insight somatosensoriale e percezione sinestesica integrata

Transcript

insight somatosensoriale e percezione sinestesica integrata
V Congreso Internacional “Sinestesia, Ciencia y Arte” 16 - 19 majo 2015, Granada, Espana
INSIGHT SOMATOSENSORIALE E PERCEZIONE SINESTESICA INTEGRATA
The Somatosensorial Insight and the Integrated synaesthesic perception
Insight somatosensorial y Percepción sinestésica integrada
Phd. Gloria Bova
Psicologa e Psicoterapeuta. Management & Company Supporter ®. [email protected]
Fondatrice e Responsabile scientifico e didattico di EuKos ‘Società per la Ricerca e lo Sviluppo delle Scienze
Psicologiche’ Milano (ITA), Presidente dell’Associazione culturale svizzera ‘EUKOS Mind Revolution’ (CH)
Abstract. Presento il risultato di una ricerca clinica ed epistemologica che ha coinvolto oltre
1000 pazienti e un gruppo di ricerca italo-svizzero. La ricerca ha portato alla formulazione
di un nuovo modello e metodo terapeutico, il Sistema ScInte, e di una nuova teoria della
percezione collegata allo sviluppo non organico ma evolutivo della coscienza dell’essere
umano. La percezione del mondo e di noi stessi è totalmente condizionata dallo stato di
coscienza esistenziale in cui viviamo. È una visione che semplifica enormemente la lettura
delle dinamiche intrapsichiche e di interazione dell’uomo distinguendo tre diversi stati di
coscienza, lo Stato di coscienza integro primario, lo Stato di coscienza scisso e lo Stato di
coscienza integrato. Ogni comportamento, pensiero e emozione sono ascrivibili a uno dei
tre. Attraverso i Protocolli Grafici Terapeutici è possibile indurre un Insight che sblocca la
persona dal blocco cognitivo e affettivo dello Stato di Coscienza Scisso e permette il
cambiamento terapeutico consapevole. Nello Stato di Coscienza integrato si acquisisce una
capacità percettiva evoluta, di ordine superiore, che è consapevole, volontaria e ripetibile: la
Percezione Sinestesica Integrata.
Keywords: coscienza, integrazione, percezione, sviluppo, Insight, attività neuronale..
1.
LA BASE TEORICA: IL SISTEMA SCINTE. LA
PSICOTERAPIA DEGLI STATI DI COSCIENZA
Per spiegare l’Insight somatoriale è necessario chiarire
il terreno teorico e esperienziale del Sistema ScInte
nel quale si è evidenziato. La base teorica è un nuovo
modello sociologico e psicologico basato sui concetti
di scissione e di integrazione, per questo ScInte, visti
come due diversi stati di coscienza, uno meccanico e
inconsapevole, l’altro volontario e consapevole.
Riunisce in sé i principi fondanti di diverse scuole di
pensiero sia di psicologia che di altre matrici di
conoscenza, in modo coerente e unitario. La sua
grande novità è che nella fusione di tanti antichi saperi
e conoscenze, sposta la matrice della malattia psichica
dalla mente alla affettività, dimostrandone il valore di
disagio esistenziale e non mentale. Come già in
Hillman, ecco Psiche tornare al suo significato
originario di Anima e non di Mente. È una visione che
semplifica enormemente la lettura delle dinamiche
intrapsichiche e di interazione dell’essere umano
distinguendo tre diversi stati di coscienza: lo Stato di
coscienza primario, lo Stato di coscienza scisso e lo
Stato di coscienza integrato. Ogni nostro
comportamento, pensiero e emozione è ascrivibile a
uno dei tre. Si ipotizza che a ciascuno Stato di
coscienza
corrispondano
specifiche
modalità
funzionali o disfunzionali dell’attività elettrica
cerebrale. Secondo la visione ScInte, generalmente
l’uomo nasce in uno stato di integrità della coscienza,
lo Stato di Coscienza Primario, dove le funzioni
testa-cuore-corpo sono ben allineate e interagenti in
modo sinergico e sintonico. Ciò permette al neonato di
percepire e comunicare con chiarezza i propri bisogni
alla figura di accudimento e cura, così da garantirsi
sopravvivenza e crescita. Questo stato di coscienza
primaria dove i bisogni sono chiaramente percepiti e
dichiarati si perde in fretta in seguito a impatti con la
vita, con il mondo culturale e affettivo che gli adulti
hanno costruito.
