N.36 settembre (3,1 MbPdf) - Fondazione Contessa Rizzini Onlus

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N.36 settembre (3,1 MbPdf) - Fondazione Contessa Rizzini Onlus
Raccontiamoci
BIMESTRALE DELLA FONDAZIONE “CONTESSA RIZZINI - Onlus”
Supplemento al numero 91 - Agosto 2010 de “la Notizia”
Numero
trentasei
- Settembre
Numero
trentatreMarzo 2010
INDICE
Editoriale
pagina 3
Tutti in festa
pagina 4
L’angolo delle interviste
pagina 6
Lo spazio degli operatori
pagina 9
Le ricette illustrate
pagina 12
Notizie dal Centro Diurno
pagina 13
I mestieri di contrada
pagina 14
RIZZINI IN FESTA 2010
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DIRETTORE
RESPONSABILE
Andrea Dal Prato
DIRETTORE
Claudio Delmenico
CAPO REDATTORE
Andreina Piccardi
REDAZIONE
Alessandra Schiavoni
Cristina Togni Delmenico
tel. 0376 819120
e-mail: [email protected]
EDITORE
Centro Culturale S. Lorenzo
46040 Guidizzolo (MN)
e-mail: [email protected]
Autorizzazione del Tribunale di Mantova
N° 8/95 del 30-05-1995
R. O. C.: N° 9434
del 16-10-2000
Stampa: Arti Grafiche Studio 83 - VR
In copertina
Gli antichi mestieri: el muleta
Per gentile concessione
di Franco Turcato
Programma
ore 16.00:
Saluto di Benvenuto
Spettacolo dialettale “Mutuabile”
a cura del personale della Fondazione
Regia di Carlo Zuanon.
Intrattenimento musicale
di Isa Santachiara
ore 19.00:
Cena sotto le stelle.
ore 21.00:
Sottoscrizione a premi.
Nella Sala Polivalente della Fondazione, inaugurazione de:
“I vecchi Mestieri”, esposizione tematica, aperta sino a
sabato 2 ottobre.
Vi aspettiamo per trascorrere un’allegra giornata in compagnia !!!
EDITORIALE
IL RIZZINI IN FESTA
IL RIZZINI IN FESTA
Quando con il “Pres” ci siamo accordati
sull’editoriale devo dire che ho pensato: “…e
adesso cosa scrivo?”.
Difficile scrivere qualcosa che in sette anni i lettori di “Raccontiamoci” non abbiano già letto,
così ho deciso di spiegare meglio cosa ho capito
nei pochi giorni dal mio rientro dopo la maternità.
Ho capito lo sforzo dei miei colleghi e del
gruppo che, nonostante lavoro, famiglia, figli e
casa, appena rientrata, mi hanno detto: “…sì ci
sono”.
Una volta da ragazza spensierata ci pensavo
meno, niente grandi impegni, nessuno che mi
aspettasse a casa che avesse bisogno di me e
quindi vivevo in maniera più spensierata questo
evento.
Come però non dimenticare le parole della mia
mamma che mi diceva: “…guarda che le cose
cambieranno…” ed infatti è stato proprio così.
Ora comprendo meglio chi lavora e collabora
con me ed a loro va tutta la mia stima per lo
sforzo, le rinunce, i rientri e la disponibilità di
tempo che mi è stata accordata.
So che loro credono nel “Rizzini in Festa” come
me e questo mi fa dire: “ Ragazzi è ora di ricominciare. Settembre è arrivato”.
Grazie di cuore a tutti voi.
Quando penso al periodo che precede la nostra
Festa annuale mi viene sempre in mente un motore diesel.
Non certo uno di quei motori diesel attuali, per
i quali basta girare la chiavetta e son già quasi
pronti a partire a pieno regime, ma ai vecchi
motori di altri tempi.
Eh già… ci voleva del tempo per scaldare la
candeletta. La messa in moto poi era stentata,
quasi ingrippata ed era consigliabile scaldare
molto bene tutto il motore prima di partire.
