INSIEMEPERLALEGALITA-spettacolo Gioco d`azzardo

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INSIEMEPERLALEGALITA-spettacolo Gioco d`azzardo
Se questo è un gioco…
Lettura-spettacolo di e con Luca Chieregato e Chantal Masserey
Coordinamento registico di Claudio Orlandini
Ognuno di noi, sempre, gioca uno o più ruoli nella propria esistenza. Giochiamo il ruolo di figli,
di genitori, di lavoratori e lavoratrici, di clienti, di utenti… e tanti altri ancora. E giocando questi
ruoli, impariamo a crescere, ad amare, a vivere, a entrare in relazione con il mondo. Da
bambini i nostri giochi sono sempre sorgente di gioia, di energia, di creatività, di emozioni, di
apprendimento, di relazioni. Certe volte invece si perde, ci si fa male, ma si esce sempre con
un’esperienza in più che ci permette di continuare la vita con maggiore consapevolezza.
Anche da grandi si gioca: giocare significa stare insieme, creare insieme, regolarsi, arrendersi,
divertirsi, vincere, perdere, crescere, conoscersi… Nel gioco d’azzardo tutto questo scompare
per ridursi a una sola parola: perdere. Perdere soldi, dignità, fiducia, affetti, lavoro… fino a
perdere se stessi creando disperazione, devastazione, solitudine. Allora così non vale. Questo
non è un gioco. E non dovrebbe nemmeno chiamarsi così. Se fa piangere, morire, se allontana
le persone, le isola, se ti distrugge giorno dopo giorno… non è più un gioco. Ma che cosa ci
attrae, nel gioco d’azzardo? Quale oscura parte di noi si lascia sedurre, trascinare, imprigionare
da questo incantesimo? Perché siamo così fragili, e prede facili delle dipendenze? Come
stiamo, noi? Possiamo recuperare il gioco nella sua valenza costruttiva, di svago e di tempo
libero? Sì. Lo possiamo fare anche attraverso il “to play” utilizzato per interpretare dei ruoli a
teatro. Per noi teatranti il gioco è “to play”: recitare. Sulla scena la dea fortuna e il malcapitato
uomo si giocano tutto: il povero essere umano si dibatte, discute, dipende da ogni minima
smorfia della sua compagna. La relazione si declina tra gioco amoroso, morboso, vittima e
carnefice si danno battaglia a colpi di seduzione. La dea fortuna ammalia il suo compagno, lo
cinge e lo costringe, e lui si illude di poter cambiare il suo destino in un colpo di mano, un
colpo di dadi, un giro della ruota. Ma è solo illusione, incanto, fascino mortale. E il gioco, la
partita, può avere molti esiti: tutto dipende da te. Puoi decidere di affidare la tua vita in mano
a una biglia impazzita, oppure armarti di coraggio e responsabilità e dire la tua, farti sentire,
prendere in mano la tua vita e giocartela, fino in fondo.
Allora, mettiamoci tutti in gioco. Con questa mostra e con questo spettacolo. Mettiamoci in gioco
nel ruolo di spettatori e osserviamo l’esperienza della loro messa in gioco: quella di chi ha fatto
queste fotografie e quella degli attori che giocheranno l’illusione, il dolore, la falsità, l’inganno, la
doppiezza, l’ambiguità, il pericolo, l’equivocità del gioco d’azzardo.
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