Nuovo rapporto dell`OMS evidenzia che la resistenza agli antibiotici

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Nuovo rapporto dell`OMS evidenzia che la resistenza agli antibiotici
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Nuovo rapporto dell’OMS evidenzia che la resistenza agli
antibiotici è ancora una minaccia per la salute pubblica
18/05/2015
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un rapporto dal titolo “Worldwide country situation analysis:
Response to antimicrobial resistance” in cui vengono riportati i risultati di un sondaggio condotto in un periodo di due anni
nelle sei regioni OMS, focalizzato sulle azioni intraprese per combattere la resistenza ai farmaci antimicrobici. L’indagine rivela
che anche se molti governi sono sempre più impegnati a mettere in atto pratiche efficaci per affrontare questa questione,
permangono importanti lacune. Circa un quarto dei Paesi che hanno risposto al sondaggio si sono infatti dotati di piani
nazionali per preservare i farmaci antimicrobici, ma molti altri Paesi devono ancora fare passi avanti.
Rilasciato a un anno dal primo Rapporto dell'OMS sull’entità della resistenza antimicrobica a livello globale dal titolo
“Antimicrobical Resistance – Global Report on Surveillance”, che metteva in guardia su un’«era post-antibiotica» in cui perfino
le infezioni più comuni possono diventare causa di morte, questa indagine, che è stata completata da 133 Paesi tra il 2013 e il
2014, dà un quadro delle azioni intraprese dai vari governi per combattere la resistenza ai farmaci antimicrobici usati per
trattare malattie come infezioni ematiche, polmonite, tubercolosi , malaria e HIV. La relazione fornisce un’analisi, per regione e
nel mondo, delle iniziative in corso per affrontare la resistenza antimicrobica e identifica le aree in cui è necessario
intraprendere un lavoro di miglioramento.
Dal Rapporto emerge che solamente 34 Paesi sui 133 partecipanti al sondaggio hanno un piano nazionale globale per la lotta
alla resistenza agli antibiotici e ad altri farmaci antimicrobici.
In particolare, tra i 47 stati membri dell’OMS nella Regione africana, solo 8 hanno partecipato all’indagine; in questa area la
maggiore minaccia è rappresentata dalla resistenza ai trattamenti per la malaria e la tubercolosi.
Nella Regione delle Americhe 26 Paesi su 35 hanno partecipato al sondaggio: di essi solo 3 hanno adottato un piano
nazionale multisettoriale per affrontare la resistenza antimicrobica; 10 Paesi di questa area hanno adottato delle linee guida
standard.
Nella Regione del Sud-est asiatico tutti gli 11 Stati membri hanno partecipato al sondaggio; di essi, 5 hanno adottato piani
nazionali per affrontare la resistenza antimicrobica. La sensibilizzazione dell’opinione pubblica è in crescita: 5 Paesi hanno
infatti dichiarato di aver condotto nei due anni precedenti l’indagine delle attività di comunicazione.
Nella Regione occidentale del Pacifico 26 Paesi su 27 hanno partecipato al sondaggio: di questi, solo 4 hanno un piano
d’azione nazionale contro la resistenza antimicrobica; due terzi hanno un programma di prevenzione e controllo delle
infezioni. Quasi il 70% riferisce di aver intrapreso azioni di sorveglianza per la resistenza antimicrobica.
Nella Regione del Mediterraneo orientale 13 Paesi su 21 hanno partecipato al sondaggio; nessuno di essi dichiara di avere un
piano d’azione nazionale per la resistenza antimicrobica ma 3 hanno condotto una Campagna d’informazione nei due anni
precedenti l’indagine.
Nella Regione europea 49 Paesi su 53 hanno partecipato al sondaggio: il 40% di essi riferisce di avere piani globali e strategie
per affrontare la resistenza antimicrobica. I Paesi dell'UE si impegnano nella lotta alla resistenza antimicrobica attraverso la
Rete europea di sorveglianza (EARS-Net), supportata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Circa
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la metà dei Paesi europei ha un piano nazionale di prevenzione e controllo delle infezioni; il 79% ha condotto almeno una
Campagna di informazione.
Dalla relazione emerge che il monitoraggio è fondamentale per controllare la resistenza agli antibiotici, ma purtroppo ancora
non è, a livello globale, un’azione frequente; in molti Paesi la mancanza di infrastrutture e la povertà dei mezzi impediscono
una sorveglianza efficace. Le vendite di antibiotici e altri farmaci antimicrobici senza prescrizione restano considerevoli; molti
Paesi non hanno linee guida di trattamento standard, aumentando in questo modo il potenziale per un uso eccessivo di
farmaci antimicrobici sia da parte della cittadinanza sia da parte dei professionisti sanitari. La consapevolezza pubblica del
problema è bassa in molte regioni e la disinformazione tra la cittadinanza è ancora considerevole.