Però, quando poi tutto aveva preso a girare a
regime, esprimeva tutta la sua potenza ed era
veramente certo che non si sarebbe più spento, 3
a prescindere degli sforzi che avrebbe incontrato.
Ecco, il gruppo che porta avanti la nostra Festa è così. Gli ci vuole un po’ di tempo magari
per trovare l’idea giusta per il filo conduttore
della Festa; sarà anche farraginoso all’inizio,
ma una volta partito chi lo ferma più? Anche
quest’anno, intoppi ed incidenti vari non sono
mancati (e peraltro già brillantemente superati), ma poi, come sempre, si dovrà comunque
affrontare l’alea del tempo (che ovviamente non
dipende da noi). Non importa, si va avanti in
ogni caso, perché tutto quello che è possibile
fare (sono certo) verrà fatto, anche a costo di
rubare del tempo prezioso alle rispettive famiglie od al proprio tempo libero.
Grazie di tutto ragazzi!!!
Alessandra
Il Presidente
Claudio Delmenico
Ebbene sì, la Festa della Fondazione si appresta
a compiere il nono compleanno (per me l’ottavo)
e se solo ci penso mi viene molto da sorridere.
Durante la mia assenza per evidente stato di gravidanza, in questi mesi ho potuto pensare un po’
come questi sette anni trascorsi qui siano passati
veloci e come, nel tempo, certe cose siano cambiate.
Forse non tutti i cambiamenti sono stati in positivo; forse certi errori commessi potevamo
risparmiarceli, ma dicono che, solo sbagliando
s’impara e che perseverare è diabolico.
Il “Rizzini in Festa”, per esempio, è cambiato
molto.
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Siamo partite, io e la mia collega Elena, ad organizzare questa festa con tanto entusiasmo, ma
con un po’ d’incoscienza.
Il primo anno la Festa era organizzata in Via
Madonna del Rosario ed aspiranti attrici e sceneggiatrici avevamo messo in scena barzellette,
più o meno divertenti, insieme al personale che
per l’occasione e per la prima volta si era messo
in gioco.
Chi ci aveva aiutato dall’esterno? Busca, l’allora
presidente della Protezione Civile, che ci aveva
trovato come palco il cassone di un camion, così
alto che per salire ci volevano i trampoli.
In quell’edizione anche il complesso, il marito
di Sandra nostra ex collaboratrice ed il suo compagno avevano caricato gli strumenti e suonato
sul camion.
La cena poi, era veramente sotto le stelle… Il
tendone? Un miraggio!
Negli anni la Festa ha preso sempre più forma
ed anche una struttura che, a volte, è stato bello
anche sovvertire.
Come la sfilata degli abiti da sposa, che è stata
un’edizione in cui l’entusiasmo delle operatrici
e dei nonni era palpabile: veder sfilare gli abiti
del giorno “più importante della vita” e le operatrici che indossavano il proprio, è stata un’emozione molto forte per tutti.
O il “Cantarido” dell’anno scorso: mi sembrava
di essere a Sanremo, con le prove, gli abiti, la
presenza scenica e le risate dei nonni.
Mi ricordo in particolare le risate ed Ilda (che
non ha aspettato il mio rientro), che aveva commentato: “La Lidia ed il Presidente i m’ha fat
sigar dal rider”.
I concorsi organizzati come: il nome della festa,
il nome del giornalino, il mio canto libero, con
le mani, il concorso fotografico… tutte iniziative organizzate per non sentirci soli, per aprirci a
chi non ci conosceva, per metterci in gioco ed in
discussione…
Le mostre, il materiale trovato con l’aiuto di associazioni, amici e volontari che con grande generosità ci hanno prestato una parte di loro per
far sì che gli oggetti riprendessero una nuova
vita.
E come non parlare di Carlo che, in sordina, con
grande sicurezza delle nostre, a suo dire, grandi
potenzialità ci ha travestito, tramortito e buttato
su di un palco, questa volta vero.
