squilla dicembre 2011 - CP Madonna del Pilastrello

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squilla dicembre 2011 - CP Madonna del Pilastrello
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Mensile della Parrocchia SS. Nazaro e Celso
Bresso
Buon Natale
Anno LXXXII - Numero 12 - Dicembre 2011
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CARTOLERIA • GIOCATTOLI
ARTICOLI RELIGIOSI • GIOCHI PIRICI
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la parola del parroco
La grande scuola della benedizione delle famiglie
Come far ringiovanire i preti
saprà essere rispettoso delle fedi e delle
convinzioni di ciascuno”. In anni di sacerdozio, pochissime sono state le risposte
scortesi. E quando ci sono non ci scoraggiano mai.
Ma una cosa notiamo, oggi. In diversi
giovani nuclei famigliari, italianissimi,
cogliamo un imbarazzo non davanti alle
nostre persone, ma a ciò che ricordiamo
con la nostra presenza. Un imbarazzo che
non nasce dal fastidio della visita di noi
inaspettati ospiti d’un momento, ma
dalla distanza della vita quotidiana dai
segni della fede in Gesù, e che si esprime
nella mancanza di linguaggi per quell’occasione: “Cosa dobbiamo fare... ah, sì,
preghiamo... devo leggere qualcosa?…
faccia lei…”. Un imbarazzo che, quando
si incontra con lo sguardo di un altro
membro della famiglia, diventa il sorriso
simpatico del monello colto in castagna.
Un imbarazzo che si stempera, se il prete
vede una foto o un gadget dei colori di
una squadra di calcio e piazza lì una battutina.
Questo imbarazzo ci parla di una generazione che non ha il cristianesimo come
lingua madre, pur non essendogli contraria. Ci parla della necessità di una cultura, di un’arte, di gesti comuni comprensibili oggi che sappiano dire “Dio” a questi
figli del secolo XXI. Ci parla della necessità di laici giovani, molto cristiani e per
nulla clericali, capaci di intrecciare simpatie e tratti di storia comune con questa
generazione che non è “naturalmente”
cristiana. Ci parla del Vangelo per cui,
anche oggi, “la messe è molta, gli operai
sono pochi”. Uscendo dai palazzi coi
chierichetti schiamazzanti, pensiamo che
davvero la benedizione delle famiglie è
una grande scuola per ringiovanire noi
preti
I vostri preti
l freddo pungente, con la nebbia delle
sere del tardo autunno, sembra attutire ogni cosa intorno a noi e ai chierichetti che ci accompagnano. I 40 giorni di
benedizioni natalizie in realtà risvegliano
in noi preti una giovinezza interiore che è
una vera grazia. Una vera scuola di vita.
C’è generalmente una accoglienza aperta, sincera, fiduciosa. “Oh, venga, la
aspettavamo!”. Nei sorrisi di chi apre la
porta di casa vediamo la forza mite della
tradizione, che lungo i secoli ha creato
fiducia reciproca tra la Chiesa e la nostra
gente. Il prete ha la percezione di essere
atteso per un gesto non scontato. E oggi
più di qualche decennio fa. Ci accorgiamo che c’è un’attesa, magari indistinta,
ma un’attesa. L’attesa di una parola, dell’ascolto di una pena o di una gioia, di
una gratuita relazione: allusione
all’Attesa di un Altro ben più Grande e
ben più Buono. Così ci si apre naturalmente alla preghiera e alla benedizione.
È palpabile tutto ciò, e consolante: c’è un
capitale di fiducia che attende di essere
accolto. Lo Spirito di Dio è sempre all’opera.
In questo panorama, ma non come una
nota stonata, appaiono i segni del nostro
tempo, inediti rispetto a un passato
recente. Li ha ben tratteggiati il nostro
Vescovo, il Card. Scola, nella sua lettera
che consegniamo alle famiglie: “Anche
in Lombardia sono presenti uomini e
donne di molte nazionalità diverse,
appartenenti a diverse religioni. Inoltre
non pochi si dichiarano agnostici, né
mancano quanti si dichiarano atei. Anche
le porte delle loro case sentiranno il
tocco del sacerdote che accetterà con
semplicità di cuore sia di essere accolto,
sia di essere ignorato, sia di essere cortesemente invitato a non entrare, sia di
essere respinto come non gradito. Egli
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la nostra comunità
Riposano in Cristo
Rinati al fonte battesimale
DE VECCHI Elio di anni 78
STEVANO Severina di anni 83
BRIOSCHI Rosa di anni 92
PEDULLÀ Rocco Vincenzo di anni 71
VERGANI Battista di anni 72
SOLDO Gabriella di anni 78
BONFANTI Viola Maria
BOSCARIOL Martina
CHENI Ilaria
GHEZZI Elisa
PESENTI Emma
SONCINI Roberto
Sposati nel Signore
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Legati del mese di dicembre
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Famiglie CAVENAGO e FUMAGALLI
BRAMBILLA Giulio
DONZELLI Alfonso e COMI Ester
BRAMBILLA PISONI Isa e CONTI Gianluigi
MAZZOLA Silvio e Claudina
CAVENAGO Giuseppina, Federico e suor Federica
DONZELLI Adele e Lodovico
GIUSSANI Luigi e RISI Giulia
BRAMBILLA Agostino e ALZATI Giustina e Giuseppina
ANNONI Paolo
Famiglia BRASCA
BRAMBILLA PISONI Carletto e LOVATI Giuseppina
SAVINI Ambrogio e Giuseppina
Per verificare il calendario 2012 dei legati in suffragio dei defunti
il Parroco chiede ai parenti
- qualora non l’avessero già fatto gli scorsi anni di passare in Segreteria Parrocchiale (lun-ven h. 17.30-19).
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notiziario
Gesti semplici e buoni che fanno storia
Novembre è un tempo tra i più densi dell’anno sociale, scolastico e pastorale.
Grandi manovre in questo periodo caratterizzato dalle iniziative d’Avvento, manovre che hanno coinvolto molte persone. Bello citarne due.
