Turismo: crescita a due cifre, ma De Guio esorta a fare di più

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Turismo: crescita a due cifre, ma De Guio esorta a fare di più
QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI
8 Comuni
l’Altopiano
La voce degli
www.giornalealtopiano.it
ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO
“IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO”
N. 311 - ANNO XI - EURO 1,50
I SAPORI
DELLA
TRADIZIONE
9 GENNAIO 2010
Turismo: crescita a due cifre,
ma De Guio esorta a fare di più
Dati incoraggianti su arrivi e presenze in Altopiano nel primo semestre del 2009
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SCIARE
Torna Fiocchi di Luce
Sicurezza
sulle piste:
i maestri
del Verena
danno
l’esempio
Asiago ripropone a febbraio il concorso pirotecnico
ROANA
Intervista a
Mario Porto:
“Ma quali brogli
elettorali? E’
tutto regolare”
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Pag. 9
Montagna
Nadia
Qualarsa:
“Mi rimetto in
corsa per
le regionali”
30 milioni
di euro dalla
Regione
Opere
pubbliche:
un ricco
programma
per il 2010
Pag. 3
Pagina 12
SPORT
Gianesini,
Fabris e
Stefani verso
le Olimpiadi
Pag.12-13
3
Pagine
Pag. 22-24
SCUOLA
L’Istituto
superiore di
Asiago avrà
l’indirizzo
turistico
Pag. 6
Grafica Altopiano
GALLIO
Personaggi
Venerdì 12, sabato 13 e domenica 14 febbraio: saranno queste le date della
quarta edizione di “Asiago...
Fiocchi di Luce”, il grande
Concorso Piromusicale Internazionale della Città di
Asiago che dal 2007 registra costantemente un grande successo di pubblico,
grazie alle decine di migliaia di spettatori che vi assistono ogni anno. Nell’arco
delle tre serate si esibiranno
e si fronteggeranno – con
fuochi d’artificio a tempo di
musica – altrettante ditte
pirotecniche leader nelle nazioni di riferimento: una spagnola, una italiana e una canadese. Quest’anno si ritorna alla formula originale del
concorso, dopo che la passata
edizione era stata dedicata alla
celebrazione dei 100 anni di turismo ad Asiago e si era svolta in forma non competitiva.
Al pubblico verrà consegnata
una scheda per la votazione
degli spettacoli. La prima serata di spettacolo si svolgerà
all’aeroporto Romeo Sartori,
con inizio alle ore 21. È prevista una fase di animazione fino
alle 22, ora in cui si darà il via
al lancio dei fuochi sulle note
di musiche coinvolgenti e suggestive, da parte della ditta spagnola.
La sera successiva, sabato 13
febbraio, la manifestazione si
sposterà in località Bellocchio,
poco distante dal centro cittadino, dove prima dello spetta-
colo piromusicale si svolgeranno le esibizioni di salto con
gli e di snowboard, la
fiaccolata dei maestri di sci
della Scuola Sci Asiago oltre
alla Kopa Karukkola, tradizionale gara di sci in maschera. A seguire, lo spettacolo
piromusicale della ditta italiana Parente Fireworks.
La domenica sera si tornerà
all’aeroporto per la grande
serata finale con lo spettacolo piromusicale prodotto dalla ditta canadese in concorso.
L’evento è organizzato dal
Comune di Asiago e dalla Pro
loco Asiago-Sasso, in collaborazione con la Regione
Veneto e la Provincia di
Vicenza.
ROTZO
Consegnate le
borse di studio
anche per la
scuola primaria
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
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Salviamo i sentieri, prosegue
sul web la raccolta di firme
“Come abitanti legati alle
proprie origini o come
foresti che frequentano
l’Altopiano e si interessano alla sua storia secolare,
chiediamo l’avvio di un vasto programma di ripristino,
valorizzazione e messa in
rete dei percorsi pedonali
già esistenti, ma in gran parte abbandonati o non
fruibili, perché non mappati
e segnalati”.
Inizia così il testo da sottoscrivere, che abbiamo proposto nel paginone centrale del nostro numero di Natale, per quella che potremo chiamare la campagna
“Salviamo i sentieri”. A
promuoverla, lo ricordiamo,
sono cittadini e originari
dell’Altopiano che hanno a
cuore il futuro di questo territorio, riuniti nella “Libera
Consulta 7C”. Per partecipare alla raccolta di firme
basta collegasi al sito
www.liberaconsulta7c.it e
aggiungere il proprio nome
agli oltre 270 che già ci
sono.
“La rete dei sentieri di cui
parliamo – spiega il fondatore della Libera Consulta
Andrea Cunico - è alternativa a quella motorizzata, ha
elevata sostenibilità ambientale ed è finalizzata princi-
palmente alla miglior
fruizione dell’ambiente, del
paesaggio, della storia.
Dotarla di segnaletica e
toponomastica significa
fare dell’Altopiano un
grande libro aperto. Sono
percorsi facili, anulari, a
partire dai centri, separati
e protetti, che consentono
di muoversi in libertà a tutti, diversamente abili, bambini, anziani, tra una località e l’altra”. Una salvaguardia di un patrimonio
inestimabile che significherebbe anche dare una risposta
adeguata
e
competitiva alle richieste
del mercato turistico. Invitiamo dunque tutti a dare
la propria adesione, un atto
semplice, ma importante
per valorizzare sempre più
il nostro territorio.
Una volta chiusa la raccolta di firme, cosa si farà?
“La sottoscrizione è solo il
primo passo. Siamo convinti che non sarà facile
ottenere ciò che chiedia-
mo, ma stiamo studiando
una serie di altre iniziative
che renderemo note al momento opportuno. Il nostro
intento sarebbe quello di rivolgerci in modo particolare alla Comunità Montana
come possibile ente
attuatore di un progetto che
coinvolge tutto l’Altopiano
e che deve avere un unico
disegno e un’unica regia”.
Stefania Longhini
Sapor d’acqua natìa
Cresciuta tra l’austerità
dell’Ortigara e lo sciacquio
dell’Astico, è l’emblema
della fede semplice fatta di
giaculatorie, rosari e
novene. Digiuni, messe feriali e pratiche di pietà intercalate da un misterioso
latino dal sapore più maccheronico che ciceroniano.
Donna di fede la nonna.
Affezionata a quel Papa
polacco – con il quale spartiva l’età – non cessò mai
di tradurmi in gesti di umile
ferialità la vertigine della
sua anima. Fosse viva si sarebbe infuriata in questi
giorni: con la legna tra le
mani o la biancheria da lavare avrebbe difeso coi
denti il suo Papa. Non sarà
“La pace è finita. Andate a messa.”
quello polacco, ma è pur
sempre il Papa. E questo le
sarebbe bastato. Perché
era donna precisa: al prete,
al sindaco e al farmacista
andavano riservati gli ossequi tra le viuzze del paese.
Le devo tutto a quella vecchia contadina: la fede, la
vocazione, la dolcezza della mia vita. Serenità e spensieratezza, oltrechè il gaudio di un cristianesimo acceso di passione.
Anche se in questi giorni mi
piacerebbe spiegarle con
riguardo che quel suo cristianesimo – invidiabile nella santità e nella coerenza
– sta scemando. Storia bella, arricchente,
profonda. A casa mia
per anni abbiamo
attinto a quella fede.
Peccato che sui banchi delle teologie il cristianesimo della mia
nonna sia deriso, umiliato, guardato con diffidenza. Studiato con la
passione dell’antiquario: ma è stato pur
sempre un capitolo (e
che capitolo) di storia
sacra. Di fede incarnata nella storia! Non le potevo chiedere: “Perché sei
cristiana, nonna?”. Era
una domanda stupida per
lei: era cristiana e basta.
Non
conosceva
l’ermeneutica biblica nè la
teologia dogmatica. La
transustanziazione era
“arabismo” ma credeva
nella
consacrazione
eucaristica: non li sapeva
sinonimi! La nonna ritrae
quel cristianesimo dell’abitudine, della consuetudine
che oggi vediamo zoppicare. Perchè oggi sta germogliando il cristianesimo dell’innamoramento: stupore,
scelta di campo, coerenza
e sudore, caparbietà e sofferenza. Il cristianesimo
della gioia. La lezione degli attacchi continui inferti
alla Chiesa c’avverte ch’è
finito il tempo degli scherzi, del sentimentalismo, di
una vaga spiritualità pagana, del “sono cristiano ma
in chiesa non vado”. Dei
bans, degli slogan e di una
certa forma di pastorale
paganeggiante. Oggi il cristiano deve esporsi, battagliare, abitare l’arena moderna e accettare le sfide
del popolo indifferente. Non
farsi né intimidire né
imbambolare! Rompere
nella società fino a diventare dei cristiani creativi.
Kurt Kobain, la rockstar dei
Nirvana, era un genio. Con
la musica interpretava il
popolo, lo lanciava fino ad
accenderlo, suscitava la
speranza. Un genio! Sono
arrivati soldi a palate, era
corteggiato dalle donne che
cadevano tutte ai suoi piedi
come delle oche, case in
abbondanza. Tanta fama e
gloria. Kurt si dimenticò di
essere uomo: si staccò dalle sue radici, non riusciva
più ad essere creativo. Nell’ultima lettera scritta alla
moglie Courtney Love, si
sfogò: “Siamo diventati
ripetitivi; non ce la faccio più”. Abbandonando le
sue origini era diventato
arido, aveva smarrito il
genio. Nella stessa lettera diceva a Francio Bean,
la sua piccola di due anni
e nove mesi: “Non ricordare tuo papà solo per
questo gesto”. E prima
della firma scrisse: “Eppure lassù qualcuno ci
ama”.
Dio non è un personaggio
comodo, chiede scelte
difficili. D’altronde, ha
traghettato trent’anni di
silente nascondimento
nell’anonimato prezioso di
Nazareth, ha scolpito nell’anima la melodia di una
profezia da realizzare, ha
intuito che le acque del
Giordano sono per lui l’inizio di un’avventura pubblica di cui tanto s’era bisbigliato. Ci meraviglia quel
suo inseguire l’uomo sin
nelle acque torbide del
Giordano, quel correre in
anticipo tra chi merita
meno, quel suo darsi in pasto alle bocche meno gradevoli. Ancor oggi ci meraviglia l’amore.
Peccato i cristiani non facciano più paura a nessuno.
Don Marco Pozza
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
“Turisti in crescita, ma si può
e si deve fare molto di più”
15,7 % di arrivi (cioè di turisti
che arrivano) e un + 30 % di
presenze (cioè di turisti che si
fermano). “Il tutto senza che
nel nostro territorio ci siano stati eventi di particolare richiamo” specifica De Guio.
“Se guardiamo agli ultimi anni
– continua il presidente – la
crescita è stata costante, anche nella stagione invernale.
Credo sia merito anche del lavoro di promozione mirato portato avanti dal nostro Consorzio, indirizzato a target ben precisi, con la proposta di pacchetti vacanza allettanti legati
alla nostra cultura, alla nostra
storia, ma soprattutto al nostro
ambiente e alla pratica sportiva”. Soddisfazione particolare si è avuta a proposito nel
vedere il progetto
“Asiago Bike Resort”
citato come esempio di
turismo tematico per
altre zone alla Borsa del
Turismo Sportivo di
Foligno. “Un progetto –
ricorda De Guio – che
sta diventando un fiore
all’occhiello, ma per realizzare il quale abbiamo avuto non poche difficoltà a causa della
scarsa collaborazione in loco
di enti e privati”. Se notizie
positive come queste non possono che dare soddisfazione,
resta il fatto che l’Altopiano ha
grossissimi margini di miglioramento e che c’è ancora
molto da lavorare per creare
una vera mentalità turistica.
“Abbiamo molte cose che possiamo valorizzare e promuovere – concorda De Guio – ma
ci vuole una maggiore coscienza tra gli operatori delle
nostre potenzialità e sicuramente va sviluppata la sinergia
tra pubblico e privato. Si deve
collaborare attivamente e creare tavoli di confronto e progettazione. La promozione del
territorio oggi è affidata al nostro Consorzio che la attua gra-
3
Trenta milioni di euro
per la montagna veneta
Domenico De Guio
“Tutelare la montagna, chi ci vive e lavora e le sue istituzioni è
un obiettivo per tutta la Regione: con questa iniziativa legislativa, di fatto una sorta di testo unico per il sistema montano, abbiamo voluto mettere in sinergia tutti i settori interessati, prevedendo risorse all’altezza della situazione: 30 milioni di euro in tre
anni”. Lo ha detto il vicepresidente Franco Manzato, presentando giovedì 7 gennaio agli amministratori e alla stampa il disegno di legge “licenziato” dalla Giunta veneta nell’ultima seduta
del 2009. “Abbiamo voluto mantenere un impegno assunto un
anno fa – ha aggiunto Manzato – con una proposta aperta ai
contributi di tutti e che affidiamo ormai alla prossima legislatura,
della quale contiamo sia uno dei primi provvedimenti legislativi a
diventare operativo”. “In questa occasione – ha fatto presente
dal canto suo l’assessore Oscar De Bona – si può pensare di
mettere a sistema anche tutte le altre iniziative e risorse finanziarie che possono interessare al territorio montano: da quelle
per i Comuni di confine ai finanziamenti dell’accordo Dellai –
Galan e quanti altri si renderanno disponibili, in modo che la
dotazione finanziaria cerchi di imitare il più possibile quelle dei
nostri vicini a statuto speciale”. Il disegno di legge della Giunta
veneta si propone una serie di obiettivi specifici, finanziati in
diverse percentuali, da un minimo del 30% ad un massimo
dell’80%: dal recupero e promozione delle attività tipiche della
montagna, allo sviluppo sostenibile e al ripristino edilizio, dal miglioramento idrogeologico al recupero delle professionalità e delle
potenzialità delle risorse umane del territorio, fino al rafforzamento in forma innovativa, associata e sostenibile dei servizi
pubblici essenziali per la collettività residente ed ospite, con particolare riguardo all’accesso alle prestazioni dei servizi sociosanitari, scolastici e ricreativi. “Abbiamo puntato a finanziare
innanzitutto la sistemazione di beni esistenti prima che nuove
strutture – ha sottolineato Manzato – privilegiando le aree più
deboli e andando ad incidere nei principali settori di sviluppo
dell’occupazione. Queste esigenze ci sono state manifestate
dagli Enti locali montani, che patiscono svantaggi legati a sgomberi della neve, alla costosa gestione dei rifiuti, alla viabilità e ai
trasporti. Uno sguardo particolare l’abbiamo rivolto ai giovani,
perchè non abbandonino le montagne dove sono nati ma siano
valorizzati nelle loro ambizioni per far crescere l’economia delle
terre alte del Veneto attraverso una gestione intelligente delle
forze produttive locali”.
che da subito mi ha appassionata. A quel punto mi son
rimboccata le maniche e ho
cercato di dare il meglio di
me stessa”. Un motto che
ama spesso ripetere è: “L’importante non è fare ciò che
piace, ma farsi piacere quello che si fa”. Così da ogni
esperienza si traggono cose
positive. Anche l’impegno
come presidente dell’Istituto
regionale ville venete
è stato gratificante
per lei. “Le ville
venete sono un grande patrimonio culturale, artistico e turistico
per tutto il Veneto –
afferma
Nadia
Qualarsa - In questi quattro
anni, grazie anche all’esperienza acquisita in Commissione turismo regionale, che
mi ha dato una buona conoscenza del settore turistico
nella nostra regione, siamo
riusciti a risvegliare l’interesse attorno a questi gioielli, a
risistemarli e promuoverli nel
mondo, a farli diventare un
I dati resi noti dall’Osservatorio regionale registrano, nel primo
semestre del 2009, un + 15,7% di arrivi e un + 30% di presenze.
La prima parte della stagione invernale non sarà andata
benissimo (un calo,
quantitativamente
ancora da valutare,
c’è sicuramente
stato), ma dalla
Conferenza regionale del turismo, la
cui fase conclusiva
si è tenuta lo scorso 9 dicembre a
Piazzola sul Brenta, arrivano
dati e notizie decisamente confortanti per l’Altopiano. “Il
nostro territorio – dice il presidente del Consorzio Turistico Asiago 7 Comuni
Domenico De Guio, tra i tanti
operatori turistici presenti –
può vantare numeri, relativi agli
arrivi e alle presenze, in netta
crescita rispetto a tutto le altre località venete e all’Italia
in generale”. Il periodo di riferimento è il primo semestre
2009 (i dati per il secondo semestre sono in elaborazione e
verranno resi noti fra qualche
giorno) nel quale, rispetto allo
stesso arco temporale del
2008, secondo la Direzione
Sistema statistico regionale, si
registra sull’Altopiano un +
www.giornalealtopiano.it
zie all’apporto di 150 soci che
investono tempo e denaro per
un lavoro a favore di tutti. Se
tutti si mettono insieme e partecipano, si può fare molto, ma
molto di più. Dobbiamo anzitutto puntare ad allargare la
nostra stagionalità turistica e
fare in modo si possa lavorare
con i turisti almeno per 10 mesi
all’anno. Le iniziative possono essere innumerevoli e allettanti ma quelle sporadiche
e dei singoli non servono a
niente. Va superata la formula da Medioevo fin qui adottata e vanno portati avanti progetti condivisi con il coordinamento affidato ad un organismo competente e super
partes”.
Stefania Longhini
“Mi rimetto in gioco”
Nadia Qualarsa pronta per la corsa alle regionali (elezioni a marzo)
E’ uno dei vip di casa ad
Asiago e nel periodo natalizio l’abbiamo vista spesso
passeggiare in centro, magari
con le borse della spesa in
mano. Per lei una settimana
di vacanza all’insegna del
pieno relax in quella che è la
sua terra, l’Altopiano appunto. Nadia Qualarsa, originaria di Lusiana, oggi residente
a Vicenza, sente forte il richiamo delle sue radici e appena
può sale nel capoluogo dei
Sette Comuni a godersi natura e amicizie. Negli ultimi anni
il suo impegno come presidente dell’Istituto Regionale Ville
Venete non le ha lasciato in
realtà molto tempo libero e
deduciamo che ne avrà poco
anche nel prossimo futuro visto che ha deciso di rimettersi
in corsa e avanzare la sua candidatura per tornare in consiglio regionale (è già stata consigliere, con incarichi importanti nell’ambito della cultura e del
turismo, per due legislature dal
1995 al 2000). Le elezioni si
terranno nel marzo prossimo
e, com’è nel suo stile, non perde certo tempo: si è già buttata a capofitto nell’organizzazione della sua campagna elet-
torale. L’obiettivo, certo non
facile, è raggiungere le 13 mila
preferenze necessarie per
l’elezione: una grossa sfida
che Nadia affronta con l’entusiasmo e la grinta che la caratterizzano. Passione e concretezza hanno sempre
contraddistinto il suo operato,
ma c’è un’altra sua dote importante, specie per chi fa politica di questi tempi: l’onestà.
Nadia ne ha fatto la sua bandiera, il suo primo biglietto da
visita. “Non faccio promesse
– dice – l’unica cosa che posso promettere è di impegnarmi fino in fondo per la mia gente”. Un impegno basato sull’onestà appunto o meglio
“L’onestà come impegno”
come recita il suo slogan elettorale. “In questi mesi che precedono le elezioni – dice, un
po’ sognando a voce alta – mi
piacerebbe poter incontrare
tutte le persone, le famiglie dei
121 comuni del vicentino, presentarmi personalmente, raccontare chi sono, farmi raccontare le loro storie, sapere
attraverso loro di cosa davvero ha bisogno la nostra provincia”.
Sul rapporto umano, quello di-
retto, schietto e sincero, senza
ipocrisia, Nadia crede profondamente. Ben lo sanno quelli
che la conoscono, che con lei
hanno legami, che con lei hanno avuto modo di lavorare e di
confrontarsi. E’ una donna,
mamma e nonna, è stata
un’insegnante.
Vivendo pienamente tutti questi ruoli ha saputo
trarre quegli insegnamenti necessari a
tradurre nel concreto tante idee, per soddisfare le richieste
che le arrivavano dagli amministratori e
dai singoli cittadini.
In politica è entrata
un po’ inconsciamente, si può dire per
puro caso: “Non mi
era mai passato per
la testa di candidarmi, neanche alle amministrative e seguivo pure poco la vita politica, sia a livello locale che
nazionale. Mi son messa in
lista per le regionali nel 1995
solo per far piacere ad un
amico e mi son trovata subito eletta, catapultata, con mia
grande meraviglia, in un mondo tutto nuovo per me, ma
vero volano per l’economia
e il turismo della nostra regione”. E’ soddisfatta del suo
operato ed è felice di avere
avuto queste opportunità.
“Tutto ciò che ho fatto finora mi ha permesso di conoscere tantissime persone, di
fare molte esperienze che mi
hanno lasciato un inestimabile arricchimento interiore”.
Lei ha dato tanto ed è pronta
ancora a dare, ad essere un
punto di riferimento per
l’Altopiano e per tutto il
vicentino nel piccolo parlamento veneto.
Stefania Longhini
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
Futuro incerto per il Caffè Roma
Non è la prima volta che il locale simbolo del centro di Asiago,
la cui vita non sempre è stata facile, conosce momenti di stasi
Sono in molti a provare una
sensazione di tristezza nel vedere le saracinesche abbassate, già da qualche mese, al
Caffè Roma, centralissimo e
storico locale di Asiago. Se
ne stupiscono i residenti, tra
i quali c’è anche chi ipotizza
un futuro diverso per i locali
al piano terra del prestigioso
palazzo, se ne rammaricano
tanti turisti affezionati, chiedendosi come sia possibile
che, almeno durante il periodo delle festività natalizie, non
si sia provveduto a riaprire il
bar. Nessun cartello apposto
per dare spiegazioni o ipotizzare una chiusura temporanea, magari in vista di una
riapertura dopo un rinnovo
del locale. Perché se è vero
che appare illogico, in particolare durante un periodo
stagionale, che rimanga chiuso quello che è considerato il
locale simbolo del centro,
punto di ritrovo nelle varie ore
del giorno di residenti e turisti, altrettanto vero è che il
decadimento che lo ha coinvolto con l’andare degli anni
era giunto a uno stato tale
per cui una ristrutturazione
appariva ormai non più
www.giornalealtopiano.it
Lucio Frigo è il nuovo
presidente dell’Anaci
Nel consiglio dell’Associazione Amministratori Condominiali
e Immobiliari eletta anche l’asiaghese Cristiana Stella
rinviabile. Il Caffè Roma,
aperto nei primi anni ’20, ha
conosciuto in passato altri
momenti di stasi, ad esempio
negli anni ’70, anche se in
pochi se lo ricordano, è stato
chiuso per un lungo periodo.
Allo stato attuale nulla ci è
dato sapere sul futuro del locale, se non che ci vorrà del
tempo per avere notizie certe in merito. Tra coloro che
commentano dispiaciuti la
chiusura dello storico bar, c’è
chi auspica anche che, nel
caso venisse prevista una diversa destinazione, ci possa
essere l’intervento dell’amministrazione comunale per
tutelare quello che è considerato un bene storico per il
paese. Sentito in merito, Roberto Rigoni, assessore al turismo del Comune di Asiago,
ha così commentato “Il Comune non può intervenire
sulle questioni privatistiche ,
anche se la chiusura del Caffè Roma, che consideriamo
un’importante vetrina per
l’immagine del paese stesso,
non può che rammaricarci. Ci
auguriamo comunque che
questa chiusura possa portare alla sistemazione e al
rilancio del bar in tempi brevi, in modo da farlo tornare
presto ad essere uno dei
principali punti di aggregazione sia per i residenti che per
i turisti, con il decoro che si
merita”.
Silvana Bortoli
Lucio Frigo, di Canove,
titolare dell’agenzia Servizi Immobiliari di
Asiago, è il nuovo presidente dell’ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e
Immobiliari) di Vicenza.
Un incarico importante
affidatogli a grande maggioranza nelle ultime elezioni del consiglio, avvenute lo scorso 1 dicembre, anche in virtù dell’impegno profuso precedentemente come vice presidente. Del direttivo è
entrata a far parte, come
consigliere,
anche
l’asiaghese Cristiana
Stella. Il nuovo consiglio,
nel quale le quote rosa
sono ben rappresentate,
con ben 5 donne su nove
membri, rimarrà in carica per cinque anni. La
sezione
di
Vicenza
dell’ANACI conta circa
un centinaio di iscritti, 16
dei quali operano in
Altopiano (10 mila unità
immobiliari solo ad
Asiago). Scopo principale dell’associazione è
quello di promuovere attività ed iniziative di carattere formativo e informativo per qualificare
sempre di più il servizio
offerto dagli amministratori condominiali. “Nelle
riunioni mensili – spiega
Frigo – si affrontano insieme
le
varie
problematiche, soprattutto di carattere legale e fiscale che quotidianamente si presentano ai nostri
soci e si cercano le soluzioni migliori. Ai nostri
clienti offriamo serietà,
professionalità e uniformità di tariffe e prestazioni”. Gli iscritti all’associazione devono sottostare, nell’esercizio della propria professione,
norme deontologiche
ben precise e questo indubbiamente costituisce
una buona garanzia per
i proprietari o affittuari
di appartamenti. Insieme tutti i nuovi eletti,
Lucio Frigo è pronto a
l a v o r a re s o d o p e r f a r
c rescere sempre di più
l’ANACI vicentina.
