Il processo e la condanna a morte di Socrate
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Il processo e la condanna a morte di Socrate
1 Il processo e la condanna a morte di Socrate Unità didattica realizzata dagli studenti della classe 4aH con la guida dei proff. Mario Carini e Christian Vetrugno Introduzione Uno dei più grandi processi della storia, un processo politico che rappresenta una pagina nera nella storia della giustizia umana, fu quello che si svolse ad Atene nel 399 a. Cr. contro Socrate, “il più sapiente degli uomini”, secondo il celebre responso del dio di Delfi. Socrate, colpevole di seminare il dubbio ricercando incessantemente la verità nelle sue instancabili e quotidiane conversazioni con i cittadini ateniesi, paradossalmente fu giudicato sotto un regime democratico, quello che fu instaurato in un’Atene liberata dal dispotismo dei Trenta Tiranni, ad opera di Trasibulo. Socrate (470-399 a. Cr.) venne giudicato dal tribunale popolare dell’Eliea, presieduto dall’arconte re e formato da cinquecento giurati. L’accusatore fu Meleto, un poeta, ́furono Anito, un demagogo, e Licone, un retore. Il testo dell’accusa ci è stato conservato nelle Vite dei filosofi (2,40) di Diogene Laerzio (III sec. d. Cr.): “Socrate è colpevole di non riconoscere gli dei che la città riconosce e di introdurre nuove divinità; è colpevole anche di corrompere i giovani. Pena richiesta: la morte.” Il testo dei tre discorsi pronunciati da Socrate 2 a sua difesa ci è stato conservato nell’Apologia di Socrate di Platone (427-347 a. Cr.), opera che appartiene alla prima delle nove tetralogie del grande filosofo fondatore dell’Accademia (i quattro dialoghi sono, oltre all’Apologia, l’Eutifrone, il Critone e il Fedone, che narra gli ultimi momenti della vita di Socrate). L’Apologia di Socrate e il Critone sono le fonti essenziali del processo di Socrate, che si concluse con una condanna a morte accettata al punto che Socrate rifiutò di evadere come lo aveva esortato a fare il fedele discepolo Critone, che aveva preparato il piano. L’Apologia non è un vero piano, ma un lungo monologo scandito in tre parti, interrotto dalle battute del principale accusatore, Meleto. La scena è il tribunale dell’Eliea, con i suoi cinquecento giudici: Socrate parla dall’alto della tribuna di fronte agli accusatori e ai giudici, fra un pubblico che freme, schiamazza e gli è chiaramente ostile. Nel primo discorso Socrate si difende, con eloquenza bonaria e ironica, dalle accuse di empietà, di introduzione di nuove divinità e di corruzione dei giovani. Dopo il primo discorso avviene la votazione, che ha per esito il riconoscimento della colpevolezza di Socrate con una maggioranza di trenta voti. Secondo il diritto attico il condannato poteva proporre personalmente una pena in alternativa a quella prevista dalle leggi o proposta dall’accusa. Le due pene in alternativa sarebbe state votate dai giudici. Socrate propone provocatoriamente di essere mantenuto nel Pritaneo, la residenza dei prìtani, i presidenti della ́un privilegio che si concedeva ai benemeriti della patria. È questo il contenuto del secondo discorso, animato da una violenta ironia: Socrate vede la morte come una necessità, un dovere connesso con la sua missione quasi divina (l’elevazione spirituale dell’uomo). La votazione sulla scelta della pena si conclude con la condanna a morte di Socrate, con una maggioranza più ampia rispetto alla precedente votazione (ottanta voti in più). La sorte di Socrate è così segnata, e nel suo terzo e ultimo discorso egli pronuncia le parole più alte e solenni, di ammonimento per coloro che lo hanno condannato, di conforto e speranza per quelli che hanno votato a suo favore. Famose sono le parole rivolte da Socrate ai giudici a conclusione di questo terzo discorso: “Ma già è ora di andare via, io a morire, voi a vivere; chi tra me e voi vada verso un destino migliore, è ignoto a tutti tranne che al dio." (Platone, Apologia di Socrate 42a) Il dialogo Fedone, ambientato nell’alba del giorno fissato per la morte, narra gli ultimi momenti della vita di Socrate. Il filosofo conforta gli amici afflitti e li intrattiene dimostrando l’immortalità dell’anima e affermando che egli non teme la morte attraverso una famosa similitudine: come i cigni, che prima di morire cantano gioiosamente perché stanno per congiungersi al dio Apollo di