La Stampa, TuttoLibri

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La Stampa, TuttoLibri
R
LA STAMPA
SABATO 18 FEBBRAIO 2017
Diario
di scrittura
Descrivono quei loschi figuri – più infami criminali comuni
che soldati o poliziotti-, tutti drammaticamente veri e vissuti.
Molinari e Osti Guerrazzi ci offrono soprattutto un affresco di quel
mondo ebraico romano
unico al mondo, prima e
dopo la Shoah. Piccoli
commercianti, bottegai,
«ricordari» e «urtisti» –
venditori di santini e souvenir la cui principale tecnica
di marketing sta nell’«urtare» i potenziali clienti…
La storia di questo mondo
rimasto per secoli quasi
uguale a se stesso – non dimentichiamo che la comunità degli ebrei rivendica a
buon diritto una ascendenza
romana più antica di chiunque altro nell’Urbe – viene
sconvolta dal fascismo, dalla
guerra, dalle persecuzioni.
Ma qui la caccia all’ebreo ha
tratti unici, diversi da altrove: quante volte la fine e la
salvezza arrivano negli occhi degli altri, quei «vicini di
casa» che si conoscono personalmente. Tutto, il bene e
il male, sta stipato fra i vicoli
del ghetto e dintorni. Lì si
muove Moretto con destrezza, per lo più lottando in solitudine, conquistando i favori di una ragazza sul fronte opposto, strappandole in-
Un personaggio quasi biblico
che sopravvisse alla Shoah
combattendo rocambolescamente
Pacifico Di
Consiglio detto
il «Moretto»
nacque nel 1921
La sua vita,
come quella
di tutti gli ebrei,
fu stravolta
dalle leggi
razziali nel 1938
Nel 1943,
durante
l’occupazione
nazista, restò
in città per dare
la caccia ai suoi
persecutori
formazioni. Tenendo sempre la testa alta, anche
quando sembra proprio non
esserci più via di fuga. Grazie al suo coraggio, alla sua
prontezza e a una buona dose di incoscienza Moretto
sopravviverà alla guerra e
alle persecuzioni. Sopravviverà soprattutto all’esperienza di aver vissuto e visto
una lunga serie di drammi,
di camion che partivano per
ignota destinazione, di bambini strappati alle madri, di
torture quotidiane. E la sua
storia si legge con il fiato in
gola, come se si fosse lì insieme a lui, dentro il ghetto accerchiato dai nazifascisti.
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Kate
Summerscale
«Il ragazzo
cattivo»
(trad. di
Ada Arduini)
Einaudi
pp. 345, € 21
le molto amato. Dopo 17 anni
di carcere, ridiventerà un uomo libero e si trasferirà in
Australia. Arruolato durante
la prima guerra mondiale,
parteciperà alla campagna di
Gallipoli combattendo valorosamente e salvando molte
vite umane.
Ritornato nei pressi di Sidney e divenuto agricoltore
stabilirà un legame di grande
affetto con il figlio dei vicini.
Ma si troverà di fronte a una
scoperta devastante: l’adolescente era quotidianamente
massacrato di botte dal padre ubriacone. Robert individuò, dunque, in quel giovane
di cui diventò il tutore un altro se stesso, ritrovò il bambino indifeso che lui stesso
era stato alle prese con gli
abusi della madre. Questo bel
libro della Summerscale, costruito come una detective
story, scava nel profondo e ci
fa toccare con mano quel nocciolo oscuro che è in Robert
ma ci illustra anche la forza
della sua risalita. Ci invischia
in una trama dove il buio di
una tremenda violenza si trasforma nella luce della «resurrezione».
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
VII
.
di
Silvia Ballestra
SILVIA BALLESTRA
A
pochi giorni dal
terremoto di ottobre, avevo appuntamento con i
miei editori per
fare il punto su alcune date e
questioni. In coda ai nostri
colloqui, avevo buttato lì la cosa che più mi premeva. Cioè
che volevo, nel mio piccolo,
con i miei mezzi, aiutare le zone colpite. Quindi scrivere un
libro, subito, per poi devolvere
alle popolazioni il ricavato dei
diritti d’autore. Così è nato Vicini alla terra.
