ingegneri architetti costruttori
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ingegneri architetti costruttori
24-06-2010 16:59 Pagina 1 67580(17$=,21, 3(5 ,1'$*,1,,16,72 INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI inarcos 710 -710_COP:-706_COPERTINA 1876 ANNO LXV - GIUGNO 2010 (5) Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30 BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13 mensile di tecnica e informazione dell’associazione ingegneri e architetti e del collegio costruttori della provincia di bologna notiziario del collegio regionale ingegneri e architetti dell’emilia-romagna notiziario della federazione degli ordini degli ingegneri della regione emilia-romagna 710 SISTEMI DI ISPEZIONE VISIVA CONTROLLI NON DISTRUTTIVI SU CALCESTRUZZO TEST SU PALI DI FONDAZIONE INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI MISURATORI DI UMIDITA’ MONITORAGGIO QUADRI FESSURATIVI P.A.S.I. s.r.l. -via Galliari 5/E 10125 TORINO - Tel. 011 6507033 Fax 011658646 e - m a i l : s a l e s @ p a s i s r l . i t - w w w. p a s i g e o p h y s i c s . c o m L’accesso sicuro ai siti web: regole e strumenti per evitare le frodi su Internet giugno 2010 MONITORAGGIO RUMORI E VIBRAZIONI pag 373 pag 383 pag 390 Membrane per la separazione di idrogeno Verso gli edifici a energia zero: come cambia la direttiva europea 2002/91/CE Applicazione dell’Analisi Armonica nello studio di Impalcati con Sezione Trasversale a Contorno Deformabile MAURIZIO LENZI - PAOLA CAMPANA - IVAN MISSIROLI L’accesso sicuro ai siti web: regole e strumenti per evitare le frodi su Internet ALBERTO ROSOTTI Dall’Università Dall’Istituto di Istruzione Professionale Edile Efficienza energetica e sostenibilità Le aziende informano NOTIZIARI: Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna - Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna - Ancebologna - Asso RUBRICHE: Corsi&Convegni 24-06-2010 16:59 Pagina 2 istituto professionale edile AREA COSTRUZIONI MURATORE CAPOCANTIERE DECORATORE ITALIANO TECNICO PER STRANIERI GRUISTA OPERATORE MACCHINE MOVIMENTO TERRA IL RESTAURO DELLE FINITURE E DEGLI ELEMENTI DECORATIVI Artwork by Carta e Matita -710_COP:-706_COPERTINA NON CONVENTIONAL LIVING AREA PROGETTAZIONE E GESTIONE AGGIORNAMENTO IN DIRITTO URBANISTICO USO PROGRAMMI SPECIALISTICI PER CONTABILITA’ LA PROGRAMMAZIONE LAVORI GESTIONE DELLA COMMESSA EDILE COSTRUZIONI IN MURATURA CON RIFERIMENTI ALLA SISMICA PerCORSI AREA INFORMATICA AUTOCAD DI BASE E AVANZATO PRIMUS CONTABILITA’ LA PROGRAMMAZIONE LAVORI CON MS PROJECT UTILIZZO DELL’INFORMATICA PER LA REDAZIONE DEL POS AREA SICUREZZA SICUREZZA E SALUTE PER DIPENDENTI RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA RESPONSABILE SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE E/O ESECUZIONE LAVORI ADDETTO ALLA PREVENZIONE INCENDI ED EVACUAZIONE ADDETTO AL PRIMO SOCCORSO ADDETTO ATTIVITA’ DI RIMOZIONE, BONIFICA E SMALTIMENTO AMIANTO RISCHIO CADUTE DALL’ALTO E UTILIZZO SISTEMI ANTICADUTA MONTAGGIO, SMONTAGGIO E TRASFORMAZIONE DI PONTEGGI MONTAGGIO, SMONTAGGIO ED USO DEI TRABATTELLI “16 ORE PRIMA” AREA AMBIENTE&ENERGIA FONTI RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA I SISTEMI A CAPPOTTO CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI AREA APPRENDISTATO TECNICO DI CANTIERE EDILE CARPENTIERE OPERATORE EDILE ALLE STRUTTURE E ALLE INFRASTRUTTURE OPERATORE AMMINISTRATIVO SEGRETARIALE FORMAZIONE PER TUTOR AZIENDALE CPTO Edilizia Bologna SanMarco, leader tra i produttori di elementi in laterizio, aiuta architetti e progettisti a sperimentare soluzioni innovative per gli spazi. IIPLE Istituto per l’Istruzione Professionale dei Lavoratori Edili di Bologna e provincia Via del Gomito 7 40127 Bologna Tel. +39 051327605 Fax +39 051326668 e-mail: [email protected] Tel. 051/327605 Via Calamelli 19 40026 Imola (Bo) Tel. e Fax: +39 0542641756 e-mail: [email protected] CPTO Edilizia Bologna Comitato Paritetico Territoriale Operativo per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro in edilizia di Bologna e provincia IIPLE è un ente con Sistema Qualità Certificato UNI EN ISO 9001/2000 La forza della tradizione, per vivere e progettare fuori degli schemi. WWW.SANMARCO.IT TEL 0131.941739 a tem Le c o nenti del s po is m Il sistema Plan. Costruire non è mai stato così facile. I nuovi blocchi Porotherm “Plan” sono elementi con le facce di appoggio superiori ed inferiori “rettificate”; hanno cioè subito un processo di perfezionamento nel quale vengono spianate con estrema precisione le superfici su cui viene stesa la malta. 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Bologna - € 3,30 BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13 710 organo di informazione di: Associazione Ingegneri e Architetti di Bologna - Associazione Ingegneri e Architetti di Ferrara - Associazione Ingegneri e Architetti di Modena - Associazione Ingegneri e Architetti di Ravenna - Ordine degli Ingegneri di Bologna - Ordine degli Ingegneri di PesaroUrbino - Collegio degli Ingegneri e Architetti di Cesena e Comprensorio - Collegio Regionale degli Ingegneri e Architetti Emilia-Romagna - Collegio Costruttori di Bologna - Federazione degli Ordini degli Ingegneri dell’Emilia-Romagna - Asso: Ingegneri, Architetti Liberi Professionisti in Europa rivista mensile edita dalla Associazione Ingegneri ed Architetti della Provincia di Bologna (proprietaria). Distribuita gratuitamente agli associati Spedizione in A.P. - 45% Art. 2 Comma 20/b Legge 662/96 - Fil. Bologna Chiuso in tipografia il 01/7/2010 DIRETTORE RESPONSABILE ARTICOLI I Applicazione dell’Analisi Armonica nello studio di Impalcati con Sezione Trasversale a Contorno Deformabile MAURIZIO LENZI - PAOLA CAMPANA - IVAN MISSIROLI ____________________________________ 361 I L’accesso sicuro ai siti web: regole e strumenti per evitare le frodi su Internet ALBERTO ROSOTTI ________________________________________________________________ 373 ALESSANDRO COCCHI Direttore Amministrativo: Rocco Iascone Comitato di Redazione: Barbara Bartoli, Antonio Bonora, Armando Brath, Alessandro Cocchi, Raffaele Dalle Donne, Pier Paolo Diotallevi, Raffaele Frattarolo, Nicoletta Gandolfi, Giovanni Gasparini, Pierluigi Gradari, Rocco Iascone, Giuseppe Lazzari, Stefano Manservisi, Alessandro Marata, Luigi Amedeo Melegari, Felice Monaco, Roberto Patitucci, Carmine Preziosi, Alberto Rosotti, Adolfo Scagnolari, Giovanni Semprini, Mauro Toschi Direzione, Redazione e Amministrazione: Bologna - Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna Tel. 051.231815 - Fax 051.261819 E-mail: [email protected] Autorizzazione del Tribunale di Bologna n. 3131 in data 29-4-65. 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Per sottoporre articoli da pubblicare sulla rivista consultare le “norme” presenti sul sito www.assiabo.it La pubblicazione degli articoli non significa riconoscimento ed approvazione da parte della Direzione, delle opinioni o delle teorie espresse dagli Autori. Si accettano memorie o deduzioni anche in contrasto con quanto già pubblicato, salvo il diritto di replica da parte degli interessati. È vietata la riproduzione, anche parziale, degli scritti senza citarne la fonte. D A L L’ U N I V E R S I TÀ I Membrane per la separazione di idrogeno FRANCESCO FUSI ______________________________________________________________________ 383 D A L L’ I S T I T U T O D I I S T R U Z I O N E P R O F E S S I O N A L E E D I L E I Individuazione e riduzione dei principali fattori di spreco nelle aziende edili e corsi di sicurezza di base per l’edilizia CECILIA ALESSANDRINI __________________________________________________________________ 389 E F F I C I E N Z A E N E R G E T I C A E S O S T E N I B I L I TÀ I Verso gli edifici a energia zero: come cambia la direttiva europea 2002/91/CE MILENA VIZZARRI - SONIA SUBAZZOLI ______________________________________________________ 390 393 LE AZIENDE INFORMANO NOTIZIARI I Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna ________________________ 405 I Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna__________________________________________ 407 I Ancebologna ______________________________________________________________________ 428 I Asso ______________________________________________________________________________ 432 RUBRICHE I Corsi&Convegni ____________________________________________________________________ 436 I precedenti numeri della rivista sono disponibili sul sito www.assiabo.it LA COPERTINA DEL MESE La Società Sapir SpA, fondata nel 1957 con il compito di progettare, costruire e sviluppare il porto, è oggi a Ravenna il più grande Terminal Operator. Sapir gestisce un’area di 500.000 mq e dispone di 1.600 m di banchine con un fondale di 10,50 m, attrezzate con 12 gru con portate da 16 a 160 t, ed ottimamente collegate alla rete ferroviaria. L’area operativa consta di 55.000 mq di magazzini coperti e 350.000 mq di piazzali, adibiti allo stoccaggio delle merci. Sapir Engineering Srl è nata nel 2007 come naturale sviluppo dell’attività progettuale della struttura tecnica di Sapir. Grazie all’esperienza di un team di professionisti altamente qualificato e diversificato, Sapir Engineering oggi offre servizi tecnici integrati, svilup- pando progetti di alto livello tecnico-funzionale, per soddisfare le richieste più complesse della Committenza, dalla progettazione preliminare fino al collaudo finale di opere a prevalente destinazione industriale e commerciale. 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La tendenza da anni è poi quella evitare, per la loro complessità esecutiva, l’inserimento dei traversi in campata, circostanza questa che conferisce un peculiare comportamento alla sezione trasversale nei confronti dei carichi mobili. Lo studio della loro ripartizione non può più essere infatti condotto nell’ambito della torsione non uniforme adottata dal metodo di Engesser-Courbon che presuppone la conservazione di forma del contorno della sezione proprio in virtù della presenza di traversi in campata. Nella configurazione priva di traversi la sezione trasversale si distorce per effetto dell’azione dei carichi mobili, venendo anzi tale aliquota a costituire il maggior contributo al lavoro di deformazione che si compie a seguito dell’instaurarsi di meccanismi di ripartizione che attivano la rigidezza torsionale delle travi e quella flesso-tagliante della soletta. Per questa ricorrente tipologia lo studio della ripartizione dei carichi viene usualmente condotto per mezzo di modelli numerici agli elementi finiti o modelli analitici a piastra ortotropa. Peraltro tale analisi può essere effettuata efficacemente utilizzando un modello unitario, valido per impalcati di travi sia a sezione aperta che a sezione chiusa, nel quale la connessione in soletta tra travi contigue viene schematizzata con una cerniera cilindrica continua. In questo modello si trascura quindi la rigidezza flessionale trasversale del collegamento rispetto a quello flesso torsionale longitudinale delle travi, ipotesi questa tecnicamente legittima spesso anche ove gli spessori e l’armatura della connessione siano significative, come avviene ad esempio nelle solette dei ponti. Il modello a cerniere cilindriche individua infatti il regime principale degli sforzi di interazione ed è quindi in grado di fornire una efficace rappresentazione dei meccanismi di ripartizione dei carichi tra le varie travi dell’impalcato. Nel seguito si riporta con questa finalità lo studio della ripartizione trasversale per la tipologia di impalcati indicata utilizzando lo sviluppo in serie di Fourier dei carichi e dei movimenti. Questa tecnica di analisi permette di identificare in forma adimensionale i parametri di natura sia geometrica che meccanica che governano la ripartizione dei carichi e di trasformare nel caso di travi in semplice appoggio il problema differenziale in uno algebrico equivalente, con tutti i vantaggi che questa trasformazione com- SOMMARIO Nella nota viene analizzata la ripartizione dei carichi negli impalcati privi di traversi in campata e nei quali pertanto la sezione trasversale non può essere considerata a un contorno indeformabile. La distorsione viene analizzata mediante metodi di congruenza che consentono di determinare i tagli mutui che vengono scambiate lungo le connessioni tra le travi. Il metodo proposto per impalcati in semplice appoggio viene poi esteso ad impalcati continui. Vengono infine presentati confronti con misure sperimentali effettuate nel corso di prove di carico. SUMMARY In the paper the sharing of the moving load among the girders of a beam and slab deck without inner diaphgrams is analyzed. Mutual shear force acting between the girders are found by means of the compatibility method. Simple supported and continuous decks are studied and results are compared with the measures taken during load test. inarcos 361 1 2 porta. In tal modo un complesso problema a iperstaticità diffusa viene ricondotto alla risoluzione di un sistema di equazioni con un modestissimo numero di incognite, pari al numero delle travi ridotto di una unità, facilmente implementabile su un foglio elettronico. MODELLO CON CONNESSIONE A CERNIERA CILINDRICA CONTINUA Nel modello con connessione a cerniera cilindrica continua si adotta l’ipotesi che lungo i bordi longitudinali delle travi vengano trasmessi solo azioni taglianti verticali. Per determinare il valore di questi sforzi mutui, tramite i quali si attiva la ripartizione trasversale, e per individuare quindi lo stato di sollecitazione si utilizza nel seguito il metodo delle forze imponendo la congruenza degli abbassamenti verticali dei bordi di due elementi contigui pensati separati e soggetti ai carichi esterni ed ai tagli mutui che vengono scambiati lungo i giunti longitudinali. A questo scopo si rivela utile l’impiego dello sviluppo in serie di Fourier che si basa sulla sovrapposizione degli effetti di configurazioni elementari di carico variabili con legge sinusoidale (fig. 1): Per il caso di un carico q costante su un tratto di lunghezza 2d e baricentro xk tale componente ha invece equazione: dalla quale ponendo xk=d=L/2 si deduce l’espressione seguente valida per un carico uniforme q esteso all’intera lunghezza dell’elemento (n=1,3,5..): RIGIDEZZE ARMONICHE La caratteristica peculiare di questa procedura di analisi risiede nel fatto che il legame tra il carico sinusoidale e lo spostamento verticale, che si deduce dall’equazione di equilibrio: ottenendo per un elemento in semplice appoggio: fornisce una deformata affine al carico e quindi un valore della rigidezza alla traslazione verticale: essendo n l’indice corrente dell’armonica. L’intensità, pn , del carico sinusoidale é fissata per ogni armonica in modo tale da riprodurre con la sovrapposizione (fig. 2) l’andamento del carico p(x). Così, ad esempio, per un carico concentrato P applicato all’ascissa xk la componente armonica del carico ha l’espressione seguente: 362 inarcos costante lungo tutta la trave. Questa singolare proprietà comporta che nel caso di carichi sinusoidali la ricerca degli spostamenti per le travi in semplice appoggio non va più condotta nei riguardi della funzione incognita w(x) (problema differenziale) ma è sufficiente limitare la ricerca all’ampiezza dello spostamento (problema algebrico) che assume così il significato di variabile indipendente. 1 - Sviluppo in serie di Fourier di varie configurazioni di carico. 2 - Sovrapposizione delle componenti armoniche di un carico uniforme. 3 - Componenti armoniche di coppie torcenti e rotazioni torsionali. 4 - Modellazione attraverso rigidezze armoniche. 5 - Modello a cerniere lineari continue. anch’essa affine alla distribuzione delle coppie applicate. Anche in questo caso si deduce che la rigidezza alla rotazione è costante lungo la trave ottenendo (1): La singola trave è quindi schematizzabile come un elemento a sezione trasversalmente indeformabile avente elasticità concentrata in molle di rigidezza verticale K w e rigidezza rotazionale K q (fig. 4), costanti lungo la trave. La proprietà di costanza delle rigidezze lungo l’asse longitudinale consente quindi di ricondurre lo studio dell’impalcato soggetto a carichi armonici a quello di una sua sezione trasversale corrente trattando le ampiezze degli enti statici e cinematici come variabili algebriche. In base alle considerazioni precedenti le ampiezze armoniche degli spostamenti e delle sollecitazioni della singola trave, tenuto conto delle relazioni di equilibrio M” = – p ; T’ = – p tra sollecitazioni e carichi esterni, risultano essere: 3 4 5 In termini analoghi può essere trattato il caso in cui all’elemento trave sia applicata una coppia torcente (fig. 3) variabile con legge: Note le ampiezze è possibile ricavare i valori correlativi nelle sezioni correnti in base all’equazioni: Utilizzando l’equazione di equilibrio alla rotazione attorno all’asse longitudinale: relazione nella quale GJt rappresenta la rigidezza torsionale primaria della sezione, si ricava per la rotazione torsionale l’espressione seguente: (1) Nei profili aperti dotati di rigidezza per ingobbamento EJω alla rigidezza torsionale armonica primaria GJt(nπ/L)2 va aggiunta anche la rigidezza torsionale armonica secondaria, pari a EJω(nπ/L)4, ottenendo Kθ= GJt(nπ/L)2[1+ (nπ/L)2×EJω/GJt]. inarcos 363 6 7 che soddisfano le condizioni al contorno alle estremità di elementi in semplice appoggio, come nell’ipotesi qui adottata. Nella scelta del numero delle armoniche va tenuto presente che ciò che maggiormente interessa sono gli effetti dei carichi e non tanto una fedele riproduzione del loro andamento. In genere il primo termine della serie fornisce valori sostanzialmente esatti per gli spostamenti e valori più approssimati per le sollecitazioni, con precisione che risulta migliore per i carichi ripartiti o condizioni di carico a questa assimilabili rispetto a quella che si ottiene per i carichi concentrati. La ricerca poi può essere effettuata, per le travi in semplice appoggio, separatamente per ogni armonica. I vari termini della serie risultano infatti tra loro disaccoppiati essendo nullo il lavoro mutuo compiuto da un carico armonico per effetto del campo di spostamenti sinusoidali associato ad una armonica con indice diverso. Tali azioni mutue variano anch’esse con legge trigonometrica: RICERCA DELLE AZIONI TAGLIANTI MUTUE a) Definiti i presupposti teorici, al fine di individuare le modalità di ripartizione trasversale si considera una struttura composta da N moduli affiancati, solidarizzati mediante k=N-1 connessioni a taglio lungo i bordi. Ciascun modulo è sollecitato da un carico lineare pi e da una coppia torcente mi variabili entrambi con legge sinusoidale. Nel meccanismo di ripartizione l’elemento direttamente caricato chiama a collaborare, attivando un sostegno eccentrico, i moduli ad esso contigui, che a loro volta interagiscono con quelli al loro fianco. Il quadro delle azioni interne trasversali che si instaura ad esempio nel caso di carichi concentrati su un singolo modulo é illustrato in fig. 6 nella quale sono evidenziati i tagli mutui scambiati tra i vari elementi dell’impalcato. 364 inarcos attingendo valore nullo agli appoggi, ove la congruenza degli abbassamenti è implicitamente soddisfatta. Considerando una generica armonica di carico, di cui si omette per semplicità il pedice, ed indicando con ti (i=1,2,..,k) le ampiezze incognite dei tagli mutui e con λ la larghezza dei moduli, gli abbassamenti e le rotazioni torsionali risultano definiti dalle relazioni seguenti: Le incognite iperstatiche vengono poi determinate imponendo le condizioni di congruenza degli spostamenti verticali dei bordi di due elementi contigui (fig. 7) che, considerando positivi i movimenti verso il basso e le rotazioni orarie, si esplicitano nelle k relazioni (i=1,2, .., k): Introdotto il parametro caratteristico: e fatte le posizioni: 6 7 8 9 - Azioni taglianti mutue. Congruenza dei movimenti verticali tra moduli contigui. Sezione trasversale dell’impalcato. Coefficienti di ripartizione. porto EJf/GJt tra la rigidità flessionale e torsionale della sezione dell’elemento. Si può inoltre mostrare che per valori di ρ prossimi a zero, ossia nel caso di forti snellezze (λ/L=2b/NL→0) o di sezione a forte rigidezza torsionale (EJf/GJt→0) il carico tende ad essere egualmente ripartito tra i vari moduli (ripartizione ottimale). Viceversa per elevati valori di ρ ossia nel caso di elementi con snellezze λ/L=2b/NL contenute o di modesta rigidezza torsionale degli elementi modulari, il valore dei tagli mutui risulta trascurabile e non si instaura alcuna apprezzabile ripartizione dei carichi, che vengono assorbiti completamente dai moduli direttamente caricati. Inoltre all’aumentare del numero di travi, ossia della larghezza dell’impalcato, l’azione specifica sulla singola trave si riduce, ma peggiora la qualità della ripartizione aumentando l’amplificazione rispetto al carico medio. A parità di altre caratteristiche, al crescere della larghezza complessiva dell’impalcato la sezione trasversale risulta infatti nel suo insieme meno compatta e quindi più deformabile. Una volta ricavati i tagli trasversali è poi possibile risalire alle ampiezze degli spostamenti e delle rotazioni dei vari moduli con le relazioni illustrate in precedenza e di seguito richiamate: 8 9 si ricava il seguente sistema di equazioni risolvente nei k tagli mutui incogniti: nonché le ampiezze armoniche delle sollecitazioni flettenti e taglianti mediante le relazioni seguenti: E’ immediato constatare che la matrice del sistema di equazioni, e con essa i tagli mutui e la ripartizione dei carichi, é per un’assegnata armonica funzione univoca del parametro adimensionale ρ che dipende dal rapporto di forma λ/L tra l’interasse e la lunghezza delle travi ed in misura più contenuta dalla radice del rap- Si completa in tal modo la ricerca dello stato tensionale e del campo di spostamenti. Esempio nr. 1 Si presenta a titolo esemplificativo l’applicazione del metodo illustrato al caso di un impalcato avente luce inarcos 365 10 - Disposizione sull’impalcato dei carichi di collaudo - Trave di bordo. 11 - Disposizione sull’impalcato dei carichi di collaudo - Trave centrale. 10 di 33.70 m e larghezza di 18.20 m, costituente la campata tipica di un viadotto a 9 campate in semplice appoggio realizzato da ACMAR all’innesto della S.P. Marecchiese con la SS.16. L’impalcato è composto da 7 travi a sezione scatolare ottenute assemblando travi GED in c.a.p. aventi forma a V ed alte 1.60 m con una soletta collaborante gettata in opera dello spessore di 25 cm (fig. 8) . Le travi sono disposte ad un interasse costante di λ = 2.55 m. Il momento di inerzia flessionale e torsionale delle travi risultano valere: Jf = 0.724 m4 Jt = 0.440 m4 mentre per i moduli elastici delle travi e della soletta si è assunto: E=35000 MPa G=15000 MPa Il coefficiente di interazione vale in questo caso : valore che indica una spiccata capacità dell’impalcato di ripartizione dei carichi, mentre i coefficienti caratteristici risultano pari: Le linee di influenza dei coefficienti di ripartizione dei carichi unitari mobili in senso trasversale sono riportate in fig. 9 mentre in fig. 10 ed in fig. 11 sono riportate le configurazioni di carico utilizzate per riprodurre in sede di collaudo statico le sollecitazioni massime nelle travi di bordo ed in quella centrale. In fig. 12 è invece riportato per la trave di bordo il confronto tra le misure degli abbassamenti registrate nel corso della prova di carico ed i valori teorici. Come si può notare il modello a cerniere riproduce con fedeltà l’andamento della deformata trasversale con un sostanziale accordo tra misura e previsione per tutte le travi dell’impalcato. 366 inarcos Esempio nr. 2 Come secondo esempio si presenta l’applicazione del modello nello studio di configurazioni iperstatiche, ossia al caso di impalcati continui su più appoggi. La procedura si esplica considerando in una prima fase le campate semplicemente appoggiate determinando per ogni trave delle campata le rotazioni agli appoggi. In una seconda fase si impone poi per le travi di un dato allineamento, pensate ora separate ed indipendenti da quelle adiacenti, la congruenza delle rotazioni tra le varie campate in corrispondenza delle pile intermedie determinando in tal modo il valore dei momenti di continuità. La procedura si può iterare equiparando nell’iterazione successiva i momenti iperstatici a carichi esterni, tuttavia la 1° iterazione è già tecnicamente sufficiente a determinare lo stato tensionale e deformativo dell’impalcato. La struttura presa in esame è un impalcato continuo di un ponte a tre campate recentemente completato nell’ambito della variante di Alfonsine della SS 16 dall’A.T.I composta da ACMAR-ITER-GED (fig.11 12). Le luci sono pari a 32.10 m per la campata centrale ed a 26.10 m per le due campate laterali. L’impalcato è composto da 4 travi a sezione scatolare ottenute assemblando travi a V di altezza di 1.60 m completate in opera da una soletta di 25 cm di spessore. Il momento di inerzia della sezione composta è pari Jf=0.65 m4 mentre quello torsionale vale Jt=0.39 m4. Le travi sono del tipo precompresso, sono varate in opera in semplice appoggio e successivamente solidarizzate in corrispondenza delle pile (fig. 15). Nello specifico si analizza la configurazione del carico di collaudo applicato alla campata centrale e costituito da 3 colonne affiancate composte ciascuna da 2 autocarri a 4 assi del peso ognuno a pieno carico di 400 KN (fig. 16). Con i criteri illustrati in precedenza si determina la ripartizione trasversale dei carichi e si ricava per ogni trave della campata centrale, di luce l2, la freccia massima (ωο) e la rotazione (ϕο) in condizione di semplice appog- 12 - Confronto tra misure teoriche e sperimentali. 13 - Profilo longitudinale del viadotto. 14 - Sezione trasversale dell’impalcato e schema dei carichi di collaudo. 11 Campata P5-P6 0.00 –0.20 1a+2a colonna Valori misurati 1a+2a colonna Valori teorici 1a colonna Valori misurati 1a colonna Valori teorici –0.40 –0.60 –0.80 –1.00 –1.20 –1.40 12 Fig. 14 14 della freccia (w) nella mezzeria della campata centrale ottenendo: 13 gio, grandezze tra loro correlate per una deformata sinusoidale, dalla relazione: Dalla condizione di congruenza delle rotazioni in corrispondenza delle pile, espressa per simmetria dalla relazione seguente: In Tab. I si riporta il confronto tra dati sperimentali e frecce misurate nelle travi di bordo, confronto che conferma anche nel presente caso come il modello in esame consenta di cogliere con precisione il comportamento della struttura evidenziando l’effetto saliente della continuità dell’impalcato. ANNOTAZIONI CONCLUSIVE si deduce per ogni trave il valore del momento di continuità (M) ad essa afferente e da questo il valore La ripartizione dei carichi tra le travi di un impalcato costituisce un tema strutturale di indubbio interesse e valenza che può essere analizzato negli Tab. 1 - Confronto tra frecce teoriche e sperimentali - Travi di bordo. Configurazione di carico Carico sulla campata centrale Carico sulla campata laterale Freccia teorica [mm] 8.0 5.4 Freccia sperimentale [mm] 7.9 5.3 inarcos 367 15 - Fasi del collaudo con carico sulla campata laterale. 16 - Schema di carico campata centrale. 15 16 impalcati privi di traversi con l’ausilio del metodo della congruenza utilizzando un modello a cerniere lineari continue. In tale modello si assumono come incognite iperstatiche i tagli mutui che vengono scambiati lungo connessione a taglio che uniscono le travi e che vengono determinate imponendo la congruenza degli spostamenti verticali dei bordi longitudinali che si fronteggiano. L’analisi così condotta mostra come la ripartizione dei carichi venga in realtà a dipendere da un solo parametro caratteristico adimensionale funzione della geometria dell’impalcato (interasse, lunghezza e numero delle travi) e del rapporto tra le rigidezze flessionali e torsionali delle sezioni resistenti delle travi. Lo strumento utilizzato è lo sviluppo in serie di Fourier che nel caso di impalcati in semplice appoggio consente di trasformare il problema da differenziale ad algebrico, semplificando notevolmente la trattazione analitica. Il metodo può essere esteso anche al caso di impalcati continui considerando dapprima le singole campate in semplice appoggio ed operando la ripartizione dei carichi esterni tra le varie travi; poi imponendo condizioni di congruenza delle rotazioni tra le campate. I riscontri sperimentali confermano la validità del modello proposto, s’intende nell’ambito dell’ipotesi assunte di impalcati a contorno deformabile per l’assenza di traversi in campata e di prevalenti rigi368 inarcos dezze flesso-torsionale longitudinali delle travi rispetto a quelle trasversali della soletta. I RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [01] Spinelli, P., Un metodo di analogia al continuo per lo studio di impalcati realizzati con travi affiancate collegate con cerniere lineari continue, INARCOS, nr. 439, pp 200-210, Bologna, Giugno 1983. [02] Spinelli, P., Impalcati formati da pannelli prefabbricati accostati: alcuni risultai ottenuti attraverso un metodo di analogia al continuo, Atti del 7° Convegno CTE, par.c. pp.145-151, Marina di Ravenna, 1986. [03] Pozzati, P. Teoria e Tecnica delle Strutture, Vol. 2*, Cap. 10, Cap. X, pp. 192-214, Ed. UTET, Torino, 1986. [04] Parducci, A. Tecnica delle costruzioni prefabbricate Cap. 8, pp. 163-174, Ed. ESA Roma, 1986. [05] Petrangeli, M., Progettazione e Costruzione di Ponti, Cap. 7, pp. 171-212, Ed. Masson, Milano, 1997. [06] Lenzi, M., Gambi A. , Olivucci, G., Un modello a piastra ortotropa per impalcati di travi scatolari, Atti del 13° Convegno CTE, Pisa, 2003. [07] Lenzi, M. , Campana, P., Missiroli, I. , Un modello al continuo per lo studio degli impalcati di travi scatolari, Rivista INARCOS nr. 709, Bologna, Maggio 2010. COSTRUIRE ANTISISMICO SE POI E’ SISMICO POTETE STARNE CERTI. NORMABLOK PIU’ CLASSE A PRESENTA I NUOVI MATTONI SISMICI CON ISOLAMENTO TERMICO INTEGRATO CERTIFICATI PER RISPETTARE LA NORMATIVA NELL’EDILIZIA PIU’ TECNOLOGICA PER MURATURE DI ASSOLUTA ECCELLENZA www.mattone.it L’accesso sicuro ai siti web: regole e strumenti per evitare le frodi su Internet Alberto Rosotti Tesoriere dell’Ordine degli Ingegneri di Pesaro ed Urbino RICONOSCERE UN SITO SICURO Con l’avvento delle reti dati a banda larga è oggi possibile accedere ad informazioni personali e sensibili via Internet. Se da un lato questa pratica agevola la vita di tanti individui, dall’altro li espone a notevoli rischi. Solamente alcuni siti web possono infatti dirsi sicuri, offrendo la garanzia che i dati inseriti vengano trattati solo per le finalità dichiarate e visualizzati unicamente da personale autorizzato. La legge 196/2003 offre tutele e garanzie a chi compie le operazioni online ma è comunque consigliabile conoscere alcuni elementi di base per proteggersi dalle trappole che copiosamente si incontrano navigando in Internet. Possiamo affermare che un sito web è sicuro quando: 1. fornisce certezze sulla sua identità; 2. possiede un certificato digitale che: a. garantisca la riservatezza della comunicazione; b. accerti l’identità del sito. Fornire la certezza sull’identità di un sito significa indicare il proprietario del sito stesso ed il suo amministratore. Quindi, la prima cosa da fare per verificare se un sito è sicuro, è accertarsi che l’indirizzo, detto in gergo URL (Uniforme Resource Locator), sia immediatamente riconducibile all’azienda che ne è proprietaria. Ma attenzione: la somiglianza o una semplice assonanza nei nomi non garantisce nulla; ad esempio, www.repubblica.it è l’indirizzo corretto di una famosa testata giornalistica mentre www.republica.it, con una sola “b”, è un indirizzo inesistente o comunque non collegato al precedente. In certi casi gli hacker sfruttano gli errori di digitazione o le assonanze nei nomi per creare siti web simili a quelli ufficiali e truffare gli utenti. Il miglior strumento per verificare l’identità del proprietario di un sito web nel dominio .it è disponibile su Internet all’indirizzo http://www.nic.it (Network Information Center per l’Italia). All’interno del NIC, digitando ad esempio l’indirizzo http://www.poste.it si otterranno informazioni di questo genere: Registrant Name: Poste Italiane spa ContactID: POST52-ITNIC Address: Viale Europa, 190 00144 - Roma (RM) IT Phone: +39.0659581 Email: [email protected] Created: 2007-03-01 10:45:26 Admin Name: ContactID: Address: Phone: Created: Marco Barbuti MB20282-ITNIC Viale Europa, 190 00144 - Roma (RM) IT +39.0659581 2001-01-18 00:00:00 Le informazioni ricevute certificano che il sito www.poste.it ha come proprietario Poste Italiane SOMMARIO Tramite i siti web si compiono un gran numero di operazioni, come prenotare voli aerei, consultare il conto corrente, acquistare e vendere oggetti o svolgere pratiche burocratiche. Questo articolo è una sintetica guida al riconoscimento dei siti web sicuri, utile per difendersi dalle truffe online. SUMMARY Through the websites we may complete a great number of operations, like reserving flights airplane, consulting the bank account, buy and sell objects or carry out bureaucratic jobs. This article is a synthetic guide to the acknowledgment of secure web sites, useful in order to defend ourselves from the online fraud. inarcos 373 1 Spa, che ha sede legale a Roma e che l’amministratore del sistema è il Sig. Barbuti. Per ottenere informazioni su altri domini, come .com, .net, .gov, ecc... potremmo rivolgerci ai rispettivi siti di autorizzazione internazionale. Dopo aver verificato chi sia il proprietario del sito al quale ci accingiamo a lasciare i nostri dati, il secondo passo è quello di verificare se dispone di un certificato digitale. Il certificato contribuirà a confermare l’identità del sito e dell’amministratore, ma soprattutto ci garantirà la riservatezza della comunicazione. I CERTIFICATI DIGITALI Un certificato digitale è l’equivalente elettronico di un documento, quale per esempio il passaporto o la carta d’identità. Viene erogato da un ente terzo, imparziale e fidato, al proprietario di un sito e consente l’identificazione univoca di una persona o del sito stesso. I certificati digitali sono quindi strumenti di identificazione elettronica ed assolvono a tre fondamentali funzioni: garantire l’identità del sito con cui si sta dialogando, garantire la privacy tramite criptazione dei dati e delle comunicazioni e garantire l’integrità dei dati. Chiamati anche Digital ID, i certificati possono essere emessi solo da autorità di certificazione ufficiali (Certification Authority), come il CNIPA (Comitato Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione), Infocamere, ecc... enti che prima di fornire il certificato compiono rigorose procedure di autenticazione, controllo e sicurezza. I certificati utilizzano una coppia di chiavi software, dette pubblica e privata, che possono servire per cifrare un documento o un canale di comunicazione, oppure per firmare comunicazioni digitali. Nel caso in cui il certificato venga usato per creare un canale sicuro sulla rete Internet, solo il mittente 374 inarcos 2 ed il destinatario dei dati che transitano nel canale potranno vedere i dati in chiaro: tutti gli altri, ed in particolare gli hacker collegati ai nodi della rete, vedranno passare nel canale solo una serie di informazioni non intellegibili. Il canale può essere considerato come un tunnel, all’interno del quale i dati vengono criptati attraverso una delle due chiavi del certificato (quella pubblica), difficilmente violabile da qualsiasi pirata informatico. I dati criptati all’interno del canale possono essere decifrati solo con la chiave privata del certificato, cioè solo giunti a destinazione: ciò costituisce una garanzia per l’utente la cui operazione web (acquisto con carta di credito, disposizione per bonifico, prenotazione viaggio aereo, risultati di un’analisi sanitaria, ecc...) sarà protetta. A ciò si aggiunge il tema dell’integrità dei dati, poiché tramite funzioni di hash e certificati digitali si può garantire che le informazioni inviate arrivino al destinatario senza aver subito alcuna modifica. Qualsiasi modifica alla comunicazione, eventualmente apportata da un pirata informatico, farà immediatamente terminare la comunicazione stessa e genererà un messaggio di allerta. Riassumendo, grazie ai certificati digitali sia il sito web che l’utente riescono ad avere la certezza dell’identità reciproca, della riservatezza delle comunicazioni e dell’integrità dei dati trasmessi. Nella pratica, una volta entrati in un’area protetta di un sito web, cliccando due volte sul lucchetto, presente nella “status bar” del desktop, comparirà una Figura 1: Il sito della British Airways, con il lucchetto chiuso nella status bar. Figure 2 e 3: il certificato digitale della British Airways, rilasciato dalla CA VeriSign. come SSL, in grado di assicurare la riservatezza dei dati ponendo la comunicazione in un canale sicuro. L’AREA PROTETTA DI UN SITO WEB: DA HTTP:// A HTTPS:// 3 finestra con tutte le caratteristiche di sicurezza del certificato digitale; qui si potranno controllare il nominativo del certificato e la data di scadenza, vedi figure 1, 2 e 3. Allo stesso modo ci potremmo accorgere se la pagina web non ha o non sta usando un certificato digitale (lucchetto aperto): in questo caso meglio non fidarsi, in quanto tutti i dati che eventualmente lasceremo, viaggeranno in chiaro nella rete. Verifi chiamo quindi sempre che il lucchetto sia chiuso. IL PROTOCOLLO SSL Il protocollo SSL (Secure Sockets Layer) effettua la criptazione dei dati e protegge le pagine dei servizi dei siti web fin dall’invio dei primi dati, in particolare di username e password. Questo significa che, quando si accede ad sito o ad una sua qualsiasi sottosezione, i computer iniziano a scambiarsi dati utilizzando come mezzo di comunicazione il protocollo http criptato con SSL, ovvero https//, in cui la ‘s’ sta per secure. Questo sistema garantisce la protezione non solo dei numeri delle carte di credito, dei moduli online e dei dati finanziari, ma protegge anche dalla decodifica e dalla contraffazione delle informazioni confidenziali, riservate e sensibili. Https garantisce che il flusso di informazioni tra utente e sito sarà criptato e non decifrabile da estranei, grazie ai layer di trasmissione che inviano e ricevono informazioni utilizzando un protocollo criptato, All’ingresso di una pagina sicura o di un’area riservata di un sito web, solitamente appare un “Avviso di protezione”, indicante che da quel momento l’utente si trova in una zona difesa dagli attacchi esterni. Gli URL (indirizzi dei siti) delle aree protette sono raggiungibili tramite il protocollo https:// e non più semplicemente dal noto http:// Molti siti web possiedono una parte generica non protetta, come la home page di benvenuto, ed una zona riservata e protetta, per l’operatività dei clienti. Spesso la prima pagina di un’area protetta contiene i campi per effettuare il login, ovvero l’inserimento del nome dell’utente e quello della password, affinché il sito web possa identificare il cliente. E’ fondamentale sapere che un sito web sicuro deve essere protetto fin già nella pagina riservata al login. In altre parole è sicuro quel sito in cui appare il “lucchetto chiuso” già al momento dell’inserimento delle credenziali. Ciò garantisce che l’username e la password viaggino criptate sul canale, affinché un pirata non possa impossessarsene. Poi, se il sito ci accetta potremmo continuare a lavorare sapendo che anche i dati viaggiano criptati, mentre se il sito ci rifiuta, la comunicazione non potrà proseguire. L’importante è non aver dato il nostro account ad un sito non identificato oppure su un canale non protetto. Alcuni siti, specialmente quelli attraverso i quali si effettuano transazioni di denaro, possono avere un doppio livello di sicurezza: una prima password permette di accedere, ad esempio, alla consultazione dei dati in sola lettura, mentre l’inserimento di una seconda password consente di effettuare tran - inarcos 375 Figura 4: un dispositivo OTP, utile per la generazione di password di secondo livello. Figura 5: configurazione di Microsoft Internet Explorer, per la disattivazione della persistenza dei dati utente. 