cui sono servi, così Socrate è sereno perché anch’egli è servo del dio. Quindi entra nella prigione il messo degli Undici (i funzionari addetti all’esecuzione delle sentenze capitali) portando la coppa con il veleno ricavato dalla cicuta, che 3 Socrate, obbedendo alla sentenza, dovrà bere. Gli ultimi paragrafi del Critone descrivono il lento passaggio di Socrate dalla vita alla morte: restano famose le ultime parole del filosofo rivolte al fedele Critone: “O Critone, siamo ancora in debito di un gallo ad Esculapio. Dateglielo e non dimenticatevene.” Della morte di Socrate si ricorderà Tacito nel narrare gli ultimi momenti di Seneca, negli Annales (libro XV, capp. 62-63). Abbiamo voluto presentare agli studenti il processo e la morte di Socrate in una unità didattica prevista dal percorso sul tema di approfondimento multidisciplinare per la classe IV H, che quest’anno è stato “L’uso dei veleni nella realtà storica e nella letteratura e la repressione del veneficio nella legislazione penale antica e moderna”. La morte di Socrate costituisce uno dei più celebri casi di morte per veleno, a cui abbiamo voluto accostare gli studenti presentando esempi tratti dalla storia e dalla letteratura. Gli obiettivi sono stati i seguenti: conoscere un celebre caso di veneficio nell’antichità conoscere la struttura dell’ordinamento giudiziario ateniese conoscere la differenza tra azione pubblica e azione privata Le competenze da raggiungere sono state le seguenti: comprendere l’argomento svolto in classe comprendere le differenze tra il processo attico e processo moderno elaborare i concetti di democrazia come sovranità popolare I metodi e le strategie di questa unità didattica sono stati i seguenti: lezione frontale in compresenza (due parti di mezzora ciascuna) lettura di un brano del Fedone e individuazione dei concetti chiave discussione in classe La valutazione è stata eseguita mediante verifica in itinere in classe con domande e verifica finale con questionario. Dalle risposte che i ragazzi hanno dato al questionario è stato ricavato un Power Point che è collegato con un link alla presente introduzione. Il questionario distribuito in classe ai ragazzi è riportato alla pagina successiva. Mario Carini Christian Vetrugno 4 Liceo ginnasio statale Orazio Anno scolastico 2015-2016 Alunno ……………………………………………….. Classe …………… Data ………… Scheda sul processo di Socrate (verifica dell’attività svolta nella classe IV H dai proff. Mario Carini e Christian Vetrugno) 1) Che cos’è la capacità di agire e a chi era riconosciuta in Atene? Come si acquistava e come si perdeva la capacità di agire? Rispondi in un massimo di sette righe. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ……………………………………………………………………………………………….... 2) Quali erano le due azioni che lo stato ateniese riconosceva al cittadino per portare il suo avversario in tribunale? Rispondi in un massimo di cinque righe, spiegando le differenze tra i due tipi di azione. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 3) Chi esercitava la funzione di giudice nei processi ad Atene? Esistevano in quel tempo gli avvocati difensori? Quali mezzi aveva il cittadino per difendersi o per accusare? Rispondi in un massimo di cinque righe. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 4) Quali erano i tribunali competenti per i casi di omicidio ad Atene e in cosa consistevano le loro differenze? Rispondi in un massimo di sette righe. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 5 ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 5) Dove si svolse il processo a Socrate? Quanti erano i giudici-giurati? Chi presiedeva il tribunale? Quali erano le tre accuse rivolte a Socrate e chi le rivolse al filosofo? Rispondi in un massimo di sette righe. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 6) Quale fra le tre accuse rivolte a Socrate ritiene che sia stata la più ingiusta e perché? Rispondi in un massimo di cinque righe. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 7) Come viene rappresentato il personaggio di Meleto, il principale accusatore di Socrate, nel romanzo di Giorgio Albonico, Il segreto di Socrate (Robin Edizioni, Roma 2008)? Le fotocopie del brano del romanzo (pp. 301-307) sono state fornite dalla prof.ssa Anna Paola Bottoni. Rispondi in un massimo di sette righe. ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………… 6