AD LIMINA PETRI…LA MIA FRANCIGENA DAL
Transcript
AD LIMINA PETRI…LA MIA FRANCIGENA DAL
AD LIMINA PETRI…LA MIA FRANCIGENA DAL GRAN SAN BERNARDO A ROMA Inizio ringraziando Dio che mi ha donato nuovamente questa grande possibilità, guidandomi ancora una volta su una via di Pellegrinaggio. Ringrazio la mia famiglia e gli amici che mi hanno sostenuto da casa dandomi coraggio e sostegno, quando ero in cammino. Per me questo cammino come il Cammino di Santiago ha significato tanto… è stata una nuova rinascita e una grande carica di coraggio. Riguardandomi indietro rivedendo ciò che ho fatto percorrendo oltre 1000 km attraversando l’Italia, mi domando, ma l’ho fatto veramente? Più di una volta nel cammino ho letto una frase: NON IMPORTA I PASSI CHE HAI FATTO, MA LE IMPRONTE CHE HAI LASCIATO… Spero che questa piccola impronta lasciata sia di aiuto a molti. Lascio quello che ho imparato, le esperienze vissute, le guide utilizzate, i punti critici trovati durante il percorso e le scorciatoie prese …. Non mi resta che dirvi….BUON CAMMINO GUIDE E CONSIGLI PRATICI GUIDE: Sono partita con la guida di Terre di Mezzo che mi ha aiutato fino a Fidenza, accorciando in alcune tappe il percorso. Successivamente ho seguito la nuova guida, VIA FRANCIGENA- MAPPE DELL’ITINERARIO A PIEDI: 1. COLLE DEL GRAN SAN BERNARDO-PASSO DELLA CISA; 2. PASSO DELLA CISA-ROMA Edita da Itineraria e Movimento Lento Queste mappe si possono trovare gratuitamente presso il punto di informazione turistica ad Aosta (solo la prima), a Pavia e Fidenza(entrambi). Sono state molto utili ma quando la stanchezza si è iniziata a far sentire e la mappa ci faceva allungare eccessivamente, abbiamo preferito strade alternative poco trafficate per arrivare ugualmente alla meta della giornata. CONSIGLI PRATICI Contro le vesciche utilizzo da anni, Gewhol Fusskrem e posso dire che è una crema formidabile, 1000 km, neanche una vescica. 31 LUGLIO 2014 ROMA Il viaggio inizia alle 5 e 30, alla stazione Termini. Il treno per Torino partirà poco dopo. Alla Stazione, mentre faccio colazione, ritrovo, seduto ad un tavolo, Gianluca, un ragazzo conosciuto qualche mese prima alla Università Pontificia Gregoriana che mi è stato di estremo aiuto in un momento difficile vissuto qualche mese fa… era da tempo che non lo sentivo e non lo vedevo e strana coincidenza, lo ritrovo li, prima della mia partenza. Penso che gli incontri non capitino per caso e che veramente il Signore ti metta sulla strada degli Angeli. Sono felice di averlo rincontrato e di avergli comunicato i miei progressi, i miei progetti e il pellegrinaggio che sto per intraprendere. Lo saluto, prendo le mie cose e mi dirigo verso il binario. Salgo in carrozza e penso, ora inizia tutto. TORINO L’arrivo a Torino, è accompagnato da un caldo intenso…dopo aver preso qualche provvista in un forno e in supermercato adiacenti alla stazione, vado verso i binari e aspetto lì il treno che da Torino mi accompagnerà ad Aosta…e il momento arriva. Il cambio treno per Aosta viene fatto ad Ivrea e anche se la coincidenza transita 5 minuti dopo, il treno per Aosta aspetta sempre prima di partire. Sul treno fisso i paesaggi nuovi, montagne, boschi e castelli arroccati sulle cime delle colline e con l’aria emozionata, incredula e spaesata, penso, presto vi attraverserò a piedi…a presto allora!!! AOSTA Ho il tempo di scendere e dirigermi verso la piattaforma del bus che mi accompagnerà alle 14.05 al Passo del Gran San Bernardo. L’autobus si arrampica gradualmente attraversando panorami mozzafiato, la gente scende a poco a poco e a salire verso il passo sono rimasta solo io. Inizio a domandarmi, qualcuno percorrerà questa Via Francigena. Boh! Vedremo PASSO DEL GRAN SAN BERNARDO Arrivati a destinazione scorgo qua e là qualche chiazza di neve che copre il manto erboso, oramai di un verde intenso, Il lago, la sua croce emersa, il rifugio, qualche macchina, i monti. Agli occhi si svela un panorama speciale. Il lago mosso dal vento, qualche paperella che sguazza qua e là e il vento freddo che ti taglia la faccia. Sembra di essere tornati indietro nel tempo…La grande statua di San Bernardo, diretta verso il lago, si gode il panorama e domina il paesaggio. Decido dopo esser stata rapita dal paesaggio di dirigermi verso il Rifugio degli Agostiniani, dove colazione e pernotto, costeranno 26 euro. Occhio a consumare bevande al passo, essendo in Svizzera una bibita può costare anche 3, 40 euro. Entrati l’ambiente è caldo e l’interno è arredato in pietra e legno. Vengo accolta da una ragazza che mi offre una tazza di tè e mi dice di aspettare il Padre Agostiniano che arriverà per regolare l’accoglienza. Dopo aver sistemato le mie cose in una camerata vuota decido di respirare a pieni polmoni l’aria frizzantina facendo una passeggiata intorno al lago, salendo su e giù, lungo le sponde. Scopro che un piccolo ponticello conduce su una piccola isoletta, dove mi sdraierò per godermi la beata solitudo. A molti il silenzio fa paura, ma penso sia una delle cose più belle, una fonte di ricarica importantissima…il vento freddo continua a soffiare e gioca con l’erba…penso a cosa sto per fare, attraversare l’Italia a piedi…dovrei arrivare a Lucca se tutto andrà bene, ma ora non voglio pensarci…penso a godermi questi istanti... Ceno con un bel panino comprato a Torino e partecipo alla compieta in francese, insieme ai Frati e vado a letto, sono emozionata, domani si comincia. 1 agosto 2014 PASSO DEL GRAN SAN BARNARDO- ECHEVENNOZ 15,1 KM Sveglia alle 06.45, prima della colazione un momento di preghiera nella cappella e poi la colazione. Salgo e vado a prendere le mie cose, scopro che un pellegrino di nome Paolo, farà anche lui la Francigena, ma non si presenta a colazione, così ipotizzo che sia già partito, perché da come diceva un austriaco la sua meta è Aosta. Vedo un altro ragazzo che va via prima della colazione, chissà… farà anche lui la Francigena… quasi un mese dopo lo rincontrerò ad Altopascio e scoprirò che il suo nome sarà Tom, di Grimsby(Uk) e poco prima di Abbadia a Isola diventerà uno dei miei compagni di viaggio, con cui arriverò a Roma. SEGNALETICA La segnaletica in Valle d’Aosta è molto presente, il numero 103 dal Gran San Bernardo, ci accompagnerà fino a Point Saint Martin, ultimo paese prima del confine con il Piemonte. Lentamente comprendo che la Francigena è una via per solitari, ma questo non mi spaventa perché il vero compagno del cammino, è il nostro Signore Gesù che non delude mai. Il percorso è bellissimo. Il sentiero è tutto pietraia ed erba. Si scende calpestando l’antica strada romana, chissà quanta gente in tutti questi secoli sia passata da lì, quante battaglie siano state combattute… Dopo un primo tentennamento sulla freccia giusta da seguire scopro che TAM e103, sono le indicazioni giuste da seguire e allora via e giù per la discesa…lungo la strada incontro persino due marmotte, vicino al greto di un torrente che però, non confezionavano l’amata cioccolata, ma erano intente a bagnarsi la pelliccia. Pensavo che la pioggia iniziata a scendere dopo colazione, mi avrebbe impedito di prendere il sentiero, ma alla fine è andata bene e il tempo ha retto. Questo è il primo grande regalo. A Saint Oyen, incontro una signora in ritiro con la sua parrocchia che mi chiede dove sono diretta e mi comunica che mi raccomanderà nelle preghiere. Continuando a scendere incrocio un ragazzo che sta salendo verso il passo e concluderà il suo pellegrinaggio, in Svizzera. Sono curiosa di sapere come sono i sentieri più avanti. Mi informa della presenza di una buona segnalazione bidirezionale in Lazio e Toscana ma più si sale verso Nord, più si perde, così sì è dovuto affidare spesso alle mappe di Itineraria…è insieme alla sua famiglia che da Aosta, lo stanno accompagnando fino al passo…ci salutiamo e proseguo…giorni dopo due ospitalieri mi diranno che il suo nome è Simon, Guardia Svizzera che finito il servizio di leva di due anni ha deciso di tornare a casa a piedi, come fanno spesso le guardie svizzere e che forse intraprenderà gli studi per farsi sacerdote…Che il Signore assista ogni suo passo. Arrivati a Echevennoz, attendo che i proprietari dell’ostello vengano ad aprirmi. Scopro che sono gli stessi che dirigono l’unico ristorante della frazione, dove cenerò qualche ora più tardi. Sono nuovamente sola in ostello. Mi siedo fuori guardo il panorama e cerco di perdermi nel silenzio, scrivo qualche cosa sul diario e rimango in attesa che servano la cena. Pernotto: 20 euro Cena: antipasto, primo, vino, pane e coperto, 19 euro Capirò ben presto che La Valle d’Aosta è una regione un po’ cara, ma questo, fa parte dell’avventura. 2 Agosto 2014 ECHEVENNOZ-AOSTA 14 KM A parte la colazione brioche e latte macchiato a 3.40 euro a Gignod, il resto del cammino procede alla grande. Incontro una gara ciclistica Aosta-Gran San Bernardo che accoglie ragazzi/e bambini e adulti/e e penso…o mamma mia devono fare tutta quella strada in salita…che coraggio, a ripensarci…mi sento male. Oggi il tempo mi assiste di nuovo ed è piacevole camminare nei sentieri in mezzo ai boschi, dove a tratti si sente l’odore della corteccia degli alberi. Il percorso, corre parallelo ad antichi sistemi di canalizzazione dell’acqua e posso comprendere che in alcuni tratti si stiano prodigando a mettere in sicurezza la via. L’arrivo alla Parrocchia Saint Martin de Corleans, sembra durare una vita, la via non finisce più, sarà la stanchezza della giornata, ma arrivo cotta. Una gentilissima signora mi fa accomodare in un piccolo appartamentino mansardato di due/tre posti letto, con l’angolo cucina. Dopo la spesa e un poco di riposo, vado a visitare la bellissima città di Aosta, piena di ruderi romani…è una piccola Roma a cielo aperto. La cosa più divertente è la mia andatura “a piccione”. Le gambe sono completamente piene di acido lattico: la discesa con circa 2000 metri di dislivello in discesa, ha lasciato il segno. La cena sarà fai da te e non possono mancare i biscotti caratteristici che non mancheranno mai nel cammino. Piove e tuona tantissimo, chissà domani come sarà il tempo…vedremo 3 Agosto 2014 AOSTA-CHATILLON 28,4 KM Un bell’acquazzone ha bagnato Aosta nella notte. Alla partenza una leggera pioggerella mi accompagna per qualche km e poi gradualmente il sole torna a splendere. Finalmente il primo incontro sulla via: Claude pellegrino Francese, anche lui in cammino sulla Francigena, dopo varie esperienze verso Santiago. E’ prezioso quest’ incontro, perché mi ricorda l’importanza di bere molta acqua per evitare le tendiniti e mi fa scoprire il latte concentrato (che roba ragazzi), una carica di energia. Mi accorgerò della sua utilità più avanti, quando avrò cali di zuccheri. Con lui pranzo a 12 euro con tagliere di salumi, formaggi, vino, acqua e abbondante pane fatto in casa, all’Agriturismo La Vrille, lungo la strada, dove l’accoglienza è di casa. Nel pomeriggio arriviamo al Convento dei Cappuccini di Chatillon, stracotti. Il frate ci fa accomodare in una stanzetta con due letti. Il pernotto è a offerta e per la cena, una bella pizza Margherita, firma la fine di una splendida giornata. 