4 sazioni. In questo modo l’utente gode di una protezione ulteriore: due ostacoli possono bloccare meglio di uno, chi non ha buone intenzioni. OTP (ONE TIME PASSWORD) Un altro dispositivo che offre una sicurezza di secondo livello è l’OTP (One Time Password). L’OTP è uno strumento poco costoso, sicuro e di semplice utilizzo, delle dimensioni di un portachiavi, che alla pressione di un pulsante visualizza un numero di 6 o 8 cifre, a seconda della tipologia in uso, da utilizzare come password di secondo livello, vedi figura 4. La password di secondo livello è molto utilizzata nell’home bancking per la conferma delle disposizioni bancarie, come bonifici, giroconti ed F24. La sequenza di cifre generata dall’OTP deriva da una serie di grandezze segrete, scritte nell’hardware dell’OTP stesso, ed è in funzione di un orario fornito da un “real time clock” interno al dispositivo. Ogni 36 secondi viene generata una nuova password completamente diversa e non connessa alla precedente, utilizzabile una sola volta. Dal punto di vista operativo, quando il cliente di un sito web desidera generare una password di secondo livello, clicca sul bottone dell’OTP, legge il numero sul display e lo digita sulla tastiera come richiesto nella procedura Internet, in tutta semplicità e sicurezza. COME SCEGLIERE UNA PASSWORD SICURA La scelta di una password è un tema importante per accedere ai servizi web protetti. La password deve essere un codice difficilmente intercettabile, affinché nessuno possa scoprirlo e utilizzarlo per scopi fraudolenti. Molti utenti hanno la tentazione di scegliere per comodità qualcosa di facile e breve; invece è indispensabile attuare un compromesso tra l’importanza dei dati da proteggere e lo sforzo nella ricerca e memo376 inarcos rizzazione. Purtroppo sono tanti i numeri che un adulto deve sforzarsi di ricordare (telefoni, indirizzi, pin code, ecc ...), per cui a volte si assiste alla disdicevole operazione di veder scritte le password sotto la tastiera o su un biglietto attaccato nel monitor. Nel seguito sono elencate alcune semplici linee guida che tutti gli utenti dovrebbero osservare per scegliere una password, come definito ai sensi del D.Lgs 196/2003 e successive modificazioni ed integrazioni: • scegliere una password di lunghezza pari ad 8 o più caratteri; • evitare parole comuni di senso compiuto: esistono numerosi programmi software gratuiti che, basandosi su dizionari internazionali, tentano di forzare i sistemi utilizzando tali termini, iniziando dai più comuni; tale tecnica è denominata “brute force”; • inserire nelle password numeri, lettere e simboli. Ad esempio, utilizzare il sostantivo “mare” come password è inadeguato; possiamo però creare una password sicura inserendo prima, dopo o all’interno, della medesima una serie di numeri. In tal modo “123mare?!?” è estremamente più sicura della precedente, per lunghezza e complessità. Infatti i numeri e i simboli posizionati tra le lettere (o viceversa) aumentano il numero di opzioni possibili per un determinato carattere e ciò rende più sicura l’intera password; • evitare i nomi dei propri figli, del coniuge o di un animale domestico, le date di nascita dei parenti stretti e tutte quelle parole che derivano da informazioni personali facilmente ottenibili da malintenzionati; vedi attacchi di Social Engineering; • non usare una password che contenga il nome utente o l’indirizzo e-mail; • non utilizzare la stessa password per servizi diversi. Sebbene sia un escamotage per non dover ricordare decine di password diverse, alla fine la probabilità che venga identificata aumenta enormemente. Usando la medesima password per il pc, per la posta elettronica, per i giochi, gli account 5 dell’ufficio ed i database aziendali, c’è un’alta probabilità che questa venga violata, per una banale vulnerabilità di uno di questi software. Ogni volta che si deve scegliere una password è buona norma inventarne una differente. E’ possibile verificare, seppur in maniera empirica, la sicurezza di una password utilizzando un qualsiasi motore di ricerca (es. Google): se digitando la password nel campo di ricerca il motore restituisce meno di 10 risultati, allora la password è sufficiente sconosciuta, quindi sicura. Sempre su Internet, esistono programmi che gratuitamente generano password della complessità e lunghezza desiderate. I consigli sopra esposti rendono sicura la scelta della password ma la sicurezza deve proseguire con una corretta conservazione. A tal fine può essere utile, ad in alcuni casi è obbligatorio, seguire questi criteri: • non digitare la password in presenza di estranei, che magari si trovano alle vostre spalle mentre la componete sulla tastiera. Un occhio attento, o peggio una videocamera, può seguire i movimenti delle nostre mani; • non trascrivere la password su un foglio di carta, agenda, o in altro luogo. La password va tenuta a mente, ed al limite chiusa in cassaforte o altro luogo protetto in caso la scordassimo; • non archiviarla in un file di un computer, ne sul telefonino; • non rivelare ad altri la propria password; • non memorizzare la password nei tasti funzione di un computer; • modificare la password frequentemente: l’uso costante e abitudinario della solita password è un comportamento rischioso. Il D.Lgs 196/2003 obbliga a cambiare la password di accesso a sistemi che gestiscono dati personali ogni 6 mesi, ed il tempo è dimezzato se la password consente l’accesso a dati sensibili. Attenzione: i siti che permettono transazioni on line non chiedono mai attraverso e-mail o contatti telefonici i dati di accesso (username e password) ai propri clienti. Qualora si ricevessero comunicazioni di questo tipo, segnalatelo immediatamente alle autorità preposte ed al gestore del sito stesso, in quanto si tratta probabilmente di un attacco informatico. ACCORGIMENTI PER AUMENTARE LA SICUREZZA DEI BROWSER Ogni utente accorto e sensibile alle politiche di sicurezza dovrebbe eliminare dalle impostazioni del proprio computer tutte quelle funzioni che permettono di salvare le password e di memorizzare la compilazione dei form automaticamente (le pagine che contengono campi riempibili con un testo). Infatti queste agevolazioni possono vanificare la scelta di password sicure, in quanto i pirati informatici sanno bene come individuarle ed utilizzarle. Per chi utilizza come browser Internet Explorer, è possibile disattivare la funzione “Persistenza dati utente” partendo dalla barra degli strumenti in Strumenti | Opzioni Internet | Protezione | Livello personalizzato. (vedere figura 05). IL SOCIAL ENGINEERING Nel campo della sicurezza informatica il social engineering è lo studio del comportamento individuale e l’insieme delle strategie psicologiche usate dagli inarcos 377 aggressori al fine di ottenere dall’utente dati personali o sensibili oppure di indurlo a compiere una serie di azioni pericolose, superando le sue barriere di sicurezza. Conoscere le tecniche di social engineering è il modo migliore per non diventarne noi stessi vittime. I pirati informatici agiscono camuffando la propria identità, ingannando per infondere fiducia nella vittima, sfruttando la sua disponibilità, la buona fede ed anche un pizzico di umana curiosità. Nella maggioranza dei casi sono abilissimi nei rapporti umani, risultano affascinanti, educati e simpatici. Per convesso, la maggior parte degli utenti pensa di essere sufficientemente scaltro da non cadere in trappole di questo genere. L’hacker che sferra l’attacco è conscio di questa ingenuità comune e riesce a far sembrare tanto ragionevole la sua richiesta da non sollevare il minimo sospetto mentre sfrutta la vittima. La rassegna delle astuzie escogitate da chi ordisce raggiri telematici è piuttosto variegata. Soventemente l’aggressore si spaccia per un amico, per un collega, per la segretaria di un amministratore, per il funzionario di una ditta o un ente pubblico autorevole, al fine di indurre l’utente a rivelare segreti o informazioni confidenziali. In alcuni casi il malintenzionato invia una e-mail in cui chiede di installare un software allegato oppure di leggere un documento o visitare un certo sito. L’allegato o il sito web contengono software che veicolano l’infezione o rubano dati personali e così il social engineer ottiene i risultati sperati. In altri casi questi affabulatori agiscono via telefono fingendo di essere tecnici informatici che, dopo aver descritto una situazione di pericolo sul computer, propongono una soluzione urgente che richiede di riferire una serie di informazioni riservate. Se cediamo a queste tecniche, nonostante tutti i sistemi di sicurezza installati sul computer, l’hacker potrà agire per conto dell’utente, fin quando non 378 inarcos verrà scoperto, o fintantoché l’utente non cambierà la credenziali di accesso (per questo le password robuste hanno una scadenza). Qui sotto riportiamo un esempio di social engineering, il cosiddetto phishing, perpetrato tramite messaggio di posta elettronica: Da: [email protected] A: [email protected] Oggetto: Aggiornamento Software Gentile Utente, abbiamo aggiornato il server del ns. database, in cui Lei risulta inserito. Per problemi tecnici non ci è stato possibile aggiornare la sua posizione, motivo per cui La preghiamo di volerci comunicare al più presto il suo username e la sua password, scrivendo al nostro indirizzo e-mail: [email protected] La ringraziamo per la cortese attenzione. Cordiali saluti Il responsabile del servizio Tecnico Ing. Alberto Trufolin Per difenderci dai pericoli del social engineering suggeriamo di: • verificare l’autenticità della fonte di qualsiasi richiesta, tramite le modalità precedentemente illustrate, ed in caso di dubbio non fornire alcunché; • essere prudenti nella trasmissione di informazioni personali, evitando di comunicare dati confidenziali ad altre persone. Gli attacchi di social engineering possono essere perpetrati in più riprese, neutralizzando per passi successivi le difese della vittima incrociando i dati raccolti con quelli ricevuti da ignari conoscenti o colleghi della stessa; • avvalersi delle norme di comportamento previste dal D.Lgs 196/2003 che vietano di comunicare le proprie credenziali segrete, in qualunque caso, per qualunque motivo ed a qualunque persona, perfino al direttore generale dell’ente per il quale lavoriamo o all’amministratore del sistema informativo. Questi soggetti infatti avranno le password a loro disposizione per compiere qualunque operazione, anche in nostra assenza. IL PHISHING Il phishing è una delle più comuni tecniche di social engeneering; il suo nome deriva dal verbo inglese ‘to fish’ (pescare) e consiste in una truffa informatica ideata per ottenere le informazioni personali e i dati sensibili direttamente dagli utenti. Come i pesci in mare, anche gli utenti della rete devono prestare molta attenzione alle esche che vengono preparate dai phisher. La principale vittima di questa pesca informatica è chi usufruisce dei servizi di home banking ed e-business (e-Bay, ad esempio). Il phishing si presenta solitamente sotto forma di email. Apparentemente inviate da una fonte nota ed autorevole, queste comunicazioni avvertono di un imprecisato problema tecnico, di un disguido o di un altro valido problema per risolvere il quale è necessario collegarsi al sito dell’ente stesso ed effettuare un nuovo login, cioè scrivere username e password . Per agevolare questa operazione nella e-mail è presente un link al sito. Se l’utente segue tutti questi passaggi significa che l’esca ha funzionato ed il pirata potrà pescare le informazioni dell’utente. Nella realtà il pirata informatico costruisce una pagina simile a quella del sito affidabile che usa come esca; cliccando il link riportato nella e-mail, l’utente viene solo apparentemente trasportato nel sito sicuro, mentre si trova nella pagina costruita da phisher. I dati sensibili che l’utente immette vengono così inviati al pirata informatico, che potrà accedere ai servizi dell’utente, per esempio dando di- sposizioni bancarie o acquistando oggetti per suo conto. Inoltre i siti di phishing nascono e muoiono molto velocemente, giusto il tempo di trarre in inganno qualche utente per poi sparire senza lasciare tracce. Il phishing induce l’utente a cadere in trappola perché la sua semplicità rende il trucco insospettabile. Per evitare di trovarsi coinvolti nella truffa è necessario essere scrupolosi e seguire questi semplici consigli: • gli istituti bancari e le aziende di e-business non richiedono mai informazioni personali tramite email. Nel caso in cui sorga il dubbio che la mail sia vera, prima di inserire qualsiasi dato è opportuno contattare l’istituto bancario o l’azienda di e-business telefonicamente e chiedere conferma a riguardo; • non utilizzare mai il collegamento contenuto nelle e-mail. Posizionando il mouse sul link verso cui il messaggio ci invita a recarci, senza cliccare, po trem mo osservare sulla barra di navigazione il nome dell’indirizzo verso il quale ci condurrebbe il collegamento. Leggendo attentamente quell’indirizzo ci accorgeremmo che non corrisponde a quello del sito ufficiale, ma magari si differenzia da esso solamente per l’aggiunta o l’eliminazione di una lettera. In casi estremi l’indirizzo potrebbe addirittura apparire uguale a quello del sito sicuro, senza esserlo, perché contiene caratteri nascosti o codici alfanumerici non visualizzabili. Quindi, per raggiungere un sito web digitiamo sempre l’in dirizzo a noi noto: guidiamo noi, non facciamoci guidare dai pirati. • Esaminare regolarmente i rendiconti bancari e quelli della carta di credito, in modo da accorgersi prontamente di un qualsiasi spostamento sospetto. Nel caso si ritenga di essere vittime di una truffa, contattare immediatamente la Polizia Postale. Nonostante tutti gli accorgimenti, il fenomeno del phishing è in continuo aumento. I inarcos 379 omega graphics bologna calcestruzzi preconfezionati conglomerati bituminosi materiali ghiaiosi lavori stradali, autostradali movimento terre, fognature pavimentazioni speciali stabilizzazione terreni lavori in cemento armato edilizia civile, industriale, prefabbricazione, manutenzioni restauri monumentali e-mail produzione calcestruzzi preconfezionati: [email protected] e-mail produzione conglomerati bituminosi: [email protected] dall’UNIVERSITÀ Francesco Fusi Titolo della tesi Membrane per la separazione di idrogeno Relatore: Prof. Ing. Sarti Giulio Cesare Correlatori: Ing.Giacinti Baschetti e Ing. Jacopo Catalano Università degli studi di Bologna Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in IIngegneria Chimica e di Processo Data di Laurea: 20/1092009 Voto di Laurea: 110/110 e lode Scopo del lavoro di sperimentazione è stato indagare le proprietà di trasporto dell’idrogeno nelle leghe palladio – argento. Le membrane a base di palladio hanno sempre mostrato una selettività e permeabilità nei confronti dell’idrogeno, superiore rispetto a tutti gli altri sistemi metallici, fatto questo che le rende oggi di interesse in virtù delle nuove applicazioni che l’idrogeno è potenzialmente destinato ad avere nel futuro prossimo come vettore energetico a basso impatto ambientale. La membrana NGK, da noi sperimentata, (vedere Fig. 1.1) è di tipo tubolare in lega di palladio e argento depositata sulla superficie esterna di un supporto poroso in allumina. Il supporto in allumina è asimmetrico e il top layer ha diametro medio dei pori pari a circa 0.1 μm. Tale membrana è stata prodotta con una procedura basata su tre step: in un primo stadio il palladio è stato depositato sull’allumina via electroless plating, secondariamente l’argento è stato depositato via electrodeposition utilizzando lo strato di palladio come elettrodo. Infine, per ottenere la lega di palladio e argento, è stato eseguito un trattamento termico. Lo strato metallico così ottenuto risulta avere uno spessore di circa 2.5 μm con una composizione nell’ordine del 20% in peso di argento. In Fig. 1.2 si riportano due SEM della superficie e della cross section di una membrana analoga prodotta dalla NGK. Sull’estremità aperta è presente un raccordo di tipo VCR in acciaio inossidabile per la connessione al modulo di separazione, mentre l’altra estremità è dotata di un tappo sempre in acciaio inossidabile. L’uso di una membrana così strutturata permette al lato cieco di espandersi all’interno della cella di prova evitando, in questo modo, gli stress meccanici, dovuti alle differenze di espansione termica dei materiali della membrana e del mantello, che si avrebbero se la membrana fosse vincolata da entrambi i lati. Su questa membrana sono state effettuate numerose prove, sia per i composti puri che per miscele binarie(H N , H -H O, H -CO), e ternarie(H -N H O, H -H O-CO). Tutte le prove sono state eseguite alla temperatura di 400°C per una durata complessiva di circa 3000 ore senza che la membrana perdesse la propria selettività che 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 risulta essere infinita; valutata sulla base della sensibilità del gascromatografo dato che nel corso delle prove la presenza di eventuali impurità presenti nella corrente di idrogeno permeato non è mai stata rilevabile neppure con tale strumento. Tramite le prove con idrogeno puro è stato possibile valutare permeabilità e la permeanza della membrana NGK alla temperatura di 400°C, riportando in Fig. 1.3 i valori dei flussi di idrogeno per alimentazione del gas puro è possibile infatti notare un buon accordo con la linearità imposta dalla legge di Sieverts. I valori calcolati, in particolare, risultano rispettivamente pari a 3.72 mol s m Pa e 3.574 e mol s m Pa ; la permeabilità della membrana dunque è risultata essere in buon accordo con i valori di mem-1 -1 -2 -1 -0.5 -3 -0.5 1 2 inarcos 383 1 - Figura 1.1 - Membrana NGK. 2 - Figura 1.2 - Immagini SEM della: (a)superficie e (b) cross section della membrana NGK. 3 - Figura 1.3 - Flusso di idrogeno permeato nella membrana NGK con alimentazione di idrogeno puro riportato nei confronti della forza motrice di Sieverts. Dati collezionati a 400°C con portata nominale di 1 NL min . 4 - Figura 1.4A - Confronto del flusso di idrogeno permeato tra alimentazione di idrogeno puro (linea continua) e miscele a differenti contenuti di azoto. Dati collezionati a 400°C con portata nominale di 1 NL min . 5 - Figura 1.4B - Confronto del flusso di idrogeno permeato tra alimentazione di idrogeno puro (linea continua), miscela H – N e miscela H – H O. Dati collezionati a 400°C con portata nominale di 1 e 2 NL min . 6 - Figura 1.5 - Confronto del flusso di idrogeno permeato tra: alimentazione di idrogeno puro (linea continua), miscele H – N , H – H O e H – CO . Dati collezionati a 400°C con portata nominale di 1 NL min . 7 - Figura 1.6 - Confronto del flusso di idrogeno permeato nella membrana NGK con alimentazione di idrogeno puro iniziale (linea continua), dopo le prove con H O e dopo le prove con CO, riportato nei confronti della forza motrice di Sieverts. Dati a 400°C. -1 -1 2 2 2 2 -1 2 2 2 2 2 -1 2 3 4 5 brane con simile tenore di argento testate in letteratura mentre la permeanza è in generale maggiore dei valori riportati in letteratura a causa 6 384 del minore spessore della membrana NGK rispetto alla maggior parte delle membrane tubolari oggi utilizzate per la ricerca. Nelle prove con miscele di azoto, sempre alla temperatura di 400°C, si è riscontrato una diminuzione del flusso di idrogeno all’aumentare della 7 inarcos 8 - Figura 1.7: Microfotografia SEM del layer metallico a seguito del lavaggio in aria. Ingrandimento 1 μm. 9 - Figura 2.1 - Andamento della pressione parziale dell’idrogeno nella membrana e nella fase gassosa, dove: – p ,p si riferiscono al seno della fase gassosa lato permeato e retentato; –p ,p sono rispettivamente, la pressione parziale della fase gas sulla superficie del layer di palladio e su quella del supporto; – p è la pressione parziale all’interfaccia tra il layer metallico ed il supporto. 10 - Figura 2.2 - Rappresentazione schematica dell’accumulo degli atomi di idrogeno all’interno delle zone difettive del reticolo cristallino, dove: a) idrogeno assorbito convenzionalmente nella matrice metallica; b), c) idrogeno adsorbito sulla superficie; d) bordo di grano; e) spigolo; f) vacanza. perm H2 ret;IPd H2 rett H2 perm;IPd H2 IPd;Isup H2 8 9 N ; facendo riferimento agli studi condotti da Henderson et al., si apprende che il vapor d’acqua può essere adsorbito sul layer della membrana sottoforma di dimeri, trimeri e piccoli cluster caratterizzati dalla presenza di legami a idrogeno tra due o più molecole di acqua vicine. Un tale fenomeno risulterebbe ovviamente avere effetti importanti sulla permeazione in quanto ridurrebbe in modo rilevante il numero di siti disponibili per la dissociazione dell’idrogeno e dunque l’area della membrana attiva per la permeazione. Nell’utilizzo di CO, come nel caso dell’acqua, la membrana non recupera le proprie caratteristiche in successive prove con idrogeno puro (Fig. 1.6) che invece mostrano una riduzione della permeabilità della membrana, rispetto al caso iniziale, del 21.8% raggiungendo un valore pari a 2.795 e mol s m Pa , inferiore, rispetto a quella ottenuta dopo le prove in vapor d’acqua che hanno comportato una riduzione non trascurabile della permeabilità della membrana circa il 10% con un valore pari a 3.14 e mol s m Pa . Tale fenomeno, però risulta essere reversibile tramite un lavaggio di 15 minuti con aria. Il lavaggio in aria comporta una modificazione strutturale della superficie del layer metallico, infatti come si può notare dalle Fig. 1.7, dove si riporta una microfotografia SEM della superficie, si denota la formazione di isole di ossido che generano un aumento della scabrezza superficiale della membrana e quindi anche un incremento della superficie disponibile alla permeazione di idrogeno, infatti gra2 10 composizione dell’inerte a parità della forza motrice di Sieverts. Questa prima evidenza sperimentale può essere giustificata dalla presenza di una resistenza aggiuntiva in fase gas in serie con quella fornita dal layer di palladio. La resistenza aggiuntiva, come già supposto, sembra dunque essere esterna alla membrana e localizzata nel lato mantello ove probabilmente, a causa delle caratteristiche del sistema, si hanno fenomeni di polarizzazione della concentrazione. Infatti un aumento del flusso in ingresso non influisce in alcun modo sulle proprietà della membrana mentre comporta un aumento della velocità media all’interno del modulo. Ciò si riflette in un aumento del numero di Reynolds e dunque in un miglior trasporto di materia nella fase gassosa e, concordemente, in una diminuzione della resistenza correlata. Nel caso del vapore d’acqua, come nel caso dell’azoto, la riduzione di flusso di idrogeno permeato può essere attribuita alla presenza di polarizzazione di concentrazione, il diverso andamento visibile però rispetto a quello che era i comportamento in azoto, può portare ad attribuire l’effetto anche a fenomeni aggiuntivi, che non ritroviamo nelle miscele H – 2 -3 1 -2 - -0.5 -3 -1 -2 -0.5 zie ad un’ulteriore prova in idrogeno puro, a seguito del lavaggio, abbiamo notato un incremento della permeabilità (rispetto al valore iniziale) del 7.23%, raggiungendo un valore pari a 3.833 e mol s m Pa . -3 -1 -2 -0.5 Teoria del trasporto di idrogeno Meccanismo di adsorbimento dell’idrogeno atomico sulla superficie del layer metallico: Conclusioni Utilizzo della membrana per la purificazione dell’idrogeno ottenendo elevati gradi di purezza a fronte di un consumo energetico estremamente limitato, soprattutto rispetto all’assorbimento tradizionale tramite colonne PSA. Non è possibile effettuare una integrazione dei moduli a membrana all’interno dei reattori di steam reforming poiché abbiamo notato che alcuni composti presenti nella corrente di processo, in particolare, vapore d’acqua e monossido di carbonio, vanno a inficiare irreversibilmente sulle caratteristiche di permeazione del modulo a membrana, riducendone le potenzialità. Da un punto di vista impiantistico converrebbe utilizzare membrane più sottili possibile per ridurre i fenomeni di polarizzazione di concentrazione ma allo stesso tempo la membrana deve garantire una vita utile elevata che attualmente viene garantita solo da membrana con uno spessore del coating metallico maggiore. I inarcos 385 dall’ISTITUTO DI ISTRUZIONE PROFESSIONALE EDILE Cecilia Alessandrini Individuazione e riduzione dei principali fattori di spreco nelle aziende edili e corsi di sicurezza di base per l’edilizia A breve partirà una nuova proposta formativa per le aziende edili mirata ad individuare e ridurre i principali fattori di spreco di denaro e di tempo presenti all’interno delle imprese di costruzione. A seguito del seminario dell’8 maggio, tenutosi all’interno della 3° Campionato Provinciale del Muratore, sulla “Caccia agli sprechi”, alcune aziende hanno manifestato interesse nel cercare di studiare un modello organizzativo che, mixando le giuste tecniche/metodologie permetta di ottenere delle linee guida per una corretta gestione di un’azienda edile. In particolare in un momento di crisi economica una corretta gestione di un’azienda permette di recuperare risorse da investire per far ripartire la propria attività. A livello internazionale, in settori diversi da quello edile, è già universalmente riconosciuto che un buon modello organizzativo è assolutamente necessario per lo sviluppo e per la crescita di un’azienda. Ad oggi, però, ancora non esistono modelli organizzativi di riferimento per il settore delle costruzioni e, conseguentemente sarà in parte creato ad hoc sulle esigenze delle imprese che desiderano intraprendere il percorso formativo che nello specifico sarà finanziato attraverso i fondi di finanziamento per la formazione permettendo alla aziende di sfruttare questa risorsa nel migliore dei modi Il percorso progettato ha lo scopo di strutturare un progetto nell’ambito del quale studiare un modello organizzativo che supporti le aziende nel recuperare competitività. IIPLE ha già avviato un primo corso che si è svolto nel mese di Giugno tuttavia ha intenzione di riproporre l’iniziativa nei prossimi mesi qualora ci si riscontri interesse da parte delle aziende edili. Per maggiori informazioni su questo percorso è possibile contattare la coordinatrice del corso Eleonora Maurizzi al numero di telefono 051327605 oppure all’indirizzo email [email protected]. Tutte le più recenti ricerche italiane e straniere rivelano uno stretto rapporto di dipendenza tra la formazione e la possibilità di ridurre gli infortuni sul lavoro. Ad una maggiore attenzione alla formazione dei lavoratori corrisponde inequivocabilmente un calo degli infortuni sul lavoro. Per questa ragione IIPLE – CPTO offre gratuitamente alle imprese i corsi di sicurezza di base per i lavoratori del settore edile. In particolare l’offerta formativa di base si articola su: I CORSI DI 16 ORE PRE-INGRESSO che rappresentano un’importante innovazione contrattuale introdotta nei Contratti Collettivo di Lavoro (Edili Industria, Edili Artigiani, Edili PMI, Edili Cooperative) sottoscritti nel periodo giugno-luglio 2008. L’innovazione contrattuale prevede che, con decorrenza dal 1° gennaio 2009, ciascun lavoratore al primo ingresso nel settore riceva, prima dell’assunzione in impresa, una formazione professionale e alla sicurezza di 16 ore presso la locale Scuola Edile. Per maggiori informazioni sui calendari dei corsi a disposizione presso IIPLE è possibile contattare la coordinatrice Silvia Tarozzi al numero 051327605 oppure all’indirizzo [email protected] I CORSI DI FORMAZIONE DI BASE DI 8 ORE previsti da tutti i CCNL per i lavoratori che sono già all’interno del settore edile. Grazie ad un impegno puntuale sulla formazione di sicurezza di 8 ore, l’IIPLE e il CPTO hanno dal 2007 formato fino ad ora più di 3000 lavoratori sostenendo completamente i costi didattici dei corsi. Per maggiori informazioni contattare Paola Gioacchini, coordinatrice dei corsi, al numero 051327605 o scrivendo all’indirizzo e – mail [email protected], la quale, in tempi brevi, è in grado di predisporre l’inserimento dei lavoratori nei corsi di formazione. I professionisti possono diventare soggetti attivi nell’aiutare questo percorso di sensibilizzazione alla formazione facendosi promotori presso le aziende, con cui si trovano a lavorare o con le quali entrano in contatto, della necessità di assolvere all’obbligo formativo di 16 ore e di 8 ore di sicurezza di base per tutti i lavoratori. inarcos 389 EFFICIENZA ENERGETICA e sostenibilità Verso gli edifici a energia zero: come cambia la direttiva europea 2002/91/CE di Milena Vizzarri, Sonia Subazzoli il caffè energetico Anticipiamo nella rubrica di questo mese un tema di grande interesse, su cui torneremo a breve per un dovuto approfondimento: la Direttiva europea 2002/91/CE, la celebre EPBD (Energy Performance of Buil- 390 dings Directive) sta infatti per lasciare il posto alla sua versione aggiornata, di recente approvata dal Parlamento Europeo. Nel novembre 2008 la Commissione europea aveva presentato una prima proposta legislativa per la rifusione (o recasting) della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico nell’edilizia, rientrante nel pacchetto sull’efficienza energetica; in questo anno e mezzo tante sono state le modifiche formulate e discusse in sede europea, che hanno portato all’approvazione della nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edifici, che vedrà l’abrogazione della 2002/91/CE dal 1° febbraio 2012. Aspettando la pubblicazione della nuova Direttiva per tracciarne un quadro completo, segnaliamo alcune novità salienti di questo importante documento che ci porterà nei prossimi 10 anni a costruire edifici a impatto zero: – La differenziazione del calcolo della prestazione energetica in base alla tipologia di edificio (abitazione monofamiliare, condomini, uffici, scuole, ospedali, alberghi e ristoranti, impianti sportivi, esercizi commerciali); – L’introduzione del calcolo dei livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione energetica (Articolo 5): la Commissione stabilisce un quadro metodologico comparativo per calcolare livelli ottimali in funzione dei costi e si avvale di parametri pertineneti che permettono di comparare i risultati con i requisiti minimi di prestazione energetica in vigore; LA TURBINA EOLICA DEL FUTURO? SILENZIOSA E SENZA PALE articolo tratto da www.edilone.it Impianti eolici silenziosi e sicuri per gli animali: la tecnologia per realizzarli ci sarebbe già e potrebbe basarsi sulle scoperte di Nikola Tesla. E’ stato infatti presentato nei giorni scorsi un prototipo che si chiama “Solar Aero”, una turbina eolica che non utilizza alcun tipo di pala. Le turbine convenzionali sfruttano il movimento dell’aria catturandolo con le pale e usando poi questa forza per far ruotare un asse, a quest’ultimo è collegato un generatore che produce energia elettrica. “Solar Aero” è basata invece sulla turbina di tesla, sviluppata dallo scienziato serbo Nikola Tesla, una delle menti più brillanti della scienza di fine ottocento. La turbina tesla consisterebbe di una serie di dischi sottilissimi e liscissimi, molto vicini tra loro. Il flusso dell’aria, che si muove in parallelo con i dischi, aziona la turbina. Il vento, aderendo alla superficie di questi dischi, trasmette ad essi una parte della propria energia cinetica. inarcos Innumerevoli i miglioramenti che questa tecnologia potrebbe fornire al mondo dell’energia eolica. Innanzitutto l’assenza del rumore tipicamente prodotto dalle turbine eoliche tradizionali con la conseguente drastica riduzione dell’impatto ambientale in termini di inquinamento acustico. Inoltre, l’assenza di pale limiterebbe i pericoli per i volatili. la nuova turbina infatti sarebbe composta di una struttura unica con l’intero meccanismo nascosto all’interno di un contenitore chiuso, garantendo così la sicurezza assoluta degli animali. Il dispositivo non è ovviamente ancora in commercio, eppure l’azienda che produce il “Solar Aero” avrebbe già dichiarato che il prezzo del dispositivo dovrebbe attestarsi intorno al dollaro e mezzo per ogni watt di potenza e avere dei costi di manutenzione sui 12 centesimi a kilowattora, fattore che renderebbe la nuova turbina decisamente meno costosa di quelle tradizionali. DOMANDE E RISPOSTE Riportiamo l’interessante domanda giunta in redazione, inviataci dall’ing. Mauro Gambino, su un tema di interesse comune, la certificazione energetica degli appartamenti in condominio. Continuate a inviarci i vostri dubbi all’indirizzo [email protected]. “[…] ho delle perplessità di tipo pratico sulla certificazione di un singolo appartamento in condominio con impianto centralizzato privo di contabilizzazione del calore. Spesso capita che un proprietario di appartamento venga a chiedere il certificato qualche settimana prima di andare a rogito: risulta difficile effettuare in così poco tempo la certificazione dell’edificio di cui fa parte senza coinvolgere l’assemblea condominiale; quindi il costo sproporzionato della certificazione dell’intero fabbricato ricadrebbe sul singolo proprietario. Ritengo inoltre che in quasi la totalità dei vecchi condomini a impianto centralizzato, si possa ricorrere alla lettera c) paragrafo “Certificazione energetica delle singole unità immobiliari” dell’allegato 8 DAL 156/08. Infatti quasi sempre un appartamento si differenzia da un altro, a causa di diversi interventi su sistemi, impianti ed interventi di risparmio energetico. Ragion per cui è lecito effettuare la certificazione della singola unità immobiliare considerando l’adeguata percentuale di impegno del generatore.” Il quesito dell’ing. Gambino tocca uno dei punti della DAL 156/08 che, negli ormai due anni di applicazione della Delibera, si è rivelato tra i più controversi o comunque di più difficile applicazione. Se infatti le motivazioni tecniche e teoriche che impongono di calcolare la prestazione energetica dell’intero condominio se questo ha un impianto centralizzato privo di contabilizzazione del calore sono chiare, fare la certificazione per l’intero condominio quando si presenta l’esigenza di avere il certificato energetico per un singolo proprietario (il primo che vende casa, o dal 1 Luglio 2010 il primo che affitta) nella pratica è quasi sempre impraticabile, non tanto tecnicamente quanto per la ricaduta economica che la certificazione del condominio avrebbe sul singolo proprietario. Per cui di fatto nella quasi totalità dei casi il certificatore risolve questo impasse ricadendo, o facendo in modo di ricadere, nella lettera c), da lei giustamente citata, che consente di certificare il singolo appartamento. La proposta di modifica della DAL 156/08, approvata qualche mese fa con la DGR 139/10 che dovrebbe a breve sostituirne gli Allegati, ribadisce e chiarisce ulteriormente questo punto. Le riporto i passaggi salienti dell’Allegato 8 della DGR 139/10 sull’argomento: “7. Certificazione energetica delle singole unità immobiliari. L’attestato di certificazione energetica può riferirsi ad interi edifici o a singole unità immobiliari. […] Qualora l’edificio oggetto di certificazione energetica sia costituito da più unità immobiliari e sia servito da impianti centralizzati è preferibile procedere alla certificazione energetica dell’intero edificio, al fine di ottimizzare la relativa procedura. La certificazione energetica della singola unità immobiliare può essere comunque effettuata secondo quanto nel seguito indicato: a) in presenza di impianti termici centralizzati con contabilizzazione del calore, sulla base della valutazione del rendimento energetico della singola unità immobiliare in questione […] considerando il rapporto di forma proprio dell’appartamento considerato; b) in presenza di impianti termici centralizzati privi di sistemi di regolazione e contabilizzazione del calore, l’indice di prestazione energetica è determinato sulla base della valutazione del rendimento energetico dell’intero edificio ripartito a livello della singola unità immobiliare in relazione alla superficie utile climatizzata dell’unità immobiliare medesima; c) in presenza di unità immobiliari servite da un impianto termico centralizzato che si diversifichino per sistemi, impianti, interventi di risparmio energetico, si procede conformemente a quanto stabilito dalla lett. a). In questo caso per la determinazione dell’indice di prestazione energetica si utilizzano i parametri di rendimento dell’impianto comune, quali quelli relativi a produzione, distribuzione, emissione e regolazione, ove pertinenti. In tali casi, è fatto obbligo agli amministratori degli stabili di fornire ai condomini le informazioni e i dati necessari in relazione alla metodologia applicabile.” – L'eliminazione sia per gli edifici di nuova costruzione che per quelli esistenti oggetto di ristrutturazioni importanti, della soglia dei 1000 mq di superficie utile per il soddisfacimento dei requisiti minimi di rendimento energetico e l'utilizzo di sistemi alternativi (rinnovabili, cogenerazione, ...).; – L’ottimizzazione del consumo energetico dei sistemi tecnici per l’edilizia mediante la definizione dei requisiti di sistema relativi alla prestazione energetica globale, alla corretta installazione e alle dimensioni, alla regolazione e al controllo adeguati dei sistemi stessi (Articolo 8); – L’obiettivo di avere entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova costruzione a energia quasi zero (Articolo 9); – L’introduzione di adeguati strumenti di finanziamento da mettere a disposizione per favorire la prestazione energetica degli edifici e il passaggio a edifici a energia quasi zero (Articolo 10). Per seguire da vicino questo tema rimandiamo al sito del Parlamento europeo: http://www.europarl.europa.eu DITE LA VOSTRA! Continuate a segnalarci articoli e ad inviare i vostri commenti sui temi trattati nella rubrica all’indirizzo [email protected], oppure contattandoci dal sito www.assiabo.it, nella sezione SPECIALE CERTIFICAZIONE ENERGETICA; i vostri interventi troveranno come di consueto spazio nella sezione “Il caffè energetico”. inarcos 391 le aziende informano MASSIME PRESTAZIONI E SEMPLICITA’ DI INSTALLAZIONE: URMET DOMUS LANCIA 2VOICE, L’INNOVATIVO SISTEMA VIDEOCITOFONICO A 2 FILI Urmet Domus, azienda del Gruppo Urmet leader nei settori dell’automazione degli edifici, della videocitofonia, della sicurezza, del controllo accessi e delle serie civili – presenta al mercato 2Voice, un innovativo sistema videocitofonico, sviluppato appositamente per facilitare l’intervento degli installatori. Infatti, grazie ad un cablaggio semplice e sempre uguale in qualsiasi tratta, 2Voice con soli 2 fili non polarizzati è in grado di soddisfare ogni esigenza, dalle funzioni base a quelle più articolate e di realizzare rapidamente impianti versatili in ville, condomini e grandi complessi residenziali. 