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LA DEMOLIZIONE DEL VOTING RIGHTS ACT 1965 E LE SUE
IMPLICAZIONI PER LA PRESIDENTIAL ELECTION 2016
di Giulia Aravantinou Leonidi 
L
a corsa verso le presidenziali del 2016 rinnova l’attenzione sul diritto di voto
negli Stati Uniti, in concomitanza con le celebrazioni per il cinquantesimo
anniversario del Voting Rights Act. La legge, definita dall’allora Presidente Lyndon
Johnson, al momento di apporre la propria firma il 6 agosto 1965, “one of the most
monumental laws in the entire history of American freedom”, aveva lo scopo di
abbattere, a livello statale e locale, le barriere che impedivano agli afroamericani di
esercitare il proprio diritto di voto, costituzionalmente sancito.
A poco più di un anno dall’appuntamento con le elezioni presidenziali, che si terranno
a novembre 2016, il diritto di voto è al centro di un rinnovato interesse che promette di
essere ulteriormente stimolato questo autunno.
Cresce l’attesa per la ripresa delle attività del Congresso chiamato ad emendare e a
rafforzare alcune disposizioni della legge che furono due anni fa oggetto di una rilevante
pronuncia da parte della Corte Suprema nel caso Shelby County v. Holder in cui i giudici
supremi dichiararono incostituzionale la sezione 4 del Voting Rights Act nella parte in cui
sottoponeva la legislazione elettorale di alcuni Stati, tradizionalmente segregazionisti (cd.
covered jurisdictions), al controllo preventivo federale (cd. preclearance).
La Corte è tornata recentemente ad esprimersi sul tema con una pronuncia ad alto
tasso di politicità in occasione del caso in materia di gerrymandering, Alabama Legislative
Black Caucus et al. v. Alabama et al. (U.S. 545 __ (25 marzo 2015), azione che è stata riunita

Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparate, Dipartimento di Scienze Politiche,
Università di Roma “Sapienza”
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con Alabama Democratic Conference et al. v. Alabama et al. Alla decisione della Corte va
riconosciuto il pregio di aver ricondotto la giurisprudenza di rilevanza costituzionale in
materia ad un punto di equilibrio determinato dalla legislazione di attuazione del XIV
emendamento. Tuttavia, con questa pronuncia la Corte non chiarisce quale sia il futuro
del Voting Rights Act , la cui illegittimità costituzionale era stata parzialmente sancita nel
2013 con la pronuncia in Shelby County v. Holder. Il giudice Breyer, estensore della
sentenza per una maggioranza di cinque a quattro, si esime dal definire i confini entro i
quali il sindacato sulla legislazione elettorale statale è possibile.
Al Voting Rights Act sono legate le sorti delle elezioni del 2016, poiché dalla sua
modifica dipende l’estensione o la limitazione del diritto di voto negli Stati chiave, i cd.
Big Seven (California, Illinois, Ohio, New York, Pennsylvania, Texas, Florida) verso i quali
sono indirizzati i principali sforzi dei candidati in campagna elettorale. L’elezione del
Presidente dipende, infatti, dall’affermazione in questi Stati, ai quali è assegnato il
maggior numero di grandi elettori presidenziali1.
E’ opportuno in questa sede richiamare brevemente le modalità di elezione del
Presidente degli Stati Uniti. Il presidente viene eletto per un periodo di quattro anni e
può ottenere la rielezione soltanto una volta in base alle disposizioni del XXII
emendamento2. L’art.2, sez. I, 5 prescrive le condizioni per l’eleggibilità: occorre essere
nati cittadini americani, avere almeno 35 anni di età ed essere residenti negli Stati Uniti
da 14 anni. A tali condizioni, la dottrina costituzionalistica, ed in particolare I. Meny
S.J.Wayne, The road to the White House 2016: The Politics of Presidential Elections, Cengage Learning, Boston 2015. Barbara
Bardes, Mack Shelley, Steffen Schmidt, American Government and Politics Today, 2015.
1
2
XXIII EMENDAMENTO “Sezione I II Distretto che è sede del Governo degli Stati Uniti nominerà, secondo
le modalità che il Congresso indicherà, un numero di Elettori del Presidente e del Vicepresidente pari al numero
complessivo dei senatori e dei rappresentanti che il Distretto stesso avrebbe diritto di inviare al Congresso se
fosse uno Stato, ma in nessun caso un numero superiore a quello dello Stato meno popoloso; essi si
aggiungeranno agli Elettori nominati dagli Stati, ma verranno considerati, ai fini dell'elezione del Presidente e del
Vicepresidente, Elettori nominati da uno Stato; si riuniranno nel Distretto e assolveranno agli obblighi prescritti
dal XII Emendamento.
Sezione II II Congresso ha facoltà di porre in essere la legislazione opportuna per dare esecuzione a questo
Articolo. Il XXII emendamento, approvato nel 1951, su proposta dei membri del Congresso del partito
repubblicano dopo che F.D. Roosvelt fu rieletto per ben tre volte di seguito. Il XXII emendamento ha limitato
ad una sola volta la rielezione del Presidente degli Stati Uniti, scongiurando il rischio dell’instaurazione di una
monarchia elettiva. Sul punto cfr. N. Polsby e A.B. Wildavsky, Presidential elections:strategies of american
electoral politics, New York 1971; R. Toniatti, Il Sistema istituzionale e la procedura di elezione del Presidente
degli Stati Uniti, in AA.VV. (a cura di R.M. Bollettieri Bosinelli) U.S. Presidential Election 1984, Bologna, 1986.
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aggiungevano l’essere di sesso maschile, di razza bianca e di religione protestante.
Questo paradigma, tuttavia, è stato infranto nel 1961 da J.F.Kennedy, unico cattolico ad
essere eletto Presidente, e da Barack Obama, primo afroamericano nella storia degli Stati
Uniti ad insediarsi alla Casa Bianca. La candidatura dell’ex segretario di Stato, nonché ex
first lady, Hillary Rodham Clinton, alle presidenziali del 2016 potrebbe confermare
definitivamente il superamento della tesi enunciata da Mény.
Il processo di elezione del Presidente e del vice-presidente degli Stati Uniti è suddiviso
in due fasi, una intrapartitica, prevalentemente attuata attraverso lo strumento delle
primarie, ed una interpartitica secondo la quale i candidati, in seguito all’approvazione
nel 1804 del XII emendamento, sono eletti direttamente dai grandi elettori in ciascuno
Stato. I grandi elettori sono eletti in novembre di ciascun quarto anno in numero pari ai
senatori e ai deputati attribuiti ad ogni stato. Il candidato che ottiene almeno 270 voti dei
538 grandi elettori vince, altrimenti decide la House of Representatives (ipotesi verificatasi
solo 2 volte, con Jefferson nel 1801 e con Adams nel 1825).
La fase intrapartitica non è prevista dalla Costituzione e riguarda la cd. nomination dei
candidati alla Presidenza. Questa fase viene inaugurata dalla designazione dei delegati di
ciascuno Stato alla party national convention. A stabilire il numero dei delegati per ciascuno
Stato sono gli statuti dei partiti (recentemente modificati). La scelta dei delegati è affidata
ai caucus o al meccanismo delle primarie.
