto e dovuto fare
rispetto alle cose più complesse. Ci sembra di essere
inadeguati. Certo nessun discorso è mai esaustivo perché le azioni umane sono dell’uomo, ma la loro somma
non è mai dell’uomo medesimo, che oscilla sempre tra
“Sein und Zeit”, Essere e Tempo nello sforzo titanico di
Esserci.
E’ come se guadassimo un fiume unico, inarrestabi-
le, che non ha principio e non conosce fine. La vita è
come un tappeto mobile sul quale vai e stai fermo, stai
e cammini. Si ha, non senza sgomento, la sensazione
che gli uomini, le opere e le parole siamo gran di sabbia che scorrono nella clessidra del tempo.
Come a dire “ Sta l’Oceano del tempo,
cadono
insieme
in esso
grani di sabbia
s’adagiano al fondo
uguale distesa sommersa
ma sempre una storia diversa ci preme.
Ed è proprio quella storia diversa che costituisce il
nostro “elaun vital”, che alimenta la nostra ansia di
vivere, che esalta la nostra forza, la nostra potenza, con
un sano agonismo, con un’ equilibrata competizione,
nella speranza di raggiungere qualche traguardo, al di
là del quale ognuno spera di trovare quel che cercava,
nel salutare oblio della nostra congenita fragilità.
Perciò la parola fine non si addice ad alcun uomo, non
gli si addice nessuna conclusione. Michelangelo cominciò col David e finì con la Pietà Rondanini.
E questa ferma convinzione mi induce a ritenere che
il depauperamento numerico della nostra associazione
sia dovuto a una crisi di assestamento non di vitalità, a
patto che siamo persuasi di essere tasselli di un unico
mosaico alla realizzazione del quale ciascuno contribuisce per la propria parte . Se così non fosse il pianto
che ci consola è , in realtà, il pianto con il quale chiediamo perdono a noi, di noi, per noi, per il tradimento
all’ uomo che è dentro di noi. Perciò il lionismo non è
questa o quella carica che, prò tempore, si ricopre, non
è questa o quella funzione che, per un periodo, siamo
chiamati a svolgere, il lionismo, parafrasando Mazzini,
non è, certo, territorio, ma è il sentimento che unisce
tutte le persone che indossano, con scienza e coscienza, il nostro piccolo distintivo, è il sentimento che spingendoci lavorare in Team, ci fa rafforzare e conservare
come il dantesco Salomone, un cuore “Intendente”,
capace di amare e comprendere l’uomo di ieri, di oggi,
di sempre. Sogni? Se smettessimo di sognare cesseremmo anche di vivere. Auguri a tutti grazie.
Dia-loghi sul lionismo
IDENTITÀ ASSOCIATIVA
E CAPITALE SOCIALE
PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEL CLUB
risultati dell’inchiesta campionaria Lions 2008
Collana monografica di cultura lionistica
a cura del
Centro Studi per l’Associazionismo Distretto 108 ya
IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
THE INTERNATIONAL ASSOCIATION OF LIONS CLUBS
DISTRETTO 108 YA
Governatore: Avv Vittorio Del Vecchio
Anno sociale 2009- 2010
Identità associativa
e Capitale sociale
Punti di forza e di debolezza dei Clubs
di Michela Forgione
ANNO II - VOL II
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56
È con particolare orgoglio che ho il piacere di presentare questa seconda produzione editoriale del Centro Studi del nostro Distretto perché rappresenta un passo avanti
nella creazione di quel cammino sulla via dell’approfondimento dell’identità culturale
e associativa, che stenta ancora a decollare pur avendo tiolo per una maggiore e qualificata adesione.
Suscitare ed alimentare l’identità culturale del lionismo è il modo più valido per
dare sempre maggiore efficacia all’azione dei Lions come attori di un progetto solidaristico che possa promuovere nascita di capitale Sociale al fine di migliorare le condizioni delle nostre regioni in particolare e, in uno scenario più ampio, gestire un processo di globalizzazione in gran parte imperfetto ed incompiuto.
Le scienze sociali insegnano che il processo di costruzione dell’identità personale ed
associativa avviene anche attraverso processi di socializzazione. È inoltre assodato che
una rete di relazioni Sociali, che consenta il riconoscimento dell’identità dei partecipanti ed esprima anche forme di solidarietà e di reciprocità, è capace di generare il
cosiddetto capitale Sociale ovvero quell’insieme di legami e relazioni che costituisce il
più forte motore ed indicatore di soddisfazione e benessere per una Società, una comunità.
I clubs del Distretto 108ya sono in grado di produrre capitale sociale capace di promuovere un processo di coesistenza sociale, di creare un blocco sociale progressivo,un
nuovo meridionalismo per guidare il processo di integrazione e modernizzazione del
Nostro Meridione?
Per tentare di trovare delle risposte alle nostre domande, nell’anno sociale
2007/’2008, abbiamo promosso un’indagine sociologica mediante la somministrazione
attraverso le pagine della Rivista Distrettuale 108ya, di un questionario per verificare
se e in quale modo i Clubs fossero in grado di produrre capitale sociale.
L’analisi dei dati rilevati costituisce la materia del presente lavoro curato e redatto
dalla dottoressa Michela Forgione esperta in indagini sociologiche dell’Antrocom Onlus
Campania, alla quale va il sentito ringraziamento dei Lions del distretto 108ya, per il
lavoro svolto e la serietà della collaborazione espressa dimostra.
Si tratta di un passo avanti che ci permesso di dotarci di uno strumento utile per
individuare i punti di forza e di debolezza della nostra attività. Ora occorre continuare
a camminare nella speranza di avere sempre più compagni su questo cammino.
IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
Prefazione
Il Direttore del Centro Studi
Franco Lanza
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IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
Introduzione
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Il Centro Studi dell’International Association of Lions Clubs, Distretto 108ya Italy, nel
corso dell’anno 2008 ha realizzato per iniziativa del Prof. Francesco Lanza, Direttore del
Centro, e alla disponibilità di un campione di Soci, una ricerca volta a verificare se e in
quale modo le formazioni sociali intermedie, che chiamiamo associazioni e organizzazioni
di privato sociale e Terzo settore, siano in grado di produrre quella risorsa, il capitale sociale, senza cui la società perde di coesione, di responsiveness, manca di motivazioni allo sviluppo economico. L’obiettivo che ha mosso la ricerca era quello di dimostrare la valenza
sociale del capitale sociale in relazione al paradigma relazionale, prendendo come caso di
studio il Club sopra menzionato. L’indagine condotta ha gettato una nuova luce sulla forza
e sulla debolezza del Club. Si è voluto rivelare come, dove e perché questa realtà sia caratterizzata dalla presenza, assenza o carenza di una coscienza veramente profonda e identificativa. Si è messa in evidenza l’estrema problematicità del mondo associativo, in quanto
contrassegnato dalla difficoltà di trovare una propria identità, culturale e operativa, che lo
qualifichi. Dall’analisi dei dati condotta dalla sottoscritta con l’utile supporto della Dott.ssa
Katiuscia Laila Vene, è ipotizzabile che gli associati non risultano sempre portatori di un
orientamento culturale tale da far parlare di una cultura civile che li caratterizzi e li identifichi; non si nota insomma quel pattern culturale che realizza la differenza, che mostra
una coscienza civile distintiva di sé. Esiste indubbiamente una cultura del privato sociale,
una cultura del civile come cultura delle relazioni pro sociali, ma non appartiene esclusivamente al mondo associativo. Esiste in sostanza un indebolimento della portanza identitaria precedentemente caratterizzante l’International Association of Lions Clubs. È emersa
anche una significativa discrasia fra le rappresentazioni culturali dei soggetti intervistati e
le loro pratiche effettive nei confronti del Club. Esiste cioè un forte senso del sé, è definita e definibile l’identità dei soggetti, non sono assenti i valori personali; eppure i confini
dell’agire risultano labili, è incerto il modo di intendere il lavoro nell’associazione, con fatica si continua a farne parte pur non sentendosi più parte.
