Il corriere dei ragazzi
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Il corriere dei ragazzi
Nr. 1, gennaio 2014 Il Corriere dei Ragazzi Istituto Superiore Statale “Mario Rapisardi” Cinema Libri Cucina Musica Focus:Incontri d’autore Sommario Saluti Dirigente scolastico Editoriale: Giornale… ohhh!? Attualità: Coming Out Musica: Lucio Battisti Cultura: Primo Levi Cinema: Le sortie de l’usine Lumière à Lyon Uomini che odiano le donne The rocky horror picture show Focus: Apertura anno scolastico Incontri d’autore Le Vie di Leonardo Backstage “Spettacolo di Natale 2013” Incontro con l’Associazione Alzheimer Cucina: Cake pops Sport: Uno straniero a Milano, Eric Thohir Tempo libero: Cruciverba e rebus Redazione: Direttore Responsabile: Prof.ssa Angela Rita Pistorio Capo red: Agata Fallica e Tania Ronsivalle Ringraziamenti: Prima di tutto ringraziamo il nostro Dirigente Scolastico Prof. Egidio Pagano che, coinvolgendo alunni e professori, ha promosso quest’iniziativa. Ringraziamo la Prof.ssa Angela Rita Pistorio per averci guidato e aver creduto in noi. Il Giornale potrebbe contenere qualche errore, perdonateci, non è un impegno facile! La redazione Il “Corriere dei Ragazzi” è un giornale che appartiene a tutti gli studenti dell’Istituto Superiore Statale “M. Rapisardi”, vi invitiamo a partecipare numerosi e con interesse! Auguri! AGLI ALUNNI - ALLE FAMIGLIE - AI DOCENTI - AL PERSONALE ATA Nel momento in cui viene dato alle stampe il primo numero del giornalino dell’Istituto “Mario Rapisardi” che avete deciso di chiamare “Il Corriere dei Ragazzi” sento il dovere di augurarvi buon lavoro. Buon lavoro a voi ragazzi, ai docenti ed al personale ATA che insieme a voi condividerà le fatiche, le difficoltà e, a volte, le amarezze che qualunque lavoro comporta. Mi auguro che questa palestra possa esservi utile a maturare esperienze e condividere occasioni di crescita che valgono, a volte, molto più di tante “lezioni”. Sappiate che come per ogni attività l’inizio rappresenta il momento in cui, sulla base delle esperienze ( rappresentate sia dai successi che dalle sconfitte) precedenti, si definiscono progetti e percorsi di formazione e di crescita. Anche per me, quest’anno, l’inizio rappresenta l’avvio di un nuovo percorso di crescita che spero di condividere con tutti voi. L’attività e la sfida che intendo raccogliere è quella di provare ad accompagnare i giovani, che le famiglie ci hanno con fiducia affidato, verso quella crescita umana e culturale che deve essere funzione principale ed istituzionale della scuola. In questo percorso sappiamo di assumerci una grande responsabilità che deve avere come obiettivo: la formazione dei futuri “professionisti” e della futura “classe dirigente”. L’arduità del compito ci fa essere umili e nello stesso tempo orgogliosi del compito assegnatoci, che vogliamo vivere con passione oltre che con eticità professionale. Ma, l’importanza e delicatezza del percorso, ci obbliga a non “essere soli”, non vogliamo e non possiamo essere soli. Ed è con questa “speranza” che auspico il coinvolgimento di tutte quelle energie, interne ed esterne alla scuola, che ci possano consentire sia di proporre un “progetto formativo” ricco di iniziative culturali e didattiche, idonee a perseguire le finalità sopra delineate, che di realizzarle al meglio per poter opportunamente coniugare le nostre aspettative con quelle delle famiglie e degli alunni. In questa prospettiva il Piano dell’Offerta Formativa, proposto dal Collegio dei Docenti, vuole rappresentare il tentativo di mettere insieme le diverse anime presenti nell’Istituto per costruire la nostra identità e la nostra missione culturale; elementi che possano identificarci e farci riconoscere nel bacino di riferimento. Ciò sarà possibile solamente se riusciremo a realizzare una positiva sinergia tra tutte le risorse a nostra disposizione e che, se non guidate, potrebbero orientarsi in senso non sempre convergente. Il primo obiettivo del progetto formativo dell’I.I.S.S. “Mario Rapisardi” dovrà essere rappresentato dalla cooperazione nella costruzione di un ambiente e di un sistema in cui si possano scoprire la potenzialità e positività di ognuno di noi. Ciò lo troviamo sintetizzato nello slogan che abbiamo assunto come “Mission” della nostra scuola: “INSIEME PER CRESCERE” Le tradizioni e la reputazione