La fase interpartitica è disciplinata dalla Costituzione all’art. II sez. I, 2 in base al quale
“Ogni Stato nominerà, nel modo che verrà stabilito dal suo organo legislativo, un
numero di Elettori, pari al numero complessivo dei senatori e dei rappresentanti che lo
Stato ha diritto di mandare al Congresso; ma né senatori, né rappresentanti, né altri che
abbiano incarichi fiduciari o retribuiti alle dipendenze degli Stati Uniti, potranno essere
nominati Elettori”. La previsione di un collegio elettorale apposito aveva, nelle
intenzioni dei padri fondatori, la duplice finalità di scollegare l’esecutivo dal legislativo e
di evitare l’investitura diretta da parte del corpo elettorale3.
3La
Costituzione non ha disciplinato le modalità di svolgimento delle elezioni statali per la designazione degli
elettori presidenziali: XII emendamento sez.1 “[…] Se nessuno raggiungesse tale maggioranza, la Camera dei
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Il candidato che abbia ottenuto la maggioranza relativa dei voti popolari in uno Stato
ottiene l’assegnazione della totalità dei voti di quello Stato in virtù del criterio winner takes
all. Questo meccanismo genera il paradosso per cui un candidato che abbia ottenuto la
maggioranza dei voti popolari ma non si sia affermato in un numero sufficiente di Stati
da assicurargli anche la maggioranza dei voti elettorali, risulterà sconfitto nella
competizione per la Casa Bianca, come si è verificato in occasione delle presidenziali del
2000 che hanno visto Al Gore soccombere e consegnare la palma della vittoria a George
W. Bush, nonostante avesse ottenuto la maggioranza dei voti popolari4.
In seguito alla sentenza della Corte Suprema del 2013, diversi Stati hanno introdotto
misure limitative del diritto di voto. Alcuni membri del Congresso, convinti che il
risultato dell’ introduzione di questa legislazione si traduca in un inasprimento delle
prassi discriminatorie, intendono proporre che parti del Voting Rights Act, dichiarate
costituzionalmente illegittime in occasione della pronuncia Shelby County v. Holder,
riacquistino efficacia normativa e che quest’ultima sia rafforzata venendo a valere per
tutti gli Stati e per tutti i gruppi etnici.
Le proposte, all’attenzione del Congresso questo autunno, prevedono che la
legislazione elettorale statale e il gerrymandering siano sottoposti al controllo federale
preventivo prima della loro entrata in vigore. Il deputato democratico della Georgia,
John Lewis, pioniere del movimento per i diritti civili sin dagli anni sessanta, è lo
sponsor di un nuovo Voting Rights Bill. Il disegno di legge proposto da Lewis, il Voting
Rights Advancement Act of 2015, conferisce al procuratore generale il potere di inviare ai
seggi degli osservatori federali e di imporre nuovi criteri geografici in base ai quali
Rappresentanti, a scrutinio segreto, sceglierà immediatamente il Presidente fra i tre candidati (non di più) che
hanno ottenuto per la Presidenza il più alto numero di suffragi. Ma, per l'elezione del Presidente, i suffragi si
conteranno per Stato, e la rappresentanza di ciascuno Stato avrà un solo voto. Il quorum sarà a questo scopo
costituito da uno o più membri dei due terzi degli Stati, e sarà richiesta per l'elezione la maggioranza di tutti gli
Stati. Se, prima del giorno 4 del seguente mese di marzo, la Camera dei Rappresentanti - allorché questo potere
gli competerà - non avrà scelto il Presidente, il Vicepresidente fungerà da Presidente, come nel caso di decesso o
d'altro impedimento del Presidente previsto dalla Costituzione”.
4 Sulla vicenda delle elezioni presidenziali del 2000 e sulla relativa pronuncia della Corte Suprema si veda, tra gli
altri, F.G. Pizzetti, Bush v. Gore, Torino, 2002. Si veda inoltre R. L. Hasen, Bush v. Gore and the Future of Equal
Protection Law in Elections, 29 FLA. ST. U.L. REV. 377, 378–79 (2001).
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determinare quali Stati necessitano del nulla osta federale per modificare le leggi
elettorali.
Anche all’interno del partito repubblicano il diritto di voto è al centro di un rinnovato
interesse. Il deputato repubblicano James Sensenbrenner, del Wisconsin, e il deputato
democratico John Conyers, del Michigan, sono i proponenti di un altro disegno di legge
il cui scopo è quello di rafforzare il diritto di voto negli Stati Uniti, il Voting Rights
Amendment Act del 2015.
Sono ventuno gli Stati ad aver approvato una normativa limitativa dell’accesso al
diritto di voto. Per quattordici di questi le presidenziali del 2016 saranno le prime
elezioni in cui si voterà in base alle nuove norme. Occorre precisare che altri Stati, tra cui
il District of Columbia, hanno adottato misure più permissive che incoraggiano l’affluenza
alle urne.
Com’è stato ricordato in precedenza, la Costituzione del 1787 non conferisce
esplicitamente il diritto di voto, tuttavia essa detta i limiti al potere del governo di porre
delle restrizioni all’esercizio di suddetto diritto. Il voto individuale trova menzione nella
Costituzione ben sette volte (all’articolo I, sezione 2 e nel Quattordicesimo,
Quindicesimo, Diciassettesimo, Diciannovesimo , Ventiquattresimo e Ventiseiesimo
emendamento). Tuttavia, nessuna di tali disposizioni riconosce ai cittadini americani il
diritto di voto.
L’analisi testuale delle numerose fonti costituzionali del diritto di voto, sebbene
quest’ultimo emerga negativamente, consente di ritenere sorprendente l’atteggiamento
della Corte Suprema che ha ricondotto il diritto federale di voto all’interno della Equal
Protection Clause del XIV emendamento. La giurisprudenza in materia risale alla decisione
nel caso del 1962 Baker v. Carr, in occasione del quale la Corte Suprema dichiarò che “[a]
citizen’s right to a vote free of arbitrary impairment by state action has been judicially
recognized as a right secured by the Constitution.” Le successive decisioni ricondussero
il diritto di voto alla Equal Protection Clause del XIV emendamento.
Diversamente dalla Costituzione, tutti gli Stati membri della federazione prevedono
una disciplina esplicita del diritto di voto. Di questi, ventisei, presentano all’interno delle
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proprie costituzioni la garanzia di libere ed uguali elezioni. Risulta, dunque, chiaro che le
Costituzioni degli Stati presentano un carattere più avanzato rispetto alla Costituzione
federale nella garanzia del diritto di voto, riconoscendone espressamente l’esercizio ai
cittadini e affidando alla determinazione della legge statale la disciplina delle elezioni.