Il processo identitario e il senso di appartenenza
Obiettivo di questo lavoro è quello di misurare il senso di appartenenza degli iscritti all’Associazione per riuscire
ad individuare al suo interno tracce di capitale sociale.
Appartenenza intesa come consapevolezza della propria identità che si costruisce e si definisce a partire dall’io. La
dimensione personale della “considerazione di sé” è preliminare alla dimensione sociale dell’appartenenza, che si esplica in relazione all’ambiente e ai soggetti che costituiscono la comunità di riferimento. Ma appartenenza soprattutto
significa sentirsi parte di un gruppo e consiste nella condivisione con il gruppo, di comportamenti, modi di pensare e
atteggiamenti. Alla base dell’appartenenza si trova, in genere, un processo di identificazione, in cui la sfera dell’io si
identifica con il Noi, e che permette di riconoscersi e di essere riconosciuti come membri di un gruppo anche attraverso l’assunzione di alcuni segni distintivi.
Per il soggetto identità significa capacità di stabilire una differenza osservabile tra sé e l’altro; allo stesso tempo il
soggetto sa che per raggiungere una forma di personalità individuale che diventa il motore dell’agire sociale, è indispensabile vivere il sentimento di appartenenza a determinati gruppi che, a sua volta, genera quel processo di identificazione, di inclusione, al quale l’identità è strettamente relazionata.
Per quanto riguarda la tradizione sociologica il processo di costruzione dell’identità personale avviene attraverso
processi di socializzazione. Il soggetto impara ad esteriorizzare il sé, ovvero a percepire se stesso come parte del mondo
sociale e, contemporaneamente, a interiorizzare tale immagine di sé. Se l’individuo riesce ad accettare l’idea che la
sua identità è frutto delle relazioni che istituisce con il mondo, allora può automaticamente scoprire che una parte
di sé esiste anche negli altri. Il definirci membri di una collettività, di un’organizzazione, il sentimento di appartenenza che deriva dal legame dei soggetti con un’idea condivisa, con un gruppo di lavoro, con i frames culturali di un’organizzazione, esclude l’unicità dell’individuo. Quest’ultimo diventa soggetto di responsabilità giuridica e morale della
comunità.
La tendenza a fidarsi al di fuori della propria cerchia familiare e la capacità di saper subordinare il proprio interesse personale all’interesse di gruppo, sono secondo Francis Fukuyama i presupposti necessari affinché si delineino tracce di capitale sociale. Il politologo statunitense, uno tra i primi teorici del capitale sociale, afferma che il capitale
sociale è una risorsa che nasce dal prevalere della fiducia nella società o in una parte di essa, e la fiducia non è altro
che l’aspettativa di un comportamento prevedibile, corretto e cooperativo, basato su norme comunemente condivise, da parte dei suoi membri. È il capitale sociale che consente il passaggio dall’Io al Noi, è questo processo che rende
possibile la cooperazione per realizzare finalità di beneficio comune.
Il ruolo, in qualche modo privilegiato, che è stato attribuito al Terzo settore e al privato sociale, cioè alle reti di
carattere associativo che non operano né secondo le regole del mercato, e quindi in vista di un profitto, né sulla base
di una direttiva politica e quindi attraverso le decisioni legislative, fa parte dell’ipotesi generale che sta a monte della
ricerca, secondo la quale il luogo a partire dal quale si genera capitale sociale è, appunto, quella realtà “associazionale” di società civile che si costituisce e agisce sulla base di relazioni di fiducia, collaborazione e reciprocità, più o meno
formalizzate.
La nozione di capitale sociale adottata come quadro di riferimento teorico per l’individuazione degli indicatori è
quella relazionale.
Le relazioni sociali che verranno prese in considerazione sono quelle in grado di produrre e valorizzare i “beni relazionali”. Partendo da tale istanza e ricollegandoci alla nota distinzione sociologica risalente a Charles Cooley, è possibile individuare due tipi differenti di capitale sociale: primario e secondario. Il primo consiste nelle relazioni che valorizzano i beni relazionali primari, operando con criteri prevalentemente informali (nelle reti familiari, parentali, di vicinato, di amicizia, di conoscenza). Il capitale sociale secondario diversamente, consiste nelle relazioni che valorizzano
i beni relazionali secondari, generati in organizzazioni di Terzo settore e privato sociale e nella più ampia sfera civica
o civile.
All’interno di ciascuno dei due tipi sono individuabili due dimensioni del capitale sociale: la dimensione della fiducia e la dimensione dell’aiuto reciproco o reciprocità.
Si capisce immediatamente che nel nostro campo d’indagine rientra un interesse tutto rivolto al capitale sociale
secondario e ancora più in dettaglio si parlerà sempre di capitale sociale associativo, proprio di coloro che appartengono, ossia hanno una membership, ad una associazione di società civile.
Per i vari tipi di capitale sociale è inoltre possibile ipotizzare lo svolgimento di due tipi diversi di funzioni che ver-
IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
Perché ci si associa?
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IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
ranno indagate nel corso della ricerca e di cui ci parlano due autori, Pierpaolo Donati e Luigi Tronca, in un lavoro simile a questo presentato: «[…] una funzione bonding (letteralmente è bonding ciò che “mette insieme”, che “unisce”,
che “costituisce un collante” e che “collega internamente”) e una funzione bridging (è bridging ciò che “fa da ponte”
e “che collega con l’esterno”). Quanto al primo tipo di funzione, il capitale sociale si configura come un legame interno alla sfera sociale di riferimento ed è bonding nella misura in cui consiste di relazioni sociali capaci di legare tra
loro individui che condividono una medesima appartenenza o membership (familiare, associativa, etnica, di classe,
ecc.); quanto al secondo tipo di funzione, il capitale sociale consente un legame con l’esterno di “tipo orizzontale”
(cioè tra soggetti sociali dello stesso ordine di realtà – ad esempio, tra soggetti individuali o tra soggetti collettivi) ed
è bridging nella misura in cui consiste di relazioni sociali in grado di legare i membri di una sfera sociale con soggetti a questa esterni». 1
Il capitale sociale secondario ha come ambito di relazione l’associazionismo che, a sua volta, si basa sulla fiducia
verso gli individui che hanno in comune l’appartenenza ad una associazione o ad una comunità. La reciprocità sociale in questo tipo di capitale sociale è allargata, nel senso che lo scambio simbolico avviene tra coloro che appartengono alla stessa associazione.