L’attività elettrica del cervello del neonato (che vive
prevalentemente nel ritmo delle onde delta per poi
accelerare e organizzarsi nei primi 2-3 anni in un ritmo
theta a 4-5Hz che permarrà fino ai 5 anni quando
comparirà il ritmo alfa) impatta con le modalità
prevalentemente alfa e beta degli adulti. Questi impatti
possono creare una interruzione della sintonia somatoaffettiva fusionale con la mamma causando una
esperienza di negativizzazione del legame. Il vissuto
esperienziale del neonato resta ancorato alla sfera
somato-affettiva, l’unica che è in grado di decodificare.
Il vissuto sarà affettivamente positivo o negativo a
seconda della qualità percettiva dell’interazione
proposta dall’adulto. Se positiva il bimbo sarà
invogliato a uscire dal suo mondo (ritmo) e aprirsi
all’interazione senza percezioni asintoniche con la
beatitudine del suo ritmo theta di provenienza, e per lui
la vita diventerà una gioiosa scoperta attraverso gli
occhi, la voce e tutto il resto della sua mamma. Se
l’interazione è percepita in contrasto o come
interruzione della sintonia somato-affettiva fusionale
può causare una percezione negativizzata del legame e
di conseguenza della realtà esterna. Sono questi impatti
di natura affettiva e la percezione della solitudine
esistenziale (determinata dall’adulto che non
comprende i messaggi sempre meno chiari lanciati dal
bambino che va crescendo) che porteranno il bambino
a strutturarsi difensivamente, con la comparsa del
ritmo alfa, in uno Stato di Coscienza Scisso dove la
originaria comunicazione sinergica e funzionale tra
testa-cuore-corpo è tragicamente interrotta con la
conseguente perdita della consapevolezza di sé stessi e
della vita. In questo stato di scissione l’adulto vive una
vita votata alla sopravvivenza, delegando alla mente
scissa e difensiva il controllo di ogni cosa. Il bambino
inizia da subito a adeguarsi al mondo dell’adulto
utilizzando le risorse dei neuroni a specchio e sul
campionario dei modelli relazionali degli adulti a sua
disposizione strutturerà il proprio pagando il prezzo
della perdita della propria autenticità e unicità. La
scissione testa-cuore-corpo può essere più o meno
ampia dando luogo ad ogni forma esistenziale e
relazionale, funzionale o disfunzionale, e in ogni area
della vita. Tutti gli esseri umani adulti vivono in uno
stato di coscienza scisso conservando la memoria della
propria integrità originaria. Questa memoria è la spinta
interiore che porta a cercare quella pienezza di armonia
che è andata persa ma che vive ancora, anche se
sommersa dai pregiudizi della mente difensiva, dalle
emozioni negative dell’affettività scissa e dalle
abitudini disfunzionali di un corpo che è
rappresentazione di entrambi. Meta di questa spinta
interiore è la ricerca della Integrazione, il ritorno alla
originaria unità testa-cuore-corpo. Lo Stato di
Coscienza Integrato, a differenza dello stato integro
primario, è ricco delle esperienze di vita vissuta ed è
raggiunto attraverso un percorso consapevole di
superamento della scissione. La capacità di fare
esperienze di integrazione o di rivivere le primarie
esperienze integrate non abbandona mai l’uomo
durante la scissione, e ogni attimo vissuto in quella
pienezza di sé in armonia con il tutto diventa un
ricordo indelebile e fa da insostituibile traccia alla
propria meta esistenziale.