Recentemente, la Corte Suprema è tornata sul diritto di voto, limitandone la portata alla
luce della equal protection clause, ribadendo così l’importanza del ruolo dei giudici nel
garantire i diritti su cui si fonda la grande democrazia americana, per la quale le
presidenziali del 2016 rappresentano un importante banco di prova
VOTAZIONI
L’elezione presidenziale del 2016 è in programma per martedì, 8 novembre 2016. Si
tratterà della cinquantottesima elezione presidenziale. L’attuale Presidente, Barack
Obama, il cui secondo mandato è prossimo alla scadenza il 20 gennaio 2017, non potrà
avanzare la propria candidatura in accordo con quanto disposto dal XXII emendamento
alla Costituzione degli Stati Uniti d’America. Nel 2008 Obama ha conquistato la Casa
Bianca sconfiggendo il candidato repubblicano, il senatore dell’Arizona John McCain,
riportando il 52.9% dei voti popolari e il 68% dei voti elettorali. In occasione della
consultazione del 2012, Obama ha sconfitto il governatore del Massachusetts, Mitt
Romney, con il 51.1% dei voti popolari e 332 dei 538 voti dei Grandi elettori.
Le elezioni del 2012 avevano consegnato ai repubblicani la maggioranza nella Camera
dei Rappresentanti, mentre i democratici consolidavano la propria posizione di
predominio al Senato. In seguito, le elezioni di medio termine del 2014 hanno decretato
la vittoria dei repubblicani in entrambi i rami del Congresso. Diseguaglianze economiche
e relazioni tra comunità etniche sono tra i grandi temi nell’agenda politica americana
verso l’appuntamento con le presidenziali del 2016. La perdita di potere economico della
classe media costituisce probabilmente la preoccupazione principale dei candidati
democratici alle primarie 2016, nonostante le politiche condotte dall’amministrazione
Obama abbiano consentito una ripresa, restituendo potere d’acquisto alle famiglie.
L’altro grande tema attorno al quale saranno decise le sorti dei candidati democratici e
repubblicani riguarda il ruolo delle minoranze ad un anno dai fatti di Ferguson, e dopo
che in questo sobborgo di St. Louis in Missouri sono tornate le proteste e il coprifuoco.
E’ sulle relazioni tra comunità etniche che si incentrano i tentativi di ricostruire la
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coalizione sociale che ha decretato l’elezione di Barack Obama e che oggi potrebbe
portare per la prima volta una donna nello studio ovale.
I sondaggi più attendibili riferiscono nei mesi estivi una leggera flessione nei consensi
di Hillary Clinton, recentemente al centro di uno scandalo che la vede coinvolta per
l’invio di alcune e-mail da un account privato. L’inchiesta, aperta dal Dipartimento di
Giustizia a luglio, è stata volta ad accertare se alcune informazioni sensibili di governo
siano state in un qualche modo inquinate in connessione con l'account personale dell'ex
Segretario di Stato. Dopo mesi di polemiche e l’apertura di un’inchiesta che ne ha
profondamente scosso la campagna elettorale, Hillary Clinton mostra di perdere
consensi anche presso l’elettorato femminile, da sempre solidale con l’ex first lady, sin
dai tempi dello scandalo Lewinski. Si riapre così la partita per la nomination in seno al
partito democratico.
Sullo sfondo della corsa alla Casa Bianca, si stagliano le questioni legate all’attualità del
Voting Rights Act del 1965, al centro di diversi tentativi di forzata interpretazione da parte
di alcuni Stati desiderosi di introdurre alcune limitazioni all’esercizio del diritto di voto.
La Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il distretto centrale del North Carolina è stata
adita il 13 luglio in un caso che coinvolge una legge dello Stato che limita il voto
anticipato e la registrazione degli elettori nello stesso giorno delle elezioni. La causa è
stata promossa dal Dipartimento di Giustizia americano. Viene sostenuto che la legge
violi il Voting Rights Act, nonché il XIV e il XV emendamento perché esso tratta
sproporzionatamente gli elettori delle minoranze. I sostenitori della legge dicono che
contribuisce a ridurre i casi di frode elettorale. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha
rifiutato di ascoltare il caso nel mese di aprile.
La Corte Suprema del Wisconsin ha emesso il 17 luglio un ordinanza con la quale si
pone termine ad un'inchiesta sulla campagna elettorale 2012 del governatore Scott
Walker. L’inchiesta, avviata dal procuratore distrettuale della contea di Milwaukee John
T. Chisholm, aveva l’obiettivo di determinare se la campagna era stata illegalmente
coordinata con i gruppi di raccolta di fondi dei conservatori. La corte ha stabilito che la
campagna del governatore e dei gruppi conservatori a lui associati non hanno violato le
norme statali sul finanziamento delle campagne elettorali. Il giudice Michael Gableman
che ha redatto l’opinione di maggioranza ha scritto che “E 'del tutto evidente che il
procuratore speciale ha impiegato teorie del diritto che non esistono al fine di indagare
cittadini che erano del tutto estranei ad ogni reato contestatogli.” La fine delle indagini
dona nuovo respiro alla candidatura presidenziale di Walker. La sentenza potrebbe anche
influenzare il modo in cui le campagne statali saranno gestite in futuro, in quanto
chiarisce che le campagne elettorali possono essere condotte a stretto contatto con i
gruppi esterni incanalando denaro senza dover rivelare le identità dei donatori.
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PARTITI
L’ex First Lady, nonchè ex senatore per lo stato di New York, ed ex Secretary of State
Hillary Clinton è stato il primo membro del partito democratico ad annunciare la propria
candidatura per la presidenza con un annuncio video pubblicato il 12 aprile . Alcuni
sondaggi condotti quest’anno su scala nazionale hanno chiaramente indicato che la
Clinton ha forti possibilità di ottenere la nomination democratica per la corsa alla casa
Bianca. Dovrà però misurarsi con il senatore indipendente del Vermont, Bernie Sanders.
Sanders ha annunciato la propria candidature il 30 aprile, seguito il 30 maggio dal
governatore del Maryland, Martin O'Malley, e il 3 giugno da Lincoln Chafee, ex
governatore e senatore repubblicano del Rhode Island. L’ex senatore della Virginia, Jim
Webb ha palesato l’intenzione di correre per la nomination solo il 2 luglio.
Il fronte dei repubblicani appare piuttosto affollato, dal momento che i candidati per
la nomination superano la dozzina. Il senatore del Texas, Ted Cruz, ha annunciato la
propria candidature il 23 marzo, seguito il 7 aprile dal senator del Kentucky, Rand Paul,
e dal senatore della Florida, Marco Rubio. Il neurochirurgo Ben Carson e la donna
d’affari Carly Fiorina hanno entrambi annunciato le loro candidature il 4 maggio. L’ex
governatore del Arkansas, nonché ex candidato alla Casa Bianca nel 2008, Mike
Huckabee, ha annunciato la propria candidature il giorno seguente. Anche l’ex senatore
della Pennsylvania, Rick Santorum, è sceso in campo il 27 maggio. L’ex governatore di
New York, George Pataki, ha seguito il 28 maggio. Il 1° giugno è stata la volta di
Lindsey Graham, senatore del South Carolina, mentre la campagna presidenziale dell’ex
governatore del Texas, Rick Perry, candidato anche nel 2012, è cominciata ufficialmente
il 4 giugno. La candidatura più attesa e controversa, quella del fratello dell’ex presidente
George W. Bush, Jeb Bush, è giunta il 15 giugno, seguita il giorno seguente da quella
dell’imprenditore Donald Trump. Bobby Jindal, governatore della Louisiana, ha
annunciato ufficialmente l’ingresso in campagna elettorale il 24 giugno.Il governatore
del New Jersey, Chris Christie, si è candidato il 30 giugno. Anche il controverso
governatore del Wisconsin, Scott Walker , al centro di una dura polemica da parte dei
sindacati per le sue politiche scarsamente favorevoli ai lavoratori, ha annunciato la
propria discesa in campo il 13 luglio. Ultimi in ordine di candidature: il governatore dell’
Ohio, John Kasich, e l’ex governatore della Virginia, Jim Gilmore.