In quest’ottica il capitale sociale si origina nel sistema delle famiglie, ma in questo specifico caso, nel sistema delle
associazioni civili, e, più precisamente, nelle loro reciproche interazioni, e si dice che genera capitale sociale di solidarietà.
Questa è la chiave per lo sviluppo del capitale sociale: le relazioni reciproche tra la comunità e i suoi abitanti e la
società e le sue istituzioni.
È stata evidenziata, sin dall’inizio di questo lavoro, l’importanza della attribuzione di una identità agli individui che
partecipano all’azione comunitaria; il riconoscimento riveste il ruolo importante dell’esser parte e, allo stesso tempo,
garantisce che vi sia riguardo, considerazione, reciprocità per il soggetto con il quale si interagisce. È dunque pensabile che la mobilitazione di capitale sociale avvenga al fine di ottenere un riconoscimento che vincola nel tempo sotto
forma di reciprocità dilazionata; in questo rapporto di prestazione tra sostenitore e sostenuto, donatario e beneficiario, perdura un controllo sull’altro, il quale resta dunque legato da gratitudine. La dipendenza reciproca fra gli individui, la crescita delle obbligazioni verso qualcuno, fanno in modo che il capitale sociale cresca di continuo.
Tracciate le suddette premesse ne consegue un discorso incentrato su tre dimensioni di contenuto del capitale
sociale: identità dei partecipanti, fiducia interpersonale e rapporti di solidarietà e reciprocità. Investigare l’esistenza
all’interno del Club di queste tre dimensioni attraverso la somministrazione di un’intervista semi strutturata a campione casuale semplice, riconduce alla finalità prioritaria di individuare il senso di appartenenza al Club e le dinamiche dell’abbandono, allo scopo di migliorarne l’efficacia del sistema indirizzato alla produzione di capitale sociale.
Il disegno di ricerca
L’inchiesta campionaria
L’universo di riferimento per l’indagine sociologica condotta, è quello degli appartenenti all’International
Association of Lions Clubs, Distretto 108YA di Napoli.
Il metodo di indagine impiegato mira alla rilevazione delle informazioni interrogando gli stessi individui oggetto
della ricerca, appartenenti ad un campione rappresentativo, mediante una procedura standardizzata di interrogazione, allo scopo di studiare le relazioni esistenti tra le variabili.
L’inchiesta campionaria a differenza del sondaggio che ha come fine quello di accertarsi dell’esistenza o della consistenza di un fenomeno, intende controllare empiricamente delle ipotesi.
“Nell’inchiesta campionaria il ricercatore non si limita a rilevare l’esistenza o la consistenza di un determinato fatto
sociale; ma va oltre interrogandosi sulle sue origini, sulle interrelazioni con altri fenomeni sociali, sui meccanismi causali ad esso connessi, ecc. […]”.2
Il metodo attraverso il quale si è proceduto ad estrarre la popolazione di riferimento prende il nome di campionamento. “[…] chiamiamo campionamento un procedimento attraverso il quale si estrae, da un insieme di unità (popolazione) costituenti l’oggetto dello studio, un numero ridotto di casi (campione) scelti con criteri tali da consentire la
generalizzazione dell’intera popolazione dei risultati ottenuti studiando il campione”.3
1 Donati P. e Tronca L., Il capitale sociale degli italiani. Le radici familiari, comunitarie e associative del civismo,
Franco Angeli Milano 2008, pag. 31
2 Corbetta P., Metodologia e tecnica della ricerca sociale, Il Mulino Bologna 1999, pag. 171
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IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
Avendo a disposizione una lista della popolazione, in quanto i partecipanti all’Organizzazione sono tutti iscritti
presso essa, si è potuto utilizzare la tecnica del campionamento probabilistico, dove per ottenere il campione si deve
assegnare a tutte le unità della popolazione una probabilità nota di essere estratte. Affinché un campione risulti validamente scientifico, concorrono due fattori: la rappresentatività e l’ampiezza. Nel nostro caso, a causa dell’autoselezione (evidentemente le risposte sono giunte dalle persone più motivate), il campione risulta poco rappresentativo,
ma comunque operabile. Si chiarisce quindi che l’indagine condotta rimane un’indagine a carattere esplorativo, che
quindi necessita di ulteriori approfondimenti e ridefinizioni, ma che comunque ha sollevato e sottolineato elementi
utili per la conferma delle nostre ipotesi teoriche.
La ricerca condotta si è avvalsa dell’impiego di uno strumento indispensabile in casi come questo: il questionario a domanda e risposta standardizzata, che prende il nome di survey.
Quando ci troviamo di fronte a tempi brevi di inchieste campionarie occorre avvalersi di domande chiuse, anche
se le domande aperte hanno il vantaggio della libertà di espressione.
La domanda chiusa offre a tutti lo stesso quadro di riferimento, facilita il ricordo, stimola l’analisi e la riflessione
e costringe ad uscire dalla vaghezza, anche se allo stesso tempo comporta dei limiti. Sicuramente lascia fuori tutte le
alternative di risposta che il ricercatore non ha previsto, si può incorrere nel rischio di influenzare le risposte; rischi
che però si possono correre considerando il grande vantaggio nella fase di rilevazione dati. L’indagine difatti avrebbe
sicuramente ricoperto un carattere più specificatamente scientifico permettendo una riconferma dei dati attraverso
una nuova somministrazione più allargata attraverso la metodologia quantitativa, alla quale sarebbe dovuto seguire
una metodologia di inchiesta diversa, di tipo qualitativo. Considerando l’ampiezza del campione e la popolazione di
riferimento da raggiungere, si era pensato di procedere attraverso il focus group. L’analisi in questo tipo di indagine
si basa su una lettura attenta dei testi trascritti secondo un approccio di tipo induttivo che da singoli eventi, situazioni, opinioni, aiuti a costruire concetti e categorie interpretative generali.
Il questionario utilizzato invece nella nostra ricerca, ha seguito come da protocollo procedure ben definite in vista
della fase successiva di analisi dei dati e costruzione della matrice dei dati.
I dati sono stati raccolti attraverso la somministrazione agli associati del distretto di riferimento di un questionario semistrutturato riportato in Appendice (Fig.N.1), nel periodo compreso tra il mese di luglio e quello di agosto dell’anno 2008.
L’avvio delle interviste è stato preceduto da un approfondito briefing, in cui è stato spiegato ai committenti del
progetto lo scopo dell’indagine ed in cui è stata analizzata la struttura contenutistica del questionario, la stessa modificata in alcune delle sue parti e risistemata in accordo con le esigenze specifiche e i dati rilevati dal briefing.