2Voice, in caso di ristrutturazioni, non richiede la sostituzione dei cavi ma offre la possibilità di utilizzare quelli esistenti, con un notevole risparmio in termini economici e di tempo. La programmazione è agevole anche in presenza di un elevato numero di utenze. Il sistema, infatti, può associare fino a 32 colonne con un massimo di 128 utenti per colonna, senza dover ricorrere ad apparecchi o altri componenti, ma utilizzando i dipswitch presenti sui dispositivi. Questo fa sì che l’impianto possa essere messo in funzione da un solo operatore. 2Voice consente di avere fino a 600 m di distanza tra la pulsantiera e il dispositivo interno per una estensione totale dell’impianto fino a 27.200 m. Totale affidabilità anche per quanto riguarda le operazioni di manutenzione, che possono essere eseguite ad impianto alimentato. In caso di cortocircuito, la protezione di cui è dotato 2Voice assicura una continuità di servizio ed il suo sistema di blocco, delimitando la zona di guasto, rende immediato il riconoscimento dell’area di intervento. Urmet Domus ha progettato 2Voice per renderlo adatto a gestire molteplici servizi e garantire performance eccellenti, anche in termini di sicurezza e comodità per l’utente finale. 2Voice è infatti predisposto per la videosorveglianza: due telecamere di controllo sono immediatamente collegabili ed è possibile arrivare fino a 5, per ciascun posto esterno, con l’aggiunta di un commutatore ciclico. Inoltre, il centralino di portineria è direttamente installabile sul sistema e, in questo modo, può raccogliere le chiamate provenienti dalla postazione di chiamata esterna e trasferirle alle abitazioni. 2Voice consente la massima libertà di comunicazione sia all’interno di un’abitazione, con la possibilità d’installare fino a 4 dispositivi (citofonico o videocitofonico) in parallelo, sia tra diversi appartamenti appartenenti alla medesima colonna. Infine, il Gruppo Urmet offre l’opportunità di scegliere fra un’ampia gamma di estetiche di videocitofoni come Aiko, Folio, Signo e pulsantiere modulari dal design esclusivo e ricercato, che sono in grado di soddisfare anche i clienti più esigenti. Daniele Micheletti, Product Manager di Urmet Domus, dichiara: “2Voice, completamente progettato e prodotto in Italia, nasce dall’approccio del Gruppo volto all’innovazione tecnologica. I suggerimenti e gli input, provenienti dai professionisti del settore, sono i principi ispiratori che guidano l’Azienda nella continua ricerca di nuove soluzioni in grado di rispondere alle richieste del mercato.” Gruppo Urmet - www.urmetdomus.it - con sede a Torino, composto da 50 aziende nel mondo, è fra i principali esponenti nel mercato internazionale dell’automazione degli edifici e della sicurezza delle persone e dell’ambiente. Con una rete vendita ramificata sul territorio nazionale, attraverso le filiali di Torino, Milano, Roma, Napoli, Padova e Pescara, il Gruppo Urmet è partner unico per ogni esigenza progettuale ed installativa nei settori della videocitofonia, antintrusione, antincendio, videosorveglianza, apertura e controllo accessi, termoregolazione e serie civili. In ambito civile, commerciale e terziario, dall’appartamento al complesso residenziale, dal negozio al centro commerciale, dall’albergo all’aeroporto e alle aree pubbliche. GRUPPO URMET Via Bologna, 188/c - 10154 Torino Tel: +39 011 2400000 - Fax: +39 011 24 00 300 [email protected] inarcos 393 le aziende informano PROCEQ SILVERSCHMIDT: IL PRIMO SCLEROMETRO DIGITALE INTEGRATO E LA RIVOLUZIONE DEL NUOVO FATTORE “Q” Cedimenti strutturali dovuti all’utilizzo di calcestruzzo con caratteristiche inferiori alle specifiche posso avere conseguenze catastrofiche con gravi perdite di vite umane. Lo sclerometro meccanico - il “martello originale” inventato da Ernst Schmidt agli inizi degli anni ’60 e realizzato dalla Casa svizzera Proceq - è tuttora riconosciuto come lo standard di riferimento nella diagnosi rapida di una struttura in cemento armato. Il valore di rimbalzo R misurato in situ con questo strumento è infatti strettamente correlato al valore di resistenza alla compressione del calcestruzzo ottenuto dalle prove di rottura sui provini in laboratorio. Purtroppo, il valore di rimbalzo misurato dagli sclerometri “tradizionali” è sempre stato inevitabilmente influenzato da alcuni fattori determinanti: angolo di impatto, frizioni delle parti meccaniche interne, snervamento di alcuni componenti, errori di lettura del risultato sulle curve di conversione ecc.. Per ovviare a tutti questi inconvenienti, dopo più di 50 anni dall’esordio del “martello originale di Schmidt” è proprio la stessa Casa svizzera a fare un altro definitivo passo avanti con il nuovo sclerometro digitale integrato Proceq SilverSchmidt. Con l’introduzione di un innovativo sensore di lettura ottico (IrLED & coppia di fotodiodi) vengono misurate – direttamente e senza contatto – la velocità di impatto e la velocità di rimbalzo della massa prima e dopo l’impatto stesso, eliminando qualsiasi influenza dovuta alla gravità. Le nuove curve di conversione che mettono in relazione il valore di rimbalzo Q ottenuto con SilverSchmidt e la resistenza alla compressione hanno chiaramente evidenziato una minore dispersione – su tutto il range di misura - dei risultati ottenuti con SilverSchmidt rispetto agli strumenti tradizionali. La maggiore precisione nel risultato unitamente all’interfaccia utente pratica e intuitiva ne fanno uno strumento veramente fuori dal coro. Nella sua versione più completa (Mod. UN con interfaccia USB per PC) i risultati vengono acquisiti, elaborati e memorizzati internamente, pronti per essere scaricati a PC e restituiti in formato report grazie al nuovo software Hammerlink in dotazione. Quando sono richieste misurazioni accurate e veloci, SilverSchmidt risponde a tutte le esigenze operative. Grazie al suo range di misura esteso da 10 a 100 N/mm2, questo strumento rivoluzionario può lavorare sia su calcestruzzi standard che HPC fornendo risultati diretti, immediati e indipendenti dall’angolo di battuta. Per ulteriori informazioni su SilverSchmidt e su tutta la gamma completa di strumentazione Proceq per PND su calcestruzzi: P.A.S.I. S.R.L. – www.pasisrl.it – tel.011/6507033 P.A.S.I. S.R.L. Via Galliari, 5/e - 10125 Torino Tel: 011/6507033 - Fax 011/658646 [email protected] - www.pasisrl.it 394 inarcos Studio in fase progettuale della “vasca impermeabile strutturale”: analisi delle campiture realizzative e risoluzione dei particolari costruttivi. Il calcestruzzo nella sua natura di materiale compatto, ma con una porosità intrinseca aperta, rimane vulnerabile all’acqua, ai contaminanti chimici in soluzione ed agli agenti atmosferici. Il Sistema Penetron® Admix fornisce un’efficace e duratura soluzione a queste criticità prima che diventino un problema. Questa tecnologia statunitense infatti, grazie all’esclusiva formulazione di componenti “attivi”, riduce drasticamente la permeabilità del calcestruzzo ed il ritiro igrometrico in fase di maturazione (causa della formazione di fessurazioni), aumentando le caratteristiche prestazionali e la durabilità dell’opera “fin dal principio” nella fase di esecuzione dei getti. Penetron® Admix viene aggiunto come additivo al “mix design” del calcestruzzo di progetto, in fase di confezionamento, per ottenere un’impermeabilizzazione integralecapillare della matrice strutturale congiunta ad una protezione chimica delle armature. Il prodotto reagisce infatti con i vari composti minerali solubili presenti nel calcestruzzo e con l’acqua, formando un complesso cristallino, filiforme ed insolubile che sigilla i pori, i capillari e le fessurazioni, con importanti conseguenze sull’ambiente alcalino che rimane costante, favorendo la conservazione dell’integrità delle armature. Questa capacità di autocicatrizzazione della matrice in calcestruzzo rimane sempre attiva nel tempo e viene accentuata dalle caratteristiche idrauliche della struttura e dalla presenza di acqua di falda. Il Sistema si basa naturalmente sulle caratteristiche prestazionali innovative dell’additivo, coniugate ad uno studio accurato delle partizioni realizzative della “vasca impermeabile strutturale” ed alla risoluzione dei particolari costruttivi di riferimento: giunti di costruzione-ripresa di getto, giunti di frazionamento-fessurazione programmata, elementi-attraversamenti passanti, distanziali-tiranti dei casseri, etc. tramite la fornitura delle tecnologie accessorie idonee (elementi complementari di Penetron® Admix). Il distributore nazionale esclusivo PENETRON ITALIA s.r.l. insieme al proprio personale tecnico specializzato di distributori regionali qualificati e applicatori fiduciari del Sistema, garantisce inoltre, a supporto della tecnologia Penetron®, un servizio di consulenza “sul campo” durante le diverse fasi realizzative delle opere strutturali di contenimento. Scegliere la tecnologia del Sistema Penetron® Admix significa coniugare simultaneamente l’impermeabilizzazione-protezione delle strutture interrate ed il getto in opera del calcestruzzo, ottenendo molteplici benefici nella flessibilità della programmazione di cantiere. I tempi di attuazione dell’opera sono accelerati, i costi complessivi vengono contenuti ed infine si eliminano il tempo e l’onere di posa dei tradizionali metodi di impermeabilizzazione in membrane sintetiche o pannelli bentonitici. le aziende informano SISTEMA PENETRON® ADMIX: “IL CALCESTRUZZO IMPERMEABILE” Qualifica del mix design e miscelazione del Penetron® Admix in centrale di betonaggio. Assistenza di personale qualificato per la corretta messa in opera del calcestruzzo impermeabile secondo le prescrizioni del Sistema Penetron®. Collaudo finale dell’opera ed emissione delle garanzie postume decennali. PENETRON ITALIA srl Crs. Peschiera, 336 D - 10139 Torino Tel. 011/7740744 - 011/7204056 - Fax 011/7504341 www.penetron.it inarcos 395 le aziende informano UN’AREA DISMESSA RINASCE COME NUOVO CENTRO RESIDENZIALE, COMMERCIALE E TERZIARIO Il Sistema Plan di Danesi è stato utilizzato con grande successo in un cantiere a Lograto, in provincia di Brescia. In particolare i nuovi Blocchi a Setti Sottili hanno efficacemente risposto ai requisiti di isolamento termico, semplicità d’uso e velocità di posa richiesti dal team di progettazione e dall’impresa costruttrice E’ ormai in avanzata fase di esecuzione il cantiere che darà vita a un nuovo e prestigioso centro multifuzionale – residenziale, commerciale e terziario – nel cuore del comune di Lograto, in provincia di Brescia. Infatti il comparto oggetto del Piano Particolareggiato, costituito dall’ex Consorzio Agrario sito nel centro del paese di Lograto e oggi dismesso, sorge lungo la Strada Provinciale 235, un’arteria di grande rilievo che attraversa l’intero paese e che è quotidianamente caratterizzata da un intenso scorrimento viabilistico. Si tratta quindi di un intervento di conversione e riqualificazione di un’area dismessa che si è posto importanti e necessari obiettivi, quali: il recupero dei volumi esistenti, l’opportuno smantellamento di vecchi capannoni ancora ricoperti da lastre di amianto e, primo fra tutti, quello di trasformare un’area abbandonata in un nuovo luogo destinato anche alla comunità, che rivestirà importanza strategica per lo sviluppo del paese e del territorio. 396 inarcos Il progetto Il Piano Particolareggiato nasce dalla collaborazione tra privato e pubblico. La decisione finale di trasformazione dell’area a favore di una nuova realizzazione che soddisfi le esigenze del paese è stato infatti un fatto fortemente voluto sia dall’Amministrazione Comunale che dal privato proprietario dell’area (Brick Immobiliare), e accolto con favore dalla stessa comunità di Lograto. Nel nuovo complesso verranno ricavati negozi, uffici e residenze, con i parcheggi necessari per tutte le attività commerciali e residenziali. L’intervento che si realizzerà è frutto di un disegno coerente e continuo e che consente di ricucire le cesure urbane attraverso l’introduzione di un edificio a corte, percorsi pedonali e spazi aperti ben definiti, inserendo una piazza interna facilmente raggiungibile e quindi vivibile, grazie anche all’inserimento di nuovi parcheggi (attualmente sono pochi e mal dislocati quelli a servizio delle attività commerciali all’interno del comune) e all’integrazione dei passaggi pedonali con quelli carrai. Progettare il nuovo non significa, però, cancellare o dimenticare il passato, ma piuttosto reinterpretarlo. Il nuovo assetto planimetrico, quindi, riprende, in pianta, il segno lasciato dal vecchio edificio, ridistribuendo i volumi per dare spazio alla nuova piazza e alla viabilità interna, migliorando, inoltre, la veduta verso la storica Villa Morando. Il nuovo progetto architettonico prevede così due diversi corpi fabbrica, di differenti dimensioni ma con eguale destinazione d’uso: commerciale, al piano terra, e residenziale, al primo e secondo piano. Ogni residenza ai piani superiori è dotata di uno spazio aperto, loggia o terrazza, che si affaccia prevalentemente verso il giardi- TUTTI I VANTAGGI DELLA MONOMURATURA le aziende informano Il blocco a setti sottili per muratura portante Poroton Plan TS di Fornaci Laterizi Danesi offre prestazioni davvero straordinarie sotto il profilo statico, termico e acustico. Isolamento termico: trasmittanza termica 0,237 W/mqK ottenuta grazie all’innovativa conformazione interna del blocco a setti sottili, in aggiunta all’incastro a secco verticale e allo strato di collante dello spessore di solo 1 mm, che eliminano i ponti termici rappresentati dai giunti di malta. Inerzia termica: la massa superficiale della parete, 390 kg/mq, ben al di sopra dei limiti di legge, permette di raggiungere elevati valori di sfasamento e attenuazione dell’onda termica, garantendo comfort e risparmio energetico anche nel periodo estivo. Resistenza meccanica: l’eccellente qualità delle argille impiegate conferisce alla muratura elevati valori di resistenza meccanica, permettendo così la realizzazione di elementi strutturali portanti. Traspirabilità: oltre a garantire eccezionali prestazioni termiche, la parete mantiene le note caratteristiche di traspirabilità e naturalità, che solo il laterizio è in grado di assicurare. Durabilità: grazie alla composizione esclusivamente in argilla, i laterizi Poroton Plan TS mantengono inalterate nel tempo tutte le loro prestazioni a garanzia di abitazioni fatte per durare. no della prospiciente Villa Morando, regalando un’ampia veduta verso uno spazio aperto che comprende natura e architettura, spazi verdi rurali e spazi urbani contemporanei. Tecnologie e prodotti - La scelta dei Poroton Plan TS Il nuovo intervento sarà dotato di migliori e più moderne tecnologie edilizie con strutture antisismiche, impianto elettrico domotico, pannelli solari integrativi e materiali ecocompatibili per un corretto risparmio energetico. E proprio parlando di risparmio energetico, fondamentale è stata anche la scelta dei laterizi per i quali i progettisti hanno deciso di utilizzare gli innovativi blocchi Poroton Plan TS di Danesi e, in particolare, il blocco dello spessore di 40 cm per le pareti esterne. Una scelta efficace, che ha permesso di realizzare una muratura monostrato che, intonacata tradizionalmente, permette di ottenere una trasmittanza di 0,293 W/mqK, un valore che si pone ben al di sotto dei limiti previsti dai Decreti Legislativi nazionali 192/05 e 311/06 e della normativa che la Regione Lombardia ha emanato in materia di efficienza e risparmio energetico degli edifici. La continua ricerca di elementi per muratura a elevate prestazioni e la costante innovazione a livello tecnologico hanno portato infatti alla nascita dell’eccezionale linea di blocchi rettificati Poroton Plan TS a setti sottili che, grazie alla nuova configurazione geometrica, consentono di realizzare pareti monostrato per I principali dati tecnici relativi all’area di progetto Superficie comparto Superficie commerciale totale Superficie residenziale totale S.l.p. totale Volume di progetto Piazza interna pedonale/carrabile Totale standard reperiti (parcheggi e verde) Parcheggi pubblici 5.616,00 mq 1.900,00 mq 1.560,00 mq 3.460,00 mq 11.180,00 mc 1.340,00 mq 2.298,00mq n.100 Scheda Tecnica Oggetto: Complesso residenziale e terziario Località: Lograto (Bs) Committente : Brick Immobiliare srl - Torbole Casaglia (Bs) Impresa appaltatrice: GEO srl - Lograto (Bs) Progetto Architettonico: arch. Silvia Ometto - Torbole Casaglia (Bs) Ing. Mauro Ometto - Torbole Casaglia (Bs) geom. Dario Ravelli - Lograto (Bs) Produttore laterizi: Fornaci Laterizi Danesi - Soncino (Cr) Distributore laterizi: Latercom - Soncino (Cr) edifici a basso consumo energetico, evitando l’impiego di ulteriori sistemi di isolamento, visto che con un unico blocco intonacato tradizionalmente si può ottenere una trasmittanza termica di 0,237 W/mqK. In secondo luogo, l’utilizzo dei blocchi Poroton Plan TS ha determinato elevata velocità e facilità di esecuzione offrendo, al contempo, massimo ordine e pulizia della struttura realizzata e del cantiere stesso. Caratterizzati da un’elevata costanza dimensionale, i blocchi Poroton Plan TS di Fornaci Laterizi Danesi nascono da un processo meccanizzato di rettifica che, con alta precisione e ristrette tolleranze, rende le facce piane e parallele, con scarti dimensionali dell’ordine di 0,2 mm. E’ in virtù di tale precisione che la posa in opera viene effettuata con un semplice strato di collante cementizio di un solo millimetro di spessore, in sostituzione del tradizionale letto di malta dello spessore di 8-12 mm. Questo, oltre a comportare una riduzione dei costi per il legante, porta a un sensibile miglioramento dell’isolamento termico, grazie all’eliminazione dei ponti termici che si vengono a creare in corrispondenza dei giunti di malta tradizionali. Inoltre, il posizionamento dei blocchi sulla muratura, facilitato dalla planarità delle facce da sovrapporre, riduce i tempi di messa in opera del 40% rispetto ai blocchi tradizionali, migliorando anche la qualità e la pulizia del cantiere: aspetto non secondario, sia in termini di efficienza che di minor costo di realizzazione. FORNACI LATERIZI DANESI SPA Via Bindina, 8 - 26029 Soncino (CR) Tel. 0374.85462 - Fax 0374.83030 [email protected] - www.danesilaterizi.it inarcos 397 le aziende informano TECNOCUPOLE PANCALDI TRASFORMA IL LUCERNARIO DA ELEMENTO DI COPERTURA A COMPONENTE STRATEGICO DELL’INVOLUCRO EDILIZIO Tecnocupole Pancaldi- azienda leader nella produzione e commercializzazione di lucernari ed evacuatori di fumo e calore- è la prima, in Italia, ad aver ultimato le prove per l’ottenimento della marcatura CE per i lucernari di propria produzione, in ottemperanza alla Direttiva 89/106/CEE o CPD (Construction Products Directive), che disciplina i requisiti di idoneità dei prodotti da costruzione. L’attività di ricerca è stata avviata da Tecnocupole Pancaldi nel 2008, con la finalità di rispondere alle crescenti esigenze del mercato di prodotti con maggiore contenuto tecnologico in grado di garantire, insieme agli altri elementi costituenti 398 inarcos l’involucro edilizio, un elevato risparmio energetico e comfort abitativo. Naturalmente l’approccio scientifico adottato ha avuto come riferimento il quadro normativo vigente, anche in virtù dell’obbligatorietà della marcatura CE dei lucernari monolitici, come previsto dalla EN 1873:2005 Prefabricated accessories for roofing – Individual roof lights of plastics – Product specification and test methods, a decorrere dal primo ottobre 2009. L’azienda ha concentrato la propria attenzione su tre caratteristiche del lucernario: permeabilità all’aria, trasmittanza termica e tenuta all’acqua, contemplate nell’allegato ZA della le aziende informano succitata norma, ma di cui soltanto le prime due hanno attualmente in Italia carattere di vincolo. Tecnocupole Pancaldi ha pertanto eseguito più cicli di prove su tutti i campioni rappresentativi della gamma di prodotti, osservando i metodi di prova descritti nella norma UNI EN 12153, con il duplice scopo di ottimizzare le soluzioni e di classificarne le prestazioni. L’apparecchiatura per i test è stata progettata e realizzata nello stabilimento, secondo le prescrizioni normative vigenti. Al fine di classificare il lucernario relativamente alla caratteristica di permeabilità all’aria, il campione, una volta installato sull’apparecchiatura di prova, è stato sottoposto a un ciclo di sovraccarico, a pressioni gradualmente crescenti fino al valore massimo di 600 Pa, per misurare e registrare i valori del flusso d’aria in uscita dalla macchina, per ciascun incremento di pressione applicata. Per quanto riguarda la determinazione della trasmittanza termica, essendo il “sistema lucernario” costituito da più elementi quali: basamento, telaio, anta e cupola, che costituiscono più nodi complessi e più ponti termici per le diverse geometrie e materiali in uso, si è scelto di escludere l’attività sperimentale, a vantaggio di un software validato per la sua misurazione. Sono pertanto stati condotti calcoli in conformità alle norme EN ISO 10077-2:2004 e UNI EN ISO 14683:2008 che hanno consentito di definire il valore di trasmittanza termica per qualsiasi conformazione di prodotto: fisso o apribile, simplex o duplex, con basamento coibentato secondo le specifiche di capitolato, ecc.. Tale attività ha consentito di realizzare prodotti correttamente concepiti per ogni area climatica e ciascuna esigenza progettuale. Per la ricerca e la certificazione di tenuta all’acqua si è nuovamente fatto ricorso al metodo sperimentale. I lucernari sono stati installati sull’attrezzatura di prova per la simulazione della pioggia ed il risultato, di tipo visivo, ha evidenziato la piena idoneità del prodotto. Al termine dei test condotti dall’azienda, sono state effettuate, in regime di witness testing, ulteriori prove da parte dell’Ente Notificato, volte alla certificazione CE ed alla redazione della Dichiarazione di Conformità del Prodotto, ovvero l’atto formale di responsabilizzazione del produttore. I lucernari di Tecnocupole Pancaldi, in polimetilmetacrilato e policarbonato, oltre a garantire prestazioni ottimali, permettono di massimizzare l’apporto di luce naturale prove- niente dall’esterno, assicurando sia una miglior gestione dei consumi di energia elettrica, sia benefici effetti sulla salute dell’uomo. Laura Pancaldi, Amministratore di Tecnocupole Pancaldi, dichiara: “Il nostro costante investimento in attività di ricerca e sviluppo ci ha permesso, ancora una volta, di essere all’avanguardia nel nostro mercato, fornendo soluzioni altamente performanti. L’attività svolta ha rafforzato ulteriormente il legame tra la nostra realtà e il mondo della committenza e della progettazione che, ora più che mai, necessitano della collaborazione qualificata di partner in grado di identificare configurazioni di prodotto specifiche per le diverse applicazioni. Siamo inoltre orgogliosi di poter partecipare all’importante missione di riduzione dei consumi energetici e dell’inquinamento globale mettendo a disposizione del mondo delle costruzioni tutto il nostro know how.” Tecnocupole Pancaldi è specializzata nella termoformatura di policarbonato e metacrilato per la produzione di sistemi di illuminazione zenitale abbinati a sistemi di evacuazione di fumo e calore. L’Azienda, con sede a Castel San Pietro Terme in provincia di Bologna, opera dal 1958 come partner qualificato delle più importanti imprese di costruzione e prefabbricazione nel settore dell’edilizia industriale e civile, sia in Italia sia all’estero. TECNOCUPOLE PANCALDI Via Cà Bianca, 700 - 40024 Castel San Pietro Terme (BO) Tel. 051.6954911 - Fax 051.6954929 web: www.tecnocupole.com - mail: [email protected] inarcos 399 le aziende informano EDILTECO GROUP PER I PROGETTISTI Sono pronte le icone in formato .dwg dei profili per facciate Baumit (distribuiti in Italia dal Gruppo di San Felice sul Panaro). Edilteco mette a disposizione le icone ai progettisti per un più agile inserimento dei profili nei loro progetti La facciata di un edificio, lo sappiamo tutti, è la concretizzazione di un’idea, l’immagine che vogliamo imprimere negli occhi di chi la guarda. In poche parole, il biglietto da visita di chi abita l’interno dell’edificio. Committenti e progettisti, attribuendo alla facciata il ruolo da protagonista, ne studiano minuziosamente ogni particolare senza che nemmeno il più piccolo particolare sia lasciato al caso. I profili per facciate, nel caso di ristrutturazione di edifici antichi o nella costruzione di un nuovo legato a tradizioni estetiche di un passato che resta saldamente legato alle nostre emozioni, sono elementi che cambiano, migliorandola, l’immagine della facciata donandole un aspetto unico e raffinato. Ecco, in estrema sintesi, perché Edilteco Group ha deciso di realizzare una serie completa di icone in formato .dwg di tutti i profili per facciate Baumit (di cui Edilteco è distributore per l’Italia). Le icone sono a disposizione immediata del progettista, basta andare sul sito www.edilteco.it, nella pagina dedicata ai profili, e scaricarle direttamente sul proprio computer. L’idea nasce dalla volontà di realizzare un concreto aiuto per i progettisti, i quali – grazie appunto alle icone in .dwg – potranno dar vita a progetti dettagliati e facilmente “leggibili” da mostrare ai loro clienti. I profili in PSE rivestito in cls polimerico Baumit - di facile applicazione, pronti per il tinteggio, disponibili in numerose tipologie standard e su richiesta realizzabili anche da disegno – sono disponibili per cornicioni di porte e finestre, cornicioni e marcapiani con gocciolatoio, cornicioni sottogronda, bugne per spigoli, elementi decorativi ed elementi architettonici per edifici a basso consumo energetico. Non dobbiamo dimenticarci, inoltre, che i nuovi elementi architettonici Austrotherm-Baumit sono stati studiati appositamente per case a basso consumo energetico e con sistema di riscaldamento passivo. In poche parole questi nuovi elementi architettonici rappresentano la soluzione ottimale per le spallette di porte e finestre grazie ad una migliorata incidenza della luce e ad elementi di design. 400 inarcos Infine, come non sottolineare gli elementi isolanti Austrotherm per davanzali? Stiamo parlando di un sistema appositamente studiato per il risanamento delle finestre, per davanzali di finestre mal isolati e per danni dovuti all’umidità in ambienti interni. Questi elementi possono essere applicati sia sul lato interno del vano sia all’esterno dello stipite della finestra consentendo un miglioramento delle proprietà di isolamento termico di finestre e davanzali senza che questi debbano essere sostituiti. EDILTECO Spa Via Dell'Industria, 710 - 41038 San Felice Sul Panaro (MO) Tel. 0535/82161 - Fax 0535/82970 E-Mail: [email protected] - www.edilteco.it omega graphics bologna ecopose SRL Sede Legale: Via Audinot, 31 - 40134 Bologna Uff. Tecnico: Via Finelli, 2 - 40012 Calderara di Reno (BO) Tel.051/729252 - Fax 051/728732 [email protected] rimozione cemento amianto coperture in lastre di alluminio sovracopertura cemento amianto copertura lastra alluminio comet copertura rame doppia aggraffatura copertura lastre alluminio preverniciate copertura rheinzink rivestimento rame tecupatina rivestimento rheinzink RHEINZINK Italia Srl Via Marconi 21 - 37011 Bardolino VR Tel. 0456 210 310 - Fax 0456 210 311 [email protected] - www.rheinzink.it ALPEWA Srl Via Negrelli 23 - 39100 Bolzano Tel. 0471.933062 - Fax 0471.933059 E-mail: [email protected] - www.alpewa.it UNIMETAL SpA Via Giolitti, 92 - 12030 Torre San Giorgio (CN) Tel. 0172/96155 - Fax 0172/96200 / 0172/96167 e-mail: [email protected] web: www.unimetal.net CAODURO® s.p.a CAVAZZALE - VICENZA [email protected] - www.caoduro.it Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna www.assiabo.it notiziari CONVEGNO “IL FUTURO CON IL LEGNO” In data 28 Aprile si è svolto presso la sede dell’Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna il convegno “Il futuro con il legno” durante il quale è stata presentata la tematica delle costruzioni in legno alla luce delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni e delle evoluzioni tecniche e tecnologiche che hanno caratterizzato il settore legno in questi ultimi anni. L’evento ha riscosso un notevole successo di presenze, a testimonianza del crescente interesse, che le strutture in legno stanno suscitando nei tecnici e nei committenti finali. Durante il convegno sono state affrontate alcune delle principali tematiche riguardanti le costruzioni in legno, con particolare riferimento alle costruzioni in zona sismica, alla resistenza al fuoco, alla durabilità, senza tralasciare le responsabilità introdotte dalle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni per le imprese e per i Direttori dei Lavori. Al fine di presentare queste tematiche nel modo migliore possibile, Vibro-Bloc S.p.A. si è affidata a relatori di primo piano, esperti a livello nazionale del settore legno, quali gli ingg. Maurizio Follesa e Marco Pio Lauriola titolari dello studio Timber Approvata definitivamente la Legge 4 giugno 2010, n. 96 Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità Europee - Legge Comunitaria 2009 (10G0119) che, tra l’altro, rende retroattiva l’applicazione della legge 7/09 n. 88, in particolare per quanto si riferisce all’applicazione del D.P.C.M. 5/12/97, requisiti acustici passivi degli edifici, al contenzioso tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi. Il testo, pubblicato sulla G.U. n. 146 del 25/6/2010 - Suppl. Ordinario n. 138, entrerà in vigore il 10/7/2010. Engineering (specializzato nella progettazione di strutture in legno), e il Dr. Marco Luchetti dell’ufficio normativa di Assolegno di Federlegno-arredo (l’associazione che raggruppa le principali imprese della filiera legno-arredo). Durante il pomeriggio di formazione sono state affrontate le tematiche della resistenza al sisma degli edifici a struttura di legno, con particolare riferimento alle strutture a telaio plat- inarcos 405 notiziari form-frame e alle strutture a pannelli portanti con tecnologia XLam, di recente diffusione in Italia e centro Europa, impiegati anche negli edifici del piano C.A.S.E. a L’Aquila. Sono stati esposti i principali accorgimenti tecnici e di dettaglio costruttivo per garantire la corretta durabilità alle strutture, sia nel caso delle coperture (quindi interfaccia legno-muratura) che nel caso degli edifici a struttura di legno. È stata data infine, particolare importanza alle responsabilità introdotte dalle NTC per il Direttore dei Lavori e alle caratteristiche e qualificazioni che i centri di trasformazioni del legno devono possedere per poter fornire elementi in legno impiegabile per fini strutturali. Per chi fosse interessato è possibile scaricare dal sito www.vibrobloc.it, nella sezione download, le presentazioni dei relatori. EDIFICI A IMPATTO “0“- CICLO DI SEMINARI “Edifici a impatto “0“- Il sistema LEED” è il titolo di una serie di incontri per contribuire alla divulgazione di una nuova cultura nella costruzione degli edifici organizzati da Assform e GBC Italia e che ha visto, fra gli altri, la partecipazione di Assiabo. La situazione attuale vede l'Europa sempre più a favore della sostenibilità delle strutture, l’impatto ambientale della progettazione, costruzione ed esercizio degli edifici è enorme: in Europa essi sono responsabili, direttamente o indirettamente, di circa il 40% del consumo di energia primaria complessiva. L’enorme influenza negativa delle costruzioni richiede specifiche azioni per contrastarne gli effetti ambientali. L’introduzione di misure di efficienza energetica in edifici commerciali può ridurre sensibilmente i costi annui di esercizio e il riutilizzo o il riciclo dei materiali, consente di minimizzare l’impatto sulle risorse naturali per la costruzione di nuovi. Entro il 31 dicembre 2020 gli edifici di nuova costruzione dovranno essere edifici a energia quasi zero. Lo prevede la nuova normativa sull’efficienza energetica in edilizia approvata in sede europarlamentare che stabilisce i requisiti minimi per la prestazione energetica degli immobili di nuova costruzione e la loro applicazione per le strutture esistenti. Tutti gli edifici costruiti dalla fine del 2020 dovranno possedere elevati standard di risparmio energetico e dovranno essere alimentati in larga misura con forme di energia rinnovabili e i progetti di costruzione delle autorità pubbliche dovranno dare l’esempio partendo due anni prima. Anche a seguito di questo nuovo quadro normativo si sta introducendo un sistema di innovazione del mercato nazionale dell’edilizia sostenibile, grazie alla diffusione di una cultura di edilizia sotto i profili ambientale, sociale ed economico ed all’introduzione in Italia dello standard internazionale LEED. Un nuovo sistema di rating per la certificazione di qualità in grado di implementare le potenzialità sistemiche e le prospettive di istituzioni locali, aziende, operatori del mondo edilizio in Italia. Questo è elemento base dei seminari "Edifici a impatto 0 - Il sistema LEED." organizzati da Assform, Associazione volontaria no profit che realizza attività di Alta Formazione per il mondo delle professioni, accreditata per le tipologie di Formazione Superiore, Continua e a Distanza nelle regioni di EmiliaRomagna, Marche e Toscana. Introdotto da GBC Italia il sistema di certificazione LEED si propone come uno standard, applicato in oltre 100 Paesi nel mondo, in grado di indicare i requisiti per costruire edifici ambientalmente sostenibili, sia dal punto di vista energetico che dal punto di vista del consumo di tutte le risorse ambientali coinvolte nel processo di realizzazione. I vantaggi competitivi per l'adozione di standard LEED sono identificabili 406 inarcos nella qualità finale del manufatto, nel risparmio di costi di gestione che questi edifici permettono di ottenere se comparati con edifici tradizionali e nella certificazione da parte di un ente terzo. Sono sette le sedi scelte da Assform per la divulgazione di questa nuova modalità di conoscenza: Ancona, Bologna, Ferrara, Firenze, Modena, Pisa, Rimini. Assiabo, socio GBC Italia e partner di Assform in questa iniziativa è stata rappresentata nell’incontro di Bologna del 18 maggio scorso dall’ing. Giovanni Semprini (con un intervento dal titolo “Edifici per il benessere e a basso consumo energetico”) e a Rimini il 25 maggio dall’ing. Dario Vannini (con un intervento dal titolo “Oltre la certificazione energetica: la valutazione della sostenibilità ambientale”). Assiabo organizza al SAIE 2010 i seguenti convegni: "Luce e risparmio energetico" Venerdi 29 ottobre “Il condominio: adempimenti e proposte di riforma” Sabato 30 ottobre ASSIABO è convenzionata con MAGGIOLI EDITORE Piazza dei Tribunali 5/d 40124 Bologna - Tel. 051.332538 www.maggiolipointbologna.it Presentando la tessera ASSIABO si potranno avere i seguenti sconti: –25% per abbonamenti a riviste, software e servizi internet; –20% per editoria. Inoltre saranno gratuite consegne e visioni. RADE Via Caduti di Cefalonia 4/d-e Bologna Esibendo la tessera ASSIABO si potrà godere di sconti dal 10 al 15% su sveglie, orologi e prodotti per la cura della persona La tessera associativa viene distribuita all’atto dell’iscrizione Tel. 051/231815 lun, mer, ven: 9-15; mar, gio: 12-18 Vedi in dettaglio su www.assiabo.it www.ord-ing-bo.it notiziari REGIONE EMILIA-ROMAGNA DISCIPLINA DELLE VARIANTI IN CORSO D’OPERA AI FINI DELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO PG/2010/114855 Bologna, 27 aprile 2010 Com’è noto, la disposizione transitoria di cui all’art. 20, comma 3, del D.L. 31 dicembre 2007, n. 248 (convertito con modifiche dalla L. 28 febbraio 2008, n. 31), stabilisce che “per le costruzioni e le opere infrastrutturali iniziate … prima dell’entrata in vigore della revisione generale delle norme tecniche per le costruzioni …[di cui al D.M. 14 gennaio 2008, cioè prima del 1° luglio 2009] continua ad applicarsi la normativa tecnica utilizzata per la redazione dei progetti, fino all’ultimazione dei lavori e all’eventuale collaudo”. Per effetto dell’art. 64, comma 7, della L.R. n. 6 del 2009, questa disposizione trova applicazione nella nostra regione per i lavori di natura privatistica per i quali entro la data del 30 giugno 2009 sia stata presentata al Comune denuncia di inizio attività o domanda per il rilascio del permesso di costruire. Da più parti è pervenuta richiesta di chiarimenti in merito alla corretta interpretazione del combinato disposto dell’art. 64, comma 7, della L.R. n. 6 del 2009 e dell’art. 9 della L.R. n. 19 del 2008, anche a seguito dell’appro- vazione della delibera di Giunta regionale n. 121 del 2010, per la parte attinente alle varianti non sostanziali ai progetti esecutivi riguardanti le strutture. Si richiede, in particolare, se alle varianti in corso d’opera realizzate successivamente al 30 giugno 2009 si applichi la normativa tecnica previgente utilizzata per la redazione dei progetti ovvero la normativa tecnica di cui al D.M. 14 gennaio 2008. 