CONGRESSO
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DIRITTO ALL’ABORTO
Nonostante la forte opposizione della Casa Bianca, la Camera dei Rappresentanti ha
approvato il 15 maggio un disegno di legge, il Pain-Capable Unborn Child Protection
Act che vieta le interruzioni di gravidanza dopo la ventesima settimana. L’aula a
maggioranza repubblicana ha approvato il disegno di legge con un voto di 242-184. Il
presidente del Judiciary Committee della Camera ha definito il voto una vittoria per la tutela
dei più deboli, i bambini. Il disegno di legge dovrà affrontare un delicato passaggio in
Senato dove l’esito del voto non è affatto scontato. L’aborto è stato negli ultimi anni al
centro di un rinnovato interesse. Agli inizi di maggio il governatore dell’Oklahoma Mary
Fallin ha firmato una legge che estende il periodo di attesa per le donne che desiderano
interrompere una gravidanza dalle 24 alle 72 ore. In aprile il legislatore del Tennessee ha
approvato due provvedimenti che qualora entrassero in vigore richiederebbero alle
cliniche statali in cui si pratica l’aborto di dotarsi si una licenza che le riconosce come
centri chirurgici. Sempre in aprile il governatore del Kansas Sam Brownback ha apposto
la propria firma su un disegno di legge che impedisce l’interruzione di gravidanza dopo il
secondo trimestre a meno che non sussistano gravi pericoli per la salute della madre.
SICUREZZA NAZIONALE
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato il 3 giugno il USA Freedom Act [HR 2048]
che riduce la sorveglianza del governo federale sui tabulati telefonici americani. Poco
dopo l'approvazione, il presidente Barack Obama ha firmato il provvedimento. L’
emanazione di questa legge rafforzerà le garanzie di libertà civili e favorirà una maggiore
fiducia del pubblico in questi programmi, vietando la raccolta massiva di questi dati sulla
base della sezione 215 del Foreign Intelligence Surveillance Act. La legislazione si discosta in
maniera significativa dalle misure di sicurezza nazionali adottate 14 anni fa, subito dopo
gli attacchi dell’ 11 settembre. Il passaggio del disegno di legge permetterà al governo di
riavviare e modificare le operazioni di sorveglianza, con nuove restrizioni. La normativa
richiede al governo di ottenere un mandato per raccogliere i metadati telefonici dalle
società di telecomunicazioni, oltre a rendere l’azione della Foreign Intelligence Surveillance
Court più trasparente. Il passaggio del disegno di legge rappresenta l’approdo dei tentativi
di riformare la National Security Agency (NSA) in seguito al divampare dello scandalo che
nel 2013 ha visto come protagonista Edward Snowden, responsabile di aver fatto
trapelare informazioni sulla raccolta dei tabulati telefonici. Nel mese di maggio, la Corte
d'Appello del secondo circuito ha stabilito che il Patriot Act non autorizza la NSA a
raccogliere i tabulati telefonici di milioni di americani. Nel mese di marzo alcuni gruppi
per i diritti civili hanno intentato una causa presso una corte federale contro la NSA,
sostenendo che uno dei programmi di sorveglianza di massa della NSA viola il diritto alla
privacy e minaccia la libertà di comunicazione.
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ISTRUZIONE
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato il 17 luglio una legge per rinnovare il
controverso No Child Left Behind Act 2001. Il disegno di legge tenta di rinnovare la
vecchia legge e dare maggiore flessibilità agli Stati nel fissare i propri standard per
studente e rendimento scolastico. La legge originale è stata oggetto di severe critiche per
fare eccessivo affidamento su test standardizzati. La legge è stata approvata con un voto
di 81-17. La settimana prima la Camera dei Rappresentanti ha approvato una legge simile
chiamato Student Success Act. Secondo il senatore democratico Patty Murray il nuovo
disegno di legge metterebbe meno enfasi su test standardizzati e più enfasi sulla
preparazione del college. Ci sarebbero meno pressioni sugli studenti e insegnanti per
soddisfare le esigenze di punteggi standardizzati. L’istruzione continua a generare
polemiche negli Stati Uniti negli ultimi anni. In giugno la US District Court per il
Distretto di Columbia si è pronunciata a favore di una stretta sui regolamenti del settore
dei college privati. La corte ha stabilito che il Dipartimento Educazione ha il diritto di
esigere che gli istituti dimostrino che i loro laureati sono finanziariamente abbastanza
dipendenti da poter rimborsare i loro prestiti studenteschi. Nel mese di gennaio il
governatore dell'Arizona Doug Ducey ha firmato una legge che richiede, a partire
dall’a.a.2016-17, a tutti gli studenti delle scuole superiori dell’Arizona di sostenere e
superare il test di cittadinanza degli Stati Uniti prima di laurearsi.
BILLS APPROVATI E FIRMATI DAL PRESDENTE
Agosto 7, 2015
1.
Land Management Workforce Flexibility Act
2.
An Act to designate the Federal building and United States courthouse located at
83 Meeting Street in Charleston, South Carolina, as the “J. Waties Waring Judicial
Center”.
3.
An Act to designate the “PFC Milton A. Lee Medal of Honor Memorial
Highway” in the State of Texas.
4.
Drinking Water Protection Act
5.
Sawtooth National Recreation Area and Jerry Peak Wilderness Additions Act
Agosto 6, 2015
1.
DHS IT Duplication Reduction Act of 2015
2.
Notice of Observation Treatment and Implication for Care Eligibility Act or the
NOTICE Act
3.
Need-Based Educational Aid Act of 2015
Luglio 31 2015
the Surface Transportation and Veterans Health Care Choice Improvement Act of 2015
Luglio 30 2015
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11
Medicare Independence at Home Medical Practice Demonstration Improvement Act of
2015
Luglio 30, 2015 Steve Gleason Act of 2015
Luglio 28, 2015 Veterans Entrepreneurship Act of 2015
Luglio 20, 2015
1.
An Act to designate the facility of the United States Postal Service located at 14
3rd Avenue, NW, in Chisholm, Minnesota, as the "James L. Oberstar Memorial Post
Office Building".
2.
Veterans Identification Card Act 2015
3.
An Act to designate the facility of the United States Postal Service located at 7050
Highway BB in Cedar Hill, Missouri, as the "Sergeant First Class William B. Woods, Jr.