Nello specifico il questionario dell’inchiesta campionaria è stato inoltrato ai soci includendo nella batteria di
domande tre aree di indagine:
a) domande relative a proprietà sociografiche di base: si intendono cioè le classiche caratteristiche di profilo individuale (genere, età, luogo di nascita, titolo di studio, professione, stato civile);
b) domande relative ad atteggiamenti: l’area qui esplorata è quella che fa capo ad opinioni e motivazioni. Gli indici che sono stati indagati riguardano aree specifiche e significative, quali:
la partecipazione familiare: indica quanto il grado di collaborazione influenza il livello di partecipazione e il
meccanismo di influenza e coinvolgimento reciproco in relazione all’entusiasmo di partecipazione al club;
la natura degli incontri ai quali si preferisce partecipare: utile per rilevare il campo di preferenza dei soci e quindi l’indice di interesse partecipativo;
gli scambi relazionali con i membri del club: misura il livello relazionale (confidenziale, distaccato o formale) e
il grado di conoscenza reciproca;
il personale coinvolgimento partecipativo: con proposte personali di attività specifiche; individua lo spirito di
comprensione e il principio di concretezza del singolo associato; mostra se esiste o meno l’individuazione personale
dei problemi territoriali di competenza del distretto o del club; ma soprattutto misura la responsiveness e quindi se
esiste correlazione tra capitale sociale e partecipazione associativa;
le preferenze sulle finalità del club: registra l’interiorizzazione dei valori in relazione al livello di interesse personale, e allo stesso tempo si individua se il Distretto risulta attivo nel suo operato e quindi funziona come spinta associazionistica o meno;
i giudizi sulle attività del club: valuta la responsiveness e il livello di fiducia raggiunto;
le attività formative rivolte ai soci: misura il grado di soddisfazione o di insoddisfazione dei soci;
3 Corbetta P., idem, , pag. 313
61
IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
il grado di aspettative soddisfatte o meno: l’aspettativa soddisfatta incrementa il livello di fiducia, reciprocità e
partecipazione;
c) domande relative a comportamenti: siamo nel campo delle azioni, un campo più solido in quanto l’azione o c’è
stata o non c’è stata.
I quesiti ai quali si è tentato di dare una risposta, erano proiettati ad indagare se l’impegno associativo potesse
produrre capitale sociale associativo, chi all’interno dell’associazione risultasse maggiormente impegnato e infine
quanto capitale sociale venisse eventualmente prodotto dalla rete associativa o, molto più erroneamente, consumato.
Affinché si avanzasse un’analisi dei dati, che alla situazione attuale rimane pressoché incompleta per via della poca
rappresentatività del campione e dell’assenza dell’indice che misurasse l’impegno civico degli associati, si è proceduto con l’indicizzazione degli stessi.
Le strategie impiegate hanno prodotto la costruzione dei seguenti indici di riferimento:
Indice di status socioeconomico - titolo di studio e professione dell’intervistato sono stati combinati all’interno
di questo indice sintetico.
Indice di capitale sociale familiare ICSF - questo indice sintetizza i valori di variabili quali la condivisione familiare e lo stato civile degli intervistati.
Indice di capitale sociale associativo ICSA - questo indice è stato costruito calcolando per ogni individuo associato ai Lions Club, la media dei valori delle seguenti variabili: fiducia nei membri dell’associazione, incontri con i
membri dell’Associazione, scambi reciproci con i membri dell’Associazione.
Indice di impegno associativo IIA - analizza la combinazione di variabili cardinali quali la quantità di associazioni a cui è iscritto l’intervistato – organizzazioni di volontariato, associazioni sociali, sportive, organizzazioni non
governative, sindacati, movimenti sociali o religiosi, partiti politici – la quantità di tempo che dedica all’associazionismo, la durata degli incarichi dell’associato e le finalità effettivamente ricoperte.
Indice di impegno civico IIC - ottenuto attraverso il conteggio delle risposte affermative registrate in relazione
alle variabili dicotomiche, quali eventuali proposte dell’associato su temi e problematiche provenienti dalla società
civile e la capacità di risoluzione proveniente dal Club.
Quella delineata resta comunque soltanto una prima bozza della distribuzione di capitale sociale tra gli associati
ai Lions, poiché il campione sul quale sono state avanzate delle ipotesi è costituito da 214 unità.
Sintesi dei risultati
Quanto capitale sociale produce il Club?
<<Come non averci pensato prima? Sembra l’uovo di Colombo. Chi non sapeva che le relazioni servono ad andare avanti nella vita, a trovare lavoro, a far carriera, a combinare affari, insomma, secondo il detto antico e cinico, che
val molto di più chi uno conosce, che non che cosa uno conosce>>.4
Occorre dunque individuare la natura delle relazioni sociali che possono costituire capitale sociale.
Il primo passo consiste in una osservazione che diventa anche premessa fondamentale: il capitale sociale è un
genere specifico di relazioni sociali, e in quanto tale, non è un insieme strutturato di opportunità e risorse che sono
più o meno a disposizione di un individuo che fa la sua scelta razionale, bensì consiste di processi relazionali. Il capitale sociale è una relazione di fiducia che induce a cooperare in termini di reciprocità, e non come scambio utilitaristico di equivalenti, ma come scambio simbolico.
Queste relazioni dipendono dagli individui o dai sistemi sociali? Esse dipendono in realtà dalle relazioni stesse in
quanto fenomeno emergente. Il capitale sociale in grado anche di ricostruire un impegno civico all’esterno così come
all’interno, è quello che consiste di circuiti di fiducia e di scambio aperti verso l’esterno (bridging). Il club quindi oltre
che produrre capitale sociale associativo, potrebbe anche funzionare da collante verso l’esterno attraverso la rinascita dell’impegno civico e diventare garante della crescita di tale ricchezza relazionale, anziché limitarsi a consumarla.
Premesso che il capitale sociale non è sinonimo di associazione: perché un’associazione può avere o produrre più
o meno capitale sociale, può anche non produrlo e può solo consumarlo? Occorre sapere innanzitutto perché la gente
si associa. Presumibilmente si può pensare che gli individui possano associarsi per fattori di ordine economico o politico, ma nel nostro caso la gente si associa per fattori di ordine sociale/relazionale e di ordine culturale (valori, stili di
4 Bagnasco A., Piselli F., Pizzorno A., Trigilia C., Il capitale sociale. Istruzioni per l’uso, Il Mulino Bologna 2001, pag.19.
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IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE
vita).
Lo scopo dell’inchiesta è capire, attraverso lo studio di determinati indici, qual è l’aspetto preponderante nelle
scelte associative dei Lions, individuarne le finalità associative e quanto queste corrispondano alla Vision e alla Mission
dell’Associazione.
La prima serie di dati registrati ha permesso di individuare il primo indice dal quale poter partire per una proiezione della composizione del campione.
Nella tabella A1 quindi sono stati riportati i dati
che fanno riferimento all’indice di status socio-economico del campione: titolo di studio e professione
dell’intervistato sono stati combinati all’interno di
questo indice sintetico.
Nella tabella possiamo osservare la composizione
del campione suddiviso per fasce di età e genere. Dal
prospetto si ricava un’informazione netta circa il
livello di partecipazione dei soci; osservando il totale
dei casi vediamo che è composto per la maggior
parte da uomini. Dai dati raccolti e le indagini effettuate difatti allo stato attuale il numero di Soci di
sesso maschile dell’International Association of Lions
Clubs, Distretto 108ya Italy, rappresenta il triplo dell’universo femminile.
La suddivisione per fasce di età ci dice che c’è maggiore partecipazione per gli appartenenti alle fasce comprese
tra i 50 e i 60 anni e questo sia per gli uomini che per le donne.