4 Agosto 2014 CHATILLON-VERRES 21,4 KM CRITICITA’: Uscita dal convento ho avuto non poche difficoltà a trovare il percorso. In realtà non so se l’ufficiale, passa sotto la parrocchia sul colle. Decido di chiedere a due guardie municipali ma non mi saranno di grande aiuto. Vago senza sapere dove andare. Decido di attraversare la statale SS 26 e di richiedere: una signora mi indirizza verso una scorciatoia che dopo poco mi farà tornare sul sentiero. Scopro che non seguendo il sentiero principale , ho evitato 35 minuti, di sali scendi spezzagambe ed è stato un bene per le mie gambe che continuano ad essere un po’ affaticate. In Spagna questo non sarebbe successo, lì i sentieri sono oramai autostrade e i segnali sono ovunque, ma la via Francigena è anche questo. La cosa che apprenderò più avanti è che ci si può perdere, ma se si ha fiducia alla fine la strada la si ritrova. 1. Arrivata a Montjovet, occhio. Ad un certo punto la segnaletica sarà solo su un palo. La strada da scegliere sarà quella diritta che scende verso il basso. Vedendo la freccia leggermente inclinata, andrò a sinistra, attraversando un piccolo gruppo di case ed una vigna, senza incontrare la segnaletica. Torno indietro al famoso palo, percorrendo stavolta la strada in discesa, quella giusta. 2. Dopo Montjovet, si può decidere se continuare sui rilievi oppure se superare il ponte sulla Dora, prendendo il percorso pianeggiante verso Oley, Viering, La sale, Fabbrica, Mure, Fava, Fleuran e alla fine Issogne. Essendomi già persa due volte, prendo il percorso pianeggiante, dove a tratti le indicazioni si perdono un po’ ed a tratti si riprendono, fino ad arrivare al Castello di Issogne dove dopo aver oltrepassato un ponte, trovo la strada per andare verso l’ostello. Al Casello di Verres, l’ospitalera mi dirà che non sono la prima ad essermi persa e c’è chi, in passato, ha vagato anche più di mezz’ora per le vigne, perdendosi. La voglia di assaggiare prodotti tipici locali, non si accheta e nella passeggiata quotidiana alla ricerca di qualche provvista, mi imbatto in una buonissima pizza ripiena di gorgonzola. Il tempo continua a fare i capricci e un bell’acquazzone ci farà compagnia per tutto il resto della serata. Mangio presso l’ostello dove l’accoglienza, si rivela speciale. Cucinano un menu con secondo, contorno, pane e acqua a 9 e 50… con la pasta viene qualcosina di più….ma non voglio abbuffarmi troppo… Il pernotto costerà 20 euro. Saluto e ringrazio tutti per la cordialità e prima di andare a dormire la signora dell’ostello si raccomanda di scrivergli una cartolina, dal luogo in cui finirò il pellegrinaggio, cosi le potrà collezionare nella bacheca. 5 Agosto 2014 VERRES-POINT SAINT MARTIN Il tempo, continua ad assistermi. Il temporale di ieri sera sembra un lontano ricordo, il sole infatti è tornato a splendere e le nubi sembrano ormai dissolte. Uscita dall’ostello passo sotto il ponte dell’autostrada e poco dopo riprendo a sinistra il sentiero lungo fiume che mi porterà verso Arnad. Il paesaggio montano si inizia a dileguarsi lasciando spazio alle colline che accompagneranno il cammino, verso la Pianura Padana. In questa tappa ho incontrato due angeli del cammino che mi hanno indicato la via: La Signora inglese o tedesca, che ai piedi di Bard vedendomi spaesata e convinta di prendere a tutti i costi la strada per la zona industriale mi informa che la Via Francigena passa per il castello di Bard; La signora Teresa dell’associazione della Via francigena di Ivrea che grazie alla chiamata fatta al suo amico dell’associazione, mi farà ritrovare la strada nella fraz. Pied de Ville di Arnad. Arrivati al castello si può scegliere se salire con gli ascensori per vedere il panorama e se si vuole la fortezza o prendere la via che prosegue nel centro del paese. Pensare che questi scenari una volta l’anno, ospitano delle rivisitazioni storiche in cui persone provenienti da tutta Europa, in abito storico, inscenano battaglie con cannoni a salve, per ricordare il passaggio delle truppe Napoleoniche. ATTENZIONE: 1. Ad Arnad Pied de Ville, un cartello della Via Francigena, manderebbe i pellegrini in mezzo alle montagne per far visitare un santuario, non prendetelo, allungherebbe di molto il tragitto. Bisognerà per un tratto prendere il 103 A, per poi ritrovare il 103, quello giusto; 2. Dopo Arnad il sentiero passerà sotto la ferrovia e l’autostrada ed è messo malissimo: pieno di sterpaglie e fango, ma con l’agilità di Indiana Jones alla fine se ne esce. 3. Dopo la fortezza di Bard si deve fare una piccola deviazione segnalata in discesa, causa lavori che dopo poco si ricongiunge con il sentiero. Alla fine un lungo marciapiede, adiacente alla statale SS26, ci accompagnerà fino dentro Pont Saint Martin. Eccezionale l’accoglienza presso L’agriturismo La Grange di Attilia. L’appartamento dove dormo ha 4 letti, ma alla fine ne occupo uno, solo io. Per il resto c’è il frigo e la cucina con le stoviglie. La Signora Attilia mi mette subito a mio agio, donandomi pesche del suo albero e uova delle sue galline. La spesa alla Conad proprio a 5 minuti dall’agriturismo anticiperà la passeggiata al centro città, dove su consiglio della macellaia, assaggerò sul pane scuro locale, il famoso lardo di Arnad e la golosa Fontina. In serata la Signora Attilia, ha avuto voglia di scambiare quattro chiacchiere con i pellegrini presenti, facendoci accomodare sulle sedie in cortile e ha iniziato a raccontarci la sua vita, fatta di lavoro, fatica e sofferenze. Dopo la morte del marito e del figlio a portare avanti l’azienda agricola, sono il nipote e la nuora che ogni estate vanno a vivere in alpeggio, per produrre il latte che servirà al consorzio per produrre la fontina. Attilia è veramente forte e da una gran carica di coraggio. Inizia ad avere difficoltà a vedere le cose da vicino, ma non demorde e va avanti. L’agriturismo è spesso frequentato da famiglie e singoli che da una vita vanno a trovarla, passando delle splendide vacanze in relax. E’ una santa donna, la ringrazio per tutto quello che ha fatto per noi e vado a letto. PERNOTTO: 20 euro. 6 Agosto 2014 PONT SAINT MARTIN-IVREA Da qualche giorno penso che la Valle d’Aosta e il Piemonte ci abbiano scambiato per stambecchi. Uscendo da Pont, i continui sali e scendi, mi affaticheranno non poco, le gambe. Sarà il fatto che ancora non sono completamente allenata? Penso che potrei rispondere sì, è il rodaggio dei primi giorni... Arrivata sotto al castello di Montalto, che domina la valle, si entra nei sentieri naturalistici del parco sopra Ivrea. La segnaletica inizia a cambiare, siamo in Piemonte oramai. Trovo i primi segnavia bianco-rossi con il pellegrinetto nero (al loro interno), i cartelli stradali marroni della Francigena e i primi adesivi bianco rossi. Intorno ai laghi incontrati faccio conoscenza con le prime zanzare che saranno mie compagne instancabili, per almeno 200 km. Arrivati ad Ivrea, il Canoa Club è gestito da una gentilissima coppia che dopo averci mostrato un cartellone con tutti i pellegrini passati nel periodo estivo, ci accompagna a vedere la struttura con i servizi e la camerata in cui dormiremo. Questa struttura è adiacente allo stadio della canoa rafting, dove gli atleti vengono ad allenarsi. Inizio a chiacchierare con l’ospitalero che mi consiglia per il giorno successivo, di prolungare la tappa arrivando fino a Santhià. Sarebbe la prima volta che supero il limite dei normali km fatti giornalmente…dovrei farne 35, ma trovo coraggio e penso, ce la posso fare. Dopo aver fatto un giro nel centro città, mi dirigo verso il vicino supermercato, dove compro la lozione antizanzare che da numerosi consigli, inizia ad essere d’obbligo da Ivrea. Sento gli amici a Roma e tutti fanno il tifo per me, mi incoraggiano. Torno all’ostello e dopo aver fatto qualche chiacchiera con due atleti dell’aeronautica che si stavano allenando allo stadio della canoa, mi corico. Domani partenza presto: la strada è lunga. PERNOTTO: 12 EURO circa, per pellegrini. Nella struttura, c’è frigo e cucina. 7 agosto 2014 IVREA-SANTHIA’ L’ospitalero mi consiglia alle 7, di passare all’uscita di Ivrea, presso l’ufficio dell’Associazione della Via Francigena che mi ha lasciato, numerosi e preziosi consigli per accorciare la strada verso Santhià, il più possibile. DEVIAZIONI: 1. Evitare di seguire la strada che sale per Via Monte della Guardia e una volta incontrata la suddetta, girare a destra percorrendo la statale in direzione Cascinette di Ivrea e poi Burolo. 2. Quando sul percorso si incontra un cartello in cui viene indicata la possibilità di prendere una Variante Bassa che vi farebbe girare a destra, ignoratelo proseguendo dritto e in salita. 3. A Roppolo, seguire invece le indicazioni per percorso breve. Il percorso esclusa la prima parte, si appiattisce e dopo Roppolo, inizia gradualmente a scendere verso la pianura. Dopo aver superato Cavaglià e il suo un ostello comunale, si arriva poco dopo, a Santhià. Piccolo ma accogliente e pieno di depliant ed info, l’ostello vicino alla chiesa. Offerta minima 10 euro e 6 posti letto. CONSIGLI: Per mangiare si può andare o al Ristorante Vittoria vicino alla stazione dove con 13 euro, prezzo per i pellegrini, abbiamo mangiato piatti abbondanti o alla trattoria convenzionata che al mio arrivo era chiusa per ferie. Per il resto, per qualsiasi informazione, ho chiesto al ragazzo del bar in piazza, che mi dato anche le chiavi. In ostello, inoltre, troverete numeri da contattare in caso di emergenza. Oramai è da 6 giorni che cammino da sola. Ma sorpresa, all’interno dell’ostello, trovo due ragazze, due sorelle che partite da casa loro ad Ivrea, vogliono arrivare a Roma. Sono molto coraggiose perché sono partite senza guida e all’avventura, curiose di scoprire e di vivere la storia di questo percorso che attraversa da secoli, la loro città. Data la fame, ci consigliano di andare all’Hotel Vittoria dove usciremo rimbalzando, per l’abbuffata. 8 Agosto 2014 SANTHIA’- VERCELLI 26.8 KM La mattina le ragazze partono dopo di me ma dopo una mezz’oretta mi affiancano e dopo qualche parola, proseguono sole. Che dire, hanno un bel passo. Anche loro hanno deciso di andare a Vercelli, quindi ci sarà la possibilità di rincontrarsi sulla strada. Il cammino oggi è totalmente in pianura. Iniziamo ad attraversare le risaie che non ci lasceranno se non dopo i famosi 200 km. Scoprirò che, da ora, inizia la vera avventura. Ora ha inizio, il vero training psicologico. Le zanzare che incontro, sono diverse dalle nostre tigri, alcuni locali, li chiamano moscerini ma io scopro che sono zanzare killer. Iniziano a ronzarti intorno dalle 6 della mattina e non ti lasciano un momento, sono incredibili, uno cerca di acciaccarne il più possibile ma capisce che non serve a nulla, deve prevalere la calma, perché se no, non si va avanti. La colazione, la faccio a San Germano Vercellese, dove oltre a fare le scorte per il pranzo, mi intrattengo a chiacchierare con alcuni anziani del luogo. ATTENZIONE: fino a Montonero, non si trovano fontanelle. Rincontro le ragazze per l’ora di pranzo e le vedo sedute all’area di sosta di Montonero. Finito il pranzo le saluto e ci diamo appuntamento all’Ostello. Purtroppo l’amministrazione comunale Vercelli, sembra non aver fatto ancora abbastanza, per sistemare le indicazioni. Le ragazze si perdono dentro Vercelli, prima di trovare l’ostelloe io devo ricorrere alle mappe google, data la presenza, di un unico cartello che nomina l’ostello. Ripeto, la Via Francigena, è anche questo. Tantissimo è stato fatto dal 2000 ad oggi e sono sicura che gradualmente la situazione e le indicazioni miglioreranno. Al Convento di Biliemme, sede dell’ostello, si paga 10 euro per il pernotto. La struttura è dotata di cucina e spesso se si è fortunati, si possono trovare alimenti lasciati dai pellegrini passati precedentemente. Oggi è il grande giorno, rivedrò Ivano, un amico pellegrino, speciale, conosciuto tre anni fa sul Cammino di Santiago. Sapendo di passare vicino a Biella, città in cui abita, abbiamo organizzato una pizza per rivederci. Che bello è stato rincontrarsi…tutti e due eravamo molto cambiati…mi ricordavo avesse i capelli neri e lunghi ed ora quel nero era stato sostituito da un bel bianco. Mi racconta la voglia di voler percorrere a piedi la strada che separa il santuario di Oropa, vicino Biella con Medjugorie e chissà se prima o poi non lo realizzerà…glie lo auguro con tutto il cuore…gli racconto questi primi giorni sulla via e le esperienze vissute e dopo cena riaccompagnandomi all’Ostello, si raccomanda di fargli avere presto, mie notizie. 