L`OSSERVATORE ROMANO
Transcript
L`OSSERVATORE ROMANO
Copia : 1,00 Copia arretrata : 2,00 Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 L'OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Unicuique suum Anno CXLVIII n. 303 (45.043) Non praevalebunt Città del Vaticano mercoledì 31 dicembre 2008 Oltre trecentocinquanta le vittime dei bombardamenti sulla Striscia di Gaza Benedetto Alla ricerca di vie di pace per fermare le armi PARIGI, 30. Si moltiplicano le iniziative internazionali per trovare una via d'uscita alla guerra a Gaza. Mentre Israele annuncia una «guerra a oltranza», se i razzi di Hamas continueranno a bersagliare il territorio dello Stato ebraico, tutti gli occhi del mondo sono puntati su Parigi, dove oggi è in programma un vertice straordinario della diplomazia europea. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Kimoon, è tornato a chiedere a entrambe le parti la cessazione delle ostilità. Egitto e Autorità palestinese hanno sollecitato il Consiglio di sicurezza dell'Onu a intervenire per la fine immediata degli «inaccettabili attacchi». A quattro giorni dall'inizio dei bombardamenti aerei un portavoce di Tsahal ha dichiarato oggi che «le forze di terra sono pronte». Gli ultimi bilanci parlano di oltre 360 vittime e circa 1.700 feriti tra la popolazione palestinese. Ehud Olmert è stato chiaro: l'operazione durerà ancora a lungo; i raid sono solo «il primo capitolo di una serie di fasi approvate dal Gabinetto di sicurezza». Abu Mazen, presidente dell'Autorità palestinese, ha convocato a Ramallah tutte le fazioni palestinesi. «Devo fermare lo spargimento di sangue — ha detto Abu Mazen — non è il momento di parlare di divisioni». Il presidente dell'Ap ha avuto anche un colloquio telefonico con Sarkozy durante il quale è stato fatto il punto della situazione degli aiuti umanitari a Gaza. Per sventare una pericolosa escalation delle violenze il presidente di turno dell'Unione europea, il capo di Stato francese, Nicolas Sarkozy, che ieri ha parlato con il presidente egiziano, Hosni Mubarak, ha convocato un vertice straordinario dei ministri degli Esteri dei Ventisette. L'incontro sarà presieduto dal capo del Quai d’Orsay, Bernard Kouchner, e dovrebbe vedere la presenza anche di Javier Solana, l’alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell'Ue. Secondo fonti diplomatiche, Bruxelles sta valutando una serie di opzioni, tra cui anche l’ipotesi di riaprire la missione a Rafah. La Commissione europea ha diramato oggi un comunicato nel quale si esprime «profonda preoccupazione per la situazione a Gaza» e si chiede l'immediata fine delle ostilità. Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha avuto contatti con il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon e con diversi capi di Stato e di Governo, tra cui il premier israeliano, Ehud Olmert, quello libanese Fouad Siniora, l'alto rappresentante Ue Javier Solana e i ministri degli Esteri di Francia, Gran Bretagna, Egitto, Arabia Saudita, Turchia e dello Stato di Israele. Anche il mondo arabo si mobilita per spegnere l'incendio di Gaza. Il primo ministro turco, Recep Tayyp Erdogan, inizierà domani un tour in Siria, Giordania, Arabia Saudita ed Egitto, per cercare di avviare un dialogo di ampio respiro. «Avrò colloqui su quanto può essere fatto per riportare pace e stabilità in questa area», ha spiegato un portavoce di Ankara. Ma non sarà facile: il segretario generale della Lega araba, Amr Moussa, ha definito ieri «insufficiente» il comunicato del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sull’operazione militare israeliana e ha criticato «il silenzio americano e di alcune parti occidentali». Moussa sostiene anche che «c’è una tendenza di alcuni Paesi a credere alle menzogne che danno un’immagine niente affatto rea- le della situazione nei Territori». Le dichiarazioni dello Stato ebraico «sono sbagliate e mancano di precisione — ha detto Moussa — e non giustificano i massacri e le uccisioni di civili». Minacce di nuove ostilità arrivano dal Libano. Esprimendo soddisfazione per le manifestazioni in sostegno ai palestinesi della Striscia avvenute ieri al Cairo, Amman e Beirut, il leader del