Il disagio mentale e le disfunzioni comportamentali
sono solo il riflesso del dolore che ci portiamo nel
profondo del nostro cuore.
Dolore lacerante, spesso cancellato e sempre oscurato
dalle difese mentali. Le varie patologie sono il risultato
delle diverse strade che questo stesso fiume sotterraneo
scava in ciascuno di noi.
I sintomi
sopraggiungono quando il conflitto
intrapsichico tra il copione inconsapevole della
scissione e la spinta interiore di quel seme non è più
sostenibile, ma non trova la strada per germogliare.
L’Io non trova la strada per rompere la corazza
difensiva dell’Ego. La psicoterapia si fa guida. Poiché
la base teorica del Sistema ScInte è sistemica, è
applicabile a ogni sistema umano, dall’individuo alla
coppia, alla famiglia e alle organizzazioni (dalle scuole
2. PERCEZIONE SINESTESICA INTEGRATA
La teoria ScInte degli stati di coscienza apre a una
teoria della percezione che definisce l’interazione tra
l’uomo e il mondo in base a una sensibilità percettiva
che muta in relazione ai diversi stati di coscienza e
quindi subordinata alla connessione o disconnessione
alle aziende). Per questo lo psicoterapeuta ScInte
diventa anche Management & Company Supporter.
Infatti il Sistema ScInte è stato sperimentato e
applicato inizialmente in ambito psicoterapeutico per i
sistemi primari come l’individuo, la coppia e la
famiglia, e poi allargato ai sistemi secondari delle
organizzazioni del mondo del lavoro. Secondo la
visione ScInte un sistema relazionale primario (SRP) è
quello degli affetti e dei legami famigliari, mentre un
sistema relazionale secondario (SRS) è quello che
l’uomo vive al di fuori della famiglia, come nell’area
dello studio e successivamente del lavoro o nelle
attività sociali che hanno una pregnanza di impegno e
continuità. Funge da SRS una qualunque
organizzazione strutturata di relazioni che leghi
persone senza vincoli di parentela, per un interesse
condiviso, libero o obbligato che sia. Con ScInte
psicoterapia e supporting diventano un percorso di
autoconsapevolezza e successiva padronanza di sé, a
duplice funzione: adattiva o evolutiva. La funzione
adattiva mira al superamento di disfunzioni e sintomi
per il recupero di una migliore funzionalità nello stato
di scissione. Si risolvono gli aspetti materiali, dalla
scomparsa dei sintomi/disfunzioni al miglioramento
della qualità di vita. La funzione evolutiva apre alla
conoscenza mirando al raggiungimento della
padronanza di se stessi e della propria autenticità, mira
alla conquista dell’integrazione realizzante. Alla
funzionalità della vita materiale si aggiunge la
dimensione evolutiva e spirituale. Per queste ragioni
lavorare con ScInte diventa un percorso alchemico alla
ricerca della Bellezza e della Autenticità di sé stessi in
armonia con la vita, attraverso la mobilizzazione della
plasticità del cervello e la sapiente modulazione della
sua attività elettrica e dei corrispondenti stati di
coscienza, Il primo passo è la consapevolezza dello
stato affettivo sottostante ai processi di difesa mentali e
alle somatizzazioni, la meta è la padronanza dei
meccanismi scissionali. Si parte dal cuore per modulare
il cervello ridiscutendo le convinzioni della mente
difensiva e arrivare alla ristrutturazione cognitiva, al
conseguente cambiamento del comportamento e la
guarigione del corpo.
Il Sistema ScInte consiste di un modello teorico e un
metodo pratico che è formato dall’insieme di molteplici
tecniche appplicative anche innovative, come il
linguaggio multisensoriale verbo-visivo dei Protocolli
Grafici Terapeutici (PGT) utilizzati indifferentemente
in psicoterapia e nel supporting. I PGT correttamente
somministrati inducono l’Insight sonatosensoriale.