Per quanto riguarda la tipologia del lavoro svolto il campione risulta molto variegato con una prevalenza di liberi professionisti nel caso del genere maschile e di lavoro dipendente quando andiamo a considerare il genere femminile. Tipologia di lavoro quest’ultima che potrebbe far pensare ad un maggiore impegno femminile all’interno
dell’Associazione per via del tempo a disposizione e della qualità del lavoro, spesso più creativo e quindi stimolante
per le proposte che potrebbero pervenire all’Associazione stessa, ma che in realtà non viene convalidato dai dati che
vedono un maggior coinvolgimento maschile nonostante il minor tempo libero a disposizione.
Si sottolinea quindi la scarsa partecipazione femminile che è di sicuro un punto di debolezza per l’andamento e
il funzionamento delle attività del Club ma che va investigato per garantire una maggiore integrazione e partecipazione da parte di tale risorsa, da considerare come valore aggiunto del club.
Il secondo indice analizzato, indice di impegno associativo IIA esamina la combinazione di variabili cardinali quali
la quantità di associazioni a cui è iscritto l’intervistato – organizzazioni di volontariato, associazioni sociali, sportive,
organizzazioni non governative, sindacati, movimenti sociali o religiosi, partiti politici – la quantità di tempo che dedica all’associazionismo, la durata degli incarichi dell’associato e le
finalità effettivamente ricoperte.
Considerando i dati nelle tabelle che seguono (B 2.1 e B 2.2),
tutti gli associati dichiarano di aver avuto diverse esperienze in
qualità di membri di associazioni, elemento che rimane costante sia che consideriamo la variabile età che quella sesso.
Le precedenti esperienze associative sono numerose per tutto
il campione, ne risulta in tal modo un alto grado di affidabilità del
capitale umano, strettamente correlato al grado di conoscenza ed
esperienza pregressa. Si riscontra un’incidenza di associazionismo
di tipo umanitario e di volontariato nell’universo maschile, concentrato soprattutto nelle fasce di età che vanno dai 50 ai 70
anni, quindi un interesse preponderante verso gli aspetti del
sociale. Stesse considerazioni valgono per l’universo femminile,
per quanto il campione sia poco rappresentativo. Nello specifico
le preferenze associative dell’universo femminile sono orientate verso attività di volontariato e associazioni umanitarie. Ne scaturisce una proiezione verso l’esterno e verso la filantropia.
Elementi importanti che ci consentono di affermare che esistono buone basi per lo sviluppo del CS associativo
63
IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
64
anche se, non ne costituiscono il prerequisito fondante.
Per l’universo maschile si ravvisa una situazione molto simile
a quella femminile, e quindi una preferenza per le attività di
volontariato e associazioni umanitarie, risalta però la partecipazione ad associazioni e attività religiose e parrocchiali. La tendenza verso un associazionismo filo religioso, a carattere caritatevole/privatizzato, ipotizza che la religiosità produce Capitale
Sociale nella vita associativa (aumenta la fiducia e la cooperazione), ma non ne influenza l’impegno, sia associativo che civico.
Dal grafico che segue (G 1) notiamo un altro elemento indicativo della propensione ad associarsi, essa rimane pressoché
costante per le diverse fasce di età indifferentemente dal sesso.
Si è deciso di indagare anche l’entità che caratterizza il sentirsi parte, misurandone quindi il livello di importanza che riveste il far parte di un’associazione; ne consegue che l’universo
maschile reputa l’utilità formativa delle precedenti esperienze
associative nel contesto dell’esperienza lionistica molto rilevante; le donne diversamente, la considerano solo “abbastanza” importante.
Questo dato va letto con i risultati precedenti riguardanti il numero di associazioni di cui si è stati membri. Infatti,
nonostante si partecipi ad attività associative numerose non emerge un impegno e una dedizione continuativa e
quindi un appagamento, trapela una incapacità dell’Associazione a compiacere i propri membri i quali sembrano
ricambiare concedendo poco impegno. Si rischia in questo modo di far venir meno la fiducia tra i soci e tra quest’ultimi nei confronti dell’Associazione stessa. L’assenza di fiducia debilita l’aspettativa e quindi il senso di responsabilità
che dovrebbe caratterizzare un’azione comune in vista di
un beneficio comune. Di conseguenza cresce il disimpegno.
Eppure nonostante una insoddisfazione, non poco
latente, i membri dell’Associazione continuano a farne
parte. Le tabelle che seguono (B 3.1 e B 3.2) riferiscono una
situazione associativa stabile. Sono quasi assenti i dinieghi
da parte dei soci e, in rapporto alle fasce di età, le iscrizioni risultano continuative.
Persiste quindi un indice di affidabilità significativo,
nessuno nel campione considerato, nonostante la delusione, abbandona il Club.
La presenza degli associati nella Associazione, il numero
di associazioni a cui i singoli individui sono iscritti e la continuità associativa all’interno del Club, sono dati che non
necessariamente equivalgono a impegno civico o associati-
IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
vo. E siccome non basta essere associati per produrre
capitale sociale, sappiamo che il tipo e la quantità di
capitale sociale che viene prodotto in una associazione
o da una associazione, dipende dal tipo di partecipazione dei singoli. A tale proposito sono stati indagati i rapporti di solidarietà e fiducia tra i soci e la qualità delle
attività proposte dall’Associazione.
Si è pervenuti così alla definizione di un nuovo indice: l’indice di capitale sociale associativo ICSA. Questo
indice analizza il livello di relazione che esiste tra gli
associati, la natura relazionale e individua l’esistenza o
meno della reciprocità. Qui l’area esplorata è quella che
fa capo a opinioni, motivazioni, orientamenti, sentimenti, valutazioni, giudizi, valori. Una visione personale
sulle attività del Club. L’indice è stato costruito calcolando per ogni individuo associato ai Lions Club, la media dei valori delle seguenti variabili: fiducia nei membri dell’associazione; incontri con i membri dell’Associazione; scambi reciproci con i suoi membri.
Tutto il campione analizzato è indubbiamente a conoscenza dei principi lionistici come si può vedere dal grafico
(G2), e sia l’emisfero maschile che quello femminile lamenta una scarsa applicazione dei principi all’interno della vita
associativa. Si è quindi coscienti della debolezza associativa risultante dalla relativa applicabilità dei principi nella
realtà. Viene denunciato inoltre un elevato grado di insoddisfazione in quanto le aspettative non sono state ricoperte dal Club.
Il grado di aspettative soddisfatte o meno è stato indagato poiché l’aspettativa soddisfatta incrementa il livello di
fiducia, reciprocità e partecipazione verso le attività e le proposte dell’Associazione. Quindi risulta un dato alquanto
importante da investigare e che tra l’altro ha potuto confermare molte delle nostre ipotesi di partenza.
La produzione o l’assenza di capitale sociale non è inoltre, strettamente relazionata neanche al tempo dedicato
all’Associazione, poiché dai dati della tabella B 1.1 dell’universo femminile e della tabella B 1.2 di quello maschile, si
65
IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
evince una partecipazione molto continuativa,
difatti si registra un indice di frequenza molto
elevato.
L’interesse prevalente è rivolto verso gli
incontri di natura organizzativa e progettuale,
esiste infatti una forte motivazione a pianificare, proporre e progettare le attività della
Mission. (Tabelle B 2.1 e B 2.2).