Oltre 2000 giovani allo stadio
per la bella festa di Capodanno
Molto apprezzato dai più giovani, e soprattutto dai loro genitori, il servizio di bus navetta.
Una festa, a detta di chi c’è
stato, veramente ben riuscita. Stiamo parlando di “Tutto in una notte” evento dei
Capodanno al pala ghiaccio
di Asiago. Oltre 2000 (meno
rispetto allo scorso anno), i
giovani,
provenienti
dall’Altopiano,
dalla
pedemontana, ma anche da
fuori provincia (Padova,
Verona, Venezia) che hanno aderito a questa proposta.
Una serata improntata sul
divertimento ma anche sulla sicurezza tanto che sono
stati organizzati sia dei pullman che collegavano il
palaghiaccio con Bassano,
Thiene e Schio sia dei bus
navetta che facevano la
spola Tresché
Conca - Asiago
- Gallio. Collegamenti che
sono stati utilizzati da circa un
migliaio di ragazzi per raggiungere la festa allo stadio
del ghiaccio.
“Una novità introdotta quest’anno – dicono gli organiz-
4
zatori della Due Punti
Eventi - che ha avuto molto successo e ha permesso
a tanti genitori di stare più
tranquilli. Tutti gli animatori della serata sono stati
molto coinvolgenti. Il gruppo proveniente da Ibiza ha
rappresentato in particolare una entusiasmante sorpresa”. Tutto è filato liscio.
Due soli gli interventi della
Croce Rossa: uno per eccesso d’alcool e l’altro per
un episodio di panico.
«Che non ci sono stati problemi di alcun tipo è il miglior biglietto di visita per
questa manifestazione e
spiega perché è apprezzata sia dai giovani sia dai loro
genitori - commenta l’asses-
sore al Turismo di Asiago
Roberto Rigoni - con questa
festa abbiamo voluto proseguire nel lanciare un messaggio che da tempo la nostra
amministrazione sta cercando di diffondere tra i ragazzi,
ovvero che ci si può divertire
senza cercare lo sballo, che
ci si può divertire in piena sicurezza».
La bevanda Wine Zero, vino
dealcolizzato non è stata molto richiesta, ma chi l’ha assaggiata ha dimostrato di apprezzarla. Molto frequentato
il servizio bar offerto dai
barman del Cocktail Bar Zoo
Ibiza Puerto. La serata è iniziata con un po’ di ritardo rispetto al programma con i
ragazzi che hanno raggiunto
lo stadio verso le 22. Ragazzi subito coinvolti dal concerto live della QuoteRosa Rock
Band e poi trascinati nella
festa più coinvolgente dai dj
Cabio, Pierre Luis, Daniels e
Gredy che si sono alternati
al consolle per tuta la notte.
Per tutta la notte è perdurata l’atmosfera ibizana favorita anche dall’impianto di riscaldamento che ha mantenuto una temperatura quasi
estiva. A rendere bollente la
notte poi ci hanno pensato i
performers dell’EX3MA arrivati dall’isola iberica.
«Un plauso va all’organizzazione e alla sicurezza che hanno garantito una serata piacevole per tutti - conclude Rigoni
- nella dimostrazione che
eventi di questo
genere bisogna
affidarli a professionisti. Sono molto contento che le
iniziative come i
bus e la bevanda
analcolica abbiano avuto successo dimostrazione
che i ragazzi sono
recettivi a questi
messaggi, forse
più di quanto si
possa pensare».
l’Altopiano
sabato 9 gennaio 2010
L’Altopiano srl - Società unipersonale
Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi)
Redazione: Via Monte Sisemol ,9 - 36012 Asiago (Vi)
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Giovanni Dalle Fusine ,Cesare Pivotto, Giulia Panozzo,
Giovanni Rattini, Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni,
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Serena Baù, Stefano Rigoni, Renato Angonese,
Stefania Carli, Andrea Finco, Morena Turetta,
Amerigo Baù, la classe 3^ I di Mezzaselva
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
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Il forte Interrotto prima e dopo la cura
ATTUALITA’
E’ solo alzando gli occhi
che noti qualcosa di diverso: la gru che da anni incombeva sull’edificio e sull’altura è stata rimossa, a
chiusura del secondo
stralcio di lavori. Di questa
seconda fase si è occupata
direttamente la Comunità
montana, il primo stralcio
aveva invece avuto la sovrintendenza del Comune di
Asiago. L’intervento (ampiamente documentato dalle
immagini), mostra l’entità
dei lavori strutturali sui
muri, sul tetto, nella piazza
d’armi e nelle stanze che si
aprono al suo interno, dove
è stata rifatta anche la
pavimentazione, in cemento e in pietra esattamente
Chiuso il secondo stralcio di lavori, la struttura è pronta per l’inaugurazione per la quale si
attenderà la bella stagione. Meta ideale per uscite a piedi, in mtb e con le ciaspole d’inverno
come prima. Ora che il forte Interrotto è stato totalmente messo in sicurezza e
recuperato in tutte le sue
parti, è pronto per l’inaugurazione, che avrà luogo
però la prossima estate.
Qui sta infatti il limite (voluto!) dell’intervento: la
possibilità di utilizzo solo durante la buona stagione,
poiché la strada d’inverno
non è transitabile e non vi
è impianto di riscaldamento. E’ stato invece istallato
un gruppo elettrogeno per
l’illuminazione di eventi e
concerti, oltre ad un contenitore per l’acqua (esistente peraltro anche in passato per le necessità delle
truppe). In attesa di poter-
vi accedere (è ancora
transennato per motivi di sicurezza), per ora ci si può
godere la vista degli esterni del forte, che risanato e
ripulito, ha ancor più l’aria
di un’antica rocca. In realtà, la costruzione è della seconda metà del secolo scorso, quale caserma difensiva del monte Interrotto e
solo successivamente utilizzato come fortificazione,
armandolo di due cannoni
da 120 mm. e di due da 75
B, con affusto. La
ristrutturazione, fa parte del
progetto speciale di tutela
del patrimonio storico della
Prima Guerra Mondiale,
appositamente costituito in
seno al Ministero dei beni
culturali con la legge 78/
2001, che ha consentito di
risanare a scopo turisticoculturale-ambientale molti
edifici, fra cui Forte
Campolongo, alcuni cimiteri
di guerra, trincee, Monte
Zebio, etc. Come tutti i luoghi segnati dalla storia, è
una meta ricca di fascino
che, data la posizione strategica, consente di proseguire verso Mosciagh,
Galmarara, Zingarella e tutte le zone collegate ad anello attorno ai 2000 mt.:
Portule, Ortigara, Cima 11
e 12, ed è la destinazione
ideale per uscite a piedi, in
mtb e con le ciaspole d’inverno.
Beppa Rigoni Scit
UN VIAGGIO VERSO L’IGNOTO: IN PARTENZA PER BERLINO!
12 dicembre 2009. 5.30 del
mattino. I candidi fiocchi di neve
hanno smesso di lottare contro
un terreno troppo caldo per riuscire a sopravvivere. Stava
iniziando una giornata come
le altre sull’Altopiano di
Asiago, ma per noi, 80 ragazzi, quello sarebbe stato un giorno memorabile...
... Ecco i due pullman tanto
attesi: sostano nel piazzale antistante il Palazzetto del
Ghiaccio di Asiago! Saliamo
freneticamente. Un viaggio.
Destinazione: Dresda. Quasi 12
ore di pullman, soste comprese,
ma nessuno si lamenta. Siamo
tutti felici di abbandonare la
scuola e il lavoro. C’è chi gioca
a dama, chi a carte, chi corrompe l’autista per mettere in piedi
in venti secondi una mini-discoteca, chi dorme, chi chiacchiera, chi canta. Dodici ore passano in fretta. In realtà, la vera
destinazione è Berlino. Il
ventennale della caduta del
muro che per 28 anni ha diviso
l’Europa.
Non sapevamo cosa significasse questa frase, non ce ne rendevamo conto ed è proprio questo che ha spinto Roberto
Rigoni, vicesindaco del comune di Asiago, e Franco Sella, as-
sessore allo sport, ad organizzare il viaggio. Un viaggio culturale, un viaggio che voleva far
capire come un muro alto pochi metri possa dividere due
mondi completamente diversi.
...Il primo giorno, ci
soffermiamo a gustare le meraviglie di Dresda. Una guida
locale, che parla la lingua italiana, ci spiega in modo molto
semplice la storia di quella piccola cittadina in stile barocco che
più volte è stata bombardata. Veniamo attratti, soprattutto, da quell’architettura tanto arzigogolata
macchiata, però, dal nero del
fumo. Ricordo il nostro stupore:
non riuscivamo ad immaginarci
la situazione perché non aveva-
mo mai assistito ad una scena
simile, perciò nella mente di
ognuno sorgevano immagini differenti, immagini suggestive, immagini di un passato che non si
cancellerà mai...
...Ce ne rendiamo conto solo
quando i nostri occhi vedono
Berlino Est. Ne rimaniamo delusi. Ci aspettavamo una grande città, qualcosa di nuovo, ci
ritroviamo, invece, davanti
enormi casermoni degli anni
’60, decori stereotipati, l’arte del
regime sovietico. Una faccia
della medaglia.A pochi metri, ad
una distanza inferiore rispetto
quella che tutti voi impiegate per
andare a comprare il pane fresco la mattina, Berlino Ovest.
Due mondi diversi, due storie diverse, due arti diverse, due mentalità diverse. È assurdo. Inimmaginabile. La storia non la conosciamo bene, quella raccontataci dai libri di scuola non rende sempre giustizia a ciò che è
stato e ciò che è. Un muro, un
muro che ora è colorato, un
muro che divideva chiese, scuole, famiglie intere, un muro che
la sera del 9 novembre del 1989
è crollato solo per una parola :
“Immediately”.
...Mi soffermo di fronte ad
un’immagine: una madre intenta a passare il proprio neonato al
padre che aspettava oltre il muro,
oltre il reticolato. Avrebbe vissuto meglio nella Berlino occiden-
tale. Nei miei occhi solo la paura
di non poter capire, di vivere a
posteriori quegli istanti così lontani dalla mia vita e dal mio presente.
I mercatini di Natale che ora
pullulano in quella zona richiamano alla mente le nostre montagne. È bello sentire per un po’
aria di casa! Dopo tutte queste
verità, arriva il momento di riunirsi in una Chiesa, dove il nostro
caro Don Federico celebra la
messa, una messa in ricordo di
tutti coloro che in questi luoghi
hanno perso la vita, ma una messa anche per noi, pellegrini per
cinque giorni. Segue poi un concerto natalizio sulle note di Bach.
È arrivata l’ora del ritorno. Un
po’ di nostalgia pervade l’animo di tutti. Infondo, in questo
viaggio non c’è stata solo l’attenzione per la storia del paese
o per le sue meraviglie: abbiamo conosciuto nuovi amici, ci
siamo divertiti tutti assieme,
siamo tornati a casa con
qualcosa di più, in noi stessi
prima che nella nostra cultura. Voglio sfidare chiunque a non ricordare le infinite zuppe mangiate a metà,
i piatti ancora mezzi pieni
di cibo che il nostro palato
rifiutava e le ore passate al
McDonald’s per riempire un
po’ il proprio stomaco che
ormai non sapeva più come
chiedere aiuto! La lingua, poi,
è stata un grosso problema.
L’accento tedesco faceva risultare incomprensibile anche il poco inglese nelle nostre competenze. Siamo riusciti,
comunque,
a
cavarcela in un’altra nazione
e per molti è stato il primo
viaggio da soli all’estero. Ma
non eravamo realmente soli,
bensì tutti assieme, uniti davanti a quel muro che, se non
posso dire sia parte di noi, è altresì un mattone imprescindibile
della storia recente della nostra
Europa!
Stefania Carli
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
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La Provincia riforma la scuola superiore vicentina
ISTRUZIONE
La Giunta Provinciale ha approvato
il
piano
programmatico per la
razionalizzazione degli istituti
scolastici superiori del territorio vicentino.
Due, in particolare, gli interventi in vista del nuovo anno
scolastico 2010-2011: il
dimensionamento della rete
scolastica e dei punti di
erogazione del servizio di istruzione e l’approvazione dell’offerta formativa in applicazione della riforma che, non ancora approvata, è attualmente all’esame delle Commissioni Parlamentari e del Consiglio di Stato.
“L’obiettivo –spiega l’Assessore all’Istruzione Morena
Martini proponente il piano- è
di razionalizzare l’utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili, in modo da garantire una maggiore efficacia ed efficienza al sistema
scolastico. Il piano è frutto
della condivisione e del
coinvolgimento di tutti i soggetti protagonisti del mondo
della scuola che a vario titolo
sono intervenuti alle riunioni
organizzate dalla Provincia,
per addivenire a una ottimale
rispondenza dei contenuti della
riforma con le esigenze
Nuovo indirizzo per il turismo
all’Istituto Superiore di Asiago
espresse dal territorio.”
Dirigenti Scolastici, Ufficio
Scolastico Provinciale, Direzione Istruzione della Regione
Veneto,
Commissione
Consiliare Provinciale, Sindaci e Assessori all’Istruzione dei
Comuni vicentini, rappresentanti delle categorie economiche: tutti si sono fatti parte attiva per pianificare la presenza di istituzioni scolastiche e di
indirizzi rispondenti da un lato
all’esigenza di valorizzare le
specificità che caratterizzano
le singole Istituzioni scolastiche, dall’altro alla necessità di
formare figure professionali richieste dal settore economico
e produttivo. La novità che riguarda l’Altopiano è l’introduzione all’Istituto Superiore
di Asiago dell’indirizzo turistico. Il provvedimento provinciale sarà ora trasmesso alla
Regione Veneto per gli
adempimenti di competenza,
mentre rimane chiaro che
l’attivazione dei nuovi indirizzi
di studio è subordinata all’approvazione della riforma nazionale della scuola.
Interventi
di
dimensionamento
Due le proposte approvate
quanto a dimensionamento
scolastico: soppressione del-
la Sede staccata in
Marostica
dell’ITCG
“Einaudi” di Bassano del
Grappa, viste le scarse iscrizioni degli ultimi anni; apertura
in Vicenza della Sede Staccata (Indirizzo servizi alberghieri
e ristorazione che confluisce
nei
Servizi
per
l’Enogastronomia e la ospitalità alberghiera”) dell’Istituto
Professionale Alberghiero
“P.Artusi” di Recoaro Terme;
la Giunta Provinciale ha assegnato all’Artusi l’ulteriore in-
Emergenza rabbia, attenti
a non toccare le esche
La campagna di vaccinazione orale delle volpi
contro la rabbia attraverso la distribuzione, con
voli aerei, di apposite
esche contenenti vaccino
antirabbico, della quale
abbiamo dato notizia sul
numero precedente del
giornale, è iniziata. A breve seguirà lo spargimento manuale, nei luoghi
dove non è possibile, per
la conformazione del territorio o per le condizioni
metereologiche, avvicinarsi con l’aereo o l’elicottero. Saranno distribuite almeno trenta esche
per Km quadrato in una
vasta zona individuata dalla Regione che comprende tutte le provincie di BL,
TV, VI, e gran parte delle
altre province. Le esche,
che hanno la forma e la
consistenza di un biscotto
per cani, non vanno toccate per nessuna ragione.
In tutte le campagne di
vaccinazione effettuate
nei diversi stati europei
non sono mai stati segnalati particolari problemi a
seguito di contatto con le
esche, da parte della popolazione umana.
Nel caso di accidentale
contatto diretto con il vaccino, è necessario rivolgersi immediatamente al
proprio medico che deciderà se provvedere al
trattamento post esposizione. Ad ogni modo,
come precauzione immediata, specialmente se il
liquido della fialetta contenuta nell’ esca è venuto
a contatto con le mucose,
bisogna lavarsi accuratamente e a lungo con acqua e sapone. I proprietari dei cani e dei gatti
devono evitare che i propri animali circolino liberi
nelle aree interessate dalla vaccinazione.
dirizzo “Tecnico per il turismo”
a
completamento
e
potenziamento dell’offerta
scolastica locale.
Nuovi indirizzi
“Turismo”, “Trasporti e
logistica” e “Liceo Artistico
Audiovisivo, multimedia e
scenografia” sono gli indirizzi
di studio che maggiormente riscuotono l’interesse degli istituti vicentini, con sbocco su
quel terzo settore che si valuta sia in grado di assorbire una
buona fetta dei lavoratori di
domani.
In particolare, l’indirizzo “Turismo” viene proposto per
l’Istituto Superiore di Asiago,
il “Remondini” di Bassano del
Grappa, il “Ceccato” di
Thiene, il “Da Schio” di
Vicenza e l’ “Artusi” di
Recoaro.
L’indirizzo “Trasporti e
logistica” interessa l’istituto
“Fermi” di Bassano del Grappa, “Chilesotti” di Thiene e
“Rossi” di Vicenza.
Il Liceo Artistico con indirizzo
Finanziamenti
per le scuole
dell’Altopiano
“Dobbiamo essere grati
alla Regione per la continua
attenzione dimostrata verso le nostre esigenze. In
particolare i lavori per gli
asili nido e scuole materne
sono importanti essendo
strutture fondamentali per
le nostre famiglie”. E’ il
commento di Giampaolo
Rigoni, assessore ai Lavori
Pubblici di Asiago, nell’apprendere l’elargizioni di
fondi regionali a favore delle scuole asiaghesi.
Prima con una delibera di
giunta per la sistemazione
di edifici scolastici, poi con
un accordo firmato tra l’assessore regionale ai Lavori
pubblici Massimo Giorgetti
e la Provincia di Vicenza,
proseguiranno dei lavori di
sistemazione di alcuni
plessi scolastici del capoluogo altopianese. In particolare, con l’accordo tra
Regione e Provincia, sono
stati stanziati 700 mila euro
a favore dell’Ipsia Lobbia
e 350 mila euro per l’Itiss
Pertile, finanziamenti che
coprono il 50% degli importi
richiesti per lavori di
riqualificazione e a favore
della sicurezza.
“E’ da tempo chela Regione è impegnata nel miglioramento
e
nel
potenziamento dei plessi
scolastici – commenta l’assessore Massimo Giorgetti
- Crediamo che i ragazzi e i
loro docenti debbano studiare in luoghi salubri, sicuri, attrezzati bene e, nonostante vantiamo uno dei
migliori patrimonio di edili-
Audiovisivo, multimedia e
scenografia viene inserito nell’offerta del “De Fabris” di
Bassano del Grappa, “Martini”
di Schio, “Canova” di Vicenza
e “Boscardin” di Vicenza. A
proporre il Liceo delle Scienze Umane saranno nel prossimo anno scolastico il Liceo
“Da Vinci” di Arzignano, l’Istituto “Masotto” di Noventa
Vicentina e il “Trissino” di
Valdagno. Mentre il liceo linguistico sarà aggiunto all’offerta formativa del Liceo “Da
Ponte” di Bassano del Grappa. Passando agli indirizzi
scientifici, “Informatica e telecomunicazioni” sono proposti dall’Istituto “Ceccato” di
Montecchio Maggiore e dall’Istituto Superiore di Lonigo.
Entrambi offrono anche un
corso specifico su meccanica,
meccatronica ed energia.
Per finire, l’Istituto “Galilei” di
Arzignano aggiunge al proprio
piano di studi l’indirizzo “Amministrazione, finanza e
marketing”.
In forse rimane l’attivazione di
un Liceo Musicale al
“Pigafetta” di Vicenza, subordinata alla definizione del numero di licei musicali che potranno essere attivati in ambito regionale.
zia scolastica del Paese, le
scuole debbano rispondere
alle esigenze di una didattica che si è rinnovata ed è
oggi profondamente mutata rispetto al passato”.
In più, con una delibera di
Giunta, la Regione ha stanziato quasi 67 mila euro a
favore della scuola materna S. Anna della frazione
asiaghese del Sasso. Il finanziamento fa parte di un
intervento regionale per
l’ampliamento,
completamento e sistemazione di edifici scolastici per
le scuole materne. Nello
specifico il finanziamento si
divide in due tronconi: il primo a copertura di lavori per
la realizzazione di una porta di sicurezza antipanico e
di un nuovo accesso all’area gioco esterna per un
costo totale di 13.530 euro.
Il secondo invece va a coprire quasi per intero la spesa di 58.584 euro per il ripristino della copertura che
verrà interamente sostituita.
Gerardo Rigoni
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
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Differenziare? Fatelo voi per me!
RIFIUTI
Pigrizia o menefreghismo? Per qualcuno risulta troppo faticoso buttare i propri rifiuti nelle apposite campane
pagina cura di
Silvana Bortoli
Borse contenenti bottiglie di
plastica vuote, scatole di cartone piene di quotidiani e riviste:
in
casa
la
differenzazione è stata fatta, e allora perché al momento di disfarsi dei rifiuti c’è ancora chi butta tutto nel
cassonetto del non riciclabile?
E’ più una questione di pigrizia o di menefreghismo? E che
dire di coloro che abbandonano rifiuti dello stesso o di diverso tipo in uno scatolone, ai
piedi delle campane? Sembrano proprio voler dire “Volete
la differenziata? Fatevela!”
oppure “Fin qua i rifiuti siamo
riusciti a portarli, ma prenderli
e buttarli all’interno delle campane è troppo faticoso!” Come
hanno fatto quelli delle foto che
pubblichiamo: una scatola contiene imballaggi e carta dei pacchi regalo dello scorso Natale, addirittura i bigliettini di auguri: sarebbe stato uno sforzo
troppo grande prenderla e but-
tarla nella apertura soprastante
della campana della carta, eliminando ciò che non era carta? Quantomeno “originale”
poi il contenuto di un altro
scatolone, lasciato sempre nella stessa isola ecologica: bottiglie di plastica, uno strofinaccio, un sacchetto biodegradabile per l’umido con dentro anche lattine e plastica, e poi ….
alcuni ceppi di legno! A parte
per il legno (che forse si poteva dare a qualche vicino con
la stufa o il caminetto!) per
tutto il resto c’era la giusta collocazione, spostandosi di uno
o due metri al massimo, fra una
campana, un cassonetto e un
bidoncino. Ci chiediamo poi
come mai non siano state attuate anche nel periodo delle
feste natalizie delle campagne
informative per i turisti per diffondere le nuove regole della
differenziata entrata in vigore
lo scorso maggio. Ripeterle e
ricordarle è sempre utile, anche per i residenti, tra i quali
c’è ancora chi, non vedendo
ad oggi sostituiti i cassonetti
consueti con quelli ad apertura controllata, si sente ancora
legittimato a buttare via tutto
insieme “tanto la differenziata
non è ancora iniziata!”
.
A quando l’eco- centro?
Dal 1° gennaio 2010 negli ecocentri di Etra è partita la raccolta dei piccoli elettrodomestici, che
sono il 2,5% dei rifiuti prodotti. Il loro nome tecnico è RAEE, sigla che sta per Rifiuti di
Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, comprendono una quantità di oggetti vastissima,
che tutti abbiamo in casa in grande quantità, e che possono contenere sostanze altamente
nocive come cfc, cadmio, piombo, mercurio e cromo esavalente. Venendo conferite
all’ecocentro, le diverse categorie di elettrodomestici vengono avviate ad appositi impianti, per
essere riciclate attraverso processi finalizzati al recupero di tutte le componenti riutilizzabili. Un
passo avanti importante, nell’ambito del riciclaggio e della salvaguardia dell’ambiente, anche in
considerazione del fatto che questo tipo di rifiuti si sta moltiplicando molto velocemente. Peccato che sull’Altopiano l’ecocentro … non c’è! E quindi, per un corretto smaltimento dei
piccoli elettrodomestici, la procedura da fare è quella di prenotare il ritiro a casa, nell’ambito
del servizio ingombranti, gratuito per un numero fisso di colli l’anno. La notizia ci dà lo spunto
per chiedere, ancora una volta (come già fatto nel rilevare gli abbandoni selvaggi di elettrodomestici, divani, materassi, mobili, pneumatici e altri materiali, oltreché i lunghi tempi d’attesa
per il ritiro a domicilio) “A quando l’eco – centro?”
Il rispetto per l’ambiente può iniziare dal pannolino
Lo scorso novembre, in
concomitanza con la settimana europea per la riduzione dei rifiuti, l’Associazione
Maternità EcoNaturale, nata
dalla collaborazione di un gruppo di mamme sensibili ai problemi dell’ambiente che promuovono un approccio più
semplice e naturale alla maternità, ha organizzato una serata ad Asiago sul tema dei
pannolini lavabili, con il semplice intento di fornire informazioni dettagliate sull’uso
coretto degli stessi. Nonostante l’appuntamento fosse stato
ampiamente divulgato, a presentarsi sono state meno di dieci persone. Un numero che fa
riflettere, soprattutto se si valutano altri numeri: quelli relativi alla quantità di risorse impiegate per produrre gli usa e
getta e quelli attinenti all’enormità di rifiuti in cui si trasformano una volta usati e, appunto, gettati nelle immondizie.
Solo in Italia ogni giorno se ne
consumano 6 milioni e mezzo:
un impatto ambientale, quello
di questa montagna di pannolini, che è a dir poco disastroso: per la sola produzione vengono consumati 12.500 tonnellate di plastica,
225.000 tonnellate
di polpa di legno,
2,15 miliardi di litri di petrolio, 6 miliardi di litri d’acqua
e migliaia di MW di energia.