La prima: la benedizione delle famiglie, in casa o in chiesa. Decine di uomini,
donne e ragazzi si sono avvicendati nello stampare, imbustare, consegnare casa
per casa e accompagnare i sacerdoti nella benedizione. Migliaia nell’aprire la
porta e accogliere questo segno “che esprime la vicinanza del Dio fatto bambino”, come ricorda il Cardinal Scola nel suo bel messaggio. Diverse centinaia in
chiesa per ricevere la benedizione insieme, come una sola famiglia.
La seconda: la colletta del banco alimentare. Molti i volontari il 26 novembre (in
Italia più di 120.000!) che, alle porte dei supermercati, hanno raccolto viveri per le
famiglie in difficoltà; molti di più i bressesi che hanno fatto una spesa allargata
“perché, facendo la spesa per chi è nel bisogno, si ridesti tutta la nostra persona”, come dicevano le Dieci righe che pubblicizzavano l’iniziativa.
Due gesti che non finiscono sugli schermi; e davvero poco male. Ma finiscono
dritti dritti nel cuore di tanta gente e nel cuore pulsante della storia del nostro
paese, che ha la straordinaria risorsa di una ricchissima società civile ed ecclesiale. Davvero gesti semplici e buoni che fanno storia.
Il libretto dei canti: per cantare. Insieme.
Azzurro cielo, leggero, chiaro: è il nuovo libretto dei canti che in Avvento i cristiani bressesi hanno trovato sulle panche delle chiese della città. Primo di quattro
volumetti, secondo le scansioni dell’anno liturgico ambrosiano, è il frutto di un
lavoro di anni fra le tre Parrocchie, voluto pazientemente dai nostri preti e saggiamente vagliato da competenti responsabili della pastorale liturgica delle nostre
comunità. Voci-guida, organisti, maestri di coro e cantori sono stati coinvolti nella
sua presentazione, nella formazione e nelle prove per il suo buon utilizzo. Ora è
nelle mani dell’assemblea. Un libretto dei canti è fatto per cantare. Cioè per esprimere insieme l’affidarsi fiducioso, la riconoscenza e lo stupore di essere abbracciati da Dio: e cosa meglio del canto può farlo? L’invito per tutti è: provalo con la
tua voce.
La benedizione delle famiglie e i bambini
I nostri preti già hanno scritto della benedizione delle famiglie, ma una cosa
vogliamo aggiungere qui: il coinvolgimento dei bambini. Il più diretto è quello dei
chierichetti che accompagnano i nostri preti. Condividono le scale e gli ascensori,
i campanelli..e il freddo: ma anche l’ascolto di storie di gioia e di dolore che i
nostri preti raccolgono. Al ritorno commentano: “Ma quanti hanno perso il lavoro!” “Hai visto com’era contento quel papà con in braccio il suo primo bambino!”. Una scuola di vita anche per loro.
E poi i bimbi delle famiglie incontrate: i più piccoli si stringono intorno alla
mamma o alla nonna (i genitori spesso sono ancora al lavoro), oppure scappano,
impressionati dal nero della veste del prete. I più arditi fanno domande: “Chi
sei?” “Sono il prete che viene a dirvi: arriva Natale!” “Ma allora sei Babbo
Natale: portami il cicciobello che cammina!”. Una meraviglia!
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notiziario
Le 16 coppie del percorso
verso il matrimonio
cristiano dell’autunno 2011
Colori per la Famiglia
A sostegno del Fondo Famiglia-Lavoro e del Fondo Adotta una
famiglia di Bresso, la Caritas e le Acli organizzano nei locali del
Centro di ascolto (via Isimbardi, 28) una mostra di pastelli e disegni del giornalista Silvio Mengotto.
Il ricavato della vendita dei pastelli verrà versato al Fondo
Famiglia e Lavoro e Fondo Adotta una Famiglia.
La mostra sarà aperta dal 16 dicembre al 24 dicembre con il
seguente orario:
Nei giorni 16, 17, 22, 23, 24: ore 16.30-20
Domenica 18: ore 9-12.30 e ore 16.30-20
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notiziario
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notiziario
Gruppo parrocchiale Terza Età
Programma attività mese di Dicembre
Giovedì 1:
7-8-9-10-11 :
Giovedì 8:
Sabato 15:
Giovedì 22:
Ore
15 Festa di compleanno
Presso le ACLI: Mostra dei Lavori Terza età Pro Missioni
Ore 15,30 in Chiesa: Rosario a cui seguirà
l’omaggio alla Castela
Ore
15 Ricreativo. In...canto: Auguri e canti di Natale
Ore
15 Tombolata di Natale
*****-------------------------------------*****
A tutti l’augurio di un Santo Natale di gioia e di un Nuovo Anno
che porti pace nei cuori per diffonderla nel mondo.
Presso le Acli:
6-7-8
MOSTRA
STRAORDINARIA
DI LAVORI
ARTIGIANALI
di maglia, taglio e
cucito
a cura delle nostre mamme
e nonne
Il nostro contributo
al servizio dei più deboli
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commissione affari economici
Situazione economica
a cura della Commissione per gli affari economici
1) Strutture Parrocchiali
a debito novembre 2011
La Ca’- manutenzione gronde
casa parrocchiale
€
AEI- Perego - impianto campane (rate 1-3) €
4.315,08
9.709,32
Offerte novembre 2011
Una parrocchiana, per i restauri
Dal gruppo vedove
NN
Ricordando il proprio nipote
Per grazia ricevuta
3.000,00
150,00
50,00
60,00
50,00
€
€
€
€
€
Errata corrige: nello scorso mese gli Alpini di Bresso hanno offerto alla
Parrocchia € 400,00 e non 10,00 come erroneamente stampato
2) Mutuo Credito Sportivo - Roma (fino al 2013)
Debito residuo in linea capitale
€ 51.404,31
Emergenza riscaldamento oratorio
Una brutta sorpresa, proprio all’inizio della stagione fredda: l’impianto di
riscaldamento dell’oratorio non ce la fa più. Ciò che sembrava un semplice problema ad una tubazione, ad una
verifica si è mostrato molto più grave. Le condutture
della parte est dell’oratorio (bar e aula Stefano e - al
piano superiore- cappella e due aule) è definitivamente ammalorata ed è al gelo.