della scuola, quale qualificato centro pedagogico e professionale, deve costituire una sfida al miglioramento con cui confrontarci quotidianamente per poter compiere, con orgoglioso e professionalità, l’incarico di ognuno, consapevoli delle competenze e dell’energia necessaria per adempiere, responsabilmente, al compito che ci attende. Guidare una scuola ai compiti istituzionali, con professionalità e competenza, non è sempre facile; ancora oggi, più che negli anni passati, in cui la società provinciale e regionale ha dovuto affrontare sfide, cambiamenti e trasformazioni, è necessario incidere profondamente sulla struttura ed organizzazione della scuola locale in modo da renderla adeguata alle sfide che l’attendono in ambito locale, regionale e nazionale. Per tutto questo il personale, gli studenti, le famiglie e quanti operano sul territorio hanno l’obbligo di provare a costruire un progetto di scuola e di percorso formativo, curriculare ed extracurriculare, che possa offrire stimoli e motivazioni verso l’acquisizione di conoscenze e competenze spendibili nel futuro professionale dei nostri alunni. In questo clima l’Istituto “M. Rapisardi”, per la professionalità dei docenti e del personale tutto, deve saper continuare a rappresentare una certezza nella formazione umana e professionale dei tanti giovani che passeranno tra i suoi banchi e che, alla fine del loro percorso scolastico, dovranno affollare le aziende e gli ambiti professionali anche oltre i confini nazionali. Anch’io, sperando di esserne capace, proverò a svolgere il ruolo di guida; certamente lo farò con grande impegno e passione. E’ nella certezza che la mia azione ed il mio impegno continuerà in tale direzione che oggi, con affetto, formulo a quanti operano e vivono nell’Istituto un augurio sincero sia per l’anno scolastico oramai avviato che per questo nuovo progetto (Il giornalino di Istituto), che possa avere vita e visibilità lunga. Inoltre in questo inizio di anno voglio porgere un augurio a voi ragazzi ed ai vostri genitori, ai docenti, al personale amministrativo, tecnico ed ausiliario affinché la nostra comunità educante possa crescere in un clima di collaborazione, avendo sempre ed innanzitutto, come valore guida il rispetto dell´altro. Dobbiamo unire le nostre forze affinché insieme si possa fare della nostra scuola luogo sereno per la crescita; luogo in cui il sapere non sia un punto di arrivo ma strumento di conoscenza e comprensione della realtà; affinché i nostri percorsi formativi possano condurci a diventare non solo brillanti tecnici e conoscitori delle discipline ma soprattutto veri uomini e donne al passo con i tempi e con le sfide della modernità. Mi piace ricordare un motto che deve rappresentare l’impegno costante della nostra attività quotidiana: “Partecipare oggi per essere protagonisti domani”. Protagonisti del nostro futuro costruito con l’impegno e la caparbietà quotidiana; protagonisti capaci di non fermarci mai di fronte alle difficoltà che certamente si presenteranno. Sicuramente non è facile impegnarsi in una società che sempre più disorienta e mostra cambiamenti e difficoltà, soprattutto per le giovani generazioni, che devono essere affrontate quotidianamente e che, a volte, sembrano insormontabili. Io insieme a tutto il personale della Scuola siamo pronti a sostenervi ed a sostenere le vostre famiglie; affinché le difficoltà siano vissute sempre più come momenti di crescita, di riflessione e di maturazione e mai come sconfitte. Per quanto detto vi invito a vivere l’istituto pienamente e con consapevolezza nella prospettiva del pieno rispetto reciproco e della correttezza dei comportamenti.. Non permettete mai che qualcuno ipotechi il vostro futuro ma costruitelo con l’impegno quotidiano, affinché sia vostro. Noi siamo pronti a guidarvi verso la realizzazione di un serio progetto di vita che richiede, tuttavia, impegno, costanza e capacità di ascolto. In questa prospettiva vi invito a riflettere sul senso profondo della cultura come opportunità di integrazione sociale, di realizzazione personale, di capacità e consapevolezza delle scelte per orientare e costruire il vostro “domani” dimostrando diponibilità ad essere coinvolti ed a partecipare alla vita scolastica ed alle attività coprogettate. Il Dirigente scolastico prof. Egidio Pagano Giornale... ohhh!? Oggi lo