Per spiegarlo è necessario prima delineare la teoria
della percezione secondo la visione ScInte degli stati di
coscienza.
tra testa-cuore-corpo. Nell’essere umano la capacità
percettiva sintonica e armoniosa dello Stato di
coscienza primario, a differenza degli animali, si
perde già nella prima infanzia a causa degli
innumerevoli impatti con la inadeguatezza affettiva dei
modelli relazionali e culturali degli adulti. Nel bambino
restano tracce mnemoniche inconsapevoli che lo
spingeranno per tutta la vita verso la ricerca
2
dell’Integrità originaria. La Sensibilità sinestesica
primaria resta potenzialmente presente in ogni persona
e può esprimersi in momenti di particolare
sollecitazione sensoriale. La percezione della realtà e di
noi stessi nello Stato di coscienza della scissione
testa-cuore-corpo risulta fortemente limitata e
condizionata dalla struttura cognitiva e affettiva della
persona. In genere siamo sordi ai bisogni del nostro
corpo e pur desiderandolo siamo incapaci di costruirci
una vita affettivamente appagante. Nello stato di
scissione la sensibilità percettiva viene costantemente e
inconsapevolmente condizionata e frenata da una
mentalizzazione
alterata
da
una
affettività
negativizzata o idealizzata. A seconda del gioco di
dominanza interna della struttura di difesa scissionale
adottata, il bisogno affettivo sarà un bisogno dichiarato
o negato. Nello Stato di coscienza della scissione la
capacità sinestesica resta latente. La perdita più o meno
rilevante della sensibilità sinestesica originaria può
essere interrotta da vissuti momentanei di sensibilità
sinestesica primaria. Sono Momenti di connessione,
vissuti di particolare benessere e consapevolezza
globale, indelebili alla memoria dell’anima, flash in cui
ci siamo sentiti noi stessi e perfettamente in pace e
armonia con il tutto.
In terapia è su questi momenti che si fa leva per trovare
qualla fiducia che permette di andare alla conquista
dell’integrazione del sè. Nello Stato di coscienza
integrato
la
capacità
percettiva
recupera
consapevolmente la sensibilità sinestesica ma arricchita
dall’esperienza dolorosa della scissione, da tutti i suoi
insegnamenti, primo tra tutti, la padronanza di sé
nell’interezza testa-cuore-corpo. La Percezione
Sinestesica Integrata è una percezione ‘evoluta’, è la
capacità di guardare oltre la materialità dell’apparire, è
una sensibilità di ordine superiore priva di giudizio e
personificazione, ed è consapevole, volontaria e
ripetibile. Secondo la visione ScInte la sensibilià
percettiva è espressione dei diversi stati di coscienza,
che a loro volta corrispondono a specifiche attività
elettriche del cervello, ed è un linguaggio in grado di
comunicare e anche ‘contagiare’ gli altri scatenando un
fenomeno di risonanza come nei diapason. Ci
condizioniamo e influenziamo reciprocamente sia nello
stare bene che nello stare male. Per questo è necessario
che lo psicoterapeuta in seduta sia consapevolmente in
uno stato di coscienza integrata, l’unico che permette di
non farsi trascinare dalla scissione del paziente e
guidare al cambiamento terapeutico.
Per tutto questo, lavorare con il Sistema ScInte diventa
un percorso alchemico alla ricerca della Bellezza e
della Autenticità di sé stessi e della vita, perché
liberare la propria potenzialità dalla gabbia della
scissione apre creativamente a nuovi percorsi e
manifestazioni del sé.
sguardo, occhi sgranati), cambiamento repentino dello
stato dell’umore, cambiamento repentino dello stato di
coscienza, comprensione immediata e profonda del
problema che il PGT rappresenta, e osservazione
oggettiva del problema e propensione al problem
solving. La persona entra in contatto con il proprio
bisogno di cambiamento, si sente profondamente capita
e instaura da quel momento una solida alleanza
terapeutica.
