Niger - amnesty :: Rapporto annuale

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Niger - amnesty :: Rapporto annuale
Africa Subsahariana
NIGER
REPUBBLICA DEL NIGER
Capo di stato: Mahamadou Issoufou
Capo del governo: Brigi Rafini
I
l gruppo armato Boko haram ha commesso crimini di diritto internazionale, intensificando il conflitto e determinando un aumento del numero di sfollati interni. Le
autorità hanno proclamato uno stato d’emergenza nella regione di Diffa. Sono stati
effettuati arresti arbitrari di difensori dei diritti umani. Il governo ha imposto restrizioni alla libertà d’espressione. Migliaia di rifugiati sono stati rimandati in Nigeria.
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Rapporto 2015-2016
CONTESTO
Boko haram (che ad aprile ha cambiato nome, autoproclamandosi Provincia occidentale africana dell’organizzazione dello Stato islamico) ha intensificato i propri
attacchi contro i civili, specialmente nella regione sudorientale di Diffa, al confine
con la Nigeria e il lago Ciad. Le sue operazioni hanno provocato sfollamenti e
distruzione, a cui si sono sommate le misure adottate dal governo in risposta agli
attacchi, con effetti devastanti sull’economia della regione e una grave carestia di
cibo. A seguito di un tentativo di colpo di stato a dicembre, nove soldati sono stati
arrestati e sarebbero stati processati da un tribunale militare.
CONFLITTO ARMATO
Boko haram ha compiuto oltre 20 attacchi contro obiettivi civili e postazioni militari
nella regione di Diffa, uccidendo almeno 190 civili e 60 membri delle forze di sicurezza.
Ad aprile, membri di Boko haram hanno attaccato l’isola di Karamga, circondandola con le barche durante la notte e sparando e uccidendo 28 civili e 46 soldati.
Ulteriori attacchi sono stati sferrati nella regione di Diffa, tra giugno e dicembre,
compresi attentati suicidi.
Le forze di sicurezza hanno effettuato attacchi di rappresaglia e arrestato oltre
un migliaio di persone. A febbraio, l’esercito nigerino ha bombardato un convoglio
di camion che trasportavano pesce affumicato verso la Nigeria, un traffico che
era stato vietato dallo stato d’emergenza, in quanto si riteneva servisse in realtà a
procurare cibo e finanziamenti a Boko haram.
A febbraio, almeno 36 civili sono stati uccisi nel villaggio di Abadam-Niger, al
confine con la Nigeria, quando un aereo militare non identificato ha bombardato
un rito funebre.
A settembre, l’Ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani (Office of the High
Commissioner for Human Rights – Ohchr) ha espresso preoccupazione per gli attacchi contro i civili compiuti sia da Boko haram sia dall’esercito nigerino.
SICUREZZA E DIRITTI UMANI
L’impatto delle violazioni compiute dai gruppi armati è stato aggravato dalla risposta dello stato, in particolare a causa degli sfollamenti forzati e delle limitazioni
alla libertà di movimento.
A febbraio, il governo ha decretato uno stato d’emergenza nell’intera regione di
Diffa. Questo è stato rinnovato per tre mesi a maggio e ripristinato a ottobre. Lo
stato d’emergenza vietava la circolazione dei veicoli a due ruote o immatricolati in
Nigeria, oltre che la vendita di pepe e pesce. A luglio, in seguito agli attentati suicidi
che avevano visto il coinvolgimento di donne che indossavano il burqa, le autorità
hanno vietato d’indossare il velo tradizionale integrale. A luglio, un imam che aveva
protestato contro questa misura è stato detenuto senza accusa per due giorni.
Secondo l’Ohchr, i ministeri dell’Interno e della Difesa avevano esercitato interferenze sul lavoro della magistratura, facendo riarrestare alcuni sospetti affiliati di
Boko haram che erano stati prosciolti per mancanza di prove. Gli stessi dicasteri
si sono rifiutati di condurre indagini sulle accuse di tortura e altri maltrattamenti
da parte dell’esercito, sostenendo che ciò avrebbe potuto demoralizzare le truppe.
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Africa Subsahariana
L’Ohchr ha inoltre espresso preoccupazione per l’arresto, a luglio, di 40 minori
nella regione di Diffa e per la loro detenzione nei penitenziari di Koutoukale e
Kollo, prima del loro trasferimento nella sezione minorile del carcere di Niamey.
LIBERTÀ D’ESPRESSIONE
La libertà d’espressione è stata fortemente limitata, talvolta in nome della sicurezza nazionale. A giugno, due quotidiani, L’Actualité e L’Opinion, sono stati messi
al bando per un intero mese per “aver violato la deontologia della professione
giornalistica”. L’autorità superiore per le comunicazioni non ha fornito altre informazioni riguardo al provvedimento.
A maggio, Moussa Tchangari, segretario generale di Spazi alternativi dei cittadini,
è stato arrestato mentre trasportava generi alimentari per rifornire otto capi villaggio
della regione di Diffa, i quali erano stati arrestati per “mancata cooperazione con le
autorità nella lotta contro Boko haram”. La sua organizzazione aveva criticato il governo per non aver provveduto a proteggere i diritti umani in previsione degli attacchi
di Boko haram. È stato rilasciato in libertà provvisoria dopo 10 giorni1.
A maggio, Nouhou Azirka, presidente del Movimento per la protezione della cittadinanza responsabile, è stato trattenuto in custodia di polizia per “aver messo a
repentaglio la difesa della nazione”. Aveva dichiarato in un’intervista alla televisione che i soldati nella regione di Diffa si erano lamentati per le carenti condizioni
di lavoro. È stato rilasciato in libertà provvisoria quattro giorni dopo2.
A novembre, cinque giornalisti, tra cui Souleymane Salha, del settimanale Le
Courrier, sono stati arrestati. Salha è stato rilasciato senza accusa dopo 10 giorni.
SFOLLATI INTERNI E RIFUGIATI
Il numero dei rifugiati e degli sfollati interni è aumentato in maniera esponenziale,
aggravando la già difficile situazione umanitaria, in particolare nel sud. A fine anno,
il Niger accoglieva oltre 115.000 persone sfollate in seguito ai conflitti in corso in
Nigeria, Libia e Mali, e più di 100.000 sfollati interni ed emigranti rientrati nel paese.
Ad aprile, il governatore di Diffa ha ordinato l’evacuazione delle isole del lago Ciad,
in seguito a un attacco sferrato da Boko haram. Almeno 14 persone sono morte per
la fame, la sete e le alte temperature patite durante la lunga marcia verso il campo
di N’guigmi. Secondo le notizie riportate, i soldati di stanza avevano impedito che
fossero trasportate al campo dai portatori locali e, quando finalmente erano riuscite
ad arrivare, mancavano i beni di prima necessità, come acqua e cibo.
A gennaio e maggio, l’esercito ha rimandato indietro con la forza in Nigeria migliaia di rifugiati, accusandoli di attirare gli attacchi di Boko haram nell’area.
CONDIZIONI CARCERARIE
Le carceri sono rimaste gravemente sovraffollate. Gruppi della società civile hanno riferito che a fine 2014 il carcere civile di Niamey ospitava 1.000 reclusi, a
fronte di una capacità massima di appena 350 persone.
1
Niger: The fight against Boko Haram must not serve as an excuse to violate freedom of expression (news, 19 maggio); Human
rights defenders held without charge (AFR 43/1716/2015).
2
Urgent Action, Human rights defenders held without charge (AFR 43/1716/2015).
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