Prontamente sentiti due esperti del settore, il
Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia
ha esaminato le diverse proposte. È emersa una
sola possibile soluzione: la sostituzione dell’impiantistica vecchia con un nuovo impianto esterno. I
costi non sono ancora precisati, ma non è difficile
immaginare che siano intorno a qualche decina di
migliaia di euro.
Sappiamo che l’intero stabile ha bisogno di interventi, ma oggi non siamo in
grado di fare di più; le casse della parrocchia sono esauste, dopo il grande
sforzo circa il campo sportivo. E oggi, occorre ridare piena agibilità alla vita
dell’oratorio che, grazie a Dio, è molto vivace. Siamo qui a chiedere ancora una
volta alla nostra gente: l’emergenza va prontamente risolta, siate generosi.
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vita parrocchiale
Dono del cardinale Tettamanzi
Il nuovo Evangeliario ambrosiano,
la Bellezza nella Parola
Il libro liturgico più solenne si riveste dei colori della contemporaneità.
Le tavole originali sono in mostra a Milano,
e da Natale una copia sarà presente in tutte le comunità della diocesi
di Luca Frigerio
unico grande desiderio della
mia vita è quello di donare il
Vangelo. Perché il Vangelo è
vita, è salvezza, è annuncio e realizzazione di gioia». Una professione più
volte ripetuta, in questi anni, dal cardinale Dionigi Tettamanzi. E non stupisce allora che, come simbolico
compimento del suo ministero episcopale, l’arcivescovo emerito di
Milano abbia voluto donare alla sua
Chiesa proprio un nuovo Evangeliario
ambrosiano. “Nuovo” perché basato
sulla nuova traduzione liturgica
approvata dalla Conferenza episcopale italiana. “Nuovo” nella scelta delle
letture evangeliche, selezionate
secondo la recente riforma del rito
ambrosiano, confluita nel nuovo
Lezionario. “Nuovo”, infine, per il
desiderio di essere segno evidente
della piena appartenenza della Chiesa
al mondo di oggi.
L’evangeliario è il libro liturgico più
solenne, raccogliendo i quattro
Vangeli e assumendo il suo pieno
significato proprio all’interno del rito
celebrato dalla comunità dei fedeli.
Fedeli che fanno esperienza della
pagina evangelica non solo attraverso
la Parola, ma anche per mezzo delle
immagini, capaci di evocare il
Mistero. Per questo fin dai più antichi
esemplari, risalenti al VI secolo, il
testo degli evangeliari appare corredato da un ricco apparato iconografico, che non è soltanto preziosa decorazione, ma che diventa espressiva
«L’
narrazione figurata della vita di Cristo,
arrivando a rivestire quindi un
profondo valore teologico.
La Diocesi di Milano può vantare
alcuni evangeliari che, per le loro
splendide coperture come per le
mirabili figure miniate, sono considerati autentici capolavori d’arte sacra,
ciascuno di essi testimone di un particolare periodo storico della Chiesa
ambrosiana.
Questo nuovo Evangeliario va dunque ad inserirsi di diritto in una millenaria quanto illustre tradizione. Una
tradizione che, come ricorda lo stesso
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vita parrocchiale
da apposite visite guidate (per informazioni, www.evangeliarioambrosiano.it – tel. 347.8893303).
La rassegna, presenta inoltre, per la
prima volta insieme, anche manufatti
d’arte antica di eccezionale e preziosi
codici e manoscritti, e anche il libro
che è stato posto sulla bara di
Giovanni Paolo II il giorno delle sue
esequie.
Il nuovo Evangeliario, verrà dunque
distribuito in queste settimane alle
parrocchie della diocesi, in modo da
permettere il suo uso a partire dalla
Messa della notte di Natale. Le nostre
comunità, così, riceveranno tra mano
non solo un libro di grande pregio
artistico, ma soprattutto uno straordinario oggetto liturgico che, nelle
Messe delle Feste e delle Solennità,
come anche in tante altre celebrazioni, potrà aiutare maggiormente a riconoscere nella proclamazione liturgica
la presenza vivente del Signore che
parla al suo popolo.
arcivescovo emerito, significa innanzitutto la trasmissione autorevole del
Vangelo, e che in quanto tale «non è
mai semplicemente opera di un singolo (artista o grafico per il libro, martire o santo per la realtà), ma è sempre impresa di un popolo, del popolo
di Dio».
Un’apposita commissione ha avuto
l’incarico di individuare le modalità
per riproporre l’originario legame tra
immagine e Parola attraverso un linguaggio attuale. Sei gli autori individuati (Chiaramonte, De Maria,
Paladino, Samorì, Spalletti, Villa), di
generazioni e di sensibilità diverse,
ma tutti impegnati in un confronto
continuo con la Parola di Dio sotto la
guida di biblisti e liturgisti, in una
reciproca crescita culturale e spirituale. Ne è scaturito un lavoro di altissimo profilo, destinato ad andare ben
oltre i confini del mondo ecclesiale.
Perché, come afferma ancora il
Cardinale, «desidero consegnare il
Vangelo come il tesoro più prezioso:
un libro da leggere col cuore, da
venerare con affetto, perché è Cristo
stesso, il Verbo di Dio».
L’opera si compone di quasi 500 pagine e contiene 73 tavole artistiche:
l’originale sarà custodito nel Duomo
di Milano, mentre una copia a stampa
sarà donata a tutte le parrocchie e alle
cappellanie della diocesi (e alle parrocchie extradiocesane di rito ambrosiano), per un totale di circa 1600
esemplari, quale dono del cardinale
Tettamanzi.