Le condizioni necessarie affinchè si verifichi l’IS sono:
che il PGT sia quello giusto disegnato al momento
giusto, che il terapeuta sia in uno stato di coscienza
integrato. Dalla sperimentazione condotta si è
dimostrato che se il terapeuta è nello stato di scissione
la sua comunicazione non sarà in grado di usare il PGT
per oltrepassare la barriera mentale della scissione del
paziente e comunicare con la sua parte integrata. Sarà
l’Ego del paziente a ricevere l’informazione racchiusa
nel simbolismo grafico del PGT, la persona si sentirà
irritata e risponderà con scherno o oppositività.
La sperimentazione clinica con il Linguaggio verbovisivo dei PGT iniziò nel 1998 e l’Insight
somatosensoriale o verbo-visivo fu annunciato per la
prima volta nel 20021 e poi in altri Congressi2 in Italia,
fino al 2007 e 20093 in Spagna, e in corsi approvati dal
Ministero della Salute4.
Sono stati elaborati circa venti PGT categorizzati in
semplici e complessi, e in PGT per l’individuo, la
coppia e la famiglia. I PGT sono disegnati dallo
psicoterapeuta durante momenti specifici del colloquio
terapeutico e sono accompagnati da appropriate
spiegazioni verbali.
L’IS è un Insight a base sensoriale che comprende in sé
sia l’Insight intellettivo che l’Insight emozionale5
producendo una trasformazione psicoterapeutica
(“kunesis” verso “entelechia”) che invece con questi
ultimi, se isolati, non è raggiungibile6. Tutti i PGT si
sono
rivelati
specifici
cioè
specificamente
rappresentativi di ogni singolo quadro sintomatologico
o dinamica relazionale disfunzionale, generalizzabili a
pazienti diversi ma con analogie cliniche, e ripetibili
nel tempo allo stesso paziente in momenti di stallo
della psicoterapia con l’effetto di sblocco, dimostrando
che l’esperienza fatta dalla persona era rimasta in
memoria e quindi era stata appresa.
Le iniziali intuizioni della Psiconeurolinguistica7 sulla
percezione, in accordo con il Principio dell’interferenza
dei canali sensoriali8, oggi cedono il passo alla
interpretazione dell’IS come un processo indotto di
1 1° Convegno Residenziale, Scuola di Psicoterapia “Mara Selvini
Palazzoli”, Milano. Relatrice (prima presentazione): “Utilità del
disegno in Psicoterapia”, 11-13 Ottobre 2002, Salice Terme (AL).
2
Arezzo.....
3
II e III Congresos Internacionales de “Sinestesia Ciencia y
Arte”, , ArteCittà Fundacion Internacional, Granada, Spagna
4
Corsi ECM, Linguaggio sinestesico verbo-visivo. Metafore e
restituzioni disegnate, 2004-2006 Milano
5
Secondo la Psicoanalisi, l’Insight Intellettivo è la capacità di capire
razionalmente le proprie movenze psichiche, mentre l’Insight
Emozionale comporta una partecipazione affettiva, da Galimberti, U.
(1992), Psicologia, ed. Garzanti, 1999, (p.534).
6
Ibid.
7
Bandler, R., Grinder, J. (1981), Metamorfosi terapeutica: principi di
programmazione psiconeurolinguistica, ed. Astrolabio.
8
..........
3. INSIGHT SOMATOSENSORIALE
L’Insight somatosensoriale (IS) o verbo-visivo è
indotto dalla somministrazione al paziente dei PGT
all’interno del dialogo terapeutico. I segni clinici della
presenza dell’IS nel paziente sono: cambiamento della
mimica facciale (rilascio del platisma, fissazione dello
3
istantaneo cambiamento dello stato di coscienza della
persona che esce dalla percezione rigida parziale e
negativizzata dello stato di scissione e entra in contatto
con il sé autentico e adulto aprendosi a una
comprensione integrata di sé e della realtà, La persona
esce momentaneamente dalla corazza della soggettività
egoica per entrare nella nudità oggettiva dello stato di
integrazione, e resta senza parole.
