Giugno 2008 - Seppi, Andreas

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Giugno 2008 - Seppi, Andreas
iario dal tour
i
O TRa
di Andreas Seppi
ROGI, RAFA e DJOKO
In semifinale ad Amburgo sono arrivati Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic
e... Andreas Seppi. La prima “semi” in un Masters-Series significa anche best ranking,
numero 1 d’Italia e testa di serie al Roland Garros. Ma non solo: la consapevolezza
di aver giocato alla pari con il numero 1 Atp e aver preso i complimenti del numero 2
R
tuto prima e quindi non
era proprio una passeggiata. Poi ho dato 6-3 6-2
a Gasquet, che non sta
benissimo ma che ha giocato con molto ordine.
Poi con Monaco ho giocato davvero bene, non
Foto DPPI/GRAZIA NERI
agazzi, che impressione: sabato ad Amburgo
entro nello spogliatoio
con il mio coach Max
Sartori e a destra mi
trovo Toni con Rafael
Nadal, a sinistra Vajda
andreas
seppI IN
GINOCCHIO
SULLA TERRA
ROSSA DI
AMBURGO
DOPO LA
VITTORIA SU
NICOLAS KIEFER
CHE GLI è
VALSA LA
SEMIFINALE IN
UN MASTERS
SERIES, LA
PRIMA IN
CARRIERA
con Novak Djokovic, e
poco più in fondo Roger
Federer con il suo staff.
Erano i semifinalisti, gli
altri tre. Perché uno ero
io. La prima volta in un
Masters-Series, che situazione splendida! Devo
dire che stare in mezzo
a certi giocatori ti dà una
sensazione unica. Il torneo era cominciato bene,
avevo superato Berrer,
che non avevo mai bat-
solo di colpi ma anche di
testa, perché sono uscito
alla grande da un paio di
momenti molto delicati e
ho vinto facile.
on Kiefer invece ho
giocato contro 8.000
persone (giustamente,
visto che eravamo in
Germania). Per fortuna
sentivo anche la voce del
mio unico tifoso: Max
sembrava un ultrà, gridava e mi incoraggiava
C
alla fine di ogni punto.
Eppure il mio match
più straordinario è stato
quello perso (guardate
un po’) con Federer. Il
risultato non dice proprio la verità, perché
ci ho giocato alla pari.
Scusate, se è poco... Dopo il match ho incrociato Nadal in persona che
mi ha detto: “Incredibile
Federer oggi, complimenti”.
Una grande “semi” comunque. E io pensavo
d’aver sorpreso tutti
con questo risultato, ma
non il mio coach, Max
Sartori. Il primo giorno ad Amburgo infatti,
in allenamento, me l’ha
detto subito che facevo
impressione: in effetti
tiravo fortissimo, anche
col rovescio. E quando
mi capita vuol dire che
sono proprio in forma.
Avevo proprio le sensazioni giuste, tutto quello
che facevo lo facevo meglio del solito.
a questo è un diario, no? Quindi
vi devo parlare anche
di quello che è successo prima di Amburgo.
Allora, l’ultima volta vi
avevo raccontato dell’avventura in Coppa
Davis. Bene, ripartiamo
da lì. Subito dopo essere tornato dalla Croazia,
non ho giocato a Valencia per potermi allenare
bene a Monte-Carlo, poi
ho giocato a Monaco. Lì
ho perso in due set dal
“Bole” (Simone Bolelli, n.d.r.) che ha giocato
come un treno. Allora
M
abbiamo pensato di andare subito a Roma per
allenarci con calma e con
tranquillità. Ho perso
con Blake ma devo dire
che tutte e due queste
sconfitte mi sono servite
molto. E quella “semi” lo
dimostra, no?
opo Amburgo sono
partito subito per
Poertschach... “Hai appena corso come un pazzo raggiungendo un ottimo risultato, più di tre
ore con Kiefer di venerdì, poi Federer al sabato.
Ma chi te lo fa fare?”, direte voi. Ve lo spiego. C’è
un regolamento che obbliga i giocatori a ritirarsi
dal torneo della settimana successiva entro le 18
di venerdì sera: con Kiefer ho giocato alle 17. Ho
pensato: “se perdo con
Nicolas vado a giocare
volentieri, ma se vinco mi
ritiro”. Il problema è che
quando ho finito contro
il tedesco, erano passate
da un sacco le sei... a quel
punto, per regolamento,
sarei dovuto venire qui
(visto che vi scrivo proprio dall’Austria) in ogni
caso per l’Atp e allora
mi sono detto: “gioco”.
Anche perché questo
torneo ha le stesse palle
del Roland Garros, una
buona occasione per cominciare a prenderci la
mano. A proposito, lo
sapete che a Parigi sarò
testa di serie? La numero 32, bellissimo, un gran
bell’obiettivo centrato.
Ci devo arrivare pronto,
però... vado ad allenarmi!
Alla prossima.
D