movimento sciita Hezbollah, Hassan Nasrallah, si è rivolto «ai popoli arabi e musulmani», esortandoli «a continuare la mobilitazione a tutti livelli, sottolineo a tutti i livelli», e a esser «pronti a eseguire ogni tipo di decisione». Nasrallah ha dichiarato che i suoi combattenti sono allertati per fronteggiare una possibile «nuova aggressione del nemico israeliano». SERVIZI A PAGINA 3 Sempre più critica la situazione umanitaria la situazione diverrebbe ancora più drammatica, perché «non abbiamo più scorte di cibo» e negli ospedali di Gaza «regna il caos», con un afflusso continuo di feriti in condizioni molto gravi. Proprio per questo, il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr), che nella Striscia ha attualmente otto volontari giunti da vari Paesi e sessantacinque collaboratori locali, ha lanciato un appello per l'invio di medicine. Nonostante le enormi difficoltà negli spostamenti, la Croce Rossa è comunque riuscita a far entrare a Gaza cinque ambulanze e tre automezzi attrezzati per le trasfusioni di sangue, oltre che generatori elettrici. Intanto, continua, sempre con lentezza, l'esodo in Egitto dei palestinesi feriti dai raid israeliani. Attraverso il valico di Rafah sono giunti all'ospedale di Al Arish trentasei feriti gravi, accompagnati da trentadue familiari. Il responsabile per gli Affari umanitari dell'Onu ha aggiunto che a Gaza non ci sono più rifornimenti di carburante e questo potrebbe mettere in pericolo gli uffici dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi e gli ospedali locali, ormai stracolmi di feriti, che ottengono l'elettricità solo attraverso generatori a benzina. Holmes ha detto che l’Onu ha «contatti tecnici con Hamas, soprattutto per l’assistenza umanitaria». Su istruzione del ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, è stata autorizzata anche oggi la consegna ai palestinesi di Gaza di un convoglio di aiuti umanitari organizzati dalla Croce rossa internazionale, dall’Unrwa e dall’Unicef. Fonti locali riferiscono che nella prima mattinata oltre cento camion carichi di aiuti di vario genere si sono raccolti al valico di Kerem Shalom, nel sud della Striscia, e successivamente si sono diretti verso Gaza. Il convoglio di aiuti umanitari includeva anche cinque ambulanze. Nel mezzo di una crisi economica dai contorni devastanti per gran parte dell'umanità si registrano conflitti acuti e persistenti in diverse aree del mondo. Ultimo, denso di incognite ma non improvviso, la rappresaglia di Israele nella Striscia di Gaza. L'anno nuovo che giunge si trascinerà i tanti problemi rimasti insoluti nell'anno che se ne va. È in questo navigare a vista, nell'involuzione della speranza che blinda il cuore di tanti, che Benedetto XVI ha qualcosa di significativo da dire. In tempi difficili emerge meglio l'intensità della sua riflessione sulla fede, mai banale, mai impositiva. Egli è un Papa di pace in tempi di guerra, ossia nelle stagioni — come la nostra — in cui prevalgono le polemiche, le incomprensioni sino al ricorso alle armi invece che alla verità e ai diritti umani. La fede in Papa Ratzinger è, infatti, discorso sulla speranza che apre a quello sul senso di ogni esistenza. Chi ci aiuta a vivere? È la questione che percorre l'intera riflessione cristiana di Benedetto XVI. Si tratta di una domanda che egli ha posto sempre anzitutto a se stesso, ma che rivolge alla Chiesa e a ogni uomo e donna. È una prospettiva esistenziale, incarnata nella vita di ogni giorno che per tanti, troppi, è impastata di fatica. È dunque un dialogo sulla vita e le sue vicissitudini che il Papa intende tenere aperto con tutti. Senza segreti obiettivi o ricerca di egemonie. Se si torna a sfogliare il suo discorso di inizio pontificato, si trova una definizione impegnativa e limpida di coloro che — il successore di Pietro in testa — sono chiamati ad annunciare il vangelo: «Noi esistiamo per mostrare Dio agli uomini». È un compito non facile dal momento che non sempre viene capito in questi termini. Occuparsi di Dio costringe a rifare i giochi in tutti i campi. È come riprendere da capo una partita a scacchi: cambiano le strategie perché c'è una illuminazione nuova. Ratzinger