Una volta gettati nella spaz-
I lavabili di stoffa non inquinano, non provocano allergie e dermatiti e sono molto più
convenienti degli usa e getta. Anziché gettarli nei rifiuti, si mettono in lavatrice.
zatura per essere degradati in
discarica richiedono centinaia
di anni, se invece vengono bruciati nell’inceneritore contribuiscono alla produzione di diossina. Il primo pensiero che viene in mente sentendo parlare
di pannolini lavabili è quello di
un ritorno al passato, alla
schiavitù dei lavori domestici,
quando i ciripà richiedevano
tanto tempo e tanto lavoro,
come raccontano mamme e
nonne, che hanno vissuto l’arrivo degli usa e
getta come una
grande conquista.
Ma i tempi sono
cambiati, oggi a lavare è la lavatrice e i
moderni pannolini
sono molto più
funzionali e facili da gestire, anche per le
mamme che lavorano. Ma oltre alla
sensibilità
ecologica,
sono
al-
tre le motivazioni importanti che
possono spingere all’uso dei lavabili: la salute dei bambini e il
risparmio economico, visto che
i componenti chimici utilizzati
per rendere gli usa e getta assorbenti danneggiano la pelle
provocando fastidiose irritazioni e dermatiti, e perfino la crescita dell’infertilità maschile
viene fatta risalire all’aumento di temperatura causata dal
pannolino, mentre se si guarda al costo di uno e dell’altro,
nei tre anni in media in cui si
usano i pannolini la spesa per
gli usa e getta va dai 1500 ai
2200 euro, contro i 230 /600
euro dei lavabili, che, il cui costo si azzera se utilizzati in seguito per altri bambini.
Un’esperienza concreta per
quanto riguarda l’uso dei
moderni ciripà è quella di
cui ci riferisce Paola
Strazzabosco
di
Asiago, che fa parte
dell’Associazione
Maternità
EcoNaturale.
“Personalmente
sono molto contenta della mia
esperienza, ho usato con soddisfazione i lavabili per mia
figlia, nella consapevolezza di aver fatto una
scelta buona e salutare.
Ogni pannolino che viene gettato nella spazzatura, sia che
finisca in discarica che nell’aria emessa dall’inceneritore, viene gettato nel futuro dei
nostri figli: una delle prime cose
che mi ha spinto all’uso dei lavabili è stato il leggere che per
smaltire un pannolino ci possono volere fino a 500 anni!
Quando è nata mia figlia, per
acquistare i lavabili ho dovuto
farlo all’estero, tramite
internet, ma nel giro di tre anni
le cose sono molto cambiate,
l’uso comincia a diffondersi e
online se ne trovano di tantissimi modelli, semplici ed economici. Anche nella nostra provincia si possono acquistare, in
alcuni negozi di alimentazione
biologica o di articoli per bambini. Chi volesse capire meglio,
chiedere qualsiasi informazione, o anche avere in prestito
dei pannolini lavabili da prova-
re, mi può tranquillamente contattare, sarò felice di spiegare
e mostrare come si usano; ci
tengo a dire che non vendo
nulla, dietro alla mia disponibilità non c’è alcun interesse, se
non quello di promuovere uno
stile di vita più naturale e sottolineare come ogni nostra piccola
azione quotidiana ha delle ripercussioni importanti sull’ambiente. L’invito che faccio alle mamme e future mamme è quello di
provare l’uso di questi pannolini,
si può iniziare con pochi da alternare a quelli usa e getta, e magari non subito, quando già ci sono
tante nuove cose da imparare e
fare. Lo scoglio più grosso, che
spaventa maggiormente è quello della cacca, ma esistono anche dei velini di fogli di cellulosa
biodegradabili, che si possono
buttare. I pannolini sporchi si accumulano in un secchio e si lavano anche con il resto della biancheria, basterà seguire alcuni accorgimenti, anche per farli durare di più. I lavabili non sono un
problema neppure all’asilo o
quando il bambino viene affidato ai nonni o ad altri: basta preparare il cambio, come si fa con
gli usa e getta, mentre gli sporchi
possono essere messi in apposite borse da riportare poi a casa.
Ogni mamma, ogni famiglia, può
trovare la soluzione migliore, secondo le proprie esigenze. Chi
desidera mettersi in contatto con
me per saperne di più mi può telefonare al n 347 4346128”
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l’Altopiano
Sabato 9 gennaio 2010
ASIAGO
Anche quest’anno Avis
Altopiano, oltre alle attività
statutarie del proprio programma
associativo,
ripropone una scommessa
educativa alternativa a favore dei giovani dagli 11 ai 18
anni del nostro territorio per
ridurre gli stati di marginalità,
disagio, solitudine.
Negli ultimi anni i progetti fi-
www.giornalealtopiano.it
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Progetto “Pronti…via!
Per il Patronato”:
il contributo
di Avis Altopiano
nanziati dal Centro Servizi
per il Volontariato della Provincia di Vicenza hanno coinvolto gli Istituti Scolastici Inferiori e Superiori, con ottimi
risultati in termini di soddisfazione dei ragazzi e delle Isti-
tuzioni interessate (proposte
che hanno contribuito anche
ad incrementare le iscrizioni
di giovani donatori).
Nel 2010 Avis rilancia la
scommessa sostenendo il
Patronato di Asiago e il rin-
Le montagne non sono le
nostre, ma lo slogan è sincero!
Rifacendosi alla recente polemica che ha
riguardato la sponsorizzazione della candidatura di Cortina ai Mondiali di sci 2015,
dove invece della Tofana e del Cristallo
l’agenzia pubblicitaria cui e’ stata affidata la campagna ha usato per errore nel
manifesto le crode che circondano Madonna di Campiglio, un lettore ci ha inviato la foto che pubblichiamo: nel cartellone della Scuola Sci Kaberlaba le montagne dello sfondo non sono certamente le
nostre, quelle guglie rocciose da noi non
ci sono proprio. Il lettore, segnalandocelo, precisa che la sua intenzione non è
assolutamente quella di sollevare polemiche, ma semplicemente di far sorridere.
Ed una risata, quando gliel’ho abbiamo
fatto notare, se l’è fatta di gusto anche
Mario Dal Pozzo, direttore della scuola sci.
Del resto, diciamo noi, tutto il mondo è paese: quante volte nel pubblicizzare eventi o
località turistiche, vengono usate foto che
nulla vi hanno a che vedere? Tornando al
cartellone della Scuola di Sci Kaberlaba, un
plauso va invece per lo slogan, molto
accattivante “Arrivate ospiti, partite amici”.
Ottime parole di presentazione, non c’è che
dire!
S.B.
novo della sala giochi e del
bar quali possibili luoghi di
incontro costruttivo per ragazzi e giovani. Il Progetto
“Pronti…via!”, lanciato dalla festa di inaugurazione di
martedi 8 dicembre 2009,
che ha visto per l’occasione
la presenza di più di 400 persone tra famiglie e ragazzi,
vuole coinvolgere, attraverso un’azione formativa per i
volontari che “popolano” il
Centro Giovanile e che costituiscono la vera anima della vita patronale, le associazioni già attive nel territorio;
il percorso prevede un’analisi dei bisogni formativi e a
seguire una serie di incontri
“ad hoc” con figure significative dal punto di vista spirituale, umano, solidaristico e
specifiche att i v i t à
formative calate sulle esigenze
delle varie realtà (Azione Cattolica, Scout, Gruppo catechisti, Cinema Lux, Grest, genitori, ecc.). Ciò per dare un’ulteriore opportunità ai volontari di riflettere su tematiche
rilevanti dal punto di vista
educativo e tecnico quali il
servizio, la responsabilità, la
salute, la prevenzione del
disagio e l’animazione dei
ragazzi.
Il percorso, che in alcuni
momenti sarà aperto a
chiunque fosse interessato
alle tematiche, si svilupperà dagli inizi del nuovo anno
sino ad Aprile 2010 e avrà
come
s e d e
naturale i
nuovi locali
del Patronato, grazie anche all’acquisto (già
avvenuto) di attrezzatura
multimediale per proiezione
e amplificazione sonora.
L’intervento infatti, oltre
alla formazione, vuole promuovere occasioni di
“sano” incontro e scambio
tra i giovani dagli 11 ai 18
anni organizzando attività di
intrattenimento quali concerti, serate culturali a
tema, proiezioni. Chi fosse
interessato al progetto o volesse contribuire in qualsiasi
modo può contattare Avis
Altopiano al numero
335.1358621.
Echi del Centro Diurno: per non essere soli I Lions ospitano l’Highway Truck Team
Pubblicato per le festività il giornalino della Casa del Pastore
Pubblicato in questi giorni il
giornalino “Echi del Centro
Diurno: per non essere soli”
realizzato interamente dagli
ospiti del centro diurno “Casa
del Pastore”. Un giornalino
dove gli ospiti raccontano chi
sono e cosa fanno al centro,
ma anche per sensibilizzare
la gente dell’Altopiano verso i problemi che hanno certe persone con un disagio
psicologico.
Da come nasce il centro a
che cosa serve, ma anche
ricette, tradizioni, proprietà
medicinali di alcune erbe
altopianesi e racconti di
escursioni: il giornalino espone le passioni, le curiosità ed
i pensieri degli ospiti che si
sono impegnati anche nella
trascrizione degli articoli attraverso l’utilizzo del computer. Il giornalino non è in vendita, ma potrà essere richiesto agli operatori. G.R.
L’associazione benefica dei camionisti ancora a favore dei bambini africani
L’ Highway Truck Team
sarà ospite del Lions Club
Asiago Altopiano. La serata
conviviale sarà occasione
perché il gruppo benefico
assieme all’onlus “Dell’energia e sorrisi” presenti
il libro “Cuore Touareg” nonché il filmato di Massimo
Belluzzo del loro viaggio
“sportivo e umanitario” nel
deserto del Marocco arricchito da alcuni aneddoti della loro avventura.
Il libro “Cuore Touareg”, di
Luigino Del Pozzo corredato da 120 foto di Luciano
Covolo, è stato definito uno
dei cinque migliori libri fotografici pubblicato lo scorso
autunno. Libro che sarà possibile acquistare durante la
serata il cui ricavato andrà a
finanziare la prossima spedizione umanitaria. Le pagine
di “Cuore Tuareg” accompagnano il lettore in Marocco a Marzouga sotto la Grande Dun, da oltre 10 anni sce-
nario di uno dei più importanti e difficili rallye motociclistici, il Tuareg Rallye. Quando il Team di Energia e Sorrisi insieme al Highway Truck
Team, parteciparono anni fa
a questa gara, rimasero affascinati dalla magia dei luoghi visitati, ma soprattutto dal
calore della gente e dal sorriso dei bimbi. E così nelle edizioni successive, la partecipazione al rallye è diventata
anche occasione di far giungere in questi luoghi aiuti di
prima necessità e materiale
scolastico in collaborazione
con una Onlus locale
La serata si terrà venerdì 15
gennaio all’Albergo Paradiso
di Asiago ed è la prima serata
conviviale con ospiti dopo il
cambio di guardia tra Michele
Iuliani e Leonardo Franco. Il
nuovo presidente ha già avuto
modo comunque a consegnare dei televisori alla nuova
casa di riposo di Asiago e di
accogliere nel club filantropico tre nuovi soci proprio durante la serata di gala per le
festività natalizie.
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Sabato 9 gennaio 2010
MONTAGNA
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Uso del casco sulle piste da sci: il buon esempio
dei maestri della Scuola Sci Verena
Obbligatorio per legge solo fino ai 14 anni, è uno strumento di protezione importante che,
unito al rispetto delle regole garantisce la pratica dello sport in sicurezza
In montagna con sicurezza,
un’esortazione rivolta non
solo a chi pratica
escursionismo e fuori pista
(ai quali, anche dopo le recenti tragedie della neve, si
raccomanda di informarsi
sempre sulle condizioni di
stabilità del manto nevoso e
sul relativo rischio valanghe),
ma anche in pista. Le statistiche dicono che il calcio è
più pericoloso dello sci, con
un fattore di rischio di 40
contro 10: questione di numero di praticanti. In Italia
gli sciatori sono due milioni
e mezzo, quattrocentomila gli
snowboarder e il rischio di
scontro in pista è pari allo
0,3%, nonostante questo
però la sicurezza sulle piste
è un fattore sempre più
preponderante, anche nella
scelta di una vacanza sulla
neve. Anche le nostre piste
sono “vegliate” da specialisti della sicurezza, ovvero
squadre di forestali e di carabinieri che oltre a vigilare
sui giusti comportamenti e a
richiamare gli indisciplinati,
sono pronti ad intervenire in
caso di incidenti per prestare
soccorso e ricostruirne la dinamica. La legge punisce chi
non si comporta in modo corretto mettendo a rischio gli
altri sciatori, l’omissione di
soccorso, e la mancanza di
casco per i minori di 14 anni.
Un limite di età quest’ultimo
che secondo molti andrebbe
rivisto, estendendo l’obbligo
a tutti. Ed è proprio per
sensibilizzare all’uso di questo importante strumento di
protezione pur se non obbligati, che da questa stagione
la Scuola Sci Verena ha dotato tutti i suoi maestri di casco, ponendosi così come
esempio importante. “La nostra scuola sci – commenta
il direttore Mario Paganin ha voluto allinearsi ad una
tendenza non tanto di
mercato, ma di richiesta sempre maggiore di
sicurezza. Vogliamo
essere i primi fautori
della sicurezza in pista, trasmettere la conoscenza della legge
sulla sicurezza dello
sci e delle regole dello sciatore. E per meglio comunicare
questo, ci sembra
coerente metterci il
casco, anche se obbligatorio solo sino ai 14
anni. Come se dopo i pericoli non ci fossero!”
Dopo il primo mese di attività, i maestri della Scuola Sci Verena riferiscono
che, anche dal punto di
vista della vestibilità, l’uso
del casco non rappresenta una scomodità, e dunque adottandolo insieme a
comportamenti rispettosi,
come quello di sapere mo-
L’alpinismo: una filosofia di vita
Lo sci d’alpinismo sull’altopiano di Asiago, un interesse per giovani e meno giovani
L’Altopiano di Asiago deve
la sua incontrastata fama a
svariati settori lavorativi tipici del luogo. Accanto alle tradizioni gastronomiche quali il
famosissimo ed omonimo formaggio, Asiago è sempre stata
un’attiva meta turistica, nelle
stagioni estive come in quelle
invernali. Nel bel mezzo del
paradiso dei fondisti, che ogni
inverno si immergono nella
tranquillità della natura e nei
servizi resi disponibili del luogo,
emergono altre attività che sempre più attirano l’attenzione anche dei più giovani: l’alpinismo
e l’arrampicata sportiva. Oltre
all’arrampicata sportiva, vera e
propria disciplina che sta entusiasmando molti giovani, l’alpinismo, sport
estremo che si basa
sul superamento delle
difficoltà incontrate
durante la salita di una
montagna, trova nelle
nostre montagne gli
strumenti più confacenti per esprimere
tutte le proprie
potenzialità e gli insegnamenti che se ne
possono trarre.
In particolare, il pendio aperto, la pendenza sostenuta, le condizioni generalmente sicure e la facilità di accesso sono caratteristiche che fanno di
Cima Portule il cuore
pulsante di tale sport
nel nostro territorio. La scelta
di vette nuove da raggiungere
non manca, e il carattere originario che assume ogni nuova arrampicata è unico. Numerose sono infatti le possibilità come cima Verena,
Mandriolo, Cima Larici (che
offre un percorso piacevole e
adatto anche ai principianti), il
tutto all’insegna di uno sci-alpinismo in piena sicurezza,
binomio perfetto fra puro divertimento, forti emozioni e
cautela, qualità indispensabile
per affrontare le innevate salite, soprattutto di fronte
all’allerta sempre accesa per
il pericolo valanghe. E’ bellissimo pensare che l’alpinismo
rappresenti per gli scalatori più
esperti non solo una fonte di
adrenalina o un passatempo,
ma una filosofia vera e propria di vita. Mettersi alla prova costantemente con le difficoltà inaspettate della montagna è un modo per avvicinarsi
alla comprensione dei limiti
umani, un modo per conoscere il proprio io, la propria interiorità. La solitudine, che è
spesso l’unica compagna di
viaggio di molti escursionisti ad
alti livelli, rischia di venire tramutata in pura follia, se non si
raggiunge quell’indispensabile
equilibrio fra la propria persona e l’ignoto, fra le labili certezze della vita e il pericolo continuo di morire durante la salita. Ciò che
viene definito come
aldilà, ossia ciò che va
al di là della facoltà
umane, può essere
così meglio compreso, o avvicinato alla
comprensione umana. Di certo nell’ambito di una realtà territoriale come la nostra, l’Altopiano di
Asiago, l’alpinismo
può essere inteso
semplicemente come
un modo per stare in
compagnia, per godere dei bellissimi panorami caratterizzanti
l’ambiente, ma non si
deve dimenticare quel
tratto fondamentale
che fa dell’alpinismo un mezzo di analisi interiore, un insegnamento di vita. Gran parte
delle pareti e delle montagne del
luogo sono state scalate e l’alpinismo rischia di diventare un
viaggio attraverso realtà già viste, già calpestate da chissà
quanti piedi, ma l’originalità di tale
disciplina è ben altra: un viaggio
attraverso un cammino tortuoso in gran parte inesplorato, che
forse non troverà mai una spiegazione convincente, un’escursione dentro l’intimità umana,
dentro il significato stesso di
uomo.
Andrea Finco
derare la velocità in base alla
propria preparazione, al tipo
di neve e alla situazione di affollamento, già una buona
dose di sicurezza per se
stessi e per gli altri viene
garantita. Tornando ai “numeri”, secondo la Sorveglianza degli Incidenti in
Montagna, gli incidenti sugli sci sono in diminuzione,
Mario
Paganin
direttore
della Scuola
Sci Verena
con un calo del 20% negli
ultimi 10 anni, su tutto il territorio nazionale, derivante
anche dalla presenza in pista degli uomini in divisa.
Una curiosità: nella nostra
regione il primo sciatore a
“beccarsi” una multa di 30
euro per “sci spericolato”
fu alla fine di gennaio del
2004 un turista toscano di
52 anni, dunque i comportamenti pericolosi
non vengono solo dai
più giovani, come si
tende a pensare. Era la
fine di gennaio e sul
Canalone delle Tofane
l’uomo investì un maestro di sci, un collega del
ferito chiamò la pattuglia
in servizio sulle piste, che
stese il verbale applicando le norme varate dalla
Regione solo qualche
giorno prima.
Silvana Bortoli
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Mario Porto: 200 giorni fuori dal… Comune
ROANA
“23 anni in amministrazione comunale, era ora di
staccare
la
spina”.
Esordisce così Mario Porto,
da sette mesi svincolato dalla fascia tricolore. 200 giorni
per abituarsi alla vita da “cittadino qualunque”, dopo un
lungo periodo denso di impegni sociali e politici. Dal 1972
allo scorso 9 giugno ha ricoperto vari incarichi e mansioni in seno alle varie commissioni.
“A parte i mandati come
sindaco (1980/85 - 2004/09,
ndr), sono stato consigliere,
vicesindaco,
vicepresidente dell’USLL
quando
la
sanità
altopianese era ancora
autonoma, e assessore in
Comunità Montana”. In
tanti anni avrà maturato
una certa esperienza.
“Certo, ma mi sono pure
reso conto che l’entusiasmo è inversamente proporzionale all’esperienza,
quando si è giovani la dedizione e la passione è alle
stelle, poi col tempo viene
meno. Quando si è navigati si lavora meccanicamente, credo sia normale e fisiologica come realtà”. Ma
Mario Porto è scomparso
totalmente dalla scena
amministrativa? “Ora mi
dedico a tempo pieno a
quello che era il mio lavo-
A colloquio con Mario Porto, 23 anni in amministrazione comunale di Roana, da sette mesi tornato alla
sua occupazione di direttore didattico. “Le opere da ricordare: il laghetto Spillek e il Cinema di Cesuna”
ro da “civile”, svolgo attività di preside presso gli
istituti di Zanè – Chiuppano
– Carrè, e Cogollo del
Cengio. I miei figli mi vedono finalmente come un
genitore e non più come un
pendolare che arriva e parte da casa in continuazione. Oltre a questo, unica
attività pubblica è quella di
presidente del consiglio
d’amministrazione dell’Ex
Cattedra. L’idea di trasformare quella struttura semi
abbandonata in Istituto
Europeo per la Montagna
mi vede tra i promotori più
convinti. In merito all’iniziativa non ho abbandonato il sogno di veder quegli
immobili come punto di riferimento per le politiche
del nostro territorio, un
centro teso alla cooperazione produttiva sia pubblica che privata. Vedremo”. Per molta gente lei
è ancora il sindaco di
Roana. “Si è vero, soprattutto per gli anziani che
mi chiedono di interessarmi ai loro problemi. Come
se fossi ancora in carica
cerco comunque di aiutarli, dando loro qualche
Con canti e suoni la scuola media
di Mezzaselva fa colpo sul pubblico
consiglio o indirizzandoli all’ufficio giusto in
Municipio”. Cosa è rimasto di incompiuto nei
suoi mandati? “Avrei voluto terminare la sistemazione del tratto di strada
tra Treschè e Cesuna, allargandola per conferirle maggior sicurezza. I
contributi regionali ci
sono, quindi sarà compito di chi oggi è in carica
portare avanti l’opera.
Lo stesso vale per le curve che dalla frazione
portano
in
Val
Magnaboschi, la sede
stradale deve essere adattata in alcuni punti dove
è difficile il transito degli
automezzi”. Tra i fiori all’occhiello del suo operato cosa vogliamo ricordare? “Senz’altro il nuovo Cinema Palladio, sem-
pre a Cesuna, promosso
durante l’amministrazione Bolzon 1, rimasto in
stand by per anni e finito
mentre era in carica la
mia giunta. Altra bella
opera è il laghetto di
Roana, utile al turismo e
all’immagine di un Comune visto come luogo di villeggiatura. Poi il polo
polifunzionale della piscina a Canove, con l’impianto di biomasse che
quando lavorerà a pieno
regime mostrerà le sue
vere potenzialità. Con la
prossima spesa di circa
200 mila euro si avrà il
collegamento con altre
strutture sia pubbliche
che private ”. Cosa risponde a chi la accusava
di aver costruito troppo? “Non abbiamo costruito sfrenatamente,
anzi, avevamo licenza per
costruire ancor più. Con
la mia amministrazione
ho portato avanti il Piano Regolatore del 1992,
proposto ancora all’epoca
del
sindaco
Pangrazio. Con le varianti poi ci siamo attenuti
a quanto concesso dalla
Regione. E un occhio di
riguardo per i residenti lo
abbiamo sempre avuto,
basti ricordare gli obblighi di costruire la prima
casa, dove un vincolo
notarile la considera
inalienabile per 20 anni.
Non dimentichiamo che le
immobiliari dal 1985 non
sono proprietarie di un
metro quadro di terreno
trasformato da zona ver-
de in edificabile. Quindi
le imprese edili hanno
agito indirettamente, ma
neanche tanto, su mandato degli stessi piccoli
proprietari locali. Magari gli stessi che dopo
averne tratto ricavo speculativo, oggi sono qui a
gridare allo scandalo per
il verde rubato alla comunità. Per paradosso mi
verrebbe da rispondere
che se non si deve costruire in ampiezza, possiamo
sempre farlo in verticale,
con ampi parcheggi sotterranei e i condomini
lanciati verso il cielo.
Dubai e il suo nuovo
grattacielo di 160 piani
può fare da scuola anche
quassù da noi”. Il sarcasmo umoristico di Mario
Porto non è cosa nuova.
Qualche battuta sull’ultima tornata elettorale?
Sulla querelle delle
schede valide o meno.
“Non ho mai creduto che
dei brogli elettorali si siano verificati nei seggi, la
stessa parola “brogli” è
stata usata a sproposito
da giornali e mezzi di informazione. A mio avviso
non c’è stato dolo nell’attribuzione delle preferenze; la dolosità prevede
volontà e deliberato consenso. La commissione
prefettizia, dopo aver revisionato il tutto, ha confermato i verbali dei presidenti di seggio. Penso che il
TAR dirà che tutto è stato
regolare. Perché il fatto davvero non sussiste”.
Giovanni Dalle Fusine
Nonostante il brutto tempo, numerosi gli spettatori al Concerto di Natale
Si è svolto il 19 dicembre,
nella
Cappella
di
Mezzaselva, il tanto atteso
Concerto di Natale, organizzato dalla scuola media locale
e diretto dalla professoressa
Agata Vasta.
Sono stati invitati, insieme ai
genitori, al preside, ai parroci e ai sindaci di Roana e
Rotzo, anche gli alunni delle
classi quinte dei 2 paesi per i
quali c’era tra l’altro, l’obiettivo di presentare la scuola
media. Il concerto ha avuto
inizio alle 10 con un brano per
flauto suonato dai ragazzi di
2° e 3°. Poi è stato tutto un
succedersi di brani e canti,
accompagnati da flauti,
maracas e triangoli, alternati
con letture tratte dal Vangelo di Luca recitate in varie lingue: italiano, francese,
cimbro ed inglese.