Inoltre si rileva una sorgente di fiducia reciproca fra gli associati che realizza appunto
un’ottima rete di relazioni. Il tipo di fiducia
secondaria registrata tra i soci del Club, quella
cioè rivolta all’Associazione e quindi la fiducia
verso gli individui che hanno in comune l’appartenenza all’Associazione, e il grado di reciprocità sociale allargata dimostrata dagli scambi di visite, inviti, uscite tra i soci, sono fattori
di civiltà e cultura civica, fiducia e affidabilità, ma allo stesso tempo confermano un dato importante che viene anche
assunto come causa del malfunzionamento dell’attività del Club.
La presenza di legami forti all’interno del Club, registrata dallo scambio di visite presso la propria abitazione o presso strutture ludiche, quindi attraverso incontri informali, è forse effetto della non verificabilità del legame di tipo orizzontale con l’esterno, quella che precedentemente chiamavamo funzione bridging del capitale sociale; sembra cioè si
possano intaccare in questo modo i legami tra i membri del Club e i soggetti ad esso esterni.
Questo difetto influisce sulla deresponsabilizzazione o disimpegno che attiene alla sfera pubblica, in quanto non
viene estesa la fiducia e la disponibilità anche al di fuori del Club, verso la cittadinanza. Il dato rivelato induce a pensare che i membri dell’Associazione, piuttosto che produrre capitale sociale, lo consumino; ragion per cui il Club non
consolida al suo interno reti relazionali capaci di produrre ricchezza sociale.
Si è voluta prestare attenzione, in relazione alle considerazioni finora addotte anche alla registrazione di un nuovo
indice, quello di impegno civico IIC, ottenuto attraverso il conteggio delle risposte affermative registrate in relazione
alle variabili dicotomiche, quali eventuali proposte dell’associato su temi e problematiche provenienti dalla società
civile e la capacità di risoluzione proveniente dal Club.
Dai dati registrati, presentati in tabella C 1, se ne deduce che l’impegno civico profuso, la responsiveness raggiunta (cioè la disponibilità delle associazioni ad accogliere le richieste provenienti dalla società civile), non si traduce in
proposte concrete da parte del Club di appartenenza.
La maggior parte degli associati infatti dichiara di aver proposto al Club attività richieste dall’esterno.
Dimostrazione del fatto che l’interesse verso le problematiche o esigenze provenienti dalla società o dalla comunità
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IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
di appartenenza, vengono prese in debita considerazione.
Ma se venisse calcolata una media in relazione agli atteggiamenti propositivi, se ne riscontra un dato meno visibile sicuramente in tabella, ma rilevante. Esiste comunque
una significativa quota di associati che si è dichiarata
disinteressata alla vita esterna al Club. L’esigua partecipazione collettiva degli associati verso i problemi denunciati dall’esterno, assodato che non derivano dalla mancanza di progettualità o dal disinteresse verso la pianificazione, potrebbe dipendere invece dal risultato della domanda successiva: “Crede che l’Associazione abbia saputo
dimostrare la capacità di soddisfare le richieste della
società civile?”.
È probabile che l’assenza di riconoscimento dovuta
alla privazione di soddisfazione e di riconoscimento verso
le attività del Club da parte della popolazione civile, si
traduca in disinteresse e disimpegno. La riconoscibilità del proprio ruolo e di se stessi che non avviene al di fuori del
Club, debilita la responsabilità e mina l’identità dei singoli e il processo di identificazione verso il Club e i suoi principi. Difatti in genere, l’aspettativa nei propri confronti, genera senso di responsabilità che viene consolidata dal riconoscimento del proprio ruolo e della propria identità. Venendo a mancare una definizione specifica dei compiti e dei
ruoli da ricoprire, sorvolando sugli obiettivi attesi e sul coinvolgimento di ognuno, viene meno anche il processo di
responsabilità e di identificazione, e aumenta di conseguenza il disimpegno e il disorientamento.
Quindi se da una parte il personale coinvolgimento partecipativo con proposte personali di attività specifiche individua lo spirito di comprensione e il principio di concretezza del singolo associato, se allo stesso tempo è pensabile
che si verifichi l’individuazione di problemi territoriali di competenza del distretto o del club, dall’altra parte l’impegno civico dimostrato non si traduce in attività concrete. L’impegno degli associati può crescere qualora cresca il riconoscimento del proprio ruolo, perché altrimenti non ci si sente obbligati e responsabili verso qualcuno o qualcosa.
Quel che generalmente crea senso di responsabilità è l’aspettativa che gli altri ripongono nei nostri confronti. Venendo
meno l’aspettativa cresce il disimpegno e ci si deresponsabilizza nei confronti dell’Associazione.
Il commento esige una considerazione dalla quale può partire una prima conferma delle nostre ipotesi iniziali. Nel
momento in cui viene misurata la responsiveness si chiarisce che esiste correlazione tra capitale sociale e partecipazione associativa, ma se questa in qualche modo viene indebolita dalle dinamiche e dalle risposte del Club in vista di
azioni concrete che non si verificano, l’Associazione mostra la sua debolezza verso l’esterno, non funzionando di conseguenza come collante verso la società poiché non può certo definirsi in grado di protendere verso una rinascita dell’impegno civico. Il livello di responsabilità raggiunto in definitiva rimane ancora molto labile.
Questa debolezza ha sicuramente origine da una causa che è stata indagata soprattutto all’interno del Club, ma
tutti i dati tra cui anche la registrazione dell’indice di affidabilità verso il Club, dimostrano che il problema non deriva dall’assenza di fiducia.
Tra le finalità che si ritiene il Club abbia ricoperto infatti risulta una buona percentuale a pari merito della sfera
maschile con quella femminile dei principi di fratellanza, non violenza e concretezza. Se ne deduce che
il difetto non è riscontrabile nella discrepanza dei
principi portati avanti dal Club. Persiste, al contrario
un indice di affidabilità significativo, infatti continuano ad esserne condivisi i principi associativi, come
viene esposto nella tabella qui di seguito (tabella C2).
È da escludere anche che il disimpegno registrato
dipenda dalle difficoltà di conciliazione della sfera
familiare con quella associativa, in quanto è stato
misurato altresì l’indice di capitale sociale familiare
ICSF, che sintetizza i valori di variabili quali la condivisione familiare e lo stato civile degli intervistati.
La partecipazione familiare indica quanto il grado
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IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
di collaborazione influenzi il livello di partecipazione e il meccanismo di influenza e coinvolgimento
reciproco in relazione all’entusiasmo di partecipazione al club.
Gli associati dimostrano di condividere l’esperienza a livello familiare e di e di valutarla anche
estremamente significativa. La condivisione familiare nella vita associativa riveste un ruolo sempre
molto importante, difatti la maggioranza del campione dichiara che esiste la condivisione e che questa ha sicuramente facilitato l’appartenenza e il
sentirsi parte del Club.
L’aspetto propositivo dei soci è riscontrabile inoltre nell’intenzione a voler cambiare la situazione e
nella consapevolezza della cattiva gestione associativa.
Le problematiche allora dove si generano? A chi o cosa vanno imputate le responsabilità?
Si indaga quindi sul malcontento generalizzato riferito all’attività informativa e formativa che può generare insicurezza personale e incertezza associativa e sociale.