Non avendo ancora dati da rilevazioni strumentali
(EEG) si ipotizza che l’IS sia un processo di repentino
cambiamento dell’attività elettrica del cervello del
paziente che passa dall’iniziale ritmo beta
Il linguaggio della psicoterapia è
prevalentemente e storicamente basato sulla
parola.
Parola parlata e ascoltata, vicendevolmente da
paziente e terapeuta. Il non-verbale, pure se
presente, resta sullo sfondo di una comunicazione
dialogica che attiva principalmente il canale
sensoriale verbo-uditivo. L’ingresso della
sinestesia in psicoterapia, apre le porte ad una
complessità comunicazionale, dove un input
complesso, attiva simultaneamente più canali
sensoriali del paziente (uditivo e visivo),
aumentando l’impatto del messaggio terapeutico e
portando ad un veloce, consapevole e duraturo
cambiamento terapeutico. Ovviamente, la via
principe alla complessificazione sinestesica del
messaggio non poteva che essere l’apertura alla
comunicazione visiva, con l’elaborazione di un
linguaggio complesso dal punto di vista della
percezione sensoriale, ma estremamente semplice
e comprensibile nel suo significato essenziale. Era
necessario
rendere
comprensibili,
nell’immediatezza della percezione visiva,
concetti psicodiagnostici e psicoterapeutici
difficili e complessi, con l’obiettivo di un
cambiamento consapevole e duraturo. Nasce così
dalla penna dell’autrice il Linguaggio Sinestesico
Verbo-Visivo applicato alla psicoterapia, dove il
segno grafico è utilizzato come rappresentante
simbolico attraverso delle Metafore e Restituzioni
Psicologiche disegnate estemporaneamente dal
terapeuta nell’immediato della seduta in specifici
momenti del dialogo terapeutico.
Il Linguaggio Sinestesico verbo-visivo è il segno
che accompagna la parola, è una comunicazione
verbale rafforzata dall'uso dello strumento graficovisivo utilizzato come rappresentante simbolico
secondo
quanto
osservato
nel
fenomeno
13
dell’interferenza dei canali percettivi . Fenomeno
ora dimostrato nei suoi aspetti neurofisiologici
dalle recenti ricerche di V. S. Ramachandran14
dell’Università di San Diego in California.
Ramachandran definisce sinestesia la percettività
sinergica di più modalità sensoriali sottolineando
l’universalità di tali processi e la loro importanza
nella elaborazione del pensiero metaforico. Con
questo, Ramachandran apre ad applicazioni
multidisciplinari e multisettoriali.
La capacità di rappresentazione graficosimbolica è presente nell’intera storia dell’umanità e
in ogni sua forma di espressione15, dall’arte alla
specifiche9,
condotta10.
in seduta in specifici momenti del
percorso terapeutico all’interno di un colloquio
nel quale interagisce attivamente con il paziente. I
grafici diventano l’oggettivazione del progetto di
lavoro, facilitando l’alleanza terapeutica e
contenendo le proiezioni transferali, la cui
gestione resta ovviamente alla competenza
professionale del terapeuta. Durante la ricerca
condotta, tutti i grafici protocollati sono stati
ideati estemporaneamente all’interno dei colloqui
nelle singole sedute e
I disegni ideati sono stati
e esprimono un Linguaggio Sinestesico
Verbo-Visivo11 (disegnati dallo psicoterapeuta),
Elaborando la Fenomenologia della Percezione di
Merleau-Ponty (1945), M. Armezzani12 auspica la
necessità, per le scienze psicologiche, di riscoprire
il mondo della vita, riscoprire il significato reale
dell’esperienza percettiva, per approdare ad un
totale ripensamento della corporeità, della
spazialità, della temporalità, del linguaggio e della
comunicazione, proprio partendo dall’esperienza
vissuta.