9 Agosto 2014 VERCELLI-MORTARA 32.9 ATTENZIONE: Usciti da Vercelli tramite Corso Matteotti, superato il ponte sul Sesia non c’è un vero e proprio marciapiede per i pellegrini. Mi hanno confidato che molti si sbagliano prendendo la strada in discesa per lo stadio di Tiro a Volo, ma quella strada va superata perché poco più avanti si trova una deviazione sulla destra che è quella giusta. Parto da Vercelli da sola, mi trovo a far colazione in un bar i cui cornetti, da poco riscaldati, mi pelano la lingua. Proseguo e le indicazioni mi conducono sul sentiero verso Palestro, dove trovo una ragazza a zappare la terra di fronte al casale dei suoi genitori. E’ loquacissima, ha voglia di conoscere da dove vengo e dove sono diretta. Mi confiderà che anno per anno, il popolo camminante inizia ad allargarsi sempre più e sempre più pellegrini si trovano a passare vicino alla sua cascina. Mi raggiungono Elisa e Jessica le due ragazze di Ivrea, con cui continuerò il tratto di cammino quotidiano. C’è qualcosa che da questo tratto di cammino inizia a cambiare: l’accoglienza. Finalmente qualcuno sa chi siamo e su un ponte troviamo scritto, Benvenuti a Palestro…peraltro in un contenitore troviamo l’elenco dei pellegrini precedentemente passati e questo, mi riempie di immensa gioia. Io che pensavo che erano pochi i pellegrini che percorressero questa antica Via in Italia ed invece mi inizio a ricredere. All’ingresso del paese, ci affianca un ragazzo che ci invita a fermarci presso il suo ostello: la Torre Merlata…dove comprendo che l’accoglienza deve essere suggestiva…è gestito da una coppia giovanissima che spera che prima o poi la via possa veramente decollare… Continuiamo a camminare fino a Robbio dove ci aspetta la pausa pranzo e finito di mangiare decido di proseguire senza le ragazze che decidono di riposarsi un altro po’. Una delle due per aver troppo tirato i giorni precedenti, paga un po’ di più la stanchezza muscolare. Uscita da Robbio, un olandese mi chiede dove è l’ostello parrocchiale, purtroppo non so cosa rispondergli…il suo nome scoprirò più avanti sarà Fred, partito da Saint Rheims che ha condiviso qualche km con le sorelle di Ivrea e più avanti anche se ancora nessuno dei due lo sapeva, diventerà mio compagno di cammino. Fino a Nicorvo la strada è ben segnalata e lungo il cammino, si iniziano a scorgere i primi cartelli con su scritto” paese lungo la Via Francigena”. Entrando a Nicorvo, frazione di poche case, trovo la prima chiesa aperta dove poter riprendere un poco le forze. E’ la prima volta che il registro pellegrini e affiancato da timbro. Comprendo che i volontari che gestiscono Nicorvo, sono attenti anche alle piccole cose, ritrovo i commenti di Simon il ragazzo conosciuto il primo giorno e di Sara Zanni una ragazza partita da Milano per Santiago qualche mese prima di cui ho seguito, la sua avventura sul suo blog. Uscita dal paese e percorso un tratto della strada statale, le indicazioni ci mandano dentro un campo, verso la cascina Afficiati. Peccato che qualcuno deve aver levato le indicazioni all’incrocio successivo e chi si occupa della Via si deve essere dimenticato di tagliare l’erba. Guardo la strada e dico sarà questo il cammino…ho molto dubbi perchè tutto è coperto da canne di bambù. Riesco a capire che quello deve essere il sentiero, dal segno lasciato dai precedenti pellegrini dentro l’erba. La stanchezza si inizia a far sentire, il caldo è insopportabile, peraltro camminare con l’erba che ti si appiccica addosso, non è piacevole. La Madonna del Campo non arriva più e Mortara invece di avvicinarsi, sembra allontanarsi. Arrivo stremata in città dove mi divoro un pacchetto di patatine e una bibita in un bar. Un ragazzo mi si avvicina e mi di dice che non manca molto e che dopo 10 minuti, c’è l’arrivo…quei dieci minuti passano e tra gli alberi inizio a scorgere l’abbazia di S Albino. L’accoglienza è cordiale. La signora prepara a me e alle due sorelle di Ivrea, un bel piatto di fettuccine al ragù, cotoletta, insalata, frutta e un bel bicchiere di vino. Peccato non aver conosciuto Don Nunzio che mi pare di capire, sia un grande personaggio del cammino. Il luogo dove dormiamo è accogliente e suggestivo: è un grande salone, adiacente ad una chiesa del 1000, ricca di storia e leggende. PERNOTTO: a offerta 10 Agosto 2014 MORTARA-GROPPELLO CAIROLI 24,6 KM Si parte da Mortara dopo aver fatto insieme colazione che viene nuovamente offerta dall’ospitalera. Cammino da sola e dopo qualche ora arrivo a Tromello, dove un simpaticissimo ospitalero mi offre da bere e mi consegna il diploma che attesta il mio passaggio da Tremel(in latino). Rincontro le ragazze che decidono di fermarsi lì a pranzo e le saluto, sapendo di non rincontrarle più perché decideranno di fermarsi all’ostello di Garlasco e saprò che per mancanza di tempo, decideranno di arrivare con il treno fino a Pontremoli, tagliando un tratto molto suggestivo del cammino: il passo della Cisa e il valico degli Appennini…peccato…. ma ognuno ha il proprio cammino… I tendini friggono…provo a camminare un po’ con le scarpe chiuse e un po’ con i sandali e il calzino, ma nulla cambia. Arrivando alla Madonna della Bozzola incontro Mario, appassionato di carrozze che dopo avermi fatto vedere i giri compiuti con i suoi amici, mi offre pesche, banane e uova…che dire un altro angelo…peccato che di lì a poco, farò la cosiddetta frittata ma la gentilezza che ha avuto nei miei confronti è stata grande ed ho molto apprezzato. Salutatolo mi incammino verso Groppello dove inizia il mio piccolo inferno. Arrivo in oratorio dove mettendomi fretta mi mostrano, dove dormirò la notte...ma dormire sarà una parola grossa…perché non è possibile dormire bene in una mansarda angusta dove per fare aria d’estate utilizzano i ventilatori. Purtroppo l’accoglienza non è stata all’altezza della Via Francigena e spero che con le segnalazioni possano trovare un luogo più consono per far alloggiare i pellegrini d’estate. Per il resto anche le uniche prese d’aria esistenti, avevano le maniglie rotte ed erano inutilizzabili…dopo aver chiuso qualche ora gli occhi vedo che sono arrivate le cinque e ricordo che il bar in paese apre alle 5 e 30, sgattaiolo fuori, lascio l’offerta e ricomincio a respirare….l’incubo è finito. PERNOTTO: a offerta, presente un piccolo frigo ed un piccolo fornello. Per la mancanza d’aria e di ricircolo all’interno della mansarda, sono andata a mangiare alla Pizzeria Vesuvio, una pizzeria d’asporto, dove un pizzaiolo napoletano fa una buona pizza digeribile. 11 Agosto 2014 GROPPELLO CAIROLI- PAVIA 18,7 km La tappa è stata rilassante ma anche oggi ho trovato qualche inconveniente. Mentre percorrevo la strada asfaltata che costeggia il parco del Ticino, le indicazioni stradali della Via Francigena” marroni, fanno deviare scendendo in basso, verso un campo di riso che esondando, mi ha obbligato a camminare per il resto della giornata con i piedi completamente zuppi. Continuando a seguire le indicazioni che mandano nel parco lungo il fiume, un'altra sorpresa: il sentiero sporco, con numerosi alberi caduti, a causa di una tromba d’aria, rendevano difficile l’andatura. Il consiglio che do, è quello di seguire la strada asfaltata(SP 80) e di non lasciarla mai fino all’ingresso di Pavia…molto comoda e priva di inconvenienti. Bellissimo l’arrivo a Pavia con il suo ponte coperto, da cui l’ostello, dista solo cinque minuti. E’ situato in una traversa a sinistra, prima della Chiesa Santa Maria in Betlem. E’ nuovo e pulito. Ha il forno a microonde, un capiente frigorifero, un bel patio per riposarsi. Qui conosco Nus, una ragazza di Barcellona, stanca a causa di una tendinite che affligge le sue ginocchia: il Gran San Bernardo ha lasciato anche a lei qualche segno. Per il resto vicino all’ostello, trovo ogni tipo di servizio. Pavia è una bellissima cittadina che accoglie ancora oggi, le spoglie di Sant’Agostino. Domani la meta decisa è Santa Cristina e Bissone. 12 Agosto 2014 PAVIA- SANTA CRISTINA E BISSONE 27.9 KM Tranquilla la tappa verso Santa Cristina..le risaie continuano ad essere il nostro orizzonte quotidiano, talvolta intervallato da qualche pioppo, piantato qua e là. Ho trovato per la prima volta, le indicazioni per la Via degli Abati che qualcuno, più avanti, mi dirà essere molto suggestiva. L’accoglienza a Santa Cristina è spettacolare. Cordiale il don e i ragazzi che si occupano del Bar dell’Oratorio che per tutto il pomeriggio sono rimasti con i pellegrini a chiacchierare. Nell’oratorio, al piano terra, abbiamo trovato la lavatrice mentre al secondo piano c’è una cucina. Per la sera propongo ai due spagnoli Ana e Fernando, ospiti dell’ostello insieme a me, una bella pizza alla Pizzeria A Vucciria. Con i due pellegrini, ci scambiamo le esperienze vissute fino ad ora. Ana, di Girona, è una veterana dei cammini mentre Fernando, di Burgos, è una matricola. Mi confidano che la loro intenzione, per la giornata successiva, è di fermarsi a Calendasco. Io vorrei fermarmi alla Grangia Benedettina di Orio Litta, ma il cammino è un incognita, quindi, valuterò domani cosa mi sentirò di fare. Scoprirò più avanti che diventeranno miei compagni per le successive due settimane fino a S. Miniato Alto, in Toscana. Sono felicissima di averli incontrati perché dopo giorni di camminare solitario, il fatto di poter tornare a parlare Spagnolo mi esalta tantissimo. 