I brani eseguiti erano di vario genere, sia tradizionali che
innovativi... dal Te Deum di
Charpentier al Go tell in the
mountain. Lo spettacolo è
stato molto gradito dal pubblico, che ha manifestato
apprezzamento con applausi
e complimenti. Per concludere il preside Piergiorgio Valente, ha tenuto un breve discorso per ringraziare ed invitare tutti in palestra dov’era
stato allestito un piccolo rinfresco. La mattinata è stata
motivo di grande soddisfazio-
ne per alunni e professori ed
è stata anche un’ottima occasione per un importante e
costruttivo lavoro insieme,
perché ha messo ogni singolo ragazzo nella condizione di
essere una parte di un evento speciale.
La terza I sezione staccata di Mezzaselva
Coscritti in festa a Treschè Conca
La classe ’91 ha programmato quattro giorni di baldoria
L’anno scorso il ’90 aveva
lanciato l’appello: “saranno
in grado i nuovi coscritti di
eguagliare il successo dei
loro predecessori?” La
classe del ’91, per tutta risposta, ha colto la sfida al
volo, e per la tradizionale
festa dei coscritti ha organizzato, proprio come avevano fatto i ragazzi del ’90,
non tre ma quattro giorni di
festa nei locali del paese. I
neodiciottenni di quest’anno sono ben dieci: Emanuele, Mattia, Christian, Alberto e Francesco a formare
la schiera dei maschi, mentre Giada, Maura, Anna,
Marta e Giulia a completare con l’apporto femminile
la “squadra” del ’91. La
festa dei coscritti si terrà
nel weekend tra il 14 e il
17 gennaio: durante la gior-
nata i ragazzi gireranno le
vie di Treschè Conca sul
classico carro insieme agli
accompagnatori e al
fisarmonicista, mentre le
serate saranno dedicate ai
festeggiamenti e alle danze insieme a tutti coloro
che desiderano partecipare. A partire dalla sera del
giovedì 14 ci si potrà lanciare con i ragazzi del ’91
sulla musica di Dj Macho
alla locanda “Alla Stella”,
già nota per il famoso
“Pierostock” della scorsa
estate; la sera seguente,
è prevista un’altra serata
“disco” alla Quinta insieme a Dj Lerio, mentre
sabato 16 sarà dedicato
alla musica del duo
“Luca&Sergio” alla Baita
Azzurra. La festa dei coscritti si concluderà come
sempre nella serata di domenica alla trattoria Al
Cacciatore, con il gruppo
“RobyMary”. Le previsioni per le serate si sono
fatte attendere da parte
dei diretti interessati:
“Siamo stati fortunati
perchè non capita sempre
di essere una classe così
numerosa” affermano all’unisono i coscritti, “per
cui l’adrenalina è già alle
stelle e di sicuro ci sarà
modo di divertirsi...anche
se l’intenzione di fondo
non è di rendere la nostra
festa indimenticabile solo
per noi, ma per tutti!”. Serve aggiungere altro? IL ’91
vi aspetta numerosissimi, di
ogni età, per regalarvi quattro giorni di felicità!
Giulia Panozzo
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
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Il III° progetto classificato al “Concorso di idee” per Mezzaselva
ROANA
RespirAltopiano: l’aria pura,
una buona medicina a costo zero
L’idea è di creare una struttura che si collochi fra l’attività ospedaliera e l’assistenza domiciliare
Un lavoro “a 4 mani” quello di
Luciano Cherobin, architetto, e
Roberto Mingardi, medico.
L’architetto
Cherobin
(altopianese da parte di madre),
ha scelto di strutturare il progetto andando a cercarsi un
professionista medico e manager di provata capacità e l’ha
trovato nel dottor Mingardi, Direttore Sanitario della Casa di
cura “Villa Berica”, profondo
conoscitore degli aspetti
gestionali del settore sanitario.
Proprio nell’azione sinergica fra
le due professionalità, sta l’efficacia delle linee guida
progettuali: la valenza pubblica
e sociale nei suoi aspetti sociosanitari,
dove
l’implementazione del “pubblico” con apporto del “privato”,
tiene presente in primis la persona (il malato e le patologie che
manifesta, ma anche chi di lui
si occupa); il luogo in cui questa relazione avviene; la
sostenibilità del meccanismo,
sotto il duplice aspetto ambientale ed economico e la ricaduta sulla popolazione residente.
Sembra un processo semplice,
consequenziale, ma l’attenzione ai fattori ambientale,
terapeutico, economico, sociale, sono frutto di grande appli-
cazione e personale sensibilità
unite ad un sano realismo. Particolare l’attenzione data sia alle
esigenze del paziente che del
personale: insieme, si troveranno a condividere interni ed
esterni curati di forme, colori,
suoni, allo scopo di renderli accoglienti e familiari, nella certezza che un’ambientazione
accattivante è il primo passo
per il buon esito di ogni cura.
Obiettivi: “Il progetto è volto a
rivitalizzare il complesso, attivando
una
struttura
polifunzionale a valenza pubblica con prevalente finalità sociale (con unità di offerta già
contemplate nella programmazione regionale o a completo
carico del privato, fuori dalla
spesa pubblica). L’idea di una
struttura che si collochi fra l’attività ospedaliera e l’assistenza
domiciliare, va a colmare il gap
spesso insostenibile per le famiglie, dopo la dimissione del
congiunto. (Non mera casa di
riposo quindi, bensì centro
riabilitativo quale alleggerimento
familiare, con la finalità della
reintegrazione sociale, per malati di Alzheimer, anziani affetti
da problemi gastroenterologici,
disabili, anoressici e affetti da
patologie respiratorie). Nei casi
di recupero impossibile
(Alzheimer), verrà garantita la
terapia riabilitativa ad uso
riaffido familiare, dopo attenta
valutazione dell’effettivo risultato ottenuto, principio applicato
a tutte le patologie trattate. Il
percorso
riabilitativo
gastroenterologico del paziente
anziano, prevede la fornitura di
ausili, protesi mediche e dieta
ad hoc. Un trattamento
riabilitativo specifico, verrà fornito a soggetti disabili anche con
fisioterapia, in degenza breve.
Quanto a patologie respiratorie
e anoressia, va detto che il primo fattore curante e a costo
zero, è l’habitat: aria pura, altitudine idonea tranquillità e privacy garantita. A sostegno del
malato anoressico inoltre, un
piano terapeutico/educazionale
valido sia in degenza che dopo,
grazie ad una rete informaticainformativa, su un portale
Internet che faciliti momenti di
incontro, confronto professionale, interazione, fra malati e
medici di Ulss 3".
Relazione tecnica
Dalla chiusura del 2004, tutti gli
impianti sono soggetti a manutenzione e controllo da ditte
specializzate. Aree esterne:
sottofondi, pavimentazioni,
impianti, recinzioni, entrata e
accessi (bisognosi di riassetto
e messa in sicurezza delle pareti rocciose e dell’area
boscata); fabbricati secondari: cucine, rimessa, portineria,
uffici, in pessimo stato; edificio principale: interessato da
infiltrazioni, coperture e gronde con rotture per neve e gelo.
Perplessità per le coperture di
palestra, piscina, riabilitazione,
che mostrano problemi di dispersione quanto a risparmio
energetico e inadeguate al
confort sia estivo che invernale. Non sono presenti vie di
fuga, scale di sicurezza e collegamenti con l’area boscata.
Infiltrazioni anche all’interno
dell’edificio, privo di arredi ma
completo nelle finiture, tutte garantite di idoneità (come pure i
5 elevatori). Destinazione: piano interrato - magazzini, depositi, vani tecnici; p. terra astanteria, ricezione, guardia,
riabilitazione, ambulatori; I° piano - soggiorno periodico per
Alzheimer
e
malattie
degenerative (12 posti-letto) e
trattamenti dei disturbi alimentari (16 letti); nella ex-zona operatoria: aule e servizi per attività di studio/incontro; II° piano
Quatro ciacole con Maurizio Zovi
Se c’era uno che a Mezzaselva
ci teneva, era lui, e non solo
perchè a quella struttura ha
dedicato tutta la sua vita professionale, dalla “gavetta” al
primariato. Se c’è uno che ci
tiene ancor oggi, quello è lui.
Ecco perchè, a chiudere “l’argomento Mezzaselva” presentando il terzo progetto, ci è
sembrato quasi doveroso, andare a raccogliere le sue impressioni.
Che effetto ti ha fatto veder
rinascere interesse nei confronti dell’Istituto?
“Che in un certo qual modo,
gli si rende giustizia”.
Hai avuto modo di leggere le
linee guida dei vari progetti
per il concorso di idee: che
impressione ne hai ricevuto?
“Come impatto immediato, al
di là del merito delle proposte in sè, ho recepito favorevolmente il clima che si è creato. Ho pensato che l’Istituto
può tornare a vivere e a dar
lavoro a molti, come era una
volta”. “
Quale potrebbe essere a tuo
avviso la strada per renderlo
produttivo?
“Innanzitutto bisogna capire
da dove viene il finanziamento per sostenerlo: pubblico
privato o misto? Un’iniziativa privata ci potrebbe stare,
tipo una beauty-farm o strutture analoghe, molto in voga
oggi. Ma anche un
partenariato pubblico-privato, è una prospettava consona.
L’importante è che se si riapre, i conti tornino. Ho letto
tutte le varie iniziative e quali che siano gli indirizzi
terapeutici prescelti, personalmente vedo bene la riabilitazione post-traumatica, postoperatoria, la terapia per affezioni respiratorie e l’assistenza
post-dimissione
ospedaliera di un paziente con
ictus o paresi che spesso non
si sa dove piazzare”.
Una specie di fase di transizione fra l’ospedalizzazione e
il reintegro familiare?
“Esatto. Questa è la necessità vera, la falla dell’assistenza sanitaria oggi, cui non si
riesce a far fronte, e
Mezzaselva ha tutte le carat-
teristiche idonee a svolgere
tale ruolo. Da comune cittadino, ho tutto l’interesse a
vedere spesi bene i soldi pubblici, ma, una volta certificata la sostenibilità, ho anche
nel cuore la speranza di vedere rivivere un nostro patrimonio fatto per la nostra gente”.
Beppa Rigoni Scit
riabilitazione
gastroenterologica, trattamento
allergie e patologie respiratorie
(16 letti), degenza breve per riabilitazione neuromotoria (12 letti); III° piano - residenzialità
breve ed occasionale (17 letti),
per un totale di 73 posti-letto:
un leggero ridimensionamento
in recettività. (La riduzione è
una mossa strategica ai fini del
contenimento della spesa: anche
una modesta implementazione
della capacità, l’avrebbe fatto
lievitare notevolmente). Nel
sottotetto: magazzini e vani tecnici.
Opere da eseguire per l’idoneità: a) - anello antincendio e installazione scale; b) ristrutturazione terrazzi e parapetti; sistemazione facciate e
coperture; c) - adeguamento
sicurezza piscine; d) adeguamento interni per le nuove esigenze; e) - realizzazione
nuova rete informatica e telefonica; f) - sistemazione parcheggi e adeguamento impianto fognario.
Opere procrastinabili: a) - collegamento alla rete fognaria comunale, all’acquedotto ed alla
rete di teleriscaldamento
a biomassa comunale; b)
- sistemazione/collegamento area boscata; c)
- coibentazione con cappotto; d) - sostituzione
vetrate p.terra e protezione solare.
Il progetto prevede opere finalizzate all’abbattimento dei consumi e
l’uso di energie alternative, quali il fotovoltaico
e il solare, dato l’idoneo
orientamento dell’edificio. L’uso di materiali
ecologicamente compatibili, porterebbe inoltre il
recupero dello stabile,
verso una qualificazione
in linea con la funzione
terapeutica del complesso.
Relazione economico/
gestionale
I meccanismi di finanziamento sono collegati alla
scelta
gestionale,
definibile in sede di trattativa con l’Ente Pubblico: Ulss 3, può decidere
la gestione pubblica del
complesso (ricorrendo
ad un finanziamento di
“lease-back”, che prevede la
vendita di un proprio bene ad
un istituto di credito che lo
riassegna in locazione o
leasing finanziario con potere
di riscatto, permettendo alla
proprietà la liquidità necessaria alla ristrutturazione dell’immobile, agli arredi e alle dotazioni mediche, senza far ricadere interamente le spese nel
bilancio d’azienda), oppure
mediante convenzione con privati o in paternariato pubblicoprivato.
La relazione è corredata del piano finanziario completo sia delle
quote giornaliere stabilite dalla
Regione per paziente (i
coefficienti derivano dalla quota-parte del contributo regionale
alle famiglie e dalla tariffa applicata al piano personalizzato
di cure riabilitative), dei costi
per il personale medico specialistico infermieristico amministrativo e di servizi (circa 100
figure professionali) che dei
costi di ristrutturazione. Tutti i
dati economici, sono allegati alla
documentazione presentata per
il concorso.
Beppa Rigoni Scit
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
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Le opere che saranno intraprese nel 2010
GALLIO
Lavori pubblici: un’agenda fittissima
Un nuovo parcheggio, una piscina, le tribune dello stadio del calcio e una circonvallazione per
la zona sud. Il sindaco Pino Rossi: “Interventi ritenuti fondamentali per il rilancio del paese”
Agenda fitta per i lavori
pubblici a Gallio. Dopo
l’ultimo incontro di Giunta del 2009, si è stilato il
programma delle opere
pubbliche che saranno
intraprese nel 2010 per
un costo di quasi 1 milione e mezzo di euro. Un
parcheggio a ridosso del
centro storico, una piscina comunale, il primo
stralcio della circonvallazione che passerà a sud
del
abitato
e
il
completamento dello stadio di calcio con la realizzazione delle tribune.
Sono i punti fondamentali dei lavori pubblici per
il prossimo anno indicati.
Opere definite “fondamentali per il rilancio del
paese” dal primo cittadino Pino Rossi.
Parcheggio a 900 mila
euro. Il parcheggio sarà
realizzato in via Roma a
servizio del centro storico in parte da destinare
all’uso privato per resi-
denti, o proprietari di seconde case privi di
garage o posto auto, e in
parte all’uso pubblico. La
parte destinata prevalentemente ad uso privato
sarà interrata, mentre lo
spazio sovrastante sarà
destinato a parcheggio
pubblico e a verde attrezzato.
Piscina a 110 mila euro.
E’ intenzione dell’amministrazione galliese realizzare una piscina pubblica nell’attuale Parco del-
la Fratellanza, già prevista nella programmazione
triennale
comunale.
L’opera è definita importante quale ulteriore attrattiva per la popolazione turistica.
Tribune per 150 mila
euro. Altra struttura sportiva interessata dai lavori comunali è il campo da
calcio di Gallio che, finito l’avancorpo e la sistemazione del campo da
gioco, ora richiede le tribune per gli spettatori de-
gli eventi sportivi che qui
si svolgono. Saranno
inoltre realizzate strutture e vie per l’accesso
degli spettatori alle tribune e un vano tecnico
per il deposito delle attrezzature a servizio dell’impianto sportivo.
Circonvallazione sud
per 150 mila euro. “Il
progetto prevede la realizzazione di un tronco
stradale che corre lung o i l c o n f i n e n o rd d e l
Parco della Fratellanza
in maniera da collegare
in successione la S.P. n.
128,
o v v e ro
via
Valbella, l’area a par-
cheggio esistente vicina
all’albergo Garteen, le
tre vie esistenti, ossia via
Trieste, Via Bassano e
Via Trento, e via IV Novembre – spiega il sindaco – Da sottolineare
che parte della previsione viaria necessaria per
dotare il centro di una
c i rc o n v a l l a z i o n e è i n
corso di esecuzione grazie all’intervento dei privati sulle aree comprese
tra la via Monte Ortigara
e la via IV Novembre”.
Gerardo Rigoni
Margherita, “alpina” di Gallio
festeggiata dal Gruppo di Canove
Alpino Margherita attenti! E’
stata accolta così Margherita
Segafredo dal gruppo Alpini di
Canove che ha voluto dedicare alla prima “alpina” del
Gruppo una cerimonia significativa. Prima del momento
conviviale, dove i “veci” hanno voluto rendere edotta la
20enne residente a Gallio di
cosa era la naja, è stata celebrata la S. Messa in onore dei
militari in congedo ed in armi
seguita dalla Segafredo che ha
deposto una corona d’alloro al
monumenti dei caduti della frazione roanese. La giovane,
ora assegnata al 7° reggimento
alla caserma Salsa di Belluno,
aveva trascorso tre mesi di
CAR ad Ascoli Piceno,
un’esperienza che ha definito
dura, cioè dura prima delle prime esercitazioni e marce con
la penna. La ragazza è l’unica
“alpina” altopianese attualmente in servizio, preceduta tre
anni fa da una ragazza di
Gallio ora in forza nell’Arma
dei Carabinieri. “Dura ma
appagante” è come definisce
la sua esperienza con le
stellette Margherita Segafredo
che al suo arrivo a Canove è
stata accolta dalle autorità civili e militari; sindaco Valentino
Frigo in testa considerato che
l’ha vista crescere visto che
la ragazza trascorreva buona
parte della sua infanzia nella
casa dei nonni materni, nonno
reduce di Russia, situata a
pochi passi della casa dell’attuale primo cittadino. G.R.
BRUSA LAVECIA
ANCHE ALLA ZAIBENA
Numerosissimi bambini hanno
assistito la sera del 5 gennaio
all’oramai tradizionale incontro del “brusa la vecia” nella
stupenda contrada della
Zaibena appena sopra
Stoccareddo. Il comitato organizzatore ha dovuto anticipare
la serata, per motivi scolastici,
proprio per dar modo ai più
piccoli di assistere con i genitori a questo tradizionale appuntamento. Si è iniziato alle
20.30 con i fuochi artificiali per
poi “accendere” la “vecia” con
un gran falò che i bambini hanno particolarmente ammirato
quasi estasiati.
La serata si è presentata particolarmente adatta vista la
tenue nevicata che in ogni caso
ha ambientato al meglio anche
la dispensa di vin brulè, cioc-
colata calda, crostoli e l’immancabile panettone. Queste
antiche tradizioni che intendevano così il “brusare” l’anno
vecchio appena trascorso ( il
2009 forse se l’è meritato) sperando che l’anno nuovo 2010
sia migliore, risalgono ad antiche usanze celtiche un po’
pagane non sempre proposte
nei primi giorni di gennaio anzi
più spesso erano “festeggiate” ai primi di marzo. A marzo
perché nell’antico calendario
era il primo mese dell’anno.
Con l’avvento del Cristianesimo diventa importante la festa dell’ Epifania, giornata della
manifestazione del Bambino
Gesù al mondo pagano (i Re
Magi), così che i falò dei
“brusa la vecia” hanno preso
il significato della Luce che ri-
schiara le tenebre. I bravi
volontari del comitato si meritano un grazie e suggeriamo
loro che al prossimo appuntamento siano coinvolti ed invitati anche i quattro paesi dell’”Unità Pastorale” di Gallio,
Foza, Sasso e Stoccareddo.
Amerigo Baù
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Sabato 9 gennaio 2010
ROTZO
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Borse di studio: per la scuola primaria
finanziato il progetto “Artisti in erba”
Una serata magica
con “Note in blu”
Nella chiesa un Concerto di Natale davvero coinvolgente
E’ stato uno degli eventi del periodo natalizio più apprezzati:
il tradizionale Concerto di Natale, tenutosi nella chiesa parrocchiale di Rotzo domenica 27 dicembre, organizzato su
idea della Parrocchia con la collaborazione del Comune, ha
attirato e soddisfatto un pubblico davvero numeroso. Si esibiva il gruppo corale e strumentale di Pove del Grappa “Note
in blu”, diretto da Lodovico Bernardi e presieduto da Luca
Cortese. Una manifestazione ben riuscita grazie soprattutto
alla bravura di questa formazione composta da musicisti,
cantanti e solisti i cui componenti, in un insieme davvero
coinvolgente, sanno trasmettere a chi li ascolta la propria
passione per la musica e per il canto e la gioia di stare insieme. Il repertorio di “Note in blu” spazia dal Pop al Rock, dal
Gospel allo Spiritual. Brani famosissimi come Do they know
it’s Christmas, I will follow him, Go tell it on the mountain,
Oh happy day e tanti altri, vengono proposti in arrangiamenti
particolari e personali che conferiscono a questo gruppo
un’identità musicale e artistica propria. Per gli ospiti e i residenti di Rotzo una serata davvero magica.
Foto di Bruno Battocchio
Stelle e cuori
per l’albero di Natale
Un albero di Natale allestito in modo molto significativo quello
che si può ammirare ancora per qualche giorno davanti al
municipio di Rotzo. E’ addobbato con stelline e cuoricini in
legno poi colorati e abbelliti, con l’aiuto delle loro insegnanti,
dai bambini delle scuole dell’infanzia e primaria del paese. Su
ciascun addobbo un nome: ognuno dei bambini della scuola dell’infanzia, per un totale di 20, ha il suo cuoricino; per ogni alunno
della scuola primaria, ben 44, c’è una stellina. Un’iniziativa
singolare che ha dunque coinvolto nella preparazione del grande albero in piazza gran parte delle famiglie del paese.
Foto di Matteo Dal Pozzo
l’Altopiano
Si è svolta, come ogni
anno, poco prima di Natale, nella sala consiliare
di Rotzo, la cerimonia di
consegna delle borse di
studio riservate dal Comune agli studenti meritevoli frequentanti la scuola superiore, media e, novità introdotta in quest’ultima edizione, primaria.
Uno stimolo prezioso per
tutti gli studenti ad un impegno costante e proficuo
nello studio e ad un seria
applicazione nelle attività
scolastiche in genere.
L’appuntamento, al quale
hanno preso parte anche
i dirigenti scolastici Domenica Polato (superiori)
Piergiorgio Valente (medie) e Francesco Tognon
(primaria), oltre agli amministratori di Rotzo, si è
tenuto il giorno 19 dicembre e si è aperto con un
minuto di silenzio per il
tragico fatto avvenuto appena due giorni prima a
Gallio. Per le scuole superiori sono stati premiati
Federica Slaviero, Giulia
Slaviero e Michele Spagnolo. Per le medie si
sono meritati la borsa di
studio Davide Fabris, Lau-
ra Spagnolo, Damiano
Marangoni, Noemi Dal
Pozzo, Martina Dal Pozzo e Giovanni Iuliani. Un
premio speciale per la
scuola primaria, elargito
dal Comune sotto forma di
finanziamento per un particolare progetto di educa-
zione all’arte. L’iniziativa,
intitolata dalle insegnanti
“Artisti in erba”, prevede
la realizzazione di un laboratorio con attività didattiche tenute dall’artista
Feliciano Dal Prà in collaborazione
con
Archeidos. Oltre ad una
basilare conoscenza teorica, i ragazzi della scuola primaria di Rotzo avranno
modo di apprendere, facendo diretta esperienza, le tecniche di lavorazione dell’argilla, di incisione e pittura
rupestri.
Foto di Bruno Slaviero
Nel calendario delle manifestazioni
natalizie
dell’Altopiano dei 7 comuni è ormai diventato un appuntamento fisso la “ Mostra dei 100 Presepi di
Rotzo” , ospitata anche
quest’anno presso la
chiesetta di S. Margherita,
la
più
antica
dell’altopiano, e giunta
alla sua undicesima edizione . Il crescente numero di
visitatori, testimonia l’importanza di questa rassegna che continua ad entusiasmare grandi e piccini
per l’originalità delle rappresentazioni del mistero
della natività. All’interno
della mostra, inoltre, è stato allestito un presepe animato con scenografie di
notte e giorno , statuine in
La Mostra dei 100 Presepi
alla mostra sono da ricordare la rassegna dei “ Presepi all’aperto” una iniziativa nata precedentemente alla Mostra, con la
quale le famiglie o gruppi
di famiglie, nelle corti o in
altri luoghi caratteristici
(come le vecchie fontane),
preparano dei presepi, di
dimensioni e forme tra le
più varie.
Presso la Mostra o in chiesa parrocchiale (negli
scaffali) si potranno gratuitamente ritirare le apposite cartine topografiche,
indicanti l’itinerario.
Questo darà al turista anche la possibilità di visitare il paese, uno tra quelli
dell’Altopiano, che forse
ha conservato meglio l’impronta tradizionale.
movimento, rappresentante alcuni luoghi caratteristici del paese di Rotzo in
miniatura, attorniato da
tutti i presepi realizzati per
l’occasione che propongono una fantasia senza limiti e confini che non manca di sbalordire ed entusiasmare il visitatore per questa rassegna che probabilmente è una delle più vaste raccolte ed esposizioni
della provincia di Vicenza.
La Mostra sarà aperta
domenica 10 e 17 gennaio
dalle ore 14.30 alle ore
18.30.
Si possono così ammirare
presepi scolpiti nel legno,
altri realizzati con i più
svariati materiali tra i quali i più ammirati sul libro
firma presente in mostra
quello con le patate, quello all’interno di un freezer
vero, con le lumache, e
quello che forse è da considerare il più piccolo presepio al mondo in quanto
realizzato mediante incisione laser in un millimetro
quadrato, tanto che per
poterlo ammirare è necessario l’uso di un microscopio.