ha detto e ripetuto di voler mettere a confronto la vita di ogni giorno con Dio, presentato come un caso serio, l'unico capace di portare gioia duratura. Piùcheintransigente,Benedetto XVI appare esigente, a cominciare dalla sua Chiesa, perché il dover mettere Dio al centro le richiede conversione, negli uomini e nelle strutture. Ma esigente si rivela pure nel rapporto tra fede e ragione a motivo della importanza stessa del dialogo proposto. Quando il colloquio diventa Il Pakistan auspica il dialogo con l'India Il Pakistan — ricorda l'agenzia di stampa Agi — ha condannato gli attacchi di Mumbai e ha negato qualsiasi tipo di coinvolgimento nella vicenda. L'India, all'indomani dei sanguinosi fatti, aveva accusato il Pakistan di essere dietro a quanto accaduto a Mumbai. E da tempo New Delhi chiede un maggior impegno da parte di Islamabad nella lotta al terrorismo. Oggi — riferisce l'agenzia di stampa Adnkronos — il ministro degli Esteri pakistano ha sollecitato l'India a ritirare le sue forze militari alle posizioni di pace e a disattivare l'allerta nelle basi avanzate. In un intervento trasmesso dalla televisione, il ministro Qureshi ha sottolineato l'importanza dei contatti diretti avviati fra i vertici militari dei due Paesi. «È nell'interesse di tutti procedere in modo positivo» ha detto il capo della diplomazia pakistana. Fatto sta che nei giorni scorsi Islamabad ha trasferito le truppe dal confine con l'Afghanistan a quello con l'India; inoltre ha sospeso tutte le licenze ai militari con compiti «operativi». Il Governo di New Delhi ha risposto, dal canto suo, con una riunione, peraltro prevista da tempo, tra il premier Manmohan Singh e i vertici delle forze armate, e con un invito ai cittadini indiani a evitare di recarsi in territorio pakistano. Doganiere indiano ispeziona un camion pakistano impegnativo per la vita — e il dialogo tra fede e ragione lo diventa sempre — può essere comodo ogni diversivo, e perfino mettere sul banco degli imputati il proprio interlocutore. Capita pure ai papi di trovarsi pregiudizialmente accusati di ogni sorta di responsabilità. «Chi si occupa della vita e dell'opera di Ratzinger — si legge in proposito nella postfazione del volume Chi ci aiuta a vivere? — incontra un intelligente e saggio pensatore, i cui giudizi possono essere controversi, ma sono sempre differenziati e ben fondati. Si viene a conoscere un pastore che coglie con sensibilità le preoccupazioni e i bisogni dell'uomo di oggi e cerca di dare risposte che servono di orientamento. Appare un uomo di Chiesa che diagnostica con occhi limpidi i problemi della Chiesa e del mondo, si interroga sulle loro cause e cerca le possibili soluzioni. E ci si accosta a un uomo di preghiera, che nella fede fiduciosa in una sorgente che ci fa vivere, cerca di schiudere questa fonte anche ad altre persone». Che nel Papa sia dominante la preoccupazione per affermare una vita spirituale nella Chiesa e nel mondo appare evidente dai suoi insegnamenti. Si ricordino per tutti le due encicliche sulla carità, all'inizio del pontificato, e sulla speranza. Quest'ultima usciva al termine dello scorso anno e presentava una lettura della storia a partire dalla promessa cristiana di una vita futura. Senza questo orizzonte non si comprende neppure la Chiesa. Ripresa in mano a un anno di distanza, quell'enciclica aiuta a cogliere ciò che sta davvero a cuore a Benedetto XVI, la conversione che richiede ai credenti, le realtà divine che possono avere un'eco universale e sulle quali è sempre attuale, in ogni generazione, riannodare i pensieri di tutti. Al centro della speranza cristiana vi è Cristo, colui che nel pensiero di Ratzinger giudicherà la storia con il metro dell'amore. È una visione ottimistica del futuro: «Nel momento del giudizio sperimentiamo e accogliamo questo prevalere del suo amore su tutto il male del mondo ed in noi. Il dolore dell'amore diventa la nostra salvezza e la nostra gioia». Dalla grande prospettiva finale della storia l'attuale Pontefice trae la scelta di operare per la pace, considerata anticipazione del Regno di Dio. È da quello sguardo sul presente a partire dalla fine dei tempi che egli ha scelto il nome