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Febbraio 2011
100%
...IL GRANDE SOGNO!
IL RACCONTO DI ALESSANDRO CRESI
Abbiamo aspettato che si togliesse la
provai a fare un piano, una traccia, un
muta e si rivestisse, poi, subito, ha risposto alle
contorno che unisse il mare alla terra!
nostre domande, con un racconto unico, che
abbiamo fatto bene a registrare. Ecco le sue
parole: “...ricordo che le terribili raffiche da
...E’ bastato questo ricordo per
imbarcarmi in questa nuova avventura:
- mi allenerò seguendo un motto
ovest scompigliavano l’erba del fiordo; la
confuciano che suggerisce di - raggiungere
pioggia sguaiata e insistente bussava alle
ciò che non si conosce attraverso ciò che si
finestre del pub. Fuori le oche di greylan
conosce - Ma avrò bisogno di molto
schiamazzavano eccitate dall’equinozio. In
allenamento, perché dall’ultimo bicchiere di
Ottobre le ore di sole, si sa, calano
scotch non ho più affrontato il freddo
drasticamente, lasciando il cielo in balia di
dell’Oceano...”.
luci metalliche e di interminabili crepuscoli.
Lo abbiamo ascoltato fino in fondo e poi
Intanto lo stemma araldico delle Orkney,
ci siamo promessi, l’un l’altro, di incontrarci
sulla bandiera, era teso dalla forza del
nuovamente questa estate, quando la rotta
vento. Era una forte depressione di natura
sarà finalmente tracciata e gli allenamenti in
islandese che si stava abbattendo sulla
mare saranno più frequenti.
Scozia Settentrionale per proseguire il suo
“In culo alla balena”, ci ha gridato dalla
cammino verso la Norvegia...Questo era lo
banchina, sorseggiando un the caldo che
scenario in quell’Ottobre 1997”.
profumava di salvia e di menta selvatica.
“Ecco, così iniziai a lavorare con la mia
immaginazione: piegato su una potente
stufa a carbone, rincuorato da due dita di
single-malt e da una mappa delle isole,
[1]
Alessandro Cresi
Silenzioso e riservato è quel tipo
di uomo che si rivela piano piano,
con una combinazione di educazione
e intelligenza che solo una vita
“scolpita giorno per giorno” può
darti. Questo atteggiamento,
confondibile con una generica
timidezza, mostra tutti i suoi lati
positivi in mare, specialmente se
le previsioni parlano di tre giorni
di maestrale...
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febbraio 2011
100%
LA SMORFIA DI FRANCO BELLELLI
A chi pensa che alcuni personaggi esistano solo oltre oceano, noi proponiamo il nostro amico Franco Bellelli, detto il
“Bud Spencer” del lago per i suoi trascorsi agonistici nel nuoto internazionale e la sua possente corporatura
Lo abbiamo atteso sulla banchina, vicino
La polizia commentò, rassegnata:” A volte
alla quale è emerso dopo un’immersione
le macchine rubate si trovano, a volte no,
interminabile, sotto il ghiaccio del lago.
però, che strano, rubare una vecchia 2CV,
Gli abbiamo chiesto di raccontarci
color senape ! In quei giorni mi spostavo
qualcosa di significativo della sua vita che
ripetutamente dalla stanza sotto il tetto
potesse ricondurlo a quella scelta, ormai
della segheria; mi affascinava l’idea di
definitiva, di affrontare l’oceano, in solitaria, a
tracciare, da solo, un percorso che mi
nuoto, con un itinerario davvero incredibile! E
avrebbe portato ad attraversare a nuoto le
così Franco ha iniziato a parlarci, sottovoce,
isole scozzesi. Nessuno aveva giudicato
quasi in estasi mistica: “ Era l’Ottobre del
fattibile questa impresa!
1997, quando mi alzai, la mattina presto, per
...E’ andata proprio così: poi, qualche
partire in direzione Bordeaux, per allenarmi
mese fa ho incontrato Alessandro e
Franco Bellelli
sulla costa oceanica: purtroppo la mia
abbiamo messo insieme le forze per iniziare
automobile era sparita. Rubata. Sul piazzale
ad allenarci. Anch’io, come lui, non mi
della segheria, dove sarebbe dovuta essere,
allenavo più con costanza dall’ultimo
c’erano solo le impronte sull’erba. La sera
bicchiere di Barbera d’Asti bevuto nella
prima ero rientrato tardi dopo una nuotata
solita vecchia segheria, con la pialla in
Dove c’è acqua, c’è lui, dove c’è
novità, bisogna provare! Questo è
lo spirito che anima il nostro
nuovo “Bud”. Eccolo mentre solleva
un lastrone di ghiaccio a mani
nude.
nella Dora Riparia, all’altezza di Bussoleno
mano e la legna da tagliare...”.
(Valle di Susa). Avevo chiuso la macchina ?
Lo abbiamo ascoltato fino in fondo e poi
certo che l’avevo chiusa: ricordavo
ci siamo promessi, l’un l’altro, di incontrarci
benissimo che per farlo più comodamente
nuovamente questa estate.
avevo appoggiato sul tettuccio il borsone
con le pinne, la muta, i pesi e tutto il resto.
Anche il suo the, profumava di salvia e di
menta selvatica.
[2]