La mostra viene realizzata
grazie alla collaborazione
di vari artisti paesani e ad
un gruppo parrocchiale
che ne cura l’allestimento
e la custodia. Di contorno
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l’Altopiano
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Sabato 9 gennaio 2010
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La magica atmosfera del Natale creata dagli Stern
Uno degli angoli più attraenti di Asiago è quello all’incrocio di Via Lobbia e
Via Cesare Battisti: un luogo ricco di particolari artistici di grande gusto, che
nel periodo delle feste natalizie diventa ancora più
suggestivo, grazie ai vari
allestimenti realizzati dalla
famiglia Stern. Il grande
presepe messo in scena in
quella che d’estate è una
stupenda aiuola fiorita lo si
nota e ammira subito, come
le “pallone” di Natale intagliate su legno e dipinte a
mano che sovrastano le vetrine del negozio di casalinghi e quello dei colori, ma
forse non tutti si accorgono
immediatamente delle altre
meraviglie che rendono il
palazzo un’autentica opera
d’arte, visibili alzando lo
sguardo verso l’alto. La
facciata dell’abitazione, decorata con particolari in legno lavorato e dipinti murali, si arricchisce nel peri-
odo delle feste con ornamenti di rami di pino e soprattutto un meraviglioso
presepe intagliato nel legno
e dipinto. Oltre al pannello
centrale con la rappresentazione della Natività, bellissimi
sono le pecorelle, i pastori e i
suonatori che, ritagliati uno ad
uno, sono posti ai lati, facendoli confluire verso la scena
con la capanna. E non poteva
mancare una bella befana, che
ha fatto capolino nei primissimi giorni dell’anno! Un colpo
d’occhio veramente unico, che
la sera, grazie all’apposita illu-
La malga di Gesù Bambino
Paesaggio e ambientazione tipici dell’Altopiano per il presepe del reparto medicina dell’ospedale di Asiago
minazione diventa ancora più
suggestivo. Il presepe è nato
anni fa grazie alla passione di
Toni Stern di lavorare il legno
intagliandolo, e da quella del
figlio Stefano molto abile nel
dipingere. Capacità artistiche
che si uniscono all’amore per
la tradizioni della propria terra
e di famiglia: da ammirare è
anche il bellissimo orologio
esterno, dipinto da Stefano con
una scena della Rogazione
da un lato e della messa al
raduno dei fondisti al Bivacco dell’Angelo dall’altro.
Silvana Bortoli
“Nadae” di Valentino Chiomento (Foza)
El di de Nadae
tuti che se fa i auguri
de qua e de la,
anca se per tuto l’ano i ga barufà.
E vanti,
regai a maneta bisogna comprar,
che dopo i boce
co i ga dugà do dì,
se tuto da riciclar.
E ghe se a neve da spalar…
soa pubblicità i te fa veda che se tanto beo…
ma voaria vedarli lori col baie in man
al fredo e al geo.
Anche per le festività natalizie 2009-2010 il personale del
reparto di medicina dell’ospedale di Asiago non ha
voluto far mancare ai degenti
e ai loro visitatori l’atmosfera natalizia, preparando un
bell’albero addobbato con
tante decorazioni realizzate a
mano da alcune dipendenti,
e un meraviglioso presepe
che, rinnovato ogni paio d’anni, riceve sempre tanti com-
plimenti da chi ha il piacere
di poterlo ammirare. Ad allestirlo ormai da diverso tempo è Franco Stefani, marito
di Giovanna, una delle dipendenti del reparto, che anche
quest’anno grazie alla sua
passione, fantasia e bravura
ha dato vita, con l’aiuto delle
figlie Francesca ed Angela e
sotto gli occhi attenti e curiosi del piccolo Gabriele, a
un nuovo capolavoro, curato
in ogni minimo dettaglio e
particolare. L’ambientazione
scelta è quella tipica delle
nostre montagne: la malga,
con i pascoli e il vicino bosco e
tanti animali, dalle pecore alle
mucche, agli asinelli, ma anche il cervo, il capriolo, la volpe, lo scoiattolo. La scenografia
del presepe è tutta realizzata
con materiali naturali come
pezzi di legno e corteccia, muschio, sassi. La natività è ri-
prodotta in un porticato adiacente alla malga, verso il quale
confluiscono tutti i personaggi tipici del presepe, che si fondono
così con la riproduzione del paesaggio altopianese. Bellissimi i
dettagli e le minuzie: l’interno
della malga con la cucina fedele, visibile sollevando il tetto, e poi
le finestre, i bidoni e i secchi del
latte, la staccionata con il reticolato, le platten, e tanti altri particolari.
S.B.
E no sta ver paura caro mio,
se i fa sconti…
par vendar o par comprar…
tanto i se sempre lori a guadagnar.
E anca se tuti sa che Babo Nadae l’è finto,
queo che lo fa e par sempre convinto;
el da fora regai a putee e putei
però dopo dai genitori el se far dar i schei.
Ma in ogni modo ‘sta note a se santa
e vardando el presepio tuti se incanta,
e i va a casa col cor contento
anca se fora se fredo e tira vento.
Gli squisiti biscottini di Natale
Per augurare Buon Natale
non occorrono grandi
regali, a volte bastano dei
semplici biscottini tipici,
che, se fatti in casa,
assumono un valore
particolare. Con forme e
guarnizioni natalizie,
confezionati con un
piattino, salvietta e nastro
natalizi sono un dono
semplice ed amichevole.
Noi li abbiamo graditi
molto: belli, e buonissimi!
Altrettanto squisita la
marmellata di pere e
mandaranci, sempre fatta
in casa, avuta insieme in
dono. Per questo
ringraziamo Monica, e le
facciamo un grande
augurio per il nuovo anno,
che, lo sappiamo, per lei
sarà veramente speciale!
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l’Altopiano
Il Benvenuti a Canove
di Babbo Natale e la Befana
Se ne sono stati lì, buoni
buoni, giorno e notte, sotto il sole o con le intemperie, a salutare e dare il
benvenuto a quanti passavano o arrivavano in paese, sempre disponibili a
posare vicino ai tantissimi
che non hanno voluto rinunciare a farsi scattare
una foto accanto a loro. La
simpaticissima coppia realizzata dai volontari della
Pro Canove con grandi
rotoballe di fieno, ha visto
passare migliaia di automobili con gente di ogni
età e storie diverse, e quell’osservare in silenzio li ha
fatto diventare ogni giorno più saggi, dunque chi
meglio di loro poteva vestire nel periodo delle festività natalizie i panni di
Babbo Natale e della Befana? Qualche ritocco al
“fisico” un po’ provato, il
look rinnovato, l’aggiun-
ta di una scopa e di un
paio di sci con un benvenuto dato in inglese per
un
tocco
di
internazionalità, ed ecco
che i due hanno orgogliosamente continuato nel
loro dovere di accoglienza,
riuscendo a strappare ancora tanti sorrisi ai passanti, che oltre al benvenuto in
paese hanno ricevuto così
anche l’augurio di buone
feste.
S.B.
Primo Natale per 104 bambini
nati ad Asiago nel 2009
Il piccolo Stefano sorride divertito nei panni di Babbo
Natale, inconsapevolmente
indossati a otto mesi, “compiuti” proprio la vigilia. Con
tutina rossa, cinturone nero con
grande fibbia dorata e il berretto rosso, ha entusiasmato e
fatto gioire nonni, bisnonni e
tutti i familiari, oltre che mamma Chiara e papà Massimo,
ancora ignaro dell’emozione
che proverà nei prossimi anni
proprio nell’attendere e vedere Babbo Natale. Sono in totale 39 i suoi coetanei, classe
2009 residenti ad Asiago (17
maschietti e 22 femminucce),
di cui 31 nati nel nosocomio
asiaghese e 8 altrove. Fra i nati
ad Asiago nell’anno appena
finito, 19 risiedono a Roana,
14 a Gallio, 7 a Rotzo e 7 a
Foza, 8 a Conco, 13 a Lusiana
e 3 ad Enego. A questi piccoli appena affacciatisi alla
vita e ai loro famigliari tanti
auguri!
S.B.
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Sabato 9 gennaio 2010
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PRESEPIO A CESUNA
Il gruppetto di amici che l’ha realizzato
racconta questa bella esperienza
Nelle nostre realtà, soprattutto in quelle più periferiche o
piccole, non è facile trovare il
modo per catalizzare interesse dei ragazzi, ma anche trovare spazi e momenti alternativi a quelli ordinari, o a colmare quelli che non ci sono. A
Cesuna si sono formate delle
piccole realtà dei gruppi di giovani e giovanissimi che, in maniera quanto mai intraprendente e quasi autosufficiente
(anche se il loro riferimento è
sempre e comunque il parroco, don Gianni), propongono
iniziative concrete con cui non
solo riescono a vivere in maniera condivisa e positiva lo
stare con gli altri ma da cui riescono anche a ricavare dei
soldi con cui finanziano e sostengono attività ed interventi
di carattere sociale promosse
dalla parrocchia.
In passato hanno fatto del teatro; l’ultima loro iniziativa, in vista delle recenti festività natalizie, è stata la creazione di un
presepe. Sono loro stessi a raccontarci chi sono e cosa hanno
fatto.
“Siano un gruppo di 4 giovani tredicenni: Thomas
Ambrosini Bress, Denis Rigoni
Nappa, Giacomo Valente Beo
e Loris Frigo Momo (da notare la precisazione dei soprannomi, ndr!), veniamo tutti da
Cesuna ed abbiamo pensato
di mettere insieme forze e idee
per progettare e costruire un
presepe; questo perché, oltre
a stare in compagnia e divertirci insieme, aiutiamo la
Chiesa raccogliendo delle
offerte in denaro. Ci siamo
messi al lavoro circa sei settimane fa, con lo scopo di
finirlo per la vigilia di Natale e per prima cosa, per
paura della neve, siamo andati prima a prendere il muschio presso la località <Pineta> e poi nel bosco di
Thomas per le rame (dase)
di abete. Poi abbiamo piantato una rete elettrosaldata
a terra in modo che formasse una <serra>, una nicchia ed abbiamo fissato i
rami col fil di ferro sulla rete;
solo dopo ci siamo accorti
di aver dimenticato di mettere sotto i teloni di nylon
(quello blu sotto per fare il
cielo, l’altro trasparente per
<tenere l’acqua>) e così
abbiamo dovuto rimediare
con una seconda rete” … Il
racconto continua “Siamo
quindi andati dal Vasco al
Discount per chiedergli dei
bancali con cui alzare la
<scena> del presepio; ma ci
siamo resi conto che, comunque, era troppo <cor-
to>, mancava di profondità, e così abbiamo piazzato
uno specchio inclinato che
riflettesse il retro della capanna e la stalla che abbiano realizzato. Abbiamo
quindi sistemato il muschio
sui bancali, costruito attorno allo specchio delle montagne usando della carta,
abbiamo sistemato le statue,
disegnato i sentieri col
ghiaino e completato
l’ambientazione. L’ultimo tocco è stato quello di sistemare
a dovere numerose luci colorate con cui illuminare le varie scene”.
Il frutto del loro lavoro è stato
apprezzato, e sono stati in tanti,
compaesani e turisti, a visitare
quel presepe congratulandosi per
la loro realizzazione “Stiamo raccogliendo numerose offerte ed
alla fine speriamo di poter offrire a don Gianni un bel
gruzzoletto – concludono, non
dimenticando di ringraziare chi li
hai sostenuti ed aiutati - i nostri
genitori, che ci hanno fornito
buona parte dei materiali, il
Vasco per i bancali, Enzo
della ferramenta che ci ha
fatto sempre lo sconto e la
falegnameria di Cesuna che
ci ha regalato le stanghe”.
Forse siamo noi, adulti, a dover rivolgere loro dei ringraziamenti per il tempo, la dedizione, l’impegno con cui hanno
<condito> questa loro realizzazione, ma anche e soprattutto
per l’esempio di come, con la
buona volontà e la disponibilità, si possa stare insieme facendo molto, per sé stessi e per
gli altri.
Cesare Pivotto
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
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ENEGO
Premiati i vincitori del concorso
“La montagna incatata”
Presso il Palazzo della cultura e del Turismo, il 28 dicembre scorso si è svolta la
premiazione del concorso letterario “La montagna incantata”, indetto dall’Associazione Culturale “Dalla
Brenta all’Ortigara”, giunto alla seconda edizione.
Una piacevole serata dedicata ai ragazzi, alla loro
fantasia e grande capacità
creativa ed espressiva,
come ha voluto sottolineare il preside Ivo Boscardin
che ha consegnato alcuni
premi.
Anche in questa edizione
infatti, non è stato facile
scegliere le poesie che
meglio hanno espresso il
concetto di amicizia, tema
del concorso di quest’anno.
I ragazzi hanno dato vita a
composizioni che per la profondità, la dolcezza, la fantasia hanno davvero messo in difficoltà la giuria, che
alla fine ha dovuto selezionare tre opere per la scuola primaria e tre per quella
secondaria, riservandosi
inoltre di segnalarne una
per scuola; troppe opere per
non poterne evidenziare almeno otto! L’unico rammarico, è che in questa seconda edizione purtroppo non
hanno partecipato, per ragioni
economicoorganizzative, le scuole della pedemontana(Cismon,
Tezze, Ospedaletto), come
era invece avvenuto lo
scorso anno; l’augurio è
quindi che nella terza edizione si torni a coinvolgere più
ragazzi possibile, perché anche un’iniziativa come questa può rappresentare uno
stimolo, può essere un mezzo per permettere ai giovani di scoprire possibilità e
cimentarsi in lavori che altrimenti resterebbero campi inesplorati. Sempre l’Associazione storico culturale
“Dalla Brenta all’Ortigara”,
ha poi organizzato due serate molto seguite: con il
Prof. Dalmeri dell’Università di Trento si è parlato
dell’ormai famoso riparo
Dalmeri,nel territorio di
Marcesina, un sito di epoca epigravettiana, unico nel
suo genere, che di anno in
anno, ad ogni nuova campagna di scavi, riserva incredibili ed interessantissime sorprese. Proprio questa caratteristica, rende
questo sito particolarmente “longevo”, la sua scoperta infatti risale al 1990; un
luogo che non finisce di affascinare gli stessi studiosi
che vi si dedicano, e che offre questioni ancora insolvibili, una interessante sfida che coinvolge studiosi
non solo di varie università
italiane, ma anche internazionali.
Un viaggio tra le magiche
e misteriose vette asiatiche
è stato offerto invece dal
simpatico alpinista, esplora-
tore e scrittore vicentino
Tarcisio Bellò, che anche
quest’anno è tornato nelle
altissime
montagne
pakistane, non solo per
grandi imprese alpinistiche,
ma anche umanitarie.
Stefania Simi
Amici Veri
(1^ classificata , Sc. Primaria Enego, Classe 3^)
Sta qua xe la storia de Adriano e Dagmar
Adriano le un tosato na scianta geloso
E niente el vol spartir coi altri.
El se inventa cusì un amico imaginario.
Insieme al parco luri va
Ma da suli sempre i sta
Un dì riva na tosata tanto bela
Ela insieme la vol dugar
Ma Adriano no la pol soportar
Un poco ala volta
la tosata co la fasa viola
conosar la se fa
e Adriano dopomedodì
el la varda come sel la vedesse
par la prima volta
Chiara con elo la vol dugar
Che el xe un semplice tosato
Ma l’è vero e no da imaginar!
E Dagmar?
Dagmar sempre pi piculo xe diventà,
el xe spario … nol xè scampà!
Deso Adriano tanti amici el ga
E col uri tanti dughi el fa.
L’ amicizia
(1^ classificata Loris Guzzo Terza media Enego)
L’amicizia è assai speciale
ed è molto fondamentale.
Un amico è difficile da trovare
Come un tesoro da recuperare in fondo al mare.
L’amicizia deve essere coltivata
E, come un fiore, annaffiata;
che cresca piano piano
così può andar lontano.
Classifica Scuola Primaria: 1° “Amici Veri” 3^ elementare di Enego; 2° “Nel mucchio di parole” 2^ el. di
Enego; 3° “Amico” 4^ el. di Enego.
Classifica Scuola Secondaria: 1° “L’ Amicizia” Loris
Guzzo 3^ media di Enego, 2° “Amicizia” Dalla Costa
Arianna, Doro Benedetta, Guglielmi Alessia, 2^ media
Enego; 3° “L’amico” Contri Alessandro 3^ media di
Foza.
Poesie segnalate: per la scuola primaria “Vorrei te
come amico” della classe 2^ di Foza; per la scuola secondaria “L’amicizia” Melissa Caregnato della classe
3^ di Enego.
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Sabato 9 gennaio 2010
ENAGO
l’Altopiano
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Un ottimo calendario di manifestazioni
ha allietato le festività con pochi turisti
Spettacoli teatrali e concerti molto apprezzati. Sul palco del Palazzo del Turismo e della
Cultura anche i bambini della scuola materna e più grandi delle scuole elementari e medie.
Il periodo natalizio che si è
appena concluso lo ricorderemo non certo per il bel tempo, né per l’affluenza di turisti, che è stata piuttosto scarsa. Ad Enego però gli appuntamenti offerti in calendario
hanno consolato gli animi e
riempito almeno le serate,
rendendole molto piacevoli.
Due sono stati gli spettacoli
teatrali,
due
commedie:”Caviale e Lenticchie” con il gruppo “La
Carovana”, e a cura del
gruppo “Il Bozzolo” è stato
messo in scena una lavoro
dell’autore settecentesco
Gallina dal titolo “El moroso
de la nona”.
Come ogni anno poi, protagonisti della domenica pomeriggio prima di Natale, sono
stati i più piccoli; per la prima volta sono saliti sul palco
del Palazzo del Turismo e
della Cultura i bambini della
scuola Materna, mettendo in
scena il loro applauditissimo
spettacolo. Il giorno successivo invece è toccato ai bambini più grandi delle scuole
elementari e medie.
Piacevoli auguri di buon Natale sono giunti quindi dal
coro feltrino Convivium, diretto da Ronny Strapazzon,
che si è esibito in un repertorio di canti natalizi classici.
Ma senza dubbio gli appuntamenti più interessanti che
hanno offerto musica ad alto
livello sono strati tre, tre generi diversi sicuramente, ma
in un ipotetica classifica sarebbe comunque difficile
metterli in ordine, perché tutti
ugualmente coinvolgenti, in
quanto esibizioni di grandi
professionisti. Grande il concerto rock “Il mio canto libero”, che ha riproposto in quasi due ore di musica, ad altissimo livello, le più belle canzoni del grande Battisti. Una
rilettura in chiave rock che
tuttavia non ha stravolto i
conosciutissimi brani, d’altra
parte a permettersi un’ ope-
razione del genere non sono
certo stati musicisti alle prime armi, ma noti professionisti, che operano nell’ambito musicale italiano da vari
decenni, suonando e cantando nelle band che hanno accompagnato ad esempio I
Nomadi e Vasco Rossi.
Altro genere, ma comunque
ore bellissime di musica piacevolissima, sono state offerte dal gruppo strumentale e
corale di Pove del Grappa,
“Note in blu”, diretto dal
maestro Lodovico Bernardi.
Un repertorio che ha attinto
ai brani natalizi della tradizione anglosassone, senza tuttavia dimenticare brani moderni entrati ormai fra i classici; pezzi gospel, spiritual,
Tutto pronto per la Marciabianca
Domenica 28 febbraio 2010,
nella splendida Piana di
Marcesina di Enego, si svolgerà la 38° edizione della
Marciabianca. Nel capitolo
percorso, che verrà preparato al meglio dal team del
Centro Fondo Enego, si sono
uniti anche quest’anno i 50
km. al tracciato più breve di
25 km., nel passato oggetto
della gara “Tricolore”. Un
uno-due che permetterà in
un unico evento la partecipazione di un maggior numero
di appassionati. La 50 chilometri ricalcherà grossomodo
il tradizionale percorso della
manifestazione: dopo la partenza i partecipanti saranno
impegnati in un mezzo circuito per entrare in Marcesina
passano per Casonetti e
Campocavallo prima di raggiungere il Monte Cimone. Si
ridiscenderà in Marcesina
con un giro attorno alla Piana per poi raggiungere località Barricata sconfinando di
7/8 km. in Trentino. Attraverso la Valbrutta e le impegnative salite degli ultimi cinque
chilometri si tornerà in
Marcesina e quindi al traguardo finale. . Confermato
il cronometraggio della gara
che sarà effettuato tramite
tecnologia chip offerto dal
sistema ChampionChip leader
mondiale
nel
cronometraggio di eventi
sportiviTotalmente nuova la
parte logistica che farà base
per le segreterie del sabato,
l’expò, il pasta party e nel
premiazioni finali in piazza
S.Marco cuore di Enego.
Tutti i servizi per gli atleti,
ovvero l’accoglienza della
domenica, spogliatoi, servizi
di sciolinatura saranno logicamente nell’amplia area del
rifugio Centro Fondo Enego
a 1350 metri in località Val
Maron sede della partenza ed
arrivo. Novità anche nel programma dell’evento. Con la
forte volontà di migliorare
nella tradizione, alla compe-
tizione della domenica mattina verrà proposto un succoso antipasto nella giornata
del sabato con due distinti
momenti. Nel pomeriggio in
un connubio tra campioni di
oggi e di domani verrà organizzata la 2ª Marciabianca
KIDS aperta a tutti i giovani
fondisti ed abbinata in questa edizione al Campionato
Provinciale Giovanile FISI.
Alla sera all’interno
dell’Expò allestito in piazza
San Marco, la consegna dei
pettorali e la serata di spettacolo offerto a turisti ed a
tutta la cittadinanza. Sono
quindi moltissime le novità in
programma con il forte impegno di porre la
Marciabianca tra i maggiori
eventi nazionali.
pop, rock, interpretati con
una maestria che ha acceso
il pubblico. Le voci soliste poi,
sia femminili, che hanno offerto un ventaglio affascinante di toni, che maschili, che
si sono innalzate sopra il
coro, hanno meritato
calorosissimi applausi. Infine
una serata benefica che ha
raccolto un alto gradimento,
è stata quella dedicata alla
presentazione di un libro di
frasi ed aforismi “Tra cuore
e mente”.
Una pubblicazione nata dall’idea di un gruppo di giovani
che ha creato un sito web,
pensieriparole.it, che raccoglie appunto frasi ed aforismi,
da qui poi l’idea di devolvere
il ricavato ad una onlus, e
gli stessi utenti del sito hanno decretato che tutto sarebbe stato devoluto alla Fondazione Città della speranza di
Padova.
Alla serata infatti oltre agli
ideatori del progetto e del libro, Federico Illesi e Giusva
Ianitelli, è intervenuta la
referente della Città della
speranza, Iole Zucchi, che ha
emozionato e commosso,
raccontando la storia ed i progetti futuri della fondazione
padovana che tanto fa per la
ricerca medica e per un aiuto concreto e validissimo al
reparto di oncoematologia
dell’Azienda Ospedaliera di
Padova. E proprio grazie a
questo appuntamento e a
quello di qualche giorno pri-
ma, la fiaccolata con lo sci
club di Montegrotto Terme, il
comune di Enego ha chiesto ufficialmente il gemellaggio con la
Città della Speranza che sarà effettivo dal febbraio prossimo.
Ad animare la bellissima serata
poi, sono intervenuti due formidabili e generosi musicisti, nonché simpaticissimi intrattenitori,
Fabiano Guidi Colombi e Marta
Facco, quest’ultima, maestra di
canto, con una voce fantastica,
ha presentato un repertorio che
ha spaziato tra musica italiana e
non, attingendo al repertorio delle
più grandi voci: Antonella
Ruggero, Fiorella Mannoia,
Mina, Laura Pausini, Annie
Lennox, Whitney Houston.
Stefania Simi
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l’Altopiano
Sabato 9 gennaio 2010
LUSIANA
18
Palazzo Fincati sarà la
nuova casa degli Alpini
Opere di difesa del
suolo per la Velo Mare
La giunta provinciale ha approvato il progetto per i lavori di sistemazione dei versanti
lungo la strada Velo Mare in Comune di
Lusiana.
“ Si tratta della seconda tranche di opere- ha spiegato l’Assessore provinciale alla
difesa del suolo Costantino Toniolo – che
consentiranno la messa in sicurezza della zona situata in corrispondenza di un
tornante e che presenta un duplice fattore di fragilità, ovvero la composizione
geologica del terreno e la insufficiente
regimazione delle acque meteoriche”.
L’intervento comprende il consolidamento
del versante a monte e a valle e quindi la
sistemazione del tratto stradale coinvolto che,
ad oggi, presenta diverse fessurazioni e avvallamenti. Il fenomeno di cedimento in questi mesi è stato progressivo e graduale, senza quindi fenomeni improvvisi, ma che comunque necessitano di una “cura” risolutiva. “Per l’estate prossima – continua
Toniolo- partiranno i lavori per consolidare il
bordo stradale e le fondazioni e interverremo anche sul sistema di drenaggio delle acque, secondo le necessità emerse dallo studio tecnico portato a termine “.
Il costo dell’opera ammonta a 150mila euro,
che la Provincia finanzia nell’ambito del pro-
gramma per sistemare i versanti in frana,
costantemente monitorati dagli uffici provinciali.
I lavori si prevede si protrarranno per 90
giorni, ma i disagi per la popolazione saranno contenuti. E’ stato infatti deciso di
stabilire il senso unico alternato per la zona
interessata, invece che chiudere l’arteria
con deviazione su percorsi alternativi che
avrebbero allungato di molto i tempi di
percorrenza per gli utenti.