I luoghi, essendo marchigiana (anche se della costa,
quindi non dell’area del sisma), li conosco abbastanza
perché li frequento da sempre. Ne avevo scritto, proprio
per questo giornale, già per il
terremoto di agosto e poi di
nuovo a ottobre. Avevo scritto
dei paesi che rischiavano l’abbandono, paesi bellissimi, veri
tesori nascosti, sconosciuti al
turismo. Poi avevo scritto delle persone portate via loro
malgrado, degli anziani trasferiti negli alberghi - gente di
montagna catapultata al mare d’inverno, loro che non ci
vanno neanche d’estate - che
difficilmente sarebbero poi
potuti tornare.
Ora avevo intravisto anche
una possibile chiave narrativa
per un libro.
Da giorni seguivo, su twitter, le comunicazioni fatte dall’Enpa, l’Ente Protezione Animali, sui salvataggi di cani e
gatti rimasti intrappolati nei
centri storici svuotati e i successivi ricongiungimenti.
Erano storie piccole ma emozionanti. Qualcuna di queste
storie faceva pure arrabbiare,
come quella dell’albergatore
che non aveva voluto il cagnolino di una famiglia di sfollati
mentre su Tripadvisor risultava che il suo hotel normalmente accoglieva gli animali
degli ospiti senza limitazioni.
Altre comunicavano il
dramma di chi, rimasto senza
niente, viveva forti disagi. La
ragazza in lacrime che arrivava a consegnare il suo gatto
perché non poteva più tenerlo
nella macchina dove dormiva
con due figli, un marito e un
cane da due mesi; le persone
che andavano a prendere il
petfood perché per decine di
chilometri non c’era più un negozio aperto, le strade erano
rotte e non si sapeva più come
sfamare gli animali; il dramma degli allevatori con le
strutture lesionate e quelli
che non riuscivano a far transumare pecore e mucche perché i sentieri erano franati.
Poi, ancora, i cani estratti
dalle macerie; gli animali rimasti chiusi nelle case accessibili solo con il permesso e
l’aiuto dei Vigili del Fuoco; i
gatti che li devi prendere con
le gabbie-trappola, aspettando la notte, altrimenti non
vengono fuori da dove si sono
nascosti, spaventati dalle
scosse e da paesi diventati improvvisamente spettrali.
Seguivo queste storie all’apparenza un po’ laterali, di
contorno, perché, raccontando il quotidiano spezzato, la
Silvia Ballestra
«Vicini alla
terra. Storie di
animali e di
uomini che non
li dimenticano
quando tutto
trema»
Giunti
pp. 144, € 12
Silvia Ballestra ha voluto
sostenere le popolazioni colpite
dal sisma con un libro di cui
devolvere i diritti d’autore.