Il disorientamento dei soci cioè sembra generarsi da un difetto comunicativo. L’informazione deve essere continua
per generare certezza e i soci devono sentirsi considerati e reintegrati nei loro ruoli, quindi responsabilizzati. In più si
avvisa l’esigenza di una campagna formativa oltre che informativa. La formazione dei soci è difatti elemento indispensabile per generare sicurezza e operatività. Più ci si sente adeguati più si agirà anche in autonomia e con spirito
di iniziativa.
Si concentrano i dati sull’assenza di comunicabilità, deducibile da una sorta di separazione dagli scambi generazionali e internazionali (vedi Tabella C2) che genera difetto informativo, propositivo, innovativo e creativo. Si è interessati a procedere in una direzione anche più privata, di soddisfazione personale, di ambizione rigeneratrice: esiste
una volontà di riscatto da parte dei soci, proveniente soprattutto dai soci più anziani, che desiderano ritrovare la
Mission e realizzare un’identità riconoscibile.
La riconoscibilità e l’identità di appartenenza non trova risposta all’esterno, ragion per cui la difficoltà nel disegnare una propria identità culturale e operativa che qualifichi, distingua in un certo senso il Club, fanno in modo che
i soci lamentino una perdita di distinzione e di caratterizzazione specifica del Club, cioè quest’ultimo non funziona
più come modello culturale che realizza la differenza, che mostra una coscienza civile distintiva di sé. Distintiva di sé
nel senso che il club non riesce a definire una propria linea di azione ben precisa, non si distingue più come in passato da precise linee di azione e di pensiero, non riconosce ai soci una specificità che sappia donare anche un orientamento culturale e una linea di azione ben specifica.
L’immagine dei Lions nel corso del tempo ha quindi perso riconoscenza e riscontro positivo. Indicativo è il desiderio di riacquistare riconoscibilità e rispetto nei confronti dell’esterno, poiché se ne denota un forte distacco che va ad
influire sulle dinamiche di gestione interna.
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Conclusioni
Perché analizzare all’interno del Club l’esistenza o meno del capitale sociale, la sua formazione e la sua intensità?
Se usato con precisione il capitale sociale può non solo aiutarci a capire meglio lo sviluppo locale, ma può anche
favorire la messa a punto di politiche più appropriate.
Esiste un aneddoto nel famoso saggio di Max Weber, Le sette protestanti e lo spirito del capitalismo, in cui si intuisce la notevole importanza e l’investimento culturale e sociale che si raggiunge nell’essere parte.
Durante un viaggio negli Stati Uniti Max Weber assiste ad una cerimonia della setta dei Battisti dove i battezzandi usavano entrare vestiti nelle acque gelide di uno stagno. Un parente di Weber, indicando un giovane che partecipa alla cerimonia bagnandosi, gli spiega che lo fa perché vuole aprire una banca. L’ammissione alla setta dei Battisti
è infatti importante per ottenere quel riconoscimento di qualità morali che sono a loro volta necessarie per avere il
sostegno della setta per l’avvio di una attività economica, o anche in caso di bisogno di credito. I clienti non necessariamente saranno della stessa setta, ma considereranno tale appartenenza una garanzia di moralità negli affari.
All’interno dei Lions la dinamica è proprio questa. Per molti anni l’identità lionistica si è distinta per le qualità etiche che attribuivano un forte e positivo riconoscimento sociale, e questo dipendeva dal forte controllo che il Club
sapeva esercitare sugli individui che venivano ammessi a farne parte; in tal modo si diffondevano determinate qualità etiche, si creava una rete di relazioni sociali la cui funzionalità attivava la circolazione delle informazioni e della
fiducia, e di conseguenza delle qualità morali.
Considerando che le sette protestanti analizzate da Weber hanno avuto notevole influenza sullo sviluppo econo-
IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
Si potrebbe prospettare una integrazione all’interno del club di menti creative, di azioni propositive che attivino
nuove intuizioni e realizzino un ricambio informativo.
Considerando l’assunto che il fatto di interagire aumenta la fiducia ma solo per il nucleo più fiducioso e reciprocitario degli associati, e quindi sarebbe proponibile una interazione allargata poiché chi dà fiducia genera fiducia;
tenendo nel debito conto un altro punto di forza del Club e cioè il grado di affidabilità e l’indice alto di frequenza
registrato tra i soci, che però non influenza l’impegno civico; coscienti del fatto che il capitale associativo si traduce
in impegno civico se l’associazione è vissuta in un certo modo (non come riparo protettivo), ossia se c’è aiuto reciproco tra i soci e se c’è fiducia allargata verso l’esterno, si può avanzare una risoluzione ipotetica proiettata verso l’esposizione di sé all’altro. Tutti i dati rilevati denunciano la chiusura, l’atteggiamento di riparo protettivo che hanno inconsapevolmente assunto i soci. La soluzione quindi potrebbe essere prospettata attraverso l’esteriorizzazione. Occorre
aprirsi. Apertura che richiama conoscenza e rappresentazione collettiva del Club.
Lo sviluppo di azioni che dimostrino un interesse diverso e partecipativo verso le problematiche territoriali risolverebbe probabilmente il desiderio di riacquistare riconoscibilità e rispetto nei confronti dell’esterno.
Probabilmente l’aumento di scambi informativi tra i soci e tra le associazioni locali, il generarsi di scambi culturali e informativi sulle attività degli altri distretti, l’applicazione di modalità che chiariscano la percezione identitaria
della popolazione di appartenenza nei confronti dei Lions, il generarsi di dinamiche che sviluppino una appartenenza anche territoriale, il tutto potrebbe realizzare la riconoscibilità non avuta, il consolidamento e l’affezione nei
riguardi del Club, l’esternalizzazione della fiducia.
La visibilità all’interno del Club e la riconoscibilità del Club stesso all’interno della comunità di appartenenza, eviterebbe il rischio del disimpegno civico e associativo e funzionerebbe da spinta per attività progettuali incentrate su
un livello di comunicazione diverso e propositivo.
Per concludere, la novità del concetto di CS, e ciò che esso può illuminare sulle dinamiche associative, è effettiva.
Il CS diviene una variabile interveniente che spiega l’impegno civico innanzitutto. Quello che abbiamo ricercato all’interno del Club è stata una rielaborazione e una individuazione del concetto relazionale di CS. Dall’ordine interazionale si è passati ad analizzare e interpretare l’ordine relazionale, poiché il CS prevede una giusta interconnessione fra
i due tipi di ordine. Ma soprattutto il tipo di relazione a cui si è voluto dare precedenza si è rivelata quale risorsa fondamentale per la produzione di CS, e che consiste di legami e coesione sociale. Venendo a mancare quest’ultima,
abbiamo visto, crolla tutto il sistema associativo.
Siamo partiti dall’assunto che non tutte le reti associative generano CS e non tutte le forme di CS generano impegno civico. La rete associativa analizzata però riproducendo fiducia, alimentando la reciprocità, promuovendo la cooperazione, risulta detentrice di CS inteso come bene relazionale; ma affinché il Club inizi a produrre un CS rilevante
per l’impegno civico, deve sapersi qualificare da relazioni sociali pensate come bilanciamento fra l’autonomia
dell’Associazione (il CS bonding) e la sua apertura e scambio verso l’esterno (il CS bridging), senza subordinare l’una
cosa all’altra.