Altrettanto basso l’impatto ambientale.
L’opera di contenimento dei dissesti infatti
non cambierà l’assetto paesaggistico della zona, né causerà particolari disagi dovuti al sollevamento di polveri o al rumore
di mezzi in movimento.
“ Già in fase di progettazione - ha concluso Toniolo – cerchiamo di individuare le soluzioni che arrechino meno
trambusto possibile per gli equilibri
della comunità locale e per tutte le attività che ne garantiscono il funzionamento. Non sempre è possibile, ma in
questo caso stiamo mettendo in atto
quegli accorgimenti perché un intervento fondamentale per la sicurezza sia
portato a termine senza particolari disagi per i cittadini.”
I vincitori del concorso di presepi
Alla locanda “Centrale” si è
svolta la premiazione dei vincitori del concorso dei presepi organizzato dal club
biancorosso
“Mario
Ronzani”. Una giuria esterna ha visionato le opere ed
ha stilato una classifica tenendo conto dell’originalità e
delle caratteristiche dei singoli lavori. Al primo posto si
sono classificati due bambini
di via Piazza: Fabio e Sara
Villanova. Seconda piazza
per un’altra bambina, Jessica
www.giornalealtopiano.it
Nella foto Fabio e Sara Villanova e Jessica Broglio con il
presidente e vicepresidente del club biancorosso “Mario
Ronzani” Alessandro Garzotto e Renzo Cogo.
Broglio, anche lei di via Piazza. Il terzo premio è stato vin-
La Befana a Gomarolo
La befana ha fatto felici i bambini di Gomarolo dispensando
le calze. Ha organizzato il comitato locale che ha fatto giungere nella frazione la vecchietta con la scopa sul carro di un
trattore. Il mezzo è sceso lungo la strada che da contrada
Trotti porta a Gomarolo ed è stata fatta accomodare su una
poltrona da dove ha consegnato le calze. Il comitato per
l’occasione ha preparato cioccolata calda e vin brulè. In
chiusura scoppiettanti fuochi d’artificio hanno salutato la
befana che è tornata a casa, anziché a cavallo della scopa,
sul carro trainato da un trattorino.
E.Z.
Nella foto, la befana attorniata dai bambini di Gomarolo.
to da Andrea Pellizzari di
Vicenza.
E.Z.
La ristrutturazione dell’edificio tra i
primi impegni per il nuovo anno.
Nella festa del tesseramento rinnovate
le cariche. Rubbo resta capogruppo.
Al ristorante “Alla Rosa” di
Velo si è svolta l’annuale festa del tesseramento del
gruppo alpini “Matteo
Bonato” di Santa Caterina,
alla presenza di Roberto
Genero, capogruppo della
sezione di Marostica, dell’assessore regionale Elena
Donazzan e dei sindaci di
Lusiana e Conco Antonella
Corradin e Graziella Stefani
che hanno avuto parole di
elogio verso l’operato del
sodalizio che è intervenuto
anche in Abruzzo. Il rinnovo delle cariche ha visto
riconfermato capogruppo
Ernesto Rubbo. Consiglieri
(ai quali saranno destinate
le varie cariche) sono stati
eletti Gian Franco Basso,
Armando Galvan, Giuliano
Galvan, Stefano Pozza, Urbano Villanova, Valentino
Peron, Domenico Morello,
Giuseppe Cappellari, Danilo
Pozza, Gianni Moro, Gianni
Crivellaro ed Eugenio Pozza.
Rubbo ha elencato gli impegni per quest’anno del
gruppo che vedono la
ristrutturazione di una parte
di Palazzo Fincati (di proprietà comunale da un lascito di
Arturo Fincati) per ricavare
la nuova sede del sodalizio ed
inoltre: il restauro di un capitello al cimitero, il taglio del
pino mugo infestante al rifugio Tre fontane di
Galmarara, l’organizzazione della festa della montagna sempre al rifugio Tre
fontane in programma il 4
luglio e la partecipazione all’adunata nazionale. E.Z.
Nella foto, il folto gruppo di partecipanti al pranzo del
rinnovamento del consiglio direttivo del gruppo alpini
“Matteo Bonato” di Santa Caterina.
Conco
L’omaggio a Cremonini
concittadino da 50 anni
Sabato 19 dicembre a Conco
l’Amministrazione comunale,
in collaborazione con la parrocchia di S. Maria e S. Marco, la Corale “F. Girardi”, la
Pro Loco comunale, il Centro
Culturale “Quatro Ciacole”,
ha festeggiato il 50° anniversario di residenza del dottor
Luciano Cremonini.
Il Dottore, giunto in questo
paese dell’Altopiano nel 1959
dopo aver vinto il concorso per
la condotta di Conco e Rubbio
di Bassano, convinto di rimanere pochi mesi, si è, come
dice lui stesso “ammalato di
altopianite”ed ha finito col
piantare salde e profonde radici. Ha dedicato a Conco e
all’Altopiano intelligenza, passione, energie che lo hanno
visto pioniere in molti campi, a
partire dalla medicina scolasti-
ca preventiva, passando per
l’organizzazione dell’Ulss n.
35, alla difesa indomita del presidio ospedaliero di Asiago.
Presidente della Comunità
Montana, prima che questa diventasse un organo politico, è
stato responsabile dell’Igiene
Pubblica dell’Altopiano, docente per dieci anni nella
Scuola Infermieri sorta presso l’Ospedale. Attento, preparato, abile, sensibile medico
condotto, si è impegnato per
questa terra con una dedizione ed un affetto straordinari nel
corso di 50 anni ed era giusto
darne pubblico riconoscimento. La cerimonia, iniziata alla
17,30 con la Messa accompagnata dalla Corale “F. Girardi”
(diretta dal Maestro, nonché
medico, Giordano Dalle
Nogare), è proseguita nella
nuova sala “Don Italo Girardi”
alla presenza di molti ospiti,
amici , compaesani.
Dopo il saluto del Sindaco
Graziella Stefani, che ha
espresso la riconoscenza e
l’affetto di tutta la comunità,
è stato letto il messaggio augurale del Vice Presidente
della Comunità Montana
Lucio Spagnolo, quindi Bruno
Pezzin, responsabile di
“Quatro Ciacole”, ha illustrato la biografia del dottore
evidenziandone i passaggi più
significativi e rilevando come,
dopo il pensionamento e il trapianto di cuore, l’attività di
Luciano Cremonini abbia continuato in altri campi, in particolare nel campo storico, producendo diverse pubblicazioni. E’ seguita la consegna di un
omaggio floreale alla moglie
Dott.ssaAnnamaria Cortella, sua
fedele compagna e collaboratrice, prima promotrice in Italia dell’esame di Pap test. Al dottore,
sempre arguto e spontaneo, sono
stati donati una pergamena, una
chiave d’argento e un libro
sull’Altopiano. Anche il Lions
Club ha voluto partecipare con
una targa. La cerimonia si è conclusa con il canto della Stella intonato dalla Corale e con un brindisi augurale.
Cesare Pivotto
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Sabato 9 gennaio 2010
CULTURA
A l t e a t ro C o m u n a l e è
andata in scena in replica la commedia “Natale
a Canterville” presentata dalla compagnia teatrale “La Canaola” di
Santa Caterina. Le scene sono ambientate in
un castello inglese dove
vivono religiosi e religiose ed anche fantasmi.
Il testo è stato liberamente tratto dalla commedia di Oscar Wilde “I
fantasmi di Canterville”.
Nella trama vengono
evocati i grandi personaggi della storia che
v e n g o n o f a t t i r i v i v e re
con i sentimenti, i gesti
e il linguaggio della vallata di Santa Caterina
di Lusiana. Le anime dei
l’Altopiano
19
I fantasmi di Caterville
protagonisti a Lusiana
Successo per la commedia presentata dalla compagnia teatrale “La Canaola”
lusianesi, al momento di
passare a miglior vita,
vengono giudicati nel
loro operato da San Pietro che le destina all’Inferno o in Paradiso. Ap-
plausi a scena aperta
hanno sottolineato il vigore delle interpretazion i e i l p re s e n t a t o re
Adriano Pozza ha rivolto un pensiero di simpa-
L’avventura di “Scotolati ad Asiago”
raccontata in un simpatico libro
Benvenuti ad Asiago città del
sorriso. Può sembrare una frase ironica, una presa in giro.
Se non altro c’è da augurarsi
che sia una profezia. Per il
momento è il titolo di un simpaticissimo quaderno nel quale l’artista vicentino Gabriele Scotolati
ha voluto raccontare la sua estate 2008 adAsiago nella quale ironia e sberleffi son stati protagonisti. La pubblicazione riporta,
come spiega il sottotolo, la “cronaca di un’estate avventurosa
con i manifesti abusivi e le provocazioni stradali” che sorrisi ne
ha fatti fare tanti, ma ha pure
creato una certa confusione in
quanti, fermandosi a leggere le
sue trovate affisse ovunque, si
chiedevano perplessi che cosa
significassero. Uno scompiglio
simpatico per il quale, salvo qualcuno che, ritenendosi danneggiato dall’esser stato nominato sui
manifesti o dal trovarvi riportato
indebitamente il proprio numero
www.giornalealtopiano.it
di telefono, ha pensato pure di
denunciarlo, Scotolati viene ringraziato e premiato. Sorprende
infatti non poco vedere che il
fascicolo viene pubblicato in collaborazione con Vicenza è, dal
momento che proprio il presidente di quel consorzio,
Vladimiro Riva, è stato uno dei
personaggi presi di mira. Riva
si presta volentieri a questo
gioco e interviene pure, in
modo ironico, sulle pagine di
questo libercolo rendendo pan
per focaccia: “Scotolati – scrive- non è proprio quello che si
può definire un uomo realizzato,
diciamo
una
mezza…sanatoria fra il passato in decesso e divenire in
seguito. La psicolabilità che
esprime questo strano artista è
quella che fuoriesce dai suoi
scherzi, alcuni altamente inquietanti, altri di indubbia pericolosità sociale. In sostanza
però è un essere umano, come
i fiori e gli uccelli, quindi lasciamolo vivere nonostante i suoi
difetti e demeriti. Qualcuno
semmai
provveda
a
salvarlo…da se stesso ovviamente”. Il libro è più che altro
un album di ricordi fotografico :
le immagini raccontano le bizzarre invenzioni di questo artista irriverente con i suoi manifesti, la
sue sedie antideretaniche, i suoi
disegni e tutto il suo Niente che,
chissà, potrebbe tornare in mostra ad Asiago.
Stefania Longhini
tia e ringraziamento verso Mario Ronzani che è
stato l’artefice del
r i l a n c i o d e l t e a t ro a
Lusiana ed ha espresso
complimenti verso gli
interpreti del lavoro che
p re s e n t a i p e r s o n a g g i
della storia demitizzati e
con il sano umorismo
della gente della vallata lusianese. E.Z.
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
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Tutti matti per le corna… di cervo
COLLEZIONISMO
A reggerne in mano anche
uno soltanto sorge spontanea
la domanda: ma come faranno a portarne addirittura due
sul capo? Stiamo parlando
delle corna che in genere
permettono di identificare
anche a distanze ragguardevoli se i massicci cervi
dominatori dei boschi
altopianesi siano maschi o
femmine. Per la verità non
è cosa di tutti i giorni riuscire ad intravedere questi selvatici mentre escono dalle
abetaie per cibarsi di erbe e
germogli, infatti sono animali
sfuggenti, che per indole o
semplice spirito di conservazione evitano il contatto con
gli esseri umani. Sappiamo
che ci sono, annualmente si
procede al loro censimento
che ne indica il numero con
un variabile margine di errore. La loro presenza è comunque tradita da diversi
segnali, tra cui il più evidente è la traccia degli zoccoli
impressa sul terreno molle o
fangoso. I raccoglitori più
caparbi ingaggiano una sorta di gara contro la casualità
nell’intento di trovare le loro
corna abbandonate tra migliaia di ettari di boschi. Peggio che trovare un ago in un
pagliaio, il rischio è quello di
camminare per ore senza
meta apparente, animati dalla
sola speranza del rinvenimento eccezionale.
I cervi perdono il loro bel
palco verso la fine di febbraio, questo per quanto riguarda l’animale maturo detto
anche “coronato” (il palco è
così chiamato per la particolare conformazione delle
estremità). Mentre gli esemplari più giovani (chiamati
“fusoni” se nati entro l’an-
Ogni anno questi grossi selvatici perdono il loro bel palco, ma scovarne una coppia o anche un solo
corno è impresa degna dei Guinnes World Record. Eppure qualcuno, con tanta pazienza, li trova.
no) li rilasciano a primavera
inoltrata portandoseli a spasso fino ad aprile/maggio. Gli
adulti quindi a marzo possono contare su una veloce crescita delle corna, due mesi
più tardi, con misure ormai
definitive, le mostrano completamente ricoperte di un
velluto sottile composto da
membrana pelosa, per liberarsi della quale l’animale
deve strofinarsi con forza
sulle cortecce degli alberi.
Sembra che proprio questa
azione, associata alle specifiche varietà di vegetali su cui
abitualmente staziona, dona
alle protuberanze ossee le
diverse colorazioni superficiali: color scuro se il territorio è costituito da faggete,
marrone chiaro se si tratta di
abetaie. Le corna spiegano
altresì alcune caratteristiche
del suo ex proprietario, fino
a 1,5 anni si può stimare con
sufficiente precisione l`età,
infatti, di regola, alla scadenza del primo anno di vita il
maschio forma due palchi
senza diramazioni e senza
rosa, inoltre consentono una
stima approssimativa del
peso. Dopo circa 10-12 anni
di vita un maschio avrà superato l`apice della sua forza vitale ed inizierà a formare palchi più deboli e con
meno punte, è a questo pun-
to che aumenteranno le possibilità di formare un trofeo
senza diramazioni e per questo più pericoloso durante le
lotte amorose. Di positivo per
i cercatori di trofei – e ovviamente per i cervi! - v’è che
non occorre sparare alcuna
fucilata, basta saper aspettare la stagione giusta e armarsi
solo di tanta pazienza nel perlustrare i boschi. Se trovare un
corno è cosa rara, immaginiamo quale miracolo sia trovarli
in coppia, giacché il selvatico
non li perde in contemporanea,
ma anche a distanza di ore uno
dall’altro, e nel bosco in mezza giornata il potente ungulato
può fare chilometri. La destinazione finale è scontata: appesi in taverna o sulla cappa
del camino, senza escludere
un impiego ad uso
appendiabiti. Nei paesi dell’est
europeo si usa rivenderli all’industria per ricavarne impugnature di coltelli o bottoni di
cappotti. Per i più esigenti i
negozi di caccia e pesca han-
no in catalogo riproduzioni di
crani dell’animale in materiale sintetico da montare su scudi di legno, a questi le corna vengono fissate con delle viti. Sulla
detenzione, e ciò vale sia per trofei di caprioli che di cervi, non
esistono restrizioni. Gli agenti
della Polizia Provinciale informano che importante è non muovere la ricerca all’interno delle
oasi dedicate al ripopolamento,
ove il transito è peraltro vincolato ad una specifica normativa.
Giovanni Dalle Fusine
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Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
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21
LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA
RUBRICHE
Un tema su cui chiunque abbia a che fare con l’educazione deve confrontarsi, è
senz’altro la fiducia. Il contesto naturale dove trovare o
riporre fiducia è la relazione.
È vero infatti che ogni
qualvolta due (o più) esseri
sono in rapporto tra loro,
emerge spontaneamente il
bisogno di conoscere quanto
l’altro può dare in termini di
affetto e riconoscimento psicologico.
La prima forma di contatto
che incontriamo nella nostra
esistenza è il legame originario con la madre. Molti psicologi hanno riconosciuto in
questo momento la tappa fondamentale per la costruzione dell’identità della persona.
Il sé dell’individuo nasce dapprima come nucleo psicologico indifferenziato grazie
allo stretto attaccamento del
neonato alla madre; nei primi mesi, il piccolo non sa di
essere al mondo e si percepisce come un tutt’uno con il
seno materno (che rappresenta il suo mondo). Progressivamente, subentra
l’esperienza della frustrazione dei bisogni (la mamma non
ci può essere sempre e subito) che fa realizzare al cuc-
L’educazione autentica si
basa sulla fiducia reciproca
ciolo d’uomo la sua dipendenza dall’ambiente esterno,
per l’ottenimento delle
gratificazioni primarie (il latte, innanzitutto), che diventa
“altro” da sé. La separazione e la differenziazione psicologica, detto in termini più
comprensibili, produce come
effetto una nuova identità
psicologica separata in rapporto con gli altri esseri umani.
La relazione con la madre e,
poi, con il padre, sono le prime forme di relazione che
costruiscono la cosiddetta fiducia di base. Se il processo
di svezzamento (fisiologico e
psicologico) va a buon fine,
il bambino acquisisce una discreta fiducia nel mondo circostante che percepisce in
modo sereno e, appunto,
fiducioso; conseguentemente, i rapporti futuri saranno
caratterizzati da un atteggiamento positivo e costruttivo,
proprio
in
virtù
dell’acquisizione di una giusta dose di sicurezza emotiva. Le esperienze sociali successive hanno ovviamente il
potere di confermare o
disconfermare quanto vissuto in precedenza, con ripercussioni psicologiche sullo
sviluppo della personalità dell’individuo.
Ritornando agli scopi del presente scritto, mi sembra rilevante notare che, in tutte
quelle situazioni in cui c’è una
situazione di asimmetria di
potere tra due individui (ad
esempio tra educatore ed
educando), il tema della fiducia è essenziale.
Se l’insegnante, il genitore,
l’allenatore desidera trasferire la sua conoscenza al proprio discepolo, è necessario
instaurare da subito un clima
costruttivo che si basi sulla
fiducia
reciproca.
Innanzitutto, sarà chi è in
condizione di potere a comunicare la disponibilità all’ascolto e la curiosità per
l’altro. Questo passaggio non
può in nessun caso essere
misconosciuto. Una persona
arrabbiata, stanca, ostile, non
è disponibile all’ascolto e non
è in grado di trasmettere fiducia. L’ascolto è la prima
forma di contatto autentico,
è il primum movens di ogni
rapporto interpersonale di
qualità. Posso capire la fatica di rendersi disponibili emotivamente, soprattutto quando l’interlocutore è provocatorio, superficiale, frustrante.
Lo so per mestiere che è
compito arduo accogliere la
disperazione, l’angoscia, l’ansia, la paura o l’immaturità di
un altro essere umano; ma
non può essere altrimenti, è
il compito assegnato a chi
vuol educare, trasmettere, aiutare. La fiducia nasce da questo
afflato pedagogico e da
esso ne trae nutrimento. Non può essere l’allievo che insegna al
maestro. Il bambino
per ruolo costituzionale ha il diritto di essere
rispettato e amato, in
quanto esistenza in fieri. È l’adulto a dover
comunicare fiducia e a
saperla sviluppare; lo
diceva
già
la
Montessori.
Detto questo, è utile fornire
qualche suggerimento pratico per ottenere buoni risultati nel rapporto educativo.
Ho già sottolineato il ruolo
dell’ascolto. Aggiungerei che
la conoscenza dell’altro testimonia l’interesse per la vita
altrui, che è già a diritto una
forma autentica di fiducia.
Ma fidarsi è qualcosa di più.
Non è solo “validare” il mondo interno dell’interlocutore,
ma avere il coraggio di affidargli qualcosa di personale
a cui teniamo. Pertanto la fiducia
implica
un
coinvolgimento intimo ed
emotivo; significa credere
che il nostro mondo interiore
Stefano Rigoni, Psicologo
Psicoterapeuta Cognitivo
Comportamentale
Tel. 338.2919597 – E-mail:
[email protected]
può essere messo nelle mani
dell’altro senza grossi rischi.
Pare strano pensare che l’insegnante o il genitore debba
aprirsi all’allievo o al figlio,
mostrare le proprie nudità e fragilità. Eppure, è proprio questa
la strada. Non possiamo educare dietro un muro di gomma, protetti o peggio ancora invisibili.
Sarebbe mentire, sarebbe negarsi intimamente per non affrontare i propri limiti comunicando sfiducia. Come potrebbe allora l’allievo fidarsi di noi e riconoscere il nostro statuto di portatori di esperienza?
Credo fermamente che chi voglia educare debba sentire ancor
vivo l’impulso della curiosità per
se stessi e per il prossimo, l’energia di chi vuole con-fondersi per
creare un’esperienza umana autentica, offrire “il seno” accettando l’accidente del morso
come parte del gioco. Altre strade percorribili a mio parere non
esistono, perché svilirebbero la
ricchezza della relazione umana
e del dono prezioso dell’educazione.
L’avvocato risponde – Domande, curiosità, approfondimenti di carattere legale
Chissà come reagirà di fronte a tale notizia il calciatore
Del Piero, come noto avvezzo a questo gesto, e chissà
come avrebbero reagito
Albert Einstein, immortalato
nella famosa fotografia che
lo ritrae con la lingua di fuori.
E chissà, poi, che ne avrebbero pensato i fratelli Capone,
in arte Totò e Peppino De
Filippo, nel film “La
malafemmina”, se fossero
stati condannati per la
pernacchia al loro rivale e vicino Mezzacapa.
Sebbene la vicenda sia simile, non è, però, dalla storia
narrata nell’ultimo film citato
che trae origine la recente
Sentenza di Cassazione, ripor-
Avvocato Serena Baù
I lettori che vogliano
sottoporre domande su
qualsiasi questione di
carattere legale al nostro
avvocato possono inviare
una mail all’indirizzo
[email protected]
o scrivere a “L’avvocato
risponde – Giornale
Altopiano, Via Monte
Sisemol, 9 36012
Asiago (Vi)”
FARE LA LINGUACCIA E’ REATO
tata in questi giorni da molti
quotidiani, che ha messo al
bando tale famoso gesto,
sebbene
non
pare
discostarsene molto.
Fare la linguaccia, per dileggiare qualcuno, da oggi
è un reato.
Lo ha sottolineato la Suprema Corte di Cassazione
che ha confermato la condanna subita in primo grado da un agricoltore
marchigiano, Carlo O., di
41 anni.
L’uomo era entrato nel
campo del vicino, col quale
aveva frequenti litigi, e gli
aveva fatto la linguaccia.
L’altro, pronto, lo aveva fotografato e, immagine alla
mano, era andato a denunciarlo all’ufficio del Giudice
di Pace competente (quello
di Fabriano, in provincia di
Avellino) che lo aveva sì assolto per essersi inoltrato
abusivamente nel fondo del
vicino (ovvero per il reato di
“ingresso abusivo nell’altrui
fondo” ex art. 637 del codice penale), ma riconosciuto
colpevole per ingiuria e punito per l’offesa commessa
non verbalmente, ma mediante un’espressione del
volto. L’uomo era stato, quin-
di, condannato ad un risarcimento danni nei confronti del vicino.
Senza successo il contadino “linguacciuto” si è rivolto alla Suprema Corte contestando la mancanza di
motivazione nella sentenza
che lo aveva condannato
sull’esistenza degli elementi
costitutivi del reato e sostenendo che quel gesto per lui
non aveva assolutamente
valore offensivo, poiché si
trattava solo di una smorfia del viso priva di ogni ulteriore connotazione.
La Quinta sezione penale
della Cassazione, infatti,
con la sentenza n. 48306/
2009, ha provveduto a con-
validare la sentenza emessa dal Giudice di Pace in
data 13 Febbraio 2008,
spiegando che correttamente la motivazione dei
giudici di merito «richiama la testimonianza del
diretto destinatario dell’offesa, attestativa della lesione al proprio onore ed indica la stessa
fotografia come prova di
“sberleffi e linguacce”
in pregiudizio dei beni tutelati dall’articolo 594
del codice penale” ed è
«esauriente» anche «relativamente alla tensione volitiva che si ritrae
dall’immagine e dalla
narrativa della persona
offesa».
Alla luce di tutto ciò, pertanto, anche la semplice
smorfia pare essere idonea
a incidere sull’onore della
vittima, nonché potenzialmente offensiva e lesiva
dell’altrui dignità, in quanto
ingiuria non verbale palesante disprezzo.
Il signor Carlo, quindi, dovrà risarcire il suo vicino di
casa poiché è stato statuito
che la linguaccia non è una
semplice
espressione
facciale, ma, a detta della
Suprema Corte, un gesto
che incide sul decoro della
vittima, che pertanto merita un risarcimento del danno patito. L’entità della ri-
parazione sarà decisa nel
corso di una causa civile.
Intanto, oltre alla condanna per il reato di ingiuria, il
contadino marchigiano dovrà rimborsare le spese
processuali sostenute dalla
sua controparte per tutti i
gradi di giudizio, che ammontano a circa 1.300
euro. Non è la prima volta
che la Corte di Cassazione
interviene in casi riguardanti
la morale, modellando i c.d.
“nuovi” limiti dei reati di
ingiuria e diffamazione e le
nuove frontiere della privacy, suscitando spesso il
malcontento popolare. Non
resta, però, che adeguarsi
al suo dettato e, quindi, sebbene possa anche essere una
cosa divertente fare le linguacce, attenti da oggi in poi
a fare smorfie e sberleffi,
perché potrebbe costarvi
caro, addirittura una condanna per ingiuria. Va detto che il tirar fuori la lingua in sè non significa nulla, sono la mimica e, eventualmente, anche la
gestualità che l’accompagnano a darle una
connotazione in un senso
o nell’altro (malizia, divertimento, stanchezza estrema, dileggio, molestia sessuale…) ma, nel dubbio,
meglio astenersi!