13 Agosto 2014 SANTA CRISTINA E BISSONE- CALENDASCO 23.7 KM Anche oggi la sveglia suona presto. Sembra che le 6 e 20, siano sempre di più, l’orario giusto per partire. Il fresco mattutino e i colori pastello dell’alba, viola, blu, rosa, arancio, sono il regalo più bello che la natura ci possa fare. Assaporo il buon latte macchiato e parto. Mano a mano il cielo inizia ad ingrigirsi e sembra minacciare pioggia, ma il pellegrino non si fa abbattere e guarda avanti sul suo sentiero. L’uscita da Santa Cristina è stata una piccola avventura e vi spiegherò perché. CRITICITA’: Le indicazioni nella città sono perfette fino a che non si supera i binari del treno, lì un cartello di legno attaccato ad un albero, indica di percorrere un sentiero con erba alta fino a 50 cm. Non ho voglia di bagnarmi così presto i piedi, quindi, decido di tornare indietro e di prendere a sinistra, Via Circonvallazione. Questa strada, porta fino ad un ponte sopraelevato che con molta attenzione si prende girando a sinistra fino a che non si esce a destra in direzione della Cascina Pistoia. Dopo essere usciti, invece di andare verso la cascina, si gira a destra. Ci si ritrova così di fronte a due strade: il sentiero coperto da un metro d’erba (vedi sopra) e una strada chiusa da una sbarra che ti permette di superano i quasi 100 metri di sentiero inagibile. Proseguendo, le indicazioni mi conducono a Miradolo Terme e Camporinaldo. CRITICITA’: Dopo essere usciti da Campo Rinaldo e aver attraversato la ferrovia al bivio successivo, si gira a sinistra, entrando in un campo, dove mi perdo nuovamente. Fortunatamente il campo è chiuso e dopo aver consultato la guida di Terre di Mezzo, capisco che il grande salice non va superato e poco prima si gira sulla destra, dove percorrendo un tratturo, si arriva a passare su di un canale. Qui per indicare il sentiero, oltre i segni bianco rossi, nascosti dagli alberi, c’erano i nastri bianco rossi legati ai rami. Usciti dai campi, si imbocca Via Cusani fino a Chignolo Po’, dove si passa di fronte l’enorme castello. Lungo la statale, concentrata a non sbagliare nuovamente strada, mi ferma un ciclista, Fabio. E’ molto incuriosito da quello che sto facendo. Mi fa molte domande e chiede se sto percorrendo la Via Francigena. La risposta affermativa, fa risvegliare in lui quel sogno rimasto nel cassetto: il voler arrivare a Santiago de Compostela in bici partendo da casa sua, Crema e tornare indietro. Rimane entusiasta e vuole, dopo lo scambio rispettivo dei numeri, essere aggiornato di come andrà a finire la mia avventura. Dopo poco incontro nuovamente un signore in bicicletta: è il sindaco di Orio Litta, che gestisce la Grangia benedettina. Scambiamo quattro chiacchiere, mi aiuta con alcuni consigli, a prendere la strada più corta( quella senza cippi di pietra), che giunge prima nel paese. Dopo che mi ha posto il sello sulla credenziale, mi accorgo che il grigio visto nel cielo questa mattina, si tinge di bianco. Capisco che l’acquazzone è oramai imminente. Indosso il poncho e mi incammino verso il piccolo paese di Corte S. Andrea, percorrendo Via Roma e Via Montemalo. Alle 12 avverrà il traghettamento dei pellegrini, il famoso “Transitum Padi” e se anch’ io voglio parteciparvi devo allungare il passo. Oramai piove, con molta insistenza, ma questo non mi impedisce di continuare, anzi trovo che camminare sotto la pioggia, mi rilassi molto. Occhio a non proseguire per Senna Lodigiana, questo vi farebbe evitare, lo storico passaggio del fiume. Arrivo dopo un’ora al punto di imbarco, ritrovo Ana e dopo poco arrivano Fernando ed un ciclista, partito la mattina da Pavia. Mi aspettavo il consueto imbarcadero ed invece la sorpresa sarà un gommoncino a farci attraversare il Po’. Inizio a domandarmi se entreranno due bici e cinque persone sul gommone ma senza alcun problema Danilo, il traghettatore, sistema tutto. Carica le bici e ci fa accomodare. Tutto questo è stato fatto con la pioggia che scende giù senza interruzione, siamo completamente fradici, ma il passaggio ci fa dimenticare il tempo. Dopo l’approdo, Danilo ci fa accomodare nella sala della sua caratteristica casa, arredata con semplicità ed con oggetti antichi. Tira fuori un megatimbro e ci sella le credenziali. Ci mostra il librone dei transiti e ci racconta che dall’inizio dell’anno circa 1400 persone sono passate di lì ma secondo lui, l’affluenza è ancora bassa. Lo incoraggiamo dicendogli che sicuramente questa via, fra qualche anno, decollerà sicuramente. Arriviamo zuppi ed infreddoliti a Calendasco, dove ci accomodiamo all’ostello Tre Corone che condividiamo con un gruppo di ragazzi africani, profughi provenienti da Lampedusa che rimangono in attesa di una destinazione. Nel frattempo si divertono a giocare a pallone, ad ascoltare musica e ad imparare un po’ di italiano. La trattoria “I Templari” è il nostro obiettivo per il pranzo dove la cordialissima responsabile, per la modica cifra di 11 euro, ci fa mangiare un bell’antipasto misto di salumi, un piatto di tortelli burro e salvia, come da tradizione emiliano romagnola, scaloppine al limone accompagnati da acqua e pane. Nel pomeriggio un poco di riposo e un giro nel piccolissimo paese, precederanno una semplice cena, preparata con cose comprate nell’unico alimentari del paese. PERNOTTO: 10-15 EURO TRANSITO DEL Po’: 10 EURO. Se siete soli, anche 15 o 20 euro. 14 Agosto 2014 CALENDASCO-MONTALE 19.3 KM Tappa di tutto di riposo e finalmente, nessuna criticità. L’ostello di Montale è nuovissimo e direi a 5 stelle, chiesa sul retro aperta e che dire…Grazie Signore. Più tardi rincontro i due spagnoli che decidono di andare un po’ prima di me a visitare il centro di Piacenza. Ci rincontriamo nel pomeriggio ed insieme a loro visito i luoghi più caratteristici. Per la sera condivideremo un’ abbondante pasta al pomodoro con una buonissima caprese. Sorpresa sarà, in tarda serata, l’arrivo di Fred, l’olandese incontrato a Robbio, di Michelle, ragazza irlandese partita da Canterbury e di Christiaan, con la sua bicicletta. Finalmente si inizia ad assaporare la vera condivisione tra pellegrini… la cena fatta, mi farà tornare indietro, alle numerose cene organizzate un anno fa, lungo il Cammino di Santiago. PERNOTTO: 10 EURO offerta minima. In ostello sono presenti cucina, provviste lasciate dai pellegrini e frigo. 15 Agosto 2014 MONTALE-FIORENZUOLA D’ARDA 33,9 km Inizia una nuova giornata e come di consuetudine la mattina presto, raccolgo le cose e sgattaiolo fuori dalla camera. Questa mattina la colazione, la faccio in ostello. Ieri, abbiamo comprato così tante cose che sarebbero bastate per un reggimento. Il problema insorge dopo aver incontrato la frazione I Vaccari. Imboccando per la strada dei Vaccari si arriva ad una sbarra, che va oltrepassata. Peccato che i segnavia erano dietro ed inizialmente non li ho visti, proseguendo 10 minuti lungo un tratturo che capisco non essere il sentiero. Proseguendo il sentiero che costeggia il Torrente Nure, perdo nuovamente i segnali finendo alla Fornace Vecchia dove riprendendo la strada asfaltata, arrivo alla strada Farnesiana e proseguendo in direzione San Polo, raggiungo dopo poco, San Giorgio Piacentino. Dopo qualche ora arrivando ad uno dei guadi della giornata, ritrovo l’olandese e Michelle che hanno deciso di prendere la strada più corta(è la stessa indicata da Terre Di Mezzo che passa per Pontenure e Cadeo). Suggestivo il guado del fiume, a piedi scalzi, con le pietre che ti facevano un profondissimo ed indimenticabile massaggio. Fred aumenta il passo per riuscire ad incontrare un suo amico in città mentre io e Michelle proseguiamo insieme fino all’arrivo a Fiorenzuola, in cui ritroviamo Fernando e dopo un’ oretta anche Ana… Data la chiusura di tutti i negozi per la festività, non ci resta che consumare un paio di buonissime falafel e una ricca piadina con kebab e verdure. Dormiremo presso la Casa della Carità dietro il Duomo, dove si può dormire in sette. PERNOTTO: Offerta 16 Agosto 2014 FIORENZUOLA D’ARDA- FIDENZA (VIA Castelnuovo Fogliani, Villa Oppi, Casa Bocelli) Anche oggi il tempo non ci aiuta. Ma penso che dopo aver trovato settimane di sole battente, un po’ di fresco serva. Oggi non sono partita da sola ma con Ana con cui aspettiamo per fare colazione. Il cielo diventava sempre più plumbeo e dopo poco abbiamo deciso di ripararci sotto una pompa di benzina perché la pioggia iniziava a cadere forte. E’ una vera e propria bomba d’acqua, incessante. Ma non possiamo rimanere tutto il giorno lì e dopo 30 minuti circa, decidiamo di coprirci ed iniziare a camminare. Evitiamo di prendere l’itinerario principale verso Chiaravalle della Colomba per fare la Via Emilia ed accorciare il più possibile. Scorgiamo in lontananza uno svincolo che ci fa comprendere l’impossibilità di proseguire verso ciò che avevamo pianificato. L’acqua scendeva senza mai fermarsi ed i camion ci passavano molto vicino. Che fare tornare indietro? Ad un certo punto, però, scorgo a destra una pennellata bianca, con scritto VF. Si è la vecchia via, quella tracciata dalla Confraternita di San Giacomo, scritta sulla guida di Terre di Mezzo. Tiro subito fuori la guida e proseguiamo per quella strada. E’ la Variante più corte e diretta. Evviva, urliamo contente di aver trovato il sentiero. Dopo qualche ora la fame si inizia a far sentire e qualche pannocchie, ci fa da antipasto prima della colazione che faremo alle Pendici di Castelnuovo Fogliani, dove oltre la bella pausa di riposo, facciamo tappa al fornaio del paese, assaporando una buonissima e soffice focaccia. L’arrivo a Fidenza, presso il convento dei Cappuccini, avviene senza imprevisti. Non appena arrivati passiamo presso il punto informazioni, dove risiede anche l’associazione della via Francigena di Fidenza. Ana troverà qui anche il secondo volumetto guida, di Itineraria. La lunga ed estenuante pioggia e le abbondanti fatiche di queste settimane, verranno ripagate da un abbondantissimo, ma indimenticabile pranzo offertoci da Barbara, un amica di un conoscente di Ana, presidente della associazione Francigena Spagnola che ci farà assaporare numerosi i piatti con un innumerevole varietà di alimenti, tutti rigorosamente biologici e fatti in casa. Barbara essendo una sommelier molto conosciuta nella provincia di Fidenza ci fa anche assaporare circa 6-7 vini diversi… chi poteva desiderare di più. A fine pranzo, torniamo in convento con la voglia di fare una bella doccia calda. Ognuno ha una cameretta singola, con bagni e docce in condivisione e per chi vuole, nel convento c’è anche un cucinino. PERNOTTO: Offerta 17 Agosto 2014 FIDENZA-FORNOVO DI TARO 34 KM La mattina inizia alla grande. Oltre ad Ana, oggi camminerò con Gianpaolo conosciuto la sera prima in convento. Fa parte dell’Associazione della Francigena di Santhià che amministra l’ostello vicino alla parrocchia. E’ un ragazzo che ha fatto numerosi cammini in Italia: la via degli Abati, la Via lungo la costa Ligure, una parte della Via Francigena del Sud e tanti altri. Partiamo e ci incamminiamo verso Costamezzana, dove ci fermiamo a fare colazione al bar lo Scoiattolo, sulla via principale, da cui si vede l’ingresso della chiesa locale. Qui il barista ci timbra le credenziali e ci augura un buon cammino. Dato che le gambe vanno e stiamo alla grande, decidiamo di fermarci in un ristorante di Medesano per pranzo e dopo esserci rifocillati un po’, proseguiamo in direzione Fornovo. DEVIAZIONE: Segnalo la possibilità quando si arriva a Costa Mezzana, di evitare il sentiero basso nel bosco, proseguendo sulla strada asfaltata, di fronte al bar che esce in salita dal paese. Si prosegue fino all’incrocio dove si gira sulla destra, fino a che non si riprende il percorso ufficiale. L’arrivo a Fornovo è avvenuto senza problemi. Ho sperimentato come l’unione fa la forza e la presenza di Gianpaolo e Ana è servita, ha reso meno faticosa la tappa odierna. Ci accomodiamo nell’ostello dell’ Arci, accanto alla chiesa principale, dove per 10 euro, preparano delle abbondanti cene per pellegrini. Mangeremo una pizza fuori dal paese verso Riola perché la pizzeria del centro, non aveva più panetti. PERNOTTO: offerta minima di 10 Euro 18 Agosto 2014 FORNOVO DI TARO-BERCETO 31,5 KM L’incontro con Gianpaolo è stato provvidenziale e soprattutto ha mandato all’aria tutte le pianificazioni fatte per le tappe successive. Ma è qualcosa di veramente eccezionale poter condividere il cammino con qualcuno perchè aiuta e ti dà molto coraggio. Dopo un buonissimo cannolo siciliano ed un latte macchiato nel bar di fronte all’ostello io, Gianpaolo, Ana e Michelle, iniziamo a salire gradualmente verso gli Appennini. Il sole ci assiste. La Pieve di Bardone domina la valle e le montagne che la circondano, mi fanno tornare in mente le montagne dei Pirenei, incontrate lungo la prima tappa del cammino di Santiago. Arrivati a Cassio, ci fermiamo nel ristorante di fronte all’ostello della Via Francigena. Tira un vento ghiaccio, come avrebbe detto mia nonna. Ci copriamo e ci riscaldiamo indossando qualcosa di più pesante. La discesa verso Berceto sarà liscia come l’olio. Arriviamo all’enorme struttura dei Salesiani di fronte al campo sportivo dove grazie alla cucina, io e Gian cucineremo. OSTELLO DI CASSIO: mette a numerosi generi alimentari che un’offerta. disposizione, a chi vi pernotta, si possono consumare lasciando PERNOTTO A BERCETO, presso i Salesiani ad offerta. 