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mico americano, perché non ipotizzare anche per il Club questo confortante destino?
Si capisce perché l’Associazione può funzionare da collante verso l’esterno, da motore per lo sviluppo locale e da
rete sociale per il circolo dell’informazione e della fiducia.
Le qualità che sono riscontrabili in una certa misura all’interno del Club sono qualità morali che limitano l’opportunismo, che rivalutano le risorse cognitive, come le informazioni, o normative, come la fiducia, che permettono agli
associati di realizzare obiettivi che da singoli non sono realmente raggiungibili.
Importanti sono gli indicatori rintracciati nella nostra ricerca. L’individuazione dei punti di forza all’interno del
Club ridisegna un quadro della situazione che preannuncia una visione positiva delle dinamiche interne, allo stesso
tempo averne rinvenuto anche i punti di debolezza ha permesso altresì l’approssimarsi di soluzioni possibili per la
ripresa della vita associativa e per una nuova spinta dinamica tutta proiettata verso l’esterno.
Siamo partiti dalla constatazione che il Club gode di un indice di civicness altamente positivo. Dunque il tessuto
dei valori, norme, istituzioni che sostengono l’impegno civico contraddistinto da reciprocità sociale, solidarietà e fiducia tra i soci, viene rintracciato anche all’interno del Club.
La civicness, che è il contrario del familismo amorale di Banfield, basato sul principio “massimizzare i vantaggi
materiali a breve termine del nucleo familiare; dato che tutti fanno come voi” [Banfield 1958,85], porta avanti invece l’idea che l’interesse pubblico deve essere globale e continuativo.
L’esistenza della cultura civica nei presupposti dell’Associazione favorisce in genere un’ampia fiducia interpersonale e facilita la cooperazione tra i partecipanti per il raggiungimento di obiettivi comuni.
Nel nostro specifico caso, la fiducia notevolmente presente tra i soci, non combacia con la fiducia nei confronti
delle attività del Club; di conseguenza venendo a mancare la fiducia si indebolisce la cultura civica all’interno del Club
e si genera il disimpegno per quel che riguarda la capacità di iniziativa.
In sostanza le aspettative che creavano i presupposti per il crescere della fiducia, non si basano più come un tempo
sulla conoscenza, bensì i soggetti sono oggi guidati da obblighi morali e riconoscimento.
L’incongruenza sta nel fatto che gli intervistati dimostrano di condividere un’appartenenza comune e un sentimento di coscienza, garantendo in questo modo il riguardo e la reciprocità per l’altro ma allo stesso tempo il sentimento della fiducia per le intenzioni di progettualità e le dinamiche di organizzazione non si genera. È per questo che
siamo arrivati alla conclusione che il Club invece di produrre, consuma capitale sociale. Ma ciò sottintende anche che
all’interno dei Lions esista un’eredità di capitale sociale davvero notevole.
Individuare però le strutture e gli attori che impediscono una crescita di capitale sociale all’interno dei Lions è
poter pensare alle strategie da attivare affinché il problema venga almeno arginato.
La pressione che il Club dovrebbe pensare di attivare è tutta indirizzata verso la risistemazione dei ruoli degli associati. Attribuendo una riconoscibilità agli individui si attiva necessariamente l’obbligo morale e la responsabilità. È
l’aspettativa che gli altri ripongono in noi che fa l’uomo un essere sociale; difficilmente in una comunità dove ognuno riesce a ridisegnare i propri ruoli può crescere il disimpegno o la deresponsabilizzazione. Contare sull’altro attiva
un meccanismo circolare del dare-ricevere-ricambiare che vincola l’altro a noi e noi all’altro.
Affinché ciò si raggiunga, l’Associazione dovrebbe investire nella progettualità che aumenta l’interesse partecipativo, che ridisegna funzioni e ruoli, che garantisce il riconoscimento. In più questa progettualità deve necessariamente, in vista del relativamente scarso interesse che il Club richiama dall’esterno e quindi dalla società civile, essere proiettata verso le problematiche territoriali e garantire così anche una presenza effettiva verso la società, che un tempo
era parte dei Lions e permetteva anche un ritorno di immagine solo positiva.
La progettualità territoriale che ridisegna i ruoli e spinge verso un impegno partecipativo, è anche volano di informazione e comunicazione. L’operatività dei soci viene assicurata dalla loro preparazione e quindi da una formazione
ben indirizzata, che tra l’altro gli intervistati lamentano. Attivato un percorso formativo andrà da sé lo sviluppo di una
comunicazione e di uno scambio informativo anche con altre realtà sociali, e quindi l’apertura verso l’esterno verrà
garantita in maniera duplice.
Il difetto informativo e comunicativo registrato dall’inchiesta, inoltre, reclama un ricambio informativo che può
venire garantito in due modi: attraverso la preparazione dei soci anziani verso le dinamiche di comunicazione più
attuali che veda l’immagine dei Lions crescere e svilupparsi oltre che attraverso incontri e dibattiti, che sono necessari per la presa di coscienza e la messa in causa dei limiti e dei disagi, anche attraverso il web che sicuramente mondializza l’immagine e assicura la riconoscibilità e l’identità perduta.
La seconda procedura che può essere pensata vede un ricambio generazionale che assicura fluidità di comunicazione, ricambio informativo e creatività progettuale. Occorre però incentivare le iscrizioni dei soci più giovani che non
è detto vogliano sentirsi parte di una organizzazione, allo stato attuale, chiusa in se stessa. Quindi occorre prima atti-
vare una campagna di visibilità con un’azione di progettualità, per poi richiamare il desiderio di appartenenza.
Sarebbe stato interessante e sicuramente più illuminante poter raggiungere anche pareri e motivazioni più strettamente personali e indipendenti attraverso un’inchiesta di tipo qualitativo, dove il confronto diretto con gli associati divisi in fasce di età e ruoli all’interno del Club, avrebbe sicuramente suggerito soluzioni più specifiche
IDENTITÀ ASSOCIATIVA E CAPITALE SOCIALE
APPENDICE - Il questionario utilizzato nella nostra inchiesta campionaria
BIBLIOGRAFIA
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Bagnasco A. – Piselli F. – Pizzorno A. -Trigilia C., Il capitale sociale, istruzioni per l’uso, Il Mulino Bologna 2001.
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Bauman Z., La società individualizzata, Il Mulino Bologna 2002.
Bauman Z., Voglia di comunità, Editori Laterza Bari 2003.
Corbetta P., Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Il Mulino Bologna 1999.
Donati P. e Tronca L., Il capitale sociale degli italiani. Le radici familiari, comunitarie e associative del civismo, Franco Angeli Milano 2008.
Parsons T., Il sistema sociale, Edizioni di comunità Milano 1996.
Zoll R., La solidarietà, Il Mulino Bologna 2003.
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Anno Sociale 2009-2010 - N. 5
Governatore Vittorio Del Vecchio
Rivista del Distretto 108 YA dell’Associazione Internazionale dei Lions Clubs
“Passione, Progettualità ed Azione a servizio dell’Umanità”
Napoli - XIV Congresso Distrettuale
Cava de’ Tirreni - Badia di Cava
Il Melvin Jones al Cardinale Sepe
Montecatini - Congresso Nazionale
Presentazione libro
“Beni culturali minori”