8
Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
22
Gianesini: Vancouver nel mirino
Nei quattro slalom giganti fin qui disputati, la campionessa dei Gallio si è sempre piazzata
nelle prime venti. Il prossimo appuntamento è a Maribor in Croazia domenica 17 gennaio.
Dopo quattro “giganti” di
Coppa del Mondo ed altrettanti piazzamenti fra le prime venti Giulia Gianesini
può dirsi soddisfatta e guardare al prossimo specifico
impegno, Maribor in
Croazia, con la consapevolezza di aver compiuto quel
salto di qualità che da tempo da lei ci si attendeva.
Non era infatti mai accaduto prima d’ora che la
venticinquenne di Gallio andasse a punti con regolarità e, soprattutto, senza cedere al desiderio di strafa-
re o rivelarsi vittima dello
stress-gara.
In lei è evidentemente maturata la consapevolezza di
aver raggiunto un buon
equilibrio interiore, la sua
specializzazione in “gigante” , decisa dai tecnici azzurri a fine stagione scorsa, le ha consentito di curare più in dettaglio la tecnica anche se l’aver ristretto il campo alle sole gare
fra le porte larghe presenta dei rischi. Sinora tuttavia quanto deciso sembra
premiarla in maniera con-
fortante per cui, da fine ottobre in poi, oltre ad essere
stabilmente convocata in
squadra è riuscita a risalire
la “graduatoria casalinga”
della specialità ed ora è fra
le cinque – sei migliori azzurre di specialità.
Legittimo in questo momento e sotto ogni profilo
pronosticare una Giulia
Gianesini in chiave olimpica. La diretta interessata
fa sapere che la prospettiva, pur allettando, non è
questione vitale per la sua
carriera. Di certo comun-
que qualcosa più di un
pensierino lo sta facendo ed
a ragione. Per staccare il
biglietto olimpico ormai
mancano solo due gare di
“coppa” sulle quali puntare: Maribor, appunto e Cortina d’Ampezzo. La prima
è in calendario per domenica 17 gennaio , l’altra per
il sabato 23 successivo. Al
momento le altre azzurre e
Giulia sono in ritiro a Pozza di Fassa. Naturalmente
tutte lavorando in prospettiva “ cinque cerchi”.
Renato Angonese
Sono dell’Unione Sportiva Asiago Sci i migliori
atleti veneti nella prima “Nazionale Giovani”
Nei giorni 22 e 23 dicembre, in Val Ridanna, località dell’Alto Adige famosa per le sue miniere
d’argento ma soprattutto
Marco Lobbia
per le sue piste da fondo,
si è disputata la prima e
tanto attesa Nazionale
Giovani: gara molto importante vista la presen-
za di molti comitati regionali e di conseguenza dei
migliori
atleti
in
Italia. L’Unione Sportiva
Asiago Sci ha schierato
quatro atleti nella categoria Aspiranti maschili e una atleta negli
Aspiranti femminili. Nella Gara Maschile, che
ha visto alla partenza
quasi 100 concorrenti, i
nostri hanno ripagato
con buoni risultati, anche in vista dei prossimi
appuntamenti. Le condiz i o n i m e t e o ro l o g i c h e
non erano delle migliori, e le nevicate hanno
messo a dura prova sia
gli allenatori Carlo Dal
Pozzo e Alberto Pertile,
che per ambedue le gare
hanno fornito degli sci
veloci con un’ottima tenuta in salita, che i nos t r i a t l e t i , c o s t re t t i a
combattere anche con-
tro il tempo oltre che con
gli avversari. La gara,
una “Gundersen” prevedeva nella prima giornata un prologo di 2,5
km in tecnica classica
con
partenza
a
cronometro, e nella seconda 10 km in tecnica
classica, partendo con il
distacco accumulato il
g i o r n o p re c e d e n t e . I l
primo giorno, nel prologo da 2,5 km si sono
fatti notare fra gli Aspiranti maschili Davide
C a n t e l e ,
diciannovesimo, e Luca
Rigoni, ventesimo, e a
seguire Marco Lobbia,
trentacinquesimo, e And re a
Rigoni,
cinquanttotesimo. Fra le
Aspiranti femminili ha
chiuso in ventottesima
posizione Roberta Forte.
Molto più impegnativa la
gara della seconda gior-
Davide Cantele
nata, sia dal punto di vista fisico che psicologico,
vista la lunga durata. I
quattro
migliori
piazzamenti veneti sono
stati conseguiti dagli atleti dell’U.S.Asiago Sci:
Luca Rigoni ha conquistato la quattordicesima
posizione, seguito da
Marco Lobbia
risalito
fino
alla
diciannovesima posizione, da Davide Cantele,
ventiduesimo, e Andrea
Rigoni, quarantunesimo.
Luca Rigoni
SABATO 9 GENNAIO
GPL Live
SABATO 16 GENNAIO
SISMICA
SABATO 23 GENNAIO
3D
SABATO 30 GENNAIO
BANDICJO
Andrea Rigoni
Buona rimonta anche da
parte di Roberta Forte
per le Aspiranti femminili,
risalita
alla
ventitreesima posizione.
Grande l’entusiasmo in
casa dell’U.S.Asiago Sci,
dopo la
trasferta alquanto positiva, che lascia ben sperare per i “Campionati Italiani Aspiranti” che si
svolgeranno dal 7 al 10
gennaio nel capoluogo
valdostano.
Morena Turetta
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l’Altopiano
Sabato 9 gennaio 2010
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23
Lo sport alla radio
Massimo Rigoni, da oltre 11 anni, è la voce che
racconta ai microfoni ciò che succede sul ghiaccio
“Devo il mio esordio a Piero Brazzale”. Tante le emozioni, belle e brutte, vissute e raccontate.
L’emozione non ha voce. E’
il titolo di un celebre brano
cantato
da
Adriano
Celentano. Ma nell’hockey,
ormai da una decina d’anni,
l’emozione ha una voce ben
precisa. Ed è quella di Massimo Rigoni, uno di quelli del
pool radiofonico de “Tutto
l’hockey minuto per minuto”,
uno di quelli a cui ti aggrappi
quando per qualsiasi ragione
non puoi seguire la tua squadra del cuore.
Un servizio, quello offerto
dal pool, davvero prezioso
per molte persone (addetti ai
lavori inclusi), anzi unico, perché d’accordo che nell’era
di internet si può trovare
sempre un aggiornamento in
tempo reale, ma vuoi mettere vivere la partita attraverso le emozioni di chi la racconta alla radio?
La prima volta. Il debutto
“on air” di Massimo Rigoni
risale alla stagione 1998/99,
quella dell’ultima edizione
dell’Alpenliga. « La passione per l’hockey era sbocciata molti anni prima –
racconta – ed assieme a
Claudia, mia moglie, andavamo regolarmente allo
stadio. Ero un tifoso “normale”, un abbonato. Poi,
però, Piero Brazzale, che
ancora oggi non so se ringraziare o maledire (e qui
il protagonista sorride, ndr),
all’epoca lavorava per
Radio Asiago e mi coinvolse direttamente. Ricordo
che quando l’Asiago giocava in trasferta preparavo gli aggiornamenti scritti
delle altre partite in programma. Una sera, però,
Piero, a tradimento, mi aprì
il microfono, costringendomi a leggere in diretta i
risultati. Tremavo all’idea
e, infatti, in pochi secondi
arrivò il primo strafalcione: dissi Olimpia Lusiana
anziché Lubiana. Da quel
momento in poi Piero iniziò a ritagliarmi sempre più
spazio: negli intervalli delle partite casalinghe mi
intrufolavo in onda e facevo il punto sulla serie A2
Massino Rigoni
(a destra) e
Andrea Benetti
(allora
c’era
anche
l’Amatori Asiago, ndr). Il
19 dicembre del 1998 ci fu
il mio esordio come spalla
di Luca Pangrazio, che
nell’ultimo incontro dei
playoff di quella stessa
stagione mi lasciò con Cesare Pivotto perché lui era
in “sciopero” (e giù un’altra risatina, ndr) per protestare contro l’operato degli arbitri nella serie contro il Vipiteno ».
Amicizia. La radio per Massimo Rigoni è stata un’opportunità di trasformare una
passione in lavoro, ma anche
l’occasione di allacciare e
vivere intensi rapporti di amicizia. « In quegli anni –
prosegue – il gruppo che
guidava la radio era assolutamente speciale. Con
Piero, Samantha, Guido
avevamo creato il giusto
amalgama. E poi ho conosciuto Paolo (Scaggiari).
Con lui si era instaurato fin
da subito un feeling eccezionale, ad un certo punto
passavo più tempo con lui
che con mia moglie (e sorride, ndr). Due stagioni fantastiche, all’insegna del divertimento, dall’anno dei
record e di quell’incredibile finale persa con il
Bolzano a quello in cui finalmente arrivò l’agognato
scudetto. Impossibile dimenticare Paolo, aveva
una passione contagiosa
per l’hockey e qualche volta non riusciva proprio ad
arginarla, come in occasione dell’interminabile gara
tre della finale 2001, quando eravamo ad un passo
dal titolo. Durante i rigori
gli scappò un’espressione
un tantino sopra le righe e
dallo studio Guido gli disse “Paolino, mi raccomando…”. E che dire poi di
quella volta che l’Asiago
giocava in diretta tv a Milano? C’era brutto tempo,
traffico e pure poca voglia
di mettersi in viaggio. E allora Paolo e Luca
(Pangrazio), che erano
tranquillamente
a
Massimo Rigoni
in postazione
(nel cerchio)
Camporovere, improvvisarono una finta diretta
dall’Agorà. Ricordo che
alla fine dissi loro “Grazie
ragazzi e mi raccomando
ora andate piano, c’è nebbia!”. Grande fu poi l’emozione quando con lui e Cesare (Pivotto) andammo sul
palco per la festa scudetto. Indimenticabile ».
Ricordi di un’amicizia vera e
sincera, che, nonostante la
prematura scomparsa di Paolo a pochi mesi di distanza
dal quel giorno tanto atteso,
Massimo porta ancora con
sé.
Solista. Dalla stagione successiva, dopo un’iniziale
esperienza con il nipote Andrea Benetti ed anche con
Cesare Pivotto, Massimo
Rigoni inizia a “ballare da
solo”, complice la rinascita
del pool delle emittenti
radiofoniche. Un gruppo di
giornalisti, appassionati professionisti che da anni fa vivere in diretta l’hockey. « Il
pool esiste soprattutto grazie al lavoro di Mirko
Mezzacasa, storica voce
dell’Alleghe, che rappresenta un po’ l’anima di questa nostra realtà. E’ lui che
si occupa di tenere i rapporti con la Lega Hockey
e di “rompere” quando serve. E’ indispensabile. Personalmente ho un buon
rapporto con
tutti i colleghi,
ci sentiamo regolarmente e ci
diamo dei consigli a vicenda.
Tra questi merita una menzione
particolare
Mauro Keller,
un professionista serio e che
stimo. Tratta tutti
allo stesso modo
e ci coordina alla perfezione durante le dirette, rendendo più semplice il nostro lavoro e pure quello
dell’ascoltatore ».
Massimo negli anni è diventato sempre più padrone del
mezzo, come si dice, passando attraverso stagioni vissute intensamente sognando un
bis tricolore (poi non verificatosi) ed altre trascorse
sperando che finisse tutto il
prima possibile, ricevendo
anche critiche, francamente
gratuite ed ingenerose, per il
suo operato e per il suo modo
di essere, finendo per essere
accusato di scarso “patriottismo” e di aver provocato
addirittura un calo nel flusso
di pubblico allo stadio. “Potere” dei media. « E’ capitato – conferma – ma ormai
è trascorso parecchio tempo. Cerco solo di essere il
più obiettivo possibile, senza esaltare eccessivamente quando le cose vanno
bene e senza buttar giù tutto e tutti quando avviene il
contrario. Ho cercato, e
tuttora cerco, semplicemente l’equilibrio ».
Emozioni. Ma a volte, si sa,
le emozioni hanno il
sopravvento, come quella
volta a Bassano del Grappa
(era il 15 gennaio 2006),
quando gli Asiago Vipers, formazione di hockey inline, vinsero per la prima volta la
Coppa dei Campioni. Per chi
c’era, un’emozione unica,
irripetibile. Per chi non c’era
e l’ha ascoltata alla radio,
pure. « Sicuramente la più
forte emozione che abbia
mai provato facendo questo lavoro. Lo scudetto sul
ghiaccio fu indimenticabile per l’atmosfera che si
respirava in quei giorni ed
anche per il gruppo di lavoro che aveva seguito
e ringraziarli personalmente per il loro lavoro. Episodi così sono il
più bel riconoscimento
per quello che stai facendo ».
Futuro. E un po’ di maggior considerazione, ma non
solo, è quello che Massimo
Rigoni auspica per il futuro
del pool e della radio stessa. « Dietro c’è un grande impegno – spiega – anche se spesso non viene
riconosciuto fino in fondo e di questo sono dispiaciuto. L’hockey e la
radio hanno percorso gli
ultimi trent’anni insieme,
ricordo ancora le prime
radiocronache di Cesare
Foto Paolo Basso
Pivotto, senza poi dimenl’intera annata sportiva, ticare i vari Paolo Finco, Dama la vittoria dei Vipers niele Busa e gli altri colleghi
resta una cosa a sé ». Mo- che si sono alternati in seguimenti felici, ma purtroppo to. E’ stata una grande soddianche momenti terribili. « sfazione rimettere in piedi RaGià, all’inizio del campio- dio Asiago e lo abbiamo fatto
nato 2007/08 dover an- anche attraverso lo sport e
nunciare in diretta la scom- l’hockey in primis. La trasmisparsa di Darcy Robinson fu sione “Tutto l’hockey minuto
tremendo. Non so neppure per minuto” è quella più ascolche cosa ho detto ».
tata in streaming sul nostro sito
Emozioni che, comunque, internet. Grazie alle nuove tecvarcano anche la balaustra, nologie di cui ora disponiacome qualche giorno fa, il 28 mo si possono realizzare semdicembre, quando in occasio- pre più cose ed è per questo
ne del derby Asiago-Alleghe che spero di poter incremennel corso di una pausa tra un tare lo spazio sportivo all’intempo e l’altro Massimo è terno del nostro palinsesto, ma
stato avvicinato da una tifo- servirebbero anche nuove
sa bellunese, Claudia, venu- voci. Mi piacerebbe che qualta all’Odegar con un piccolo che giovane si avvicinasse al
regalo per lui. « E’ una ra- mondo della radio, un po’
gazza che sfortunatamen- come era accaduto per me, e
te ha dei problemi alla vi- magari riuscire a ricreare quel
sta e che sta facendo il giro gruppo di qualche anno fa ».
dei campi per conoscere L’emozione, dunque, cerca altutti i radiocronisti del pool tre voci. Stefano Angonese
8
Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
24
Hockey su ghiaccio
L’uscita di scena di Andrea Rodeghiero
SPORT
Nel roster di quest’Asiago
che viaggia nei quartieri alti
della classifica con ambizioni importanti non abbiamo più
trovato un nome importante,
quello di un ragazzo
asiaghese, serio e diligente,
che avrebbe potuto e saputo
certamente far valere le sue
qualità, di giocatore e di
uomo.
Sto parlando di Andrea
Rodeghiero, per molti ormai
da anni il “Buci”, ragazzo
caparbio e volonteroso che
aveva tenacemente <tenuto
duro> nei momenti bui e nei
recenti anni duri (per la
squadra ma anche per gli infortuni, superati con carattere e determinazione) e che
ora, per certi versi
inspiegabilmente, non è più là
a raccogliere i frutti della sua
pazienza e della sua passio-
“Perché quest’anno non ho giocato: prima vengono cose più importanti, come famiglia e lavoro, e
quando non si riesce a conciliare, allora devi saper fare delle scelte, anche se difficili”
ne.
Proprio con lui vogliamo
chiarire il perché di questa
sua <uscita di scena>, anche
per fare chiarezza sulle solite voci più o meno documentate che girano.
“Sono felice di poter spiegare perché non indosso
più quella maglia che tanto amo e non gioco più
quello sport che ho da sempre nel cuore – esordisce
Andrea con molta serenità
ma con altrettanta determinazione – Non è stato perché non mi ero preparato
bene, non è stato nemmeno perché ho avuto dissidi
o contrasti con la società
o con i compagni. E’ stata
semplicemente (aggettivo
difficile da non far stridere col mio stato d’animo)
una scelta di vita. Soffer-
ta, difficile, ponderata più e più
volte, un boccone duro da mandare giù, ma inevitabile. Perché?
Perché
oggi
come oggi l’hockey, quello con
cui ci si deve confrontare, è uno
sport che richiede professionalità massima, se
vuoi (come vuole
l’Asiago) fare il
salto di qualità ed
essere importante; richiede di fatto una dedizione a 360 gradi, un impegno totale, full-time o
quasi, un allenamento costante e meticoloso. Io tutto questo sapevo di non
poterlo fare. Ma non per
pigrizia, o per stanchezza,
o per una passione affievolita. No! Perché la mia situazione, personale e familiare, non me lo permette.
Ho un lavoro a cui, per
quanto Lucio (Frigo) sia
un <capo> comprensivo e
che mi avrebbe dato ancora come in passato la massima disponibilità, non posso approcciarmi con
saltuarietà e senza la necessaria presenza anche in
momenti, come questi, in cui
coinciderebbero ritmi serrati sia per lo sport che per
il lavoro. Poi ho una nonna di 86 anni che ha solo
me, ormai, ed alla quale
sono molto legato; cosa direbbe se improvvisamente
non mi vedesse più con la
stessa frequenza e costanza di adesso? Si sentirebbe tradita ed abbandonata; ed io le voglio troppo
bene per farle questo”.
Può bastare, credo, come
motivazione, gli dico. “Dopo
tanti anni di duro lavoro è
stato ed è difficile soffocare passione per questo
sport ed orgoglio personale (tant’è che quest’anno non
è ancora venuto a vedere una
partita, ndr); avrei potuto
cercare di ritagliarmi un
posticino, facendo quello
che potevo, ma non mi sembrava giusto. Non mi sembrava giusto per gli altri, i
compagni, e
nemmeno per
me stesso. Come
avrei potuto entrare in campo
con evidenti carenze di preparazione? Fare
figuracce non
rientra nel mio
stile ed è stato
più giusto fare
così. Ma non ho
ancora abbandonato del tutto
l’idea di tornare, dopo una decina d’anni di
attività, anche se lo spiraglio è proprio piccolo piccolo. Mi hanno fatto piacere le molte testimonianze
di affetto che ho ricevuto,
le molte persone che sono
venute qui in ufficio o che
ho trovato per strada che
mi hanno invitato a non
mollare. Sono rimasto
l’unico della mia <generazione>, del mio gruppo e
questo, assieme all’affetto
di compagni, dirigenti e tifosi, ha reso la mia scelta
ancor più difficile; non
sono più venuto allo stadio proprio per questo:
amo troppo quella maglia
e mi fa troppo male l’idea
di vedere gli altri scendere in campo e di guardarli dalla tribuna”.
“Ma – conclude Andrea –
sono anche orgoglioso di
questa mi a scelta, fatta
con serietà e serenità, soprattutto mettendo in pratica una scala di valori e
delle priorità che ritengo
importantissime, fondamentali nella mia vita; prima di tutto famiglia ed affetti, poi il lavoro e poi,
se ci sono condizioni e
spazio, le passioni. Sì,
perché l’hockey, si sa,
non è un lavoro e non ti
dà da vivere”.
Bravo, Andrea, anche se
allo stadio ti vogliamo rivedere, comunque, presto!
Cesare Pivotto
Pattinaggio su ghiaccio
Fabris e Stefani: europei per due
Gli altopianesi in gara in Norvegia. Si corre su quattro distanze: 500, 1500, 5mila e 10 mila e
vince chi totalizza il miglior punteggio complessivo ovvero il pattinatore più completo.
In termini di “lame” e velocità su ghiaccio, il 2010 apre il
proprio scenario internazionale sabato 9 gennnaio con gli
“europei”. La data non rappresenta una novità in quanto, giusto dodici mesi addietro, ad Heerenveen in Olanda si scese in pista per lo stesso titolo continentale, in questo weekend sarà la
“Vikingskipet” di Hamar ad
accogliere sotto le sue volte,
a forma di chiglia di nave
vichinga rovesciata, i migliori
specialisti europei.
In Norvegia saranno presenti
anche Enrico Fabris e Luca
Stefani. A completare la squadra azzurra il trentino Matteo
Anesi. La manifestazione non
prevede la staffetta, essendo
riservata alle gare individuali,
per cui ciascuno correrà per
sé.
Con quali prospettive i due
altopianesi sbarcano in Norvegia?
Di sicuro la loro forma è migliorata rispetto a qualche settimana fa tanto che nelle ultime gare di Coppa del Mondo
si sono fatti rispettare a suon
di record italiani e personali
senza contare la vittoria in
“coppa” di Enrico Fabris.
Gli “europei” sono tuttavia un
altro tipo di gara. Nello specifico si corre su quattro distanze: 500, 1500, 5mila e 10 mila
e vince chi totalizza il miglior
punteggio complessivo ovvero il pattinatore più completo
o comunque il più forte sulle
distanze a lui congeniali. Di
sicuro bisogna star bene perché tutto si gioca, senza possibilità di recuperi, in un giorno
e poco più.
L’ultimo test sostenuto dai due
portacolori nostrani domenica
3 gennaio a Collalbo è soltanto indicativo. Troppo diverse le
condizioni di gara rispetto alle
piste coperte unite anche alla
necessità di non rischiare sul
piano fisico data la bassa temperatura che l’altopiano
bolzanino faceva segnare.
In Norvegia saranno
senz’altro gli olandesi, Sven
Kramer in primis, gli uomini da
battere, ma non bisogna dimenticarsi del duo di casa
Bokko-Godrum, del russo Igor
Skobrev abituale compagno di
allenamenti degli azzurri, di
qualche altra individualità
scandinava o polacca. Entrambi dunque hanno di che
guardarsi. Certo Enrico
Fabris può puntare al podio
finale. Ne ha i mezzi e,
sulla stessa posta, quattro
anni fa, vinse facendosi
conoscere al grande pubblico mentre Luca Stefani è
in grado di farsi valere soprattutto nelle distanze medio-lunghe. Comunque entrambi se la giocano e non
può essere altrimenti. A
Vancouver ormai manca
poco per cui temporeggiare non serve. In ogni caso,
al rientro, si troveranno a
lottare faccia a faccia perché mercoledì 13 e giovedì
14 gennaio a Baselga di
Pinè sarà tempo di Campionati Italiani “all-round” altra tappa di avvicinamento
ai “giochi” canadesi.
Renato Angonese
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l’Altopiano
Sabato 9 gennaio 2010
www.giornalealtopiano.it
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Foto di Carlo Dal Sasso
Nuovo anno, vecchia storia
Anche nel 2010 la Rigoni di Asiago Vipers sarà la squadra da battere
Smaltite le “fatiche” delle festività, l’hockey inline riprende a
far scorrere le otto ruote. Nel weekend del 9 e 10 gennaio,
infatti, tutti i campionati nazionali tornano a pieno regime ed
in Serie A1 è tempo di prima giornata del girone di ritorno.
Lasciato vacante il titolo di campione d’inverno, non senza
qualche malumore per il mancato recupero in tempi accettabili degli incontri Civitavecchia-Asiago ed ArezzoCivitavecchia, l’anno nuovo inizia con la solita, vecchia storia: una squadra, la Rigoni di Asiago Vipers, candidata anche
nel 2010 ad essere la squadra da battere. Il campionato riparte con un turno che non dovrebbe creare scompiglio nella
parte alta della graduatoria, con Edera Trieste (24 punti),
Rigoni di Asiago Vipers (22) ed il sorprendente
Civitavecchia (20), unica formazione ancora imbattuta,
impegnati in turni sulla carta favorevoli, rispettivamente
con Monleale (fuori casa), Torino (in casa) e Modena
(fuori casa). Giù dal podio, con il Vicenza (17 punti) fermo per il turno di riposo, attenzione allo scontro in ottica
playoff tra Ferrara (16 punti) e Milano 24 (13 punti); chiude il programma Polet Trieste-Arezzo, con i toscani che
puntano al blitz per volare al quarto posto. Pronte a rimettersi in moto anche le formazioni altopianesi impegnate
CALCIO 3^ CATEGORIA
Per Asiago e GLC periodo chiave.
Domenica 10 gennaio
2010, meteo permettendo,
il pallone tornerà a rotolare su tutti i campi della
provincia. Il primo appuntamento del nuovo anno
coincide con l’ultimo del
girone di andata.
Le squadre, andate in vacanza in anticipo a causa
della neve che ha fatto scivolare il 14° turno al 21
febbraio prossimo (data
prescelta per il recupero),
sono ormai lontane dal ritmo-partita da quasi un
Il 21 febbraio si recupera il 14° turno
mese e quindi la ripresa
sarà particolarmente delicata.