19 Agosto 2014 BERCETO-PONTREMOLI Stavolta siamo io, Gian e Ana, i primi a partire. Il tempo non è dei migliori e per non rischiare, dati i numerosi banchi di nebbia, decidiamo di percorrere la statale della Cisa, arrivando dopo poco all’ostello via Francigena, dove Gian e Ana fanno colazione. Ci intratteniamo con chi gestisce la struttura e mi faccio consegnare una nuova Credenziale, perché mi accorgo che gli spazi vuoti, non basterebbero fino a Lucca. I figli del gestore giocano nella sala della colazione. Il più grande si avvicina e mi confida che presto partirà con il papà per percorrere a piedi la Via fino a Lucca. Era felicissimo. E’ molto bello che già da così piccoli, possano imparare ad apprezzare i luoghi presso cui si snoda questo fantastico itinerario. Rincontriamo Fred con cui Ana decide di camminare per i successivi chilometri. Noi proseguiamo e dopo un’ oretta incontriamo il fatidico cartello: Passo della Cisa…ce l’abbiamo fatta. Aspettavo da tanto questo momento, forse perché il valicare quel passo significa chiudere la prima parte del cammino ed aprirsi alla nuova…chissà. DEVIAZIONE: poco dopo il Passo, con consiglio di Gian non seguiamo l’itinerario principale che ci manda in salita, ma scendiamo per la strada asfaltata, in direzione Vallingasca, Gravagna san Rocco, Groppoli e Molinello. Superati questi paesi, si riprende la SS 62 della Cisa, arrivando dopo poco a Pontremoli. Ringrazio i devoti a sant’Anna che lungo la via hanno costruito una piccola cappella che ci ha permesso di ripararci durante l’acquazzone, facendoci pranzare all’asciutto… grazie Sant’Anna. Entrando a Pontremoli ci accorgiamo che stanno preparando la festa medioevale, che per un giorno non riusciamo a vedere ma in compenso ritroviamo nel convento dei Cappuccini, la cucina e un altro bel piatto di pasta, non ce lo leva nessuno. PERNOTTO: offerta minima 10 euro. 20 Agosto 2014 PONTREMOLI- AULLA 27,7 KM Che dire, l’incontro con Gian scopro rivelarsi di estrema utilità. Pochi giorni prima viene informato da un amico dell’associazione che due ragazze segnalavano la non pulizia del sentiero che da Virgoletta, vicino a Villafranca Lunigiana, si addentrava nella boscaglia in direzione Terrarossa. DEVIAZIONE: Mi propone, così, da Villafranca Lunigiana, di seguire l’itinerario per le biciclette che scopro essere anche quello della guida di Terre di Mezzo. Nonostante sia su strada asfaltata, c’è poca circolazione di veicoli. Transitiamo per Lusuolo, Barbarasco, fino ad arrivare a Terrarossa, dove i due itinerari si ricongiungono. Da qui si prosegue fino a dentro il paese dove il passaggio della vecchia ferrovia, è ora utilizzato come pista pedonale evitando ai pellegrini di percorrere, la statale della Cisa. Arriviamo all’Abbazia di San Caprasio, dove ci accolgono con bibite fresche. Qui incontriamo Berndt, pellegrino tedesco partito da Tonning, cittadina quasi a confine con la Danimarca…e rimango impressionata dalla strada da lui percorsa. Una gentilissima signora ci accompagna all’ostello, nuovo di zecca. E’ fantastico e suggestivo. C’è una postazione internet e persino due fornelli a scomparsa…che spettacolo!!! Per la cena decidiamo di oltrepassare il ponte che porta ad un ristorante dove ci accolgono con il menù del Pellegrino a 10 euro…e che bontà… Ci fanno assaggiare i “Testaroli”, pasta quadrata tostata, acqua e farina, condita in tre varianti pesto, ragù e bianca con parmigiano. Il secondo di carne e insalata, tutto servito con pane e bibita. 21 Agosto 2014 AULLA-AVENZA 32.7 KM Oggi la tappa è stata abbastanza dura, notevole il dislivello sia in salita che in discesa. Decidiamo di partire molto presto con il fresco e questo ci permette di fare una bella colazione. A salire, siamo io Gian e Berndt. Dopo una mezz’ora di cammino entriamo nella boscaglia, è mattina presto e già iniziamo la nostra lotta quotidiana con i tafani che per quasi quattro ore ci fanno compagnia lungo il cammino. La salita sembra non finire mai, e la preghiera che allevia la stanchezza che sopraggiunge a poco a poco. Saliamo e quando pensiamo di iniziare a scorgere sentieri all’aperto, troviamo altri boschi. Dopo circa quattro ore, però, la boscaglia si dirada e il mare aperto diventa il nostro orizzonte. Più tardi, saluto Gian che si è fermato a Sarzana. La sua meta non è Roma, ma un monastero vicino Firenze in cui farà un ritiro spirituale. Da Lucca ha studiato una strada, fai da te, per poterlo raggiungere a piedi. Dopo una pausa a Ponzano Superiore, la discesa verso Sarzana e il momento dei saluti. Ci ridiamo appuntamento qualche giorno più tardi a Lucca, per poter percorre qualche altro chilometro insieme. Giungerò ad Avenza in compagnia del tedesco. Arrivata a destinazione non posso che correre a comprare i biglietti del bus, salire e dirigermi verso il mare dove lasciandomi cullare dalle onde, allevierò la stanchezza accumulata in questi giorni. Il mare è mosso e la corrente è forte, ma l’aria di mare mi rilassa di colpo. Dopo due orette riprendo il bus e torno nel posto dove dormirò per la notte, faccio la spesa e condivido la cena con Berndt. Veniamo a conoscenza che molti dopo la discesa a Sarzana, hanno deciso di percorrere a piedi la via Aurelia, evitando di allungare la tappa, ma a loro rischio e pericolo. Non so se esista una corsia di emergenza dove poter transitare a piedi. CRITICITA’ Segnalo che dopo esser passati vicino gli scavi dell’Antica Luni, il sentiero incomincia a correre parallelo alla ferrovia. Qui abbiamo trovato un cantiere di lavoro che ha sbarrato l’accesso ai pellegrini. Essendo veramente stanchi e non avendo voglia di prolungare ancora la tappa, abbiamo passato la chiusura, transitando lungo il cantiere fino a riprendere da lì il sentiero stabilito. PERNOTTO: A Offerta in abitazione, di fronte alla parrocchia di San Pietro, con 9 posti letto COLAZIONE: Offerta dal parroco e servita dalle 7, in un bar, vicino alla parrocchia. CENA: Possibilità di consumare menù scontati nella pizzeria accanto alla chiesa. 22 Agosto 2014 AVENZA-PIETRASANTA 29 KM Stavolta viaggio da sola. Il tedesco si è fermato un altro giorno ad Avenza, in attesa di un amico monaco con il quale, da Pietrasanta continuerà il pellegrinaggio verso Roma. Dopo poco, però, mi accorgo che dietro di me cammina un altro pellegrino. CRITICITA’ Segnalo che seguendo il cammino ufficiale, tra Forma Bassa e Forma Alta, c’è un tratto del percorso a limite della praticabilità, sporco e coperto di rovi che rendevano difficoltoso il camminare. Inoltre alla segnaletica bianco rossa, si aggiunge un segnaletica fluorescente che può portare fuori percorso. Il pellegrino che farà la strada con me si chiama Uberto, partito da Pavia, ha percorso la Via degli Abati, arrivando a Pontremoli dove ha ripreso la Francigena. Claudica forse per una tendinite, causata dagli eccessivi chilometri percorsi ogni giorno. A Massa facciamo colazione e rincontriamo Ana che per paura di perdersi nella boscaglia di Forma Alta, è tornata indietro prendendo l’Aurelia. In città con l’aiuto delle mappe online, abbiamo accorciato un po’ la strada fino a riprendere il percorso in Via Sforza che sale, poi, verso Montignoso. DEVIAZIONE Arrivati a Strettoia si può prendere, per accorciare, anche la Via Palatina fino a Ripa, dove si può evitare di seguire il percorso per Via Alpi Apuane, continuando a percorrere la Palatina. Dopo Via Pescarella si incontra la Provinciale Vallecchia che dopo poco vi fa entrare nel paesino di Pietrasanta. Entrati nel centro, saluto Uberto che proseguirà fino a Valpromaro ed io inizio a ricercare la Casa di Spiritualità la Rocca che si trova in pieno centro a sinistra della chiesa principale. Lì Trovo un pellegrino di nome Fabio che viene da Rimini. E’ un ragazzo con cui si parla benissimo e capisco che ha una grande fede. E’ partito da Roma e vuole arrivare a Mont Saint Michel in Francia perché spiritualmente è molto legato alla figura di S. Michele Arcangelo. Mi racconta di se, della sua vita e della sua scelta di vivere in povertà il pellegrinaggio che sta compiendo. Sarà in tutto e per tutto la provvidenza a guidarlo. Fino a che non arriverà alla sua prima meta, per avere qualche soldino, venderà i disegni che fa e il resto Dio vede e provvede. E’ emozionante averlo incontrato…so che non si fermerà a Mont Saint Michel e dopo l’inverno ripartirà alla volta di Lourdes e Santiago…Che Dio ti benedica ora e sempre Brigante dell’Universo(foto al lato). La sera ceniamo assieme, condividendo altri momenti e poi a letto. PERNOTTO: Offerta minima 10 euro. Posti letto nella casetta 6, più ulteriori da concordare con le suore. 