1. La questione posta non trova una esplicita disciplina nel dettato normativo vigente, ma può trovare soluzione attraverso l’applicazione dei principi legislativi e giurisprudenziali già presenti nell’ordinamento. Appare utile, a tal fine, muovere dall’esame delle diverse fattispecie riconducibili alla categoria generale delle varianti in corso d’opera, presenti nella disciplina edilizia e nelle norme per la riduzione del rischio sismico, ed in particolare: a) le variazioni essenziali (artt. 18 e 23 della L.R. n. 31 del 2002); b) le variazioni minori (art. 19 della L.R. n. 31 del 2002); c) le varianti sostanziali (art. 9, commi 1 e 2, della L.R. n. 19 del 2008); d) le varianti non sostanziali (art. 9, comma 4, della L.R. n. 19 del 2008). a) La prima categoria annovera un elenco tassativo di modificazioni al progetto originario autorizzato che la legge reputa particolarmente rilevanti. Tali ipotesi sono individuate (da ultimo) dall’art. 23 della L.R. n. 31 ai fini della valutazione della gravità dell’attività abusiva, ed in particolare per individuare le difformità parziali da equiparare alla assenza o totale difformità dal titolo edilizio. Lo stes- so elenco di modificazioni è poi richiamato dall’art. 18 della mede sima legge per individuare le modificazioni che sono sottoposte per la loro attuazione alla preventiva presentazione di un ulteriore titolo edilizio, integrativo di quello originario. Le variazioni essenziali attengono a significativi discostamenti dimensionali o localizzativi del manufatto edilizio, al mutamento della destinazione d’uso con aumento del carico urbanistico, alla modifica degli effetti delle azioni sismiche sulle strutture. Per chiarire meglio quest’ultima fattispecie la medesima legge regionale ne fornisce due diverse definizioni, volte a descrivere i due opposti profili, quello attinente all’abuso edilizio e quello attinente al corretto procedimento autorizzativo. In particolare si precisa che: – costituisce variazione essenziale, ai fini dell’applicazione delle norme in materia di abusivismo edilizio, ogni variazione rispetto al titolo abilitativo edilizio che comporti la “violazione delle norme tecniche in materia di edilizia antisismica” (art. 23, comma 1, lett. e), L.R. n. 31). In altre parole, è da equiparare all’assenza o alla totale difformità dal titolo ogni difformità dal progetto originario autorizzato che sia in contrasto con le NTC vigenti; – occorre preventivamente richiedere o presentare un titolo edilizio ove le modifiche ipotizzate “modifichino in modo sostanziale gli effetti delle azioni sismiche sulla struttura” (art. 18, comma 1, L.R. n. 31). Tale tiolo edilizio costituisce “parte integrante dell’originario titolo abilitativo” (art. 18, comma 3, L.R. n. 31). inarcos 407 notiziari 408 Appare chiaro tuttavia che entrambe le nozioni si riferiscano per così dire alle due facce della stessa medaglia: le variazioni, che interagiscono in modo sostanziale con la capacità di resistenza della struttura all’azione sismica, richiedono un titolo edilizio (integrativo di quello originario) e la mancata richiesta dello stesso costituisce un grave abuso edilizio che si qualifica come variazione essenziale. b) La nozione di variazioni minori, è residuale e si desume a contrario dalla precedente: l’art. 19 della legge regionale n. 31 precisa, infatti, che tutte le variazioni che non siano essenziali sono da considerarsi minori, tra cui dunque anche le variazioni attinenti alle parti strutturali dell’edificio che non comportino modifiche significative sugli effetti delle azioni sismiche. Esse sono sottoposte a controllo attraverso il meccanismo semplificato della DIA da presentarsi (anche dopo la realizzazione dei lavori e comunque) prima della comunicazione di fine lavori. c) La fattispecie di variazione essenziale attinente alla violazione delle norme tecniche per le costruzioni è ripresa dall’art. 9 della L.R. n. 19 del 2008, che la denomina “variante sostanziale”, allo scopo di precisare, al comma 1, che per la sua realizzazione è necessario (assieme al titolo edilizio integrativo) il rilascio di una apposita autorizzazione sismica, integrativa di quella originaria ovvero effettuare il deposito (integrativo) del progetto esecutivo riguardante le strutture, a seconda che ricorrano i casi previsti rispettivamente dagli articoli 11 e 13 della suddetta legge. Il comma 2 del medesimo art. 9 della L.R. n. 19 chiarisce meglio, dal punto di vista tecnico, la definizione di variante sostanziale, rispetto a quanto già specificato dall’art. 18, comma 1, della L.R. n. 31: “la variante è da considerare sostanziale… quando comporta variazione degli effetti dell’azione sismica o delle resistenze delle strutture o della loro duttilità”. d) Anche la nozione di varianti non sostanziali, come quella di variazioni minori di cui alla precedente lettera b), si ricava a contrario dall’ipotesi opposta (di variante sostanziale) ed attiene a tutte quelle modificazioni alle strutture degli edifici autorizzate che non comportano effetti significativi sulle stesse. Allo scopo di semplificare il sistema dei controlli, il legislatore regionale prescrive alla Giunta regionale di individuare, con apposito atto di indirizzo (Questo atto di indirizzo, che individua le varianti, riguardanti parti strutturali, che non inarcos rivestono carattere sostanziale e la documentazione che è necessario elaborare per verificare che ne sussistano i presupposti, è stato assunto con la delibera della Giunta regionale n. 121 del 2010), le varianti che presentano questa caratteristica e stabilisce che le stesse non sono sottoposte alla autorizzazione sismica preventiva ovvero a deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture (art. 9, comma 4, della L.R. n. 19 del 2008). Pertanto la loro realizzazione in corso d’opera è subordinata esclusivamente alla predisposizione di una apposita documentazione progettuale, che verifichi la ricorrenza di detta natura non sostanziale, da allegare alla DIA da presentare prima della fine dei lavori. In conclusione, è possibile individuare una perfetta coerenza della disciplina edilizia con quella per la riduzione del rischio sismico: – le varianti non sostanziali costituiscono uno dei casi di variazioni minori. Esse sono sottoposte al medesimo regime semplificato, sia sotto l’aspetto edilizio sia sotto quello sismico (DIA prima della fine lavori e documentazione progettuale integrativa da conservare in cantiere nel corso dei lavori e da allegare alla medesima DIA); – le varianti sostanziali sono una delle fattispecie ascrivibili alle variazioni essenziali e, per i rilevanti effetti che possono comportare, sono sottoposte ad un regime rafforzato di controlli edilizi e sismici. 2. L’elemento che accomuna tutte le forme di modificazioni al progetto originario fin qui esaminate è che esse non richiedono nuovi provvedimenti autorizzativi sostitutivi del precedente, né sotto il profilo edilizio né per quanto riguarda quello sismico, ma una integrazione del titolo abilitativo (edilizio e sismico) e della documentazione progettuale necessaria. Si può quindi ritenere che sussista un principio generale dell’ordinamento per il quale, qualora le modifiche proposte non siano tali da richiedere una totale rielaborazione del progetto originario (in quanto non innovano gli elementi fondamentali dello stesso sia dal punto di vista funzionale che tecnico strutturale), le varianti si configurano come esercizio dell’originario jus aedificandi, con l’effetto, da una parte, che le suddette modifiche richiedono di integrare i titoli abilitativi originari e la documentazione allegata ma non di predisporre una nuova pratica autorizzatoria; dall’altra, che tali modifiche sono soggette all’osservanza della nor- mativa urbanistica vigente al momento del rilascio del titolo originario. Infatti, nei casi di variazioni essenziali per le quali l’intervento edilizio continua ad essere regolato dall’originario atto autorizzativo, quest’ultimo conserva la sua efficacia riferita al momento del rilascio (ex tunc). Effetto di questa mancanza di autonomia tra il provvedimento di variante e il titolo abilitativo originario è che devono ritenersi inapplicabili, in sede di rilascio del titolo in variante, le sopravvenute normative intervenute nel frattempo. La giurisprudenza in campo edilizio è pacifica sul punto, ritenendo che può parlarsi di permesso di costruire o DIA “in variante” a fronte di modificazioni di non rilevante consistenza, per le quali il provvedimento assuma una connotazione di sostanziale complementarietà ed accessorietà rispetto al progetto originario. (Tar Friuli-Venezia Giulia 9 ottobre 1980, n. 259; Tar Veneto 1° luglio 1982 n. 511; Tar Lombardia, Sez. II, Milano, 27 marzo 1992, n. 13; Tar Valle d’Aosta, 20 marzo 1998, n. 40). Diviene essenziale dunque definire il limite tra le variazioni essenziali e la completa rielaborazione dell’intervento originale. Secondo la giurisprudenza, gli elementi da prendere in considerazione per discriminare in concreto i casi nei quali occorra un nuovo titolo edilizio da quelli nei quali sia richiesto un permesso di costruire o una DIA “in variante” sono costituiti “dalle modificazioni quantitative e qualitative apportate all’originario progetto, riguardanti la superficie coperta, il perimetro, l’aumento del numero dei piani, la volumetria, la distanza dalle proprietà confinanti, nonché le caratteristiche funzionali e strutturali, interne ed esterne del fabbricato” (Vedi per tutti Cons. Stato, Sez. V, 25 novembre 1988, n. 745). 3. Vista la perfetta simmetria delle due discipline, si ritiene che i parametri elaborati dalla giurisprudenza in campo edilizio possano trovare applicazione anche con riguardo alla normativa tecnica per le costruzioni. Per effetto di ciò, l’attuazione in corso d’opera di modifiche sostanziali e non sostanziali al progetto originario, che presentino le caratteristiche di complementarietà ed accessorietà sopra evidenziate, comporta l’applicazione della normativa tecnica previgente. Invece, qualora le modifiche ipotizzate siano tali da richiedere la rielaborazione del progetto strutturale stesso, occorre, di conseguenza, una nuova autorizzazione sismica o un nuovo deposito del pro- di conformità del progetto presentato alle norme tecniche, se ricorrano o meno le medesime condizioni tecniche. 4. In sintesi, alla luce delle considerazioni fin qui svolte si può ritenere che anche nel campo della riduzione del rischio sismico sussistono tre gradi di variazione al progetto originario: varianti non sostanziali, le quali, non assumendo per definizione i caratteri descritti al precedente punto 3, richiedono la predisposizione della documentazione progettuale integrativa, di cui all’Allegato C della delibera della Giunta regionale n. 121 del 2010, da conservare in cantiere e da allegare alla DIA di fine lavori di cui all’art. 18 della L.R. n. 31. Per gli interventi edilizi per i quali si applica l’art. 20, comma 3, del D.L. n. 248 del 2007, tale documentazione integrativa dovrà essere predisposta dando applicazione alle norme tecniche per le costruzioni previgenti utilizzate per la progettazione originale; – varianti sostanziali, le quali sono subordinate a titolo edilizio integrativo di quello originale ai sensi dell’art. 19 della L.R. n. 31, nonché ad autorizzazione o deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture, integrativi della pratica sismica originale, da predisporsi nell’osservanza delle norme tecniche per le costruzioni previgenti utilizzate per la progettazione originale; – varianti che si potrebbero denominare “innovative”, le quali presentano le caratteristiche di cui al precedente punto 3, si devono considerare come una nuova e diversa costruzione e progettazione strutturale. Tali varianti richiedono, di conseguenza: a) la presentazione di un nuovo titolo abilitativo edilizio, sostitutivo del precedente, il quale dovrà essere conforme alla disciplina, di piano e legislativa, vigente al momento del suo rilascio; b) la presentazione di una nuova istanza di autorizzazione o il deposito del progetto esecutivo riguardante le strutture, anch’essi sostitutivi dei precedenti atti. In tale ipotesi gli elaborati progettuali, allegati alla richiesta di autorizzazione o da depositare, dovranno risultare conformi alla normativa tecnica per le costruzioni approvata con D. M. 14 gennaio 2008, anche nel caso di interventi per i quali abbia trovato applicazione l’art. 20, comma 3, del D.L. n. 248 del 2007. Cordiali saluti Gian Carlo Muzzarelli Marioluigi Bruschini QUESITI E RISPOSTE DOCUMENTO UNICO DI REGOLARITA’ CONTRIBUTIVA (DURC) QUESITO: 1) nei documenti ufficiali, che devono rimanere agli atti, quale è la modalità/tipologia del documento DURC (copia, copia conforme, originale, etc)? 2) ogni quanto deve essere aggiornato il documento? 3) la società appaltante/committente è responsabile in solido nel caso in cui la società appaltatrice non paghi i propri dipendenti/fornitori? Se si, quali sono gli strumenti legislativi per tutelare l’appaltante/committente e quali sono gli strumenti di verifica affinchè si possa controllare e preventivare la situazione di cui sopra? notiziari getto esecutivo riguardante le strutture, basati sulle norme tecniche approvate con il D.M. 14 gennaio 2008. Anche in questo caso non è possibile individuare specificamente i casi nei quali si possa procedere in variante al titolo originario e quelli nei quali occorra munirsi di un nuovo titolo. Possono essere richiamati allo scopo le espressioni utilizzate nelle Circolari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 5 agosto 2009 e dell’11 dicembre 2009, secondo cui anche per la variante ai lavori il cui iter amministrativo sia stato avviato entro il 30 giugno 2009 dovranno essere integralmente applicate le nuove norme tecniche approvate con il D.M. 14 gennaio 2008, “allorquando la variante stessa modifichi in maniera sostan ziale l’organismo architettonico ovvero il comportamento statico globale della costruzione, conseguentemente configurandosi una nuova e diversa progettazione strutturale rispetto a quella originaria”. In altre parole, “l’elemento discriminante è la presenza di modifiche sostanziali dell’organismo architettonico, in quanto implicanti un sostanziale mutamento del comportamento statico globale dell’opera”. Le modifiche al progetto originario non sono autorizzabili se si applicano le norme tecniche previgenti “qualora si configurino come una nuova e diversa progettazione strutturale”, potendo “comportare una riduzione delle caratteristiche prestazionali dell’opera con particolare riguardo al profilo della stabilità”. “Pertanto, nei casi sopraindicati e solo per essi, dovranno essere integralmente applicate le nuove norme tecniche di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008, nel senso che dovrà essere effettuata una esplicita verifica di congruità tecnica del progetto variato, con le nuove norme tecniche, ovvero una nuova progettazione strutturale dell’intero organismo costruttivo”. Di conseguenza, appare evidente che non tutte le varianti sostanziali richiedono la rielaborazione del progetto esecutivo riguardante le strutture, ma solo quelle che presentino i requisiti appena indicati. Come sottolinea la Circolare dell’11 dicembre 2009, la figura competente a valutare la sussistenza delle suddette condizioni tecniche non può che essere individuata nel progettista strutturale dell’opera, il quale è pertanto chiamato ad evidenziare espressamente, nella propria asseverazione RISPOSTA: I quesiti sottoposti dall’iscritto prescindono da valutazioni circa la natura giuridica ed amministrativa del Documento di cui si tratta. Pertanto, mi limiterò a dare risposta alle domande, seguendo la numerazione dettata dallo stessi iscritto, semmai riservando ad altra sede ogni altra considerazione qui non richiesta. 1) Il DURC è stampato in duplice originale: il primo per chi ne abbia fatto richiesta, il secondo da conservare agli atti dell’Ente che lo abbia rilasciato. Non sono previste copie e/o copie conformi del documento. 2) La durata di efficacia del DURC è mensile per chi intenda fruire delle agevolazioni normative e contributive; trimestrale per i lavori privati in edilizia. Tuttavia, il documento medesimo prevede espressamente i suoi limiti di validità. Aggiungo che la normativa è molto più vincolante in tema di appalti pubblici, ma sembra di capire che ciò esuli dal tema imposto dalla domanda. In ogni caso, il documento è rinnovabile una volta che venga a scadere. 3) Il rilascio del DURC, e nei limiti della sua durata e dei suoi eventuali rinnovi, è già forma di garanzia in tema di correttezza degli adempimenti periodici della impresa appaltatrice nei confronti degli enti previdenziali; pertanto, nei limiti di durata del documento, ogni pagamento effettuato dall’appaltante all’appaltatore non è censurabile. Quindi, l’esistenza del documento e la sua efficacia solo la migliore forma di verifica e di controllo circa l’operato inarcos 409 notiziari della impresa appaltatrice. Infine, vi è responsabilità solidale fra committente e appaltatore ed eventuale subappaltatore nei limiti di due anni dalla cessazione dell’appalto in relazione a: a) pagamento delle retribuzioni dei lavoratori impiegati nell’appalto; b) versamento dei relativi contributi previdenziali, assicurativi e ritenute fiscali; c) nel settore edile, pagamento di retribuzioni differite quali gratifiche natalizie e ferie e pagamento dei contributi assicurativi-previdenziali. RESPONSABILITA’ PROGETTAZIONE INGEGNERE DIPENDENTE QUESITO: Vi contattavo per chiedere dei chiarimenti in ordine di responsabilità all’interno di un progetto. In particolare, essendo dipendente di una azienda come impiegato progettista del 5° livello, contratto nazionale metalmeccanici, e non firmando assolutamente nulla, se non un segno sul cartiglio per rintracciabilità dei documenti, potrei avere delle responsabilità a livello civile e penale? RISPOSTA: E’ principio generale del nostro ordinamento, sancito dalla norma prevista dall’art. 2049 cod. civ., quello secondo il quale i committenti sono responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro commessi nell’esercizio delle incombenze a cui sono adibiti. Il principio richiede alcune sommarie osservazioni, sia al fine di rendere attuali i concetti espressi dal legislatore del lontanissimo 1942, anno di pubblicazione del nostro codice civile, sia al fine di dare il necessario rilievo alle interpretazioni giurisprudenziali pacificamente maturate in argomento. La responsabilità del committente è subordinata al concorso di due requisiti: che il commesso agisca su richiesta e per conto del committente, indipendentemente dalla permanenza dell’incarico e dalla continuità della prestazione, e che lo stesso commesso sia legato da un vincolo di subordinazione nei confronti del committente, al quale ultimo corrisponda un potere di direzione e sorveglianza sull’opera del primo. Vincolo di subordinazione, si è detto, anche se di carattere occasionale e temporaneo, che può addirittura prescindere dalla esistenza di un rapporto di lavoro: infatti, il fondamento della responsabilità 410 inarcos del committente va ricercato non nella formale esistenza di un rapporto di lavoro subordinato, bensì nel rapporto di fatto che si istituisce quando, per volontà del committente, il commesso esplica di fatto una attività per di lui conto e sotto il di lui potere. Ed allora, il principio di cui qui si tratta può oggi leggersi con altri termini: sussiste a carico dell’imprenditore la responsabilità, ai sensi dell’art. 2049 cod. civ., per gli atti illeciti produttivi di danni a terzi compiuti dalle persone che, indipendentemente dall’esistenza o meno di uno stabile rapporto di lavoro subordinato, siano inserite, anche se temporaneamente o occasionalmente, nell’organizzazione aziendale ed abbiano agito, in questo contesto, su richiesta, per conto e sotto la sorveglianza dell’imprenditore. RESPONSABILE TECNICO IMPRESA INSTALLATRICE IMPIANTI QUESITO: a) Libero professionista, iscritto all’Ordine degli Ingegneri della provincia di Bologna, ho avuto l’offerta di diventare Responsabile tecnico di un’impresa installatrice per alcuni tipi di impianto (lettere “c” e “g”) b) Il comma 2 dell’articolo 3 del D.M. 3708 impone che il Responsbile tecnico svolga tale funzione per una sola impresa e la qualifica è incompatibile con ogni altra attività continuativa. Mi chiedo se un libero professionista svolga una attività continuitiva e se eventualmente esistono chiarimenti in merito da parte del Ministero dello Sviluppo economico. RISPOSTA: “”Come lo stesso Dott. Ing. XW ci ricorda nel suo quesito, il D.M 22 gennaio 2008, n. 37 (art. 3, secondo comma), stabilisce espressamente l’incompatibilità della qualifica di responsabile tecnico con qualsiasi altra attività lavorativa continuativa. La norma, quindi, non fa distinzione tra lavoro dipendente, lavoro autonomo e libera professione, dal momento che il solo requisito richiesto dalla norma sopra citata è che si tratti di continuità della attività lavorativa svolta. L’Ing. XW, pertanto, essendo il possesso dei requisiti determinati dall’art. 4 del D.M. in oggetto, in via astratta potrebbe essere nominato responsabile tecnico. Tuttavia, l’incarico di responsabile tecnico non può essere affidato ad un libero pro- fessionista in qualità di consulente esterno: la norma di cui all’art. 3, quinto comma, del D.M. n. 37/2008 stabilisce inderogabilmente che il possesso del requisito professionale debba appartenere all’azienda medesima tramite l’imprenditore individuale o il legale rappresentante ovvero il responsabile tecnico da essi preposto con atto formale, come prevede l’’art. 3, primo comma, del citato D.M.; ciò significa che il legislatore ha inteso salvaguardare l’esistenza di un rapporto stabile e continuativo tra l’impresa ed il suo responsabile tecnico, escludendo la possibilità che tale incarico venga assunto da un professionista che rimanga esterno alla impresa. In tali sensi si è anche espresso il Ministero dello Sviluppo Economico. Aggiungo da ultimo, ma non per questo meno importante, che l’esercizio della libera professione è incompatibile con l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato ovvero altro tipo di rapporto continuativo dipendente.”” CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI CIRCOLARE - XVII SESSIONE PROPOSTA DI LAVORO CON LA FORMULA DEL CONTRATTO A PROGETTO – ART.61 D.LGS. 276/2003 – COMPATIBILITÀ CON L’ISCRIZIONE ALL’ALBO PROFESSIONALE – CONDIZIONI – RISPOSTA DEL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI Con la presente si trasmette a tutti gli Enti in indirizzo la risposta pervenuta dal Centro di contatto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, cui il Consiglio Nazionale si era rivolto a seguito di una richiesta di parere dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Taranto su una tematica di estremo interesse. La questione controversa – che ora il Ministero ha risolto positivamente – verteva sulla possibilità per un professionista Ingegnere, a date condizioni, di avvalersi della tipologia contrattuale, di recente introduzione, denominata “Lavoro a progetto”. In sostanza, di fronte ad un iscritto che aveva ricevuto da un’azienda privata un’offerta lavorativa con la formula del “contratto a progetto”, l’Ordine chiedeva se tale contratto di lavoro comporti per l’Ingegnere la necessità di cancellazione/sospensione dell’iscrizione all’albo professionale, giusto il disposto dell’art. disciplina continua ad applicarsi per le attività enunciate nell’art.61, co. 3, d.lgs. 276/2003”. Detto questo, la Direzione Generale della Tutela delle Condizioni di Lavoro afferma che la problematica in esame appare risolta dall’Interpello n.65/2008, in materia di contratto a progetto, relativo al conferimento di un incarico di ‘collaborazione autonoma’ ad un soggetto, titolare di partita IVA ed iscritto alla Gestione separata INPS, che svolge un’attività non rientrante tra quelle per le quali sia prescritta l’iscrizione ad un albo professionale. L’interpello ministeriale citato – che ad ogni buon conto si trasmette in allegato – sulla questione specifica precisa che “Il soggetto titolare di partita IVA può rendere prestazione lavorativa in regime di collaborazione coordinata e continuativa a progetto solo qualora la stessa non rientri nell’ambito dell’attività ordinaria svolta professionalmente”. Il Consiglio Nazionale esprime soddisfazione per la risposta ministeriale, che – al ricorrere delle anzidette condizioni – conferma la possibilità per i professionisti di stipulare contratti a progetto. Tanto si doveva per opportuna informazione e a beneficio di tutti gli operatori del settore, datori di lavoro ed Ingegneri. *** DECRETO LEGISLATIVO TITOLO VII - TIPOLOGIE CONTRATTUALI A PROGETTO E OCCASIONALI. CAPO I - LAVORO A PROGETTO E LAVORO OCCASIONALE ART. 61 - DEFINIZIONE E CAMPO DI APPLICAZIONE TESTO ART. 61 Definizione e campo di applicazione. 1. Ferma restando la disciplina per gli agenti e i rappresentanti di commercio, i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, prevalentemente personale e senza vincolo di subordinazione, di cui all’articolo 409, n. 3, del codice di procedura civile devono essere riconducibili a uno o più progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso determinati dal committente e gestiti autonomamente dal collaboratore in funzione del risultato, nel rispetto del coordinamento con la organizzazione del committente e indipendentemente dal tempo impiegato per l’esecuzione della attività lavorativa. 2. Dalla disposizione di cui al comma 1 sono escluse le prestazioni occasionali, intendendosi per tali i rapporti di dura- ta complessiva non superiore a trenta giorni nel corso dell’anno solare con lo stesso committente, salvo che il compenso complessivamente percepito nel medesimo anno solare sia superiore a 5 mila euro, nel qual caso trovano applicazione le disposizioni contenute nel presente capo. 3. Sono escluse dal campo di applicazione del presente capo le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali, esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, nonché i rapporti e le attività di collaborazione coordinata e continuativa comunque rese e utilizzate a fini istituzionali in favore delle associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni sportive nazionali, alle discipline sportive associate e agli enti di promozione sportiva riconosciute dal C.O.N.I., come individuate e disciplinate dall’articolo 90 della legge 27 dicembre 2002, n. 289. Sono altresì esclusi dal campo di applicazione del presente capo i componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società e i partecipanti a collegi e commissioni, nonché coloro che percepiscono la pensione di vecchiaia. 