In terza categoria si riparte con le due nostre formazioni che si presentano con
posizioni di classifica e
morale ben diversi: nel girone “B” l’Asiago, attualmente al quarto posto, è
atteso da un periodo-chiave, come più volte
rimarcato dal presidente
giallorosso
Federico
Longhini. Si inizia con
l’Arsiero (10 gennaio) e si
prosegue con gli scontri diretti con Silva 1950 e
Union Centrale Thiene.
Punti pesanti in ottica
playoff.
Se ad Asiago c’è l’obiettivo di reggere il passo dei
primi mesi e confermarsi
tra le migliori del girone,
in casa GLC Soccer Team
si spera che il nuovo anno
possa, finalmente, far regi-
strare un netto cambio di
marcia nel rendimento, fin
qui
minato
dalla
discontinuità. La formazione di Baù langue nelle
retrovie
del
girone
bassanese con un magro
bottino di 9 punti in 13 incontri. Si riparte dalla sfida interna con il Real
Stroppari. A seguire ci saranno quelle con Tezze
Brenta e Facca. Tre appuntamenti per riprendere
quota.
Stefano ANgonese
nel campionato di Serie B. Al rientro ci sarà subito la
sfida per la leadership del girone “C” tra le Aquile Bassano
e gli Asiago Vipers, le uniche due formazioni a punteggio
pieno dopo le prime due giornate. In calendario anche un
altro derby, quello tra gli Asiago Black Vipers ed i Diavoli
Vicenza.
Stefano Angonese
Buon successo per il Torneo
di Freccette al Portego di
Gallio, a breve previsto il bis
Lo scorso 13 dicembre a Gallio, al bar “Al Portego” si è svolto
un entusiasmante torneo di freccette, con un
buon numero di partecipanti, che ha reso la gara interessante e
divertente, dato che, oltre al “singolo”, si è svolto anche il torneo
di “doppio”: in ambedue i casi si è giocato con chiusura M.O.
Iniziato alle 15,30 del pomeriggio, si è protratto fino alle 20,00
della sera con sfide veramente di buon livello tecnico e agonistico, vedendo alla fine primeggiare Paolo D’Urso nel singolo (con
una finale giocata in maniera impeccabile) e la coppia Leandro
Scaggiari- Paolo Lovato nel doppio. Il torneo si è concluso con
la premiazione e il brindisi finale. Vista la buona riuscita della
manifestazione e grazia anche alla spinta dei “freccettisti” presenti e non, entro questo mese di gennaio o al massimo febbraio
(comunque prima dell’inizio dei Campionati Provinciali ) “Gas”,
com’è amichevolmente chiamato dagli avventori il titolare del
locale, ha già pensato di riproporre il torneo.
Classifica torneo singolo: 1° Paolo D’Urso - 2° Paolo Lovato 3° Leandro Scaggiari.
Classifica prima categoria girone “C”. Mussolente punti 33; Pove 27; Scledum ed Azzurra Sandrigo 22; Borso
Sant’Eusebio e Canove 21; Alto Astico 19; Malo e
Sarcedo 18; Summania 17; Carmenta, S. Fortunato e
Travettore 16; Dueville 15; Poleo Aste 7; Isola 4. * tutte
le squadre hanno una partita in meno
Prossimo turno. domenica 10 gennaio (ore 14.30) MaloCanove.
Le classifiche. Girone “B”: Molina punti 29; Galvanauto
28; Silva 1950 25; Asiago e Cogollo 23; S. Paolo 22;
Novoledo Villaverla e Monte di Malo 21; U.C. Thiene
20; Siggi Schio 17; Valli e Faizanè 15; Arsiero 13; Zugliano
9; Giavenale 2; Rozzampia 1. * tutte le squadre hanno
una partita in meno
Girone Bassano: Eurocalcio punti 39; Cresole 80 ed Aurora S. Giuseppe 29; Villaggio S. Lazzaro 26; Virtus
Colceresa 23; Real Stroppari 19; Arsenal Cusinati e Pall.
Vigardolo 17; S. Pietro Rosà 15; Tezze Brenta e Facca
14; Montecchio Precalcino 12; Fellette e GLC 9; SST e
Marchesane 7. * tutte le squadre hanno una partita in
meno Prossimo turno. Girone “B”: domenica 10 gennaio (ore 14.30) Arsiero-Asiago. Girone “Bassano”:
domenica 10 gennaio (ore 14.30) GLC-Real Stroppari.
Nota: le gare delle formazioni altopianesi potrebbero subire variazioni di luogo.
Classifica torneo doppio: 1° posto Scaggiari-Lovato - 2°
Stefani-Pertile - 3° Baù-Frison
8
Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
La razionalizzazione della rete scolastica
Questo Decreto risale a parecchi anni fa, quando da
un’indagine promossa dal Ministero dell’istruzione risultò
che nel nostro paese certe Istituzioni scolastiche erano fortemente sottodimensionate rispetto agli alunni che le frequentavano, sia per quanto riguarda le scuole elementari sia
per le scuole medie.
Successivamente venne promulgato un secondo Decreto
di accorpamento fra le scuole
elementari e le scuole medie
con l’istituzione degli Istituti
comprensivi, possibilmente
ubicati nello stesso edificio ivi
comprese le scuole per l’infanzia.
Per quanto riguarda il nostro
Altopiano, sopravvivono ancora molte piccole scuole
sottodimensionate e sarebbe
proprio il caso di cominciare a
ragionare, là dove è possibile
e dove i disagi dei trasporti non
sono difficoltosi, di mettere insieme le piccole scuole.
In qualità di Dirigente scolastico per molti anni, ho sempre sostenuto che le piccole
scuole con pochi alunni sono
povere di contenuti, poiché
non
favoriscono
la
socializzazione fra gli alunni e
ne soffre sicuramente la qualità del servizio scolastico per
l’inevitabile presenza delle
pluriclassi.
Ho fatto in modo ad esempio
che le due scuole elementari
e materne di Sasso e
Stoccareddo, pur appartenendo a due Comuni diversi, trovassero una soluzione in questo senso.
Infatti dopo una serie di riunioni con la presenza delle rispettive Amministrazioni comunali, siamo riusciti a portare a termine una soluzione che
si è poi rivelata più che positiva: gli alunni della scuola elementare di Sasso hanno iniziato a frequentare la scuola di
Stoccareddo tra l’altro ben restaurata, mentre invece i bambini della scuola materna di
Stoccareddo venivano trasportati presso la scuola sta-
tale dell’infanzia di Sasso, istituita parecchi anni orsono e
garante di un servizio di qualità, data la presenza di insegnanti di ruolo e professionalizzati.
Mi risulta che da qualche tempo si sta discutendo sull’ipotesi di un accorpamento della
scuola elementare di Rotzo a
Roana e dei bambini della
scuola materna di Roana e
Mezzaselva alla scuola dell’infanzia statale di Rotzo, atteso
che molti di loro già da parecchi anni frequentano questa
scuola per libera scelta dei
genitori. Le Amministrazioni
comunali di Rotzo e di Roana
hanno una ruolo determinante
nel favorire questa soluzione,
sicuramente più efficiente dal
punto di vista didattico e
organizzativo. Inoltre c’è da
considerare che la distanza fra
Rotzo e Roana è di 5/6 km circa e che il disagio è assolutamente inesistente.
Vediamo come stanno i numeri della popolazione scolastica
di Rotzo e della frazione di
Roana: a Rotzo frequentano la
scuola elementare 21 alunni e
34 frequentano la scuola elementare di Roana per un totale di 65 alunni. La scuola dell’infanzia di Rotzo conta una
quindicina di bambini, ai quali
andrebbero ad aggiungersi
quelli provenienti dal Roana e
Mezzaselva con la possibilità
di istituire una seconda Sezione con 4 insegnanti, 2 per ogni
sezione.
Gli insegnanti in servizio presso la scuola elementare di
Rotzo e di Roana sono complessivamente una decina, ai
quali credo vanno ad aggiungersi per le ore previste gli insegnanti di religione e di lingua inglese.
Con 65 alunni ne risulterebbero 5 monoclassi di 12/13 bambini per classe, classi quindi
discretamente dimensionate
anche se sotto alla media.
Il servizio scolastico al di qua
del ponte di Roana potrebbe
considerarsi sia sotto il profilo
qualitativo che quantitativo più
che positivo, data anche la presenza di una scuola media a
Mezzaselva, che riceve gli
alunni di Rotzo, Mezzaselva e
della frazione di Roana.
Ribadisco che mettere insieme i bambini provenienti da
diverse realtà significherebbe
favorire una maggiore
socializzazione, scambio di
esperienze, e il vantaggio maggiore si rifletterebbe nello sviluppo della comunicazione e
del linguaggio, assai povero
nelle microscuole.
Mi auguro pertanto che prevalga il buon senso e che vengano lasciate perdere certe
posizioni campaniliste, che non
hanno più ragione di essere in
una società del terzo millennio,
che richiede maggiore capacità di rapportarsi con gli altri,
di relazionare, di comunicare,
ecc, nonché maggiori abilità e
competenze a tutti i livelli.
C’è altresì da considerare che
mettere insieme alunni provenienti da paesi diversi ma
viciniori, potrebbe rivelarsi un
efficace strumento non solo di
socializzazione, ma anche per
maturare una comune consapevolezza di appartenenza,
superando
i
vecchi
campanilismi, che ancora sopravvivono nella mentalità delle persone adulte e anche nelle pubbliche Istituzioni.
Edoardo dr. Sartori
Ex Dirigente scolastico
www.giornalealtopiano.it
26
“Asiago, città da dimenticare!”
Mi preme attirare l’attenzione dei lettori sull’accoglienza dei turisti stranieri ad
Asiago.
Arrivati dalla Francia durante l’estate, verso le 9 del
mattino, siamo finalmente riusciti a parcheggiare l’auto in
Piazza Carli, all’altezza del
civico 46. Abbiamo scrupolosamente esposto il disco
orario, come era indicato da
un cartello a pochi metri di
distanza, senza immaginare
per un attimo che il posto da
noi occupato risultava a pagamento, come poi invece ci
ha fatto notare una vigilessa
al nostro ritorno alla macchina, consegnandoci una multa di 38 euro. Ovviamente
non c’era da discutere. Ci è
sembrato però strano che,
sullo stesso lato della strada,
alcuni posti siano a pagamento e altri a disco orario: un
ottimo trucco per multare
l’automobilista di passaggio,
meglio ancora se straniero?
Non ci è mai capitato durante i nostri numerosi viaggi in
auto, fra i quali tantissimi in
Italia, di essere ingannati in
quel modo. Aggiungo che,
trovando chiuso l’Ufficio turistico, malgrado l’orario indicato, abbiamo girato nei
corridoi del Comune deserto, accolti solo da una bella
scultura di Mario Rigoni
Stern a cui abbiamo reso
omaggio. Un uomo da ricordare in una città da dimenticare? Ci sono città in cui,
prima di multare informano
gli stranieri sull’infrazione
commessa. Abbiamo perciò
lasciato Asiago al più presto
senza fare gli acquisti previsti (più di 38 euro, sicuramente…). Abbiamo invito questa
lettera in Comune con tanti
auguri di Buon Natale, Il
prossimo viaggio lo faremo
senz’altro in Italia, ma non ad
Asiago!.
Madame Mermet
Malon (Francia)
Nella Chiesa Parrocchiale di Cesuna domenica 10 gennaio Irene Panozzo riceverà il Santo Battesimo per la
gioia dei suoi genitori Federico ed Eva Frigo. La piccola è
la mascotte del Forte Corbin, dove per la sua nascita è
stato appeso un enorme fiocco rosa. Il nome della bimba
significa “PACE” e il suo arrivo è un augurio per il futuro,
tanto più significativo visto il luogo in cui è stato festeggiato. In questo giorno importante in cui riceve il suo Primo Sacramento, si stringono attorno a lei i nonni Costan-
za e Severino, Carla e Nereo con gli zii Ilaria e Simone.
Il Giornale pubblica le Vostre lettere!
Inviatele a: Giornale dell’Altopiano
e-mail: [email protected]
Per favorire il lavoro della redazione sarebbe
preferibile riceverle via posta elettronica.
Dalle ore 8.45 di sabato 9 alle ore 8.45 di sabato
16 gennaio:
ASIAGO: Farmacia Rossi del dr. Adelchi
Zuccato – Viale Matteotti
Dalle ore 8.45 di sabato 16 alle ore 8.45 di
sabato 23 gennaio:
CANOVE: Farmacia del dr. Leonardo Bosio –
Via Roma
CONCO: Farmacia della dr.ssa Monica Federici
– Piazza S. Marco
E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo:
Domenica 10 gennaio
ASIAGO: Q8 – Località Mosele
FOZA: TOTAL – Via Lazzaretti
Domenica 17 gennaio
ENEGO: SHELL – Via Roma
Via Monte Sisemol n.9 36012 Asiago
Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere
devono riportare sempre firma e indirizzo e
numero di telefono del mittente. La redazione si
riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o
non accettare eventuali testi di cattivo gusto.
AlmanaccoSabato
per9 15
giorni
gennaio 2010
8
l’Altopiano
a cura i Giovanni Dalle Fusine
www.giornalealtopiano.it
27
Da sabato 9 a venerdì 22 gennaio 2010
Il 9 gennaio è il 9° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 356 giorni alla
fine del 2010. Il sole sorge alle 8.04 e tramonta alle 16.51
Sabato 9 gennaio S. Giuliano martire
Domenica 10 S. Aldo
Lunedì 11 S. Igino
Martedì 12 S. Modesto
Mercoledì 13 S. Ilario
Giovedì 14 SS. Felice e Bianca
Venerdì 15 S. Mauro
Sabato16 S. Marcello
Domenica 17 S. Antonio abate
Lunedì 18 S. Liberata
Martedì 19 S. Mario
Mercoledì 20 S. Sebastiano
Giovedì 21 S. Agnese
Venerdì 22 S. Vincenzo
Succedeva 80 anni fa. Nel
1930 fu costruita in Val
Maddarello la pista di discesa
in cinque settori, della lunghezza di 540 metri, con dislivello
di circa 100 metri. Questa era
una novità che ben si adattava per gare con molti concorrenti. Su questa pista le gare
erano per eliminatorie a batteria, semifinali e finali, molto interessanti
e
spettacolari.
Durante
l’inverno si
fece una
gara di salto ed una di
discesa a
carattere
nazionale,
con buoni progressi degli atleti di Asiago.
A queste gare assistettero Italo Balbo e l’onorevole
Turati.
Un santo per volta: San
Giuliano martire. Etimologia:
deriva dal latino Julianus, diffuso cognome romano e significa “che appartiene alla famiglia Julia”. L’onomastico ricorre il 9 gennaio in memoria
di San Giuliano detto
“Ospedaliere”, martire in
Antiochia. Patrono di Macerata, dei viaggiatori, pellegrini;
pescivendoli, osti e degli albergatori è particolarmente venerato in Belgio, Spagna ed in
Sicilia, viene, in alcuni luoghi
commemorato il 31 agosto e
in altri il 29 gennaio. La Chiesa ricorda ancora: un martire il
7 gennaio; un altro martire con
Massimiano a Beauvais, in
Francia, l’8 gennaio; un santo
eremita, detto “saba”, della
Mesopotamia il 17 gennaio; un
vescovo di Mans e due martiri
con lo stesso nome, il 27 gennaio; un altro, vescovo di Spagna, il
28 gennaio; con lo stesso nome,
nel mese di febbraio, vengono
ricordati altri santi e martiri nei
giorni 12, 13, 16, 17, 19 e 24. Il
giorno 27 si ricorda un martire
che viene invocato contro la
podagra. In marzo i giorni dedicati alla venerazione sono l’8, 16
e 23. Un martire in Africa il
22 maggio; il 23 ricorda un
santo di Norvik che è patrono
dei conciatori di pelle. I giorni
5 e 9 giugno ricordano rispettivamente un martire ed un
monaco mentre il 22 un nativo
di Eliopoli, detto “dell’Istria”,
patrono di macerata e di
Rimini. Luglio dedica al santo
i giorni 18 e 20. Il 7, 9, 12, 25
agosto sono i giorni di venerazione ed il 28 ricorda un martire nell’Alvernia, patrono di
Sambuco che si invoca per
guarire dalla flebite. Settembre dedica a San Giuliano il
giorno 2, il 4 in ricordo del
martire di Brioude, soldato romano nato a Vienne, patrono
dei canonici, ed il 13 a
un altro martire. In
ottobre un martire di Alessandria è ricordato il giorno 30.
Un prete di
Terracina il
giorno 1° novembre ed il
beato, vescovo
della Siria, il 9 dicembre. Il Santo
di Palermo, vissuto nel XV secolo viene onorato il 3 ottobre.
2010, Anno internazionale
della biodiversità. Il 2010
sarà l’Anno internazionale della biodiversità (International
year of biodiversity, Iyb), proclamato dalle Nazioni Unite.
In tutto il mondo saranno organizzati eventi, incontri e manifestazioni per sensibilizzare i
decisori politici e l’opinione
pubblica sul tema della perdita di biodiversità, che sta drammaticamente impoverendo
(dal punto di vista ambientale
ma anche economico) il Pianeta. Tutte le iniziative culmineranno nella decima Conferenza delle parti della Cbd
(Convenzione sulla diversità
biologica), un trattato internazionale adottato nel 1992 per
arginare l’erosione della
biodiversità. Il summit è in programma a Nagoya, in Giappone, dove i rappresentanti dei governi faranno il bilancio dei risultati (scarsi, per la verità) raggiunti
finora e cercheranno di darsi
nuovi e più stringenti obiettivi per
fermare l’estinzione delle specie.
Il dolce con le noci, ingredienti: 240 gr di farina bianca, 3 uova,
150 gr di zucchero, 100 gr di
noci, 100 gr di uva passa, 100
gr di cioccolato fondente, 80
gr di burro, 1 bustina di lievito
per dolci, la buccia grattugiata
di un limone, 2 cucchiai di rum
o brandy, 1 busta di zucchero
a velo. Ricetta: ammollare
l’uvetta nel liquore. Fare a
pezzettini il cioccolato fondente. Dividere le chiare d’uovo
dai tuorli: montare a neve le
chiare e mettere i tuorli in una
terrina. Lavorare a lungo i
tuorli con il burro e lo zucchero. Incorporare, continuando a
mescolare, le noci macinate,
la buccia di limone, il cioccolato a pezzettini e l’uvetta ben
scolata dal liquore. Aggiungere quindi la farina mescolata
al lievito, alternandola a cucchiaiate di chiare montate a
neve. Versare il composto in
uno stampo da plum-cake imburrato e infarinato leggermente. Cuocere in forno a
180° per 40/60 minuti. Aspettare che sia freddo prima di
toglierlo dallo stampo. Servirlo cosparso di zucchero a velo.
Frasi celebri: (C. J. de Ligne)
Ci sono due specie di sciocchi: quelli che non dubitano
di niente e quelli che dubitano di tutto. (F. Nietzsche) Gli
uomini invidiosi dal fiuto più
sottile cercano di non conoscere troppo il loro rivale per
potersi sentire superiori a lui.
(G. C. Lichtenberg) Ci sono
molti uomini che leggono per
non dover pensare. (G. C.
Lichtenberg) Il libro che meriterebbe per primo al mondo
di essere proibito sarebbe il
catalogo dei libri proibiti. (G.
C. Lichtenberg) L’americano
che per primo scoprì Colombo fece una brutta scoperta.
(J. W. Goethe) E’meglio lasciare che accadano ingiustizie,
piuttosto che rimuoverle commettendo illegalità. (L. de
Clapiers de Vauvenargues)
Talvolta amiamo anche le
lodi che non crediamo sincere. (L. de Clapiers de
Vauvenargues) Sappiamo
più cose inutili di quante
ne ignoriamo necessarie.
(L. de Clapiers de
Vauvenargues) Le cose che
sappiamo meglio sono
quelle che non abbiamo mai
imparato. (L. de Clapiers de
Vauvenargues) Il difficile non
è essere intelligenti, ma
sembrarlo. (L. de Clapiers de
Vauvenargues) I pigri hanno
sempre voglia di far qualcosa. (L. de Clapiers de
Vauvenargues) La pazienza è
l’arte di sperare.
ARIETE
Se avete superato con profitto un momento di perplessità, non è il caso di tornare su un
argomento ormai passato. In amore, se soffrite di gelosia, aprite bene occhi e orecchi. Nel caso in cui
dovreste scoprire qualcosa che non vi convince, meglio non fare scenate, ma allontanarsi con eleganza:
il partner tornerà sui suoi passi al momento giusto.
TORO
A chi non fosse soddisfatto di quello che ha, Nettuno e Giove offrono ampi margini di
movimenti nelle direzioni più imprevedibili. Potete aprirvi a orizzonti culturali finora mai esplorati, anche
di ispirazione orientale, oppure o viaggi formativi o incontri sconvolgenti. Attenti, però, alle illusioni,
che se prestate attenzione, potreste benissimo riconoscere.
GEMELLI
E’ preferibile agire con la massima prudenza sulla base di dati di fatto e non di chiacchiere
di dubbia attendibilità. Plutone veglia sulla vostra capacità di dare giudizi sereni, ma giusti. In amore, se
non siete soddisfatti, una breve assenza farà più delle parole, che potrebbero essere fraintese. Negli
acquisti, invece, siate selettivi, ma concedetevi qualche lusso.
CANCRO
Se avete idea di come incidere su una situazione che vi sta a cuore, cominciate a prepararvi per un’azione coraggiosa, capace di liberare il cammino da ogni ostacolo. Avete bisogno, anzitutto,
di prendere coscienza dei veri problemi, che potrebbero rivelarsi più profondi di quanto non sospettiate.
Nell’amore basta forse una maggiore comprensione.
LEONE
Se siete in attesa di novità, sappiate che i cambiamenti in arrivo sono così importanti da
richiedere un’attenta preparazione. Sia l’amore e la famiglia, che il lavoro potranno essere teatro di eventi
che non vi aspettate. Per ora basta saperlo, e stare a guardare. Questo non vuol dire che non dovete fare
niente, ma che non è il caso di sollecitare il destino.
VERGINE
Potete benissimo rinunciare all’essenziale, ma non al superfluo, che un destino generoso
vi pone sotto gli occhi, tentandovi con piccoli acquisti che tanto vi piacciono. Anche nell’amore non vi
mancheranno occasioni per concedervi momenti di intensa gioia, grazie anche a un partner particolarmente affettuoso.
BILANCIA Tenete fede alle vostre convinzioni e vi muoverete con insolita sicurezza, dono gentile di
Saturno, che vi assicurerà la massima precisione. Sia gli acquisti di occasione, sia gli incontri fortunati,
sono per voi a portata di mano: basterà saperli riconoscere . E non vi mancherà neppure un inatteso
entusiasmo per qualcuno o qualcosa di nuovo.
SCORPIONE Non ci sono ostacoli sulla strada che avete intrapreso e potete quindi agire, fidandovi sì
del vostro giudizio, ma tenendo conto, più del solito delle opinioni di chi vi sta vicino. Nell’amore, infatti,
potreste farvi sedurre da un’illusione, che, se osservata meglio, sarete in grado di riconoscere come tale.
Negli affari siate cauti di fronte a eventuali proposte “strane”.
SAGITTARIO
Le novità attese sono proprio dietro l’angolo, ma ancora condizionate da Plutone, che esige una nuova riflessione sulla realtà dei fatti, che sta cambiando. Affrettatevi dunque a
valutare con cura la vostra situazione, chiarendo quello che avete finora trascurato. Solo così, infatti,
anche l’amore potrà riprendere nella vostra vita il posto che gli spetta.
CAPRICORNO
Fidatevi del vostro intuito e avrete successo, sia in amore che sul lavoro, dove
non vi manca certo la capacità di trarvi d’impaccio in situazioni che per altri sarebbero difficili. Se
qualcuno mette in dubbio la vostra buona fede, sarà opportuno allentare il rapporto. Nell’attesa che il
tempo, grande medico, si incarichi di dimostrargli che aveva torto.
ACQUARIO Grazie all’aspetto più che positivo di Giove e di Saturno, potete ora parlare chiaro e
mettere le carte in tavola, se ancora non l’avete fatto. Nei sentimenti, la vostra sincerità è persuasiva:
anche il partner più ritroso sarà conquistato dalla vostra buona fede. Nel lavoro avrete occasione di
accrescere la stima di cui già godete, con una iniziativa concreta.
PESCI Tenete conto della presenza di Marte e Venere nel vostro segno, che vi rendono insolitamente
ottimisti e audaci. Potete perciò affrontare con coraggio qualsiasi impresa, evitando però di creare
conflitti con il partner o nell’ambiente di lavoro. Se si presentasse un “affare” informatevi dettagliatamente
sui particolari e agite solo sulla base di documenti certi.
8
Sabato 9 gennaio 2010
l’Altopiano
www.giornalealtopiano.it
A conclusione del nostro
concorso fotografico
vogliamo ringraziare i
membri della giuria e
tutti coloro che hanno
partecipato.
A presto per una
nuova iniziativa
1° classificato INVERNO - Sergio Dalle Ave - “il rosa”
1° classificato PRIMAVERA - Augusto Rigoni - “sua maestà”
1° classificato AUTUNNO - Augusto Rigoni - “magie autunnali”
1° classificato ESTATE - Antonio Visentin - “cavallette”
(Menzione speciale in ricordo del Maestro
Patrizio Rigoni)
Alessandro Gattolin - “impollinazione”
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