23 Agosto 2014 PIETRASANTA-LUCCA 32,2 KM e qualcosa di meno Ci alziamo tutti un po’ presto. Ci dirigiamo verso il sentiero dove saluto il mio nuovo fratello, Fabio, Brigante dell’Universo che è pronto a risalire l’Italia, con l’augurio di poter ricevere presto sue notizie. Tappa lunga ma non eccessivamente difficile. I piedi a friggere. Oramai le scarpe chiuse, sono coperte di buchi e la suola è sempre più assottigliata, non so se mi saranno utili ancora a lungo, quindi decido così di provare a camminare solo con i sandali da trekking. Arrivati alle porte di Lucca, data la stanchezza e la pioggia presa durante tutta la mattinata, decidiamo dal Ponte San Pietro di seguire il percorso per le bici, imboccando il Viale Puccini, evitando il percorso ciclopedonale lungo il fiume. Per mangiare data la stanchezza, un bar di cinesi, sarà la nostra tappa per il pranzo. L’arrivo alla Misericordia di Lucca avviene senza problemi. L’accoglienza è riservata a 6 pellegrini in stanze doppie e massimo tre pellegrini, per terra. All’interno dell’appartamento c’è cucina e frigo. Qui, ma guarda le coincidenze, rivedo il ragazzo arrivato all’ultimo al rifugio degli Agostiniani il 31 di Luglio, Tom. Ci scambio quattro chiacchiere e vado a visitare la città di Lucca che è bellissima, sento la fatica nei tendini e dopo aver comprato qualcosa per la cena, torno a riposarmi, per il resto del tempo. Purtroppo con Gian ci eravamo detti di rincontrarci qui ma capisco che non conviene fermarmi un ulteriore giorno così ci ridiamo appuntamento a Roma per Ottobre, in occasione di un incontro sulla Via Francigena. PERNOTTO: a offerta la prima notte, la seconda costa 25 euro. 24 Agosto 2014 LUCCA-ALTOPASCIO 18,5 KM Oggi è una giornata limpidissima. Decido di partire presto comunque per avere più tempo per riposarmi ad Altopascio. Essendo Domenica, non trovo bar aperti fino a Porcari, dove riuscirò a fare una gustosissima colazione. A Porcari perdo le indicazioni per vedere la Badia di Pozzeveri così la Via Romana, diventa il sentiero per arrivare prima di mezzogiorno, a destinazione. A poco a poco, arrivano altri pellegrini e l’ostello si riempie…sembra di stare in uno degli ostelli del cammino, in Spagna. Il pranzo sarà il panino con il kebab della Domenica mentre per la cena, mangerò una buonissima pizza in compagnia di alcuni amici di Roma che hanno la seconda casa a Marginone, piccola frazione a 10 minuti da Altopascio. In ostello conosco Pietro, un ragazzo di Reggio Emilia, partito da Fornovo e diretto a Siena e rincontro Tom, il ragazzo inglese incontrato il giorno prima a Lucca e il primo giorno di cammino al Passo del Gran San Bernardo. PERNOTTO: A Offerta. In paese, c’è la possibilità di lavare i vestiti nelle lavanderie a gettoni. 25 Agosto 2014 ALTOPASCIO-SAN MINIATO ALTO. Oggi cammino con i sandali, mettermi le scarpe è quasi inutile, rischio di farmi venire qualche tendinite. Uscita da Altopascio, decido di non deviare presso Villa Campanile, per evitare di inzupparmi i piedi già di prima mattina e proseguo sulla Via Lucchese Romana, strada più diretta che mi riporta sul percorso all’altezza dell’antica strada medioevale(vedi accanto)…Sembrava di essere nella foresta di Nottingham. Il rami del bosco sono intrecciati e formano un tunnel naturale, la luce dell’alba, filtra a poco a poco e infine il silenzio, intervallato dal cinguettare degli uccellini…mancava solo, udire lo squillo di tromba con il sopraggiungere dei cavalieri in armatura. Molto suggestivo. Dopo Galleno decido che è giunto il momento che aspettavo da giorni, vedo il cippo della VF e lascio lì le mie scarpe…ricordo i primi passi mossi in preparazione della seconda parte del Cammino di Santiago e fino a qui: mi hanno permesso di percorrere oltre 1000 km. Faccio una foto e riparto. A Ponte a Cappiano, mi faccio lasciare il sello e scopro che Sigerico ha sostato qui. La strada che costeggia il canale maestro, non è pulitissima e dopo poco i calzini, si inzaccherano completamente. DEVIAZIONE: Dopo San Pierino, paesino dopo Fucecchio, proseguo prendendo la SR 436, evitando di deviare in direzione di Via Candiano, arrivando poco dopo, in Via Marconi, a San Miniato Basso. Arrivati a questo punto, dopo 700 km, la stanchezza si fa sentire sempre di più e quando si può accorciare la strada, si accorcia il più possibile. Entrata a San Miniato Basso, faccio provviste anche per la sera: affettati, pane e pappa al pomodoro. Con Ana e Fernando ci eravamo dati appuntamento alla Misericordia di San Miniato Basso e data l’ora decido di chiamare i francescani e di salire da loro. Rincontrerò i ragazzi nel pomeriggio, mentre visitavo San Miniato Alto, prendiamo un gelato insieme e ci salutiamo dandoci appuntamento all’Ostello di Pieve a Chianni di Gambassi Terme, per domani. In convento, ritrovo Tom, l’inglese, Pietro, l’Italiano e farò conoscenza di Ludwig, partito dall’Olanda. PERNOTTO: 30 euro, con cena e colazione. Solo pernotto, è a offerta. 26 Agosto 2014 SAN MINIATO ALTO-SAN GIMIGNANO 37,5 KM Oggi è stata la giornata più dura in assoluto. Il caldo e i tafani, l’hanno fatta da padrone…ma i panorami hanno alleviato un poco la stanchezza. Da qualche giorno inizio ad avere un pensiero fisso…Siena è vicina, è vero, ma sento che le gambe vanno e non voglio fermarmi. Da Siena Roma, dista solo 300 km e dopo esserci arrivata torno a casa? No, voglio concludere il pellegrinaggio, voglio arrivare a Roma e così è stato. Faccio una chiamata a casa e dico ai miei: “Torno a casa a Piedi”. Dopo un primo sgomento, appoggiano la mia decisione. Li ringrazio nuovamente e non poco, gli ultimi 300 km sono stati finanziati interamente da loro. La decisione è presa ma i sandali che indosso non mi possono portare sino a Roma, la suola, infatti, sta iniziando ad aprirsi ed inizio ad aver paura che presto dovrò cestinare anche queste. Che fare? Inizio a cercare in internet negozi da trekking a Siena e trovo quello di Baglioni Simona, Rondirò. Continuo a camminare e raggiungo la Pieve di Chianni e Gambassi Terme, ma è troppo presto e non posso più fermarmi qui, come avevo detto agli spagnoli, devo avvicinarmi il più possibile a Siena, per permettermi di poter fare un salto al negozio, per comprare un nuovo paio di scarpe. Mangio un piatto di pasta d’asporto a Gambassi Terme e riparto alla volta di San Gimignano. Per strada ritroverò Pietro con il quale giungerò al Convento degli Agostiniani. Essi ospitano solo se il pellegrino è in viaggio verso Roma, ma quel giorno hanno fatto un eccezione ed hanno ospitato anche Pietro, diretto a Siena….e di posto ce n’era e anche in abbondanza. Dopo aver appoggiato le cose, esco e corro fino alla fermata del bus per Siena. Dormo e guardo il paesaggio e i luoghi che nei giorni successivi, avrei passato a piedi. E’ bello poter sognare di arrivare in Piazza San Pietro a piedi ed ogni tanto penso, a quando succederà. Trovo in Via della Sapienza, il negozio e apprezzo la gentilezza e la cordialità di Simona che mi aiuta a scegliere il paio di scarpe più appropriato, facendomi un grande prezzo…Che Dio la benedica ogni giorno, se sono arrivata a Roma e ho realizzato il mio sogno, è anche grazie a lei. Torno alla fermata del bus, mangio un pezzetto di pizza e riprendo il mezzo per tornare a San Gimignano. Tornata in convento, non trovo nessuno. La passeggiata in centro in notturna e un po’ di riposo sulla scalinata di una chiesa, conciliano il sonno, così dopo un oretta, torno in convento e vado a dormire. PERNOTTO: Offerta 27 Agosto 2014 SAN GIMIGNANO-ABBADIA A ISOLA 27.5 KM Esco dal convento e rincontro Pietro in un bar, dove facciamo colazione. Scambiamo qualche chiacchiera, poi, lui se ne va. Un po’ di calorie nello stomaco mi permettono di partire alla grande, verso una nuova tappa. A Badia a Coneo (vedi accanto), ritrovo Tom, l’inglese con cui condivido qualche chilometro, la sua falcata è più lunga della mia e dopo poco lo vedo allontanarsi all’orizzonte. Lo ritroverò a Strove, dove in un piccolo alimentare che funge da bar, compriamo focaccia ed affettati e per pranzare, ci accomodiamo su due panchine all’ombra di un pino, con il vento fresco che ci allieta la pausa. Dopo un’oretta, ripartiamo, arrivando ad Abadia a Isola. Era il posto dove volevo fermarmi a tutti i costi, sapendo che l’ospitalità era offerta dalla Confraternita di San Giacomo di Perugia che prima della partenza, aveva consegnato a me e ad altri pellegrini, la credenziale. Arrivati nella piccola frazione, superiamo l’arco di ingresso dell’antico complesso monastico e facciamo un tuffo nel medioevo (vedi accanto). L’ospitale è adiacente al vecchio monastero, ora in fase di ristrutturazione, ma visitabile gratuitamente e la chiesa longobarda, con antichi affreschi all’interno, completano lo spettacolo. Penso sia stata l’accoglienza e il luogo più suggestivo del pellegrinaggio. Prima di cena gli ospitalieri ci accolgono con preghiere nelle lingue d’origine dei pellegrini presenti e infine ci lavano i piedi, come anche Cristo fece ai suoi discepoli e ci dicono che noi, con le nostra presenza, abbiamo portato “Il Cristo” a loro. Momento toccante. La cena ci viene offerta: pasta con le melanzane, una grandissima tortilla con le patate e una bella e abbondante insalata, completano la bellissima giornata trascorsa. All’ospitale saremo io, Pietro, Tom e Ludwig, l’olandese… ma staremo alla grande. Salutiamo gli ospitalieri e ci diamo appuntamento per la colazione alle 6 e 30 del giorno successivo. A Offerta, il pernotto, la cena e la colazione. 28 Agosto 2014 ABBADIA A ISOLA-SIENA circa 16 KM Mi alzo un po’ prima degli altri e chiedo se serve aiuto in cucina. A poco a poco tutti si siedono per la colazione e dopo aver finito, prima di salutarci, ci affidano alla protezione celeste. Ringraziamo e li salutiamo: è ora di incamminarci verso Siena. Il sole è già alto nel cielo e una nebbia circonda la piccola città di Monteriggioni. Tutti ci fermiamo a fare delle foto e rimaniamo a bocca aperta di fronte allo spettacolo che questo nuovo giorno ci ha voluto donare. Stamattina andiamo di fretta, Pietro deve andare in stazione a prendere il treno e di pause non ne facciamo neanche una. Oramai le gambe sono allenate e riusciamo a percorrere 5 km all’ora. Scegliamo di seguire la strada più breve, indicata dalle guida di Terre di mezzo. Quella dell’itinerario principale ci farebbe allungare, senza motivo. Così dopo il Castello di Villa iniziamo a fare attenzione ai PELLEGRINETTI GIALLI e dopo poco lungo un rettilineo, li scorgiamo per terra e sugli alberi, indirizzandoci verso la strada che scende sulla sinistra e si inoltra in un piccolo boschetto. Questa dopo poco sbuca in un campo di girasoli, da costeggiare sulla sinistra fino a che non si raggiunge un maneggio. Da lì si prende a sinistra la strada di Montemaggio prima e la strada di Pian del lago e la Cassia poi, fino a ricongiungersi con il percorso, alle porte di Siena in Via Milanesi. Ed ecco dopo una mezz’ora, Siena. Ci dirigiamo verso Piazza del Campo e prima di arrivare, una sosta in una pizzeria, per prendere qualcosa per il pranzo. Ci sediamo tutti in piazza all’ombra della torre, condividiamo l’ultimo pranzo con Pietro che dopo mangiato ci saluta, andando verso la stazione. Nei suoi occhi ho letto la stessa malinconia che ebbi io, quando tre anni fa, dovetti tornare a casa senza poter terminare il cammino di Santiago, ti brucia si e neanche poco, ma non puoi fare nulla. Rimaniamo io, Ludwig e Tom con cui mi dirigo, verso l’accoglienza Santa Luisa, Suore della Carità di San Vincenzo, dalla famosa Suor Ginetta. Una persona magnifica che si dà tanto da fare per le persone in difficoltà di Siena, ha un cuore grande e questo lo capiamo non appena entriamo all’interno della struttura. Ci fa accomodare e ci dà appuntamento per le 20, per la cena. Insieme a Tom e Ludwig, ci facciamo un bel giro per Siena, accompagnando Ludwig al negozio di trekking, dove comprerà un sacco lenzuolo per dormire e Tom a prendere un gelato. In ostello conosciamo una giovane coppia di Padova, Tamara ed Enrico che avevamo incontrato lungo il cammino il giorno precedente, con i loro grandi zaini verde militare. E’ bellissimo potersi ritrovare nuovamente a cena tutti insieme e condividere le esperienze vissute. A Tavola si respira aria di semplicità e convivialità. PERNOTTO CENA E COLAZIONE: a offerta. 