Infatti,
è
proprio
partendo
dall’esperienza direttamente vissuta nello spazio
dell’incontro terapeutico paziente-psicoterapeuta,
che sono andata a cercare quei nuovi “oggetti”
(ivi, p.136)
Un linguaggio capace di riscoprire e
muovere l’arcaico, ricostruendo il senso di una
storia e restituendo al suo soggetto, la competenza
e la padronanza di sé e della propria vita.
9
Ramachandran, V.S. (ibid.)
Attualmente il gruppo di ricerca è composto da 8 psicologi e
psicoterapeuti di diversi orientamenti teorici, operanti in settori privati e
pubblici (2 in Svizzera e 6 in Italia (Lombardia ed Emilia)).
11
I protocolli grafici, propri del Linguaggio Sinestesico Verbo-Visivo.
12
Maria Armezzani, (2002), Esperienza e significato nelle scienze
psicologiche, Editori Laterza (pp.134-135).
10
13
In Arcuri, L., Castelli, L. (1996), La trasmissione di pensieri, ed.
Zanichelli, (p.187).
14
V. S. Ramachandran, Udire i colori, gustare le forme, in “Le
Scienze”, n. 418, giugno 2003.
15
Hofstadter, D.R. (1979), Godel, Escher, Bach: un’Eterna Ghirlanda
Brillante, ed. Adelphi, Milano, 1984.
4
matematica (anche i numeri, in definitiva, sono
rappresentazioni grafico-simboliche di concetti
quantitativi, così come le notazioni musicali lo sono
dei suoni, ecc.). Anche il passaggio all’uso
congiunto di più modalità espressive, e quindi
percettive, lo si ritrova spontaneamente nella storia
evolutiva dell’umanità ed è antecedente alla
diffusione della scrittura. Infatti, nella nostra cultura
orale, il tramandare storia e saggezza popolare era
affidato ai racconti illustrati dei cantastorie (la stessa
modalità sinestesica la si ritrova oggi in alcuni
filmati pubblicitari16). Nell’educazione dei bambini
alla lettura ben si ravvisa questo passaggio evolutivo
con le immagini che lasciano sempre più spazio alla
parola scritta (che si trasforma comunque in suono,
nella lettura silente) fino a scomparire. Ma anche
dopo si conserva la primaria tendenza all’immagine
nell’apprendimento o memoria visiva.
Già nell’antichità Aristotele, pur non
suffragato
dalle
attuali
conoscenze
neurofisiologiche, intuitivamente affermava che la
conoscenza, a cui tutti gli uomini aspirano, passa
attraverso le percezioni reiterate e memorizzate,
prime tra tutte l’udito e la vista, e questa più
dell’altra. Egli vedeva nella capacità percettiva
dell’uomo la base dell’immaginazione, base di
quelle immagini mentali che mai mentono, perché i
sensi non sbagliano mai (l’uomo moderno si è
talmente distanziato dalla propria percezione
corporea che non riesce più ad ascoltare messaggi
così arcaici. La successiva separazione corpo-mente
ci ha lasciato il suo segno in eredità). Altresì
affermava la necessità per la scienza di esprimersi
attraverso il linguaggio, e precisamente in discorsi.
Il linguaggio sinestesico verbo-visivo,
suffragato oggi dalle informazioni neurofisiologiche
sui sottostanti circuiti corticali e sottocorticali, parla
all’uomo riscoprendo e sfruttando modalità
sensoriali universali di conoscenza e, quindi, di
cambiamento. Applicato con metodo nel colloquio
psicoterapeutico apre a nuovi orizzonti comunicativi
e favorisce la comprensione di meccanismi e
dinamiche disfunzionali, velocizza il recupero della
consapevolezza di se stessi e della propria storia,
passata e futura. Apre la strada alla possibilità di un
recupero consapevole delle proprie potenzialità,
precedentemente bloccate dagli effetti devastanti
dell’impatto affettivo con la vita, primo tra tutti, il
richiamo alle relazioni disfunzionali e carenzianti
delle diverse modalità della relazione di
attaccamento madre-bambino17.