Ma prima di essere rilegate in forma
di volume, le tavole originali che
compongono il nuovo Evangeliario
ambrosiano possono essere ammirate, fino al prossimo 11 dicembre,
nelle sale di Palazzo Reale a Milano,
nell’ambito della mostra: La bellezza
nella Parola . Un’occasione unica,
favorita anche dall’ingresso gratuito e
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colori dell’oratorio
Alcuni giovani dei nostri oratori hanno animato la celebrazione in carcere
Una Messa a San Vittore
con occhi pieni di Speranza
di Caterina Martini
ravamo una ventina, domenica
20 novembre, al carcere di San
Vittore. Una ventina di giovani,
dai diciotto anni in su, che decidono
di passare la mattinata fra i detenuti
del penitenziario di Milano. L’idea:
animare con il canto due Messe con
i carcerati, una celebrata con gli
uomini e l’altra con le donne. Siamo
arrivati davanti a San Vittore verso le
otto del mattino, infreddoliti e assonnati, e gli uomini della polizia penitenziaria, dopo averci ritirato carte
d’identità e cellulari, ci hanno fatto
entrare annunciandoci come “quelli
del coro”. Incuriositi e un po’ timorosi, siamo entrati e presto ci siamo
ritrovati al centro del carcere, nel
punto in cui confluiscono i vari
“raggi” dove sono rinchiusi i detenuti. Proprio in quel punto c’era l’altare. E lì è stata celebrata la prima
Messa. Gli uomini detenuti vi potevano partecipare, stando però dietro
le sbarre.
Durante il suo svolgersi, don
Alberto, il cappellano del carcere, ha
parlato della Speranza, quella che
viene da Dio, quella che guida le
altre due virtù teologali, la Fede e la
Carità, e rende continuamente nuova
la vita dell’uomo, anche quando
sembra monotona, anche quando si
è costretti a stare in isolamento per
mesi. “Dio – ha affermato don
Alberto – concede all’uomo mille
volte di più di quello che gli si chiede; se si chiede a Dio la libertà dalle
mura del carcere, egli concederà la
libertà nel cuore, che vale molto di
più”. I carcerati guardavano quel
E
prete, alcuni parlavano con il vicino,
altri salutavano con la mano i compagni di un altro raggio, altri ancora
guardavano incuriositi noi del coro.
Eppure erano lì, gli occhi pieni di
quella Speranza. Terminata la
Messa, dopo una rapida colazione,
eccoci al piano delle donne, passando davanti alle loro minuscole celle,
che avevano la porta aperta per dare
la possibilità di recarsi alla cappella
per la celebrazione.
Durante la Messa, le donne, molte
delle quali ancora ragazze, si facevano coraggio a vicenda, alcune si
vedeva chiaramente che erano felici
di essere lì con noi, altre ridevano e
scherzavano con don Alberto; ma
tutte avevano uno sguardo pieno di
gratitudine nei confronti di quel
prete e del nostro “coro”.
Questa esperienza ci ha messo in
contatto con una realtà nuova, diversa; ci ha mostrato che le dinamiche
del cuore non cambiano all’interno
delle mura di un carcere.
Noi, domenica, siamo stati per loro
un chiaro segno della presenza di
Dio, così come quelle donne e quegli
uomini lo sono stati per noi. Nei loro
occhi infatti si concretizzavano le
parole del Vangelo di Matteo, in cui
Gesù si rivolge ai discepoli dicendo:
“Ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete
dato da bere, ero forestiero e mi
avete ospitato, nudo e mi avete
vestito, malato e mi avete visitato,
carcerato e siete venuti a trovarmi”.
Dietro i loro volti, si celava il volto
stesso di Dio.
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colori dell’oratorio
Grandi momenti per le famiglie dei ragazzi dell’oratorio
I ritiri d’Avvento
Ogni fascia d’età dei nostri ragazzi e delle loro famiglie ha vissuto anche quest’anno i ritiri d’Avvento, nonostante le condizioni dell’oratorio, al freddo per
metà delle sue aule.
Nelle foto: a Messa in parrocchia e nei momenti di gruppo in oratorio.
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gruppi, associazioni, movimenti
Se ami la vita, la vita ricambia il tuo amore
Cento giorni d’amore
per mamma e papà
Tratto da “Sì alla vita”, mensile del Movimento per la Vita
e abbiamo fatte venire al
mondo perché assaporassero la
vita. Lo sapevamo, siamo felici
così”. Matteo, il papà delle gemelle siamesi con un cuore e un fegato solo e in
comune una parte degli intestini, ha
commentato così la morte di Rebecca e
Lucia a soli 99 giorni di età. Vicino a lui,
la moglie Cecilia e il figlio maggiore, tre
anni (ce n’è anche un altro, di un anno
soltanto). Forse un trapianto difficilissimo, da fare quando, insieme, fossero
arrivate a quattro chili di peso, avrebbe
potuto salvarle. Non c’è stato il tempo.
In fondo, non importa: “I figli sono sempre un dono, l’esperienza ci ha forgiati.
Siamo in pace”.
No, quelle piccole non sono morte, quei
genitori non le hanno perdute: vivono in
un’altra dimensione nella santità della
loro innocenza e nel martirio della loro
inconsapevole testimonianza e in quella,
consapevole, dei genitori. Fortunati loro
e le bambine – non è un assurdo – in una
tragedia in cui a vincere è stata la vita.
Proprio il quotidiano romano che più
“laico” non si può e che difende a spada
tratta il “diritto” di abortire e, per altre
situazioni, quello di morire, ha distribuito a centinaia di migliaia di lettori quel
“Felici di averle avute” mentre il maggior quotidiano italiano ha raccolto e
rilanciato, alla morte di quei due angeli,
il secondo mesto sorriso di mamma e
papà: “Sono state un dono”.
Involontariamente i giornali hanno condotto una campagna per la vita che mai
ci si sarebbe aspettata e che certamente
lascerà un segno.
“Tutti i figli sono un dono meraviglioso
anche quando hanno dei problemi. I
“L
genitori che vivono situazioni difficili
davanti a una diagnosi prenatale non
positiva devono saperlo”. E ancora:
“Ringraziamo le nostre bambine che,
pur nella loro breve vita, ci hanno permesso di vivere un’esperienza faticosa,
ma bella, che ci ha forgiati e rafforzati.
Ora che le piccole non ci sono più, noi
viviamo un momento di pace, perché
sappiamo di aver dato loro tutto quello
che era nelle nostre possibilità. Abbiamo
accettato di farle nascere anche se la
loro vita era compromessa dal principio.
Abbiamo cercato per loro la migliore
accoglienza sia professionale che
umana. Siamo rimasti accanto a loro
dando il massimo di noi stessi. Per questo oggi siamo in pace”. È questa, per
Cecilia e Matteo, la “morale” dell’esperienza unica ed estrema che hanno vissuto. Il loro è un messaggio forte e chiaro: un messaggio antiabortista. D’altro
canto i giovani sposi, già genitori di due
bambini di uno e tre anni, sono ferventi
attivisti dell’associazione Papa Giovanni
XXIII, associazione da sempre in prima
linea nella battaglia contro l’aborto.