4. Le disposizioni contenute nel presente capo non pregiudicano l’applicazione di clausole di contratto individuale o di accordo collettivo più favorevoli per il collaboratore a progetto. notiziari 61 del decreto legislativo 10 settembre 2003 n. 276 (“Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003 n.30”). Come noto, il terzo comma dell’art.61 del d.lgs. 276/2003 – inserito nel Capo I (“Lavoro a progetto e lavoro occasionale”) del Titolo VII della normativa citata – afferma che : “Sono escluse dal campo di applicazione del presente capo le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali, esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo …” (in allegato). Sulla base di questa disposizione la ditta privata sosteneva che gli Ingegneri iscritti all’albo non possono avvalersi della tipologia del lavoro a progetto e che quindi l’iscritto si doveva – per la durata della prestazione lavorativa – cancellare dall’albo. Il Consiglio Nazionale, invece, – argomentando la propria richiesta di parere al Ministero competente – ha affermato che tale soluzione poteva dirsi corretta soltanto in certe ipotesi. L’opinione del Consiglio Nazionale, infatti, era nel senso che l’esclusione disposta dal terzo comma dell’art.61 cit. è da intendersi limitata alle attività professionali che per il loro esercizio richiedono l’iscrizione agli albi professionali. Mentre l’art.61, comma 3, del d.lgs. 276/2003 non varrebbe per il caso di un Ingegnere, iscritto all’albo, destinatario di un contratto a progetto per svolgere un’attività lavorativa non riservata agli iscritti all’albo e quindi diversa e distinta rispetto alle prestazioni professionali “per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali” (v. richiesta di parere CNI del 3/02/2010 allegata). Era quindi in discussione se è consentito ad una persona, che ha anche il titolo e la qualifica di Ingegnere iscritto all’albo, di accettare lavori non afferenti e non riservati alla professione di Ingegnere mediante un contratto a progetto. Adesso, nella sua risposta, la Direzione Generale della Tutela delle Condizioni di Lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali afferma che l’esclusione prevista dall’articolo 61, comma 3, del decreto legislativo 276/2003 “opera nel caso in cui l’attività prestata dal collaboratore sia attinente all’albo professionale di iscrizione”. In via preliminare il Ministero ricorda che il lavoro a progetto non rappresenta uno schema contrattuale diverso, ma una modalità di svolgimento delle collaborazioni coordinate e continuative, “la cui *** RICHIESTA PARERE PROPOSTA DI LAVORO CON LA FORMULA DEL CONTRATTO A PROGETTO – ART.61 D.LGS. 276/2003 – COMPATIBILITÀ CON L’ISCRIZIONE ALL’ALBO PROFESSIONALE – RICHIESTA DI PARERE L’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Taranto ha domandato, a seguito della richiesta di un iscritto che ha ricevuto da parte di una azienda privata un’offerta lavorativa con la formula del “contratto a progetto”(in allegato), se tale contratto di lavoro comporti la necessità di cancellazione/ sospensione dell’iscrizione all’albo professionale, giusto il disposto dell’art.61 del decreto legislativo 10 settembre 2003 n.276 (“Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003 n.30”). Come noto, il terzo comma dell’art.61 del d.lgs. 276/2003 – inserito nel Capo I inarcos 411 notiziari 412 (“Lavoro a progetto e lavoro occasionale”) del Titolo VII della normativa citata – afferma che : “Sono escluse dal campo di applicazione del presente capo le professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali, esistenti alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo…”. Trattandosi di normativa relativa al mercato del lavoro e all’occupazione, la competenza in materia spetta al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, al quale si richiede quindi di pronunciarsi in merito. Sembra necessario, però, sgombrare il campo da un equivoco. Da contatti informali avuti con il Centro di contatto del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, risulta che il Ministero del Lavoro è dell’opinione che, in base all’art. 61, comma 3, del d.lgs. cit., gli Ingegneri iscritti all’albo non possono avvalersi della tipologia del lavoro a progetto. In realtà questa soluzione – in base ad un attento esame della lettera e della ratio dell’art.61, terzo comma, d.lgs. 276/2003 – a parere del Consiglio Nazionale, può dirsi corretta soltanto in certi casi. L’opinione del Consiglio Nazionale sul punto infatti è nel senso che l’esclusione disposta dal terzo comma dell’art.61 cit. sia da intendersi limitata alle attività professionali che per il loro esercizio richiedono l’iscrizione agli albi professionali. Ovvero, non potrebbe – nel nostro caso – un Ingegnere iscritto all’albo avvalersi della tipologia contrattuale “Lavoro a progetto” per svolgere un incarico professionale rientrante nelle competenze dell’Ingegnere per l’assolvimento del quale la legge impone l’iscrizione al relativo albo (es., firmare un progetto edilizio). Ma nulla osta a che un Ingegnere iscritto all’albo possa essere destinatario di un contratto a progetto per svolgere un’attività lavorativa non riservata agli iscritti all’albo e quindi diversa e distinta rispetto alle prestazioni professionali “per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali”. Questa, a meno di stravolgimenti delle finalità della normativa, appare l’interpretazione corretta del terzo comma dell’art. 61 del d.lgs. 276/2003, laddove esclude le professionali intellettuali come quella di Ingegnere “dal campo di applicazione del presente Capo”. E proprio in questa seconda ipotesi potrebbe cadere il caso prospettato dall’iscritto, qualora il progetto richiedesse attività che non necessitano di iscrizione all’albo. L’interpretazione proposta, inoltre, pare inarcos l’unica che consente di dare un senso ed un significato alla locuzione “professioni intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi…” : con ciò la legge intendendo chiaramente – a parere di chi scrive – escludere dal lavoro a progetto soltanto l’esercizio della professione di Ingegnere e delle altre professioni regolamentate. Non è possibile (ed è vietato) quindi esercitare la professione di Ingegnere nella forma del lavoro a progetto, ma è consentito ad una persona che ha anche il titolo e la qualifica di Ingegnere iscritto all’albo di accettare lavori non afferenti e non riservati alla professione di ingegnere mediante un contratto a progetto. Poiché la questione riveste valenza generale e appare necessario ottenere un chiarimento ufficiale che sia di ausilio per tutti gli operatori del settore, datori di lavoro e professionisti interessati, il Consiglio Nazionale con la presente chiede al Ministero del Lavoro di esprimere il proprio autorevole parere sulla tematica, tenendo conto delle osservazioni e delle argomentazioni prospettate, nonché di indicare e specificare nel dettaglio quali siano – in ipotesi – le ulteriori forme contrattuali a disposizione delle parti per l’incarico lavorativo riferito dall’Ordine di Taranto. *** MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI PROPOSTA DI LAVORO CON LA FORMULA DEL CONTRATTO A PROGETTO - ART. 61 D.LGS. 276/2003 - COMPATIBILITÀ CON L’ISCRIZIONE ALL’ALBO PROFESSIONALE - RICHIESTA DI PARERE - PROT-CNI N. 5866. Con riferimento al quesito posto nell’email da codesto Consiglio Nazionale, relativo al fatto se un ingegnere cui viene offerto di lavorare con il contratto di lavoro a progetto deve provvedere necessariamente alla cancellazione o sospensione dell’iscrizione all’albo professionale, si osserva quanto segue. Gli iscritti agli albi professionali ai sensi dell’art. 61 d.lgs.276/03 sono esclusi, come è noto, dall’applicazione della disciplina del lavoro a progetto. Le esclusioni previste dal citato articolo si riferiscono a quelle categorie di lavoratori per le quali il legislatore ha escluso il rischio di un utilizzo fraudolento delle collaborazioni coordinate e continuative. Tuttavia, come sottolineato dalla circolare ministeriale n. 1/04, l’esclusione opera nel caso in cui l’attività prestata dal collaboratore sia attinente all‘albo profes- sionale di iscrizione, conseguentemente, in tale ipotesi, il professionista è legittimato a stipulare una collaborazione coordinata e continuativa senza dover fare riferimento alla normativa di cui agli articoli 61 e seguenti del d.lgs.276/03. Infatti, il lavoro a progetto non rappresenta uno schema contrattuale diverso ma una modalità di svolgimento delle collaborazioni coordinate e continuative, la cui disciplina continua ad applicarsi per le attività enunciate nell’art. 61 co.3 d.lgs.276/03. In particolare, la citata circolare ha chiarito esplicitamente che: “la disciplina che emerge dall’art. 61 è finalizzata a impedire l’utilizzo improprio e fraudolento delle collaborazioni coordinate e continuative. Al di fuori delle campo di applicazione dell’art.61 si collocano, con tutta evidenza, fattispecie che non presentano significativi rischi di elusione della normativa inderogabile del lavoro ... per le quali continua a trovare applicazione lo previgente disciplina”. Ciò premesso, in ordine all’interpretazione prospettata, relativa alla possibilità di un ingegnere di essere destinatario di un contratto a progetto per svolgere un’attività lavorativa non riservata agli iscritti all’albo, si evidenzia che la questione appare risolta nell’interpello n. 65/2008, in materia di contratto a progetto, nel caso di conferimento di un incarico di “collaborazione autonoma” ad un soggetto, titolare di partita IVA ed iscritto alla Gestione separata INPS, che svolge un’attività non rientrante tra quelle per le quali sia prescritta l’iscrizione ad un albo o ad un ordine professionale. Al riguardo, il citato interpello specifica che “il soggelto titolare di partita IVA può rendere prestazione lavorativa in regime di collaborazione coordinata e continuativa a progetto solo qualora la stessa non rientri nell’ambito dell’attività ordinaria svolta professionalmente. “ *** MINISTERO DEL LAVORO, DELLA SALUTE E DELLE POLITICHE SOCIALI DIREZIONE GENERALE PER L‘ATTIVITÀ ISPETTIVA Art. 9. D.Lgs. n. 124/2004 -incarico di collaborazione autonoma e contratto di collaborazione coordinata e continuativa a progetto. La Confcommercio ha avanzato richiesta d’interpello per conoscere il parere di questa Direzione riguardo alla sus- coordinata e continuati va (anche nella modalità a progetto) debbano essere denunciati come redditi assimilati a quelli di lavoro dipende nte ex 1111. 47. comma I. lett. c bis) TUIR. con obbligo per il committente di consegna del prospetto paga al collaboratore (anche nelle forme della consegna di copia del Libro Unico del Lavoro ai sensi dell’art. 39, comma 5, del D.L. n. 112/2008), di versamento dei contributi previdenziali alla Gestione separata lNPS e del premio assicurativo all’INAIL. In altri termini, il soggetto titolare di partita lVA può rendere prestazione lavorativa in regime di collaborazione coordinata e continuativa a progetto solo qualora la stessa non rientri nell’ambito dell’attività ordinaria svolta professionalmente. In tale caso il relativo compenso non andrà a costituire reddito da lavoro autonomo, ma rientrerà nell‘alveo di cui al citato art. 47 TUIR, senza obbligo di emettere fattura in quanto. trattandosi di reddito assimilato a quelli di lavoro dipendente, non è consentita l’applicazione dell”imposta per carenza del presupposto oggettivo (cfr. Min. Finanze circ. n. 207/E del 16 novembre 2000). *** CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Relazione idrologica e re lazione idraulica - competenze professionali - richiesta di parere - prot. CNI n.1198 . Viene richiesto parere sulla competenza esclusiva dell’Ingegnere in tema di relazione idrologica e relazione idraulica, alla luce del quesito di un laureato in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio, vecchio ordinamento, che come lavoratore dipendente si domanda se il fatto di redigere e firmare relazioni idrauliche possa determinare un miglior inquadramento professionale presso l’Ente per cui lavora. Sulla questione si osserva quanto segue. In primo luogo va rimarcato che per legge le competenze professionali di un Ingegnere sussistono esclusivamente in forza dell’iscrizione all’albo, nella Sezione A (Ingegneri) o B (Ingegneri iuniores) e nei relativi settori a) civile e ambientale, b) industriale, c) dell’informazione, a seguito di abilitazione con- seguita mediante superamento del corrispondente esame di Stato (v. artt. da 45 a 49 del DPR 5/06/2001 n.328). Per questo è sempre necessario fare riferimento alla Sezione e al/ai settore/i di iscrizione all’albo per giungere all’individuazione delle competenze spettanti, mentre non è rilevante guardare al percorso universitario dell’interessato. A ciò si aggiunga che l’unica Autorità competente a rilasciare interpretazioni ufficiali del DPR 328/2001 è il Ministero della Giustizia, unitamente al Ministero dell’Università, cui è dovuta la stesura dell’atto regolamentare. Il Consiglio Nazionale, pertanto, può esprimere al riguardo soltanto il proprio parere, non vincolante. Detto questo, è possibile svolgere una breve ricognizione del quadro normativo e giurisprudenziale sul tema. Per quanto riguarda gli Ingegneri, il Consiglio Nazionale è dell’avviso che la relazione idraulica e la relazione idrologica siano di competenza degli iscritti al settore a) civile e ambientale della sezione A dell’albo, in forza del disposto dell’art.46, primo comma, lettera a), (“la pianificazione, la progettazione, lo sviluppo, la direzione lavori .... di opere per la difesa del suolo e per il disinquinamento e la depurazione ... di sistemi e impianti civili e per l’ambiente e il territorio”) del DPR 328/2001. In generale sulle competenze professionali in materia di relazioni idrauliche si rinvia invece ai precedenti pareri CNI 28/02/2002 e 16/07/2002, allegati. Si ritiene che quanto affermato per la relazione idraulica debba valere anche per la relazione idrologica. Per l’affermazione dell’incompetenza degli architetti in tema di opere idrauliche si allegano le sentenze Consiglio di Stato n.416 del 6/04/1998 e Tar Campania, Napoli, n.2751 del 14/08/ 1998, anch’esse - come varie altre - rinvenibili sulla Banca Dati Internet del Consiglio Nazionale. Secondo la recente sentenza del Tar Calabria, Catanzaro, 9 aprile 2008 n. 354, inoltre, “l’affidamento dell’incarico per la realizzazione di opere per il recupero, risanamento e potenziamento della rete di distribuzione idrica comunale non può essere riconducibili all’alveo della progettazione di “opere di edilizia civile”, ma piuttosto rientra nell’ambito delle opere di ingegneria idraulica, che, ai sensi degli artt. 51 e 54 del precitato R.D. 23 ottobre 1925 n. 2537, va considerata come testualmente esclusa dalla competenza degli architetti” (in allegato). notiziari sistenza o meno dei vincoli di cui agli artt. 61 e ss. del D.Lgs. n. 276/2003. in materia di contratto a progetto, nel caso di conferimento di un incarico di “collaborazione autonoma” ad un soggetto. titolare di partita IVA ed iscritto alla Gestione separata INPS, che svolge un’attività non rientrante tra quelle per le quali sia prescritta l’iscrizione ad un albo o ad un ordine professionale. In particolare si chiede. in caso di risposta affermativa, come coordinare le disposizioni riguardanti l’obbligo di erogazione del compenso e di predisposizione del relativo prospetto paga con l’obbligo del collaboratore titolare di partita IVA di emettere fattura. Al riguardo acquisito il parere della Direzione generale della Tutela delle Condizioni di Lavoro e dell’INPS, si rappresenta quanto segue. Occorre, in via preliminare, inquadrare correttamente la fattispecie prospet tata, dal momento che la soluzione della questione è differente a seconda che si tratti di collaborazione coordinata e continuativa ovvero di lavoro autonomo reso ai sensi dell’art. 2222 c.c. In quest’ultimo caso, infatti. l’attività è svolta in completa autonomia da parte del lavoratore con riguardo in particolare alle modalità della prestazione; non vi è infatti alcun coordinamento con l’attività del committente né un inserimento funzionale del lavoratore nell’organizzazione aziendale. Viceversa, le collaborazioni coordinate e continuative sono caratterizzate oltre che dall’elemento qualificatorio essenziale, rappresentato dall‘autonomia del collaboratore nello svolgimento della attività lavorativa dedotta nel contratto e dalla irrilevanza del tempo impiegato per l’esecuzione della prestazione - dalla necessaria coordinazione con il committente. Secondo il modello approntato dal D.Lgs. n. 276/ 2003, inoltre, dette collaborazioni devono essere riconducibili, come modalità organizzativa della prestazione, ad uno o più specifici progetti o programmi di lavoro o fasi di esso. salvo i casi previsti dal comma 2 e dal comma 3 dell’art. 61. Non essendo preclusa la possibilità per i soggetti titolari di partiva IVA di stipulare contratti a progetto. si ritiene corretto affermare che i compensi percepiti non in relazione allo svolgimento di attività di lavoro autonomo reso ai sensi dell’art. 2222 c.c .. ma nell’ambito di rapporti di collaborazione inarcos 413 notiziari Più precisamente, vi è un indirizzo giurisprudenziale che esclude dalle competenze degli architetti la progettazione di opere idrauliche ed igieniche se non strettamente connessa con i singoli fabbricati (Consiglio di Stato n.2938 del 22 maggio 2000). Importante e degna di nota è - sui geometri - la recente deliberazione n.316 del 20 dicembre 2007 dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, allegata, che ha affermato che la progettazione di consistenti opere idrauliche e in particolare di interventi di sistemazione di corsi d’acqua deve ascriversi “alla competenza esclusiva del tecnico ingegnere, trattandosi di attività non riconducibili ai canoni di minore complessità progettuale propri delle attribuzioni del geometra” (per inciso, l’Autorità ha ivi anche sostenuto che la progettazione a firma di un geometra in materia riservata alla competenza professionale degli ingegneri, illegittima, può configurare l’esercizio abusivo della professione e non abilita la stazione appaltante a liquidare alcun compenso al progettista geometra). Per una limitata possibilità di intervento dei geologi sulle relazioni idrauliche, oltre al già citato parere CNI del 16/07/2002, si veda il parere CNI 15/01/2007 allegato. Per quanto concerne la possibilità di far valere le prestazioni professionali svolte come Ingegnere per ottenere un miglior inquadramento lavorativo - questione diversa da quella sin qui esaminata - si ritiene debba guardarsi che cosa dispongono, al riguardo, le previsioni del Contratto collettivo nazionale di lavoro e quello aziendale, in uno con le mansioni e la qualifica formalmente possedute. Resta ferma la possibilità per l’interessato di prendere contatti con la Commissione Ingegneri Dipendenti dell’Ordine o del Consiglio Nazionale. In questi termini è il parere richiesto. IL CONSIGLIERE SEGRETARIO (Dott. Ing. Roberto Brandi) IL PRESIDENTE (Dott. Ing. Giovanni Rolando) ALLEGATI: 1) Parere CNI 28/02/2002 ; 2) Parere CNI 16/07/2002 ; 3) Consiglio di Stato n.416/ 1998; 4) Tar Campania, Napoli, n.2751 /1998; 5) Tar Calabria, Catanzaro, n.354/2008; 6) Deliberazione Autorità per la Vigilanza sui Contratti pubblici n.316 del 20 dicembre 2007; 7) Parere CNI 15/01/2007. 414 inarcos ALLEGATO 1 Parere CNI 28/02/2002 TECNICI DIPLOMATI - COMPETENZE PROFESSIONALI PER PROGETTAZIONI IDRAULICHE Viene richiesto al Consiglio Nazionale di fornire indicazioni circa i limiti di competenza professionale dei tecnici diplomati rispetto ai lavori di sistemazione e regimazioni idrauliche. Sulla materia esistono numerosi pronunciamenti e precedenti, che conducono tutti alle medesime conclusioni. E’ quindi possibile trasmettere una serie di sentenze e di determinazioni dei massimi organismi amministrativi, che affermano l’esclusiva competenza degli ingegneri in tema di opere igienico - sanitarie. La maggior parte delle pronunce statuisce la competenza degli ingegneri con esclusione degli architetti, di modo che a maggior ragione le medesime conclusioni debbono valere per altri tecnici non laureati (es. geometri). Così il Consiglio di Stato n. 2938 del 22.5.2000 ha chiaramente affermato che la progettazione delle opere idrauliche ed igieniche, che non siano strettamente connesse con i singoli fabbricati, è di pertinenza degli Ingegneri. (v. allegati) Negli stessi termini si è varie volte in passato autorevolmente pronunciato il Consiglio Superiore Lavori Pubblici, sui cui v. pareri CNI allegati. Sulla esclusione delle opere idrauliche dalla competenza dei dottori agronomi e forestali v. Corte di Cassazione, Sezioni Unite, n. 10320 del 24.10.1990, allegata. Riguardo i geometri l’incompetenza in materia di rete idrica è statuita dal Tar Piemonte n. 263 del 18.6.1985. Quanto sopra esposto è pienamente in linea con quanto espressamente deliberato dall’Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici, con determinazione 21 dicembre 2000 n. 57: dall’esame della normativa “deriva l’esclusiva competenza degli ingegneri in materia di lavori relativi alle vie e ai mezzi di trasporto, di deflusso e di comunicazione, alle costruzioni di ogni specie, alle macchine ed agli impianti industriali, rilievi geometrici e le operazioni di estimo, a meno che dette opere non siano strettamente connesse con i singoli fabbricati”. Rientrando le opere idrauliche nel concetto di lavori relativi alle vie ed ai mezzi di deflusso (v. art. 51 R.D. 23.10.1925 n. 2537), ne deriva quindi, riaffermata la privativa dell’ingegnere (v. Tar Toscana n. 119 del 17.4.1993 3 altre sentenze allegate). Tutti i documenti richiamati possono essere utilizzati dall’Ordine di Forlì Cesena per difendere da ogni indebita ingerenza le prerogative della categoria. Si rammenta, comunque, che sono rinvenibili anche sulla banca dati CNI consultabile via Internet. Confidando di aver fornito l’apporto richiesto, cordiali saluti. A L L E G A T I: 1) Consiglio di Stato n. 2938 del 2000; 2) Casso S.U. n. 10320 del 24.10.1990; 3) Tar Piemonte n. 263 del 1985; 4) Tar Marche n. 480 del 1990; 5) Tar Molise n. 147 del 1990; 6) Regione Siciliana n. 217 del 1992; 7) Tar Toscana n. 119 del 1993; 8) Tar Campania n. 2751 del 1998; 9) Cd.S. n. 416 del 1998; 10) Autorità Vigilanza LL.PP. n. 57/2000; 11) parere CNI 23.1.1992; 12) parere CNI 19.6.1995; 13) parere CNI 17.1.2001. ALLEGATO 2 Parere CNI 16/07/2002 GEOLOGI E RELAZIONI IDRAULICHE COMPETENZA Viene richiesto parere al Consiglio Nazionale circa l’inclusione o meno delle relazioni idrauliche tra le attività di competenza dei geologi. In primo luogo è necessario operare una breve ricognizione della disciplina vigente in materia, anche alla luce degli interventi chiarificatori della giurisprudenza. Vengono in rilievo, da un lato, la legge n. 112 del 3/2/1963: “Disposizioni per la tutela del titolo e della professione di geologo”, dall’altro il R.D. 23 ottobre 1925 n. 2537: “Regolamento per le professioni di ingegnere e di architetto”. L’art. 3 della legge n. 112 individua le prestazioni che formano oggetto della attività professionale del geologo (v. allegati). Così, ad es., secondo la lettera b) del primo comma dell’art. 3 citato, spettano al geologo “le rilevazioni e le consulenze geologiche che riguardano il suolo e il sottosuolo ai fini delle opere concernenti dighe ... acquedotti ... porti”, nonché (lettera d) le indagini geologiche “relative alle acque superficiali e sotterranee”. Come si vede la normativa de quo non contempla per i geologi alcuna attività di progettazione (v. parere CNI 2001, allegato). Allo stesso modo la competenza dei geologi è sempre accostata e ricollegata agli studi geologici, alle indagini geologiche e ai rilevamenti negli stessi ambiti. Dalle scarne indicazioni fornite dall’Ordine non è chiaro di che tipo di relazione idraulica trattasi. L’opera idraulica è invece pacificamente ricompresa nelle attribuzioni degli ingegneri, in base all’onnicomprensivo e assai vasto disposto dell’art. 51 R.D. 2537/1925. Basti pensare che la norma citata attribuisce, tra l’altro, agli ingegneri i lavori “di ALLEGATO 3 Consiglio di Stato n.416/ 1998 ARCHITETTI - OPERE IDRAULICHE COMPETENZA - ESCLUSIONE MASSIMA Ai sensi degli artt. 51 e 52 R.D. 23 ottobre 1925 n. 2537, le opere idrauliche non rientrano nella competenza dell’architetto. FATTO Espone in fatto la difesa dell’appellante. Il Comune di Rivoli, con deliberazione n. 417 del 23 ottobre 1986, affidava all’Arch. Valdemaro Nigra, l’incarico per la verifica della portata sia attuale che futura delle vecchie sorgenti dell’acquedotto detto di “Buttigliera”, al fine di un “loro eventuale riutilizzo per la rete idrica della città di Rivoli”. La deliberazione veniva annullata dal Comitato Regionale di Controllo con provvedimento n. 60131 del 23 ottobre 1986, con la seguente motivazione: “considerato che non possono rientrare nelle competenze degli architetti la progettazione di opere per la cui esecuzione siano necessarie conoscenze di materie specifiche e tecniche non ufficialmente previste nel piano di studi universitario; tenuto presente il contenuto dei voti espressi in data 18 dicembre 1983, n. 228 e n. 62 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che, partendo dal concetto di “edilizia civile”, esclude le opere igienico-sanitarie, gli impianti elettrici, le opere idrauliche, non configurando in esse le caratteristiche peculiari delle opere di edilizia civile, ritenuto pertanto esorbitante dalle competenze dell’architetto, la costruzione dell’opera oggetto dell’atto in esame .... annulla .... “. Con atto notificato in data 5 marzo 1987, l’Arch. Valdemaro Nigra proponeva ricorso dinanzi al TAR del Piemonte per ottenere l’annullamento della determinazione dell’Organo di Controllo, nonchè degli atti presupposti, con esplicito particolare riguardo ai pareri nn. 62 e 228 del 18 dicembre 1983 dell’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei LL.PP. Si costituiva formalmente in giudizio la Regione Piemonte, la cui difesa eccepiva in via preliminare l’inammissibilità del gravame per la mancata notificazione del ricorso al Ministero dei Lavori Pubblici, e la sua infondatezza nel merito. Con la decisione in epigrafe indicata il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte da un lato respingeva l’eccezione di inammissibilità del gravame, pur ritenendo inammissibile l’impugnazione nella parte rivolta avverso i menzionati pareri ministeriali e, dall’altro, accoglieva il ricorso annullando il provvedimento del CO.RE.CO. e condannando l’Amministrazione al pagamento delle spese processuali. Con unico articolato motivo di appello la Regione Piemonte deduce: -violazione e/o falsa applicazione di legge, con particolare riguardo alla normativa di cui alle leggi 24 giugno 1923, n. 1395; R.D. 23 ottobre 1925, n. 2537 e R.D. 30 settembre 1938, n. 1652. -Violazione e/o falsa applicazione della norma di cui all’art. 21 della L. 6 dicembre 1971, n. 1034. -Erronea valutazione dei presupposti di fatto e di diritto Motivazione carente, perplessa e contraddittoria. DIRITTO 1) La sentenza appellata va confermata nella parte in cui ha ritenuto infondata l’eccezione di inammissibilità del ricorso, sollevata in primo grado dalla difesa della Regione Piemonte e riproposta in questa sede con il primo motivo dell’appello in esame ed incentrata sulla mancata notificazione del ricorso al Ministero dei Lavori Pubblici che quale autorità emanante i due pareri impugnati contestualmente al provvedimento n. 60131 del 17 novembre 1986 del CO.Re.Co. di annullamento della delibera 23 ottobre 1986 del Consiglio Comunale di Rivoli avrebbe dovuto essere evocato in giudizio quale parte necessaria. Si tratta dei voti n. 62 e 228 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici sui quali si è fondata la delibera del Co. re. co. impugnata in primo grado e che avevano escluso che opere idrauliche potessero rientrare nelle competenze degli architetti da ritenere limitate alle opere di “edilizia civile”. A giudizio del Collegio è corretto il ragionamento svolto dal giudice di primo grado sul punto: i due pareri possono aver costituito il supporto di conoscenze per l’adozione dell’atto impugnato ma quest’ultimo è stato adottato da una diversa autorità locale e non centrale. Nessun potere è riservato nel procedimento di controllo degli atti degli enti locali ad autorità centrali con funzioni consultive nè il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha competenza in materia di attività professionali degli ingegneri e degli architetti, pertanto, il richiamo ai suddetti pareri può essere utile, per richiamare alcune considerazioni senza riprodurle, ma ai fini della adozione della statuizione impugnata rimane privo di rilievo giuridico se solo si tiene conto che l’eventuale caducazione dei pareri lascerebbe comunque indenne la delibera di annullamento dell’organo di controllo impugnata in primo grado. 2) Nel merito l’appello è fondato e va accolto l’unico motivo in cui si denuncia violazione degli artt. 51 e 52 del R.D. n. 2537 del 1925. Pertanto, in riforma della sentenza appellata va respinto il ricorso notiziari deflusso e comunicazione, alle costruzioni di ogni specie”, nonché “in generale alle applicazioni della fisica, i rilievi geometrici e le operazioni di estimo”. Così, secondo il Consiglio di Stato “ in tale formulazione ampia e comprensiva sono ricomprese le costruzioni stradali, le opere igienicosanitarie, e, di certo, anche le opere di edilizia civile” (Consiglio di Stato 6/4/1998 n. 416). La giurisprudenza amministrativa, infatti, è pacifica nel senso di escludere sulle opere idrauliche la privativa degli architetti, riservandola ai soli ingegneri (v. CdS 416/1998; CdS 19/2/1990 n. 92; CdS 22/5/2000 n. 2938, TAR Lombardia 897/1997, allegati). Anche perché, secondo l’autorevole pronunciamento della Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici, vi è “l’esclusiva competenza degli ingegneri in materia di lavori relativi alle vie ed ai mezzi di trasporto, di deflusso e di comunicazione, alle costruzioni di ogni specie, alle macchine e agli impianti industriali, nonché alle applicazioni della fisica, i rilievi geometrici e le operazioni di estimo, a meno che dette opere non siano strettamente connesse con singoli fabbricati”. (determinazione 21/12/2000, allegata). Ferma restando la piena competenza degli ingegneri in tema di opere idrauliche, deve rilevarsi come riguardo la relazione idraulica non si siano rinvenuti documenti relativi ai geologi, mancando precedenti precisi sul punto. Data la peculiarità della questione sembra opportuno muoversi con prudenza, ma per quanto fin qui riferito sembra potersi affermare in via interpretativa che se il concreto incarico conferito non presenta attinenza e legame con rilevazioni e indagini geologiche non possono i geologi redigere relazioni idrauliche. In questi termini è il parere richiesto, in base alla documentazione disponibile, mentre l’Ordine di Torino vorrà cortesemente segnalare ogni novità intervenuta sulla questione. Allegati: a) art. 3 L. 112/1963; b) parere CNI del 2001; c) CdS n. 416 del 1998; d) CdS n. 92 del 1990; e) CdS n. 2938 del 2000; f) Tar Lombardia n. 897 del 1997; g) Autorità Vigilanza LL.PP. 21/12/2000. inarcos 415 notiziari 416 originario proposto dall’Arch. Valdemaro Nigra rimanendo ferma la deliberazione n. 60131 del 17 novembre 1986 di annullamento della deliberazione del Consiglio Comunale di Rivoli del 23 ottobre 1986 di affidamento dell’incarico per lo studio del riutilizzo delle sorgenti dell’acquedotto di “Buttigliera” all’arch. Valdemaro Nigra. A) Ed invero a giudizio del Collegio, così come ritenuto dalla III Sezione (parere n. 1538 in data 11 dicembre 1984) e dalla IV Sezione (sentenza n. 92/90 del 17 febbraio 1990) del Consiglio di Stato, non rientrano nelle competenze dell’architetto le opere idrauliche. La tesi del giudice di primo grado secondo cui la regola discendente dalla interpretazione degli artt. 51 e 52 del R.D. n. 2537/1925 è che ingegneri ed architetti possono fungibilmente essere incaricati dello svolgimento di eguali prestazioni tecnico-professionali individuate con la ampia accezione di opere di edilizia civile e che, di contro, l’art. 51 del richiamato Regio Decreto riserva ai soli ingegneri alcune competenze così come, il successivo art. 52, II comma, riserva ai soli architetti altre attribuzioni, non può essere condivisa. Secondo questa impostazione la mancata esplicita previsione delle opere idrauliche tra le competenze espressamente riservate agli ingegneri giustificherebbe la possibilità di affidamento delle stesse ad un architetto. Il quadro normativo di riferimento suggerisce una lettura diversa. L’art. 51 del R.D. 23 ottobre 1925 n. 2537 determina la competenza degli ingegneri nella progettazione e conduzione dei lavori per “estrarre ed utilizzare i materiali direttamente od indirettamente occorrenti per le costruzioni e per le industrie, dei lavori relativi alle vie ed ai mezzi di trasporto di deflusso e di comunicazione, alle costruzioni di ogni specie, alle macchine ed agli impianti industriali, nonchè, in generale, alle applicazioni della fisica, i rilievi geometrici e le operazioni di estimo”. In tale formulazione ampia e comprensiva sono ricomprese le costruzioni stradali, le opere igienico-sanitarie (acquedotti, fognature ed impianti di depurazione) gli impianti elettrici, le opere idrauliche e, di certo, anche le opere di edilizia civile (nella espressione “costruzioni di ogni specie”). L’art. 52 dello stesso Regio Decreto dispone che rientrano nella competenza comune di ingegneri ed architetti le “opere di edilizia civile” ed il raccordo con la norma che precede indica che inarcos questa categoria è stata individuata nell’ambito della più ampia e generale competenza degli ingegneri “per costruzioni di ogni specie”. Il secondo comma dello stesso articolo 52 riserva agli architetti le opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico e di restauro ed il ripristino degli edifici di interesse storico-artistico. Tuttavia la parte residua (e quindi i calcoli, i rilievi geometrici, le tecniche di intervento strutturale, la parte ricostruttiva) rientra in altra ipotesi di competenza comune. Non sembra corretto sostenere, su tali basi normative, che la regola da valere, salvo eccezione espressamente individuata, sia quella della equivalenza delle competenze professionali di ingegneri ed architetti. Peraltro - e l’argomento assume un rilievo decisivo per la verifica dei contenuti dispositivi degli artt. 51 e 52 del R.D. n. 2537 del 1925 - come ha osservato con puntualità la IV Sezione del Consiglio di Stato nella decisione richiamata in precedenza, l’art. 54, ultimo comma, del R.D. 23 ottobre 1925 n. 2537 contempla un allargamento della competenza degli architetti, per i soli professionisti appartenenti a questa categoria che abbiano conseguito il diploma di architetto civile, in questi termini: “sono autorizzati a compiere le attività di cui all’art. 51” (vale a dire quelle riservata agli ingegneri) “ ad eccezione però di quanto riguarda le applicazioni industriali e della fisica, nonché i lavori relativi alle vie, ai mezzi di comunicazione e di trasporto ed alle opere idrauliche”. Questa disposizione assume un senso logico solo se la dizione “opere di edilizia civile” viene interpretata in modo letterale e non estensivo: se le opere di diverso genere fossero comprese nella dizione edilizia civile l’eccezione disposta - sia pure transitoriamente per alcuni architetti non avrebbe alcun significato. Pertanto, con riguardo al caso di specie, trattandosi di un’opera idraulica questa, a tenore delle norme richiamate, è testualmente esclusa dalla competenza degli architetti che non abbiano conseguito il diploma di architetto civile e non possono avvalersi della ripetuta norma transitoria. B) Rimane da puntualizzare che non convincono le ulteriori argomentazioni addotte dal giudice di primo grado a sostegno della tesi accolta nella sentenza appellata: a) non si vede quale valore possa assumere la disciplina unitaria dei compensi professionali previsti per le due catego- rie posto che la questione in esame è ben diversa e riguarda la possibilità dal se sia consentito agli architetti svolgere una certa attività dopo di che, sciolto il quesito in termini positivi, è ben comprensibile che il compenso da corrispondere al professionista a qualsiasi categoria appartenga sia uniforme. Nè le disposizioni sulla determinazione delle tariffe professionali possono in alcun modo incidere sull’ambito della attività propria della singola professione; b) l’opera di cui trattasi trova collocazione agevolmente nella dizione “costruzioni di ogni specie” nonché nell’altra ”in generale alle applicazioni della fisica” entrambe contemplate dall’art. 51 del R.D. n. 2537 del 1923; c) sulla riconducibilità delle opere idrauliche all’art. 51 e sul significato della dizione “opere di edilizia civile” si è già detto. 