La psicoterapia sinestesica utilizza la
modalità comunicazionale verbo-visiva, e per questo
si avvale dell’uso di specifici grafici che lo
psicoterapeuta va disegnando
Le rappresentazioni grafico-simboliche
(disegnate dal terapeuta), se appropriate ed
essenziali, e se rispondenti ai criteri di costruzione
delineati, in virtù del loro carattere di trasversalità si
offrono ad essere utilizzate anche in modelli teorici
di diversa base concettuale, sia psicoterapeutici che
psicoanalitici (ovviamente se questi permettono
all'analista una interazione attiva in seduta), come
pure i grafici del Metodo del Genogramma
(disegnati invece dal paziente) e l’utilizzo del
Laboratorio Mentale.
Con il linguaggio sinestesico verbo-visivo
si risponde anche alla invocazione della Psicologia
del Significato18 per un nuovo tipo di conoscenza
che prendendo vita da nuovi modi e procedure di
ricerca, tra cui nuove modalità di comunicazione
interpersonale non trascuranti della realtà
dell’esperienza, diano spiegazione del principio che
fuori dell’intersoggettività il linguaggio non ha
senso, che il linguaggio non è un sistema di segni
ma un insieme di “atti di discorso” entro cui si tenta
la comunicazione e la condivisione di significati.
Anche James Hillman19 sembra fare una
analoga invocazione quando scrive: “[…] ma allora
cosa vogliamo? Vogliamo far tacere il rumore
concettuale del gergo psicologico e creare, nello
studio del terapeuta, un’atmosfera in cui i vari
momenti ci parlino nei termini loro propri e che noi
rispondiamo ai nostri. La terapia diventa allora la
disciplina del cercare di scoprire cosa sono quei
termini, in ciascun caso, buttando via la diagnosi in
favore dell’inventiva, terapeuta e paziente insieme,
un linguaggio in comune adatto a questa particolare
vita. Allora non stiamo cercando di scoprire e curare
una malattia, stiamo cercando di inventare e parlare
un linguaggio. E’ questa la cura: parlare alla vita e
ascoltare la vita. E lo scopo non è che la vita
guarisca, o diventi normale, e nemmeno che cessino
le sue sofferenze, ma che la vita diventi più se stessa
[…]”.
Nella Psicoterapia Sinestesica qui
presentata, con
l’utilizzo del suo Linguaggio
sinestesico verbo-visivo, la conoscenza diventa una
concreta, una consapevole e condivisa costruzione
soggettiva e intersoggettiva di significati tra
psicoterapeuta
e
paziente/coppia/famiglia,
significati che vengono passati inesorabilmente agli
infrarossi di continui e duri esami di realtà, e di
conoscenza che si attua con l’utilizzo del segno
grafico
come
rappresentante
simbolico
attraverso “metafore e restituzioni psicologiche
disegnate” oltre che “parlate”.
16
18
17
19
Arcuri, L., Castelli, L., (ibid.).
Richiamo alla Teoria dell’Attaccamento di J. Bowlby (Londra 19071990).
Armezzani, M., ibid., p.27.
Hillman, J., Ventura, M. (1993), Wéve Had a Hundred Years of
Psychotherapy - And the World’s Gettino Worse, ed. Garzanti.
5
Gloria Bova. Psicologa e Psicoterapeuta Relazionale.
Management & Company Supporting©
Responsabile Scientifico e Didattico della Società EuKos.
Docente in progetti E.C.M.
Milano, Italia.
mailto: [email protected] website: www.eukos.net
6