Ricordiamo anche le parole dei genitori
al momento della nascita: “Piccole così e
dentro la pancia o alte un metro, per noi
non cambia nulla. Sono come gli altri
due figli, non è una questione di religione e non c’è stato nulla da scegliere. Era
ovvio che saremmo andati fino in fondo.
No, non è una scelta di fede”.
È vero: bastano la ragione, l’umanità, il
senso dell’altro, l’etica naturale. La fede
aggiunge soltanto qualcosa d’importante: riempie ogni momento, quale che sia,
della vita di quel trascendente, che dà
valore a ogni cosa e a ogni momento.
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approfondiamo
La sfida che viene dalla crisi
Più Europa per Eurolandia
di Luigino Bruni
l governo Monti sta muovendo i
suoi primi passi, e li sta muovendo tra Roma e l’Europa, la sola
direzione giusta e necessaria. La crisi,
anche quella italiana, va affrontata
rilanciando un grande progetto europeo, molto più ambizioso della sola
comunità economica fondata, poco
saldamente, sull’euro: senza politica
le monete e le economie sono troppo
fragili, soprattutto nell’era della globalizzazione. L’epicentro di questa
crisi finanziaria ed economica sono
stati gli Usa e uno stile di vita fondato
sul debito al consumo e sulla finanza
creativa, è bene ricordarlo ogni tanto;
ma l’onda anomala che è poi arrivata
sulle coste europee ha trovato istituzioni troppo fragili che rischiano di
essere spazzate via, comprese quelle
francesi e tedesche, come dicono i
recenti segnali provenienti dai mercati.
L’Europa è chiamata, ora e presto, a
un salto di scala, a dar vita a un
nuovo patto politico europeo, salda-
I
mente ancorato al principio di sussidiarietà, uno dei pilastri dell’Unione
Europea. Senza questa rapida evoluzione politica e non più burocratica, i
singoli Paesi non riescono e non riusciranno a essere all’altezza delle
nuove sfide economiche, finanziarie e
politiche.
Alla nascita della modernità le città
italiane erano il centro della vita culturale, economica e politica del
mondo. Firenze, Venezia, Genova
erano i gangli vitali della prima stagione dell’economia di mercato,
attorno alle quali si erano costruiti dei
veri e propri patrimoni finanziari e
politici. Geni come Machiavelli,
Leonardo, Michelangelo, Pacioli furono i frutti più maturi di quella civiltà
capace di innovazione e creatività ancora oggi in larga parte insuperate. La
scoperta del Nuovo Mondo fu un
primo trauma per quella civiltà cittadina, e il momento del suo apice, il
Cinquecento, fu anche l’inizio del suo
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approfondiamo
declino. Un elemento cruciale del tramonto della cultura e dell’economia
italiana fu la miopia dei governi di
quelle città, che non capirono che
sebbene ognuna fosse in sé grande e
grandissima, nessuna però lo era
abbastanza per tenere, da sola, il
passo con le nuove potenze commerciali e politiche che si affacciavano
sulle Americhe e sulle Indie. La storia
vera si fa anche con i “se”: oggi infatti possiamo dire che “se” quelle
straordinarie città avessero trovato
una via all’unità politica con un nuovo
patto, rinunciando ciascuna a qualche
fetta di sovranità e di orgoglio nazionale, probabilmente la storia e il peso
economico, culturale e politico
dell’Italia sarebbero stati diversi.
La Germania, la Francia, l’Inghilterra,
l’Italia sono oggi in una situazione
non sostanzialmente dissimile a quella nella quale si trovarono quelle città
italiane all’alba della modernità. E da
questo punto di vista (economico e
culturale) la similitudine tra i
nostri Paesi e le città italiane è
oggi più stringente di quanto
non lo fosse negli anni Cinquanta, quando era meno evidente che stavano sorgendo
all’orizzonte nuove superpotenze
(Cina,
India,
Brasile...). Se i Paesi europei,
dalla grande forza economica,
politica, commerciale, e dal
grande orgoglio nazionale,
non saranno capaci di perdere
qualcosa della propria autonomia per immaginare una
nuova stagione europea
veramente politica, in linea
con i grandi ideali dei Padri
fondatori, il tramonto economico, culturale e politico
credo arriverà presto. Per evitarlo occorrono interventi
coraggiosi, urgenti e di vasta
portata. Innanzitutto, lo stiamo ripetendo da tempo, occorre dar vita a
una vera banca centrale forte e con
strumenti capaci di reggere le pressioni alle quali è sottoposta una
moneta importante come l’euro. Ma
perché ciò sia possibile e funzioni è
necessario un cambiamento di rotta
nella politica e nella cultura europee.
Le rivoluzioni a metà sono peggiori
dello status quo: un’Eurolandia senza
Europa non ha futuro né presente. E,
ieri come oggi, le energie per compiere questo passo verso un nuovo patto
europeo si debbono trovare prima di
tutto nei cittadini, nella gente, nei loro
desideri e nella loro voglia di futuro, e
nelle loro virtù civili, e anche nella
loro capacità di sacrificio. Perché,
come scriveva a metà Settecento l’economista napoletano Antonio
Genovesi, «lo Stato migliore non è
quello dove sono le leggi migliori, ma
quello dove sono gli uomini migliori».
Tratto da Avvenire 24 novembre 2011
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civica
Per essere volontari non occorre un impegno a vita
Grande Possibile Microiauto
La Consulta del Volontariato lancia “Volontari per un’ora”.
di Anita Cattania, Presidente della Consulta del Volontariato di Bresso
i parla sempre di volontari e si
pensa alle grosse Associazioni,
ma oggi io vorrei parlarvi di un
diverso tipo di volontari, che chiamerò “occasionali”: sto parlando di
chi “dà una mano” quando serve, in
quello specifico momento, senza
nemmeno rendersi conto che in quel
modo sta compiendo un atto di
Volontariato. Noi abbiamo paura dell’ignoto, di tutto ciò che non conosciamo, e il Volontariato non lo si
conosce “da fuori”.
