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STORIE DI VITA & MALAVITA di e con Renato Dibì Orchestrazione e fisarmonica Gian Pietro Marazza Nell'immediato dopoguerra, nella nostra Milano si formò un nuovo genere di piccola malavita, bonaria, proletaria, delle case di ringhiera, dei Teddy boys, degli agglomerati urbani, rifugio di immigrati del Sud Italia. Era la "Ligera" o il "Lingia", sempre attento a non cadere nelle mani della "Madama"; sedotto dal mito cinematografico, del colpo che risolve la vita, rifiutava la violenza e la logica del lavoro, almeno non continuativo; per sopravvivere si arrangiava come poteva, rispettando però codici e valori ben precisi e pur vivendo nel disagio e ai margini della società, era pieno di umanità, di cuore e sogni d'avventura. Il ladro d’appartamento, il truffatore, il rapinatore gentiluomo, il boss della zona, il palo, il pappone, il piccolo contrabbandiere, il giocoliere delle tre tavolette, il borsaiolo, il pataccaro, popolavano la notte, nelle osterie e le bettole dei Navigli, tra alcolismo e prostituzione. Quella che seguirà sarà una mala diversa, molto più violenta e meno pittoresca, da quel grembo, nasceranno infatti, più tardi, veri e propri criminali. Il repertorio popolare delle "canzoni della Mala" ne raccontano le storie e l'atmosfera dei personaggi di quel mondo. tra le più famose "Porta Romana bella, La Rosetta, Ma mì". Canti per cantà Milan Sir Todero Brontolon SINOSSI: La commedia Sior Todero Brontolon andò in scena per la prima volta al teatro San Luca di Venezia, riscuotendo da subito un enorme successo. Lo spettacolo, fedele al vernacolo veneziano, racconta le traversie del piccolo mondo borghese che abita la casa del burbero ed avaro Sior Todero, che Goldoni nelle sue Memorie definisce "il più rustico uomo del mondo, scontroso e difficile". La vicenda ruota attorno al desiderio di Marcolina, la nuora di Todero, di maritare la figlia Zanetta ad un buon partito. La donna dovrà però fare i conti con le pretese del suocero, che vuol essere paron in tutto quel che accade sotto il suo tetto e quindi anche nel far sposare la nipote a chi conviene a lui. Ecco allora che la scena si anima degli scontri e delle furbizie tra gli abitanti della casa, ognuno interessato a volgere a proprio vantaggio le circostanze: l'indolente figlio di Todero Pellegrin, la battagliera Marcolina e la dolce Zanetta, la frizzante serva Cecilia e il vecchio fedele Gregorio, lo scaltro fattore Desiderio con l'ingenuo figlio Nicoletto, l'intraprendente spasimante Meneghetto e la risoluta cugina Fortunata. Chi avrà la meglio? Come spesso accade in Goldoni sarà l'astuzia femminile a risolvere la situazione. Sarto per signora Mi sont un milanes sentimental.... perché i milanes pensano minga domà ai danee. Presentazione: I sentimenti d'amore,di cartità, per la nostra città ,tutti li proviamo ma non sempre ci riesce facile parlarne. Noi non facciamo eccezione. Per rendere tutto più semplice li raccontiamo a modo nostro con allegria e qualche riflessione. Breve curriculum : Alessandro Galassi Da giovanissimo comincia a suonare con diversi complessi musicali, in Italia e all’estero. Collabora con la RAI partecipando come pianista accompagnatore e consulente musicale. La sua lunga attività di pianista lo vede suonare presso locali storici di Milano quali il Club2, il Santa Tecla, il Derby e soprattutto il Capolinea dove accompagna, come pianista stabile del locale, tantissimi interpreti. La sua lunghissima esperienza musicale gli ha permesso di collezionare un repertorio immenso che, grazie al suo brillante tocco e ad una spiccata inventiva armonica, gli permette di interpretare ogni genere musicale con un raffinato gusto. Alberto Ressa Attore,cantante, affabulatore fa rivivere Milano attraverso canzoni polari e d'autore della tradizione meneghina, intervallandole con rievocazioni storiche o tematiche : cos'è Milano; l'amore in milanese e tanto altro. La prerogativa è interagire con la gente che assiste e renderla interprete diretta. Unico scopo divertirsi facendo divertire... Avocatt Traversa...Causa Persa Antonio Traversa, modesto e perdente avvocato di provincia, conduce la sua grigia esistenza in compagnia della governante Teresa, molto”bella dentro” innamorata di lui ma non corrisposta. Lavora col suo praticante di studio Averardo, un giovane nobile decaduto, che non è quel che si può definire un intraprendente, succube della madre, una contessa vedova da anni che sotto il peso della propria femminilità repressa, riversa sul figlio tutte le sue frustrazioni. La quotidianità del Traversa viene rivoluzionata dall’improvviso arrivo di Margherita, una lontana parente che con la propria esuberanza riesce a stravolgere tutte le abitudini della casa dell’avvocato e con la sua intelligenza a chiudere, per il meglio, tutte le cause pendenti, che senza il suo aiuto sarebbero state perse. Inoltre la vitalità di Margherita trascinerà il nostro umile Antonio in una ritrovata giovinezza che gli permetterà di risolvere alcuni problemi sentimentali sia suoi che dei suoi amici e l’immancabile happy end chiuderà questa brillante commedia di Amandola e Corbucci che la vis comica di Gianfranco Galbiati renderà ancora più divertente. La fortuna l’è sorda