studio della comunicazione, delle sue tecniche e delle sue strategie riveste notevole importanza. Leggere il giornale in classe diventa allora per gli studenti un’occasione per interrogarsi sulla realtà che li circonda e per sviluppare nel tempo una solida coscienza critica mediante un attento processo analitico. Confrontandosi con le idee e le opinioni degli altri si sviluppano le proprie. I ragazzi sono invitati, attraverso la stesura del giornale d’Istituto, a sviluppare la ricerca e l’analisi del rapporto fra realtà e rappresentazione, ponendosi domande sul perché il fatto diventa notizia e superando il confine, non sempre certo ed evidente, fra evento e interpretazione. Organizzare una redazione nell’Istituto, promuovere l’arte del giornalismo attivo fra gli studenti e costruire un proprio giornale diventa conoscenza pragmatica dello stile giornalistico e buon metodo didattico per spingere gli alunni ad una partecipazione attiva che non li renda passivi uditori ma fattivi creatori di una rivista. Ringrazio il dirigente scolastico Egidio Pagano che ha voluto il progetto “Giornalino d’Istituto” e gli studenti del Liceo, in particolare i componenti della redazione, che insieme a me lavorano con impegno ed entusiasmo per pubblicare mensilmente il giornale. La referente Prof.ssa Angela Rita Pistorio COMING OUT Nell’antichità l’omosessualità era praticata con naturalezza poiché l’amore era considerato indipendente dal sesso della persona amata. Le prime testimonianze di questo amore “diverso” pervengono da una civiltà distinta nella sua epoca per la libertà di pensiero, l’antica Grecia, in cui l’amore tra due uomini era lecito e prevaleva l’uguaglianza tra i due, mentre il rapporto matrimoniale non era equo, poiché la donna veniva sottomessa. Il rapporto tra due giovani era considerato come una relazione ordinaria, mentre il rapporto tra un giovane e un ragazzo era considerato ‘’passivo’’ perché il ragazzo non era ancora virile. Anche nel medioevo c’era tolleranza nei confronti di questi rapporti e una delle principali testimonianze è La chanson de Roland in cui si riscontra l’amore tra Oliviero e Rolando che in punto di morte si scambiano le ultime parole in uno ‘’slancio d’amore’’. Un altro esempio ispirato alla precedente è la Girart de Vienne in cui il rapporto tra i due uomini supera i limiti dell’amicizia, come dimostra la seguente frase: ‘’Vi amo più di ogni altro uomo nato da donna’’. Nonostante nel passato ci sono testimonianze di apertura per quanto riguarda l’omosessualità, con l’evoluzione della società si assiste allo sviluppo dell’omofobia, che si è presentata soprattutto durante la seconda guerra mondiale, nella quale gli omosessuali venivano puniti con la morte Omosessualità e religione… Tra le varie religioni e sette l’omosessualità è vista in termini negativi. La chiesa cattolica nella congregazione della dottrina della fede afferma, che gli omosessuali, benché non siano in peccato, tendono verso un comportamento immorale, infatti la chiesa non riconosce l’unione tra due persone dello stesso sesso, anche quella ortodossa è contraria ai rapporti omosessuali e pretende la castità. Mentre la chiesa protestante mostra alcuni atteggiamenti tolleranti altri no. I testimoni di geova nonostante siano contrari a questi rapporti si dichiarano non omofobi. La dottrina islamica punisce questi rapporti con la pena di morte. L’ebraismo non accetta l’omosessualità, come il buddhismo, tanto che l’attuale Dalai Lama ha Roberta Bonaventura Denise Merendino IV BR risposto a queste coppie con un ‘’No assoluto’’. Nonostante il rifiuto delle religioni, al giorno d’oggi si sta svolgendo un processo di accettazione dell’omosessualità, anche per questo in alcune parti del mondo possono unirsi in matrimonio. Mi ritorni in mente… . Un artista mai dimenticato Lucio Battisti nato a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, nel 5 Marzo 1943, fu compositore e cantautore, uno tra i più grandi e innovativi cantanti di sempre. Egli ha impresso una svolta decisiva nel pensiero stereotipato della musica italiana, anzi la personalizzò, tanto da considerarlo una delle massime personalità nella storia della musica leggera. A soli tredici anni, Lucio, chiese ai suoi genitori di avere una chitarra, spinto, non solo dalla curiosità e dalla passione che lo legava già da allora