A mio avviso, una persona ha paura
ad avvicinarsi al Volontariato per due
motivi essenziali: il primo è la paura
di essere inadeguati, di essere incapaci, di non reggere la fatica o lo stress:
“Ma io non sono capace”, “E se poi
mi fa impressione?”, “E se poi mi
stanco troppo?”.
A chi ha questo tipo di paura, rivelerò
un piccolo segreto: il volontario viene
sempre lasciato libero di decidere in
quale ambito vuole operare: preferisce i bambini perché gli anziani gli
mettono tristezza? Preferisce gli
anziani perché ha curato tanto i genitori e ora ha una specifica preparazione e sensibilità verso di loro?...
Sempre viene tenuto conto della sensibilità del volontario!
Un altro tipo di paura è quella di essere
“risucchiati”
dal
Sistema/Associazione e di non poter
più fare marcia indietro: “Do una
mano e mi prendono anche la
coscia”. Non è così! Nessuno vi fa firmare un impegno a vita!
Ma le mie parole possono non essere
sufficienti a convincervi, e allora, per
questa ragione, la Consulta ha pensa-
S
to di organ i z z a r e
alcuni interventi minimi chiamati
MICROAIUTI,
cioè
aiuti minimi,
per
m i n i m i
bisogni: tempi piccoli per piccoli aiuti,
per piccoli bisogni. Piccoli tempi, perché durano una o al massimo due
ore, e non sono ripetitivi; piccoli aiuti,
perché sono fatti appositamente per
aiutare una singola persona da parte
di un singolo volontario in quella singola occasione.
Cerchiamo di abbinare il volontario
“giusto” a un particolare bisogno.
Al volontario occasionale non serve
essere iscritto a grosse Associazioni o
avere specializzazioni particolari o frequentare corsi specifici, basta solo
un’ora di tempo e la giusta disponibilità d’animo. Certo, alcuni limiti ci
saranno sempre: non posso accompagnare un anziano in ospedale per
una visita se non ho la patente… non
posso andare a leggere il giornale a
un cieco se io stesso leggo a stento;
se si va a fare compagnia a un anziano si devono avere delle buone orecchie (di solito si deve solo ascoltare i
loro racconti)... per accompagnare a
piedi i bambini a scuola, tutti per
mano (Servizio Pedibus), servono soltanto buone gambe e svegliarsi presto al mattino...
Sappiamo bene che se si generalizza,
il “singolo” scompare. E invece noi
vogliamo puntare proprio sui singoli:
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civica
singole persone che necessitano di
un singolo aiuto e che un singolo
volontario potrebbe soddisfare.
Ai primi di ottobre abbiamo lanciato
una raccolta un po’ speciale: una raccolta di segnalazioni di gentilezze, di
favori, di piccoli aiuti sia ricevuti che
fatti. Per ora sono stati raccolti
pochissimi biglietti: da questo fatto si
può trarre la conclusione che la maggior parte delle persone non si rende
nemmeno conto di quanto riceve o di
quanto dà. È per questo che stiamo
lavorando, nella Consulta del
Volontariato: per rendere consapevoli
le persone di quanto fanno e quanto
potrebbero fare. Molto spesso siamo
noi stessi a diminuire il valore di quei
semplici e quotidiani gesti di aiuto
che compiamo o che riceviamo.
Nella società sta avvenendo una trasformazione dei bisogni: non sono
più i bisogni primari e secondari
(scala di Maslow) a dover essere soddisfatti (per es.: dare da mangiare,
dare un tetto, dare da vestirsi…) ma i
bisogni che riguardano l’affettività,
l’amicizia, la relazionalità, tutti bisogni
che una volta erano assolti dalla famiglia (di tipo patriarcale) o dalla comunità.
Non voglio certo dire che non ci siano
più bisogni “economici” (i quali sono,
invece, sempre più in aumento, grazie
alle
“nuove
povertà”), ma per
parlare di questo
non basterebbe un
anno di pubblicazioni
sulla
“Squilla”.
I bisogni a cui mi
riferisco sono generati dalla solitudine
e dall’isolamento:
sto parlando di persone sole che,
anche se vengono
sfamate, vestite e tenute sotto un
tetto (primo e secondo grado dei
bisogni di Maslow), non ricevono più
il supporto dei vicini, magari un po’
invadenti, ma sempre presenti; nessun aiuto dai parenti, che hanno
ormai le loro vite trafelate per la battaglia quotidiana contro la crisi…
Sono questi i bisogni che cerchiamo
di soddisfare attraverso i Microaiuti e
per i quali cerchiamo “Volontari per
un’ora”!
Per concludere, vi esorto ad abbandonare la paura e provare a fare il
PRIMO PASSO che consiste nell’informarsi, nel contattare la Consulta del
Volontariato per fare qualunque
domanda o per risolvere i vostri
dubbi e le vostre perplessità
tel. 342 57.21.300
(lo stesso numero serve anche per
segnalare i “Microbisogni” o per proporsi come volontari).
Informatevi anche presso le
Parrocchie o le Associazioni: ACLI,
Caritas, AVIS, Croce Rossa, Protezione
Civile. La paura deriva dall’ignoranza:
per superarla basta informarsi.
Un amico una volta mi chiese che
cosa potesse fare per aiutare gli altri,
e per ogni cosa che gli proponevo trovava un ostacolo...
Poi, lui stesso si accorse che forse era
solo il tentativo di trovarsi un alibi per
non fare quel benedetto, ma terribilmente
difficile,
primo passo...
Ebbene, fate questo
primo passo e troverete un mondo
che non immaginate neppure, e sarete
voi stessi i primi a
ricevere una soddisfazione che non è
esprimibile
a
parole.
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recensioni
Un buon testo d’Avvento
Ogni cosa alla sua stagione
di P.B.
Another Year
ra che avverto quotidianamente l’incedere della vecchiaia, la memoria mi riporta sovente ai luoghi in cui ho vissuto...” dice l’autore di questo libro, il
monaco Enzo Bianchi, fondatore della
comunità monastica di Bose (Ivrea) e
personalità di primo piano nel mondo
cattolico italiano e non solo (ma lui
non vorrebbe mai essere presentato
così…).