“Non si sa come” dice Eros, attore compassato, “ma quel giorno e su quel palco alla fine va
sempre tutto bene”, cercando di rassicurare un
novizio di questa edizione.
Ecco, al mio rientro ed alla mia ottava edizione
penso che, forse, per chi tutto questo non l’ha
vissuto è difficile comprenderlo e che ci vuole
coraggio, anno dopo anno, a reinventare e reinventarsi, ma è grazie ai miei colleghi e per i nostri nonni che faccio tutto questo.
Grazie!
Alessandra
MUTUABILE
Ha a che fare con i “dutur, con le medisine e
con una serie de pasient che l’è mei perder che
catar…”.
Carlo ha colpito ancora ed è di questo che parlerà la piccola commedia che andrà in scena il
19 Settembre.
Quest’anno, sebbene un po’ in ritardo, siamo
presi dalla febbre dell’arte e siamo qui a provare, come Sordi e la Mangano, le nostre parti
guidati da Carlo e dalla sua pazienza.
Quest’anno siamo arrivati alla 4a ed ultima lezione di teatro e si richiede un impegno maggiore.
Ce ne siamo accorti! Più rigore nei movimenti,
nelle espressioni, nelle pause, nel mimo e tutto
questo si tramuterà in tripla ansia da palcoscenico.
Quindi, se vi siete incuriositi e se vi va… non vi
resta che venire sotto il tendone dalle 16 in poi
per assistere a “MUTUABILE” a cura di Carlo
Zuanon e con Claudio, Erica, Andreina, Lidia,
Marina, Eros, AnnaMaria, Mery, Lori, Alessandra, Valentina, Fulvia, Maria e Francesca.
Alessandra
I VECCHI MESTIERI
La mostra di questa edizione del “Rizzini in Festa” è dedicata ai vecchi mestieri.
Spunto per l’allestimento è stata l’ultima pagina
di “Raccontiamoci” di questi ultimi mesi. Con
la pubblicazione del libro di Franco Turcato, si
è infatti proposto di far rivivere quei lavori che
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ora non si fanno più o si fanno in maniera diversa: i lavori dei nostri nonni.
Nell’allestimento troverete materiale reperito da
amici, familiari ed ospiti della Casa di Riposo.
Inoltre, troverete le testimonianze dei nostri
nonni al lavoro, come: Gabriella con i suoi
alunni, Annita mentre dipinge, Ines mentre serve da bere nel suo ristorante ed altre foto delle più importanti aziende di Guidizzolo “patria
dell’astuccio”.
Vi invitiamo a fare visita alla nostra esposizione
che, come sempre, è frutto dell’impegno di tante
persone che collaborano ed amano partecipare a
questa iniziativa.
Se foste interessati ad esporre il vostro materiale, vi preghiamo di mettervi in contatto con la
Fondazione che sarà lieta di farvi partecipare
alla nostra mostra, che rimarrà aperta sino a sabato 2 Ottobre.
Alessandra
L’ANGOLO DELLE INTERVISTE
Continua la rubrica “L’angolo delle interviste”. Ogni volta intervisterò con delle brevi e
semplici domande un ospite od un famigliare per conoscerli meglio.
In questo numero l’ospite intervistato è Ines.
Buongiorno Ines, come stai?
Abbastanza bene, grazie
ed una nipote Elena.
Qual’era il tuo lavoro? Ti piaceva?
Ho sempre avuto dei ristoranti, trattorie e bar,
Sei emozionata?
Un po’ sì, non so le domande che mi vuoi fare. prima a Montichiari, poi a Lonato ed a Castiglione per 17 anni.
Non ti devi preoccupare non è niente di spaven- Amavo molto il mio lavoro e mio marito mi aiutava perché era bravo a far da mangiare.
toso.
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Mio figlio invece ha fatto l’infermiere per
Dove sei nata Ines?
Sono nata a Carpendolo e poi sono andata ad trent’anni.
abitare a Mezzane di Calvisano.