alla musica, ma anche da due ragazzi che abitavano nello stesso condominio da cui aveva sentito i primi brani rock and roll arrivati in Italia.Il primo approccio con la musica sembra gli sia stato donato da Carlo di Salvio, un elettricista del luogo, anche se con sicurezza possiamo dire che egli fu autodidatta. Purtroppo l’interesse per questo strumento andò via via scemando, fino al ’61, questa passione lo portò a trascurare gli studi suscitando la rabbia del padre Alfiero, che secondo una leggenda arrivò anche a spaccargli la chitarra in testa. Dopo alcune minacce da parte del padre a riprendere gli studi e promise di impegnarsi a prendere il diploma a condizione che il padre firmasse l’esenzione dalla leva militare, per diritto, in quanto figlio di un invalido di guerra, e che gli concedesse due anni per guadagnare con la musica. Il patto fu accettato e nel ’62 si diplomò come perito elettrotecnico. In quell’anno, Battisti, cominciò a suonare a Napoli ma la solitudine e la mancanza dei soldi finì per farlo tornare a casa, successivamente entrò a far parte di un gruppo ben conosciuto, ovvero I Campioni, che erano in cerca di un chitarrista. Lui accettò e si trasferì a Milano, allora tempio del jazz e della nascente musica rock italiana. Il 14 Febbraio del 1965 viene notato da una discografica francese che crede nel talento di Battisti, e fu proprio lei a procurargli il fatidico appuntamento con l’autore Giulio Rapetti, in arte Mogol. Al primo incontro, Mogol, non era rimasto particolarmente impressionato dalle canzoni che Lucio gli aveva proposto, ma collaborò con lui per la sua voglia di migliorare e la sua umiltà nell’ammettere i propri limiti. Lucio esordì come solista con i brani: “Per una lira” e “Dolce di giorno” riportando forti innovazioni sia nella musica che nel testo. Il 4 Marzo del ’69, esce il suo primo album, intitolato “Lucio Battisti”, che è una raccolta di brani già pubblicati nei precedenti singoli, più di sei brani già editi nelle versioni di altri gruppi e cantanti. Il 28 marzo pubblica il secondo singolo dell’anno: “Acqua azzurra, acqua chiara”. “Dieci ragazze” è un brano che Battisti presenta al Cantagiro del 1969 e nello stesso anno vince il Festivalbar. Nel settembre del ’76 realizza i video di “Ancora tu” e “La compagnia” si tratta del primo videoclip della storia della musica. Nell'autunno del 1996, molti si Battisti con Mogol (Como). aspettavano la pubblicazione di un nuovo album, ma così non fu, e da quel momento cominciarono a circolare voci sull'esistenza di un fantomatico nuovo album, che non sarebbe stato ancora pubblicato a causa delle difficoltà da parte di Battisti nel trovare un accordo con le case discografiche, che non avevano accettato le sue richieste, troppo alte in rapporto al calo delle vendite. Tra il 29 e il 30 agosto 1998 si diffonde la notizia del ricovero di Battisti in una clinica milanese per volere della stessa famiglia, non viene diffuso alcun bollettino medico. Il 6 settembre le sue condizioni si aggravano e l'8 viene spostato nel reparto di terapia intensiva. Lucio Battisti muore la mattina del 9 settembre 1998, all'età di 55 anni; le cause della morte non sono state comunicate ufficialmente: secondo alcune voci non confermate invece il musicista sarebbe morto per tumore. Ai funerali, celebratisi in forma strettamente privata a Molteno, dove è sepolto, furono ammesse appena 20 persone, tra le quali Mogol. Grazia Giusa IV Br Primo Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987) Il 27 gennaio ricorre il giorno della Memoria, nel quale si ricordano le vittime dell’Olocausto ma soprattutto si ricorda l’apertura dei cancelli di Auschwitz. Il romanzo di Primo Levi ‘Se questo è un uomo’, definito documento testimoniale, perché ha vissuto in prima persona la strage ad Auschwitz, non è scritto con risentimento, ma per soddisfare il bisogno di raccontare per non dimenticare. Grazie al suo romanzo, che oggi rappresenta un classico della letteratura mondiale, Levi ci invita a ricordare le vittime dell’Olocausto non solo una volta l’anno, poiché le riflessioni dell’autore permettono di immedesimarsi nell’esperienza del protagonista. Il romanzo non è strutturato secondo un ordine cronologico ed è suddiviso in vari capitoli, ognuno dei quali tratta le esperienze e le considerazioni dell’autore. Fra le numerose