di Benedetto e predica la riconciliazione. c.d.c. NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Siria Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Mario Zenari, Arcivescovo titolare di Zuglio, finora Nunzio Apostolico in Sri Lanka. . Permane alta la tensione dopo gli attentati a Mumbai ISLAMABAD, 30. Urge il dialogo di pace tra Pakistan e India, perché la tensione tra i due Paesi non si placa. Dagli attentati di novembre a Mumbai, che hanno causato la morte di 179 persone, la tensione ha raggiunto un punto critico. A parlare di dialogo di pace, ieri, sono stati i vertici militari pakistani al vice ministro degli Esteri cinese, He Yafei, in visita ufficiale a Islamabad per un incontro con il suo omonimo pakistano, Shah Mehmood Qureshi. Per Islamabad, dunque, il dialogo fra i due Paesi deve riprendere al più presto. Il generale Tariq Majid, presidente della Commissione degli stati maggiori riuniti pakistano, ha dichiarato che bisogna «evitare atteggiamenti bellici provocatori, riavviare misure reciproche di inversione dell'immediata crisi e riprendere al più presto il dialogo di pace». Secondo il capo di stato maggiore, il generale Ashfaq Kayani, «è necessario evitare il conflitto, favorendo la pace e garantendo la sicurezza». e la speranza Chi ci aiuta a vivere Appello della Croce Rossa per l'invio di medicinali NEW YORK, 30. Con l'obiettivo di aiutare e assistere la stremata popolazione della Striscia di Gaza, sottoposta da quattro giorni ai bombardamenti dell'aviazione israeliana, le Nazioni Unite hanno cominciato a inviare i primi convogli umanitari, ma i responsabili dell’Onu temono un’ulteriore escalation da parte israeliana che rischia di essere fatale per molti civili. In una conferenza stampa a New York, il responsabile dell’Onu per gli Affari umanitari, John Holmes, ha detto che finora sono complessivamente entrati nella Striscia di Gaza quattro camion dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), quindici autocarri del Programma alimentare mondiale (Pam) e cinque carichi di medicinali. Il responsabile dell’«Unrwa» a Gaza, Karen AbuZayd, durante un collegamento video con il Palazzo di Vetro di New York, ha detto che, in caso di un attacco via terra di Israele, XVI . Il Santo Padre ha nominato Consultori della Congregazione per il Clero i Reverendi: Monsignor Giuseppe Sciacca, Prelato Uditore del Tribunale della Rota Romana; Sacerdote Valerio Michele Adriano, dell'Arcidiocesi di Torino (Italia); Sacerdote Davide Cito, della Prelatura personale dell'Opus Dei, Professore di Diritto Penale nella Pontificia Università della Santa Croce, Roma; Padre James Conn, S.I., Professore di Diritto Canonico nella Pontificia Università Gregoriana, Roma; Sacerdote Enrico Dal Covolo, S.D.B., Professore nella Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche della Pontificia Università Salesiana, Roma; Sacerdote Alberto Franzini, della Diocesi di Cremona (Italia); Sacerdote Martin Grichting, della Diocesi di Chur (Svizzera); Padre David-Maria Jaeger, O.F.M., Professore di Diritto Canonico nella Pontificia Università «Antonianum», Roma; Padre Moacyr Malaquias Júnior, O.F.M., Professore di Diritto Patrimoniale Canonico nella Pontificia Università «Antonianum», Roma; Sacerdote Jesús Miñambres, della Prelatura personale dell'Opus Dei, Professore di Diritto Amministrativo nella Pontificia Università della Santa Croce, Roma; Sacerdote Luis Navarro, della Prelatura personale dell'Opus Dei, Decano della Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università della Santa Croce, Roma; Sacerdote Christoph Ohly, della Diocesi di Köln, Assistente alla Cattedra di Diritto Canonico dell'Università Cattolica di München (Germania); Padre Jan Śliwa, O.P., Vice-Decano e Professore nella Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università San Tommaso d'Aquino, Roma; e l'Illustrissimo Dottore Richard Fitzgibbon, Psichiatra, Membro dell'Associazione Medici Cattolici degli Stati Uniti d'America (Stati Uniti d'America). . . Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Lichinga (Mozambico), il Reverendo Padre Elio Greselin, S.C.J., già provinciale dei Padri Dehoniani in Mozambico.