29 Agosto 2014 SIENA -PONTE D’ARBIA Salutiamo, dopo aver fatto colazione, suor Ginetta(foto accanto) che come Obolo, utilizza la tasca del suo grembiule da lavoro e ci incamminiamo verso Ponte d’Arbia. CRITICITA’: Arrivando alla rotonda di Renaccio, il percorso ufficiale manderebbe dritto, ma la strada è ancora chiusa perché in costruzione. Saliamo a destra percorrendo la statale, da cui poco dopo si diparte una strada per Renaccino e Colombaio che transita per un maneggio. Ci ritroviamo difronte alle recinsioni della strada in costruzione che scavalchiamo poco prima di fermarci in un bar per fare sosta. Dato che prima di Ponte d’Arbia, l’unico paesino che incontriamo è Monteroni d’Arbia, deviamo dal percorso e ci fermiamo lì all’ Ipercoop, dove mangiamo all’ombra di un alberello, seduti su alcune panchine. Da lì, con il Gps di Ludwig, ritroviamo il modo per riprendere dopo poco il percorso e dopo aver costeggiato a lungo la ferrovia, arriviamo al Centro Cresti di Ponte d’Arbia. Il paesino è composto da poche case ma c’è un bar ed un alimentari. Prima di cena vado a trovare Tamara ed Enrico alla festa del paese, dove mi gusterò ben 2 piatti di fagioli all’uccellina, conoscendo Rodrigo un ragazzo brasiliano, partito da Siena. Rodrigo vive a Milano, dove lavora. Era in vacanza in Toscana e a Siena, ha notato i cartelli della Francigena, così dopo essersi informato del percorso, si è messo in cammino verso Roma. PERNOTTO a offerta. Presso la struttura, c’è una grande cucina e il frigo, con una bella scorta di provviste alimentari per i pellegrini. 30 Agosto 2014 PONTE D’ARBIA-S.QUIRICO D’ORCIA CIRCA 26,1 KM Oggi c’è una sorpresa. Fabio, il ciclista incontrato a Orio Litta, ha deciso di partire insieme a sua moglie per passare un fine settimana sulla Via Francigena. Vuole comprendere cosa vuol dire mettersi in cammino, gustando le emozioni che provano i pellegrini in cammino. Così è partito la sera prima da Crema e ci ha raggiunto, aspettandoci a Buonconvento, dove abbiamo fatto colazione, tutti insieme. Per cena li invitiamo così da fargli sperimentare cosa vuol dire, l’accoglienza pellegrina. Arrivati a San Quirico, ci accomodiamo nella Foresteria della Collegiata. Vediamo, però, che la cucina è troppo piccolo e non potremo entrarci tutti. Così, vedendo, una panchina di fuori, mi viene l’idea di sfruttarla come sedile, per la cena. Prendiamo il tavolo da dentro l’ostello, altre sedie ed ecco qui: il ristorante a cielo aperto, è pronto. Ci ritroviamo insieme alla coppia di Padova, Tom, Ludwig, Rodrigo il brasiliano e Fabio con sua moglie...Mangeremo pasta al sugo, con due belle porzioni di uova strapazzate cipolle e zucchine…. C’è chi si occupa del pane, chi del dessert. Insomma alla fine rimarranno tutti contenti e soddisfatti della cena. DEVIAZIONE: Usciti da Torrinieri, decidiamo di non salire alla Madonna del Riguardo, proseguendo per la SR 2 fino a San Quirico. 31 Agosto 2014 SAN QUIRICO D’ORCIA-RADICOFANI 32.3 KM La tappa oggi è lunga e tosta, anche per la difficoltà di reperire l’acqua. Alla finestra, affacciati, Fabio e sua moglie ci salutano, augurandoci buon cammino. Non ci raggiungeranno a Radicofani, per la lunghezza e la difficoltà della tappa. Ci incamminiamo e a Bagno Vignoni, facciamo colazione nel bar dell’hotel di fronte l’antica piscina termale. Sembra sia un paese fantasma, per strada non c’è nessuno. Seguiamo le indicazioni e facciamo attenzione a non confonderci con i segni bianco rossi dei sentieri locali. Seguiremo il percorso ufficiale e non la guida di Terre che ci porterebbe dentro Gallina. DEVIAZIONE: Dopo la posta di Ricorsi, un sentiero ti fa scendere fino al margine del Fiume Formone passando per il Podere San Giorgio che decidiamo di non prendere, percorrendo la SP 478 fin dentro il centro abitato di Radicofani, dove, stando seduti al bar al centro del paese, scopriamo che lo spedale della confraternita è proprio di fronte a noi. Ludwig, sceglie di passare la notte in bed e breakfast e il giorno dopo di camminare da solo. Io, Tom e una ragazza Francese incontrata lungo il cammino, dopo tre ore passate al bar ad abbeverarci, entriamo nella struttura che ci accoglierà per la notte. Scopriamo che la confraternita ha finito di fare servizio, il giorno precedente al nostro arrivo, così ci indirizzerà per mangiare al Ristorante LA GROTTA che, come dicono, tratta bene i pellegrini e alla fine scopriamo che è la verità. Ci siamo riempiti a dismisura: Primo, Secondo, Contorno, Acqua, Vino, pane e dolci offerti dalla casa, alla modica cifra di 15 euro. Trattamento da 10 e lode: gentilissimi e cordiali i responsabili del ristorante. Usciamo completamente satolli e soddisfatti della grande abbuffata. Dopo tutti chilometri percorsi, ce la siamo proprio meritata. Torniamo in ostello e ci domandiamo se Rodrigo sia arrivato: giace nel letto stremato e distrutto. PERNOTTO: a offerta. Quando la Confraternita finisce di fare servizio, al suo posto subentra la Misericordia e non so se ci sia anche la possibilità di usare la cucina. 1 settembre 2014 RADICOFANI-ACQUAPENDENTE 24 KM Finalmente si entra nel Lazio, Roma la sento oramai vicina, manca poco lo so. Entrare nella provincia di Viterbo è, già, un grande traguardo e l’emozione sale. Sto pensando di rimodulare le tappe e da Bolsena, raggiungere direttamente Viterbo, senza fermarmi a Montefiascone. Il cielo, usciti dall’ostello è plumbeo, dicono sia il ciclone Elettra, giunto sull’Italia. Facciamo colazione io, Tom e la ragazza francese, prima della porta della città e ci incamminiamo. Indossiamo la nostra armatura antipioggia e qualche capo in più perché tira un vento molto freddo. Scendiamo gradualmente dalle colline vicino Radicofani, fino ad arrivare a Ponte a Rigo, dove ci ricompattiamo. I due prendono qualcosa di caldo al Bar all’incrocio prima di rimettersi in cammino. Dopo poco rivediamo Rodrigo e con lui facciamo il resto della strada. Passiamo Centeno ( al lato), piccolissimo paese e Ponte Gregoriano, poco prima di Acquapendente, dove sostiamo per la pausa pranzo. Ci faranno compagnia anche Tamara ed Enrico, la coppia di Padova. Più tardi, ci ritroviamo tutti dalle suore dell’Associazione Casa di Lazzaro che ci ospitano nel loro Convento, grande e spazioso. Hanno una grande cucina e molto spazio. Per noi cucinerà Rodrigo, un buonissimo risotto stufato con gamberi e funghi e Ludwig si occuperà di decorare un abbondante e ricca insalata. Sarà una cena bellissima e anche un po’ triste, perché sarà il momento di salutare Tamara ed Enrico che domani, termineranno il loro pellegrinaggio a Bolsena. PERNOTTO: A offerta. 2 Settembre 2014 ACQUAPENDENTE-BOLSENA 22,1 KM Ludwig e la francese sono i primi a partire. Mi alzo e per le 6 e 30 sono già pronta. Vedo che Tom e Rodrigo sono ancora nel letto e Tom mi dice di andare perché loro, partiranno più tardi. L’arrivo a San Lorenzo Nuovo anticipa, la veduta del lago di Bolsena e questo mi rasserena. Sono cresciuta immersa in questi panorami date le origini viterbesi di mio padre e la zona, la conosco molto bene. Arrivo a Bolsena dove realizzo di non avere i contatti telefonici di nessuno del gruppo. Tamara ed Enrico, incrociati lungo il corso mi informano che il centro di spiritualità Santa Cristina è pieno, così capisco che dovrò cercare un altro posto per dormire questa notte. Camminando mi domando dove possano essere i compagni di cammino. Proseguo, arrivando in piazza Santa Cristina, la chiesa del Miracolo Eucaristico e ritrovo Ludwig seduto su una panchina. Sta aspettando Tom e Rodrigo. Sembra intenzionato a voler proseguire verso Montefiascone, per i troppi turisti, presenti in città. Il gruppo si riunisce e alla fine, la meta per la notte, saranno le suore del SS. Sacramento, site nella medesima piazza con Ludwig deciderà di restare con noi, unendosi, per andare a fare il bagno al lago. Che sensazione strepitosa poter sguazzare e rilassarsi con un panorama del genere. Il lago di Bolsena ha infatti la particolarità di avere al suo interno due isole, la Bisentina e la Martana, una delle quali, al suo interno, conserva, numerose cappelle utilizzate in passato come eremitaggi. Per la cena mangeremo tutti una bella pizza al tramonto, sul balcone della stanza. 3 settembre 2014 BOLSENA-VITERBO 32,4 KM Questa era la tappa che sognavo da due anni; dopo esser tornata a Roma da Imola, città dove ho lavorato come fisioterapista in un Unità Spinale, venni a visitare questi luoghi con i miei genitori. Lessi i cartelli della Via Francigena e sognavo il giorno, in cui sarei potuta transitare di lì e alla fine è arrivato. Saliti a Montefiascone perdiamo Ludwig che in un bosco si ferma a fare una chiamata di lavoro e con i miei due compagni, Tom e Rodrigo affrontando la salita. Giungiamo alla stupenda e antica San Flaviano del 1000 d. C che precede il centro città dove ci fermiamo a fare colazione. L’olandese, non si intravede. Saliamo verso la rocca antica e scorgiamo il nuovo monumento al pellegrino che apre ad una vista mozzafiato sul lago. Scendendo la collina si inizia ad intravedere, la medievale Viterbo, dove ad un autogrill, ritroviamo Ludwig, intento a ristorarsi. E’ strano, ma penso, che talvolta alcuni tratti di cammino, sei destinato a percorrerli con qualcuno, non ci eravamo dati appuntamento e per caso ci siamo rincontrati. Arriviamo a Porta Fiorentina che ci accoglie nella città. Oggi è Santa Rosa, la patrona di Viterbo, la città è in festa e la gente inizia ad accorrere. In lontananza si sentono i tamburi battere il tempo agli sbandieratori e alla sfilata storica in costume. E’ una festa molto sentita anche perché, in serata, ci sarà il trasporto della Macchina di Santa Rosa che da poco, è diventata patrimonio Unesco. Alle 21 di sera questa enorme struttura di molti quintali, con la statua della santa all’apice, viene trasportata in spalla da 100 facchini devoti che percorrendo in discesa, in piano e in salita le strade della città, riportano la santa “a casa”, nel luogo in cui è seppellita. E’ una festa magnifica, oramai conosciuta in tutto il mondo e consiglio a tutti di venirla a vedere. Lascio gli altri presso la Parrocchia di Sant’Andrea a Pianoscarano, dove don Alfredo Cento offre ospitalità. Scopro per altro che è un amico di mio zio e assistente spirituale dei facchini e quindi super impegnato per la festa. Visto l’orario e per paura che le strade vengano chiuse, compro un kebab e cerco di raggiungere i miei zii, in piazza delle Erbe, dove ho l’occasione di raccontare l’esperienza fino ad ora vissuta. Vedrò il trasporto da piazza del Comune, dove grazie ad un maxischermo si possono vedere i momenti salienti del trasporto. Il momento tanto atteso arriva, le luci della città si spengono e la macchina illuminata fa il suo ingresso nella piazza. L’attimo è solenne, i facchini fanno girare su se stessi la macchina e poi la adagiano sui cavalletti. AL TUTTI FUORI, del capo facchino, la piazza esplode con applausi e cori da stadio. Che splendore, Fiore del Cielo. Dopo la pausa, i facchini rientrano per gruppi sotto la macchina e AL SOLLEVATE E FERMI, proseguono nel loro intento. La piazza si sfolla e torno in ostello dove Rodrigo alla finestra, mi lancia le chiavi. PERNOTTO: A offerta. 