Post Office".
4.
An Act to designate the facility of the United States Postal Service located at 141
Paloma Drive in Floresville, Texas, as the "Floresville Veterans Post Office Building".
5.
An Act to designate the facility of the United States Postal Service located at 2000
Mulford Road in Mulberry, Florida, as the "Sergeant First Class Daniel M. Ferguson
Post Office".
6.
An Act to designate the facility of the United States Postal Service located at 442
East 167th Street in Bronx, New York, as the "Herman Badillo Post Office Building".
7.
An Act to amend the United States Cotton Futures Act to exclude certain cotton
futures contracts from coverage under such Act.
Luglio 6, 2015
1.
Department of Homeland Security Interoperable Communications Act
2.
An Act to revoke the charter of incorporation of the Miami Tribe of Oklahoma at
the request of that tribe, and for other purposes.
3.
Boys Town Centennial Commemorative Coin Act
Giugno 29, 2015
1.
Defending Public Safety Employees’ Retirement Act
2.
Trade Preferences Extension Act of 2015
Giugno 15, 2015 An Act to extend the authorization to carry out the replacement of the
existing medical center of the Department of Veterans Affairs in Denver, Colorado, to
authorize transfers of amounts to carry out the replacement of such medical center...
Giugno 12, 2015 Girls Count Act of 2015
Giugno 2, 2015 The Uniting and Strengthening America by Fulfilling Rights and
Ensuring Effective Discipline Over Monitoring Act of 2015 or the USA FREEDOM
Act of 2015 Maggio 29, 2015
1.
Justice for Victims of Trafficking Act of 2015
2.
Highway and Transportation Funding Act of 2015
3.
An Act to designate the United States courthouse located at 700 Grant Street in
Pittsburgh, Pennsylvania, as the "Joseph F. Weis Jr. United States Courthouse"
Maggio 22, 2015
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12
1.
An Act to designate the United States Customs and Border Protection Port of
Entry located at First Street and Pan American Avenue in Douglas, Arizona, as the
"Raul Hector Castro Port of Entry".
2.
Workforce Innovation and Opportunity Act Technical Amendments Act
3.
Don't Tax Our Fallen Public Safety Heroes Act
4.
Iran Nuclear Agreement Review Act of 2015
5.
Construction Authorization and Choice Improvement Act
Maggio 19, 2015
1.
Rafael Ramos and Wenjian Liu National Blue Alert Act of 2015
2.
An Act to clarify the effective date of certain provisions of the Border Patrol
Agent Pay Reform Act of 2014, and for other purposes
PRESIDENTE ED ESECUTIVO
BUROCRAZIA
Dal 1995, la Casa Bianca è tenuta presentare una relazione al Congresso nella quale
vengono riportati i dettagli salariali relativi ad ogni dipendente del White House Office.
Coerentemente con l'impegno del presidente Obama per la trasparenza, la presente
relazione è stata pubblicamente divulgata e trasmessa al Congresso. Inoltre, la relazione,
pubblicata il 1° luglio, contiene anche dettagli relativamente agli incarichi e ai salari dei
funzionari dell'amministrazione impiegati presso l’Office of Policy Development, incluso il
Domestic Policy Council e il National Economic Council.
RIFORMA DEL SISTEMA GIUDIZIARIO PENALE
Il presidente Barack Obama il 15 luglio, ha esortato il Congresso a riformare il
sistema di giustizia penale promulgando una legge che faccia rispettare le leggi penali e
riduca le disparità. Obama vorrebbe che venisse rivisto anche il sistema sanzionatorio, la
giustizia minorile e un piano per ridurre la recidiva. Nonostante il tasso di criminalità
abbia registrato delle flessioni, la popolazione carceraria federale è aumentata dai 24.000
detenuti del 1980 a più di 214.000, con un costo oltre 80 miliardi di dollari all'anno. Nel
corso dell’Amministrazione Obama il sistema di giustizia penale ha conosciuto alcuni
importanti cambiamenti. Nel mese di maggio, il Dipartimento di Giustizia (DOJ) ha
stanziato 20 milioni di dollari per favorire l’utilizzo da parte delle forze dell'ordine di
tutto il paese di telecamere da indossare. Nell’aprile 2014, il Dipartimento di Giustizia ha
annunciato una nuova iniziativa di clemenza intesa a rivedere e dare priorità alle petizioni
dei detenuti nelle carceri federali e Obama ha concesso la commutation a 46 spacciatori il
14 luglio. Lo scorso dicembre, l'amministrazione Obama ha annunciato nuove norme
volte a ridurre il profiling razziale. Nel 2013 il presidente Obama ha commutato le
condanne di otto spacciatori ha esortato il Congresso a prendere in considerazione una
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normativa di passaggio che renderebbe il Fair Sentencing Act 2010 retroattivo per alcuni
trasgressori.
GUANTANAMO
Il 23 luglio, nel corso di una conferenza stampa, l’amministrazione Obama ha
confermato la preparazione di un piano per chiudere la prigione militare di Guantanamo
Bay prima della fine del mandato del presidente. L'accelerazione delle operazioni per la
chiusura di Guantanamo Bay preannunciata dall'amministrazione Obama nel mese di
dicembre fa parte del tentativo di adempiere alle promesse elettorali fatte dal Presidente
all’indomani della sua elezione nel 2008. L’addetto stampa della Casa Bianca Josh
Earnest ha confermato che la chiusura del carcere rappresenta un interesse prioritario
per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Una volta che il piano sarà stato redatto, sarà
presentato al Congresso per l'approvazione. Dei 779 prigionieri che sono stati detenuti a
Guantanamo dalla sua apertura, 653 sono stati rilasciati o trasferiti, di questi 121 sono
stati rilasciati nel corso dell'amministrazione Obama.
Il Dipartimento della Difesa ha annunciato il rimpatrio in Afghanistan di quattro dei
detenuti di Guantanamo. Nel mese di novembre cinque detenuti sono stati rimpatriati
nei loro rispettivi paesi d'origine, Georgia e Slovacchia. Sempre a novembre il Pentagono
ha annunciato il rilascio dalle strutture di detenzione di Fouzi Khalid Abdullah Al Awda,
dopo quasi 13 anni di detenzione senza processo.
EXECUTIVE ORDERS
Luglio 17, 2015
Executive Order -- Delegation of Certain Authorities and Assignment of Certain
Functions Under the Bipartisan Congressional Trade Priorities and Accountability Act
of 2015
Executive Order -- 2015 Amendments to the Manual for Courts-Martial, United States
CORTI
QUESTIONE RAZZIALE
Il Procuratore Generale, Loretta Lynch, ha annunciato il 9 maggio l’avvio di
un'indagine federale sul rispetto dei diritti civili da parte della polizia di Baltimora. Le
autorità intendono verificare il ricorso a prassi discriminatorie da parte della polizia.