Le sue radici semplici e contadine, ma
tutt’altro che banali, emergono in
questa raccolta di pensieri. I giorni
degli aromi, del focolare, del presepe,
della memoria: sono i quattro capitoli
lungo cui si dipana questo testo, ottimo per il tempo d’Avvento. I giorni,
lungo cui si scandisce una vita segnata dalla presenza provvidente di Dio e
dalla responsabilità dell’uomo. I giorni, segnati dalla sofferenza acuta o
illuminati dalla gioia semplice e
buona. Perché ogni cosa ha la sua
stagione. I giorni: tutti possono custodire una sapienza che, se rintracciata
e vissuta, ci rende uomini lieti e sobri,
capaci di guardare il futuro con speranza.
Enzo Bianchi
Ogni cosa alla sua stagione
Ed. Einaudi
“O
Un altro anno
in famiglia
di L.F.
uattro stagioni nella vita di una
coppia, e di una casa. E del suo
orto. La coppia è quella formata
da Gerry e Tom, felicemente avviati alla
vecchiaia, polo positivo verso il quale
convergono e si confrontano tutte le
altre polarità esistenziali, negative e
deficitarie. Come Mary, che soffre invece per una solitudine non cercata, che ti
casca addosso quasi senza volerlo. Un
“altro anno” è quello che si passa in
modo dolce e costruttivo, senza andare
a rimorchio del passato ma edificando
giorno per giorno un presente che prepara cose costruttive per il futuro.
Con tatto e discrezione, il regista Leigh
segue la storia come un cronista attento al fluire del tempo, al passare dei
mesi, al succedersi di avvenimenti belli
e brutti, nella ricerca di quella felicità
che vuol dire consapevolezza di civiltà
e maturità sociale. Caldo e intenso, problematico e poetico, questo film ha un
forte richiamo al ruolo della famiglia
come motore
della quotidianità. Da vedere
e
meditare,
anche in previsione del prossimo incontro
mondiale delle
famiglie.
Q
Cineforum
giovedì
15 novembre
ore 21
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cineteatro San Giuseppe
Cinema Teatro San Giuseppe
Via Isimbardi, 30 - Bresso - Tel. 02/66 50 24 94
Programma di dicembre
**CINEFORUM
IL CIGNO NERO
Giovedì
*FILM
*FILM
1
ore 21.00
LA PEGGIOR SETTIMANA DELLA MIA VITA
Venerdì
2
Domenica
4
Sabato
3
ore 15.00 – 17.30
BREAKING DAWN
Mercoledì
7
ore 21.00
Giovedì
8
ore 15.00 – 17.30
Venerdì
9
Sabato 10
Domenica 11
**CINEFORUM
ore 15.00 – 17.30
15
ore 21.00
L’ESPLOSIVO PIANO DI BASIL
Giovedì
*FILM
ore 21.00
ANOTHER YEAR
Giovedì
**CINEFORUM
ore 21.00
22
ore 21.00
FINALMENTE LA FELICITÀ
Venerdì
23
ore 21.00
Domenicaì 25
ore 17.30
Lunedì
26
ore 15.00 – 17.30
Venerdì
30
Sabato 31
ore 21.00
Domenica 1 Gennaio
ore 15.00 – 17.30
Lunedì 2 Gennaio
ore 21.00
Il programma potrebbe subire variazioni non dipendenti dalla nostra volontà.
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calendario liturgico
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i numeri della comunità
Orari delle SS. Messe in Bresso
SS. NAZARO E CELSO - feriali: ore 7 (escluso il sabato) - 9 - 17.30
sabato e vigiliari: ore 18.30
festivi: ore 7.30 - 9 - 10.15 - 11.30 - 18
Santuario della Madonna del Pilastrello
feriali, sabato e vigiliari: ore 17.30
festivi: ore 10
SAN CARLO - feriali: ore 7.30 - 8.30 - 18.30
sabato e vigiliari: ore 19
festivi: ore 8.30 - 10 - 11.30 - 19
MADONNA DELLA MISERICORDIA - feriali: ore 17.30
sabato e vigiliari: ore 17.30
festivi: ore 10 - 17.30
Chiesa di San Francesco - feriali: ore 9 (escluso il sabato)
sabato e vigiliari: ore 18.30
festivi: ore 11
Orario Confessioni Parrocchia SS. Nazaro e Celso
feriali:
ore 8.30-9.30
sabato:
ore 16-19
Indirizzo: via Roma, 12 - 20091 Bresso
www.santinazaroecelsobresso.it
e-mail: [email protected]
Telefoni utili
Prevosto - don Angelo Zorloni
02 610 08 82
Orari segreteria parrocchiale: dal lun. al ven. 17,30 - 19
Don Gianfranco Radice
02 610 17 79
Oratorio - don Pierpaolo Zannini
02 610 17 68
Carabinieri
02 610 89 51
Vigili del Fuoco
115
Croce Rossa
02 610 73 68
Ambulanza
118
Servizio di guardia medica
02 34567
Comune
02 614 551
Vigili Urbani
02 614 554 00
Ospedale Bassini
02 6176.1
Acli
02 66 50 10 72
Associazione Centro sociale anziani
02 610 72 36
AVIS
02 614 00 95
Biblioteca Comunale
02 614 55 349
Casa dell’Anziano
02 66 50 30 70
Centro della Famiglia
02 66 50 34 39
Centro di ascolto Caritas
366 4892343
Cinema-Teatro San Giuseppe
02 66 50 24 94
Parrocchia San Carlo
02 614 26 60
Parrocchia Madonna della Misericordia
02 610 09 96
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farmacie di turno
Farmacie di turno - DICEMBRE
(Bresso - Cormano - Cusano)
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
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20
21
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29
30
31
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
Sabato
Domenica
Lunedì
TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21
COMUNALE N. 5 - Bresso
Via Vittorio Veneto, 26
MORETTI - Cusano M.
V.le Matteotti
COMUNALE N. 1 - Bresso
Via Roma, 87
BRUSUGLIO - Cormano
Via V. Veneto, 27
GIUGLIANO - Cusano M.
Via C. Sormani, 89
COMUNALE N. 2 - Bresso
Via A.Strada, 56
DEL CORSO - Cusano M.