4 settembre 2014 VITERBO-SUTRI (VARIANTE CIMINA) Prima di partire da Viterbo, decidiamo di prendere la variante Cimina e grazie alla guida in inglese di Tom, riusciremo ad uscire da Viterbo attraverso Porta Romana, senza problemi, trovando di lì a poco la strada che dopo qualche ora, ci porterà a San Martino al Cimino: è ben segnalata e non troviamo grosse difficoltà a percorrerla. Arrivati a San Martino Cimino, la consueta tappa colazione che ci permetterà di affrontare l’ interminabile salita che gradualmente si arrampica sui Monti, che dominano Viterbo. Perdo, più volte, di vista i ragazzi che hanno il passo molto più veloce del mio; a tratti, tra le fronte degli alberi, riesco a scorgere il profilo del lago di Vico che per la natura selvaggia che lo avvolge, sembra riportare il visitatore a rivivere l ’ atmosfera di Jurassic Park. La salita si addolcisce e raggiungo la cima Coppi a 911 metri d' altezza. Da lì si scende gradualmente fino ad arrivare ad un incrocio. Se si segue la segnaletica, si prosegue per Ronciglione e poi Sutri mentre se si prende a destra la strada asfaltata, si arriva fino alla Cassia, poco dopo le querce d’Orlando, dove ci si riunisce al percorso ufficiale che dopo una mezz’oretta porta dentro Capranica e prosegue per Sutri. In questa zona si cammina, completamente circondati da piante di noccioli che non esitiamo ad assaggiare. Prendendo la strada doganale oriolese, dopo il primo passaggio sopra la ferrovia prendiamo un tratturo che scopriamo non essere il cammino. Tornando indietro, riprendiamo il sentiero che ci porterà dopo un ’oretta a Capranica, dove in un bar, ritroviamo Ludwig. Capiamo dai suoi discorsi che vuole camminare da solo, come per il resto ha fatto oggi e per parte dei giorni precedenti. L’ultimo tratto del cammino, ci fa transitare per il vecchio stabilimento del Chinotto Neri e dopo, per una strada asfaltata che non si lascia mai fino a che non si raggiunge la strada Crognano ci fa arrivare direttamente a Sutri, dove per la notte dormiremo presso la Foresteria del convento delle monache Carmelitane di Clausura. PERNOTTO:15 euro. 5 Settembre 2014 SUTRI-CAMPAGNANO DI ROMA 25,8 KM Oggi il passaggio definitivo nella provincia di Roma. VARIAZIONE: Da Sutri usciti dal paese, si prende per un tratto la via Cassia, facendo molta attenzione, fino a girare ad un grande bivio sulla destra che ci porterà successivamente, ad imboccare la Strada Campo la Pera che giunge al confine con il Golf Club. La colazione la consumiamo a Monterosi. Suggestivo il pranzo alle cascate del monte Gelato dove tutti ci rilassiamo, mettendo a mollo i piedi stracotti, nell’acqua gelata. Rincontriamo Ludwig che si intrattiene qualche istante con noi, prima di proseguire in solitaria. L’ arrivo nel centro di Campagnano ci riserva un ultima sorpresa: una ripida salita. In centro, ritrovo l ' olandese che mi indica dove trovare l’ostello che di fronte, ha un bar che prepara menù del Pellegrino a 9 euro. Per la sera un enorme pizza a 5 euro al forno vicino all’ostello, sarà la mia cena. Ritornando in ostello, faccio conoscenza con un gruppo di oltre 25 ragazzi provenienti da Trento che da tre anni insieme a i loro professori, scelgono una settimana l’anno, per percorrere un tratto della Francigena. Quest’anno concluderanno il pellegrinaggio a Roma, sono stanchi e stremati, ma penso che sia diverso conoscere la storia del proprio paese, camminando. La giornata mi riserva un ’ altra sorpresa: l’incontro con Padre Francesco, frate conventuale, conosciuto sei anni prima al Seraphicum, facoltà Teologica presente all’Eur, zona in cui vivo. E’ parroco a Formello ma i numerosi impegni del parroco di Campagnano, lo hanno portato ad essere coinvolto sempre di più, in prima persona, nell’accoglienza accogliere dei pellegrini…Che Dio lo benedica. Lui non si ricorda di me ma scopro che ha conosciuto i miei genitori in occasione di alcuni incontri, svolti presso la nostra parrocchia. PERNOTTO: su materassi per terra, è a offerta. 6 Settembre 2014 CAMPAGNANO DI ROMA- LA STORTA 24, 5 km E’ il penultimo giorno di cammino, ho una gran voglia di tornare a camminare da sola. Lascio Rodrigo e Tom avvolti nel loro sacco a pelo, raccolgo le mie cose e piano piano esco dalla stanza, cercando di non fare troppo rumore. Al piano di sotto ritrovo i tre ragazzi di Saronno partiti in bicicletta che oggi, termineranno il loro pellegrinaggio ma non saranno gli unici: anche Ludwig farà così. Era stanco nei giorni precedenti e aveva una gran voglia di arrivare, fare un piccolo giro a Roma e ripartire per l’Olanda per riabbracciare finalmente i suoi cari. I tre mesi di viaggio li iniziava a sentire tutti. E’ un peccato non averlo potuto salutare ma spesso la vita va così. La giornata va alla grande e più ci si avvicina a Roma, più si sente l’umidità e la cappa di calore. Nella mia mante scorrono veloci i panorami e le situazioni vissute in questi 37 giorni di cammino: la partenza, il cammino percorso, le persone incontrate. Non vedo l’ora di arrivare a S. Pietro e immortalare quel momento. Dopo la tappa a Formello per la colazione, tiro dritto e penso solo ad arrivare, non voglio fermarmi, voglio solo arrivare. Dormiremo presso l’Istituto delle suore Poverelle, in via Baccarica 5, insieme ad un francese partito da Siena, ad un ciclista partito da Bergamo e a due ragazzi partiti con il gruppo di studenti di Trento. E’ l’ultima sera, c’è un bellissimo tramonto, ci godiamo momento per momento quest’ultima serata, i piedi fremono, vorrebbero andare e domani li lascerò liberi. Oramai siamo a Roma, anche se in periferia ma ci siamo. Saluto il francese e gli altri informandoli che l’indomani mi sarei alzata presto così da evitare di incontrare sulla Cassia e la Trionfale, le macchine…Non ci resta che darci appuntamento in Piazza San Pietro. PERNOTTO: Offerta minima 10 euro 7 Settembre 2014 LA STORTA- PIAZZA SAN PIETRO 17,2 KM IL GRANDE GIORNO E’ ARRIVATO Questo è il giorno dell’emozione, della contentezza e della gioia…Mi guardo indietro per un momento e cerco di ricordare il 31 Luglio, giorno in cui mi sono messa in viaggio, per questa grande avventura, perché è stata un avventura… Parto con il buio e mi incammino. La Via, oggi, ci riporta bruscamente alla realtà di tutti i giorni, facendoci transitare lungo vie normalmente molto trafficate che oggi, essendo Domenica, sono un po’ più vuote. L’Itinerario a tratti è senza marciapiede e bisogna fare molta attenzione. Passando sulla Trionfale, all’altezza di Via dell’Acquedotto Paolo, ricordo che c’è il bar di mia zia, il Miki’s Bar, dove poter fare colazione ma lo trovo chiuso e proseguo, mangiando in un bar, poco più avanti. L’ingresso nel parco di Monte Mario, è emozionante perché sono consapevole che al di là di quel monte e di quegli alberi, si nasconde l’arrivo. Salgo gradualmente, il sentiero si snoda da destra a sinistra, i rami a poco a poco si diradano….ecco San Pietro, non mi posso trattenere e alla fine, urlo per la gioia…Scendendo dal Monte, sembra che il sentiero con numerose curve a gomito ti voglia trattenere al suo interno. Esco dopo 15 minuti, vedo un incrocio e domando per Viale angelico e mi incammino. Da lì riesco a scorgere luoghi già visti, San Pietro è vicina…Cammino sempre più velocemente, faccendo concorrenza ai numerosi sportivi della domenica che percorrono la pista ciclabile, vedo all’orizzonte il colonnato ed ecco la porta Angelica, ci siamo mancano poco passi. Giro intorno al colonnato e rimango in silenzio e immobile, di fronte alla vista che aspettavo con gioia oramai da 38 giorni. Mi appoggio alle transenne, guardo i pellegrini in attesa di entrare in basilica, guardo ogni minimo dettaglio della piazza. Fisso solo la basilica e non capisco più nulla, un carico d’emozioni arriva come uno tsunami nella mia testa, non posso più trattenermi e scoppio in lacrime….singhiozzo e non riesco a fermarmi. Questo pellegrinaggio ha significato molto per me, è il più bel regalo che mi potessi fare. E’ stata la rivincita su tutta la negatività che avevo accumulato durante tutto l’anno….un’anno bello, intenso ma anche molto difficile. Ora posso solo ringraziare Dio per la protezione che mi ha dato e per l’aiuto che non mi ha mai privato. Chiamo i miei e li informo del mio arrivo, mia madre si emoziona perché comprende dentro di se quello che ho fatto. Chiamo Rodrigo e lo ritrovo in piazza, seduto con Tom, all’ombra dell’obelisco. Ci abbracciamo e festeggiamo l’arrivo, non possiamo che aspettare l’Angelus del Papa. In piazza rincontro anche i miei amici romani che sono venuti per l’occasione. Mi regalano un piccolo rametto d’ulivo con una frase del Vangelo. Li ringrazio per il sostegno e il tifo che hanno fatto per me. Sono veramente felice di aver concluso il pellegrinaggio con la benedizione papale. Finita la celebrazione, saluto tutti e mi incammino con gli altri, verso lo Spedale della Provvidenza, dove dormiremo per la notte. L’accoglienza è offerta dalla Confraternita di San Giacomo di Perugia che ospita i pellegrini in arrivo a piedi a Roma, oramai da molto tempo. Mentre percorriamo il lungo Tevere in direzione Trastevere, scorgo in lontananza un volto già visto…è Ludwig…non è partito….che roba e dire che non avevamo organizzato niente. Ci abbracciamo e ci racconta come è andato l’arrivo a Roma, la messa alla chiesa frisona, la consegna anche presso di loro del Testimonium, l’emozione provata quando il prete ha nominato il suo nome durante la celebrazione. Che dire non potevamo finire nel modo migliore. Decidiamo di pranzare tutti quanti assieme, celebrando il nostro arrivo. Le ultime foto precedono, i saluti e i il miglior augurio di felicità per lui e per tutta la sua famiglia. Concludo qui ringraziando la Confraternita per la buonissima cena e colazione, per l’accoglienza e quello che hanno fatto, fanno e faranno per le vie dei pellegrinaggio. 8 Settembre 2014 IL GIORNO DELLA CONSEGNA DEL TESTIMONIUM La Via Francigena non è il Cammino di Santiago dove si percorrono sentieri, oramai divenuti autostrade. Il cammino, spesso, lo devi cercare tra rovi ed oltre un metro d’erba, ti devi inzuppare i piedi, devi lottare con tafani per molte ore al giorno, devi munirti di buone protezione contro le zanzare che diventano la tua musica quotidiana, devi guadare torrentelli levandoti le scarpe, superare ripide ed interminabili salite ma è questo che rende la via Francigena, una via caratteristica e diversa dalle altre. E’ ancora un cammino vergine che poche persone conoscono. Vale la pena percorrerlo perché come il Cammino di Santiago, ti permette di fare un tuffo nel passato e di restare solo con te stesso. Saranno le esperienze da noi vissute ad invogliare l’indeciso e a far partire chi lo sogna già da tempo. Non mi resta che dirvi(come recitava un cartello trovato in Spagna) DON’T STOP WALKING (guarda sotto) ULTREYA Y SUSEYA A TUTTI E… … BUEN CAMINO Ester Sciarretta