Intendono altresì riesaminare le accuse di perquisizioni, sequestri e arresti illegali, nonché
le denunce per eccessivo uso della forza. L'indagine costituisce un tentativo di esaminare
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l’attività della polizia di Baltimora, uno sforzo fortemente voluto dal governo. Il
Dipartimento di Giustizia nel condurre la sua indagine prenderà in considerazione tutte
le informazioni rilevanti, anche se particolare attenzione sarà rivolta sia agli sforzi
intrapresi dal Dipartimento di Polizia di Baltimora nel rispettare il diritto federale sia al
punto di vista e alle esperienze della comunità. L'annuncio segue giorni di disordini in
risposta alla morte di Freddie Gray a Baltimora. Questa indagine è separata dall’ indagine
della Civil Rights Division del Dipartimento di Giustizia sulla morte di Gray. La tensione
razziale è fortemente cresciuta negli ultimi mesi negli Stati Uniti dopo le uccisioni di
uomini neri disarmati da parte della polizia. La scorsa settimana il procuratore dello
Stato per Baltimore City ha incriminato sei agenti di polizia con le imputazioni di omicidio
e omicidio colposo per la morte di Freddie Gray, avvenuta mentre questi si trovava in
custodia della polizia. All'inizio del 2015 il giudice Edgar Dickson della Circuit Court della
Carolina del Sud ha dichiarato l'annullamento del processo nel caso di omicidio nei
confronti di un ex capo della polizia per uccisione di un uomo di colore disarmato
risalente al 2011. Dopo che il grand jury ha deciso di non incriminare il funzionario di
polizia che ha sparato l'anno scorso e ha ucciso Micheal Brown ,un adolescente afroamericano, a Ferguson nel Missouri si è scatenato un grande clamore sfociato in
proteste di massa e violenze. Il caso aveva raggiunto proporzioni tali da attirare
l’attenzione dei media internazionali per i numerosi sospetti di sistematiche violazioni dei
diritti umani da parte della polizia di Ferguson. Ai primi di ottobre un giudice federale
ha stabilito che le tattiche della polizia utilizzate contro i manifestanti erano
incostituzionali e ha emesso una ingiunzione preliminare. L'American Civil Liberties Union
ha anche pubblicato una relazione sostenendo che l'aumento della militarizzazione delle
forze di polizia espone i cittadini a dei rischi piuttosto che garantirne la sicurezza.
XIV EMENDAMENTO E RIORGANIZZAZIONE DEI COLLEGI
ELETTORALI
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato il 26 maggio di discutere un
importante caso sull’uguaglianza elettorale, Evenwel v Abbott. La questione presentata
all’attenzione dei supremi giudici è la seguente: "se il principio “one person-one vote”
accolto dal Quattordicesimo Emendamento crea un diritto giuridicamente applicabile in
modo che il processo di divisione in collegi non neghi agli elettori la possibilità di
esprimere il proprio voto su una base egalitaria.” Il caso riguarda lo schema di
riorganizzazione in collegi del Texas. Un collegio di tre giudici per la Corte Distrettuale
degli Stati Uniti per il Distretto occidentale del Texas ha respinto l’istanza degli elettori
per i quali la divisione dei collegi penalizzerebbe il loro voto.
La Corte ha anche concesso il certiorari in altri due casi. In Foster v Humphrey il giudice
deciderà se “ i "tribunali Georgia hanno sbagliato a non riconoscere la discriminazione
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razziale [ ...] nelle circostanze straordinarie di questo caso di pena di morte." Il caso
riguarda un imputato di colore e la vittima bianca. Lo Stato della Georgia ha respinto
tutti e quattro i potenziali giurati neri, e le annotazioni dell'accusa hanno in seguito
rivelato che i potenziali giurati erano stati identificati ed etichettati come “ neri”.
Invece, nel caso Lockhart v Stati Uniti il tribunale prenderà in considerazione lo 18
USC § 2252 (b) (2), in base al quale un tribunale distrettuale deve imporre una pena
detentiva di almeno 10 anni ad un imputato condannato per possesso di pornografia
infantile se egli "ha una precedente condanna... secondo le leggi di un qualsiasi Stato
della federazione per reati di abuso sessuale aggravato, abusi sessuali, o comportamenti
sessuali abusivi che coinvolgono un minore. " La questione è la seguente: se la pena
minima obbligatoria prevista dall’art. 2252 (b) (2) è innescata da una condanna
preventiva ai sensi di una legge statale in materia di' aggravato abuso sessuale 'o' abuso
sessuale ', anche se la condanna non coinvolge un minore. La Corte d'Appello del
Secondo Circuito ha stabilito che l’art. 2252 (b) (2) non richiede che una precedente
condanna dello Stato per abuso sessuale aggravato o abuso sessuale coinvolga un
minore.
DISCRIMINAZIONE SUL LUOGO DI LAVORO
Il 1 giugno la Corte Suprema si è pronunciata (8-1) sul caso Equal Employment
Opportunity Commission v. Abercrombie & Fitch Stores, Inc. a favore di una donna musulmana
cui era stato negato un impiego presso Abercrombie & Fitch. La questione posta
all’attenzione dei supremi giudici riguardava se un datore di lavoro fosse perseguibile in
base al Titolo VII del Civill Rights Act 1964 per essersi rifiutato di assumere un candidato
sulla base della sua religione solo qualora il datore di lavoro fosse a conoscenza delle
particolari esigenze religiose del candidato dopo che questi gliene avesse data esplicita e
diretta notizia. Nel caso in questione Samantha Elauf aveva sostenuto il colloquio di
lavoro presso la Abercrombie & Fitch indossando l’ hijab, elemento d’abbigliamento che
rimandava esplicitamente alla propria professione di fede islamica. La mancata
assunzione di Samantha Elauf è stata fatta risalire all’uso di tale copricapo, contrario alla
politica aziendale. Nell’opinion redatta dal giudice Antonin Scalia, la Corte ha sostenuto
che il Titolo VII del Civill Rights Act 1964, che proibisce ad un datore di lavoro di
rifiutarsi di assumere un candidato per evitare di acconsentire ad una pratica religiosa che
non gli comporta alcun onere, si applica anche qualora il candidato non abbia
direttamente informato il datore di lavoro di specifiche necessità derivanti dalla propria
professione di fede. Samuel Alito ha redatto una concurring opinion mentre Clarence
Thomas ha depositato un’opinione in parte concorrente, in parte dissenziente.