Lo spunto narrativo è arrivato
dalle comunicazioni su twitter
dell’Enpa. L’autrice presenta
il libro a Torino, alla libreria
Binaria, venerdì 3 aprile, alle
18,30 con il giornalista della
«Stampa» Alberto Infelise
COM’È NATO «VICINI ALLA TERRA»
“Anche un gatto sopravvissuto
è una vittoria sul terremoto”
Ho voluto aiutare quei paesi martoriati con un libro
raccontando piccoli salvataggi di animali e i loro padroni
L’AUTRICE
Silvia
Ballestra,
marchigiana,
classe 1969,
esordisce
nel 1990
in una
antologia
curata da
Pier Vittorio
Tondelli
Nel 1991
il primo
romanzo,
«Compleanno
dell’iguana»,
tradotto in
molti Paesi
europei,
Dal libro
successivo,
«La guerra
degli Antò»
è stato tratto
l’omonimo film
di Riccardo
Milani
Nel 2014 ha
pubblicato per
Mondadori il
romanzo
«Amiche mie»
dimensione domestica («animali domestici», o di cortile, o
di stalle vicine alle case coloniche, in campagna) spazzata via
d’un colpo, narravano anche un
territorio. Un territorio che vive anche grazie agli animali. Poi
c’erano le foto. Non quelle delle
autorità in visita, non le passerelle dei politici, ma immagini
di vie, di soccorritori al lavoro,
di piccole frazioni sconosciute,
quelle in cui di solito non ci si
ferma, ma che costellano a centinaia le strade d’Italia. C’erano
anche foto di Castelluccio, dove
i volontari dell’Enpa erano arrivati con il Soccorso Alpino a
prendere gatti e oche dopo che
il paese era stato evacuato con
gli elicotteri. Castelluccio isolato e irraggiungibile, deserto in
mezzo alla sua bellissima piana,
pronto a imbacuccarsi nella neve e nel silenzio dell’inverno in
arrivo. Con mezzo paese crollato, le travi a ingombrare le poche vie, i sassi, le macerie, le
strade franate giù per i pendii e
i gatti soli che si aggiravano fra
crepe e balconi pericolanti.
C’erano le immagini prese
con i cellulari. Un micino bianco
minuscolo in mano a un carabiniere che l’aveva poi adottato;
un cucciolo di cocker stretto a
una vigilessa; un gattuccio con
la testa intrappolata in una lat-
tina di bocconcini recuperato
da un fondaco.
Abbiamo contattato l’Enpa.
Michele Gualano, il direttore, è
stato subito disponibilissimo.
Sin dalla prima telefonata, mi
ha fornito suggestioni, storie,
osservazioni. Parlando con lui e
con il personale che ha operato
nelle zone del sisma, si è aperto
un mondo. Volontari pronti a lavorare senza tregua, vivere in
tenda, avventurarsi in posti impervi per aiutare animali e per-
percepita a Natale, quando ho
fatto un giro nei piccoli centri
del versante marchigiano. Edifici «cerchiati», puntellati con
travi di legno e fasce di acciaio,
ma vuoti, in paesi svuotati.
Poi, con l’arrivo della neve si
sono presentati altri disagi.
Qualcuno, con la rozzezza che
contraddistingue questi tempi,
ha cominciato a dire: «Perché ci
si ostina a vivere in posti del genere? Che se ne vadano!». La risposta è che non esistono solo le
città. E questi erano
«C’è un tessuto prezioso grazie luoghi vivi e importanti anche se piccoli. Poalle tante bestie che vivono
sti da difendere, non da
svuotare e distruggein equilibrio con le persone»
re. Sono tanti e diversi:
sone, condividendo disagi, dolo- abbandonarli sarebbe un crimiri e speranze. A metà novembre ne. Lì ci sono opere d’arte e mesono stata a Roma per incon- raviglie architettoniche, lì c’è
trarne alcuni.
storia e poesia, e lì c’è un tessuto
Poi, a inizio dicembre, sono produttivo prezioso, unico anstata con loro a Norcia. C’era da che grazie alla presenza di tanti
consegnare un carico di mangi- animali che vivono in equilibrio
me per animali. Abbiamo fatto con le persone. Un universo da
un lungo giro per il paese e per conoscere, rispettare e protegle sue frazioni. Norcia era chiu- gere. Nelle campagne, pecore,
sa e vuota, con quasi tutte le ca- mucche, galline, conigli, maiali,
se rotte, crepate nei piani bassi, api, trote, cavalli. Nei boschi e
e sapere che al di là dei monti sulle montagne, lupi, camosci,
c’erano altri paesi nelle stesse faine, cinghiali, volpi. Nei paesi e
condizioni rendeva tutta quella nelle case, cani e gatti. Ho scritsolitudine, quell’abbandono, to di loro e ho cercato di racconquel senso di devastazione, an- tarli un po’. Con gratitudine.
cora più duri. Stessa sensazione
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