A me gli occhi,bimbo

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A me gli occhi,bimbo
PERSONE
ELENA DUSI
IL PENDOLINO non serve. Meglio un pupazzo parlante, delle bolle di sapone
o una nuvola che passa. Per il resto l'ipnosi può essere praticata anche nei
bambini piccoli, basta che siano capaci di farsi trasportare dalle suggestioni
del terapeuta. Chantal Wood, pediatra e anestesista rianimatrice, è
responsabile del centro per il dolore cronico all'ospedale di Limoges. Al
congresso mondiale sull'ipnosi di Parigi, ha raccontato la sua esperienza nel
ridurre il dolore dei pazienti bambini grazie al gioco del "come se", e di tutte
le possibili applicazioni che l'ipnosi può avere: dal mal di testa ai problemi
gastrointestinali, dalla seduta del dentista alla pipì a letto, da alcuni tipi di
mutismo al rifiuto di andare a scuola.
A due anni le carezze o un rumore di sottofondo ( phon o aspirapolvere)
possono avvicinare il bambino a quello "stato di modificazione della
coscienza" che è obiettivo dell'ipnosi. Con chi sa parlare si possono usare
favole e marionette. In età scolare le immagini mentali si arricchiscono di
figure e personaggi. Tra 7 e 11 anni si entra in quell'"età d'oro" in cui indurre
l'ipnosi per uno psicoterapeuta o un medico diventa particolarmente facile.
«L'ipnosi è una condizione fisiologica, un'attività introspettiva non lontana
dalla meditazione - spiega Enrico Facco, docente di anestesia e rianimazione
all'università di Padova e ipnosi al Ciics di Torino - e quando i bambini
giocano, con l'immaginazione mentale ne stanno già vivendo una forma».
Facile sì, ma fino a un certo punto. «Con i bambini bisogna essere rapidi,
usare poche parole e andare subito al punto. Il rischio è che si stanchino e
dicano "questa storia non mi interessa più". Una seduta può durare anche
solo dieci minuti - spiega Nicoletta Gava, psicologa, psicoterapeuta e
direttrice del centro Milton Erickson di Torino - Ma prima bisogna essere bravi
a costruire una relazione, leggendo favole o facendosi raccontare i giochi
preferiti». Anche l'immagine del paziente disteso e catatonico con i piccoli
viene ribaltata. «Rispondono, a volte hanno gli occhi aperti, sono attivi spiega Gava - Ci accorgiamo che sono in stato di ipnosi da una certa fissità
del corpo, dai movimenti ritmici degli occhi e dall'espressività che diventa più
statica».
Quando l'ipnosi viene indotta, i bambini possono immaginare di indossare dei
guanti magici che fanno passare il dolore, di mangiare un ghiacciolo che non
fa sentire il dolore ai denti, di vedere il mal di testa che vola via come un
uccellino, di entrare in una bolla magica che permette di attraversare il
corridoio buio di notte per andare in bagno. «Con gli adulti si possono
seguire procedure standard. Con i bambini bisogna improvvisare come in
una sessione di jazz - spiega Facco - Bisogna essere bravi a catturare
l'attenzione. Ci vuole prontezza e fantasia. Ma se si riesce è tutto in
discesa». L'anestesista di Padova ricorda un ragazzino di 10 anni terrorizzato
da ago e dentista. «Facciamo uno scherzo alla mamma, mi venne in mente
di dire. Tu fai finta di dormire come un ghiro, in realtà ci mettiamo a guardare
la tv e i cartoni a occhi chiusi. Gli feci ricordare le vacanze, ricostruire un
momento di grande piacere, immaginare di mangiare un gelato. Dopo un po'
il bambino iniziò a deglutire e ad aprire la bocca, e il dentista gli fece
l'anestesia senza dolore». Una tecnica simile, sempre a Padova, è servita
per sbloccare un bambino di 8 anni che non riusciva a mangiare dopo esser
stato quasi soffocato da un boccone, e ad altri che avevano paura di volare.
«L'ipnosi fa rivivere la scena traumatica in sicurezza, desensibilizzando il
paziente - spiega Facco - Ma può anche essere usata con bambini che
hanno malattie molto gravi, per aiutarli a elaborare la loro condizione ».
In Italia l'ipnosi clinica può essere praticata solo da medici, odontoiatri,
psicologi e psicoterapeuti (quasi sempre privati). «Non siamo in molti a usare
questa tecnica – spiega Gava - ma negli ultimi anni l'interesse da parte dei
medici è cresciuto. Per i pediatri, questo è un ottimo modo per entrare in
sintonia con i bambini e le loro famiglie ».
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È uno stato simile alla meditazione.La fantasia li aiuta a stare meglio
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Fonte: ANI
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