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SAME-SEX MARRIAGE
La Corte Suprema degli Stati Uniti il 26 giugno ha licenziato una storica sentenza,
nella quale ha stabilito con un voto di 5-4 che gli Stati devono rilasciare licenze di
matrimonio alle coppie dello stesso sesso e che devono riconoscere i matrimoni tra
persone dello stesso sesso che si svolgono in altri Stati. Il caso portato davanti alla Corte,
Obergefell vs. Hodges, riguardava il riconoscimento anche in un'altra giurisdizione (in un
altro Stato dunque) dei diritti e i doveri di coppia derivanti da un matrimonio tra persone
dello stesso sesso effettuato in uno Stato in cui esso è permesso. L’intento è tutelare
quei contraenti che si dovessero trasferire dall’uno all’altro stato, con giurisdizioni
incompatibili. Nello specifico, un vedovo, il signor Obergefell, chiedeva il diritto a
vedere scritto “sposato” sul certificato di morte del compagno deceduto in Ohio, dove il
matrimonio tra persone dello stesso sesso era bandito (i due si erano sposati in
Maryland).La sentenza Obergefell v. Hodges abbatte con un colpo solo la legislazione di
15 Stati che impediva il matrimonio tra persone dello stesso sesso. L’estensore della
decisione della Corte Suprema, il giudice Anthony Kennedy, ha detto che il
riconoscimento di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso rientra nella equal
protection clause del Quattordicesimo Emendamento: La decisione ribalta una
precedente sentenza della Corte d'Appello per il sesto circuito. I giudici John Roberts,
Antonin Scalia, Clarence Thomas e Samuel Alito nell’estendere le loro opinioni
dissenzienti hanno sostenuto che la parità di trattamento dei matrimoni di sesso opposto
e delle nozze tra individui dello stesso sesso non può essere rintracciata nella
Costituzione e che la decisione di maggioranza della Corte interferisce con il processo
democratico degli Stati, che recentemente si erano dimostrati favorevoli alla concessione
di maggiori diritti alle coppie omosessuali .
IL FINANZIAMENTO DELLE CAMPAGNE ELETTORALI
La Corte d'Appello del Distretto di Columbia ha confermato, con una sentenza
licenziata l’8 luglio, una politica che vanta ben 75 anni di storia e che impedisce a
individui, società o imprese che lavorano con contratti federali di contribuire alle
campagne dei candidati, partiti e comitati federali. Il finanziamento delle elezioni
nazionali e statali ha costituito un tema centrale nel dibattito politico degli Stati Uniti sin
dall’inizio dell’Ottocento. La decisione segue ad una precedente decisione della Corte
Suprema, Citizens United v. Federal Election Commission, nella quale i supremi giudici hanno
stabilito che società o sindacati non possono contribuire direttamente alle campagne
elettorali. Nel 2010 nel suo discorso sullo Stato dell'Unione, il presidente Barack Obama
ha criticato il possibile effetto della decisione, un’espansione del potere dei gruppi di
interesse, e la creazione di una lacuna nella conoscenza da parte della pubblica opinione
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dei cd. "dark money"spesi dalle società private per finanziare le campagne. Da allora,
Obama ha proposto un ordine esecutivo per contrastare tale fenomeno.
CORRUZIONE
La Corte d'Appello del settimo circuito ha negato il 20 agosto il riesame del caso di
corruzione che vede coinvolto il governatore Rod Blagojevich. Nel 2013 Blagojevich è
stato riconosciuto colpevole di 18 accuse di corruzione nel suo secondo processo e,
infine, condannato a una pena detentiva di 14 anni. Nel 2013, Blagojevich ha depositato
un ricorso. L'appello afferma che c'è stato un problema con un membro della giuria che
ha mostrato di avere dei pregiudizi nei confronti di Blagojevich, nonché con le azioni del
giudice. Il primo ricorso risale al 2011 dopo che nel 2010 Blagojevich era stato
riconosciuto colpevole di aver reso false dichiarazioni al FBI, ma la giuria era giunta ad
un punto morto sulle ulteriori 23 imputazioni a suo carico. I procuratori hanno fatto
cadere alcune delle accuse per semplificare il caso in vista di un nuovo processo,
comprese le accuse di estorsione. Nel gennaio 2009 il Senato dello Stato dell'Illinois ha
votato all'unanimità per condannare Blagojevich per abuso di potere e per rimuoverlo
dal suo incarico. Blagojevich e il suo ex capo del personale, John Harris, sono stati
arrestati nel dicembre 2008 con l'accusa di corruzione e per aver cospirato per vendere il
seggio al Senato lasciato vacante dal presidente Barack Obama.
SICUREZZA NAZIONALE
Il 28 agosto la Corte d'Appello del District of Columbia Circuit ha ribaltato una sentenza
che impediva alla National Security Agency (NSA) di ottenere i tabulati telefonici dei
cittadini statunitensi. I querelanti hanno sostenuto che la raccolta della NSA di tali dati
sia stata realizzata in violazione del Quarto Emendamento contro le perquisizioni e i
sequestri ingiustificati. Il Circuito del District of Columbia ha ribaltato il verdetto del
tribunale di primo grado che ha vietato la raccolta di metadati da parte della NSA,
sostenendo che i querelanti non avevano prove per dimostrare che la NSA aveva
effettivamente raccolto i loro dati telefonici. Il caso ora torna alla corte inferiore. Questa
decisione segue quella della Foreign Intelligence Surveillance Court, che ha stabilito in luglio
che la NSA può riprendere temporaneamente il suo programma di raccolta sistematica
dei tabulati telefonici degli americani. Tuttavia, la Corte d'Appello del Secondo Circuito
ha stabilito a maggio che il programma di sorveglianza è illegale. Diversi legislatori degli
Stati Uniti hanno chiesto al governo federale di rivedere il programma di sorveglianza
condotto dalla National Security Agency. L'attenzione per le politiche di sorveglianza del
governo è in gran parte dovuta alle rivelazioni di Edward Snowden, che presumibilmente
ha fatto trapelare documenti classificati, esponendo la portata e l'ampiezza delle attività
di sorveglianza della NSA.
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FEDERALISMO
IL DIRITTO A PORTARE LE ARMI
Il governatore del Vermont Peter Shumlin ha firmato il 2 maggio una legge che
introduce nuove restrizioni per i possessori di armi da fuoco nello stato del Vermont. In
base alla nuova legge, che è entrata in vigore il 1° luglio, è vietato a coloro che hanno
riportato determinate condanne penali possedere una pistola. I trasgressori saranno
perseguiti penalmente. La legge prevede inoltre che le Corti statali raccolgano un registro
federale le segnalazioni relative a eventuali malattie mentali. Coloro che vengono ritenuti
inadatti al possesso di armi e inseriti nel Registro possono vedere il proprio diritto
ripristinato dopo essersi sottoposti ad apposite cure per il disagio mentale riscontrato. Il
controllo delle armi è stato negli Stati Uniti oggetto di un intenso dibattito politico e di
una importante attività giurisprudenziale da parte della Corte Suprema. Lo scorso
dicembre, la Corte d'Appello del sesto circuito Stati Uniti ha stabilito che una legge che
vieta il possesso di armi da fuoco agli individui che sono stati ricoverati in un istituto di
igiene mentale per un qualsivoglia lasso di tempo è incostituzionale perché in violazione
del Secondo Emendamento. Questo tribunale è stato il primo ad abbattere una legge
federale sul controllo delle armi sulla base del Secondo Emendamento da quando la
Corte Suprema aveva colpito sei anni fa il divieto di Washington, DC sul possesso delle
armi da fuoco. Tuttavia, le sparatorie in Colorado, Connecticut e altrove hanno stimolato
alcuni legislativi statali ad adottare leggi sul controllo delle armi. Nel mese di agosto un
giudice federale per la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto del Maryland ha
confermato alcune parti della legge del Maryland sul controllo delle armi. La legge ha
vietato alcuni tipi di "armi d'assalto" e ala vendita di alcune riviste sulle armi. La Corte ha
motivato la propria decisione sostenendo che la legge serve un interesse legittimo di
governo garantendo la pubblica sicurezza. Alcuni mesi prima, in giugno, il governatore
Scott Walker ha firmato due proposte di legge che alleggeriscono i freni imposti dallo
Stato del Wisconsin per la detenzione di armi da fuoco. I disegni di legge eliminano il
periodo di attesa del Wisconsin di 48 ore per l'acquisto di una pistola e consentono ad
agenti di polizia fuori servizio, in pensione e fuori dallo stato di servizio il porto d'armi.