vicende raccontate, uno dei capitoli più importanti è il nono, dedicato ai Sommersi ed i Salvati, nel quale egli spiega la differenza tra i candidati alla sopravvivenza o alla morte e inoltre dice che l’unico modo per sopravvivere era accaparrarsi mansioni speciali e non adeguarsi alle regole del campo per poi indebolirsi lentamente a causa dell'esaurimento, della denutrizione e delle malattie. Si tratta di una esperienza che porta alla riflessione, che spesso fa sorgere delle domande a cui Levi cercherà di rispondere in una parte del romanzo. Nell’ultimo capitolo ‘Storia di dieci giorni’ scritto sotto forma di diario, egli narra l’epilogo in cui riuscì a salvarsi. È importante sottolineare che il lettore sarà spesso stupito dal fatto che nel libro si stenta a trovare un giudizio morale negativo, non sono presenti espressioni di rancore nei confronti del Nazismo, infatti egli spiegò ai lettori che era sua intenzione mantenere un approccio razionale, assumendo il ruolo del testimone e lasciando al lettore il compito di giudicare, libero di creare la propria opinione. ‘Se questo è capolavoro? un uomo’ è un Si lo è, rappresenta una lettura indispensabile, per sapere, per capire ma soprattutto per evitare di rivivere altri Olocausti. Non basta ricordare un giorno l’anno, con Primo Levi è possibile farlo semplicemente sfogliando il suo romanzo. “Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.” Cosentino Liliana IV Br . “La sortie de l’usine Lumière à Lyon” movimento, venne curata da due fratelli geniali, “non avrà mai un futuro questa macchina”, dicevano. Ma come spesso accade, dalla follia scaturisce genialità, e questa quasi sempre coincide con intelletto. Fu allora che, i fratelli Lumière, nel 1895, proposero nel Salon indien du Grand Café di Parigi, una sequenza di fotografie proiettate rapidamente per creare l’ illusione del movimento, servendosi della macchina che avevano progettato insieme. “ Quello che fa la macchina da presa, ed è l'unica cosa che fa, è fotografare il pensiero." Con questa frase, il regista amante di teatro Shakespeariano Orson Welles, sintetizza il vero valore del buon cinema, ai tempi di quando ancora non esistevano effetti grafici coi botti; il pensiero, con il grande schermo, viene trasmesso con un metodo di comunicazione innovativo, piacevole ed accessibile a tutti. La storia del cinema inizia con la Belle Epoque , ed è un’arte che trova le sue radici nel teatro greco. Ma l ‘idea vera e propria di creare il Il corto muto, che non era il primo, presentava lo svolgersi di una tipica giornata lavorativa di operaie donne, e dura a stento 60 secondi .Fu il primo film a venire visto da un pubblico, per cui viene solitamente indicato come il punto di partenza della storia del cinema. Viviana Mondello IV Br Uomini che odiano le donne ''Mi è rimasta una paura che non so descrivere, in ogni uomo che si avvicina vedo un orco, non è facile per me, non voglio essere toccata, se un uomo mi sorride tremo...con tutto ciò mi sono sposata ed ho anche dei figli, ho cercato di rendere la mia vita uguale a tante altre donne, non è vero, tra l'apparire e l'essere c'è molta differenza, solo chi ha provato sulla sua pelle comprende ciò di cui sto parlando...'' La frase è la testimonianza di una donna succube di violenza sessuale e non deve sorprenderci l’enorme sconforto che trasmette. E’ ormai chiaro che la violenza carnale pone problemi sia sociali che psicologici per la vittima, la quale deve spesso affrontare la condizione del proprio stato d'animo e l’atteggiamento inquisitorio della famiglia e degli amici. Nei primi giorni e settimane che seguono l'aggressione subita, è piuttosto normale per la vittima sperimentare emozioni molto acute, infatti le reazioni post-traumatiche della vittima variano dalla loquacità alla tensione nervosa accompagnata da pianto e tremore, dall'incredulità alla quiete e alla docilità. La donna, in genere, si sente notevolmente umiliata ed è proprio tale senso di umiliazione che la porta, il più delle volte, a rammentare le sensazioni dell'aggressione attraverso degli insopportabili flashback, la porta all'avversione per il sesso maschile temendo qualsiasi forma di contatto e le causa un’ansia crescente. Tale avvenimento può anche compromettere la sua condizione lavorativa perché si fiderà a malapena degli altri e nel