Quando sei andata in pensione come trascorCom’era composta la tua famiglia?
revi le giornate?
Eravamo in 6: mamma,
Ho lavorato anche dopo la
papà e quattro figli, 2 mapensione, non mi piaceva
schi e due femmine.
stare ferma.
Ti sei sposata giovane?
Non molto, avevo 27 anni:
ho dovuto aspettare che
tornasse Umberto dalla
guerra.
Com’era tuo marito?
Era bravo e bello ed un
gran ballerino.
Mi dava una mano al lavoro, era un bravo cuoco.
Quanti figli hai? E nipoti?
Ho solo un figlio Aventino
Hai accudito tua nipote?
Si per sei anni, mi chiamava
nonna NES.
Come sei arrivata a Guidizzolo?
Non potevo più stare a casa
ed allora sono entrata qui.
Ti trovi bene?
Insomma… sai faccio fatica
ad abituarmi al mangiare…
io ero abituata a farmi i miei
“mangiarini”, qui è diverso
da casa.
DA UN FAMILIARE...
GRAZIE
Sono ormai passati circa due anni da quando
la nostra nonna Ilda è entrata a far parte della
grande famiglia della Fondazione Rizzini. Nonostante sia stato molto duro per lei allontanarsi
dalla propria casa e non potersi più dedicare alle
attività che amava tanto, come la cura dell’orto
e dei suoi animali, piano piano l’affetto e l’amicizia di questo ambiente sono riusciti a darle serenità e forza per affrontare anche il dolore delle
sue malattie.
In questo periodo di tempo la nostra nonna
non ha mai conosciuto la solitudine, poiché fin
dall’inizio si è instaurato un rapporto con il personale che andava oltre la semplice relazione
professionale assistente-paziente.
Medici, infermieri, assistenti e collaboratori
della RSA si sono sempre comportati in modo
amorevole e paziente con lei, ed è stato per noi
famigliari estremamente gradevole notare quanto questo abbia contribuito a cambiare anche il
suo carattere, rendendola più aperta e socievole.
Nonna Ilda qui ha imparato ad amare, a chiacchierare con tutti e ad essere sempre pronta e
disponibile ad ascoltare chi le si avvicinava, sia
solo per un semplice saluto, sia per farle una
confidenza o chiederle un consiglio.
Tutto questo ha fatto sì che la Casa di Riposo
diventasse per lei una vera seconda casa della
cui grande famiglia si sentiva parte.
Dopo il ricovero in terapia intensiva in diversi
ospedali, in questa famiglia ed in questa casa è
voluta ritornare per trascorrere i suoi ultimi sofferti momenti. Al suo rientro tutto il personale
l’ha riaccolta con grande amore: a questo punto
la nonna non necessitava solo di cure mediche,
ma soprattutto di cure amorevoli e calore umano. Questo affetto l’ha circondata sino alla fine
e ha aiutato anche noi famigliari ad affrontare la
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sua perdita.
A nome di tutta la nostra famiglia ringraziamo
tutto il personale per l’amore che ha regalato in
questi anni alla nostra Nonna, e forse anche un
po’ la “loro” nonna, ed esprimiamo la nostra sincera ammirazione verso la passione e la devozione che dimostra quotidianamente nel proprio
lavoro.
Alba e Serena Tanchella
CE L’HO FATTA, SONO USCITA ANCH’IO
Finalmente sono uscita anch’io!
Dopo tanti tentativi mai riusciti: “sul TE”, a Guidizzolo per la Fiera, quest’anno a Birbesi hanno
portato anche me.
Mi hanno messo davanti sulla macchina del
Principale (il Pres).
I m’ha cuciat so un po’, ma ce l’ho fatta.
Là ho mangiato tanto, fuori dal normale: gnocchi, mozzarelle, patatine, bistecche di cavallo e
gelato.
Gli infermieri
hanno detto:
“Sta calma
Maria che rischi l’indigestione”.
Mi sono proprio divertita,
chissà che non sia la prima di molte altre uscite.