3) Ricorrono giusti motivi per compensare. tra le parti le spese di giudizio. P.Q.M. Il Consiglio di Stato, Sezione V, definitivamente pronunciando sul ricorso in appello indicato in epigrafe lo accoglie e per l’effetto, in riforma della sentenza appellata, rigetta il ricorso proposto in primo grado. Spese compensate. Ordina che la presente decisione sia eseguita dall’Autorità amministrativa. ALLEGATO 4 Tar Campania, Napoli, n.2751 /1998 ARCHITETTI – OPERE IDRAULICHE – AMPLIAMENTO RETE IDRICA – COMPETENZA - ESCLUSIONE Gli incarichi relativi all’ammodernamento e ampliamento della rete idrica comunale non possono essere conferiti ad architetti, avendo le opere idrauliche un carattere marcatamente tecnico-specifico. ALLEGATO 5 Tar Calabria, Catanzaro, n.354/2008 Con atto notificato in data 20.1.1998 e depositato in data 30.1.1998, il ricorrente Consiglio dell‘Ordine degli Ingegneri di Crotone premetteva che, con la delibera n. 288 del 1997, la Giunta Comunale di Cutro aveva approvato un bando per l’affidamento dell’incarico progettuale per la realizzazione di opere per il recupero, risanamento e potenziamento della rete di distribuzione idrica. Esponeva che, successivamente, con l’ epi- OMISSIS DIRITTO OMISSIS 2. Nel merito, parte ricorrente deduce che, nella specie, la competenza per la redazione del progetto per la realizzazione di opere per il recupero, risanamento e potenziamento della rete di distribuzione idrica sarebbe attribuita ex lege esclusivamente alla figura professionale dell’ingegnere. Il capo IV del Regolamento per le Professioni d’Ingegnere e di Architetto, approvato con Regio Decreto 23 ottobre 1925 n. 2537, di esecuzione della legge 24 giugno 1923 n. 1395 disciplina l’oggetto ed i limiti delle competenze spettanti alle due figure professionali. L’art. 51 del R.D. 23 ottobre 1925 n. 2537 determina la competenza degli ingegneri nella progettazione e conduzione dei lavori per “estrarre ed utilizzare i materiali direttamente od indirettamente occorrenti per le costruzioni e per le industrie, dei lavori relativi alle vie ed ai mezzi di trasporto di deflusso e di comunicazione, alle costruzioni di ogni specie, alle macchine ed agli impianti industriali, nonché, in generale, alle applicazioni della fisica, i rilievi geometrici e le operazioni di estimo”. In tale formulazione ampia e comprensiva sono ricomprese le costruzioni stradali, le opere igienico -sanitarie (acquedotti, fognature ed impianti di depurazione), gli impianti elettrici, le opere idrauliche e, di certo, anche le opere di edilizia civile (nella espressione “costruzioni di ogni specie”). L’art. 52 del medesimo Regio Decreto dispone che rientrano nella competenza comune di ingegneri ed architetti le “opere di edilizia civile” ed il raccordo con la norma che precede indica che questa categoria è stata individuata nell’ambito della più ampia e generale competenza degli ingegneri “per costruzioni di ogni specie”. Il medesimo art. 52, comma II, riserva alla competenza degli architetti le opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico e di restauro ed il ripristino degli edifici di interesse storico -artistico. Tuttavia la parte residua (e quindi i calcoli, i rilievi geometrici, le tecniche di intervento strutturale, la parte ricostruttiva) rientra in altra ipotesi di competenza comune. Orbene, non vi è dubbio che nella nozione di “opere di edilizia civile” siano da comprendere tutte le opere anche connesse ed accessorie, purché, ovviamente, si tratti di pertinenze al servIzIo di singoli fabbricati o complessi edilizi. Peraltro (e l’argomento assume un rilievo decisivo ai fini della verifica dei contenuti dispositivi degli artt. 51 e 52 del R.D. n. 2537 del 1925), l’art. 54, ultimo comma, del R.D. 23 ottobre 1925 n. 2537 contempla un allargamento della competenza degli architetti, per i soli professionisti appartenenti a questa categoria che abbiano conseguito il diploma di architetto civile, in questi termini: “sono autorizzati a compiere le attività di cui all’art. 51” (vale a dire quelle riservata agli ingegneri) “ad eccezione però di quanto riguarda le applicazioni industriali e della fisica, nonché i lavori relativi alle vie, ai mezzi di comunicazione e di trasporto ed alle opere idrauliche”. Ne consegue, su tali basi normative, che la regola da valere, salvo eccezione espressamente individuata, non può affatto essere quella della equivalenza delle competenze professionali di ingegneri ed architetti. E’ infatti pacifico che la progettazione delle opere viarie, idrauliche ed igieniche, che non siano strettamente connesse con i singoli fabbricati, sia di pertinenza degli ingegneri (cfr.:Cons. Stato, Sez. V, 6 aprile 1998, n. 416; Sez. IV, 19 febbraio 1990, n. 92; Sez. III, Il dicembre 1984, n. 1538). Nella specie sub esame, l’affidamento dell’incarico per la realizzazione di opere per il recupero, risanamento e potenziamento della rete di distribuzione idrica comunale non può essere riconducibili all’alveo della progettazione di “opere di edilizia civile”, ma piuttosto rientra nell’ambito delle opere di ingegneria idraulica, che, ai sensi degli artt. 51 e 54 del precitato R.D. 23 ottobre 1925 n. 2537, va considerata come testualmente esclusa dalla competenza degli architetti. In definitiva è, quindi, da escludere che l’incarico in questione possa essere conferito ad architetti, rientrando nella competenza esclusiva degli ingegneri, come espressamente attribuita ex lege. Pertanto, il ricorso si appalesa fondato e, per l’effetto, va annullato l‘impugnato provvedimento. ALLEGATO 6 Deliberazione Autorità per la Vi gilanza sui Contratti pubblici n. 316 del 20 dicembre 2007 Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture Deliberazione n 316 - Adunanza del 20 dicembre 2007 Oggetto: 1. Incarico di progettazione di “Sistemazione idraulica Torrente Borbera ed Agnellasca”, L. n. 662/ 1996, L. n. 208/1998. Euro 13.286,00 2. Incarico di progettazione di “Sistemazione idraulica Torrente Borbera e Torrente Besante”, L. n. 662/1996, L. n. 20811998. Euro 13.139,99 Stazione appaltante: Comunità montana Val Borbera e Valle Spinti notiziari grafata delibera n. 329 del 20.11.1997, la precitata Giunta Comunale di Cutro affidava l’incarico per la redazione del relativo progetto ad una equipe di tecnici, tra cui 5 ingegneri ed i due controinteressati intimati, esercenti la professione di architetto. Avverso l’operato dell’amministrazione comunale, parte ricorrente deduceva, con unico motivo di diritto: -violazione degli artt. 51 e 52 R.D. 23 ottobre 1925 n. 2537; Secondo parte ricorrente, nella specie, la competenza per la redazione del suddetto progetto sarebbe attribuita ex lege esclusivamente alla figura professionale dell’ ingegnere. Concludeva per l’accoglimento del ricorso, con vittoria di spese. Considerato in fatto E’ pervenuto ali’Autorità l’esposto dell’ing. Giorgio Cremonte di Tortona (AL), con cui sono segnalate presunte irregolarità nell’affidamento degli incarichi di progettazione in oggetto da parte della Comunità montana Borbera e Spinti, con determinazioni dirigenziali del 20.10.2006 e successivi disciplinari d’incarico del 9.11.2006. In particolare, si contesta la competenza dei geometri incaricati a svolgere la prestazione, trattandosi di progettazione di opere idrauliche rientrante nelle attribuzioni esclusive degli ingegneri. Anche l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Alessandria, con nota del 21 giugno 2001 indirizzata all’ Autorità, ha ribadito gli argomenti addotti dal suo iscritto circa l’incompetenza professionale dei progettisti incaricati, evidenziando altresì che l’incarico di cui al punto l in oggetto, è stato affidato senza alcun confronto concorrenziale, in violazione dell’art. 91, comma 2, del D.lgs. n. 163/2006. Inoltre, considerato che per lo svolgimento dell’incarico, e in particolare per la redazione della relazione idrologica richiesta dalle norme vigenti, il professionista incaricato si è avvalso della collaborazione di un ingegnere, l’Ordine ha ipotizzato anche la ricorrenza della fattispecie illegittima del subappalto di progettazione di cui all’art. 91, comma 3, del citato D.lgs. n. 163/2006. La Stazione appaltante, interpellata al riguardo, ha prodotto le proprie contro- inarcos 417 notiziari deduzioni con nota del 18.10.2007, sostenendo in particolare che: – i progetti commissionati, essendo relativi alla posa di massi a secco e al disalveo dei torrenti, sono pienamente alla portata di geometri; - la redazione della relazione idraulica, in quanto “elaborato specialistico”. può essere oggetto di subappalto ai sensi dell’art. 91 comma 3 del D.lgs. n. 163/2006; peraltro. ai sensi dell’art. 118 comma 12 dello stesso decreto, non è da considerarsi subappalto l’affidamento di attività specifiche a lavoratori autonomi; - la procedura adottata per gli affidamenti è conforme a quanto previsto dall’art. 57, comma 5, lett. b (“ripetizione di servizi analoghi”) e all’art. 125, comma 11 (affidamento in economia per servizi di importo inferiore a 20.000 Euro) del D.lgs. n. 163/2006. Con successiva nota del 27.11.2007, la Stazione appaltante, su richiesta dell’ Autorità, ha fornito copia della predetta relazione idrologica. nonché dei contratti relativi ai precedenti incarichi affidati. Ritenuto in diritto 1. Alla luce della normativa vigente, la progettazione di consistenti opere idrauliche e in particolare di interventi di sistemazione di corsi d’acqua. non rientra nelle attribuzioni dei geometri. Difatti, il R.D. 274/1929 limita le competenze dei geometri alle “... piccole opere inerenti alle aziende agrarie, come strade vicinali senza rilevanti opere d’arte, lavori di irrigazione e di bonifica, provvista d’acqua per le stesse aziende e riparto della spesa per opere consorziali relative, esclusa, comunque, la redazione di progetti generali di bonifica idraulica ed agraria e relativa direzione”. Anche in base ai criteri interpretativi dettati dalla giurisprudenza, le prestazioni in parola devono ascriversi alla competenza esclusiva del tecnico ingegnere, trattandosi di attività non riconducibili ai canoni di minore complessità progettuale propri delle attribuzioni del geometra. Non possono, infatti, non considerarsi i rilevanti riflessi di tale attività progettuale sul profilo della sicurezza di persone e cose, nonché le approfondite conoscenze idrauliche e idrologiche che essa richiede. Ad esempio, nell’ambito dello studio della rete idrografica o delle piene ordinarie e straordinarie, la relazione svolta dal tecnico geometra ha affrontato delicate valutazioni quali: l’analisi idrologica del bacino idraulico che sottende l’intervento, la scelta del 418 inarcos caso critico, l’adozione del modello matematico per la indicazione del coefficiente di deflusso, la scelta del metodo più adatto alla valutazione delle portata della piena. Sotto questo profilo, non sono accoglibili le deduzioni della stazione appaltante, secondo cui l’intervento rientra nelle competenze del geometra in quanto consistente unicamente in lavori di completamento di scogliere a secco e di disalveo. Tali opere, infatti, ancorché relativamente elementari dal punto di vista esecutivo, devono comunque risultare da scelte progettuali complesse, fondate su una elaborazione intellettuale afferente all’ambito dell’ingegneria idraulica, come sopra evidenziato. Gli interventi che riguardano la morfologia degli alvei, infatti, si ripercuotono sulla dinamica fluviale e, incidendo sulla capacità di invaso del fiume, possono avere riflessi non facilmente preventivabile sia in termini di reazione alle piene, sia in ordine ad altri aspetti (come la stabilità delle opere di attraversamento o il funzionamento delle falde sotterranee). La complessità del progetto, inoltre, deve ritenersi prescindente dall’entità economica dell’intervento, con la conseguenza che in linea generale il costo contenuto dell’opera non si traduce immediatamente in una maggiore semplicità o tenuità della progettazione. Ad ulteriore conferma, si consideri il consolidato orientamento giurisprudenziale (ex plurimis, Cons. Sto sez. IV, 22 maggio 2000 n. 2938) che esclude dalle competenze finanche degli architetti la progettazione di opere idrauliche non stretta.mente connessa con i singoli fabbricati. Ciò posto, la progettazione a firma di un geometra in materia riservata alla competenza professionale degli ingegneri, come quella in questione, deve considerarsi illegittima e può configurare l’esercizio abusivo della professione di cui all’art. 348 c.p. (Cass. penale, Sez. VI, 20/11/2007, sentenza n. 42790). Né vale. a rendere legittimo in tale ambito un progetto redatto da un geometra, che esso sia stato vistato o controfirmato da un ingegnere ovvero che un ingegnere esegua, ad esempio, la parte di relativa competenza (ad es., i calcoli del cemento armato), perché è il professionista competente che deve essere altresì titolare della progettazione (Cass. Civile Sez. Ir, 26/0712006, sentenza n. 17028). Nel caso in esame, pertanto, non rileva che il geometra incaricato si avvalga della professionalità di un ingegnere per la verifica idraulica e la redazione della relativa relazione; tale circostanza pone, anzi, in questione la configurabilità della fattispecie illegittima del subappalto di progettazione già ipotizzata dall’Ordine degli Ingeneri, atteso che, per quanto riferito dallo stesso Ordine, detto ingegnere non fa parte della struttura professionale del progettista incaricato. A tal riguardo si ricorda che l’art. 91 comma 3 del D.lgs. n. 163/2006 (come, in precedenza. l’art. 17 comma della legge n. 109/94) stabilisce il divieto di subappalto per le prestazioni di progettazione, direzione lavori e coordinamento sicurezza, “fatta eccezione per le attività relative alle indagini geologiche. geotecniche e sismiche. a sondaggi, a rilievi, a misurazioni e picchettazioni, alla predisposizione di elaborati specialistici e di dettaglio, con l’esclusione delle relazioni geologiche, nonché per la sola redazione grafica degli elaborati progettuali . .. Le prestazioni escluse dal divieto di subappalto sono per l’appunto quelle accessorie alla progettazione vera e propria, consistenti in “attività materiali” con funzione solo “ricognitiva o valutativa dell’esistente” e non “creative od elaborative” (Consiglio di Stato, Sez. n. parere n. 1855 del 12.11.2003). Inoltre, per “elaborati specialistici” menzionati dalla norma è ragionevole intendere quelli afferenti a competenze specialistiche diverse da quelle necessarie per lo svolgimento della prestazione principale. Ad esempio, nella progettazione di un edificio multipiano non è legittimo subappaltare l’esecuzione dei calcoli del cemento armato che costituiscono parte integrante del progetto strutturale e quindi concorrono a definire la professionalità necessaria per lo svolgimento dell’incarico di progettazione. Pertanto si deve ritenere che la verifica idrologica di cui trattasi, in quanto attività “elaborativa” intrinsecamente connessa allo svolgimento di un incarico di sistemazione idrologica, non possa essere subappaltata allo scopo di rendere accessibile l’incarico principale a professionalità diverse da quelle ad esso deputate. Quanto alla rilevanza dell’art. 118 comma 12 del D.lgs. n. 163/2006, richiamato dalla S.A., in base ad un’interpretazione sistematica della norma, esso non è applicabile ai servizi tecnici la cui disciplina è contenuta nella norma speciale recata dall’art. 91 dello stesso decreto. Una interpretazione diversa, infatti, condurrebbe al risultato para- termini e secondo le valutazioni precedentemente formulate. 2 Rileva che la progettazione di opere di sistemazione idraulica di corsi d’acqua rientra nelle competenze esclusive dell’ingegnere. 3 Rileva che lo svolgimento della progettazione richiamata in oggetto da parte di professionisti geometri è illegittima e che pertanto non abilita la Stazione appaltante al pagamento dei compensi professionali. 4 Rileva che il subaffidamento delle attività di verifica idrologica ad un ingegnere è in contrasto con l’art. 91, comma 3, del D.lgs. n. 163/2006 e s.m., inerente il divieto di subappalto dei servizi di ingegneria. 5 Rileva che l’assegnazione degli incarichi in parola tramite affidamento diretto non è conforme alle indicazioni dell’art. 57, comma 5, lett. b) e del1’art. 125, comma 11 del D.lgs. n. 163/2006 (in via transitoria DPR n 384/2001), non ricorrendo i presupposti per l‘applicazione delle norme citate. 6 Manda al Servizio Ispettivo di trasmettere la presente deliberazione all’esponente e alla Stazione appaltante, affinchè questa faccia conoscere, entro 30 (trenta) giorni dalla ricezione del presente atto, le misure che intende adottare per conformarsi alle indicazioni dell’Autorità. 7 Manda al Servizio Ispettivo di trasmettere, per opportuna conoscenza, la pre deliberazione anche all’Os serva torio regionale della Regione Piemonte. ALLEGATO 7 Parere CNI 15/01/2007 QUESITO SULLE COMPETENZE PROFESSIONALI IN MATERIA DI RELAZIONI IDRAULICHE Si richiede parere sulle competenze professionali in tema di relazioni idrauliche, alla luce della istanza di un iscritto, corredata dalla nota informativa trasmessa alle Autorità provinciali dell’Ordine Regionale dei Geologi della Liguria. Sulla questione è possibile osservare quanto segue. La fattispecie rappresentata è assai specifica, per cui è giocoforza in simili casi ricorrere a criteri e regole più generali, non essendovi precedenti sul caso puntuale. Si riportano quindi i precedenti e più rilevanti pareri CNI sull’argomento, datati 27/9/2001, 4/6/2002 e 16/7/2002, rinvenibili sulla Banca dati Internet del Consiglio Nazionale. Ne emerge in primo luogo la indiscussa competenza degli ingegneri a realizzare le opere idrauliche, e la contestuale assenza di una attribuzione di potestà progettuale in materia in capo ai geologi (v. allegati). Anche le parti del DPR 5/6/2001 n. 328 richiamate dall’Ordine regionale dei geologi -laddove si fa riferimento alle “analisi e mitigazione dei rischi geologici”, alle “analisi e la modellazione dei sistemi relativi ai processi geoambientali” e alla “idraulica agraria e sistemazioni idraulico forestali” -devono essere lette in coordinamento con il secondo comma dell’art. 1 del medesimo Regolamento, ove è espressamente stabilito (tra le NORME GENERALI) che: “Le norme contenute nel presente regolamento non modificano l’ambito stabilito dalla normativa vigente in ordine alle attività attribuite o riservate, in via esclusiva o meno, a ciascuna professione”. Non risulta quindi corretto, alla luce del chiaro dettato legislativo, far leva sul disposto degli artt. 41 e 42 del DPR 328 per tentare di ampliare le proprie competenze come definite dalla rispettiva legge professionale. Inoltre, per avvalorare la propria posizione e le proprie rivendicazioni l’Ordine regionale dei Geologi richiama, nell’ordine, alcune parti del DPR 328, una tariffa di settore, i decreti ministeriali sulle classi delle lauree universitarie (definiti “attribuzioni curriculari”), la consuetudine e i corsi di formazione. Ebbene, è facile replicare che nessuno di questi “argomenti” è pertinente allo scopo o possiede un qualche valore giuridico. Degli artt. 41 e 42 DPR 328 si è già detto. Per quanto riguarda le previsioni tariffarie o sugli esami di Stato la giurisprudenza amministrativa e civile è pacifica nell’escludere l’idoneità delle tariffe a delimitare o modificare le competenze professionali. Per il Consiglio di Stato 31/5/2003 n. 3039, ad es., “le tariffe” sono provvedimenti inidonei a delimitare le competenze professionali, mentre per la Corte di Cassazione, sez. III, 7/7/1999 n. 7023: “compito della tariffa professionale non è quello di definire le competenze dei singoli professionisti, cui provvede la legge”. Ancora: per il Consiglio di Stato 6/4/1998 n. 416 “Né le disposizioni sulla determinazione delle tariffe professionali possono in alcun modo incidere sull’ambito dell’attività propria della singola professione” (in allegato). Di fronte a tali statuizioni del giudice amministrativo di secondo grado, e alla totale mancanza di sentenze favorevoli ad una legittimazione dei geologi sul punto, hanno rilievo nullo anche i pretesi richiami alla con- notiziari dossale di escludere dal divieto di subappalto tutti i servizi di ingegneria affidati a liberi professionisti. In ultimo. è stato affermato in giurisprudenza (Cass. Civ. sez. II, sent. n. 17028/ 2006 cit.) che, stante l’illegittimità dell’incarico ad un professionista non laureato, in siffatte circostanze la S.A. non può liquidare alcun compenso al progettista geometra, in mancanza del titolo legittimante, con la conseguenza che l’eventuale dazione di compenso professionale, anche in parte, può configurarsi come indebita. 2. In merito alle modalità di affidamento adottate (incarico diretto), è inconferente il richiamo. effettuato dalla S.A.. alle disposizioni dell’art. 57, comma 5, lett. b) e dell’art. 125. comma 11, del D.lgs. n. 163/2006. Si rileva, infatti, che l’affidamento diretto allo stesso aggiudicatario di servizi (o lavori) analoghi a quelli precedentemente affidatigli, ai sensi dell’art. 57, comma 5, lett. b) - in seguito modificato dal D.lgs. n. 113/2007, che ha espunto il riferimento ai lavori - è ammesso solo al ricorrere di particolari condizioni (in particolare, l’espletamento di una procedura aperta o ristretta per affidare il primo contratto, la previsione dell’ipotesi di ripetizione del servizio nel contratto iniziale); condizioni che non risultano soddisfatte nella presente fattispecie. Si osserva, altresì, che in base all’art. 125 del D.lgs. n. 163/2006 (in via transitoria DPR n. 384/2001, ex art. 253 comma 22 del citato decreto n. 163/06), l’affidamento in economia di servizi di progettazione è consentito al ricorrere di determinati presupposti. Esso deve conseguire a un provvedimento di carattere generale della Stazione appaltante, che abbia preventivamente definito, con riguardo alle proprie esigenze, quali siano le tipologie di servizi affidabili con tali modalità, provvedimento che non risulta adottato dalla Comunità montana. (II ricorso all’acquisizione in economia è altresì consentito nei casi previsti dal comma 10, secondo periodo, del citato art. 125, tra cui non rientra il caso in esame.) Ove sia ammesso l’affidamento in economia, e più precisamente mediante cottimo fiduciario, è possibile procedere all’affidamento diretto solo per prestazioni di importo inferiore a 20.000 Euro. mentre al di sopra di tale soglia e fino a 100.000 è obbligatorio il confronto concorrenziale tra almeno cinque operatori economici. In base a quanto sopra considerato .. Il consiglio 1 Approva la presente deliberazione nei inarcos 419 notiziari suetudine (7) e alla organizzazione di specifici corsi:è la legge che deve prevedere e fissare le competenze professionali. Si rammenta, inoltre, che con determinazione datata 21/12/2000 l’Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici ha ribadito la esclusiva competenza degli Ingegneri -tra l’altro -sui mezzi di trasporto, di deflusso e di comunicazione, nonché per le costruzioni di ogni specie e le applicazioni della fisica (v. allegati). In base a un tale quadro normativa sembra allora più corretto, come riportato nel parere 16/7/2002, escludere la competenza dei geologi in tema di relazioni idrauliche, per la mancanza di una positiva legittimazione sul punto, salvo che il concreto incarico conferito non presenti attinenza e legame con rilevazioni e indagini geologiche. Allegati: 1) parere CNI 27/9/ 2001 (dv07838); 2) parere CNI 4/6/2002 (dv07702); 3) parere CNI 16/7/2002 (dv07751) 4) CdS n. 3039/2003 (massima) (sz08719); 5) CdS n. 416/1998 (sz05331); 6) Determinazione Autorità Vigilanza LL PP 21/12/2000. RASSEGNA STAMPA Ieri gli stati generali al Minngiustizia. Grazie al confronto si ricompatta il fronte diviso fra Cup e Pat Alfano mette d’accordo gli ordini Dalle professioni un testo condiviso sui principi generali 16 aprile 2010 Ormai non ci sono dubbi: la riforma delle professioni si farà. Entro la fine della legislatura e con il contributo di tutti gli ordini e i collegi. Non aspettavano che questa rassicurazione i 25 presidenti dei rispettivi consigli nazionali ricevuti, ieri, nell’exsala verde (ora dedicata al giudice Rosario Livatino) del ministero della giustizia. E proprio in quella stanza di via Arenula tutte le rappresentanze del Cup e del Pat, ascoltate una ad una, hanno manifesto la volontà unitaria di arrivare compatti, al di là delle sigle e al più presto, ad un testo condiviso di principi generali a seguito del quale poi saranno predisposte leggi ad hoc per ogni categoria. È da lì infatti, ha precisato il ministro della giustizia Angelino Alfano, che si partirà per mette- 420 inarcos re a punto una riforma che, innanzitutto, ponga al centro il cittadino, garantendo «un’alta qualità delle prestazioni rese dai professionisti, tariffe chiare e trasparenti che non siano un labirinto ma un rettilineo e assicurando ai professionisti la dignità e il prestigio che derivano dall’essere laureati e aver superato un’abilitazione professionale», e mentre arriva quindi l’ennesima stoccata alle liberalizzazioni del decreto Bersani, il guardasigilli ribadisce la volontà di portare a casa una riforma «attesa da decenni e che potrà incentivare la ripresa economica del paese». Ma affinché gli obiettivi siano centrati, il ministro non solo ha esortato a far presto, ma ha spinto gli ordini a far leva sulle proprie rappresentanze territoriali nel far veicolare, con maggiore forza, il messaggio di riforma. E il mondo delle professioni ha risposto compatto alle parole di Alfano. “Oggi le professioni», ha dichiarato Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni (Cup), «hanno dimostrato piena unità a testimonianza che quando si parla di questi temi, le differenze non esistono. Ecco perché come Cup convocherò tutti, Pat (i professionisti dell’area tecnica che sono usciti dal Cup, ndr) compreso, per definire al più presto una legge di principi espressione dei 25 ordini. E una scommessa decisiva, ma credo che il mondo professionale abbia le carte per vincerla». «Finalmente», ha detto il munero uno dei dottori commercialisti ed esperti contabili Claudio Siciliotti, «un’ipotesi di riforma che parte da una chiara definizione di professione, quelle cioè a cui si accede dopo aver superato l’esame di stato previsto dall’articolo 33 della Costituzione». E nell’esprimere il plauso dell’aver abbandonato il sistema duale, Siciliotti ha poi indicato le priorità per la categoria: introduzione di un modello societario ad hoc, formazione obbligatoria, riconoscimento di percorsi di specializzazione. Il riferimento alla Costituzione è arrivato anche dal presidente del notariato Paolo Piccoli che ribadisce comunque che le specificità della professione necessitano una serie di garanzie: «Tariffa chiara, trasparente e inderogabile e impossibilità di forme organizzative societarie che mettano a rischio la funzione stessa, come il socio di capitali», Piena soddisfazione dal presidente del Cnf Guido Alpa soprattutto perché “la legge quadro corrisponde esattamente al testo di riforma dell’ordinamento forense predisposto da tutte le componenti dell’avvocatura istituzionale e associata», così come da parte del presidente degli ingeneri, Gianni Rolando soprattutto perché per la prima volta è stato evi- denziato il ruolo e la funzione sociale delle professioni. È proprio per questo che dobbiamo dimostrare di non avere divisioni e presentare compatti una proposta unitaria Ora non deve esistere Cup o Pat. Sulla stessa scia anche Giuseppe Jogna che parlando in rappresentanza del Pat, ha espresso grande apprezzamento per le parole del ministero: “E un’occasione storica che nessuno può permettersi di fallire e faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità”, Della stessa opinione Andrea Sisti, presidente degli agronomi e forestali, che ha precisato come questa sia una possibilità da non perdere e davanti alla quale le professioni tecniche si sono presentate unite e compatte». Soddisfazione per l’impianto della riforma anche per Pietro De Paola numero uno dei geologi che ha precisato «ricalca esattamente le aspettative, più volte da noi espresse di un ammodernamento delle norme che sia tale da garantire prestazioni professionali all’insegna della qualità e della tutela dei cittadini”. I I vertici degli ordini sulla sentenza della Cassazione in materia di verifiche fiscali Professionisti preoccupati Chi controlla non può avere una licenza senza limiti DI BENEDETTA PACELLI 11.05.2010 Non si può pensare che chi controlla abbia una licenza senza limiti. Né che si utilizzi la deroga al segreto concessa dal giudice per allungare l’occhio su carte e rapporti di un cliente che nulla entra rispetto all’accertamento richiesto al professionista. È una sentenza che proprio non va giù ai professionisti quella della cassazione Sezioni Unite civili 11082/2010 (si veda dell’8-05-10) con la quale è stato stabilito che tutta la documentazione o la corrispondenza tra clienti e professionista (nel caso specifico si tratta di un avvocato) possono essere esaminati dalla Guardia di finanza alla ricerca di attività professionali fiscalmente rilevanti e non dichiarate. Una decisione che, per Guido Alpa presidente del Consiglio nazionale forense, presenta luci e ombre. Perché, «se è senz’altro condivisibile, in linea di principio, l’assunto per cui il segreto professionale è un istituto posto a tutela del diritto di difesa del cliente, e non un privilegio del professionista» è altrettanto vero che Trainata da due maxi bandi di servizi nel 1° quadrimestre L’ingegneria risale Baglioni: grave il Cipe disatteso DI MARCO SOLAIA 12.05.2010 Sono i maxi appalti di servizi tecnici e di progettazione a salvare il mercato del- l’ingegneria e dell’architettura dalla crisi; è infatti positivo il primo quadrimestre del 2010 rispetto al 2009, anche se il ribasso medio è salito al 37,1%. È quanto emerge dall’Osservatorio OiceInformatel del mese di aprile che registra due maxi bandi, pubblicati uno dall’IspraA e l’altro dalla regione Sicilia, che coprono il 65% dei 109 milioni di euro messi in gara complessivamente nel mese. Il primo quadrimestre si attesta su di un valore di 283,3 milioni di euro (230,7 sopra soglia) con un miglioramento rispetto all’analogo periodo del 2009: nonostante il numero delle gare scenda dell’1,7% (-28,0% sopra soglia e +2,2% sotto soglia), il loro valore cresce del 14,0% (+17,7% sopra soglia e +0,2% sotto soglia). Merito dei due maxibandi citati cui si aggiunge quello emesso a febbraio di 66 milioni pubblicato da ‘Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova spa. Rispetto ad aprile 2009, il mese che si è chiuso registra una diminuzione del numero del 5,2% (-30,4% sopra soglia e -1,6% sotto soglia) e un aumento del valore del 65,9% (+83,8% sopra soglia e +0,3% sotto soglia). In crescita, ormai costante e preoccupante, il dato del ribasso medio che è salito al 37,1% (era al 36,5% con i dati di marzo), con una punta del 70% nell’aggiudicazione della gara di progettazione emessa dalla Gesin.spa di Torino (per un importo a base d’asta di 510.656 euro). «Le preoccupazioni per l’instabilità del mercato», ha dichiarato il presidente Oice, Braccio Oddi Baglioni, «che quando cresce lo deve solo ai maxi bandi, sono rafforzate dal montare dei ribassi con cui vengono aggiudicate le gare. A ciò si aggiungono, però, alcuni problemi generali, irrisolti, che riguardano innanzitutto le risorse, in questo momento bloccate anche per interventi di manutenzione ordinaria: appare grave non avere dato seguito agli annunci relativi agli impegni di spesa approvati dal Cipe e all’avvio di quegli interventi per piccole e medie opere, che all’estero sono stati realizzati con successo proprio per tentare di sostenere la crescita e l’occupazione, Altrettanto grave», ha continuato il presidente Oice, «è non avere risolto il problema dei ritardati pagamenti, che sta mettendo in ginocchio l’intero settore; grave è anche il ritardo nel varo del regolamento che, a parte il problema della disciplina delle opere superspecialistiche, ben potrebbe essere messo a regime. Va peraltro detto che, in una situazione come questa, continuano a essere vara- te mini-modifiche al Codice dei contratti che rendono costantemente incerta la situazione di fondo. Anche su questo aspetto occorre chiarezza. Siamo disponibili a studiare, come stiamo facendo, alcuni correttivi al Codice, ma ciò deve avvenire garantendo una visione unitaria del disegno legislativo. Nel merito delle ipotesi di modifica riteniamo essenziale salvaguardare la centralità del progetto. Gli strumenti possono essere diversi: i referendum per risolvere le questioni dì consenso, le conferenze di servizi preliminari, una effettiva validazione del progetto, il ricorso a criteri reputazionali per i progettisti che premino i più efficienti e più affidabili. La richiesta dell’ingegneria e dell’architettura organizzata è, quindi», ha concluso Oddi Baglioni, «quella dì garantire che le poche risorse siano effettivamente spese in maniera efficiente, che chi ha già lavorato sia remunerato senza dovere aspettare anche più di un anno e che si definisca rapidamente il quadro normativo attuale e le eventuali ipotesi correttive da apportare». I notiziari questo non significa che «l’amministrazione possa utilizzare contro i clienti elementi magari acquisiti durante le verifiche disposte per vagliare la posizione del professionista- contribuente». Dito puntato anche sul profilo procedimentale. Secondo il numero uno degli avvocati il fatto che la Cassazione ritenga l’autorizzazione del pubblico ministero non autonomamente impugnabile di fronte al Tar ma solo di fronte al giudice tributario che eventualmente potrebbe sollevare questione di legittimità costituzionale, rischia di comportare difficoltà pratiche di tutela. È un classico episodio, commenta invece Marina Calderone presidente dei Consulenti del lavoro «in cui c’è la necessità di tutelare diverse esigenze, quella dell’interesse generale del principio di legalità, quella della privacy dei contribuenti non coinvolti alla verifica e quella dell’interesse professionale». Non c’è dubbio per la Calderone che è il principio di legalità a dover prevalere, «però è fondamentale che queste situazioni anche a livello giurisprudenziale vengano trattate con grande equilibrio per evitare derive inquisitorie che certo non giovano a uno stato di diritto. Ovviamente questo non fa venire meno la massima disponibilità dei professionisti a collaborare per incentivare l’emersione dall’economia sommersa». E di «deriva sostanzialista» parla poi il numero uno dei dottori commercialisti ed esperti contabili Claudio Siciliotti che vede in questo episodio il pericolo di andare verso «un filone meno garantisca e più sostanzialista». Certo, per il presidente del Cndcec, «il segreto professionale non può e non deve proteggere i reati, ma deve comunque esserci un indizio di reato. L’impressione è che si voglia far svolgere ai professionisti compiti di supplenza a quelli svolti normalmente dalla pubblica amministrazione e dall’accusa senza per altro riconoscergli il ruolo. Se dovesse prendere piede una posizione di questo tipo andremmo verso una pericolosa deriva sostanzialista». I Il documento Senza invio la multa è solo di 258 euro 17 maggio 2010 Il mio studio ha quattro pareti: sfido qualunque comune cittadino a dirmi con sicurezza quali sono portanti e quali no. Giancarlo Maussier, presidente di Federarchitetti Roma, ricorre a una provocazione per spiegare perché c’è bisogno del progettista anche per i piccoli lavori. Altro che lobby, quindi. Secondo i tecnici, la relazione con gli elaborati progettuali è il minimo indispensabile per evitare pericolosi fai-date tra le mura di casa. L’intervento di un tecnico rientra nella logica delle cose, perché c’è in gioco anche la sicurezza pubblica, aggiunge Fausto Savoldi presidente del Consiglio nazionale dei geometri. Il testo varato dalla Camera chiede che la relazione abbia “data certa” (anteriore almeno di un giorno all’apertura del cantiere) e che l’autore sia un tecnico abilitato senza rapporti di dipendenza con l’impresa o con il committente. inarcos 421 notiziari Quanto al progetto, rileva Savoldi, “servono” gli opportuni elaborati progettuali, quindi nei casi più semplici, come lo spostamento di una porta, potrebbe bastare una dichiarazione o una piantina. Non dovrà essere allegato, invece, il Durc dell’impresa appaltatrice, della quale basterà indicare il nome. “E questo è un grave errore-osserva Maussier perché si aprono le porte al lavoro nero. Così come è un errore aver previsto una sanzione di 258 euro per chi non fa la comunicazione: un importo così basso potrebbe indurre qualcuno a rischiare”. La parcella a carico del proprietario, secondo i tecnici, dovrebbe essere un po’ pió bassa di quella richiesta per la Dia “classica”. Gli adempimenti per il professionista sono sostanzilamente gli stessi - osserva Maussier - ma è probabile che la relazione sia pagata meno della Dia, vuoi per la concorrenza tra i tecnici, vuoi perché l’importo è sempre il frutto di una trattativa con il proprietario. Concorda Savoldi: “La libera competizione tra i tecnici limerà i prezzi al ribasso, senza dimenticare che questi compensi vengono concordati prima di effettuare i lavori”. Per avere un’idea, le attività professionali (progettazione architettonica e degli impianti, coordinamento della sicurezza, direzione dei lavori, rilascio del certificato energetico, calcoli, collaudo ed eventuale aggiornamento catastale) in Lombardia possono arrivare a pesare per il 15% del valore dei lavori, per interventi nell’ordine dei 50mila euro; nel Lazio, invece, l’incidenza si abbassa intorno al 10 per cento. I Lavori in casa subito al via ma servirà il progetto Eliminata la Dia c’è l’obbligo della relazione 17 maggio 2010 Semplificazione, per adesso, fa rima con confusione. Il tentativo di alleggerire la burocrazia per i piccoli interventi di edilizia domestica ha aperto mille incertezze tra i cittadini, ma anche tra gli amministratori locali. Nei giorni scorsi il Sole 24 Ore ha contattato un campione di 80 comuni, fingendo di dover effettuare un intervento di manutenzione straor- 422 inarcos dinaria all’interno di un alloggio. L’inchiesta è stata effettuata interpellando soltanto comuni delle regioni che non hanno leggi specifiche e in cui si applica immediatamente il Dl 40/2010. Il risultato è che nel 7,5% dei casi i tecnici comunali non hanno fornito una risposta univoca, mentre nel 36% hanno richiesto la presentazione della Dia, la denuncia d’inizio attività (il dettaglio dell’indagine è nell’articolo in basso). Una situazione di incertezza generata dal quadro ancora in evoluzione delle norme nazionali, ma anche dall’estrema frammentazione delle disposizioni locali. Una relazione in più La versione iniziale del Dl 40/2010, varato alla fine di marzo, introduceva una semplice comunicazione al comune – al posto della Dia – per i lavori di manutenzione straordinaria “leggera”, e per alcuni altri piccoli interventi. Padroni in casa propria, per riprendere un vecchio slogan politico. Nel percorso di conversione in legge, però, la Camera ha introdotto l’obbligo di allegare alla comunicazione una relazione firmata da un tecnico abilitato, che «asseveri» (cioè certifichi) la conformità dei lavori al piano regolatore e al regolamento edilizio comunale. Manca ancora l’ok del Senato, che deve arrivare entro il 25 maggio, ma il ministero dell’Economia sembra orientato a non ammettere modifiche. Semplificazione annullata, dunque? Non esattamente, perché, rispetto alla Dia classica, il proprietario potrà fare a meno di aspettare 30 giorni prima di dare il via ai lavori. Dove rischia di essere tutto come prima, invece, è sul fronte dei costi per il proprietario. Architetti e geometri sono convinti che la concorrenza ridurrà gli importi (si veda l’articolo a destra) ma – ad oggi – la relazione tecnica non si discosta troppo dalla Dia in termini di contenuti. Per lo spostamento di una porta o l’abbattimento di una parete, quindi, dovrebbero servire indicativamente 300 o 400 euro, fino ad arrivare ad alcune migliaia di euro per gli interventi più articolati. Un adempimento inutile, secondo gli amanti del laissez faire. Troppo poco, secondo alcuni tecnici – come l’Ordine degli architetti di Roma – che lamentano l’assenza, dalla relazione tecnica, della direzione lavori e del collaudo finale. nali sulle leggi regionali. A parte le regioni a statuto speciale e le province autonome, le altre potrebbero solo potenziare la semplificazione: estendendo la comunicazione ad altri interventi, oppure imponendo l’obbligo della relazione tecnica per altri interventi liberalizzati, o ancora stabilendo altri contenuti per la relazione tecnica. Non potrebbero, invece, pretendere la Dia per la manutenzione straordinaria. Il che pone un bel problema a tutte quelle regioni a statuto ordinario che, oggi, chiedono la Dia: Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Toscana e Umbria. La questione è dubbia sotto il profilo costituzionale (si veda il Sole 24 Ore di lunedì 10 maggio). La prima impressione, però, è che si andrà verso un graduale adeguamento. L’assessore emiliano all’Urbanistica, Gian Carlo Muzzarelli, ha convocato i propri tecnici per fine mese – quando il Dl sarà definitivo – e ha ipotizzato di introdurre un modello unico di relazione. La Lombardia, invece, subito dopo l’emanazione del decreto si era appellata alla clausola delle «più restrittive disposizioni previste dalla disciplina regionale», che sul territorio impone il titolo abilitativo (Dia o permesso di costruire). Ora però questa clausola è saltata e gli uffici del Pirellone stanno rivalutando il tutto: «Attendiamo la conversione in legge per prendere una posizione definitiva», fanno sapere. Tra le regioni che non hanno leggi specifiche, il neo-assessore piemontese Ugo Cavallera valuterà la possibilità di «ampliare la portata della semplificazione». E anche in Veneto gli uffici tecnici stanno studiando degli adeguamenti della normativa regionale. Se le leggi regionali saranno in qualche modo scavalcate dalla semplificazione, non così le prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali: ed è proprio su questo fronte che potrebbero annidarsi le complicazioni (e le confusioni) maggiori. I Immobili. Con le correzioni al Dl incentivi, relazione tecnica al posto della DIA Lavori in casa, serve il progetto Sulla semplificazione resta l’ostacolo delle norme locali 17 maggio 2010 Leggi locali superate Un’altra novità introdotta alla Camera è la prevalenza delle nuove regole nazio- La semplificazione delle pratiche edilizie per i piccoli lavori in casa “ritrova” il Dentisti, architetti, legali: clienti a caccia di low cost Si moltiplica l’offerta di consulenze a prezzi bassi Chiara Bussi 17 maggio 2010 Avvocati che “scendono in strada” e allo studio ovattato preferiscono il piano terra con tanto di vetrina. Dentisti che offrono prestazioni a prezzi scontati. O architetti che con l’aiuto del web forniscono una consulenza virtuale con un taglio dei costi. E persino psicologi che hanno sostituito il lettino di Freud con una semplice sedia e utilizzano la Rete per farsi conoscere. Per i professionisti è in atto una vera e propria mutazione genetica all’insegna del low cost e del 2,0. Un fenomeno che ha ricevuto una forte spinta dal decreto Bersani sulle liberalizzazioni del 2006 che ha abolito le tariffe minime e consentito ai professionisti di pubblicizzare la propria attività. E che la crisi, con l’esigenza di tenere sotto controllo il portafoglio, ha accentuato sempre di più. Anche se gli Ordini non lo accolgono con entusiasmo. (Si tratta ancora di un mercato di nicchia, un low cost di qualità chiarisce il presidente di Assolowcost Andrea Cinosi - con un valore stimabile tra i 20 e i 25 milioni di euro nel 2009, il doppio rispetto al 2008 e destinato a crescere ancora quest’anno. L’unica inquietudine è rappresentata dai progetti del ministro della Giustizia Angelino Alfano di reintrodurre le tariffe minime per i professionisti. Anche se gli addetti ai lavori assicurano che il loro valore aggiunto non risiede solo nel prezzo. Per gli avvocati la rivoluzione copernicana è iniziata nel 2005 a Genova. Pionera è stata Chiara Romeo, fondatrice del Negozio Giuridico. “Sono iscritta all’albo da vent’anni e mi sono accorta che in una società complessa come la nostra la figura dell’avvocato è diventata essenziale”. Oggi il “negozio” conta cinque sedi (ha aperto anche a Mariano Comense, Rimini, San Giuliano Milanese e Firenze). “Siamo avvocati di pace e non di guerra spiega - perché trattiamo solo casi che non comportano contenzioso in tribunale”. La prima consulenza si paga perché il lavoro intellettuale va retribuito. La nostra tariffa base è di 78 euro (65 più lva), quella minima dell’Ordine per una consulenza è di 12,50 euro. Per Francesca Passerini, che insieme al collega Cristiano Cominotto nel gennaio 2008 ha dato vita a “Al. Assistenza legale” la novità sta nell’eliminazione delle barriere. “Avevamo notato che c’era una fascia di cittadini che non si rivolgeva ai legali perché spaventata da una serie di ostacoli, come lo studio, la segretaria, gli appuntamenti: qui si entra anche senza preavviso,la prima consulenza è gratuita, ma fin da subito mettiamo in chiaro quanto costerà l’intera pratica”. Oggi A.L. conta l4 studi in vetrina in 12 città e 60 avvocati impegnati nel progetto. Accanto ai legali che abbandonano lo studio tradizionale per la nuova frontiera, c’è anche chi decide di far convivere le due esperienze. E’ il caso di Marcella Bajona, titolare di uno studio a Milano, che un mese fa ha deciso di aprire una finestra low cost il sabato: “Diamo la possibilità spiega - di una tariffa agevolata di 50 euro per i casi più semplici che vengono risolti con un solo appuntamento. E’ una sorta di sportello per un’azione legale preventiva”. Per i dentisti l’opzione del low cost è stata la risposta al cosiddetto “turismo dentale” verso paesi che applicano prezzi scontati rispetto a quelli italiani. E’ a questo che hanno pensato i cinque soci (tre medici, un tecnico di laboratorio e un manager) che nel marzo 2008 hanno fondato Progetto Dentale Apollonia a Gemonadel Friuli. “Applichiamo uno sconto tra il 30 e il 50% -sottolinea il presidente Sandro Marini - frutto dell’ottimizzazione di tutti i passaggi della filiera, dallo stoccaggio all’uso dei materiali. Abbiamo un nostro laboratorio con 18 odontotecnici, tutto il lavoro lo facciamo noi. Siamo low cost, ma di qualità. Tanto che oggi abbiamo clienti sloveni che si rivolgono ai nostri centri, perché a parità di prezzi hanno una qualità superiore. E quest’anno il centro ha aperto altre tre cliniche nella regione. La formula ha contagiato anche gli architetti, che sfruttano soprattutto le potenzialità offerte dal web. “La parte principale del nostro lavoro resta l’attività tradizionale”, chiarisce Gianluca Baroni, professionista di Ascoli Piceno che un anno fà insieme a due colleghi ha fondato il portale Arredy, che offre soluzioni di arredamento realizzate su planimetrie virtuali colorate a 50 euro per appartamento. “Tutto avviene attraverso il pc: in questo modo riusciamo a risparmiare in carta e tempo”. L’approdo al low cost si rivela in alcuni casi una carta da giocare per entrare nel mercato del lavoro in un momento di particolare difficoltà. E’ successo a Federica Camellini, psicologa 32enne milanese, che insieme a tre colleghi ha dato vita all’inizio dell’anno a uno studio low cost con una vetrina su Internet. La prima consulenza è gratuita, poi una seduta costa 40euro. Il nostro obiettivo – dice – è avvicinare la psicologia alla gente, anche dal punto di vista economico. C’è una fascia di popolazione che ha bisogno di cure ma non può permetterselo?. Dopo lo scetticismo iniziale l’esperienza ha avuto successo, anche grazie al web. Tanto che a breve il team aprirà due nuovi studi in Lombardia e uno in Piemonte. I notiziari progetto. Il testo del decreto incentivi approvato dalla Camera, infatti, introduce l’obbluigo di allegare alla comunicazione al comune una relazione tecnica. Un documento redatto da un professionista che contenga anche gli elaborati progettuali necessari, Secondo le categorie, la relazione costerà un po’ meno della Dia, alla quale – comunque – si avvicina molto per i contenuti. Sulla semplificazione, però, si allunga l’ombra delle norme locali. E’ vero che il nuovo testo del decreto punta a scavalcare le leggi più restrittive varate da alcune regioni, ma i proprietari di casa dovranno far i conti con le richieste dei singoli comuni, che potrebbero porre paletti e ostacoli ulteriori. I Caccia alle consulenze a buon mercato Dai dentisti agli architetti si moltiplicano i servizi low cost ma gli Ordini mettono in guardia sulla qualità 17 maggio 2010 Tutto è cominciato al parco giochi tra scivoli e altalene. «Avevo appena avuto un bimbo e quando gli altri genitori venivano a sapere che ero avvocato iniziavano a tempestarmi di domande. Ho capito che c’era una domanda crescente di consulenza legale». Per Italia Policastro l’esperienza del negozio legale low cost è iniziata così. Nel giugno 2008 insieme a cinque colleghi ha aperto la Bottega Giuridica a Milano. Una vetrina discreta tra un bar e l’ingresso di un condominio. Pareti colorate e arredamento classico. «Siamo un servizio professionale di consulenza: chi viene da noi è un po’ come se andasse dal medico, cerca un servizio take inarcos 423 notiziari vergognano di rivolgersi ad amici legali dello studio blasonato per risolvere questioni personali. Professionisti incuriositi dal nuovo che avanza e persino immigrati in cerca di un sostegno. Nonostante molti dubbi (e anche qualche intervento) degli Ordini professonali, che vigilano in particolare sui fronti pubblicità e tariffe e mettono in guardia sulla qualità, il fronte delle consulenze economiche si allarga. Il contatto immediato con il cliente spesso si trasforma in un rapporto di fiducia che dura nel tempo. Una sorta di “ciambella di salvataggio” che in alcuni casi non sarebbe possibile lanciare per esigenze di prezzo, come spiega Federica Camellini, psicologa low cost dichiarata con tanto di sito web. «Intercettiamo fasce della popolazione che non potrebbero permettersi una terapia e che con la crisi sono diventate sempre più isolate, c’è una mancata condivisione della sofferenza». Psiche, ma non solo. Oggi arredare la casa con gusto è un lusso: con meno tempo e meno soldi si sceglie la Rete per la consulenza virtuale e poco costosa di un architetto. Si risparmia su tutto, persino sulle cure odontoiatriche, tanto che gli studi dentistici soffrono la sindrome della poltrona vuota e anche il ceto medio scopre le cliniche low cost. I La revisione. Aggiornate quattro metodologie Per architetti e panifici cambiano i controlli 18 maggio 2010 away», racconta al termine di una mattinata densa di colloqui. «Quello che i clienti apprezzano – aggiunge Beatrice Tenucci, contitolare dello studio A.L. Assistenza legale sempre a Milano – è l’assenza di barriere che possono intimorire: qui si può entrare senza appuntamento e fin da subito facciamo un preventivo sul costo totale dell’assistenza». 424 inarcos Il “negozio” diventa così una finestra sul mondo che cambia e uno sguardo privilegiato sulla crisi: cinquantenni affermati che perdono il lavoro e cercano una soluzione perché non ce la fanno più a pagare l’affitto, ma anche proprietari disperati che contavano sul canone per far fronte alle nuove esigenze di liquidità. Clienti facoltosi che si Aggiornate quattro metodologie di controllo dall’agenzia delle Entrate relative a ingegneri, architetti e geometri, panifici, servizi degli istituti di bellezza e stabilimenti balneari. Le metodologie rappresentano un vademecum per l’esecuzione delle verifiche nei confronti dei vari operatori. Le linee guida sono state predisposte a partire dai primi anni del 2000 e, ad oggi, sono in tutto 96: quelle relative ai professionisti tecnici, ai panifici, ai servizi degli istituti di bellezza e agli stabilimenti balneari sono state definite alla fine delle scorso anno, anche se sono state rese note ieri. La circostanza che una metodologia riguardi una specifica attività commerciale o professionale, ovvero il suo aggiornamento, non equivale a mag- Società civile e legalità Ordini professionali più severi per lottare contro la corruzione UMBERTO AMBROSOLI 12 maggio 2010 Nelle azioni dell’ imputato, si legge in una sentenza datata ma sempre attuale, «si manifesta anche (e soprattutto) una radicata concezione del potere, secondo la quale il potere meramente formale ed apparente, che si fonda sulle leggi e si esercita attraverso le istituzioni pubbliche, è destinato fatalmente, in caso di conflitto, a soccombere a fronte di quello effettivo e reale, che promana da certe condizioni di fatto, quali le amicizie influenti, la complicità, gli appoggi politici che contano, la disponibilità di denaro e la possibilità di ricatto, di corruzione e intimidazione». Questo ci sembra anche il «potere» che constatiamo ogni giorno: guardando ciò che emerge dalle inchieste giudiziarie o giornalistiche, osservando la realtà che ci circonda. Così, se dobbiamo prenotare un esame medico in una struttura pubblica, prima di metterci in lista d’ attesa ci interroghiamo sull’ esistenza di un amico di un amico da interessare per ottenere speditezza. Se dobbiamo realizzare un’ opera edile, ci soffermiamo sull’ opportunità di selezionare il nostro consulente non sulla base delle sue capacità tecniche, ma per il fatto che sia introdotto nell’ ufficio amministrativo competente. Per non parlare di questioni fiscali. Molti, poi, alla fine si rivolgono all’amico dell’amico o al tecnico introdotto. Molti no: per senso di responsabilità verso sé stessi e la collettività, e per fiducia nel significato delle istituzioni e dell’ ordinamento. Le misure del mondo che ci circonda le abbiamo prese. Così come ha fatto chi dall’estero opera nel nostro Paese o lo osserva. Nel 2009 l’Italia è retrocessa, rispetto all’anno precedente, collocandosi 55ª nella classifica stilata da Transparency International dei 180 Paesi nei quali è meno percepita la diffusione della corruzione. Il mondo della politica, e non è una questione di schieramento, con grave irresponsabilità non dà risposte, né peso - tra gli altri alla dimensione «pedagogica» delle condotte illecite. Constatare che un assessore ha svenduto il mandato piegando la propria funzione all’ interesse di qualcuno, o che un ministro ha coltivato il proprio interesse guadagnando dalla generosità di faccendieri che contrattano con il suo ministero, produce un effetto gravissimo sul Paese. La costante presa d’atto che la corruzione sia diffusa a ogni livello senza remore e timori produce l’ effetto di frustrare coloro che si chiedono se ricorrere al sistema dell’amico dell’amico o meno. La consapevolezza del «lo fanno tutti e a tutti i livelli» diviene l’ alibi di chi, più debole, cede alla tentazione. Fa impressione constatare come il mondo politico preferisca impedire la conoscenza (sia in fatto di divulgazione che di indagini) del fatto di malaffare, piuttosto che rendere più complesso e pericoloso corrompere e farsi corrompere. Sappiamo che le responsabilità sono a tutti i livelli: dalla politica all’impresa e ai sindacati, dai singoli cittadini (che non rappresentano il desiderio di vivere in un mondo ove vige il primato del diritto) ai professionisti. Soffermiamoci su questi ultimi: tra di essi ci sono quelli che operano per mera appartenenza a un gruppo, e appartenenza significa anche diventare strumenti (schermi) di dazioni corruttive, ci sono quelli che agiscono non per realizzare il fine dell’ ordinamento in uno con l’interesse del loro cliente, ma questo in antitesi al primo. C’è chi propone solo un equilibrio tra i vantaggi dell’elusione della norma e il rischio dell’essere scoperti; chi costruisce complesse operazioni con società sparse ovunque per aiutare i propri clienti a realizzare riserve occulte volte a creare l’occasione per comprare l’ esito di una gara d’ appalto. Se il mondo politico sembra non avere interesse a trovare soluzioni, bisogna che altri diano l’esempio. Pensiamo agli ordini professionali: anche da lì deve giungere un contributo. Gli ordini di avvocati, ragionieri e commercialisti, geometri, architetti e notai devono fare il vuoto intorno a quei professionisti che collaborano a giochi corruttivi; le professioni devono pretendere al proprio interno la fedeltà all’ordinamento e sanzionare senza indugi, ad esempio, gli artefici seriali degli strumenti di raccolta e distribuzione di riserve occulte, o chi partecipa attivamente e consapevolmente a trasferimenti di proprietà (aziendali o immobiliari) realizzati attraverso la sistematica mistificazione della realtà (prezzo e identità delle parti), o chi accetta di porsi come schermo per azioni di corruttela o di elusione della normativa tributaria (premessa di ancor più significative violazioni). La via per la legalità, insomma, non passa solo dalla politica, ma transita attraverso diverse assunzioni di responsabilità. I notiziari giori controlli nei confronti di quei determinati operatori. La finalità, infatti, è di impartire direttive sull’esecuzione dell’attività ispettiva nei vari settori, uniformando i comportamenti dei verificatori. Al di là infatti delle regole procedurali, che sono comuni a tutte le verifiche, è evidente che l’individuazione di determinati illeciti presuppone delle specifiche conoscenze del tipo di attività da controllare. Se, ad esempio, per gli ingegneri potrà essere rilevante riscontrare il numero di pratiche svolte presso determinati uffici pubblici, per i panifici sarà importante prestare attenzione agli acquisti di materie prime e ai consumi energetici. I I colletti bianchi «intellettuali» Professioni, strategia in quattro mosse GIAN PAOLO PRANDSTRALLER 18 maggio 2010 È difficile pensare che le professioni intellettuali possano avere, d’ora in avanti, strategie puramente difensive o solo (pragmaticamente) economiche. Le professioni sembrano obbligate a varare strategie coerenti con il significato intrinseco di questo termine, si dovranno muovere tra forze ostili affermando tuttavia i valori che caratterizzano il lavoro intellettuale. Capire quali possono essere le strategie future non è certo facile. È però ormai inevitabile. Vi sono alcuni obiettivi verso i quali dovrebbe essere indirizzato lo sforzo delle professioni, se vorranno mantenere un peso reale nella società attuale. Vediamone alcuni che sembrano fondamentali: 1) Acquisire autostima, nel senso concreto di saper gestire i servizi più difficili e sofisticati, che sono l’essenza d’ogni società avanzata. 2) Acquisire nuove funzioni, sia in forma surrogatoria rispetto ad altre forze sociali, sia come interpretazione dei bisogni (nuovi) che via via si presentano. Ciò darà luogo a conflitti, ma porterà alla consapevolezza della insostituibilità delle professioni e offrirà nuovo potere ai professionisti. inarcos 425 notiziari 3) Necessità di accordi con altre forze sociali per rimediare allo stato di esclusione prodotto dall’attuale corporativismo duale (costituito da sindacati e Confindustria) e concorrere a ripristinare il peso sociale dei ceti intermedi, altrimenti condannati a una caduta irrimediabile. 4) Sostegno esplicito alle politiche volte a realizzare la «società della conoscenza» attraverso la rivalutazione della scienza, della ricerca e della creatività come obiettivi fondamentali di qualsiasi società civile. Si dirà: non è poco, oppure addirittura è troppo. Molti professionisti aggiungeranno prosaicamente: la cosa più importante è guadagnare quanto occorre per vivere bene. Chi scrive pensa che gli obiettivi sopraindicati siano essenziali proprio per acquisire uno status migliore; che il benessere economico dei professionisti sia cosa giusta, ma che essi non debbano dimenticare obbiettivi più generali, funzioni più impegnative, per il semplice motivo che dall’ importanza delle funzioni deriva anche il prestigio sociale e la congruità dei compensi. Occorre volare alto se non si vuole rimanere impigliati nella rete paralizzante della quotidianità lamentosa. I Alfano blinda gli ordini Bersani pronto alle barricate DI BIANCA DI GIOVANNI 16 aprile 2010 L’attesa è forte, e Angelino Alfano promette scintille. Una riforma complessiva delle professioni nel giro di tre anni: entro il 2013. Pensare che si aspetta da 15 anni, e nessuno è mai riuscito a portarla a termine. Ieri il Guardasigilli ha incontrato i presidenti dei 25 ordini professionali: e già questo dice molto della prima mossa. Partire dalle professioni già «normate» da un ordine, lasciando sullo sfondo le altre, quelle che finora si riconoscono in semplici associazioni. Il ministro ha indicato un processo in due tappe. Prima lo Statuto generale sulle professioni, contenente principi generali validi per tutti gli ordini, poi interventi di adeguamento delle regole delle singole professioni. Si parte subito con un gruppo di lavoro. 426 inarcos I consumatori «La riforma mira a contemperare la tutela dei consumatori con quella dei professionisti in un modo più efficace e profondo rispetto a quanto fatto nel recente passato, coniugando la garanzia della qualità della prestazione professionale con la equa commisurazione del compenso». Queste le buone intenzioni dichiarate dal ministro. Sul tavolo saranno la modifica della disciplina del tirocinio e dell’accesso agli albi, l’introduzione dell’aggiornamento professionale obbligatorio, maggiori garanzie di trasparenza ed efficienza della giustizia disciplinare, la disciplina della responsabilità dei professionisti, della pubblicità e del diritto all’informazione dei clienti, la semplificazione delle tariffe professionali e l’esercizio in forma associata delle professioni. Dai presidenti degli ordini è partito un peana per il giovane ministro. In effetti l’attesa è molto forte, per via dei continui rinvii degli anni scorsi. bene l’impostazione, si pensi ai clienti, hanno detto i notai. Soddisfatti dell’incontro si dichiara l’ordine forense (sugli avvocati è all’esame del senato una riforma ad hoc). Architetti e ingegneri lanciano la richiesta di inserire le tariffe minime almeno nei lavori pubblici, per evitare il massimo ribasso. I commercialisti chiedono di modernizzare gli ordini, mentre chimici e geologi giudicano positiva la discussione. Tutto a posto? peccato che a parlare sono gli ordini attuali, e non chi ci deve entrare. Tanto meno le associazioni dei consumatori, tenuti alla larga dagli stati generali voluti dal ministro. Opposizione E si capisce perché. I capitoli elencati da Alfano hanno già scatenato una battaglia con l’opposizione. A leggerli tutti in fila, infatti, si capisce che le barriere d’accesso alle professioni si fanno più insormontabili. Se a questo si aggiunge la volontà - già anticipata alla vigilia - di reinserire le tariffe minime, invece che lasciarle al mercato (come chiede l’Antitrust), si capisce che l’idea è di tornare indietro. «Vedremo ma temo il peggio. Temo uno schiaffo alle nuove generazioni e se sarà così, da parte nostra un’opposizione dura», dichiara Pier Luigi Bersani. La formula proposta è sempre la stessa: chi è già dentro si salva, chi è fuori resta fuori. Anna Finocchiaro aggiunge che per i giovani avvocati resistono troppe barriere. La replica arriva a stretto giro: il Pd viene accusato dall’Unione dei giovani avvocati di aver fatto troppo poco, per esempio sull’accesso dei giovani tra i cassa- zionisti. Certo, dentro i Democrats convivono più anime: ma resta il fatto che il Pd ha votato contro le proposte del Pdl, proprio sulle barriere. Anche l’Udc è critica con la legge sulla professione forense, oggi all’esame dell’Aula di Palazzo Madama. I radicali, dal canto loro, sono pronti a stare sulle barricate contro chi vorrebbe reintrodurre tariffe amministrate. Il Pd annuncia una sua proposta sul riordino complessivo. I La guerra sotterranea fra chi ha un Albo e chi no I progetto di riforma del governo dovrà fare i conti con il contrasto tra le professioni già tutelate e quelle nuove che via via si creano e che cercano spazi. In Italia la questione è più complicata che altrove ING. ANTONIO BOSSOLA 17 maggio 2010 Uno dei temi più interessanti di ogni progetto di riforma delle professioni anche di quello in atto da parte del governo Berlusconi, che, come ricorda qualcuno, è almeno il venticinquesimo da quando esiste la Repubblica Italiana - è la dicotomia tra i professionisti che hanno già un Albo e un Ordine e quelli che, invece, non ce l‘hanno. Va da sé che la prima richiesta di ogni gruppo di “nuovi” professionisti sia quella di ottenere un Albo, che poi significa un riconoscimento pubblico e anche maggior potere nella trattativa con i partiti e il parlamento. Inoltre, in genere con l ‘Albo si gestisce anche l’accesso alla professione e questo dà ulteriore potere. Dall‘altra parte, i “vecchi“ professionisti, quelli già “protetti” da un Albo, sono tentati, in generale, di scavare dei fossati tra loro e le nuove professioni che avanzano, mentre tentano di conservare o addirittura allargare i loro privilegi (magari con l’esclusiva su certe funzioni, come quella che adesso gli avvocati di nuovo rivendicano sulle liti stragiudiziali). La dialettica fra vecchi e nuovi, presente certo in ogni altro Stato, ha in Italia una particolare connotazione, perché di Albi parla proprio la Costituzione. In altri paesi, di diversa tradizione, come la Gran Bretagna, non esistono gli albi ma soltanto “associazioni” tra professionisti. Dunque in quei CONSULENZE LEGALI E AVVOCATI Il testo di riforma dell’ordinamento forense in discussione al Senato è un concentrato di come non deve essere una riforma delle professioni. In primo luogo, viene proposta l’estensione delle attività riservate alla consulenza legale e all’attività stragiudiziale, andando contro l’interesse pubblico e le indicazioni comunitarie: la proposta tende solo all’aumento del campo di azione protetto, con tariffe non sindacabili, ed è a totale danno dei cittadini/utenti. Infatti, come si può davvero pensare che tutti i duecento mila avvocati italiani, dai giovani che hanno appena superato l’esame di stato ai molti che si occupano solo di risarcimenti danni e piccole beghe di pretura, siano più capaci di fornire, ad esempio, consulenza nel diritto bancario dei funzionari delle banche, o nel diritto assicurativo di quelli presenti nelle direzioni generali delle assicurazioni, o nel diritto dei lavori pubblici degli ingegneri e architetti che si sono specializzati in questo settore? Viene poi istituzionalizzata l’autoreferenzialità degli Ordini che si ritagliano il compito di autoriformarsi, di darsi un codice deontologico, ponendo in sottordine il ruolo del ministero di Giustizia, che dovrebbe essere invece il loro controllore e garante. Ancora, viene introdotta la possibilità di dar conto all’utente delle specializzazioni dell’iscritto e della formazione continua, facendo propria l’istanza di base delle libere associazioni professionali, solo che si fa finta di non considerare che questo compito, che ha indiscutibili risvolti economici è in contrasto con il concetto stesso di Ordine professionale e va a innestare un insanabile conflitto di interessi con il suo ruolo di magistratura. Se per riformare l’’ avvocatura ci si fa guidare dagli avvocati e non si coinvolge nel processo decisionale l’utente finale della riforma che è il cittadino allora è inevitabile che prevalga la conservazione a danno dell’innovazione, l’interesse della corporazione a danno del cittadino. MEGLIO IL LIBERO MERCATO Gli avvocati talvolta insegnano ai clienti come sottrarsi al pagamento dei debiti, rimanendone pure vitti- me, quando questi diventano “nullatenenti”, con conseguente difficile recupero della parcella. Allora è preferibile concordare liberamente un compenso che sia realmente pagato e fatturato. A conti fatti corrisponde alla tariffa! La soppressione dei minimi tariffari, praticata dalla maggioranza dei colleghi da tempo prima del decreto Bersani, può danneggiare quegli avvocati che hanno per clienti banche, assicurazioni e grandi imprese. Dalla mia esperienza ritengo trattarsi di pochi colleghi e studi legali, che compensano il perduto privilegio della tariffa minima con la quantità degli incarichi che ricevono da quei medesimi clienti, in genere con lo stesso oggetto e con scarso valore aggiunto (recupero crediti, procedure esecutive e fallimentari). Pure per i professionisti mi sembra meglio la legge di mercato con la relativa filosofia del rischio e della concorrenza, che li rende imprenditori. Ciò disturba, tuttavia fa crescere in intelligenza, uguaglianza e libertà. Contribuirà pure a cambiare il Paese. IN DIFESA DELL’ATTUARIO Fiducia è la parola chiave per uscire dalle crisi e per sostenere l’ economia. Una corretta valorizzazione delle professioni contribuisce a creare fiducia. All’Ordine il professionista accede per merito. Sostenere le professioni è sostenere il valore del merito e dell’ impegno dell’individuo. Svilire le professioni, è svilire le competenze individuali. Sono un attuario e voglio gridare a tutti cm sono. L’attuario è il professionista delle assicurazioni e delle pensioni, anche se pochissimi lo sanno. Ma riconoscere il valore dell’attuano iscritto all’Ordine è una garanzia per la Società stessa. Perché l’attuario interviene nelle valutazioni di stima di “cose” che interessano tutti, come la pensione o l’assicurazione auto. Ci sono competenze professionali che e’ facile riconoscere, come il medico, mentre altre come quelle dell’attuario si confondono con il matematico, il commercialista o l’ingegnere. L’attuario sa leggere i numeri, costruisce i modelli di stima per valutare situazioni di incertezza e oggi, più che in passato, è richiesto per valutare alcune voci del rilancio delle Società, come il Tfr. Riserve matematiche firmate da un attuario sono la garanzia di un bilancio correttamente rappresentativo degli impegni della Compagnia o di un fondo pensione. COME FUNZIONANO LE GARE PER GLI INGEGNERI Sono un vecchio ingegnere che si è occupato per tutta la vita di opere pubbliche. Pertanto vorrei spiegare ai “non addetti ai lavori”, come funzionano le gare per l’affidamento delle “prestazioni” proprie di un ingegnere (progettazione, direzione lavori, responsabilità delle sicurezza) in un’ opera pubblica e dimostrare che le “lenzuolate” di Bersani sono sacrosante. Quando un’amministrazione pubblica mette in gara l’affidamento di una prestazione ingegneristica, (L. 109/1994) ha due elementi di valutazione e confronto: Il “curriculum” del soggetto partecipante e il prezzo che lo stesso offre. Per quanto concerne il “curriculum”, nei bandi di gara, seguendo le indicazioni della normativa, si fa riferimento, oltre all’esperienza e capacità professionale vera e propria, anche ad un insieme di altre caratteristiche (molto spesso messe apposta per favorire qualcuno) quali il volume d’affari, il luogo ove si è operato, la capacità economica, ecc. Il “prezzo”, prima del D. leg. 31.07.2007, non aveva. alcuna importanza. I corrispettivi, infatti, erano “minimi inderogabili” riferiti alla “tariffa” della legge 143 del 1949 ed era evidente che tutti i concorrenti si attenessero alla tariffa stessa. il “prezzo”, perciò, non poteva più rappresentare un elemento di confronto. Prima del 2007, dunque, l’unico elemento di confronto era il “curriculum” che ovviamente favoriva i vecchi e grossi studi professionali a scapito degli altri e soprattutto dei giovani. Giovani che, però, erano assoldati dai vincitori ed eseguivano l’incarico, remunerati con compensi molto inferiori alla “tariffa”. Alzi la mano chi non ha fatto questa esperienza! Oggi questo è cambiato. Fermo restando il necessario e doveroso accertamento della capacità professionale, è entrato con predominanza il “prezzo” che, specie in periodo di crisi, è importante nell’economia dell’opera. Il giovane, che ha tutto l’interesse a dimostrare la propria capacità, consente all’amministrazione di avere la stessa prestazione, applicando, però, un costo moto più basso. Nei rapporti con committenti privati l’applicazione della “tariffa minima” è semplicemente anacronistica. In regime di libero mercato non si capisce perché non si possa pattuire il costo di una prestazione. I notiziari paesi e negli altri che hanno la stessa tradizione, quando una nuova professione emerge, essa si fa strada semplicemente raccogliendo i componenti in nuove associazioni, che poi si faranno valere a livello politico e istituzionale. Qui da noi le cose sono maledettamente più complicate. E anche il tentativo di ogni governo di creare un minimo comun denominatore, Con leggi anche a vantaggio dei professionisti, si arena sempre di fronte al mare magnum delle diversità che sembrano inconciliabili. inarcos 427 notiziari Elenco delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA – Collegio Costruttori Edili dal 1° maggio al 31 maggio 2010 alle imprese associate Circ. num. 428 Prot. Data 261/2010 262/2010 858 862 03/05/2010 05/05/2010 263/2010 864 05/05/2010 264/2010 872 05/05/2010 265/2010 266/2010 874 876 05/05/2010 06/05/2010 267/2010 878 06/05/2010 268/2010 879 06/05/2010 269/2010 270/2010 881 883 06/05/2010 06/05/2010 271/2010 884 07/05/2010 272/2010 885 07/05/2010 273/2010 888 07/05/2010 274/2010 889 07/05/2010 275/2010 891 07/05/2010 inarcos Oggetto Elenco circolari diramate nel mese di aprile 2010. Decreto Legislativo 20 marzo 2010 n. 53: attuazione della Direttiva 2007/66/CE. Modifica delle procedure di ricorso in materia di aggiudicazione degli appalti e di gestione del contenzioso nell’esecuzione del contratto. Comune di Bologna: dal 3 maggio 2010 contributi economici per l’installazione di sistemi antiparticolato (FAP) per veicoli commerciali. Settori speciali: sistema di qualificazione di Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. MUD 2010: pubblicati i modelli mancanti. Seminario, organizzato da AICARR, sul tema “DIAGNOSI ENERGETICA DEGLI EDIFICI ESISTENTI: ASPETTI RELATIVI A INVOLUCRO EDILIZIO E IMPIANTI, VALUTAZIONI TECNICOECONOMICHE”. Lunedì 24 maggio 2010, Università di Bologna - Facoltà di Ingegneria, Aula Magna. INPS - Sgravio contributivo relativo all`elemento economico territoriale per l’anno 2008 Ammissione alla fruizione del beneficio da parte di imprese precedentemente escluse. Nuovi adempimenti: operazioni con Paesi in black list. Trasmissione telematica dei dati all’Agenzia delle Entrate. Pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del D.M. 30.3.2010. Festività cadenti nel mese di maggio 2010. Emanata dalla Regione Emilia Romagna una Circolare sulla disciplina delle varianti in corso d’opera ai fini della riduzione del rischio sismico. PG/2010/114855 del 27 aprile 2010. ICI: determinazione base imponibile per le aree edificabili. Situazione in Emilia Romagna: aree edificabili inserite in PSC ma non in POC. Suggerimento operativo. Carta di Qualificazione del Conducente (CQC): richiesta per documentazione. Proroga dei termini. INPS: trasmissione telematica delle certificazione di malattia del medico curante. Istruzioni operative. Comune di Pianoro (BO): bando di selezione per la concessione del diritto di uso degli impianti fotovoltaici realizzati su alcuni edifici di proprietà comunale. Termine di presentazione delle offerte: 14 giugno 2010 ore 12.00. Provincia di Bologna: avviso di asta pubblica per la vendita dell’ex casa cantoniera in Comune di Casalecchio di Reno (BO), località Ceretolo, Via Autore Servizio CP/aa CP/aa A.G. - Segr. - Amm. Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tecnico LD/df CP/df Tecnico A.G. - Segr. -Amm. LD/df Lavoro CP/aa Tributario LD/aa CP/df Lavoro Tecnico CP/aa Tributario CP/aa Tecnico LD/aa Lavoro CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. 893 07/05/2010 277/2010 894 07/05/2010 278/2010 895 07/05/2010 279/2010 896 07/05/2010 280/2010 903 10/05/2010 281/2010 910 12/05/2010 282/2010 283/2010 911 912 12/05/2010 12/05/2010 284/2010 913 12/05/2010 285/2010 914 12/05/2010 286/2010 917 12/05/2010 287/2010 919 12/05/2010 288/2010 920 12/05/2010 289/2010 923 13/05/2010 290/2010 924 13/05/2010 291/2010 925 13/05/2010 292/2010 927 13/05/2010 293/2010 928 13/05/2010 294/2010 929 13/05/2010 295/2010 931 13/05/2010 CP/aa Tecnico CP/df Tecnico CP/df Tecnico CP/df Tecnico LD/ld Lavoro CP/aa A.G. - Segr. - Amm. LD/df CP/df Lavoro A.G. - Segr. - Amm. LD/df Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/df A.G. - Segr. - Amm. CP/df Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. LD/df Lavoro CP/aa Tributario CP/vc A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tributario LD/aa Lavoro CP/aa Tecnico notiziari 276/2010 Bazzanese n. 103. Prezzo a base d’asta: euro 255.000,00. Scadenza presentazione delle offerte: ore 12 del 9 giugno 2010. Piano Nazionale di Edilizia Abitativa: Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Economia e delle Finanze dell’8 marzo 2010. Attuazione nella provincia di Bologna. Decreto “Minsviluppo” 26 marzo 2010 attuativo dell’art. 4, comma 1 del D.L. 40/2010: chiarimenti del Ministero sui contributi per l’acquisto di immobili di nuova costruzione ad alta efficienza energetica. 1 - Ministero dell’Interno, dipartimento dei vigili del fuoco, prevenzione incendi: Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici. 2 - Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas: pubblicata la “Relazione tecnica circa le modalità e le condizioni tecnico-economiche per lo scambio sul posto”. 3 - In vigore l’obbligo della marcatura CE sui serramenti. 