P.za Trento e Trieste, 4
FORNASÈ - Cormano
P.za Bernini, 1/A
RIVOLTA - Cormano
Via Caduti della Libertà, 10
COMUNALE N. 4 - Bresso
Via Papa Giovanni XXIII, 43
PALTRINIERI - Cusano M.
Via Cooperazione, 20
SCOTTI - Bresso
Via A. Manzoni, 14
COMUNALE - Cormano
Via Gramsci, 44
BAIO - Bresso
Via Vittorio Veneto, 5/D
COMUNALE N. 3 - Bresso
Via Piave, 26
COMUNALE - Cusano M.
Via Ticino, 5
MODERNA - Bresso
Via Vittorio Veneto, 51
TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21
COMUNALE N. 5 - Bresso
Via Vittorio Veneto, 26
MORETTI - Cusano M.
V.le Matteotti
COMUNALE N. 1 - Bresso
Via Roma, 87
BRUSUGLIO - Cormano
Via V. Veneto, 27
GIUGLIANO - Cusano M.
Via C. Sormani, 89
COMUNALE N. 2 - Bresso
Via A.Strada, 56
DEL CORSO - Cusano M.
P.za Trento e Trieste, 4
FORNASÈ - Cormano
P.za Bernini, 1/A
RIVOLTA - Cormano
Via Caduti della Libertà, 10
COMUNALE N. 4 - Bresso
Via Papa Giovanni XXIII, 43
PALTRINIERI - Cusano M.
Via Cooperazione, 20
SCOTTI - Bresso
Via A. Manzoni, 14
COMUNALE - Cormano
Via Gramsci, 44
BAIO - Bresso
Via Vittorio Veneto, 5/D
COMUNALE N. 3 - Bresso
Via Piave, 26
COMUNALE - Cusano M.
Via Ticino, 5
MODERNA - Bresso
Via Vittorio Veneto, 51
TESTI - Ospitaletto di Cormano Via XXIV Maggio, 21
COMUNALE N. 5 - Bresso
Via Vittorio Veneto, 26
MORETTI - Cusano M.
V.le Matteotti, 2
COMUNALE N. 1 - Bresso
Via Roma, 87
GUARDIA FARMACEUTICA DALLE ORE 19.30 ALLE ORE 8.30 DEL GIORNO SUCCESSIVO
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riceviamo e pubblichiamo
A Bresso non c’è solo il campo a volo
C’è anche un Velodromo!
di Andrea Borassi, Presidente Associazione Sportiva “dateciPista”
o sapevate che a Bresso c’è nientepopodimeno che… un velodromo? È la
pista di ciclismo posta ai suoi confini con Milano, all’interno del Parco Nord,
dopo via Leopardi.
Mai sentito parlare dell’Associazione DateciPista? Mai? Be’, allora è bene che
adesso ne sappiate qualcosa, e dunque ci presentiamo.
Siamo un gruppo di 30 volontari accomunati da una divorante passione: la bicicletta. Ne promuoviamo perciò l’uso a livello amatoriale e non competitivo, organizzando manifestazioni di propaganda ciclistica, in collaborazione con il Parco
Nord.
Il nostro gruppo ha iniziato a operare nel 2005 per consentire agli appassionati
della bicicletta (e in particolare quelle da corsa) di utilizzare l’impianto anche
nelle giornate di sabato e domenica mattina, visto che l’accesso al velodromo
era previsto solo dal lunedì al venerdì, e permettere anche a chi lavora di potersi allenare.
Oltre alle normali turnazioni curate dal Parco Nord, ci siamo attivati per tenere
aperto il velodromo dal tardo pomeriggio all’imbrunire nel periodo estivo (da
aprile a ottobre) nelle giornate di martedì, mercoledì e giovedì.
Questo impegno richiede un rilevante numero di volontari, e noi 30 riusciamo
con grande fatica a coprire tutte le turnazioni in essere a oggi.
Speriamo, perciò, che tra voi lettori ci sia qualcuno che condivida la nostra passione, aderendo come volontario alla nostra Associazione, che vanta l’ingresso
del suo ultimo prestigioso socio, il Sig. Giancarlo Terruzzi di Sesto San Giovanni,
storica gloria dello sport della bicicletta.
Grazie e… a presto!
Come contattarci
Entrando nel sito www.datecipista.org
Tel.
Andrea
335 7607585
Carlo 347 6573087
Paolo
338 9006924
Enzo 366 3485259
L
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parole d’autore
Natale 2011
Ti cerco ancora,
Signore.
Tra le rughe del mio viso.
Tra le mani di un bimbo
che mi offre il suo sorriso.
Nel freddo dell’inverno.
Nelle luci di un presepe abbandonato.
Ecco la sera
è giunta
sui rami di un albero illuminato.
Immobili gocce
di gelo
luccicano come cristalli.
I miei pensieri dispersi
in una musica lontana.
È Natale!
E un’immensità si espande
dove la Tua presenza
mi rincorre e mi chiama
ancora
per scaldare il mio cuore
regalandomi
il Tuo abbraccio d’Amore.
Lorena Sala
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9:00
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Esame della vista
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squilla dicembre 2011
29-11-2011
libreria al
9:00
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girasole
libri e...novità delle maggiori case editrici
... cose di
COSETTA
••••• Icone e biglietti personalizzati
per ogni occasione:
battesimi, comunioni, cresime, matrimoni
accessori e abbigliamento
VIA ROMA, 16 - 20091 BRESSO (MI)
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Tel/Fax. 02.61039419 - Cell. 333.3337566
E-Mail: [email protected]
Redazione: Ambrogio Giussani - Luca Baraggia
Walter Baraggia - Flavio Campetti - Valentina Villa
Dario Landreani, Francesco Boso
Foto: Enzo Polesana - Bruno Vanetti - Flavio Campetti - Valentina Villa - Copertina: Realizzazione grafica a cura di L. W. B. & F. C.
Direttore:
Don Angelo Zorloni
Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 405 del 18-11-1978
Grafiche Baraggia s.r.l. - Via Ornato, 14 - MILANO - Tel. 02.6425737 - Fax 02.66104118 - e-mail: [email protected]
Direttore: ANGELO ZORLONI