Maria Ermes Sampietri
Ospite Piano Giallo
Desiderati Nilde
Artioli Livia Didonè Bruna Bertasi Antonietta Compri Lina Sampietri Maria
Pasquali Regina
Bisi Angiolina Migliorini Elena Spazzini Igea Rizzardi Adelelma Rizzardi Maria Vedovi Gianfranco
Gallina Gino Chiarini Pierina Cirani Rosa Giulia
Leoni Giuseppina Bertuzzi Francesco
Covallero Emilio Leoni Santa Scuteri Lavinia 8
3 Settembre
4 Settembre
8 Settembre
11 Settembre
12 Settembre
13 Settembre
16 Settembre
17 Settembre
19 Settembre
24 Settembre
28 Settembre
84anni
85 anni
86 anni
79 anni
81 anni
85 anni
79 anni
83 anni
84 anni
87 anni
88 anni
4 Ottobre
7 Ottobre
9 Ottobre
11 Ottobre
17 Ottobre
22 Ottobre
26 Ottobre
29 Ottobre
30 Ottobre
31 Ottobre
86 anni
81 anni
71 anni
80 anni
89 anni
91 anni
87 anni
91 anni
89 anni
97 anni
Il 30 Luglio abbiamo gioito per la nascita di
Giacomo, quinto figlio di Gennaro nostro infermiere.
Il Papà e la mamma sono lieti di presentare ai
lettori di “Raccontiamoci” il nuovo arrivato.
Alessandra
Animatrice
9
LA “BRISCOLA” AL C.D.I.
La “Briscola” è un gioco diffuso in tutto il mondo. Le sue origini risalgono intorno al 1600 ed è
molto radicato nella cultura italiana e non solo;
infatti, fu importato nel nuovo mondo ed in Europa dagli emigranti italiani. Da qualche tempo
fra gli ospiti del C.D.I. si è creato un bel gruppetto di giocatori ed il gioco più gettonato è proprio la “Briscola” e sono soprattutto le donne le
giocatrici più accanite.
Infatti, in un pomeriggio afoso di agosto, abbiamo pensato di fare una sorta di “GARA”. Non
è stata propriamente una gara, anche se l’idea
ci allettava molto; due sono stati i tavoli che si
sono sfidati: ERNESTA - GIANNI – LUIGIA DIANA e IDA - DAVIDE – BRUNA- JOLE.
Non c’è stato un vero e proprio vincitore, anche
se le vincitrici morali sono state LUIGIA e IDA
che hanno avuto la meglio quel giorno, soprattutto a danno dei nostri Uomini più coraggiosi,
sperando che in un vicino futuro si possa svolgere una vera e propria “GARA”.
Da sempre il gioco delle carte accompagna giovani e meno giovani in momenti di relax e noi
al C.D.I. di questi momenti ne vogliamo vivere
ancora molti.
Erica
Operatrice C.D.I.
Il Grimm, acronimo di Gruppo di Impegno Missionario, Cantieri di Solidarietà è nato nel 1985
dalla geniale intuizione del sacerdote bresciano
don Serafino Ronchi (1937 – 2005) con l’obiettivo di attivare una forma di volontariato in linea
con i principi dello scambio e della condivisione
gratuiti, muovendosi secondo una motivazione
di fondo fortemente ancorata ai valori della solidarietà, del volontariato e dell’impegno missionari. La novità della proposta di don Serafino
stava nell’offrire ad un sempre più ampio ed allargato numero di persone, di entrambi i sessi, la
possibilità di vivere un’esperienza formativa e
10 significativa in terra di missione, principalmente l’Africa e l’America Latina, impegnandosi
nel lavoro manuale sia nel cantiere sia nei locali
d’accoglienza dei volontari stessi.
Obiettivo precipuo dell’azione del Grimm è, ed
è stato sin dagli albori, fornire manodopera, in
forma totalmente gratuita, per la costruzione o
per la manutenzione di strutture destinate alle
attività pastorali, sociali, educative, sanitarie e
culturali nei Paesi del Sud del Mondo.