4 - ASHRAE pubblica il nuovo standard per la progettazione degli edifici “verdi” ad alte prestazioni. Regione Emilia Romagna: L.R. 19/2008 “Norme per la riduzione del rischio sismico”. Incontri sull’entrata in vigore – dal 1 luglio 2010 – del Titolo IV e sulle principali novità nel rapporto con il titolo abilitativo edilizio e alla procedura di autorizzazione e di deposito dei progetti. Sicurezza e salute sul lavoro. Responsabilità dei dirigenti. Corsi organizzati da IIPLE per la formazione alla sicurezza sul lavoro dei dirigenti che organizzano l’attività lavorativa. Incontro di approfondimento sul tema “Lavori Pubblici - Novità legislative e regolamentari con riferimento a: gestione del contenzioso, requisiti generali in sede di qualificazione SOA, rinnovo e/o verifica attestazione SOA”. Martedì 25 maggio 2010, ore 15.00/18.30, c/o ANCEBOLOGNA, Via Zaccherini Alvisi n. 20 - Bologna. Parking adiacente. INAIL – Tasso medio di tariffa per prevenzione. Graduatoria del Terzo Campionato provinciale dei muratori. Sviluppi successivi del campionato. Appuntamento al campionato 2011! Radiazioni ottiche artificiali (ROA). ROA presenti nel settore edile. Integrazione valutazione dei rischi. Il credito in Italia ed in Emilia Romagna. Nuova pubblicazione “ANCE Credit Monitor 1/2010 Emilia Romagna”. Comune di Minerbio (BO): avviso di adozione di modifica del Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE). Osservazioni entro le ore 12.00 del 3 luglio 2010. Incontro UNINDUSTRIA BOLOGNA sul tema “La nuova disciplina della territorialita’ delle prestazioni di servizi iva e i nuovi obblighi Intrastat 2010”. Giovedì 27 maggio 2010, ore 9,15-13,30, Sala Congressi del Boscolo Hotels - Via Lenin, 43 - Bologna. PSC, RUE e POC del Comune di Bologna: interventi realizzabili fuori dal POC in relazione alle “soglie” dimensionali fissati dal PSC e dal RUE nei diversi ambiti omogenei del territorio comunale. Tribunale di Bologna - Sezione Fallimentare: Gruppo ARCTEC S.p.A. n. 2/2010. Invito per manifestazione di interesse per un complesso immobiliare industriale sito a Bologna ed un ramo d’azienda. Sicurezza sul lavoro. 17 maggio - 21 maggio 2010. Settimana speciale di vigilanza coordinata nei cantieri edili della provincia di Bologna. Affitti abitazione principale: il quadro delle detrazioni per gli inquilini. Viaggio dal 9 al 16 settembre 2010 per aggiornamento professionale e sviluppo della rappresentanza promosso da ANCEBOLOGNA “Better City Better Life: Edilizia, Architettura e Innovazione. Partecipazione al Bologna Day nell’ambito di Shanghai Expo 2010”. Adesioni entro e non oltre il 4 giugno 2010. Accertamento “valore normale”. Approfondimenti ANCE alla luce dell’abrogazione. Carta di Qualificazione del Conducente (CQC) e apprendistato professionalizzante. EXPO 2015: iscrizione nell’Albo Fornitori. inarcos 429 notiziari 430 296/2010 933 14/05/2010 297/2010 934 14/05/2010 298/2010 936 14/05/2010 299/2010 937 14/05/2010 300/2010 301/2010 938 940 14/05/2010 14/05/2010 302/2010 941 14/05/2010 303/2010 942 14/05/2010 304/2010 943 14/05/2010 305/2010 944 14/05/2010 306/2010 945 14/05/2010 307/2010 948 18/05/2010 308/2010 955 18/05/2010 309/2010 960 19/05/2010 310/2010 961 19/05/2010 311/2010 974 20/05/2010 312/2010 975 21/05/2010 313/2010 976 21/05/2010 314/2010 978 21/05/2010 315/2010 980 21/05/2010 316/2010 982 21/05/2010 inarcos Contrassegni operativi per l’accesso alla ZTL del Comune di Bologna (A - DS - DSI - F) in scadenza il 31.07.2010. Preavviso ricevimento lettera del Comune di Bologna - Settore Mobilità. Pagamenti entro il 31.7.2010. Incontro sul tema “Metrotranvia per la città di Bologna - Linea 1 (Fiera Michelino-Stazione FS) e 2A (Stazione-Ospedale Maggiore, solo opere civili al grezzo): illustrazione del progetto approvato dal CIPE”. Mercoledì 9 giugno 2010, ore 17.00 - 19.00, c/o ANCEBOLOGNA, Via G. Zaccherini Alvisi n. 20 - Bologna. Parking adiacente. Coefficiente per la rivalutazione del TFR - aprile 2010. Workshop ANCE: “Le politiche per la trasformazione urbana e l’edilizia privata sociale: il ruolo della Cassa depositi e prestiti”. Giovedì 20 maggio 2010, ore 14,30, c/o ANCE, Via Guattani n. 16 - Roma. Scadenze fiscali giugno 2010. INPS: differimento degli adempimenti contributivi per ferie collettive. Scadenza: 31 maggio 2010. DDL “Comunitaria 2009”: dal Senato il via libera definitivo. Nuove norme per l’acustica in edilizia. Entrata in vigore dalla pubblicazione sulla G.U. Effetti sulle controversie in corso. Obblighi derivanti da regolamenti edilizi comunali. Responsabilità solidale in materia di appalto e rilascio del DURC. Precisazioni dell’INPS. Prestazioni economiche di maternità. Chiarimenti dell’INPS. Pubblicato il decreto caro materiali per i lavori contabilizzati nel 2009. Decreto Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti 9 aprile 2010. Segnalazione n. V/2010 elenco indicativo dei bandi di gara disponibile sul sito internet di ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili, www.ancebologna.it. Tribunale di Bologna - Sezione Fallimentare: fallimento Costruzioni Reno srl. Vendita lotto 1 (terreno edificabile), lotto 2 (capannone) e lotto 3 (fabbricato ad uso uffici). Basi d’asta: 373.000,00 euro (lotto 1); 613.000,00 euro (lotto 2) e 131.000,00 euro (lotto 3). Giorno dell’udienza: 23 giugno 2010. Nuovo provvedimento generale in materia di videosorveglianza. Parcheggi pertinenziali realizzati da terzi in aree esterne ai fabbricati, pubbliche o private. 1 - Gestore dei Servizi elettrici (GSE): pubblicata la quinta edizione della Guida al Conto energia per il fotovoltaico. Aggiornamenti anche per l’integrazione architettonica dei moduli fotovoltaici. 2 - Normativa tecnica: pubblicata la terza parte della norma UNI TS 11300 “Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva”. MUD 2010 - Proroga al 30 giugno 2010 il termine per la presentazione della dichiarazione rifiuti. Convenzione per la compilazione del MUD. Equo canone e disciplina delle locazioni. Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo al mese di aprile 2010. Convenzioni alberghiere 2010 nella città di Roma. Convenzione con catene alberghiere. Nuove disposizioni in materia di imposta sul valore aggiunto in vigore dall’anno 2010. Disciplina del periodo transitorio per le operazioni effettuate nel territorio dello Stato da soggetti non residenti e nuova disciplina degli elenchi INTRA. Decreto Legislativo n. 18 dell’11 febbraio 2010 (in vigore dal 20 febbraio 2010) Decreto Ministeriale 22 febbraio 2010 - C.M. n. 5/E del 17 febbraio, n. 12/E del 12 marzo e n. 14/E del 18 marzo 2010. Comunicazione indirizzo posta elettronica certificata (PEC) ANCEBOLOGNA: [email protected]. Incontro sul tema “ANCEBOLOGNA, FIDINDUSTRIA E-R, CARIPARMA Crèdit Agricole per il credito alle imprese edili-immobiliari”. Illustrazione nuovi prodotti garantiti “Pronta Liquidità”, “Conto Proprio” e “Conto Terzi”. Operatività. Crédit Agricole nella finanza di progetto. Giovedì 10 giugno 2010, ore 17-19, ANCEBOLOGNA, Via G. Zaccherini Alvisi n. 20 - parcheggio adiacente. CP/aa Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/df Lavoro CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/df LD/aa Tributario Lavoro CP/df Tecnico LD/aa Lavoro LD/aa Lavoro CP/df Tecnico CP/aa Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. LD/aa Tecnico CP/df Tecnico CP/df Tecnico LD/ld Tecnico CP/vc Tecnico CP/vc A.G. - Segr. - Amm. LP/vc Tributario CP/vc A.G. - Segr. - Amm. CP/vc A.G. - Segr. - Amm. 993 995 25/05/2010 25/05/2010 319/2010 996 26/05/2010 320/2010 997 26/05/2010 321/2010 999 26/05/2010 322/2010 1000 26/05/2010 323/2010 1002 27/05/2010 324/2010 1004 27/05/2010 325/2010 1007 27/05/2010 326/2010 1008 28/05/2010 327/2010 1009 28/05/2010 328/2010 1011 28/05/2010 329/2010 1015 28/05/2010 330/2010 1021 31/05/2010 Corso IIPLE “Responsabile Tecnico Gestione Rifiuti”. Nuove deroghe alle distanze minime per interventi di efficienza energetica degli edifici. D.Lgs. n. 56 del 29.03.2010 “Modifiche ed integrazioni al decreto 30 maggio 2008, n. 115, recante attuazione della Direttiva 2006/32/CE”. Compatibilità con l’Atto di Indirizzo Regionale del 04.03.08. Comune di Pianoro (BO): bando di asta pubblica per la vendita di appezzamento di terreno posto in Via Giardino 11 con annesso fabbricato rurale da demolire denominato “Canovetta”. Prezzo a base d’asta: euro 910.000,00. Scadenza presentazione delle offerte: ore 12 del 28 giugno 2010. Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna AUSL Imola (BO): avviso pubblico di vendita all’asta di immobile di proprietà dell’Azienda USL di Imola (BO). Prezzo a base d’asta: euro 5.700.000,00. Scadenza presentazione delle offerte: ore 12 del 16 luglio 2010. Decreto “Minsviluppo” 26 marzo 2010 attuativo dell’art. 4, comma 1 del D.L. 40/2010: attivata la procedura on line per usufruire degli incentivi economici per l`acquisto di immobili ad alta efficienza energetica. Pubblicato il nuovo modello “F24 Versamenti con elementi identificativi”. IRE-IRPEF: assistenza fiscale ai lavoratori dipendenti. Operazioni di conguaglio sulle retribuzioni di competenza del mese di luglio. Obblighi dei datori di lavoro. Le cauzioni per imballaggi a rendere. Il trattamento contabile e fiscale. Tavola Rotonda “Scenari del mercato immobiliare bolognese, residenziale e produttivo, in cerca di nuove interpretazioni”. Mercoledì 12 maggio 2010. Disponibilità materiali. Comune di Ozzano dell’Emilia (BO): adozione Piano Operativo Comunale. Osservazioni entro il 25 luglio 2010. Questionario sulle attività delle imprese di costruzioni italiane all’estero - anno 2009. Segnalazione n. VI/2010 elenco indicativo dei bandi di gara disponibile sul sito internet di ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili, www.ancebologna.it. Beni immobili posseduti all’estero. Quadro RW. Aggiornamento e precisazioni. Comune di Bologna: approvazione della Zonizzazione Acustica Comunale ed adempimenti conseguenti. Contrasto fra normativa nazionale e locale nella disciplina dei requisiti acustici passivi degli edifici. Suggerimento operativo. LD/df CP/df A.G. - Segr. - Amm. Tecnico CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/df Tecnico CP/aa Tributario LD/aa Tributario CP/aa Tributario CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa A.G. - Segr. - Amm. CP/aa Tecnico CP/aa Tributario CP/df Tecnico notiziari 317/2010 318/2010 L’aggiornamento in tempo reale degli oggetti delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili alle imprese associate è consultabile sul sito internet: www.ancebologna.it. PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI DEL OGGETTO 103 G.U. 05.05.2010 103 05.05.2010 104 06.05.2010 104 06.05.2010 116 20.05.2010 117 21.05.2010 117 21.05.2010 S.O. N. 114/L 31.05.2010 MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI - DECRETO 9 APRILE 2010 Rilevazione dei prezzi medi per l’anno 2008 e delle variazioni percentuali, superiori al dieci per cento, relative all’anno 2009, ai fini della determinazione delle compensazioni dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi. MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI - DECRETO 26 APRILE 2010 Modifiche al decreto 7 febbraio 2007 in materia di rilascio della Carta di Qualificazione del Conducente. MINISTERO DELL’INTERNO - DECRETO 8 APRILE 2010 Modifiche all’allegato C al regolamento per l’esecuzione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza in materia di procedure per il rinnovo delle licenze permanenti di trasporto. MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI - DECRETO 8 MARZO 2010 Riparto delle risorse del piano nazionale di edilizia abitativa. ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA - Comunicato Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativi al mese di aprile 2010, che si pubblicano ai sensi dell’articolo 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (disciplina delle locazioni di immobili urbani), ed ai sensi dell’articolo 54 della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (misure per la stabilizzazione della finanza pubblica). DECRETO-LEGGE 20 MAGGIO 2010, N. 72 Misure urgenti per il differimento di termini in materia ambientale e di autotrasporto, nonché per l’assegnazione di quote di emissione CO . MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE - DECRETO 7 APRILE 2010 Certificazione, fino a tutto il 2009, del maggior gettito dell’Imposta comunale sugli immobili (ICI). DECRETO-LEGGE 31 MAGGIO 2010, N. 78 Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica. 2 inarcos 431 notiziari www.assoinar.it Formazione, assistenza sanitaria integrativa e previdenza complementare, i pilastri da rivalutare UN EQUO COMPENSO PER I PRATICANTI E’ la proposta di Confprofessioni a favore dei giovani L’attenzione dei media e dei più quotati opinion maker verso il mondo delle professioni e, più in generale, del lavoro autonomo cresce proporzionalmente con le problematiche che emergono dalla base del comparto professionale. Al di là delle derivazioni politiche che la materia solleva e, en passant, degli insospettabili appetiti che l’esposizione mediatica stuzzica, la questione è troppo seria per banalizzarla in un battibecco sull’articolo 18 o, peggio, semplificarla in un conflitto generazionale che, tra l’altro, smentisce le tesi di quanti (e sono ancora molti) giudicano il sistema delle professioni come una casta chiusa e inaccessibile. AI pari di altri settori produttivi, gli studi professionali sono stali investiti da una crisi senza precedenti che ha portato a galla tutte le contraddizioni di un comparto alla ricerca di una sua identità. Negli ultimi anni l’esplosione della domanda di servizi professionali ha generato una crescita tumultuosa degli studi che, però, non è stata accompagnata da adeguati strumenti normativi in grado di interpretare l’evoluzione dell’organizzazione del lavoro nelle strutture professionali. L’assenza di interventi fiscali a soste- 432 inarcos gno dei professionisti, assieme alla recrudescenza, per esempio, degli studi di settore sul comparto intellettuale ha spostato il baricentro della crisi verso le fasce professionali più deboli. generando una caotica stratificazione di figure intermedie (apprendisti, praticanti, collaboratori. parasubordinati. partite Iva... ) tra il professionista e il mercato. Per comodità o per approssimazione, oggi si tende ad assommare l’attività professionale con il lavoro autonomo, sovrapponendo profili e mansioni che squalificano la prestazione intellettuale verso il cittadino e mortificano le sacrosante aspettative dei più giovani che premono per veder riconosciuto il loro status di “professionista”, prima ancora del loro diritto a una equa retribuzione. Una pericolosa deriva che. in una prospettiva darwiniana, potrebbe collocare i professionisti tra le “specie protette”, se è vero che il numero degli iscritti agli albi professionali ha registrato una brusca frenata Ira il 2005 e il 2009. La proposta di garantire una retribuzione a chi svolge praticantato negli studi professionali lanciata da Confprofessioni sulle pagine del Corriere della Sera è “figlia” di una attenta analisi dei nuovi modelli organizzativi degli studi professionali e nasce dall’esigenza di garantire pari dignità a chi si affaccia per la prima volta al lavoro intellettuale. Può apparire una proposta impopolare o populista (dipende dalla prospettiva di chi guarda), ma non più derogabile. Su questa direttrice, infatti, si stanno muovendo le grandi riforme in discussione in parlamento: il riordino delle professioni in primis e il nuovo Statuto dei lavori. che sta ridisegnando gli assetti organizzalivi e contrattuali del mercato del lavoro, anche negli studi professionali. Al di là di una politica di equo trattamento salariale e di una ridefinizione più moderna dei profili professionali di quanti lavorano in uno studio, emerge sempre più nitidamente la necessità di individuare forme alternative di tutela che possano bilanciare gli attuali squilibri economici delle fasce meno protette e dei giovani. In uno scenario di mercato in sofferenza, dove parcelle e salari vengono erosi dal minor potere d’acquisto dei cittadini. appare dunque indispensabile ricorrere a strumenti di “retribuzione figurativa“ attraverso lo sviluppo di servizi e prestazioni garantiti dagli enti bilaterali, come più volte ha sottolineato il ministero del Welfare. Su questo fronte un nuovo impulso verrà codificato dagli interventi legislativi allo studio del dicastero guidato da Maurizio Sacconi in materia di sicurezza, privacy ed equo compenso, ma oggi il sistema delle professioni si poggia su tre pilastri che soddisfano la crescente richiesta di maggiori tutele alternative. Assistenza sanitaria integrativa, previdenza complementare e la formazione continua giocano, infatti, un ruolo decisivo per “monetizzare” bisogni e aspettative di quanti lavorano in uno studio professionale. La sfida che ci attende oggi è quella di allargare tutele e prestazioni ai giovani professionisti. Articolo di Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni, pubblicato su “Italia Oggi” del 25/02/2010 *** Lettera aperta al Ministro della Giustizia Angelino ALFANO sulla riforma delle professioni CONFPROFESSIONI SCRIVE AD ALFANO Anche il sindacato al tavolo sullo statuto delle professioni ressi degli iscritti. La riforma che il Vostro Ministero sta approntando, a nostro modesto avviso, deve distinguere la rappresentanza istituzionale della professione, quale presidio a tutela dell’interesse generale prevalente sotteso al corretto esercizio delle attività professionali, dalla rappresentanza sociale, economica e politica dei professionisti esercitata dalle libere associazioni di categoria. Il Vostro obiettivo di avviare la riforma partendo dagli ordinamenti trova ampi consensi tra la base dei professionisti iscritti nei rispettivi albi professionali. Accesso, formazione, pubblicità, tariffe sono temi già ampiamente acquisiti nella prassi quotidiana dei professionisti. Su queste problematiche, posso assicurarvi, c’è la massima convergenza di tutto il comparto professionale. Tuttavia, una vera riforma ha il dovere morale di assegnare agli ordini quel primato costituzionale di garanti della professione che si è andato affievolendo nel corso degli anni. Oggi, i liberi professionisti, soprattutto i più giovani, faticano a riconoscersi in un’istituzione che appare obsoleta davanti al mutato contesto economico e sociale. I principi fondativi degli ordinamenti sono tutt’oggi validi, ma necessitano di un’ampia revisione alla luce della sovrapposizione di profili e di competenze che si sono stratificati nel corso degli ultimi anni all’interno degli studi professionali, penalizzando soprattutto i giovani che si affacciano alla libera professione. Abbiamo di fronte una straordinaria opportunità per estendere il perimetro dell’operatività degli studi professionali, pensiamo per esempio alle potenzialità che potrebbero esprimere le società tra professionisti per assecondare la richiesta, da parte di cittadini e imprese, di nuovi servizi professionali che fino ad oggi, salvo rare eccezioni, non hanno trovato libero sfogo a causa delle rigidità del sistema. La strada più difficile che attende la Vostra missione è quella di restituire ai liberi professionisti l’orgoglio di essere protagonisti della loro professione. Articolo di Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni, pubblicato su “Italia Oggi” del 15/04/2010 notiziari Abbiamo accolto con grande interesse, e con un pizzico di apprensione, la Vostra decisione di formulare uno Statuto delle Professioni entro il 2011. Dopo anni di vacatio legislativa e di illusorie speranze, spesso vanificate da prowedimenti che hanno penalizzato le categorie professionali, la convocazione dei presidenti degli Ordini Professionali presso il Ministero della Giustizia il 15 aprile p.v. ci ha confermato la Vostra ferma volontà di portare a compimento un percorso di riforma tanto urgente, quanto atteso da oltre due milioni di professionisti e altrettanti lavoratori dipendenti e collaboratori degli studi professionali. Per questo desidero esprimerVi il pieno plauso dei liberi professionisti italiani. Tuttavia, ci corre l’obbligo di rilevare, ancora una volta, la scarsa lungimiranza dei vertici ordinistici che hanno voluto privilegiare le istanze di riordino degli albi e ordini, trascurando invece le reali problematiche che investono quotidianamente gli studi. Siamo certi che la Vostra sensibilità saprà contemperare le esigenze di rinnovamento degli ordinamenti che fanno capo al Vostro Ministero con le più stringenti necessità di rilancio dei liberi professionisti che, in ultima analisi, determinano l’esistenza stessa degli ordini. La convocazione del 15 aprile dei presidenti degli ordini è sicuramente un buon punto di partenza, che dovrà necessariamente estendersi alle associazioni di rappresentanza delle categorie professionali. Qualsiasi disegno di riforma delle professioni non può prescindere infatti dal contributo che Confprofessioni, principale organismo di rappresentanza nazionale dei liberi professionisti iscritti nei rispettivi albi, nonché autonoma parte sociale del comparto e firmataria del Ccnl degli studi professionali, è pronta a mettere a disposizione dell’istituendo gruppo di lavoro che darà forma alla riforma, a tutela dei legittimi interessi delle categorie professionali. L’impegno che il Vostro Ministero ha assunto davanti ai liberi professionisti è senza dubbio carico di attese e incide profondamente sull’attività quotidiana degli studi professionali, alle prese con una profonda crisi economica determinata anche da precedenti interventi legislativi inopportuni e maldestri. La complessità del settore e le competenze trasversali che lo formano, impongono un nuovo assetto normativo che possa garantire ai cittadini un preciso riferimento giuridico della professione e della prestazione intellettuale, in un contesto di mercato in continuo divenire. Qualità, efficienza e trasparenza sono i principi cardine che differenziano l’attività intellettuale dai servizi cosiddetti professionali, in un quadro competitivo spesso confuso e non sempre leale che spinge verso una inevitabile ridefinizione e più ampia attribuzione delle attività tipiche riservate agli iscritti nei registri professionali. AI tempo stesso, appare non più procrastinabile un pieno riconoscimento del comparto libero professionale, quale soggetto integrato nelle scelte economiche, politiche e sociali del “Sistema Paese”. Sono alcune criticità che ci permettiamo di segnalarVi e che potrebbero inopinatamenle inficiare un compiuto disegno di riforma che vuole abbracciare gli ordini professionali e i liberi professionisti. Il distinguo non è banale; anzi, riteniamo che il buon esito del disegno di riforma all’esame del Vostro Ministero passi attraverso una netta separazione di ruoli e funzioni nella rappresentanza delle professioni. Per troppi anni il sistema professionale ha vissuto nell’equivoco di un dualismo che vedeva contrapporsi, da un lato, gli ordini e, dall’altro, le associazioni di rappresentanza nella tutela degli interessi dei professionisti iscritti agli albi. Per anni Confprofessioni si è battuta, non senza difficoltà, per dirimere l’annosa questione. Abbiamo lavorato in ogni angolo del Paese per garantire ai liberi professionisti gli strumenti idonei per assicurare continuità agli studi professionali: dagli organismi della bilateralità agli ammortizzatori sociali, dall’assistenza sanitaria integrativa alle misure di sostegno al reddito per i lavoratori in caso di crisi. E altri sforzi ci attendono nel prossimo futuro che affronteremo con la caparbietà che ci contraddistingue. In fondo è la nostra mission: tutelare gli interessi dei liberi professionisti. Non possiamo immaginare un modello diverso, né sarebbe auspicabile, oltreché anacronistico, attribuire agli ordini professionali la duplice veste di garanti della deontologia e della prestazione professionale e, al tempo stesso, di difensori degli inte- inarcos 433 rubriche CORSI E CONVEGNI LA POMPA DI CALORE INVERTIBILE E LA CRISI ENERGETICA NEL CONVEGNO AICARR DI BOLOGNA Bologna, Ottobre 2010 Ha ottenuto il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Bo logna e dell’Associazione Ingegneri e Architetti della provincia di Bologna il Convegno organizzato come ogni anno da AICARR, nel corso di Saie. Questa edizione del Convegno, che si terrà a Bologna il 28 ottobre, all’interno del Salone, verterà sul tema “Rispondere alla crisi energetica con l’integra zione edificio-impianto: la pompa di calore invertibile”. Nel corso del Convegno, qualificati relatori a invito porranno l’accento sulla problematica della progettazione integrata del sistema edificioimpianto di climatizzazione, in particolare su come la realizzazione di edifici sempre più isolati consenta di utilizzare terminali di impianto a mediobassa temperatura e quindi generatori termici che possono avvantaggiarsi di questa nuova possibilità, come le pompe di calore. Verrà quindi sottolineata l’impor tanza di un’adeguata progettazione della tipologia d’impianto e della scelta della pompa di calore ad esso associata, che deve essere adeguata sia all’impianto sia alla sorgente termica fredda disponibile a minor costo, che può risultare diversa a seconda delle zone climatiche. Un altro tema di particolare interesse è rappresentato dalla Direttiva 2009/ 28/CE, che ha incluso tra le fonti di energia rinnovabili l’aria 436 inarcos ambiente, le acque di superficie (fiumi, laghi, mare) e il sottosuolo (terreno, rocce e acque di falda): considerato che tali fonti citate sono sfruttabili solo attraverso l’impiego delle pompe di calore, questa tecnologia viene rilanciata dall’intervento legislativo quale ausilio all’impiego di fonti rinnovabili per il soddisfacimento delle richieste energetiche degli edifici. Il Convegno analizzerà poi la particolare convenienza che la pompa di calore invertibile assume quando occorre sia riscaldare d’inverno che raffrescare d’estate, permettendo di utilizzare un’unica macchina, con evidenti risparmi economici. Verrà infine presentato lo sviluppo della normativa tecnica relativa al calcolo delle prestazioni medie stagionali, finalizzato alla definizione del fabbisogno di energia primaria, e sarà illustrato come le diverse regioni e lo Stato hanno inquadrato l’im piego della pompa di calore ai fini di possibili contribuzioni dirette o indirette. Le relazioni libere si confronteranno invece con l’applicazione della tecnologia della pompa di calore, invertibile e non, documentando i pro e i contro che la realizzazione pratica dei concetti affrontati nella relazione ad invito comporta. Il Convegno proporrà poi nel pomeriggio una tavola rotonda sugli aspetti economici, tariffari e normativi, in cui si potranno ascoltare in particolare professionisti, produttori e consumatori, sviluppando un dibattito su quanto presentato dai relatori. Per informazioni e iscrizioni: www.aicarr.org *** EDILTEK Busto Arsizio, Settembre 2010 Quest’anno Ediltec , l’undicesima edizione dell’edilizia, si terrà a Malpensa Fiere dal 24 al 26 settembre 2010. La manifestazione fieristica dedicata agli operatori del settore, ma anche agli utenti finali interessati al mondo della casa e dell’arredo, anticipa l’apertura a fine estate, sfruttando l’opportunità offerta dalle temperature mito per ampliare ulteriormente l’area espositiva esterna dedicata alle prove tecniche sul campo, ai mini cantieri e alle macchine e messo di taglia extra large. Tra le novità dell’edizione 2010 c’è “Casa 21 outdoor”: soluzioni per l’arredo giardino; vera e propria new entry di casa 21, altra iniziativa di richiamo, che raccoglie le idee e proposte per la progettazione dell’abitazione del futuro nel rispetto degli equilibri tra uomo e ambiente. Riconfermati, inoltre, gli eventi trainanti della manifestazione: il Salone del Trasporto e il Salone delle energie rinnovabili Eco&nergia. *** KLIMAENERGY Bolzano, settembre 2010 Fiera Bolzano, in collaborazione con l’Assessorato all’urbanistica, ambiente ed energia della Provincia Autonoma di Bolzano, ha aperto le iscrizioni per partecipare alla terza edizione del Klimaenergy Award, concorso legato al Klimaenergy, manifestazione interamente dedicata alle ultime innova- *** TECNARGILLA Rimini, settembre 2010 Sono aperte le iscrizioni per partecipare all’edizione 2010 di Ceramic TTD la giornata di trasferimento tecnologico in programma il 30 settembre a Rimini durante Tecnargilla 2010. Si tratta di un’occasione unica di incontro tra domanda/offerta di tecnologia per il settore ceramico che fa incontrare il mondo della ricerca con quello industriale per sviluppare collaborazioni business-oriented, cooperazioni tecnologiche, sviluppo e approfondimento di nuove tecnologie. Le domande/offerte di tecnologia pervenute attraverso i form presenti su www.ceraicttd.it, dopo la valutazione da parte del comitato tecnico, saranno pubblicate sul sito. Oltre alla giornata di trasferimento tecnologico, la fiera ospiterà un’altra giornata di approfondimento sui temi della ricerca avanzata in campo ceramico. Il 29 settembre, all’interno delle attività in programma a Kermat, la sezione del salone riminese dedicata ai ceramici avanzati, si svolgerà un simposio internazionale dove si parlerà delle nuove frontiere dei materiali ceramici e delle loro applicazioni nelle fonti rinnovabili, nel risparmio energetico, nei sistemi energetici innovativi, nelle nano tecnologie, nelle superfici funzionalizzate, nello sviluppo e applicazione di nuovi materiali, sistemi e dispositivi per l’edilizia. *** NOVITÀ PER SAIE 2010 Anno di svolta, il 2010, per Saie. Nuovo formato, nuovi contenuti e nuove proposte per la prossima, 46° edizione del Salone Internazionale per l’Edilizia, in programma a Bologna dal 27 al 30 ottobre 2010, offrirà a tutti gli operatori del mondo delle costruzioni. Molte le novità, per i 170.000 visitatori e i 1.700 espositori che abitualmente convengono nei 235.000 metri quadrati della fiera, riunite sotto lo slogan “Integrare per costruire”. Obiettivo di Saie 2010 è fornire infatti un contributo di eccellenza a una piena ed efficace integrazione di saperi, competenze e tecnologie, allo scopo di spingere l’edilizia verso quel salto di qualità tanto atteso da tutti gli operatori del settore. Tra le principali aree tematiche attraverso le quali si snoda l’edizione 2010 Saie: sostenibilità, produzione e servizi. Tre aspetti complementari e integrati di un’unica attività, tre aree nelle quali si innescano i già esistenti saloni tematici Latersaie, Saiebit, Saie legno, Saie New Strone Age Design, Saienergia, Saiecantiere, Saieprcast e Saieconcrete. In ogni area, un programma articolato di iniziative offrirà a visitatori ed espositori un quadro globale ed esaustivo delle tendenze più attuali. A completamento degli eventi 2010, SAIE offre una serie di servizi finalizzati a supportare e migliorare il business di espositori e visitatori; – nuovi servizi web, col servizio di preview per le aziende in modo da dare visibilità alle informazioni fino a 3 mesi prima della manifestazione; – seminari on-line, in collaborazione con tecnici e progettisti; uno spazio di confronto tra operatori e aziende; – biglietteria on-line, per accorciare i tempi tecnici di ingresso alla fiera; – newsletter tematiche, mirate alle iniziative di settore, che raggiungano la vastissima banca dati di operatori del settore costruita da SAIE in oltre 40 anni di attività; – animazioni settoriali, finalizzate al coinvolgimento attivo di operatori e visitatori; – web community, in collaborazione col portale Edilio, attiva durante tutto l’anno. *** EOLICA EXPO’ MEDITERANEAN 2010 Roma, Settembre 2010 Torna con l’ottava edizione il salone romano diventato ormai il riferimento mondiale per l’energia eolica nel Mediterraneo. Dal 7 al 9 Settembre 2010 l’Eolica Expò Mediterranean, come per le edizioni passate, sarà uno degli appuntamenti più attesi di ZeroEmission Rome. L’evento, che avrà luogo alla fiera di Roma, ha visto nel 2009 la partecipazione di oltre 200 aziende segnando un incremento del 30% rispetto al 2008. L’Eolica Expò Mediterranean si colloca al quinto posto nella scala mondiale delle fiere internazionali del settore, terza a livello Europeo e primo per quanto riguarda l’area mediterranea. rubriche zioni tecnologiche per la produzione di energia rinnovabile per usi commerciali e pubblici che avrà luogo il prossimo settembre nel quartiere fieristico di Bolzano. Tutti i Comuni e le Province italiane potranno candidare i propri progetti improntati sul risparmio energetico e sulla produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 31 luglio. Sarà possibile presentare i lavori portati a termine da gennaio 2007 o quelli che saranno conclusi entro dicembre 2010. Una giuria di esperti valuterà i progetti che verranno presentati in conformità a criteri quantitativi e qualitativi che riguardano il risparmio di CO2. Per ogni categoria saranno selezionati tra i migliori progetti che verranno presentati in occasione del Klimaenergy per la votazione finale e successiva premiazione. I Comuni vincitori riceveranno la targa Klimaenergy Award 2010 e un incentivo per partecipare, con uno stand, alla prossima edizione della fiera. Ai progetti vincitori, inoltre, sarà garantita visibilità sulla stampa nazionale. inarcos 437 Vi sorprendiamo con la scelta Vi soddisfiamo con la qualità DELLA NOSTRA GAMMA DI CARTE SPECIALI PER PLOTTER INKJET IN ROTOLI E FORMATI Via Edison, 18 - 20090 Cusago (MI) Tel. 02 90390727 (ric. aut.) - Fax 02 90390705 [email protected] www.asmarri.it 24-06-2010 16:59 Pagina 2 istituto professionale edile AREA COSTRUZIONI MURATORE CAPOCANTIERE DECORATORE ITALIANO TECNICO PER STRANIERI GRUISTA OPERATORE MACCHINE MOVIMENTO TERRA IL RESTAURO DELLE FINITURE E DEGLI ELEMENTI DECORATIVI Artwork by Carta e Matita -710_COP:-706_COPERTINA NON CONVENTIONAL LIVING AREA PROGETTAZIONE E GESTIONE AGGIORNAMENTO IN DIRITTO URBANISTICO USO PROGRAMMI SPECIALISTICI PER CONTABILITA’ LA PROGRAMMAZIONE LAVORI GESTIONE DELLA COMMESSA EDILE COSTRUZIONI IN MURATURA CON RIFERIMENTI ALLA SISMICA PerCORSI AREA INFORMATICA AUTOCAD DI BASE E AVANZATO PRIMUS CONTABILITA’ LA PROGRAMMAZIONE LAVORI CON MS PROJECT UTILIZZO DELL’INFORMATICA PER LA REDAZIONE DEL POS AREA SICUREZZA SICUREZZA E SALUTE PER DIPENDENTI RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA RESPONSABILE SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE E/O ESECUZIONE LAVORI ADDETTO ALLA PREVENZIONE INCENDI ED EVACUAZIONE ADDETTO AL PRIMO SOCCORSO ADDETTO ATTIVITA’ DI RIMOZIONE, BONIFICA E SMALTIMENTO AMIANTO RISCHIO CADUTE DALL’ALTO E UTILIZZO SISTEMI ANTICADUTA MONTAGGIO, SMONTAGGIO E TRASFORMAZIONE DI PONTEGGI MONTAGGIO, SMONTAGGIO ED USO DEI TRABATTELLI “16 ORE PRIMA” AREA AMBIENTE&ENERGIA FONTI RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA I SISTEMI A CAPPOTTO CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI AREA APPRENDISTATO TECNICO DI CANTIERE EDILE CARPENTIERE OPERATORE EDILE ALLE STRUTTURE E ALLE INFRASTRUTTURE OPERATORE AMMINISTRATIVO SEGRETARIALE FORMAZIONE PER TUTOR AZIENDALE CPTO Edilizia Bologna SanMarco, leader tra i produttori di elementi in laterizio, aiuta architetti e progettisti a sperimentare soluzioni innovative per gli spazi. IIPLE Istituto per l’Istruzione Professionale dei Lavoratori Edili di Bologna e provincia Via del Gomito 7 40127 Bologna Tel. +39 051327605 Fax +39 051326668 e-mail: [email protected] Tel. 051/327605 Via Calamelli 19 40026 Imola (Bo) Tel. e Fax: +39 0542641756 e-mail: [email protected] CPTO Edilizia Bologna Comitato Paritetico Territoriale Operativo per la prevenzione infortuni, l’igiene e l’ambiente di lavoro in edilizia di Bologna e provincia IIPLE è un ente con Sistema Qualità Certificato UNI EN ISO 9001/2000 La forza della tradizione, per vivere e progettare fuori degli schemi. WWW.SANMARCO.IT TEL 0131.941739 24-06-2010 16:59 Pagina 1 67580(17$=,21, 3(5 ,1'$*,1,,16,72 INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI inarcos 710 -710_COP:-706_COPERTINA 1876 ANNO LXV - GIUGNO 2010 (5) Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30 BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13 mensile di tecnica e informazione dell’associazione ingegneri e architetti e del collegio costruttori della provincia di bologna notiziario del collegio regionale ingegneri e architetti dell’emilia-romagna notiziario della federazione degli ordini degli ingegneri della regione emilia-romagna 710 SISTEMI DI ISPEZIONE VISIVA CONTROLLI NON DISTRUTTIVI SU CALCESTRUZZO TEST SU PALI DI FONDAZIONE INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI MISURATORI DI UMIDITA’ MONITORAGGIO QUADRI FESSURATIVI P.A.S.I. s.r.l. -via Galliari 5/E 10125 TORINO - Tel. 011 6507033 Fax 011658646 e - m a i l : s a l e s @ p a s i s r l . i t - w w w. p a s i g e o p h y s i c s . c o m L’accesso sicuro ai siti web: regole e strumenti per evitare le frodi su Internet giugno 2010 MONITORAGGIO RUMORI E VIBRAZIONI pag 373 pag 383 pag 390 Membrane per la separazione di idrogeno Verso gli edifici a energia zero: come cambia la direttiva europea 2002/91/CE Applicazione dell’Analisi Armonica nello studio di Impalcati con Sezione Trasversale a Contorno Deformabile MAURIZIO LENZI - PAOLA CAMPANA - IVAN MISSIROLI L’accesso sicuro ai siti web: regole e strumenti per evitare le frodi su Internet ALBERTO ROSOTTI Dall’Università Dall’Istituto di Istruzione Professionale Edile Efficienza energetica e sostenibilità Le aziende informano NOTIZIARI: Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna - Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna - Ancebologna - Asso RUBRICHE: Corsi&Convegni