caso più disastroso si isolerà del tutto dal contesto sociale. Come se non bastasse il malessere non la tormenterà solo nell’arco del giorno ma anche di notte attraverso ripetuti incubi. In alcuni casi, la donna che ha subito tale atrocità agisce in modo discordante dal suo carattere perché inizierà ad avvertire sensi di colpa e vergogna perché sicura, il più delle volte in maniera non razionale, di essere stata in qualche modo responsabile dell'accaduto o che avrebbe potuto sottrarsi all'aggressione, o ancora che la violenza subita costituisca un castigo per qualche fittizia violazione commessa. Ciò è abituale nel caso in cui l'aggressore è un conoscente oppure se le vittime non ricevono aiuto da parte di familiari, amici e autorità. Il senso di vergogna può anche ostacolare la donna nel raccontare ad altri l'accaduto ed eviterà luoghi e cose che possa ricordarle quella vicenda infernale. Non sempre, ma spesso, la donna potrebbe sentirsi disgiunta dalla realtà, come se stesse vivendo un sogno, percependo il mondo esterno come qualcosa di irreale. Nella maggior parte dei casi la donna utilizzerà una serie di tattiche per difendersi dalla sofferenza, ma queste strategie non serviranno a nulla e si trasformeranno in disagi. Prevalentemente il meccanismo di autodifesa si manifesta attraverso l'oblio e la minimizzazione dell'intensità dell'esperienza vissuta, questo fenomeno in psicologia viene definito "rimozione"; queste ''difese'' impediscono al soggetto di affrontare il problema. Talvolta, ad esempio, le vittime cercano di attenuare le preoccupazioni assumendo alcool, droghe o esagerando con gli psicofarmaci. ''...Mi ha fatto sentire sempre incapace, inadeguata. Risultato: mi sento depressa, confusa e incapace di prendere decisioni...'' La frase, questa volta, è stata detta da una donna che ha subito una violenza psicologica. La violenza psicologica è una forma di oppressione che affianca e molte volte precede la violenza fisica. Molte donne la subiscono, a volte consapevolmente, altre volte senza neanche avvedersene, da parte di uomini che hanno come unico fine quello di annullare inumanamente l'identità delle proprie vittime e demolirne spietatamente l'orgoglio. L'uomo che esercita la violenza psicologica lo fa per gradi: addosserà una miriade di responsabilità alla vittima, la svalorizzerà a tal punto da farla sentire un oggetto in modo tale che quest'ultima arriverà a sentirsi realmente una nullità. Con estrema lentezza l’uomo inizierà a predominare sulle scelte della sua donna e l'allontanerà dallo scenario in cui è abituata a vivere, costringendola ad essere prigioniera della propria casa e della propria sofferenza, costringendola ad essere schiava delle sue accuse, delle sue ingiurie e della sua diffidenza. Allora perché la donna accetta tale frustrazione? L'accettazione da parte della donna delle oppressioni giornaliere è determinata dal senso di colpa che si crea all'interno del suo animo, ella ha grande paura che le responsabilità della rovina dell’unione sia sua, iniziando a ritenersi inabile nel garantire la solidità familiare. La donna, dunque, non si riconosce vittima, bensì considera si il motivo stesso del male che subisce. L’idea di contraddire il proprio uomo, o addirittura di denunciarlo, spesso non è nemmeno considerata da parte delle donne che subiscono violenza psicologica e dalle donne che subiscono violenza carnale. Non lo fanno per vergogna o per paura. Ma non bisogna convertirsi al pessimismo, dobbiamo anche considerare che alcune di loro riescono a ridurre notevolmente gli effetti negativi che un trauma del genere può causare grazie ad aiuti esterni e ad atti di volontà di notevoli dimensioni. Queste situazioni agghiaccianti non possono e non devono passare inosservate!! Rosemary Trovato III C Chiara Chisari III C Cult movie: The Rocky Horror Picture Show Provocatorio, irrisorio, colorato, sfrenato, irriverente. Questo e molto altro è il "The Rocky Horror Picture Show" , musical del 1975 diretto da Jim Sharmam, tratto dallo spettacolo teatrale The Rocky Horror Show, scritto e diretto da Richard O'Brien. A distanza di quarant'anni, questo film è tutt'ora di forte impatto, sentito vivamente dal pubblico (in alcuni cinema è proiettato ininterrottamente dall'anno di uscita) la definizione di cult movie per eccellenza; forse il musical