Fin dall’inizio si è stabilito, ad opera di don
Ronchi e dei suoi collaboratori, che il lavoro necessario sarebbe stato svolto a turni della durata
di un mese circa ed in ogni gruppo sarebbero
state inserite delle specifiche professionalità
secondo le esigenze del cantiere: muratori, carpentieri, idraulici, falegnami, elettricisti, operai
generici e manovali mentre le donne sarebbero
state impegnate in compiti di sussistenza di assoluta rilevanza come la cucina, la lavanderia e
l’infermeria.
Don Serafino fissò, inoltre, alcuni punti cardine,
qui sotto elencati, su cui imperniare il Grimm
Cantieri di Solidarietà e la sua attività, concer-
nenti sia gli ambiti di lavoro sia gli specifici impegni di ogni singolo volontario secondo le sue
massime: “Condividere e sostenere”, “Lavorare
colle mani educa il cuore” e “Diventare ricchi,
frequentando i poveri”.
•
Lavorare in una missione cattolica intesa
come scenario entro il quale vivere l’esperienza
del campo di lavoro quale luogo ideale anche
per la riflessione e per altri momenti di spiritualità.
•
Lavorare in un cantiere, dove nasce e
cresce l’opera la cui realizzazione è stata affidata al Grimm, come spazio e come strumento
concreto di cooperazione fra i popoli in fase di
sviluppo, vivendo il sogno della famiglia umana
unita nell’amore.
•
Vivere la vita del campo di lavoro nella
casa destinata ai volontari, in comunità ed adottando lo stile del servizio fraterno.
•
Condividere le idealità del gruppo ed i
valori della missionarietà e del volontariato.
•
Offrire manodopera in forma assolutamente gratuita e gioiosa nello spirito dello
scambio e della cooperazione fra le Chiese.
•
Contribuire finanziariamente a sostenere
le spese dell’associazione nella misura stabilità
dal suo Consiglio Direttivo.
•
Partecipare alla vita del gruppo durante
tutto l’anno, non solo nei campi di lavoro, ma
aderendo anche alle varie proposte: momenti di
spiritualità e di formazione, assemblee, riunioni
organizzative, ecc.
Da quel lontano 1985 il Grimm Cantieri di Solidarietà non si è più fermato: ha mosso migliaia
di volontari, oggi ne ha in forza oltre cinquecento, ed ha realizzato diverse decine di opere non
solo in Africa ed in America Latina, come già si
è detto, ma anche in Asia e nei Paesi ex comunisti dell’Europa Orientale in particolare Albania,
Polonia e Romania.
Col proseguire degli anni all’azione nei campi di lavoro nel Sud del Mondo, don Serafino,
prendendo vieppiù consapevolezza delle misere
condizioni di quei popoli, decise di affiancare
anche l’attività di adozioni a distanza di bimbi in
stato di disagio familiare, sociale e morale denominata “Aggiungi un posto a tavola”. Iniziata in
collaborazione con alcuni missionari in Brasile,
essa è andata ingrandendosi nel tempo tanto che
ora sono oltre milleseicento i bambini associati a questo programma di sostegno materiale e
spirituale ed assisiti con abnegazione in opere
disseminate, oltre che nel già citato Brasile, anche in Ecuador, in Polonia, in Venezuela ed in
Mozambico.
Per
finire,
sempre
seguendo
la
magistrale figura del suo
Fondatore,
più vivo che
mai in spirito
ad oltre quattro anni dalla sua morte,
ultimamente
il Grimm ha
ridato vita anche a forme
di aiuto e di
assistenza a
persone bisognose nel ter-
ritorio locale come già faceva don Serafino.
Prima di concludere, ci sembra opportuno spendere due parole per illustrare la collaborazione,
a livello di adozioni a distanza, con la Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Montes Claros in Brasile, fondata da suor Eurides da
Lima, come un’emanazione dell’omonima congregazione di Martinengo in provincia di Bergamo, ed ora diretta da suor Marina Francisco
Gardim.