L’OMS, insieme ai governi e ad altri partner, ha messo a punto una bozza di Piano d'azione globale per la lotta contro la
resistenza antimicrobica, che verrà sottoposta alla 68° Assemblea Mondiale della Sanità (18-26 maggio 2015). I governi
saranno chiamati ad approvare il Piano e, in tal modo, dichiarare il loro impegno per affrontare un problema che minaccia la
salute globale. Un passo essenziale per l'attuazione del Piano d'azione globale sarebbe lo sviluppo di piani nazionali nei Paesi
che non ne hanno ancora adottato uno e sviluppare e rafforzare ulteriormente i piani esistenti.
Contestualmente alla pubblicazione del nuovo Rapporto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha aggiornato la fact sheet
relativa al fenomeno della resistenza antimicrobica, da cui emerge in particolare che ci sono alte percentuali di resistenza agli
antibiotici in batteri responsabili di infezioni comuni (ad esempio infezioni del tratto urinario, polmonite, infezioni ematiche,
ecc.) in tutte le regioni del mondo. Un'alta percentuale di infezioni nosocomiali è causata da batteri altamente resistenti come
lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA) o i batteri gram-negativi multiresistenti.
L’OMS evidenzia anche che la gonorrea sta diventando una sfida importante: il fallimento del trattamento di questa malattia
con cefalosporine di terza generazione è stata infatti confermata in 10 Paesi: Austria, Australia, Canada, Francia, Giappone,
Norvegia, Slovenia, Sud Africa, Svezia e Regno Unito. La gonorrea potrebbe presto diventare una malattia non trattabile,
tenuto conto della diminuzione delle opzioni di trattamento.
Infine, sottolinea l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i pazienti con infezioni causate da batteri resistenti ai farmaci sono
generalmente a maggior rischio di esiti clinici gravi o fatali, e consumano più risorse sanitarie rispetto ai pazienti che
presentano forme non resistenti delle infezioni.
L’Agenzia Italiana del Farmaco è da sempre interessata alla tematica dell’antibiotico-resistenza: ne sono testimonianza le
Campagne di comunicazione che sul tema propone ogni anno. Nello specifico, per il 2014 la Campagna di comunicazione,
forte del suo slogan “Senza regole gli Antibiotici non funzionano” è stata pensata per scoraggiare il ricorso agli antibiotici
quando non necessario al fine di contrastare l’incremento proprio dell’antibiotico-resistenza: un uso eccessivo e improprio
degli antibiotici accelera infatti la comparsa e la diffusione di batteri resistenti e favorisce quindi la progressiva perdita della
loro efficacia.
Fondamentalmente, possiamo riassumere in tre punti i messaggi chiave della Campagna:
1. Gli antibiotici vanno usati solo quando necessario, dietro prescrizione medica, osservando scrupolosamente dosi e durata
della terapia indicata dal medico. Tale contenuto è volto ad informare la popolazione generale sui rischi che possono
essere connessi all’autocura, all’interruzione spontanea della terapia o alla somministrazione di dosi inadeguate, rischi
che possono ripercuotersi sia sull’efficacia della cura sia sullo sviluppo dei batteri resistenti.
2. Gli antibiotici non curano le malattie virali. Patologie stagionali quali raffreddore, influenza e altre affezioni virali
dell’apparato respiratorio vanno attentamente valutate dal medico, che è il solo soggetto in grado di stabilire se si è in
presenza di un’infezione virale o batterica.
3. Usare bene gli antibiotici è una responsabilità del singolo nei confronti della propria salute per avere sempre a
disposizione farmaci efficaci per la propria patologia ed è inoltre una responsabilità collettiva, poiché favorire lo sviluppo
dell’antibiotico-resistenza, attraverso un uso improprio degli antibiotici, mette a rischio la salute della collettività.
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Come sottolineato più volte dal Direttore Generale dell’Agenzia, Luca Pani, “l'antibiotico-resistenza è un fenomeno che
necessita oramai di un cambiamento culturale a cui tutti sono chiamati, medici e pazienti, per riconoscere il valore
fondamentale di questa potente difesa di cui disponiamo, gli antibiotici, ed evitare di renderli inefficaci''. Il fatto, sottolinea Pani,
è che qui ''non parliamo più di minacce lontane e apocalittiche: l'antibiotico-resistenza è reale, in costante aumento e mette a
repentaglio decenni di scoperte scientifiche e, cosa ancor più grave, la nostra salute''.
“L'AIFA - prosegue il Direttore - non abbassa la guardia e continuerà a sensibilizzare i cittadini a un uso consapevole del
farmaco, a vantaggio della sostenibilità del sistema e, soprattutto, a tutela della salute”.
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