rock più amato di sempre: complice la colonna sonora ad alto effetto. "Give yourself over to absolute pleasure." recita la tagline del film, introducendo il tema principe : la libido vista nella sua forma più gioiosa, l'utopia di una liberazione sessuale, la totale dedizione all'infinita ricerca del piacere. Questa la filosofia del protagonista assoluto Frank- N-Furter, scienziato bisessuale e travestito, proveniente dal Pianeta Bisesso, impersonato da Tim Curry in un'interpretazione che da sola riesce a dare luce al film; Frank si presenta in baby-doll, tacchi a spillo e calze a rete nella canzone Sweet Tranvestite come un "dolce travestito"; Motore della storia è il comportarsi del protagonista come la versione moderna e vagamente glam rock di Frankeisten: ha costruito un uomo "biondo e abbronzato" affinchè diventi il suo amante, l'amante perfetto: Rocky. Proprio durante la notte della "nascita" di Rocky capitano al castello dello scienziato, causa un temporale e una ruota bucata, due castissimi e perbenisti giovani fidanzati: Brad e Janet. In questa notte i due vengono iniziati al sesso da Frank-NFurter, dando il via a una serie di eventi al limite del nonsense. Ma il fulcro del film è proprio questo: attraverso un linguaggio quasi assurdo, infarcito di riferimenti alla cultura pop, al kitsh, al grottesco, al nonsense e allo sci-fi, dare un'importante lezione: essere liberi dalle proprie inibizioni è l'unico modo per poter vivere, ignorando il moralismo e i limiti che esso contiene e impone. Valentina Saia IV Br Apertura anno scolastico 2013/2014 Come ormai di consuetudine il Dirigente Scolastico, prof. Egidio Pagano, inaugura l’anno scolastico facendo intervenire funzionari dell’amministrazione scolastica. Presenti la Dott.ssa Rosita Dorsi e la presidente dell’Associazione «Intercultura» di Catania . Le eccellenze dello scorso anno Per l’occasione vengono consegnati attestati di merito ai ragazzi che si sono distinti durante il precedente anno scolastico. Incontri d’autore 20/12/2013 Il Liceo Classico «M.Rapisardi» incontra Salvatore Borzì, autore del libro «Sull’importanza della Letteratura» Elena Toscano PH L’incontro, organizzato dalla prof.ssa Angela Rita Pistorio e dal Dirigente scolastico prof. Egidio Pagano, mira a destare negli studenti la voglia di leggere e di potersi confrontare direttamente con gli autori sui vari temi culturali. Sull’importanza della Letteratura Prof. Salvatore Borzì Elena Toscano PH «L’insegnante deve recuperare il senso del ruolo di educatore di anime. Deve trasmettere agli allievi l’importanza dei valori che la letteratura esprime, andando oltre allo studio delle regole grammaticali e all’analisi del testo. Non bisogna appiccicare il sapere all’Anima ma bisogna incorporarvelo. Il docente deve essere motivato ed entusiasta solo così i valori verranno trasmessi ed accompagneranno lo studente nel cammino per crescere e diventare Uomo.» Incontri d’autore 08/01/2014 Il Liceo Classico «M.Rapisardi» incontra Simona Lo Iacono, autrice del libro «Effatà» Moderatrice dell’incontro assieme alla prof.ssa Angela Rita Pistorio e al Dirigente scolastico, la prof.ssa Daniela Privitera. Sofia Uccellatore ha sviluppato il tema del Concorso indetto dalla stessa Autrice, i risultati saranno ufficializzati il 27 Gennaio 2014 Le Vie di Leonardo 17/12/2013 Progetto Innovativo di Musica e Teatro A 500 anni dalla morte di Leonardo, viene rimarcata la valenza culturale e didattica sia del suo genio che del periodo rinascimentale in «Le Vie di Leonardo 2013», una Serie di Eventi Musicali ed uno Treal-Musicali, in una città, quale Catania . Alcuni momenti della rappresentazione Elena Toscano PH Gli studenti del Liceo Classico, presenti alla performance teatrale, ricavano dallo spettacolo un arricchimento artistico ed umano del grande genio. Il regista ha saputo dar risalto all’aspetto più intimo di Leonardo, confinandone quell’alone di mistero che spesso impregna la sua immagine. Illustrano i dettagli del progetto, oltre a Gregorio Celi co-fondatore insieme a Ingrao Maurizio della Kryptomeridies (agenzia organizzatrice dell’evento), l’attore/regista Massimo Leggio e l’attrice Laura Tornabene. Corredata la pièce teatrale da contenuti direttamente o indirettamente correlabili con il periodo rinascimentale o da inediti scritti per “Le Vie di Leonardo”. Leonardo