Circa dieci anni fa, i volontari del Grimm si recarono a Montes Claros per costruire il Centro di
Integrazione “Paola Elisabetta Cerioli”, la fondatrice della congregazione di Martinengo, con 11
annesse chiesa e casa delle suore, e, resisi conto
della situazione di estremo bisogno dell’infanzia
locale, la segnalarono a don Serafino che diede avvio ad un programma di sostegno a mezzo
adozioni a distanza che a tutt’oggi permette di
ricevere assistenza ed educazione appropriate a centinaia di bambini che, come quello da
voi adottato, trovano presso le strutture gestite
da queste coraggiose suore, la possibilità di riscattarsi e di elevarsi da una vita di degrado e di
sottosviluppo.
Proprio da Montes Claros arriva la bambina
adottata, all’inizio di aprile del 2010, dal personale della Fondazione.
Si chiama Tamires Santos Teixeira. Guardate
qui che bella bambina!
Insieme ai nonni stiamo preparando la prima lettera di presentazione da spedire a Tamires per
iniziare, si spera, con lei e con la missione di
Montes Claros una fruttuosa corrispondenza.
Ma potrete trovare il tutto nei prossimi numeri
di “Raccontiamoci”.
TORTA SALATA
ALLE MELANZANE
12
INGREDIENTI
1 rotolo di pasta sfoglia non surgelata
1 confezione da 20 melanzane surgelate
tagliate a fette e già grigliate
20 pomodorini pachino
1 hg di formaggio filante (asiago od emmenthal)
Pizzico di origano
Olio q.b.
PREPARAZIONE
Stendere la pasta sfoglia nella teglia.
Tagliare a cubetti le melanzane ancora
surgelate.
Lavare i pomodorini e tagliarli a metà.
Tagliare il formaggio a cubetti.
Al termine di tutte queste operazioni,
unire il tutto in una terrina.
Aggiungere una presa di origano e l’olio
d’oliva.
Mescolare il tutto e versarlo in una teglia.
Mettere in forno preriscaldato a
180°/200°per 30 minuti.
Per gli ultimi 5 minuti mettere il forno in
funzione “solo cottura sotto”.
NOTIZIE DAL CENTRO DIURNO
L’ANGOLO DI GIORDANA
Lavoro all’uncinetto e faccio i porta profumi
o “pots-pourris” alla lavanda da mettere nella
biancheria.
Sono di tutti i colori e sono per il mercatino di
Natale.
Chi viene può guardarli e se vuole prenderseli.
Giordana
MERCOLEDÍ AL MERCATO
Il mercoledì è giorno di mercato qui a Guidizzolo e noi del Centro Diurno l’abbiamo colto come
occasione per uscire con i nonni e per me è stato
un modo diverso per rapportarmi con loro.
L’uscita al mercato per molti è stata accolta con
molto entusiasmo ed ha dato un motivo in più
per distrarsi e relazionarsi; infatti molti di loro
hanno incontrato vecchi amici o parenti che da
tempo non vedevano e c’era chi ha colto l’occasione per fare la spesa.
Per altri era un modo per fare quattro passi,
guardarsi attorno e per noi operatrici un modo
in più per conoscerli.
Poi il momento più atteso… la sosta al bar Gobbi per bere un caffè e fare quattro chiacchiere in
compagnia.
Tirocinante ASA RosaMaria
CONSIGLI DEL C.D.I.
Da “imperfetta” massaia, alle prese con semplici uova sode, ho chiesto aiuto alle nonne del
C.D.I. per la preparazione e loro mi hanno dispensato validi consigli che ho deciso di diffondere a tutte le “imperfette massaie” come me…
Luigia
Per preparare le uova basta farle cuocere 7 mi- 13
nuti o 5 minuti se l’acqua è fredda.
Sai ne ho cotte tante di uova in tutta la mia vita.