Nel mese di giugno un giudice della Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il
Distretto del Colorado ha confermato due leggi del Colorado che estendono i controlli
obbligatori dei precedenti. Il Kansas fa parte di un piccolo gruppo di stati caratterizzati
dal cosiddetto approccio “constitutional carry” rispetto al diritto a portare armi in
pubblico. I sostenitori di questo approccio ritengono che portare un’arma in pubblico è
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un diritto che non dovrebbe sottostare ad un beneplacito del governo. Nonostante la
denominazione del movimento, è piuttosto chiaro che l'approccio del “constitutional
carry” non ha nulla a che vedere con la Costituzione americana vigente. Nella sua
decisione punto di riferimento nel Distretto di Columbia v. Heller, la Corte Suprema degli
Stati Uniti ha rilevato che il secondo emendamento non sancisce il riconoscimento di
una libertà assoluta e illimitata. La Corte ha citato in particolare i divieti di trasportare
armi nascoste sostenendo che questi costituivano una normativa di controllo delle armi
che i primi giudici americani avevano considerato non lesiva del secondo emendamento.
LA DISCIPLINA PENSIONISTICA
Il 10 maggio la Corte Suprema dell'Illinois ha stralciato la Illinois Pension Law del
2013 il cui scopo era quello di ridurre il deficit pensionistico dello Stato, eliminando gli
incrementi automatici del costo della vita ed estendendo l'età pensionabile. La legge si
applica a quattro dei cinque sistemi pensionistici finanziati dallo Stato. La legge statale
avrebbe ridotto le pensioni sulla base di una nuova formula e permesso ai dipendenti di
congelare la loro pensione. Inoltre, il provvedimento ritardava il pensionamento per i
dipendenti di età inferiore ai 45 anni al momento dell’entrata in vigore della legge. La
recessione del 2008 ha decimato i portafogli di investimento pensionistico dello Stato e il
legislatore dell'Illinois ha lavorato per tema delle pensioni è stato al centro di un ampio
dibattito di recente. Nel novembre 2014 un giudice dell'Illinois ha stabilito che una legge
la quale miri a risolvere la crisi pensionistica dello stato viola la Costituzione dell'Illinois.
Nel mese di dicembre un giudice per la US Bankruptcy Court per il Distretto Orientale
del Michigan ha stabilito che la città di Detroit può dichiarare il fallimento. Il debito
maturato dalla città comprende 3,5 miliardi di dollari in fondi pensione. Il procedimento
fallimentare ha progredito nonostante l'anno scorso una corte dello stato del Michigan
abbia sostenuto che la richiesta di fallimento violava la Costituzione dello Stato. Il
tribunale fallimentare ha ritenuto che i fondi pensione non possono essere trattati in
modo diverso rispetto agli altri debiti non garantiti.
PENA DI MORTE
Il Legislatore del Nebraska ha votato 32-15 il 21 maggio approvando un disegno di
legge per l'abolizione della pena di morte. All'inizio di aprile il legislativo del Nebraska ha
votato 30-13 a favore della legge per abrogare la pena di morte e sostituirla con
l'ergastolo nei casi di omicidio di primo grado. Il governatore Pete Ricketts, convinto
sostenitore della pena di morte, ha promesso di porre il veto alla proposta di legge. Il
veto può essere superato con almeno 30 voti. Il Nebraska è diventato il primo Stato
controllato dai repubblicani ad abrogare la pena di morte dal 1973. Il governatore Pete
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Ricketts aveva posto il veto, ma il 28 maggio, lo Stato ha ufficialmente abrogato la pena
capitale. A sostituire la pena di morte sarà l’ergastolo senza condizionale.
L’iniezione letale e il metodo di esecuzione sono stati al centro del dibattito sulla pena
di morte nel corso degli ultimi anni. Nel mese di aprile la Corte Suprema del Tennessee
ha rinviato l'esecuzione di quattro detenuti nel braccio della morte, mentre determina se
gli attuali protocolli sono costituzionali, così da sospendere tutte le esecuzioni nello
stato. Anche il Senato del Delaware ha votato per abrogare la pena di morte, ma la
normativa prevede una deroga per i 15 detenuti attualmente nel braccio della morte. Nel
mese di marzo il governatore dello Utah, Gary Herbert, ha firmato un disegno di legge
per ripristinare il plotone di esecuzione come metodo di esecuzione, facendo dello Utah
uno dei pochi stati con questa opzione.
Nel mese di marzo il Wisconsin AFL-CIO e due sindacati locali hanno presentato la
prima querela contro la legge statale recentemente promulgata per il "diritto al lavoro".
Nell’ agosto 2014, la Corte Suprema del Wisconsin ha emesso un paio di sentenze che
limitano la capacità dei dipendenti pubblici di iscriversi ad un sindacato e richiedono gli
elettori di presentare un documento d'identità. La legge, nota come Legge 10 e approvata
nel 2011, è stata fortemente sostenuta dal governatore Walker, oggi in corsa per la Casa
Bianca.
IL DIRITTO DI MORIRE
Il Senato della California ha approvato il 5 giugno con un voto di 23-14 un testo di
legge particolarmente controverso riguardante il diritto a morire. La legge tutela il
personale medico che assiste i malati terminali che richiedono l’eutanasia. La portata del
provvedimento è limitata ai pazienti che superano un test psicologico e ai quali restano
meno di sei mesi di vita. Ai pazienti sarà data anche la possibilità di terminare la propria
vita autonomamente. La legge della California è modellata sulla base dell’analoga legge
approvata in Oregon Death with Dignity Act che ha consentito, dopo la sua introduzione,
ad oltre 750 persone di ricorrere al suicidio assistito. Nel 2006 la Corte Suprema aveva
sancito la legittimità della legge che all’epoca faceva dell’Oregon l’unico Stato nel quale
era possibile ricorrere al suicidio assistito. Oggi anche il Vermont, Washington, New
Mexico e il Montana consentono il suicidio assistito. Sarà ora l’Assemblea dello Stato
della California a decidere se approvare o meno il disegno di legge. Il diritto a morire
rappresenta un tema controverso negli Stati Uniti e anche nel resto del mondo. L’aprile
scorso un giudice sudafricano ha stabilito che un malato terminale ha diritto al suicidio
assistito senza che vi siano conseguenze sul piano legale o professionale per il medico
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che lo aiuti. A febbraio, la Corte Suprema canadese ha abrogato una legge che vietava il
suicidio assistito nel Paese.
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