Da Vinci racchiude in sé la poliedricità della mente e la sensibilità dell’animo degli esseri umani. La creatività, l’ingegno e quindi l’opera di questo enorme personaggio spaziano in molteplici campi dello scibile e delle attività umane. Elena Toscano PH Backstage «Spettacolo di Natale 2013»21/12/2013 Nonostante le numerose difficoltà organizzative, anche quest’anno, gli studenti del Liceo Classico sono riusciti a porgere gli auguri mettendo in scena un piccolo spettacolo. Tra uno sketch e l’altro… tra una risata e l’altra… ringraziano il Dirigente Scolastico e i Docenti che li hanno sostenuti. Buone feste! Il Liceo Classico incontra i volontari dell’Associazione Alzheimer Paternò 07/01/2014 Via martiri della Libertà, 32-Paternò (CT) Tel. 095 841675- E-mail: [email protected] Cake pops! I cake pops sono delle deliziose palline di torta ricoperte con cioccolato e decorate con zuccherini colorati, che ricordano, per la loro forma, dei golosi leccalecca. Preparare i cake pops è davvero divertente: si inizia procurandosi del pan di spagna o della torta avanzata, si amalgama con della confettura (ma si può utilizzare anche Nutella o mascarpone) si formano delle palline che si copriranno con cioccolato fondente, al latte o bianco. Ultimo step: sfoderare tutta la fantasia per decorare i cake pops con codette di zucchero, noce di cocco grattugiata, cioccolato fuso o granella di nocciole! Ingredienti: Un Pan di Spagna o una torta a scelta Confettura o crema di nocciole q.b. Zuccherini colorati Procedimento: 1. Prendiamo una torta di Pan di Spagna o di un dolce a scelta e sbricioliamolo. 2. Aggiungiamo della confettura o della crema di nocciole. 3. Impastiamo con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo. 4. Il Cake pop non deve più presentare delle parti secche ma deve essere una poltiglia umida. 5. Creiamo una pallina realizzando dei movimenti rotatori con il palmo della mano. Facciamo raffreddare il Cake Pop in frigorifero per mezz’ora… 6. Immergiamo un’estremità della stecca nel cioccolato sciolto a "bagnomaria". 7. Inseriamo la stecca (o spiedini in legno) nel Cake pop e poi immergiamolo nel cioccolato fuso. 8. Cospargiamolo con zuccherini colorati e lasciamolo raffreddare su una base di polistirolo Andrea Minutolo IV Br UNO STRANIERO A MILANO …. ERICK THOHIR Il 15 novembre 2013 è una data che rimarrà indelebile nella mente di tutti gli interisti. Dopo ben diciotto anni ,Massimo Moratti ha ceduto la propria creatura al magnate indonesiano Erick Thohir, che diventa il 20° presidente della società del biscione, affiancato alla vicepresidenza dal figlio di Moratti, Angelo Mario e da alcuni altri soci stranieri. Ma chi è Erick Thohir? E’ un ricco indonesiano di Jakarta, che gestisce l’Asta International, una società finanziaria a capo di varie aziende e diversi settori: “il 67% dei DC United, una squadra della MLS (Major League Soccer), il campionato calcistico più importante in America e il Persib Bardug, un club del campionato indonesiano ed infine è presidente della federazione indonesiana”. Spinto dal desiderio di investire anche in Europa, ha presentato un’offerta di quasi 300 milioni di euro che serviva per saldare i debiti della società nerazzurra , aumentare il capitale del club e per la costruzione del nuovo stadio di proprietà. Questa offerta è stata prontamente accettata dalla famiglia Moratti perché l’Inter come grandi club europei tipo il Psg, Manchester City ecc… spera che con l’ingresso di nuovi soci stranieri possa investire in grande, per ritornare di nuovo “nell’Europa che conta”, essendo assente da quasi tre anni, e per rafforzare l’organico privo di nomi illustri. Thohir ha dichiarato in una recente intervista che gli piacerebbe acquistare il calciatore Messi e vincere un giorno la Champions… accendendo le fantasie dei tifosi interisti, che sperano che questa nuova Inter “Indoneliana”, possa regalare di nuovo delle soddisfazioni, magari un “triplete” come nel 2009/2010. Si spera che nella prossima stagione, il tutto non sia “SOLO” un bluff milionario. Angela Motta IV Br FreeTime! Trova tutte le parole. Le lettere rimaste scoperte ti daranno un frase spiritosa! CARICATORE COMPUTER DISPLAY EBOOK IPAD MOUSE NINTENDO RADIO TABLET TELECOMANDO TELEFONO TV WII Soluzioni: Rebus (5,3,1,8) Basta con i pretesti- Rebus (4,10) Idea portentosa