Avevamo campagna e le preparavo per gli uomini come merenda… con un pizzico di sale e
pepe ed un goccio d’olio erano squisite.
Bruna
Se vuoi capire se sono cotte, falle girare sul tavolo, se girano vuol dire che sono pronte.
I MESTIERI DI CONTRADA
L’immagine proposta e le altre che verranno proposte in futuro, ci possono coinvolgere con ricordi
tramandati da chi ci ha preceduto. Si prestano, dunque, per una lettura personale per stimolare
una consapevole memoria storica che è di tutti, seppur richiusa nelle pieghe del nostro intelletto.
IL VENDITORE DI OROSCOPI E… PREVISIONI DI FORTUNA
Questo singolare personaggio frequentava le
fiere e i mercati settimanali fino a un mezzo secolo fa. Vendeva gli oroscopi stampati su piccoli fogli colorati, custoditi in un astuccio legato
alla rete di una gabbietta. Dentro stava rinchiuso un canarino, probabilmente addomesticato
che a un cenno del
suo padrone estraeva
con il becco la previsione di fortuna. Gli
almanacchi invece li
teneva nelle tasche
14 della giacca o ai piedi del suo portatile
trabiccolo.
Erano
minuscoli calendari corredati da molte
informazioni e si rivolgevano a persone
alfabetizzate. Oltre
alle fasi lunari riportavano i vari lavori
stagionali, scadenze,
feste, adempimenti e
ricorrenze.
Mi ricordo che da
bambino ne comperai uno da un venditore che nel giorno di
mercato aveva messo
il suo scombinato arnese davanti alla ma-
celleria del mio paese. Il giorno dopo lo portai
a scuola, lo feci vedere alla maestra e insieme
lo consultammo. Era ricco di notizie curiose,
proverbi utili, storie morali, giochi, indovinelli; si presentava insomma come una piacevole
strenna per il nuovo anno. La maestra mi disse di conservarlo e
chissà per quale recondita ragione restò
in un cassetto fino a
pochi anni fa. Non
so che fine abbia fatto, però la figura del
vegliardo col tabarro
che me l’aveva venduto per cinque lire
me lo ricordo ancora.
Da adulto seppi che
almanacco è un termine di origine araba
che significa” i giorni
della luna” che pure
gli analfabeti potevano interpretare.
Luna nuova quando
era colorata di nero,
luna piena quand’era
bianca e la gobba collocata a destra o sinistra quando il corpo
celeste era crescente
o calante.
Testi e fotografie sono parte del volume in preparazione “I MESTIERI DELL’OBLIO”. L’autore, Franco Turcato,
ne ha anticipato alcuni capitoli al “Centro Culturale San Lorenzo” per la pubblicazione.
divenuta negli anni un preciso punto di riferimento
del suo settore.
CLA
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L’arredo Cla è in grado di caratterizzare un ambiente
con realizzazioni personalizzate e di elevato standard
qualitativo e per queste ragioni Cla è divenuta
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Tel: +39
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I carrelli della linea Aurion sono semplicemente rivoluzionari e offrono soluzioni
efficienti per le vostre esigenze logistiche.
Tutti i carrelli della linea Aurion utilizzano
infatti la tecnologia Baydur ® (un materiale plastico d’avanguardia estremamente
robusto ma allo stesso tempo incredibilmente leggero) e vantano un design ricercato unito a una grande funzionalità. Le
collaudate linee “Compact”, “Monodose”
e “Mega” vanno ad implementare la già
ampia gamma di prodotti Karrel realizzando ancora una volta il miglior rapporto qualità/prezzo presente sul mercato.
Una qualità che oggi si veste di prestigio.
Monodose
Medicazione
Emergenza
Via A. Vivaldi, 16/18 - 42043 Gattatico (RE) Italy
Tel. 0522 477.211 - Fax 0522 477.225
www.karrel.it - [email protected]
È UN MARCHIO KARREL
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RISTORO AUTOMATICO
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I PROFESSIONISTI DEL BREAK
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